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ANGELO DOMENICO PERRINI

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ENRICO STERPI

ENRICO STERPI

A Cura Della Redazione

Non ha dubbi, il presidente Angelo Domenico Perrini: bisogna irrobustire il ruolo dell’ingegnere nella società civile. E serve una serie di provvedimenti che il “suo” CNI ha già messo in cantiere. Il confronto con il legislatore e con il mondo accademico, ad esempio, rappresenta un viatico essenziale, secondo Perrini, per favorire il rafforzamento della formazione scientifica di base. Poi, bisogna farsi trovare pronti alla sfida lanciata dal PNRR e alle sei missioni da portare a termine. Queste rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento e in ognuna di esse l’ingegnere riveste compiti fondamentali. Il presidente, inoltre, dice la sua anche sulla questione bonus edilizi e cessione del credito, e sul nuovo Codice appalti

Quali sono gli obiettivi del mandato?

Proseguire le attività in continuità con quanto fatto nella consigliatura precedente alla guida del presidente Armando Zambrano, consolidando il ruolo dell’Ingegnere all’interno della società civile in un momento storico in cui il compito professionale da svolgere è fondamentale anche per l’attuazione delle sei missioni indicate dal PNRR.

Le missioni del PNRR

I progetti di investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono suddivisi in 16 componenti e prevedono un pacchetto di investimenti e riforme articolato in sei missioni

M1 Digitalizzazione innovazione competitività cultura e turismo;

M2 Rivoluzione verde e transizione ecologica;

M3 Infrastrutture per la mobilità sostenibile;

M4 Istruzione e ricerca;

M5 Inclusione e coesione;

M6 Salute.

Se si esaminano attentamente le sei missioni, si comprende facilmente che nessuna di esse può essere sviluppata senza il contributo dell’ingegnere, il quale opera attraverso i tre settori di competenza (civile, ambientale, industriale) e dell’informazione in tutti i campi a servizio dello sviluppo della nostra società: dall’ingegneria tradizionale alla sanità passando per la ricerca, la transizione ecologica e il digitale.

Il Presidente del Consiglio nazionale Ingegneri ci parla delle attività e dei traguardi da raggiungere nei prossimi anni e di come siano divenuti necessari alcuni cambiamenti nella professione ingegneristica

Quanto alle questioni da affrontare, peraltro dettagliatamente riportate all’interno del nostro programma Officine CNI, cito in maniera esemplificativa alcuni temi già alla nostra attenzione:

• Confronto con il legislatore e le strutture accademiche per arrivare a una revisione del percorso universitario in modo da favorire il rafforzamento della formazione scientifica di base con la finalità di conformare i settori più specificamente ai ruoli e ai campi di intervento dell’ingegnere. Proprio la formazione scientifica è stata penalizzata con l’entrata in vigore del D.P.R. n. 328/2001, pur essendo da sempre una peculiarità dell’ingegnere italiano, considerato per questo un’eccellenza a livello comunitario e non solo.

• Resa della laurea direttamente abilitante mediante la coincidenza tra la seduta di laurea e di abilitazione con l’integrazione della commissione giudicatrice attraverso la presenza di rappresentanti degli ordini con il ruolo di valutatori del tirocinio di sei mesi inserito nell’ultimo anno di corso. Così facendo si renderebbero laurea e abilitazione come una corrispondenza biunivoca senza eccezioni: ci si laurea se ci si abilita e viceversa.

• Revisione del D.P.R. n 169/2005 in modo da renderlo congruente con l’introduzione della questione di genere, attualmente recepita, all’interno del regolamento elettorale, per effetto di una sentenza del tribunale amministrativo.

• Organizzazione della formazione continua orientandola verso la specificità di ogni iscritto e rivalutando la centralità degli ordini provinciali che, attraverso una maggiore conoscenza dei propri iscritti, sono in grado di calibrare gli eventi formativi in modo da soddisfare, con l’ausilio dei provider, l‘aggiornamento professionale nel campo in cui opera ognuno dei professionisti.

• Introduzione nella vigente legislazione dell’obbligo di iscrizione all’albo per gli ingegneri. Alla stregua delle professioni sanitarie, responsabili della tutela della salute dei cittadini, le professioni ingegneristiche sono responsabili della sicurezza dei cittadini in tutti i campi in cui operano. Per questo motivo vanno obbligati al rispetto del codice deontologico e all’aggiornamento costante delle proprie conoscenze a garanzia della società civile cui sono destinati i loro servizi.

Sui Bonus edilizi ha affermato che serve una pianificazione, il CNI come si esprime in merito e cosa prevede operativamente nell’immediato futuro?

