
12 minute read
BIOLOGIA ED ECOLOGIA COMPORTAMENTALE IL RUOLO DEI NONNI
Evidenze dell’importanza di nonni e nonne nell’evoluzione delle specie sociali e nella sopravvivenza di Homo sapiens
Nonni e nonne: la chiave del successo evolutivo di Homo sapiens?
Secondo il portale dei servizi professionali ProntoPro, nonni e nonne italiani meriterebbero uno stipendio mensile medio pari a 2.250 euro. Infatti cucinano, accompagnano i nipoti, si occupano di loro il pomeriggio, li aiutano a fare i compiti, danno loro consigli e consulenze psicologiche. Spesso, si occupano anche di piante e animali domestici, di commissioni e piccole riparazioni. Per questi lavori, secondo le paghe orarie ufficiali di chi li svolge per professione, spetterebbero loro tra i 15 e i 55 euro l’ora. Per questo, nel nostro Paese nonni e nonne rappresentano un valido aiuto per i genitori, che non sono costretti a scegliere tra stare a casa, rinunciando al lavoro, e spendere per la cura dei figli. Anche nel resto del mondo, in genere, hanno un ruolo molto importante all’interno della famiglia, soprattutto in momenti di crisi, talvolta sostituendo le figure genitoriali, ma sembra che nel passato della nostra specie siano stati ancor più fondamentali, favorendo il nostro sviluppo e portandoci a prevalere sui Neandertal. In effetti, la loro presenza migliora la sopravvivenza dei nipoti nella nostra e in altre specie. Indagare il ruolo degli avi è interessante, anche perché è un ambito poco studiato ma, soprattutto, è fondamentale per la comprensione dell’ecologia delle specie e del ruolo della trasmissione culturale nella sopravvivenza e nell’evoluzione. Questo ha risvolti sulla conservazione delle specie animali e, negli esseri umani, sulla promozione della salute e del progresso.
* Comunicatrice della scienza, copywriter scientifica e medical writer. Collaboratrice di BioPills - il vostro portale scientifico
Tracciare la presenza dei nonni nella storia non è semplice, perché tra i fossili non si ritrovano mai popolazioni intere e, date le differenze biologiche tra le popolazioni odierne e quelle del passato, è difficile individuare un’età precisa a cui avviene questo passaggio generazionale. Tuttavia, in alcuni siti sono emersi numerosi fossili umani dei quali è stato possibile stabilire l’età, principalmente sulla base della struttura e dell’usura dei denti. Ad esempio, un terzo molare (dente che si stima spuntasse a quindici anni) con un’usura di circa quindici anni apparterrebbe a un trentenne. I ricercatori hanno stimato che gli esseri umani dei millenni passati divenissero nonni proprio a quest’età. In generale, sia i Neandertal sia gli Homo sapiens di cui sono stati ritrovati resti ossei risultavano morire precocemente, con un lento incremento nella longevità. La presenza dei membri anziani era simile a quella tra gli australopitechi; poi, nel Paleolitico superiore (circa 30mila anni fa), in Europa il rapporto tra esseri umani anziani e giovani sarebbe quintuplicato. Infatti, in questo periodo tra gli Homo sapiens europei c’erano circa venti anziani ogni dieci giovani adulti, contro i quattro anziani per dieci adulti tra i Neandertal. Le ragioni di questo aumento non sono ancora note, ma probabilmente si trattò di aspetti culturali, dal momento che gli Homo sapiens asiatici nello stesso periodo non videro un aumento di popolazione anziana, mentre i Neandertal sì, grazie alle temperature miti.
Proprio l’aumento degli anziani sarebbe responsabile dell’esplosione dell’uso di nuovi strumenti e forme artistiche in Europa. Infatti, fino ad allora c’erano stati progressi su entrambi i fronti, ma risultavano effimere e localizzate. Per di più, alcuni autori suggeriscono che gli anziani avrebbero contribuito maggiormente alla sopravvivenza di Homo sapiens rispetto a quella di Neandertal, nonostante avessero la stessa complessità culturale.
