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CHE SUCCEDE DURANTE UN ATTACCO ALLERGICO

Il sistema immunitario reagisce in modo improprio a una sostanza, provocando disturbi più o meno gravi

Cosa succede al nostro corpo durante un attacco allergico? Quali sono i meccanismi di azione delle allergie sull’organismo? Tutti, bene o male, abbiamo esperienza diretta o indiretta dei disturbi più comuni legati a un’allergia, magari per averle vissute in prima persona o per aver assistito a qualche manifestazione particolarmente evidente in amici, parenti o conoscenti.

L’ISS, Istituto Superiore di Sanità, li elenca minuziosamente: starnuti, naso chiuso o che cola, occhi rossi con prurito e lacrimazione, respiro sibilante e tosse, rossore e prurito sulla pelle, manifestazione o peggioramento dell’asma, shock anafilattico. Opportuno anche ricapitolare, come fa proprio l’ISS in una sezione dedicata del suo portale, la differenza tra allergia (reazione specifica prodotta dal sistema immunitario quando si è esposti a una sostanza normalmente innocua), sensibilità (aumento esagerato dei normali effetti di una sostanza: per esempio, la caffeina contenuta nel caffè può causare disturbi estremi come palpitazioni e tremore) e intolleranza (quando una sostanza provoca sintomi spiacevoli, come ad esempio la diarrea, ma non coinvolge il sistema immunitario).

Ma perché, nel concreto, si verificano le reazioni allergiche? Quali componenti entrano in gioco nel corso di un attacco? Lo spiega Domenico Schiavino, direttore di allergologia all’Università Cattolica di Roma, autore di numerose pubblicazioni e interventi in materia: «Un attacco allergico si scatena quando il paziente ha una personale predisposizione a produrre degli anticorpi specifici, le immunoglobuline IgE. Il contatto di un allergene con le IgE sulle nostre mucose induce la liberazione di sostanze chimiche irritanti come istamina o serotonina, il cui effetto è l’infiammazione della mucosa stessa. È qui che si attiva il sintomo, che può essere prurito, rinite, asma o congiuntivite.

La reazione allergica, in questo senso, si può considerare un eccesso di legittima difesa dell’organismo. Gli allergeni, infatti, sono innocui per la maggior parte della popolazione, mentre sono responsabili di reazioni anche gravi nei soggetti atopici, che hanno cioè predisposizione di tipo allergico».

Il patrimonio genetico non è l’unico fattore che entra in gioco quando si parla di allergie. Importante anche il ruolo dell’ambiente esterno, in particolare dell’esposizione prolungata agli allergeni. Solo quando gli allergeni finiscono a contatto con le mucose dei soggetti predisposti, in un periodo di tempo più o meno lungo e costante, scattano i meccanismi che portano alle manifestazioni allergiche. Ecco spiegato perché, ad esempio, sono sempre di più i pazienti che scoprono di essere allergici a una determinata sostanza in età avanzata, senza che in passato abbiano avuto modo di sospettare un’eventualità del genere: «La predisposizione familiare è alla base, ma è necessaria anche un’elevata esposizione all’allergene, che può avvenire nei primi anni di vita ma può anche essere ritardata e avvenire in età più adulta». (R. D.)

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