Ot 206 marzo 2014

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MARZO 2014 – € 5,00

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abbon. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Varese

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DAL CORPO AL SILENZIO le tecniche attive di osho IN TEMPI DI CRISI... investire nella meditazione! LA LINEA DI CONFINE prima e dopo il buddha fresco di stampa

festival bellaria 10_11_12_13

OSHO

aprile 2014 Palacongressi


Con l’abbonamento all’Osho Times ogni mese un regalo! nel corso dell’anno ricevi 2 DVD... Abbonati per un anno all’Osho Times Italiano e riceverai in OMAGGIO nel corso dell’anno 2 DVD novità di Osho realizzati insieme a Uno Editori apposta per te, uno arriva con il numero di Maggio e l’altro con il numero di Ottobre.

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Il paradiso

Di

è qui!

certo questo numero speciale di marzo è dedicato all’OshoFestival, ma soprattutto è dedicato alla meditazione e in questo momento della mia vita posso aggiungere anche una nota personale a questo argomento! Forse perché mi sono lasciata sedurre dagli articoli che leggerete, forse semplicemente perché ogni tanto la vita diventa troppo complessa da gestire coi soli mezzi della “periferia”, per quanto ben oliati, forse perché sono un’inguaribile “principiante”, ma il 27 dicembre scorso ho iniziato il mio ennesimo ciclo di Dinamica, dopo ben 9 anni che la evitavo. È stato bellissimo perché la sera prima ho detto a una mia amica: “Sto provando tutte le meditazioni di Osho per trovare la tecnica giusta per questo periodo, ma non la trovo. Una cosa so per certo: non è la Dinamica!”. E l’indomani mattina, senza nemmeno averlo deciso, ecco che apro iTunes e faccio partire proprio la Dinamica! Mascherina sugli occhi e via! Nella mia casa di Goa, con la mia gattina che dormiva sulla poltrona, mi sono sentita come in Buddha Hall a Pune tanti anni fa! Ma ciò che è successo dentro è stato molto diverso. La tecnica è la stessa, ma io no. Ho sentito una verticalità durante lo Stop! che un tempo non percepivo, è come se finalmente avessi “imparato” a ricevere il frutto dello sforzo dei primi tre stadi, cosa che prima mi lasciavo sempre sfuggire... Ma la cosa che non cambia, per me, è che la Dinamica, più di altre tecniche, mi connette con Osho e per me questo significa: “Qualcosa di più grande di me”. La Dinamica è il mio modo di dire “Ok, Vita, mi arrendo... basta lottare, fai di me quello che vuoi!”. E per lotta non intendo litigare con le persone (perlomeno non solo!), ma cercare costantemen-

te di modificare la realtà intorno a me secondo il mio gusto. È una cosa che mi riesce molto bene, in genere: so cogliere le opportunità e girarle a mio favore; so entrare in azione e correre dei rischi quando le circostanze lo richiedono per ottenere i risultati che mi prefiggo. E normalmente la vita risponde di conseguenza, senza opporre ostacoli! So destreggiarmi con una certa padronanza, insomma... Ma ci sono stati momenti, alla fine dello scorso anno, in cui nessuna strategia sopra descritta sembrava funzionare, in cui, anzi, mi sembrava di aver perso il mio “tocco magico”, per ritrovarmi con un grande senso di rabbia impotente e frustrazione... più grandi di me, appunto. Ricordo solo di aver pensato, usando le parole di una vecchia canzone degli Eagles, “Questo può essere il paradiso o può essere l’inferno”. E allora iTunes, mascherina sugli occhi, respirazione veloce, profonda e caotica, catarsi, HU, Stop!, Celebrazione... Semplice e grandioso! Ecco, questa è la mia nota personale: ogni attimo della vita può essere l’inferno o il paradiso e a volte la differenza sta solo nel come scegliamo di rispondere a ciò che ci accade. Come dice Gandalf nel Signore degli Anelli: “Tutto ciò che dobbiamo decidere è cosa fare del tempo che ci è concesso”. Io ho scelto e scelgo la meditazione. Ed è con questa canzone nel cuore che vi presento l’Osho Times di questo mese con tutti i suoi “tesori” e che vi do il benvenuto all’OshoFestival.

la fragranza, la visione momenti di luce con osho

Nel momento in cui nella tua consapevolezza affiora: “Sono già a casa, non devo andare da nessuna parte”, ogni istante diventa una celebrazione. È inevitabile, perché tutta l’energia che era impegnata nei desideri, negli ideali, negli obiettivi – quella mente ambiziosa – viene liberata. Ora quell’energia non può fare altro che cantare, danzare, ridere, piangere, amare, pregare! Cos’altro rimane? Non c’è futuro... e quando resta solo il presente, la vita diventa assolutamente intensa, perché tutta l’energia si concentra nel momento presente. La vita diventa una fiamma e tu vivi al massimo. Normalmente viviamo al minimo e la ragione è che speriamo in un futuro migliore, magari la prossima vita, qui o in paradiso… ma il mio unico messaggio è: siamo in paradiso. Questa Terra, il paradiso, questo corpo, il buddha... OSHO MARZO 2014

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sommario

04_ Dalla competizione alla cooperazione Considerazioni su Fukushima, Global Warming e Competizione.

dalla competizione alla cooperazione

06_ Compagni di viaggio... La storia di Oshoba e dell’Osho Times italiano.

10_ La linea di confine Altro che “avanti” e “dopo” Cristo! Il contributo del Buddha allo sviluppo della consapevolezza umana è molto maggiore di quello di Gesù... e ora Osho va ancora oltre!

14_ Investire nella meditazione Per connetterci con le nostre risorse interiori e rispondere al meglio alle difficoltà della vita. Intervista a Prasad e Alvina.

19_ Soldi! Non ce n’è mai abbastanza... Oltre i nostri schemi inconsci. Intervista ad Anando.

22_ La mia storia d’amore con la Dinamica Di Leela Lovegarden.

24_ Dinamica - Errori da evitare Dal punto di vista del corpo e della voce – di Pratibha.

28_ Dal corpo al silenzio Marga intervista Prafulla e Dhayria sui Campi e gli Intensivi di Meditazione a Miasto.

30_ Un Campo di Meditazione all’interno dell’OshoFestival! Quattro giorni di full immersion nelle tecniche di Osho.

32_ E allora BENVENUTI all’OshoFestival All’appuntamento più importante dell’anno per tutti i meditatori.

34_ Dalle masse ai discepoli Osho traccia una breve storia del suo lavoro.

38_ Dalla terra dei sogni... Per raggiungere le più alte vette della consapevolezza non bastano i voli dell’immaginazione.

42_ Puoi chiamarla disciplina... ma è la libertà di scegliere ciò che è meglio per me. Akarmo ne parla con Bali.

46_ Dall’ignoto all’inconoscibile Per scoprire se stessi e Osho.

48_ Meditazioni... sul frigorifero Disordini alimentari: un nuovo approccio con Tarika Lovegarden.

50_ La luce che ora mi accompagna Manuel racconta a Marga la sua incredibile esperienza al Polo Nord.

54_ Un libro da vivere Osho, “Il tempo che non conosce tempo”.

56_ L’oroscopo di marzo 58_ Le News 64_ La Vetrina di Oshoba

rshad Moscogiuri, codirettore della Osho Circle School, poco dopo aver pubblicato La psicologia dello Zorba, ha portato a termine un nuovo progetto editoriale, un ebook, con un tema che sembra completamente differente: Fukushima, Global Warming e Competizione. La cosa mi ha incuriosito e gli ho chiesto di scrivermi perché questo argomento è importante. La sua risposta mi è piaciuta molto, tanto che gli abbiamo dedicato le colonne dell’Osservatorio Terra…

A

¶ Marga

Se sei un essere umano che ha la fortuna di vivere in quella parte del mondo dove è possibile godere del lusso, quando pensi al pianeta avverti generalmente un senso di forte preoccupazione e, allo stesso tempo, di impotenza. La Terra è inquinata, l’atmosfera surriscaldata, il clima impazzito e tu non sai che fare. Puoi fare scelte più o meno ecologiste, rispettare e amare la natura, ma ti rendi conto che, nonostante ogni tuo possibile sforzo, resti inevitabilmente coinvolto in un sistema globale di sfruttamento e distribuzione delle risorse tendenzialmente suicida. Il primo passo consiste nell’informarsi correttamente. Intendo un’informazione che sia in grado di farti percepire un quadro completo della situazione, che risponda a domande fondamentali e che metta in relazione tra loro fatti, tempi e dati. Solo per fare qualche esempio, se molti hanno sentito parlare delle grandi isole di plastica che sono negli oceani, pochi sanno cosa sono davvero. Lo stesso si può dire per la situa-

zione nucleare, per l’incidente di Fukushima, per l’acidità dei mari e per molti altri aspetti che incombono sul nostro presente. È noto che le acque degli oceani si stanno innalzando, ma quasi nessuno sa a quanti centimetri di invasione orizzontale delle coste corrisponde un solo centimetro di innalzamento verticale dei mari. Inoltre, ognuno degli aspetti che riguardano il pianeta si intreccia con tutti gli altri. Ogni effetto si concatena a nuove cause, mentre la poca informazione di cui disponiamo è rigorosamente a compartimenti stagni. Collegando i vari compartimenti, si riesce a ottenere una visione d’insieme che aiuta molto a chiarire i meccanismi in atto. Comprendiamo così che la nostra specie, nel corso della sua evoluzione, sta rimanendo incastrata in un gioco dal quale pare impossibile uscire. È il gioco della competizione totale, dove nessuno può mollare la presa, nemmeno per un attimo. Viviamo in culture competitive, siamo educati alla competizione, che è il totem delle nostre economie, società e governi, giustificato dalla credenza che proprio la competizione sia stata la ragione della nostra evoluzione, grazie alla legge del più forte. Una legge che non ha fondamento scientifico alcuno, contraddetta da evidenze continue: per l’evoluzione delle specie conta infatti di più la capacità cooperativa che non quella competitiva. La società è vista come un campo di battaglia, dove non fidarsi di nessuno, dove chi fa da sé fa per tre, dove la paura è motore dell’inconscio e delle azioni che intraprendiamo. Prendendo spunto dalla teoria dei giochi, un sistema di analisi scientifi-


ca in grado di prefigurare lo sviluppo delle interazioni tra diversi singoli e insiemi, si comprende come un cambio di paradigma sia auspicabile e possibile; e qual è il nostro stesso ruolo nel gioco affinché questo, da competitivo, diventi cooperativo. Detto così sembra difficile, ma non lo è affatto: è la storia del gioco e della candela. Durante il Medio Evo, così come oggi, i carburanti fossili costavano cari. Quando, al calar del sole, le abitazioni cadevano nelle tenebre, per dispensare un po’ di chiarore si usavano lampade a olio e candele. Per le classi meno agiate la luce era fioca, l’olio era per i ricchi, e si cercava di fare un parsimonioso uso delle candele, più economiche ma comunque per molti quasi un lusso. Così, se i frequentatori delle taverne volevano rimanere di sera per bere e giocare a carte, dadi o altri passatempi prevalentemente d’azzardo, era uso comune portarsi una candela oppure lasciare un obolo per coprirne le spese. Se un giocatore passava ore al tavolo, ma vinceva somme ridicole, si soleva commentare che il gioco non era valso la candela, da cui deriva il noto detto. Ora, tutti noi stiamo partecipando a un gigantesco gioco d’azzardo globale, ma nessuno sa quanto costa la candela. Quindi, il nostro ruolo è quello di essere informati e informare sul costo della candela, comprendendo che se per qualcuno le vincite sono molto alte, per la quasi totalità dei player, considerando i sette e più miliardi di abitanti del pianeta, ci sono invece perdite incalcolabili, come la vita stessa, la dignità o la liberta individuale. Facendo la media, è opportuno valutare che il gioco non vale la candela. Può questa consapevolezza cambiare qualcosa? La risposta è sì, solo questa consapevolezza può farci cambiare gioco.

Gli scienziati e gli analisti la definiscono magical thinking: quando un numero critico di individui è informato correttamente sulle regole del gioco, si verifica un cambio spontaneo e apparentemente inspiegabile, da cui appunto l’aggettivo “magical”. È per questo che ho scritto il libro: per informarci, in maniera chiara, semplice e diretta, e per stimolare il ruolo e la responsabilità di ognuno di noi. Perché si tratta di consapevolezza, di consapevolezza unitaria, che unisce la coscienza individuale con quella sociale e con quella ambientale. L’ho scritto pensando che non siamo in molti a poter giocare il ruolo decisivo di un cambio di paradigma. Metà del mondo lotta per la sopravvivenza e non può permettersi di stare a pensare al pianeta. Nell’altra metà, tolti i bambini che erediteranno ciò di cui ora non possono prendersi responsabilità, chi rimane? Ci hai mai pensato davvero? In quanti saremo che possiamo fare qualcosa, che abbiamo la possibilità di informarci e informare? È questo che intendo. Se non noi, chi? Se non ora, quando? Arshad Fukushima Global Warming e Competizione solo in versione ebook su: www.psicologiadellozorba.com

Ci deve essere una cooperazione quando cogli una mela dall’albero e la mangi; ci deve essere una profonda cooperazione tra te e la mela. Altrimenti, la mela creerebbe problemi al tuo corpo. Se ci fosse un conflitto, combatterebbe con te. Ma, semplicemente, si dissolve dentro di te, diventa il tuo sangue, diventa le tue ossa, diventa la tua carne. TRATTO DA:

Osho, The Beloved, Vol. 2 #4

OSSERVATORIO TERRA

OSSERVATORIO

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compagni di viaggio...

Per essere sempre più consapevoli, a stretto contatto con la visione di Osho e con tanti, tanti altri meditatori: la storia di Oshoba e dell’Osho Times italiano... un’avventura impegnativa e affascinante!

O

shoba è un’associazione fondata venticinque anni fa, in un primo tempo per distribuire l’edizione italiana dell’Osho Times e successivamente i libri di Osho in italiano, le musiche per le meditazioni, gli audiodiscorsi di Osho e di recente anche i video in lingua originale sottotitolati. La storia ebbe inizio quando Akarmo tornò alla Comune di Osho a Pune nel 1987 per passarvi la stagione invernale, lavorando come aveva sempre fatto: si aspettava un incarico come falegname o simili, ma gli chiesero di tradurre in italiano l’Osho Times che aveva appena iniziato le pubblicazioni. Mentre al giorno d’oggi i vari Osho Times internazionali hanno contenuti totalmente indipendenti, ai tempi erano tradotti in molte lingue direttamente dall’edizione inglese. La rivista italiana era stampata in India, poi inviata in Italia e distribuita tramite la rivista Re Nudo. 6 OSHO TIMES

Akarmo era felice di lavorare a Pune, ma gli sembrava strano fare tutto dall’India senza avere contatti con i lettori italiani, quindi quando tornò in Italia per guadagnare qualche soldo e finanziarsi il prossimo soggiorno a Pune – un avanti e indietro continuo che allora molti facevano – aprì un piccolo ufficio come punto di riferimento per gli abbonati e gli inserzionisti. “Era tutto lavoro volontario svolto nel tempo libero. Non è mai stato un business. Era meraviglioso lavorare per la rivista di Osho e distribuirla ai nostri compagni di viaggio: era già abbastanza come ricompensa” dice. Ma ben presto si accorse che i costi per mantenere quella struttura in Italia erano alti e che l’impegno che aveva preso gli lasciava sempre meno tempo per fare un altro lavoro e portare a casa qualche soldo: bisognava trovare una soluzione. Videha, che curava i rapporti con gli editori per le opere di Osho in italiano, suggerì ad Akarmo

di usare la struttura di Oshoba per vendere questi libri: a quei tempi, a differenza di oggi, erano difficili da trovare nelle librerie, perché avevano una distribuzione molto limitata. “Abbiamo quindi creato una pagina pubblicitaria su Osho Times per promuovere tutti i libri di Osho in italiano e siamo diventati distributori. Ma quando si comincia... una volta che arriva in casa il gatto, come dice la famosa storiella Zen*, non si finisce più... e presto arrivò la domanda successiva: perché non distribuire anche i CD di meditazione? e i video di Osho? È così che Oshoba ha preso gradualmente forma” ricorda Akarmo. Nonostante il fatto che nel corso di tutti questi anni Oshoba abbia contattato un indirizzario di 50.000 persone interessate alla crescita spirituale e si sia fatta un nome nel suo settore, dal punto di vista economico è sempre stato, ed è tuttora, un esercizio di equilibrismo. “Quello che manca sono il

*la puoi rileggere negli EXTRA di oshotimes.it di questo mese

Da un articolo apparso su oshonews.com, edito da Punya in collaborazione con Marga


IN ITALIA tempo e i soldi” dice Akarmo “ma mai le idee nuove, come i video di Osho sottotitolati ad esempio e, più recentemente, l’OshoFestival e gli altri eventi. Tutte cose che hanno preso forma grazie al contatto diretto con gli abbonati, gli amici di Osho, i clienti”. In Italia, come sapete, Osho è molto conosciuto, tanto che quasi tutti hanno letto qualcosa di Osho o perlomeno conoscono il suo nome. Molti dei libri di Osho sono pubblicati da una delle maggiori case editrici, la Mondadori. Potete trovare i suoi libri nei supermercati, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti. E questo è un grande risultato per il mondo, anche se non per Oshoba, in termini strettamente economici. Le grandi case editrici, infatti, possono vendere i libri, fin dall’inizio, con uno sconto del 25%, prezzo col quale Oshoba non può competere. La forza di Oshoba al momento non sta nella competitività economica, ma nel fatto di essere in grado di fornire al lettore sostegno, consigli, suggerimenti. In altre parole, dice Akarmo: “Siamo compagni di viaggio, non dei semplici venditori! È molto diverso acquistare un libro in un negozio dove i venditori non sanno nulla di Osho o comprarlo da noi. Siamo in grado di dare consigli su quale scegliere, o con quale meditazione iniziare. Sakshin, Gila, Dhana e io siamo sannyasin da tanti anni e quando telefona qualcuno lo possiamo guidare su ogni meditazione e ogni libro disponibile. E negli anni proprio attraverso questo continuo contatto con il ‘cliente’, che per noi era parte integrante del distribuire libri e musica di Osho, abbiamo visto che c’era la necessità per le persone di riunirsi e meditare insieme; così è nata l’idea successiva: organizzare dei festival di meditazione!”. Il primo evento fu nel 2000, a Varazze, nato insieme a Nirodh e Ushma (allora del Centro di Osho Arihant), Videha e Anando. Nel corso di oltre dieci anni il fenomeno si è evoluto, tant’è che nel 2013 abbiamo organiz-

zato ben cinque eventi: l’OshoFestival di aprile, Meditando a luglio, l’Osho Maha Vipassana (in collaborazione con Osho Miasto) a settembre, Liberi di Essere a ottobre e la OshoFesta di fine anno a dicembre. L’OshoFestival, ormai una tradizione, attira centinaia di persone, non solo dall’Italia, ma da tutta l’Europa; dura quattro giorni e proprio per questa sua brevità tutti partecipano totalmente e intensamente. Inoltre l’energia che si crea è così alta che è facile meditare anche per i principianti. “La gente viene da me con lacrime di gioia agli occhi e mi dice: ‘Mamma mia, è incredibile quello che sta succedendo qui!’. Ed è meraviglioso vedere il cambiamento nei volti dei partecipanti anche solo dopo la prima mattinata!” dice Akarmo e continua “Per condurre i vari eventi invitiamo solo facilitatori di grande esperienza. Abbiamo 50 eventi diversi (incluso un campo di meditazione) in questi quattro giorni, e a un costo di solo 90 € in tutto. So che è un prezzo ridicolo, ma vogliamo che sempre più persone possano partecipare anche grazie al costo molto accessibile. Naturalmente, ogni anno siamo ansiosi di scoprire se finiamo in pareggio o meno, ma quello che vogliamo è uno standard di Osho elevato a un prezzo basso”. Con la recessione che ha gravemente colpito l’Italia, chi cammina su una corda è in preda a ventate improvvise e ogni anno nessuno sa se l’Osho Times ce la farà ad arrivare dall’altra parte. “E naturalmente in questa situazione stiamo anche cercando di andare incontro ai nostri abbonati: per esempio quando una persona si abbona riceve tre libri e due DVD di Osho nel corso dell’anno, oltre ai dieci numeri della rivista. Tutto questo per soli 46,50 euro all’anno! Questi libri, è bene chiarirlo, non sono fondi di magazzino, ma libri inediti che traduciamo e pubblichiamo in esclusiva per i nostri abbonati” dice Akarmo. Infatti Oshoba è diventato anche un

editore di libri di Osho: “Molte volte Videha ha un libro che pensiamo sia molto prezioso, ma non interessa a nessuna delle varie case editrici, quindi interveniamo noi e lo pubblichiamo da soli. È importante che al messaggio di Osho, che noi sappiamo è fondamentalmente di “meditazione”, si possa accedere da varie angolazioni: dal mondo cristiano, dal Tantra, dai Sufi, dallo Zen, dal Tao, da tutti i vari percorsi... e da sempre insieme a Videha vogliamo colmare tutte le lacune”. Oshoba, come dicevamo sopra, è organizzata come associazione che non essendo legata a una persona fisica, permette a chi collabora di andare e venire, come tendono a fare i sannyasin. Se uno dello staff decide di lasciare, l’associazione rimane in piedi. Akarmo all’inizio era affiancato da Agam, Rajya, Samudra e Veetchitta... più tardi altri li hanno sostituiti e ancora altri si sono poi uniti al team; al momento ci sono 6 persone a tempo pieno, tra Oshoba e Osho Times e Festival. Ci sono vari settori: Oshoba (oshoba.it) che come dicevamo si occupa delle vendite di libri di Osho, CD, DVD, della pubblicazioni di libri e funziona anche come punto principale per le informazioni su Osho in Italia; OshoExperience (oshoexperience.it) per l’organizzazione di festival ed eventi di meditazione e, ultima ma non meno importante, la rivista cartacea e on-line, l’Osho Times italiano (oshotimes.it). Akarmo è partner fondatore e coamministratore di Oshoba e direttore responsabile e art-director dell’Osho Times. La rivista è gestita da sole tre persone: Akarmo, Sahaja e Marga. “Certo lavoriamo anche sabato e domenica, ma abbiamo un sacco di aiuto da volontari. Qualcuno ha energia per trascrivere un’intervista o fare una traduzione? Si divertono a farlo e allo stesso tempo sostengono la rivista. Questo vale anche per i festival: se non avessimo tutti quei volontari alla reception e nelle sale, non saremmo MARZO 2014

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in grado di farli funzionare senza intoppi. Ci sono centinaia di modi in cui le persone possono contribuire a far sì che il messaggio di Osho sia sempre più disponibile... e così il fiume continua gioiosamente a scorrere!” conclude Akarmo.

Marga ha intervistato anche gli “oshobini”, come i collaboratori vengono scherzosamente chiamati, sulla loro esperienza a Oshoba: Gila: amministrazione, responsabile negozio, e-shop e bookstand ai Festival “Sono parte di Oshoba dal 1991. Per me non è solo un lavoro, ma è diventato una parte integrante della mia vita. C’è passione, creatività e tutte queste sfide... ho dovuto fare cose che non avevo mai fatto prima: progettazione, contabilità, gestione delle scorte, gli approvvigionamenti, i rapporti coi clienti e chissà cos’altro in futuro. Questo lavoro è così prezioso per me, perché ho potuto vedere che, grazie a Oshoba, tante persone sono entrate in

Sostenere il mondo di Osho Se ti abboni all’Osho Times italiano, se acquisti i libri di Osho attraverso Oshoba o un qualsiasi Osho Meditation Center in Italia piuttosto che nelle librerie o in un centro commerciale, stai sostenendo direttamente il loro lavoro. 8 OSHO TIMES

contatto con Osho e, in definitiva, con la meditazione. Questo non solo attraverso le parole di Osho, ma anche attraverso la loro esperienza diretta di meditazione negli eventi che organizziamo. È una tale gioia meditare insieme a così tante persone. Ed è anche molto importante per me la connessione amichevole che abbiamo tra di noi ‘oshobini’: un’amicizia pulita e sincera, piena di sostegno e fiducia. Mi sento una privilegiata qui”. Sahaja: redattore-capo dell’Osho Times italiano “Anche se Oshoba fa parte del mondo degli affari, che segue le regole dell’economia e della comunicazione commerciale, c’è questa energia collettiva che viene dalla meditazione. L’intero gioco del ‘business’ è filtrato attraverso la qualità della meditazione. Questo è un grande vantaggio per tutti noi a livello personale, perché sappiamo che ognuno sta cercando di scoprire chi è, la sua natura più autentica. Sono importanti quei momenti in cui ci accorgiamo che: ‘Aha! Sto ancora reagendo in questo modo invece di aprire il mio orizzonte per vedere anche il punto di vista dell’altro’ oppure ‘Devo proprio odiare quel lavoro perché continuo a rimandarlo’. Essere un osservatore distaccato naturalmente non succede 24 ore su 24 – altrimenti saremmo un business di buddha! – ma la direzione è quella! Anche lavorare con un simile gruppo di persone trasforma il lavoro in una meditazione. Osho diceva che un meditatore ha bisogno di avere altri meditatori intorno a lui

perché ciò crea energia e questa energia collettiva è molto utile, almeno per me. Il mio lavoro ha a che fare con i contenuti e sono fortunato perché gran parte di questi contenuti sono discorsi di Osho, che traduco o dove rivedo e edito le traduzioni di qualcun altro. Ogni testo mi dà l’opportunità di approfondire il senso delle sue parole mentre tento di rendere nel miglior modo possibile, in italiano, quello che sta dicendo. Mi piace anche aiutare nei vari eventi. È una tale gioia vedere tutte queste persone che celebrano felici! E sapere di avere in qualche modo aiutato tante piccole piante a crescere e trasformarsi in tutti questi splendidi fiori è molto gratificante... e nel frattempo anche io sono cresciuto!”. Marga: redattrice dell’Osho Times italiano, si occupa anche di raccolta pubblicitaria “Quando ho visto la rivista Osho Times per la prima volta, nel 2000, poco dopo aver preso il sannyas, ho sentito, proprio dentro al cuore: ‘Un giorno lavorerò per questa rivista’. Era poco più di un pensiero ed è semplicemente scivolato via come era arrivato... presto dimenticato. Ma è successo veramente! È bello unire la mia passione di scrivere con l’altra grande passione: Osho. A volte mi descrivo come una ‘giornalista spirituale’. E le persone a Oshoba sono ‘la mia gente’. È come una piccola famiglia coinvolta in qualcosa di più grande di noi, qualcosa che non ci appartiene, che appartiene a Osho e tutti i buddha di tutti i tempi e a tutti i com-


IN ITALIA no’: piedi per terra e ali per volare! Lo apprezzo moltissimo e sono anche orgoglioso del fatto che con i limitati mezzi che abbiamo a nostra disposizione riusciamo a fare così tanto!”.

pagni di viaggio di tutto il mondo. Anche se dobbiamo portarlo avanti come un business, seguendo le regole del mondo e non è sempre facile, soprattutto in Italia dove c’è un forte condizionamento cattolico e molte persone pensano che la spiritualità deve essere gratis e che tutto ciò che facciamo non dovrebbe costar nulla. Ma noi non siamo il Vaticano che può contare sulle enormi ricchezze che ha accumulato nel corso dei secoli, quindi dobbiamo darci da fare...”. Dhana: organizzazione dei festival, revisore testi, siti web

redattore della newsletter di Oshoba e raccolta pubblicitaria “Mi piace lavorare per Oshoba. Mi piace interagire con le persone. Dal nostro piccolo ufficio comunico per telefono o internet con l’Italia e il resto del mondo. Sono in contatto con un sacco di persone diverse, per età e nazionalità, ma in ognuno di questi contatti c’è un denominatore comune che è l’amore per Osho e la passione per la ricerca interiore. Sono in contatto con il mondo di Osho, giorno dopo giorno, e questo è molto importante per me. E d’altra parte sono molto collegato con il mondo ‘ester-

VIDEHA E LE SINERGIE di Sahaja

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uarant’anni fa, Videha ha dato il suo primo contributo alla visione di Osho, pubblicando in italiano Meditazione: una nuova dimensione, con una piccola Casa Editrice creata insieme ad altri amici, La Stanza. “Si chiamava così” ricorda “perché davvero stava tutta in una stanza!”. Da allora le cose si sono evolute: da piccolo editore, Videha è diventato traduttore, curatore e costante promotore. Ha contribuito alla nascita di 200 e più titoli di Osho in italiano, oltre 2,5 milioni di copie, coinvolgendo le maggiori Case editrici italiane: Mondadori, Bompiani, Feltrinelli, Giunti, solo per nominare alcuni dei 25 editori oggi coinvolti in questo grande gioco. Naturale quindi il suo apporto alla nascita e alla crescita di Oshoba e dell’Osho Times italiano con consigli e partnership nella distribuzione dei libri di Osho e del suo mondo, ma soprattutto con idee e contatti nel mondo editoriale che hanno permesso interessanti sinergie per far conoscere sempre più Osho e la rivista a lui dedicata: collane monografiche, DVD con i discorsi originali sottotitolati e tanto altro (i famosi omaggi di Osho Times!). Videha ha contribuito anche, nell’ormai lontano 2000, alla nascita degli OshoFestival che hanno dato a tantissime persone la possibilità di un approccio esperienziale a ciò di cui Osho parla nei suoi libri. Ecco perché non si può parlare di Oshoba senza nominare, almeno brevemente, Videha.

