Il Giornale dei Biologi - N. 6 - Ottobre 2018

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Biologi Il Giornale dei

Numero 6 Ottobre 2018 www.onb.it

Edizione mensile di AgONB, Agenzia di stampa dell’Ordine Nazionale dei Biologi. Registrazione n. 52/2016 al Tribunale di Roma. Direttore responsabile: Claudia Tancioni.

MENSILE DELL’ORDINE NAZIONALE DEI BIOLOGI

Job Meeting Un forum per far incontrare aziende e professionisti PRIMO PIANO

BIOLOGIA DEL PALAZZO

SALUTE

I giovani Biologi si incontrano a Firenze per discutere del futuro occupazionale

Il Governo Lega-M5S punta a far crescere l’economia italiana aumentando il deficit

Puzzle visivi. La corteccia prefrontale elabora le immagini anche se chiudiamo gli occhi


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Sommario EDITORIALE 3

Indomiti alla mediocrità di Vincenzo D’Anna

PRIMO PIANO 5

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Job meeting. A Firenze il “Forum dei Giovani Biologi” di Stefania Papa

18

6

I giovani Biologi alla “ricerca” del futuro

7

Biotecnologie. Un settore in espansione

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di Carmine Gazzanni

di Vincenzo Cosimato di Daniela Arduini

Corso Fad sulle acque destinate al consumo umano

Alimentazione scorretta nella patria del mangiar sano SALUTE

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Migliorano i livelli essenziali di assistenza

22

Novax contro provax oppure sicurezza e libertà vaccinale?

di Daniele Ruscitti

di Franco Trinca

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Tumori in aumento in Italia: 373mila nuovi casi stimati quest’anno di Daniele Ruscitti

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di Carmen Paradiso

22 26 BIOLOGIA DEL PALAZZO 11

Oriana Fallaci e la politica di oggi

12

La scommessa del Governo: più deficit per fare crescita

di Riccardo Mazzoni

di Riccardo Mazzoni

14

Un azzardo che sarà pagato dai risparmiatori italiani

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Cervello e intestino più legati di quanto si possa immaginare

di Carmine Gazzanni

Insufficienza cardiaca cronica, individuata la possibile causa di Elisabetta Gramolini

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Puzzle visivi. Non restiamo al buio se chiudiamo gli occhi di Francesca Cicatelli

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Sclerosi laterale amiotrofica

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Atrofia muscolare spinale: presentato il libro bianco

di Riccardo Mazzoni

INTERVISTE

La rete biologica responsabile del linfoma follicolare

di Domenico Esposito

di Elisabetta Gramolini

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La salute viene mangiando

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Il melograno e i suoi usi cosmetici

di Tiziana Landi

di Carla Cimmino

Attualità

Scienze

Contatti


INNOVAZIONE 36

Le fragole del futuro cambiano Dna

38

Triplicare l’energia elettrica nei paesi in via di sviluppo

di Giacomo Talignani

di Nico Falco

AMBIENTE 40

Il “www” tutto italiano del mondo delle piante di Giacomo Talignani

42

La scienza lavora per salvare le tigri

44

Petali assonnati giù dal letto al mattino

46

Mediterraneo, un mare in pericolo

38

di Marco Modugno

STORIA E RICERCA

di Francesca Cicatelli

58

di Martina Scanu

48

di Gabriele Scarpa

Nella solfatara di Pozzuoli il batterio anti-pesticidi

BREVI

di Nico Falco

60

BENI CULTURALI 50

Biologi sulle orme di Annibale: ecco dove attraversò le Alpi

di Nico Falco e Rino Dazzo

LAVORO

Nell’orto di Botticelli è sempre primavera

di Pietro Sapia

La biologia in breve

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Concorsi pubblici per Biologi SCIENZE

66

La citofluorimetria nelle neoplasie

70

La Società Italiana di Citologia

73

Eau Concert 2. I luoghi della biodiversità

77 SPORT Lo sport (a volte) non ha età di Antonino Palumbo

di Antonella Pellegrini

di Cinzia Zugolaro e Carlo Pandurini

CONTATTI

36

56

di Giovanni D’Arena e Raffaele De Vita

Informazioni per gli iscritti POSTA

78

Lettere al Presidente Attualità

Scienze

Contatti


EDITORIALE

Indomiti alla mediocrità di Vincenzo D’Anna Presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi

I

dere notizie, eventi scientifici, e interviste ai protagonisti nnanzi a coloro che sono chiamati a organizzare la di tali eventi rendendo così partecipi dei medesimi una vita di un ordine professionale come quello dei biolosempre più larga platea di biologi. La ristrutturazione e gi, si parano diverse strade, alcune obbligatorie, altre il potenziamento degli uffici ha migliorato e velocizzato facoltative. Tra le obbligatorie vi sono la legalità e la l’interlocuzione con gli iscritti, aprendo l’Ordine alla intrasparenza delle azioni amministrative compiute attraterazione con chiunque abbia la necessità di essere inforverso l’attivazione puntuale e piena delle comunicazioni e mato, indirizzato e tutelato nelle più disparate situazioni. delle informazioni riservate agli associati, l’efficientamenMa tutto ciò non basterebbe se non imboccassimo anche to e l’ampliamento dei servizi da rendere ai biologi, la tuun’altra strada: quella di aprire le porte dell’ONB a quella tela dei diritti e delle prerogative professionali dell’intera miriade di colleghi che, per un motivo o per un altro, non categoria, la difesa dei valori della scienza e delle finalità sono ancora iscritti all’ordine professionale. ultime della Biologia, anche attraverso la riqualificazioIl passaggio nelle professioni sanitarie ha aperto una ne del corso di laurea, l’acquisizione ai dipartimenti di vasta breccia nel muro della incomunicabilità e della Scienza delle idonee specializzazioni per i biologi, la forestraneità all’Ordine per tantissimi biolomazione e l’aggiornamento professionale. gi che si accingono ora a ritornare nell’alLe vie facoltative sono invece quelle veo più naturale che è quello di essere che, a discrezione dei dirigenti, possono Un’altra strada partecipi della vita del proprio ordine essere scelte per raggiungere gli scopi che dobbiamo professionale, a cominciare dai ricercatoprecipui indicati nelle vie obbligatorie. Si ri, dai dottori di ricerca dai docenti unitratta di facoltà discrezionali, della scelta percorrere è quella versitari che a breve transiteranno, con dei consulenti, della scelta degli strudi una norma speciale, all’albo menti che la moderna tecnologia mette a di essere presenti nel l’ausilio degli iscritti. Dovrà necessariamente far disposizione per migliorare e qualificare seguito anche l’adozione di norme legila formazione e l’informazione degli asdibattito scientifico slative che dovranno consentire anche ai sociati, l’utilizzo delle risorse economiche più avanzato dipendenti di determinati pubblici uffici, disponibili per il perseguimento di talune il passaggio all’albo professionale e confinalità associative. tiamo di ottenere tale novità legislativa a La strada che la nuova dirigenza breve. Se questi due eventi si realizzeranno, nell’arco di dell’ONB ha scelto, è quella di percorrere sia le vie obbligapochi mesi la platea degli iscritti aumenterà di circa un torie che quelle facoltative senza il timore di esporsi anche terzo di quella esistente, che in quest’anno ha superato la alle critiche dei meno avveduti e dei cosiddetti “benalsoglia dei 50mila iscritti. tristi”, ovvero di coloro che hanno sempre “ben altro” da Un’altra strada che dobbiamo percorrere è quella di eschiedere e che fanno della critica sistematica l’unico punsere presenti nel dibattito scientifico più avanzato, quello to di forza della propria attività. V’è infatti il dovere di della genetica, dell’alimentazione, della sperimentazione migliorare le cose, di renderle percepibili alla stragrande sul codice epigenetico, sulla sicurezza dei vaccini, sulle maggioranza degli iscritti e di assoggettarsi, con la dovuta interazioni tra inquinamento, ambiente, salute e le nuove temperanza, anche alle critiche più ingenerose, sperando professionalità emergenti per i biologi. In ultimo e non che i risultati ottenuti alla fine abbiano il sopravvento sul per ultimo, l’attivazione della fondazione con l’Enpab, chiacchiericcio di fondo. Non a caso abbiamo scelto di doalla quale rendere partecipe anche il ministero vigilante, tarci di nuovi organi di informazione, come il rinnovato quello della Salute, per uniformare e qualificare ulteriormodello di sito, passato da luogo della mera comunicaziomente i percorsi di una formazione professionalizzante ne istituzionale a luogo della costante informazione per e di eccellenza, per sostenere e finanziare i progetti di i biologi (e non solo!), di dotarci di due giornali, di cui ricerca, per dare una comune casa alle società scientifiche uno consultabile on-line che nel mese scorso ha totalizzato e alle associazioni di categoria. Un vero e proprio “pensaben 40mila “accessi”, e un magazine cartaceo con firme toio” fatto di persone qualificate, per storia professionale prestigiose della scienza, del giornalismo, del mondo della e personale, che possa fungere da volano alle iniziative cultura in generale, a testimonianza del rinnovato impedell’Ordine e della cassa di previdenza. gno e della riqualificazione dell’immagine e delle attività Insomma, essere indomiti alla mediocrità. ordinistiche. Una radio e una web tv cominciano a diffonIl Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

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Anno I - N. 6 Ottobre 2018 Edizione mensile di AgONB (Agenzia di stampa dell’Ordine Nazionale dei Biologi) Testata registrata al n. 52/2016 del Tribunale di Roma Diffusione: www.onb.it

Direttore responsabile: Claudia Tancioni In redazione: Luca Mennuni e Gabriele Scarpa

Biologi Il Giornale dei

Numero 6 Ottobre 2018 www.onb.it

Edizione mensile di AgONB, Agenzia di stampa dell’Ordine Nazionale dei Biologi. Registrazione n. 52/2016 al Tribunale di Roma. Direttore responsabile: Claudia Tancioni.

MENSILE DELL’ORDINE NAZIONALE DEI BIOLOGI

Hanno collaborato: Daniela Arduini, Francesca Cicatelli, Carla Cimmino, Vincenzo Cosimato, Giovanni D’Arena, Rino Dazzo, Raffaele De Vita, Domenico Esposito, Nico Falco, Carmine Gazzanni, Elisabetta Gramolini, Tiziana Landi, Riccardo Mazzoni, Marco Modugno, Antonino Palumbo, Carlo Pandurini, Stefania Papa, Carmen Paradiso, Antonella Pellegrini, Daniele Ruscitti, Pietro Sapia, Martina Scanu, Giacomo Talignani, Cinzia Zugolaro. Progetto grafico e impaginazione: Ufficio stampa dell’ONB. Questo magazine digitale è scaricabile on-line dal sito internet www.onb.it edito dall’Ordine Nazionale dei Biologi. Questo numero de “Il Giornale dei Biologi” è stato chiuso in redazione mercoledì 24 ottobre 2018.

Job Meeting Un forum per far incontrare aziende e professionisti

Contatti: +39 0657090205, +39 0657090225, ufficiostampa@onb.it.

PRIMO PIANO

BIOLOGIA DEL PALAZZO

SALUTE

I giovani Biologi si incontrano a Firenze per discutere del futuro occupazionale

Il Governo Lega-M5S punta a far crescere l’economia italiana aumentando il deficit

Puzzle visivi. La corteccia prefrontale elabora le immagini anche se chiudiamo gli occhi

Immagine di copertina: © ASDF_MEDIA/www.shutterstock.com

Per la pubblicità, scrivere all’indirizzo protocollo@peconb.it. Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano l’Ordine né la redazione.


PRIMO PIANO

FIRENZE - 8 NOVEMBRE 2018 Politiche giovanili

Auditorium e Sala Borse della Camera di Commercio di Firenze, piazza Mentana, 1 A 1,5 chilometri (10 minuti in taxi) dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella

Job meeting A Firenze il “Forum dei Giovani Biologi”

Per informazioni e per iscriversi all’evento, visita il sito www.onb.it

Un’occasione di incontro da professionisti, imprese e associazioni di categoria di Stefania Papa*

Q

uella sottile linea che divide formazione e professione, didattica e occupazione. Passa attraverso i giovani il futuro dei Biologi. Lì, dalle “nuove leve” dove talento e innovazione forgiano i geni del domani. Scienziati, ricercatori, studiosi: semplicemente professionisti, pronti a sbalordire il mondo delle scienze biologiche con le loro scoperte. Sarà dedicato a loro, alla “new generation”, il job meeting “Forum dei Giovani Biologi” organizzato dall’Ordine Nazionale dei Biologi il prossimo 8 novembre, negli spazi dell’Auditorium della Camera di Commercio di Firenze (in piazza Mentana 1). Un’occasione, quella fortemente voluta dall’ONB, per mettere in contatto gli “ever-green” in camice bianco con il mondo del lavoro. In un mercato libero dove il professionista è costretto a trasformarsi sempre più nel promotore di se stesso, diventa d’altronde d’importanza strategica realizzare una vetrina in cui poter mettere in mostra le proprie potenzialità. Da qui la necessità, per i giovani Biologi, di acquisire competenze che siano anche trasversali rispetto alla norma* Consigliere dell’ONB e delegato nazionale alla Sicurezza alimentare.

Forum dei GIOVANI BIOLOGI

Logo dell’evento.

le formazione scientifica. Qualità, per dirla tutta, in grado di relazionare e avviare un percorso realmente competitivo in contesti lavorativi ormai sempre più interdisciplinari e di coworking inteso come nuovo stile lavorativo. Il giusto mix, insomma, tra novità e didattica di base. Il tutto per essere perfettamente al passo con i tempi. Nasce proprio da questa necessità la scommessa del rinnovato ONB di voler puntare tutte le proprie carte sulla comunicazione professionale rafforzando l’asse tra università, mondo del lavoro ed istituzioni, gettando, in tal modo, un vero e proprio ponte tra formazione, occupazione ed enti pubblici. Un patto fondamentale per riuscire e trasformare gli studi e i report che vengono normalmente prodotti e realizzati

all’interno degli atenei, in ricerca applicata traducendo, così, la competenza acquisita magistralmente in arte esperenziale maturata sul campo. Ed è proprio in quest’ottica che è stato pensato e ideato il job meeting di Firenze: una piattaforma d’incontro, ma anche di dialogo e business tra giovani professionisti, industrie, associazioni di categoria, mondo della ricerca e start-up attivi e operativi nel settore della biologia applicata. Alcuni dati chiariranno i “perché” dell’iniziativa fiorentina. In Italia, negli ultimi 5 anni, sono risultati in costante aumento dottori e dottorandi extraeuropei e, quasi di pari passo, è cresciuto il numero degli addetti nel campo della ricerca e dell’innovazione sul totale della forza lavoro (8,8 addetti alla ricerca ogni 1.000 occupati contro 10, 4 dato medio UE). Di converso, sono rimasti piuttosto bassi il numero dei brevetti e quello dei ricercatori che operano nell’ambito delle imprese (dati UniFi). Tali elementi la dicono lunga sulla necessità di riuscire a finalizzare lo sviluppo dei nuovi indirizzi professionali e dei nuovi “applicativi” della Biologia rafforzando e diversificando l’esercizio di quelli già esistenti. Il tutto al fine di garantire una crescita della professione risvegliando, al contempo, e realizzando la propria imprenditorialità (wake UP-start UP). Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

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PRIMO PIANO

I giovani Biologi alla “ricerca” del futuro Tante eccellenze tra le nuove leve che, però, spesso lavorano all’estero di Vincenzo Cosimato*

L

a ricerca scientifica si pone al centro dei processi di innovazione e sviluppo tecnologico di diversi Paesi Membri dell’Unione Europea favorendo, in diversi casi, la possibilità di creare interessanti start up ed imprese volte a smuovere il mercato economico nazionale. Gli investimenti Italiani nella ricerca corrispondono al 1,25 per cento del PIL, contro il target EU 2020 che è del 3 per cento, mostrando una scarsa e carente fiducia che il Bel Paese ripone nella Ricerca di Base, Industriale e Traslazionale. Spesso, alla cronica e perpetua scarsità dei fondi si associa una cattiva gestione delle risorse monetarie ed umane inducendo ad una emigrazione di massa di laureati e ricercatori verso l’estero. La fuga dei cervelli, avvolge il destino di circa tremila dottori di ricerca che ogni anno abbandonano il Paese provocandone un declino culturale, ma anche economico. Infatti, accade che in Italia vi sia un ingente investimento di risorse e personale docente per preparare giovani pronti ad esportare le elevate competenze acquisite nella crescita socio/economica di un altro Paese Membro. Il ragionamento non è cer-

* Biologo specialista in Patologia Clinica e membro del Consiglio Nazionale dei Biologi.

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Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

Figura 1. Numero di Grantees per Nazione Europea: gli italiani se ne sono aggiudicati uno su dieci. Su 42 vincitori con il passaporto italiano solo 12 lavoreranno in Italia.

to intriso di Patriottismo ma è evidente che in Europa questi studiosi qualificati trovino migliori condizioni lavorative. Se guardiamo a un altro indicatore, quello dei dieci anni di investimento europeo nei prestigiosi bandi ERC (European Research Council), dei 751 progetti vinti da ricercatori italiani, 335 (il 45 per cento) riguardano idee di studiosi italiani che hanno sviluppato o svilupperanno le loro

ricerche in altri Paesi europei che li hanno accolti e dove investiranno i circa 2,5 milioni di euro dell’ERC (Figura 1). È evidente che l’emigrazione di 3 mila ricercatori italiani ed un tasso di “importazione” irrisorio di ricercatori comporta un saldo negativo: -13,2 per cento. In altre parole, se il 16,2 per cento dei ricercatori italiani se ne va, solo il 3 per cento di studiosi stranieri arriva in Italia. Non accade


PRIMO PIANO

Biotecnologie Un settore in espansione L’Ordine dei Biologi rappresenta i professionisti di questa disciplina di Daniela Arduini*

così nel resto d’Europa, che vede percentuali in pareggio o addirittura positive. Questa situazione significa per l’Italia una ingente perdita di capitale umano ed un consequenziale impoverimento economico. Infatti, si stima che in un decennio, dal 2010 al 2020, il nostro Paese perderà 30mila ricercatori e 5 miliardi di euro che, invece, contribuiranno alla crescita di altri stati. La ricerca scientifica rappresenta il principale pilastro della categoria di Biologi e Biotecnologi, che quotidianamente contribuiscono significativamente ad implementare le conoscenze in campo biomedico ed ambientale. Infatti, la prestigiosa rivista Nature nel febbraio 2018 ricordava che l’Italia è il Paese europeo che ha maggiormente incrementato il proprio contributo al 10 per cento delle scoperte scientifiche più citate al mondo. Sarà compito delle Istituzioni preposte a riporre al centro del dialogo socioeconomico del nostro Paese la ricerca scientifica, valorizzando il lavoro di giovani colleghi dottorandi e ricercatori che operano nell’ambito delle università e delle aziende. Senza adeguati interventi e senza la volontà di stimolare le idee di giovani e meno giovani, la ricerca italiana non godrà di lunga vita. Le passioni tramonteranno, lo sviluppo intellettuale si eclisserà, la consapevolezza di ciò che si deve sapere per saper fare si affievolirà.

I

Negli ultimi anni sono stati lanciati inolnnovazioni biotecnologiche per fornire mezzi diagnostici e cure sempre più mi- tre diversi programmi di accelerazione e inrate ed efficaci. È questo il tema al cen- cubazione per startup biotech che nascono tro ormai dei più importanti congressi dal mondo della ricerca. Ancora numerosi però sono i punti criscientifici. Non conosce infatti freni la crescita delle biotecnologie in Italia, soprattut- tici che soffocano le enormi potenzialità di to per il settore delle “red biotech”, relative crescita del settore nel nostro paese. Grave ad esempio il ritardo da parte delle istituzioalla salute umana.
 Questo comparto genera una quota pre- ni sul riconoscimento professionale del bioponderante del fatturato, corrispondente ad tecnologo che oltre ad implicazioni di natura oltre otto miliardi (74% del totale) a fron- legislativa porta a ripercussioni su una già te di più alti investimenti e di mancante struttura del bioteuna maggiore quota di addetti Ancora numerose ch job placement. impiegati in R&S biotech. L’Ordine Nazionale dei sono le criticità È italiano, infatti, il primo Biologi, come unico organo di che soffocano trattamento di terapia cellulaStato riconosciuto della nore mai approvato, e siamo tra stra professione, grazie all’inle enormi i primi anche sul fronte della tervento del Presidente D’Anpotenzialità terapia genica. na, ha deciso di creare uno spazio dedicato specificataMa le biotecnologie non di crescita mente alle biotecnologie, per si fermano solo a stravolgere l’ambito della salute. Ormai hanno compiu- sostenerle e rappresentarle attraverso gli to importanti rivoluzioni anche nel campo unici canali possibili di reale cambiamento. Il fine sarà quello di instaurare nuove industriale, agrario ed ambientale. Il fatturato del settore industriale sfiora i 2 miliar- collaborazioni con enti, istituzioni ed aziendi di euro, registrando una crescita del 16% de per garantire una maggiore nitidezza e per le imprese dedicate alla R&S biotech a protezione al futuro lavorativo del giovane capitale italiano rispetto a quanto rilevato biotecnologo. Fondamentale perciò, da parper il 2014. te di noi giovani professionisti, è quello di prender parte attivamente alla vita dell’Ordine e condividere così necessità, progetti ed iniziative, con chi davvero può trasfor* Delega alle problematiche delle attività di Biotecnologo e allo sviluppo delle biotecnologie. mare il lavoro più bello e avanguardista del momento in realtà concreta e fruttuosa. Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

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Programma Forum dei Giovani Biologi 8 novembre 2018 - Mattina 8:30 - Registrazione 9:30 - Saluti Istituzionali Sen. Dott. Vincenzo D’Anna Presidente Ordine Nazionale dei Biologi Prof. Luigi Dei Rettore Università di Firenze Dott. Leonardo Bassilichi Presidente della Camera di Commercio Firenze Dott. Enrico Rossi Presidente Regione Toscana Dott.ssa Stefania Papa Consigliere Ordine Nazionale dei Biologi

Dott. Andrea Morello Biologo ricercatore Dott. Luca Malinverno Tempesta di Cervelli

I NUOVI ORIZZONTI DELLA FORMAZIONE TAVOLA ROTONDA - SALA PLENARIA INTRODUCE Dott.ssa Daniela Arduini Delegata Nazionale alle Biotecnologie ONB Dott. Vincenzo Cosimato Biologo e patologo clinico

SESSIONE BIOLOGI IN EUROPA Dott. Harm Jaap Smit Presidente ECBA “European Countries Biologist Association”

SESSIONE BIOTECNOLOGIE Dott. Davide Ederle Presidente Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani Dott.ssa Antonella Carillo Presidente Federazione Italiana Biotecnologi (FIBIO) Prof. Lucio Pastore Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche Università degli Studi di Napoli Federico II

SESSIONE ACCADEMICA DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA Prof. Renato Fani Università degli Studi di Firenze Prof. Antonio Casini Centro di Biologia Integrata Università degli Studi di Trento

SESSIONE PROBLEMATICHE DEI GIOVANI BIOLOGI Dott. Federico Li Causi Giovani Biologi DISCUSSIONE 11:30 - Coffee Break 12:00 - Apertura Area Job Meeting 13:00 - Light Lunch

SESSIONE DOTTORATO DI RICERCA Dott. Biagio Palmisano Comitato di Valorizzazione del Dottorato di Ricerca

Auditorium e Sala Borse della Camera di Commercio di Firenze PIAZZA MENTANA, 1 - FIRENZE


Programma Forum dei Giovani Biologi 8 novembre 2018 - Pomeriggio TAVOLA ROTONDA DELLA PROFESSIONE SALA PLENARIA INTRODUCE Dott.ssa Tiziana Stallone Presidente ENPAB Dott.ssa Antonella Gigantesco Commissario dell’ONB per Toscana e Umbria SESSIONE NUTRIZIONE Dott. Cristian Petri Biologo Nutrizionista Nazionale di Calcio Italiana U21 Maschile Dott.ssa Giuditta Pagliai Biologa nutrizionista, dottoranda di ricerca presso il Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica all’Università di Firenze Dott.ssa Monica Dinu Biologa nutrizionista, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica all’Università di Firenze SESSIONE INNOVAZIONE SCIENTIFICA ED IMPRENDITORIA Prof.ssa Daniela Terracciano Biologa, Professore Associato Dipartimento Scienze Mediche Traslazionali, Università degli Studi di Napoli “Federico II” Dr.ssa Federica Cariati Biologa, CEINGE & Università degli Studi di Napoli “Federico II” Dott. Leonardo Vingiani Direttore Assobiotec-FederChimica Rappresentati Start-Up Universitarie e Aziendali Comitato Scientifico Dott.ssa Stefania Papa, dott.ssa Daniela Arduini, dott.ssa Federica Spani, dott. Vincenzo Cosimato

SESSIONE GENETICA FORENSE Dott. Ugo Ricci Biologo Genetista Forense AOU “Careggi Firenze” Dott. Eugenio D’Orio Biologo Genetista Forense SESSIONE SANITÀ Dott. Pasqualino Magliocca Biologo e Biochimico Clinico Dott.ssa Anna Lari Biologa, AOU “Careggi-Firenze” Dott.ssa Beatrice Boschi Biologa, AOU “Careggi-Firenze” SESSIONE AMBIENTE Dott.ssa Federica Spani Biologa Ricercatrice Università degli Studi “Roma Tre” Dott.ssa Beatrice Pucci Biologa, membro della Commissione Comitato di indirizzo Corso di laurea in Biologia dell’Università di Firenze SESSIONE AGROALIMENTARE Dott. Antonio Costa Dott.ssa Annalisa Coratella Biologi, referenti per il progetto “Assoittica Italia” DISCUSSIONE 17:30 - Conclusioni La situazione lavorativa dei Biologi: piani di intervento Ordinistici Sen. Dott. Vincenzo D’Anna Presidente Ordine Nazionale dei Biologi


PRIMO PIANO © JUN3/www.shutterstock.com

Corso Fad sulle acque destinate al consumo umano Una proposta di formazione a distanza dell’ONB che assegna ai partecipanti 25 crediti Ecm

A

partire dal prossimo 5 novembre 2018, i biologi potranno iscriversi al corso di Formazione a distanza (Fad) dal titolo “Acque destinate al consumo umano e rischio Legionella”, organizzato dal Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Biologi. L’evento sarà attivo fino al 31 ottobre 2019 sulla piattaforma Fad dell’ONB, raggiungibile dal sito istituzionale www.onb. it. Ai partecipanti, biologi e chimici, saranno assegnati 25 crediti formativi in medicina (Ecm), spendibili per il triennio formativo 2017-2019. Il costo di iscrizione è pari a 15 euro. Ma quali sono le ragioni che hanno portato l’ONB all’organizzazione di un corso su questa specifica tematica? Tra le principali, c’è «la necessità di avere acqua destinata al consumo umano di qualità, un requisito che è ormai considerato sempre più una priorità – spiega Franco Scicchitano, consigliere dell’ONB ed esperto di ambiente -. Le normative europee a riguardo sono da sempre molto attente alla necessità di attuare piani di controllo igienico sanitario. Anche quella italiana si è obbligatoriamente adeguata ai dettami vigenti in materia, ma va pre-

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Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

Corso FAD

Acque destinate al consumo umano e rischio legionella 25 crediti Ecm Info: www.onb.it

Locandina del corso.

cisato che seguire quanto richiesto dagli organi competenti è diventato sempre più difficile. Per questo, l’Ordine dei Biologi ha progettato questo evento formativo, proprio per aiutare i colleghi ad approcciarsi correttamente agli aspetti teorici e pratici del settore».

Il corso, pertanto, ha come obiettivo quello di fornire ai professionisti del settore, in particolare ai biologi, degli strumenti chiari e precisi per compiere le giuste valutazioni sulla qualità delle acque destinate al consumo umano attraverso quanto dettato dalle norme vigenti, affinché sia sempre tutelata e garantita la salute degli individui. Se a questo, poi, si aggiunge anche la possibilità di identificare i principali metodi di sanificazione, con le relative controindicazioni, e la possibilità di entrare nel merito della contaminazione da Legionella, una malattia infettiva che colpisce l’apparato respiratorio, causata principalmente dal batterio Legionella pneumophila, il professionista arriverà ad acquisire competenze facilmente applicabili al mondo produttivo, che gli consentiranno di esercitare la professione con assoluta competenza e in totale sicurezza. Maggiori dettagli sono consultabili sul sito www.onb.it nella sezione formazione – corsi di formazione a distanza (Fad). Tutte le proposte formative dell’Ordine Nazionale dei Biologi possono essere consultate nella sezione formazione - corsi di formazione dell’ONB, oppure possono essere visionati sull’App. (Dalla redazione).


