Catalogo | Adriano Leverone - Forma come autobiografia

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ADRIANO LEVERONE FORMA COME AUTOBIOGRAFIA

NOBILE CONDRADA DEL NICCHIO ARTE DEI VASAI


Arte dei Vasai della Nobile Contrada del Nicchio Onlus Adriano Leverone: forma come autobiografia Mostra personale Siena 2 - 11 Maggio 2014 Grafica Belluccidesign - Siena foto archivio Leverone L'Arte dei Vasai della Nobile Contrada del Nicchio ringrazia tutti coloro che hanno contribuito all'organizzazione dell'evento, in particolare: Il Maestro Adriano Leverone Carlo Pizzichini per la direzione artistica Alessandro Bellucci per la grafica Stefano Vanni dell’Ars Neon Toscana Antonio Minucci per la logistica Per il contributo all'organizzazione generale della festa: Paolo Fiorenzani e la Commissione Patrimonio storico artistico e archivistico della Nobile Contrada del Nicchio Per la concessione degli spazi nella Caserma Santa Chiara Il Col. Roberto Trubiani Comandante del 186° Rgt. Par. Folgore Gli enti patrocinatori e tutti i Nicchiaioli per il loro libero impegno personale

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Clovis international

S.P.A.



LA MEDAGLIA ‘ANTICA ARTE DEI VASAI’ AD ADRIANO LEVERONE Marco Fattorini Priore

‘Ductu perficior’ (‘Guidato, mi perfeziono) è il motto inciso sulla medaglia del premio assegnato quest’anno ad Adriano Leverone, maestro ligure che aggiunge il suo nome a una ormai nutrita schiera d’illustri ceramisti. Da Carlos Carlé a Alessio Tasca e Lee Babel, da Nino Caruso agli Staccioli, padre e figlia, fino a Antonia Campi. Un motto che simboleggia la continuità dell’arte trasmessa dal maestro all’allievo, ma anche dal passato al presente e al futuro, senza mai discontinuità rispetto ai valori universali di cui l’arte si nutre, pur esprimendosi col particolare linguaggio che il mutare dei tempi comporta. Ed è proprio questa continuità, questa ‘tradizione’ nel senso originale di ‘consegna’, che il premio è stato immaginato da una Contrada come la nostra, che al pari delle altre sedici Consorelle fa della tradizione ‘viva’ la propria ragione di esistere. In questa tradizione ‘viva’ (non quindi quella imbalsamata nelle cartapecore) rientra la celebrazione in chiave contemporanea di un’arte, che fiorì nel rione a opera di umili artigiani e di ottimi maestri durante i secoli in cui il Nicchio si andò formando. Perciò, non si può escludere che dall’esercizio di quell’arte, da quella vita operosa, molto sia passato nello spirito e negli ordinamenti che fanno della Contrada una forma associativa particolarissima. Un’arte, purtroppo, andata perduta a Siena, ma che sentiamo necessario recuperare, se non subito come rinascita di botteghe e officine (ma speriamo di assistere almeno a un loro nuovo inizio), almeno a alla ripresa di un dialogo con i suoi grandi maestri contemporanei


e i centri di eccellenza in cui ancora vive e si sviluppa. Se questa è (e lo è) la finalità del Premio, allora la medaglia del 2014 consegnata ad Adriano Leverone riposa nelle mani giuste. La nostra speranza è che da quelle sue mani, come da quelle dei suoi predecessori, così abili nel plasmare opere mirabili, si formino, in un giorno non troppo lontano, giovani Nicchiaioli capaci di ritrovare il cammino tracciato dagli antichi Padri, solo per un momento smarrito. Questo è il fine ultimo che la Nobile Contrada del Nicchio si è proposto, istituendo la Festa e il Premio.

