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Smetto, anzi no: quando il campione batte anche l’età
«S mettere a volte è più difficile che cominciare». Anche se non l’ha pronunciata uno sportivo ma un cacciatore di taglie, la massima di Henri Fonda/Jack Beauregard nel film “Il mio nome è Nessuno” sembra fotografare perfettamente la scelta di quei campioni che non sanno dire addio. Scarpette, cuffie o pallone, casco o racchetta, remo o guantoni: il chiodo può attendere. Da Michael Schumacher a Carl Lewis, da Josefa Idem a George Foreman, passando per Edoardo Mangiarotti e Dino Meneghin, la storia è costellata di miti dello sport capaci di battere anche il peso degli anni e dei sacrifici, come fossero avversari intimoriti dalla loro classe.
Prendete Federica Pellegrini, ad esempio. Giovane di anni, 31, ma “vecchia” di ore, per citare ancora Beauregard, senza offesa per la Divina. La quinta Olimpiade all’orizzonte, 14 edizioni dei Mondiali alle spalle compresi 5 in vasca corta (con 7 ori, 6 argenti e 6 bronzi), oltre venti rassegne continentali totali (14 successi e 32 medaglie totali), l’olimpionica di Pechino sembrava decisa a dire basta a sacrifici, pressioni e ansie, il dark side of the moon di una vita di trionfi.
«Dopo Tokyo 2020 non vedo l’ora di fare le cose con calma - aveva spiegato pochi mesi fa - di non avere la vita programmata, di alzarmi senza sveglia. Magari riuscirò persino a lavare le tende di casa e a sistemare i terrazzi”. Le faccende domestiche, però, rischiano di dover aspettare. In un’intervista più recente, infatti, la campionessa veneziana, ha infatti confidato che potrebbe continuare a gareggiare dopo l’Olimpiade di Tokyo 2020. E quel pensare “seriamente di andare avanti» non è solo legato al desiderio di “non sentire più è l’ultima, è l’ultima», come ha scherzato la stessa Pellegrini. di Antonino Palumbo
Quando i grandi dello sport non riescono a dire “basta” SMETTO, ANZI NO: QUANDO IL CAMPIONE BATTE ANCHE L’ETÀ
Federica Pellegrini, all’età di 31 anni, vede la quinta Olimpiade all’orizzonte Chissà quante volte l’avrà sentito Tania Cagnotto, pluricampionessa europea, iridata nel trampolino da un metro a Kazan 2016, ritiratasi dalle scene tre anni fa, ma tornata a gareggiare nel maggio successivo. A convincerla, la storica compagna di imprese Francesca Dallapè. Obiettivo, sincro da tre metri a Tokyo 2020.
«Ero molto convinta. Ora non lo sono più, magari è la gravidanza che gioca brutti scherzi o quel martello di Francesca Dallapè, la mia compagna di trampolino, che ogni giorno mi tormenta: vedrai quando sei mamma che voglia di riprendere che ti torna» dichiarò Tania in un’intervista a “La Stampa”, mentre aspettava l’arrivo di Maya. Detto, fatto: Tania è tornata a tuffarsi. E a vincere. Lo scorso dicembre, la 34enne fuoriclasse bolzanina ha festeggiato il primo successo da mamma al Trofeo di Natale, nella sua città, precedendo proprio Francesca. Prima della maternità gli ultimi tuffi in una gara individuale di Tania erano stati quelli, dorati, dei Campionati italiani assoluti nel maggio 2017, a Torino.
Che sia stato Buffon, uomo-simbolo della loro squadra del cuore a ispirare la loro voglia di eterna gioventù agonistica? Il numero uno - anzi, 77 - della Juventus sembra davvero vivere un’eterna primavera. Tornato alla Juventus dopo una stagione al Paris Saint-Germain, Gigi ha raggiunto Paolo Maldini in testa alla classifica delle presenze in serie A e superato Del Piero in quella delle partite giocate con la Juve nel massimo campionato italiano. Ma soprattutto ha dimostrato, quando chiamato in causa, di conservare intatte l’istinto, la tecnica e il carisma che ne hanno
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La tuffatrice Tania Cagnotto ha già festeggiato il primo trofeo da mamma a 34 anni fatto uno dei migliori di tutti i tempi. Come Valentino Rossi, nel motociclismo. «L’idea di dover smettere mi spaventa» ha detto il Dottore che, dopo una serie di stagioni senza sorriso in Yamaha, dirà quasi certamente addio alle competizioni nel 2021. Un’ipotesi che diventerà realtà se nell’imminente motomondiale Rossi non si sentirà più competitivo”. La Yamaha, del resto, ha già deciso che Valentino non sarà più il pilota ufficiale: al suo posto, dall’anno prossimo, Fabio Quartararo, attualmente alla Petronas, il team satellite dove corre anche Franco Morbidelli. E Lin Jarvis, managing director Yamaha, non ha escluso l’affascinante idea di un’accoppiata da sogno Valentino Rossi-Jorge Lorenzo in Petronas nel 2021. Chi smise e poi tornò, non su due ma su quattro ruote, fu Michael Schumaer. Che pure in moto si era divertito, dopo l’addio alla Formula 1 nel 2006. Simbolo e primattore dell’ultima Ferrari vincente, rientrò nel circus tre anni più tardi al volante di una Mercedes, senza però ripetere i fasti del passato.
Al ritiro inizia a pensare anche Roger Federer, il Bruce Springsteen del tennis, che tra un torneo e un altro organizza esibizioni con decine di migliaia di fan. Gli manca l’oro nel singolare alle Olimpiadi e i Giochi di Tokyo sono perciò il suo principale obiettivo del 2020. Poi, l’ignoto.
«Ho 38 anni e mi chiedo: sta per finire tutto? Se fosse vero il tempo sarebbe volato via davvero velocemente. Ho trascorso anni meravigliosi nel mondo del tennis. E so che dopo mi aspettano molte altre belle cose, anche se sono sicuro che questa vita mi mancherà» ha dichiarato di recente a Repubblica. Senza fretta, Maestro.
Stefano Sorrentino para un rigore a Cristiano Ronaldo.
Sorrentino, da Ronaldo ai gol tra i dilettanti N ell’ultimo campionato di Serie A, a quasi 40 anni, Stefano Sorrentino è stato l’unico portiere a parare un rigore a Cristiano Ronaldo. Oggi l’ex portiere e capitano del Chievo Verona ha salutato il calcio professionistico, ma di cambiare vita proprio non se ne parla. Di diverso, però, c’è che Sorrentino ha appeso i guanti da portiere e ha debuttato come centravanti nel Cervo, la squadra di Seconda categoria allenato dal padre Roberto. E che debutto. Dopo una prestazione altalenante, con tanto di iniziale ammonizione per simulazione, il numero 11 ha trovato il gol del 2-1 che ha permesso ai suoi di battere il Riva Ligure, davanti a trecento spettatori. Intanto, però, Sorrentino sta giustamente progettando una nuova vita oltre il campo di calcio: «È stato giusto fermarsi - ha spiegato Sorrentino junior - raggiungere le mie figlie a Torino, divertirsi e pensare al futuro: a strettissimo giro di posta, infatti, inizierò il corso per diventare direttore sportivo».