Regina Apostolorum nsa
Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli
Poste Italiane s.p.a.-Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n°46) art.1,comma 2, LO/MI
Anno 32 - GENNAIO 2019
50°
della
PROVINCIA
NSA
1968 - 2018
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Preghiera a Maria Regina degli Apostoli NDA icona
Regina degli Apostoli, nel cenacolo con i Dodici Tu contempli le cose di Dio, sei presenza che anima e sostiene lo slancio missionario della Chiesa che nasce. Tu, Maria, sei per noi la figura ideale della donna forte ed umile, disponibile e piena di speranza; sei il modello dell’unità interiore che vogliamo realizzare nella nostra vita. Con Te, Maria, Madre della Chiesa, vogliamo perseverare nella preghiera e nell’azione apostolica, attente alle ispirazioni dello Spirito Santo per testimoniare ovunque la Buona Novella del Signore Morto e Risorto. Tu, nostra Madre, Maestra e Patrona. A te ci affidiamo: guidaci sempre nella fedeltà al carisma missionario che abbiamo ricevuto dal nostro Fondatore: padre Agostino Planque, SMA
Dal punto di vista dell’evangelizzazione non servono né le proposte mistiche senza un forte impegno sociale e missionario, né i discorsi e le prassi pastorali senza una spiritualità che trasformi il cuore papa Francesco EG n. 262
Siate unite a Dio con la fedeltà a tutte le vostre pratiche. Servite Dio facendo la sua volontà. Qui, dobbiamo mettere tutto il nostro impegno: essere fedeli alla nostra Regola e ai nostri esercizi, è proprio la volontà di Dio per noi.
Noi abbiamo la gioia di appartenere al piccolo gregge degli amici di Gesù Cristo. Siamo stati scelti da lui e non dobbiamo temere. «Miei cari amici - dirà parlando dei santi - voi siete il segno della fedeltà di Dio. Siete stati come noi, vicino alle miserie, avete combattuto come noi dobbiamo combattere, come noi avete pianto in questa valle di lacrime... forti del vostro aiuto, vi guardiamo per imitarvi e poter gioire con voi insieme al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo». Padre A. Planque, SMA
Vénissieux Capitolo Generale 29 Agosto 1967
U
Un anno intenso questo 2018, per noi suore NSA. Un anno che ci fa pensare alla stoffa artigianale che si lavora a mano per uno di quei variopinti teli, un anno che ci riporta esattamente al il 16 gennaio 1968. Con bolla 357 la Sacra Congregazione “de Propaganda Fide” (il dicastero pontificio nel quale si concentra la direzione e il governo generale dell’attività missionaria cattolica nel mondo) emetteva il decreto di erezione della Provincia Italiana. Il Capitolo Generale svoltosi nel 1967 in Francia aveva suddiviso la Congregazione NSA in provincie “AEGYPTI, AFRICAE SEPTENTRIONALIS, A LITORE EBURNEO (vulgo Côte d’Ivoire), DAHOMEY, GALLICA ET ITALICA”. Il ’68 è stato un anno di grandi cambiamenti per tanti Paesi europei, alle prese con la contestazione giovanile, la rivoluzione dei pacifisti “figli dei fiori” e le rivendicazioni del femminismo. Anche per noi lo è stato, anche grazie all’accelerazione data dal Concilio; dopo lo stupore iniziale avuto per il dono ricevuto, dono che dava alle suore la possibilità di mantenere contatti più stretti con il proprio luogo d’origine, la propria cultura, la Chiesa Locale, culla della loro vocazione, si sono subito lanciate nell’avventura. In aprile 1968 la progressione degli eventi si fece frenetica: occorreva riorganizzarsi e si iniziò subito con l’elezione della prima Superiora Provinciale, sr. Giovanna Fusi, la ricerca della sede a Milano, che fu in via C. Parea, e poi le comunità da aprire, seguire o riformare (Trezzo, Marino, Palermo, Comerio, Valmadrera, Feriole); una rete di sedi ciascuna con le sue suore,
Editoriale la campionatura delle esperienze, i carismi, i progetti di accoglienza, sviluppo ed integrazione. Questa esperienza di una Chiesa che cambia pelle per potersi mantenere “viva”, ci porta a considerare l’immagine che fu tanto cara al Cristo e ai primi discepoli: quella dei “pescatori di uomini”. La Provincia Italiana la possiamo immaginare come una vera e propria rete da pesca, dalla Francia gettata in quel lontano ’68 verso l’Italia allo scopo di coprirne il territorio, fino all’Africa, per “impigliare”, attirandole dentro ad essa, le giovani; ma anche rete di sostegno per chi era già suora, rete cui ci si poteva aggrappare, abbastanza fitta per cui nessuno potesse sganciarsi, abbastanza forte perché tenesse con il mare in burrasca, abbastanza larga da non soffocare nessuna. Ma Bardello, Airuno, Feriole, Genova, Milano sono, allo stesso tempo, anche i nodi di quella rete: una rete di relazioni, di esperienze pilota e di attività consolidate, una rete di sinapsi di missione che hanno permesso al carisma NSA di percepire ogni bisogno delle varie periferie, ogni loro situazione, ogni singolo progetto. Il “nostro” ’68 è una rivoluzione alternativa, fatta di “si” e di “eccomi” piuttosto che di barricate e proteste. Una rivoluzione meno eclatante e meno rumorosa, ma con effetti che sono sotto i nostri occhi donandoci una gioia “che nessuno ci toglierà”. Sono trascorsi 50 anni dalla nascita della nostra Provincia, è normale per noi rifarne la storia, ricordandone le varie tappe, i momenti belli, anche quelli un po’ più difficili… Ciascuna di noi potrebbe, secondo la propria esperienza, rappresentarla con una immagine significativa, qui scegliamo quella evangelica del piccolo seme messo nel terreno buono, che cresce poco a poco dando fiori e frutti. La Redazione
Rivista Trimestrale Anno 32 Direttore Responsabile: Sr. Fiorina Tagliabue Autorizz. Tribunale di Varese n. 185 del 5.10.1966 Sped. in abb. post. art. 2 Comma 20 lettera C Legge 662/96 - Milano
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Sommario 5 8 11 13 16
NSA a BARDELLO ieri… e oggi NSA a MARINO LAZIALE ieri... e oggi NSA a PALERMO NSA a ROMA_MONTESACRO ieri … oggi NSA a GENOVA ieri… e oggi
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NSA a PONTE LAMBRO 1a Sede Provincia italiana
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NSA a AIRUNO ieri… e oggi
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LISTA delle comunità NSA (1922-2019)
NSA Ponte Lambro a Via Accademia - Nuova Sede Ricordando… Sr. GIOVANNA FUSI (1° Provinciale 1968 - 1974) Sr ONORA DAL CORSO (2° provinciale 1974 - 1983) Sr MARIA VIRGINIA CASTELLI (3° provinciale 1983– 1993)
NSA a FERIOLE ieri… e oggi NSA a SAN GOTTARDO dai ricordi di…
GIUBILEO D’ORO. Dall’omelia di P. Antonio Porcellato, SMA Rassegna fotografica NSA beate Beatificazione dei Martiri d’Algeria
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Premessa prima del 68
I
l Capitolo Generale del 1967 proponeva ad alcuni paesi, quali l’Africa del Nord, la Costa d’Avorio, il Dahomey (l’attuale Benin), la Francia e l’Italia, di costituirsi come Province per assicurare un miglior servizio alla missione. Il documento ufficiale, ovvero il decreto apostolico che sanciva il passaggio all’autonomia di tutte le Regioni, è datato 16 gennaio 1968. Di conseguenza noi, Suore di Nostra Signora degli Apostoli operanti in Italia, riteniamo questa data quella ufficiale di erezione della Provincia Italiana.
Cappella di Bardello
La “Regione Italia”, così definita prima di tale data, dipendeva direttamente dalla Casa Generalizia, in quel tempo risiedente ancora in Francia, precisamente a Lione, città natale delle suore NSA, alla quale sono legate le nostre origini. Prima di tale data memoriale, noi suore eravamo già presenti in Italia con diverse comunità.
Prima del 1968 L
e suore Missionarie Nostra Signora degli Apostoli sono state fondate nel 1876 a Lione da P. Agostino Planque missionario della Società delle Missioni Africane. Le giovani suore, terminato il periodo di formazione, s’imbarcavano nel porto di Marsiglia per raggiungere l’Africa. Col passare degli anni, essendo diventato l’Istituto sempre più internazionale, si
sono resi necessari alcuni cambiamenti nell’organizzazione. Bisognava trovare il modo di farsi conoscere e, soprattutto, testimoniare la vocazione missionaria alle giovani che si sentivano chiamate dal Signore a questa vita. Era perciò importante farsi conoscere nei vari paesi d’Europa, di cui erano originarie le giovani suore. Uno di questi era l’Italia, dalla quale arrivavano vocazioni sempre più numerose.
Bardello fu la capostipite di tutte le comunità in territorio italiano, seguita nel tempo da tante altre. Nelle nostre case le NSA hanno servito con slancio missionario, trasmettendo alle persone incontrate la ricca esperienza umana e spirituale, l’apertura, la passione e la gioia dell’essere missionarie in Africa.