Particolare Alato Grès 2012



FORMA COME AUTOBIOGRAFIA Carlo Pizzichini

Protetti dallo scudo Grès 2013 T. 1.280 ° C cm 89x61x32

È proprio vero il vecchio adagio che dice: “... negli artisti la vita e l’arte coincidono, arte e vita sono la stessa cosa”. In Adriano Leverone questo è ancor più vero. Le sue vicende biografiche, belle e brutte, si riflettono in tutto il suo percorso di lavoro, nel suo itinerario esistenziale che diventa itinerario formale, un proseguimento artistico masticato ogni metro, con quel gusto agrodolce tipico della vita; come se ogni forma fosse una stazione di un calvario per i momenti difficili o vela gonfia di luminoso sole per i momenti di gioia e di speranza. Abbiamo raggiunto Adriano Leverone un mezzodì di fine gennaio, in uno di quei giorni di pioggia continua, con un coraggioso viaggio in Val Fontanabuona all’altezza di Lavagna, per poi proseguire costeggiando pericolosamente un fiume in piena, deviando da un ponte crollato e con difficoltà concrete alla circolazione, noi, caparbi più del tempo, lo abbiamo raggiunto puntuali, diciamo pure scovato, su, a nord di quella valle, famosa in Italia dove si cava l’ardesia cioè la lavagna. Il carattere schivo e quasi chiuso della sua radice ligure si è pian pian disteso ampiamente fino a liberarsi in racconti di esperienze fatte nel mondo e in confessioni esistenziali e di lavoro, come si fa con vecchi amici, tutto sempre in una sincerità formale e direi in una rara profondità capace di far cambiare l’atmosfera dintorno che, da semiselvatica stava diventando domestica se non quasi aristocratica. Schivo ma pignolo, pratico ma sensibile, Leverone intuisce ed inventa forme come presenze vere nella sua vita, o meglio dà forma a delle presenze, siano esse stati d’animo, emozioni, vicende o persone. Le sue forme sono insomma la sua auto-


Sopra Senza titolo Grès 2002 T. 1.280° C cm 52x83x62 Nella pagina a fianco Autorità, Armigeri Bronzo - Grès dim. varie cm 225x44

biografia, lo studio è la custodia dove ha rilegato i suoi fogli sparsi, le sculture sono le pagine e i discorsi, la ruvidezza e la lucentezza di certe superfici in grès sono le parole, i suoi colori sono il tono, le rime, l’intonazione e gli accenti, i suoi semi i punti e le virgole. Vere e proprie emozioni, reazioni, presenze che si sono fatte inconsciamente forme. Leverone è un vero scultore in ceramica o meglio in grès, semplicemente perchè racconta al mondo la sua vita con le forme. Forme arricchite poi dal lucido degli smalti, da una sorta di tessitura, di trama, di scrittura di piccole forme, ora leggera ora più profonda, a seconda se è un momento in cui lavora stringendo i denti ringhiando alla vita oppure se, operando in letizia, gli stessi si distendono in un tenero sorriso alla vita. Questa sua sensibilità, confortata dai principi operativi del proprio lavoro lo ha portato vent’anni fa ad essere protagonista di una pionieristica esperienza nel campo dell’educazione e della riabilita-



Sarcofago Grès 2005 T. 1.280° C cm 26x130x36



Bandol. Francia 2011

Paura Bronzo 2009 Fusione a cera persa cm 64x38x38

zione dei nonvedenti, realizzando con il compositore Stefano Scala un percorso di “visione” tattile con superfici e forme ceramiche, continuando con decisione poi in questa direzione presa, fondata proprio su forma e materia realizzando opere sempre con questa impostazione percettiva. Adriano Leverone è nato nel 1953 a Quiliano vicino a Savona. Si diploma all’Istituto d’Arte di Chiavari e frequenta il Magistero presso l’Istituto per la Ceramica Ballardini di Faenza. Per due anni frequenta lo studio di Carlo Zauli. Nel 1975 apre un suo laboratorio e comincia la sua attività espositiva. Si dedica anche all’insegnamento presso la scuola di ceramica di Albisola e a Genova. Tiene uno stage di scultura ceramica al Berea College Craft in America e per conto del Ministero degli Affari Esteri è in Etiopia ed in Brasile per intervenire, come esperto, nel programma di formazione e avviamento di scuole di ceramica. Esegue commissioni per Enti pubblici ed espone in numerose gallerie a Genova, Milano, Bologna, Castellamonte, Albissola, Savona, Certaldo, Torino, in Francia, in Giappone, in America. Si ag-




giudica molti premi e riconoscimenti: Concorso Internazionale della ceramica di Faenza e di Gualdo Tadino, Leading International Competition di New York, premi a Savona, Albisola, Atene, Tajimi in Giappone e Barth in Germania. È selezionato per i simposi di scultura ceramica a Carouge vicino Ginevra, a Barth in Germania, a Seto in Giappone, a Fuping in Cina, a Seul in Corea, a Bandol in Francia. Esegue sculture come monumenti per Moconesi, Cicagna, Genova e Arenzano. Sue opere sono nel Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, Carouge, Seul, Tajimi, Seto, Santo Stefano di Camastra e Castelli. Fin da giovanissimo produce forme realizzate al tornio per poi passare alle linee continue, altorilievi e sculture modellate. Da ligure sente l’attrazione del chiarore del mare e della cupa malinconia delle pietre, delle rocce, della natura. Forme vegetali, conchiglie, spugne, soggetti di matrice organica sono i suoi primi interessi. Poi forse, nel silenzio dello studio, l’osservazione di una mela spaccata a metà trova un riscontro ossessivo nel suo lavoro plastico che assurgerà a fonte di ricerca formale ed espressione di vitalità. Questo microcosmo diventa un macrocosmo di potenzialità infinita; il seme che affiora dal suo alveo dà la possibilità di estrarlo, di poter intervenire. Forme concave e convesse, pieni e vuoti, contenitore e contenuto si contrappongono o si compenetrano. Realizza poi colonne con moduli realizzati in Raku. Passa quindi ai blocchi “terra e mare” dove la vitalità interna e l’esterno giocano sulle contrapposizioni cromatiche tra i blu, gli azzurri e i verdi acqua e

