NURANT ILLUSTRATION MAG
ISSUE .23 NOVEMBER 2016
illustrators ELENA GUGLIELMOTTI MARCO CAPUTO GIOVANNI COLANERI LUCIA BIANCALANA GIULIA CONOSCENTI ANDREA ROMAGNUOLO CAMILLA PINTONATO PAOLA MOMENTÈ
GIULIA PASTORINO ALESSANDRA BELLONI ALICE PIAGGIO CLAUDIA PLESCIA FILIPPO VANNONI JUTA LUDOVICA SPRINGOLO OLGA ROZMAKHOVA
LUOGO COMUNE MARTINA LUBRANO LAVADERA VALENTINA RIZZO VIRGINIA GABRIELLI LORENZO MATTEUCCI GIULIA TASSI
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OROSCOPO + ASTRONURANT
Con questo numero, Nurant si fa ponte tra esperienze diverse. Le illustrazioni che seguono sono state realizzate dagli studenti dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino, il più importante in Italia nel campo dell’illustrazione.
With this issue, Nurant becomes a bridge between different experiences. The following illustrations were made by the students of the High Institute for Applied Arts in Urbino, the most important italian school about illustration.
Nello sviluppare questa collaborazione, assieme alla scuola abbiamo concordato che il tema sarebbe stato il fenomeno migratorio. Nello spostarsi da un luogo all’altro, il migrante porta con sé un immaginario ricchissimo, costruito sulla base della propria esperienza passata, unita alle aspettative per il futuro. È una valigia carica di sentimenti contrastanti, dall’eccitazione alla paura, dal dolore alla serenità. Tutto questo ha una ricaduta sul concetto di identità, che si sviluppa dall’incontro (talvolta traumatico) tra culture diverse, in una mediazione continua tra il rifiuto e l’accettazione. Alla ricerca di una difficile conciliazione, con se stessi e col mondo.
While developing this collaboration, we decided the theme for the students to work on: the migration phenomenon. Moving from one place to another, the traveller brings along a very rich imagery, built on his past experience, together with expectations for the future. It’s some heavy luggage full of contrasting feelings: excitement, fear, pain, serenity. All these feelings have consequences on the concept of identity, which develops when different cultures meet (sometimes traumatically), in an ongoing mediation between denial and acceptance. Beacause everyone is looking for this difficult reconciliation, whith themselves and the world.
A cura di Federico Caruso
“La parola migrante in terre lontane è una bella parola... A tutti coloro che pensano che anche le persone appartengono alla specie migratoria...â€?
/ Ho visto passare / I saw a flock of migrant uno stormo di figure migranti figures passing by... “La parola migrante in terre lontane è una bella parola... A tutti coloro che pensano che anche le persone appartengono alla specie migratoria...”
“The word “migrant” in distant lands is a beautiful word… To all of those who think that people also belong to the migrant species…”
Scrive così Mariana Chiesa, in apertura al libro Migrando. Mariana Chiesa è autrice migrante che si è mossa in diverse geografie reali e nel suo lavoro racconta storie di meticciamento, di incontro, di scambio. Esempio di generazioni di illustratori in giro per il pianeta che intrecciano il tema di una mobilità indotta, obbligata o anche scelta. Matite che raccontano, attraverso il visivo, storie di dolorosa attualità, creando nuove occasioni del guardare e, al contempo, narrano vissuti che li vedono protagonisti. Migranti, in movimento, pronti a varcare i confini nazionali per far sì che una professionalità costruita con tenacia, con passione, possa vedere sbocchi lavorativi possibili. Migranti anche per desiderio di confronto, di ricerca di luoghi e contenuti che possano aggiungere opportunità a quell’immaginario che li porta a creare figure. Migranti attraverso la rete che intreccia bisogni, desideri e opportunità. Illustratori che dichiarano residenze multiple, forse doppie cittadinanze, illustratori che, attraverso il loro segno, attestano di essere cittadini del mondo e di voler dare voce al mondo.
This is what Mariana Chiesa writes, opening her book Migrando. Mariana Chiesa is a migrant author who moved through different real geographies and in her work she tells stories about mixing, meeting, exchanging. She’s a good example of generations of illustrators around the world interlacing themes of reduced mobility, obliged or chosen. Her drawings, from a visual point of view, tell stories of suffering actuality, creating new chances to look and – at the same time – narrate experiences where they’re the real protagonists. Moving migrants ready to cross national borders to let their professionalism, built through hard work, get to new job possibilities. Migrants for their desire of confrontation, always looking for new places and contents to let them add opportunities to that imagination that makes them create figures. Migrants through a twisting net of needs, desires and opportunities. They’re illustrators who declare multiple residences, maybe double citizenships, illustrators who claim to be citizens of the world just to translate its voice with their sign.