Alcune novizie con il Card. Bernardin Gantin-1965
casa Di Bardello nel 1922
NSA a Bardello ieri... e oggi
Gli inizi... L
a prima comunità che l’Istituto ha aperto in Italia è quella di Bardello, situata in provincia di Varese. Una casa grande con un vasto giardino, proprio nel centro del paese, adatta a stabilirvi il Noviziato e svolgere varie attività al servizio delle Missioni. La casa è stata voluta dalla Congregazione, sotto la sollecita richiesta di un sacerdote diocesano di Milano, originario di Comerio (Varese), don Pietro Caldirola, che aveva la sorella Rosa (sr. Pierre Claver) suora di NSA missionaria in Egitto e deceduta in missione all’età di soli 23 anni. Questo sacerdote, missionario nel cuore, avendo nel suo ministero occasione di accompagnare spiritualmente le giovani in discernimento vocazionale, spesso le orientava alla Casa Madre di Lione perché stimava e apprezzava la Congregazione per lo spirito, lo stile semplice, la missione. Vista la crescente domanda di ragazze desiderose di farsi missionarie, ritenne utile formulare una richiesta esplicita, per l’erezione di una casa di formazione in Italia, allo scopo di evitare il trasferimento in Francia per vivere il loro Noviziato. È nel novembre 1922 che si aprirono le porte del Convento di Bardello, per le due suore arrivate dalla Francia, Sr. Cecile Michelot e Sr. Didius Balbiani, quest’ultima inviata per essere maestra delle novizie. Gli inizi furono difficili, perché il convento mancava di tutto, era una casa padronale che doveva essere adattata, ma la gente si mostrò subito solidale portando loro quel poco che possedevano: latte, patate, farina, uova... per tanti anni le Suore stesse fecero la questua, girando in lungo e in largo tutta la regione. Era l’unica risorsa economica della casa per sostenere
Casa di Bardello
le numerose novizie che iniziavano ad arrivare. La comunità di Bardello oltre ad essere casa di formazione per le giovani che desideravano diventare missionarie, divenne subito attiva in parrocchia e, inserita nel tessuto locale, mise a disposizione della popolazione le risorse di cui disponeva: cure a domicilio, aiuto alle famiglie, lezioni di cucito, in seguito scuola materna. Le porte del convento erano sempre aperte per qualsiasi bisogno. Dalle parrocchie limitrofe arrivavano a Bardello gruppi di ragazze per giornate di ritiro e sessioni di formazione. Molte vocazioni missionarie sono nate grazie a questi incontri. Il Noviziato di Bardello ha accolto giovani aspiranti alla vita religiosa e missionaria fino al 1967; varie generazioni di suore NSA sono passate in questo luogo, ciò spiega il forte legame affettivo che tutte conservano di questa che rimane, nel ricordo, la “prima” comunità incontrata. Per oltre 45 anni la casa di Bardello, quindi, è stata la casa di formazione per tutte le circa 330 suore che l’hanno frequentata nel loro noviziato. Bardello porta alla memoria di ciascuna suora, la personale vocazione di seguire il Signore, i primi passi nell’Istituto, la formazione, l’attesa piena di entusiasmo della partenza in missione!
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NSA a Bardello ieri... e oggi
Passarono gli anni... A
lla funzione di casa di Noviziato, nel 1955 si aggiunse anche quella di accoglienza, per gruppi di Azione Cattolica, per le loro giornate di ritiro. Negli anni ‘70, il Noviziato si trasferì a Milano perché il numero di novizie diminuiva ed in città vi erano maggiori possibilità per proseguire i loro studi. Nel febbraio 1985, in una parte del convento di Bardello, venne aperta una nuova comunità dedita particolarmente all’Animazione Missionaria e Vocazionale. La nuova comunità prese il nome de “Il Cenacolo” Prima di questa data, lo stabile funzionava come Oratorio Parrocchiale, casa del Parroco e altri servizi. L’Animazione Missionaria è stata una risposta del Consiglio Provinciale, alla richiesta della Diocesi che invitava i missionari ad animare le parrocchie sulla dimensione “missionaria” della chiesa locale. L’A.M. è una priorità dell’Istituto, ma anche un progetto diocesano animato dal Centro Missionario al quale partecipano gli istituti Missionari presenti nella Diocesi, facendosi “dono reciproco ciascuno con il proprio carisma” e portando ricchezza e vitalità nella Chiesa. Oggi la comunità accoglie soprattutto le suore anziane e/o ammalate, ma la casa continua ad essere aperta all’accoglienza di gruppi della catechesi, di gruppi missionari dei ragazzi dell’oratorio e a rendere servizi alla parrocchia e al paese. Nel bel chiostro, durante l’estate, ci sono anche manifestazioni “culturali”: si esibiscono cori, si fanno le feste dei giubilei
cappellina del Cenacolo
delle suore con celebrazione dell’Eucaristia. E nel grande parco pic-nic per tutti. Un’altra attività che la casa conserva e continua è la kermesse missionaria che si celebra nel mese di ottobre, questa è occasione anche per ritrovare gli amici, vecchi e nuovi, i parenti delle suore defunte che ritornano volentieri a far memoria delle loro suore e gli amanti dell’artigianato africano.
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Cura delle suore anziane
Kermesse durante il mese missionario
“Ora – scrive una suora - possiamo dirci contemplative; la nostra attività più importante è la preghiera e l’offerta delle nostre sofferenze quotidiane per le suore in missione, per l’Africa, dove abbiamo passato la nostra giovinezza, per la Chiesa, per il mondo .... molte persone vengono a raccontarci le loro pene! Tutte queste intenzioni fanno parte del nostro progetto di vita. In fedeltà gioiosa alla nostra vocazione missionaria che esprimiamo col motto “dove non possono andare i piedi ci va il cuore” restiamo missionarie attive e coltiviamo il desiderio di aderire sempre alla “volontà di Dio”, malgrado le nostre piccole grandi fragilità. “Vogliamo essere presenza di pace, che offre pace a chi ci accosta”.
attività con i bambini - catechesi
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NSA a Marino Laziale ieri... e oggi
L
a casa di Marino è stata aperta nel 1938 con l’intenzione di ospitare il Noviziato internazionale: progetto che non è mai andato in porto. Da subito è diventata casa di accoglienza per bambine povere e/o orfane e mensa per i poveri. I tempi erano difficili, c’erano tante bocche da sfamare, ma la Provvidenza non è mai venuta meno La proprietà comprendeva un vigneto e una cantina; quando era il momento della vendemmia le suore, in vacanza dalle missioni, venivano anche dalla Francia a dare un aiuto! Era un momento bello vissuto da tante come un supplemento alle vacanze perché il clima che si respirava era quello della gioia e della fraternità. Le prime suore arrivate a Marino nel 1938 sono Sr. Odilia Heinrich (Maria) e Sr. Cecile Michelot (Jeanne). Dal 1950 al 1953 è stato aggiunto il nuovo fabbricato. Nel 1952 si è aperta la scuola elementare, come istituzione privata, e nel 1953 anche il Collegio. In quest’opera sociale le suore si occupavano dell’educazione e formazione di bambine e adolescenti, quasi tutte provenienti da famiglie in situazione difficile. Questo Collegio sarà chiuso nel 1972. La scuola però continuerà e sarà a servizio della comunità di Marino, alle elementari vengono aggiunte le medie e la scuola materna. Le suore che vi si sono dedicate hanno formato generazioni di ragazzi e adolescenti che sono ancora oggi legatissimi all’opera e alle suore. La comunità è sempre stata molto attiva in parrocchia, nella catechesi, nelle attività di Azione Cattolica e di animazione dell’oratorio, nella visita alle famiglie. La cantina trasformata in palazzina ha ospitato il Noviziato italiano dal 1986 al 1998. Dopo la chiusura della scuola i locali sono stati messi a disposizione dei gruppi che
sr Gioella - grande animatrice
chiedevano ospitalità: il CMD di Albano, i bambini del catechismo, il noviziato inter congregazionale, ecc. Nel 2003/4 con la cooperativa “Tuscolana” abbiamo accolto donne uscite dalla prostituzione in attesa di trovare un lavoro che assicurasse loro la possibilità di un’autonomia. Essendo in maggioranza di origine nigeriana, una nostra consorella è venuta dalla Nigeria per aiutarle .. questo servizio è durato 5 anni.
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Oggi... nuova conversione C
i ha fatto piacere sentire il Papa chiedere ad ogni parrocchia di ricevere una famiglia di rifugiati e poi vedere la foto della famiglia siriana accolta in Vaticano. Questo perché è per noi un dolore fortissimo vedere ogni giorno alla televisione file interminabili di fratelli e sorelle “scappare” nel dolore, nella sofferenza, nella paura, nell’incertezza… correndo grossi rischi, fino alla morte, nella speranza di arrivare a mettere in salvo i figli, per cercare un po’ di pace e serenità, per un futuro più sereno, semplicemente per un avvenire... … Siamo contente di aver potuto concretizzare questo invito di Papa France-
Casa Marino
sr. Piera con un ospite del centro At@Home
sco aprendo le porte della nostra casa di Marino, Non da sole certamente, ma in collaborazione con la cooperativa sociale “Centro per l’Autonomia” (CpA), una realtà del privato sociale che dal 1997 interviene per supportare le persone che si trovano in condizione di disagio sociale, sentendosi in dovere di ampliare il proprio impegno anche in favore di questa emergenza.
che Dio vi accompagni
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NSA a Marino Laziale ieri... e oggi La cooperativa lo ha fatto con sentimento di donazione, prima di tutto, impegnandosi in uno sforzo innovativo del proprio sistema che è stato possibile anche grazie all’impegno di alcuni soci ed alcune socie particolarmente motivati. (…) Ecco la loro testimonianza: Il 7 settembre 2015 iniziammo il progetto di accoglienza migranti attraverso il CAS “@ Home” con sede a Marino Laziale. La prima esperienza significativa ci mise di fronte, in pochi giorni, alla necessità di organizzare una prima accoglienza, senza grandi esperienze, in una casa per noi nuova e sconosciuta. La passione degli operatori e delle operatrici e il supporto ampio delle suore, ci fece comprendere alcune dinamiche e ci fece conoscere, in breve tempo, una passione comune. Piano, piano riempimmo la struttura, in prevalenza con persone provenienti da sbarchi e ampliammo, su richiesta della Prefettura, l’accoglienza da 0 a 48 persone, arrivando ad un massimo di 70. Fu un periodo anche non facile, dal punto di vista umano e organizzativo. [...] Siamo stati capaci, di creare un gruppo, un’équipe di lavoro, in grado di rispondere a tutte le esigenze primarie delle persone che nel frattempo sono cambiate come popolazione... le prime persone accolte sono nel tempo andate via, chi perché inserito nei progetti SPRAR, chi perché ha scelto di avviarsi verso una nuova vita. Tutta l’organizzazione è stata, in molti casi, spontanea ed è riuscita a valorizzare nelle persone le naturali inclinazioni lavorative. (Archivio Regina Apostolorum) Con questa cooperativa continuiamo e ampliamo la collaborazione .. in vista del bene comune e delle periferie della società d’oggi e ci auguriamo che la nostra casa possa essere un polo capace di irradiare forze ed energie per la missione che ci è stata affidata. Ci sembra importante e nella linea del nostro carisma questo operare a costruire ponti, questa ricerca di dialogo con tutte le realtà in particolare nel servizio agli ultimi .. così si rende presente il Regno di Dio. Bimbi accolti al centro
Palermo, quartiere la Guadagna
Gruppi di catechesi- sr Isabella, sr Rita e sr Leonarda
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iamo nel 1946, Madre Eugenia (superiora generale) doveva partire per la Tunisia. Non trovando navi in partenza da Marsiglia per la Tunisia, le venne consigliato di recarsi in Sicilia dove avrebbe trovato la possibilità di imbarcarsi su di un cargo di fortuna che partiva per l’Africa del Nord. Fu così che Madre Eugenia, accompagnata da sr Imelda, sr. Alma e sr Maria Carmela, si mise in viaggio per Palermo. Il Cardinale Ruffini (vescovo della città) le accolse con molta simpatia e gentilezza. Fu proprio in quell’occasione che il Cardinale Ruffini sentendole parlare della nostra missione, disse a Madre Eugenia: “Voi andate in Africa, ma anche Paler-
mo è terra di missione, anche qui abbiamo tanti poveri bisognosi di cure, tante famiglie disagiate”. Propose alla Madre di mandare suore nella sua diocesi, lui avrebbe costruito la casa per loro dove c’era già il progetto di una nuova parrocchia in un quartiere povero di Palermo detto “la Guadagna”. La sua richiesta fu accolta dalla Congregazione! Le prime suore furono: Sr. Artura Crippa, Sr. Létance Gilet, Sr. Giuseppina Mapelli e Sr. Bertilla Agnelli. In attesa della costruzione della casa, esse furono ospitate prima dalle suore Benedettine al Littorio e poi per qualche mese ancora, presso la famiglia La Bruzzo, proprietaria di un panificio.
