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Leucemia linfoblastica acuta: nuova immunoterapia

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Leucemia linfoblastica acuta: nuova immunoterapia Blinatumomab può aumentare l’aspettativa di vita e diminuire le ricadute

di Domenico Esposito senza di un piccolo numero di cellule leucemiche rilevabili solo con particolari diagnostiche. Ciò avviene al netto di una situazione clinica che non mostra segni evidenti della malattia, ma che comporta una

Punto di svolta nella lotta contro la leucemia linfoblastica acuta sopravvivenza media per questa fascia di pazienti di circa due anni. (LLA), forma aggressiva di tumore del sangue che può colpire La nuova immunoterapia, basata su una tecnologia chiamata BiTE, tanto gli adulti quanto i bambini. La ricerca in ambito medi- permette alla molecola immunoterapica Blinatumomab, un anticorco e scientifico consentirà infatti ai pazienti che ne soffrono di po definito a doppio bersaglio, di legarsi contemporaneamente a due beneficiare di periodi sempre più lunghi senza la malattia, fino alla sua bersagli, svolgendo di fatto il ruolo di ponte che connette le cellule potenziale eradicazione definitiva. Responsabile di questi importanti T, gli agenti più potenti del sistema immunitario, alle cellule tumorali progressi nel trattamento della malattia residua minima (MRD) è una bersaglio. Questo meccanismo d'azione fa sì che le cellule T siano in nuova immunoterapia, in grado di colpire le cellule invisibili anche al grado di agire a distanza ravvicinata sui loro obiettivi, le cellule tumomicroscopio ottico. Sono proprio queste ultime con la loro permanenza rali, individuandole e rilasciando molecole che ne provocano la morte. nell'organismo anche quando la malattia non si Come ha spiegato il professor Locatelli, manifesta più attraverso i sintomi - e i parametri nei bambini in cui le cure convenzionali non clinici sono rientrati nella norma - a far aumentare il rischio di ricadute. Il nuovo trattamento, che prende il nome di Blinatumomab ed è già impieSi tratta di una nuova terapia per il trattamento dell'MRD, sortivano effetto, le possibilità di ripresa erano «marcatamente basse». Al contrario blinatumomab viene visto come un trattamento innogato nel trattamento della leucemia linfoblastica la malattia residua minima, che vativo e al tempo stesso rivoluzionario nell'amacuta negli adulti, ha da poco ottenuto il via libera dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) colpisce anche le cellule invisibili bito dell'oncologia pediatrica ed è per questo fonte di «speranza per le famiglie». L'attacco per l'estensione d'uso sia sui pazienti adulti con alla malattia residua può essere interpretato in malattia residua da LLA, sia sui bambini in cui un certo senso come un passo intermedio verso la malattia torna a ripresentarsi e non regredisce dopo due precedenti quello che è l'obiettivo finale degli esperti: l'eradicazione complelinee di trattamento o trapianto di cellule staminali. ta della leucemia linfoblastica acuta. Su questo aspetto, il professor

L'immunoterapia è stata presentata al convegno intitolato 'Un Bassan, pur rimarcando la necessità di attendere i risultati di studi ponte verso il futuro dell'oncoematologia' tenutosi a Venezia e pre- più ampi, ha sottolineato come vi siano già oggi numerosi soggetti sieduto da Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoe- «senza malattia residua e senza recidiva dopo 4-5 anni». Come ha matologia dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma, e Renato Bassan, infine sottolineato Robin Foà, professore ordinario di Ematologia direttore dell'Unità di Ematologia dell'Aulss Serenissima. Gli studiosi dell'Università La Sapienza di Roma, Blinatumomab consente ai hanno spiegato che la malattia interessa in Italia circa 400 persone portatori di malattia residua minima di diminuire il rischio di reciogni anno: dai dati emersi si evince che nel 30% dei pazienti adulti dive e aumentare le chance di sopravvivenza a lungo termine, rencon LLA da precursori delle cellule B permane un residuo di malattia dendoli inoltre più idonei a sottoporsi ad un trapianto allogenico di anche dopo la remissione della patologia come conseguenza della pre- cellule staminali.

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