Sakshin: ordini, spedizioni, servizio clienti, revisore testi, shop e-commerce e newsletter “Lavoro all’Oshoba dal 2001 e questi anni mi hanno dato molto. Tutti i lavori che ho fatto prima erano concentrati sul raggiungere qualcosa: soldi, un futuro migliore, riconoscimenti. Dal momento in cui ho iniziato a lavorare qui si è aperto un nuovo mondo per me. Vedo il lavoro come un modo per conoscere me stesso. La mia attenzione è ora rivolta verso l’interno anziché all’esterno. Cerco di vivere momento per momento, per quanto possibile, e il lavoro mi dà una certa centratura. Vedo di fare in modo che il lavoro mi dia soddisfazione e mi nutra cuore, corpo e spirito, oltre a fornirmi sempre nuove opportunità per conoscermi meglio: ho iniziato a osservare i miei pensieri e le emozioni, per riconoscere quando sono nel cuore e quando sono nella mente. Sono molto grato di aver avuto questa opportunità”. Nella storia di Oshoba, del suo sforzo per condividere Osho in Italia, un grazie profondo vanno a Videha e ad Anando per il loro amore e incondizionata disponibilità. E a questo punto vogliamo anche dare riconoscimento ad alcuni ex collaboratori: Shola che si è occupata del design dei siti web e della rivista fino a quando ha recentemente deciso di lavorare a tempo pieno come artista; Bali che ha collaborato per molti anni con Osho Times e ora è residente nella comune Osho Miasto; Prahas che ha collaborato all’organizzazione e allo svolgimento dei Festival per molti anni. Ha smesso solo per motivi di salute ed è recentemente scomparso. Liberamente tratto dal testo di Punya (oshonews.com), basato su interviste di Marga e Bali.

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La linea di confine

Altro che “avanti” e “dopo” Cristo! Il contributo del Buddha allo sviluppo della consapevolezza umana è molto maggiore di quello di Gesù... e ora Osho va ancora oltre!

Non c’è paragone Gautama il Buddha rappresenta una pietra miliare nella storia della consapevolezza umana. La società, la religione e la civiltà esistenti prima del suo arrivo, dopo non sono più state le stesse. Indicare Gesù Cristo come linea demarcatrice tra la società passata e quella odierna è un’ossessione tutta cristiana. Ciò è anche dovuto al fatto che l’Oriente non ha mai scritto la storia e non si è mai curato dei fatti storici per il semplice motivo che, se tutto è illusorio e mutevole, che importanza ha chi è il prossimo re? Che importa cosa succede nel mondo esterno? Non è quella la dimensione reale. Quando si tratta di eterno e di reale, c’è assenza di tempo, non esiste la storia che è propria solo degli eventi esterni, non dell’interiorità. E visto che tutta l’attenzione dell’Oriente era focalizzata sul mondo interiore, non 10 OSHO TIMES

c’è mai stato interesse per la storia. L’attenzione era volta a come esprimere la dimensione interiore a coloro che non hanno occhi per vedere, che vivono nell’oscurità. Come portare loro la luce? Non sappiamo quanti buddha siano rimasti in silenzio né quanti abbiano preceduto Gautama. Non ci siamo semplicemente curati di questo genere di cose: nascita, morte... sono tutte cose effimere. Ma l’Occidente è orientato verso l’esterno e visto che il cristianesimo è diventato la religione più grande del mondo, Gesù Cristo è stato imposto come linea di demarcazione che divide la società primitiva e barbarica da quella di oggi. Per questo usiamo sempre Gesù come riferimento: “Avanti Cristo”, o “Dopo Cristo”. Quando Bertrand Russell stava scrivendo la storia del mondo, si trovò ad affrontare il concetto che demarcare lo sviluppo della società con il nome

di Gesù era assolutamente ingiustificato. La vera divisione è accaduta venticinque secoli fa con Gautama il Buddha. Una storia autentica dovrebbe usare il Buddha come riferimento: qualsiasi avvenimento dovrebbe essere definito con “Avanti il Buddha”, o “Dopo il Buddha”. Non c’è paragone tra Gesù e il Buddha. Cristo non sosteneva nemmeno di essere illuminato e non aveva neanche mai sentito parlare di meditazione, sosteneva soltanto di essere l’ultimo profeta degli Ebrei. Il suo contributo alla storia è pari a zero, mentre il contributo del Buddha alla consapevolezza umana è immenso, immensurabile. Bertrand Russell era un uomo molto imparziale... ma è possibile avere ottanta, novant’anni ed essere ancora dominati dai pregiudizi dell’infanzia. Lui aveva rinnegato la sua educazione cristiana molto tempo prima. Aveva scritto un libro intitolato Per-


IL MAESTRO ché non sono cristiano, per cui prima che la chiesa lo scomunicasse fu lui a rifiutarla. Pertanto non era un cristiano ortodosso, non era nemmeno cristiano, eppure trovandosi di fronte alla questione – come comportarsi tra Gesù e il Buddha – scrisse sui suoi diari: “Non sono riuscito a prender sonno per giorni. Sapevo che la risposta era il Buddha, ma il mio profondo condizionamento, del quale non ero mai stato consapevole fino ad allora, insisteva che dovesse essere Gesù Cristo. Lui ci appartiene, il Buddha è uno straniero”. Alla fine si era arreso al suo condizionamento. Nessuno, né prima né dopo Bertrand Russell, ha mai affrontato la questione. Rimane aperta. Perfino chi non è cristiano ha accettato l’idea che la storia sia demarcata da Gesù Cristo. Voglio che vi sia chiaro che è il Buddha la linea di confine del passato: il suo passato però, non il nostro. Ora è arrivato di nuovo il momento: venticinque secoli sono abbastanza. Questo è stato il calcolo del Buddha, cioè che dopo venticinque secoli ci sarebbe stato l’inizio di una nuova umanità, di un uomo nuovo, una nuova cultura, una nuova consapevolezza. Secondo la sua previsione stiamo vivendo un tempo molto propizio: un tempo di grandissima crisi, ma anche di grandi sfide e innumerevoli possibilità. Sto parlando di Zen solo per dimostrare che tutte le religioni sono ormai diventate obsolete. Lo Zen non si aggrappa al passato. Non è una conseguenza del passato, ma piuttosto un’apertura verso il futuro. Non sto sprecando il mio tempo e il vostro inutilmente. Non è che abbia scelto di parlare dello Zen solo per caso. Siamo arrivati a un punto di stacco dalla società nella quale viviamo, a un determinante momento di stacco per la consapevolezza. Finora il modo in cui l’uomo si è sentito non è stato sano, il modo in cui le società si sono strutturate è stato molto

malato. La civiltà nel suo complesso è quasi non-esistenziale. H.G. Wells ha detto che la civiltà è un’ottima idea, ma che qualcuno dovrebbe svilupparla: non si è ancora verificata. Stiamo ancora vivendo all’ombra della barbarie. Il Buddha non è stato ascoltato, non è stato “ricevuto” nel mondo. Sembra quasi una figura mitologica ed è una delle persone più integre, l’essere umano più risvegliato che abbiamo generato. Il futuro può rappresentare una discontinuità dal nostro passato solo se diventare un buddha non risulterà essere un traguardo difficile e arduo: e non lo è! Possiamo creare una società dove ogni individuo è un buddha. Non dico buddhista, perché si tratta di una parola orribile. Il futuro non deve essere dominato da nessun “ismo”. Eppure la sola purezza e grandiosità dell’uomo Buddha è così affascinante... ha raggiunto il picco più alto conosciuto all’uomo. E così facendo lo ha reso possibile per ogni altro essere umano. Ogni qual volta un uomo raggiunga una certa vetta di consapevolezza, quella vetta diventa facilmente accessibile a chiunque voglia ricercarla. Gautama Buddha è un pioniere. A voi non serve passare attraverso tutte le difficoltà che ha affrontato lui. A lui è toccato poiché non aveva nessuno che l’avesse preceduto, ma per voi ci sono mille e più precedenti. Lo Zen ha generato maestri di qualità più fine e tutti loro annunciano una discontinuità con il passato e l’avvento di un uomo nuovo: un buddha, l’uomo risvegliato, un uomo che vive in modo consapevole. Noi stiamo portando avanti questo grande esperimento. Questi non sono comuni discorsi o conferenze. A me non interessa la filosofia né alcuna ideologia politica. A me interessa trasformare direttamente voi che siete raccolti attorno a me. E questa trasformazione, una volta compresa, è un fenomeno semplice. 1

Innocue allucinazioni I cristiani conoscono solo la fede: “Abbi fede in Gesù Cristo”. Ma perché si dovrebbe aver fede in Gesù Cristo? Vorresti essere crocifisso? Perché pare sia quello il traguardo finale! E non credo che risorgeresti, neanche Gesù lo fece, fuggì semplicemente dal sepolcro. Era stato abbastanza fortunato che il suo paese, la Giudea, fosse sotto l’Impero Romano e che Ponzio Pilato non fosse affatto interessato a crocifiggere un innocuo nevrotico. Un uomo che rivendica di essere “l’unico figlio di dio” può essere solo considerato un nevrotico. Ma non fa male a nessuno: lascia che lo pensi, è innocuo. Ponzio Pilato era dell’avviso che Gesù fosse innocente; non aveva commesso nessun crimine... e se si diverte a pensare di essere il figlio unigenito di dio, lascia che si diverta! Se sei invidioso puoi farti venire qualche altra idea, essere magari “l’unico padre di dio”. Non credo che qualcuno potrebbe confutare la tua idea, visto che non c’è alcuna prova. È lo stesso che dire di essere il figlio di dio. Puoi essere il padre di dio o il fratello di dio. Si tratta, prima di tutto, della tua immaginazione, di un’allucinazione: è una cosa innocente. Se incontrassi qualcuno che ti dice: “Sai che sono il padre di dio?”, penseresti forse che andrebbe crocifisso? È un tipo simpatico, ti si avvicina e ti dice all’orecchio una verità nella quale crede; tu sai che è andato un po’ fuori, ma questo non vuol dire che ci sia bisogno di crocifiggerlo. Piuttosto un tizio del genere può essere un divertimento, uno spasso: organizzategli una festa dove possa dichiarare a tutti: “Sono il padre di dio!”. Applauditelo e ballate con lui, perché è talmente raro trovare un dio, figuriamoci il padre di dio! Magari può darvi qualche indizio su dove dio si stia nascondendo. MARZO 2014

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Gli ebrei tormentarono Gesù inutilmente: non aveva fatto male a nessuno. Ma ogni religione organizzata possiede un ego, un grande ego e Gesù stava facendo dell’ebraismo uno zimbello. In sella al suo asino, andava di villaggio in villaggio dichiarando: “Sono il figlio unigenito di dio”; non era un crimine, ma faceva male all’ego degli ebrei. “Quest’uomo seduto sulla groppa dell’asino... il povero figlio di un falegname ed è risaputo che non è il vero figlio di suo padre. Accettarlo come nostro ultimo profeta?”. Non c’era alcun bisogno di arrabbiarsi con il poveretto. Gli occorrevano una cura psichiatrica, del buon cibo, tanta attenzione... e forse sarebbe uscito dalla sua nevrosi, aveva solo bisogno di qualche piccola seduta d’ipnosi, un ricondizionamento, una riprogrammazione. Sarebbe tornato a essere perfettamente sano e sarebbe stato lui il primo a ridere di se stesso. Eppure una metà degli esseri umani crede e ha fede in Gesù. Questo dimostra il ritardo mentale del genere umano.1

Qualcosa di nuovo Amato Osho, spesso parli di te come parte della schiera composta dal Buddha, Mahavira e Socrate. Vedo la somiglianza tra i grandi maestri illuminati che ti hanno preceduto e te, è come quella tra i semi e il fiore. Qui però l’analogia non calza perché il tuo essere sembra molto più grande di quanto gli altri abbiano mai contenuto in sé come semi. È vero che contengo l’intero retaggio di tutti gli esseri risvegliati del passato, ma non è tutto lì. Contengo anche qualcosa in più per il futuro. Si può dire che io rappresenti la conclusione di un vecchio retaggio e allo stesso tempo l’inizio di un nuovo genere di uomo risvegliato. In altre 12 OSHO TIMES

parole, io posso contenere Gautama il Buddha senza alcuna difficoltà, ma Gautama il Buddha non può contenere me, per il semplice motivo che il Buddha non può contenere Zorba. E tutto l’impegno della mia vita è quello di portare a una sintesi tra Zorba e Buddha; in me la sintesi è avvenuta, in voi sta accadendo. E quello sarà l’uomo nuovo del futuro. È per questo motivo che dapprima ho elogiato il Buddha, Krishna, Cristo e altre centinaia di maestri illuminati. Ma fare questo non era abbastanza poiché loro erano tutti contrari a Zorba e io dovevo fargli spazio nella consapevolezza dell’uomo risvegliato. Quindi ho anche criticato quelle stesse persone che avevo elogiato. La gente pensa che sia contraddittorio; non lo è. Li ho elogiati per com’erano; li ho criticati perché erano solo una metà. E la metà mancante è di grandissima importanza, perché senza sono esanimi, sono degli scheletri. Zorba può portare la linfa della vita, può diventare le radici del Buddha. Il primo rimarrà sotterraneo. Forse le persone comuni non saranno mai capaci di vederlo e questa è la sua grandezza: a Zorba non importa di essere visto, non gli importa di essere venerato e lodato. A lui basta che i fiori elogiati contengano la sua linfa, che senza di lui non potrebbero vivere, che la loro vita è un prolungamento della sua. Quei fiori rappresentano le sue mani che si estendono nel cielo, sono la sua essenza che sboccia nel vento, che danza nella pioggia. La gente forse non verrà mai a conoscenza delle radici, ma se l’albero stesso comincia a condannare le radici e la gente di riflesso prende a tagliare le proprie, uccideranno qualcosa di molto prezioso nell’uomo. Tutti i buddha del passato sono vivi per metà. Conservano ancora la loro bellezza. Mi piacerebbe però che fossero vivi per intero e a quel punto la loro bellezza sarà immensa. Posso avere un profondo incontro

“cuore a cuore” con tutte le persone risvegliate del mondo, ma per loro sarà difficile. Troveranno difficile avere un dialogo con me, per il semplice motivo che quanto di se stessi hanno reciso, io l’ho propagato, ho esortato a farlo crescere. Saranno in grado di vedere che a loro manca qualcosa. Perciò c’è la possibilità che mi condannino: secondo loro sto facendo qualcosa che nessun buddha ha mai fatto prima; o potrebbero apprezzare il mio sforzo: ciò che loro non hanno osato fare, io l’ho fatto. So che chi è veramente risvegliato avrà il coraggio di vedere che ho osato dove loro non sono riusciti. Qualcuno deve farlo, deve rendere la consapevolezza onnicomprensiva; non qualcosa di parziale ma una totalità, così che l’uomo nella sua interezza possa crescere come un’unità organica senza storpiare nessuna delle sue parti. Ma è certamente una cosa pericolosa e sarà contraria a tutti i loro insegnamenti, perché ognuno di loro cercava di tagliare via qualcosa, rivestendo l’uomo di un determinato ideale. E il mio impegno è di mostrare che modellare l’uomo secondo un ideale vuol dire renderlo falso. L’uomo deve crescere senza nessun ideale, senza nessuna disciplina. La sua unica religione dovrebbe essere la consapevolezza e dovunque questa consapevolezza lo conduca dovrà andarci senza paura, quali ne siano le conseguenze. Questo è il modo in cui ho vissuto e non ho nessun rimpianto. Forse quelle persone potrebbero non capire, ma io posso comprendere perfino il loro non capire. Continuerò a elogiarli per qualsiasi bellissimo contributo abbiano portato nel mondo: non posso però mentire al futuro dell’umanità su quanto hanno fatto per storpiarvi. Voglio che l’uomo nella sua interezza sbocci in un essere spirituale. 2 TESTI DI OSHO TRATTI DA:

1. The Buddha: The Emptiness of the Heart #3 2. The Path of the Mystic # 27



investire IN TEMPI DI CRISI...

nella meditazione

PER CONNETTERCI CON LE NOSTRE RISORSE INTERIORI E RISPONDERE AL MEGLIO ALLE DIFFICOLTÀ DELLA VITA INTERVISTA A PRASAD E ALVINA

Marga: Da “bravi meditatori” siamo in un certo senso abituati a considerare alcune situazioni difficili della vita – le relazioni, ad esempio – come opportunità di crescita e di evoluzione. Ma in tempi difficili da un punto di vista economico, come questi, molti sembrano disconnettersi da questo approccio. Perché è invece importante “investire” – permettetemi il gioco di parole – nella meditazione anche in tempi di crisi economica? Prasad: La meditazione sta guadagnando sempre più popolarità oggigiorno, sebbene la visione comune la consideri solo una tecnica per rilas14 OSHO TIMES

sarsi e avere più pace interiore, e non prenda affatto in considerazione la portata del suo vero potenziale nella vita di tutti i giorni. Viene quasi percepita come un lusso, qualcosa che si fa in vacanza, separata dalla vita quotidiana e non appena si presentano delle difficoltà, la meditazione è tra le prime cose alle quali si rinuncia. Nella nostra esperienza – mia, di Leela e di Alvina – la meditazione, invece, è uno strumento molto pratico e di vitale importanza, non solo per il benessere interiore, ma anche in relazione alla realtà che ci circonda e al nostro ruolo nel mondo. Se la gente comprendesse

il valore della meditazione e quello che dà veramente, tutti inizierebbero a metterla tra le priorità essenziali, invece che al fondo della lista. Quando la casa va a fuoco devi chiamare i pompieri: la meditazione è il pompiere che spegne il fuoco in tempi di crisi, anche economica! Nel corso dei millenni sono esistite molte tradizioni che hanno dato vita allo sviluppo di diverse tecniche di meditazione, ma la nostra comprensione, dopo essere stati con Osho per oltre trent’anni a meditare, è che la meditazione espande la nostra consapevolezza in maniera semplice e pro-


SPECIALE fonda. La gente dà la consapevolezza per scontata; fondamentalmente il punto di vista occidentale prevede lo stato di consapevolezza o l’assenza di consapevolezza – come essere sotto l’effetto di alcol o droga, o la perdita di conoscenza a causa di una malattia o di un incidente – senza vie di mezzo. Non esiste la comprensione che lo stato normale di consapevolezza possa prevedere dei gradi e che quindi una maggiore consapevolezza abbia un reale effetto sulla propria vita nel mondo. Quindi c’è una basilare mancanza di apprezzamento, mentre a nostro vedere l’essere consapevoli e consci è uno dei beni più preziosi dell’essere umano. Cosa ci distingue da un animale o da un sasso? La consapevolezza e l’essere consapevoli che tutto ciò che è importante nella vita deriva da questa qualità. Se nel lavoro sei più consapevole delle persone che ti circondano avrai più successo! In sostanza tutto si riconduce al tuo grado di consapevolezza. Se vai al lavoro mezzo ubriaco, o meno cosciente per qualche altro motivo, non sarai attento, non saprai riconoscere i tuoi punti di forza, o quello che ci si aspetta da te... e in tempi di crisi specialmente questo è molto pericoloso. Alvina: In una situazione di crisi generalmente la tendenza è quella di dirigere tutta la consapevolezza verso l’esterno perché la crisi sembra accadere fuori di noi e quando lo facciamo non è poi così semplice rimanere in contatto con la nostra intelligenza e i nostri punti di forza; in più ci può essere la tendenza ad agire da uno spazio di paura, o da uno schema di comportamento inconscio e tutto ciò rende le nostre azioni meno efficaci e talvolta ci sottrae più energia di quanta ce ne metta a disposizione. La meditazione ci aiuta a diventare veramente consapevoli delle nostre risorse interiori che sono esattamente quello che ci occorre per affrontare le situazioni di crisi. Tutti noi abbiamo

dentro delle qualità e delle risorse che ci permettono di vivere al meglio la nostra vita, traendo gioia dalle situazioni belle e padroneggiando quelle difficili. Il modo per avere accesso diretto a queste qualità è proprio andare dentro di sé: sono la meditazione e la consapevolezza a renderlo possibile. Un equivoco molto comune è che la meditazione è qualcosa che si fa quando si ha un po’ di tempo libero: ci si accomiata dal mondo, si chiude la porta e ci si siede in silenzio, allora, a quel punto, si è in pace e con se stessi. Senz’altro questa è una componente molto importante della meditazione, ma non è la sola. È altrettanto importante che la qualità della meditazione e la consapevolezza che troviamo dentro di noi vengano portate fuori e immesse nella nostra vita, e ogni situazione può essere un’opportunità per farlo; una crisi costituisce un’opportunità ancora migliore perché ci richiede una dose maggiore della nostra forza, della nostra intelligenza e del nostro essere vigili, attenti, consapevoli. Prasad: Sì, la consapevolezza si muove sia verso l’interno sia verso l’esterno e diventando più consapevoli della nostra natura interiore, al tempo stesso aumenta anche la nostra consapevolezza del mondo che ci circonda, permettendoci letteralmente di “approdare” nel momento presente; questa è una delle sue qualità più importanti, perché molto spesso capita di perdersi nei pensieri e nella mente, restando inconsapevoli di quello che succede realmente attorno a noi e quindi incapaci di rispondere alle situazioni. Essere più consapevoli e percettivi verso ciò che accade attorno, ascoltare e capire veramente ciò che si dice, essere in grado di “sentire” la direzione da prendere, ciò che va bene e ciò che non funziona… significa semplicemente diventare più vivi e presenti. Ogni senso è come una finestra che si apre sul mondo; se alla finestra ci sono

filtri o tendine che ti impediscono di vedere chiaramente, come fai a prendere decisioni intelligenti per la tua vita, sia che riguardi gli affari, la carriera, o il lavoro? Quindi uno degli effetti della meditazione, dell’espandere la consapevolezza, è quello di aprire i sensi al momento presente, essere vigili attimo per attimo. E consapevolezza poi significa anche prendere coscienza dei nostri punti di forza, della nostra natura interiore, in modo da riconoscere e attingere ai talenti che ci consentono di rispondere in maniera appropriata alle situazioni esterne. Quindi la consapevolezza deve andare in entrambe le direzioni. È importante e utile diventare consapevoli della nostra natura interiore, ma se al contempo non prendiamo coscienza anche del mondo esterno non saremo poi capaci di esprimere la nostra vera natura. Resterà dentro di noi, ma non arriverà mai a fiorire e a trovare un impiego pratico nella nostra vita. D’altro canto ci sono persone che hanno sviluppato grande prontezza e acume verso la realtà che le circonda, ma senza consapevolezza della loro natura interiore la capacità di rispondere in modo intelligente e creativo alle situazioni esterne è limitata. Entrambi gli aspetti sono importanti. Marga: Come può aiutarci la meditazione a far fronte alla grande paura che si accompagna alla crisi? Prasad: Quando abbiamo paura la nostra percezione e consapevolezza tendono a ritirarsi, con la propensione a fissare l’attenzione sulla paura: questo normalmente scatena pensieri negativi molto limitanti e la nostra percezione della realtà diventa distorta e negativa: perdiamo il senso della prospettiva. Se ci affidiamo alla meditazione, espandendo la nostra consapevolezza, vedremo certo la nostra paura, ma contemporaneamente vedremo anche i nostri punti di forza, la nostra natura più profonda, e da questa chiarezMARZO 2014

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za scaturiranno maggiore creatività e capacità di rispondere alla situazione. Quindi non si tratta di reprimere la paura, ma di realizzare che è come un puntino su uno schermo e che in qualsiasi momento noi siamo più grandi e abbiamo maggiori possibilità di quelle che ci presenta la paura. La paura o qualsiasi altra emozione o stato di pensiero negativo sono una distorsione della nostra realtà. Le emozioni sono una parte importante della vita, il punto è come mettere le briglie alla loro energia, o come impiegarla in modo positivo piuttosto che distruttivo, perché può andare in entrambi i sensi e in questo la meditazione ci aiuta enormemente. Espandere la propria consapevolezza è l’elemento chiave per passare con regolarità da un effetto negativo e limitante a uno positivo e creativo che ci permetta di espanderci anche all’esterno. Alvina: È umano avere paura quando qualcosa che consideriamo importante o di valore viene minacciato da una crisi, quando non sappiamo cosa succederà o cosa è possibile fare, quando tutto è in movimento. Spesso succede che chi non è sufficientemente consapevole sia quasi travolto dalle emozioni o addirittura paralizzato e proprio questi sono i momenti in cui la meditazione è molto importante. Quando ci connettiamo dentro di noi attraverso la meditazione e accediamo allo spazio del cuore, è possibile per-

mettere all’emozione di esistere, sentirla, darle spazio, in modo che si trasformi in semplice energia, l’energia necessaria a far fronte alla crisi. Un altro aspetto spaventoso della crisi è che molto spesso spazza via strutture vecchie e obsolete, dando il via a un cambiamento che sulle prime succede sotto forma di caos. Quando il vecchio si sgretola o viene a mancare, la sua esistenza non è più garantita e il nuovo non si è ancora affermato, la sensazione è di grande minaccia e pericolo. Con la meditazione si apre una prospettiva più vasta da dove è possibile vedere un contesto molto più ampio; si può vedere che un periodo di crisi è semplicemente un’onda o un ciclo di un’onda lunga che passa da creazione a distruzione, a creazione e a distruzione di nuovo; è possibile vedere che nella vita generalmente il vecchio viene distrutto così che possa nascere qualcosa di nuovo. La consapevolezza che dà la meditazione apre la prospettiva che una crisi, in realtà, è un momento, uno stadio necessario, la preparazione a lasciar andare cose vecchie che non servono più; è una possibilità di ripulire, di diventare consapevoli di schemi limitanti così da fare spazio al nuovo, il quale fa la sua comparsa in modi che non possiamo dire o sapere in anticipo, ma più profondi sono la pulizia e il lasciar andare e maggiore sarà l’impatto del nuovo. Marga: In una crisi globale come

Prasad e Alvina, insieme a Leela, conducono da 30 anni seminari e training di meditazione e creatività. Il prossimo maggio saranno a Miasto per un lungo periodo. Prasad, insieme a Leela, condurrà, forse per l’ultima volta, Men’s and Women’s Lib (Liberazione dell’uomo e della donna), il workshop creato da Osho per portare consapevolezza ai condizionamenti del maschile e del femminile. Per maggiori informazioni sul loro lavoro in Italia: www.essentiallifeconsulting.com www.oshomiasto.com