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Palermo, quartiere la Guadagna “Posta la loro tenda nel cuore della borgata, le suore intensificarono il lavoro apostolico, i corsi di catechismo si moltiplicarono. Di giorno visitavano in bicicletta le zone lontane e la sera nella loro piccola abitazione istruivano nella verità della fede bambini e adulti che per la prima volta accostavano la loro intelligenza alla Rivelazione” (Da La voce cattolica, 9.08.1953).
La costruzione iniziata nel gennaio 1949 è terminata a Natale 1950. L’edificio comprendeva l’abitazione delle suore, il pensionato, l’ambulatorio, un centro di assistenza dove si distribuivano pasti caldi a mezzogiorno. Vicino sorgeva la chiesa con il salone parrocchiale e la canonica. La guerra era da poco terminata, Palermo, come quasi tutta l’Italia, era un cantiere. Appena arrivate le suore hanno iniziato la loro attività con la visita alle famiglie povere, l’accoglienza delle bambine, per dar loro la chance di andare a scuola.. (ne ospitarono fino a 100); la pastorale parrocchiale : catechesi, accompagnamento ai sacramenti; le cure mediche e la mensa per i poveri del quartiere. Col tempo la situazione si è evoluta e le suore si sono sempre adeguate ai tempi e ai bisogni, e sono rimaste presenti ed operanti fino al 1983 Questa comunità è stata anche occasione per le suore che si preparavano a partire per l’Africa di esperienza e anche tirocinio. Tutte ricordano con simpatia questa esperienza. Il compito importante di educare le bambine ospiti nel pensionato al bello e al buono, ad essere pronte per la vita, è stata una missione impegnativa, ma entusiasmante vissuta dalle suore
che si sono succedute numerose nel corso degli anni. Le suore erano diventate parte integrante del quartiere, presenti a tutti gli eventi delle famiglie, attente ad alleviare le sofferenze a offrire conforto e cure secondo i bisogni. La diocesi nella valutazione delle sue opere aveva deciso di cambiare destinazione alla struttura e questa non rientrava più nei nostri obiettivi; quindi pur con rammarico, ma col cuore pieno di gratitudine per il vissuto abbiamo lasciato la Sicilia.
NSA a Roma Montesacro
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a casa di Montesacro fu acquistata dal nostro Istituto nel 1961 con Io scopo di funzionare da Procura Generale. Prima responsabile della comunità è stata Sr. Vereconda Rusconi (Rosa). Nello stesso periodo, con l’autorizzazione del Vicariato di Roma, vennero ospitate per qualche anno ragazze studenti dell’ENAOLI. Il Concilio affermò la necessità di una formazione completa e permanente delle religiose, e il nostro Istituto accolse questo invito convertendo la casa di Montesacro in casa di formazione per le giovani suore e per quelle che ritornavano dalla missione per questione di salute. Nel frattempo venne chiusa la Casa Madre a Lione e, per il Consiglio Generale, sorse la necessità di stabilire la propria sede a Roma. La casa di Montesacro fu dunque convertita a tale attività per il periodo dal 1978 al 1982. sr Anne-Marie sr Maria Assunta sr Attilia sr Cordelia
casa di Montesacro
Ma era troppo piccola ed inadeguata allo scopo, quindi il Consiglio Generale si trasferì in via Ghislieri in una struttura più idonea. La casa di Montesacro tornò alla Provincia Italiana e continuò ad essere comunità di accoglienza, questa volta delle suore in tempo sabbatico o per lo studio, suore anche di altre Congregazioni e provenienti dall’Africa e dall’Asia. Per qualche anno, dal novembre 2000 al 2007, la comunità ha accolto donne e ragazze in difficoltà condividendo luoghi e mensa. Un progetto questo in collaborazione con USMI e Caritas. “Si avvicinava l’Avvento dell’anno 2000 e ci chiedevamo come la nostra comunità poteva accogliere il Signore in quel Natale che chiudeva l’anno giubilare. Avevamo avuto modo, durante l’anno del giubileo, di vivere con la nostra congregazione, momenti forti di incontro, riflessione e preghiera su temi di GPIC, NVA, (nuovi stili di vita) e ci dicevamo: ora quale gesto concreto di conversione la nostra comunità può fare nella linea
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NSA a Roma Montesacro della sua vocazione missionaria? Cosa vuole da noi il Signore in questo momento concreto della nostra storia? Da tempo la Caritas di Roma ci interpellava con il bisogno di luoghi di prima accoglienza per ragazze e donne straniere … Segno dei tempi per noi? In quel periodo sono state accolte: 36 ragazze che hanno lasciato la strada, 25 donne in cerca di lavoro, 3 donne vittime di violenza in famiglia, 6 rifugiati politici = 69 donne e 1 bambino. (Testimonianza di sr. Annarosa) Dal 2007 al 2015 è tornata ad essere casa di accoglienza per le suore studenti anche di altre congregazioni e provenienti dall’ Africa.
Oggi: “Istantanee” di un progetto di Famiglia di Famiglie – Associazione “Siloe” L’associazione “Siloe – Famiglia di famiglie” ONLUS (in breve Siloe) è stata costituita il 29 giugno 2016, grazie all’iniziativa di tre famiglie. Il 5 luglio 2016, la stessa, ha sottoscritto un contratto di comodato della durata di dodici anni con la congregazione religiosa “Nostra Signora degli Apostoli”. Le tre famiglie sono accumunate da un percorso di formazione cristiana, partito dalle catechesi sui Dieci Comandamenti, ed è attraverso questi incontri che hanno manifestato il desiderio di condividere le loro esistenze in uno spazio comune, dove vivere in sobrietà, pregare ed operare nella relazione d’aiuto attraverso l’accoglienza e il sostegno materiale, spirituale ed umano di persone in difficoltà.
I Capisaldi di Siloe La Vita comune: la vita comune, mantenendo comunque gli spazi dell’autonomia familiare, consente di dare forza alle vocazioni personali e familiari, e di dare corpo alla vocazione comune della fraternità, che è attualmente rappresentata dalla preghiera e dall’accoglienza. Crediamo profondamente che la vicinanza di più famiglie possa rappresentare un’enorme ricchezza per noi e per i nostri figli, oltre che essere luce e speranza per tutte le persone che via via entreranno in contatto con la nostra realtà: più famiglie che insieme sono Chiesa, sempre aperta in mezzo alla città, un posto dove poter entrare e trovare sempre qualcuno disposto ad accoglierti e ad ascoltarti. La Sobrietà: vivere in sobrietà è diventare amministratori della Provvidenza, è utilizzare ciò che si possiede per amare, è vivere in semplicità dividendo ciò che si ha, e non soltanto donando il superfluo. La Preghiera: abbiamo scoperto che pregare è il motore, la strada della nostra vita. Pregare insieme è gioia, è forza per noi e per chi si vorrà far coinvolgere. L’Accoglienza: accogliere è vivere con le porte aperte, quelle fisiche e quelle del cuore, in un posto dove ciascuno, indipendentemente da sesso, razza, o credo, si possa “sentire a casa”, dove si possa manifestare e condividere la bellezza di essere riuniti sotto un unico Padre. Tutto questo in affidamento e in obbedienza ai piani ulteriori che Dio vorrà avere su di noi.
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Le tre famiglie SILOE
Attività Queste sono alcune attività che abbiamo potuto realizzare. Il primo anno è stato principalmente dedicato ad incontri progettuali ed organizzativi tra noi soci, e la stesura della nostra “carta dei valori” Nel 2017 una delle famiglie di Siloe, con il supporto degli altri, ha ospitato un ragazzo egiziano di 15 anni temporaneamente separato dalla famiglia per motivi di lavoro dei genitori, sostenendolo nella crescita, nelle scelte e nello studio. In seguito ha avuto inizio la prima accoglienza diurna di un anziano residente nel quartiere, nato nel 1921, vedovo e senza figli, che, sebbene autonomo, ci ha chiesto di lenire la sua solitudine attraverso una forma di accoglienza non strutturata, familiare, in cui si possa sentire un po’ il bisnonno dei 13 bambini e ragazzi che vivono a Siloe, raccontarsi e adoperarsi nel piccolo orto presente in giardino, sentendosi utile preparando dolcetti per tutti o piantando alberi da frutto regalati “a futura memoria”. Nello stesso anno ha avuto inizio la prima ospitalità residenziale - ancor oggi in corso - si tratta di una famiglia arrivata dal Benin per curare un figlio gravemente malato. Hanno 4 bambini, 2 dei quali ancora in Benin, che stiamo cercando di far ricongiungere ai genitori. Inoltre Siloe
li sta sostenendo nelle innumerevoli difficoltà burocratiche e non che incontrano, da stranieri, nel riconoscimento dei diritti per un figlio gravemente disabile. Tra le tante attività, quest’anno nella nostra casa, sono stati organizzati incontri di preghiera guidati da un sacerdote di una parrocchia vicina, con cadenza mensile, che vedono la partecipazione di una trentina di persone. Abbiamo accolto vari gruppi di giovani adulti, che seguono un cammino di fede comune (lo stesso che ha visto nascere Siloe), per momenti di condivisione e approfondimento, anche con la celebrazione dell’eucaristia nel giardino dell’associazione. Dalla sua costituzione Siloe si trova ad accogliere persone di varia provenienza e con problematiche disparate mediante momenti di ascolto e dialogo individuale. Il nostro cammino è solo all’inizio, a volte faticoso, ma molto spesso meraviglioso! Ci sorprendiamo quando riusciamo a pensare non per il nostro bene ma per quello di questa comunità, non per i nostri piccoli e miseri bisogni ma per qualcosa di più grande, in cui sentiamo il Signore sempre presente e ci accorgiamo anche qui che quando ci allontaniamo da LUI tutto diventa più difficile. Care sorelle, ci affidiamo a Dio Padre e alla sua volontà, al suo disegno di amore, di cui noi siamo testimoni e affermiamo senza alcuna reticenza, che “Il nostro SI equivale al vostro SI”!
