OOF International Magazine n. 12

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editoriale

INTERNATIONALMAGAZINE #12

L’origine del mondo

di Luigi Caricato

Illustrazione di Stefania Morgante su foto di Gianfranco Maggio

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Quando tutto ebbe inizio, nacque la civiltà. L’olivo, attraverso il mito di Atena, ne è il simbolo più significativo ed eloquente. Nella contesa tra lei e Poseidone, vince la figlia di Zeus proprio per aver scelto l’olivo quale dono più utile, segno evidente di concretezza. L’olivo è cosa diversa dall’olivastro. Illuminante, al riguardo, il libro del compianto Vincenzo Consolo: L’olivo e l’olivastro, appunto; un romanzo che invito a leggere. Nell’olivastro emerge la natura selvatica, nell’olivo la natura domesticata dal tocco umano. L’olivo, per Consolo, è il segno della civiltà e della cultura, l’olivastro rappresenta invece lo smarrimento e la perdita di sé e della dimensione dell’umano in una sorte in cui dominano, ingovernabili, la condizione bestiale e la natura incontrollata e sovrana. Il mito di Atena ci conduce verso quel passaggio fondamentale che è l’acquisizione della civiltà, coincide con i modi attraverso i quali si va manifestando la vita materiale, sociale e spirituale di una comunità di persone. Tutto parte da qui. Per questo, con il numero 12 di OOF International Magazine, interamente dedicato a una visione del mondo al femminile, ho subito pensato che per ritrovare il senso della nostra civiltà si debba necessariamente tornare alle origini – quindi, all’olivo – che è anche un modo per ritrovare noi stessi, per rinascere, o per ristabilirsi da un trauma. E l’evento nefasto che abbiamo vissuto tutti nel corso del 2020 - e tutt’oggi ancora stiamo vivendo - senza alcuna distinzione di popolo e nazione, ci consegna a quella dimensione di precarietà in cerca di certezze. E l’olivo è una certezza. Con l’ingresso in scena del coronavirus noi tutti siamo stati dominati dalla natura, e tutto ciò segna un ritorno al selvatico e all’imponderabile. Si sente pertanto l’urgenza e la necessità di trovare consolazione nell’olivo, non solo sul piano strettamente simbolico. Tuttavia, anche se non tutti ne sono al corrente, la stessa pianta dell’olivo ha subito anch’essa un trauma devastante. Nel Salento, in Puglia, la Xylella fastidiosa ha decimato interi oliveti. C’è un vastissimo cimitero di olivi che sta inquietando gli animi mentre una solida economia fondata sulla produzione dell’olio sta cedendo senza più rialzarsi. Si è consumato in questi ultimi anni un danno enorme e ormai irrimediabile colpevolmente sottovalutato dalla società e dalle Istituzioni, lasciando gli agricoltori da soli. La Xylella inquieta gli olivicoltori di tutto il mondo, perché il batterio non è stato individuato solo in Puglia e si sta progressivamente diffondendo. Si ha paura, una grande e inquietante paura. >


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