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quella presente, c’è comunque un grosso fattore “esterno” di cui tenere conto. Come porsi di fronte a un mondo che sembra veramente a volte andare a catafascio o perlomeno così si percepisce in un collettivo dominato da pensieri foschi, di impotenza, disperazione, mancanza di prospettive? Prasad: In quanto esseri umani ci influenziamo a vicenda e durante un periodo di crisi, quando molti sentono la paura, la si avverte nell’aria ed è contagiosa, come lo sono gli schemi mentali negativi. La visione collettiva è che siamo separati dalla vita e che la vita è fuori, da qualche parte, e in questa separazione ci sentiamo molto soli e siamo influenzati da molte altre persone che si sentono sole e separate, e quindi siamo completamente travolti, sentendoci impotenti; ma se penetriamo più in profondità nella natura umana vediamo che quello che succede nella realtà circostante, in qualche maniera, è uno specchio di qualcosa che abbiamo dentro. Non siamo veramente separati dal mondo né dalla nostra realtà, e tutto dipende dal nostro stato mentale e dal grado della nostra consapevolezza: più è scarso e più siamo disconnessi dalla nostra natura più profonda, dai nostri punti di forza e dalle nostre qualità interiori; se non siamo consapevoli di questo e rimaniamo in uno stato mentale negativo, questo è ciò che attrarremo, rimanendo ciechi di fronte alle opportunità, perché il negativo attira altra negatività. Quindi ci ritroveremo a parlare e a ingigantire la faccenda in maniera sempre più spropositata con persone che hanno un atteggiamento negativo simile al nostro. Ma è possibile che un’altra persona che magari vive nello stesso ambiente, soggetta alle stesse influenze e circostanze esterne, sia però consapevole e connessa alla propria natura interiore e dunque attirerà una realtà molto diversa, che dipenderà dalle sue scelte, dalle persone che attirerà nella


SPECIALE propria esistenza, dalla sua facoltà di riconoscere opportunità che nessun altro riesce a scorgere; questo dimostra che anche vivendo nello stesso ambiente ed essendo circondati da persone che non riescono a vedere alcuna possibilità nella crisi, si può vivere una realtà molto diversa e attirare situazioni e persone diverse da quelle che accadono a chi adotta uno stato mentale negativo. Le persone riconoscono sempre di più che l’atteggiamento o lo stato mentale che assumono ha decisamente una corrispondenza nel mondo esterno. È qui che entra in gioco la meditazione: con l’espansione della consapevolezza ti sposti da pensieri negativi limitanti a uno spazio interiore più essenziale. Non insegniamo alle persone a passare da una mentalità negativa a una positiva, insegniamo loro ad andare dentro e trovare quello che è realmente autentico in loro, quelli che sono i loro punti di forza, la loro natura più profonda e ciò mette in moto la loro capacità di rispondere alla vita e da lì poi le situazioni arrivano da sole. Una persona meditativa e creativa attirerà altre persone meditative e creative, mentre quelle negative o non ne attirano affatto o, se lo fanno, non ne traggono alcun beneficio. Quello che abbiamo notato nella nostra vita è che di fronte a una situazione limitante non è detto che per forza dobbiamo subirne l’effetto o esserne toccati nel modo in cui capita ad altri. La meditazione conferisce un’incredibile individualità, grazie alla quale non siamo soggetti all’influenza di chi ci sta attorno. Connettendoci alla nostra interiorità e diventando più centrati nella nostra vera natura conseguiamo una grande fiducia in noi stessi e un senso di essere individui: siamo connessi alla vita, agli altri, ma siamo anche degli individui. Alvina: La meditazione, portando consapevolezza alla nostra autentica natura interiore, ci fa disidentificare

dai ruoli che adottiamo, come la nazionalità o il tipo di lavoro che svolgiamo, e quando non siamo più così identificati con un determinato stile di vita, lavoro, posizione sociale, siamo molto più flessibili e mobili. Quindi con la meditazione ci è possibile adattarci alla crisi in modo molto più creativo perché non siamo così incastrati in un certo ruolo o in una certa idea di chi siamo, di chi dovremmo o non dovremmo essere. A quel punto possiamo vedere le opportunità e seguirle con più scioltezza, perché siamo più fluidi.

una forma che ha cessato di esistere. Invece se sei connesso più in profondità con la tua natura interiore e riesci a comprendere cosa fa di te un bravo panettiere, entrando in contatto con i tuoi punti di forza, puoi renderti conto del fatto che i talenti e la creatività che ti permettono di fare il pane, puoi impiegarli in un’altra attività. Se conosci i punti di forza e le abilità che fanno di te un bravo panettiere, anche quando non puoi più fare il panettiere, puoi trovare molti altri sbocchi e modi di esprimerli in altri lavori. Questa è resilienza.

Marga: Questo mi fa pensare al concetto di resilienza, tanto di moda oggi in Italia, nel mondo del lavoro e non solo… Prasad: Essere resilienti significa non essere condizionati dal passato o da quello che ci succede attorno; vuol dire essere flessibili e rispondere creativamente attimo dopo attimo. Come si crea una risposta momento per momento? Prima di tutto devi essere più allerta riguardo a quello che ti accade attorno, in secondo luogo devi essere connesso ai tuoi punti di forza: questo è l’elemento che ti consentirà di adattarti e fluire. Se non sei consapevole delle tue risorse interiori e sei imprigionato nel tuo trascorso di esperienze passate che dettano chi sei, la tua capacità di rispondere si abbassa drasticamente e non sei affatto resiliente.

Marga: Quindi la crisi economica non è poi questo grande mostro se siamo connessi con noi stessi, attraverso la meditazione che si rivela essere uno strumento di comprensione della realtà interna ed esterna... Prasad: Possiamo dire che quando espandi la tua consapevolezza con la meditazione arrivi a comprendere la tua natura, ciò che ti rende felice e ciò di cui hai bisogno nella vita. Molto spesso le persone si mettono nelle situazioni sbagliate perché non sanno qual è il loro “funzionamento” di base e questo è un elemento molto prezioso che ci arriva dalla meditazione attraverso la semplice comprensione. È simile a ciò che accade con un’automobile: il nostro corpo-mente è come un veicolo del quale bisogna conoscere il funzionamento, sapere dove vanno la benzina e l’acqua per evitare di mettere l’una nel serbatoio dell’altra… e poi dobbiamo condurre l’auto nel senso di marcia giusto, saper usare i freni e l’acceleratore; se non se ne conoscono le funzioni elementari è un problema e lo stesso accade riguardo a noi stessi senza la meditazione: la gente va a sbattere da una parte all’altra, come gli autoscontri delle giostre; tutti continuano a scontrarsi solo perché non sanno come funzionano! La meditazione ci dà una comprensione e un riconoscimento fondamentali. Non c’è bisogno di essere ingegneri

Alvina: Facciamo un esempio: mettiamo il caso che hai sempre fatto il panettiere e che pensi che questa sia la tua vocazione, ciò che vuoi e sai fare; poi succede che in tempo di crisi i panettieri non sono più tanto richiesti perché la gente non compra più il pane di buona qualità perché costa troppo e compra quello prodotto industrialmente Se sei molto identificato con il tuo essere panettiere e l’arte di fare il pane, pensando che sia la tua vita, non hai resilienza, perché resti bloccato in

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nucleari, basta avere la conoscenza di base della propria natura, senza la quale perfino quando non c’è una crisi non funzioniamo in maniera ottimale; nella crisi sarà anche peggio perché avremo la sensazione di non avere alcuna scelta, ed è proprio questa sensazione di mancanza di scelta l’aspetto più tragico della crisi. Alvina: In una situazione di crisi alcune cose importanti che abbiamo sempre avuto a disposizione o che davamo per scontate potrebbero subire un cambiamento o smettere di esistere e ciò può essere fonte di grande stress e disorientamento, che ci porta a perdere la direzione della nostra vita. Con la meditazione siamo in grado di guardare più in profondità e connetterci con ciò che rendeva importante per noi avere il lavoro che avevamo, o il denaro o un certo stile di vita. Quando le circostanze esterne subiscono un cambiamento per via di una crisi e ci connettiamo con ciò che era veramente importante per noi in ciò che avevamo, e ci connettiamo a questo nella nostra natura interiore, allora – e qui la resilienza entra di nuovo in gioco – possiamo trovare altri modi per avere quelle qualità nella nostra vita, altri modi di esprimerle e viverle; a quel punto anche se la situazione esterna cambia, anche se non abbiamo ciò che in realtà vorremmo, non fa più tanta differenza perché quello che davvero importa è che non abbiamo mai smesso di averlo dentro di noi! E in tal modo non perdiamo neanche il senso della direzione della nostra vita, sappiamo come andare avanti o dove vogliamo andare, anche se è difficile. Facciamo un altro esempio: diciamo che durante una crisi una persona perde il lavoro, un lavoro molto ben pagato, e che non riesce più a trovare un lavoro analogo. Se il senso del suo valore era ancorato all’impiego e alla posizione, perderli sarà devastante, ma se la persona in questione si connette con le qualità essenziali che 18 OSHO TIMES

avere quell’impiego risvegliavano in lei – ad esempio trovarsi in una posizione importante la fa sentire creativa e libera – a quel punto anche se il lavoro se ne va, sarà comunque difficile, ma potrà sempre trovare altri modi per esprimere la sua creatività o provare un senso di libertà in ciò che fa, qualsiasi cosa sia. Anche se la sua vita deve subire un cambiamento, comunque ciò che per lei è importante, ciò su cui è radicata, si trova ancora lì. Questo dà una posizione molto diversa durante una crisi, perché essere connessi con la propria visione e la

propria intelligenza interiori ci rende capaci di cogliere la prossima opportunità al volo! Prasad: Il punto è rimanere fedeli ai propri valori, alla propria essenza, nel pieno di una crisi anziché perdersi nelle circostanze momentanee… Marga: Può succedere anche di scoprire nuovi valori… Prasad: Sì, e sono i valori, specchio della nostra natura essenziale, che ci danno forza e il senso del nostro potere…

Ascolta la tua energia Il denaro e il potere ci attirano, ma non ci chiediamo mai: “Perché dovrei inseguire queste cose?”. Nessuno si pone l’interrogativo fondamentale: Perché? Perché mai dovresti ambire al vertice? Cosa farai quando avrai raggiunto la cima? Quando sarai diventato presidente di una nazione, che cosa farai? In che modo ti appagherà? Hai sete e ti spingono su un sentiero che ti porta quantità di denaro sempre maggiori. Una volta presa quella strada potrai anche lottare duramente, accumulando molto denaro, ma il denaro non ha alcun nesso con la tua sete. A un certo punto, improvvisamente, ti sentirai frustrato e dirai: “Il denaro non può farci niente, ma ormai è troppo tardi”. Comprendi ciò di cui hai bisogno interiormente e poi lavora con assiduità e intelligenza in quella direzione. Ma prima individua i tuoi bisogni interiori e li potrai riconoscere solo se comprenderai chi sei. Se riesci a comprendere la qualità della tua energia, sarai in grado di comprendere cosa può appagarti. Altrimenti, se non sai chi sei, continuerai a correre. Correre è pura follia: fermati sul ciglio della strada e medita un po’; riconsidera quello che stai facendo e perché. Non correre febbrilmente, perché correre ti farà correre ancora di più. Col tempo correre ti renderà incapace di fermarti. Continuerai a fare una cosa o un’altra e diventerà un’abitudine, senza la quale non ti sentirai più vivo. Conosco persone che hanno guadagnato denaro a sufficienza da poter andare in pensione. Anzi, per tutta la vita non hanno fatto che ripetere che, una volta guadagnato abbastanza, si sarebbero ritirati a fare la bella vita. Non lo faranno mai. Serve comprendere qualcosa di fondamentale: queste cose non potranno mai soddisfarti perché non corrispondono a bisogni essenziali, ci vuole qualcos’altro. Ma questo qualcos’altro va ricercato dentro di te, nessun altro può guidarti. Il tuo destino è dentro di te, il progetto è dentro di te. Prima di metterti a rincorrere alcunché, la cosa fondamentale è chiudere gli occhi, entrare in sintonia con te stesso, con la tua energia e ascoltare. Qualunque cosa ti dica, quella è la cosa che fa per te. Allora ti sentirai appagato e col tempo ti avvicinerai sempre di più a sbocciare, alla tua fioritura. TRATTO DA:

Osho, La ricerca, NSC Editore


SPECIALE

Soldi!

Non ce n’è mai abbastanza... OLTRE I NOSTRI SCHEMI INCONSCI INTERVISTA AD ANANDO

Marga: Quest’anno proponi all’OshoFestival di Bellaria un nuovo workshop, “Soldi”. Di cosa si tratta? Anando: È molto affascinante… Il rapporto che abbiamo con il denaro è soggetto alle stesse influenze delle altre aree della nostra vita e dobbiamo semplicemente comprendere quali dinamiche inconsce lo condizionano. Il denaro è solo una forma di energia, non è una cosa fissa e solida; che siano lingotti d’oro, soldi in banca o investiti in titoli di borsa, il suo valore è in continuo cambiamento, non è statico, è un movimento, un flusso... eppure la maggior parte delle persone prova una qualche sorta di disagio verso il denaro, che sia rabbia o preoccupazione, e spesso tutto si riconduce al timore di

non averne abbastanza. È una tematica molto comune, si chiama sindrome della scarsità e pervade in larga misura la società a vari livelli: il percepire che non c’è abbastanza di qualcosa… tempo, soldi, sesso, giorni in una settimana, istruzione, amore; è una sorta di schema mentale inconscio, un’abitudine inconsapevole a sentire che non c’è abbastanza e fintanto che rimane inconscio non siamo nemmeno in grado di goderci quello che abbiamo. Indipendentemente da quanto abbiamo, sentiamo sempre che non è abbastanza. Molti pensano che se avessero un milione di euro in banca potrebbero rilassarsi e godersela, ma fintanto che rimane la percezione inconscia che non è abbastanza, che altre persone hanno

di più, è impossibile rilassarsi e godersi persino un miliardo di euro! E le persone che magari riescono davvero ad avere un milione di euro avranno bisogno poi di cinque milioni che in seguito diventeranno dieci e così via. Non ha fine a causa di uno schema mentale inconscio e se non ne diventiamo consapevoli, è lui che dirige la nostra vita. Un altro schema mentale inconscio molto diffuso è quello di ritenere che il denaro, soprattutto il possederne molto, sia qualcosa di sbagliato, di non spirituale. Un altro ancora è l’idea che i soldi siano il metro della rispettabilità, del successo e del proprio valore. Altri sentono di non meritare di essere ricchi: va bene che succeda a qualcun altro, ma a loro non capiterà mai. MARZO 2014

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Comunque, quale che sia lo schema mentale inconscio, condiziona il nostro rapporto coi soldi e continua a sabotarlo. Quando iniziamo a lavorarci su e a esplorare, scopriamo di avere assorbito questi schemi mentali, valori e idee dai genitori, dalla famiglia. Dal momento che sono inconsci è chiaro che non ci rendiamo conto di averli, ma continuano pur sempre a incidere sulla possibilità di attirare soldi o meno nella nostra vita. E non mi riferisco al pensiero positivo, ossia che a forza di pensare di essere ricchi lo si diventa; no, si tratta di vedere qual è l’ostacolo a livello inconscio, perché consciamente possiamo ripetere a noi stessi che vogliamo essere ricchi e avere successo, ma se una piccola voce nel nostro inconscio continua a dire che non ce lo meritiamo, oppure che non siamo bravi abbastanza, la voce dell’inconscio sarà sempre più potente del nostro desiderio conscio. Il nostro inconscio costituisce il 95% della nostra mente e il restante 5% è la nostra mente conscia, quindi il primo sarà sempre più potente della seconda ed ecco perché gran parte del lavoro di Osho è volto a farci diventare consci del nostro inconscio, così che smetta di dominare la nostra vita. Quando comprendiamo l’inconscio e gli diamo una ripulita, allineandolo con la mente conscia, le cose iniziano a fluire automaticamente nella nostra vita, l’energia si sblocca e fluisce. Osho lo spiega molto chiaramente: “Basta solo diventare consapevoli del nostro

inconscio”! Se siamo davvero in grado di vedere – senza giudicare, senza desiderare che sia diverso, senza rifiutare – che abbiamo una certa idea nel nostro inconscio, che ci viene da nostro padre, o da nostra madre, neanche importa sapere da dove proviene, che ci dice, ad esempio, che non ci meritiamo di avere abbondanza nella nostra vita, questo esserne consapevole sarà sufficiente. A quel punto non c’è bisogno di fare nulla, perché nel solo atto di portare l’inconscio alla luce, di vederlo, esso perde il suo potere su di noi. Quindi la questione, in pratica, è di comprendere ciò che nel nostro inconscio ci rende la vita difficile, dal punto di vista dei soldi. Marga: Quindi il workshop che proponi aiuta a divenire consapevoli di cosa ci ostacola a livello inconscio e a metterlo in discussione… Anando: Sì, riguarda l’esplorazione delle dinamiche inconsce che rendono il denaro una tematica difficile per noi. E anche la comprensione che la ricchezza non equivale solo ad avere soldi. Avere soldi è bello, meraviglioso, ma solo se sappiamo come usarli e goderceli, altrimenti è inutile. Avere soldi in banca può anche appagare l’ego, ma non è il genere di soddisfazione e nutrimento che cerchiamo nella vita. Tutto ciò che facciamo nella vita si riconduce all’anelito di sentirsi soddisfatti, nutriti, felici. Questo desiderio è la base di ogni nostra azione e tenere i soldi in banca

Anando ha un’esperienza trentennale nella pratica e nel lavoro con le meditazioni di Osho e con le sue tecniche di trasformazione. Tiene numerosi workshop e seminari in ogni parte del mondo. Per altre info: www.lifetrainings.com Ha creato alcune meditazioni guidate su CD, sia in inglese che in italiano, disponibili presso oshoba.it È all’Oshofestival di Bellaria dal 10 al 13 aprile presentando diversi workshop ed eventi. Tutte le informazioni su oshoexperience.it

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non ci darà quel tipo di sensazione. Forse farà stare meglio l’ego, ma non ci darà reale appagamento. Quindi se non sappiamo goderci la vita, goderci il denaro che possediamo già, anche se è poco, e se non siamo capaci di provare gratitudine per ciò che abbiamo, non importa quanto denaro abbiamo, saremo comunque sempre incapaci di godercelo. Il problema è che pensiamo che sia il denaro a renderci felici… Sono stati effettuati molti studi su persone che hanno vinto alla lotteria e l’esito è molto interessante: nel rintracciare persone che cinque o dieci anni addietro avevano vinto diversi milioni, i ricercatori hanno scoperto che molti di loro erano meno felici di prima, o al massimo felici quanto lo erano prima, della vincita. Nessuno è più felice solo perché vince alla lotteria, anzi, la maggior parte è meno felice perché ha perso gli amici, relazioni che erano certamente più importanti. Ma finché rimaniamo dell’idea che il denaro sia la cosa più importante, ci perdiamo le cose che hanno davvero valore per noi; rincorriamo il denaro dimenticando gli amici, le relazioni, gli affetti ed è un modo terribile di vivere la vita. Possiamo ottenere tutto il denaro che vogliamo, ma a quel punto saremo soli perché avremo perso tutto il resto per strada. Marga: Tornando ai vincitori alla lotteria, ho letto da qualche parte, diverso tempo fa, che molti di loro finiscono con l’esaurire tutto il denaro in un periodo molto breve, perché qualcosa dentro di loro non riesce a credere di essere diventato ricco e di potersi tenere quei soldi… Anando: Esattamente, se si ha un’idea inconscia di non meritarselo, si finisce per perderlo. E questo avviene anche a molte persone nate in famiglie ricche e che non hanno dovuto guadagnarsi il denaro che possiedono. Spesso provano sensi di colpa e inconsciamente perdono ciò che possiedono, lo


SPECIALE sperperano in uno stile di vita pazzesco, investimenti folli o in droghe. Succede di frequente. E questo significa semplicemente non aver compreso che qualcosa dentro di noi ci dice inconsciamente che non ce lo meritiamo. E dal momento che rimane a livello inconscio le persone non capiscono perché agiscono in un certo modo o provano certi sentimenti, perché è l’inconscio che le condiziona. Trovo affascinante lavorare con la tematica dei soldi, specialmente in Cina, dove il denaro è il nuovo dio. Lo rincorrono forsennatamente e si stanno rendendo conto che non li rende felici, anzi molti ragazzi di famiglie che si sono arricchite in pochissimo tempo ricorrono spesso al suicidio, alle droghe o all’alcol, tutti sintomi classici di una sensazione inconscia che sia qualcosa di sbagliato, o che non lo si merita. Spesso c’è anche di mezzo l’illegalità, o lo sfruttamento, e quindi un senso di colpa che quel denaro non è pulito, e qualcuno nella famiglia finisce per

pagarne le conseguenze. Lo si vede chiaramente anche nelle storie delle grandi famiglie del capitalismo. Quindi trovo affascinante lavorare con questo tema, perché ha tante implicazioni e naturalmente non solo negative. Osho dice che “Fare soldi è creativo come ogni altro atto creativo, come l’arte, la pittura, la scultura”. Quindi anche saper fare soldi è creatività, è

Cosa desideri veramente? Perfino sotto i desideri troverai nascosto dio. Perfino sotto le cosiddette cose terrene, scoprirai che stavi cercando qualcosa di trascendente. Se un uomo è alla continua ricerca di denaro, che cosa cerca realmente? Denaro? Se fosse alla ricerca del denaro, a un certo punto si sentirebbe appagato, ma quel momento non arriva mai. Probabilmente è in cerca di qualcos’altro. Erroneamente, cercando denaro, cerca di trovare qualcos’altro. Vuole essere ricco. Lasciate che ve lo dica in questo modo: chi è in cerca di denaro, vuole essere ricco, ma non sa che essere ricchi è totalmente diverso dall’avere denaro. Essere ricchi significa avere tutte le esperienze che la vita può offrire; significa essere un arcobaleno, non vivere in bianco e nero, ma tutti i colori insieme. Essere ricchi significa essere maturi, attenti, vivi. Chi cerca denaro ricerca qualcos’altro, ecco perché quando si è ottenuto il denaro non si è realizzato nulla. Chi cerca il potere, cosa sta realmente cercando? Quell’uomo vuole essere un dio e a questo mondo, pensa, se hai potere, puoi far finta di essere un dio. Dietro la sua ricerca di potere, si cela la stessa ricerca di dio. Quindi, quando arriva al potere, improvvisamente si sente privato, interiormente impotente: esteriormente è ricco, interiormente è povero, è un mendicante. TRATTO DA:

Osho, La ricerca, NSC

una forma di energia… non c’è nulla di male nel guadagnare, nell’avere degli obiettivi, anzi è bello usare la nostra creatività per creare ricchezza. Basta portare alla luce ciò che si trova nell’inconscio... Marga: C’è una domanda che ho posto anche ad altri e visto che parliamo di soldi c’entra con l’argomento: che valenza ha investire nella meditazione in tempi di crisi? Anando: È buffo perché si può dire che ci rivolgiamo alla meditazione solo nei momenti di crisi, perché finché la nostra vita procede bene meditare finisce in fondo alla lista della spesa; non appena si presenta una qualche crisi, magari nella relazione, ci mettiamo subito a meditare! La meditazione è ottima in tempo di crisi perché ci consente di prendere distanza dai problemi della mente che non fa altro che focalizzarsi su ciò che va male. Inoltre in tempo di crisi tutti i mezzi d’informazione alimentano la mente con problemi, preoccupazioni, paure, ansia. In questo la meditazione è di grande aiuto, per poter prendere un po’ di distanza dalla mente, una prospettiva diversa, il che è essenziale se vogliamo continuare a “vivere” invece di mettere il tasto di pausa perché c’è una crisi in atto; se vogliamo continuare a goderci la vita la meditazione è fondamentale! MARZO 2014

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La mia storia d’amore con la Dinamica

Q

di Leela Lovegarden

uando sono diventata sannyasin, nel 1977, il mio condizionamento tipicamente americano mi diceva di essere una “brava” persona, il più onesta possibile tranne quando dire la verità avrebbe ferito qualcuno, di mantenere le promesse, di essere puntuale, di pagare i miei conti e, in generale, di essere carina con tutti e reprimere le mie emozioni negative. Anche se non sono mai riuscita a essere all’altezza di questo standard e anche se a quel punto non volevo nemmeno più esserlo, il lato positivo è che quel condizionamento mi ha aiutata a fare la Meditazione Dinamica per due anni, perché, insieme al sannyas, mi sono anche presa l’impegno con me stessa di fare un’ora di meditazione al giorno e avevo scelto la Dinamica. Ma poi è successo che continuando a farla, gradualmente me ne sono innamorata. E come succede in quasi tutte le storie d’amore, nella mia storia d’amore con la Dinamica ci sono stati momenti meravigliosi e momenti tempestosi. In quei miei primi anni, ho avuto anche la fortuna di avere un partner che era assolutamente determinato, a fare 22 OSHO TIMES

anche lui la Dinamica ogni giorno. Quindi nei giorni in cui io avrei probabilmente trascurato il mio impegno, dormendo fino a tardi, il mio partner si alzava, si preparava e poi mi toglieva di dosso tutte le coperte e diceva: “Ok, alzati, è ora della Dinamica!”. Io scattavo velocemente per trattenere le coperte, dicendo: “No, oggi non la voglio fare! Fa troppo freddo per alzarmi!”. Allora andava in bagno, si bagnava le mani, ritornava, mi toglieva di nuovo le coperte e mi schizzava con l’acqua fredda, mentre io cominciavo a urlare: “Fermati! Lasciami in pace! Ti odio!”. E lui mi diceva: “Bene! Ora sei pronta per la Dinamica, dai!”. Di cattivo umore mi trascinavo fuori dal letto e in qualche modo riuscivo ad arrivare alla Buddha Hall e a quel punto non vedevo l’ora che arrivasse il secondo stadio della Dinamica, la fase della catarsi! Era un così grande piacere gridare ed esprimere le emozioni! E così, anche con l’aiuto del mio partner, sono stata in grado di fare la Dinamica per due anni. Più tardi, quando vivevamo al Ranch, in Oregon, ci fu detto che eravamo

ora in un’altra fase in cui, al posto della Dinamica, la nostra meditazione sarebbe stata il lavoro. Poi quando l’esperienza del Ranch si è conclusa, ho ascoltato un discorso di Osho, in cui, almeno così me lo ricordo io, diceva che non avevamo meditato abbastanza e che quindi dovevamo ricominciare dall’ABC. Per me l’ABC voleva dire Dinamica e quindi la feci per altri sei mesi, ad eccezione di quando viaggiavo in aereo. In seguito ho sperimentato molte altre tecniche di meditazione, ma tornavo sempre a fare la Dinamica per almeno un intero mese ogni anno, per tanti anni, e poi occasionalmente ogni volta che sentivo di averne bisogno. Facendo la Dinamica, nel corso degli anni, ho cominciato a notare molte cose durante le diverse fasi della meditazione. Nel primo stadio, la respirazione portava certamente tanta energia nel mio corpo e si espandeva nelle zone in cui la mia energia era congelata o bloccata, facendola sciogliere e muoversi. Mi sentivo più vitale, più attiva ed energica. A un certo punto, però, ho capito che non respiravo in


