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PER RESTARE SEMPRE INSIEME

Il microchip è il modo migliore per ritrovare il tuo amico a quattrozampe in caso di smarrimento.

E allora cosa aspetti?

Se il tuo cane o il tuo gatto non lo hanno ancora, recati dal tuo veterinario o al servizio veterinario pubblico competente per territorio, per identificarlo e iscriverlo in anagrafe degli animali d’affezione!

● Il microchip, obbligatorio per legge per il cane e presto anche per il gatto, è un piccolo dispositivo elettronico che identifica il tuo amico a quattrozampe e lo lega a te in maniera unica. L’identificazione con microchip di cani, gatti e furetti è inoltre obbligatoria per poter acquisire il passaporto europeo, per recarsi all’estero.

● Non temere per la sua salute: l’inserimento del microchip è sicuro e indolore!

● Il certificato di iscrizione nell’anagrafe degli animali d’affezione è la sua “carta d’identità”. Ricordati di portarlo sempre con te!

È un’iniziativa del Ministero della Salute in collaborazione con LAV

La Sicilia continua ad arricchire il suo patrimonio culturale regalandoci numerose sorprese: una tra queste è la recente scoperta archeologica a Selinunte, città che vanta il parco archeologico più esteso d’Europa. Questa era un’antica città siceliota fondata nel 650 a.C. ed era la colonia greca più occidentale della Sicilia. Durante dei lavori di disboscamento e ripristino del Vallone del Gorgo Cottone, sotto la sabbia e la vegetazione, è stata rinvenuta una struttura lunga 15 metri e quattro filari di blocchi di circa 1,80 metri. Il ritrovamento è avvenuto a pochissima distanza da quella che era la darsena collegata al mare.

Linda Adorno, responsabile della sorveglianza dei lavori, vedendo l’angolo di un blocco che era emerso inizialmente, ha percepito sin da subito il valore del reperto e ha garantito che fosse portato alla luce il resto della struttura anche grazie al contributo di studenti dell’Università di Palermo e di collaboratori scientifici.

Il presidente della regione siciliana Renato Schifani ha annunciato la notizia e ha commentato con entusiasmo che «appena pochi giorni dopo il ritrovamento a Segesta, arriva un’altra scoperta che conferma la Sicilia un inesauribile giacimento di reperti che contribuiscono a ricostruire una storia millenaria gloriosa e figlia di scambi culturali e economici incessanti. È il patrimonio di cui siamo eredi e orgogliosi portatori, ma anche custodi. Per questo abbiamo la responsabilità di riscoprirlo, di studiarlo e di proporlo alle nuove generazioni.»

Probabilmente l’imponente architettura costituiva una parte di uno dei due porti della ex colonia di Megara iblea, punto strategico per il commercio del Mediterraneo. Tuttavia, non si hanno ancora abbastanza fonti per parlare con chiarezza. La costruzione non viene mai nominata nelle descrizioni dei viaggiatori dell’XVIII

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