MYRTO
sCRITTURE GLO.CAL. (Global-Calabresi)
dai governanti aragonesi e spagnoli durante la loro dominazione. Per la loro struttura e la loro posizione così visibile dal mare Jonio potrebbe aver avuto anche funzioni di riferimento e di coordinamento geografico. Mancando studi su fonti e scavi in loco tutte le congetture sono possibili e non verificate da elementi certi. Di
Pubblicazione gratuita Estate 2010 UNA PUBBLICAZIONE estiva, fatta per i pochi avventori del negozio del dono gratuito che è la scrittura di MYRTO, un piccolo rifugio dalle banalità o, al contrario, una leggerezza di pensiero per evitare il soffocamento: ecco cosa hai in mano, o Lector in fabula.
La Torre di Santa Tecla di Fiumarella di Mirto Crosia (CS)
foto: Pierpaolo Cetera
Dal KROPIOBLOG. Il tema della nostra memoria storica è
notoriamente un concetto sulla bocca di tutti gli osservatori, sia semplici appassionati sia amministratori, architetti, conservatori dei beni, politici e intellettuali di varia estrazione. Un esempio di come non dovrebbe esser trattata un’area d’interesse paesaggistico e archeologico è rappresentato dalla TORRE SANTA TECLA di Contrada Fiumarella nel comune di Mirto- Crosia. L’origine di questa costruzione – un caso rarissimo di torre a sezione tronco-conica, tipica delle costruzioni “saracene” presenti in Calabria – si è persa nel tempo. La torre è associata (numerosi storici calabresi, ad esempio Gustavo Valente, ne hanno diffusamente scritto) al sistema difensivo antipiratesco e antiturchesco voluto
certo rimane l’ unicum della sua forma che va in direzione di una contaminazione tra stili architettonici o al diretto uso dei saraceni che sicuramente furono stanziali in quei luoghi, ove avevano empori e compravano e vendevano schiavi (l’ area di riferimento va da Schiavonea e Cariati: quest’ultima città è storicamente dimostrato che fu conquistata e amministrata per alcuni anni dagli imperiali turchi). Tornando al nostro caso possiamo dire che l’abbandono di questo luogo, ora in preda a speculazioni edilizie d’impatto negativo per l’area, rappresenta un disonore, un altro colpo inferto contro i beni collettivi del patrimonio culturale già sottoposto a spoliazioni e distruzioni irreversibili. Basterebbe poco. Recintare con una staccionata di legno l’area e illuminare dal basso per creare uno scenario di straordinario impatto visivo per le persone che attraversano sulla 106 e per chi ama il proprio territorio senza retoriche. Poche migliaia di euro e un permesso della sovrintendenza ai BB. AA. AA. Potrebbe dare un cambio di direzione a questo totale disinteresse per i nostri beni collettivi.
© Scrittore che parla: Domenico Licciardi, Rumore, Ferrari editore, Rossano 2010. << La circolarità è stato il leit motiv dell’incontro alla Libreria UBIK di Cosenza. Qui, a Rossano è stata posta la questione della linearità, la verticalità … che c’è, è presente negli otto racconti (le parti intitolate Tre, Dilemma, Rumore, L’anziano filosofo, Girasole). Ho voluto far il critico, anche del mio stesso lavoro, perché il critico crea qualcosa di suo, come il lettore … ma ho voluto anche distruggere … la linearità si ripercuote nei personaggi… non so se sono riuscito a dispiegare tutte le motivazioni dell’agire dei personaggi. Comunque ho voluto fare un’offerta … un’offerta che l’autore fa al suo personaggio per tentare una mediazione col lettore. La Chiesa, la filosofia zen, certo! ... ma viviamo in un periodo così frammentato e privo di riferimenti che non lo so neanche io a cosa appigliarsi …! Mi si chiede quali, e se ci sono, elementi autobiografici e qual è il senso vero dei miei racconti: c’è soltanto il mio percorso di Studi? Ho preso tanto dall’accademia (nel senso degli scrittori del secolo passato, quelli che si studiano a scuola, Pirandello, Svevo, ecc. )… ma ho fatto un percorso tutto mio. Quando scrivo non chiedo nulla al lettore, non uso un linguaggio difficile … chiedo una co-partecipazione, un’empatica condivisione tra il narratore e il lettore. Ho distrutto il senso. Vado avanti con l’intento di dare al lettore un compito, forse arduo, quello di ricostruire. Qual è il racconto che mi è più caro? Nessuno (dopo tutti questi sacrifici a riscrivere e trascrivere mi sono un po’ abbuffato! Ci abbiamo lavorato così tanto con l’editing e con la prof.ssa Fabiano, la curatrice).Vorrei prolungare il lavoro in un futuro adattamento di “TRE”: il tema mi affascina, il riscatto sociale, ed è presente quel richiamo al realismo, alla descrizione naturalistica. Una trasposizione cinematografica? Se fosse possibile … mah!