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NSA a GENOVA ieri... e oggi
NSA a Genova Quarto
attività con le volontarie
Sr Sabina sr Rita sr Gaetana
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’apertura Genova - Quarto della casa di formazione dei PP S.M.A. con i quali condividiamo il carisma missionario (essendo il nostro Fondatore loro cofondatore) ha sollecitato l’arrivo delle suore NSA perché fossero presenza, servizio, aiuto nell’accoglienza dei seminaristi, aspiranti missionari. Le suore sono arrivate il 13 luglio 1961. Il seminario, dedicato a Maria «Regina delle Missioni», è stato ed è luogo di formazione, di animazione missionaria, di accoglienza dei padri che tornavano dalle missioni … di formazioni di laici che vogliono condividere il carisma o semplicemente aiutare le missioni.
Le prime suore di questa esperienza sono state Sr. Rosa Marelli, Sr. Maria Bambina Colombo, Sr. Bertilla Agnelli … sono molte le suore che si sono succedute a Genova. Ognuna ha portato il suo contributo e si è arricchita della vivacità della comunità.. Col passare degli anni, la presenza delle suore si è ridotta mentre il servizio reso diventava più qualificato e basato sul coordinamento del lavoro dei vari servizi delle volontarie.
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0ggi… Fiocco rosa nella provincia italiana L’ultima nata delle comunità NSA è di stanza presso la parrocchia di S. Maria di Castello, uno dei quartieri più antichi di una città di confine, dura e difficile ma accogliente, come si può certamente definire Genova. E le sfide di questa realtà complessa sono tutte comprese fra il Porto Vecchio, le vie piccole e strette chiamate carruggi, il carcere di Pontedecimo, la mensa di S. Egidio, la collaborazione con le volontarie del CIF (Centro Italiano Femminile) e i mille volti che ogni giorno incontriamo. «La Chiesa è chiamata ad uscire da sé stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, quelle dell’ignoranza e dell’assenza di fede, quelle del pensiero, quelle di ogni forma di miseria» ha detto papa Francesco. E qui, dal novembre 2015, in Piazza san Giacomo delle Marina, a due passi dal Porto Vecchio ci siamo ora anche noi. E noi vuol dire NSA, vuol dire sr. Alma, sr Anicette e sr Evelyn. Genovesi? “Ne trovi pochi” - dicono i genovesi doc, scherzando. Eppure ci sono, ci vivono accanto, a volte anche senza averlo scelto, tra i molti ecuadoriani, albanesi, rumeni, peruviani, indiani, senegalesi, nigeriani, marocchini, ivoriani… che sono arrivati qui in cerca di …vita! Tra i carruggi, si incrociano molti im-
migrati, lì ci vivono, passeggiano, ridono e cantano, ma anche soffrono e sperano. Li vedi camminare veloci, trascinando il loro borsone di plastica blu: vanno al “mercato degli africani” per cercare di vendere qualcosa. Ormai ne conosciamo alcuni, le loro storie le portiamo nelle nostre preghiere, a volte interroghiamo il Signore: perché tanta sofferenza? E’ stato normale chiedere perché hanno lasciato la loro terra, le loro famiglie: “Credevamo di trovare un lavoro migliore di quello lasciato al paese”. Un altro ragazzo ci ha mostrato le ferite sulla schiena, conseguenza dei maltrattamenti ricevuti in Libia. “Non potevo più ritornare indietro, ho dovuto continuare il viaggio altrimenti sarebbe stata la fine per me”. Strade di Genova, la notte: come purtroppo tante altre città, è luogo dove tante donne sono vittime della tratta. Le incontri, passi vicino a loro, ti salutano, alcune ti danno la mano, altre ti chiamano per scambiare due parole. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare degli amici dell’Associazione “Comunità Papa Giovanni” che lavorano per portare Gesù e la sua “compassione” a chiunque vive una “non
servizio docce e guardaroba
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NSA a GENOVA ieri... e oggi vita”. Con loro abbiamo iniziato ad uscire di notte, per incontrare le ragazze, straniere ma anche italiane. A loro si porta Gesù, la sua Parola, il suo invito ad una vita più bella, degna di essere vissuta. Quante di loro vorrebbero cambiare vita, ma non è così semplice, ci sono paure e ricatti che le bloccano!
Prima della Pasqua siamo state invitate a benedire le celle. Ci aspettavano, chi con una bibbia aperta, chi con una frase scritta, chi dicendoci che il rosario lo recitano ogni giorno. Un uomo si è commosso ed è scoppiato a piangere. La settimana dopo ci ha chiesto scusa: “Mi sono emozionato, scusatemi!”.
Carcere di Pontedecimo, il martedì e il sabato: abbiamo avuto il permesso di inserirci. Qui uomini e donne stanno tutti pagando per i loro sbagli; siamo disponibili per parlare con chi lo desidera e per fare qualche prova di canto. Piccole attività, ma importanti per quelle persone che aspettano quel breve momento per stare un po’ insieme, per dire due parole, per sorridere e ricevere qualche parola di conforto. Con il cappellano ed altri volontari, andiamo per la messa. Vi assicuro che tocca il cuore pregare con loro. Ed è duro vedere le lacrime scendere dai loro visi.
Mensa S. Egidio, il mercoledì: 500 pasti caldi al giorno ma anche un posto dove sedersi e chiacchierare a un tavolo, trovare ascolto, ritrovare amici per i tanti che non hanno un lavoro, né un tetto sulla testa; italiani che hanno perso tutto, stranieri che pensavano di trovare qui una nuova vita, invece hanno trovato solo solitudine, rifiuto, odio da respirare ogni giorno.
sr Anicette, sr Evelyn sr Alma
“La casetta”, struttura gestita da Auxilium, il venerdì: accogliamo i senza fissa dimora che vengono per una doccia calda. Con i laici e altri volontari, siamo lì ad aiutare chi viene per lavarsi, per cambiare gli abiti, per portare i vestiti sporchi in lavanderia, oppure per andare al deposito bagagli, dove hanno tutto il loro guardaroba e i loro averi. Dormono per strada, in stazione, nei giardini della città, alcuni dicono che trovano addirittura un posto al pronto soccorso. Altri hanno degli angoli privati in città, sotto i portici. Quante volte, dopo aver aiutato questa gente, ci diciamo: “non ci accorgiamo, quanto siamo fortunate! Perché a me, a noi è dato di avere una casa, una vita di intimità, una famiglia, un luogo dove vivere, riposarmi, sentirmi a mio agio… e ad altri questo non è concesso?” Cena al Castello, ogni venerdì: A Genova, nel chiostro di S. Maria di Castello, parrocchia affidata ai padri SMA, da un anno il venerdì sera condividiamo la cena con le donne e gli uomini senza fissa dimora.
19 La parrocchia si trova nel centro storico di Genova, ambiente in cui prestare un autentico servizio missionario. Nella gestione della mensa sono coinvolte varie realtà: l’Associazione Papa Giovanni XXIII°, la comunità delle suore NSA, tre parrocchie del quartiere di Genova Quarto, diversi volontari, e non da ultimo alcuni “figli rigenerati nell’amore”, cioè ragazzi abbandonati dalle famiglie ed accolti dalla Comunità GiovanniXXIII°. Non vogliamo solo “dare un pasto”, ma condividere il tempo della cena e del “dopo cena”. Questi momenti sono occasioni per conoscersi, condividere le difficoltà di ognuno in un ambiente familiare, tenendo ben presente “che non c’è chi salva e chi è salvato… ma che ci si salva sempre insieme!” Per questo andiamo a trovare i nostri ospiti il sabato sera nei luoghi dove dormono, portando loro cibo caldo, coperte o sacchi a pelo. Non manca mai un momento di preghiera, molto partecipato e sentito.
preghiera prima dell’uscita
Catecumenato con i migranti. Vista la grossa presenza di immigrati sul nostro territorio, tanti di loro sono cattolici, altri desiderano diventarlo… per questo la diocesi ci ha chiesto di occuparci del catecumenato. E così sta nascendo una nuova attività: la domenica i ragazzi/e di lingua francofona si riuniscono nella nostra parrocchia, a SMC, dove, dopo la messa, segue la catechesi con sr Anicette e poi… pranzo tutti insieme. E coloro che sono di lingua anglofona, seguono lo stesso itinerario, nella chiesa dell’Annunciata, seguiti da suor Evelyn e da un padre gesuita. Siamo consapevoli che non potremmo mai farcela da sole a svolgere questa missione, senza la partecipazione di altre persone, come volontari, associazioni, religiose/i, sacerdoti … ringraziamo insieme il Signore per il contributo di ciascuno e soprattutto per la gioia di vedere nei volti di tanti nostri fratelli e sorelle che incontriamo, uno sguardo di speranza che rinasce.