BIOLOGIA DEL PALAZZO

Oriana Fallaci e la politica di oggi “I politici non riescono a stare insieme nemmeno quando hanno lo stesso emblema, lo stesso distintivo”

C

osa penserebbe Oriana Fallaci della politica di oggi? Nessuno, ci mancherebbe altro, dovrebbe azzardarsi a dare un’interpretazione postuma del suo pensiero. Del resto, da autentica anarchica qual è sempre stata, detestava i partiti, perché la politica alta e nobile per lei si era esaurita idealmente col socialismo liberale dei fratelli Rosselli (adorava come un padre Pietro Nenni, non certo il Psi), pertanto appiccicarle etichette di destra o di sinistra è sempre stato un errore grave. Di certo, alle elezioni del 2006, pochi mesi prima della sua morte, si rifiutò di votare. «Non mi scomodo per quei due», disse, riferendosi a Prodi e Berlusconi, anche se per il Cavaliere aveva umana simpatia. Sull’immigrazione, che considerava il primo strumento dell’invasione islamica, negli ultimi anni di vita ebbe posizioni nettissime, ma quando l’allora Guardasigilli Castelli si azzardò a mettere in bella posta sul sito del ministero un suo intervento contro l’Islam, fece fuoco e fiamme, minacciando querele se non fosse stato subito rimosso. Cosa che ovviamente avvenne. Odiava, a ragione, ogni strumentalizzazione che riguardasse la sua persona e

I mediocri negano sempre il merito. Sostituiscono sempre la qualità con la quantità. Ma è la qualità che muove il mondo, cari miei, non la quantità i suoi scritti. E ne aveva per tutti. Ne “La forza della ragione”, lei atea cristiana, descrisse “una Chiesa cattolica che non sa più dove va e che sul pietismo, il buonismo, il vittimismo ha costruito un’industria”. A Beppe Grillo, che stava costruendo allora il suo Movimento politico, fece recapitare un messaggio di apprezzamento per le sue critiche inerenti la fecondazione artificiale, e lui alla sua scomparsa la omaggiò sul blog (“Lascia, più che un vuoto, un baratro nel giornalismo italiano”), ma su decrescita felice, reddito di cittadinanza e “uno vale uno” – architra-

vi del grillismo al potere – credo proprio avrebbe dedicato una delle sue terribili intemerate. Bastano due citazioni dal “Cappello pieno di ciliege” per capire come la pensava Oriana: «La carità, un errore che invitava la plebe alla pigrizia…». Ma è il passo successivo a chiarire in modo definitivo il suo pensiero: «I mediocri negano sempre il merito. Sostituiscono sempre la qualità con la quantità. Ma è la qualità che muove il mondo, cari miei, non la quantità. Il mondo va avanti grazie ai pochi che hanno qualità, che valgono, che rendono, non grazie a voi che siete tanti e scemi…». Ecco, queste lapidarie parole costituiscono da sole un manifesto per demolire dalle fondamenta la visione a cinque stelle del mondo. Anche sull’Italia e sul suo incerto futuro Oriana aveva idee molto chiare: “È un Paese così diviso… Così fazioso, così avvelenato dalle sue meschinerie tribali! Si odiano anche all’interno dei partiti, in Italia. Non riescono a stare insieme nemmeno quando hanno lo stesso emblema, lo stesso distintivo. Gelosi, biliosi, vanitosi, piccini, non pensano che ai propri interessi personali”. La fotografia esatta del fu Pdl e del Pd morituro. (R. M.) Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 11


BIOLOGIA DEL PALAZZO

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e politiche di austerity degli ultimi governi non hanno impedito che l’Italia restasse uno dei fanalini di coda in Europa per crescita economica, mentre il debito pubblico ha proseguito il suo aumento esponenziale. Per questo il governo Cinque stelle-Lega ha presentato una nota di aggiornamento al Def in totale controtendenza, assumendosi la responsabilità di non mantenere gli impegni assunti con la Commissione europea. Ecco, a grandi linee, le motivazioni che il governo Conte e la maggioranza hanno dato al Parlamento nel dibattito sulla presentazione della Nota di aggiornamento al Def. I tassi di crescita delineati dal precedente esecutivo sono ritenuti “inaccettabilmente bassi”, così come quelli che deriverebbero dal rispetto degli obiettivi di indebitamento previsti dalle regole europee. Il governo ritiene, infatti, che una politica di bilancio restrittiva priverebbe il bilancio pubblico di risorse destinate a rilanciare la domanda e a migliorare le prospettive di crescita di medio periodo, oltre che la sostenibilità sociale. La Nota chiarisce che le maggiori risorse finanziarie rese disponibili dalla revisione del percorso di avvicinamento all’obiettivo di ridurre il rapporto deficit-pil verranno destinate, in primo luogo, a sostenere la crescita attraverso il rilancio e il potenziamento degli investimenti pubblici e privati con un programma di manutenzione straordinaria della rete viaria. Altro strumento per la ripresa degli investimenti sarà il coinvolgimento delle società partecipate o titolari di concessioni pubbliche.Per quel che riguarda gli investimenti privati, solo un credibile e prolungato sostegno ai redditi può migliorare le aspettative delle imprese e portare a una più decisa ripresa economica. Con lo scopo, quindi, di migliorare tali aspettative, oltre che con quello di

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Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

La scommessa del Governo: più deficit per fare crescita Stop a legge Fornero e reddito di cittadinanza Nel 2019 una mini Flat-tax per le partite Iva di Riccardo Mazzoni

migliorare l’inclusione sociale e incentivare il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro, il governo intende adottare due ambiziosi provvedimenti. Il primo è il reddito di cittadinanza, che ha lo scopo di aumentare la mobilità del lavoro, incentivando l’accumulazione di capitale umano attraverso la formazione della forza lavoro e l’adattamento delle capacità dei lavoratori a quelle richieste dai rapidi cambiamenti tecnologici, che modificano le esigenze del mercato del lavoro. Ciò avverrà attraverso la ristrutturazione e il potenziamento dei Centri per l’impiego. In secondo luogo, il reddito di cittadinanza andrà a contribuire al miglioramento della qualità della vita delle tante persone che vivono in condizioni di povertà assoluta e relativa. Il secondo consiste nel superamento della cosiddetta legge Fornero e

nell’introduzione di forme di pensionamento anticipato. Ciò permetterebbe ai lavoratori anziani di andare prima in pensione e, contemporaneamente, favorirebbe il ricambio generazionale e l’inclusione dei giovani nel mondo del lavoro. Tale ricambio è fondamentale nell’ambito della transizione verso la cosiddetta Impresa 4.0, ovverosia il processo che porterà ad una produzione industriale sempre più automatizzata e interconnessa. Affinché il nostro Paese sia preparato a questo passaggio, è vitale che i giovani possano portare nel mondo del lavoro le conoscenze acquisite durante gli anni della loro formazione. Gli aumenti di Iva e accise previste per il 2020 e 2021 verranno parzialmente neutralizzati, rinviandone ai prossimi esercizi finanziari la cancellazione completa. Quanto infine al debito pubblico, il governo sostiene di condividere l’obiettivo di riduzio-


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© SAPhotog/www.shutterstock.com

ne del rapporto debito-PIL, pur ritenendo che il miglior modo di perseguirlo sia rappresentato dall’aumento del denominatore risultante da un’accelerazione della crescita economica favorita dalla manutenzione del territorio e delle infrastrutture e dalla ripresa degli investimenti pubblici, anche in capitale umano e innovazione. Un’azione sul numeratore del rapporto attraverso una restrizione di bilancio, invece, potrebbe mettere a rischio, nella visione del governo, la ripresa economica e la coesione sociale in un contesto di bassa crescita, di lenta accelerazione dei salari, di rallentamento del commercio internazionale, di elevato tasso di disoccupazione - soprattutto giovanile e di ridotti investimenti. La Nota profila un tasso di crescita del PIL dell’1,5 per cento nel 2019, dell’1,6 per cento nel 2020 e dell’1,4 per cento nel 2021. Tale maggior crescita contribuirà al

miglioramento degli indicatori relativi al rapporto debito-PIL. Per l’anno in corso è prevista una riduzione del rapporto debito-PIL al 130,9 per cento, determinata dalla crescita nominale del PIL (2,5 per cento) superiore alla crescita dello stock di debito (2,3 per cento). La riduzione del rapporto debito-PIL appare ancora più marcata nel percorso fissato dal governo per il triennio 2019-2021, nonostante il livello dello stock di debito presenti un andamento crescente di anno in anno. Nello specifico, il governo intende ridurre il debito pubblico al 130 per cento del PIL nel 2019, al 128,1 per cento nel 2020 e al 126,7 per cento nel 2021. Per il ministro Tria, le reazioni dei mercati finanziari appaiono ingiustificate in un contesto caratterizzato da solidi fondamentali dell’economia e della finanza pubblica italiana. “La proposta di politica di bilancio

del governo – ha detto il ministro - appare equilibrata e caratterizzata da caute ipotesi sugli effetti che le misure potranno produrre sulla crescita”. In conclusione, la Nota di aggiornamento si pone come obiettivi principali la crescita, la buona occupazione, la ripresa degli investimenti pubblici e privati, il rilancio della ricerca, la promozione dei settori chiave dell’economia (in primis il manifatturiero avanzato, le infrastrutture e le costruzioni) e, soprattutto, la lotta a tutte le forme di povertà che colpiscono in misura sempre maggiore non solo i disoccupati, ma anche i lavoratori e i pensionati. Il governo è convinto che la crescita e la disciplina di bilancio possano coesistere e ha presentato un percorso di riduzione del deficit “che non sacrifica la crescita ma che, anzi, trae giovamento da questa. I miglioramenti che deriveranno dalla manovra per la qualità della vita, per gli indicatori di performance e per quelli di sostenibilità del debito pubblico metteranno in evidenza la bontà delle nostre scelte e ci spingeranno, nei prossimi anni, a fare ancora di più per le fasce più deboli della popolazione, per i giovani e per l’impresa”. Insomma: una scelta di politica economica di carattere decisamente espansivo, sicuramente ambiziosa, ma che non fa venir meno l’obiettivo di medio termine, lo rimodula e cerca di aumentare la possibilità di agganciare la ripresa. La maggioranza è certa che quando si manifesteranno gli effetti positivi, saranno spazzate via anche le incertezze dei mercati e l’Italia potrà presentarsi con maggior forza e autorevolezza nel consesso europeo, ponendosi non come un Paese problematico, ma come un membro fondatore che propone un diverso modello di crescita e una strada diversa, ma responsabile, per conseguire gli obiettivi per cui è nata l’Unione europea. Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 13


BIOLOGIA DEL PALAZZO

Un azzardo che sarà pagato dai risparmiatori italiani Le opposizioni bocciano il Def La crescita dipende dall’abbassamento della tasse che non c’è

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el dibattito parlamentare sulla Nota di aggiornamento al Def le opposizioni (soprattutto Pd e Forza Italia) hanno sparato a zero sulla manovra del Governo, definita come temeraria, un gioco d’azzardo che mette a rischio i risparmi degli italiani. Una manovra triennale coperta per il 70 per cento in deficit. Il deficit non è un tabù di per sé, questo il ragionamento, ma dipende se è sostenibile e da come viene utilizzato. Quello che è previsto nel Def - il 2,4, il 2,1 e l’1,8 per cento - sarà molto di più, perché le previsioni sono troppo ottimistiche, oltre i confini della realtà. Nel 2021, al termine del triennio, il debito pubblico sarà più alto di 110 miliardi di quello che avremo a fine 2018: 110 miliardi caricati sulle spalle delle generazioni future, 110 miliardi di debito in più che mettono subito a rischio i risparmi delle famiglie italiane. Tutto questo deficit dovrebbe servire a riattivare la

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crescita ma, in realtà, va quasi tutto nella europea e perfino dall’Ufficio parlamentaparte corrente. Lo stop all’aumento dell’Iva re di bilancio. Una sfida temeraria che può si ferma al 2019; quota 100 per le pensioni portare il Paese alla rovina, che farà saltare non si capisce se è temporanea, come detto il banco a spese delle persone più fragili. dal ministro Tria, o permanente; il reddito Un libro dei sogn, che viola palesemente di cittadinanza che parte con buone inten- l’articolo 81 della Costituzione. Così non zioni, ma rischia di replicare si cancella la povertà, si il peggiore assistenzialismo condanna il Paese a una Nel 2021 di Stato. Per gli investimenti infelice. Peril debito pubblico decrescita restano soltanto le briciole, ché la cifra complessiva di perché le risorse sono meno 3,5 miliardi non è assolusarà più alto di del 15 per cento della main grado di favo110 miliardi rispetto tamente novra triennale. Per il resto: rire una forma di qualsiasi tagli alla scuola, zero risorse a quello che avremo crescita, ma nemmeno per l’Università, zero per la di portare a conclusione a fine 2018 ricerca, zero per il Mezzoimpegni presi nel campo giorno e nulla per il futuro di infrastrutturale dai precedenti governi: c’è solo una sommatoria di questo Paese. Le opposizioni hanno ricordato che il interventi di natura redistributiva. Una delle contestazioni più forti è Governo ha incassato tutti giudizi negativi: dalla Bce, dal Fondo monetario, dalla Corte mossa alle previsioni del governo sul Pil: dei conti, da Bankitalia, dalla Commissione la progressione del prodotto interno lordo


BIOLOGIA DEL PALAZZO di crescita anche maggiore. Sulla crescita il Governo punta proprio tutto, perché solo un aumento del denominatore può ricondurre a parametri accettabili il rapporto tra debito e Pil. Ma, appunto, si tratta solo di un libro dei sogni. Per Forza Italia manca una decisa riduzione della pressione fiscale sui fattori produttivi. Una grande riforma fiscale sarebbe stata - questa sì - un intervento strutturale per innescare un maggiore sviluppo. La crescita invece, secondo le previsioni della maggioranza, dovrebbe venire anzitutto da misure di spesa assistenziali, come quelle previste per il reddito cittadinanza e le pensioni, attraverso l’aumento delle minime e l’introduzione di quota 100. Ma l’esperienza insegna che non saranno certo questi due provvedimenti a innescare aumenti importanti del Pil. E poi, come farà un Governo in cui l’azionista di maggioranza si è sinora espresso in sintonia con i No Tav, i No Tap, i No Gronda, i No Terzo valico a far decollare gli investimenti nelle infrastrutture, unica grande scommessa per la crescita? Altro punto dolente: nel 2019 l’Italia dovrà collocare 400 miliardi di euro di titoli di Stato. Ebbene, il problema di questo Paese non è l’Europa, sono i risparmiatori, che dobbiamo convincere giorno dopo giorno a comprare i nostri titoli di Stato. Lo spread era 130 prima delle elezioni, oggi è sopra quota 300 e le stesse tabelle della Nota di aggiornamento al Def ci dico© Abambo/www.shutterstock.com no che già quest’anno pagheremo due miliardi in più di interessi, 11 miliardi in più programmatico, qualora si avverasse, infat- nel triennio 2019-2021 che diventano 18 ti, potrebbe portare a circa 2mila miliardi miliardi in più di interessi a causa di questa di prodotto interno lordo italiano nel 2022. manovra. Questo è il prezzo della confuViene infatti aumentato a 1.816 miliardi nel sione e della demagogia al governo e quelli 2019, l’1,5 per cento e 6,6 miliardi in più persi sono i soldi dei contribuenti, bruciati rispetto al valore tendenziale; diventano sull’altare della demagogia, tolti ai servizi pubblici, tolti agli investipoi 1.887 nel 2020, con l’1,6 menti e tolti alla riduzione per cento in più e 20 miliarNel 2019 della pressione fiscale. di in più. Il ciclo si chiude l’Italia dovrà Per quanto riguarda addirittura con un più 1,4 in particolare il reddito di per cento (pari a 30,7 micollocare cittadinanza, ha lo scopo liardi di euro) nel 2021, 400 miliardi di euro di agevolare il percorso di portando quindi il prodotto inserimento al lavoro e il interno lordo a 1.946 midi titoli di bisogno di dare assistenliardi, quindi vicinissimo ai Stato za a chi non ce la fa. Ma 2mila miliardi. il reddito di cittadinanza, Sulla base di queste sticosì come è strutturato, ha solo la capame, migliorerebbe anche il rapporto tra decità di ottenere il peggio di entrambe le bito e Pil. Il debito continua a crescere con cose: disincentiva il lavoro e stabilizza la le stesse dinamiche del passato, ma lo sprepovertà, alimenta il lavoro nero e rischia ad in aumento per le tensioni sui mercati di di aumentare le truffe nei confronti dei queste settimane imprimerà una dinamica

cittadini onesti. Così come la cosiddetta pace fiscale, che nell’ultima versione viene circoscritta eliminando sia lo scudo penale sia la possibilità di regolarizzare i capitali all’estero. Anche questo, che in realtà è un vero e proprio condono, rischia di creare un problema sul versante del gettito. Escludere la sanatoria delle posizioni più controverse lo rende, infatti, meno “produttivo” dal punto di vista del reperimento di risorse per le casse dello Stato. L’idea del governo è che una parte delle risorse possa essere recuperata con il saldo e stralcio delle cartelle dei contribuenti in grave difficoltà economica, ma per le opposizioni si tratta solo di una speranza vana. Anche la sbandierata Flat tax per le opposizioni è solo una promessa non realizzata, perché non c’è l’aliquota unica e perché interessa poco più di 400mila partite IVA che già si giovano di un regime semplificato. Sono previsti cinque scaglioni: questo è un regime non semplificato, ma complicato, per l’1 per cento dei contribuenti. E per il restante 99 per cento dei contribuenti non cambia nulla. Non è che magari questa maggioranza di contribuenti, con le maggiori entrate, che rappresentano più di 8 miliardi di euro e con l’eliminazione delle deduzioni e delle detrazioni fiscali, sarà oggetto di un aumento delle tasse? Con i 18 miliardi stanziati per il superamento della legge Fornero, del reddito di cittadinanza e della mini flat tax si sarebbe potuto eliminare per tutti le aliquote Irpef del 38 per cento e 41 per cento e far scattare quella del 43 per cento non più da 75mila, ma da 120mila in su. In pratica: 23 per cento fino a 15mila (con detrazioni che azzerano imposte per dipendenti e pensionati fino a 8mila e che mantengono l’aliquota effettiva sotto il 6 per cento fino a 15mila), 27 per cento da 15mila a 120mila (con 80 euro fino a 26.600 e con detrazioni varie fino a 55mila), 43 per cento oltre 120mila. Questa riforma sarebbe il primo vero passo verso la flat tax, a differenza di un ampliamento del regime dei minimi IVA che interesserà solo l’1 per cento dei contribuenti italiani, e ci avvicinerebbe alle curve Irpef dei Paesi solidali verso i più deboli, ma rispettosi della proprietà privata e soprattutto del ceto medio. Insomma, per le forze di opposizione il combinato disposto di due programmi alternativi come quelli di Cinque stelle e Lega, riuniti artificiosamente nel contratto di governo, rischia di portare l’Italia al default. Cosa che nessuno ovviamente si augura. (R. M.). Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 15


INTERVISTE

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empre più persone si inventano traverso i media nella nostra vita giornaliera. scienziati e ricercatori, magari av- E così regimi alimentari non bilanciati vengovalendosi di internet, specie in fatto no portati sulle nostre tavole. Al contrario, la di alimentazione. Il medico fai da te, nostra sana Dieta Mediterranea, patrimonio dopotutto, è figlio dei nostri tempi e della immateriale dell’Unesco per le sue valenze post-verità. Ma le implicazioni, come spiega preventive in numerose patologie, non viene, la professoressa Paola Rossi, a mio avviso, sufficientemente potrebbero essere molto più Non esiste nulla pubblicizzata». gravi di quel che si pensa. «Il nella nutrizione A proposito di patolopericolo è quello di affidarsi a gie, che rapporto c’è tra che possa informazioni non scientifiche, alimentazione e cancro? «Un numero crescente di spesso rincorrendo un “passa definirsi a priori studi scientifici dimostrano parola” che parte da persone un buono o un l’importanza di un sano stile che si auto referenziano esperti del settore. L’ambito della cattivo alimento di vita e, in particolare di una alimentazione sana, nella prenutrizione umana è un campo in continua espansione e richiede un conti- venzione del cancro. L’American Institute for Cancer Research (Iarc) ha calcolato che ernuo e complesso studio e aggiornamento». È sbagliato, dunque, dire che un pro- rate abitudini alimentari sono responsabili di circa tre tumori su dieci. È stata dimostrata dotto sia sano o nocivo a prescindere? «Non esiste nulla nella nutrizione che una correlazione tra la presenza di alcune sopossa definirsi a priori un buono o un cattivo stanze negli alimenti e lo sviluppo di alcune alimento e, pertanto, qualsiasi demonizzazio- forme di tumore». Quali, ad esempio? ne o idealizzazione in campo nutrizionale è «Per conservare i salumi vengono utilizerrata. In realtà, è questo che accade quando vengono seguiti degli slogan che entrano at- zati nitriti e nitrati. Queste sostanze facilitano

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la comparsa del tumore allo stomaco, tanto da diventare più frequente nelle regioni d’Italia nelle quali il consumo di questi alimenti è maggiore. E ancora: mais, altre granaglie o legumi mal conservati possono essere contaminate da muffe che producono aflatossine, responsabili di una quota rilevante di tumori del fegato». Al contrario cosa potrebbe essere d’aiuto per una vita sana? «Studi su larga parte della popolazione dimostrano un effetto protettivo verso la comparsa dei tumori di un’alimentazione ricca di fibre, vitamine e oligoelementi, come cereali integrali, legumi e verdure». Ci sono zone evidentemente colpite da inquinamento. Penso alla Terra dei Fuochi. In questo caso come ci si pone con l’esigenza di mangiare sano? «Nelle zone a più alto rischio di inquinamento, come la Terra dei Fuochi, la tutela della salute ancora di più dipende dallo stile di vita e dall’alimentazione. Ritengo che in queste aree occorrano esperti di Nutrizione preparati ad affrontare la specifica realtà di inquinamento ambientale nella quale ope-


INTERVISTE © vs148 e Kleka/www.shutterstock.com

Cervello e intestino più legati di quanto si possa immaginare Paola Rossi: «Non affidarsi a pesudoscienziati o a internet nel campo alimentare» di Carmine Gazzanni

Paola Rossi.

rano. A mio avviso, devono, inoltre, essere predisposte delle specifiche linee guida nutrizionali per le diverse esigenze ambientali. Occorrerebbe pertanto formare dei Biologi Nutrizionisti esperti in inquinamento ambientale e che in concerto con i medici del territorio, possano svolgere un’intensa campagna di informazione sul territorio». Altro campo della sua ricerca è quello della neurobiologia. Quali sviluppi può avere questo campo di ricerca, relativamente nuovo? «Uno degli argomenti nuovi nel campo della nutrizione è lo studio di ciò che lega il nostro intestino e il nostro cervello, quello che noi scienziati chiamiamo gut-brain axis. Questi due organi si parlano mandandosi reciprocamente informazioni attraverso un complesso sistema che coinvolge la nostra microflora intestinale e i nostri neurotrasmettitori. In particolare, la composizione del nostro microbiota, ed in particolare la flora intestinale che colonizza il colon, è correlata a numerose patologie. Il numero di batteri che colonizzano il nostro intestino è più grande del numero di cellule che compongo-

Chi è

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a professoressa Paola Rossi è responsabile del Master in Nutrizione Umana presso il dipartimento di Biologia e Biotecnologie “L. Spallanzani” ed è direttore del Laboratorio di Neurobiologia e Fisiologia Integrata all’Università di Pavia. L’attività di ricerca della professoressa Rossi è svolta anche nell’ambito di progetti di ricerca finanziati dalla Comunità europea e dalla Telethon in collaborazione con numerosi atenei stranieri, dal dipartimento di Fisiologia dell’Università di Liverpool al dipartimento di Neuroscienze dell’ateneo di Oslo, fino all’università di Bruxelles. È inoltre membro della Società Italiana di Fisiologia, della Società Italiana di Neuroscienze, della Society for Neuroscience e della European Neuroscience Association. Il suo ultimo libro è La ricerca della salute (2016, Ues Editore).

«Ho, per scelta, preferito svolgere la no il nostro corpo, tanto da indurci a pensare di essere noi gli “ospiti” e i batteri i “padroni mia attività di ricerca e sviluppare la rete di casa”. In questa complessa interrelazione, delle mie collaborazioni in ambito europeo. stiamo cercando di capire in quale modo la Ho potuto verificare di persona la diffemodifica di composizione del microbiota sia renza negli investimenti che i diversi Paesi correlata a patologie neurodegenerative qua- europei dedicano alla ricerca scientifica e allo sviluppo tecnologico. Gli li l’Alzheimer, il Parkinson, la Esiste un effetto investimenti non sono equademenza». Anche in questo caso, protettivo verso mente distribuiti e noi ricercatori ne facciamo letteraldunque, l’alimentazione è la comparsa mente le spese». fondamentale? Quali sono le conse«Esattamente. Il nostro dei tumori con guenze di questa diffestile di vita è fondamentale un’alimentazione renza nel sostegno alla per avere una composizione ricca di fibre ricerca? del microbiota che ci preservi «L’assenza di fondi per la dall’insorgenza di numerose patologie. La ricerca scientifica più recente ricerca ha portato negli ultimi anni ad una noha dimostrato che, addirittura, il tipo di par- tevole “fuga di cervelli” che ha coinvolto i noto, naturale o cesareo, il tipo di allattamen- stri giovani, preparati dalle nostre università to, al seno o artificiale, e le nostre abitudini e che hanno appreso il lavoro dello scienziato alimentari durante l’arco della nostra vita nei nostri laboratori di ricerca. Sono giovani influenzano in modo sostanziale il nostro mi- che all’estero sono molto apprezzati e che spesso proseguono la loro carriera all’estero. crobiota». Lei ha fatto e fa esperienza anche Li formiamo e li perdiamo, “regalandoli” ad all’estero. Che differenze nota rispetto altri Paesi. Penso che questo problema debal nostro Paese nel campo della ricerca? ba essere assolutamente arginato». Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 17


INTERVISTE

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Alimentazione scorretta nella patria del mangiar sano

problemi di alimentazione sono estremamente complessi e diversificati: dalla necessità di aumentare la produttività agricola, alle sfide poste dai cambiamenti climatici, alla diffusione di stili alimentari non salutari. In tutti questi ambiti la ricerca svolge un ruolo fondamentale». Ne è convinta la professoressa Laura De Gara, presidente del Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana all’Università Campus Bio-Medico di Roma. In che senso? «Innanzitutto è necessario identificare e ottenere varietà che si adattino meglio a condizioni climatiche mutevoli e che siano più produttive. Ricerca e trasferimento tecnologico sono fondamentali per trasformare le filiere agro-alimentari in chiave di economia circolare, in cui gli scarti divengono una nuova opportunità e una ricchezza. Anche per quanto riguarda l’alimentazione come determinante di salute, le sfide per la ricerca scientifica Inoltre, le nostre aziende agro-alimentari sono enormi. Molti effetti positivi di una sono un modello per attenzione alla quacorretta alimentazione sulla prevenzio- lità dei loro prodotti e alla sensibilità ai ne di patologie devono essere compresi temi della sostenibilità ambientale. D’almeglio, per poter diventare tra parte non possiamo non La ricerca pratica consolidata. Ma l’evedere che in Italia, come in lenco degli ambiti di ricerca è fondamentale tutti i Paesi industrializzati, che coinvolgono l’alimentasi stanno diffondendo abiper trasformare tudini alimentari scorrette. zione è lunghissimo». L’Italia è sempre staLa diffusione dell’obesità le filiere in ta considerata la patria infantile soprattutto in alcueconomia del mangiare sano. Le ne regioni del Sud è un dato circolare chiedo: è davvero così? tristemente noto». «È indubbio che l’Italia Nel corso del tempo sia conosciuta per le sue tradizioni ali- la politica che ruolo ha svolto? mentari, apprezzate in tutto il mondo. «Prima di tutto, le evidenze scientifiNon è un caso che sia tra i Paesi con il che dovrebbero essere alla base di molte maggior tasso di longevità. Le nostre scelte politiche; purtroppo questo non radici culturali in ambito alimentare si sempre si verifica. Il mondo politico ha basano sulla dieta mediterranea, e un permesso tante volte la diffusione di falfattore importante per la nostra salute. se informazioni, senza avere la forza di

Laura De Gara: «Cresce l’obesità in Italia, anche a causa di politica e media»

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far emergere le evidenze messe a disposizione dalla ricerca scientifica. Un’altra considerazione, a mio parere, da fare riguarda la distanza tra la percezione ormai diffusa del ruolo dell’alimentazione come determinante di salute e le scarse risorse dedicate alla prevenzione basata su un corretto stile alimentare. È incredibile il numero di trasmissioni televisive e radiofoniche che si occupano di cibo e di “educazione alimentare” senza l’intervento di veri esperti del settore». Il mondo alimentare è connesso anche a quello imprenditoriale. È possibile un rapporto sano tra ricerca e imprenditoria? «Da parte di molti c’è ancora una sorta di pregiudizio sulla possibilità che una ricerca che interessa un’azienda e che magari è stata da essa promossa, possa dare dei risultati obiettivi e davvero affi-


INTERVISTE

Chi è

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aura De Gara è professore ordinario di Fisiologia Vegetale e presidente del Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana all’Università Campus Bio-Medico di Roma. Tra i tanti mirabili progetti portati avanti, dal 2017 la professoressa ne coordina uno per l’alfabetizzazione nutrizionale e lo sviluppo di tecnologie in un quadrante particolarmente povero e arretrato della Tanzania. I risultati già ottenuti sono molto importanti: poiché nel Paese si produce molto, ma manca la pratica della conservazione del cibo, in collaborazione con il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) è stato brevettato un essiccatore di alimenti a pannelli solari e sono stati formati tecnici in loco per il suo utilizzo.

dabili. In realtà la mia esperienza di pro- alimentare possa diventare un progetti fatti in collaborazione con aziende blema superato? è sempre stata estremamente positiva. «Questa è una domanda sulla quale Ho trovato negli esperti aziendali con potremmo fermarci a parlare moltissimo. cui ho collaborato un vero Ancor prima che come scienUn mondo desiderio di migliorare il ziata e ricercatrice, come loro prodotto e di garantire senza povertà essere umano e donna non la massima qualità ai loro posso spegnere la speranza alimentare? consumatori. Quello aliin un futuro senza fame nel mentare è un ambito in cui mondo. Ritengo che tutti ci È difficile, il rapporto tra ricerca e imdobbiamo sentire coinvolti ma dobbiamo prenditoria può dare risulnella soluzione di questi protati molto importanti. Nella blemi, a partire dallo sforzo crederci tutti mia università abbiamo cogiornaliero di non sprecare stituito un Comitato Università – Impresa acqua e cibo, o, a seconda delle possibilità per facilitare il contatto con aziende del personali, dal trovare canali di collaborasettore agroalimentare». zione con realtà serie che si impegnano Ultima domanda, un po’ utopica: per il miglioramento delle condizioni di secondo lei, da scienziata e ricer- vita dei più poveri». Ci sono progetti che da professocatrice, è possibile immaginare un futuro in cui quello della povertà ressa e ricercatrice porta avanti?

Laura De Gara.