Seto, Prefettura Aichi. Giappone 2008

Nella pagina a fianco Part. Vicario Grès 2011 T. 1.280° C cm 225x31x44


Fuping, Shaanxi China 2008

Nella pagina a fianco Part. Terrafiore Grès 2003 T. 1.280° C cm 97x34x31

i colori della terra. Lavora quindi ad una serie di opere sulla complessità dell’essere umano e dei suoi modi: gusci, scudi, guerrieri corazzati, per proteggersi da situazioni di aggressività. Personalità che ci guardano e ci giudicano, autorità, generali, vicari e armigeri che si trasformano presto, coll’incipit autobiografico caratterizzato da gravi problemi e amarezze, in chiodi fissi nella testa che non lasciano vivere; i “Penetranti” realizzati in Raku, anche con spettacolari cotture in diretta davanti al pubblico. Profili deformati e quasi mostruosi realizzati con una materia segnata da rilievi e depressioni, asperità e levigatezze, frutto di una personale riflessione esistenziale. Un lavoro complesso, spesso di grandi dimensioni, risolto con la semplicità di forme inventate dalle emozioni. Jean Foutrier dice “ l’unica cosa che conta in arte è la qualità della sensibilità dell’artista. L’arte è solo un mezzo per esteriorizzarla, ma un mezzo folle senza regole né calcoli..” Sono convinto che Adriano Leverone possiede questa qualità di sensibilità e per esteriorizzarla ha scelto la ceramica, il grès, il grande antico mezzo dell’uomo, capace sempre di stupirci con forme folli ed inaspettate. Questo atto d’amore verso l’uomo fa avvicinare le figure e le forme di Leverone ad idoli, dei e personaggi sacri che ci guardano ieratici e raccontano l’esperienze artistiche intraprese dallo scultore in Italia ed in Oriente, facendo si che il Premio Antica Arte dei Vasai 2014 della Nobile Contrada del Nicchio venga, ad Adriano Leverone, dedicato con merito e in linea con le tematiche indagate in questa interessante edizione.




NOTE BIOGRAFICHE Adriano Leverone nasce nel 1953 a Quiliano (Savona). Dopo il diploma all’Istituto Statale d’Arte di Chiavari si iscrive, nel 1971, al Magistero Artistico presso l’Istituto d’Arte per la Ceramica G. Ballardini di Faenza. Tra il 1973 e il 1974 frequenta lo studio di Carlo Zauli. Inizia in quel periodo la sua attività espositiva con mostre personali e collettive. Nel 1975 apre il suo primo studio per la lavorazione della ceramica. Tra il 1983 e il 1985 fa parte del Movimento Artistico A Tempo e a Fuoco curato da Vittorio Fagone. Negli anni successivi si dedica anche all’insegnamento: dal 1979 al 1986 presso la Scuola di Ceramica di Albisola e nel 1994 è docente al Centro Italiano Femminile di Genova. Tiene inoltre uno stage di scultura ceramica al Berea College Craft (KY., USA). Per conto del Ministero degli Affari Esteri, dal 1987 al 1989 in Etiopia e nel 1992 in Brasile interviene al programma per la formazione di tecnici e l’avviamento di una scuola di ceramica come esperto della lavorazione della terracotta. Negli anni successivi esegue per Enti Pubblici diverse opere in grès, ardesia e bronzo. Viene inoltre invitato a partecipare a manifestazioni artistiche e simposi internazionali. Durante la sua carriera artistica si aggiudica molti premi e riconoscimenti. Le sue opere sono esposte in numerose collezioni private e pubbliche sia in Italia che all’estero. Mostre personali (selezione)

Senza titolo Grès 2013 T. 1.280° C cm 67x89x78

1977 Chiavari (GE), Palazzo Torriglia, Il Fenomeno e L’Idea, a cura di Elena Bono. 1979 Genova, Galleria d’Arte il Punto, Scultura in Ceramica. 1979 Odessa (Ucraina), Museo d’Arte Orientale, a cura del Comune di Genova. 1980 Milano, Galleria dei Bibliofili. 1981 Bologna, Galleria d’Arte San Vitale, Scultura di Leverone, testo critico di Mirko Gualerzi.


