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Atrofia muscolare spinale. La speranza “italiana” di nuove cure

Èannoverata tra le malattie rare, colpisce un neonato ogni 6.00010.000 nati e ad oggi è la principale causa di mortalità infantile associata ad una malattia genetica: è l’atrofia muscolare spinale (che molti conoscono con una sigla: SMA) ed è caratterizzata dalla perdita dei motoneuroni, quei neuroni che trasportano i segnali dal sistema nervoso centrale ai muscoli controllandone il movimento. Di cure ne esistono poche. Negli ultimi anni sono state approvate alcune terapie (alcune delle quali particolarmente promettenti per alcuni soggetti se somministrata entro i tre mesi di vita) ma esiste un’ampia percentuale di bambini affetti da SMA che, invece, non ha benefici o non riesce ad accedere ai farmaci, costosi e non in tutti i paesi garantiti dal sistema sanitario. In questo complesso scenario, però, c’è uno spiraglio di luce e questo spiraglio ha un’anima italiana. È l’Istituto di biofisica del Cnr di Trento, infatti, ad aver coordinato uno studio al quale hanno partecipato le Università di Trento, Edimburgo e Utrecht, l’Istituto Sloveno di Chimica e Immagina Biotechnology. Pubblicato su Nature Cell Biology e finanziato da AFM Telethon (Francia), Telethon (Italia), Provincia Autonoma di Trento e Fondazione Caritro ha tutte le carte in regola per rappresentare un punto di svolta per future terapie. A spiegarne la portata è Gabriella Viero (Cnr-Ibf), coordinatrice dello studio e co-autrice del lavoro.

Qual è il punto di partenza?

«La SMA è causata dalla perdita o dalla mutazione del gene Smn1, che riduce i livelli di una proteina nota come Survival Motor Neuron (SMN) e provoca, fin dai primi mesi di vita, difetti nei motoneuroni e debolezza muscolare. Quella proteina riveste un ruolo cruciale nel regolare l’attività dei ribosomi, le “macchine molecolari” che producono proteine traducendo il messaggio codificato

ATROFIA MUSCOLARE SPINALE. LA SPERANZA “ITALIANA” DI NUOVE CURE Individuato un nuovo meccanismo molecolare della malattia. Intervista a Gabriella Viero

nell’RNA e proveniente dai geni, in un pro- caratterizza la malattia, aprendo la strada cesso noto appunto come traduzione. Già alla progettazione di nuove terapie mirate. intorno al 2013 sono stata coinvolta in uno I risultati sono incoraggianti, perché finora studio, promosso dalla Provincia autonoma si ipotizzava che la malattia fosse causata di Trento, sulle malattie dei motoneuroni, da difetti in altri processi cellulari. Come come la sclerosi laterale e la SMA, e già in è facile immaginare, capire le cause di una quel lavoro furono osservati difetti di que- patologia cambia tutto: potremmo aver sto processo di tradu- trovato il tassello che zione mai esplorati prima. Nello studio Colpisce un neonato ogni mancava». Al momento qual appena pubblicato, poi, ci siamo messi al lavoro per caratte6.000-10.000 nati ed è una causa genetica è il protocollo di cura? «È una malattia rizzare quei difetti in di mortalità infantile rara, malgrado la mumodo più preciso». tazione che la provoE ci siete riusciti? ca sia molto frequen«Abbiamo scoperto come la mancanza te: è presente in circa 1 persona su 40/60. della proteina SMN “blocchi” il norma- Se due adulti sono portatori sani, hanno il le processo di formazione delle proteine, 25% di probabilità di avere un bambino afindispensabile per un corretto sviluppo fetto da SMA. Ad oggi, ci sono tre farmaci dell’organismo. In sostanza, abbiamo indi- approvati dalla FDA statunitense, ma sono viduato una precisa connessione tra la pro- costosissimi: si parla di milioni di euro per teina SMN e l’attività dei ribosomi che getta ciascun paziente, un costo che ricade sui nuova luce sul meccanismo molecolare che servizi sanitari e sulle famiglie. In Europa, i

© eva_blanco/www.shutterstock.com singoli stati membri hanno politiche diver- le. Ma lo scontro di una famiglia e del suo se per la cura delle malattie rare e quindi bambino con questa patologia ha dei risvolci sono difformità importanti a seconda del ti psicologici enormi. Ecco perché cercapaese. Ma una differenza importante (su re una cura efficace è importante almeno quanto siano efficaci le cure) la fa lo stato quanto intervenire in tempo, magari con del paziente: finché si riesce a intervenire in test semplici anche su neonati». uno stadio presintomatico, e cioè nei bam- Quali sono i potenziali sviluppi di quebini entro i 3 mesi di sta nuova ricerca? vita, ci sono ottime possibilità di effica- “Ad oggi, ci sono «Continueremo a studiare il dettaglio cia. C’è però un’am- tre farmaci approvati molecolare dell’intepia quota di soggetti “non responder”, di dalla FDA statunitense, razione tra la prote zione SMN e il ribo pazienti più grandi ma sono costosissimi” soma. Naturalmente, – ma sempre giova- l’obiettivo è tradurre nissimi – che magari questa ricerca di base presentano una struttura muscolare e sche- in test: al momento, è in corso uno studio letrica già compromessa e che non hanno pilota in collaborazione con Utrecht. Tutti benefici dalle terapie. E non se ne conosce i passi mossi finora, così come i successivi, la causa». sono volti ad aiutare i pazienti puntando

Che impatto ha la SMA sui pazienti? all’individuazione di nuove molecole che

«La malattia non colpisce i bimbi a li- rallentino il decorso della malattia e allo svivello cognitivo, i sensi e le percezioni sono luppo di nuovi test per monitorare i farmaci normali, così come lo è l’attività intellettua- nei soggetti non responder». (C. D. M.)

Gabriella Viero.

Chi è

Ha coordinato lo studio che individua il meccanismo molecolare che caratterizza l’atrofia muscolare spinale: Gabriella Viero si è laureata in Scienze Biologiche ad indirizzo Biomolecolare all’Università di Padova nel 1999. Ha successivamente conseguito il dottorato in Scienze Biomolecolari applicate alle Scienze Biomediche all’Università di Verona. Dopo un periodo di ricerca presso l’Istituto di Biofisica del CNR, ha speso quattro anni presso il Dipartimento CIBIO dell’Università di Trento. Attualmente ricopre la carica di ricercatore presso l’Istituto di Biofisica di Trento ed è responsabile di un gruppo di ricerca che si occupa del coinvolgimento del processo cellulare della sintesi proteica, o traduzione, nelle malattie del motoneurone.

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