«Con gli studenti del Corso di Laurea in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana portiamo avanti diversi progetti di cooperazione internazionale finalizzati al miglioramento delle condizioni alimentari di popolazioni rurali di Paesi Africani e Sud Americani. Vivendo in quei contesti, ci rendiamo conto che di difficoltà ce ne sono molte e di non facile soluzione. Oltre alla mancanza di elettricità, acqua corrente, risorse sanitarie adeguate, molto spesso il primo ostacolo è la reticenza a modificare le proprie abitudini. Siamo però già stati protagonisti di piccoli cambiamenti: in Perù dove svolgiamo da quasi 15 anni progetti di cooperazione abbiamo potuto vedere, anno dopo anno, un miglioramento delle condizioni di vita nei villaggio e anche del livello di consapevolezza e di conoscenze soprattutto nelle fasce giovani». (C. G.) Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 19


SALUTE

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Migliorano i Livelli essenziali di assistenza

igliora costantemente la capacità delle Regioni di garantire ai cittadini l’erogazione dell’assistenza secondo standard di appropriatezza e qualità. Così come cresce il numero delle Regioni in grado di assicurare in maniera corretta i livelli essenziali di assistenza. È questa la valutazione che emerge dal monitoraggio dei Lea del ministero della Salute: nel 2016 risultano di Daniele Ruscitti adempienti - in base ai 33 indicatori della cosiddetta “Griglia Lea” - la maggior parte delle 16 regioni monitorate, ad esclusione di Calabria e Campania che si collocano nella classe “inadempiente”. Una crescita diffusa e costante (10 nel 2012, 9 nel 2013, 13 nel 2014, 11 nel 2015, 14 nel 2016) con le due Regioni “inadempienti” che, sottoposte ai piani di rientro, “dovranno superare le criticità rilevate su alcune aree dell’assistenza” tra cui, in particolar modo, quelle degli screening, della prevenzione veterinaria, dell’assistenza agli anziani e ai disabili, dell’assistenza ai malati terminali, dell’appropriatezza nell’assistenza ospeda- zano, in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Siliera (ad esempio i parti cesarei). Analiz- cilia si registrano bassi livelli di copertura. zando il trend 2012-2016 relativamente ai Relativamente all’assistenza territoriale, punteggi della Griglia Lea, emerge che nel emerge una variabilità ancora significativa periodo considerato il numerispetto all’indicatore relatiAl top, Veneto, vo al tasso di ospedalizzazioro di regioni “adempienti” è altalenante e tendenzialmenne in età pediatrica per asma Toscana, te in crescita. Nell’ultimo e gastroenterite che denota Piemonte ed biennio, in particolare, c’è la l’elevato ricorso ospedaliero conferma di Veneto, Tosca- Emilia Romagna. per patologie che dovrebbena, Piemonte ed Emilia Roro trovare adeguata risposta magna su punteggi superiori Crescono Puglia, in altro setting assistenziale. a 200, il netto miglioramento Molise e Sicilia I valori più elevati si registradi Puglia, Molise e Sicilia. no in Lombardia, Lazio, MoliPer quanto riguarda il livello della pre- se, Campania Puglia e Sicilia. venzione, la copertura vaccinale nei bamPer quello che riguarda l’indicatore bini a 24 mesi per ciclo base (polio, difteri- degli anziani trattati in Adi si registra un te, tetano, epatite B, pertosse, Hib) risulta miglioramento in quasi tutte le regioni: i totalmente raggiunta in Lazio, Abruzzo, valori più bassi si rilevano in Valle d’AoMolise, Basilicata, Calabria e Sardegna sta, Sardegna, Lazio e Calabria. La dispomentre in Valle d’Aosta, nella P.A. di Bol- nibilità di posti per assistenza agli anziani

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Nel 2016 sono state 14 le Regioni adempienti. Nel 2015 erano 11

nelle strutture residenziali si caratterizza per un’elevata variabilità che contrappone nettamente le regioni del nord con le regioni del centro-sud e isole; valori inaccettabili, inferiori al 2 per 1.000 abitanti anziani, si registrano ancora in Valle d’Aosta, Molise, Campania, Basilicata e Sicilia. Per l’assistenza ospedaliera, il monitoraggio conferma il trend in diminuzione dei ricoveri ospedalieri per tutte le regioni ed il tendenziale miglioramento dell’appropriatezza dell’assistenza ospedaliera riscontrabile, in particolare, nella diminuzione dei ricoveri attribuiti a Drg ad alto rischio di inappropriatezza. Ancora elevata, invece, la percentuale di parti cesarei primari, con valori ben oltre i parametri di riferimento specialmente in Campania. In tendenziale aumento risulta la percentuale di pazienti con frattura del femore operati entro due giorni, anche


SALUTE

Cosa sono i Lea

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Livelli essenziali di assistenza (Lea) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Sono stati introdotti nel 1992. Commissione aggiornamento Lea. Costituita con decreto ministeriale 16 giugno 2016, parzialmente modificata con decreto ministeriale 17 ottobre 2016, ha il compito di garantire il costante aggiornamento dei Lea attraverso una procedura semplificata e rapida. Nomenclatore dell’assistenza specialistica ambulatoriale. L’elenco delle prestazioni in base al DPCM 12 gennaio 2017, le norme transitorie e il vecchio nomenclatore. Nomenclatore dell’assistenza protesica. L’elenco delle prestazioni in base al DPCM 12 gennaio 2017, le norme transitorie e il vecchio nomenclatore. Comitato Lea. Ha il compito di verificare che l’erogazione dei Lea avvenga nel rispetto delle condizioni di appropriatezza e di efficienza nell’utilizzo delle risorse. Fonte: Ministero della Salute

© wavebreakmedia/www.shutterstock.com

nelle regioni meridionali che, tuttavia, si ma in realtà è stato colpito da sette anni attestano ancora su valori inferiori al para- di tagli lineari, trattato alla stessa stregua metro di riferimento. dei peggiori senza un minimo di premialiIl Veneto è la migliore regione italiana tà, senza applicare i sacrosanti costi stanper la capacità di erogare i dard». Calabria livelli essenziali di assistenDal Piemonte parte la za in sanità. «Il ministero proposta al ministero della e Campania, spiega il governatore Luca Salute di inserire la pet theZaia - certifica che il rispetto sottoposte a piani rapy nei Lea. Antonio Saitta, dei Lea in Veneto è al 100%, di rientro, fanno coordinatore degli assessori cioè al massimo. Un succesalla sanità all’interno Confeso il cui merito va prima di parte della classe renza delle Regioni, a nnuntutto ai nostri sanitari, ca- “inadempiente” cia che sta per chiedere al paci di andare spesso anche ministro della Salute Giulia oltre i semplici doveri contrattuali e a chi Grillo «di avviare il percorso per inserire lavora giorno per giorno per migliorare la pet therapy nei Lea. In questo modo le l’intera organizzazione del settore più terapie con gli animali diventeranno a cacomplicato del mondo nel quale si devono rico del servizio sanitario nazionale. Soterogare, solo in Veneto, oltre 80 milioni di toporrò questa proposta alla Commissioprestazioni l’anno con un budget che, con ne Salute della Conferenza delle Regioni i suoi 9,3 miliardi l’anno, sembra enorme, nel corso delle prossime sedute».

Il ministro Grillo, intanto, spiega che «finalmente abbiamo deliberato una metodologia trasparente per l’aggiornamento dei Lea. Tutti i portatori di interesse: associazioni dei pazienti, dei cittadini e società scientifiche, l’industria, le regioni e gli enti pubblici potranno fare delle domande e ottenere ascolto in un procedimento chiaro e condiviso di Health technology assessment che ha messo in back-office il Ministero, l’Istituto superiore di sanità, l’Aifa, l’Agenas, la cabina di regia per l’Hta. Ognuno - conclude - farà la sua parte all’interno di un percorso unico e integrato che da un lato ci fornirà evidenze cliniche e dall’altro valutazioni di impatto su tutto il servizio sanitario nazionale per allocare le risorse efficacemente e senza dispersioni. Un cambio di metodo radicale in direzione di concreta trasparenza». Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 21


SALUTE

Novax contro provax oppure sicurezza e libertà vaccinale? Proposte e suggerimenti per chiarire l’esitazione vaccinale di Franco Trinca*

Virus morbillo.

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e due posizioni specularmente taria della quale conosciamo le specifiche antitetiche, “NOVAX / PROVAX”, proprietà di stimolo anticorpale e quindi, sono da considerarsi quali espres- in determinate circostanze che ne consisioni ideologiche manichee e ro- glino l’applicazione, anche la potenziale botiche che nulla hanno di scientifico. utilità preventiva verso determinate maTracciare una linea di lattie infettive. Non è possibile demarcazione e discrimiPerò, come tutti i farmanazione netta su “vaccini ci, anche i vaccini presentracciare SÌ-NO”, senza sfumature, è tano una forbice rischio/beuna linea di per l’appunto la logica dei neficio ed è per questo che computer, ovvero dell’inteldemarcazione la vaccinoprofilassi non può ligenza ARTIFICIALE e non massificata e resa innetta sulla prassi essere di quella umana e scientifica, discriminatamente obbligavaccinale ricche invece di sfumature toria. di merito e di valutazioni apQuesta, infatti, va ben plicative ponderate e responsabili, diffe- valutata caso per caso e individuo per inrenziate a seconda di contesti individuali dividuo, tenendo conto dell’anamnesi faspecifici, clinici e sociali. miliare e dell’intero quadro fisiopatologico Chi scrive non è ideologicamente e/o e costituzionale del bambino da accertare pregiudizialmente contrario alla profilassi attentamente, incluse eventuali predispovaccinale in sé, tecnica scientifica e sani- sizioni genetiche, come ben documentato anche dallo STUDIO SIGNUM e dalla nuova branca scientifica della vaccinologia: l’Adversomica. * Biologo nutrizionista - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/

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Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

articles/PMC4630804/; -https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23755893; -https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=https://www.ncbi.nlm. nih.gov/pmc/articles/PMC2843136/&prev=search; - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/ articles/PMC4630804/. Poiché la Scienza non è opinione, le preoccupazioni che stanno dietro all’esitazione vaccinale, così come le certezze acritiche di chi le bolla dogmaticamente come antiscientifiche e irrazionali, possono e devono essere sottoposte a VERIFICA; sono possibili due linee di STUDI EPIDEMIOLOGICI complementari (utilizzando i dati già registrati nelle ASL regionali) che potrebbero FARE CHIAREZZA sulla effettiva esistenza o meno della RELAZIONE CAUSALE tra gli attuali VACCINI (e Piani iper-vaccinisti) e un elenco di patologie sospette oggettivabili (di cui presenteremo un elenco in un prossimo dossier).


SALUTE

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Le due linee di studi epidemiologici 1° studio epidemiologico Si potrebbero raccogliere in una unica grande coorte tutti i non-vaccinati (dai 3 mesi ad almeno 2 anni di età e seguirli nel tempo) e verificare se l’incidenza di ciascuna delle patologie sospette è uguale, inferiore o superiore alla media della popolazione nazionale ed in particolare di ciascun territorio di rilevazione; 2° studio epidemiologico (complementare al precedente) partendo dalle medesime coorti di patologie sospette verificare, in ciascuna di esse, se la proporzione tra vaccinati e non-vaccinati è uguale, maggiore o minore di quella esistente nella medesima fascia di popolazione in ciascun territorio di rilevazione. Un’altra indagine estremamente interessante e doverosa consiste nel verificare se, l’incidenza di decessi nel 1° anno di vita, sia per cause ignote (SIDS) che per cause eziopatogenetiche accertate (lo stu-

-https://www.theguardian.com/comdio si può utilmente estendere al 2° anno di vita), sia uguale, maggiore o minore mentisfree/2013/dec/09/how-journals-nanelle 2 settimane seguenti e antecedenti ture-science-cell-damage-science; -https://www.thelancet.com/journals/ una vaccinazione. C’è un ultimo punto che non si può trascurare se si vuole davvero lancet/article/PIIS0140-6736(15)60696-1/ fulltext. affrontare il problema dell’eGli studi Poiché un rapporto sasitazione vaccinale: la sfidunitario per sua natura non cia diffusa nella popolazione epidemiologici può che essere fondato sulla sul monopolio delle multinazionali farmaceutiche; in aiutano a capire fiducia, altrimenti sarebbe particolare sulla diligenza la relazione tra una delle peggiori forme di dittatura e di lesione della produttiva e nei controlli, vaccini ed dignità e dei diritti fondasull’onestà di attività di proeventi avversi mentali dell’uomo (vedi art. mozione e marketing, sulla 2 e 32 della Costituzione), correttezza e trasparenza dei test pre-clinici e sulla sorveglianza l’unica soluzione positiva per ricomporre il post marketing, nonché sull’affidabilità clima di fiducia sulla profilassi vaccinale è delle stesse pubblicazioni scientifiche, in- ricostruire un Sistema Nazionale di Ricerfluenzate oramai da enormi interessi eco- ca e produzione dei vaccini; nell’immediato si potrebbe affidare l’incarico allo Stabinomici e di profitto. -http://www.onb.it/2018/09/21/influen- limento Chimico-Farmaceutico Militare di za-suina-articolo-shock-del-bmj-mes- Firenze.In attesa di questa e altre riforme sa-in-discussione-la-trasparenza-del- di PoliEtica Sanitaria, è ragionevole e mole-informazioni-sulla-sicurezza-del-vacci- tivata una moratoria di almeno 2 anni su no-pandermix; ogni obbligo vaccinale. Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 23


SALUTE

Tumori in aumento in Italia: 373mila nuovi casi stimati quest’anno Quello della mammella è il più frequente © lovelyday12/www.shutterstock.com

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l tumore più frequente in Italia è diventato quello della mammella ed il nostro è un paese dove ci si ammala sempre più (complice anche l’invecchiamento progressivo della popolazione) e dove quest’anno sono stimati 373.300 nuovi casi di tumore (194.800 uomini e 178.500 donne), con un aumento, in termini assoluti, di 4.300 diagnosi rispetto al 2017. La fotografia dell’Italia dei tumori arriva dal rapporto “I numeri del cancro 2018”, frutto del lavoro dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Associazione italiana registri tumori (Airtum), Fondazione Aiom e programma di monitoraggio Passi (Progressi aziende sanitarie salute Italia). Un’istantanea che ci consegna un’Italia spaccata in due: al nord si sopravvive di più anche se al sud ci si ammala di meno ed il numero dei casi è percentualmente minore. Se il tumore più frequente è diventato quello della mammella: nel 2018 sono stimati 52.800 nuovi casi (erano 51.000 nel 2017), a ruota ci sono il cancro del colon-retto (51.300, erano 53.000 nel 2017), che lo scorso anno era il più diagnosticato e del polmone (41.500, erano 41.800 nel 2017). Quasi tre milioni e quattrocentomila cittadini vivono dopo la scoperta della malattia (3.368.569, erano 2 milioni e 244 mila nel 2006), il 6% dell’intera popolazione: un dato in costante aumento. Oggi in Italia il 63 per cento delle donne e il 54 per cento degli uo-

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Pesa la differenza di sopravvivenza a cinque anni per i tumori tra il Nord e il Sud mini sono vivi a cinque anni dalla diagnosi. Il nostro paese, se valutato nel complesso, presenta un quadro di sopravvivenza pari o superiore alla media europea, ma, scendendo nel dettaglio regionale, la residenza diventa un determinante pronostico importante che indica una disomogeneità nell’accesso a programmi di diagnosi precoce e a cure di alta qualità, con una discriminazione dei cittadini del meridione purtroppo ancora presente, sebbene la tendenza sia in miglioramento rispetto al passato. «Pesa la differenza di sopravvivenza a cinque anni per i tumori tra il Nord e il Sud perchè se c’è un settore in cui si deve mantenere la coesione sociale è proprio quello della salute, federalismo sanitario o no: per questo, da parte mia c’è l’impegno a metterci volontà e risorse umane e strumentali per ridurre tali divergenze» ha spiegato il ministro della Salute, Giulia Grillo, confrontandosi sui numeri preoccupanti del

rapporto. «Stiamo lavorando al nuovo piano di prevenzione per contrastare fattori di rischio importanti, anche rispetto ai tumori. Tuttavia in relazione alla minore sopravvivenza per neoplasie nel meridione d’Italia, va detto che tale svantaggio è anche legato alla situazione sociale. È dunque importante anche agire sui determinanti sociali della salute». Al nord si registrano i tassi migliori di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi, in particolare nelle prime tre posizioni si collocano Emilia-Romagna, Toscana (56 per cento uomini e 65 per cento donne in entrambe le Regioni) e Veneto (55 per cento e 64 per cento). In coda invece il Sud, con Sicilia (52 per cento uomini e 60 per cento donne), Sardegna (49 e 60 per cento) e Campania (50 e 59 per cento). Il 27 per cento dei pazienti vivi dopo la diagnosi torna ad avere (dopo un periodo di tempo diverso in base al tipo di tumore, al sesso, all’età di insorgenza), la stessa aspettativa di vita della popolazione generale: nel 2010 erano 704.648, nel 2018 sono 909.514, con un incremento del 29 per cento. Nel 2015 (ultimo anno disponibile) nel nostro paese sono stati 178.232 i decessi attribuibili al cancro. La prima causa di morte oncologica è costituita dal carcinoma del polmone (33.836 decessi nel 2015), seguito dal colon-retto (18.935), mammella (12.381), pancreas (11.463) e fegato (9.675). (D. R.)


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La rete biologica responsabile del linfoma follicolare Premiato lo studio italiano della ricercatrice Federica Lovisa di Carmen Paradiso

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rriva un nuovo e importante riconoscimento internazionale per la la ricerca italiana. Al sesto Simposio internazionale interamente dedicato ai Linfomi Non-Hodgkin dei bambini, adolescenti e giovani adulti, tenutosi a Rotterdam il 29 settembre scorso e co-organizzato dall’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (AIEOP), è stata premiata la dottoressa Federica Lovisa, biologa molecolare del Laboratorio di Biologia dei tumori solidi dell’IRP (Istituto di ricerca pedriatrica) della Fondazione “Città della Speranza” di Monte di Malo, vicino Vicenza. Un scoperta importante quella della ricercatrice, che amplia le conoscenze in campo oncologico, in particolar modo quelle sul linfoma follicolare, considerato una delle malattie più rare della categoria dei linfomi Non-Hodgkin. Lo studio della ricercatrice di Maniago, in provincia di Pordenone, è stato scelto tra ben 184 presentazioni e ha consentito di individuare, con l’aiuto della tecnologia del Next Generation Sequencing (NGS), quelle che sono le reti di segnali biologici (signaling networks) responsabili dello sviluppo della malattia. Il linfoma follicolare pediatrico, è una forma tumorale molto rara che si distingue dalla forma che colpisce gli adulti. Può svilupparsi in due forme. La prima è

I linfociti B sono cellule del sistema immunitario che producono anticorpi quella con bcl- negativi, che si presentano nelle forme di linfoma localizzato e che normalmente ha una prognosi favorevole. La secondaè quella con bcl + positivi, che, invece, ha prognosi infausta. Nel linfoma follicolare, che ha origine dai linfociti B, le cellule crescono raggruppate in piccoli gruppi. I linfociti B sono cellule del sistema immunitario la cui funzione principale è quella di espandersi e produrre anticorpi contro una specifica minaccia. Nelle infezioni batteriche è molto importante la risposta immunitaria umorale. Quando questo sistema di controllo non funziona in maniera corretta, come avviene, ad esempio, in presenza di mutazioni, le cellule B si sviluppano in maniera incontrollata, dando origine al linfoma. «Con questo studio - ha spiegato la Lovisa - abbiamo posto le basi, da un lato per aiutare i clinici a formulare una diagnosi

più precisa, ovvero stabilire se si tratta di un tumore o di una iperplasia benigna, dall’altro per capire come mai per alcuni pazienti sia sufficiente l’asportazione del linfoma, mentre per altri siano indispensabili più cicli di chemioterapia. Rimane ancora da scoprire quali siano le cause di queste alterazioni genetiche spesso associate ai tumori». Il riconoscimento internazionale rappresenta una tappa importante sia per la carriera professionale della ricercatrice che per l’IRP, a conferma dell’importanza dello studio svolto. La dottoressa è stata premiata con una targa e con un assegno di 500 dollari dai top scientists Mitchell Cairo, del New York Medical College, e Paul J. Galardy, della Mayo Clinic. «Ringrazio - ha concluso Federica Lovisa - quanti hanno collaborato allo studio: la professoressa Stefania Bortoluzzi e i bioinformatici Andrea Binatti e Alessandro Coppe del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova; Marta Pillon ed Elisa Carraro della Clinica di Oncoematologia Pediatrica; tutti i centri AIEOP, di cui il nostro laboratorio è centro di riferimento per la diagnosi molecolare dei linfomi pediatrici, per aver contribuito a fornire i campioni necessari alle analisi e, soprattutto, la principal investigator, la dottoressa Lara Mussolin per la grande stima e fiducia riposte nei miei confronti». Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 25


SALUTE

I pazienti hanno difficoltà a compiere sforzi fisici, lamentano gonfiori agli arti inferiori oltre a capogiri e costipazione riccorente

È

il “la” di un filone di studi che potrebbe migliorare la vita di milioni di pazienti nel mondo. I ricercatori guidati dal professor Mauro Maccarrone, Ordinario di Biochimica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, hanno svelato la presenza di un difetto nel processo di risoluzione dell’infiammazione che genera o si associa all’insufficienza cardiaca cronica. La patologia non permette al cuore di pompare adeguatamente il sangue. Il paziente ha difficoltà a compiere sforzi fisici, fatica anche solo a salire una rampa di scale, lamenta gonfiori agli arti inferiori, ha capogiri o costipazione, oltre a manifestare problemi agli organi periferici dove arrivano meno ossigeno e nutrienti. A lungo andare, il cuore non ce la fa più e la persona ha bisogno di un trapianto. Secondo gli studi epidemiologici, l’insufficienza cardiaca è uno dei problemi sanitari più rilevanti nei paesi industrializzati. Per questo è importante che la ricerca scientifica compia dei progressi in questo settore. Il lavoro svolto al Campus Bio-Medico, in particolare, ha osservato per la prima volta che i pazienti affetti dalla patologia mostrano livelli ridotti di resolvina D1, una molecola lipidica in grado di fermare lo stato infiammatorio persistente del cuore. Data la rilevanza della scoperta, lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica FASEB Journal.

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Insufficienza cardiaca cronica, individuata la possibile causa Una ricerca del Campus Bio-Medico di Roma studia il legame con il deficit di resolvina D1 di Elisabetta Gramolini

La ridotta presenza della resolvina D1 arrivare davvero a capire come correggere nel sangue dei malati è «un difetto – spie- i difetti molecolari dopo aver dimostrato ga il professor Maccarrone a “Il Giornale che questi sono specifici della malattia dei Biologi” – che è originato da una ridot- d’interesse». ta capacità da parte delle cellule immuniIl lavoro, pubblicato sulla rivista della tarie dell’organismo di sintetizzare questo Federazione delle società americane di Bioparticolare lipide, tanto logia sperimentale, è nato che meno è presente e più grazie alla collaborazione La resolvina D1 grave è la condizione patocon l’unità clinica di Geriaè una molecola logica del soggetto». tria del Policlinico Campus lipidica che Da qui a poter dire che Bio-Medico, diretta dal probasterebbe implementare fessor Raffaele Antonelli ferma lo stato la quantità di resolvina nel Incalzi, e all’attenzione che infiammatorio sangue è troppo presto. l’ospedale ha verso i pro«Occorre tutto il tempo blemi dell’anziano. del cuore necessario per impostare I pazienti coinvolti degli studi clinici – comnello studio effettuato al menta il professore -. Fino ad oggi, però, Campus Bio-Medico di Roma costituivano non era abbastanza chiaro che queste mo- un primo gruppo di 27 persone, fra i 76 e lecole potessero essere associate alla par- gli 83 anni, con disturbi all’apparato carticolare patologia cardiaca. Si potrebbe diaco, e un altro di 23 individui sani della


SALUTE © ranjith ravindran/www.shutterstock.com

gine della correlazione fra il deficit della molecola, un regime alimentare adeguato ricco di acidi grassi come gli omega 3 e la pratica di attività sportiva. «I numeri che abbiamo potuto mettere insieme per realizzare questo studio – precisa il professore - non permettono una stratificazione delle comorbidità che invece sarebbe interessante verificare con l’ausilio di numeri più alti. Grazie a un ulteriore studio che indaghi anche l’alimentazione o l’attività fisica potremmo vedere l’effetto di stimoli naturali della produzione di queste molecole. Crediamo di aver aperto un nuovo capitolo su una serie di meccanismi che prima non erano considerati e che possono avere tante applicazioni concrete per la tutela della nostra salute. Presumo – conclude - sia questo il motivo per cui una rivista così importante abbia deciso subito di pubblicare lo studio».

Patologia grave e diffusa

L’

stessa età. Tutti i pazienti sono afferenti al la possibilità di immaginare terapie verso reparto di Geriatria del Policlinico roma- un oggetto che ad oggi era poco o per nulla no. Inoltre, il lavoro si è avvalso dell’ap- considerato». La patologia è «tipicamente porto fondamentale del ricercatore, prima infiammatoria – continua Maccarrone -, ci firma dell’articolo scientifico, dottor Vale- siamo quindi chiesti se la resolvina possa rio Chiurchù, «che, negli anni – conferma essere un bio-marcatore del sangue circoMaccarrone -, è divenuto lante dei pazienti capace un esperto internazionale d’indicare l’insufficienza L’auspicio dei proprio sulle resolvine». cardiaca. Le resolvine poricercatori è che Va detto inoltre che lo stutrebbero diventare anche lo studio serva a un potenziale bersaglio tedio si è mosso sull’onda di una lunga collaborazione capire e correggere rapeutico per sviluppare, con l’Università statuninel prossimo futuro, fari difetti molecolari maci più efficaci rispetto a tense di Harvard. Il prossimo step poquelli oggi disponibili. delle malattie trebbe essere la dimostraInsieme ai clinici – agzione ulteriore che il difetgiunge -, vogliamo contito di resolvina è tipico di chi manifesta nuare la ricerca per raccogliere dati imla malattia: «vedere un’alterazione delle mediatamente rilevanti per l’uomo». In resolvine e dimostrarne la causa ci conse- futuro, la strada tracciata da questo primo gna un bersaglio da correggere e, quindi, studio potrebbe proseguire verso l’inda-

insufficienza cardiaca cronica è una malattia in cui il cuore non è in grado di apportare all’organismo una quantità sufficiente di sangue ricco di ossigeno. In Italia rappresenta la seconda causa di ricovero, dopo il parto, e che colpisce il dieci per cento della popolazione sopra i 75 anni di età, l’uno-due per cento dei soggetti tra 18 e 40 anni e un quarto dei pazienti con infarto nei successivi quattro anni dall’evento. Si scopre con l’elettrocardiogramma e la visita cardiologica, ma viene certificata dall’eco-cuore, che quantifica la (ridotta) capacità di contrazione del muscolo cardiaco. Con l’invecchiamento la situazione peggiora: ogni dieci anni, il rischio di sviluppare un cuore che non pompi a sufficienza aumenta del 45 per cento, mentre condizioni socioeconomiche sfavorevoli e povertà aumentano la possibilità del 27 per cento. In questo quadro si inseriscono altre condizioni morbose, tra cui il diabete (rischio aumentato del 44 per cento), la fibrillazione atriale (+63 per cento), le malattie polmonari ostruttive (+28 per cento) e l’ipertensione (+16 per cento).

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Puzzle visivi Non restiamo al buio se chiudiamo gli occhi Dall’America lo studio che spiega come il cervello elabora le informazioni visive di Francesca Cicatelli

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amore ci ha insegnato ad ammiccare. Speravamo fosse un modo per “non vedere”, per non avere percezione di quale meandro oscuro stavamo per affrontare. Invece no. La scienza ha dimostrato che si è lucidi e con la visuale spianata a tutto campo, in modalità panoramica, anche in quel caso. Così non restiamo al buio a ogni battito d’ali d’occhi. Infatti il cervello umano si inganna, crea delle compensazioni per così dire, e unisce i puntini tra l’immagine prima della chiusura delle palpebre e la successiva. È come se ci addormentassimo e risvegliassimo di soprassalto in un nanosecondo ogni istante della vita. E ne approfittiamo anche per dare una sistemata ai muscoli oculari.

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Il sopracciglio più lungo, invece, miL’unico rimedio resta affidarsi alle ciglia finte a coda di pavone, leggermen- sura 15,1 centimetri e appartiene alla te oscuranti a mo’ di tendine da sole per giapponese Toshie Kawakami. In uno studio comparso su Current occhi. Sarà per questo che Biology è stato dimostraspopolano tra le donne. Non La corteccia che, nel rapidissimo tanto per sedurre, quindi, prefrontale mediale to istante in cui i raggi luma per non indursi in tentazione. del cervello ha un minosi non colpiscono la il nostro cervello Al punto che duranruolo fondamentale retina, recepisce un’immagine te l’ultima Convention innella memoria a stabile dell’ambiente cirternazionale del tatuaggio costante grazie a un sisvoltasi a Taipei (Taiwan) breve termine stema di memorizzazione si è raggiunto il parossismo. delle informazioni visive L’ambito primato è stato rivendicato tre anni fa da una studentessa che vanno a sostituire il buio momentaneo dell’Università di Chicago, in possesso di per formare una percezione fluida. D’altronde non potremmo fare a meno un unico ciglio lungo oltre 7 centimetri e mezzo: abbastanza da riuscire a toccarlo di calare la palpebra: lo facciamo in media ogni cinque secondi per inumidire la parte con la punta della lingua.


SALUTE ricerca, la corteccia prefrontale mediale calibra le informazioni visive correnti con le informazioni ottenute in precedenza e consente di percepire il mondo con maggiore stabilità, anche quando chiudiamo brevemente gli occhi. E ciò vale anche per altre funzioni cognitive più complesse: anche quando vediamo un’espressione facciale. La ricerca dell’Università della California di Berkeley, invece, sperimenta come il cervello riposizioni i bulbi oculari in modo tale da permetterci di rimanere concentrati su quello che stiamo vedendo. Gli scienziati hanno notato che dopo che gli occhi si ritirano nelle orbite, durante la chiusura delle palpebre, le pupille non sempre tornano nello stesso posto: un disallineamento che induce il cervello ad attivare i muscoli oculari per riallineare il nostro sguardo su ciò che stavamo osservando prima del battito di ciglia. I nostri muscoli oculari infatti sono molto lenti e imprecisi, e il cervello ha bisogno di adattare costantemente i propri segnali motori per assicurarsi che i nostri occhi siano rivolti nella posizione giusta. Sarebbe il cervello a misurare la differenza di ciò che vediamo, prima e dopo il battito, e a comandare i muscoli oculari per compiere le correzioni necessarie. Anche se tutto va a rotoli o sottosopra, gli occhi e la mente trovano il mondo di raddrizzare le immagini, insomma funamboli. C’è dunque uno stato di noi stessi che non ammette punti di vista pur avendo a che fare con gli occhi. La visuale è solo una, quella che si ha davanti senza soluzione di continuità. È come se l’invisibile proprio non voanteriore della pupilla. Cosa non si fareb- lesse palesarsi, quel buco nero che ci fa be per una riserva di lacrime. La ricerca talmente paura da tenerlo alla larga anche è entrata nel merito di questo “gioco” per pochi frangenti. Resta da chiedersi se che forma immagini senza con gli anni cambi la velointerruzioni. Un team di cità con cui li socchiudiaI bulbi oculari scienziati dell’Università di mo e sostiamo nel buio: sono imprecisi New York si è concentrato per questo forse si cambia sui pazienti epilettici, stu- e hanno bisogno di prospettiva e ci si sofferma diando una specifica regiodentro di sé. D’altronde impulsi cerebrali l’osservare è un po’ ricevene del cervello nota come corteccia prefrontale mere la restituzione dell’imper compiere i diale che svolge un ruolo davanti. movimenti corretti magine fondamentale nella memoÈ un atto creativo: sta ria a breve termine. a noi trattenere più dettaI ricercatori hanno impiantato elettro- gli possibili. Messi nelle condizioni di orbi di nel cervello dei pazienti mostrando a momentanei, il vero sentire - per parafraquesti ultimi reticoli di punti su uno scher- sare Nuovo Cinema Paradiso – c’è proprio mo e verificando le reazioni relative alla quando si perde la vista per un attico, solo percezione dell’orientamento. Secondo la allora si vede di più.