Da sempre il CNI ha chiesto al legislatore di evitare il ricorso a norme che prevedano una applicazione di durata limitata, atteso che questo determina automaticamente una spasmodica corsa alla realizzazione degli interventi con la conseguenza di provocare sia l’aumento dei prezzi dei materiali sia il continuo spuntare – come funghi – di imprese improvvisate e prive della necessaria qualificazione. Fermo restando che il nostro Paese ha l’esigenza prioritaria di mettere in sicurezza il proprio patrimonio edilizio, il CNI per il futuro chiede un intervento normativo che renda obbligatoria la classificazione degli edifici sulla base della vulnerabilità sismica oltre che sulla base della prestazione energetica. E che si trasformi l’attuale APE in APES da allegare agli atti di vendita o di locazione degli immobili, e subordinando gli interventi di adeguamento energetico a un preventivo miglioramento strutturale. È di tutta evidenza che questi interventi non potranno essere realizzati se a tale scopo non si destina un fondo speciale appositamente stanziato dalla Comunità Europea con contributo graduato sulla base della zonizzazione sismica e del reddito dei soggetti interessati. I dati desunti dal fascicolo del fabbricato, che da sempre riteniamo debba essere inserito come obbligatorio all’interno del testo unico dell’edilizia (D.P.R. n. 380/2001), attualmente in corso di revisione, potranno consentire alla Pubblica Amministrazione di stabilire il numero, gli importi e i tempi necessari ad attuare un piano di prevenzione sismica e di efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente, sì da richiedere agli organismi comunitari, motivandola, una dilazione dei tempi di attuazione della direttiva sulle case green che realisticamente non appaiano realizzabili entro il 2030 (raggiungimento della classe E) e 2033 (raggiungimento della classe D).

Cosa ne pensa su quanto sta accadendo con la cessione dei crediti e sulla richiesta delle video asseverazioni ai professionisti in merito al Superbonus 110%?

Il CNI si è chiaramente espresso criticamente sull’interruzione della cessione dei crediti senza definire un periodo transitorio di raccordo con l’entrata in vigore delle nuove norme. Peraltro, la cessione dei crediti ha avuto anche in passato enormi difficoltà applicative in considerazione dei continui cambiamenti legislativi. Quanto alle video asseverazioni la contrarietà è assoluta, atteso che le asseverazioni rese dai professionisti e la documentazione a corredo, compresa l’assicurazione specifica, garantiscono ampiamente la committenza e il soggetto verificatore: a tal proposito non possiamo non sottolineare che diverse truffe segnalate sono avvenute in merito a bonus facciata e similari, ovvero opere in cui non è stato previsto un intervento asseverante da parte dei professionisti.

Perché è tempo di prevedere l’iscrizione obbligatoria all’albo degli ingegneri?

È un provvedimento indispensabile perché garantisce la società civile sulla competenza e sulla qualificazione del servizio reso dal professionista. Sia che venga prestato come atto di libera professione sia che venga svolto all’interno di una Pubblica Amministrazione. Non può essere assolutamente accettato il principio secondo cui chi svolge un servizio di ingegneria in un qualsiasi campo non debba essere assoggettato al controllo deontologico e all’aggiornamento professionale ancor più indispensabile data la rapida e costante evoluzione della tecnica ingegneristica.

Il 1° aprile è entrato in vigore il nuovo Codice appalti: qual è il suo punto di vista sul cambiamento? La considera un’opportunità?

Il CNI auspicava che la bozza in circolazione fosse corretta almeno relativamente agli aspetti che chiaramente confliggono con gli stessi principi alla base della revisione del d.lgs. n. 50/2016. Non si può parlare di apertura del mercato e poi limitare i requisiti economici dei partecipanti alle gare al fatturato relativo al solo ultimo anno antecedente l’emissione del bando e i requisiti tecnici agli ultimi tre anni antecedenti l’emissione del bando stesso. In questo modo, si inasprisce quanto previsto dalla normativa precedente che fissava i requisiti economici nel fatturato dei migliori 3 anni sugli ultimi 5 antecedenti il bando e i requisiti tecnici nei servizi svolti negli ultimi 10 anni antecedenti il bando.

Com’è possibile accettare che l’appalto integrato venga esteso indiscriminatamente a tutte le opere con la sola esclusione dei lavori di manutenzione ordinaria, facendo sì che l’impresa appaltatrice sia assegnataria anche della progettazione definitiva-esecutiva? Viene meno la centralità del progetto e l’autonomia del progettista, tanto più che non sono neanche evidenziate chiaramente le modalità di determinazione dei corrispettivi e l’importo dei servizi di ingegneria distinti dall’importo delle opere.

Come si può accettare la possibilità che i servizi di ingegneria possano “in casi eccezionali” essere svolti gratuitamente a favore delle Pubbliche Amministrazioni senza declinarne la eccezionalità.

Com’è possibile accettare un’indiscriminata possibilità di subappaltare le prestazioni intellettuali senza stabilire regole e limiti a garanzia di un decoroso pagamento ai subappaltatori.

Abbiamo chiesto un incontro alla Presidente del Consiglio nella speranza di illustrare le nostre osservazioni e nella convinzione che non siano rivendicazioni di parte, ma spunti di riflessione tesi a rendere un servizio più coerente con le necessità della collettività.

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