LA TECNICA modo caotico e ho realizzato che per respirare davvero in modo caotico, dovevo essere più presente, più sveglia e consapevole. Non potevo andare in automatico e semplicemente andare fuori di testa! Finalmente cominciavo ad ascoltare Osho che diceva che la meditazione era consapevolezza e ho compreso che la respirazione caotica era un modo per sostenere la consapevolezza, non serviva solo a muovere l’energia bloccata! Per ciò che riguarda il secondo stadio, all’inizio pensavo che la catarsi fosse un modo per “liberarsi” delle emozioni negative che mi era stato insegnato di reprimere. Immaginavo di essere come una bottiglia piena di emozioni negative e che ogni giorno nella Dinamica, ne buttavo fuori un po’, sperando che un giorno sarebbero finite! Ascoltare Osho che parlava di emozioni mi ha aiutata a ricordare ancora una volta che la meditazione riguarda la consapevolezza, non il rifiutare le emozioni, sperando che finissero. A quel punto, quando facevo la Dinamica, usavo l’espressione per aiutarmi a sentire le emozioni più facilmente e più fortemente, invece che “liberarmi” di loro. Spostando l’attenzione dal “liberarmi” dal sentire al “diventare più consapevole” del sentire ho notato che la consapevolezza cresceva non solo nella Dinamica, ma anche nella mia vita quotidiana. All’inizio, la fase dello “HU” era la parte della Dinamica a cui facevo più resistenza. Ma poi ho cominciato a “sentire” il suono e il saltare mi ha aiutata ad andare dentro, molto più in profondità di quando praticavo le meditazioni da seduta. Lentamente

sono diventata capace di essere consapevole di cosa succedeva dentro mentre saltavo ed urlavo “HU HU HU” invece che focalizzarmi solo sullo sforzo di fare correttamente la meditazione. Attraverso la crescita della consapevolezza ho cominciato ad apprezzare e persino a sentire gratitudine per la fase dello “HU” nella Dinamica. Poi, nel quarto stadio ho riconosciuto che dopo aver saltato ed urlato “HU”, non riuscivo a fermarmi completamente nello Stop! Quindi mi domandavo per un po’: “Che cosa si è fermato?”. Il mio respiro andava ancora forte, il sudore gocciolava e l’energia nel mio corpo fluiva velocemente. All’improvviso ho riconosciuto un contrasto tra il mio corpo molto vivo e il centro, che era assolutamente immobile, silenzioso, non in movimento. Lo Stop! rivelava ciò che si era veramente fermato, perché il contrasto tra la massima vitalità e l’immobilità del centro era enorme e così ho iniziato a riconoscere il valore della fase dello Stop! subito dopo l’intensa attività dei primi tre stadi: è il contrasto che rivela chiaramente il centro! Col tempo il quinto stadio della Dinamica è diventato lo stadio più importante per me, perché sentivo l’integrazione tra l’interno e l’esterno. Ero in grado di muovermi delicatamente e danzare e allo stesso tempo rimanere consapevole del centro. È stato durante il quinto stadio che la consapevolezza è diventata abbastanza grande da includere entrambi gli aspetti: il movimento e il flusso di energia del corpo e l’immobilità del centro. Quando ho iniziato a fare la Dinamica, 36 anni fa, cercavo di accorciare la fase

Leela tiene workshop e training nel mondo di Osho da più di 30 anni, in Italia anche a Miasto. È coautrice dei libri Alchimia della trasformazione – Guida pratica all’esplorazione di sé, e La vita che vuoi – Le leggi interiori dell’attrazione. Disponibili presso oshoba.it Per informazioni sul suo lavoro www.essentiallifeconsulting.com È all'OshoFestival di Bellaria dal 10 al 13 aprile offrendo alcuni eventi. Vedi www.oshoexperience.it

finale, per cercare di arrivare velocemente alle docce e a colazione. E non capivo perché era chiamato lo stadio della “celebrazione”. Mi chiedevo: “Che cosa sto celebrando?”. All’inizio la mia mente si inventava cose da celebrare, ad esempio il fatto che mi ero alzata e avevo fatto la Dinamica. O se la mia mente decideva che avevo fatto una bella Dinamica, era ciò che celebravo. Ma quando la mia consapevolezza è diventata grande abbastanza da essere consapevole del centro e del corpo simultaneamente, allora ho voluto celebrare questa comprensione. Ma c’è stata un’altra comprensione sulla fase finale della Dinamica, ricevuta da un amico, che mi è stata molto utile. Celebriamo ciò che è importante per noi, è un modo per dare veramente valore a qualcosa. All’inizio era difficile per me dare valore alla meditazione, perché la mia crescita nella meditazione è stata ed è molto lenta. Non riuscivo a riconoscere i risultati positivi che andavo cercando. A volte succedevano esperienze incredibili, ma non erano qualcosa che ero in grado di far accadere, anzi più cercavo di ripetere le esperienze precedenti e più mi sfuggivano. Era frustante. Ma quando semplicemente celebravo tutto, questa tensione e questa frustrazione si rilassavano ed ero in grado di dare valore alla meditazione indipendentemente da cosa era accaduto o non accaduto. È lì che ho iniziato a capire la “celebrazione”. Ciò che incoraggio a fare è scoprire personalmente cosa accade “a te” nella Dinamica o in ogni altra tecnica. Non è la tecnica in sé che ti dà la meditazione, è la consapevolezza in te che viene sostenuta, che cresce quando esegui qualsiasi tecnica. Sono arrivata ad amare la consapevolezza in sé nel corso degli anni e particolarmente man mano che diventa più grande. Il mio desiderio per tutti è che amiate la consapevolezza e che la consapevolezza cresca in voi! MARZO 2014

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Errori da evitare Dal punto di vista del corpo e della voce di Pratibha

La

Dinamica, per come la vedo generalmente spiegata ed eseguita, presenta spesso alcune lacune e incomprensioni dovute al fatto che mancano delle conoscenze di tipo corporeo e, soprattutto, di tipo vocale. Nel primo stadio, in cui la respirazione è nasale e l’enfasi è sull’espirazione, uno degli errori principali è quello di non far partire l’espirazione dalla pancia. La respirazione dovrebbe essere ventrale e l’impulso dell’espirazione dovrebbe essere abbinato al movimento del bacino verso il davanti e verso l’alto, come si fa in bioenergetica. Questo aiuta a spostare il diaframma verso l’alto e a espellere il respiro. In questo modo non c’è sforzo nel torace – e si evita di rimanere senza fiato – e nella faccia, cose che invece vedo accadere molto spesso. Questo movimento del bacino può succedere più facilmente mantenendo le ginocchia piegate. È im24 OSHO TIMES

portante ricordare, quando si espira, di non spingere dall’alto verso il basso, ma, al contrario, di espellere il respiro dal sotto in su, mantenendo sempre le spalle allo stesso livello. Respirare così non solo è più facile, ma sicuramente anche più energetico e orgasmico! Nel secondo stadio, la catarsi, l’espressione che invito a modificare è proprio l’uso vocale dell’urlo. In inglese c’è differenza fra scream e shout, che possiamo tradurre “grido” e “urlo”, solo per differenziare. L’urlo viene dalla pancia ed esprime un qualcosa che è collegato al sentire (rabbia, dolore, gelosia, attrazione, repulsione ecc.), assieme al desiderio determinato e passionale di esprimersi in questo senso. Scream invece è un grido di gola che esprime il non voler sentire, il rifiuto, la disperazione, l’impotenza. Ci sono situazioni in cui anche quest’espressione è necessaria, ma se nel secondo stadio si vuole attivare la connessione con le emozioni represse, soprattutto la rabbia, bisogna “imporsi” e avere il coraggio di sintonizzarla nella pancia dove si rivelerà in tutta la sua potenza. Continuo a constatare che il grido di gola, a differenza dell’urlo di pancia, ti fa sentire più che altro esausto e svuotato e senza voce, senza per altro aver veramente toccato ed espresso qualcosa di sé che non si conosceva. L’urlo di pancia, non importa quanto forte lo si esprime, se è connesso, non farà mai diventare afoni. Invito anche a usare di più la parola, o meglio il gibberish, ma sempre

mantenendosi in tonalità basse e con molte consonanti. Il terzo stadio è il famoso “HU”. Io l’ho sofferto in tutti i modi possibili e forse è proprio da lì che ho capito anche come farlo veramente. Ricordo un discorso di Osho, uno dei primissimi sulla Dinamica, in cui dice che è una specie di martellamento sul primo chakra, hammering the first chakra. Io cercavo invece di saltare in alto e mi stancavo dopo 3 secondi, mentre le braccia in alto mi proponevano sempre e solo delle immagini e dei vissuti di torture. La fatica e il dolore mi hanno indotto a soffermarmi di più sull’aspetto energetico e mobile di questo stadio. Ricordando la spiegazione di Osho ho cominciato a capire che dovevo usare il rimbalzo, più che il salto, dando più enfasi al battere i talloni per terra, mantenendo le ginocchia sempre piegate e morbide, per non danneggiare la colonna vertebrale. Il trucco era di lasciarmi rimbalzare in alto come una palla, lasciandomi attraversare dall’energia che veniva dalla terra e che manteneva le braccia in alto, tese (ma non rigide) proprio sopra le spalle. Diventavo davvero una torcia di energia che attraversava tutti i chakra per uscire proprio dalla testa e dalle mani. Anche l’HU scendeva sempre più in basso e diventava sempre più potente. Il tallone racchiude il punto della volontà e della determinazione e quindi, portando l’attenzione al tallone, il balzo (che deve essere continuo, possibilmente non interrotto) diventa ogni volta un’affermazione di determinazione. Anche mantenere il suono HU è fon-


LA TECNICA damentale, perché se gli si permette invece di salire al petto o peggio alla gola, diventando quasi sempre un HO o peggio un HA, si perde la sua vera funzione. Mi sembra di ricordare che, in una delle prime spiegazioni della Dinamica, Osho diceva che questo HU era la contrazione del mantra ALLAH-HU cantato dai Sufi Mevlevi. Questo HU è profondissimo e agisce appunto sul primo chakra. È importante quindi impegnarsi per mantenere questo suono il più basso possibile in tonalità (non in volume), immaginando che esca proprio dal chakra radice, sincronizzandolo con il battere dei talloni. È anche importante mantenere il ritmo e non interromperlo così da arrivare al punto in cui è l’energia che prende il sopravvento. Se proprio si deve interrompere il suono o il salto, è meglio non interrompere tutto insieme, ma mantenere in ritmo almeno un’attività. Riprendere da zero richiede un impiego energetico molto più grande che non usare lo slancio creato dal procedere del ritmo. Per chi ha dei problemi alla colonna vertebrale, invece di ruotare il bacino, come indicato da altri terapisti, io suggerisco di battere i talloni stando fermi, con ginocchia ben piegate per mantenerne l’attivazione. Si mantiene così il contatto con il primo chakra, con la volontà e la determinazione e si favorisce l’allineamento dei chakra. Ruotando il bacino si attiva invece la sensualità e le dimensioni del secondo chakra. Non ho nulla da aggiungere allo stadio dello Stop! che dice tutto da sé… e per ciò che riguarda la Celebrazione, ho solo la raccomandazione di non lasciare mai la meditazione prima della fine: è proprio un peccato mancare la dimensione della gratitudine e della gioia… Pratibha de Stoppani offre workshop di Voicing©. Per maggiori informazioni sul suo lavoro: www.voicing-institute.com

Benefici per tutti

al contrario di quel che si pensa la Dinamica non è solo per principianti... La Dinamica è veramente un fenomeno molto raro e non è destinata a un solo genere di persona, può essere utile a tutti. A una persona letargica, un tamas, la tirerà fuori dall’inerzia, dalla sua letargia. Creerà in lei così tanta energia che l’inerzia sarà spezzata, se non tutta almeno in parte. Se una persona letargica è pronta a farla può fare miracoli, perché a una persona letargica l’energia non manca. L’energia c’è, ma non in modalità attiva, in uno stato attivo. L’energia è addormentata. La Dinamica può fungere da sveglia e trasformare l’inerzia in attività. Per la persona del secondo tipo, il rajas, la persona d’azione, molto attiva, anzi troppo attiva, così attiva che non riesce a trovare spazi in cui liberare la propria energia, tanto che alla fine ristagna, la Dinamica la aiuterà a liberarla, a scaricarsi. Dopo aver fatto la Dinamica si sentirà leggera, senza peso. E nella vita la sua sfrenata e continua ossessione per l’attività rallenterà. Una parte del suo essere ossessivamente impegnato a fare qualcosa si dissolverà. Naturalmente trarrà dei benefici maggiori di una persona letargica, perché quest’ultima come prima cosa deve essere riattivata. Si trova al gradino più basso della scala, ma se si riattiva tutto diventa possibile. Diventando attiva sarà una persona del secondo tipo, un rajas! E per una persona sattva, una persona silenziosa, la Dinamica sarà di immenso aiuto. Non è letargica, quindi non c’è bisogno di alzarle l’energia. Non è ossessivamente attiva, non ha bisogno di alcuna catarsi. È in equilibrio, più puro degli altri due tipi, più felice, più leggero. E allora in che modo gli sarà d’aiuto la Dinamica? Per lui

sarà una celebrazione. Diventerà un canto, una danza, un partecipare al tutto. Per un uomo di silenzio le tecniche dinamiche saranno immensamente utili, perché porteranno nella sua vita non solo il silenzio, ma la beatitudine. È già silenzioso, perché l’equilibrio dà silenzio e pace. Ma il silenzio è un fenomeno negativo e se non diventa una danza, una canzone, una gioia non vale molto. Va bene essere silenziosi, ma non accontentarti, perché molto di più ti aspetta. Una persona silenziosa è come un paziente che ha ricevuto la diagnosi medica “Non c’è niente che non va”. Ma quella non è salute: forse non sei malato, ma non sei necessariamente sano. La salute ha un aroma differente, una vitalità. L’assenza di malattia non è salute. La salute è un fenomeno positivo che ti rende frizzante, che ti fa essere raggiante, non ha niente a che fare con un certificato di assenza di malattia. La salute in se stessa non è solo assenza di malattia, è una presenza in se stessa. Un uomo di silenzio, un sattva, è già in pace e vive una vita molto tranquilla. Tranquilla, ma senza risate. Tranquilla, ma senza energia straripante. Tranquilla, ma senza irradiare. C’è silenzio, ma è oscuro, la luce non è penetrata. Un sattva può diventare assolutamente silenzioso, ma nel silenzio la canzone del divino non è penetrata. La Dinamica lo aiuterà a danzare, a portare una danza al proprio cuore, a portare il canto a ogni cellula del suo essere. TRATTO DA: Osho, Yoga: Il respiro dell’infinito, Oscar Mondadori

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Dal corpo al silenzio Marga intervista Prafulla e Dhayria sui Campi e gli Intensivi di Meditazione a Miasto Miasto da sempre tiene un

Campo di Meditazione al mese, che consiste in un weekend residenziale dedicato alle tecniche attive di Osho. Da qualche tempo Prafulla e Dhayria offrono, alternandolo al Campo classico, un Intensivo di Meditazione. Ho chiesto loro di spiegarmi la differenza e anche altre cose… Dhayria: Sapendo di questa intervista stamattina mi sono chiesto: “Ma che cosa c’è di speciale? Cosa c’è di diverso rispetto a un campo di meditazione normale?”. Durante un Intensivo proviamo a creare un vero e proprio percorso. Iniziamo con le meditazioni che lavorano più sul corpo, tipo la Nataraj e la Stop Dance, o anche la Chakra Breathing e la Sufi Chakra Breathing, per cominciare a sciogliere i blocchi che tutti hanno. Poi andiamo verso il cuore e usiamo la Heart Singing, per esempio, che consiste nel cantare e ballare tutti insieme. Prafulla è anche musicista e quindi l’atmosfera che si crea è molto bella, è una cosa che tocca sempre la gente. Spesso io tengo anche una meditazione guidata sul cuore, in modo da nutrire quello spazio, portare consapevolezza e vedere 28 OSHO TIMES

cosa succede quando sei nello spazio del cuore. Poi andiamo più verso il silenzio, proponendo meditazioni dal Vigyan Bhairava Tantra e spesso anche la Darkness Meditation, la meditazione del buio, anche perché è una tecnica che viene offerta raramente e invece la gente la apprezza moltissimo. La cosa che ho notato spesso, ed è anche ciò che cerchiamo di trasmettere, è che durante un Intensivo ognuno trova se stesso. È come dare spazio a ognuno per trovare il suo percorso nella meditazione. In un Campo fai semplicemente le tecniche, mentre in un Intensivo cominci a trovare una

interiorità tua, certo con il nostro aiuto e la nostra guida, nella visione di Osho, per dare spazio all’accettazione di quello che c’è e alla consapevolezza anche dei giudizi sulla propria meditazione. Attraverso l’accettazione si apre la porta all’individualità. E secondo me in questo li aiuta anche il fatto che Prafulla e io siamo così diversi: sentono la nostra diversità e vedono anche l’accettazione di questa differenza, del fatto che c’è uno spazio comune della meditazione e c’è la nostra individualità che viene fuori, ad esempio, nel modo di dare feedback, o di guidare le tecniche.

Una gioia senza sforzo Stai meditando, è una cosa di cui gioire. Lascia andare ogni idea di successo nella meditazione e falla con naturalezza. Ciò che accade, accade da sé. Un giorno, senza sforzo, tutto comincia a succedere da solo. Lo sforzo non porta alla meditazione, anzi è un impedimento. Nello sforzo, nella pratica e nello studio c’è tensione. Qualsiasi aspettativa, persino l’aspettativa di raggiungere la pace, porta inquietudine. La tensione deve andarsene.

E non appena questo succede, arriva una pace divina. Smetti di sentire: “Lo sto facendo”. Comprendi invece: “Abbandono me stesso nelle mani di ciò che è”. Arrenditi, arrendi te stesso completamente. Non appena lo fai, arriva il vuoto. Il respiro e il corpo si stanno rilassando… accadrà anche alla mente. Quando la mente se ne va, ciò che prende il suo posto è indescrivibile. So che accadrà anche a te… vai semplicemente avanti con naturalezza, senza uno scopo da raggiungere. TRATTO DA:

Osho, Una tazza di tè, NSC Editore


Prafulla: Rispetto ai Campi, negli Intensivi c’è più spazio per la condivisione. Di solito nei nostri Campi c’è solo una condivisione finale in cui chiediamo come è andata, e qualche volta ci sono delle domande. Mentre negli Intensivi offriamo spazi più frequenti per la condivisione, abbiamo più tempo di ascoltare quello che le persone hanno da dire e rispondere alle loro domande. In questo senso è una struttura più mobile, meno rigida di un Campo di Meditazione. Dhayria: Quello che mi commuove e mi tocca in questi Intensivi – succede anche nei Campi, ma negli Intensivi succede di più – è che molte persone arrivano a delle comprensioni profonde, perché la consapevolezza si espande e hanno spazio per accogliere anche qualcosa di nuovo, nuove intuizioni. Questo dà molto nutrimento anche a me. Gli Intensivi sono nati anche perché c’era bisogno di qualcosa in più per noi, volevamo metterci dentro un po’ della nostra esperienza, il nostro percorso, condividerli con la gente. All’interno di un Campo c’è un po’ meno spazio per questo, perché sono più fedeli a quelli che erano i Campi a Pune, dove semplicemente facevi le tecniche. I Campi sono considerati spesso un’introduzione, una presentazione della meditazione, alla gente nuova. Però la gente che ha fatto gruppi per tanti anni poi comincia a volere qualcos’altro, qualcosa di più... e noto spesso che sono proprio loro che vengono a fare i Campi e a maggior ragione gli Intensivi, perché vogliono meno terapia e hanno solo bisogno di nutrire uno spazio per se stessi. Marga: Visto che si parla di Campi e Intensivi di meditazione e anche si è parlato di individualità, cos’è “meditazione” per ciascuno di voi? Prafulla: Per me la meditazione è l’essenza della ricerca. Ci sono diversi livelli a cui si può dire “questa è 4

2014

Anando in Italia

programma completo di Anando e informazioni su

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APRILE 10 - 13, BELLARIA: Osho Festival www.oshoexperience.it tel: 0331.841.952 APRILE 24 (h.21) - 27, LEIVI (GE): Intensivo (Personal Issues) Chetana, tel: 347.944.5514 info@osholeivi.com MAGGIO 17 - 18, REGGIO CALABRIA: Trasformazione week-end Le Dune Blu Resort, tel: 0966 766649 MAGGIO 30 (h.21) - GIUGNO 2, LEIVI (GE): Costellazioni Familiari Chetana, tel: 347.944.5514 info@osholeivi.com AGOSTO 6 - 10, MIASTO (SI): 5 Giorni di Trasformazione (con Shunyo) Osho Miasto, tel: 0577.960.124 oshomiasto@oshomiasto.it Anando is available for skype sessions for english speakers.Contact: anando@lifetrainings.com

AGOSTO 10 (h.21) - 17, ASSISI (PG): Vacanze con una Differenza (con Shunyo e Marco) Le Torracce, tel: 075.901.0158 info@torracce.com AGOSTO 18 - 24 (h.15), LEIVI (GE): Training di Costellazioni Familiari Part II (con Svagito) Chetana, tel: 347.944.5514 info@osholeivi.com OTTOBRE 16 - 19, MIASTO (SI) Amore per Se Stessi tel: 0577.960.124 oshomiasto@oshomiasto.it OTTOBRE 25 - 26, MILANO: Liberi di Essere (con Siddho) www.oshoexperience.it, tel: 0331.841.952 OTTOBRE 31 (h.21) - NOV 2, LEIVI (GE): La Tua Relazione con il Denaro Chetana, tel: 347.944.5514 info@osholeivi.com

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APRILE 10 - 13, BELLARIA: Osho Festival www.oshoexperience.it tel: 0331.841.952 APRILE 25 - 27, MIASTO (SI): *Passione per la Meditazione Osho Miasto, tel: 0577.960.124 oshomiasto@oshomiasto.it APRILE 30 (h.21) - MAGGIO 4, LEIVI (GE): Ritiro di Vipassana Chetana, tel: 347.944.5514 info@osholeivi.com MAGGIO 10 - 11, BOLOGNA: *La Via della Consapevolezza Devakusum@libero.it LUGLIO 11 - 13, SALSOMAGGIORE TERME: *Meditando (The Open Secret) www.oshoexperience.it tel: 0331.841.952 * Con musica dal vivo di

Veet Marco

AGOSTO 6 - 10, MIASTO (SI): 5 Giorni di Trasformazione (con Anando) Osho Miasto, tel: 0577.960.124 oshomiasto@oshomiasto.it AGOSTO 10 -17, ASSISI (PG): *Vacanze con una Differenza (con Anando) Le Torracce, tel: 075.901.0158 info@torracce.com SETT 4 - 9, MIASTO (SI): Meditation Training Osho Miasto, tel: 0577.960.124 oshomiasto@oshomiasto.it SETT 10 - 16, MIASTO (SI): Ritiro di Vipassana OTTOBRE 9 (h.21) - 12, La Donna (corso per donne) premameeta@gmail.com tel: 339.6265.617 NOVEMBRE 26 - 30, MIASTO (SI): Meditation Training II Osho Miasto, tel: 0577.960.124

MARZO 2014

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4 meditazione”. Posso dirlo quando faccio una tecnica, ma anche quando faccio un movimento qualsiasi e mi accorgo di quello che sto facendo! Oppure, possiamo dire, quello spazio dentro di noi che non sappiamo neanche come chiamare… quel centro, quella è la meditazione. La meditazione è il silenzio, non lo stare zitti, ma quel grande spazio, quella grande consapevolezza che cerchiamo di trovare, di nutrire, di espandere e di far crescere. Dhayria: Sento la domanda così vasta che, in un certo senso, non so rispondere perché è un’esperienza. Posso descrivere delle esperienze. Per dire qualcosa di diverso da quello che ha detto Prafulla, ci sono momenti in cui trovo un amore per me stesso e per gli altri in uno spazio così infinito, dove c’è silenzio e unione, unità. Questo è un esempio di momenti in cui sento la meditazione. E anche quegli spazi in cui mi arrivano comprensioni su me stesso… una comprensione profonda perché la consapevolezza si è espansa e anche quando succede un fermarsi, una calma totale, un intervallo dove tutto si ferma. Ma è provare a descrivere l’indescrivibile! Prafulla: Mi vengono in mente varie storielle Zen… quello che va dal maestro e chiede: “Ma dimmi cos’è la meditazione?” e Pam! una sberla. Oppure: “Cos’è la meditazione?” – “Cinque chili di riso”. Come diceva Dhayria, come puoi descrivere l’indescrivibile? Come fai a dare un nome a quello che non ha un nome? La domanda è un po’ un koan, sarebbe da tenere dentro di sé: “Cos’è la meditazione?”. Dhayria: Meditazione per me è anche quei momenti in cui ci sentiamo all’improvviso connessi con il tutto, quando arrivano le lacrime, il cuore si apre e accade uno “stop” dove non c’è un pensiero, non c’è un perché… Per informazioni su Campi e Intensivi a Miasto vedi oshomiato.com

30 OSHO TIMES

un Campo di Meditazione all’interno di...

OSHOFESTIVAL!

P

4 giorni di full immersion nelle tecniche di Osho

er la prima volta, in oltre 10 anni di OshoFestival, nell’edizione di quest’anno i partecipanti avranno anche la possibilità di partecipare a un vero e proprio Campo di Meditazione che si svolge parallelo al programma classico degli eventi e dei workshop. In una sala dedicata e appartata, la Sala Blu, Shunyo, Marco e Prafulla, facilitatori di provata esperienza, si alterneranno nel proporre le tecniche create da Osho personalmente, come la Nataraj, la Nadabrahma, la Devavani etc. o sotto la sua supervisione, come la Chakra Breathing e la Chakra Sounds, o riadattate dalla tradizione indiana come la Vipassana e le meditazioni tratte dal Vigyan Bhairava Tantra. Del programma fanno anche parte alcune meditazioni guidate condotte da Chetana e Tarika Lovegarden e naturalmente anche la Dinamica e la Kundalini che però si tengono nella sala principale, essendo tecniche molto “frequentate”.

Il grande Campo di Meditazione a Oshofestival nella sala blu... A questo si aggiungono la Meditazione Dinamica, la Meditazione Kundalini e l’Evening Meeting che essendo appuntamenti fondamentali per tutti si tengono nella Hall pricipale (sala rossa). GIOVEDI 15,15–16,20 Meditazione Heart Chakra con Prafulla. Aiuta a radicarsi e a utilizzare il chakra del cuore per scendere nel proprio centro.

16,45–18,00 Chakra Sounds Meditation con Prafulla. Suoni e musica per aprire e armonizzare i chakra, espandendo la consapevolezza.

21,30–22,30 Osho Meditazione Gourishankar con Prafulla. Tecnica serale basata sul respiro, la focalizzazione e il suono, che aiuta a sperimentare le vette himalayane.


MEDITAZIONE

VENERDI 9,45–10,45 Parlare al Corpo con Chetana. Il corpo è molto più saggio della mente e ci manda continuamente messaggi che noi abitualmente ignoriamo: così i messaggi diventano sempre più intensi e i problemi fisici sempre più gravi. Con questa tecnica rilassante imparerai a fare amicizia col tuo corpo e ad ascoltarlo.

11,30–12,30 OSHO Meditazione Chakra Breathing con Prafulla. Per diventare consapevoli dei 7 chakra ed energizzarli usando lo strumento più vicino a noi, qualcosa che abbiamo sempre a nostra disposizione: il respiro. 14,30–15,30 OSHO Meditazione Nadabrahma con Prafulla. Tecnica tibetana che da millenni porta pace e quiete all’intero essere. Usa humming e lenti movimenti delle braccia per entrare profondamente nel centro.

16,00–17,00 OSHO Meditazione Vipassana con Shunyo. La tecnica di meditazione con cui si è illuminato il Buddha. Una tecnica semplice, essenziale, basata sulla osservazione del respiro, di una profondità ineguagliabile.