Il riflesso delle pupille

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i dice sei la luce dei miei occhi. Mai prendersi troppo sul serio. Se ci fissiamo intensamente vedremo sempre il nostro riflesso, in miniatura, formato mignon. O meglio in formato “pupilla”. E infatti il termine pupilla, il raggio intorno ai nostri occhi, prende proprio il nome dalla sua peculiarità di restituire immagini di “pupilli” (in latino pupilla significa bambolina). In più si è riusciti a trovare orpelli materiali anche ad una parte del corpo difficile da addobbare con monili e tattoo. Come? Con il piercing oculare. L’occhio ingioiellato di quelli che se guardi troppo fisso nello stesso punto e intercetti il sole rischi di accecare chi ti è davanti o intercetta il tuo cammino. Altro che a me gli occhi di Silva. Gli interlocutori potranno aggiustarsi i capelli guardandoci dritti nelle pupille e riflettendosi nel Jewel Eye, l’occhio ingioiellato: una piccola placca di platino impiantata direttamente sotto la congiuntiva, la membrana che ricopre il bulbo oculare. E le rapine non saranno più quelle di una volta.

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Sclerosi laterale amiotrofica

Le tecnologie italiane lavorano per cercare nuove cure di Domenico Esposito

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a Sclerosi Laterale Amiotrofica, meglio nota come Sla, è una malattia che provoca una degenerazione progressiva del motonerurone centrale e periferico. Non esistono connessioni specifiche con chi svolge attività fisica, ma è da anni ormai che tantissimi sportivi ne soffrono. Spesso riuscendo a porre la ricerca al centro dell’attenzione: è il caso di Stefano Borgonovo, ex attaccante di Milan e Fiorentina deceduto nel 2013 proprio a causa della Sla. Anni prima aveva dato luce a una fondazione che attualmente viene seguita costantemente dalla moglie, Chantal Borgonovo, e che si occupa proprio di reperire fondi per contrastare questo terribile male. Ad oggi, purtroppo, non esiste una cura che la debelli, ma alcuni passi in avanti sono stati comunque compiuti per provare a ridurne quanto meno gli effetti e a ritardarne lo sviluppo. Il decorso della Sla è assolutamente imprevedibile e, anzi, cambia da soggetto a soggetto. Gli esiti, a ogni modo, sono gli stessi: disastrosi per la qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti. Tra le conseguenze della malattia ci sono la disfagia (perdita progressiva e irreversibile della capacità di deglutizione), la disartria (perdita dell’articolazione della parola) e l’incapacità del controllo dei muscoli scheletrici. La paralisi può avere un’e-

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Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

La Sla porta una degenerazione progressiva del motoneurone centrale e periferico stensione variabile, ma il risultato è sempre lo stesso: si arriva alla compromissione dei muscoli respiratori prima, in seguito alla necessità di ventilazione assistita e quindi alla morte. Ciò che, purtroppo o per fortuna, non riesce a fare la Sla, è alterare le funzioni cognitive: i soggetti affetti dalla malattia riescono a mantenere la mente lucida fino agli ultimi istanti. Così come non sono intaccate le funzioni sensoriali, sessuali e sfinteriali del malato. Miglioramenti nell’azione di contrasto alla Sla si sono registrati grazie al Center for life Nano Science dell’Istituto Italiano di tecnologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Per la prima volta è stato possibile vedere come e per quale motivo si formano, all’interno delle cellule nervose, gli aggregati di proteine che sono all’origine della malattia neurodegenerativa. Nella pubblicazione avvenuta sulla rivista specializzata Communications Biology,

è stata messa in risalto la ricerca coordinata da Giuseppe Antonacci (Iit): si basa su una tecnica di microscopia ottica ad altissimo contrasto, grazie alla quale è stato possibile osservare strutture di dimensioni di gran lunga inferiori rispetto a quelle viste fino a questo momento. All’interno dei motoneruroni che trasportano il segnale di movimento dal cervello ai muscoli, i ricercatori hanno potuto osservare le strutture in cui sono attive le proteine che determinano la Sla, chiamate Fus. Quando queste proteine mutano, le strutture cellulari mutano a loro volta, diventando rigide e viscose. E ciò sarebbe alla base del motivo per cui, nelle persone affette da Sla, si formano gli aggregati tossici responsabili della morte dei motoneruroni. La scoperta, ha detto Antonacci, «apre importanti orizzonti sul fronte della ricerca alla Sla, con informazioni fondamentali per provare a comprendere i meccanismi patologici che portano alla morte dei motoneruroni». E Alessandro Rosa, ricercatore presso il Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin dell’Università “La Sapienza”, ha aggiunto: «La nuova tecnologia permetterà di studiare i granuli cellulari, che giocano un ruolo chiave nell’insorgenza della malattia, da una nuova prospettiva. Il primo passo sarà determinare in futuro terapie farmacologiche più mirate».


SALUTE © Ralwel/www.shutterstock.com

Atrofia muscolare spinale: presentato il libro bianco Nel documento bisogni e standard di cura Lo screening neonatale come traguardo più vicino

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na rivoluzione è in atto in Italia intorno all’atrofia muscolare spinale. Nuovi scenari di gestione multidisciplinare e di diagnosi precoce, infatti, emergono per una malattia rara che pesa sui bilanci familiari in media 12,4 milioni di euro l’anno, secondo uno studio dell’Università di “Tor Vergata”, realizzato in collaborazione con l’associazione Famiglie SMA. Per raccontare i successi ottenuti nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti è stato realizzato da Biogen il Libro Bianco, intitolato “SMA. Il racconto di una rivoluzione”. Il testo ripercorre il percorso che ha cambiato l’evoluzione naturale della malattia. In particolare, si concentra su un nuovo corso medico-scientifico, che ha aperto spiragli di sopravvivenza e mantenimento delle funzioni motorie impensabili fino a pochi anni fa, portando a una revisione degli standard di cura internazionali. La SMA è una malattia genetica rara che rappresenta la prima causa genetica di mortalità infantile ed è caratterizzata da una grave debolezza muscolare progressiva e debilitante. «Siamo in un momento storico di profonda trasformazione. Nell’arco di 10 anni c’è stata un’evoluzione molto positiva, non solo in termini terapeutici, ma anche nella gestione dei molti aspetti pratici – spiega Eugenio Mercuri,

La tempestività della diagnosi è un fattore chiave per la cura delle patologie Direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile al Policlinico Gemelli di Roma -. Le nuove raccomandazioni mettono in primo piano la gestione quotidiana della malattia, che incide in modo significativo sulla qualità di vita di pazienti e famiglie. La prevenzione di varie criticità di tipo pratico è, ad esempio, un tema importante e questo dimostra quanti passi avanti siano stati fatti. Oggi abbiamo a disposizione opzioni di intervento, ad esempio a livello respiratorio e nutrizionale, che fino a pochi anni fa erano impensabili. Questi cambiamenti richiedono un approccio sempre più multidisciplinare e impongono anche la necessità di adeguare i Registri della SMA, strumenti fondamentali per fotografare la situazione attuale e indirizzare sviluppi futuri». Fino a pochi anni fa una diagnosi di SMA lasciava poche speranze e apriva a opzioni di intervento per lo più palliative,

oggi lo scenario è totalmente cambiato e la tempestività della diagnosi diventa un fattore chiave. «Siamo in una fase importante, in quanto la SMA finalmente inizia a poter essere trattata dal punto di vista clinico – commenta Enrico Bertini, Direttore dell’Unità di Medicina Molecolare per Malattie Neuromuscolari e Neurodegenerative, Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma -. La tempistica dell’intervento è basilare, per questo la diagnosi precoce e pre-sintomatica è diventata una possibilità fondamentale per poter aspirare a una qualità di vita migliore. Per accelerare la fase diagnostica sarebbe innanzitutto importante coinvolgere e sensibilizzare pediatri, neuropediatri e neonatologi a richiedere il test genetico al minimo dubbio di una diagnosi di SMA. Inoltre, lo screening neonatale rappresenta la strategia ideale futura per la diagnosi precoce». Nelle regioni Lazio e Toscana è previsto, per i primi mesi del 2019, l’avvio di un progetto pilota di screening neonatale per la malattia, con la collaborazione del Policlinico Gemelli, dell’Ospedale Meyer, dell’associazione Famiglie SMA e l’azienda Biogen. «Siamo molto orgogliosi di prendere parte a questo progetto – commenta la presidente di Famiglie SMA, Daniela Lauro -. Fino a poco tempo fa tutto questo era solo un sogno». (E. G.). Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 31


SALUTE

© Ricette rea

La salute viene mangiando Il sito d’informazione “Melarossa” promuove la cultura della sana alimentazione di Tiziana Landi

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angiare sano fa bene alla salute, aiuta a stare in forma ed è anche un piacere per il palato. Parola di Melarossa, il quotidiano online di alimentazione e benessere realizzato con la supervisione della SISA, Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione, e consultabile da pc e smarphone all’indirizzo www.melarossa.it. Si tratta di un sito di informazione, ma soprattutto un progetto di educazione alimentare nato per diffondere la cultura della sana alimentazione, che vuole aiutare gli utenti a nutrirsi in modo equilibrato, secondo i principi della dieta mediterranea, e a dimagrire senza rischi e senza rinunciare al gusto. Melarossa vuole essere un alleato in questo percorso e lo fa mettendo a disposizione di tutti tantissime ricette e videoricette light, articoli di approfondimento, video-interviste al nutrizionista sulla sana alimentazione e la dieta e schede nutrizionali sui prodotti di stagione. Un’attenzione particolare è dedicata a chi ha esigenze “speciali” a tavola (dieta vegetariana), un

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Un portale interamente dedicato al benessere e supervisionato dalla Sisa filo diretto con gli esperti (dai nutrizionisti al personal trainer), che sul sito rispondono gratuitamente alle domande dei lettori. E poi, guide per cucinare, ma anche news sul fitness e programmi di allenamento da abbinare alla sana alimentazione, perché proprio l’unione tra una dieta equilibrata e una costante attività fisica è la chiave per stare bene e per mantenersi in salute, tenendo lontano il rischio di obesità e altre patologie. E, per chi vuole dimagrire e ritrovare la forma, Melarossa offre piani nutrizionali personalizzati, disponibili sia su web che su App: programmi alimentari scientifica-

mente bilanciati, elaborati sulla base delle caratteristiche di ciascun utente – peso, stile di vita, preferenze alimentari, obiettivo di dimagrimento – che permettono di perdere fino a un chilo a settimana in totale sicurezza per la salute, garantendo l’equilibrio di macro e micro nutrienti. Spesso, in assenza di patologie, la causa del sovrappeso è un’alimentazione sregolata, con uno sbilanciamento tra gruppi alimentari, un eccesso di condimenti, l’abitudine di mangiare troppo o troppo poco, esagerando con alcuni cibi e privandosi di altri. Melarossa è una guida completa che aiuta ad apprendere le regole base della sana alimentazione e a trasformarle in uno stile di vita, per mantenere o ritrovare la salute e la forma. Lo testimoniano gli oltre 5 milioni di download dell’App per iPhone e Android e le tante storie di chi, dalle pagine del sito o dai canali social, racconta come sia riuscito a cambiare le sue abitudini alimentari in meglio, grazie all’aiuto offerto da Melarossa.


SALUTE

alizzate da Antonella Pagliaroli, foodblogger di Fotogrammi di zucchero

Tante ricette, leggere e veloci, per mangiare sano ogni giorno Si tende spesso a pensare che per mangiare sano servano tanto tempo e abilità in cucina, ma non è così. Lo dimostrano le ricette di Melarossa: genuine, leggere, ma anche facili e veloci da preparare, perfette per variare ogni giorno la propria alimentazione senza fare i salti mortali ai fornelli. Che siano i grandi classici della tradizione italiana riletti in chiave light, i piatti pensati per chi mangia spesso fuori casa, come panini, piadine o insalate di cereali, o le ricette per i vegetariani o gli intolleranti, su Melarossa ce n’è per tutti i gusti. Ma la filosofia è sempre la stessa: piatti semplici e adatti a tutta la famiglia, ingredienti di stagione, video e foto step by step che accompagnano nella preparazione, l’indicazione degli apporti calorici, per inserire facilmente le ricette all’interno del proprio menù se si segue la dieta, e i commenti nutrizionali, che illustrano i benefici di ogni piatto per la salute e la linea. Più di 500 ricette tra cui scegliere, per sperimentare, assaggiare e... non annoiarsi mai a tavola!

Panino con avocado, hummus di ceci e spinaci.

© Ricette realizzate da Antonella Pagliaroli, foodblogger di Fotogrammi di zucchero

Homepage del sito www.melarossa.it

PASTA RADICCHIO, SPECK E FUNGHI

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na ricetta che associa ai benefici della pasta, fonte di carboidrati complessi e irrinunciabile in un’alimentazione sana, le proprietà del radicchio, ipocalorico, ricco di fibre a effetto saziante, con un buon contenuto di vitamina C e antiossidanti, che rinforzano le difese immunitarie e rallentano l’invecchiamento cellulare. L’abbinamento con lo speck, col suo carico di proteine, rende questa ricetta ideale come piatto unico, grazie a un mix di nutrienti bilanciato e completo.

ZUPPA DI PESCE

P © Ricette realizzate da Antonella Pagliaroli, foodblogger di Fotogrammi di zucchero

esce, molluschi e crostacei contengono grassi “buoni”, in particolare gli omega 3, acidi grassi polinsaturi che aiutano a ridurre il colesterolo e contribuiscono a prevenire le malattie cardiovascolari e i tumori. Sono poi una fonte di proteine di alto valore biologico, vitamine e minerali essenziali per l’organismo: per questo devono essere presenti all’interno di un’alimentazione sana, come alternativa a carne, uova e altre fonti proteiche. Ecco una ricetta per godere dei loro benefici.

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SALUTE

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l nome comune “mela-grana” affonda le radici nel latino antico malum granatum, termini che in italiano rimandano alle parole “mela” e “con semi”. La traduzione letterale “mela con semi” ne esprime appieno le caratteristiche peculiari. Ippocrate, padre della Medicina, valutò il melograno nei suoi attenti ed approfonditi studi, elogiandone le virtù medicamentose. Le proprietà benefiche ipotizzate vennero successivamente confermate prima dalla Medicina Popolare e poi dalla Scienza Ufficiale. Questo frutto, usato come integratore, cosmetico o alimento, è perfetto soprattutto per le pelli mature, che beneficiano dei fattori idratanti e antinfiammatori, nella scorza e persino nel fiore della melograna. Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Depertement of Food and Nutrition della Hallym University (Corea) pubblicato su Experimental Dermatology; il succo di melagrana impedisce il deterioramento del collagene e la formazione dei radicali liberi, conseguenzialmente quindi il cedimento di tessuti e la formazione di rughe. Viene utilizzato da secoli per le sue proprietà terapeutiche: è ricco di vitamine (A, B, C, E e K), sali minerali (potassio, ferro, magnesio e calcio), tannini, flavonoidi e acido ellagico (polifenolo antiossidante) L’acido ellagico svolge un’azione sulla pigmentazione della pelle, tramite un effetto inibitore della melanogenesi. Appartiene alla classe dei polifenoli, dei quali possiede le proprietà essenziali di protezione dei meccanismi ossidativi produttori di ROS (Reactive Oxygen Species specie reattive dell’ossigeno). Tra i polifenoli, la sua struttura è originale, partico-

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Il melograno e i suoi usi cosmetici Dai frutti della pianta un alleato per la salute della pelle

di Carla Cimmino

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SALUTE

Uno studio di ricercatori coreani spiega come il suo succo impedisca il deterioramento del collagene e la formazione dei radicali liberi larmente reattiva e metabolizzabile, grazie al campione di controllo non trattato; 4) alla presenza di un doppio lattone. anche in presenza di antitropoelastina, un La molecola possiede capacità di com- test Western Blot mostra che il trattamento plessazione di alcuni metalli di transizione, a base di acido ellagico permette di manteda cui deriva la sua attività sulle metallo- nere intatte le fibre di elastina di 70 kDA. proteine. Uno studio condotto in vivo su L’acido ellagico svolge un’azione an16 volontari (19-45 anni) ti-radicali completa e podimostra che l’acido ellatente, consentendo di Ippocrate, gico 0,5%, depigmenta in proteggere efficacemente padre della maniera molto evidente la pelle dagli effetti dello le zone trattate rispetto a stress ossidativo e, quindi, medicina, quelle non trattate. dall’invecchiamento precoelogiò le proprietà ce, limita il tasso di perosÈ stato dimostrato che l’estratto di melograno, ricsidazione dei lipidi della medicamentose co di acido ellagico, stimola pelle, indotta sempre dallo del melograno la rigenerazione del derma stress ossidativo dovuti ad e dell’epidermide, svolge uno stile di vita scorretto, un’azione protettiva sulle fibre di elasti- è un candidato ideale per curare la pelle na nei confronti del degrado enzimatico dei fumatori, sottile e atonica, caratteriz(MMP, proteasi, elastasi). Uno studio ha zata da un invecchiamento accelerato, da evidenziato che un estratto di melograno, un incarnato spento, privo di luminosità, ricco di acido ellagico, stimola la sintesi del e con notevoli esigenze di (contrastando pro-collagene di tipo I ed inibisce la produ- lo sviluppo dei radicali liberi, responsabili zione di MMP-1 da parte dei fibroblasti. dell’invecchiamento). L’acido ellagico si fissa sulle fibre, ne Le cause dell’invecchiamento premaaumenta la stabilità e, quindi la longevità. turo e affaticamento psico-fisico eccessivo Svolge anche un’azione stimolante nei con- che indeboliscono l’organismo sono: l’espofronti dell’elastogenesi. sizione a raggi UVA e UVB, l’inquinamenSono stati fatti esperito atmosferico, le sostanze menti: 1) su espianti umatossiche (come solventi, Può essere ni, mantenuti vitali per 10 metalli pesanti, pesticidi, utilizzato anche giorni, è stato dimostrato detergenti), la contaminache il trattamento a base come integratore zione delle acque, infezioni, di acido ellagico, aumenta carente cosmetico o come un’alimentazione significativamente l’elastoin minerali e vitamine, fatgenesi (+67% +/-6); 2) su alimento, per i suoi tori causano l’invecchiacolture di fibroblasti proveprecoce, dato dalla molteplici benefici mento nienti dal derma, è stato diformazione di radicali libemostrato che l’acido ellagiri. co provoca un incremento degli effetti degli La sinergia di fattori antiossidanti (tra stimolatori dell’elastogenesi ProK-60 (22% cui spicca la vitamina C) presenti nel frutto +/-4); 3) su colture di fibroblasti prove- migliora la salute del sistema circolatorio nienti dal derma, uno studio ha evidenziato e combatte la couperose. Oltre all’acido che l’acido ellagico provoca un amento del- ellagico contenuto nella melagrana, che allo spessore delle fibre di elastina rispetto lunga il ciclo di vita dei fibroblasti che pro-

ducono collagene, c’è l’acido punicico, che promuove l’ispessimento dello strato più superficiale del derma e rinsalda i tessuti di sostegno. Qualche consiglio interessante: - È perfetto contro il vento, gelo di montagna e raggi Uva - Gli estratti di melagrana sono perfetti per ridurre lo stress cutaneo. Basta massaggiare le zone interessate con qualche goccia di olio biologico di melagrana picchiettando delicatamente con la punta delle dita contorno occhi, gli angoli delle labbra e linee della fronte per qualche minuto, mattino e sera. - Usato con assiduità, quest’olio riduce l’attività dei radicali liberi, ridona turgore alla pelle e la rende impermeabile allo stress da agenti atmosferici, soprattutto quello raggi UVA, che sono aggressivi anche d’inverno, previene le screpolature e attenua i segni di cedimento. A molti capita che le labbra d’inverno perdono di colore, compattezza e si screpolino facilmente. Basta mescolare succo di melagrana con un cucchiaino di olio d’oliva, applicarlo poi sulle labbra al mattino.

Il genere Punica

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l melograno appartiene al genere Punica. Il frutto viene chiamato melagrana. È originario dell’Asia sud–occidentale ed è presente da epoca preistorica nell’area costiera del Mediterraneo. Ha una forte tendenza a produrre polloni radicali e a costituire una boscaglia fitta. Può raggiungere i 5-6 metri di altezza e vivere anche oltre 100 anni. Le foglie sono opposte o sub opposte, lucide, strette e allungate, intere, larghe 2 cm e lunghe 4–7. I fiori sono di colore rosso, con tre-quattro petali. La fioritura è a maggio. Il frutto è una bacca robusta, dalla buccia dura, che ha forma rotonda o leggermente allungata. I semi, di colore rosso, in alcune varietà sono circondati da una polpa traslucida colorata dal bianco al rosso rubino, più o meno acidula e, nelle varietà a frutto commestibile, dolce e profumata. Il frutto reca in posizione apicale (opposta al picciolo) una caratteristica robusta corona a quattro-cinque pezzi, che sono residui del calice fiorale. Il frutto matura a ottobre-novembre, a seconda delle varietà.

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INNOVAZIONE

La cosiddetta “ciliegia da terra” è resistente alla siccità, ma risulta difficile da coltivare e offre frutti troppo piccoli

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a nuova “fragola” del futuro è rotonda, gialla, un po’ amarognola e sa leggermente di ananas. Sarà più grande e più saporita grazie a un trucco: la modifica del suo Dna. Chiamato anche “ciliegia di terra” il poco conosciuto frutto della pianta Physalis pruinosa è infatti l’oggetto di una serie di nuovi importanti studi di ricercatori che, attraverso la tecnica di editing genetico del CRISPR (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats), stanno cercando di trasformarlo in un cibo ampiamente commercializzato nei prossimi anni. Il dottor Zachary Lippman, scienziato della Howard Hughes Medical Institute che ha condotto lo studio sulle bacche, ora pubblicato su Nature Plants, per la sua ricerca è partito dalla analisi di queste piante presenti soprattutto tra Centro e Sud America. Mostrano caratteristiche interessanti, come ad esempio la resistenza alla siccità, ma appaiono tutt’ora complesse da coltivare e offrono frutti troppo piccoli. Dal Messico al Perù i frutti della Physalis pruinosa crescono incastonati dentro piccole “lampade” vegetali che una volta aperte, quando sono maturi, li lasciano cadere sul terreno. Il frutto esotico, la cui pianta raggiunge circa quaranta centimetri, normalmente è piccolo, tra il giallo e l’arancione e chi l’ha provato descrive un sapore amarognolo che ricorda vagamente l’ananas: è però un “orfano”, un frutto che a differenza di altri simili come fragole, lamponi e mirtilli non ha trovato finora mercato anche a causa della difficoltà nella produzione. Per intenderci: in passato era

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considerata “orfana” anche la quinoa che, sul Dna gli scienziati sono riusciti a modifidopo anni, è invece uscita dalle coltivazioni care un processo, quello dell’addomesticadi nicchia diffondendosi in tutto il mondo mento dei frutti da selvaggi a beni di largo come cibo di uso comune. consumo, che altrimenti avrebbe richiesto Una volta studiata la pianta Lipmann e anni e anni di lavoro da parte dei contadini, Joyce Van Eck del Boyce Thompson Insti- abituati nei secoli a coltivare solo frutta e tute insieme ad altri colleverdura con le migliori caghi, usando la tecnica del Da cibo poco noto ratteristiche. Ora, secondo CRISPR, che come una forLippman, la bacca gialla il frutto bice è in grado di tagliare e è dunque potenzialmente sarà trasformato pronta a trasformarsi nella rincollare i geni, ha creato un “groundcherry” (questo nuova fragola, almeno in in un prodotto il nome inglese, ndr) più termini di popolarità. per l’agricoltura grande, più buono e più fa«Credo fermamente cile da ottenere. che con il giusto approccio, tradizionale In sostanza, da cibo il groundcherry potrebbe poco noto, lo hanno trasfordiventare un importante mato in un potenziale prodotto adatto an- raccolto» ha spiegato rimarcando come che per l’agricoltura tradizionale. La strada la tecnologia possa aprire nuove strade ai per vederlo abitualmente sulle nostre ta- sapori. Finora infatti questa bacca, apparvole è ancora lunga ma attraverso il lavoro tenente al gruppo delle “colture orfane”


INNOVAZIONE © KatyaPulina/www.shutterstock.com

Buona nelle torte, ma occhio alla pianta

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Le fragole del futuro cambiano Dna Dall’editing genetico nascerà un frutto più saporito e facile da ottenere

a Physalis pruinosa appartiene alla famiglia delle Solanaceae. I suoi frutti, i groundcherry, sono chiamati in vari modi, da ciliegia di terra a pomodoro-fragola a tomatillo e tante altre connotazioni a seconda delle lingue. Assomiglia molto alla più nota Physalis Peruviana. In Sud e Centro America è utilizzato in alcune per preparare torte o conserve da un sapore dolce-amaro. Attenzione però al resto della pianta: se le bacche sono edibili non lo sono invece né l’involucro che le contiene né diverse parti della pianta, che al contrario è considerata per la maggior parte tossica. © F_studio/www.shutterstock.com

di Giacomo Talignani Frutto della Physalis pruinosa.

difficilmente è disponibile sugli scaffali dei meno di un grammo: utilizzando la stessa supermercati e si trova raramente solo in tecnica già sperimentata ad esempio sulle qualche mercato sudamericano. piante di pomodoro i ricercatori hanno otIl suo gusto iniziale e l’elevata resisten- tenuto però bacche di dimensioni maggioza alla siccità hanno fin da subito candi- ri più facilmente commerciabili. Ora standato il groundcherry agli esperimenti per no lavorando sul sapore che attualmente ottenere un miglioramento: descrivono come “tropiprima è stato sequenziato il Il sequenziamento cale ma aspro, a volte con codice genetico della piandi vaniglia”. Uno del codice genetico sentori ta e poi sono stati identifidei problemi di questi frutdella pianta cati i geni che controllano ti anche noti come “husk alcune caratteristiche indecherries” e “strawberry ha permesso di siderate, come ad esempio tomatoes” era in generale creare un la dimensione, e da lì gli anche la scarsa durata di scienziati sono intervenuti prodotto migliore conservazione e la bassa con la tecnica CRISPR per produttività, altri “difetti” ottenere un prodotto miche il team di Lippman sta gliore. cercando di “scavalcare” tramite l’editing Se crescono in maniera naturale in- del Dna. Chiaramente, vista la mano dell’uomo fatti i frutti della Physalis pruinosa sono particolarmente piccoli e pesano anche sulla natura di questa pianta, l’operazione

portata avanti da Lippman e colleghi non è esente da critiche e in futuro, se verrà commercializzata, il marketing potrebbe risentire delle implicazioni necessarie per lo sviluppo del nuovo cibo. Lippman però tira dritto e descrive il lavoro fatto come “la dimostrazione di ciò che è ora possibile” in termini di editing genetico sugli alimenti. Alcuni esperimenti simili riguardavano finora pomodori, mais e cereali ma, se confermata la riuscita delle nuove modifiche, si tratterebbe di un primo caso di editing di questo tipo su colture orfane rendendole così “addomesticate”. I ricercatori sperano quindi di ispirare altri scienziati ad esaminare altre colture orfane da poter trasformare in pietanze abituali ma probabilmente, prima di vederle sulle nostre tavole, passerà ancora molto tempo. Per ora, l’amata fragola rossa resiste ancora. Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 37


INNOVAZIONE

Triplicare l’energia elettrica nei paesi in via di sviluppo

È il progetto da cinque miliardi di dollari della Banca mondiale

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inque miliardi di dollari, per tripli- una strategia di contrasto ai cambiamenti care entro sei anni la produzione climatici. «La Banca mondiale – si legge sul sito di energia elettrica nei Paesi in via di sviluppo, puntando su fonti ufficiale – ha stanziato un miliardo di dolrinnovabili, sicure e stabili. La Banca mon- lari per finanziare il programma. Punta diale ha deciso di scommettere sul battery anche a raccogliere un miliardo di dollari storage, attivando le linee di credito per nei fondi agevolati per il clima, attraverso incentivare gli investimenti canali come il Clean Techsui dispositivi di stoccag- Saranno incentivati nology Fund, e mobilitare gio di energia in modo da almeno altri 3 miliardi dai gli investimenti assicurare un rifornimento settori pubblico e privato. L’obiettivo è finanziare 17,5 costante, senza gli sbalzi di sui dispositivi di gigawattora di stoccaggio al produzione tipici dell’eolico stoccaggio 2025, più del triplo dei 4/5 e del fotovoltaico. gigawattora attualmente Il primo miliardo di di energia per installati in tutti i Paesi in dollari, circa 854 milioni di l’erogazione costante via di sviluppo». euro, è stato direttamente L’investimento, enorstanziato, un altro verrà raccolto in fondi agevolati per il clima, gli me, sarebbe ripagato in termini di affidaaltri 3 arriverebbero invece da investitori bilità e, di conseguenza, garantirebbe una pubblici e privati. L’annuncio è stato dato stabilità nel rifornimento elettrico di cui dal presidente, Jim Yong Kim, allo One gioverebbe l’intero sistema economico Planet Summit di New York, la seconda che adotterà tali strumenti, contribuendo edizione del vertice lanciato a Parigi nel allo sviluppo del Paese; al tempo stesso 2017 che ha riunito capi di governo e mi- investire nel battery storage, sfruttando le nistri con l’obiettivo di costruire insieme batterie in combinazione con i sistemi di

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produzione di energia pulita e rinnovabile, limiterebbe l’utilizzo di altre fonti ad alto impatto ambientale. Per la Banca mondiale «la tecnologia delle batterie è costosa e non ancora ampiamente dislocata in progetti di larga scala. Questo gap è particolarmente acuto nei Paesi in via di sviluppo, dove l’eolico e il solare hanno grandi potenziali, la domanda di energia è in crescita, e larga parte della popolazione vive spesso senza una fornitura di elettricità affidabile». Il vertice di New York di One Planet è stato co-presieduto dal presidente della Repubblica Francesce Emmanuel Macron, dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, dal presidente della Banca mondiale Jim Yong Kim e dall’inviato speciale delle Nazioni Unite per Azione per il clima Michael R. Bloomberg. Durante l’appuntamento, oltre a verificare i progressi compiuti sugli impegni assunti al vertice di Parigi dell’anno precedente, sono stati fissati sette nuovi obiettivi: la creazione del Wall Street Network on Sustainable Finance, presieduto da Bloomberg, per orientare la finanza verso l’eco-compatibile; l’Unione


INNOVAZIONE

World Bank

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a Banca mondiale, con sede a Whashington (foto sotto), è una delle istituzioni specializzate dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. È nata inizialmente per sostenere la ricostruzione di Europa e Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale ma negli anni sessanta, con l’indipendenza delle Nazioni che prima erano colonie e col conseguente aumento delle aree in cui si era reso necessario intervenire, si è interessata anche dei Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Ha come obiettivo la lotta alla povertà e l’organizzazione di finanziamenti a favore dei Paesi in via di sviluppo e in difficoltà. Comprende due istituzioni internazionali: la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS) e l’Agenzia internazionale per lo sviluppo (AIS o IDA). Il Gruppo della Banca mondiale, istituto nel giugno 2007, comprende altre 3 istituzioni: la Società finanziaria internazionale (IFC), il Centro internazionale per il regolamento delle controversie relative ad investimenti (ICSID) e l’Agenzia multilaterale degli investimenti (MIGA).

