Relazione Introduttiva Ing. Stefano Giovenali
Nuove prospettive per la linea metropolitana C Il quaderno raccoglie i materiali del seminario La Linea C della Metropolitana di Roma: stato dell’arte e sviluppi futuri che si è tenuto il 29 aprile 2021, promosso dal presidente della Commissione Metropolitane Ing. Marco Santucci e realizzato insieme a Roma Metropolitane e AIIT (Associazione italiana per l’ingegneria del traffico e dei trasporti) con l’imprescindibile partecipazione della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e di Metro C General Contractor dell’opera. Oltre a fare il punto sulla realizzazione e sulle prospettive della linea Metropolitana C di Roma, una delle più importanti opere in corso di costruzione in Italia, a riguardo gli interventi dell’ing. Sciotti e dell’arch. Meloni di Roma Metropolitane sono assai chiari, il webinar ha messo in risalto la centralità del nuovo approccio metodologico nei rapporti tra Ingegneria ed Archeologia nelle fasi di progettazione e realizzazione della linea in un’area archeologica unica al mondo. Una prima grande criticità è costituita dalla presenza in superficie di monumenti di inestimabile valore cui evitare qualsiasi rischio di danneggiamento, sia in fase di costruzione della metro sia in fase di esercizio. L’ing. Romani ha illustrato come, anche grazie alla collaborazione con il Dipartimento di ingegneria della Sapienza, sono state affrontate le complesse problematiche di interazione tra la costruzione della linea e il patrimonio storico, artistico e monumentale, trovando di volta in volta le più adeguate soluzioni che l’ingegneria contemporanea offre per la salvaguardia dei monumenti. Non si è solamente cercato di ridurre i potenziali bacini di subsidenza al contorno degli scavi, ma sono anche state realizzate e previste opere di presidio a protezione dei monumenti e interventi strutturali definitivi che vanno a migliorare le condizioni dei monumenti stessi, con un’ulteriore ricaduta positiva sul patrimonio storico artistico della città. Del resto, non è questo il primo caso in cui si sono dovuti affrontare i problemi di realizzazione di una linea metro in un’area archeologica, basti pensare ai casi di Napoli e di Atene, anche se il caso di Roma rimane un unicum, data la presenza diffusa, continua e pluristratificata del sottosuolo archeologico. Le preesistenze archeologiche, infatti, si trovano sia appena al di sotto dell’asfalto stradale sia a grande profondità (anche oltre i 20 metri) sia, anche, emergenti e inserite a volte nelle murature di edifici moderni. Ed è proprio questo aspetto che è risultato negli anni maggiormente critico: le esigenze ingegneri-