L’idea di proporre un campo di meditazione nasce innanzitutto per dare la possibilità alle persone nuove di entrare veramente nella fragranza delle tecniche di Osho che, ricordiamo, sono il fulcro della sua visione e il fondamento di ogni altro lavoro, terapeutico o energetico che sia. Nel Campo potranno sperimentare diverse tecniche e trovare quella che meglio si addice alla loro vita in quel momento. In secondo luogo il Campo offre la possibilità anche ai meditatori di vecchia data, o a chiunque preferisca qualcosa di diverso dall’energia frizzante dei workshop e degli eventi, di concedersi un lungo week-end all’insegna della meditazione, del silenzio e dello stare con se stessi. Il Campo di Meditazione, cioè alcuni giorni dedicati esclusivamente alle varie tecniche, è un classico del mondo di Osho. Lui stesso, infatti, ancor prima della “prima Pune”, era solito organizzare Campi in varie zone dell’India, a volte addirittura in mon-

tagna o comunque all’aperto, in cui guidava personalmente le tecniche. E la tradizione è andata avanti per decenni a Pune e nelle sue Comuni in tutto il mondo. A Pune per lungo tempo si è tenuto un campo al mese, un bellissimo modo per prendersi una vacanza dal clamore del mondo: molte persone entravano addirittura in silenzio, indossando il famoso “silence badge”, una spilla che indicava che la persona era in silenzio e invitava gli altri a non disturbarla, per permettere all’energia di andare veramente dentro, senza dispersioni all’esterno. I nostri facilitatori, Prafulla, Shunyo e Marco, conducono Campi di Meditazione da tantissimi anni e sono tra i migliori facilitatori di tecniche meditative di tutto il mondo! Potete affidarvi a loro per qualsiasi domanda, dubbio o difficoltà che possiate incontrare nelle tecniche. E vi auguriamo un Campo di Meditazione meraviglioso!

21,45–22,45 OSHO Meditazione Devavani con Shunyo. Meditazione molto delicata dove usiamo parole senza senso e latihan per permettere alla mente inconscia di affiorare e ripulirsi.

16,00–17,00 OSHO Meditazione Vipassana con Shunyo.

SABATO 10,00–11,00 Music & Silence Satsang (con musica dal vivo) con Shunyo & Marco. A occhi chiusi ascoltiamo la musica, ascoltiamo il silenzio e alcune parole di Osho...

11,30–12,30 Gestire la Paura con Chetana. Scopri uno spazio sicuro dentro di te da dove sarai in grado di osservare con una diversa prospettiva situazioni esterne che solitamente ti provocano paura e insicurezza, senza però identificarti con esse.

14,30–15,30 Controllo ed Eccesso con Tarika Lovegarden. In questa meditazione guidata porteremo luce al conflitto tra il tentativo di controllare se stessi e la tendenza agli eccessi, in relazione al cibo, al sesso, ai soldi o a qualsiasi altra tematica. Impareremo l’arte dell’equilibrio attraverso la meditazione, per poterci godere la ricchezza della vita senza soffrire per conflitti interiori

Lo Staff di OshoExperience

21,45–22,45 Andare Dentro (con musica dal vivo) con Shunyo & Marco. Una meditazione al tempo stesso rilassante e rinvigorente, durante la quale portiamo consapevolezza agli occhi, al terzo occhio e al centro del cuore. Poi ci connettiamo tra noi e condividiamo le nostre energie sottili in modo leggero e gioioso. DOMENICA 10,00–11,00 OSHO Meditazione Nataraj con Prafulla. Ballare come meditazione: non solo una danza esteriore; mentre continui a ballare, pian piano sorgerà una danza anche dentro di te. E a quel punto potrai incamminarti danzando verso il tuo centro più intimo.

11,30–12,30 Focalizzati sul Terzo Occhio (con musica dal vivo) con Shunyo & Marco. “Il terzo occhio ha fame” dicono i mistici tibetani “ha fame di attenzione”. Una tecnica tantrica per portare consapevolezza al terzo occhio, sentire l’energia che vi affluisce più intensamente e poi percepirla come una doccia di luce. MARZO 2014

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festival

OSHO

bellaria

10_11_12_13

aprile 2014 nel moder nissimo

Palacongressi

...all’appuntamento più importante dell’anno per tutti i meditatori miracolo che si ripete ogni anno: un enorme abbraccio di gioia, meditazione, gioco, amichevolezza che avvolge centinaia di persone per quattro giorni. Un tuffo nel qui e ora, nei sensi, nel corpo, nella dolcezza delle emozioni. Una full immersion nel presente, per lasciarsi alle spalle la negatività della mente e scoprire la bellezza di essere, insieme a tanti amici sulla stessa lunghezza d’onda o anche da soli, nelle profondità della meditazione.

Un

“Semplicemente stupendo!!! Ogni volta faccio un carico di energia per un 32 OSHO TIMES

anno! E me la porto dietro sino al prossimo” ci scriveva l’anno scorso un partecipante. E infatti sempre più persone stanno scoprendo l’OshoFestival come un momento fondamentale per ricaricare le pile e portare sempre maggiore consapevolezza e gioia di vivere nella propria vita di tutti i giorni. Con una ricchezza di eventi che non ha paragoni – oltre 50 nei 4 giorni, condotti da terapisti internazionali di provata esperienza – l’OshoFestival è un vero e proprio concentrato di esperienze per riscoprire il tuo cuore, i tuoi sensi e tutti i tesori del tuo mondo interiore!

La novità di quest’anno è un vero e proprio Campo di Meditazione all’interno del Festival – vedi pagina a fianco – ma non è la sola... ad esempio è presente per la prima volta, con alcuni eventi di Tantra, Radha che arrivò giovanissima a Pune negli anni ‘70 e fu la prima della medium utilizzate da Osho per trasmettere individualmente l’energia alle persone nei darshan di quel tempo. Poi c’è Tarika Lovegarden, figlia di Leela e Prasad (Waduda e Wadud) nata e cresciuta nel “mondo di Osho” (vedi a pag. 48 alcuni brani del suo primo libro) che presenterà una meditazione da lei creata.


C’è poi il gradito ritorno, dopo qualche anno, di Videha con i suoi Zikhr e altre tecniche Sufi. Tornano anche Devapath e il suo lavoro sul respiro. Grande spazio al lavoro sull’energia: Leela Waduda presenterà, tra le altre cose, anche un nuovo workshop sul Quinto Chakra, mentre Upadhi introdurrà la nuova tecnica di Memory Access (vedi sul numero di febbraio di OTI). Presenze imperdibili Siddho col suo lavoro sulle relazioni e sul maschile/femminile, Anurag con le costellazioni, Leela su amicizia e creatività e Shunyata e le sue tecniche di consapevolezza del corpo nella danza. E poi Marco e le sue musiche, i rilassamenti guidati di Chetana, la più grande AUM meditation al mondo, con Somraj & Eshti, la scuola delle Osho Divine Healing Arts e la musica di Deva Paolo. E non dimentichiamo l’insostituibile contributo di Anando e la profonda dolcezza di Shunyo, che sostengono questi eventi sin dagli inizi e sono il fulcro dell’aroma inconfodibile di OshoExperience! Insomma, non manca nulla neanche questa volta per far diventare il Festival, nelle parole di chi l’ha vissuto:

“Una meravigliosa festa dove si respirano tanto amore, gioia di vivere e felicità, il tutto vissuto in una profonda purezza d’animo... emozioni profonde, tanta gioia, tanto stupore e tantissime sorprese!”. Oltre a tutto questo, ed è già tanto, ci sarà anche la possibilità di provare una vastissima gamma di trattamenti individuali – minisessioni d’assaggio e sedute regolari – a prezzi veramente promozionali. Importante

anche la presenza dei Centri di Osho di tutta Italia, per prendere contatti e informarsi sui programmi. Ma “per quanto possa trovare belle parole, non riusciranno mai a descrivere fino in fondo le sensazioni e le emozioni che provo” diceva un partecipante l’anno scorso... quindi bisogna proprio venire e vivere l’OshoFestival di persona! Ci vediamo lì. Sahaja

BISOGNA ESSERCI

da un feedback di un partecipante all’OshoFestival 2013 “Scriverne è riduttivo: bisogna esserci, parteciparci, viverlo per capire che trasformazione può produrre in così pochi giorni. Ogni giorno che passa c’è un crescendo di energia, energia che si percepisce non solo nelle persone, ma anche nell’aria... È un evento unico, perché non c’è nessuno che vuole portare o insegnare niente a nessuno, se non la propria esperienza unita alla gioia che sprizza da tutti i pori. Credo che in questo periodo così duro per tutti, questo evento rappresenti un grandissimo aiuto per rimanere centrati, per non farsi travolgere da ciò che sta accadendo dentro e fuori di noi e soprattutto per renderci consapevoli che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è lì a portata di mano, dentro di noi, se solo permettiamo di connetterci col cuore. Ho provato sensazioni d’amore bellissime, c’era spazio per tutti dentro di me... sentivo il bisogno profondo di abbracciare e di lasciare fluire l’abbondanza d’amore che sentivo sorgere dentro di me...”

MARZO 2014

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Dalle masse ai discepoli

Osho traccia una breve storia del suo lavoro

Ho

parlato a milioni di persone in tutto il mondo. Ero solito parlare davanti a folle di cinquanta o centomila persone e sapevo che ciò che dicevo passava sopra le loro teste: non facevano altro che stare seduti lì. Quelle persone mi amavano, non perché capivano quello che dicevo, ma 34 OSHO TIMES

solo per il modo in cui lo dicevo. Amavano la mia presenza, ma non erano dei ricercatori, avevano solo approfittato di un’opportunità. Presto mi stancai. Era completamente inutile, perché ciò che dicevo entrava loro da un orecchio e usciva dall’altro...

Vista la situazione, ossia la quasi inutilità di parlare alle folle, iniziai a radunare qualche decina di persone. L’unico modo era smettere di parlare alle folle, quindi andavo su una montagna e informavo la gente che chiunque fosse stato disposto a venire sulla montagna per dieci, o sette giorni, poteva venire e stare con me. È chiaro che se qualcuno si prende dieci giorni dal lavoro deve avere un qualche interesse, non può essere solo curiosità. Se lascia la moglie, i figli e il lavoro per dieci giorni come 4


un invito al silenzio QUANDO LA COMPETIZIONE FALLISCE INVIDIA SIGNIFICA VIVERE NEL CONFRONTO

LA MAGIA DEL RISPETTO DI SÉ NESSUNA UMILTÀ, NESSUNA ARROGANZA

Osho ci accompagna in una presa di coscienza sull’essere noi stessi, in piena accettazione, abbandonando invidia e gelosia. Cosa desideriamo veramente? Vivere in un inferno psicologico oppure in paradiso? Vivere la nostra vita o lasciare che qualcuno viva al posto nostro? L’invito è di smettere di paragonarsi agli altri e vivere le esperienze della vita da veri individui, senza aver paura di lasciare che i vecchi condizionamenti si sgretolino lungo il cammino. Solo allora si possono gettare le basi affinché il buddha nascosto dentro di noi si manifesti.

“Io non vi insegno a essere umili. Io vi insegno a essere autentici, integri, individui con un immenso rispetto per se stessi. Rispetto di sé può creare dei dubbi nella tua mente, poiché sembra significare l’ego. Non è così: il sé è ciò con cui sei nato, l’ego è tutto quello che continui ad accumulare tramite l’istruzione, l’educazione, le università... non fai che accumularlo, e l’hai reso così grande che hai completamente dimenticato il tuo sé autentico. Se osservi e vai in profondità nella tua esistenza, troverai il luogo da dove hai iniziato a dimenticare te stesso...” Osho.

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“Non posso obbligarti a essere silenzioso, ma posso creare un espediente in cui spontaneamente sei destinato a entrare in silenzio.” Osho

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“Come darti un assaggio della meditazione, è stata la ragione fondamentale del perché ho parlato per più di 35 anni. Potrei andare avanti a parlare in eterno. Non importa cosa dico. L’unica cosa che importa è che ti do la possibilità di essere silenzioso, cosa che all’inizio tu trovi difficile fare per conto tuo”. Osho

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I ricercatori autentici, quelli che non sono interessati a fare ginnastica mentale, ma muoiono dalla voglia di conoscere le proprie sorgenti della vita: da dove vengono, dove stanno andando, qual è la loro realtà. Non vogliono nessuna risposta verbale, vogliono un’esperienza. 4 minimo è segno che non è soltanto

curioso, ma vuole davvero conoscere. È così che iniziarono i campi di meditazione. Presto però mi resi conto che i campi cominciavano a essere fonte di guai per me. In Rajasthan, il consiglio di stato decise che non mi avrebbe dato il permesso di entrare. In Rajasthan andavo regolarmente sul Monte Abu. In Gujarat, a quei tempi, Morarji Desai era primo ministro. Fu lui in persona a proporre al consiglio di vietare il mio accesso in Gujarat. Andavo anche spesso a Bhavanagar, a Rajkot, a Jamnagar, a Dwarka (c’erano luoghi bellissimi per i campi), a Nargol... chilometri e chilometri di alberi saru... il Sole non riesce mai a penetrarli, perché sono pieni di foglie e ramificazioni e crescono molto stretti tra loro. Dal versante del mare si può udire il suono delle onde e ascoltare, seduti non tutti insieme, ma disseminati qua e là nella foresta. Quindi diventarono un problema e i miei campi furono vietati ovunque. Non facevano male a nessuno e ci venivano solo persone che volevano esserci. Nel vedere che erano vietati dappertutto sono giunto alla conclusione che la democrazia non esiste da nessuna parte. Si parla ovunque di democrazia, di libertà di parola, ma sono tutte chiacchiere. Non appena si presenta un uomo che ha qualcosa da dire, si cerca immediatamente di fermarlo. Sì, c’è la libertà di sparlare, ma non c’è nessuna libertà di dire la verità. Sei libero di mentire quanto vuoi e nessuno ti fermerà, nessun 36 OSHO TIMES

governo si scomoderà per te, ma se inizi a parlare di verità... E ancora più pericoloso è dare alla gente una certa direzione, così che possa muoversi verso la propria realizzazione. Questo è molto pericoloso per gli interessi costituiti. Dovetti rimanere a Pune e ormai ho smesso di andare in altri luoghi: qui chiunque voglia venire è il benvenuto. Questo è il mio modo di scoprire chi sono i ricercatori autentici, quelli che non sono interessati a fare ginnastica mentale, ma muoiono dalla voglia di conoscere le proprie sorgenti della vita: da dove vengono, dove stanno andando, qual è la loro realtà. Non vogliono nessuna risposta verbale, vogliono un’esperienza. Trent’anni sono andati in fumo, perché tra quelle masse alle quali parlavo in tutto il paese sono pochissime le persone che vengono qui. È chiaro che non mi hanno ascoltato, che non mi hanno sentito, non hanno visto che qualcosa di profondamente importante era possibile persino nella loro vita, bastava solo dar loro un senso della direzione. Quelli che vengono qui a migliaia, da tutto il mondo, appartengono a una categoria diversa di persone. Non fanno parte della folla. Sono ricercatori e sono pronti a rischiare la loro reputazione. Ci sono persone che hanno paura di venire qui solo per mantenere intatta la propria reputazione. Basta che vengano associati a me e la loro posizione sociale è compromessa. Sono un uomo pericoloso. Chi viene a contatto con me entra a

far parte di una situazione molto pericolosa. Nessuno sa quale sia il pericolo! Qualcuno ogni tanto osa venir qui e rimane scioccato, si chiede per quale motivo gli era sfuggito in tutti questi anni. Magari vive a Pune e passa davanti al cancello tutti i giorni, ma per lui anche essere associato a chi viene qui è pericoloso, perché le persone nel Buddha Auditorium non fanno parte di nessuna religione, di nessuna nazione, non condividono nessuna idea stupida di disuguaglianza. Qui nessuno è uomo o donna, nessuno è ricco o povero. Tutti sono sulla stessa barca, nel tentativo di raggiungere la riva opposta. Quella riva non è lontana. Occorre solo un po’ di meditatività, un po’ di silenzio.

Qui tocchiamo l’altra riva ogni sera. Bisogna toccarla molte volte prima che il nuovo spazio, il nuovo mondo, diventino familiari. Andare sull’altra riva non è solo andare sull’altra riva, dovrai lasciare tutto ciò che sei su questa riva. Sarà solo il principio vitale essenziale ad andare sull’altra riva. Pian piano si impara e pian piano si acquisisce lo sguardo giusto per vedere la bellezza dell’altra riva, lo splendore abbagliante di cui siamo tutti all’oscuro. È così vicino che mi rende triste. Ha sempre reso tristi coloro che hanno raggiunto l’altra riva, tristi per chi non pensa nemmeno che ci sia un’altra riva e perfino quando dorme sogna cose stupide. TRATTO DA: Osho, Hyakujo: The Everest of Zen #8


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L

I

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dalla terra dei sogni... Per raggiungere le più alte vette della consapevolezza non bastano i voli dell’immaginazione

Amato Osho, quando parlavi di Kahlil Gibran e Zarathustra, le tue parole raggiungevano direttamente il centro del mio essere, senza alcuna interpretazione da parte mia. Ho percepito una grande sintonia, una comunione, come un nettare che riempiva il mio essere. Talvolta sgorgavano lacrime dai miei occhi... e quasi sempre dopo ogni discorso mi sono sentito a lungo in contatto con qualcosa molto al di là di quello che io riconosco come me stesso. Con i tuoi discorsi basati su domande e risposte, invece, tutto ciò non accade. Sento ancora qualcosa di speciale che non so definire, ma non con la stessa profonda intensità che ho descritto sopra... Qual è la differenza? La domanda che hai posto ne fa sorgere molte altre e voglio parlare brevemente di tutte queste implicazioni, perché sono importanti non solo per te, ma anche per tutti gli altri. La prima cosa: a mio avviso i discorsi con domande e risposte sono più significativi perché riguardano voi, riguardano la vostra crescita. Di sicuro state brancolando nel buio, cercando di trovare la strada, e non siete in grado di fare domande ai livelli di Zarathustra o di Kahlil Gibran... e io devo rispondere alla vostra realtà! Ascoltare Zarathustra e Kahlil Gibran è un grande intrattenimento: bene, puoi commuoverti fino alle lacrime, singhiozzare e sentirti meravigliosamente, ma è tutta aria fritta! Tu rimani lo stesso... niente cambia in te. A volte parlo di Buddha, Chuang- tzu e Zarathustra solo per darvi un’idea delle altezze raggiunte da queste persone, per rendervi consapevoli di quelle stelle distanti. E non sono così distanti come sembrano: sono persone come voi quelle che sono arrivate fin là, quindi è alla vostra portata! È questo è il motivo per cui parlo di Zarathustra, di Buddha, di Bodhidharma e di mille altri: per creare in voi un profondo desiderio, ma non è

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IL RICERCATORE sufficiente. Poi devo indicarvi il cammino da fare, devo mettere ordine in quel gran caos che siete e sistemare i pezzi sparsi dappertutto... scoprire dove sono le gambe, dov’è la testa, rimettere tutto insieme e in qualche modo spingervi su quel cammino. I discorsi con domande e risposte riguardano voi, la vostra crescita e la vostra evoluzione, la situazione in cui vi trovate; i discorsi su Zarathustra o Kahlil Gibran riguardano il luogo in cui dovreste trovarvi, ma dove ancora non siete. Ecco perché non sono d’accordo con te. Posso capire che tu ti goda il sogno che si crea quando mi senti parlare del Buddha... non devi fare nulla, stai solo ascoltando della grande poesia, ascoltando un canto bellissimo, della grande musica, guardando una danza stupenda, ma tu non stai cantando, non stai diventando quella poesia, non stai diventando quella danza e io voglio

che tu diventi la danza, voglio che tu raggiunga le più alte vette che siano mai state raggiunte. Quindi devo trovare un equilibrio parlandovi della terra dei sogni e poi delle oscure caverne in cui vi siete nascosti, molto riluttanti ad uscire alla luce! Tu vuoi sentir parlare della luce e ne gioisci, ma rimani nascosto nella tua caverna buia. Vuoi sentire parlare di terre misteriose, belle storie e parabole, ma è solo mero intrattenimento. Dovrebbe interessarti di più quando rispondo alle domande, perché ciò che dico può cambiare la tua realtà. Io devo fare entrambi i lavori: creare in voi un profondo desiderio, farvi dare uno sguardo alla meta e poi ripulire il cammino e lubrificare tutte le vostre parti; perché siete fermi da molte, molte vite... siete rimasti bloccati dallo sfascia-carrozze e ora devo rimettervi sulle ruote e farvi muovere. Il secondo lavoro è difficile e per

nulla divertente, ma assolutamente necessario. Poi devo ricordarti una cosa. Quando parlavo di Zarathustra... è molto complicato, perché non parlavo direttamente di Zarathustra, parlavo dello Zarathustra inventato da Friedrich Nietzsche. Tutte quelle grandi intuizioni sono state date a Zarathustra da Nietzsche. Zarathustra... molte volte mi sono stati portati i suoi libri originali e sono così banali che non ne avrei mai parlato. Nietzsche ha usato Zarathustra come figura simbolica, proprio come Kahlil Gibran ha usato Almustafa, che è un nome completamente inventato. Nietzsche ha usato un nome storico, ma in un modo molto fantasioso. Ha messo le sue intuizioni in bocca a Zarathustra. Quindi per prima cosa devi ricordare che si tratta dello Zarathustra di

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Nietzsche che non ha nulla a che fare con lo Zarathustra originale. Inoltre quando parlo non m’interessa cosa vuol dire Nietzsche e non ho neanche modo di sapere cosa vuole dire: come lui usa Zarathustra, io uso lui. Quindi è una storia molto complicata. Questo è il mio Nietzsche e attraverso Nietzsche c’è il mio Zarathustra. Quindi, a qualunque altezza ti faccia volare... non ha nulla a che vedere con Zarathustra. Ho parlato di centinaia di mistici, ma sono sempre io che parlo e so perfettamente che se per caso, da qualche parte, incontrassi queste persone sarebbero molto arrabbiate. Sarebbero veramente furiose e mi direbbero: “Non ho mai avuto intenzione di dire queste cose!”. Il mio problema è: “Come faccio a sapere cosa volevano dire? Posso solo sapere ciò che voglio dire io”. Quindi che sia Zarathustra, il Buddha, Gesù o Chuang-tzu, quando passano attraverso me portano la mia firma. Voi ascoltate sempre e solo me! Quando rispondo alle vostre domande ciò che mi interessa di più è la vostra crescita, i vostri problemi reali, che sono più terreni. Non confondetevi, molte persone lo hanno fatto; io continuo a ricordarvelo, ma la gente non ha buona memoria. Mentre parlavo del Buddha a Varanasi un buddhista, un illustre studioso di buddhismo, mi ha detto: “Ho letto le stesse sacre scritture, ma tu ne hai rivelato grandi profondità e altezze che non avevo mai scoperto. Hai rafforzato la mia fede in Gautama il Buddha”. Gli ho risposto: “Non arrabbiarti, ma dovresti rafforzare la tua fede in me”. Lui ha urlato: “Cosa?”. Ho replicato: “Certo, perché ciò che hai letto forse era esattamente quello che il Buddha voleva dire: le profondità e altezze di cui ho parlato sono invece il frutto della mia esperienza”. 40 OSHO TIMES

Ma cosa si può fare? Ci sono idioti in ogni parte del mondo. Se vuoi che degli stupidi buddhisti ti ascoltino non hai che da pronunciare il nome “Buddha”, questo è sufficiente. Poi puoi dire qualunque cosa. Se vuoi che ti ascoltino gli hindu devi parlare di Krishna. Io parlo sempre di me; non posso parlare di nessun altro... come potrei? Cosa pensava Krishna cinquemila anni fa, cosa c’era nella sua mente? Ma quando mi ascoltano pensano tutti: “Mio dio, non ci eravamo resi conto che Krishna avesse tali profondità e altezze”. Krishna non aveva nulla. Quelle altezze e quelle profondità sono mie esperienze che ho “agganciato” a tutti loro: quella gente mi serve da gancio, ho semplicemente appiccicato su di loro la mia idea. Anche dei grandi saggi... Bhikshu Jagdish Kashyap, preside alla facoltà di Buddhismo a Varanasi, era un uomo di grande sapere, ma quando gli dissi queste cose diventò mio nemico per sempre. Gli chiesi: “E cosa è successo alle altezze e alle profondità?”. Alla gente interessano molto di più i nomi. Se vi dico: “Zarathustra ha detto...” mi ascoltate con grande attenzione. Il nome stesso di Zarathustra suona così antico, così profetico che deve aver detto qualcosa... ma credetemi, lo conosco, è un poveraccio, ma non ditelo a nessuno! Questa è solo una conversazione privata tra noi. Michelangelo stava dipingendo il soffitto della Cappella Sistina. Si stava stancando di stare sdraiato sulla schiena, quindi si girò e vide una vecchietta che pregava, lì sotto nella cappella. Si appoggiò al bordo dell’impalcatura e gridò: “Sono Gesù Cristo! Sono Gesù Cristo! Ascoltami e farò dei miracoli!”. La donna guardò in alto stringendo il suo rosario e rispose: “Chiudi quella boccaccia! Sto parlando con tua madre!”.

Michelangelo deve aver pensato di fare uno scherzo alla vecchietta, ma si sentì perso quando sentì quella risposta. Naturalmente la mamma è sempre la mamma e non si deve interferire quando due donne adulte stanno parlando tra loro... meglio andare a giocare fuori. Quindi non preoccuparti. Se ti piace posso continuare a parlare di qualsiasi soggetto storico, mitologico, di fantasia. Posso inventare storie di ogni genere. Pensi forse che tutte quelle che ho raccontato siano accadute davvero? Dovrebbero essere accadute... sono così significative, ma se vi dico che quella storia me la sono inventata non vi interesserà molto e non volerete così in alto. Una volta ogni tanto mi piace farvi volare alto, ma è solo un volo immaginario. In realtà, vorrei che un giorno raggiungeste veramente quelle altezze, ma per farlo è necessario un lavoro pratico, è necessario un lavoro molto pragmatico. E adesso, per farvi volare un po’ più in alto... Goldstein, un mercante di cordami, ebreo di New York, stava tentando disperatamente di vendere un po’ della sua merce in Alabama, ma dovunque andasse incontrava un forte anti-semitismo. In un grande magazzino il manager lo derise: “Va bene Goldstein, ti comprerò un po’ della tua corda... tutta quella che va dalla punta del tuo naso da ebreo fino alla punta circoncisa del tuo pisello”. Due settimane più tardi il manager fu sorpreso di ricevere ottocento cartoni di spago della migliore qualità. Inclusa c’era una nota: “Molto grato per il vostro generoso ordine. Segue fattura”. Firmato: Jacob Goldstein, residente a New York, circonciso a Kiev”. TRATTO DA:

Osho, The Golden Future #9


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Puoi chiamarla disciplina...