Europea utilizzerà nel periodo 2021-2027 il mesi scorsi a New York (di cui abbiamo par25% del proprio bilancio, circa 320 miliardi lato sul numero di Luglio/agosto) che entro di euro, per la lotta ai cambiamenti climatici; pochi anni potrebbe coprire il proprio fabbiuna collaborazione tra Google, Bloomberg sogno energetico dotandosi di accumulatori Philantropies e la Global Covenant Mayor capaci di conservare un gigawatt e mezzo (Convenzione mondiale per i sindaci per il di energia; il progetto, annunciato ad inizio clima e l’energia) per migliorare le emissioni anno dal Governatore di New York Andre del settore immobiliare, la Cuomo, prevede un piano di qualità dell’aria e i trasporinvestimenti per un totale di L’investimento ti nelle città in un’ottica di 260 milioni di dollari e sarà sarebbe ripagato attuato col supporto della sostenibilità; l’AfroChampions, per sviluppare i procon l’affidabilità Green Bank di New York, che come mission ha progetti di gestione sostenibile e la stabilità prio la promozione di inidi rifiuti in Africa; sono stati promessi venti milioni di nel rifornimento ziative e basso impatto ambientale e lo sviluppo della euro per il problema della elettrico green economy. Agli inizi di plastica nell’Oceano Pacifimaggio, sempre a New York, co; saranno costruite infrastrutture in Africa, Asia e America Latina, era stata diffusa una nuova guida all’energy finanziate da un partenariato tra il d’inve- storage, realizzata da un network di atenei, stimento Blackrock e agenzie pubbliche; enti governativi e centri di ricerca. L’obietinfine, l’impegno della Banca mondiale di tivo è di promuovere le buone pratiche nel investire un miliardo di dollari per i sistemi settore e di aumentare le capacità di immagazzinare energia nei sistemi cittadini, pordi stoccaggio di energia. Le potenzialità delle batterie sono al tandola dai 4,8 MWh finora installati a 100 centro anche di un altro progetto avviato nei MWh entro il 2020. (N. F.) Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 39


AMBIENTE © andreiuc88/www.shutterstock.com

I vegetali, che sembrano organismi fermi o parzialmente immobili, comunicano tra loro grazie a relazioni simbiotiche con i funghi

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nche se si stacca la spina la rete rete permette alle piante di una foresta, funziona ancora. Non provateci un bosco o un suolo di comunicare e scamcon il computer: questa magia biarsi nutrienti attraverso una rete di ife accade in un altro www, lo stre- fungine. pitoso e meno conosciuto “wood wide web” Le piante sono ben lontane da essere delle piante. In questo mondo, quello della organismi che a prima vista ci sembrano rete fungina che vive nel suolo in simbiosi fermi o parzialmente immobili: gli organicon le radici trasferendo acqua e nutrienti smi vegetali continuano infatti a comunicaalle piante, accadono magie: anche quando re grazie alla relazione simbiotica con i funla pianta in superficie muore o viene estir- ghi, detta micorriza. Una volta estirpato il pata, là sotto la vita contivegetale questa rete non si nua a tal punto da lavorare ferma e continua a lavorare Anche quando per mantenere la fertilità senza sosta. le piante muoiono del terreno. «Queste nuove conoA “navigare” a fondo in scenze, oltre a fornire dati in superficie, questo universo di scampreziosi sulla capacità di sotto la terra bi sotterranei, scoprendo sopravvivenza a lungo terla vita prosegue appunto che la vita di tale mine della rete assorbente rete continua a mantenere fungina, ci indicano la strasenza sosta le sue funzioni anche dopo da da seguire per il manla fine di una pianta, sono tenimento della fertilità state tre microbiologhe italiane. Lo studio biologica del suolo, una strada che deve te“Lifespan and functionality of mycorrhizal ner conto dei rapporti di cooperazione tra fungal mycelium are uncoupled from host piante e microrganismi benefici, nell’ottica plant lifespan” condotto da Manuela Gio- della loro utilizzazione nella produzione sovannetti e Alessandra Pepe dell’Università stenibile di cibo di alta qualità» ha spiegadi Pisa e da Cristiana Sbrana del CNR è sta- to Manuela Giovannetti, coordinatrice del to pubblicato su Scientific Reports. team, illustrando la scoperta ottenuta graPer due anni nei lazie a un sistema sperimenboratori di Microbiologia tale in vivo realizzato per Le scienziate del Dipartimento di Scienvisualizzare e monitorare hanno dimostrato la crescita e la vitalità della ze agrarie, alimentari e agro-ambientali di Pisa le rete fungina. come il terreno ricercatrici hanno lavorato «Le piante si nutrono mantenga intatta principalmente utilizzando cercando risposta alla domanda: la vita di tale rete è le capacità del fungo benela sua fertilità dipendente dalla vita della fico simbionte di esplorare nel tempo pianta ospite? Per arrivare il terreno, assorbire i nua un verdetto sono passate trienti e trasferirli alle radiper diversi esperimenti e analisi di ciò che ci attraverso una rete di cellule allungate accade nel www delle piante. Il wood wide tubulari interconnesse - aggiunge Cristiaweb, nome rilanciato dalla rivista Nature, na Sbrana -. Il nostro studio ha affrontato è di fatto una rete di scambi, esattamente una domanda cruciale: la vita di tale rete come per quella più conosciuta dell’inter- è dipendente dalla vita della pianta ospinet che usiamo quotidianamente. Questa te? Oppure, alla morte della pianta la rete

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mantiene la sua vitalità e funzionalità?». La risposta la spiega Alessandra Pepe. «Gli esperimenti effettuati durante le nostre ricerche hanno dimostrato che la vita della wood wide web è disaccoppiata dalla vita della pianta. Anche 5 mesi dopo la rimozione della parte aerea della pianta, la rete è capace di mantenere la sua vitalità e funzionalità, e di stabilire nuove simbiosi con altre piante». La fertilità del terreno, anche per ospitare piante future, è dunque mantenuta. La scoperta fortifica il valore delle micorrize che permettono che tra pianta e fungo avvenga uno scambio sempre vantaggioso per entrambi e, a quanto pare, ciò avviene


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Il “www” tutto italiano del mondo delle piante Tre microbiologhe italiane scoprono la rete fungina “wood wide web”

anche quando la pianta o l’arbusto da noi visibile ha cessato di vivere. Lo scambio avviene così: la pianta fornisce al fungo composti organici contenenti carbonio prodotti grazie alla fotosintesi e in cambio il fungo, che nel suolo ha una struttura filamentosa (un filamento fungino è detto “ifa”), capta sali minerali e altri nutrienti di cui la pianta ha bisogno consegnandoli direttamente alle radici. La magia che avviene nel www vegetale, secondo la scoperta delle ricercatrici pisane, può continuare però come detto a lungo dato che anche cinque mesi dopo la rimozione della pianta la rete lavora per stabilire nuove simbiosi con altre piante. (G. T.).

Wood wide web su Youtube

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l “wood wide web” negli ultimi anni è passato - si fa per dire - dalla rete vegetale a quella da tastiera. Sul canale video Youtube alcuni video sulla dinamica del mondo sotterraneo di fughi e radici, di come le piante si parlano e si scambiano nutrienti informazioni o “favori” hanno infatti superato il milione di visualizzazioni. Recentemente, nel tentativo di raccontare a tutti il funzionamento della vita “segreta” degli alberi e dei vegetali, sempre più martoriati da deforestazione ed effetti del cambiamento climatico, la Bbc ha realizzato un bellissimo mini documentario animato dal titolo “How trees secretly talk to each other” diffuso anche nelle scuole per aiutare ragazzi e bambini ad avere un nuovo sguardo sulle piante. Non più da immaginare come organismi immobili ma vere e proprie protagoniste attive della vita sulla Terra.

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La scienza lavora per salvare le tigri Dal Nepal arriva il progetto TX2 per evitare l’estinzione della specie di Marco Modugno

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econdo le stime fatte da un gruppo di scienziati, attualmente in Nepal vivono in libertà circa 235 esemplari di tigri. Nel 2009 questo dato si riduceva a circa di 120 esemplari, portando un incremento pari al 20 per cento. I dati sulla popolazione delle tigri, sono stati forniti dal dipartimento Nepalese per i parchi e la conservazione della fauna selvatica, dal WWF e da alcune associazioni come Panthera e Zoological Society of London. Per far in modo che si potesse raggiungere questa stima meno approssimativa possibile, sono state utilizzate varie metodologie, in particolare l’utilizzo di foto trappole e software specializzati nella stima dell’abbondanza e distribuzione delle tigri in natura, presenti nei cinque parchi Nepalesi. Le autorità Nepalesi sperano che questo modello venga copiato e sperimentato anche da altre nazioni, al fine di conservare quanto più possibile questa fantastica specie felina. Il segretario del Ministero delle foreste e dell’ ambiente, Bishwa Nath Oli, spiega che l’impegno di proteggere le ti-

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gri è una priorità assoluta per il governo, come: elefanti asiatici, orsi labiati, sambar, le forze dell’ordine, le comunità locali e la buceri e rinoceronti, ma impossibile trovare esemplari di tigri. comunità internazionale. Dopo il meeting “The Global Tiger In tema di conservazione della specie, il direttore senior del programma per Initiative” che si è tenuto nel 2010, il Nepal le tigri dell’organizzazione Panthera, John insieme al WWF e altre 12 nazioni si è impegnato a raddoppiare enGoodrich, spiega che 235 Il paese asiatico tro il 2022 il numero della esemplari può sembrare specie in un operazione deun numero piuttosto esiè modello nominata TX2. Tra i testiguo, ma se paragonato alla di biodiversità e monial del WWF impegnapopolazione mondiale di tigri, che è di circa 4mila leader negli sforzi to nell’iniziativa, l’attore Hollywoodiano Leonardo esemplari, è una percentuale davvero significativa profusi per la tutela Di Caprio, secondo il quale il Nepal è stato il paese e che il lavoro che stanno del felino leader negli sforzi per radportando avanti in Nepal doppiare le tigri all’interno per salvaguardare questo magnifico felino è stato da lui stesso defi- dei sui confini e serve da modello per la conservazione della biodiversità in Asia e nito “pazzesco”. Nel 2010 se ci si recava a visitare il nel Mondo. Nonostante sia una delle popolazione Parsa National Park, sito in un area alle pendici dell’Himalaya, definita Terai Arc più povere ad aver aderito al programma, Landscape (TAL), vasta area transfron- spiega invece Goodrich, il governo di Kattaliera che comprende diversi habitat in mandu ha preso seriamente la questione condivisione con l’India, era possibile tro- e gli ottimi risultati raggiunti parlano da vare ogni specie simbolo di questa nazione soli. Nella sola zona del Parsa fino al 2013


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Panthera tigris

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© Coldmoon Photoproject/www.shutterstock.com

si contavano sette esemplari, ad oggi già fattore fondamentale per la rapida espansiamo arrivati ad individuarne tredici. Il sione della specie. A tutti questi fattori si è aggiunta ansegreto di questo successo è dovuto sia all’intuizione del Governo di ampliare i che la scelta di portare nel Parsa National confini del Parsa e delle guardie forestali a Park esemplari del vicino Chitwan Natiosalvaguardia dello stesso, sia per la perfet- nal Park, per agevolare la riproduzione, ta collaborazione instauraaltrimenti ci sarebbero Il Governo ta con le popolazioni locali voluti molti più anni per per prevenire conflitti tra raggiungere questo tipo di ha garantito le loro esigenze e quelle dei risultati. degli spazi felini. Secondo Goodrich, Gli studi sulle tigri Nepalesi hanno inoltre gli uomini e le tigri non viin cui l’animale portato a piacevoli scopervono bene insieme, il conpossa vivere e te, per quanto concerne le flitto sarà sempre vivo, ma specie adulte risultano esl’aver creato queste riserve cacciare prede sere di gran lunga più lonnaturali dove le tigri non geve e per quanti riguarda i sono disturbate dall’essere umano, è stata un ottima mossa. Sempre cuccioli è di ottimo auspicio che godano di sull’argomento specifica che per soprav- buona salute. Goodrich a tal riguardo convivere, questi felini hanno bisogno di due clude che la cosa fondamentale è proprio fattori cardine: “Pace e Prede” e nel parco avere una popolazione che goda di buona del Parsa queste condizioni sono state ri- salute e che ci sia un buon tasso di sopravvivenza negli adulti: «Il fatto che ci siano create perfettamente. Gli spazi dove vivere libere sono più cuccioli vivaci è un segnale positivo, quello che sufficienti, ci sono prede in abbondan- che giochino vuol dire che sono ben nutriti za e c’è la totale assenza del bracconaggio, e hanno le forze per farlo».

a tigre è un mammifero carnivoro della famiaglia dei felidi. È il più grande tra i “grandi felini” che rientrano nel genere Panthera, che comprende anche leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi. Si trova all’apice della catena alimentare, poiché non ha predatori in natura, tranne l’uomo. Ha un mantello striato,il cui disegno varia per ogni sottospecie. Vi sono varianti al colore del mantello, principalmente nella sottospecie nominale Panthera tigris tigris (tigra indiana “del Bengala”), la più comune tra queste è quella con strisce nere su fondo bianco. Il suo scheletro si distingue da quello del leone per la lunghezza degli arti e da quello del leopardo per le maggiori dimensioni. È il felino più grande che esista, superato in stazza soltanto dall’orso bruno e da quello polare. Può pesare dai 65 ai 300 chilogrammi, mentre la sua lunghezza varia dai due metri ad oltre i tre. La sua altezza al garrese varia in base alla specie e oscilla dagli 85 centimetri al metro. La tigre siberiana è considerata la sottospecie più grande, viste le dimensioni medie degli esemplari. Il record di peso massimo, invece, appartiene a una tigre del Bengala, uccisa nel 1967, che pesava ben 389 chilogrammi. Ha le orecchie arrotondate, di colore bianco e nero, le pupille rotonde e l’iride può essere di colore oro, verde o azzurro. I baffi sono folti e il muso è piuttosto corto. Sul collo, il pelo è fitto e la pelle è molto spessa. I denti canini possono arrivare fino a dieci centimetri. L’osso ioide è parzialmente ossificato e permette all’animale di ruggire. Ha il senso dell’udito e quello della vista estremamente sviluppati. Gli occhi, grazie ai quali possono osservare anche il più piccolo movimento della preda, sono strutturati per rispondere alle esigenze di un predatore notturno. Grazie alla loro particolare conformazione, hanno la possibilità di sfruttare i più tenui raggi di luce e di muoversi con disinvoltura nelle tenebre notturne.

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Petali assonnati giù dal letto al mattino A Dall’America, scoperto il gene “Speedy” responsabile della fioritura delle piante

Arabidopsis thaliana.

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nche se Loretta Goggi ci ha abituati a maledette primavere, la scienza non demorde e prova a risvegliarle comunque, mal che vada la statistica aggiusta sempre un po’ il tiro. Vai a vedere che “il momento giusto” alla fine è riproducibile in laboratorio senza l’incidenza delle combinazioni del fato e che le svariate clonazioni dell’errore possano alla fine portare a qualcosa di buono. In fondo ogni impresa zen prescrive un periodo in ginocchio da cui rialzarsi più forti di prima. Questa volta il risveglio non produce sbadigli però, al massimo “cadute di stelo”. Gli scienziati americani, non paghi dell’analisi del bioritmo circadiano con tanto di smartphone da polso, sono andati a buttare giù dal letto petali assonnati. È stata scoperta, infatti, una sveglia genetica che ogni mattina dirige le operazioni di risveglio delle piante: dà il segnale di fiorire. Perché è così importante sapere sbocciare a comando e saper indurre le piante alla tentazione di lasciarsi andare a tempo? Per l’impazienza. Così che ogni coltivazione della Terra o di Giove non avrà più la scusa della stagionalità per aprire le corolle al cielo. Una sorta di piante col timer. Lo studio dell’Università di Washington, pubblicato poi sulla rivista Nature Plants, ha condotto l’esperimento sulla pianta Arabidopsis thaliana (arabetta comune) e individuato il gene “speedy”, chiamato FT. Se ci pensiamo questo abbatte molti conflitti interiori che assalgono anche la vegetazione, niente più crisi adolescenziali o di mezza età, niente più ansia e fretta di crescere. Si è pronti a farlo con uno schiocco di provetta. In genere le piante ogni anno si interrogano su quando è arrivato il momento di produrre i fiori. E non è un dubbio amletico da poco. Sboccio o non sboccio? Perché sbocciare


i o

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L’Università di Washington ha condotto l’esperimento sulla pianta Arabidopsis thaliana, detta anche arabetta comune

costa: vuol dire bloccare la crescita vege- riprodurre meglio le condizioni naturali in tativa, è un investimento molto dispendio- luoghi artificiali. so in termini di energia. Un incentivo anche ad innamorarsi, Da qui la scienza ha pensato di appro- non fosse altro che per l’eccesso di petafittare di questo asino di Buridano arboreo li di margherite, pronte a rispuntare dopo e di sfruttare il gene FT, conosciuto come essere state spennate così da regalare la uno dei fattori chiave per speranza di continui counla produzione di fiori, che tdown per rifarsi dei preNegli organismi ha un picco di attività ogni cedenti tentativi andati a vegetali, mattina, che fa fiorire primale. ma la pianta. Sembra una Chissà che non sia la la produzione scoperta dell’acqua calda, volta buona che con l’auinvece questo picco di atti- di fiori ha un picco mento delle piante siano vità non è mai stato notato meno parchi i distillatori di attività prima. Le ricerche precedi fiori di Bach che traogni mattina denti erano state condotte sformeranno le boccette in su piante cresciute in laboprodotti erboristici, anche ratorio con luce fluorescente, mentre in se da piante più stressate, sempre sul chi questo caso sono state coltivate all’aperto. va là, sempre sull’attenti. È sempre l’indecisione che sfinisce il E se a qualcuno venisse in mente di sistema e fa finire la natura in provetta. La suggerire di non svegliare fior che dorme, scoperta intanto è utile per riprodurre le c’è sempre il lieto fine della certezza che condizioni naturali delle piante nei labora- le piante non mordono, salvo a risvegliare tori. Le piante, proprio come l’uomo, su- un vivaio di Dionaea e Nepenthes. Un po’ biscono l’effetto “persiana”: più luce pene- piante soldato insomma, pronte a scattare tra più sono arzille. Con una lampada che al comando della luce anche senza caffè. imita la luce naturale e grazie all’aumento Viene da chiedersi: ma che ne sarà delle della temperatura, anche le piante cre- sfumature delle mezze stagioni e del fosciute al chiuso hanno maliage perituro? Dovremo nifestato il picco di attività abituarci a non calpestare La scoperta mattutino. più tappeti di foglie morte sarà utile per Certo c’è il pericolo che e croccanti ma a scivolala flora scambi la notte per re su petali che al nostro riprodurre in il giorno e si metta a schiaflasciano schizzi condizioni naturali passaggio feggiare l’aria con i petali di colore alla fine dell’infiocome battenti sbattuti di le piante all’interno rata del Corpus Domini di continuo, ma da qui a proFucecchio. Tutti artisti dai dei laboratori durre energia eolica dai fiopiedi rampanti grazie alle ri il passo sarà breve, grazie piante che fanno le ore pica sventolii telecomandati con l’inganno di cole e restano per sempre mattiniere. Nulsoli artificiali. la di scandaloso comunque se si pensa che Questo sì che è fare sintesi: scienza e bambini giapponesi imparano a coltivare natura insieme per rivedere il modo in cui queste specie geneticamente modificate a sono coltivate le piante nei laboratori e an- scuola collezionandone migliaia di varianti che nelle serre di Marte del futuro: utile a diverse per forma e sfumature. (F. C.).

L’antirazzismo delle genetica

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a genetica dei fiori insegna che le differenze tra naturale e artificiale sono impercettibili e che la scienza accelera sulla natura che impiega anche oltre 850 anni per ottenere ciò che la genetica fa in meno di un anno. Trasformazioni impercettibili quelle tra mutazioni spontanee e indotte, in entrambi i casi: ad essere percepito come rapido è solo il tempo del cambiamento. In Giappone, ad esempio, stanchi di veder fiorire i ciliegi di un cremisi che infuoca e stordisce hanno deciso di abbassare i toni. I nipponici hanno sbiancato i genomi delle piante ornamentali come i ciliegi modificandone i colori. Nei giardini del Sol Levante è molto diffusa una pianta rampicante detta Asagao, caratterizzata da fiori imbutiformi dalle tonalità vistose. Il suo nome scientifico è Ipomoea nil, perché le sue campane si aprono all’alba per poi richiudersi nel pomeriggio. L’esperimento descritto su “Scientific Reports” appare semplice. Kenta Watanabe dell’Università di Tsukuba e i suoi colleghi hanno usato le forbici molecolari per disattivare il gene chiave per la pigmentazione bluastra, ottenendo delle campane candide. La varietà bianca non è cosa da poco. A complicare il compito c’era il fatto che il gene da spegnere, che codifica per un enzima coinvolto nella biosintesi delle antocianine (DFR-B), è affiancato da due geni molto simili (DFR-A e DFR-C) che rischiavano di diventare dei bersagli alternativi. Invece la tecnica di correzione genetica si è dimostrata efficiente: il 75 delle piante della prima generazione ha prodotto fiori bianchi anziché blu. Galeotto Fu un batterio delle piante del genere Rhizobium. Quando la prima generazione si è riprodotta in modo naturale, le piante figlie hanno ereditato la mutazione producendo anch’esse fiori bianchi. Insomma il cambiamento introdotto per via biotecnologica è apparso indistinguibile da una mutazione naturale.

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Per stock ittico si intende la porzione di popolazione di ciascuna specie che vive in una determinata area ed è soggetta alla pesca Secondo un nuovo rapporto dell’Orga- ittici vengono sfruttati dalle navi da pesca nizzazione delle Nazioni Unite per l’alimen- dell’UE quasi esclusivamente nella zona tazione e l’agricoltura (FAO), l’85 per cento nord-occidentale del bacino (es. le isole delle specie ittiche commerciali del mondo Baleari, il Golfo del Leone, la Corsica, la viene pescato a livelli non sostenibili, con- Sardegna e il Mar Ligure e il Mar Tirreno) seguenza di una pesca eccessiva, partico- e nel Mare Adriatico settentrionale, mentre larmente concentrata nel Mediterraneo. la zona centrale (es. lo stretto di Sicilia e Un’analisi condotta dal Comitato Tec- il Mar Ionio) e quella orientale (es. il Mar nico Scientifico ed Economico per la Pesca Egeo e il Mar Levantino) vengono sfruttati (STECF), in collaborazione con il Centro congiuntamente con paesi non UE. Percomune di ricerca della Cotanto queste ultime catture munità Europea (JRC), ha Un rapporto della in particolare non possono dimostrato che in Mediteressere incluse nella valutaFao indica come raneo il 93 per cento degli zione di stato delle risorse. stock per cui viene effettuaAd oggi la pesca indul’85% della pesca ta una valutazione di stato striale, semi-industriale e sia realizzata della risorsa, è attualmente su piccola scala coesistono con pratiche non nel bacino Mediterraneo e “over-exploited”. Meno gravi, eppur degni di nota sono utilizzano una grande vasostenibili i valori relativi al Pacifico rietà di attrezzi. La flotta sudorientale e all’Atlantico peschereccia che opera sudoccidentale, rispettivamente uguali al nel bacino è costituita da circa 74mila im61,5 per cento e 58,8 per cento di stock so- barcazioni, di cui più della metà (circa 77 vrasfruttati. Ma cosa si intende per stock? per cento) con lunghezza inferiore a 12m. La porzione della popolazione di ciascuna Questa frazione, della flotta utilizza princispecie, che vive in una determinata area ed palmente attrezzi passivi, quali reti da poè soggetta alla pesca. sta e/o trappole, mentre la restante parte Queste conclusioni risultano robuste è costituita da imbarcazioni equipaggiate nonostante la carenza di con reti a strascico (10 per dati per alcuni stock ittici. cento), “a divergenti” o “a Le specie target Infatti, il Programma Nabocca fissa”, e retri da traidel Mediterraneo no pelagiche (5 per cento), zionale per la Raccolta Dati alieutici, coordinata dal dette anche “volanti”, e alsono acciughe, Ministero delle Politiche tri (8 per cento). sardine, molluschi Agricole e Forestali, non La stima dello sbarcato include tutti gli attrezzi totale oscilla intorno alle bivalvi, calamari, da pesca, contemporane800mila tonnellate, per lo seppie e polpi amente molti stock hanno più concentrate nel Mecominciato ad essere moniditerraneo occidentale e torati dettagliatamente da pochi anni, ed è nel Mar Adriatico, ma non è sempre stato sempre da tenere in considerazione che un così. Lo sbarcato totale nel Mediterraneo è certo numero di catture non è legalmente aumentato da circa 600mila tonnellate nel registrato dalle autorità a causa della pesca 1970 a quasi 1,2 milioni di tonnellate nel illegale. Bisonga inoltre prendere atto del 1994, dopodiché ha cominciato a diminuire fatto che nel Mar Mediterraneo, gli stock in modo irregolare. Le specie target risulta-

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no essere prevalentemente piccoli pelagici quali acciughe e sardine (65 per cento), molluschi bivalvi tra cui vongole e cozze (5 per cento) e tutto il gruppo di specie di calamari, seppie e polpi, caratteristici del Mediterraneo e non comuni in altre zone del mondo. Spinte dalla crescita demografica ed economica e dalla diversificazione e intensificazione delle attività marittime e costiere, le risorse biologiche e gli ecosistemi presenti nel bacino Mediterraneo sono stati sottoposti a crescenti pressioni negli ultimi decenni. Ad oggi, diversi fattori minacciano non solo la vita in mare, ma anche tutte le attività che si svliluppano intorno ad essa, comprese le comunità che vi dipendono. L’aumento dell’inquinamento provocato dalle attività antropiche, il conseguente deterioramento degli habitat, l’imponente mole del traffico marittimo (in particolare


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Mediterraneo, un mare in pericolo

Una sfida aperta per la tutela degli habitat marini e per contrastare lo sovrasfruttamento delle risorse di Martina Scanu

nel sud della Sicilia e nel mare di Alboran), l’introduzione delle cosiddette specie “aliene” (non autoctone), gli impatti dei cambiamenti climatici in atto si aggiungono alla pesca eccessiva e non sostenibile. Sebben negli ultimi anni siano stati compiuti enormi passi avanti nel migliorare la conoscenza e conservazione delle risorse marine viventi della regione, resta ancora molto da fare. Tra le principali sfide da affrontare per migliorare la pesca nel Mediterraneo vi sono la lotta contro l’illegalità, la pesca non dichiarata e non regolamentata, l’attuazione di piani di gestione aggiuntivi per lo sfruttamento sostenibile di tutti gli stock ittici e misure per ridurre le catture accessorie, compresi i rigetti in mare e le catture accidentali di specie vulnerabili. Nell’ottica della pianificazione di una qualsiasi misura adatta al Mediterraneo, è opportuno ricordare le caratteristiche delle

popolazioni ittiche viventi nella zona. Infatti, contrariamente alle maggiori zone di pesca (es. Oceano Atlantico) dove è possibile effettuare un pesca monospecifica, ovvero avente come target una singola specie, la pesca mediterranea si concentra contemporaneamente su una varietà di stock di pesci bentonici e pelagici, nonché molluschi e crostacei. Ad oggi sono pochissimi gli attrezzi esistenti che riescono ad operare una pesca selettiva, pertanto la pesca nel Mediterraneo è definita “plurispecifica”. È quindi impossibile, in questa zona, attuare piani di gestione che utilizzino come strumento le TAC (Total Allawable Catches), ovvero l’imposizione di una quota limite di pesca per singola specie, come è avvenuto nei mari del nord Europa (Mar Baltico), a causa della compresenza, in una singola operazione di pesca, di più specie in rapporti variabili.

