Tra i fili d erba

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Questo piccolo e minimale ebook non ha nessuna pretesa di insegnarvi ciò che già probabilmente sapete, ma semplicemente vuole offrirvi degli spunti visivi e testuali per spingervi al “viaggio”. Viaggio fuori e dentro di voi. Non occorre che percorriate migliaia di chilometri, o che pensiate a mete esotiche e lontane. Se però volete, fate pure. Del resto, nel nostro mondo che ogni giorno ci sembra più piccolo, le grandi distanze si percorrono in pochi giorni o in poche ore. In treno, in macchina o in aereo. Può bastare una passeggiata per fare un viaggio degno di questo nome. Un’esperienza che, facendoci scoprire cose nuove all’esterno di noi, ci insegna anche qualcosa su di noi. Una doppia esperienza: esteriore ed interiore. La nostra società occidentale si è evoluta portandoci a straordinarie scoperte scientifiche e, fino a pochi decenni fa, impensabili invenzioni tecnologiche. che ci hanno permesso di conoscere meglio il nostro mondo, il microcosmo di cellule e batteri, l’infinito - o finito? - universo. Ma la conoscenza di noi stessi non sembra aver avuto un simile progresso e anche per questo la vecchia storia di Caino ed Abele è una storia che - ahi noi - rimane attuale. Ecco, forse il Caino e l’Abele dei nostri giorni indosserebbero vestiti con percentuali in poliestere, un iwatch al polso e si chiederebbero quando potranno - loro o i loro figli - fare una bella vacanza sulla luna! Per il resto poco è mutato e i fili d’erba di tutti i prati vengono ancora mossi dal vento...

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Tra i fili d’erba i sentieri si biforcano e si moltiplicano, come i semi che su quel filo d‘erba sono cresciuti e rinascono nella terra, portati dal vento, dagli insetti, dagli animali e dalle persone. E come gli insetti scelgono fili diversi, così noi esseri viventi scegliamo sentieri differenti. Ma tutti questi sentieri diversi porteranno in uno stesso luogo o in tanti luoghi? Nessuno lo sa, né può saperlo... Crescono, nel prato, tanti fili d’erba, dove i fiori crescono, gli insetti si aggrappano, il vento li muove.

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Il cibo che mi manca. Il lavoro e il sudore della fronte. Il prodotto che deve creare profitto. Se io mi arricchisco qualcuno, per forza, deve impoverirsi? Anche per un insetto non deve essere facile trovare il cibo per sé. Questo qui a fianco l’ha trovato. E, ghiotto, se ne nutre. Semmai deve stare attento ad insetti o animali più grandi di lui, che possono mangiarselo in un sol boccone. È così crudele la natura? Prendete le cose con un po’ di filosofia. I greci ce lo avevano insegnato, ma forse noi spesso ce ne dimentichiamo. Dovrei concentrarmi di più sulla bellezza di questo filo d’erba e di questo insetto, evitando pensieri inutili? ...

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I colori della natura non finiscono mai di stupirmi e mi lasciano libero di immaginarmi un mondo migliore. Quando il Vasari scriveva le sue “Vite...” diceva che dopo Leonardo, Michelangelo e Raffaello non ci sarebbe stato di meglio. Tutti gli altri pittori e scultori avrebbero dovuto dipingere “alla maniera” di questi grandi - e così nacque il manierismo. Adesso noi siamo arrivati al punto di modificare il genoma, di ricreare noi stessi la vita, come nei migliori romanzi di fantascienza - del resto il pensabile è comunque possibile, l’impensabile no - appunto perché ancora non è stato pensato. Ma i colori della natura rimangono comunque le nostre principali fonti di ispirazione. Non voglio sembrare un conservatore, e non lo sono. Semplicemente fiori e piante sono presenti nel nostro pianeta da molto tempo prima di noi e, permettetemi, di sopravvivenza ne sanno molto più di noi. Dai Maestri si impara e, se si è particolarmente bravi, si prova a superarli. Attenzione però: la veglia della ragione può generare mostri. Meglio farsi un riposino, ogni tanto...

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Internet è la Rete delle reti. Per questo ragno la sua rete basta e avanza. Ogni ragno ha per me, incomprensibilmente, una domanda a cui non trovo risposta. Da chi ha imparato a fare la sua ragnatela? Il suo è un comportamento specie-specifico. La sa fare e basta. Non si pone problemi o domande ulteriori. Possibile che nessuno glielo abbia insegnato? Com’era la prima ragnatela? Un’invenzione casuale, come tante nel mondo degli umani, o il risultato di tante prove e tanti esperimenti riusciti male? E come ha potuto trasmettere questa sua artigianalità ai figli e ai figli dei sui figli? Vi chiedete se è nato prima l’uovo o la gallina? Io mi chiedo se è nato prima il ragno o la ragnatela. E in questo scherzo, pastiches, capriccio post contemporaneo mi diverto assai. ...

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Ecco la forza dell’universo. L’amore. Ed ecco la chiave dell’immmortalità della specie. L’accoppiamento. Questi impulsi primitivi e primordiali, che la nostra ragione non sempre riesce a dominare, nel bene e nel male, sono alla base di ogni storia, di ogni romanzo. Ogni film di serie B ha nella trama una storia d’amore. Qualsiasi pubblicità becera mette in risalto degli organi sessuali, anche coperti. L’impulso primitivo della sessualità attiva sempre una risposta nel “consumatore”. Ma nel mondo della natura l’ordinarietà del rapporto non lascia spazio a volgari interpretazioni. Educazione sessuale lungo gli argini di un fiume. La sopravvivenza ma anche il dono della vita.

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Dei fiori spontanei che crescono nei prati ammiro forme e colori. Crescono senza che nessuno se ne prenda cura. Hanno imparato a crescere e a riprodursi senza bisogno di nessun giardiniere. Ci sono forme di intelligenza diverse da quella che noi consideriamo una risorsa per la sopravvivenza. E ci sono forme di comunicazione che forse nemmeno sospettiamo. In questo senso i fiori, tutti, hanno dei modi di richiamare gli insetti a sé. Poi ci sono gli esseri umani, che di questo mondo qualcosa cercano di capire, e provano a ridurlo a schemi e regole. Come la simmetria. E allora, perché siano belli, tutti i giardini devono essere simmetrici. Ma poi qualcuno non è proprio certo che questa sia una regola valida, e allora tuona: «perché siano belli, tutti i giardini devono contenere anche l’asimmetria». E via di questo passo, per tutta la storia dell’umanità. Ognuno veda in un fiore ciò che desidera, ma non è nemmeno sbagliato provare a vedere qualcosa che va oltre quel fiore. O forse dovremmo semplicemente provare a vedere con occhi nuovi, senza cercare regole e valori che per un verso tentano di semplificare la complessità, ma per l’altro ci limitano in categorie di cui possiamo anche diventare noi stessi prigionieri.

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Ecco, perdersi e ri-trovarsi nel mondo, nella natura. Ri-prenderci i nostri spazi naturali, i nostri ritmi. Confondersi nel verde. Riflettersi nell’acqua e riflettere sull’acqua - il Panta Rei di Eraclito. Tutto scorre. Ma anche senza scomodare troppo la filosofia ionica, senza chiederci se effettivamente siamo e non siamo e se l’acqua che ci ha bagnato è la stessa o è un’acqua diversa... Concediamo al nostro spirito dei momenti di assoluto silenzio (che io intendo come assenza di pensieri) e proviamo a ri-diventare parte del nostro mondo.

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Copyright Š Orto WebLog | All rights reserved http://hortus.wordpress.com Testi e fotografie: Davide Novello

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