AKARMO

MA È LA LIBERTÀ DI SCEGLIERE CIÒ CHE È MEGLIO PER ME STESSO

BALI PARLA DI “DISCIPLINA” - PAROLA SPESSO ANTIPATICA - CON AKARMO Bali: Osho parla molto di essere spontanei e di seguire il flusso, però parla anche di sforzo, totalità e impegno. Come ti muovi fra libertà e disciplina? Le vedi come due cose contraddittorie? Akarmo: Le vedo dal punto di vista della meditazione... Ovviamente, in questa fase della mia vita, avendo 58 anni e non essendo più un ragazzo che deve conquistarsi la libertà di fare e di muoversi, non vivo per niente la dimensione della disciplina imposta dall’esterno: perlopiù le cose sono gestite per autoresponsabilità, non come obblighi o doveri provenienti da fonti esterne. Invece, dal punto di vista della meditazione, libertà e disciplina mi fanno venire in mente la “via del meditatore” dell’antichità, in cui l’individuo entrava in monastero, o seguiva un maestro itinerante, tipo Gautama il Buddha, o comunque entrava a far 42 OSHO TIMES

parte di una forte struttura organizzata che lo sorreggeva nel suo perseguire la ricerca, il viaggio per trovare il suo buddha interiore. Per quel che mi riguarda, oggi Osho non è più nel corpo e non posso dire: “Vado a vivere a Pune per stare sempre vicino a lui”, come succedeva negli anni passati, e mi ritrovo a briglia sciolta, senza la sua presenza o una struttura portante che mi sostiene. Quindi sorge naturale la domanda: cos’è diventata la mia vita di ricercatore spirituale? Certo, quando mi va posso sedermi per un po’ in meditazione, ma... e l’intensità? Nei discorsi in cui ci guida nelle meditazioni Osho dice cose tipo “l’unico modo è la totalità”, addirittura non basta neanche il 99% della tua energia, ci vuole il 100% della tua energia per fare un salto quantico di trasformazione. Col 50% non si combina niente. Come faccio io da solo ad avere il

100% della mia energia al lavoro in questa direzione? È quasi impossibile. Tutta quella intensità, totalità, focalizzazione nel trovare questo tesoro interiore a cui Osho continuamente ci spinge, ci invita, ci stimola... non dice: “Dimenticatene”, ma fa di tutto per aiutarci a cristallizzare un’intensità di ricerca. È a questo punto che, secondo me, entra in gioco la disciplina. Questa chiarezza mi è arrivata a un certo punto, mi ricordo benissimo: ero a casa mia, in Italia… arrivo dal lavoro, mi tolgo le scarpe, bello tranquillo e plop, come in un risveglio improvviso, mi dico: “Cavolo, ma io sto buttando via la mia vita! Cioè ogni tanto faccio una meditazioncina, do per scontato che prima o poi troverò qualcosa, che succederà, che verrà da sé, ma io intanto nella mia vita di tutti i giorni… trallallero, trallallà!”. In quel momento mi sono ricordato


CONDIVISIONI anche l’intensità di presenza che avevo quando andavo ai discorsi di Osho, ai suoi piedi, e mi son detto: “Ma io quell’intensità di presenza non ce l’ho più nella mia vita” e intendevo dire la mia presenza, la mia presenza a me stesso. Quella sensazione di star buttando via la mia vita è stata molto forte e da quel momento ho iniziato a sentire: “La devo trovare adesso, subito, qui. Dov’è questo futuro fantomatico in cui succederà? Se non lo faccio io, se non mi impegno a trovarla oggi, non la troverò mai”. E così è iniziata la mia “disciplina” con la meditazione: tutti i giorni mi siedo, per un’ora, un’ora e mezza, a volte anche due, con la determinazione di entrare in quella dimensione. Una dimensione di cui ho già assaporato l’esistenza. In tanti anni con Osho so che esiste uno spazio energetico interiore che posso chiamare il tempio, la sacralità, un qualcosa che va al di là del corpo e della mente. Questo sapere che esiste mi aiuta a tenere la giusta intensità di presenza che mi permette di trovarlo. E lo trovo... anche solo come un bagliore, ma lo trovo. Chiaramente è un impegno con me stesso, però è nato in modo libero. Osho in tutti i suoi discorsi ci dice: “Intensità, totalità, vai, fa’...” con le sue parole ovviamente, non con le mie, però questa esigenza mi è nata in modo spontaneo! Diciamo che è la mia libertà che si esprime: scelgo di mettermi con regolarità e disciplina in questa situazione. Osho parla anche di questo: ci vuole costanza, non puoi scaldare l’acqua oggi e non fare niente domani… se accendi il fuoco sotto una pentola d’acqua e la porti solo a novanta gradi in realtà non è ancora successo niente perché l’evaporazione succede a cento. Se non mantieni il fuoco acceso anche domani quei novanta scendono, diventano settanta, cinquanta, e l’acqua diventa sempre più fredda. Quin-

di la costanza è l’unica possibilità per portare l’acqua a cento gradi. Osho stesso ci prospetta la disciplina, in questo senso. Se la vivi come l’idea di un altro, se è una cosa che fai adeguandoti o sforzandoti può diventare anche una fatica, ma nel momento in cui senti la sete forte e chiara, diventa invece una specie di aut-aut interiore… insomma: “Che cosa sto facendo della mia vita?”. Bali: È molto bello che ti sia successo a casa, in Occidente… Akarmo: Nel mondo si è circondati da un’energia che va ovunque, ma non dentro di sé. A casa non c’è niente che mi inviti ad andar dentro di me ed è proprio lì che mi succede, per contrasto, questo bisogno di ritagliarmi degli spazi in cui lo faccio, se di “fare” si può parlare. Quindi durante la mia giornata mi proietto “fuori”, nel fare, nell’incontrare la gente e poi nasce un grande bisogno di andar dentro. È disciplina perché è diventata un impegno regolare, però non è una disciplina che mi devo imporre, devo solo ricordare. E poi a un certo punto è diventata un movimento naturale: dal momento che la mia vita mi porta fuori, nel fare, nell’interagire con le persone, nella creatività e nell’azione, poi spontaneamente, come un pendolo che è andato tutto da una parte, si sposta dall’altra e si crea una specie di struttura disciplinata, però in modo naturale e spontaneo, non come un dovere. Mi serve solo un minimo di consapevolezza ogni tanto per ricordarmi di quanto è bello andare dentro. A volte può capitare che vengo distratto, che ne so, amici mi invitano a cena proprio nell’ora in cui di solito faccio meditazione e cose così. Naturalmente non è che non vado a cena… però mi accorgo che basta un attimo per rompere il ritmo naturale e lasciarmi sfuggire la possibilità di sedermi in silenzio e andare dentro, se non inter-

viene un barlume di maestro di me stesso a ricordarmi di com’è bello. In certi momenti c’è un po’ di pigrizia, oppure la voglia di fare altre cose più dispersive o evasive, ma se mi ricordo: “Cavolo, è così bello andare dentro!”, lo faccio. Quindi un minimo di maestri di se stessi bisogna esserlo e per ciò che mi riguarda se non medito quando torno a casa dal lavoro lo faccio dopo, prima di andare a letto... e per me è proprio il piacere di raccogliermi, di staccarmi da quella che è stata la giornata, è davvero un piacere. Bali: Questo è valido per qualcosa che ami molto, ma una disciplina per qualcosa che non ami? Ad esempio per alcuni il lavoro, o la dieta? Akarmo: La dieta, il lavoro, la cura del corpo nel senso di fare esercizio fisico… anche qui in fondo vale lo stesso principio: io so, ad esempio, che se non mangio pesante, la notte dormo meglio. O che se riesco a organizzare la mia giornata di lavoro in modo che non mi si accavallino cinquecento cose tutte insieme vivo meglio e senza stress, e riesco a fare tutto con più divertimento. So anche che se non faccio oggi certi lavori poi comunque li devo fare domani e se non li faccio neanche domani alla fine me li dimentico e può diventare un problema più grosso, da risolvere faticosamente in seguito. Quindi la disciplina in questi casi nasce dalla “saggezza”, dall’esperienza sviluppata negli anni, dall’aver ben presente che cosa succede se faccio o non faccio qualcosa. Anche qui, un po’ come per la meditazione, il ricordo aiuta a superare la pigrizia... Bali: Ma dov’è la libertà? Mi sembra che poni molta enfasi sulla disciplina... Akarmo: Be’ no, tu la chiami disciplina, io la chiamo libertà di scegliere quello che rende la mia vita più bella, quello che mi conviene. Se mangio il fritto misto alle undici di sera e poi MARZO 2014

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vado a letto alle undici e mezza, starò male tutta la notte... me lo ricordo e non lo faccio, questa è la mia libertà, per fare un esempio terra-terra… Nella vita possiamo agire in modo spontaneo o guidati da qualche condizionamento. Spesso chiamiamo spontaneità quello che ci viene di fare, ma in realtà da dove ci arriva? Senza andare adesso ad analizzare gli impulsi inconsci e i condizionamenti, muoversi e interagire in modo spontaneo sono qualità importanti che danno freschezza e senso di avventura alla vita. Non posso però spegnere

la mia esperienza e la mia comprensione delle implicazioni delle cose. Vivere libertà e disciplina come antagoniste è molto tipico nella gioventù, dove di fatto possono essere in netto contrasto: più sei giovane e più hai delle autorità al di sopra di te che cercano di incanalarti. Con la maturità ne hai sempre meno e la disciplina diventa sempre più un elemento interiorizzato; io non mi sento vincolato, schiavo di realazioni a cui mi devo adeguare, ho la libertà di agire come voglio… Penso che con l’età si diventi sempre più soli e anche più autorevoli per se

stessi... certo con l’età si possono accumulare anche molti condizionamenti ed è solo attraverso la consapevolezza, la meditazione, che puoi vedere da dove nascono i tuoi impulsi, desideri e bisogni. Comunque mi succede sempre meno di osservare libertà e disciplina in modo conflittuale al di fuori di me. E bisogna comunque decidere: o vado in giro totalmente spontaneo, ballando, cantando... come i Baul, i “folli di dio” indiani. Oppure vivo nel mondo di tutti i giorni: per salire sul tram devi comprare il biglietto, per mangiare devo avere i soldi,

la frusta e la corda...

LA

una bella metafora Zen

frusta è il simbolo della consapevolezza e la corda della disciplina interiore. Consapevolezza e disciplina sono elementi fondamentali per colui che ricerca. Se disciplini te stesso senza consapevolezza, diventi un ipocrita. Se disciplini te stesso senza consapevolezza diventi uno zombie, un robot. Forse non farai male a nessuno, o sarai famoso per la tua bontà o addirittura per la tua santità, ma non sarai in grado di vivere un’esistenza autentica, non sarai in grado di celebrarla e non ci sarà alcuna gioia. Se la disciplina è priva di consapevolezza, la rafforzerai fino a trasformarla in violenza, uno stupro ai danni del tuo stesso essere. Non ti darà libertà, piuttosto creerà una schiavitù sempre più stretta e sempre più opprimente. La disciplina è giusta se si fonda sulla consapevolezza. La disciplina è assolutamente sbagliata e si trasforma in qualcosa di letale, quando non è praticata con consapevolezza, ma con una mentalità cieca e fideista. 44 OSHO TIMES

Che bisogno c’è di disciplina? Se sei consapevole, può sembrare che la consapevolezza sia sufficiente e di fatto lo è, ma non all’inizio; questo perché la mente è strutturata su schemi profondamente radicati e l’energia tende a operare in base alle vecchie abitudini e ai vecchi schemi. Occorre creare nuovi canali. La disciplina è necessaria per creare nuovi percorsi, quindi consapevolezza e disciplina devono procedere di pari passo. Diventa consapevole! Finora hai già sprecato parecchio tempo. Puoi andartene anche da questa porta a mani vuote, tuttavia ricorda che la responsabilità è tua. Se prendi coraggio, io sono pronto a darti tutto quanto è possibile dare, ma ai semplici visitatori non è possibile dare nulla, e anche se fosse dato loro qualcosa, non sarebbero in condizioni di comprendere. Se sei stanco del tuo viaggiare da un luogo all’altro, da una persona all’al-

tra, se sei veramente stanco, io sono qui, pronto a darti qualunque cosa tu stia cercando, ma tu devi adempiere a una condizione, cioè questa: un impegno totale. Finora è stato un andare alla deriva: diventa consapevole di quanto hai sprecato. Avevi mille opportunità, ma te le sei lasciate sfuggire tutte. Ora non lasciarti sfuggire anche questa! Ma io so che la mente crea un solco che diventa uno schema fisso. Si continua sempre a ripetere la medesima cosa, perché si acquisisce una notevole efficienza nel ripeterla. Ora devi uscire da quel circolo vizioso! Io sono pronto a offrirti il mio aiuto, se tu sei pronto ad accettarlo: questo tipo di aiuto non può essere imposto con la forza; o lo accetti o lo rifiuti. È la tua libertà che deve decidere: è una scelta che dipende da te. Qualunque cosa accada, si tratta di una tua scelta. Hai scelto tu quella strada. TRATTO DA:

Osho, La ricerca, NSC Editore


CONDIVISIONI per avere i soldi devo lavorare, per lavorare devo essere in salute... ogni cinque minuti c’è da prendere una decisione, faccio/non faccio, sì/no, mi piace/non mi piace. Dobbiamo trovare un modo di vivere sempre meno “tirati” dalle cose, fare delle scelte che permettano alla vita di essere bella... Secondo me è facile confondere la disciplina con un piccolo sforzo o con l’energia da investire per raggiungere uno scopo, ottenere qualcosa di importante per me. Investo energia o non investo energia? Se non investo energia magari non succede niente, se investo energia forse succede qualcosa. E come investo questa energia? In modo disordinato, oppure guidato da quella saggezza che matura grazie alla presenza: sono qui, presente e investo la mia energia, per quanto mi ricordo, proprio nell’avere questa presenza e il risultato cambia... Puoi fare tante cose, ma nel momento in cui sei anche solo per un attimo sveglio anche la parola libertà acquista tutto un altro significato: si può anche essere saggi e quindi non farsi del male e non far del male agli altri, magari addirittura essere d’aiuto a se stessi e agli altri, a volte davvero basta un minimo di ricordo dell’esperienza per non fare di nuovo lo stesso errore. Osho dice: “Fate tutti gli errori che volete; è importante però fare lo stesso errore una volta sola”. E come si fa a non far due volte lo stesso errore? Devo essere un pochino sveglio, nel vedere che mi sono incamminato su quel percorso che mi porterà inevitabilmente a sbattere contro il muro alla fine. E quando mi perdo mi dico: “Forse devo usare degli strumenti!”. Osho mi dice che devo creare degli spazi nella giornata in cui sono veramente presente, totale nello sviluppare consapevolezza. Mi dà centinaia di tecniche tra cui scegliere, che aiutano ad avere degli assaggi

di presenza e quindi la vita si arricchisce di queste cose e diventa un percorso; può diventare una disciplina, certamente all’inizio lo è, e può diventare un flusso spontaneo, una presenza, appunto. E con la presenza si fortifica anche un altro elemento guida della vita: l’intuizione... una specie di saggezza estemporanea che non ha radici nell’esperienza, ma più nel magico... Bali: Vuoi chiudere con una piccola sintesi su disciplina e libertà? Akarmo: Diciamo che non vivo la libertà e la disciplina come antitesi. Posso avere dei bisogni o dei desideri che non posso realizzare in questo momento, perché la vita collettiva ha le sue regole: se mi scappa la pipì devo prima trovare un bagno. Ci sono bisogni e desideri che a volte devo rinviare: questo è disciplina?

Diciamo che può anche essere saggezza! Perciò vedo di più la disciplina trasformata in saggezza, a volte in metodo, ad esempio: fare la meditazione Kundalini tutte le sere alle cinque è un metodo utile, perché quell’ora lì riesco così a tenerla libera. La disciplina può diventare metodo prezioso se ho una finalità di qualche tipo, perché diventa meno faticoso superare la pigrizia e l’inerzia... credo che Osho l’abbia anche detto che ci sono tutte queste forze in gioco e bisogna trovare un equilibrio: lo stare/l’andare, il buio/la luce, il fare/non fare... senza negarne nessuna. In certi momenti essere pigro è un piacere, altre volte è una fregatura. In certi momenti seguire la forza d’inerzia è rilassante, in altri momenti è togliere alla propria vita una possibilità in più di bellezza, di luce, di crescita, di gioia.

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DALL’IGNOTO ALL’INCONOSCIBILE

Per scoprire se stessi e Osho Amato Osho, sei così tanto in me che è sempre più incredibile. Sei l’amico più sorprendente che io abbia mai sognato di avere. Dentro di me mi trovo a parlare e a condividere con te. Talvolta sento l’impulso di chiederti tante cose... ti sento in ogni angolo del mio essere, nel qui e ora, in tutti gli attimi, eppure è una cosa molto sottile. Chi sei? Chi sono? Mi senti anche tu o sto semplicemente andando fuori di testa? Ti sento e non stai andando fuori di testa. Non è soltanto la tua immaginazione, sei abbastanza matura e centrata. Immaginare, sognare... puoi averlo fatto in passato, ma non ora. Qualsiasi cosa tu descriva nella tua domanda è assolutamente vera. C’è solo un problema a cui non posso dare risposta. Mi chiedi: “Chi sei? Chi sono?”. Non lo so. Nessuno l’ha mai saputo e questa inconoscibilità è la bellezza del nostro essere. Dici: “Sei così tanto in me che è sempre più incredibile. Sei l’amico più sorprendente che io abbia mai sognato di avere. Dentro di me mi trovo a parlare e a condividere con te. Talvolta sento 46 OSHO TIMES

l’impulso di chiederti tante cose...”. Questo è solo l’inizio. Fra non molto le tue domande scompariranno, le mie risposte scompariranno. Il dialogo rimarrà, ma non sarà più a parole, sarà in silenzio. Presto vivrai un’esperienza ancora più sorprendente. L’amico che hai trovato scomparirà e allo stesso tempo scomparirai anche tu, rimarrà solo un nulla: non un nulla vuoto, negativo, ma straripante di gioia. Hai intrapreso il primo passo verso la realtà, ora non guardarti più indietro. Anche se ti sembrerà pericoloso... perché mentre vedrai scomparire le domande e le risposte, me e te, ti addentrerai in uno spazio a te sempre più ignoto. È ciò che chiamo “il filo del rasoio”. Le persone coraggiose – e per come ti sento io, hai tutto il potenziale di esserlo – accedono all’ignoto, ma non è la fine. Molto presto l’ignoto inizia a condurti all’inconoscibile e quello è esattamente lo spazio del misticismo. In quella inconoscibilità saprai chi sei e chi sono io. Però non esistono parole per esprimerlo. Ti fai semplicemente una bella risata, perché questa inconoscibilità è sempre stata dentro di te, è

sempre stata la tua realtà interiore più intima e tu l’hai cercata in tutto il mondo per tante, tante vite. È strano che l’ospite si trovasse già in casa tua – per essere più precisi, chi ospitava era l’ospite stesso – e che tu lo stessi cercando. E ogni ricerca è fallita, era destinata a fallire e a portare frustrazione. Nel momento in cui scopri che chi ospita è anche l’ospite atteso, che “io stesso sono ciò che ho sempre cercato”, tutto ciò che resta da fare è una bella risata di pancia. In Giappone visse un grande mistico, Hotei, che fu chiamato il “buddha che ride”. È uno dei mistici più amati in Giappone e non pronunciò mai una singola parola. Nel momento in cui si illuminò iniziò a ridere e quando qualcuno gli chiedeva: “Perché ridi?” lui rideva ancora di più. E ridendo andava di villaggio in villaggio. Una folla si radunava e lui rideva. E piano piano – la sua risata era molto contagiosa – qualcuno nella folla iniziava a ridere, poi qualcun altro e alla fine ridevano tutti, ridevano perché... perché ridevano? Tutti sapevano che era ridicolo, che quell’uomo era strano, quindi per-


RISPOSTE ché ridevano? Eppure tutti ridevano loro. Non sono state abbastanza ed erano anche un po’ preoccupati: coraggiose, è arrivato un punto in cui “Cosa penserà la gente? Non c’è ragio- si sono fermate. ne di ridere”. Però le persone si mette- Ma tu sei stata come tanti dei miei vano ad aspettare Hotei, perché in vita sannyasin, sei andata avanti senza loro non avevano mai riso con tanta paura, rischiando tutto. C’è ogni postotalità, con una tale intensità che sibilità che sarai tra i pochissimi fordopo aver riso ogni loro senso risulta- tunati a raggiungere la verità suprema. va più limpido. Gli occhi vedevano Prima che tu possa raggiungere la risameglio, tutto il loro essere si faceva leg- ta di Hotei, inizia a ridere sempre più gero, come fosse sollevato da un gros- visceralmente, sempre più follemente. so fardello. La gente chiedeva a Hotei di tornare e, ridendo, lui si spostava in Questa barzelletta è tutta per te: un altro villaggio. Per tutta la vita, per Una giovane coppia provava da tempo i quarantacinque anni circa che segui- ad avere un bambino, ma senza risulrono la sua illuminazione, Hotei fece tato. Alla fine i due innamorati si conuna cosa sola: ridere. Quello fu il suo vinsero ad andare dal medico. Dopo messaggio, il suo vangelo, le sue sacre un colloquio dettagliato, il medico scritture. E va notato che nessuno in suggerì che forse non dovevano fare Giappone è ricordato con tanto rispet- l’amore tutti i giorni, per evitare che to quanto Hotei. In ogni casa si trova diventasse una routine, ma dovevano una statua che lo rappresenta. E lui farlo solo seguendo la spontaneità del non fece altro che ridere, ma la sua momento. Non come un dovere, ma risata proveniva da uno spazio così solo quando si sentivano travolti. profondo da rimanere con chiunque la udisse, scatenando il suo essere, creando una sincronicità. L’AVVENTURA INTERIORE Hotei è unico. Nel mondo intero non esiste un altro essere umano che abbia fatto ridere tante persone, senza alcun motivo. Eppure tutti trovavano nutrimento nella Rilassarsi nel cuore e nella meditazione risata, tutti ne venivano ripuliti, •Incontro settimanale: trovando un benessere che non aveBergamo, il mercoledì h.20.30-22.30 vano mai provato prima. Qualcosa Tantraum: AUM+Massaggio Tantrico con Kamin e Khalis dalla profondità dell’inconoscibile •Palazzago-Bergamo,Casolare Chignoletti: faceva tintinnare campanelli nei un sabato al mese, inizio ore 15: 8 mar. 5 apri. 10 mag. 7 giu. 5 lu. 27 set. 25 ot. 29 nov. 20 dic. cuori delle persone.

“Dovete trovare il momento giusto, quello spontaneo,” disse loro il medico “quando sentite che è il momento giusto, allora fatelo”. Qualche mese dopo, neanche a dirlo, la donna si ripresentò e il medico le confermò che era incinta. “Posso chiedere se il mio consiglio vi è stato di alcun aiuto?”. “Ah, dottore” disse lei “è stato fenomenale. Stavamo facendo una cena romantica al lume di candela, con vino francese e musica dolce di sottofondo, e all’improvviso le nostre mani si sono incontrate. Ci siamo guardati negli occhi e tutti e due sapevamo ‘Ecco, ci siamo!’ Abbiamo semplicemente tirato via la tovaglia e fatto l’amore direttamente sul tavolo”. “Sorprendente” disse il medico. “Sì, è stato bellissimo” dice lei “l’unico rammarico è che in quel ristorante non ci possiamo più tornare!”. TRATTO DA:

Osho, The Razor’s Edge #27

Proposte di Pritamo per il 2014

Se riesci ad avventurarti senza mai guardare indietro, passando dall’ignoto all’inconoscibile, dove tutto viene perduto – domande, risposte, me e te – tutto quello che rimane è pura esistenza, infinita ed eterna. E lo dico perché è possibile. Tu hai fatto tanta strada con me. Migliaia di persone si sono avvicinate a me e alcune di loro si sono ritirate dopo un chilometro, alcune hanno smesso al secondo chilometro. Non mi lamento, piuttosto mi dispiace per

Il Corpo Tantrico (per le donne) h.9.30-14.00 •Bergamo Palestra Fusion, 30 marzo, 4 maggio Osho Neo-Reiki livello 1* 2*3*(master) •Iniziazioni mensili, le date dei corsi vengono scelte insieme ai partecipanti Creati-vita con la Risata (ore 20.30-23.30) •Yoga Bergamo ASD, 17 Maggio, 14 Giugno NO-MIND 3-9 Agosto •Azienda Agricola di Montagna CA'NOA, Saviore dell'Adamello (1200m) - Brescia AUTOIPNOSI E MEDITAZIONE CREATIVA-MENTE

la data del corso è scelta insieme ai partecipanti Pritamo offre Sessioni individuali e di coppia su: Libertà dai condizionamenti sessuali;Libertà dai condizionamenti dell’infanzia; le Vite Passate, Il Tocco Energetico: Armonizzazione e Lettura dei Chakra PER INFORMAZIONI: PRITAMO – OSHO INFO CENTER BERGAMO – tel. 392-2714222 fiduciaoic@hotmail.it www.avventurainteriore.it MARZO 2014

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Meditazioni... sul frigorifero

DISORDINI ALIMENTARI: UN NUOVO APPROCCIO

Ho

conosciuto Tarika a Pune quasi 15 anni fa. L’avevo notata perché era molto carina, di una bellezza particolare, e anche perché aveva un’aria sempre inquieta e persino un po’ triste e scontenta. Ma fu solo l’ultima sera che passai a Pune che effettivamente la conobbi personalmente. Era un momento molto particolare per me. Da circa una settimana avevo la febbre alta e le ghiandole linfatiche dietro il collo mi si erano gonfiate a sproposito, diventando grosse come delle noci, e facevano un male insopportabile. Ero naturalmente corsa all’ospedale per farmi visitare e il medico di turno, un omino simpatico, mi aveva detto: “Forse non è niente, solo un virus, ma potrebbe anche essere leucemia fulminante”. I miei sei mesi a Pune erano oramai quasi passati e ricordo che anticipai il volo di una settimana e una sera d’aprile intorno alle 7 mi trovavo alla German Bakery per cenare mentre aspettavo la navetta 48 OSHO TIMES

che mi avrebbe portato all’aeroporto. La German Bakery era piena come al solito e quindi a un certo punto Tarika, insieme a un amico, mi chiesero se potevano sedersi al mio tavolo, visto che ero da sola. Dissi naturalmente di sì. Le raccontai la mia storia, ciò che stavo vivendo. Sapevo di poter andare incontro alla morte a breve, ma non mi dispiaceva, anzi, ero felice di aver avuto l’opportunità di andare a Pune e vivere i miei ultimi mesi sani in quell’energia magica e ancora piena della fragranza di Osho. Tarika fu molto colpita dal mio racconto e ci fu tra noi un bellissimo momento di cuore, di connessione di sincronicità in cui vidi la sua anima saggia e antica, il suo amore e la sua compassione che stridevano un po’, almeno a uno sguardo superficiale, con il suo aspetto di post-adolescente irrequieta e infelice. Una volta sulla navetta ricordo di aver pensato: “Forse sarà il mio ultimo contatto con una sannyasin di Pune...”. Rividi Tarika tre anni fa a Miasto e fu lei a riconoscermi. Non si ricordava della nostra conversazione, ma si

Tarika è presente all’OshoFestival di Bellaria dal 10 al 13 aprile con una meditazione guidata sulla dualità tra Controllo ed Eccesso. Informazioni su oshoexperience.it Per maggiori informazioni sul lavoro di Tarika: TarikaLovegarden.com

ricordava di me. Invece io ci misi un po’ a riconoscerla. Era diventata una donna splendida e luminosa che non aveva più nulla di infelice e inquieto. Da allora siamo diventate amiche e collaboratrici ed è stato con grande gioia e piacere che ho tradotto il suo primo libro che vi presento in anteprima qui di seguito... Marga


IN LIBRERIA DALL’INTRODUZIONE La mia vita straordinaria, ma piena di sfide, è iniziata a San Francisco nel 1979. Dico straordinaria, perché ho avuto la fortuna di essere immersa in un’atmosfera di meditazione sin da quando mi trovavo nel grembo di mia madre. Quando avevo tre anni, mio padre e mia madre decisero di trasferirsi al “Ranch”, la Comune di Osho in Oregon. (...) Sentivo di appartenere a una grande famiglia di “cercatori della verità” e, nonostante la mia giovane età, ero già in contatto con il mio desiderio di risveglio spirituale. Provavo un grande amore devozionale nei confronti di Osho, avevo la sensazione di essere un’anima “antica” e di sapere molto, troppo, per la mia età. Questa discrepanza tra la mia saggezza e la mia età fisica è stata una delle mie più grandi sofferenze. (...) Nel mio rapporto con il cibo e con il mio corpo, ci sono stati diversi momenti cruciali che mi hanno dato il coraggio e la determinazione per cambiare. Mi piacerebbe dire che una mattina mi sono sve-

Meditazioni sul frigorifero Liberarsi per sempre dai problemi di peso e dai disordini alimentari • affronta

la tematica dei disordini alimentari da un punto di vista meditativo più che psicologico. Tarika Lovegarden propone una serie di esercizi pratici e profondi per attraversare i momenti difficili connessi a questa dolorosa tematica con consapevolezza e amore, al fine di portarvi luce con naturalezza, senza giudizio né rifiuto, ma anzi facendo tesoro di ogni situazione. In parte autobiografico, il libro si rivela appassionante e illuminante anche per chi non ha un problema con il cibo, ma è certamente un must per chi invece ne è afflitto. Il libro è edito da Urra Feltrinelli

(Leggi negli Extra su oshotimes.it un articolo su Tarika)

gliata e ho visto la luce, tuttavia, non è stato così. Ci sono state molte esperienze, sia dolorose che illuminanti, che mi hanno spinto a cambiare e, in seguito, a decidere di condividere la mia esperienza di guarigione con altre persone che stanno vivendo il mio stesso calvario e il mio stesso dolore. Ora mi rendo conto che quel periodo fu proprio una benedizione, anche se per un po’ mi ritrovai in un luogo spaventoso e doloroso. Parlo di benedizione, perché ho dedicato la mia vita al risveglio, cercando di andare oltre l’ego, per seguire il mio cuore piuttosto che la mente e per vivere nella “grazia”. Se i miei sforzi per mantenere il peso forma avessero avuto successo e le mie strategie di controllo delle emozioni non fossero collassate, credete che avrei cercato ulteriormente? Se non avessi avuto quel mostro insaziabile in agguato nel mio subconscio, pronto a colpire in qualsiasi momento, forse sarei stata felice in un corpo magro, focalizzandomi talvolta sulle mie imperfezioni, ma di certo non avrei dovuto intraprendere un cammino per trascendere la sofferenza. Senza veramente conoscere e sperimentare minuziosamente il dolore di questa tematica, non sarei stata in grado di creare queste meditazioni e non avrei potuto sviluppare la pazienza necessaria per guarire me stessa. Non avrei avuto bisogno di praticare queste meditazioni giorno dopo giorno né avrei dovuto ricordarmi continuamente che la mia crescita spirituale è molto più importante della dimensione e della forma del mio corpo, di quante persone frequentano i miei seminari e di quanti soldi guadagno. Se fossi stata magra, bella e di successo, non sarei andata più in profondità nella meditazione. Il sacrificio di portare cinque chili in più mi ha condotto a una libertà

sconcertante e a un profondo senso di appagamento nel condividere questo lavoro.

