object trouvĂŠ 1
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una premessa... Ho come l’impressione che nella Natura, e in particolare nel regno vegetale, la morte non sia un concetto applicabile all’individualità di ogni singola pianta, ma alla specie. Così, quando vedo un fiore appassire, non lo considero come se fosse arrivato allo stadio finale della sua vita - alla morte - ma lo considero un passaggio ad una nuova vita. Lo sviluppo di una pianta non culmina nella sua fioritura o nella sua fruttificazione, ma nella sua moltiplicazione attraverso le sementi. Sono consapevole che questa è una considerazione soggettiva, e non mi sorprenderei nel ricevere critiche a questo mio pensiero. Del resto, lo stesso assioma iniziale - il considerare il regno vegetale come unità e non come la somma di singole individualità è opinabile perché soggettiva. 3
Mi si potrebbe rimproverare che lo stesso concetto potrebbe applicarsi allora alla specie umana, e il fine ultimo di tutta la nostra umanità sarebbe anch’esso quello della continuazione della specie. Alcuni dati demografici, riferiti a diversi contesti sociali, sembrano confermare questo assunto. Se consideriamo come la natalità media diminuisca nelle società post-industriali avanzate, mentre cresca nei Paesi in via di sviluppo e sia stata alta nella società industriale prima dell’avvento dell’industrializzazione, ci viene da pensare che l’istinto alla sopravvivenza della specie sia quasi un istinto atavico che va oltre l’individualità. Sia detto infine che tutto questo mio scrivere avviene nel bel mezzo di agosto, mentre le cicale stridono le ali sopra la mia testa. Dunque i miei pensieri potrebbero rivelarsi fugaci proprio come i suoni delle cicale... prendeteli con un sorriso.
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object trouvé... Oggetto trovato. L’oggetto trovato è una forma estetica diventata grazie a Marcell Duchamp, forma d’Arte. Object trouvé e ready-mady. Già fatto. Qualcosa che trovi per caso e lo elevi a livello d’arte. Così quando cammino recupero ogni tanto degli oggetti. Li guardò, li fotografo. A volte li butto via, perché continuino ad essere oggetti trovati anche per altre persone. Ma nel XXI secolo trovare qualcosa diventa anche necessita per certe persone. Che non hanno niente. E cercano nei cassonetti qualcosa. Dalla forma d’arte alla forma di sopravvivenza. Una triste considerazione che non potevo non includere in questa serie di oggetti trovati.
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una ghianda... Una ghianda trovata per strada mi regala la bellezza visiva e tattile della sua forma perfetta e liscia, un colore nero opaco e l’idea per un possibile copricapo. L’ho raccolta per terra, forse sottraendola indebitamente allo scoiattolo che forse di lì sarebbe passato - o a chissà quale altro animale o insetto. Per loro, la ghianda sarebbe stata cibo. Per me, elucubrazioni mentali di metà agosto.
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una rosa... Anche la rosa, alla fine del suo ciclo, produce dei semi. Se siete dei giardinieri e ci tenete ad avere delle belle rose, le taglierete prima che queste inizino a produrre i semi. Questa pallina, che compare una volta che il fiore è sfiorito, è la confortevole dimora dei futuri semi. E delle future piante di rose. Lo sforzo e il consumo di energie per produrre i semi è notevole, e quindi il giardiniere interessato ad avere dei bei fiori, prende la sua cesoia e ZAC! elimina l’inopportuna prosecuzione della specie. A lui interessanto solo i fiori. Belli grandi, rigogliosi. Della prosecuzione della specie potrà pensarci un’altra volta. Oppure va al vivai e compera un’altra pianta di rose.
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una felce... Quella delle felci è una specie antichissima. La felce continua ogni volta che la incontro ad affascinarmi. La ritrovo di frequente nei boschi e anche nel mio giardino, nella zona piÚ umida e meno esposta al sole. Qui la felce è cresciuta spontanea. Della felce amo soprattutto le sue tantissime foglioline verdi, simmetriche, sottili, leggere come piume. Il loro colore e la sensazione al tatto, di fresco e morbidezza.
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alcuni fiori... I fiori esistono in virtù degli insetti impollinatori. Se questi mancassero, dovremmo fare noi - manualmente l’impollinazione. Con molta cura e dedizione. Senza i fiori niente frutto. Senza frutto niente semi. Meno fiori equivale a dire meno bellezza. È un’equazione semplice, ma compresa da pochi, almeno mi sembra... Anche quando sfioriscono e si seccano i fiori hanno un loro fascino e una loro bellezza. Pieni di una grazia indicibile, fatta di proporzioni armoniche e cromatiche.
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fiori spontanei... Alla loro sommitĂ , racchiusi e ben protetti, si celano tanti semi neri. Aspettavano solo di cadere prima che recidessi i fiori e me ne appropriassi. Poi ho scattato una foto e scritto queste brevi righe.
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non catalogati...
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