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Covid-19. Vaccini su quota 10 mln e prime luci
La Provincia Autonoma di Bolzano e il Molise le regioni che hanno somministrato percentualmente più dosi rispetto a quelle che hanno ricevuto
di Emilia Monti
Nel pieno della terza ondata si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive si inverte finalmente il trend dei nuovi casi settimanali e si riduce l’incremento percentuale dei nuovi contagi.
Comincia a procedere speditamente la campagna vaccinale, ormai verso quota 10 milioni. Al 28 marzo sono 9.315.069 i vaccini anti-Covid somministrati nel nostro paese, l’85 per cento delle dosi finora consegnate, pari a 10.968.780 (7.668.180 Pfizer/BioNTech, 826.600 di Moderna e 2.474.000 di AstraZeneca), mentre ammonta a 2.946.751 il totale delle persone vaccinate a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose di vaccino. Inoltre, dal 16 aprile arriverà in Italia il vaccino monodose Johnson & Johnson, al momento l’unico per il quale è prevista una sola somministrazione, senza richiamo.
Finora, la somministrazione ha riguardato 5.581.519 donne e 3.733.550 uomini. Nel dettaglio, le dosi sono state somministrate a 2.968.515 operatori sanitari, 481.672 unità di personale non sanitario, 540.969 ospiti di strutture residenziali, 2.971.107 over 80, 221.479 personale Forze armate, 940.796 personale scolastico e 1.190.531 altro. Per quanto riguarda la suddivisione territoriale, in testa in termini percentuali, la Provincia Autonomia di Bolzano con 100.588 dosi somministrate (il 94,1 per cento di quelle consegnate) e il Molise con 58.794 (89,8 per cento). La Lombardia è la Regione che finora ha somministrato più vaccini (1.483.295 dosi), seguita da Lazio (950.141dosi) e l’Emilia-Romagna (798.680 dosi).
In vista della scadenza del 7 aprile del Dpcm «andrà fatto un nuovo provvedimento a seguire. Verosimilmente, spiega il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, visto che dovremmo aver superato il picco della terza ondata, la strada è in discesa, andrà avanti così grazie alla vaccinazione, vedo un aprile che continuerà con i 21 parametri che governano le regioni, con delle regioni
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che torneranno al giallo, magari anche al bianco, qualcuna forse rimarrà in rosso, ma poi oltre alla vaccinazione, la primavera e l’estate ci consentiranno di abbassare ulteriormente la curva. Vedo scuole aperte e progressivamente il ritorno alla normalità, anche con la riapertura dei ristoranti la sera, magari non subito dopo Pasqua, ma bisogna iniziare a pensarci».
Nella settimana tra il 17 e il 23 marzo il monitoraggio indipendente della fondazione Gimbe rileva un lieve decremento dei nuovi casi di Covid-19 rispetto ai precedenti 7 giorni: 150.033 contro 157.677, pari a -4,8%, seppur con notevoli differenze regionali. Il monitoraggio segnala anche una lieve diminuzione dei decessi: 2.327 contro 2.522 (-7,7%). Continuano invece ad aumentare i casi attualmente positivi: (560.654 contro 536.115, +24.539, pari a +4,6%), le persone in isolamento domiciliare (528.680 contro 506.761, +21.919, pari a +4,3%), i ricoveri con sintomi (28.428 contro 26.098, +2.330, pari a +8,9%)e le terapie intensive (3.546 contro 3.256, +290, pari a +8,9%). In percentuale, la saturazione delle terapie intensive è inferiore al 30% in 12 regioni e nei reparti di area medica è superiore al 40% in 10 regioni. In tema di vaccini, a 7 giorni dalla fine del trimestre non risulta consegnato oltre un terzo delle dosi previste. Le Regioni hanno infatti ricevuto 9.911.100 dosi, pari al 63,1%. Sul fronte somministrazioni, al 24 marzo hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 2.624.201 milioni di persone (pari al 4,4% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 3,4% di Sardegna e Calabria al 5,7% del Friuli-Venezia Giulia. Rispetto alle fasce più a rischio, si conferma il notevole ritardo nella vaccinazione degli oltre 4,4 milioni di over 80: solo 846.007 (19,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.210.236 (27,4%) hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino.
Nelle strutture residenziali si iniziano a vedere i primi effetti delle vaccinazioni anti Covid-19, con un calo sia dell’incidenza della malattia fra i residenti e gli operatori, sia nel numero di residenti isolati, sia, anche se in misura ancora minore, nei decessi. Lo dimostra la seconda edizione del report di sorveglianza sulle strutture realizzato dall’Iss in collaborazione con il ministero della Salute, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e l’Ars Toscana.
Sono 833 le strutture residenziali Rsa che hanno partecipato alla sorveglianza, per un totale di 30.617 posti letto disponibili dal 5 ottobre 2020 al 14 marzo 2021. Di queste, 345 erano strutture residenziali per anziani non autosufficienti, per un totale di 15.398 posti letto. Secondo l’indagine, l’incidenza settimanale di Covid-19 nelle strutture residenziali è aumentata marcatamente nei mesi di ottobre e novembre, in corrispondenza della seconda ondata epidemica, e nel mese di novembre 2020 ha raggiunto un picco del 3,2% nelle strutture residenziali per anziani e del 3,1% in tutte le strutture residenziali, in linea con quanto osservato nella popolazione generale. L’incidenza si riduce invece dopo l’inizio della campagna vaccinale: nell’ultima settimana di febbraio e nelle prime settimane di marzo si raggiungono valori sovrapponibili o inferiori a quelli registrati nella prima settimana di ottobre (0,6% nelle strutture residenziali per anziani e del 0,5% in tutte le strutture residenziali nella settimana dall’8 marzo al 14 marzo 2021). Questo dato è in controtendenza rispetto all’andamento dell’epidemia nella popolazione generale che ha mostrato una recrudescenza nelle ultime settimane di febbraio e inizio marzo.
A partire dal 16 aprile arriverà in Italia il vaccino monodose Johnson & Johnson, al momento l’unico per il quale è prevista una sola somministrazione, senza richiamo.
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