A cura di Silvana Sola / ISIA
Silvana Sola è laureata in pedagogia e si occupa da trent’anni di letteratura per ragazzi e iconografia. Tra le fondatrici della Libreria per Ragazzi Giannino Stoppani di Bologna, dell’omonima casa editrice e dell’Accademia Drosselmeier è formatrice, promuove progetti sull’ editoria per ragazzi, sull’arte, l’illustrazione, la fotografia, organizza mostre e cura pubblicazioni sul visivo. É docente di Storia dell’Illustrazione e coordinatrice del Biennio in Grafica delle Immagini e Illustrazione all’ISIA di Urbino.
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EXTRA 6 L’ISIA DI URBINO TEXT BY ANDREA VENDETTI 102 OROSCOPO TEXT BY MATTEO LIUZZI 105 L’ANGOLO DI ASTRONURANT BY CLAUDIO MALPEDE
INDEX 10 ELENA GUGLIELMOTTI
58 CLAUDIA PLESCIA
14 MARCO CAPUTO
62 FILIPPO VANNONI
18 GIOVANNI COLANERI
66 JUTA
24 LUCIA BIANCALANA
70 LUDOVICA SPRINGOLO
28 GIULIA CONOSCENTI
76 OLGA ROZMAKHOVA
32 ANDREA ROMAGNUOLO
80 LUOGO COMUNE
36 CAMILLA PINTONATO
84 MARTINA LUBRANO LAVADERA
40 PAOLA MOMENTÈ
88 VALENTINA RIZZO
44 GIULIA PASTORINO
92 VIRGINIA GABRIELLI
48 ALESSANDRA BELLONI
98 LORENZO MATTEUCCI
54 ALICE PIAGGIO
102 GIULIA TASSI
PROGETTI DALL’ISOLA CHE NON C’È
L’ISIA DI URBINO Urbino è come un’isola; ma invece che dal mare, certi giorni viene circondata dalla nebbia che abbassandosi avvolge completamente le colline, lasciandola come immersa nel nulla. Quei giorni la città dove ho scelto di vivere per anni mi ricorda l’Isola che non c’è, col suo carico di bimbi sperduti, pirati e sirene. Urbino è una città incantata, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato ai giorni del Rinascimento che la resero celebre: l’unica differenza sembra essere nel percorrere le strade chiuse al traffico, in cui i cortigiani sono stati sostituiti dagli studenti, gli unici a vivere ancora la città. A pochi passi dalle mura si cela il dedalo di natura e cemento dei collegi universitari, progettati da Giancarlo De Carlo. Nonostante Urbino sia grande quanto il mio quartiere a Roma, non conta un decimo dei suoi abitanti. Riuscire a raggiungerla è una piccola impresa, dove la polvere magica viene sostituita da una lenta corriera che percorre curve immerse nel verde: una volta qualcuno l’ha definita “equidistante”, poiché sembra che riuscire a raggiungerla impegni lo stesso tempo qualunque sia il punto da cui si parte. A Urbino esiste un luogo che forse è il più magico di tutta l’isola, un monastero del Settecento che oggi ospita una scuola di comunicazione visiva: l’ISIA. Si tratta di un istituto pubblico che, non curandosi di classifiche e cartelloni pubblicitari, rappresenta una vera eccellenza nell’offerta formativa italiana. Basta entrare dalla cappella affrescata per coglierne l’atmosfera e respirarne l’aria frizzante, per poi passare in una torretta con la scala a chiocciola, un chiostro o un giardino pensile per raggiungere aule e laboratori. All’ISIA di Urbino si lavora come in una grande bottega: la didattica è altamente influenzata dalla tradizione artigianale della città, da secoli all’avanguardia nella progettazione editoriale. La ricerca, il processo, la storia, la critica sono strumenti che vengono offerti al futuro designer per
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affrontare le dinamiche del progetto. Naturalmente questo non significa che nuove tecnologie e sperimentazioni non siano presenti: al contrario, vengono legittimate proprio dal rapporto con la tradizione, che ne consente un utilizzo puntuale e consapevole. Sono due le componenti che rappresentano le fondamenta della scuola. La prima è un corpo docenti che proviene interamente dal mondo professionale, e che è quindi in grado di dimostrare l’applicazione di forti basi teoriche all’ambito lavorativo. La seconda è invece una comunità studentesca molto unita, che frequenta i corsi, i workshop e le conferenze previsti dal proprio corso di studi ma al contempo porta avanti progetti di ricerca personali, spesso trasversali alle diverse discipline affrontate. Per gli studenti il monastero diventa una sorta di seconda casa, un luogo di lavoro ma soprattutto di stimolo e confronto continui. Nella comunità studentesca di Urbino quasi nessuno è indigeno. Gli studenti vivono, ognuno nel proprio piccolo, la condizione di migrante. Che lo spostamento sia di poche decine di chilometri o di migliaia, che si arrivi da un piccolo paese o da una grande città, la situazione non cambia poi molto: bisogna trovare una nuova casa, intessere rapporti con nuove comunità, cambiare abitudini quotidiane e vivere luoghi diversi da quelli del proprio passato. L’ISIA naturalmente non fa eccezione e anzi, rappresenta un vero e proprio crocevia di diversi approcci, culture e tradizioni: gli studenti (ma anche i docenti) provengono da tutta Italia, dai ghiacciai trentini alle infuocate terre siciliane, dando luogo ad una contaminazione culturale vera, sul campo, ben lontana dalla retorica. Molto alta è anche la presenza di studenti stranieri, sia stabili che Erasmus, i quali arricchiscono con la loro esperienza la concezione di progettazione grafica, aumentando ancora la gamma delle diffe-