Attacco invisibile Raku 2009 T. 1.000° C cm 74x30x20,5

1985 Firenze, Palazzo dell’Anguillara, Centro Culturale Studio Giambo, I Frutti Perpetui, a cura di Gloria Cosi e Roberta Fiorini. 1986 Lexington (KY., USA), Headley-Whitney Museum, a cura di ARS JANUAE. 1986 Morehead (KY., USA), Morehead State University, a cura di ARS JANUAE. 1989 Castellamonte (TO), Rotonda Antonelliana, XXIX Mostra della Ceramica, ARS CERAMICA, a cura di Aldo Moretto. 1990 Genova, Istituto David Chiossone per i non vedenti ed ipovedenti, Arte e Percezione Tattile, Non è vietato toccare, a cura di Matteo Fochessati e Sergio Noberini. 1991 Genova, Galleria San Lorenzo.


1992 Albisola Capo, Circolo Culturale La Stella, a cura di Massimo Trogu. 1992 Padova, Galleria d’Arte Contemporanea Adelphi, Sculture in Grès. 1992 Savona, Fortezza del Priamar, mostra antologica La Ceramica di Adriano Leverone, testo critico di Vittorio Fagone. 1994 Genova, Piazzale antistante la Chiesa di Sant’Agostino, preparazione e cottura di cinque grandi colonne realizzate con la tecnica Raku. 1996 Savignone (GE), Villa Solaro, Sperimentare la Percezione, a cura dell’Istituto David Chiossone per i non vedenti ed ipovedenti, azione Raku. 1996 Albisola Marina, Circolo Culturale Giorgio Bonelli, a cura di Nalda Mura. 1998 Castellamonte (TO), Rotonda Antonelliana, Segni di Terra Acqua Fuoco, a cura di Pier Paolo Benedetto e Nicola Mileti. 2000 Ferrada (GE), Oltre i Simposi TERRA FUOCO PIETRA, testo critico di Luciano Caramel. 2000 Piacenza, Show-Room Concessionaria Lodigiani. 2004 Taormina (ME), Excelsior Palace Hotel, ART IN PARK, percorso artistico, a cura della Galleria Stefano Gagliardi. 2007 Certaldo (FI), La Meridiana, Terre Ritrovate, testo critico di Cecilia Chilosi. 2007 Capraia Fiorentina (FI), Ex Fornace Pasquinucci. 2007 Certaldo (FI), Palazzo Pretorio, CONCRETA sculture ceramiche, testo critico di Franco Bertoni. 2007 Torino, Fusion Art Gallery, Mostra di sculture, a cura di Edoardo Di Mauro. 2007 Carouge, Ginevra (Svizzera), L’Antre-Peaux, Les sculptures de Adriano Leverone e Les jardins du Musée de Carouge, stele Vicario. 2008 Seto (Giappone), Seto City Museum, Ceramic&Glass Art Exchange Programme. 2009 Chiavari (GE), Galleria Cristina Busi, Penetranti. 2011 Neuwied (Germania), Roentgen Museum, Vibrazioni tattili, l’energia della materia, testo critico di Matteo Fochessati 2013 Lahnstein (Germania), Stadtische Buhne, Strukturen


Linea continua. Terracotta chamottata 1974. T. 950° C. Cm 30x36x40

Sezione Zucca. Grès 1977. T. 1.300° C. Cm 16x 37d.


Ciotola, Grès 1983. T. 1 .280° C. Cm 13x41 d

Mela e semi. Grès 1984. 1.300° C. Cm 40x33x50


Geoide Raku 1995 T. 1.000° C cm 61x57x64 Vaso Grès 1977 T. 1.300° C cm 21x21

Premi (selezione) 1978 Faenza, XXXVI Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte, premio acquisto. 1981 Faenza, XXXIX Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte, medaglia d’oro. 1986 Chiusi (SI), Premio Italia Beato Angelico, premio acquisto. 1986 Gualdo Tadino (PG), XXVI Concorso Internazionale della Ceramica, premio targa d’oro. 1988 New York (USA), Leading International Competition, certificato di merito. 1990 Savona, IV Concorso Nazionale della Ceramica d’Arte, primo premio. 1999 Venturina (LI), ETRURIARTE10 Concorso Internazionale di Scultura, primo premio. 2002 Tajimi, Prefettura di Gifu (Giappone), VI Concorso Internazionale della Ceramica, MINO, medaglia di bronzo. 2004 Atene (Grecia), Concorso Europeo della Ceramica, premio di merito. 2007 Albissola Mare, Comitato di Rigore Artistico, premio Pozzo Garitta. 2007 Barth (Germania), XI Simposio Internazionale ARTE È VITA, primo premio, sezione performance. 2012 New Taipei City (Taiwan), 2012 Taiwan Ceramics Biennale, Yngge Ceramics Museum, premio della giuria.


