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DAL VOLLEY ALL’ATLETICA: QUANDO LA SCONFITTA TI LASCIA DI SASSO

Sempre vittoriosa in regular season, la Sir Safety Perugia è stata battuta ai quarti dei playoff scudetto. Una sconfitta inattesa, con precedenti illustri dal calcio alla Formula 1

Inattesa. Indigesta. Incredibile. Eppure, possibile, perché è successa. Come altre in passato. L’eliminazione della Sir Safety Perugia dai playoff scudetto, dopo una regular season da imbattuta, entra nel club degli epiloghi inimmaginabili. La sconfitta casalinga con l’Allianz Milano, nella gara 5 dei quarti di finale, è stata un vero e proprio trauma sportivo, arrivato fra l’altro a pochi giorni da un’altra cocente eliminazione, quella dalla Champions League. Il match decisivo dei playoff contro i lombardi è finito 3 set a 1 per i lombardi, che in campionato si erano classificati soltanto ottavi, ma hanno saputo sovrastare tecnicamente e mentalmente i Block Devils, che in avvio di stagione avevano vinto la Supercoppa Italiana e il Mondiale per club.

Di sconfitte clamorose, talvolta sul filo di lana, la storia dello sport è piena. Celebri, nel calcio, alcuni epiloghi in rimonta all’ultima giornata. Fra tutti, vuoi per le rivali in lotta vuoi per la data iconica, c’è quello del 5 maggio 2002. Quel giorno la Juventus conquistò lo scudetto nel turno conclusivo beffando l’Inter.

I bianconeri, che inseguivano l’Inter a -1, vinsero 2-0 a Udine con gol di Trezeguet e Del Piero, mentre i nerazzurri caddero per 4-2 sul terreno della Lazio, dopo essere andata due volte in vantaggio. E furono scavalcati anche dalla Roma, che batté il Torino.

Due anni prima, era stata la Lazio di Sven-Goran Eriksson a recuperare 9 punti nelle ultime 8 giornate alla Juventus di Carlo Ancelotti, vincendo il tricolore negli ultimi 90’, quando i piemontesi persero la bussola nel mare d’acqua di Perugia. Una vera e propria Nemesi per la Lazio, che dodici mesi prima si era vista rosicchiare 7 punti nelle ultime 7 giornate dal Milan, trionfante proprio al Curi di Perugia. Un’abitudine, quella dei rossoneri, che nell’88 avevano scucito lo scudetto dalla maglia del Napoli con un 3-2 esterno e conseguente sorpasso sugli azzurri.

Sono passati appena dieci anni, invece, da una delle rimonte più incredibili che lo sport ricordi, quella di Oracle Team Usa contro Emirates Team New Zealand nella Coppa America di vela. Da 1-8 a 9-8, in una sfida durata 19 giorni, che vide gli oceanici passare dal dominio all’incertezza, complici radicali (e discusse) modifiche tecniche sulla barca del defender, e infine alla clamorosa sconfitta.

Fra le delusioni più grandi per i tifosi della Ferrari, in Formula 1, c’è invece il GP di Abu Dhabi 2010, nel corso del quale la scuderia di Maranello gettò letteralmente via un titolo mondiale piloti. In testa al campionato, a una gara dal termine, c’era Fernando Alonso, al primo anno su una Rossa, con 8 punti di vantaggio su Mark Webber e 15 su Sebastian Vettel. Dopo un avvio di gara caotico, Webber anticipò la sosta ai box, Alonso decise di “marcarlo” ma rientrò in pista dietro Vitali Petrov e vi rimase fino alla bandiera a scacchi. “Use your talent” fu la frase rimasta tristemente celebre, che il box ripeté senza esito allo spagnolo.

Così l’ultimo titolo piloti della Ferrari resta ancora quello del 2007, quando il più impensabile degli epiloghi favorì il finlandese Kimi Raikkonen, arrivato al decisivo GP del Brasile con 7 punti di distacco da Lewis Hamilton e 3 da Fernando Alonso, entrambi alla McLaren. La Ferrari fu in “palla” sin dalle prove, con l’idolo di casa Felipe Massa in pole position. Il brasiliano conservò il primo posto alla partenza, seguito da Raikkonen, mentre Hamilton perse posizioni dopo aver cercato di superare Alonso e chiuse solo al settimo, rallentato anche da noie al cambio. Il successo davanti a Massa e Alonso valse a Raikkonen il trionfo iridato.

Epica la gara-5 per l’assegnazione dello scudetto italiano del basket, il 27 maggio 1989. Enichem Livorno e Philips Milano le contendenti. Serie sul 2-2, match decisivo a Livorno. A decidere l’incontro, apparentemente, il canestro a fil di sirena di Forti, per il sorpasso sull’87-86. Mentre si scatenava una clamorosa rissa in campo, iniziò la festa dei tifosi locali che iniziarono a formare caroselli automobilistici per la città. Intanto, però, gli arbitri si erano riuniti negli spogliatoi per valutare se il canestro decisivo fosse arrivato prima o dopo il suono della sirena di fine match. La decisione fu favorevole a Milano, che vinse il tricolore in gara-5 col punteggio di 85-86.

Fra le delusioni più grandi per i tifosi della Ferrari, in Formula 1, c’è invece il GP di Abu Dhabi 2010, nel corso del quale la scuderia di Maranello gettò letteralmente via un titolo mondiale piloti.

Chi segue lo sci di fondo ormai da qualche decennio ricorderà con una “lacrimuccia” la storica affermazione dell’Italia nella 4x10 km alle Olimpiadi invernali di Lillehammer, nel 1994. Favorita della gara era la squadra di casa, capitanata dal leggendario Bjørn Dæhlie. Quel giorno invece gli azzurri Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner inflissero alla Norveglia una clamorosa batosta, nel loro sport nazionale e a casa loro, davanti a 180mila spettatori

Due anni prima, alle Olimpiadi di Barcellona, era stato l’icona del salto con l’asta Sergej Bubka a “piangere”: il superfavorito primatista olimpico e mondiale toppò incredibilmente i primi tre salti della finale, uscendo di scena a mani vuote. (A. P.)

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