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Guida bioetica per terrestri

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Aborto

Aborto

Lorenzo Maria Pacini

È stato recentemente pubblicato Guida bioetica per terrestri. Da Fulton Sheen al cybersesso di Giulia Bovassi, ricercatrice presso la Cattedra Unesco in Bioetica e Diritti Umani (Roma).

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La giovane Giulia Bovassi torna a parlare della Verità con un testo di bioetica che potremmo definire “punk”: il suo nuovo libro, Guida bioetica per terrestri, da Fulton Sheen al cybersesso, edito da Berica Editrice sotto la collana UomoVivo, offre ai lettori più avventurosi una esperienza che va al di là della carta stampata e che cala nel profondo della verità del nostro essere, della vita di ciascuno di noi, proprio lì dove c’è bisogno di fare chiarezza. Il tutto con un linguaggio accattivante, che riesce a trasportare nella dimensione tecnica della scienza in questione, la bioetica, con ingegnosa semplicità, rendendo

accessibili a chiunque dei concetti spesso visti come troppo complicati e irraggiungibili.

Una “guida”, appunto, perché offre una direzione chiaramente rintracciabile sulla mappa della tradizione filosofica e teologica più salda, e per “terrestri” in quanto niente vi è di più interessante per la bioetica che l’uomo in tutta la sua affascinante e indistricabile complessità. È la stessa autrice a ripetercelo con somma chiarezza quando dice che ama definire la

bioetica «uno sguardo sull’uomo attraverso

La castità è proposta dall'autrice come una provocazione capace di restituire anzitutto la giusta misura dell'appartenersi per farsi dono, con una totalità che sola può soddisfare pienamente la profonda esigenza di reciprocità e completezza che ognuno sperimenta nella propria vita, in particolare davanti agli altri e alla sofferenza.

Giulia Bovassi è nata nel 1991 a Monselice, in provincia di

Padova, dove si è laureata in filosofia. Si è successivamente specializzata con dei master in bioetica a

Roma. Nel 2017 ha pubblicato L’eco della solidità.

La nostalgia del richiamo tra antropologia liquida e postumanesimo.

Leggere questo libro è una esperienza che va al di là della carta stampata e che cala nel profondo della verità del nostro essere, della vita di ciascuno di noi.

l’uomo». Il punto di partenza è la nostra umanità, che è profondamente assetata di verità, in un tempo come quello d’oggi in cui mefistofeliche menzogne si diffondono velocemente, mentre l’identità del nostro essere subisce continuamente attacchi dalla società fluida, ove niente di solido viene ammesso, poiché il dominio della tecnica ambisce a sostituire imperativamente la dimensione più autentica e costitutiva dell’uomo: la sua anima. Dunque, il nobile compito che si prefigge il libro è quello di creare un collegamento fra le tematiche bioetiche inerenti al cosiddetto “inizio vita” e gli insegnamenti della teologia morale familiare e sessuale del venerabile monsignor Fulton Sheen, vescovo statunitense, grande apostolo della buona stampa e uno dei primi a dedicarsi all’evangelizzazione e alla catechesi in Tv. Bisogna da principio tenere presente che la bioetica viene spesso vista come una disciplina di secondo piano o non viene compresa perché riccamente trasversale nella sua metodologia di studio, visto che

racchiude in sé l’interazione di medicina, psicologia, teologia, giurisprudenza, ingegneria, neuroscienze, e ovviamente filosofia e teologia; eppure, messa a fianco della brillantezza del vescovo Sheen diviene interessante e quasi “trasgressiva” anche per i dubbiosi più critici. La trama del libro segue il percorso di una scoperta di se stessi, primo elemento fondamentale per disporsi all’altro, nel quale si svela la verità del nostro essere e si riconosce la bellezza cui siamo chiamati. Una chiamata che è vocazione, come ricorda l’Autrice, e che perciò implica delle scelte. Ma nel mondo postmoderno, che non ha nemmeno più un suo nome proprio tanto che viene definito “post” di qualcos’altro, tutto è in balia di un attacco da parte di “forze intergalattiche” che minacciano i valori più autentici. La dimensione della sessualità, primo punto trattato nel libro, centrale nell’esperienza di vita umana, è sottoposta a una mercificazione senza sosta: dagli slogan del Sessantotto in poi, il corpo viene considerato e proposto alla massa come luogo di piacere, sottratto alla coscienza del sacro ed esposto costantemente alla sollecitazione verso una perfezione ideale impossibile, fino a giungere alla diffusione capillare della pornografia e del cybersesso, ultima frontiera dell’esperienza erotica dell’ego svuotato di ogni valore. Per non parlare del matrimonio, defraudato dalla presenza

costante di una tendenza al consumo e alla

sostituzione del prossimo, fuggendo da qualsiasi legame duraturo e stabile perché, appunto, richiedente una conoscenza di se stessi che richiama all’intimità più vera. Occorre quindi dare una spiegazione e un ordine morale a ciò e anche ad altri temi come la contraccezione, la solitudine, le dimensioni social mediatiche della iper-sessualizzazione, e la nostra scrittrice le affronta una a una nella chiave di quel personalismo etico che è proprio della sua formazione. Arma vincente per cominciare è la castità, proposta dall’Autrice come una provocazione capace di restituire anzitutto la giusta misura dell’appartenersi