La presenza di generazioni precedenti significava una maggiore complessità della rete sociale e legami sociali più forti, che potrebbero aver favorito gli scambi commerciali e la cooperazione. Secondo le ricerche di Rachel Caspari e colleghi, l’aumento di individui in età “da nonni” era associato all’emergere di tratti moderni come una comunicazione basata sui simboli, alla base dell’arte e del linguaggio e una maggiore cooperazione. Nelle popolazioni di cacciatori e raccoglitori odierne, i nonni si associano a un maggior numero e a una migliore sopravvivenza dei nipoti, perché gli anziani tramandano conoscenze fondamentali per la vita, ad esempio indicando le piante velenose o insegnando come si realizza un coltello. Quindi, anche nelle popolazioni umane europee del passato i nonni potrebbero aver avuto questi ruoli, favorendo il successo evolutivo di Homo sapiens. Inoltre, la presenza dei nonni, che all’epoca erano adulti fertili, significava una maggiore complessità genetica, perché favoriva l’emergere di mutazioni, incluse quelle più vantaggiose e promosse dalla selezione naturale.
Nonni e nonne oggi: un caposaldo della famiglia
Nonostante sia globalmente riconosciuto che i nonni sono risorse fondamentali per la crescita dei bambini, gli studi sullo sviluppo infantile si concentrano soprattutto sul rapporto con i genitori, presupponendo una trasmissione intergenerazionale lineare, verticale, con un ruolo indiretto da parte delle generazioni precedenti. Tuttavia, un numero crescente di ricerche mostra che esiste un contributo diretto da parte di altri parenti, come fratelli, zii e nonni. In particolare, le nonne risultano essere un supporto significativo nella crescita dei bambini in tutto il mondo, anche se con declinazioni diverse sulla base di fattori geografici, storici, economici e sociali. Probabilmente, questo è dovuto almeno in parte alle aspettative sociali: molte culture per le donne prevedono un ruolo di cura dei familiari. In ogni caso, anche i nonni migliorano il benessere psicofisico e sociale dei nipoti.
Nei diversi paesi, i nonni sono coinvolti nella vita dei discendenti in maniera diversa. Alcuni convivono con i nipoti, in case multigenerazionali oppure sostituendo la figura genitoriale in caso di lavori o altre attività che portano i genitori lontani da casa per diverse ore al giorno. Si stima che, nel mondo, i nonni e altri parenti che fungono da tutor nella pratica, ma non sulla carta, stiano crescendo circa 163 milioni di bambini. Laddove i nonni sono distanti dai nipoti, possono comunque fornire supporto finanziario o sociale, aiuto pratico, consigli e insegnamenti.
Sia nei paesi più sviluppati che in quelli in fase di sviluppo, spesso i nonni supportano la gravidanza, il parto e la crescita dei neonati sia in modo diretto, sia in modo indiretto, contribuendo economicamente. Infatti, possono fornire denaro ai propri figli, ma hanno anche un ruolo di appoggio: i figli, sapendo di poter contare sul loro supporto, possono investire maggiormente e affidarsi a loro in periodi di crisi come in caso di disoccupazione o malattia. Questo aspetto è meno importante per le famiglie più agiate, che possono usufruire di previdenza sociale e di un’educazione gratuita, ma è fondamentale per le famiglie più povere e nei paesi a rischio di crisi, come disastri naturali o migrazioni. Inoltre, soprattutto nei paesi in fase di sviluppo, in caso di abbandono, divorzi o malattie in famiglia, i nonni possono sostituire per periodi più o meno lunghi le figure genitoriali. Ad esempio, in Sudafrica l’epidemia di HIV (Human Immunodeficiency Virus) rende orfani quasi sette bambini su dieci. Spesso, le nonne prendono in carico i nipoti dopo aver curato i propri figli terminali.
Sia nei paesi più sviluppati che in quelli in fase di sviluppo, i nonni hanno un ruolo importantissimo anche nella trasmissione culturale ai nipoti che passano del tempo con loro. Ad esempio, sono risorse importanti per la trasmissione della conoscenza storica, che migliora il benessere e le capacità sociali e pratiche dei futuri adulti. Ma possono anche coinvolgerli in giochi e altre attività in cui imparano, sia in casa sia fuori casa: da loro e con loro, i nipoti possono apprendere conoscenze pratiche e sviluppare abilità, dal controllo motorio (sviluppato, ad esempio, cucinando o facendo giardinaggio) alla memoria (con l’apprendimento di poesie o preghiere). I racconti delle storie di famiglia e le visite a vicini o parenti sviluppano anche il senso di appartenenza e la capacità di relazionarsi con gli altri, che aiutano nella vita adulta e rendono il bambino più socialmente responsabile. Tutte conoscenze e abilità utili per vivere in società e nel mon- do del lavoro. Ma con i nonni i bambini svolgono anche più attività fisiche e all’aperto, come giochi, passeggiate e sport, che favoriscono la salute.
