I retini nel merletto veneziano ad ago

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Ombretta Panese Marialuisa Severi

I RETINI NEL MERLETTO VENEZIANO AD AGO Sviluppo della tecnica della trina di Burano


Tutti i disegni e le opere sono delle autrici, dove non diversamente indicato.

Š 2015 tutti i diritti sono riservati Casa Editrice Nuova S1 s.n.c. di Pietro Cimmino Gibellini & C. Via Albertazzi, 6/5 - 40137 Bologna Italy info@nuovas1.it - www.nuovas1.it www.facebook.com/merlettiericami.nuovas1 Numero ISBN 9788889262849 Prima edizione: aprile 2015


Si modificano gusti e usanze; ma, per qualsiasi lavoro i punti sono e saranno in ogni tempo, quelli, noti dalla prima fanciullezza e del resto, per saper affrontare il nuovo, bisogna aver imparato l’antico. Ma le donne sapranno allora interpretare, combinare lavori nuovi, soltanto se avranno imparato oggi quello che è attualmente e antico e moderno, quest’ultimo divenuto per esse già antico. (Lucia Petrali Castaldi)

Collo fine ‘800

Polsini fine ‘800



Presentazione Questo volume fa seguito al primo in cui abbiamo spiegato gli inizi e i primi punti del merletto ad ago di Venezia e Burano. Ora vi proponiamo di incominciare ad eseguire gli sbari e le reti, cioè i punti fondamentali che uniscono le varie parti del “ghipur”. Secondo la tradizione gli sbari ricordano i ponti che attraversano i canali di Venezia e uniscono le varie isole, la rete invece rappresenta la rete dei pescatori dell’isola di Burano, e per questo motivo viene chiamata anche Ponto Burano.

Il volo, merletto esposto alla Biennale di Sansepolcro nel 2002 ispirato agli studi di Leonardo da Vinci e alla particolarità della sua scrittura da destra a sinistra.

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Dizionario Tra le merlettaie veneziane si continuano a usare gli antichi termini del dialetto così come si trovano nei vecchi testi, quindi ne diamo la traduzione prendendo come riferimento il “Dizionario del dialetto veneziano” di Giuseppe Boerio. Sbari - barre, barrette. Paneto - piccolo pane, ma anche sgorbio, macchia di inchiostro sulla carta. Voveto - piccolo uovo. Roseta - piccola rosa, ma anche apertura arabescata praticata negli strumenti musicali a corda perché risalti il suono. Rincela - piccola orecchia, asola. Picò - francesismo per pippiolino. Sbari a riga - barrette in linea. Sacolà ciara con gnocheti – punto chiaro con nodini. Bissone – biscione, grossa biscia, nel merletto ricciolo. Ragneti – piccoli ragni. Rete macà - rete ammaccata.

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Vi proponiamo un imparaticcio su cui esercitarsi per imparare, ma che potrete poi utilizzare per un cuscino o come inserto per una tendina o secondo la vostra fantasia. Come potete vedere dal disegno che vi presentiamo in dimensione reale, le parti bianche sono quelle di ghipur e vanno lavorate con uno dei punti, già spiegati nel precedente volume, a scelta della merlettaia. Gli sbari sono invece ben disegnati perchÊ il disegno vi deve guidare nell’esecuzione.

Disegno a grandezza naturale

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Andamento da seguire per fare l’orditura

Preparare l’orditura del disegno come già spiegato, seguendo lo schema. Lavorare le fasce dei bordi e dei lati interni con un punto a piacere (per questa fase si rimanda alle spiegazioni date nel vol. 1). I bordi di un lavoro generalmente si eseguono con il ponto fisso o con il greco perché devono avere una certa consistenza, per dare rigidità al lavoro, nella foto il campione è stato lavorato con il ponto ombra. 8


Lavorazione del bordo a ponto ombra Vorremmo suggerirvi anche altre ipotesi: generalmente queste fasce sono di circa 0,5 cm e si lavorano in 4-5 giri, si possono alternare due giri di ponto fisso, uno di ciaro e terminare con uno o due giri di fisso. In questo modo si ottiene una righina bucherellata che alleggerisce e decora il bordo.

Nel secondo schema l’effetto che si ottiene è quello di uno zig zag che si ripete su tutto il bordino.

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Prima di iniziare qualsiasi tipo di sbari e rete è necessario aver lavorato il ghipur perché su di esso questi vengono appoggiati.

Se in un disegno notate che gli sbari sono posti lungo il bordo del lavoro (come nei disegni riportati in questa pagina) e quindi non appoggiano su una zona lavorata a ghipur, è necessario rinforzare l’orditura con una filza che entri in ogni punto di ordito. Si avrà poi l’accortezza durante la lavorazione degli sbari di fissare il filo su questo filo di rinforzo.

In verde il filo di rinforzo

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Lavorazione dei bordi Lanciare il filo significa fissare la gugliata dal lato opposto (lontano dal vostro corpo) alla base di una barretta e scendere con il filo verso il basso (cioè verso di voi), fissare con un ponto capa sul primo punto di ghipur del bordo. Il secondo lancio si eseguirà in senso inverso, cioè dal basso verso l’alto. Il terzo infine ritorna verso il basso e si bloccherà con un ponto capa sopra quello fatto in precedenza.

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