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NSA a PONTE LAMBRO e 1a Sede Prov. italiana
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onte Lambro è un quartiere situato nella periferia sud-est della città di Milano. La comunità NSA è arrivata nella Parrocchia del S. Cuore nel 1968, su richiesta del parroco di allora, don Aldo Gessaga. In origine il quartiere era per lo più abitato da anziani e pensionati. A partire dagli anni ’70 invece subisce un cambiamento radicale con la costruzione di un grosso complesso popolare dove saranno collocati nuclei familiari quasi totalmente provenienti dal Sud d’Italia. Queste famiglie, spesso con numerosi figli e piccoli, presentavano sovente grandi problematiche socio-economiche, quali: disoccupazione o sotto-occupazione, devianza, criminalità, ecc. Negli anni seguenti la grande immigrazione di extracomunitari si aggiunge creando altre situazioni problematiche. Ponte Lambro, fino ai nostri giorni ha un’alta densità d’immigrati di varie nazionalità, con prevalenza di due gruppi etnici principali quali latino-americani e arabi. La prima comunità era costituita da Sr. Giovanna Fusi, Sr. Luce Colombo, Sr. Luigia Gervasoni e Sr. Tarcisia Arienti. Le suore erano state subito sommerse dai problemi del quartiere: disoccupazione, emarginazione, etc.
sr Maria Redenta sr Hanaa e sr Giuseppina
“Non è la missione come l’abbiamo conosciuta in Africa - scrivevano nel RA del 1981- ma ci siamo convertite subito ai bisogni di questa gente e vogliamo dedicare a loro il nostro tempo. Vogliamo essere presenza di chiesa missionaria che annuncia la salvezza portata da Cristo. Sr. Alessia, infermiera, percorre il quartiere e accosta le sofferenze fisiche e morali. Sr. Gemma Maria insegna catechesi alle elementari, questo le permette di avere dei contatti con i bambini del quartiere e con le loro famiglie. Inoltre assicura la catechesi in preparazione ai sacramenti. In questa attività cerca di coinvolgere le mamme e le ragazze più grandi e le stimola ad essere loro stesse le catechiste dei più piccoli. È anche animatrice dell’oratorio, unico centro di ritrovo della gioventù del quartiere e luogo educativo. Sr. Bernardina si dedica alla cura della chiesa e incontra regolarmente i genitori che desiderano far battezzare i loro figli”. Questa comunità ha visto il susseguirsi di numerose suore, che hanno reso molteplici servizi per periodi più o meno lunghi. Essa ha sempre dato testimonianza di impegno missionario e coinvolgimento in tutte le attività, non ultima la cura ai malati della Clinica “Quattro Marie”
sr Piera e sr Gemma Maria
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sr Maria Flora visita e prega con gli amalati
che ha ospitato dal 1970 al 1981 una comunità inizialmente composta da 6 suore;due di loro hanno sempre continuato a rendere servizio in clinica, che nel frattempo era diventata Centro cardiologico. La comunità di Ponte Lambro è stata definitivamente chiusa nel giugno 2014. Per un periodo molto breve è stata la prima sede della Provincia italiana (28 agosto 1968) .
sr Gemma con i bimbi dell’oratorio
La prima Provinciale venne nominata dal Consiglio Generale nella persona di Sr. Giovanna Fusi. Era il 19 marzo 1968. “Iniziando la Provincia Italiana, avevamo trovato una sistemazione provvisoria, in una casetta modesta, a Milano in via Carlo Parea, 18”. Questa divenne la prima sede della nascente Provincia. Fu soltanto in aprile del 1970 che avvenne il trasferimento in via Accademia, 15 a Milano
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NSA da Ponte Lambro a Via Accademia - Milano
casa
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n seguito all’aggiornamento proposto dal Concilio, la Congregazione rivede anche le proprie strutture e le entità nazionali diventano province autonome, di cui fanno parte le suore che lavorano sul territorio. Ogni provincia è responsabile della formazione dei propri membri, dell’acco-
glienza di chi è di ritorno dalla Missione e svolge attività pastorali sul territorio: animazione missionaria nella Chiesa Locale, pastorale dei migranti, presenza nelle parrocchie. Nel 1970 il noviziato passa da Bardello a Milano
La nascita della Provincia Italiana. Dai ricordi di… E
ra l’aprile del 1968, anno di grande cambiamento per molti Paesi europei, alle prese con la contestazione giovanile. Era anche l’epoca dei cosiddetti “figli dei fiori”, anche noi NDA italiane abbiamo ricevuto in dono dall’Istituto il “fiore” della creazione della nostra Provincia: un gesto di fiducia che ci dava gioia e un grande senso di responsabilità. La decisione di creare le Province, presa nel Capitolo Generale 1967, dava alle
suore la possibilità di mantenere contatti più stretti con il proprio luogo di origine, con la propria cultura, con la Chiesa Locale nella quale era nata la loro vocazione. Tutte noi abbiamo accolto con entusiasmo la notizia. Come tutti gli inizi, quel periodo ha portato fervore e voglia di fare, di migliorare, di darsi degli obiettivi. Bisognava organizzarsi, rivedere la situazione delle comunità, il loro apostolato e soprattutto
23 quella delle suore per fare in modo che ciascuna avesse una formazione spirituale, biblica ed apostolica adeguata ai tempi. Si viveva anche il fermento del dopo Concilio Vaticano II che aveva chiesto agli Istituti religiosi di mettere in atto il “rinnovamento” come fedeltà più grande al Signore, al Vangelo, alla Chiesa. Per prima cosa bisognava dare una sede alla Provinciale e al suo consiglio. Era stata nominata sr Giovanna Fusi, affiancata da sr Luce e, in seguito, da sr Annarosa Larghi che aveva l’incarico di maestra delle novizie. La Provvidenza suggerì allora al Parroco di Carlo Parea, Dan Aldo Gessaga (nativo di Bardello), di darci qualche locale nel quale poterci stabilire almeno per un certo tempo. La casa parrocchiale di via Carlo Parea è stata quindi per un certo tempo la comunità provinciale. Solo in seguito venne acquistata la palazzina in Via Accademia che da allora non ha cessato di essere la casa di tutte, il luogo nel quale raccogliere tutti i ricordi del nostro cammino. Milano
Le prime scelte del Consiglio riguardarono la formazione delle suore: molte di noi avevano operato in missione nei più svariati settori ma quasi sempre senza un diploma. Bisognava porre rimedio e individuare i corsi che le suore avrebbero dovuto seguire a seconda della loro età e possibilità. E’ bello ricordare la generosità, l’impegno, la gioia con le quali tutte accettarono le proposte del Consiglio. Molte studiarono da infermiera, altre da maestra d’asilo, altre seguirono corsi di catechesi, bibbia, spiritualità. Erano anche i tempi del “Mondo Migliore” che tanto ha fatto per aiutare la Chiesa ad incarnare i valori e le direttive del Concilio. Da tutte le nostre Suore quell’anno viene ricordato come un passo fondamentale nel nostro cammino di NSA italiane. Grazie alla Provincia non solo abbiamo incarnato meglio i valori del nostro Carisma, ma abbiamo servito la Chiesa con la testimonianza e l’impegno apostolico. Sempre missionarie, sempre in mezzo alla gente per il Signore e il suo Vangelo.
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NSA da Ponte Lambro a Via Accademia - Milano
Sono entrata in NSA giusto all’inizio dell’erezione della Provincia Italiana. Ho vissuto le preoccupazioni e le difficoltà degli inizi, ma anche il coraggio e la determinazione delle suore a vivere la Missione in Italia: l’apertura, il coraggio di intraprendere anche vie nuove di collaborazione e di impegno, la fiducia, la semplicità, la serenità, la passione, l’attenzione ai veri problemi del luogo, la gioia, che hanno marcato le persone che ci hanno avvicinato e con le quali abbiamo iniziato a collaborare. Pensando alle varie comunità degli inizi della Provincia ho un bellissimo ricordo: le suore erano gioiose, intraprendenti, con tanta voglia di “vivere-testimoniare”. mi piace paragonare queste comunità a piccole unità di un unico alveare, dove ognuna dava il meglio di se stessa per il bene dell’ape-regina: la Provincia italiana. Ho avuto la fortuna di essere, per due anni, l’autista della Provinciale. Ed era per me una gioia poter incontrare le suore delle diverse comunità e delle suore che erano nei diversi convitti per gli studi. Questi sono ricordi che ancora oggi tengo in cuore e che mi sono di esempio. Chi avrebbe mai pensato che delle missionarie reduci dell’Africa facessero da baby sitter? O lavorassero a domicilio per un maglificio? O scrivessero a macchina, indirizzi su etichette per una società? Disposte a tutto per mettere la propria piccola pietra all’edificio Provincia in costruzione. Che bello!!! Sr Piera
Con l’inizio della nostra Provincia si è cominciato ad aprire delle case per permettere alle suore che non potevano ripartire per l’Africa per motivi di salute o altro, di continuare a vivere e diffondere il Carisma. Era un modo diverso di continuare la missione, con in cuore sempre il desiderio di ripartire. L’animazione missionaria ad Airuno e Bardello, la distribuzione dei libretti di preghiera, hanno favorito la crescita della Provincia. La nostra Provincia è sempre stata alimentata e fatta crescere attraverso la nostra stessa vita che ha sempre avuto al primo posto lo spirito per la missione e l’evangelizzazione. Con la preghiera, la vita donata, come offerta, il saper fare comunione fra noi , vivendo il carisma svolgendo la propria attività come “missione”. La comunità di Marino
Ricordando...
