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Orgoglio Larissa con i geni di mamma Fiona
Larissa Iapichino.
Foto: Fidal
La 18enne fiorentina, figlia d’arte, ha eguagliato il record italiano indoor del salto in lungo appartenente alla May e battuto dopo 38 anni il primato mondiale Under 20
Tutta sua madre. Ma pure un po’... suo padre. Perché tra Fiona May, due volte campionessa del mondo del salto in lungo, e Gianni Iapichino, ex primatista italiano dell’asta, le probabilità di ereditare talenti erano piuttosto alte, per Larissa Iapichino. Certo, poi vanno coltivati e allenati. Gli altisonanti risultati di febbraio confermano che la 18enne fiorentina lo sta facendo piuttosto bene. L’ultima perla è arrivata ad Ancona, nella gara di salto in lungo degli Assoluti indoor di atletica leggera. La campionessa europea e italiana uscente è volata fino a 6,91 metri eguagliando il record italiano indoor di sua mamma Fiona May, realizzato nel 1998 a Valencia. Al contempo, l’atleta della Fiamme Gialle, ha sottratto il record del mondo under 20 indoor alla leggenda tedesca Heike Drechsler con 6,88 dal 1983. “Aver battuto un suo record è una cosa che mi ha sconvolta, lei è stata una delle dee del salto in lungo” ha commentato Larissa.
Ciliegina sulla torta, la qualificazione per i Giochi di Tokyo grazie a quello che attualmente è il miglior salto al mondo del 2021. Buon sangue non mente, insomma. Ne ha fatta di strada, quella bimba che il grande pubblico aveva conosciuto anni fa grazie a uno sport televisivo. A suon di salti, ma non solo. Da piccola ha praticato danza, nuoto e per otto anni ginnastica artistica. Poi, sei anni fa, al meeting di Montecarlo (regalo di compleanno della madre), anche in Larissa è sbocciata la passione per l’atletica leggera. A Calenzano, il tecnico Enrico Mancini l’ha guidata alla doppietta tricolore fra le cadette nei 300hs. Il talento in pista ha lasciato il passo all’eredità naturale in pedana, dove i cromosomi di Fiona sono stati esaltati dall’impegno di Larissa e dal lavoro di Gianni Cecconi e Ilaria Ceccarelli, allo stadio Ridolfi di Firenze. Che la Iapichino fosse una predestinata, si è capito da subito. Nel 2019 con 6,64 si è presa il primato italiano sia fra le allieve, sia fra le juniores superando dopo ventidue anni il record di Maria Chiara Baccini (6.55). E nello stesso anno si è laureata campionessa europea under 20 a Boras, contro avversarie più grandi anche di due anni, emulando Fiona May che nel 1987 fu oro continentale a Birmingham, da britannica.
In un 2020 segnato dalla pandemia, la Iapichino ha toccato quota 6.80, diventando la seconda italiana di sempre alle spalle della madre. Una crescita continua, inesorabile, proseguita anche nella stagione indoor: a inizio febbraio, ad Ancona, ha migliorato per tre volte nella stessa gara il proprio record italiano U20 al coperto, portato infine a 6,75. Trentacinque centimetri meglio rispetto a un anno fa. Basta? Macché. Due settimane dopo, sullo stesso “palcoscenico”, è arrivata un’impresa ancora più grande, quella che l’ha permessa di eguagliare la madre e superare la “dea” Drechsler. «Alla fine, io non ho ancora metabolizzato quanto accaduto perché è successo tutto così velocemente. E sinceramente mi sembra ancora assurdo» il commento della giovane campionessa. Cento di queste assurdità, Larissa. (A. P.)