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La farmacologia durante l’età imperiale
Durante l’età Imperiale si affermò la tendenza di raccogliere in un’opera esaustiva l’insieme di conoscenze possedute in una determinata disciplina, come è stato il trattato dal titolo “Sulla materia medica” del medico militare Pedanio Discoride. Discoride era nato ad Anazarbo, in Cilicia, ed esercitò la sua professione durante i regni di Claudio e Nerone: la sua opera è, infatti, dedicata al medico Ario, amico di Licinio Basso, che fu console nel 64 d. C.
Discoride viene considerato quello che introdusse le basi della farmacologia e nella sua opera descrive con dovizia, puntualità e conoscenze circa un migliaio di rimedi contro le malattie, soprattutto di origine vegetale, ma anche di natura animale e minerale. Nel suo trattato Discoride fornisce anche notizie su procedimenti chimici, come la cristallizzazione, la sublimazione, la distillazione e la preparazione del mercurio. Il suo trattato “Sulla materia medica”, che alcuni studiosi considerano anche una trattazione esauriente di botanica descrittiva dell’antichità, forse corredata pure di illustrazioni, ebbe grande fama nel periodo tardo-antico ed il suo recupero in Occidente durante l’età umanistica fu di enorme interesse; infatti, attraverso le numerose traduzioni latine e volgari, questo trattato influenzò in modo considerevole la Botanica del Rinascimento.
Discoride nell’introduzione della sua opera propone indicazioni generali per conoscere e raccogliere le piante medicinali. Egli esalta il modo empirico del lavoro dell’erborista, ma anche la necessità di una grande esperienza. Riguardo alle proprietà terapeutiche, Discoride nel suo trattato non corre dietro alle credenze superstiziose o magiche; talvolta, pur dando notizie di questo genere, mostra di non prestare fede a tali informazioni. Per lui le virtù medicinali delle piante dipendono dalle quattro qualità fondamentali: caldo, freddo, umido e secco. Discoride descrive in modo puntuale circa 600 piante, che raggruppa alcune in base a caratteristiche comuni, altre in base ad analogia delle proprietà medicamentose. Di ogni pianta egli descrive le caratteristiche, le qualità curative ed i rimedi che se ne possono trarre. Ad esempio, parlando della cicerbita Discoride ne delinea una descrizione accurata, dicendo che vi sono due specie: una selvatica e spinosa, l’altra tenera e, quindi, commestibile. Tutte e due le specie, però, hanno proprietà astringenti ed il loro succo, una volta bevuto, cura l’infiammazione e i dolori dello stomaco, mentre applicandolo sulla lana allieva le infiammazioni anali e uterine. La parte erbosa e la radice sono abbastanza efficaci contro i morsi degli scorpioni.
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“Sulla materia medica”, un trattato ricco di rimedi contro le malattie realizzato dal medico militare Pedanio Discoride, considerato il padre della farmacologia
di Barbara Ciardullo