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Il brevetto della natura
Se le piante trasformano la luce in energia chimica immagazzinabile, assorbendo il peggior nemico dell’umanità, la CO2, allora i nuovi materiali dovranno assomigliare agli alberi: imitare il comportamento della natura per svolgere funzioni inedite e intelligenti.
Sembra impossibile, invece, sta già succedendo!
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Le piante hanno già inventato la tecnologia che possiamo usare per il nostro futuro. La formula è abbastanza semplice e l’abbiamo studiata tutti a scuola: si chiama fotosintesi clorofilliana. Un gruppo di scienziati che maneggia le nanotecnologie per aiutare l’ambiente ha “semplicemente copiato” i migliori brevetti della natura intuendo che la fotochimica, applicata ai materiali di costruzione, si trasforma in una soluzione molto interessante tanto da diventare parte integrante della strategia mirante a ridurre l’inquinamento ambientale attraverso l’uso di materiali da costruzione che contengono fotocatalizzatori.
Di vernici, tegole, rivestimenti, pavimentazioni, ceramiche e facciate esterne - già ampiamente commercializzate - che, imitando il comportamento degli alberi, migliorano la qualità dell’aria che respiriamo, costituendo una misura di contrasto “attiva” nella lotta allo smog.

Le origini di questa “ricetta” partono dal Giappone, un gruppo di ricercatori dell’università di Tokyo, capeggiati da Fujishima e Honda, si rese conto che il biossido di titanio (TiO2) nella forma nanometrica, irradiato con la luce solare o indotta riproduceva di fatto la reazione redox simile a quella della fotosintesi delle piante.
Con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite che mirano a ridurre i gas serra, la ricerca sulla fotosintesi ha preso sempre più piede e il connubio tra ingegneria e chimica ha avviato una rivoluzione nell’industria che ha poi generato materiali contenenti al loro interno particelle di TiO2 in grado di decomporre sostanze organiche e non organiche presenti nell’atmosfera, favorendo la decomposizione degli inquinanti. L’applicazione di questi prodotti in Giappone ha già fatto diminuire drasticamente le percentuali di inquinamento. Studi pubblicati hanno messo in correlazione la diminuzione delle polveri inquinanti con l’attenuazione di ben 270 tipi di malattie diverse.

IL LIBRO (PER APPROFONDIRE)
Imparare dal comportamento delle piante è la lezione di Stefano Mancuso , botanico e saggista italiano, direttore del laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV) dell’Università di Firenze. Secondo lo scienziato il nostro futuro è scritto nelle pratiche di adattamento che il mondo vegetale è capace di mettere in atto per rispondere ai cambiamenti dell’ambiente. Dobbiamo solo studiarlo e copiare il loro comportamento traslandolo in maniera tecnologica.