I metodi utilizzati finora (misure tecniche, gli obblighi di sbarco recentemente stabiliti, misure di gestione spaziale nazionali, mitigazione delle catture accidentali) risultano validi esclusivamente come misure “preventive”. Anche i “trattamenti sintomatici” che occasionalmente sono stati somministrati (piani pluriennali dell’UE, piani di gestione della Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo - GFCM) impiegano molto tempo a produrre effetti e comunque non sradicano la “malattia”. Per combattere le cause di questo problema e invertire il costante declino degli stock ittici, è necessario un trattamento adeguato. In questo caso, la cura consiste in misure immediate ed eccezionali a livello sia europeo che internazionale. Tali misure devono essere abbracciate da tutti i paesi del Mediterraneo all’unisono, applicate con rigore e verifica di rispetto, e devono tener conto dei rischi economici e ambientali. Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 47


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Nella solfatara di Pozzuoli il batterio anti-pesticidi Potrebbe combattere l’inquinamento ambientale

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ive a temperature intorno agli 80 gradi, in ambienti con pH da 12 a 4, metabolizza zolfo. E potrebbe essere la nuova frontiera per risanare interi territori e ripulire la frutta che finisce sulle nostre tavole: Sulfolobus solfataricus, batterio del regno Archea, si è rivelato l’arma in più per le innovative strategie di biorisanamento, con ottimi risultati sul fronte dell’inquinamento da pesticidi: con un enzima da esso isolato e ingegnerizzato in un altro batterio si possono degradare gli organofosfati (OPs), la più grande classe di insetticidi utilizzati in tutto il mondo, tossici anche per gli esseri umani. Il batterio è stato isolato per la prima volta nel 1980 da Wolfram Zillig nella solfatara di Pozzuoli, uno dei 40 vulcani che costituiscono i Campi Flegrei; procariota, è un batterio acidofilo, che vive in condizioni estremamente acide e calde. Nei primi anni duemila il professor Giuseppe Manco dell’IBP CNR di Napoli e i suoi collaboratori hanno isolato il primo enzima (fosfotriesterasi) e lo hanno ingegnerizzato in Escherichia Coli. Al 2013 risale invece l’inizio della collaborazione con l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” nell’ambito di un progetto MIUR conclusosi nel 2016 e finalizzato proprio a trovare nuovi sistemi di risanamento ambientale da pesticidi organofosfati, con

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un gruppo di lavoro guidato dalla professoressa Chiara Schiraldi del dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università della Campania. «Le fosfotriesterasi isolate da Sulfolobus solfataricus - spiega Maria Giovanna Borzacchiello, componente del team di ricerca e oggi Post Doc del Diparimento di Medicina Sperimentale ed editor del blog Microbiologiaitalia.it - sono in grado di idrolizzare molecole complesse in corrispondenza di legami fosfo-esterei presenti in substrati quali ad esempio il Dietil 4-Nitrofenilfosfato (Paraoxon)». Quando la fosfotriesterasi «si trova in presenza di Paraoxon – continua Borzacchiello - opera un taglio idrolitico determinando la scissione dell’insetticida in due composti meno tossici, il dietilfosfato e il para-nitrofenolo, e la formazione di un prodotto cromoforo di colore giallo intenso. Strategie di produzione su larga scala di questi enzimi con tecniche che ne consentano la conservazione per lungo tempo in forma attiva potrebbero rivoluzionare radicalmente l’approccio convenzionale con il quale si contrasta la diffusione di questi pesticidi nell’ambiente ma soprattutto renderli fruibili anche nel trattamento della frutta e verdura contaminata da pesticidi oppure nella decontaminazione di materiali quali vetro, cotone e linoleum». (N. F.)

L’altro vulcano di Napoli

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a solfatara di Pozzuoli, a tre chilometri dal centro cittadino (foto piccola), è un vulcano attivo in stato quiescente da circa duemila anni, dove c’è una attività di fumarole d’anidride solforosa, getti di fango bollente ed elevata temperatura del suolo. Rappresenta una “valvola di sfogo” per la camera magmatica che si trova sotto i Campi Flegrei. La solfatara si estende per circa due chilometri con forma ovale e comprende un pozzo di acqua minerale, la fangaia, le cave di pietra trachite, la bocca grande e “Purgatorio” e “Inferno”, le due grotte naturali che venivano utilizzate in antichità a fini termali.


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Ordine Nazionale dei Biologi

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BENI CULTURALI

Nell’orto di Botticelli è sempre primavera Nel celebre dipinto degli Uffizi, l’artista toscano dipinge tante specie vegetali. Scopriamo le più famose di Pietro Sapia*

“Primavera”.

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on ce ne vogliano agronomi e critici d’arte, ma la biodiversità è anche il nostro pane quotidiano. Quasi una sorta di sottile “linea di confine” lungo la quale, in virtù della legge istitutiva dell’Ordine, si muove anche il Biologo. E allora ben venga la lente d’ingrandimento “poggiata” su una delle tele più famose del Rinascimento italiano: la “Primavera di Botticelli”. Alzi la mano chi, in vita sua, non ha mai visto, anche solo riprodotta sulle pagine di un libro, una foto del celebre capolavoro oggi conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. La “Primavera” è un dipinto a tempera realizzato, tra il 1478 ed il 1482, da Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi (vero nome di Sandro Botticelli), che la dipinse, a quanto pare, per

* Consigliere Tesoriere dell’ONB.

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Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

il cugino di Lorenzo il Magnifico, Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici (1463-1503). Inizialmente, almeno a voler dar retta agli archivi della potente famiglia fiorentina, il dipinto fu collocato nelle stanze del Palazzo Medici Riccardi, nell’attuale via Cavour (un tempo nota come “via Larga”). Poi fu trasferito nella Villa medicea di Castello, attuale sede dell’Accademia della Crusca, dove il Vasari riferì di averlo visto, nel 1550, accanto all’altra grande opera di Botticelli: la “Nascita di Venere”. Ma perché ce ne interessiamo? Per il formato, forse? Per i riferimenti filosofici che trasudano dalle pennellate dell’artista? O per quell’aura di mistero che ancora circonda quel gruppo di personaggi che ruota attorno alla dea col drappo rosso, immortalato in un rigoglioso boschetto, ed il cui significato più profondo pare non sia stato ancora svelato? Be’, preferiamo lasciare tali “quesiti” ad umanisti ed esperti d’arte

e spostare la nostra attenzione sulla grandissima quantità di specie vegetali raffigurate nel quadro. Ebbene non c’è testo che, parlando del dipinto degli Uffizi, ammirato da milioni di persone ogni anno, non faccia cenno al fatto che Botticelli vi abbia rappresentato numerosi esemplari tra fiori, arbusti ed erbe. Cinquecento, a voler essere più precisi, le specie vegetali raffigurate, di cui centoquaranta perfettamente riconoscibili, trentotto “dubbie” e 19 non riconoscibili (immaginarie o stilizzate). Nel dipinto vi sono anche circa 250 specie vegetali non fiorite e una settantina di ciuffi tra graminacee e ciperacee. Una così massiccia presenza di vegetali nel dipinto, la maggior parte dei quali svetta nel lussureggiante prato sul quale si muovono i protagonisti, è giustificata da due esigenze: la prima è praticamente scontata. E si rifà alla stagione dell’anno


rappresentata nel dipinto: la primavera, appunto. Le specie dipinte da Botticelli fioriscono, crescono e germogliano tra marzo e aprile (benché si registri la presenza di alcune fioriture che sono tipiche del mese di maggio). La seconda esigenza è quella di suggerire, attraverso piante e fiori, richiami dal sapore altamente simbolico. Gli alberi d’arancio, ad esempio, vengono raffigurati con le loro caratteristiche “zagare”, i tipici fiori

BENI CULTURALI bianchi degli agrumi (dall’arabo zahr, “fiore”, e zahara “splendere, splendere di bianco”), ma sono anche insolitamente carichi di frutti, cosa che di norma, con le piante d’arancio, avviene a fine autunno. Perché allora questa contraddizione temporale? Semplice: l’arancio era considerato, allora, un emblema della famiglia medicea (la locuzione latina “citrus medica”, che oggi designa il cedro, anticamente era utilizzata anche per indicare l’arancio) oltre ad esse-

Particolare fiori manto flora, “Primavera” di Botticelli.

re un simbolo di matrimonio (secondo la mitologia la dea Giunone avrebbe donato al marito Giove piante d’arancio come dote nuziale). Guarda caso, nel 1482, quando cioè Botticelli avrebbe terminato l’opera, Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, il suo “committente”, convolava a nozze con Semiramide Appiani. I frutti...fuori stagione rappresentano, allora, l’augurio di una numerosa prole agli sposi? A voi la risposta ed ogni eventuale critica. Ma quali sono gli altri vegetali che l’artista ha raffigurato, con così grande dovizia di particolari, nel dipinto degli Uffizi e quali i loro “significati” reconditi? Ovviamente - abbiamo detto che le specie riconoscibili nel quadro sono centoquaranta! approfondirli tutti in questa sede è praticamente impossibile. Proviamo allora a dare un’occhiata almeno a quelli più “celebri”. E partiamo da due specie, di sicuro le più numerose nel dipinto: le margherite e le viole. Le prime compaiono ben cinquantacinque volte, le seconde quarantasei. Entrambe sono emblema della primavera nonché simbolo d’amore: la margherita (leucanthemum vulgare), per eccellenza, è il fiore del “m’ama non m’ama”, utilizzato nel gioco che dovrebbe far sapere all’amante se il suo sentimento è corrisposto o meno. Così come la viola, fiore sacro a Venere, che parla soprattutto di amore e di intrighi femminili. Anche il mirto (mirtus comunis) davanti al quale la dea compare, fa parte del gioco. Nel linguaggio dei fiori e delle piante, questo sempreverde originario delle regioni mediterranee, simboleggia infatti la femminilità. Ma anche l’amore, la poesia, la gloria poetica e la verginità. Ancora e non poteva essere diversamente, ecco spuntare rose a profusione industriale: sono soprattutto quelle che Flora, la “Primavera”, porta in grembo e poi sparge sul prato. Simbolo pagano di amore e bellezza, la rosa simboleggia

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BENI CULTURALI

A sinistra, particolare iris. Sotto, particolare Venere e cespuglio di mirto. Nella pagina accanto, particolare fiori bocca Cloris.

anche la purezza nel linguaggio cristiano. Ancora, sotto i piedi di Venere, troviamo un fiore di elleboro, pianta di origine euro-asiatica che cela nel suo stesso nome, dal greco “helleboros”, “far morire” e “nutrimento”, un terribile destino. Questa pianta, infatti, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, era ritenuta in grado di prolungare la giovinezza, ma anche di poter curare la follia. Tuttavia l’elleboro è anche altamente velenoso. Da qui il suo “far morire”. Ora, guarda caso, proprio di fianco all’elleboro, ecco dipinto un altro fiore dalle doti particolari: la viperina azzurra (echium vulgare), così chiamata probabilmente perché in antico la si riteneva un rimedio al morso del temuto serpente. La viperina fiorisce agli inizi di maggio, e i sostenitori della datazione del dipinto al 1482 hanno visto nella presenza di questo fiore un’ulteriore prova del matrimonio di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, che guarda caso si sposò in quel mese. Tuttavia, la presenza di un fiore considerato un antidoto contro il veleno del serpente accanto ad un’altra specie vegetale altamente tossica e dunque, a sua volta, simbolo di morte come l’elleboro, ha fatto ipotizzare che Botticelli avesse iniziato a dipingere la Primavera non per il cugino ma per il fratello del “Magnifico”, Giuliano de’ Medici, caduto durante la congiura dei Pazzi.

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BENI CULTURALI Un ulteriore elemento a suffragio di questa tesi è la presenza, accanto ai due fiori “tossici”, della camomilla (matricaria chamomilla), dal greco chamaimelon, “mela del terreno” (per l’odore che somiglia a quello della mela renetta). Questo fiore, infatti, è considerato un simbolo della resistenza contro le difficoltà dal momento che cresce e “resiste” anche in terreni difficili. A voi ogni ulteriore considerazione. Noi sospendiamo il giudizio e procediamo con l’analisi delle altre specie vegetali dipinte dall’artista toscano. Poco più in là, procedendo verso i piedi di Flora, ecco spuntare, nel mare di rose sparso sul prato, nell’ordine: prima una piantina di fragole, poi una pianta di muscari (bulbo dai meravigliosi fiori blu-violacei, simbolo coniugale) e quindi, un giacinto rosa e un papavero. La fragola (fragaria vesca), frutto gustoso, è considerato uno dei simboli per eccellenza dei piaceri che si provano duran-

te la bella stagione; il giacinto (dal latino hyacinthus) - che deriva il suo nome dal personaggio mitologico Giacinto, il ragazzo amato dal dio Apollo (e successivamente ucciso per errore dal dio Zefiro) - è fiore nuziale mentre il papavero o rosolaccio (papaver rhoeas) era anticamente ritenuto un segno di fertilità. Tra il piede sinistro di Venere e il manto di Flora abbiamo invece una piantina di fiordaliso (centaurea cyanus), altro storico simbolo d’amore, in particolare legato alle nozze. Procedendo invece in senso opposto, verso i piedi delle tre grazie, troviamo alcuni fiori di gelsomino (jasminum), originario del Medio Oriente e dell’America meridionale, che si schiude nel mese di maggio e che simboleggia l’amore, l’amabilità e la felicità. Ancora, immediatamente sopra Zefiro, ecco il celebre alloro (laurus nobilis), pianta che fin dai tempi antichi veniva utilizzata per cingere il capo di atleti ed eroi, simboleggiando potenza e gloria e che rimanda alla poesia e, con ogni probabilità Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 53


BENI CULTURALI

A sinistra, particolare fiori prato. Sotto, in ordine, particolare arance e zagare, seguito da particolare alloro sopra Zefiro.

- chi può escluderlo? - allo stesso committente dell’opera (laurus, sembra in qualche modo richiamare il nome Laurentius). Infine, nell’angolo in basso a destra, ecco un bellissimo iris, il celebre “giglio”, fiore noto in tutto il mondo come il simbolo di Firenze, rappresentato, non a caso, anche sullo stemma della città. Ma anche emblema di castità e purezza. Vale ora la pena soffermarsi sull’acconciatura e sulla veste di

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Flora, letteralmente adorne di meravigliose specie floreali. I capelli, in particolare, sono punteggiati di margherite, fiordalisi, fiori di fragola e probabilmente anemoni gialli. Sulla veste, invece, spiccano circa sessanta esemplari, molti dei quali stilizzati e dunque difficili da identificare. Tra questi svettano però alcuni garofani (dianthus caryophyllus) - il cui significato varia a seconda del suo colore (bianco: fedeltà; ros-

so: passione; giallo: sdegno) - diverse rose, ancora fiordalisi, e probabilmente violacciocche gialle. Per concludere, diamo uno sguardo ai fiori che fuoriescono dalla bocca della ninfa Cloris: partendo da quelli più vicini alle labbra, notiamo tre pervinche, genere di piante della famiglia delle apocynaceae, originario dell’Europa e dei tropici, che nel linguaggio dei fiori simboleggia il legame matrimoniale (dal latino vincire: “legare”), quello che con tutta probabilità sembra un fiore di fragola, due fiordalisi e due anemoni (o sono due rose?). Particolare degno di nota, quest’ultimo, sul quale vale la pena concludere. Secondo la tradizione cristiana, infatti, questo fiore era nato da alcune gocce di sangue cadute dalla croce di Cristo. Conosciuto anche con il nome di “fiore del vento” per la fragilità e la delicatezza dei petali, l’anemone è un fiore melanconico perché richiama l’abbandono, il rimpianto, la fugacità dei piaceri e della felicità. “Chi vuol essere lieto, sia: di doman non c’è certezza...” cantava il Magnifico.


È arrivata Radio Bio l’emittente online dell’ONB

www.onb.it

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SPORT

V

ecchio a chi? Anche quando l’età avanza si può rimanere giovani, competitivi e vincenti. A ogni livello: nazionale, europeo, mondiale. L’Italia sportiva si è scoperta negli ultimi anni un’eccellenza a livello Master. Dalla scherma al nuoto fino all’atletica, con la nostra nazionale grande protagonista ai recenti mondiali di Malaga con 30 ori, 30 argenti e 35 bronzi. Che tu abbia 70 anni, 82 oppure 89: non è mai tardi per colorare con l’iride il proprio palmares, grazie a passione, corretti stili di vita e un corredo genetico favorevole. Fra le imprese più recenti c’è quella di Riccardo Carmina, classe 1948, atleta del Circolo della Scherma Lecco, che ha conquistato due medaglie d’oro ai Campionati del Mondo Master. Dopo il titolo individuale over 70, infatti, si è preso pure quello © Halfpoint/www.shutterstock.com a squadre con un parziale di 10-0 nei suoi due assalti. Carmina, che aveva praticato scherma in gioventù prima di spostar- oltre a bere tantissima acqua e fare attensi da Milano alla Brianza per diventare zione a quelle che sono le intolleranze. Ho preparatore atletico della Pallacanestro tolto al 95 per cento l’alcol, che già prima Cantù, non è nuovo a queste imprese: nel consumavo in maniera minima». maggio 2017 aveva vinto il titolo europeo Dalle pedane al nuoto con l’eterno Giuindividuale Over 60, a ottobre aveva “as- seppe Bilotta, classe 1936. «Avevo 68 anni saporato” il successo iridato quando, per dolori abbastanTra le imprese za forti e persistenti alla rea squadre, nel 2018 è stato anche campione italiano in- recenti, gli ori di gione lombo-sacrale, mi fu dividuale Over 70 ed eurostato consigliato di nuotare, peo a squadre. Figlio d’arte, Riccardo Carmina ma soltanto a stile libero ha ripreso a tirare dieci anni e dorso” racconta Bilotta. nella scherma fa e con l’allenatore Mirko Dopo alcuni mesi conobbe ai Mondiali Boezio ha imparato la sciaboPierluca Maiorfi del Centro la moderna dopo una lunga Nuoto Bastia. “Qualcosa si master inattività. può ottenere” gli dissero. Carmina si allena otto ore a settimana, Qualcosa: 43 titoli italiani in bacheca fra fra tecnica in pedana e preparazione atle- piscina e acque libere (5 quest’anno), un tica. La sua dieta? «Il grosso cambiamento secondo e un primo posto Mondiali di acè distribuire i pasti in maniera più corret- que libere 3.000 metri (2012 a Riccione e ta, partendo da una colazione molto forte 2017 nel Lago Balaton a Budapest), un se(comprendente tacchino, uova, gallette e condo nei 400 stile libero e un terzo posto riso soffiato) fino a una cena più leggera, negli 800 stile libero in piscina a Londra

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2016, circa 400 gare con l’87 per cento di vittorie. Ex impiegato e dirigente di un’azienda siderurgica, Bilotta ha trasformato un passatempo da pensionato in vizio: si allena sei giorni alla settimana, percorre mille chilometri all’anno. Le energie le trova nella colazione con fette con marmellata o miele e latte, nei pranzi con pasta o riso, verdura e frutta, nelle cene con secondo, contorno e frutta. Uniche concessioni il mezzo bicchiere divino rosso, un paio di caffè e, tre o quattro volte all’anno, una frittura di pesce o di carne (pollo o coniglio). Ha festeggiato i suoi primi 80 anni partecipando alla traversata dello Stretto di Messina e ha due sogni: «Rifarla a 85 anni e partecipare ai Mondiali in Giappone, nello stesso anno». Corre spedito verso i 90 anni Angelo Squadrone, classe 1929, podista del Marathon Club Pisa. Ha sempre corso: da bambino, lungo i tre chilometri che portavano a scuola; da grande, come soldato prima


SPORT

Lo sport (a volte) non ha età Longevità agonistica con la corretta alimentazione di Antonino Palumbo

(a 20 anni) e tenente colonnello poi nei ratona M85, contribuendo al ricco bottino paracadutisti. Scalzo o con stivali da un dello squadrone azzurro, con la “s” minuchilo l’uno, non ha mai fatto differenza. scola. Il suo palmares fa impressione: deQuando quegli stivali li ha tolti per la me- cine di tricolori, sei titoli europei dal 2015 ritata pensione, a metà degli anni Ottanta, a oggi fra Grosseto (10 e 21 km), Gorlo quando correva si sentiva di volare. Da Li- (idem), Aarhus (21 km) e Alicante (10 km) vorno 1987 ha disputato 134 quest’anno. E poi i due trionAltri atleti maratone. New York, Parigi fi mondiali di quest’anno. (due volte), Venezia, e 22 «Competere è bello, vincere vincenti, volte nella Capitale d’Italia fa sempre piacere” si scherdove quest’anno è stato inco- Giuseppe Billotta misce lui. Piccolo dettaglio: ronato “vincitore morale” e (classe 1936) e dal 4 al 13 agosto di quest’anribattezzato “L’ultimo impeno, per prepararsi alla rasseratore di Roma”. Presidente Angelo Squadrone gna iridata di Malaga, Angelo onorario del Club Supermaha corso dieci mezze marato(classe 1929) rathon Italia, ha contagiato ne in dieci giorni consecutivi. i suoi quattro figli e il genero e continua Che stile di vita ha un campione, a 89 anni? a raccogliere allori con una regolarità im- «Mangio di tutto un po’ – rivela Squadrone pressionante. - accompagnato da un dito di vino a tavola Ai Mondiali Master di atletica leggera, e da tre-quattro litri d’acqua nell’arco della disputati a settembre a Malaga (Spagna), giornata. E non fumo, non ho mai fumato. lo Squadrone azzurro ha vinto l’oro nella 10 Come mio fratello Michele, che va più forte chilometri di corsa M85 e nella mezza ma- di me. Però ha nove anni in meno».

Genetica, nustrizione e tanta buona volontà

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tile di vita, alimentazione, integrazione. Quali sono i “segreti” dei campioni Master? Il parere di Gianni Zocchi, biologo nutrizionista, riferimento di numerosi atleti professionisti. «La genetica ha un suo peso nelle prestazioni di questi atleti, ma credo sia molto importante il tenore di vita che una persona ha condotto, dall’attività fisica alla corretta alimentazione» spiega Zocchi. Lo specialista fiorentino propende per limitare l’integrazione a casi specifici, privilegiando la sana e variata alimentazione: «La regola generale dello sportivo è sempre valida: se il soggetto è in buona salute, l’alimentazione corretta dà un valore aggiunto. Se si mangia in maniera variata e consona – aggiunge Zocchi - proteine e amminoacidi vengono assunti in maniera congrua già con l’alimentazione. Dipende chiaramente anche dal tipo di disciplina: nel caso di attività impegnative un minimo di integrazione è ammissibile». Fondamentali anche l’idratazione, in ragione dell’età e della durata degli sforzi, e il controllo degli stress ossidativi, con frutta e verdura di stagione di qualità e frutta secca.

© Ruslan Guzov/www.shutterstock.com

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STORIA E RICERCA

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ove passò Annibale nel 218 a.C. per sorprendere le legioni romane? Attraverso quale valico il “più grande generale dell’antichità”, come lo definì Theodor Mommsen, alla testa di 30 mila soldati, 37 elefanti e 15 mila cavalli, attraversò le Alpi, approdando indenne in Italia dove poi sbaragliò, uno dopo l’altro, tutti gli eserciti che l’Urbe gli mandava contro? La domanda risuona, inevasa, da oltre duemila anni, appassionando schiere di storici, archeologici e cartografi, tutti rapiti della straordinaria impresa del geniale condottiero punico. Ebbene alcuni recenti studi potrebbero aver gettato nuova luce sul dibattito, a sostegno della tesi che il figlio di Amilcare Barca sia passato dal Monviso. Per la precisione dal Colle delle Traversette, il valico delle Alpi Cozie che unisce, a quasi 3 mila metri di quota, la Valle del Po con la Valle del Guil in Francia. A rivelarlo, non ci crederete, sarebbe stata l’enorme scia di… sterco lasciata, lungo il percorso, dalle migliaia di animali che accompagnavano le truppe cartaginesi. Scia che è stata individuata ed analizzata da un team di ricerca della Queen’s University di Belfast coordinato dal microbiologo Chris Allen e dal geomorfologo Bill Mahaney, professore emerito della York University di Toronto. Chiariamo subito. L’ipotesi delle Traversette non è nuova. Fu lo studioso (ed ex militare) inglese Gavin Rylands de Beer, negli anni Cinquanta del secolo scorso, a teorizzarla per primo incappando però nella smentita del suo conterraneo, lo studioso di storia antica Frank Walbank. Ma anche nell’ostracismo di buona parte della comunità accademica internazionale più propensa a credere in altre “piste”, come, ad esempio, il Moncenisio oppure il colle del Piccolo San Bernardo (Cremonis iugum), che viene citato anche da Corne-

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lio Nepote con il nome di “Saltus Graius”. Traversette, a circa 40 centimetri di proO, ancora, il Colle Clapier, secondo le de- fondità, di una grande quantità di escrescrizioni dello storico romano Tito Livio. menti animali - forse di cavalli - compatiInsomma: nulla di particolarmente nuovo bili con il passaggio di un grosso esercito. sotto il sole della storia. Ma allora, cosa Il letame è stato trovato a ridosso di quello hanno scoperto di così rivoluzionario gli che, con ogni probabilità, doveva essere scienziati che si sono incamuno stagno. Uno dei pochi Nel 218 a. C. minati sulle orme di Annibaluoghi, insomma, in cui le le? È presto detto. bestie avrebbero potuto abi cartaginesi Nel 2016 il team di Albeverarsi. len e Mahaney ha scavato attraversarono le Lo sterco, attraverso a fondo nei luoghi in cui si l’analisi con isotopi di carAlpi con 30mila credeva fosse passato l’eserbonio, è stato datato approssoldati, 15mila simativamente a circa 2.186 cito del condottiero punico, andando alla ricerca di trac- cavalli e 37 elefanti anni fa, dunque una data ce “organiche” utilizzando e molto vicina al fatidico 218 combinando diversi metodi scientifici di a.C. Ma c’è dell’altro. Secondo il profeslavoro. In primis la metagenomica (per lo sor Allen, docente di scienze biologiche studio delle comunità microbiche), poi la a Belfast, oltre il 70% dei microbi scovati chimica ambientale, l’indagine geomorfo- in quegli escrementi sarebbero appartelogica e pedologica, l’analisi dei pollini e nuti ad un gruppo noto come Clostridia, varie altre tecniche geofisiche. Il risultato il quale è molto stabile nel suolo e può soè stata la scoperta, proprio al Colle delle pravvivere anche per migliaia di anni! Tra-


STORIA E RICERCA

Biologi sulle orme di Annibale: ecco dove attraversò le Alpi La ricerca di un team di scienziati della Queen’s University di Belfast di Gabriele Scarpa

In alto a sinistra, dipinto sull’impresa di Annibale. In basso a sinistra, l’équipe di scienziati alla ricerca delle tracce dell’esercito cartaginese. Nella foto grande, il valico del Moncenisio. In alto su questa colonna, un busto attribuito ad Annibale.

dotto in soldoni: ci sono tutti gli indizi per scuro composto da materiale organico che ricondurre quei microbi...antichi all’epoca emana cattivo odore. Forse sterco di cadell’invasione cartaginese. Ma non è finita valli, presenti in numero massiccio e non qui. In quello stesso luogo, infatti, “sono spiegabile in condizioni normali. stati scoperti batteri provenienti da appaTale nuova scoperta ha trovato risconrati digerenti di mammiferi. Si trattava di tri anche nella parte francese della zona equini e, in due casi, addiritdove pure sono stati avviati A rivelare tura di elefanti” ha aggiunto sondaggi e rinvenute tracce William Mahaney, “socio” di simili. Insomma, sterco vecil passaggio Allen nell’avventurosa mischio di secoli, addirittura di dei pachidermi più di due millenni, lasciato sione sul Colle delle Traversette. Elefanti sulle Alpi? E sarebbe la scia da un gran numero di animachi se non i pachidermi di li che, a rigor di logica, mai di sterco che Annibale? avrebbero potuto trovarsi Nel luglio del 2017 i due lassù, a quelle quote proibidepositarono ricercatori sono tornati sul tive. “Annibale è passato dal “luogo del delitto” estendendo le ricerche Monviso, per noi non ci sono dubbi. Alanche al vicino Pian del Re, il pianoro dove trimenti non saremmo venuti qui, ancora nasce il fiume Po, lì, ad un tiro di schioppo una volta, ad effettuare gli scavi” ha sottodai luoghi già passati al setaccio un anno lineato sempre più convinto Mahaney. Ma perché poi il condottiero cartagiprima. Ebbene, anche qui, dopo tre settimane di duro lavoro, a circa 30 centimetri nese scelse di inerpicarsi proprio lungo il di profondità, è stato trovato uno strato colle delle Traversette, un passaggio diffi-

cile e di sicuro proibitivo, soprattutto considerata l’enorme mole di uomini ed animali che aveva al seguito e in particolare, la logistica e la sussistenza in vigore negli eserciti di quel tempo? Ebbene, Allen ha ipotizzato che la scelta del generale punico sia stata in qualche modo “forzata”. Annibale, per dirla tutta, non avrebbe avuto scelta. Il punico, infatti, non doveva vedersela solo con gli odiati romani che pure gli davano la caccia, ma anche con le tribù galliche che presidiavano quei territori selvaggi (e che poi, successivamente, si sarebbero in gran parte schierate al suo fianco). Da qui la decisione di imboccare la via del Moncenisio, di sicuro la più difficile e inaspettata, per evitare di cadere in “un’imboscata devastante”, ma anche quella che alla lunga, qualora fosse riuscito nell’impresa di attraversala, gli avrebbe spianato, indisturbato, la via per la Pianura Padana. Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 59


BREVI

LA BIOLOGIA IN BREVE

Novità e anticipazioni dal mondo scientifico a cura di Nico Falco e Rino Dazzo

ATTIVITÀ COGNITIVE Il pisolino pomeridiano aiuta a decidere meglio

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a notte, si dice, porta consiglio. Il segreto starebbe nel sonno, che aiuterebbe l’elaborazione dei dati recepiti in modo inconscio. Lo suggerisce uno studio pubblicato sul Journal of Sleep Research da due ricercatrici dell’Università di Bristol, che hanno fatto svolgere a 16 persone due test: analisi di informazioni trasmesse velocemente e individuazione di quadrati di diverso colore su uno schermo. I test sono stati ripetuti dopo che alcuni dei volontari avevano dormito per 90 minuti: chi aveva riposato ha mostrato miglioramenti nel primo. Ciò indicherebbe che il sonno avrebbe aiutato a elaborare i nuovi dati, migliorando i tempi di reazione. «È necessario condurre ricerche su un campione più ampio – afferma la dottoressa Coulthard – per confrontare se e come i risultati differiscono tra le diverse fasce d’età e per scoprire i meccanismi neuronali alla base di questo processo». (N. F.).

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RICICLO In Olanda la prima pista ciclabile in plastica riciclata

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Olanda è pronta a ultimare la seconda pista ciclabile fatta di plastica cento per cento riciclata, la prima “smart” al mondo. Sarà a Giethoorn, vicino a Zwolle, dove si trova già la prima pista di questo tipo. Avrà una lunghezza di 30 metri e sarà realizzata con l’equivalente di 218mila tazze di plastica o 500mila tappi di bottiglia. La pista, realizzata col progetto PlasticRoad, curato dalle società Kws, Wavin e Total, sarà dotata di tecnologie digitali di assoluta avanguardia. Saranno infatti istallati dei sensori che ne monitoreranno la temperatura e il numero di passaggi. Si stima che la sua durata sia fino a tre volte in più delle piste classiche. In più comprenderà uno spazio inferiore da usare sia per il passaggio di cavi e tubi, in modo da evitare danni all’escavazione, sia per accumulare temporaneamente l’acqua piovana, scongiurando il pericolo di allagamenti. (N. F.).