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TEXT BY ANDREA VENDETTI Laureato alla Sapienza di Roma con una tesi dal titolo Caratteri clandestini. La tipografia nella Resistenza italiana, di prossima pubblicazione. Sta completando la specialistica in Comunicazione, Design ed Editoria presso l’ISIA di Urbino dopo un soggiorno di studi all’ENSAD di Parigi. Lavora principalmente con archivi e associazioni e quando riesce scrive del rapporto tra grafica, storia e politica.
renze regionali ed aiutando ad interrogarsi continuamente sui significati e i confini che riguardano la nostra giovanissima – ed in costante cambiamento – realtà professionale. Analogamente anche i corsi di provenienza degli studenti sono molto variegati: impostazioni più artistiche o più scientifiche trovano nell’istituto un punto d’incontro da cui sviluppare al meglio l’attività progettuale.
diverse declinazioni dell’illustrazione per l’editoria: il libro ed il periodico, il disegno per l’infanzia ed il fumetto, il manifesto ed il corto d’animazione. In una dialettica continua tra teoria e pratica, questi laboratori vengono completati da corsi di storia del libro e dell’illustrazione, di semiotica e di sceneggiatura.
Questo approccio permette ai ragazzi di avere la cognizione di ogni ambito, e quindi di condurre un’indagine personale al fine di scegliere in maniera consapevole il proprio percorso verso l’ambito lavorativo. Tale processo, basato su una concezione pedagogico-educativa molto chiara, pone la sperimentazione e la ricerca al servizio dell’esplorazione di un linguaggio personale e consapevole, che preveda modalità proprie e fornisca le competenze per intraprendere un percorso autoriale. Seguendo questo percorso gli studenti giungono ad un’illustrazione che è progetto, attività, azione. Senza dubbio l’ambiente descritto influisce in maniera determinante: e se è vero che l’impegno richiesto è molto alto, la possibilità di vivere questi spazi innesca quelle dinamiche relazionali peculiari che aiutano ad affrontare la propria crescita in un contesto aperto, stimolante e collaIl corso di illustrazione porta ogni anno ad Urbino 25 stu- borativo, imparando dai propri compagni quanto dai prodenti e 18 insegnanti. I ragazzi qui imparano ad usare il fessori ed acquisendo un metodo di lavoro efficace. disegno in maniera progettuale, affinando gli strumenti teorici e personali per fornire le risposte ai problemi che gli si Al termine di questo percorso tutti lasciano l’Isola che non pongono davanti e approfondendo la conoscenza delle di- c’è. Alcuni tornano da dove erano venuti, altri proseguono il verse articolazioni di cui la propria professione si compone. viaggio verso nuovi luoghi. Coerentemente all’impostazione generale della scuola, una Ma forse la condizione di migrante non cessa mai di esistemaggiore attenzione è data ai processi inerenti al mondo re; probabilmente essere migranti significa semplicemente editoriale; tuttavia sono molteplici le incursioni negli altri essere migrato una sola volta, aver toccato con mano cosa ambiti, e probabilmente i risultati più interessanti proven- significhi, ed essersi fatti carico di un bagaglio personale su gono proprio dalle varie contaminazioni. In questo corso cui poter contare per sempre. specialistico (grafica delle immagini indirizzo illustrazione, per essere precisi) nei due anni vengono affrontate tutte le In questo laboratorio permanente studenti ed insegnanti costruiscono un rapporto dialettico, confrontandosi continuamente sul ruolo del progettista nella società moderna: l’ISIA è sempre stata molto attenta nell’evidenziare la posizione strategica del designer all’interno della società, e nel corso degli anni si è fatta portavoce in Italia di un’etica del progettare. Questa visione ha trovato riscontro concreto nelle collaborazioni che porta avanti con istituzioni pubbliche, archivi e associazioni. I linguaggi utilizzati per narrare queste istanze sono molteplici, e trovano un riscontro diretto nei tre diversi corsi specialistici che, assieme ad un triennio di formazione base, rappresentano l’offerta formativa della scuola: grafica editoriale, fotografia per i beni culturali ed illustrazione.