Sr. Giovanna Fusi racconta i primi tempi di questo inizio… “Era un’afosa mattinata quel 28 Agosto 1968, festa di S. Agostino, e per noi festa del nostro P. Fondatore. Da due mesi ero ritornata dall’Egitto. In quei mesi avevo cercato di conoscere le Suore e mi fu di grande aiuto il sapere che tutte pregavano con fervore per la nascente Provincia. E l’entusiasmo di noi tutte era grande. Dunque, quel giorno 28 Agosto, dopo la celebrazione Eucaristica, abbiamo caricato la camionetta di Bardello, la “famosa 600”; con Sr. Pia al volante andammo a prendere Sr. Luce a Valmadrera. Alcuni giorni prima aveva lasciato la Comunità di Marino e si trovava in famiglia per qualche giorno di riposo. Valmadrera-Milano, il percorso sembrò tanto lungo… ma l’entusiasmo comunicativo di Sr. Luce, il sapersi attese dal Parroco della Parrocchia del Sacro Cuore in Via Carlo Parea, mi dette coraggio. Don Aldo Gessaga, nativo di Bardello, era il Parroco della Parrocchia. Ci accolse con gioia, ci apri l’appartamento e la casetta adiacente. Qualche mese prima erano partite le Suo-
re dette “della fanciullezza abbandonata”, lasciando per chi le avesse sostituite, la “dolce fatica” di pulire e di fare ordine. Il giorno dopo eravamo pronte ad accogliere la richiesta del Parroco: aprire nei primi di Settembre una scuola materna. Furono mesi duri: bisognava conciliare le nostre occupazioni, l’organizzazione della provincia soprattutto, con la scuola materna, la parrocchia, ecc… ed essere sempre disponibili al volere del Parroco: ci aveva dato l’ospitalità, gli si doveva obbedienza! A Sr. Luce e a me, si sono aggiunte suor Tarcisia Arienti e Sr. Luigia Gervasoni, la prima come cuoca per la scuola materna, la seconda per aiutare in classe. Sr. Onora Dal Corso, in quegli anni Consigliera Generale, benché residente in Francia seguiva la nascente Provincia con tanto amore e avvedutezza. Sr. Pascal Marini, superiora a Bardello, era la nostra “Provvidenza”. Ma anche le Comunità: Valmadrera, Comerio, Genova, Porlezza hanno contribuito “per metter su casa”, con le cose necessarie. La preghiera ci teneva unite: nei momenti di grande difficoltà sentivo forte l’aiuto del Signore. Avrei ancora tante cose da dire su questo “povero e non facile inizio”; tutto è stato permesso da Dio perché la sua Gloria e Potenza si manifestasse attraverso la nostra piccolezza; una cosa tuttavia è certa: la sua Grazia non ci è mai venuta meno e ci ha dato la forza di affrontare, giorno dopo giorno, le gioie e le croci che accompagnano ogni realtà umana, ecclesiale, sociale. A distanza di 20 anni vedo come la sua Sapienza ha guidato il nostro cammino: lo benedico e lo ringrazio perché il “seme” messo in terra nella sofferenza gioiosa ha dato e dà i suoi frutti là, dovunque una Suora N.S.A. opera e si “dona”. (In occasione del 20 anniversario della nascita della Provincia)
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Ricordando... sr. Onora Dal Corso (2° provinciale 1973 - 1983) Un posto tutto particolare in questi 50 di storia della Provincia italiana lo ha avuto sr Onora dal Corso che alla sua intensa vita missionaria ha sempre legato anche l’amore, la sollecitudine verso le comunità NSA presenti in Italia. Come non ricordarla Consigliera Generale (19671973) che dalla Francia ha sempre aiutato in tutti i modi la vita e l’apostolato delle consorelle italiane? Parliamo delle comunità di Trezzo, di Bardello, di Marino, di Palermo, di Comerio, Valmadrera, Porlezza, tanto per citarne alcune! E quanto ha dato negli anni di servizio a Bardello e a Marino. Ci racconta sr Luigina Mambretti: “Scavo un po’ nei miei ricordi e cerco di mettere in evidenza le qualità che più mi hanno colpita in sr Onora vivendo con lei in comunità. Per prima cosa sottolineo la sua delicatezza verso le persone, l’attenzione alle necessità di ogni suora. Sapeva dare fiducia alle suore, lasciandole libere di organizzarsi nel loro apostolato, ad esempio non metteva limiti alle incaricate dell’Animazione Missionaria nei loro spostamenti e si assicurava che non mancassero di niente. Era molto sensibile all’importanza della formazione, voleva che tutte le suore potessero beneficiarne, ci segnalava sessioni e corsi senza mai accennare alle spese che avrebbero comportato. Si impegnò a fondo ad organizzare i “récyclages” facendo studiare le suore, molte delle quali arrivarono a conseguire vari Diplomi. Non aveva timore a confrontarsi con le Superiore maggiori, a chiedere ciò che le sembrava bene e giusto per l’andamento della Provincia…
Così la ricorda sr Maria Virginia: “Ho trovato in lei un esempio di fedeltà alla chiamata missionaria; grande generosità nel portare le varie responsabilità che le sono state affidate; generosità verso i poveri, (ha favorito in Africa l’apertura di scuole e dispensari); verso i giovani facendoli crescere come figli di Dio; verso le donne per renderle sempre più libere e responsabili. Ho apprezzato anche il suo coraggio nel dire la verità, quando erano in gioco il rispetto delle persone e la coerenza nelle scelte per il bene comune. Grande era la sua fiducia nel Signore, sempre cercato nella preghiera. Sr Onora è stata forte nelle difficoltà, affrontandole con fede e coraggio, la discrezione e il silenzio di chi affida tutta la sua vita a Dio. Le dobbiamo davvero molto!”
27 In questo anno giubilare, precisamente, il 28 settembre è mancata sr. Maria Virginia Castelli, (3° provinciale 1983 -1993) alcune persone la ricordano così: “Ci sono delle persone che più di altre lasciano il segno nella nostra vita. Persone che per la loro fede, la loro audacia e la loro semplicità ti diventano subito familiari e trovano posto speciale nel nostro cuore… Questa è stata M. Virginia per me … e penso per tante tra di noi, sia italiane che di altre Province”. “Nel 1983 viene eletta superiora provinciale d’Italia, compito che svolgerà con instancabile dedizione per 10 anni. Sia come consacrata alla Missione che nelle varie responsabilità assunte nell’Istituto: Provinciale, Maestra delle Novizie, Responsabile di comunità, ha saputo fare della sua vita un’esistenza bella, piena di gratuità e di gioia. Donna di ascolto, aveva sempre qualche iniziativa da proporre e l’audacia dei semplici per iniziare un cammino”. Visitava con frequenza le comunità alle Lista Provinciali che si sono succedute Sr Giovanna Fusi: 1968-1974 Sr Onora dal Corso: 1974-1983 Sr Maria Virginia Castelli: 1983-1993
Sr Margherita Alberti
Sr Alma Comi
quali suggeriva instancabilmente un clima di accoglienza e di rispetto, offrendo non solo direttive e linee di spiritualità, ma coltivando soprattutto le relazioni personali. Conosceva molto bene le nostre famiglie. La nostra memoria storica se ne va! Chi tra di noi non ha potuto approfittare dei ricordi vicini e lontani di Maria Virginia? Aveva una memoria da archivio! Ringraziamo insieme il Signore per queste donne che ci hanno preceduto; per il loro esempio, la loro fede e la loro tenacia, hanno saputo spargere a piene mani la loro passione per Cristo, la vita missionaria l’amore per l’Istituto e la dedizione alla Chiesa.
Sr Margherita Alberti: 1993 - 2003 Sr Alma Comi: 2003 - 2008 Sr Attilia Bario: 2008-2013 Sr Marta Pettenazzo: 2013-2019
Sr Attilia Bario
Sr Marta Pettenazzo
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NSA a Airuno
Casa NSA di Airuno
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e suore sono arrivate il 19 febbraio1972. L’evoluzione delle missioni. Specialmente in Algeria la nazionalizzazione delle nostre opere aveva costretto le suore a trovare un altro modo di presenza (infatti erano potute restare solo quelle che avevano qualifiche riconosciute dal governo). Ci fu quindi un rientro importante di suore ancora attive anche se già avanti nell’età. La Provincia Italiana aveva necessità di aprire una nuova casa in Italia per accogliere le suore rientrate dalle missioni. L’opportunità ci venne offerta dall’Associazione Giornalisti che metteva in vendita la casa ristrutturata dei Fenaroli costruita sulla collina per essere casa di riposo dei giornalisti stessi .
AMV con sr Maria Redenta e sr Gianna
Il parroco, don Giuseppe Sironi, fu di grande aiuto per l’inserimento nel paese e divenne nostra guida spirituale. Le Suore ancora attive si integrarono presto nel paese, rendendosi disponibili con l’aiuto e il servizio alle famiglie che necessitavano di assistenza domiciliare ad anziani, ammalati o persone sole. Custodendo i bambini di mamme lavoratrici. Una delle Suore lavorò a tempo pieno in parrocchia per 19 anni, oltre che per queste attività a domicilio, anche con altri servizi parrocchiali. Dal mese di agosto del 1972 fino al 1985 è stato tenuto aperto un laboratorio di cucito, anche questa un’occasione per farci conoscere e fare apostolato. La comunità della “Sorgente” è stata aperta nel 1974 da un gruppo di quattro giovani suore, che hanno dato inizio all’Animazione Missionaria; le suore si sono susseguite in quest’opera, facendo apostolato in tante parrocchie che erano state loro assegnate dalla Diocesi e ricevendo vari gruppi anche in casa. Le Animatrici sono state di grande aiuto alla Parrocchia facendo scoprire la dimensione missionaria della Chiesa. Da questo lavoro di Animazione Missionaria sono nate due vocazioni NSA nel nostro decanato di Brivio. È cresciuto un forte gruppo missionario che si interessa e lavora per la missione.
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Cappella di Airuno
Dal 1979 al 1994 tre suore anziane hanno preso la gestione della Scuola Materna del paese, in sostituzione di Suore di un’altra Congregazione Col passare degli anni, a causa dell’età e della salute, le nostre forze sono venute meno. La nostra comunità di Airuno però rimane aperta, riceviamo gruppi per giornate di spiritualità e di incontro. Il nostro modo di vivere la missione è cambiato, ma il Carisma rimane sempre vivo, così come il nostro desiderio di viverlo con fedeltà, facendo della nostra casa una comunità di preghiera e di accoglienza. Nel 2016 abbiamo avviato un progetto in collaborazione con la Caritas Ambroscuola della parola con sr Giuliana e p. Renzo
siana. Abbiamo dato una delle palazzine con un contratto di comodato di tre anni; quella che prima era centro di animazione missionaria, ora accoglie due famiglie di profughi. E’ la Cooperativa Arcobaleno ed i suoi operatori che gestiscono l’accoglienza di questi richiedenti asilo. L’arcobaleno (Gn 9,12-16), che dà il nome alla cooperativa, vuole esplicitare l’attenzione agli ultimi e diviene segno che nessun uomo è escluso dal progetto di Dio, nemmeno quando viene lasciato solo dagli uomini. La cooperativa si propone l’obiettivo di essere soggetto di un welfare di comunità responsabile, sussidiario e partecipato.