Fulton John Sheen (1895-1979), teologo e filosofo, fu docente all'Università Cattolica d'America e vescovo ausiliare di New York e poi di Rochester e di Newport. Dal 1930 al 1950 tenne il programma radiofonico serale The Catholic Hour sulla NBC. Dal 1951, quindi, passò alla televisione con Life Is Worth Living e The Fulton Sheen Show. Vinse due volte un Emmy Award come personalità televisiva eccezionale. Nel 2002 è stata aperta la causa per la sua beatificazione.

La scoperta di se stessi è elemento fondamentale per disporsi all'altro, nel quale si svela la verità del nostro essere e si riconosce la bellezza cui siamo chiamati.

per farsi dono, con una totalità che sola può soddisfare pienamente la profonda esigenza di reciprocità e completezza che ognuno sperimenta nella propria vita, in particolare davanti agli altri e alla sofferenza. Stessa cosa vale per la dimensione maschile/ femminile, divenuta un tabù impronunciabile in questi anni di dominio del gender, eppure elemento costituente di una bellezza che, da sola, non può venire allo scoperto e dalla quale siamo chiamati a lasciarci affascinare. Fulton Sheen d’altronde lo spiegava bene nel suo libro Tre per sposarsi, che la Bovassi impiega a più riprese per ripeterci una verità oggi esorcizzata dalla società: l’amore è sacrificio, e senza l’amore non si può essere felici e realizzare la pienezza della propria esistenza. La vocazione sponsale richiede di essere riscoperta in tutta la sua unicità, che è possibile intraprendere e compiere solo costruendo un rapporto nel quale la coppia si fondi su Dio, formando quel trinomio imperfetto ma perfettibile, immagine

della perfettissima Trinità che dimora nel

focolare della famiglia. Famiglia che diviene capace di resistere agli attacchi intergalattici se resta ben ancorata alla realtà della propria fragilità terrestre, unica stazione di lancio per arrivare in Cielo. Tutto questo deve quindi collocarsi anche nella dimensione della bioetica. Ma cos’è la bioetica? La Bovassi sfodera l’arsenale dei suoi lunghi studi in filosofia, bioetica e neuroscienze riuscendo a trasmettere con semplicità l’importanza e l’attualità di questa disciplina, provvidenzialmente oggi un po’ di moda, che mira ad aiutare l’uomo nella sua integralità. L’aiuto che la bioetica è capace concretamente di dare alla famiglia riguarda due punti fondamentali, quello dell’inizio e quello della fina della vita: aborto ed eutanasia sono sulla bocca di tutti, ma è difficile esprimere un giudizio che sia validamente fondato e spiegare quale sia la ricchezza inestimabile di ogni vita e il valore della dignità che intrinsecamente ciascuna possiede. Nell’era dei diritti umani sono proprio i più deboli e indifesi, come i bambini nel grembo e gli anziani o gli ammalati, a essere le prime vittime di una società che cerca di sconfiggere la morte con il paradosso di proporla quale soluzione a tutto, fuggendo disperatamente davanti a ogni sofferenza del vivere. Eppure, è la natura stessa che ci insegna che solo dal dolore nasce la vita, come una madre quando dà alla luce un figlio fra i dolori del parto o un anziano, o un ammalato, che sancisce il valore della sua esistenza compiendola sino all’ultimo respiro. Siamo imperfetti, è questa la realtà; ma tale imperfezione non è un difetto di fabbrica da correggere con un intervento di chirurgia sociale o da eliminare con una operazione ideologica. No, la bellezza della dignità di ogni persona risiede proprio nella sua unicità imprescindibile e irripetibile, vero tesoro da scoprire in noi stessi per poterlo donare agli altri. Un libro da leggere e da far leggere, adatto a chiunque voglia finalmente fare luce sulle domande importanti che riguardano i temi di inizio e fine vita, con chiarezza sulle scoperte scientifiche e tecnologiche a riguardo e, soprattutto, con il valore immenso dell’amore

sponsale e familiare, vera rivoluzione, come diceva Sheen, da cui ripartire per cambiare il

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Nell'era dei diritti umani sono proprio i più deboli e indifesi le prime vittime di una società che cerca di sconfiggere la morte con il paradosso di proporla quale soluzione a tutto, fuggendo disperatamente davanti a ogni sofferenza del vivere.

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