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COSTRUZIONI 3D PER RIPRISTINARE LE BARRIERE CORALLINE NEL MEDITERRANEO

Il progetto “Life Dream”, finanziato dall’Unione Europea, si concentra sulla protezione e il ripristino delle biocostruzioni profonde, connettendo tecnologia e ambiente

Nel cuore del Mar Mediterraneo, un’idea ambiziosa ha inaugurato una nuova era nella conservazione delle profondità marine. Il progetto internazionale “Life Dream”, guidato dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche e finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma “Life 2021-2027”, si sta rivelando un’iniziativa carica di molte aspettative interessanti, sin dal suo lancio nel settembre del 2022. Meno di un anno dopo, sono stati raggiunti importanti traguardi, tra cui il lancio del geoportale on-line e la realizzazione delle prime ARS (Artificial Reefs Structures), strutture artificiali stampate in 3D, destinate a facilitare l’attecchimento e la crescita dei coralli profondi. “Life Dream” vuole supportare l’Unione Europea nel perseguimento degli obiettivi legati al cosiddetto Green Deal (Patto verde). Il programma mira a creare una società con un’economia all’avanguardia, dinamica sotto il profilo delle risorse, e concorrenziale, nella quale le emissioni nette di CO2 dovrebbero raggiungere lo zero entro il 2050 e la crescita finanziaria sarà disaccoppiata dal depauperamento senza sorveglianza delle ricchezze offerte dalla Terra.

Sono coinvolti tre Stati: Italia, Spagna e Grecia unitisi per proteggere e ripristinare le biocostruzioni “abissali” o Deep Reef secondo la Direttiva 92/43/CEE “Habitat”. Attraverso metodi e sistemi innovativi si stanno raccogliendo informazioni utili per estendere i siti protetti dalla Rete europea Natura 2000, che ne comprende alcuni d’interesse comunitario (Sic) segnalati come zone speciali di conservazione (Zsc). Un’altra grossa mano dovrà arrivare dall’opinione pubblica, la quale correttamente informata, non potrà più ignorare il ruolo cruciale svolto dai coralli nel funzionamento degli ecosistemi marini se avrà intenzione d’invertire la tendenza verso il declino. Inoltre, si vuole contribuire agli obiettivi stabiliti dalla “Biodiversity Strategy 2030”, promuovendo l’attuazione completa della legislazione comunitaria sulla protezione e il ripristino di quello che nel Mare nostrum viene calpestato dall’uomo.

Il consorzio dei partner vede, oltre al già citato Cnr-Ismar nel ruolo di coordinatore, diversi compagni di viaggio italiani (Università degli Studi di Bari, Università Politecnica delle Marche, Università degli Studi di Napoli Federico II, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Federpesca - Federazione Nazionale delle imprese di Pesca, Regione

“Life Dream” vuole supportare l’Unione Europea nel perseguimento degli obiettivi legati al cosiddetto Green Deal (Patto verde). Il programma mira a creare una società con un’economia all’avanguardia, dinamica sotto il profilo delle risorse, e concorrenziale, nella quale le emissioni nette di CO2 dovrebbero raggiungere lo zero entro il 2050 e la crescita finanziaria sarà disaccoppiata dal depauperamento senza sorveglianza delle ricchezze offerte dalla Terra.

Puglia, l’azienda Net European Consulting srls) ed internazionali (il centro di ricerca Hellenic Centre for Marine Research, l’associazione dei pescatori Enaleia Astiki Mi Kerdoskopiki Etaireia, e le autorità della Regione di Tessaglia per la Grecia; l’istituto di ricerca Agencia Estatal Consejo Superior De Investigaciones Cientificas per la Spagna). Gli associati al progetto sono: l’organizzazione spagnola Organizacion de Productores Pesqueros de Almeria e l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Tutti metteranno nero su bianco insieme un protocollo per la rimozione dei rifiuti marini, con l’intento di riutilizzarli attraverso un prototipo in grado di convertire la plastica in carburante per uso marittimo. Quest’azione aspira a migliorare le interazioni con il settore della pesca, che parteciperà attivamente alla ripulitura, soprattutto della plastica, promuovendo in tal modo un’economia sempre più circolare.

Tra i traguardi da raggiungere vi è anche quello di migliorare la conoscenza di habitat prestigiosi e vulnerabili, ricavando dati scientifici, utili per una gestione più efficace delle risorse naturali. Quelle cifre sono organizzate in un’infrastruttura di dati spaziali e rese disponibili a tutti gli stakeholder, portatori d’interesse, tra cui il mondo scientifico, gli amministratori locali e i cittadini, attraverso il geoportale accessibile dal sito Web. Le aree d’intervento comprendono quattro zone del Mar Mediterraneo: la piattaforma di Monopoli e il Canyon di Bari in Puglia, il Canyon Dohrn nel Golfo di Napoli in Campania, il Seco de los Olivos Seamount nel Mare di Alboran in Spagna e il Parco nazionale Marino di Alonissos nelle Sporadi Settentrionali in Grecia. A maggio “D-Shape” ha realizzato le prime Artificial Reefs Structures. Esse saranno utilizzate nelle Aree di Progetto 1 e 2, rispettivamente il Canyon di Bari e quello capano, mentre le altre verranno installate nel 2024. L’azienda è specializzata nella costruzione digitale utilizzando una stampante 3D per l’architettura. In questo caso la sabbia, derivata da rocce sedimentarie di origine vulcanica, è stata unita chimicamente con un legante ecologico brevettato e, una volta in mare, dovrà facilitare il lavoro silenzioso, ma pregiato della Natura.

