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e L’edilizia del riuso del riciclo
Le città sono miniere di risorse nelle quali si può arrivare ad estrarre e recuperare il 99% di materiali dalle demolizioni selettive di edifici. Ripensare l’edilizia in maniera circolare significa fermare l’estrazione sempre più critica e impattante di materie, ma anche… diminuire rifiuti solidi ed energia. Si può già fare? Pare proprio di sì!
se consideriamo che, da qui al 2060, il patrimonio edilizio mondiale raddoppierà con un ritmo equivalente a una nuova New York al mese per i prossimi quattro decenni, si capisce perché negli ultimi tempi l’edilizia - che da sola consuma circa la metà delle materie prime estratte, metà dei consumi energetici, un terzo del consumo d’acqua e un terzo del volume dei rifiuti -, sia diventata oggetto di interesse non solo per gli addetti ai lavori.
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La transizione, oltre alla ricerca di nuovi materiali ed utilizzo di rinnovabili, spinge sempre più imperativamente nella direzione della riconversione dei rifiuti con i quali realizzare composti nuovi, manti stradali e isolanti a impatto zero e riciclati al 100% per sostituire l’estrazione di materiali con altri provenienti dal recupero e il riciclo.
La disciplina non manca, l’approccio corretto è quello di iniziare a valutare, sin dall’inizio di un progetto, i costi relativi all’intero ciclo di vita dell’edificio così da svilupparlo in modo che i suoi componenti possano essere il più facilmente possibile disassemblati, separati, riusati o riciclati, contribuendo a non depauperare risorse. Per fare questo è necessario selezionare accuratamente i materiali, privilegiando quei prodotti edili durevoli che hanno un’alta percentuale di scarti riciclabili al termine della vita utile di un edificio.
Complicato? No se pensiamo a quanto è già stato fatto in Italia da Pininfarina e Giugiaro con lo stadio della Juventus o che, ben presto, anche sul nostro mercato potrebbero arrivare piattaforme di facilitazione come Rigenerate - progettata dall’Università di Sheffield -, che mette a disposizione di progettisti e costruttori dati che aiutano a prendere decisioni strategiche per incorporare la circolarità all’inizio del design.
Al momento il mercato edile europeo circolare è ancora piccolo e sfiora uno striminzito 30% ma, considerando il suo potenziale, si potrebbe arrivare a una quota del 50% già entro il 2040. Del resto, esempi e materiali virtuosi già pronti all’uso non mancano, anche in questo caso si tratta solo di arrivare quanto prima a un cambio di passo e di mentalità. riciclo
Da Scarto A Risorsa Inaspettatamente
Da materiali di risulta della filiera agro-industriale a materiali inediti da costruzione per sostituire i prodotti petrolchimici e riscrivere completamente le regole di un mondo tradizionalista. Così riso, latte, uova o caffè, incontrano in maniera stupefacente il mondo della sperimentazione edilizia.
Costruire con i prodotti secondari della coltivazione del riso è l’idea della startup biellese Ricehouse fondata dall’architetto Tiziana Monterisi e dal geologo Alessio Colombo che utilizza la lolla, cioè la buccia del riso non commestibile, come materiale non estrattivo per ricavarne pannelli isolanti, massetti, intonaci ed ecopitture. www.ricehouse.it
I Mattoni Di Latte
Sono invece una tecnologia sviluppata principalmente per preservare le risorse idriche e risolvere il problema dell’eccessivo uso di acqua nell’industria edilizia. In Sardegna Milk Brick - nata dall’intuizione di Giangavino Muresu - recupera le acque reflue dei caseifici e le trasforma per l’industria edilizia globale, sostituendo all’acqua dolce il latte di scarto con un ciclo di vita continuo e nuovamente riciclabile.
www.milkbrick.com
Rigenerare è la parola chiave anche per Wakeup™ nata da un brevetto del CRS Molteni Vernici, utilizza gli scarti dell’industria del caffè per realizzare una finitura che può essere impiegata su qualsiasi supporto da interior. Dal tuorlo d’uovo, dal latte, dalle resine naturali e dalla canapa nascono invece le pitture bio di spring color.
Materia Che Cambia
Legno e pneumatici: due materiali che ritornano nell’edilizia con diverse applicazioni.
L’Italia è in testa nelle classifiche del riuso per ciò che riguarda il legno e i pneumatici. Ad incontrare la filiera in ottica di ottimizzazione dei materiali è Ecopneus (www.ecopneus.it), società italiana senza scopo di lucro che rintraccia, raccoglie, tratta e recupera circa 200.000 tonnellate di pneumatici fuori uso ogni anno per realizzare - con i granuli e il polverino di PFU - campi da calcio, pavimentazione ad uso ludico e sportivo, isolanti acustici ma anche asfalto e sigillanti.
Italia Virtuosa
> In altri Paesi il legno, dopo il consumo, viene prevalentemente bruciato per produrre energia, l’Italia invece mantiene da decenni un primato mondiale nel riciclo del legno post consumo anche grazie al ruolo svolto dal Consorzio Nazionale Rilegno (www.rilegno.org), un sistema collaborativo basato su 400 piattaforme di raccolte private e la sottoscrizione di più di 4000 comuni associati, in grado di raccogliere, recuperare e riciclare gli imballaggi di legno per un totale di due milioni di tonnellate che si trasformano in nuova materia, utilizzata per realizzare nuovi prodotti.
> Il rifuto legnoso deriva da bancali, smantellamento di costruzioni esistenti, mobili o cassette per la frutta. L’Italia ricicla il 63% degli imballaggi in legno risparmiando due milioni di tonnellate di CO2.
in foto > Una superficie Ecopneus per il basket 3x3
L’opera