Nonne e nonni possono anche essere dei modelli di riferimento. Ad esempio, nello studio di Møllegaard e Jæger pubblicato nel 2015, focalizzato su tre generazioni di famiglie scandinave, è emerso che i giovani intraprendono più spesso un percorso accademico se i loro nonni possiedono una cultura che valorizza la formazione universitaria. Uno scambio reciproco
Grazie ai nonni, i bambini risultano raggiungere risultati che non sarebbero stati in grado di ottenere senza supporto. Tuttavia, l’apprendimento e la cura sono reciproci. Alcuni ricercatori parlano di un rapporto mutualistico, da cui entrambe le parti ricavano benefici psicologici e sociali (3B, 8H). Ad esempio, i nipoti possono mostrare ai propri nonni come utilizzare i computer o altri strumenti elettronici e nelle famiglie emigrate all’estero possono insegnare loro la lingua. In questi scambi culturali, vecchia e nuova generazione creano un rapporto spesso forte che può tradursi in nuovi linguaggi che tengono conto delle necessità di entrambe le parti.

La riproduzione cooperativa e i nonni nel mondo animale
In alcune specie, le cure parentali possono provenire da individui diversi dai genitori biologici, in un comportamento noto come riproduzione cooperativa. In genere, ad attuarlo sono altri figli della coppia, che, anziché allontanarsi dal gruppo familiare per crearne uno proprio, aiutano a crescere i propri fratelli. Ma anche l’aiuto da parte dei nonni può rientrare in questa categoria.
Le femmine anziane risultano favorire la sopravvivenza dei membri più giovani tra alcuni primati, uccelli, cetacei o invertebrati. Infatti, le nonne risultano supportare la crescita dei nipoti nelle orche (Orcinus orca), nel globicefalo di Gray (Globicephala macrorhynchus), negli elefanti africani (Loxodonta africana) e asiatici (Elephas maximus), nella giraffa sudafricana (Giraffa camelopardalis), nell’usignolo delle Seychelles (Acrocephalus sechellensis), nel babbuino verde (Papio Anubis), nel macaco giapponese (Macaca fuscata) e nei leoni (Panthera leo).
In questo elenco, alcuni autori annoverano anche gli afidi della specie Quadrartus yoshinomiyai. Gli afidi si riproducono per partenogenesi, per cui le generazioni successive sono geneticamente identiche a quelle delle madri. Uno studio del 2010 ha rivelato che, quando si aprono le galle delle piante su cui gli afidi di Q. yoshinomiyai vivono, alcuni individui smetto- no di essere fertili e difendono il resto della colonia ponendosi all’apertura delle galle. Un comportamento che probabilmente migliora la loro fitness indiretta perché salvaguarda la vita delle parenti.
Ma il caso più interessante è costituito dagli animali che presentano la menopausa. Infatti, in teoria, la menopausa non è evolutivamente vantaggiosa, perché impedisce di aumentare la propria fitness in modo diretto, producendo prole propria. In effetti, solo in alcune specie gli individui, e in particolare le femmine, vivono un periodo in cui non si possono riprodurre. Tra queste, le donne umane, che vivono almeno trent’anni dopo il termine della loro età riproduttiva, l’orca e il globicefalo di Gray. Gli elefanti non hanno una vera e propria menopausa, ma possono trascorrere gli ultimi dieci-sedici anni della propria vita senza riprodursi. Anche le “nonne” della giraffa sudafricana (Giraffa camelopardalis) possono supportare la crescita dei nipoti oltre l’età riproduttiva anche se non hanno una vera menopausa. Infatti, in genere figliano fino ai vent’anni, ma possono sopravvivere fino a ventotto e oltre.
A spiegare l’origine della menopausa sarebbe l’ipotesi della nonna. Secondo questa ipotesi, la fase post-riproduttiva della vita si sarebbe evoluta perché fornisce benefici indiretti di fitness, cioè la possibilità di riprodursi con successo, grazie all’aiuto fornito a figli e nipoti. Nella specie umana, le ricerche dimostrano che le nonne migliorano la fitness dei discendenti: consentono di aumentare le nascite e la sopravvivenza dei nipoti, soprattutto nella prima infanzia. Secondo uno studio del 2019, che ha analizzato un censimento demografico canadese tra il 1608 e il 1799, questi benefici sono tanto più grandi quanto più la nonna vive in prossimità dei nipoti. Lo stesso è stato riscontrato in altre specie.
