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Introduzione
Ing. Vincenzo Michele Mamuscia
Il Quaderno Speciale rappresenta un’apertura sul panorama nazionale del settore minerario ed energetico, propedeutico a futuri approfondimenti che possono coinvolgere: Enti, Associazioni, Aziende e Professionisti operanti nel settore. L’impegno dell’opera è contraddistinto da nove contributi che delineano il corpo della stessa in argomenti definiti, quali: sociali, istituzionali, tecnici e di valutazione strategica. La lettura si apre con gli approfondimenti riguardanti le strategie aziendali, l’importanza degli aspetti sociali e la parità di genere, che accompagnano gradualmente la lettura verso argomenti di natura più tecnica. Il corpo centrale del Quaderno Speciale è caratterizzato dall’approfondimento delle tematiche inerenti: sicurezza, tutela e salvaguardia ambientale, nonché l’Istituto Normativo italiano e le sue rappresentanze d’eccellenza. La crescente rilevanza di questo tema e il forte interesse nel panorama europeo e globale hanno prodotto risultati positivi anche in ambito nazionale. La cultura della sicurezza assume rilevanza notevole in termini di trasferimento delle conoscenze tecnico-scientifiche e allineamento concettuale, con il fine ultimo di colmare alcune controversie che circoscrivono questa trattazione. La seconda metà dell’opera lascia spazio all’innovazione e alla trasformazione che caratterizza il nuovo millennio, in cui l’industria mineraria rappresenta il know-how da cui attingere per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Le nuove politiche energetiche del Paese, in attuazione degli obiettivi strategici individuati nel documento sulla Strategia Energetica Nazionale, la tassonomia europea e l’apertura verso fonti da utilizzare come ponte per favorire la transizione energetica per raggiungere la dipendenza energetica, raffigurano un’opportunità storica unica e non trascurabile.
In questo scenario, l’energia geotermica, l’idrogeno e il gas naturale rappresentano i principali attori che contribuiranno alla diffusione di tecnologie low carbon per la generazione di energia pulita. La realtà nazionale vanta innovazione e tradizione, qualifiche altamente riconosciute in tutto il mondo e le tematiche attuali risultano essere di grande interesse economico, sociale e ambientale. Soltanto la conoscenza e la divulgazione tecnico – scientifica può permeare la complessa e stratificata rete di informazioni esistenti, con l’auspicio che il periodo di transizione possa essere innovativo, valorizzando l’inestimabile tradizione mineraria. Il periodo storico attuale, con relativo focus sul settore energetico, è molto delicato in termini di stabilità dei mercati e di risorse impiegate. L’Italia, a differenza degli altri stati, subisce maggiormente gli effetti di una pandemia, prima, di un conflitto dopo, che condizionano pesantemente gli scenari energetici nazionali e internazionali. Gas e petrolio rappresentano la misura che pesa la grave dipendenza energetica e la carenza di alternative di “produzione autonoma” atta a soddisfare la crescente domanda energetica nazionale. Anche il carbone, a livello mondiale, ha mantenuto un ruolo importante nella produzione di energia, ma non rappresenta una valida soluzione da poter adottare in un paese, come l’Italia, che si trova in phase out. La storia energetica italiana è contraddistinta da una forte dipendenza russa datata 1950. La Guerra fredda ha dato luogo alla duratura relazione bilaterale, resistente anche alla pressione della Cortina di ferro e alle insofferenze dei blocchi occidentali che hanno contraddistinto la fine della Seconda Guerra Mondiale. Relazioni consolidate attorno a forti complementarità economiche, indubbiamente energetiche, consolidate nel tempo attraverso “accordi petroliferi” e la successiva fornitura di gas, comportano, a distanza di quasi un secolo, l’insofferenza energetica caratterizzata dalle divergenze di natura geopolitica.
I momenti di crisi del settore del gas e del petrolio non sono inediti; infatti, già nel 2006 e nel 2009 le dispute russo-ucraine hanno rappresentato un monito di fattori esogeni ripetibili nel tempo. Il ruolo della Russia, come partner strategico chiave per il nostro paese, in termini di fornitore assoluto di petrolio e gas, con approvvigionamenti estremamente concentrati su Mosca, non ha permesso di differenziare e potenziare le importazioni provenienti da Algeria e Libia, che forniscono soltanto un quarto del totale del gas importato. Si consta un timido tentativo memorabile di riduzione delle importazioni a livelli competitivi e di incremento di margine destinato agli altri partner, attuato nel 2017, anno in cui la dipendenza italiana dal gas russo si è attestata intorno al 43%. Ma, negli ultimi cinque anni, la tendenza ha ripreso ad essere quella consueta, ovvero: ottenere forniture di gas russo in termini assoluti da 20 – 30 miliardi di metri cubi (Bcm). Questo tipo di partnership non rappresenta soltanto un punto della strategia energetica italiana, ma anche fattore causale di frizioni all’interno della Comunità europea. La realizzazione del raddoppio dei gasdotti esistenti, il transito attraverso l’Ucraina, le potenziali rotte meridionali e i relativi progetti nel Mar Nero, ma soprattutto le future relazioni con Mosca al termine dei conflitti e delle sanzioni imposte, sono questioni chiave che minano il risultato finale dell’equazione energetica europea e italiana di conseguenza. Alla luce dei nuovi equilibri geopolitici, dell’instabilità dei mercati e il conseguente aumento del prezzo delle risorse energetiche, le istituzioni italiane e l’industria nazionale stanno tentando di riequilibrare i punti di forza. Da un lato, si ravvivano i rapporti e le rotte meridionali, dall’altro si considera la possibilità di acquistare gas liquido americano. Anche il potenziale dei giacimenti italiani viene rivalutato in un’ottica di sfruttamento in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e nel rispetto delle normative vigenti.
Il punto di forza italiano è sicuramente rappresentato dal know-how industriale che nell’ultimo secolo si è sviluppato costantemente rappresentando anche una guida utile per tutti gli altri Paesi. Le recenti dinamiche mondiali, come la pandemia e la guerra russo-ucraina già citate, hanno fatto emergere le debolezze del sistema energetico italiano ed europeo, motivo per il quale si stanno riformulando tutte le priorità che coinvolgono la nazione in tutti i suoi settori e capillarmente fino ai singoli cittadini. L’imprudenza di non aver diversificato le fonti energetiche disponibili e i fornitori negli ultimi decenni e l’eredità pluridecennale di inerzia in tal senso, ha prodotto il risultato che si sta “apprezzando”. Una soluzione unica non esiste, ma l’obiettivo da raggiungere è sicuramente quello relativo alla sicurezza nazionale: indipendenza energetica nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Alla luce di una rigorosa coerenza logica, l’occasione risulta essere unica. La situazione attuale non rappresenta il risultato finale, al contrario, vi è la forte possibilità di raggiungere, se pur in parte, l’aspirata indipendenza energetica. È necessario considerare il potenziamento delle infrastrutture esistenti per il trasporto del gas, rivalutare i progetti sui rigassificatori fornendone maggiore capacità, utilizzare nuove tecnologie capaci di operare anche sui pozzi a gas chiusi, evitando il naturale esaurimento e il declino della produzione.