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NEVERLAND PROJECTS
URBINO'S ISIA Urbino is like an island; but instead of the sea, some days it is surrounded by fog that completely covers the hills, as if it were immersed in nothingness. On these days, this city where I have lived for years, reminds me of an island that is not there, with its share of lost children, pirates and sirens. Urbino is an enchanted city, a place were time seems to be stopped in the days of the Renaissance that made it famous: the only difference seems to be in the streets closed to traffic, in which the courtiers have been replaced by students, the only ones still living in the city. Next to this is a hidden maze of nature and cement of the university colleges, designed by Giancarlo De Carlo. While Urbino is as big as my quartier in Rome, it has less than a tenth of its inhabitants. Being able to reach it requires effort, where magic dust is replaced by a slow bus that runs through green curves: once someone defined it as being ‘equidistant’ since it seemed that you could reach it in the same amount of time, regardless of where you started. In Urbino there is a place that is perhaps the most magical of the whole island, an eighteenth century monastery that today hosts a school of visual communication: the Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA). It is a public institution that does not care about rankings and advertising billboards, instead it represents true excellence in Italian education. Just enter the frescoed chapel to experience the atmosphere and breathe the fresh air, before going into a tower with a spiral staircase, a cloister or roof garden to reach the classrooms and laboratories. At ISIA, Urbino you work as if in a large workshop: the teaching is strongly influenced by the artisanal traditions of the city, for centuries part of the avant-garde in publishing design. Future designers address project challenges using the instruments of research, process, history and critique. Naturally this does not mean that students does not use new technologies and experimentation: on the contrary, there
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is a strong relationship between these and tradition, that allows an aware use of these. There are two aspects that represent the foundations of the school. The first is the academic staff who come from the professional world, and are therefore equipped to demonstrate the application of a strong theoretical base in the work environment. The second is a very unified student community, which attends the classes, workshops and seminars required by their course but at the same time develops individual research projects, often across different disciplines. For the students the monastery becomes a second home, a place of work but above all of stimulation and continuous comparisons. In Urbino’s student community almost no one is local. The students live, each in their small way, the experience of being a migrant. That the move may be tens of kilometres or thousands, that one arrives from a small village or from a big city, the situation is the same: a need to find a new home, to form relationships with a new community, to change daily routines and live in a different place from before. ISIA naturally makes no exceptions and instead, represents a real intersection of different approaches, cultures and traditions: the students (but also the teachers) come from across Italy, from the glaciers in Trentino to the fiery Sicilian land, making place for true cultural contamination, in practice, a long way from rhetoric. There are also many foreign students, both permanent and Erasmus, who with their experience, enrich the concept of graphic design, again building on the range of different regions and helping to constantly examine the meanings and boundaries of our young – and constantly changing – professional practice. Equally, our students come from very different education
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environments: artistic or scientific backgrounds find a me- This pluralistic approach gives the students a full knowledeting place in the institute, which develops the best project ge of every area, and then to conduct individual investigations to chose their path towards their future work activity. environment. This process, based on a clear pedagogicalIn this permanent laboratory students and teachers form educational approach, uses experimentation and research dialectical relationships, continually discussing the role of to explore student’s own aware style, providing skills to unthe designer in modern society: ISIA has always focused dertake an authorial path. Following this path, the students on the strategic position of the designer within society, and come to an illustration that is a project, an activity and an over the years has promoted a design ethic in Italy. This action. vision is realised through the institute’s collaborations with public institutions, archives and associations. There are Without doubt this environment influences in a determimany ways to explain this: we can find them directly by lo- nistic way: and if it is true that it requires a lot of effort, oking at the three different specialist courses, that together the possibility to live in these spaces triggers dynamic relawith three years of basic training, represent the educational tionships enables growth in an open, stimulating and collavision of the school: editorial design, photography for cul- borative context, learning from peers as much as teachers and acquiring an effective way of working. tural heritage and illustration. At the end of the journey everyone leaves Neverland. Some return to where they came from, others go on to new places. But perhaps the condition of being a migrant does not ever stop existing; probably being a migrant means simply having migrated only once, understanding first hand the significance, and having a load of personal baggage which Consistent with the general approach of the school, there you can rely on forever. is a greater emphasis on the processes of the publishing world; however there are many interactions with other disciplines, and probably the most interesting results come from these different contaminations. In this specialised course (graphic of images, orientation in illustration, to be precise) over two years students learn about all the different types of illustrations in publishing: books and magazines, children’s books and comics, posters and animated short films. In a continuous exchange between theory and practice, this laboratory includes courses on the history of the book and of illustration, of semiotics and screenplays. The illustration course brings 25 students and 18 teachers to Urbino every year. The students learn to use drawing in a projectual way, refining their theoretical and individual tools to address the problems that lie ahead and deepen their understanding of the challenges the profession will face in the future.