MEDITAZIONE DELLA FAME La tecnica include Piggy, la parte di noi che ama mangiare e che usa il cibo come compensazione. Questa meditazione ti connette al cuore, in modo da riuscire a scoprire se la tua fame è fisica o emotiva e da permetterti di rispondere alle tue esigenze con intelligenza. Se la fame è emotiva, il tuo cuore ti permetterà di sentire la sensazione di fame e di lasciarla passare, nutrendoti con qualcosa di più profondo. • La prossima volta che hai fame, dedica qualche minuto a connetterti con il tuo cuore. Mentre senti la sensazione fisica della fame e l’impulso a mangiare, fai un paio di respiri lunghi e lenti. Pausa • Metti una mano sul cuore. Il tocco rilassante della tua mano fa sapere a Piggy che è amata e considerata. Pausa • Lascia che il tuo cuore si espanda, per accogliere tutto ciò che senti. Permetti alla sensazione di fame di essere circondata dal tenero amore del tuo cuore. Resta un po’ così, concedendo tempo e spazio ai tuoi impulsi, in modo che la spinta della fame e il bisogno di mangiare si intridano d’amore. Pausa • Mentre ti rilassi, apriti ai tuoi punti di forza interiori, che ti danno la sensibilità e la capacità necessaria per sentire e fare ciò che è giusto per te. Lascia che il tuo corpo ti dica di cosa ha bisogno. Se la tua fame è emotiva, continua a connetterti con la cura amorevole, in modo da nutrire e soddisfare le esigenze di Piggy. Testi tratti dai capitoli 1 e 8

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La luce che ora mi accompagna MANUEL RACCONTA A MARGA LA SUA INCREDIBILE ESPERIENZA AL POLO NORD

M

anuel ha quasi 14 anni e nel 2012/13 ha saltato un intero anno scolastico (optando per la scuola parentale) ed è andato a svernare al Nord della Svezia (praticamente il Polo Nord), insieme alla mamma, Sabrina, il suo compagno Ario, guida alpina, esploratore, nonché conduttore di campi meditativo-avventurosi sia per adulti che per ragazzi, già diverse volte ospite su queste pagine, e naturalmente Chiamiwak e Nanook, i loro lupi. Saputo da Ario della sua esperienza ho voluto a tutti i costi intervistare Manuel e ho fatto dunque conoscenza con un essere incredibilmente bello… giovanissimo eppure più saggio, consapevole e attento anche di molti meditatori di lunga data (inclusa me)… della serie la luce dell’anima non ha età… anzi, più si è giovani e più è pura, ancora quasi intatta! Per imperscrutabili ragioni l’intervista si è svolta a puntate e Manuel mi ha anche inviato diversi estratti dal suo diario e riflessioni varie, per non parlare delle meravigliose foto! Presto mi sono 50 OSHO TIMES

MANUEL

resa conto di avere materiale per un’enciclopedia più che le solite due o tre paginette… ma credo di potervi dare un assaggio di un’esperienza davvero unica da ascoltare… e immaginate da vivere! Durante il tempo passato lassù, in zone selvagge e lontane dal grosso della cosiddetta “civiltà”, Manuel trascorreva le giornate un po’ a studiare (per dare poi gli esami con successo una volta tornato in Italia, a giugno) e un po’ a vivere una vera e propria metamorfosi… una delle prime cose che mi ha detto è stata: “Prima ero grasso, viziato e triste e non conoscevo cos’era la vita, non conoscevo chi ero, si può dire. Non sapevo chi ero perché avevo avuto un’infanzia molto infelice… quindi ero molto triste, ero distrutto”. Sul finire dell’inverno nordico, Manuel e la sua famiglia hanno vissuto un’avventura incredibile: hanno compiuto con gli sci una traversata che ripercorre un antico itinerario stagionale tipico dei nativi del luogo, i Sami lapponi (che oramai non lo fanno più),

a cui i “nostri” hanno dato il nome di On the footsteps of the first people che vuol dire, mi spiega Manuel: “Sulle tracce dei nativi, dei nostri antenati… che però al giorno d’oggi gli sci li usano solo se gli si rompe la motoslitta, ma non sono più connessi a questa terra che adesso sta scalpitando, che vuole gente come noi, che la rispetta!”. Il racconto che Manuel mi ha fatto su Skype è stato molto lungo e pieno di momenti magici e intensi, di incontri illuminanti con persone e luoghi straordinari, di silenzi, attimi di commozione e dialoghi, a cui si aggiunge il bellissimo “sfondo” della lupa Chiamiwak che proprio in quei giorni (esattamente la notte del Solstizio d’inverno!) ha dato alla luce otto cuccioli nella loro casa nel bosco vicino a Cortina. Proprio a causa del parto Manuel, Ario e Sabrina sono ancora in Italia, altrimenti sarebbero certamente al Polo Nord! Ed ecco per voi, dunque, l’ultima lettera ricevuta da Manuel, scritta insieme ad Ario vicino al fuoco “in una


GIOVANI

sera di fitta neve”. Non mi è venuto di fare il solito lavoro di editing – taglia, cuci e incolla – e ho lasciato tutto praticamente com’era... “Quel che mi è arrivato da Ario non è stata alcuna lezione, lui non ha mai fatto il ‘prof’ con me; ciò che ho imparato è stato ciò che ha “usato” per riaprire me alla luce: cura, rispetto, dedizione totale. Tutte qualità che all’inizio mi parevano quasi buffe, perché non vi ero assolutamente abituato. Eppure sono questi gli ingredienti che lui ha “usato” con me e devo dire che hanno funzionato alla grande. Penso sia quindi per tale motivo che ora anche io ne faccio uso… Ho capito il senso di queste parole che lui usava spesso: “I ragazzi non hanno bisogno di critiche, ma di esempi”. Non intendo dire che lui mi abbia “viziato”… viziare, darle sempre vinte è una cosa e questo non crea affatto persone vere. Avere cura e dedizione, per quel che ho potuto vivere io, è sinonimo di non darle mai

vinte (Come quando cresci un lupetto: se le hai sempre vinte come ti fai le ossa? Come impari ad apprezzare ogni sapore della vita?), di saper dire di no quando serve, soprattutto a me che all’inizio davo tutto per scontato e dovuto. I suoi no, sempre colmi di dolcezza, mi hanno aiutato a sentirmi preso sul serio per la prima volta e non preso in giro: ho sentito il valore di me e questo porta come conseguenza, penso, il rispetto: verso me stesso e la vita, e la luce che ora mi accompagna. Ho colto il valore di ogni singolo gesto, dettaglio; la cura per e in ogni singolo istante… Altrimenti se hai sempre tutto e subito, come accade oggi, impari a dare tutto per dovuto, nulla è “conquistato”, cresci come un mollusco e non apprezzerai mai nulla: agendo in tal modo, pensando di far bene verso i propri figli, i genitori italiani (soprattutto le mamme) oggi fanno loro un gran male, li allontanano dalla vita, precludono loro per sempre ogni fragranza, melodia, poesia di cui essa è colma. Ora provo anche io profondo

calore nel sistemare le cose mai a caso e nel farlo metto sempre tutta la mia presenza. Ora soprattutto, riconosco il valore che ha in me vivere a ogni istante. E il valore di ciò che ha reso possibile questo mio esistere e l’esistere di tutto quanto mi circonda: la Grande Terra Madre. Per questo non smetto un istante di esplorare, per questo, da quando ho iniziato la nuova vita, non mangio più carne. Una volta che la nonna ci spedì in Svezia un barattolo di ragù Ario e mi disse: “Decidi tu ciò che vuoi fare. Sei libero, ciò che conta è che qualsiasi cosa deciderai, lo farai in piena consapevolezza”. Allora mi son messo il mio mantello da Elfo quello grigio col cappuccio, fatto in lana dalla mamma, ho acceso una candela in terra e ho chiamato mamma e Ario in ginocchio al mio fianco. Provavo profondo dolore al pensiero che lì dentro vi fosse un “tatino” che magari la mamma mucca ancora cercava, ma sentivo anche che se non avessimo mangiato quel ragù allora il “tatino” sarebbe MARZO 2014

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ARIO SCIOLARI

davvero morto invano. Ciò che ho fatto è stato ringraziarlo e spiegargli tutto questo e poi siamo rimasti a lungo in silenzio. Comunque, quando l’ho mangiato non ero troppo felice ed è stata l’ultima volta. Consapevolezza, cura, rispetto… queste parole erano senza senso per me, nel Manuel di prima, abituato ad avere sempre tutto e a non dar mai valore alle cose e agli istanti, vale a dire a me stesso: ora so, con tutto il mio essere, cosa sia consapevolezza, poiché è la luce stessa che mi illumina e mi guida: è il sapere di esser vivo e di esserlo qui, su questo splendido pianeta… e questo, scusate, non mi par poco affatto. Per questo, anche, così distante ora è il mondo dei miei coetanei, video games, computer tutto il giorno, moda… l’ultima volta che son sceso a Firenze, la mia città, pochi giorni fa, ho provato profonda pena. Tutti sono rimasti indietro, o meglio, lì fermi. Io ho conosciuto cosa c’è “al di sopra” e non lo scambierei più con la mia vecchia vita. Cura, ho scoperto, vuol dire anche appartenere, altra meraviglia di cui non avevo idea. Appartenere a ciò che ami, a ciò che è “casa”, alle stagioni, al tuo mondo e a ciò che hai creato con il cuore, come un nativo. È “metter radici” in qualcosa di profondo, di autentico, di non fasullo come ciò che viene costantemente proposto a ogni istante ai miei coetanei: “Grande fratello”, telefonini, tv, ecc. ecc. A cosa appartieni nel mondo di oggi? Forse, semplicemente, sei tu che 52 OSHO TIMES

appartieni a loro, come una marionetta. Ma tra questo appartenere e quello che intendo e ho vissuto io, vi è un abisso come quello della parete nord dell’Everest. Ora nulla è più scontato, nulla è dovuto; devo fare la mia parte anche io e da fare ce n’è sempre quando si vive nei boschi, in inverno, senza luce, senza riscaldamento elettrico né acqua corrente. Ma quanto tutto è più bello quando te lo sei conquistato, quando sei tu che ti scaldi al fuoco della stufa che con le tue braccia e fatica hai provveduto a riempire: vai nel bosco a 30, tagli un albero secco, lo “srami” tutto da cima a fondo, lo tagli a pezzi, trasposti i pezzi tirando la slitta fino a casa, spacchi i pezzi in tronchetti con l’ascia, porti i tronchetti al fian-

co della stufa e infine… ahhhh… il fuoco! Altroché “Mamma voglio…!”. Il rispetto e la cura li ho appresi anche in infiniti altri dettagli presi dall’esempio di Ario che a sua volta li fece suoi dopo l’anno che passò in monastero Zen quando aveva 18 anni (Shobozan Fudenjii a Fidenza, Parma, col Maestro Fausto Taiten Guareschi). Non avendo acqua corrente, ad esempio, i piatti si “lavano” con avanzi di carta riciclata che non buttiamo mai e acqua calda (neve sciolta sulla stufa); i bisogni, pur avendo la fossa biologica a 20 metri da casa, per quanto possibile, li facciamo (pipì) in apposite tanichette (ognuno ha la sua con il nome scritto!) che poi si vuotano nella neve profonda in giro per i

Gli haiku di Manuel Non celebrare il tempo che passa, celebra IL Tempo! La palla rimbalza solo quando i bambini giocano (my best zen) Io parlo la foglia, la foglia parla me... Appartenenza! “Cosa abbiamo vissuto...” (Ogni volta che penso all’anno a Nord)


GIOVANI

vasti boschi, come le renne o le alci. Sai quanta acqua si risparmierebbe e con essa, quanti detersivi per pulire i gabinetti (che noi maschietti sappiamo così ben sporcare) se tutti facessero così? Ma mi prenderebbero per matto, come prendevo per matto Ario all’inizio. E quanti altri dettagli… come il lavare da me i vestiti con sola acqua bollente, il non gettare mai alcun avanzo per inventarci piatti nuovi la sera dopo… un Recycle, Reuse, Rethink (riciclare, riusare, ripensare) totale, insomma.

Ancora un’ultima cosa, la più importante: da quando lo conosco, ormai 6 anni, Ario non fa che ripetere (ai campi e con me) quanto tutto sia sacro; all’inizio, non avendo altri paragoni, pensavo intendesse il sacro della chiesa; ho presto compreso su di me e in me quanto volesse dire ben altro. Ho anche capito appieno cosa volesse dire quando, parlando delle sue traversate, diceva sempre: “Mai son stato così povero di cose come in questi 5 mesi eppure, mai così ricco dentro!”. Che alla fine è la sintesi di tutto il discorso: prendersi cura con la totalità di se stessi di ciò che è sacro: la vita, in ogni sua manifestazione. È gratitudine e rispetto puro, è meraviglia e stupore che mai conoscono fine. Ario si è a tal punto preso cura di me che per questo io, ora, mi sto prendendo allo stesso modo cura dei cucciolotti di Chiamiwak che oggi, in una giornata di neve spessa, hanno

schiuso per la prima volta gli occhietti al mondo! Grazie Mondo, grazie per avermi fatto essere qui. Cos’altro potrei mai desiderare per esser felice? Un po’ di Lego e Play Station come fino a 2 anni fa? No, non più. Ora ho la luce che mi sorride dentro. E questo basta per una vita intera e forse… anche oltre!”. Ho chiesto a Manuel, durante una delle interviste: “Secondo te c’è speranza per il mondo?” e lui mi ha risposto: “La speranza c’è sempre. Finché c’è qualcuno tipo Osho, o Ario, o Marga, il mondo può ancora rinascere… se la luce l’ho ritrovata io, che ero molto lontano dal vederla, può farcela anche il mondo”. Non ci credo che Manuel fosse così lontano… ma il cammino è aperto per chiunque voglia accendere una luce, anche nella notte più oscura. Marga

Un’esperienza di wilderness Il Borealis Wilderness Lodge di Ario nasce dalla sua esigenza di condividere con la gente la sua esperienza di meditazione, fatta di silenzio e avventura, a contatto con la natura e con gli spazi “ancestrali” dentro e fuori di noi. È praticamente uno chalet di legno con tutti i confort

situato nel Parco Nazionale del Sarek, una delle ultime wilderness dell’Europa, nel cuore incontaminato del Grande Nord. Può ospitare fino a 15 persone, ma Ario ci porta anche una persona sola, un piccolo gruppo, una famiglia… chiunque abbia il desiderio di sperimentare qualcosa di grande e di speciale. “Io invito le persone a venir su e a sedersi ad ascoltare, questa è la base; da questo poi si può fare qualsiasi cosa; essendo io una guida, un esploratore, le possibilità son molteplici, ma il concetto del Lodge è riscoprire il Silenzio Antico… cerco di far respirare loro ciò che ho ricevuto io. Qui intorno c’è veramente una natura selvaggia immensa. Tu arrivi, esci dalla macchina e di botto ti ritrovi nella vastità... alcune per-

sone, le più sensibili, sono crollate in lacrime. È qualcosa che non si può descrivere a parole”. È possibile sperimentare questo paradiso nordico ogni mese dell’anno: l’estate con le sue notti senza buio, l’autunno con colori che non si possono descrivere, la primavera, dolcissima. E l’inverno, quando il bianco riveste ogni cosa e l’Aurora Boreale accompagna le lunghe notti. Da anni l’inverno (in particolar modo il periodo natalizio) è un classico con bimbi dai sei anni in poi; ma anche per gli amanti dell’esplorazione, dello sci alpinismo, dello sci di fondo e delle lunghe camminate con le ciaspe... e naturalmente della meditazione. Per altre info sul Lodge: borealislodge.org

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un libro da vivere PENSARE O VEDERE? Il Buddha ha una visione, un darshan, una “filosia”, ma non una filosofia. “Filosia” vuol dire semplicemente essere capaci di vedere. Filosofia è pensare, “filosia” è vedere. Al Buddha non interessa affatto il pensare, tutta la sua enfasi è sul vedere: devi vedere la verità, non crederci. Non pensarci: puoi anche pensarci all’infinito, ma così non ci arriverai mai, pensandoci! Pensare al divino o alla luce non ha nulla a che fare con il divino o la luce. In realtà, solo un cieco pensa alla luce; chi ha occhi si gode la luce, non ci pensa. Tu hai forse mai pensato alla luce? No: te la godi, la vivi.

ESPERIENZA Io non sto interpretando Gautama il Buddha: quello che sta dicendo è anche la mia esperienza. Per questo, da un certo punto di vista, sto semplicemente esponendo la mia esperienza esistenziale. Ma io amo Gautama il Buddha, le sue parole sono meravigliose; è importante riportarle in vita, resuscitarle, farle respirare di nuovo. In questo momento, io non sto offrendo alcuna interpretazione: semplicemente, mi rendo disponibile a lui affinché possa dirti qualcosa nella tua lingua, quella del ventesimo secolo. Il Buddha va resuscitato, riportato in vita affinché tu possa tornare a riconoscerlo.

ORO PURO A mano a mano che la tua consapevolezza si fa più profonda, la tua luce cresce di intensità. Noi siamo fatti 54 OSHO TIMES

della sostanza chiamata luce; tutta l’esistenza è fatta di luce. La consapevolezza sta accendendo il fuoco dentro di te; e una volta che avrai preso fuoco, lì bruceranno i desideri e le impurità. Quando ne uscirai, sarai oro puro... Secondo il Buddha, esiste una sola impurità: il desiderio. Ecco perché usa indifferentemente i due termini, impurità e desiderio: il desiderio è impurità. Cos’è il desiderio? Desiderio vuol dire il futuro, domani: ti stai proiettando nel momento successivo, e questo è stupido, idiota. Questo è l’unico momento di cui puoi essere certo.

SEI TU!

Il tempo che non conosce tempo Urra Feltrinelli Editore pagine 208

Tornare al presente! Questo l’invito di Osho nel commento, arrivato al settimo volume, dei discorsi di Osho sul Dhammapada: il sentiero di Gautama il Buddha, proposto in un linguaggio moderno, accessibile alla mente e allo stile di vita dell’uomo occidentale. Solo nel presente possiamo trovare un vero e proprio squarcio delle nebbie che sembrano soffocarci, specialmente in questi momenti di crisi. È la via d’uscita per tornare alla vita e a se stessi. Non una via di fuga, ma una diversa comprensione che può riuscire a farci cogliere le incredibili opportunità insite nel nostro essere al mondo. Perché solo il presente ci collega al tutto, all'eternità. Essere nel presente vuol dire essere illuminati! Osho

La meditazione non è altro che una via, un metodo, per connetterti all’eterno, portandoti al di là del tempo, oltre ciò che nasce e muore; al di là di qualsiasi confine, verso l’illimitato… l’ignoto e l’inconcepibile. E tutto ciò non è qualcosa di remoto; anzi, non potrebbe essere più vicino. Nemmeno dire che è vicino va bene, perché è il tuo stesso essere, sei tu.

DIMENTICATO La bellezza inutilizzata arrugginisce… Ed è così che il potenziale per la consapevolezza arrugginisce: viene trascurato per vite intere. Ti sei completamente scordato che puoi divenire un buddha, che sei un dio sotto mentite spoglie. Non ricordi più la tua vera natura, il tuo essere autentico. Poiché sei circondato dalla ruggine, pensi: “Questo è ciò che sono”.


BOREALIS WILDERNESS LODGE ALLA RISCOPERTA DEL SILENZIO ANTICO

Ogni momento è quello giusto per venirci a trovare oltre il Circolo Polare Artico, tra i boschi e le montagne del Parco Nazionale del Sarek, Lapponia svedese, o tra le Dolomiti. Sarete accolti nel nostro Chalet, nido di magia nel cuore incontaminato del Grande Nord! Costi amichevoli da gennaio a pasqua 2014 l’anno delle Aurore Boreali!!!

www.borealislodge.org borealislodge68@gmail.com

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1 – 31 marzo 2014 jani05@libero.it – 338/6320411

Luna Piena: 16 marzo ore 17:09 GMT a 26º Vergine

ariete

21 marzo - 19 aprile

toro

Luna Nuova: 30 marzo ore 18:46 GMT a 10º Ariete 20 aprile - 20 maggio

gemelli

21 maggio - 21 giugno

Marzo inizia con una buona energia vitale e la tua mente è ricca di molte idee creative. Il lavoro ti occuperà tantissimo e le tue relazioni saranno intense, profonde e più stabili rispetto al passato. Il messaggio dei pianeti è di avvicinarti sempre di più agli altri attraverso la condivisione dei progetti e dei sentimenti. In questo modo potrai alimentare la tua sete di verità.

Questo mese ti propone un periodo vivace. Sarai in azione e deciso a raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato. In questo movimento avrai al tuo fianco gli amici e i colleghi. La tua capacità di trovare soluzioni ti farà scoprire nuovi modi di collaborare insieme agli altri. Sarà molto importante consigliare o guidare chi ti è vicino in modo concreto.

Il Sole dal segno dei Pesci porta novità in ambito professionale e tu sarai stimolato a cambiare il tuo modo di agire mettendo in gioco la tua parte creativa e non solo quella razionale. Le stelle ti preparano a leggere nell’esperienza la risposta alle tue domande o ai tuoi dubbi. Con Marte a tuo favore dovrai imparare a fidarti del tuo istinto e soprattutto dell’esistenza.

cancro

leone

vergine

22 giugno - 22 luglio

23 luglio - 22 agosto

23 agosto - 22 settembre

Gli astri ti offrono molte possibilità per realizzare i tuoi sogni. L’energia che ti regalano ti spingerà a sviluppare il più possibile ciò che hai iniziato o vuoi costruire. Fino a luglio avrai la strada libera dagli ostacoli. È importante tenere presente questa forza a tua disposizione e diventare consapevole di quello che affermi, scegli o sottoscrivi insieme agli altri.

Marzo è un mese equilibrato, intuitivo e magico. I pianeti ti suggeriscono di meditare e di cercare il silenzio. Stare in contatto con la natura e vederla rinascere ti darà una chiave per comprendere le esperienze degli ultimi mesi. Guardare la vita che si risveglia ti rivelerà come sviluppare un aspetto del tuo lavoro. Sarà un tempo di dolcezza che accarezza l’anima.

I primi giorni del mese saranno dinamici, emotivi, con eventi che ti metteranno in primo piano. Nei rapporti d’amicizia e affettivi hai bisogno di ritrovare la leggerezza e lo spirito di solidarietà che ti aiuta a essere un punto di riferimento per chi ami. Porti una meta o condividere un progetto ti farà sentire bene con te stesso e ti metterà di buonumore.

bilancia

scorpione 24 ottobre - 21 novembre

sagittario

Marzo è un mese creativo ispirato da una fortissima vitalità interiore che si esprime attraverso un modo nuovo di vivere le situazioni e il rapporto con gli altri. Marte ti darà il coraggio di andare oltre le paure che spesso t’impediscono di credere nel tuo potenziale. Il lavoro avrà nuovi sviluppi e quello che sembrava impossibile da realizzare inizia a dare i primi frutti.

Il mese inizia con quattro pianeti nel segno amico dei Pesci offrendoti una notevole capacità di muoverti con spirito d’iniziativa e concretezza. Giove favorevole ti sollecita a uscire dalle abitudini per manifestare pienamente la tua anima. Quello che le stelle ti chiedono, è di superare il dubbio e dare a piene mani la tua ricchezza interiore.

Il movimento dei pianeti ti propone adesso un più stretto contatto con i tuoi valori e le tue aspirazioni. Sarai impegnato a sviluppare ogni esperienza che ti dia benessere, permettendo a chi incontri di conoscerti spontaneamente. Il tuo modo di comunicare e di agire sarà guidato da Venere che ti regala ottimismo e un forte senso di partecipazione.

capricorno 22 dicembre - 19 gennaio

acquario

pesci

Marzo è un mese leggero che ti porterà novità positive nel lavoro e nei rapporti personali. Dopo un periodo impegnativo che ha messo alla prova la tua fiducia e pazienza, vivrai giorni divertenti. Idee e incontri ti daranno la chiarezza necessaria per valutare meglio una situazione. Sarà importante fare un viaggio anche breve per distaccarti dal passato.

Il consiglio delle stelle è di non fermarti, ma di proseguire verso i tuoi obiettivi. Le situazioni che ti hanno bloccato o ti hanno messo di fronte a nuove responsabilità scivoleranno via dal tuo cammino. Marte a tuo favore ti darà buone idee che aumentano la tua autostima. È importante accettare quello che accade sapendo che l’esistenza è all’opera per darti il meglio.