INNOVAZIONE IN ONCOLOGIA

BREVI Leucemia.

Un robot elettronico trasporterà i farmaci nel corpo

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n minuscolo “millepiedi” elettronico, soffice e comandabile da remoto, capace di trasportare fino a cento volte il proprio peso e che “consegnerà” i farmaci nell’organo umano giusto, permettendo cure mirate e più efficienti. L’ambizioso progetto lo ha realizzato la City University di Hong Kong (CityU), con uno studio guidato da Haojian Lu e Mei Zhang e pubblicato sulla rivista Nature Communications. A differenza degli altri mini robot sviluppati in precedenza, il millepiedi asiatico, composto di silicone flessibile e particelle magnetiche, sarà controllato tramite campi elettromagnetici e si sposterà su centinaia di minuscole zampe che gli permetteranno di muoversi agevolmente all’interno del corpo umano. Dopo l’iniziale sperimentazione, i ricercatori stanno cercando di renderlo anche completamente biodegradabile. (N. F.).

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EFFETTO SERRA Da Google la mappa delle emissioni nel mondo

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e emissioni dell’effetto serra si potranno monitorare con un click, per controllare andamenti, valori e tenere sott’occhio i casi critici; lo potrà fare facilmente chiunque, osservando la situazione nella propria città. Il progetto, avviato da Google, ha come obiettivo una mappa completa delle emissioni di tutte le città del mondo. In via sperimentale sono tenuti sotto controllo i valori di cinque città, tra cui Pittsburgh, Buenos Aires e Mountain VieW in California, dove si trova la sede dell’azienda. «Il primo passo per affrontare il cambiamento climatico è creare un registro delle emissioni - ha detto Saleem Van Grenou, manager di Google Earth - comprendere la tua situazione su scala cittadina, e comprendere cosa tu puoi fare per questa, è un problema di informazioni, e questo è un buon posto per Google per posizionarsi». (N. F.).

MOBILITÀ SOSTENIBILE Le auto elettriche non fermano i consumi di petrolio

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a produzione di petrolio salirà nonostante la diffusione delle auto elettriche. È quanto emerge dal rapporto dell’Opec, che ha preso in esame la crescita dei consumi, in particolar modo legata ai i servizi di trasporto aereo, su strada e alla chimica. L’organizzazione stima una domanda di 112 milioni di barili al giorno nel 2040, con un aumento delle sole aviolinee del 2,2% all’anno; il numero dei veicoli passerà dall’attuale 1,1 miliardo a 2,4 miliardi. I veicoli elettrici, invece, saranno 320 milioni; anche se, continua l’Opec, si dovessero raggiungere i 720 milioni, il calo nella domanda di petrolio sarebbe minimo: 109 milioni di barili al giorno. Le rinnovabili soddisferanno solo il 20% della domanda di energia e nel 2040 il consumo di carbone sarà calano di un terzo nei Paesi sviluppati ma aumentato del 20% in quelli in via di sviluppo. (N. F.).

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SCLEROSI MULTIPLA Trovato l’enzima che scatena la risposta autoimmune

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alla Svizzera una speranza per i malati di sclerosi multipla. Il gruppo di ricerca guidato da Raquel Planas, della Clinica universitaria di Zurigo, ha identificato un enzima che scatena la risposta autoimmune dei linfociti T e che potrebbe avere un ruolo nel processo che porta all’autodistruzione della mielina, la guaina protettiva delle fibre nervose, tipica della malattia. L’enzima, il GDP-L-fucosio sintasi, ha provocato reazioni in una sottopopolazione di linfociti T (CD4+T) prelevati da fluido cerebrospinale di 31 pazienti con sclerosi. Il 40% dei soggetti ha mostrato reattività allo stesso enzima, prodotto da diversi batteri presenti nel microbioma intestinale. La ricerca conferma che nella sclerosi multipla molecole prodotte dal microbioma intestinale scatenano una risposta abnorme del sistema immunitario. (R. D.).

ALIMENTAZIONE Il linguaggio segreto tra piante e animali

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è un linguaggio segreto tra piante e animali, un meccanismo simile a un accattivante spot pubblicitario che induce, ad esempio, certe scimmie o uccelli a mangiare quel tipo di frutta piuttosto che un altro, dal momento che quegli stessi animali – sputando i semi o defecandoli – contibuiscono poi a far riprodurre la pianta stessa con maggior successo di altri. Questo perfetto mix di colori e odori è stato studiato dai ricercatori della Duke University e di altri due istituti in due parchi naturali di Uganda e Madagascar. La ricerca, pubblicata su Biology Letters e Science Advances, ha messo in evidenza come determinate specie vegetali esaltino certe caratteristiche cromatiche (tipo il colore rosso) per essere più facilmente notate da uccelli o insetti oppure emanino un profumo più intenso per richiamare l’attenzione dei lemuri, che invece i colori non li distinguono. (R. D.).

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MEMORIA Gli esseri umani riconoscono in media 5mila volti

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n media gli esseri umani sono in grado di riconoscere 5mila volti, con un minimo di mille e una massimo – per i fisiononomisti provetti – di 10mila. Lo suggerisce una ricerca guidata da Rob Jenkins con equipe delle università di York e Aberdeen. Lo studio, che ha riguardato 25 studenti dell’età media di 24 anni, ha preso in esame la capacità di riportare alla mente i volti di familiari, amici, compagni di studio, colleghi o conoscenti e di trascriverli, oltre che di riconoscere persone famose come politici, sportivi, attori e altri. I meno attenti si sono rivelati in grado di trascrivere un migliaio di volti. «La differenza – ha spiegato Jenkins – potrebbe risiedere nel fatto che alcune persone possiedono una naturale attitudine a ricordare i volti oppure riflettere ambienti sociali diversi: alcuni partecipanti potrebbero essere cresciuti in luoghi più densamente popolati». (R. D.).


ADDITIVI ALIMENTARI

BREVI

Nel 2017 non conforme l’1,5% dei campioni

N

el 2017 in Italia è stata rilevata la non conformità dell’1,5% degli additivi utilizzati negli alimenti, una cifra che non si discosta molto dal 2% del 2015 e dall’1,3% del 2016. Lo ha reso noto il Ministero della Salute nella Relazione al Piano nazionale additivi 2015-2018 riferita all’anno scorso. Nel corso del 2017 sono stati analizzati complessivamente 3627 campioni di tutte le categorie alimentari previste, di cui 3458 prodotti alimentari e 169 additivi, per un totale di 12416 determinazioni. Oltre a ribadire la bontà del sistema della categorizzazione del rischio, gli esperti del Ministero hanno posto l’accento sulla necessità di monitorare con particolare attenzione additivi sanitariamente rilevanti come i solfiti e di indagare con maggior precisione, attraverso l’ampliamento del numero di laboratori accreditati, l’ampia classe funzionale degli edulcoranti. (R. D.).

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BIOTECNOLOGIE La retina artificiale per tornare a vedere

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isura appena due millimetri, ma ha infinite potenzialità. Si tratta dello speciale chip della nuova “retina artificiale”, basata su tecnologia wireless e sperimentata su cinque pazienti affetti da maculopatia, malattia della retina ritenuta poco curabile e sempre più diffusa nel mondo occidentale, che porta progressivamente a ipovisione e cecità. Una malattia che la parte centrale della retina, che presiede alla visione dei dettagli e al riconoscimento di colori, volti e particolari. I primi risultati sui pazienti non vedenti sono stati ritenuti promettenti e illustrati a Roma dalla Fondazione Macula & Genoma Onlus di Andrea Cusumano, del Policlinico di Tor Vergata. È la prima volta che si utilizza la retina artificiale per questo tipo di malattia, mentre in passato altri microchip sono stati utilizzati con successo su pazienti affetti da retinite pigmentosa. (R. D.).

MONDO ANIMALE Il più antico mai esistito è una spugna

È

vissuto tra 660 e 635 milioni di anni fa e ha lasciato tracce di sé in Oman, in Siberia e in India. L’animale più antico mai scoperto aveva un aspetto simile alle spugne ed è comparso sulla Terra un centinaio di milioni di anni prima dell’esplosione cambriana, che ha rivoluzionato la vita sul pianeta. A ritrovare alcuni suoi biomarcatori sono stati i ricercatori della University of California-Riverside guidati da Alex Zumberge, che hanno identificato un particolare biomarcatore, il 26-metilstigmastano, dalla struttura unica ravvisabile soltanto in alcune specie di spugne moderne, prodotto proprio da questo antichissimo abitante dei mari terrestri. La ricerca degli studiosi californiani, pubblicata sulla rivista Nature Ecology & Evolution, indica per la prima volta come organismi multicellulari quali le spugne prosperassero già più di 600 milioni di anni fa. (R. D.).

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LAVORO

Concorsi pubblici per Biologi Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Biochimica delle proteine di Napoli Scadenza, 31 ottobre 2018 Procedura di selezione per una borsa di studio della durata di dodici mesi per laureati in biologia e biotecnologie molecolari ed industriali. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Biochimica delle proteine di Napoli Scadenza, 31 ottobre 2018 Procedura di selezione per una borsa di studio della durata di dodici mesi per laureati in biologia e biotecnologie molecolari ed industriali. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” di Napoli Scadenza 31 ottobre 2018 Conferimento di una borsa di studio per laureati in Scienze biologiche od equivalenti. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per l’Endocrinologia e l’Oncologia “Gaetano Salvatore” di Napoli Scadenza, 31 ottobre 2018 Pubblica selezione per il conferimento di un assegno tipologia “Professionalizzante” per lo svolgimento di attività di ricerca nell’ambito del programma di ricerca: Fism – Fondazione italiana sclerosi multipla – 2016/R/18 – Titolato: “La Glicolisi come nuovo deterinante metabolico tra la tolleranza immunologica e la patogenesi della sclerosi multipla”. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” di Napoli

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Scadenza 31 Ottobre 2018 Selezione pubblica per la stipula di un assegno di ricerca da usufruirsi presso l’Istituto di Genetica e Biofisica “Adriano Buzzati Traverso” nell’ambito del progetto PRIN 2015F3JHMB_003 dal titolo “New experimental therapies for genetic skeletal diseases” (CUP B62F15001120001). Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante di Napoli Scadenza 31 Ottobre 2018 Pubblica selezione per il conferimento di un assegno per lo svolgimento di attività di ricerca nell’ambito del programma di ricerca “Possibile” Tipologia di Assegno B) “Assegni Post Dottorali”. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante di Napoli Scadenza 31 Ottobre 2018 Pubblica selezione per il conferimento di un assegno per lo svolgimento di attività di ricerca nell’ambito del programma di ricerca “DBA.AD004.040 Ricerche in corso finanziate da residui (Difesa) - Microrganismi benefici per biocontrollo ed il miglioramento quali-quantitativo delle produzioni agricole” Tipologia di Assegno: A) “Assegni Professionalizzanti”. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di genetica e biofisica ‘’Adriano Buzzati Traverso’’ di Napoli Scadenza, 2 novembre 2018 Avviso n. 4/2018 per il conferimento di un incarico di collaborazione. l CNR Istituto di Genetica e Biofisica “Adriano Buzzati Traverso” nell’ambito del progetto di ricerca

PRIN 2015BEX2BR_002 dal titolo “Role of the master epigenetic reader Methyl CpG binding Protein 2 (MeCP2) in gene expression after stoke”, intende avvalersi della collaborazione di un esperto di elevata professionalità per lo svolgimento della seguente attività: “Studio della metilazione del DNA e della distribuzione genomica del modulatore epigenetico MeCP2 in corteccia cerebrale di topi ischemici”. Per informazioni, www. cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Biofisica - IBF – di Pisa Scadenza, 2 novembre 2018 Avviso n. 02/2018/Ibf-Mi per il conferimento di un incarico di collaborazione Il CNR-Istituto di Biofisica intende avvalersi della collaborazione di un esperto di elevata professionalità per lo svolgimento presso la propria Sede Secondaria di Milano della seguente attività: Identificazione su base strutturale e sintesi di potenziali farmaci contro l’amiloidosi da gelsolina. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - l’Istituto di Scienze delle produzioni alimentari di Bari Scadenza, 3 novembre 2018 Pubblica selezione per il conferimento di una borsa di studio per laureati per ricerche nel campo dell’area scientifica “Scienze agrarie, agroalimentari e veterinarie” da usufruirsi presso l’Istituto di Scienze delle produzioni alimentari del Cnr di Bari. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Genetica molecolare di Pavia Scadenza, 5 novembre 2018 Pubblica selezione per il conferimento


di una borsa di studio per laureati per ricerche nel campo dell’area scientifica “Medicina e biologia” da usufruirsi presso l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Ricerca sulle Acque di Roma Scadenza, 12 novembre 2018 Pubblica selezione per il conferimento di un assegno professionalizzante per lo svolgimento di attività di ricerca nell’ ambito dei seguenti progetti di ricerca: “Viola (Valori di fondo negli acquiferi Pugliesi) PO-FESR Puglia 2014- 2020, Azione 6.4”, “CERRETO” e “CASALE BUSSI”. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante di Torino Scadenza, 12 novembre 2018 Pubblica selezione per il conferimento di un assegno per lo svolgimento di attività di ricerca nell’ambito del programma di ricerca “Sviluppo di Tecnologie innovative per la difesa eco-sostenibile in agricoltura: protocolli di diagnosi sierologiche e molecolari nei confronti di fitopatologie”: A) “Assegni Professionalizzanti. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Ricerca sulle Acque di Bari Scadenza, 12 novembre 2018 Pubblica selezione per il conferimento di un assegno professionalizzante per lo svolgimento di attività di ricerca nell’ambito del programma di ricerca “Microplasma - Micro and Macro plastic pollution monitoring with advanced technologies”, “Protocollo intesa Barletta” e “Commissario Straordinario Taranto”. Per informazioni, www.cnr.it. Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia – IBCN – di Monterotondo Scadenza, 6 novembre 2018 Avviso n. 05/2018 per il conferimento di un incarico di collaborazione. Il CNR Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia intende avvalersi della collaborazione di 1 figura esperta di elevata professionalità per lo svolgimento della seguente attività: Ricerca nell’ambito del progetto Grant FSHS82016-05 “Activity of estrogen on FSHD muscle differentiation” per lo svolgimento dell’attività: Isolamento, messa in coltura e caratterizzazione di cellule mesenchimali (perivascular cells) da biopsie muscolari

LAVORO e loro utilizzo per la formazione di tessuto muscolare in vivo. Per informazioni, www. cnr.it. Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia – Istituto per la protezione sostenibile delle piante di Portici Scadenza, 6 novembre 2018 Avviso n. 05 2018 Ipsp Na per il conferimento di un incarico di collaborazione coordinata e continuativa. Il CNR Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante sede secondaria di Portici intende avvalersi della collaborazione di un esperto di elevata professionalità per lo svolgimento della seguente attività: “Estrazione e caratterizzazione (PCR, Elettroforesi) di DNA da materiale biologico” nell’ambito del progetto CISOL: “Caratterizzazione delle interazioni chimiche e fisiche regolanti il passaggio di Philaenus spumarius su olivo”. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per l’Endocrinologia e l’Oncologia Sperimentale “G. Salvatore” di Napoli Scadenza, 22 novembre 2018 Selezione per titoli e colloquio ai sensi dell’art. 8 del “Disciplinare concernente le assunzioni di personale con contratto di lavoro a tempo determinato”, per l’assunzione, ai sensi dell’art. 83 del CCNL del Comparto “Istruzione e Ricerca” 2016-2018, sottoscritto in data 19 aprile 2018, di una unità di personale con profilo professionale Ricercatore III livello. Per informazioni, www.cnr.it. Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per l’Endocrinologia e l’Oncologia Sperimentale “G. Salvatore” di Napoli Scadenza, 22 novembre 2018 Selezione per titoli e colloquio ai sensi dell’art. 8 del “Disciplinare concernente le assunzioni di personale con contratto di lavoro a tempo determinato”, per l’assunzione, ai sensi dell’art. 83 del CCNL del Comparto “Istruzione e Ricerca” 2016-2018, sottoscritto in data 19 aprile 2018, di una unità di personale con profilo professionale Ricercatore III livello (part time al 50%). Per informazioni, www.cnr.it. Università di Milano Scadenza, 18 novembre 2018 Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di categoria D, a tempo indeterminato, area tecnica, tecnico-scientifica ed elaborazione dati, supporto

per la gestione e protezione dati nell’ambito delle attivita’ di didattica, ricerca e terza missione, per il Dipartimento di biotecnologie mediche e medicina traslazionale. Gazzetta Ufficiale n. 83 del 19-10-2018. Università “La Sapienza” di Roma Scadenza, 18 novembre 2018 Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di ricercatore a tempo determinato e definito, settore concorsuale 05/C1, per il Dipartimento di biologia ambientale. Gazzetta Ufficiale n. 83 del 19-10-2018. Università “La Sapienza” di Roma Scadenza, 18 novembre 2018 Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di ricercatore a tempo determinato e pieno, settore concorsuale 05/A1, per il Dipartimento di biologia ambientale. Gazzetta Ufficiale n. 83 del 1910-2018. Università di Bologna “Alma Mater Studiorum” Scadenza, 27 novembre 2018 Procedura di selezione per la copertura di un posto di ricercatore a tempo determinato, settore concorsuale 05/D1 - Fisiologia, per il Dipartimento di scienze biomediche e neuromotorie DIBINEM. Gazzetta Ufficiale n. 84 del 23-10-2018. Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli Scadenza, 22 novembre 2018 Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di ricercatore III livello, a tempo pieno ed indeterminato, per attività di ricerca nel campo della biochimica marina. Gazzetta Ufficiale n. 84 del 23-10-2018. Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli Scadenza, 22 novembre 2018 Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di un posto di ricercatore III livello, a tempo pieno ed indeterminato, per attività di ricerca nel campo della biologia cellulare e dello sviluppo. Gazzetta Ufficiale n. 84 del 23-10-2018. Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli Scadenza, 22 novembre 2018 Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di due posti di ricercatore III livello, a tempo pieno ed indeterminato, per attività di ricerca nel campo dei sistemi biologici e genomica funzionale. Gazzetta Ufficiale n. 84 del 23-10-2018. Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018 65


SCIENZE

La Citofluorimetria nelle neoplasie Il ruolo della Citofluorimetria nell’inquadramento diagnostico delle neoplasie linfoproliferative croniche a cellule B

di Giovanni D’Arena* e Raffaele De Vita**

L

a caratterizzazione immunofenotipica delle cellule neoplastiche non è altro che la determinazione del loro assetto antigenico di superficie, ed eventualmente anche intracitoplasmatico, ai fini della corretta diagnosi e della classificazione di tali patologie che è sempre comunque frutto di un processo integrato in cui vari operatori esperti di determinati settori forniscono il loro contributo (informazioni cliniche, quadro morfologico, immunofenotipo, citogenetica, biologia molecolare). Tre sono le tecniche generalmente utilizzate per tale scopo. L’immunoistochimica è applicata routinariamente per la definizione delle neoplasie solide e consente non solo la valutazione dell’immunofenotipo ma anche la contemporanea valutazione della morfologia delle cellule e dell’architettura tissutale. L’immunocitochimica permette la caratterizzazione immunofenotipica delle cellule ma non la valutazione morfologica e strutturale. Tutte e due queste tecniche, tuttavia, mal si adattano alle sospensioni cellulari, quali il sangue circolante, il materiale midollare, il materiale derivante da un agoaspirato e posto in sospensione. È, invece, la citofluorimetria la metodica di elezione per lo studio di tali neoplasie, consentendoci, tra l’altro, non solo di

* U.O.C. di Ematologia e Trapianto di Cellule Staminali, IRCCS Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata (CROB), Rionero in Vulture (PZ); ** GIC c/o Divisione Tecnologie e Metodologie per la Salvaguardia della Salute (ENEA C.R.Casaccia), Roma.

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Figura 1. Coespressione di CD19 e CD5 (popolazione cellulare in blu) in cellule di LLC.

fare diagnosi ma anche di classificare le neoplasie dal momento che è possibile non solo identificare più antigeni contemporaneamente a livello di singola cellula ma anche di valutarne la loro intensità di espressione (che equivale alla quantità di antigene presente) ed eventuali espressioni aberranti (presenza di determinati antigeni quando non dovrebbero esserci o, viceversa, la


SCIENZE loro assenza quando dovrebbero essere presenti). La citofluorimetria ha ormai un ben definito ruolo nel campo delle neoplasie ematologiche. Inizialmente esso era limitato alla classificazione delle leucemie acute e croniche. Successivamente la sua utilità si è ampliata alla valutazione della prognosi e del follow-up (studio della malattia minima residua).

La Leucemia Linfatica Cronica (LLC) La forma più frequente di neoplasie linfoproliferative croniche a cellule B è la LLC, una patologia caratterizzata dall’espansione clonale di linfociti a fenotipo B di piccole dimensioni, immunologicamente competenti, che si accumulano nel midollo osseo, negli organi linfoidi e nel sangue circolante (1). La classificazione WHO la colloca, insieme alla sua controparte linfomatosa, il linfoma linfocitico, nell’ambito delle neoplasie del linfocita B maturo (2,3). La LLC è la forma più frequente di leucemia nel mondo occidentale con un’incidenza stimata di 4.2 casi per 100.000 abitanti/anno. Tale incidenza aumenta con l’aumentare dell’età (picco massimo d’incidenza tra i 60 e i 70 anni; età mediana alla diagnosi: 72 anni) ed è più frequente nell’uomo rispetto alla donna (4). La LLC è invece rara nella popolazione giapponese e asiatica e tale diversità geografica sembra risiedere in fattori genetici dal momento che essa viene mantenuta anche nelle generazioni successive dei gruppi etnici immigrati nelle regioni occidentali.

Diagnosi di LLC I criteri diagnostici ampiamente utilizzati sono quelli elaborati e proposti nelle linee guida dell’International Workshop on Chronic Lymphocytic Leukemia/National Cancer Institute-Working Group (IWCLL/NCI) (3,4). Secondo i suggerimenti dell’IWCLL/NCI, per porre diagnosi di LLC devono essere soddisfatti i seguenti criteri: 1) presenza di più di 5000 linfociti monoclonali B circolanti per mmc; 2) le cellule leucemiche devono avere le caratteristiche di piccoli linfociti apparentemente maturi con scarso citoplasma basofilo e cromatina nucleare addensata, senza evidenti nucleoli. Possono essere presenti linfociti di più grandi dimensioni o prolinfociti, questi ultimi in percentuale non superiore al 55% dei linfociti, altrimenti la diagnosi è compatibile con la leucemia prolinfocitica. Un’altra caratteristica, sebbene non patognomonica, della LLC sono le ombre di Gumprecht, dal nome dell’autore che per primo le descrisse nel 1896, che non sono altro che detriti cellulari dovuti alla rottura delle cellule all’atto dello striscio per una loro intrinseca sensibilità agli insulti meccanici (5). Dal punto di vista clinico, assieme all’immancabile linfocitosi assoluta, è possibile riscontrare linfoadenopatie superficiali e/o profonde, splenomegalia e/o epatomegalia, anemia e/o piastrinopenia (dovute queste ultime all’infiltrazione midollare da parte dei linfociti patologici che supera generalmente il 30% della cellularità totale).

Figura 2. Coespressione di CD19 e CD23 (popolazione cellulare in blu) in cellule di LLC.

presenza di linfoadenopatie, splenomegalia e/o epatomegalia. Questo tipo di linfoma è considerato la controparte linfomatosa della LLC. Invece, nel caso della linfocitosi B monoclonale, non solo il numero dei linfociti B monoclonali deve essere inferiore a 5000/mmc ma devono essere anche assenti sia il coinvolgimento linfonodale che quello splenico ed epatico (6). La distinzione tra linfocitosi B monoclonale e stadio 0 (secondo la classificazione di Rai), ossia presenza di sola linfocitosi assoluta, si basa essenzialmente sul numero assoluto dei linfociti B neoplastici. Infatti, mentre nel primo caso essi devono essere inferiori a 5000/mmc, nel secondo caso devono superare tale numero (7). Landgren e collaboratori hanno dimostrato che virtualmente tutti i pazienti affetti da LLC sono passati attraverso una fase, nota o meno, di linfocitosi B monoclonale durata anche diversi anni prima che venisse fatta diagnosi di franca LLC (8). Le cellule di LLC, dal punto di vista immunofenotipico, coesprimono un antigene di superficie presente su tutti i linfociti T maturi, il CD5, e antigeni di superficie presenti su tutti i linfociti B maturi, quali il CD19, il CD20 e il CD23. Inoltre, le immunoglobuline di superficie, il CD20 e il CD22 sono tipicamente espressi a bassa intensità rispetto a quanto si osserva sui linfociti B normali (9). (Figure 1 e 2). Il CD79b e FMC7, che identifica un differente epitopo dell’antigene identificato dal CD20, sono generalmente assenti. È necessario, inoltre, che la clonalità dei linfociti B sia confermata in citofluorimetria. Sappiamo che per definire clonale una popolazione di linfociti B è necessario che il rapporto tra le catene leggere kappa e lambda sia maggiore di 3:1, nel caso di clonalità kappa, o inferiore a 1:2, nel caso di clonalità lambda (Figura 3).

Diagnosi differenziale La diagnosi differenziale deve essere posta anzitutto nei confronti del linfoma a piccoli linfociti e della linfocitosi B monoclonale. Nel primo caso il numero dei linfociti monoclonali B circolanti deve essere inferiore a 5000/mmc mentre è tipica la

Scores diagnostici Morfologia e caratterizzazione immunofenotipica sono i capisaldi della diagnostica della LLC e della diagnosi differenziale con le altre neoplasie del linfocita B maturo in fase leucemica. Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

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SCIENZE (un cosiddetto panel diagnostico) che comprende un insieme di differenti marcatori di linea B. Dalla combinazione di tali marcatori, nel senso di espressione (positività), mancata espressione (negatività) e intensità di espressione (bassa, alta), si riescono ad avere degli orientamenti diagnostici (Tabella 1). Rimane inteso che una diagnosi di neoplasia linfoproliferativa a cellule B in fase leucemica è il frutto di una diagnosi integrata, avvalendosi dell’insieme delle informazioni cliniche, laboratoristiche, morfologiche, immunofenotipiche, citogenetiche e molecolari relative a quel determinato caso (10). Agli inizi degli anni ’90, un gruppo di ricercatori inglesi del Royal Marsden Hospital di Londra, proposero uno score diagnostico basato sulla valutazione di 5 antigeni di membrana: CD5, CD22, CD23, FMC7 e immunoglobuline di superficie (11). Il punteggio 0 o 1 veniva attribuito a ciascun marcatore sulla base della sua espressione nella LLC, tenendo in conto il tipico profilo di espressione di tali antigeni in questo caso (CD5+, CD22 negativo o presente a bassa intensità di espressione, FMC7- CD23+, bassa intensità di espressione delle immunoglobuline di superficie). Il punteggio finale, definito score di Matutes, era generalmente 4-5 nei casi di LLC tipica, mentre nelle altre forme di neoplaFigura 3. Restrizione clonale kappa con bassa intensità di espressione (popolazione cellulare blu) in sie linfoidi mature era uguale o inferiore a 3. Nel 1997, lo stesso cellule di LLC. gruppo di ricercatori implementò tale score sostituendo il CD22 con il CD79b dimostrando che in tal modo si otteneva una accuratezza diagnostica del 96,8% rispetto a quella precedente del Tuttavia, nonostante ci siano state nuove acquisizioni nel cam91,8% (12). Tuttavia, nonostante lo score di Matutes si sia dimopo della citogenetica e della biologia molecolare, esistono anstrato molto utile nella diagnostica, soprattutto nel distinguere cora delle forme di difficile caratterizzazione o semplicemente le forme tipiche da quelle atipiche di LLC e nell’identificare delle inclassificabili. Poiché non esiste ancora, allo stato attuale, un forme di neoplasie linfoidi mature non compatibili con la diagnosi singolo marcatore immunologico in grado da solo di aiutarci a di LLC, esistono ancora delle controversie diagnostiche, quali ad porre diagnosi di una specifica entità nosologica, ci serviamo esempio, la difficoltà di discriminare la LLC dal linfoma mantellageneralmente, nella pratica clinica, di un insieme di marcatori re indolente leucemizzato. Recentemente, è stato evidenziato il ruolo del CD200, che identifica una glicoproteina transmembranaria di tipo Ia, apparteMARCATORI IMMUNOLOGICI E GENETICI PER LA DIAGNOSI nente alla superfamiglia delle immunoglobuline, e che è espresso DIFFERENZIALE DELLE LEUCEMIE CRONICHE A CELLULE B da vari tipi di cellule (linfociti B, un subset di linfociti T comLLC PL HCL HCL-v MZL FCL MCL prendenti quelli attivati, timociti, cellule endoteliali, neuroni), CD19 + + + + + + + nella diagnostica differenziale delle neoplasie linfoidi mature. In particolare tale antigene si è dimostrato utile nel distinguere la + (HD) + + + + + CD20 + (LD) LLC, in cui viene espresso nella quasi totalità dei casi e con un’al+ (ID or LD) CD5 + (HD) ta intensità di espressione, dal linfoma mantellare (13). Ancora +/-/+ CD10 più recentemente, un gruppo di ricercatori tedeschi ha proposto il cosiddetto CCLflow score attraverso l’inclusione del CD200 + + + + + (HD) CD22 -/+ (LD) + nell’ambito dei marcatori proposti dallo score di Matutes, dimo+ -/+ -/+ CD23 strando che la sensibilità dello score rimaneva invariata mentre si otteneva un marcato incremento della specificità rispetto allo +/-/+ + (HD) CD25 +/score inglese (15). Lo score utilizza la percentuale di espressione + (HD) +/CD11c +/dei marcatori e sostituisce la valutazione del CD200 al posto del+ +/CD103 la intensità di espressione delle immunoglobuline di superficie, + -/+ -/+ + CD43 Esso, infatti, è calcolato aggiungendo la percentuale delle cellule B CD200+ alle cellule B CD23+/CD5+ e quindi sottraendo la per+ + + + CD200 centuale delle cellule B CD79b+ e FMC7+. SmIg + (LD) + (HD) + (HD) + (HD) + (HD) + (HD) + (HD) Se lo score è >0, è molto probabile la diagnosi di LLC, mentre t(14;18) Bcl-2 se è ≤0 è molto probabile la diagnosi di una forma non LLC. Infi(q32.q21) Genetica overexpression ne, il nostro gruppo ha recentemente proposto una semplificazione dello score di Matutes utilizzando il CD200 e basandosi su soli Tabella 1. Legenda: SmIg: surface membrane immunoglobulins; LLC: leucemia linfatica cronica; PL: 4 marcatori (CD5, CD23, CD200, immunoglobuline di superficie) leucemia prolinfocitica; HCL: hairy cell leukemia; HCL-v: forma variante della HCL; MZL: linfoma (14). Tale score ha dimostrato avere una maggiore sensibilità e della zona marginale; FCL: linfoma follicolare; MCL: linfoma mantellare; SmIg: immunoglobuline di una maggiore specificità rispetto allo score di Matutes. membrana; LD: low density; ID: intermediate density; HD: high density. bcl-2 rearrangement

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t(11:14) (q13;q32) bcl-1-rearrangement


SCIENZE

Conclusioni La citometria a flusso è uno strumento di fondamentale importanza nella diagnostica delle neoplasie linfoidi mature a cellule B. Nonostante le continue acquisizioni in termini di tecnologie, disponibilità di nuovi anticorpi monoclonali e loro combinazioni, alcune entità rimangono inclassificabili anche con il supporto di tecniche di citogenetica e biologia molecolare. Gli sforzi vanno quindi indirizzati nella ricerca di nuovi anticorpi e nella validazione di approcci di combinazioni di essi con l’obiettivo di ridurre sempre di più la fetta di forme difficilmente inquadrabili con quanto attualmente disponibile.