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NSA a Feriole
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a comunità SMA-NSA di Feriole è un’inserzione davvero particolare! È composta infatti da padri della Società delle Missoni Africane e da suore di Nostra Signora degli Apostoli, che insieme cercano di vivere il comune carisma missionario che le fonda. Attualmente siamo una comunità formata da quattro suore NSA, sei padri SMA e un seminarista. La varietà delle età, dei caratteri, del maschile e femminile e delle diverse provenienze (Europa, Asia, Africa), contribuisce a renderla un vero “laboratorio di fraternità”. Come tale è una continua sfida a ricercare un equilibrio comune, fondato sulla nostra ‘roccia’, il Signore Gesù. È arricchente sotto molti aspetti: permette di vivere in una comunità allargata suore/ padri che hanno radici e carisma in comune; porta ad una maggiore unità nel senso voluto da Gesù; consente una relazione quotidiana con i laici che camminano con noi e che sentono qui di vivere in ‘famiglia’. È una semplice quanto concreta testimonianza evangelica e missionaria. La storia di questa comunità inizia da
sr Giuliana sr M. Grazia sr Luigina e una suora NDP
Comunità NSA-SMA Feriole
lontano. Nel 1976. Sin da subito, i padri comprendono l’importanza di avere una presenza femminile che condivida il carisma e l’animazione missionaria. Scrive una delle nostre prime tre suore arrivate in comunità: “Feriole, luogo incantevole per chi ama la natura e il silenzio, è solo a 9 km da Padova. La comunità NSA è arrivata il 1° Ottobre 1976 e si è subito inserita. Le prime tre suore siamo noi: sr Vereconda, sr Maria Laura e sr Ermanna. Qui possiamo dire con franchezza «La Missione continua». Anche se la nostra vocazione è e resta l’Africa, qui cerchiamo di annunciare il messaggio di Cristo attraverso l’animazione missionaria”. Dal 1976 ad oggi la nostra missione non è cambiata nel suo obiettivo di far conoscere meglio l’Africa, ma si è arricchita di nuove modalità di animazione. I bisogni e le sfide di oggi non sono quelle di ieri, così come la Diocesi di Padova e il territorio che ci circonda. Ecco come svolgiamo la nostra missione: • Viviamo con gioia il nostro carisma missionario, rinnovandolo nella preghiera
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e attingendo alla Parola, ai nostri Fondatori e all’esperienza missionaria che ciascuno di noi porta con sé. “Siate santi: testimoni gioiosi di fraternità” è il tema che abbiamo scelto di seguire quest’anno, che ci aiuta come comunità ad approfondire e a far continuo riferimento al rapporto con il Signore • Siamo insieme come una famiglia: padri, suore e amici laici (famiglie, volontari, giovani). La collaborazione fra tutti è fondamentale per la nostra missione, che è condivisa e ci arricchisce reciprocamente • Abbiamo organizzato diversi percorsi per l’animazione missionaria. La Scuola della Parola, un cammino annuale di conoscenza di sé alla luce della Scrittura. Il Gruppo Ad Gentes, itinerario formativo per i giovani che vogliono discernere la loro vocazione e approfondire la conoscenza dell’Africa. • Da qualche anno ci siamo messi al servizio delle scuole del territorio (in particolare secondarie di primo e secondo grado) con percorsi formativi di Educazione alla Mondialità. I moduli educa-
tivi aiutano gli studenti a comprendere meglio la realtà in cui vivono (lo squilibrio mondiale, l’Africa e le migrazioni, il dialogo interreligioso e l’ecologia) per meglio interpretarla • Organizziamo un viaggio in un paese dell’Africa ogni anno circa, per far conoscere l’Africa più da vicino, attraverso percorsi di scambio e cooperazione • Siamo al servizio della Chiesa locale per l’animazione missionaria delle parrocchie e dei gruppi, che spesso incontriamo anche in casa nostra, durante giornate missionarie • Siamo attenti e impegnati nell’accompagnamento dei migranti e nell’aiuto alle vittime della tratta L’aiuto della Provvidenza, delle persone che ci supportano, di amici e conoscenti ci aiuta a continuare con passione questo servizio al territorio in cui siamo inseriti. Sentiamo spesso dire dalle persone di diversi paesi che vengono qui: “in questa casa, con voi, ci sentiamo in famiglia”. Crediamo che questo sia il frutto più bello di questo continuo “laboratorio di fraternità”.
Sr Mary sr Anicette sr Giuliana
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NSA a San Gottardo al corso in Milano
Dai ricordi di
Don Aldo G. Locatelli, parroco
U
n parroco, mio predecessore, era solito dire che la Chiesa parrocchiale di S. Gottardo era come un corpo senza braccia, a causa dei due oratori, quello maschile e quello femminile, che si trovavano a buona distanza dalla chiesa. Arrivato a S. Gottardo come parroco nel 1975, e conoscendo molto bene la situazione essendovi nato e cresciuto, mi proposi di porvi rimedio. La Provvidenza ci è venuta in aiuto facendoci incontrare la congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli. E così abbiamo potuto dar vita all’oratorio femminile “S. Agnese” presso la Chiesa Parrocchiale, in Corso Manusardi,7. Con la presenza delle Suore sul posto, le messe feriali erano ben animate e cresceva il numero di ragazze che frequentavano. Nell’arco dei primi nove anni, mentre era responsabile Suor Giglia (e con lei collaboravano alternandosi Suor Giuliana, Suor Gianna, Suor Teresa) andò a poco a poco crescendo ii numero delle ragazze impegnate nel canto alla messa dei ragazzi e delle ragazze…Nei nove anni successivi, con la presenza di Suor Gemma, Suor Alessia e Suor Giselda, le suore costituivano ormai un solido sostegno alla conduzione del tutto; personalmente si impegnavano per la catechesi, la vita liturgica, l’accoglienza dei fedeli!
In quel periodo si è poi presentata una speciale occasione per dare inizio e vita ad un serio impegno missionario. Attraverso le nostre suore abbiamo potuto gemellarci con una scuola di Tingrelà in Costa d’Avorio, adottando a distanza un numero sempre crescente di alunni. Così a poco a poco siamo giunti a garantire scuola e vitto per un centinaio di ragazzi. All’impegno per la scuola di Tingrelà, si è poi aggiunta una particolare attenzione per il lebbrosario di Adzopé e per un asilo a Tigba in Bourkina Faso. Nel 1995, con la continuata presenza di Suor Giselda l’arrivo di Suor Giuseppina e Suor Lodovica riprende l’attività apostolica delle suore di N.S. degli Apostoli, le quali si sarebbero
33 alternate il ruolo di “responsabile”, sino ai primi di giugno dei 2009. Ciò che mi ha colpito, sin dai primi anni, in queste suore è stata la loro disponibilità in tutto. In una parrocchia complessa come la nostra, le cose da fare sono impensabili: ma tutti questi impegni erano resi possibili, solo da una comunità disponibile a tempo pieno... A motivo di ciò esprimo un grazie particolarmente doveroso alla Congregazione
“Nostra Signora degli Apostoli” che ci ha lasciato in parrocchia le sue suore per oltre trent’anni. Sarebbe bello se, come ringraziamento per quel che hanno fatto, ottenessimo dal Signore una qualche vocazione missionaria per questa congregazione che ci ha voluto bene. Don Aldo Locatelli (deceduto il 7 settembre 2018)
Alle nostre Suore presenti, passate e future offro in segno di affetto ed amicizia una manciata di ricordi. I ricordi nutrono la memoria e scaldano il cuore; non sono rimpianti, sono linfa vitale.
L
e nostre Suore sono suore missionarie, nate per evangelizzare l’Africa. Un po’ di mal d’Africa se lo portano addosso e questo è un male contagioso. Suor Giselda ricamava tovaglie con animali della savana, alberi slanciati con innumerevoli uccellini. «Sono gli uccellini della mia Africa» diceva sorridendo. Così, attraverso la cruna dell’ago, tante signore frequentavano la casa delle suore, nel gruppo del ricamo del mercoledì e del giovedì. Tante e ben affiatate nel lavoro, una per una. Anche ospiti occasionali, appena messo piede nel soggiorno, si ritrovavano in mano un ricamo, offerto con tale dolce
sr Giselda con una famiglia
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NSA a San Gottardo al corso in Milano fermezza da suor Giselda che era impossibile un rifiuto. Liliana, che non sapeva ricamare, in pochi mesi terminò una bellissima tovaglietta con i fiori lilla. «Passa lo Spirito» diceva suor Giselda nei pochi attimi di silenzio che punteggiavano il vivace chiacchierare delle signore. Tante volte, invece dello Spirito Santo, passava suor Giuseppina sempre di corsa. Fra catechismo e danza, certificati e prenotazioni di pullman, chiamate improvvise e riunioni trovava il tempo per dare un’occhiata ai lavori. Un’occhiata di affetto soprattutto alle “ricamatrici” delle quali raccoglieva le confidenze, gli sfoghi e le speranze. Un occhio scrutatore, quello di suor Giuseppina, al quale non sfugge nulla neanche ora. Suor Maria Lodovica, sempre pratica ed attiva, sul finir dell’estate, riempiva il mobile della sala e qualche angolo della stanza con i cesti e le scatole dei suoi tesori. Oggetti di corno lavorato, statuette di legno nero, dipinti batik, disegni su foglie secche o carta di papiro, collanine e chissà
sr Giglia
cos’altro ancora mescolati a cianfrusaglie e carabattole erano pronti per le bancarelle pro missioni. «Vengono dall’Africa» diceva. «Le hanno portate le nostre suore; sono lavori fatti dalle donne africane». Le signore del ricamo venivano coinvolte da quell’entusiasmo e dai racconti africani. Belli quei pomeriggi di lavoro a catena: prendi, imbusta, lega, taglia, riponi, sotto la guida di chi era più esperta. Il campanello suonava in continuazione, era una vera gara di generosità e partecipazione: chi portava più di dieci chili di nocciole del Piemonte, raccolte una per una nel giardino di casa; chi preparava decine di babbucce per neonati; chi decorava vasetti e bottiglie; chi applicava la tecnica dei fazzoletti di carta per creare magliette simpatiche e divertenti. Possa il Signore ricompensare le nostre Suore per tutto il bene fatto e che ancora faranno e possa lo Spirito Santo riempire della Sua Parola i silenzi della nostra vita.