2012 Chiavari, Società Economica di Chiavari, Premio Turio Copello 2011 - medaglia d’oro, sezione artista. Manifestazioni artistiche e simposi 2007 Carouge, Ginevra (Svizzera), artista selezionato all’esposizione 10e Parcours Ceramique Carougeois, espone nel giardino del Museo della Ceramica la grande stele in grès Vicario. 2007 Barth (Germania), artista selezionato al XI Simposio Internazionale ARTE È VITA. 2008 Seto, Prefettura di Aichi (Giappone), ceramista selezionato al Seto International Ceramic&Glass Art Exchange Program. 2008 Fuping, Shaanxi (Cina), Flicam (FuLe International Ceramic Art Museums), artista invitato a realizzare le opere per la collezione del Museo dedicato all’Arte della Ceramica Contemporanea Italiana. Terra e Mare Grès 1991 T. 1.280° C cm 25x73x57



2010 Seoul Incheon (Corea), Dankook University, artista invitato a realizzare un’opera in grès di grande formato al International Ceramic Sculpture Symposium. 2011 Bandol (Francia), ceramista invitato a Rencontres Professionnelles e alla mostra La Cèramique Contemporaine Italienne. 2011 L’artista è presente alla 54 Biennale di Venezia con una scultura. È stato selezionato da Vittorio Sgarbi, il curatore dell’evento. 2012 Genova, Museo di Palazzo Rosso, installazione per i Rolli Days sponsorizzati dall’UNESCO 2012 Amburgo (Germania), The Affordable Art Fair

Nella pagina a fianco Autorità, Armigeri Bronzo - Grès Dim. varie cm 225x44

Tartaruga Grès 2013 T. 1.280° C cm 28x24x26



Monumenti 1979 Moconesi (GE), per conto del Comune realizza il monumento Dedicato a Cristoforo Colombo, bronzo fusione a cera persa (220x230x100 cm). 2002 Moconesi (GE), nella Sala Consiliare viene inaugurata la scultura Il filone dell’ardesia, realizzata in grès e ardesia (390x160x23 cm), presentazione di Sandra Solimano, Direttore del Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce di Genova. 2003 Cicagna (GE), per conto del Comune realizza il monumento Ai Lavoratori dell’Ardesia, bronzo fusione a cera persa (490x200x185 cm), presentazione di Franco Ragazzi. 2004 Genova, per conto del Comune realizza il monumento Dalla Terra al Cielo, bronzo fusione a cera persa (490x120x140 cm), presentazione di Luciano Caprile. 2006 Arenzano (GE), viene inaugurato il monumento Ai Combattenti per la Libertà, bronzo fusione a cera persa (214x50x50 cm). Opere in collezioni pubbliche (selezione) Faenza, MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche). Carouge, Ginevra (Svizzera), Musée de Carouge. Fuping, Shanxi (Cina), Flicam (FuLe International Ceramic Art Museums). Seoul Incheon (Corea), Dankook International University. Tajimi, Prefettura di Gifu (Giappone), Ceramic Park MINO. Seto, Prefettura di Aichi (Giappone), Seto City Museum. Santo Stefano di Camastra (ME), Museo della Ceramica. Castelli (TE), Raccolta Internazionale, Istituto Statale D’Arte F. A. Grue.

Nella foto grande Part. Tartarughe Bronzo, Grès Raku 2009 Nella foto piccola in alto Attacco invisibile Raku 2009 T. 1.000° C cm 74x30x20,5 In basso Part. Femmina Grès 2007 T. 1.280° C cm 196x49x36


Particolare, 2013 Autorità Grès, oro terzo fuoco


Cobra nero Bronzo 2002 Fusione a cera persa cm 215x76x94


Particolare Puntali Bronzo 2009 Fusione a cera persa Dim. varie cm 63-124 cm 4,5-6 d


Optimism Grès 2010 Korea cm 330x80x80


Piccolo Generale Grès 2010 T. 1.280° C Oro terzo fuoco cm 65,5x19,5x15x5




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