C’è il dominio delle major e poi trovare chi potrebbe essere interessato è molto difficile… Sul libro posso dire che è diventato uno dei tanti MEDIA e non esiste una superiorità di questo oggettp rispetto ad altri supporti, e anche sulla qualità bisogna essere cauti: esistono vari tipi di film, di scarsa o buona qualità, vari tipi di libri idem, la stessa osservazione va fatta per i quadri, la musica etc. Ultima osservazione sulla “politica”: il discorso è difficile … gli Italiani hanno il vizio di politicizzare tutto … la politica cos’è? Dovrebbe essere un mestiere come gli altri, un lavoro da valutare e controllare con i mezzi giusti … invece ci si aspetta troppo! >>.
musica
E’ un gruppo post-rock che vogliamo farvi conoscere attraverso MYRTO . Un gruppo ambizioso e con le carte in regola. I sei componenti del “complesso” (come si diceva nel gergo di una volta!) dei NUJU, sono calabresi per ¾ di sangue e anima e per il resto composti di rock ipervitaminico, sono giovani studenti universitari (e post) alle prese con una forte esperienza di vita e di creatività, come dimostra la pubblicazione del loro “primo lavoro” discografico omonimo “NUJU” (registrato presso “La Fabbrica di Plastica” di
Lorenzo Ori a Gattanico, Reggio Emilia, già producer dei “Massimo Volume” di Emidio Clementi e di Meg, ex vocalist dei “99Posse”). Conversando del più e del meno, cercando di carpire alcune idee (in)consce, e vedere quale strada stanno percorrendo (drum: Stefano Stalteri; fisa: Roberto Virardi, guit. Giuseppe Licciardi e il voc. Fabrizio Cariati: altri due componenti sono Marco Ambrosi e Roberto Simina, ex-componenti dei Rosaluna), evitando di essere sfuggevoli, come lo sono coloro che intraprendono percorsi e gelosi delle proprie esperienze preferisce sublimarle in musica piuttosto che farne oralità, discussioni, conversazioni … ho atteso i momenti di tensione rallentata, tra un po’ di birra e qualche sfuggevole chiacchierata per cogliere alcune impressioni. << E’ tutto così incerto, nella vita, nel lavoro, nell’amore, non si salva niente! … poi non parliamo di qui, del sud, della Calabria! Siamo contenti per quel che facciamo, suoniamo in vari parti d’Italia, abbiamo contatti con diverse realtà e aperto i concerti suonando prima o insieme con gruppi o cantautori significativi della scena italiana (posso citare i Modena City Ramblers, Peppe Voltarelli, Max Gazzè) >>. (conversazione con Stefano). << Ci capita di conoscere musicisti, alcuni sono affabili, altri meno… ma è sempre un ambiente che ci gratifica e poi ci spostiamo come una piccola comunità … condividendo molto… >>. (conversazione con Roberto). I commenti e le recensioni dei cosiddetti addetti ai lavori fanno sentire quell’aria di prevenzione su ogni cosa
che si presenta come un deliberato work in progress. Si va dall’ ”ottimo inizio”, ma subito ridimensionato per il fatto che “non aggiungono molto sul genere musicale … che stanno affrontando”; infine si passa per le etichette da appiccicare a questi musicisti ed ecco un fiorire di “folk rock”, “suoni balcanici mediterranei”, jazz reggae, tradizionalismo e avanguardia (sic!) e, naturiliter, il mentore Peppe Voltarelli (recensione sul “MUCCHIO”) come se fosse quest’ultimo il deus ex machina di qualunque cosa proveniente dalla Calabria e non l’ormai affermato cantautore europeo. Nuju è Nessuno. La sua storia narra di un viaggio in pieno svolgimento... ... Nuju sfida in continuazione sé stesso e il suo destino. I suoi componenti sono dei novelli Ulisse partiti dalla loro Itaca... ...Il pop sono le sirene, il rock è Nausicaa, la musica d’autore è il ciclope, la world music è Medusa. Nuju è Nessuno. Il tema del viaggio è al centro delle undici tracce ed è affrontato con cognizione: la collaborazione con alcuni scrittori come Gianluca Morozzi e Francesco Licciardi, all’interno di un progetto anche extra musicale, arricchisce di contenuti l’esperienza artistica dei Nuju. Credo che invece il lavoro fin d’ora compiuto sia notevole: le condizioni sono favorevoli, il materiale musicale è forgiato per aver altre derive e contaminazioni. D’altronde come scriveva il grande poeta Costantin Kavafis in “Itaca” << quando ti metterai in viaggio … devi augurarti che la strada sia lunga … >>. INFO →
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