sr Gemma Maria sr M. Lodovica Don Aldo sr Giuseppina e sr Teresa
Luisa
Le Comunità NSA prima del 1968
BARDELLO (VA): Prima casa e sede del Noviziato Aperta nel 1922 MARINO LAZIALE (RM): Aperta nel 1938 TREZZO D’ADDA (MI): 1946 - 1952 PALERMO alla Guadagna: 1946 - 1983 ROMA - SMA Via Gracchi: 1954 - 1987 GENOVA Quarto - SMA: 1961 - 2015 PORLEZZA (CO) 1964 - 1973 VALMADRERA (LC): 1967 - 2007 MONTESACRO (RM): Aperta nel 1961
dopo del 1968
PONTE LAMBRO (MI): 1968 - 2014 COMERIO (VA): 1968 - 2000 MILANO - CASA PROVINCIALE: Aperta nel 1969 MILANO - Noviziato: 1969 - 1981 AIRUNO: Aperta nel 1972 AIRUNO “LA SORGENTE”: AMV 1974 - 2014 GORIZIA: 1972 -1998 TERNATE (VA): 1972 -1994 PIO XII (RM): 1973 -1974 CISLIANO (MI): 1974 -1981 OLCELLA (MI): 1974 - 1985 S. BARTOLOMEO (IM): 1975 - 2008 FERIOLE (PD) SMA_NSA: Aperta nel 1976 TARANO (RI): 1976 -1979 DIANO CALDERINA (IM): 1977 - 1982 SAN GOTTARDO (MI): 1977 - 2009 SOLBIATE (VA): 1977 - 2005 MONGUZZO (CO): 1978 - 2009 MARINO L. - NOVIZIATO: 1981 - 1998 PALERMO (Castellamare): 1984 -1984 OLGINASIO (VA): 1986 - 2000 BARDELLO “IL CENACOLO” AMV: 1985 - 2008 MADESIMO (SO): Aperta nel 1997 GENOVA S. Maria di Castello: Aperta nel 2015
Aperte
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Festa dei Giubilei NSA a Bardello
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0 anni fa, nella Congregazione delle svilupparsi un’appassionata inserzione suore di Nostra Signora degli Apostonella vita delle chiese locali anche oltre li, si sono ufficialmente costituite alcune la Lombardia, l’animazione missionaria e province in Africa e in Europa, erano anni vocazionale, la collaborazione ancora più di grande crescita, vocazioni numerose stretta con gli altri Istituti missionari e in e grande generoparticolare con i sità di sostenitori padri della SMA. della missione per Vorrei sottolineal’Africa. re anche che sono Costituire una 50 anni di cordiale Provincia italiana e motivato sostesignificava: dare (dall’omelia di p. Antonio Porcellato, gno di tantissime Vicario Generale della SMA) la possibilità di famiglie e benedare il meglio di fattori, che hanno sé, con grande senso di responsabilità e di partecipato e sostenuto da vicino la misgenerosità. sione delle suore. Un grazie al Signore. E allora, ecco fiorire nuove iniziative in Dicendo questo grazie al Signore, ci viene Africa e nuove comunità in Italia con un anche una domanda che a volte non osiagrande sforzo di formazione per le suore. mo formulargli apertamente. Molte ex operaie delle filande si sono riPerché questa energia sembra essere vetrovate sui banchi di scuola per un diploma nuta meno? Perché questa casa di Bardeldi maestra d’asilo o di infermiera. Ecco lo piena dell’energia di giovani novizie
Festa dei Giubilei NSA a Bardello
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Festa dei Giubilei NSA a Bardello ora è la casa delle suore anziane? La formuliamo nella preghiera. I salmi ci esprimono la fede di Israele con molte domande di questo tipo: perché ci hai abbandonato Signore e non c’è più speranza per noi? È forse cessato il tuo amore per noi? Anche i sacerdoti e i profeti vagano per il paese e non sanno che cosa fare! Ritornare al Signore, ascoltare la sua parola, rinnovare l’unione con lui significa ritrovare la direzione e i fondamenti della nostra vita. Una prima indicazione la ricavo da Evangelii Gaudium di papa Francesco (Cfr. EG 123). È più importante mettere in moto processi di cambiamento che occupare spazi. Cinquanta anni fa è stato incoraggiato un processo di “identità italiana” per far la missione in Africa e si sono fondate case e comunità. • Oggi vediamo che è in atto un processo di “accoglienza italiana” che è signifi-
Partecipanti
39 cativo specialmente nel servizio verso i migranti. Le case delle suore sono diventate un luogo dove insieme con tutta la società civile viviamo il senso dell’accoglienza, della uguale dignità di ogni persona, del sentirsi una sola grande famiglia umana. È un segno missionario importante, che se anche suscita a volte opposizioni, è un segno della bellezza e novità del Vangelo. Essere testimoni oggi significa mettere in moto processi di cambiamento! Una seconda indicazione la prendo ancora da papa Francesco che ricorda alla vita consacrata che la vocazione specifica non è soltanto di essere radicali. In effetti, la radicalità è chiesta a ogni cristiano. La nostra vocazione è soprattutto quella di essere profetici. Vorrei sottolineare un aspetto particolare. • Oggi il nostro contesto europeo e italiano nel mondo degli anziani vive dei
drammi di solitudine e di emarginazione. Ma se venite qui, nel convento di Bardello, oggi non trovate né la solitudine né la tristezza. Trovate la serenità, trovate l’aiuto reciproco tra le suore anziane, trovate ciascuna che continua a essere creativa secondo le proprie possibilità. Trovate persone che non hanno paura di morire, ma persone che ti infondono fiducia e speranza. Anche questo è profetico, anche questo è missione. Mons de Brésillac ha iniziato, P. Planque ha salvato e fatto crescere un seme che ha dato frutti ammirevoli. Guardiamo quindi al passato, a questo giubileo, con riconoscenza, guardiamo al futuro con speranza e soprattutto viviamo oggi, viviamo questa giornata con passione e gioia, sapendoci amati da Dio, guidati dallo Spirito e accompagnati da Gesù risorto che è sempre con noi.
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BEAATATTI I MISERICORDIOOSSI
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NSA Beate
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abato 27 gennaio 2018, il Vaticano ha ufficialmente riconosciuto il martirio di diciannove religiosi e religiose, di otto diverse congregazioni, uccisi tra il 1994 e il 1996 in Algeria. I martiri sono rimasti in Algeria negli anni bui del terrorismo, integrati fra i musulmani, hanno testimoniato l’amore universale di Cristo fino al martirio. Tra tutti i religiosi cristiani spicca il nome di Pierre Claverie, all’epoca Vescovo di Orano, ucciso nel 1996 insieme al suo autista musulmano Mohammed, i monaci di Tibéhirine. e anche due nostre consorelle NSA: sr Angèle-Marie Littlejohn e sr Bibiane Leclercq. Diciannove persone, tutte assassinate in odium fidei Sabato 8 dicembre 2018, sono stati proclamati “Beati” ad Orano, in Algeria, nel Santuario di Notre-Dame di Santa Cruz, la Messa è stata presieduta dal card. Angelo Becciu, prefetto della Congregazione
delle Cause dei Santi e inviato speciale del Papa. La causa, avviata nel 2006 «è un’occasione – sottolinea Padre Thomas Georgeon, monaco trappista e postulatore della causa di beatificazione, – per ricordare tutti coloro che hanno dato la loro vita in quegli anni bui, ma anche per riscoprire il significato vero del termine “martire”, ovvero “testimone”». “Ognuno di loro è stato un testimone autentico dell’amore di Cristo, del dialogo, dell’apertura agli altri, dell’amicizia e della fedeltà al popolo algerino. Con un’immensa fede in Cristo e nel suo Vangelo, per cui non hanno dato la vita per un’idea, per una causa, ma per Lui. Con un profondo amore per la terra dove il Signore li aveva inviati, l’Algeria. Con un’attenzione e una delicatezza evangelica verso quel popolo, specialmente nei confronti dei
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Beatificazione 08_12_18 Martiri Algeria
piccoli e degli umili, così come dei giovani. Con il rispetto della fede dell’altro e il desiderio di capire l’islam”. È impossibile pensare solo ai “nostri” martiri, ignorando le decine di migliaia di algerini vittime del decennio nero perché anche loro hanno dato la vita per il loro Paese e per la loro fede. Dunque, rendere omaggio ai 19 martiri cristiani significa anche rendere omaggio alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita in Algeria in quegli anni bui». “Facendo memoria della morte in Algeria di queste diciannove vittime cristiane, i cattolici di Algeria e del mondo vogliono celebrare la fedeltà di questi martiri al progetto di Pace che Dio ispira a tutti gli uomini. Allo stesso tempo, vogliono comprendere nelle loro preghiere tutti i figli e le figlie dell’Algeria che sono stati, come loro, vittime della stessa violenza (150.000 algerini tra i quali 99 imam) per aver vissuto, con fedeltà e rispetto per l’altro, i loro doveri di credenti e di cittadini su questa terra benedetta”. (Papa
Francesco, nel messaggio letto al termine della messa a Orano) A conclusione di quest’anno giubilare per la nostra Provincia Italiana NSA, non possiamo tralasciare questo evento che tocca la nostra famiglia religiosa NSA: La beatificazione di due nostre consorelle proclamate Beate: Suor Bibiane Leclerq e suor AngèleMarie Littlejohn, Missionarie NSA Suor Bibiane Leclerq e suor Angèle-Marie Littlejohn, missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, il 3 settembre 1995, ad Algeri, vengono assassinate mentre tornavano dalla Messa. Impegnate nella formazione delle ragazze del quartiere popolare di Belcourt, le due religiose insegnavano taglio, cucito e ricamo algerino, assistevano le famiglie svantaggiate, coltivavano relazioni di amicizia con i vicini. Nei momenti bui sentono che devono per fedeltà restare ... “per condividere le sofferenze
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della gente” e continuare a coltivare il desiderio del dialogo di vita. A chi chiedeva come potevano vivere in un clima così teso e insicuro sr Angèle-Marie disse: “Non dobbiamo avere paura. Dobbiamo solo vivere bene il momento presente... Il resto non ci appartiene”. Sulla scia di queste ultime parole. che ci hanno lasciato le nostre suore, desideriamo concludere questo pellegrinaggio fatto attorno alla realtà della nostra Provincia. Riconoscenti del cammino che abbiamo potuto percorrere in tutti questi anni, gra-
Veglia 07_12_18_ Martiri Algeria
te del presente per il dono dello Spirito che ha saputo orientare le nostre scelte, che possiamo definire, audaci. Protese verso il futuro con speranza e con la certezza che il resto non ci appartiene. Tutti voi che ci seguite pregate con noi perché la missione che ci è affidata continui ad essere feconda.
a del passato, “fare memoria grat n passione, vivere il presente co con speranza” abbracciare il futuro (Papa Francesco)
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Beatificazione dei Martiri
Preghiera Dio nostro Padre, in comunione con i cristiani d’Algeria, ti rendiamo grazie per il dono che fai alla Tua Chiesa della testimonianza dei nostri fratelli e sorelle Martiri: il vescovo Pierre Clavérie, Henri et Paul-Hélène, Caridad et Esther, Jean, Charles, Alain et Christian, Sr. Angèle-Marie e Sr. Bibiane (Suore NSA), Odette, Christian, Luc, Christophe, Michel, Paul, Bruno et Célestin (monaci di Tibhirine).
Icona dei martiri d’Ageria
In ascolto del tuo Spirito e sull’esempio di Tuo Figlio, essi hanno donato la loro vita, per fedeltà al popolo d’Algeria. Per l’intercessione di questi Beati, noi ti preghiamo, Padre, perché ovunque nel mondo, la grazia della pace vinca sulle forze dell’odio, e perché la tua Chiesa sia testimone coraggiosa del Vangelo, nella semplicità e nell’amicizia fraterna. Te lo chiediamo nel nome di Tuo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen! Possano i Martiri d’Algeria Intercedere per tutte le vittime di rapimento, in particolare per p. Pierluigi Macalli, SMA.
CAPITOLO PROVINCIALE NSA 23 gennaio - 2 febbraio 2019
Con Maria nel cenacolo Signore, nostro Dio, che hai voluto presente e orante nella prima comunità cristiana la Madre del tuo Figlio, donaci di perseverare con lei nell’attesa dello Spirito per formare un cuore solo e un’anima sola, e così gustare i frutti soavi e duraturi della nostra redenzione. Amen
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