In generale, la presenza dei nonni sembra migliorare la sopravvivenza dei nipoti soprattutto per supporto pratico o per trasferimento di conoscenze. Infatti, i membri più anziani del gruppo (e in particolare le nonne) sono depositari di informazioni sulla localizzazione e stagionalità delle risorse e su come crescere i piccoli. È dimostrato, inoltre, che migliorano la capacità di orientarsi, risolvere problemi e rispondere a potenziali pericoli in diverse specie.
Nelle orche del Nord Pacifico, similmente alla specie umana, le femmine si accoppiano tra i dodici e i quarant’anni, ma possono sopravvivere oltre i novanta, per cui la loro menopausa può durare decenni; invece, i maschi sopravvivono raramente oltre i cinquant’anni. Sia i maschi sia le femmine tendono a restare nel gruppo a cui appartiene la propria madre, che ne è spesso la guida. Questi animali si nutrono in gruppo e il salmone reale, Oncorhynchus tshawytscha, costituisce il 90% della loro dieta. Tuttavia, le popolazioni di salmone reale sono in declino, ragione per cui anche questo ecotipo di orca sta diminuendo (altre popolazioni, invece, prediligono nutrirsi di altri mammiferi). Uno studio del 2015 di Brent e colleghi mostra che sono soprattutto le femmine in menopausa a guidare i gruppi, tanto più spesso quanto minore è la disponibilità di salmone reale. La conoscenza di questi membri anziani potrebbe quindi guidare la selezione migliorando la sopravvivenza. Qualcosa di analogo si riscontra tra gli elefanti. Le femmine più anziane degli elefanti africani risultano trasmettere conoscenze vitali per i membri più giovani del gruppo e mostrano comportamenti di allolattazione, come nel caso dei leoni. Negli elefanti asiatici, secondo uno studio demografico del 2016 su una popolazione birmana, i nipoti delle elefantesse giovani (sotto i vent’anni) sopravvivevano fino a otto volte di più quando le nonne erano presenti rispetto a quando le nonne erano lontane. Quindi, è possibile che le nonne abbiano un ruolo nell’insegnare abilità parentali alle figlie; in effetti, la mortalità dei nipoti è tanto più bassa quanti più cuccioli aveva cresciuto la nonna. Inoltre, le femmine risultano partorire a distanze di tempo più brevi quando hanno le madri a supportarle, forse perché queste alleggeriscono il carico di lavoro delle proprie figlie. Anche in altri taxa è stato individuato un effetto positivo sulle popolazioni quando sono presenti le nonne, anche se ancora capaci di riprodursi. In effetti, in alcune specie lo stato riproduttivo delle nonne non altera i benefici che ottengono quando forniscono supporto alloparentale, in contrasto con l’ipotesi che spiega l’esistenza della menopausa con il vantaggio indiretto ricavato dal prendersi cura dei nipoti piuttosto che dei propri cuccioli. Nonne e nonni: risorse da tutelare
Studiare il contributo evolutivo che i nonni danno nelle diverse specie può essere di grande aiuto. Innanzitutto, per la nostra conoscenza: può consentirci di comprendere meglio le società complesse, l’origine della menopausa, la cultura umana, l’ecologia comportamentale. Nella nostra specie, comprendere il contributo dei nonni nell’apprendimento di nozioni e soft skill potrebbe anche essere riconosciuto e sfruttato dalle scuole. Inoltre, potrebbe aiutare a capire dove allocare le risorse per supportare i nonni che necessitano di supporto psicologico ed economico, soprattutto in contesti critici. In Cina, Nuova Zelanda, Romania e Sudafrica molti nonni risultano provare livelli di stress che possono compromettere la loro salute fisica e mentale. La povertà è un fattore comune, ma occorre considerare anche fattori sociali e dipendenti dai singoli contesti. Ad esempio, in alcuni paesi come Romania e Cina, predomina la politica intergenerazionale del familismo di default: il supporto alle famiglie è raro o virtualmente assente perché tutto è delegato ai familiari. In altri paesi come Nuova Zelanda e Sudafrica, gli aiuti sono più disponibili, ma di difficile accessibilità per coloro che vivono in aree rurali o hanno problemi di salute. Studiare l’apporto dei nonni nelle altre specie animali può anche facilitare gli sforzi di conservazione, con importanti implicazioni sulla sopravvivenza di alcuni animali. Ad esempio, tra gli elefanti asiatici la mortalità dei cuccioli sotto i 5 anni può arrivare anche al 50%. Gli studi suggeriscono che mantenere i piccoli elefanti vicini alle loro nonne può migliorarne significativamente la sopravvivenza sia in ambiente naturale sia negli zoo.