Divisione di cellule staminali del midollo osseo.

Bibliografia

© Juan Gaertner/www.shutterstock.com

1) Chiorazzi N, Ferrarini M. Cellular origin(s) of chronic lymphocytic leukemia: cautionary notes and additional considerations and possibilities. Blood 2011; 117: 1781-1791. 2) Swerdlow SH, Campo E, Pileri SA, et al. The 2016 revision of the World Health Organization classification of lymphoid neoplasms. Blood 2016; 127: 2375-2390. 3) Hallek M, Cheson BD, Catovsky D, et al. Guidelines for the diagnosis and treatment of chronic lymphocytic leukemia: a report from the International Workshop on Chronic Lymphocytic Leukemia updating the National Cancer Institute-Working Group 1996 guidelines. Blood 2008; 111: 5446-5456. 4) Hallek M, Cheson BD, Catovsky D, et al. Guidelines for the diagnosis, indications for treatment, response assessment and supportive management of chronic lymphocytic leukemia. Blood (prepublished online) 5) Castoldi G., Liso V. Malattie del sangue e degli organi ematopoietici. McGraw Hill, 6° edizione. 6) d’Onofrio G, Zini G. Morfologia delle malattie del sangue. Verduci Editore, 2016. 7) D’Arena G, Musto P. Monoclonal B-cell lymphocytosis. Transl Med UniSa 2014; 8: 75-79. 8) Landgren O, Albitar M, Ma W, et al. B-cell clone as early marker for chronic lymphocytic leukemia. N Engl J Med 2009; 360: 659-667. 9) D’Arena G, Keating MJ, Carotenuto M. Chronic lymphoproliferative disorders: an integrated point of view for the differential diagnosis. Leuk Lymphoma 2000; 36: 225-237. 10) Matutes E, Owusu-Ankomah K, Morilla R, et al. The immunological profile of B-cell disorders and proposal of a scoring system for the diagnosis of CLL. Leukemia 1994; 8: 1640-1645. 11) Moreau E, Matutes E, A’Hern RP, et al. Improvement of the chronic lymphocytic leukemia scoring system with the monoclonal antibody SN8 (CD79b). Am J Clin Pathol 1997; 108:378-382. 12) Palumbo GA, Parrinello N, Fargione G, et al. CD200 expression may help in differential diagnosis between mantle cell lymphoma and B-cell chronic lymphocytic leukemia. Leuk Res 2009; 33: 12121216. 13) Kohnke T, Wittmann VK, Veit L, et al. Diagnosis of CLL revisited: increased specificity by a modified five-marker scoring system including CD200. Br J Haematol 2017; 179: 480-487. 14) D’Arena G, Vitale C, Rossi G, et al. CD200 included in a 4-marker modified Matutes score provides optimal sensitivity and specificity for the diagnosis of chronic lymphocytic leukemia. Hematol Oncol (prepublished online).

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SCIENZE

La Società Italiana di Citologia Una realtà scientifica che promuove l’aggiornamento professionale e l’inserimento dei giovani nel campo citologico

di Antonella Pellegrini*

S

e qualcuno mi chiedesse cosa accomuna i citologi, risponderei “l’arte del dubbio, o meglio ancora dei ragionevoli dubbi”. Quando ci si mette al microscopio e si comincia lo screening di un vetrino, è necessario porsi e rispondere a una serie di domande (1): - la popolazione cellulare presente nel vetrino corrisponde all’organo sede del prelievo? - la popolazione cellulare è normale? - sono presenti anormalità cellulari? - le anormalità cellulari osservate a cosa sono riconducibili? rappresentano l’espressione della risposta cellulare a un danno, cioè sono alterazioni reattive, o sono alterazioni associate alla malignità? Il normale per comprendere il patologico. La linea di confine tra questi tipi di alterazioni non è quasi mai netta. Anzi, di regola è molto sfumata, dando luogo pertanto a ragionevoli dubbi. A questi dubbi, e alla necessità di confronto, la Società Italiana di Citologia (SICi) ha dato ascolto, a partire dal 2000, promuovendo sia iniziative di formazione per i giovani che volevano accostarsi alla citologia, sia iniziative di aggiornamento che sono state apprezzate da centinaia di professionisti in tutta Italia. Negli anni più recenti, i corsi della Società, sempre accreditati secondo il programma nazionale di ECM, hanno avuto un’impostazione prevalentemente pratica, mettendo a disposizione di ciascun partecipante un microscopio individuale e set di vetrini sui quali esprimere la proprio valutazione diagnostica (Fig. 1). Chi lavora in questo ambito sa bene quanto sia importante * Presidente della SICi, la Società Italiana di Citologia.

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© SICi.

Figura 1. Partecipanti al microscopio nella sala del Centro Formazione dell’ONB.


SCIENZE I succitati corsi di aggiornamento della SICi hanno trattato questo tema; in particolare il corso sulla prevenzione del cervicocarcinoma ha approfondito l’aspetto dell’appropriatezza della refertazione anche al di fuori dei programmi di screening organizzato, mentre i corsi riguardanti la citologia urinaria (2016 e 2018) sono stati impostati proprio sull’applicazione del nuovo sistema di refertazione, cosiddetto Paris System (6). Altro importante tema di aggiornamento in questi corsi è stata la citologia in fase liquida, per mezzo della quale si ottiene un campione di cellule depositato in strato sottile sul vetrino, anziché strisciato come avviene nella citologia convenzionale (7). I set di vetrini sono stati selezionati dai docenti con lo scopo di fornire una casistica ricca ed eterogenea sulla quale i partecipanti potessero applicare i parametri morfologici specifici dello strato sottile, alla luce del Paris System (Fig. 3). Un discorso a parte merita l’aggiornamento in citologia cervicale (Fig. 4). L’individuazione delle lesioni preneoplastiche, precursori del tumore della cervice uterina, si è da tempo basata, con grande successo ed efficacia, sulla lettura citologica dello striscio cervicale (Pap test). Su questa realtà sono intervenute le nuove tecnologie, quali la citologia in strato sottile, e le evidenze scientifiche sul ruolo eziologico del Papillomavirus umano (HPV) come causa necessaria del carcinoma cervicale. All’aggiornamento sulla lettura della citologia in strato sottile è stato dedicato nel 2017 un corso teorico-pratico, che ha riscosso interesse e successo tanto da rendere necessarie due riedizioni, che si sono svolte presso il Centro Formazione dell’Ordine Nazionale dei Biologi, con il patrocinio dell’Ordine stesso. Come detto sopra, le nuove conoscenze sull’HPV hanno determinato © SICi.

Figura 2. Confronto tra citologi e clinici durante il Corso di Citologia agoaspirativa broncopolmonare.

anche il confronto tra citologi appartenenti a realtà lavorative diverse, per migliorare la propria accuratezza e riproducibilità diagnostica, ma sa altrettanto bene quanto questo confronto non sia sempre facilmente realizzabile. Proprio per questo motivo i corsi hanno sempre previsto, dopo la fase al microscopio individuale, momenti di discussione interattiva per verificare e confrontare i propri risultati, sotto la guida di docenti e tutor di alto profilo provenienti da varie Istituzioni nazionali. Un altro aspetto a cui la SICi ha prestato particolare attenzione in questi ultimi anni è il confronto interdisciplinare, nella convinzione che la diagnosi finale e il piano di trattamento di un paziente debbano inglobare l’anamnesi, i risultati clinici e di laboratorio, la citologia e l’istologia (Fig. 2). Questa convinzione ha ispirato alcuni corsi di aggiornamento che hanno visto la partecipazione di Pneumologi, Broncoscopisti, Radiologi, Ginecologi, Urologi, Medici di famiglia, sia nella discussione di casi clinici complessi che nella condivisione multidisciplinare dei percorsi diagnostico-terapeutici: - corso di aggiornamento in citologia agoaspirativa broncopolmonare – Maggio 2017; - il citologo e il ginecologo si confrontano sulla prevenzione del cervicocarcinoma – Marzo 2018; - il citologo e l’urologo si confrontano sul Paris System- Marzo 2018. Il confronto tra citologi, tra citologi e clinici, la condivisione dei percorsi diagnostico-terapeutici sono possibili solo se viene utilizzato un linguaggio comune e comprensibile per tutti. In questo caso, il linguaggio comune è rappresentato dalle classificazioni diagnostiche, attraverso le quali il citologo trasmette al clinico l’interpretazione della citologia in una forma chiara e rilevante. È stato il Sistema Bethesda per la refertazione della citologia cervicale (TBS 1988 e successive edizioni) ad aprire la strada al principio che la terminologia classificativa deve (2): - trasmettere informazioni clinicamente rilevanti dal laboratorio al clinico; - essere uniforme e ragionevolmente riproducibile tra i differenti laboratori e tra i differenti patologi; - riflettere le più aggiornate acquisizioni scientifiche riguardanti la patologia in oggetto. Successivamente al campo della citologia cervicale, sistemi di refertazione standardizzati sono stati sviluppati per la citologia di altri organi, in particolare tiroide, pancreas, ghiandole salivari, citologia urinaria (3, 4, 5, 6).

© SICi.

A sinistra, figura 3. Citologia urinaria in strato sottile. Colorazione Papanicolaou (40x). Carcinoma uroteliale di alto grado (HGUC sec.Paris System 2016).

A destra, figura 4. Pap test. Colorazione Papanicolaou (20x). Adenocarcinoma in situ (AIS sec. TBS 2001).

© SICi.

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SCIENZE le altre principali classificazioni utilizzate in ambito internazionale (15). Verranno anche illustrate le possibili indagini biomolecolari proposte recentemente in associazione all’esame citologico, al fine di migliorarne la performance diagnostica. A sinistra, figura 5. Il corso si svolgerà presso il Centro di Formazione dell’Ordine Agoaspirato polmonare. Nazionale dei Biologi, che lo ha patrocinato e ha messo a disposiColorazione Papanicolaou zione i microscopi per la parte pratica. Chi ha avuto modo di co(40x). Adenocarcinoma. noscere lo “spirito” della SICi avrà sicuramente capito che quanto ho scritto non è una celebrazione, ma è il tentativo di spiegare i presupposti e le finalità delle nostre iniziative e, a nome di tutto il Consiglio Direttivo, è un invito a segnalarci le criticità, le vostre richieste e suggerimenti. Chi invece non ci conosce deve avere © SICi. fiducia e, qualora interessato alla citologia, partecipare ai nostri eventi formativi e seguirci sul sito www.citologia.org.

A destra, figura 6. Agoaspirato polmonare. Colorazione immunoistochimica positiva per TTF-1.

profondi cambiamenti nella prevenzione primaria e secondaria del cervicocarcinoma, rispettivamente con l’introduzione della vaccinazione anti-HPV e con l’implementazione del test HPV ad alto rischio oncogeno come test primario nello screening. Questo nuovo modello di screening si basa sull’evidenza che il test HPV è più sensibile della citologia nell’individuare i precursori del carcinoma cervicale (lesioni CIN2+), ma presenta una minore specificità in quanto evidenzia anche infezioni virali transitorie, clinicamente non rilevanti. Per questo motivo la nuova strategia di screening prevede il Pap test per le donne più giovani (al di sotto dei 30-35 anni), tra le quali le infezioni sono maggiormente presenti e in gran parte destinate a regredire spontaneamente, e il test HPV per le donne di età superiore, seguito, in caso di positività, dal Pap test quale filtro per migliorare la specificità (8, 9, 10). È pertanto evidente che il Pap test non ha finito la sua lunga carriera, ma semplicemente ha una diversa collocazione nel nuovo modello di screening (11, 12). Questo rende necessario per i citologi un ulteriore aggiornamento, in quanto la lettura della citologia di triage richiede non solo competenza ed esperienza, ma anche un diverso approccio, in equilibrio tra la consapevolezza di una maggiore frequenza di patologia e il rischio di sovradiagnosi. Anche la citologia di altri organi, soprattutto agoaspirativa (Fig. 5), richiede che il citologo abbia una sempre maggiore conoscenza della biologia molecolare: le Linee guida raccomandano sempre più, oltre all’immunocitochimica (Fig.6), l’utilizzazione delle indagini molecolari, ai fini di una più completa valutazione diagnostica, rispondente alle strategie terapeutiche con farmaci immunoterapici (13, 14). In tema di citologia agoaspirativa, la SICi sta organizzando un corso di aggiornamento sulla citologia come strumento diagnostico della natura della patologia nodulare tiroidea. Il corso affronterà i punti critici di questa indagine diagnostica cardine, talvolta però limitata da problemi di adeguatezza del campionamento e da diagnosi “indeterminate”. Verrà approfondito il tema della refertazione, con particolare riguardo all’aggiornamento 2014 della classificazione italiana, che l’ha resa confrontabile con

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Bibliografia 1. Koss L.G. Diagnostic Cytology and Its Histopathologic Bases. J.B.Lippincott Company, 1961. 2. The 1988 Bethesda System for reporting cerval/vaginal cytologic diagnoses: developed and approved at the National Cancer Institute workshop in Bethesda, MD, December 12–13, 1988, in Diagn. Cytopathol., vol. 5, nº 3, 1989, pp. 331–4. 3. The Bethesda System for Reporting Thiroid Cytopathology. S.Z. Ali, E.S. Cibas. Springer 2017. 4. The Papanicolaou Society of Cytopathology System for Reporting Pancreatobiliary Cytology. M.B. Pitman, L.Layfield. Springer 2015. 5. The Milan System for Reporting Salivary Gland Cytopathology. W.C. Faquin, E.D. Rossi. Springer 2017. 6. The Paris System for Reporting Urinary Cytology- D.L. Rosenthal, E.M.Wojcik, D.F.I.Kurtycz. Springer 2016. 7. Ronco G, Confortini M, Maccallini V, et al. Health Technology Assessment - Uso della citologia in fase liquida nello screening dei precursori del cancro del collo uterino. Epidemiol Prev 2012; 36 (5) suppl 2. 8. Anttila A. et al. - European Guidelines for Quality Assurance in Cervical Cancer Screening. Second Edition. Supplements.European Union, 2015. 9. Ronco G, Biggeri A, Confortini M, et al. Health Technology Assessment-Ricerca del DNA di Papilloma virus umano (HPV) come test primario per lo screening dei precursori del cancro del collo uterino. Epidemiol Prev 2012; 36 (3-4) suppl. 10. Accordo Stato- Regioni, Rep Atti n. 156/CSR del 13 novembre 2014 - Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018. 11. GISCi, Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma. Raccomandazioni sul test HR-HPV come test di screening primario e rivisitazione del ruolo del Pap test. 2010, www.gisci.it. 12. GISCi,Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma. La citologia di triage nei programmi di screening con HPV come test primario. 2013 www.gisci.it. 13. The 2015 World Health Classification of Lung Tumors 14. AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica. Linee guida Tumori della Tiroide. Ottobre 2017. 15. Nardi F, Basolo F, Crescenzi A, Fadda G, Frasoldati A, Palombini L, Orlandi F, Papini E, Zini M, Pontecorvi A, Vitti P, (2014) Italian Consensus for the classification and reporting of thyroid cytology. J Endocrinol Invest DOI 10.1007/s40618-014-0062-0.


SCIENZE

Eau Concert 2 I luoghi della biodiversità Un progetto ambientale dedicato alla ricerca scientifica e alla creatività artistica per la tutela degli ecosistemi acquatici

di Cinzia Zugolaro e Carlo Pandurini

R

iqualificazione, partecipazione e animazione territoriale le parole chiave caratterizzanti il progetto “Eau Concert 2” – programma Interreg VA Francia Italia 2014-2020 Alcotra Asse III Attrattività del territorio, Obiettivo Specifico 3.2 Biodiversità - che mira, attraverso un approccio multifunzionale, a ripristinare e a proteggere gli ecosistemi acquatici transfrontalieri della Dora Baltea (affluente di sinistra del Po in territorio piemontese) e dello Chéran (Alta Savoia – Francia), rafforzare i corridoi ecologici attraverso il contenimento e la gestione delle specie invasive e a sensibilizzare le comunità sugli aspetti inerenti la salvaguardia e la difesa del territorio fluviale. L’idea di semplice tutela della qualità e della quantità dell’acqua, negli ultimi anni, è stata integrata con una visione complessiva che comprende l’intero ecosistema fluviale, intendendo in questa accezione sia il corso d’acqua vero e proprio sia il territorio che da esso dipende. Un percorso, dunque, che ha dato spazio al processo partecipato che parte dal coinvolgimento attivo del territorio in un’ottica di sensibilizzazione di tutti coloro che vivono e lavorano nei territori della Dora Baltea. Dall’Anfiteatro Morenico di Ivrea al Vercellese, dalla Valchiusella all’Eporediese, un percorso itinerante nei luoghi del bacino idrografico (immagine n. 1 - Inquadramento territoriale). Partecipazione, concertazione e condivisione: sono questi gli elementi cardine del processo avviato a Bollengo con la prima Assemblea di Bacino del Contratto di Fiume della Dora Baltea, con i 3 workshop di progettazione partecipata e i tavoli tematici durante i quali sono state raccolte le istanze del territorio in merito ai temi di progetto quali “Tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ambientale, fruibilità, identità e promozione del territorio, gestione inte-

Fig. 1. Coinvolgimento degli attori locali.

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Fig. 2. Paesaggi lungo il fiume.

Fig. 3. Menzione speciale.

grata dell’assetto fluviale, reti ecologiche, marketing territoriale e agricoltura sostenibile” (foto n. 1 – Coinvolgimento degli attori locali). Nell’immagine n. 2 e n. 3 un estratto dei risultati emersi nei tavoli di partecipazione. La facilitazione è stata curata da uno staff multidisciplinare. Le idee emerse, che verranno approfondite nei focus group, costituiranno il Piano d’Azione che rappresenta una tappa cruciale per identificare delle azioni di riqualificazione fluviale e rilancio dell’intero territorio. Le azioni di coinvolgimento e sensibilizzazione della comunità locale hanno raggiunto anche le fasce più giovani e in particolare, in questa prima fase, le scuole primarie e secondarie di

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primo grado. Si è cercato, dunque, di dare risposte scientificamente esaurienti, ma con un linguaggio semplice e immediato, a domande sul tema della biodiversità e della conservazione della natura come ad esempio: “Cos’è la biodiversità e perché oggi se ne parla così tanto? Cosa succede quando una specie, animale o vegetale, si estingue? Quali attività dell’uomo mettono in pericolo gli habitat naturali? Quali azioni possiamo fare per preservare gli habitat e gli organismi viventi che li popolano? Di carattere innovativo, inoltre, le attività svolte nelle scuole primarie dove si è affrontato il tema della biodiversità e dell’ecosistema fluviale attraverso dei laboratori teatrali e di danza. La sperimentazione dei diversi linguaggi artistici porta i bambini a vivere un’esperienza di avvicinamento alla natura, che coinvolge corpo, mente ed emozioni, sviluppando la capacità di prendersi cura del mondo che li circonda. I percorsi artistici sono conversi, a fine anno scolastico, nella creazione e nella partecipazione allo spettacolo “Paesaggi lungo il fiume - Paysages le long de la rivière” (foto n. 2 – Paesaggi lungo il fiume) e all’azione teatrale itinerante sul territorio con il coinvolgimento degli allievi. Dallo spuntare delle prime gemme allo sbocciare dei fiori, dalla caduta delle foglie al riposo sotto una coltre di neve, fino al risveglio in un nuovo ciclo vitale: una metafora dell’esistenza


Torino (Quincinetto e Rueglio). Le foto, inoltre, verranno inserite nella Mappa di comunità – Percorso fruitivo del Bacino della Dora Baltea elaborata attraverso un percorso di tipo partecipato che ha coinvolto più di 400 soggetti tra allievi, nuclei familiari e comunità locale e che avrà una valenza in chiave di marketing e promozione del territorio. Una seconda fase progettuale prevede, invece, il coinvolgimento delle scuole superiori nell’ideazione e realizzazione del gioco didattico “Eau Concert jeu” e del mondo universitario attraverso l’Atelier di esplorazione progettuale durante il quale una delegazione di studenti del Politecnico di Torino, del Politecnico di Milano e IUAV di Venezia ripenserà il territorio in chiave migliorativa e proporrà idee in merito alla riqualificazione fruitiva. Lo “spartito” del progetto non prevede, dunque, solo “accordi” fra le parti ma immagina anche l’utilizzo della musica, dell’arte e del teatro come linguaggio non convenzionale, immediato e che veicoli tematiche complesse. Una vera e propria contaminazione, un’osmosi tra gli aspetti tecnico-ambientali e il mondo delle arti performative in un continuo dialogo con la contemporaneità.

Immagine 1. Inquadramento territoriale.

che scorre come un fiume, evolvendo da uno stato a un altro seguendo leggi universali, dove nulla muore e tutto si trasforma nell’equilibrio di un ecosistema. Un racconto danzato senza parole, nel quale si alternano situazioni buffe, gesti acrobatici e fenomeni atmosferici. Si gioca e intanto s’impara a conoscere la bellezza e la fragilità degli habitat. I giovani partecipanti si sono messi alla prova anche con le loro abilità fotografiche, partecipando al concorso “I luoghi della biodiversità” che ha avuto la finalità di raccogliere immagini che valorizzassero e rappresentassero la natura e la biodiversità nelle sue molteplici forme, la varietà degli organismi vegetali e animali e dei rispettivi ecosistemi. 327 le foto pervenute e candidate al concorso (foto n.3 – Menzione speciale “Il risveglio della natura”). L’obiettivo è sensibilizzare e diffondere la consapevolezza e la coscienza collettiva sull’importanza e sul valore della conservazione e della tutela della biodiversità. Tutte le esperienze, dai laboratori teatrali, allo spettacolo di danza passando per la mostra fotografica degli scatti pervenuti, sono confluite nella ”Festa del Fiume” contenitore di eventi itineranti, che ha visto la partecipazione di oltre 400 soggetti, inaugurato ad Alice Superiore (TO) e proseguito con altre due date in provincia di

Immagine 2 e 3. Risultati dei tavoli di partecipazione.

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I CONVEGNO INTERNAZIONALE

“Present and future in Forensic Genetics”

Roma, 30 novembre - 1 dicembre 2018 9 CREDITI ECM

Area Congressuale Ministero della Salute Viale G. Ribotta, 5 - Roma Per informazioni: www.onb.it


CONTATTI

Informazioni per gli iscritti Si informano gli iscritti che gli uffici dell’Ordine Nazionale dei Biologi forniranno informazioni telefoniche di carattere generale nei seguenti orari: dal lunedì al giovedì dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 15:00 alle ore 17:00, il venerdì dalle ore 10:00 alle ore 12:00. Tutte le comunicazioni dovranno pervenire tramite posta (presso Ordine Nazionale dei Biologi, via Icilio 7, 00153 Roma) o tramite posta elettronica, all’indirizzo protocollo@peconb.it, indicando nell’oggetto l’ufficio a cui la comunicazione è destinata. È possibile recarsi presso gli uffici dell’ONB per richiedere documenti o informazioni. Gli uffici della sede di rappresentanza, in via Icilio 7, forniscono esclusivamente i certificati di iscrizione. Per tutte le altre richieste, quali domande di cancellazione o iscrizione, passaggi albo/elenco e informazioni sullo stato dei propri pagamenti, è necessario rivolgersi agli uffici della sede operativa, in via della Piramide Cestia 1/C. Per avere risposte a quesiti più complessi o che richiedano la consultazione dei fascicoli personali degli iscritti, le richieste dovranno essere inoltrate esclusivamente a pezzo lettera o posta elettronica.

UFFICIO TELEFONO Centralino 06 57090 200 Area riservata 06 57090 241 Ufficio ragioneria 06 57090 220 - 06 57090 222 Ufficio iscrizioni 06 57090 210 - 06 57090 223 Ufficio certificati, Pec 06 57090 202 e Rc professionale 06 57090 214 Ufficio quote annuali 06 57090 216 - 06 57090 217 Ufficio formazione 06 57090 207 Ufficio stampa 06 57090 205 - 06 57090 225 Ufficio anagrafe 06 57090 218 - 06 57090 224 Ufficio legale 06 57090 226 Ufficio consulenza fiscale 06 57090 221 consulenzafiscale@onb.it Ufficio consulenza del lavoro consulenzalavoro@onb.it Ufficio CED 06 57090 230 - 06 57090 231 Presidenza e Segreteria 06 57090 211 - 06 57090 227 Organi collegiali 06 57090 229

CONSIGLIO DELL’ORDINE NAZIONALE DEI BIOLOGI Vincenzo D’Anna – Presidente E-mail: presidenza@peconb.it Pietro Miraglia – Vicepresidente E-mail: analisidelta@gmail.com Pietro Sapia – Consigliere Tesoriere E-mail: p.sapia@onb.it Duilio Lamberti – Consigliere Segretario E-mail: d.lamberti@onb.it Gennaro Breglia E-mail: g.breglia@onb.it Claudia Dello Iacovo E-mail: c.delloiacovo@onb.it Stefania Papa E-mail: s.papa@onb.it Franco Scicchitano E-mail: f.scicchitano@onb.it Alberto Spanò E-mail: a.spano@onb.it CONSIGLIO NAZIONALE DEI BIOLOGI Erminio Torresani – Presidente Maurizio Durini – Vicepresidente Raffaele Aiello – Consigliere Tesoriere Immacolata Di Biase – Consigliere Segretario Sara Botti Laurie Lynn Carelli Vincenzo Cosimato Giuseppe Crescente Paolo Francesco Davassi Luigi Grillo Stefania Inguscio Andrea Iuliano Federico Li Causi Andrea Morello Marco Rufolo Il Giornale dei Biologi | Ottobre 2018

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POSTA Per quesiti di carattere generale scrivi a ufficiostampa@onb.it

Lettere al Presidente di Vincenzo D’Anna Report analitici Vorrei informazioni riguardo la stesura di Report o Certificati analitici. Lavoro in un’azienda agricola come responsabile della qualità e, in un piccolo laboratorio interno non accreditato, eseguo analisi di CBT, lieviti e muffe, batteri lattici, percentuale di sale, aw e pH sul prodotto venduto. Eseguo anche analisi sulle acqua. Poiché sono iscritto all’Ordine dei Biologi, vorrei capire come posso rendere questi report ufficiali o validi, nonostante il laboratorio di analisi non sia accreditato. C. M. Egregio dottore, la questione non riguarda la sua abilitazione ad eseguire gli esami nell’ambito delle sue competenze professionali, quanto il mancato accreditamento del laboratorio di analisi presso il quale esegue detti esami che li rende utilizzabili per il controllo del processo interno, ma non per certificazioni da esibire all’esterno.

minato la revisione di tutta la disciplina applicabile, anche per quanto riguarda l’aggiornamento professionale. Pertanto, tutti i biologi che esercitino la professione, sia in ambito sanitario che non, saranno obbligati a formarsi sotto la vigilanza del Ministero della Salute. Somministrazione di farmaci Per esigenze lavorative, vorrei sapere gentilmente se, essendo una biologa iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi, posso effettuare somministrazione di farmaci sottocute. M. F. Gentile dottoressa, il biologo non può effettuare somministrazioni di farmaci sottocute, poichè trattasi di un atto esclusivamente medico. Nutrizione animale

Formazione professionale continua Sono un’iscritta all’ONB. Vorrei sapere quali sono i professionisti obbligata alla formazione ECM. A. I. Gentile dottoressa, l’obbligo di aggiornamento formativo è rivolto a tutti i professionisti, intendosi per tali colore che esercitano la professione di biologi ai sensi delle legge vigente. Il recente formale riconoscimento del biologo nel novero delle professioni sanitarie ha deter-

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Vorrei capire se i biologi possono occuparsi di nutrizione animale o se questo settore sia di esclusiva comepetenza del medico veterinario. G. T Gentile dottoressa, i biologi possono interessarsi di ogni aspetto che riguardi sia la nutrizione umana sia quella animale, ai sensi e per effetto dell’art. 3 della legge 396/67, istitutiva dell’Ordine Nazionale dei Biologi. Il recente passaggio dei biologi tra le professioni sanitarie parifica ulteriormente la figura del

biologo a quella di altre professioni sanitarie che già operano nei contesti ove si tutela la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. Lo svolgimento dell’attività concernente la nutrizione animale non richiede alcuna particolare specializzazione per quanto riguarda il corso di laurea magistrale, né per il percorso post-lauream (specializzazione), tranne nel caso specifico della partecipazione a concorsi promossi dal Servizio Sanitario Nazionale o Regionale, per i quali è richiesto come titolo di accesso il possesso della specializzazione. Fecondazione assistita Sono un biologo appena iscritto all’ONB e vorrei lavorare nel campo della fecondazione assistita. A tal proposito, vorrei sapere se sia possibile, per questa specifica professione, accedere alle scuole di specializzazione e qual è la differenze per un embriologo clinico tra svolgere la professione in una struttura privata o all’interno del SSN. G. C. Egregio dottore, con riferimento al quesito posto, le precisiamo che ai colleghi che esercitano l’attività professionale nel settore della fecondazione assistita non è precluso l’accesso alle scuole di specializzazione. Nell’ambito delle strutture private, inoltre, gli embriologi clinici possono esercitare in assenza di specializzazione, mentre all’interno del SSN tale requisito risulta fondamentale.


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