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ELENA GUGLIELMOTTI NATIONALITY / ITALIAN PLACE / URBINO ZODIAC / PISCES SOUNDTRACK / SAUDADE - THIEVERY CORPORATION WORKING TOOLS / COREL PAINTER AND ADOBE ILLUSTRATOR
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MARCO CAPUTO NATIONALITY / ITALIAN PLACE / LECCE ZODIAC / AQUARIUS SOUNDTRACK / RACING WITH THE SUN - CHINESE MAN WORKING TOOLS / PEN AND BRUSH
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GIOVANNI COLANERI NATIONALITY / ITALIAN PLACE / FROSOLONE - ISERNIA ZODIAC / LIBRA SOUNDTRACK / ARCADE DYNAMICS (FULL ALBUM) - DUCKTAILS III WORKING TOOLS / COLLAGE, PENCIL, GRAPHITE, GOUACHE, OIL BAR, PAPER AND ADOBE PHOTOSHOP
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(Misurata preghiera, Fabrizio De André)
"LA MAGGIORANZA STA COME UNA MALATTIA COME UNA SFORTUNA COME UN’ANESTESIA COME UN’ABITUDINE PER CHI VIAGGIA IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA COL SUO MARCHIO SPECIALE DI SPECIALE DISPERAZIONE E TRA IL VOMITO DEI RESPINTI MUOVE GLI ULTIMI PASSI PER CONSEGNARE ALLA MORTE UNA GOCCIA DI SPLENDORE DI UMANITÀ DI VERITÀ" IT /
Provengono tutti dallo stesso luogo, un posto dove conflitti, povertà e persecuzioni non permettono la sopravvivenza. Si muovono in massa ricercando una via d’uscita, ma il loro viaggio non si conclude all’arrivo. Una volta raggiunta la destinazione tutto sembra fermarsi. Bisogna attendere. Ci sono ancora lunghe distanze da affrontare, ma queste si raggiungono solo stando fermi. EN /
They all come from the same place, a place where wars, poverty and persecutions do not allow you to survive. They all move together, looking for a way out, but their travel is not finished when they arrive. Once they reach their destination, all seems to stop. They have to wait. They still have a long way to go, but they can only get there if they stand still.
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COVER: ELENA GUGLIELMOTTI
NURANT BIMONTHLY ILLUSTRATION MAG IDEAZIONE: SERGIO CARUSO / NICOLA IANNIBELLO DIRETTORE RESPONSABILE: FEDERICO CARUSO REDAZIONE: SERGIO CARUSO / NICOLA IANNIBELLO / SONIA MION FEDERICO CARUSO / SILVANA SOLA / ANDREA VENDETTI — THANKS TO: ISIA URBINO / SILVANA SOLA / ANDREA VENDETTI I DIRETTORI: LUCIANO PERONDI / LEONARDO ROMEI NUMERO CURATO CON ISIA URBINO (SILVANA SOLA / ANDREA VENDETTI) GLI ILLUSTRATORI PRESENTI IN QUESTO NUMERO SONO TUTTI STUDENTI DELL’ISTITUTO. — ART DIRECTION & PROGETTO GRAFICO: WWW.VENTIZERONOVE.IT TRADUZIONI: PABLO MARCHITTO / EMMA BARRON ANNO DI CREAZIONE 2011 INFO: INFO@NURANT.IT / WWW.NURANT.IT AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI MILANO NUM. 443 DEL 3 AGOSTO 2011 TUTTE LE OPERE CONTENUTE IN QUESTO MAGAZINE SONO PROPRIETÀ DEI RISPETTIVI AUTORI. TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. ©
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