Attraverso la sua eredità di ricerca, “Life Dream” continuerà ad ispirare le generazioni future a prendersi cura dei tesori nascosti che il pelago ci offre, realizzando il sogno di un Mediterraneo rigoglioso e prospero, in cui la vita fiorisce e l’equilibrio tra uomo e universo viene ricostituito.

C’è sempre qualcosa di prezioso anche negli avanzi. Gli esperimenti e la letteratura scientifica degli ultimi anni ci stanno insegnando e confermando che i biscotti non commercializzabili possono nascondere una ricchezza. Grazie al metodo sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Enea, possiamo estrarre l’olio alto oleico da quelle deliziose prelibatezze destinate ad altro fino a poco tempo fa. È un ricordo “gustoso” dell’arte di trasformare lo sciupio in opportunità, dove ogni separazione rappresenta un passo verso la sostenibilità alimentare. Questa soluzione pionieristica offre numerosi vantaggi, consentendo il recupero di un prodotto qualitativamente valido. Il grosso del lavoro è stato affidato alle larve del dittero Hermetia illucens Linneus, 1758, (Diptera, Stratiomyidae: Hermetiinae).

Uti - lizzando un dispositivo chiamato “splitter”, che è un contenitore con una griglia forata e un condotto per la raccolta, le “lavoratrici” vengono collocate insieme al cibo in proporzioni che sono state definite sperimentalmente. Il processo, poi, deve esser portato avanti in condizioni ambientali controllate. Durante le prime 72 ore, le larve separano e consentono il recupero del 50-80% dell’olio. Nei biscotti di produzione industriale è quasi sempre presente olio di semi di girasole alto oleico, contraddistinto da un contenuto in acido oleico (il monoinsaturo C18:1, l’acido grasso tipico dell’olio di oliva) pari al 78-88% degli acidi grassi totali. La quantità di olio è, di solito, maggiore rispetto alle necessità nutritive delle piccole lavoranti. Scendendo nel campo della pratica, da 500 gr di frollini (poco cotti o bruciati, spezzati o mal confezionati, invenduti o in scadenza), contenenti, a seconda delle ricette, dai 45 ai 90 gr di olio, se ne recuperano dai 33 ai 60 gr i quali, non essendo stati metabolizzati, mantengono le caratteristiche di alto oleico. A che cosa rimanda questo nome risonante? Si tratta di una sostanza liquida che frequentemente viene scelta da molti cuochi e professionisti della ristorazione collettiva per le proprie peculiarità. Rispetto a quello di girasole “comune”, si dimostra estremamente stabile durante la cottura, per la sua particolare composizione chimica. La resistenza alle alte temperature è rilevante, tanto da raggiungere un punto di fumo di 225°C, superiore ai 210°C dell’olio di girasole comune. Questo significa che mantiene la propria qualità e stabilità anche a temperature più elevate, evitando la degradazione e la formazione di sostanze nocive.

Oltre al riguadagno, il sistema proposto offre ulteriori vantaggi. Con l’andare avanti della bioconversione, la larva proseguirà, come hanno raccontato i ricercatori, la propria crescita del Laboratorio di Tecnologie e processi per le bioraffinerie e la chimica verdeconvertono biomasse organiche accumulando nel proprio corpo proteine e lipidi, ottimi ingredienti per mangimi. Contemporaneamente restituiscono un residuo digerito, utile per la produzione di compost e fertilizzanti per la crescita delle piante». La Arnone è autrice del brevetto insieme ai colleghi Francesco Petrazzuolo, Isabella De Bari, Massimiliano De Mei, Vito Valerio e Alessio Ubertini. immagazzinando, ininterrottamente fino a diventare matura, proteine e lipidi, tipici della specie. Tuttavia, a differenza del processo convenzionale, restituirà un residuo parzialmente digerito ancora ricco in proteine, olio alto oleico e zuccheri, che può essere utilizzato nel cibo per bestiame, nei concimi, completando, così, il ciclo di ottimizzazione dell’avanzo iniziale.

La tecnologia sviluppata dall’Enea contribuisce alla sostenibilità ambientale, promuovendo un approccio circolare alla produzione alimentare. Inoltre, ciò che siamo riusciti ad ottenere tramite questo processo presenta diverse applicazioni nell’industria degli alimenti e nella cosiddetta chimica verde. «L’olio alto oleico - conclude la Arnone - può essere utilizzato per la produzione di biolubrificanti per uso agricolo, di monomeri per le bioplastiche e di bioerbicidi e può essere trasformato in polioli per la produzione di poliuretani. Tutti questi prodotti a base biologica hanno un’impronta di carbonio più favorevole rispetto ai prodotti di origine fossile».

Le moderne bioraffinerie stanno dimostrando un notevole impegno nel ricercare fonti di materia prima che derivino anche dal recupero di scarti e sottoprodotti. In questo contesto, l’olio di girasole alto oleico sta emergendo come un prodotto di grande rilevanza. La sua popolarità è legata non solo al desiderio di rispondere alle esigenze del mercato, ma anche di soddisfare i consumatori che si dimostrano attenti al benessere umano e al futuro del nostro Pianeta. La consapevolezza che la nostra salute sia strettamente legata a quella della Terra sta spingendo sempre più persone ad optare per prodotti che rappresentino un passo avanti verso un domani più rispettoso e in armonia con l’Ambiente. (G. P.).

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