5 minute read
Attese tra le rotaie
«F orse domani correrò / dietro il suo treno...» Claudio Baglioni nel suo singolo “Amore bello”, maggio del 1973, descrive l’ultima serata insieme di due amanti, prima della partenza di lei su un vagone che raggiungerà una delle tante stazioni sparse sui 19.353 km di linee ferroviarie. Allora sarà stato un “viaggio sentimentale” faticoso, ma lo sarebbe anche adesso, poiché la maggior parte della rete italiana è a binario unico (il 56,3%), come si può intuire dalla lettura del rapporto Pendolaria 2021 di “Legambiente”. Il Sud spicca per i suoi svantaggi con esempi quali la Calabria, 686 km a binario unico su 965 (il 69,6%), la Basilicata, solo 18 km di binario doppio e il 96,1% a binario singolo, la Sardegna (549 km a binario semplice su 599) e la Sicilia (1.267 km a binario singolo su 1.490 km totali di rete, l’85%).
Fino all’8 marzo 2020, data d’inizio della chiusura quasi totale per il Covid-19, i segnali erano positivi, con cifre in crescita partendo dalle metropolitane fino all’alta velocità. Dopo la successiva riduzione degli spostamenti e le limitazioni al riempimento massimo per garantire il distanziamento sociale, sono arrivate nuove scomodità per i pendolari. Vengono citate le linee Cumana, Circumflegrea e Circumvesuviana di Napoli, la Roma Nord, dove la situazione già prima della pandemia era difficile, con treni vecchi, lenti e in ritardo, la Roma Porta San Paolo - Lido di Ostia, che «ha perso il 45% dei passeggeri dal 2014» o «la difficile situazione della Lombardia a seguito della sostituzione di 139 corse con autobus, su alcune linee».
Negli ultimi dieci anni, però, il numero di coloro che ha scelto il treno è cresciuto, sia sui regionali sia su quelli nazionali, sfortunatamente con dati molto diversi tra le diverse aree. I passeggeri dell’alta velocità di Trenitalia sono saliti dai 6,5 milioni del 2008 ai 40 nel 2019: un aumento esponenziale (+515%), connesso al raddoppio della flotta in viaggio. Sempre nello stesso anno, il numero di persone che quotidianamente si spostavano su collegamenti nazionali era di circa 50mila sugli Intercity e di 170mila sull’alta velocità tra le Frecce di Trenitalia e Italo. Fuori da quel recinto celere, tuttavia, l’offerta dei convogli a lunga percorrenza, finanziati con il contributo pubblico, in termini di treni per chilometri è scesa dal 2010 al 2019 del 16,7% e simmetricamente sono calati i viaggiatori del 45,9%. La leggera ripresa (+0,8%) di due anni fa non ha inciso più di tanto.
Passeggeri in forte ascesa, all’opposto, sui treni regionali e metropolitani, sorpassando i sei milioni ogni giorno con un incremento del 7,4% tra 2018 e 2019. I pendolari sui regionali sono lievi-
Ferrovie: Legambiente, in Italia su 19.353 km di linee ferroviarie è a binario unico il 56,3%” soprattutto al Sud ATTESE TRA LE ROTAIE
tati di circa 19mila unità nel 2019 (+0,6% rispetto al 2018), approdando a 2 milioni e 938mila, mentre le linee metropolitane hanno avuto 270mila viaggi in più al giorno nel 2019 (+9,7% in confronto al 2018), per un totale di oltre tre milioni di spostamenti quotidiani nelle sette città in cui la metro è presente, soprattutto a Milano, Catania e Brescia e Roma, grazie al collegamento tra metro A e C.
«È stata fotografata - spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di “Legambiente” - la situazione del trasporto ferroviario ai tempi del Covid-19, ma vogliamo focalizzare l’attenzione sulle opportunità irripetibili offerte dal Next Generation EU che, insieme ai fondi strutturali europei e agli investimenti nazionali, può rappresentare la svolta per la mobilità nel nostro Paese al 2030. Il Recovery Plan, proposto dal Governo Conte, deve essere modificato: oggi è una lista d’interventi, mentre il Paese ha bisogno di una visione del cambiamento che si vuole mettere in campo, per affrontare i problemi e migliorare l’accessibilità su ferro in ogni parte d’Italia, in modo da raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati dall’Unione Europea al 2030 e al 2050. Emissioni alle quali il settore dei trasporti contribuisce per il 26% e che dal 1990 a oggi non hanno visto alcun calo. In tal senso, riteniamo un’ottima scelta la nomina di Enrico Giovannini alla guida del Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti e siamo pronti a dare il nostro contributo per uno sviluppo sostenibile che guardi alle priorità del Paese».
Al centro del Recovery Plan, per “Legambiente”, occorrono scelte lungimiranti, idonee ad accelerare la decarbonizzazione e migliorare la facilità di utilizzo nel trasporto su rotaia. Un ruolo da protagonisti devono giocarselo innanzitutto le aree urbane, in cui ci sono oltre i due terzi degli spostamenti. La meta sarà incrementare il numero di viaggi al giorno su regionali e le metropolitane, arrivando a dieci milioni entro il decennio. «Tutti i dati pre-pandemia confermano la voglia degli Italiani di prendere treni, metro e tram, lasciando a casa l’auto. Con il Recovery Plan - sottolinea Zanchini - dobbiamo accelerare questa prospettiva attraverso investimenti e riforme non più rinviabili, dal recupero dei ritardi infrastrutturali nelle aree metropolitane all’elettrificazione delle linee ferroviarie al Sud, al potenziamento delle linee nazionali secondarie. Un cambiamento è possibile, come confermano le esperienze e i numeri positivi raccontati in questi anni e osservati ovunque si offra un’alternativa competitiva ai milioni di pendolari che si muovono ogni giorno nelle città, oggi principalmente in auto, aiutando così sia l’economia sia il turismo». (G. P.).
Il progetto
“Pendolaria 2021” propone trentotto storie e tante altre, consultabili sul sito dedicato al rapporto, con esempi positivi, da Nord a Sud, nella mobilità sostenibile. Molte riguardano la trasformazione degli spostamenti grazie alle linee tramviarie presenti, per esempio, a Padova, Firenze o Palermo. Altre raccontano le metrotranvie, come in Sardegna, a Sassari e a Cagliari, il progetto di una metropolitana di superficie a Ragusa, le nuove velostazioni, grazie alle quali gli spazi in città sono rigenerati e i pendolari possono raggiungere i luoghi di partenza in bicicletta, piuttosto che in auto, come a Rimini, Cesano Maderno, Busto Arsizio e Como Borghi. Regaleranno soddisfazioni, infine, le future linee turistiche in diciotto aree di particolare pregio naturalistico e/o archeologico.