Bibliografia
- Cottone N., 2019. Nonni pilastro del welfare italiano. L’ipotetico stipendio per il loro aiuto? 2.250 euro al mese. Il Sole 24 Ore. Data di consultazione: 04/01/2023. https://www.ilsole24ore.com/art/nonni-pilastro-welfare-italiano-l-ipotetico-stipendio-il-loro-aiuto-2250-euro-mese-ACRKRFo
- Dolbin-MacNab M.L. & Yacura L.A., 2017. International perspectives on grandparents raising grandchildren: contextual considerations for advancing global discourse. The International Journal of Aging and Human Development, 0(0) 1–31. https://doi.org/10.1177/0091415016689565
- Møllegaard S. & Jæger M.M., 2015. The effect of grandparents’ economic, cultural, and social capital on grandchildren’s educational success. Research in Social Stratification and Mobility, 42, 11–19. http://dx.doi.org/10.1016/j. rssm.2015.06.004
- Caspari R., 2012. The Evolution of Grandparents. SA Special Editions 22, 1s, 38-43. https://doi.org/10.1038/scientificamericanhuman1112-38 Data di consultazione: 07/01/2023. https://www.scientificamerican.com/article/the-evolution-of-grandparents-2012-12-07/
- Kenner C., Ruby M., Jessel J., Gregory E., & Arju T., 2007. Intergenerational learning between children and grandparents in east London. Journal of Early Childhood Research, 5(3), 219–243. https://doi.org/10.1177/1476718X07080471
- Hlabyago K.E. & Ogunbanjo G.A., 2009. The experiences of family caregivers concerning their care of HIV/AIDS orphans. South African Family Practice, 51:6, 506-511. https://doi.org/10.1080/20786204.2009.10873915
- Allen J.A., 2019. Community through Culture: From Insects to Whales. How Social Learning and Culture Manifest across Diverse Animal Communities. BioEssays 41(11), 1900060. https://doi.org/10.1002/bies.201900060
- Engelhardt S.C, Bergeron P., Gagnon A., Dillon L., & Pelletier F., 2019. Using Geographic Distance as a Potential Proxy for Help in the Assessment of the Grandmother Hypothesis. Curr Biol, 29(4), 651-656. https://doi.org/10.1016/j. cub.2019.01.027
- Brent L.J.N., Franks D.W., Foster E.A., Balcomb K.C., Cant M.A. & Croft D.P., 2015. Ecological Knowledge, Leadership, and the Evolution of Menopause in Killer Whales. Curr Biol, 25(6), 746-750. https://doi.org/10.1016/j.cub.2015.01.037
- Croft D.P., Johnstone R.A., Ellis S., Nattrass S., Franks D.W., Brent L.J.N, Mazzi S., Balcomb K.C., Ford J.K.B. & Cant M.A., 2017. Reproductive Conflict and the Evolution of Menopause in Killer Whales. Curr Biol, 27(2), 298-304. https://doi.org/10.1016/j.cub.2016.12.015
- Lahdenperä M., Mar K.U. & Lummaa V., 2016. Nearby grandmother enhances calf survival and reproduction in Asian elephants. Sci Rep 6, 27213; doi: https://doi.org/10.1038/srep27213
- Uematsu K., Kutsukake M., Fukatsu T., Shimada M., & Shibao H., 2010. Altruistic Colony Defense by Menopausal Female Insects. Curr Biol, 20(13), 1182-1186. https://doi.org/10.1016/j.cub.2010.04.057
- Richardson D.S., Burke T. & Komdeur J., 2007. Grandparent helpers: the adaptive significance of older, postdominant helpers in the Seychelles warbler. Evolution, 61: 2790-2800. https://doi.org/10.1111/j.1558-5646.2007.00222.x
- Muller Z. & Harris S., 2022. A review of the social behaviour of the giraffe Giraffa camelopardalis: a misunderstood but socially complex species. Mam Rev, 52: 1-15. https://doi.org/10.1111/mam.12268