23 settembre - 23 ottobre

20 gennaio - 18 febbraio

22 novembre - 21 dicembre

19 febbraio - 20 marzo

Con il Sole nel tuo segno ogni azione porterà a un risultato positivo. Marzo è il tuo mese: timido e ribelle, imprevedibile e costante. Un tempo adatto a muoverti il più possibile, soprattutto per definire accordi e chiudere le situazioni che non ti soddisfano. Avrai la capacità semplice e decisa di essere te stesso. Il consiglio degli astri è di agire con il cuore pieno di gratitudine.


osho times news

PILGRIMS OF EMPTINESS Eventi e gruppi 2014

con Videha

21 – 25 Mar 2014. Miasto. “The Silent Moonlight. Osho Zazen Retreat” 28 Mar–1 Apr 2014. Sofia. Bulgaria. “Sufi. The Path of the heart”. 10 – 13 Apr 2014. Bellaria. “ OshoFestival”. 17 – 21 Apr 2014. Riga. Lettonia. “The Dance of Silence. Sufi-Zen group”. 6 – 9 Giu 2014. Ufa. Russia. “Sufi. The Path of the heart”. 11 - 15 Giu 2014. Chelyabinsk. Russia. “Whirling ! Dance Dervish dance…”. 21 - 27 Giu 2014. Canossa. “Meditazione. La prima e ultima libertà”. “Osho Meditation Camp”. Basato sugli insegnamenti di Atisha “Sette Punti per l’Addestramento della Mente” e il commento di Osho da “Il libro della Saggezza”. 2 – 7 Lug 2014. Zagrabria. Croazia. “The Dance of Silence. Sufi-Zen group”. 9 – 13 Lug 2014. Miasto. “Sufi. The Path of the heart”. 20 – 31 Lug 2014. Kham. Tibet. “Tashi Delek. Viaggio in Tibet”. 8 – 10 Ago 2014. Dharma Mountain. Norvegia. “Mukti. The Consciousness Festival”. 22 Ago - 5 Set 2014. Issykul lake. Kyrghizstan. “The Wind of Emptiness”. SUFI-ZEN CAMP 6 - 12 Set 2014. Issykul lake. Kyrghizistan. “Sufi-Zen Meditation Retreat”. 26 – 28 Set 2014. Portogruaro. “Sufi. The Path of the heart”. 6 – 12 Ott 2014. Chelyabinsk. Russia. “The Silent Moonlight. Osho Zazen Retreat”. 17 – 19 Ott 2014. Bologna. “Sufi. The Path of the heart”. 22 – 26 Ott 2014. Miasto. “The Dance of Silence. Sufi-Zen group”. “Meditazione. Il silenzio della mente, il silenzio del cuore”.

OSHO

www.pilgrimsofemptiness.com videha1@gmail.com NOVEMBRE MARZO 2009 2014

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un altro giro di ruota uovi indizi sull’anno di nascita di Gautama il Buddha, finora considerato, dalla maggior parte degli studiosi, il 566 AC, anche se alcuni parlano invece del terzo secolo. Queste e altre ipotesi si basano comunque su testi molto posteriori che riportano tradizioni orali vecchie di qualche centinaio di anni. Ma recentemente, un team di archeologi finanziato dai governi nepalese e giapponese e dalla National Geographic Society, ha scoperto, all’interno del tempio di Maya Devi, nella città di Lumbini, Nepal, tradizionalmente ritenuta il luogo di nascita del Buddha, una semplice struttura in legno che circonda le radici ormai mineralizzate di un albero. La tradizione racconta che Maya Devi, sua madre, si appoggiò proprio a un albero nel darlo alla luce. E proprio un albero, secondo quanto è stato accertato dai rilievi, doveva costituire una sorta di “colonna” centrale del tempio che, essendo sprovvisto di tetto al centro, aveva una copertura formata da fronde verdeggianti. I test col carbone radioattivo fanno risalire questi reperti, trovati scavando sotto una serie di strutture in mattoni, probabilmente templi precedenti a quello attuale, al sesto secolo avanti Cristo. E questo è il primo materiale archeologico che collega, anche se ancora in via ipotetica, la vita di Buddha a un secolo specifico. Finora, sempre nel sito di Lumbini, il reperto più antico era del terzo secolo AC: un’iscrizione su un pilastro d’arenaria che ricorda la visita di Ashoka, l’imperatore la cui conversione aiutò il diffondersi del buddhismo fino all’Afganistan, all’Assam e allo Shri Lanka. E così, esattamente dopo 25 secoli, la ruota del Dhamma può ricominciare a girare…

N

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Buddha ha detto che quando nasce una religione, quando un Buddha gira la ruota del Dhamma, poi naturalmente, un po’ alla volta, la ruota comincia a fermarsi, perdendo il suo slancio. Quando un Buddha gira la ruota del Dhamma, occorrono duemilacinquecento anni perché si fermi completa-

mente. Ci vorrà un altro Buddha a farla girare per i venticinque secoli successivi. La ruota che Buddha aveva messo in moto si è fermata. Dev’essere girata di nuovo. Questo sarà il mio e il vostro compito essenziale, cioè che la ruota venga girata di nuovo. Quando avrà ricominciato a girare, continuerà a girare almeno per altri venticinque secoli. Osho

portiamo a scuola i tamburi entusiasmante proposta di Harshil Filippo Chiostri, fondatore e facilitatore di Drum Circle Spirit, progetto per l’espansione del potenziale umano tramite il ritmo. Si tratta di un progetto pilota per portare il Drum Circle in alcune scuole della zona di Pontedera, in Toscana, dove purtroppo, scrive Harshil “Il bullismo sta espandendosi in modo inaspettato: vogliamo raggiungere i ragazzi per offrire loro la riscoperta di nuovi punti di vista! Vogliamo aiutarli a riconoscere il potere e la soddisfazione di creare una relazione ‘vincente-vincente’, a dispetto della separazione, l’egoismo e l’indifferenza che da tempo si insinuano fra i giovani a causa della mancanza di valori e fiducia. Mai come ora i ragazzi hanno bisogno di ricordare che è molto meglio essere creativi assieme, piuttosto che tirare l’acqua solo al proprio mulino. Un messaggio sociale basato sulla competizione e la separazione non può che continuare a mostrare risultati quali egoismo e scarso affiatamento fra i futuri adulti, con riflessi negativi in tutta la società. Modelli basati sulla carenza, in primis emozionale e affettiva, si ripercuotono nella crescita dei ragazzi, proprio nel periodo di svi-

Un’

luppo e costruzione di valori che dovrebbero invece spingerli a progettare una vita di prosperità condivisa. La prolungata crisi economica e del sistema poi sta mettendo alla prova l’equilibrio emotivo e mentale delle famiglie, con l’inasprirsi delle relazioni, rese difficili da tematiche legate alla paura”. Ma nonostante la scuola abbia sempre mostrato interesse verso la proposta, non ci sono soldi pubblici per questo genere di progetti. Quindi Harshil nei mesi scorsi ha organizzato con successo una raccolta fondi via internet per finanziare l’iniziativa: 4500€ per il progetto pilota che avrà inizio a fine marzo e andrà avanti fino a metà maggio “per motivare gli studenti a finire l’anno alla grande!” scrive ancora Harshil e aggiunge “Ci sarà anche un video, per dimostrare l’efficacia del percorso, in modo che entro due anni venga sostenuto da enti o aziende e offerto da più facilitatori, non solo in Toscana, ma anche nel resto d’Italia”.

Per maggiori informazioni e per chi volesse partecipare o contribuire: www.drumcirclespirit.it www.igg.me/at/tamburiamicizia


Il viaggio continua con Tarika www.free4being.com

25-29 Giugno La forza del tuo Centro - Ritrovare la quiete nei momenti difficili, Osho Miasto 23-27 Luglio Self-Love - Amore per se stessi, Osho Varazze 12-16 Novembre Osho Therapist Training, Osho Circle School

Tarika terrà in Italia anche Lo Spirito Ribelle e il Training di Transessence: consulta il sito per le date.

Corso introduttivo 12 – 14 Dicembre, 2014

Inizio nuova formazione 23 – 29 Marzo, 2015 14 – 20 Settembre, 2015

Corso Avanzato per operatori Biodinamica per il neonato 1 – 5 Ottobre, 2014

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lavaggio del cervello governi hanno sempre esercitato un certo controllo sull’istruzione, questo non è un segreto, e persino in paesi come gli Stati Uniti le riforme educative vengono gestite dal presidente stesso. Ciò che i bambini imparano è direttamente legato a ciò che i politici vogliono che imparino. In Italia, almeno nel campo della letteratura e della scelta delle letture da consigliare ai ragazzi, finora gli insegnanti hanno sempre avuto libertà di scelta, soggetta soltanto al proprio gusto e buon senso (e a volte alle pressioni dei genitori). Purtroppo in Cina non è così. Lo scorso luglio il governo cinese ha pubblicato un elenco di 100 libri e 100 film, documentari e spettacoli televisivi reputati adatti ai giovani. L’elenco è nato dallo sforzo congiunto di tre organizzazioni: il Dipartimento Centrale della Propaganda, il Ministero dell’Istruzione e la Lega Centrale della gioventù comunista. Nella loro visione l’obiettivo è quello di “Realizzare profondamente e completamente lo spirito del 18° Congresso Nazionale del Partito, di promuovere con forza lo spirito nazionale e lo spirito dell’epoca tra i giovani e di incoraggiare tutti i giovani a lottare per realizzare il sogno cinese, il grande rinnovamento della nazione cinese”. Che cosa significa esattamente? Significa che vogliono promuovere l’ideologia comunista e il nazionalismo cinese. Basta guardare i titoli dei primi tre libri della lista: Storie di Marx, La Cina ha un Mao Tse-Tung e Zhou Enlai: i primi

I

anni (Zhou Enlai fu il primo Premier della Cina comunista, in carica per quasi vent’anni). Ovviamente i genitori cinesi non sono felici. L’elenco è stato diffuso via Internet e i genitori hanno potuto dire la loro con commenti del tipo “Quando avrò figli, credo che mi comprerò i libri e glieli leggerò io stesso. Questo lavaggio del cervello è troppo sfacciato”. L’ex direttore di Google in Cina, Kai-Fu Lee, ha inviato un tweet che ha espresso i sentimenti della nazione: “Avevo raccomandato i seguenti libri per bambini, ma sono stati gentilmente respinti da un certo dipartimento: Cenerentola, La tela di Carlotta, The Princess Diaries, 20.000 leghe sotto i mari e Il Conte di Monte Cristo. Ora che ho visto questo elenco, ho capito il perché”. Niente come un regime dittatoriale conosce così bene il potere delle parole e del condizionamento precoce! (notizia tratta da: www.care2.com) L’uomo è un seme, una possibilità, una potenzialità, una speranza, una promessa. Ma il seme non è ancora il fiore. Contiene milioni di fiori in essenza, ma non nella realtà. Questi fiori devono essere resi manifesti. Nasci portando con te un’essenza, è quello il tuo vero essere. Ed è proprio questo lo scopo, o dovrebbe essere lo scopo, dell’educazione: aiutarti a cercare e a investigare la tua essenza, aiutarti a farla crescere. Il termine “educazione” significa “estrarre”, proprio come si estrae acqua da un pozzo. Ma qualcosa è andato storto alla base e il sistema educativo nel suo complesso sta facendo esattamente l’opposto: anziché estrarre, ti impone a forza delle cose. Osho, Dal cuore all’esistenza, novità in arrivo allegata all’Osho Times di Aprile...

60 OSHO TIMES

un’estate tutta da meditare OshoFestival, a Bellaria dal 10 al 13 aprile, apre alla grande la stagione dei grandi incontri di festa e meditazione del 2014. E, successivamente, non mancano le occasioni per continuare a incontrarsi fra meditatori e usare le vacanze estive non solo per svagarsi, ma soprattutto per scoprire e imparare, divertendosi, strumenti utili nella vita di tutti i giorni. Si comincia con The Festival, dal 19 al 22 giugno, anche quest’anno a Riolo Terme, in Romagna, organizzato da Ushma e Nirodh, che hanno alle spalle anni di esperienza nell’organizzazione di questi eventi. Tutte le informazioni su www.thefestival.it Dal 27 al 29 giugno l’Osho Circle School di Maiolo, sulle colline sopra Rimini, organizza un Wellness Festival, dedicato al benessere di corpo, mente e spirito; su oshocircleschool.com le informazioni sul programma e sulla location: la natura, la piscina, due bar, pizzeria, ottimo cibo... Dall’11 al 13 luglio il fratello minore dell’OshoFestival, Meditando: un ambiente più raccolto e un program-

L’

ma più lineare per un incontro di inizio estate che ha sempre raccolto tanti nuovi partecipanti e un grande consenso fra i frequentatori abituali. C’è anche una pagina su Facebook “Quelli di Meditando a Verbania” (Verbania era dove si svolgeva negli anni passati). Quest’anno Shunyo e 4


OSHOLeivi Osho Information Center di Leivi – Chiavari (GE) Per informazioni e prenotazioni: Chetana 347-9445514

4 Marco terranno 3 giorni densi di

eventi e incontri nella nuova prestigiosa location di Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, ben collegata anche con il treno e l’autostrada! Su oshoexperience.it programma e informazioni. A fine mese, dal 31 luglio al 3 agosto Osho Happening, un festival di musica, arte, spettacolo e meditazione sempre all’Osho Circle School. 4 giorni a ritmo serrato di concerti, piano-bar, disco, eventi, mini-workshop, meditazioni, spettacoli, teatro, arte di strada, performance, interazioni creative, mostre d’arte e artigianato. A Miasto dal 10 al 16 il tradizionale Festival che raccoglie centinaia di persone: tante meditazioni di Osho, musica dal vivo, concerti ed eventi quali Danze Sacre di Gurdjieff, Danze Caraibiche, Zikr e Overtones... per citarne alcuni. E poi l’ormai mitico buffet di ferragosto. Info su oshomiasto.it. Sempre ad agosto, dall’11 al 17, Anando, Shunyo e Marco organizzano anche quest’anno Vacanze con una differenza, in un bell’agriturismo vicino ad Assisi. Il “clima” qui è ancora più rilassato in quanto il pomeriggio è libero da attività e i partecipanti possono visitare gli splendidi dintorni, le vicine città d’arte... o anche solo godersi la piscina! Molto più al Nord, sopra Luino, quasi al confine con la Svizzera, il festival di Osho Gautama, dal 13 al 21 agosto, una miscela di celebrazione e interiorità, silenzio, relax e meditazione. Un programma ricco, immersi in una natura spettacolare, circondati da montagne e boschi secolari. A ferragosto un superParty e poi Special Guest, anche da Pune... Su www.gautama.it tutte le informazioni e come arrivare. La “stagione” si conclude poi tradizionalmente con l’appuntamento a Viareggio dal 12 al 14 settembre, organizzato sempre da Ushma e Nirodh.

Un’oasi rilassante sulle colline del lussureggiante entroterra ligure con vista sulla vallata che discende verso il golfo di Portofino …si sta bene a Osho Leivi. In un modo particolare!

Aprile 24 (h.21) – 27 (h.15) 18 (h.10) – 24 (h.15) Agosto GRUPPO INTENSIVO con Anando

30 Aprile (h.21) – 4 Maggio VIPASSANA con Shunyo

7 (h.21) – 9 Febbraio COSTELLAZIONI FAMILIARI con Anando

31 Ottobre (h.21) – 2 Novembre LA TUA RELAZIONE

30 Maggio (h.21) – 2 Giugno CON IL DENARO COSTELLAZIONI FAMILIARI con Anando

27 (h.21) – 29 Giugno

dal PROGRAMMA 2014

TRAINING DI COSTELLAZIONI FAMILIARI – (II parte) con Svagito e Anando

PNL E COMUNICAZIONE con Premananda

con Anando

5 (h.21) – 8 Dicembre RITIRO DI VIPASSANA con Shunyo

20 (h.21) – 27 Luglio (h.15) NO-MIND con Chetana

Sabato 2 Agosto h. 19 FESTA PER I DIECI ANNI DELL’OSHO LEIVI

10 (h.10) – 17 (h.15) Agosto TRAINING DI COSTELLAZIONI FAMILIARI – (I parte) con Svagito

www.osholeivi.com ®

MARZO 2014

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5 buone ragioni destra conservatrice americana sta tentando di far passare una legge per impedire che Medicare (l’assistenza sanitaria USA) copra i costi dell’aborto, costringendo così di fatto le donne, specialmente quelle povere, a far figli. È tutto parte di una battaglia degli attivisti statunitensi anti-choice (contrari alla libertà di scelta della donna) per impedire non solo l’aborto, ma anche la contraccezione, sia quella regolare che quella d’emergenza (pillola del giorno dopo). Il tutto accade anche attraverso una vasta campagna per aumentare il numero di “obiettori di coscienza” fra i medici che fa ricordare la situazione italiana, dove 7 ginecologi su 10 sono ormai diventati obiettori di coscienza, rendendo l’aborto in strutture pubbliche molto difficile. Le donne devono far figli: più sono, meglio è!

La

times

N.206 2014 MARZO

Il mensile dedicato all’arte della meditazione

Registrazione Tribunale di Varese n. 934 del 2.9.2008 Direttore Resp.: Walter Volonté Sede legale, direzione, redazione e amministrazione: Associazione Oshoba, Via Morazzone 5, 21049 Tradate tel 0331 810042 Stampato presso: Tipografia C.S.R. Via di Petralata 157, Roma Arretrati su: www.oshoba.it Pubblicità: tel 0331 841952 Consulenze grafiche e fotografiche: P. Greco

Per i testi di Osho salvo specifiche al piede dei singoli brani: prima pubblicazione Copyright © 1953 Osho International Foundation. Copyright © tutte le revisioni 1953-2014 Osho International Foundation. Tutti i diritti riservati. Foto: ove non diversamente indicato sono per gentile concessione di Osho International Foundation. L’editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini e testi di cui non sia stato possibile reperire la fonte. Alcuni articoli sono traduzioni dall’edizione in inglese o in tedesco. Osho, Osho Signature, Osho Dynamic Meditation, Osho Kundalini Meditation, Osho Nataraj Meditation, Osho Nadabrahma Meditation, Osho Gourishankar Meditation, Osho Mandala Meditation, Osho Whirling Meditation, Osho Mystic Rose, Osho Born Again and Osho No-Mind, sono marchi registrati o marchi di proprietà della Osho International Foundation, usati con il suo permesso. Osho Times (O.T.) accetta materiali per la pubblicazione inclusi idee, articoli, design, illustrazioni, artwork o fotografie. Chi presenta il suddetto materiale garantisce automaticamente il permesso di pubblicazione senza alcun diritto di restituzione o remunerazione da parte62 dell’O.T., deiTIMES suoi agenti o delegati. OSHO

Gli attivisti americani cercano di fornire anche delle ragioni “logiche”, finendo per dire assurdità, eccone 5. 1) Si creano posti di lavoro. Questa analisi “economica” è del repubblicano Bob Goodlatte, durante una seduta parlamentare sul disegno di legge: “Consiglio a tutti della maggioranza di sostenere questa normativa, in primo luogo perché è la cosa moralmente giusta da fare e anche perché avere una popolazione in crescita e portare nuovi esseri umani nel mondo non è dannoso, ma anzi promuove la creazione di posti di lavoro nel campo sanitario, dei servizi e di tutti i settori coinvolti nella crescita dei bambini”. Si riconosce quanto costoso sia allevare un bambino e quanti “beni e servizi” dovranno essere acquistati per curarlo e mantenerlo, ma non si vede il rovescio della medaglia: la diminuzione del reddito dei genitori, specialmente se c’è bisogno di lasciare il lavoro per prendersi cura del bambino. 2) Aiuterà il sistema pensionistico. Questa chicca arriva dall’ex senatore repubblicano Rick Santorum che durante un’intervista radiofonica ha dichiarato: “Il sistema di sicurezza sociale, a mio parere, è un progetto fallimentare. Ma funzionerebbe molto meglio se avessimo tendenze demografiche stabili: non abbiamo abbastanza lavoratori per sostenere i pensionati, perché oggi in America a causa dell’aborto ci manca un terzo dei giovani americani”. 3) Rinfoltirà l’esercito. È strano per un movimento che si definisce “pro life” (A favore della vita, slogan anti-abortista) chiedere alle donne di metter al mondo dei figli per mandarli in guerra. Eppure, questo è esattamente ciò che l’ex senatore Zell Miller ha sostenuto a una raccolta di fondi per un gruppo anti-choice.

“Come può questa grande terra di abbondanza produrre così poche persone come negli ultimi 30 anni? Siamo troppo pochi perché troppi dei nostri bambini sono stati uccisi. Più di 45 milioni dal 1973, l’anno di legalizzazione dell’aborto. Se fossero nati, oggi starebbero difendendo il nostro paese...”. D’altronde anche Adolf Hitler, nel bel romanzo Lui è tornato, di Timur Vermes, dove si racconta di una sua misteriosa riapparizione ai nostri giorni, è contrario all’aborto per la stessa ragione: “Avremmo almeno 2 divisioni in meno ogni anno, la Germania non se lo può permettere!”. 4) Fa bene all’ambiente. Purtroppo, signore, dovrete rinunciare alla pillola anticoncezionale perché la vostra pipì contaminata sta danneggiando la fauna selvatica e l’American Life League (Associazione antiabortista) pensa che sia una ragione sufficiente: “Pensate all’acqua che bevete. Pensate al pesce che mangiate. L’acqua potabile potrebbe essere infestata da alti livelli di estrogeni. Studi hanno dimostrato che i pesci di sesso maschile che vivono in acque ricche di estrogeni stanno diventando femmine”. 5) Previene il cancro. Gli attivisti anti-choice continuano a sostenere che l’aborto aumenta il rischio di cancro al seno, nonostante l’American Cancer Society continui a dichiarare che non è vero! Non solo, ma gli attivisti di Abortion Causes Breast Cancer (L’aborto causa il cancro al seno), in base a una loro “ricerca”, proclamano che anche rimandare 4


4le gravidanze o evitarle del tutto au-

menta il rischio: “Una donna che abbia la sua prima gravidanza a 20 anni ha un rischio di cancro al seno inferiore del 90% rispetto a una donna che rimane senza figli o aspetta fino ai 30,” scrive un membro, “e per ogni gravidanza successiva il rischio di cancro al seno diminuirà di un altro 10%”. Insomma il primo figlio a 20 anni e poi continuare a fare più figli più possibile per continuare a ridurre il rischio! Ricapitolando: stimolare l’economia, assicurare un futuro ai pensionati, produrre più soldati, salvare la fauna e prevenire il cancro! Beh... non resta che cominciare a darci dentro!

(da Robin Marty su www.care2.com)

bodhidharma scrive Prashantam, il fondatore della scuola O.D.H.A.: “Ogni anno, quando prepariamo il programma della scuola sento che il modo più appropriato è di iniziare con il Kyo: Osho Zen. Quest’anno il Kyo è per me già iniziato alcune settimane fa, in Cina, mentre meditavo e suonavo il flauto nella grotta dove Bodhidharma ha vissuto e ha avuto inizio lo Zen. Questi divini momenti mi hanno riportato agli insegnamenti di Osho sullo Zen e a quello spazio dentro di me che io chiamo: Kyo (il vuoto interiore)”. Sull’esperienza di Prashantam in Cina pubblicheremo presto un’intervista. Il Kyo: Osho Zen, un ritiro di 5 giorni in silenzio e isolamento, avrà luogo a marzo. Su www.prashantam.com date esatte e dettagli. La Scuola O.D.H.A. sarà presente all’OshoFestival di Bellaria offrendo classi mattutine e sessioni individuali.

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Corso per il corretto utilizzo delle CAMPANE TIBETANE E DI CRISTALLO Trento - 4 maggio 2014 corso di formazione Impara a suonare le Campane Tibetane e di Cristallo con un metodo naturale: benessere, pace, silenzio.

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www.oshoba.it dal catalogo oshoba che in grado di far raggiungere stabilmente una dimensione vitale autentica. Secondo volume della serie in inglese “The Book of Secrets”, commenti di Osho al Vigyana Bhairava Tantra. Sono disponibili anche gli altri 4 volumi: IL LIBRO DEI SEGRETI, I SEGRETI DEL TANTRA, I SEGRETI DELLA GIOIA, I SEGRETI DEL RISVEGLIO.

riore naturale. È la tecnica di meditazione di Osho più venduta a livello mondiale, ed è sia divertente che potente. Scioglie l’energia stagnante, allenta le tensioni e prepara alla meditazione profonda. Contiene istruzioni in videoclip in formato mpeg. –––––––––––––––––––––––––

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Osho commenta e rende attuali le tecniche di meditazione che costituiscono il canone classico tramandatosi nei secoli nella tradizione indiana: il Vigyana Bhairava Tantra, un testo chiave dello shivaismo tantrico. In questo libro, il maestro che più di ogni altro ha saputo rendere accessibili al grande pubblico le tradizioni orientali, spiega nei dettagli più minuti una serie di tecni-

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OSHO TIMES

À VIT NO O SHO GITA DARSHAN YOGA DELLA DISPERAZIONE YOGA DELLA COMPRENSIONE

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Il primo volume dell’edizione italiana del commento di Osho alla Bhagavad Gita, divisa in 18 capitoli o Adhyaya divisi a loro volta in vari sutra. Un’opera fondamentale,scritta in sanscrito, uno dei più noti testi sacri dell’India che ha esercitato una grande influenza anche sul pensiero occidentale. È il resoconto del dialogo tra il principe-guerriero Arjuna e l’incarnazione divina Krishna. Il commento di Osho si distingue da tutti i numerosi commenti apparsi sia in Oriente sia in Occidente, per il suo particolare approccio al testo: enfatizza la dimensione psicologica del dialogo fra Krishna e Arjuna: “La Gita è il primo testo sulla psicologia degli esseri umani, è questa la ragione per cui è così importante ”, e rende l’antica saggezza comprensibile dal lettore contemporaneo e utilizzabile per un lavoro su se stessi. –––––––––––––––––––––––––

La Meditazione Dinamica è la tecnica di meditazione creata da Osho più essenziale e più conosciuta, pulisce l’inconscio e alleggerisce dai pesi interiori ed è la meditazione ideale per il mattino. Si compone di cinque stadi scanditi da tipi differenti di musica (nel primo, secondo, terzo e quinto stadio) e dal silenzio (nel quarto stadio). I primi tre devono essere praticati con totalità, in modo che nel corpo non resti alcuna energia statica; in questo modo la mente non ha più alcun alimento per creare pensieri, sogni e immaginazioni. Esau rendo l’energia nell’espressione verso l’esterno, all’improvviso ci si ritrova dentro di sé. Il quarto stadio è un’osservazione silenziosa, un essere testimoni di tutto ciò che accade dentro e fuori di sè. Nel quinto si celebra e si danza. Questa meditazione si esegue preferibilmente al mattino presto, e comunque sempre a stomaco vuoto. Contiene istruzioni in un videoclip in formato mpeg leggibile da un computer.

BAHRAMJI SUFI SAFIR

CD cod. M 180 € 17,50

Viaggio del 21o secolo attraverso le musiche sufi. Le antiche melodie tradizionali persiane, curde e indiane, riviste dal groove occidentale in chiave trance, accompagnano i testi ispirati dai più noti poeti e mistici persiani (Saadi, Rumi, Attar e Hafiz). La magica atmosfera del santoor persiano.

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O SHO FRA LE RIVE DEL NULLA DISCORSI SUL TAO-TE-CHING DI LAO TZU (VOL. 1-2) DEUTER OSHO MEDITAZIONE KUNDALINI CD cod. M 04 € 17,50

Meditazione attiva divisa in 4 fasi scandite da musica e silenzio, ideale per il tramonto. Scuotersi, danzare, rimanere immobili... e il silenzio diventa uno spazio inte-

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Il “Tao Te Ching”,tradotto e ritradotto, è di fatto intraducibile, se non viene compreso il tessuto intimo che anima le parole, verso il quale le immagini spingono a fondersi... ecco perché il commento di Osho risulta prezioso e


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importante per immergersi in qualcosa che richiede un assoluto abbandonare qualsiasi forma di sapere acquisito: testi come questo richiedono, infatti, l’estrema assenza di identificazioni e di attaccamenti, in caso contrario se ne perderà la sostanza, e si tenderà a interpretarlo e a fuorviarlo, adattandolo a sé, anziché utilizzarlo come trampolino di lancio verso la verità. È possibile anche ascoltare tutti questi discorsi di Osho nell’originale inglese “Tao the three treasures”, 2 CD Audio MP3 per oltre 50 ore di ascolto. Sono disponibili anche: LA VIA DEL SOLE E DEL VENTO vol.3 (cod. L285 - € 17,50), IL REGNO DELL’ACCADERE vol. 4 (cod. L129 € 16,50) IL TEMPO DEL SOLE E DELLA LUNA vol. 5 (cod. L2207 - € 16,50)

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Sesto volume dei commenti al Dhammapada, il sentiero di Gautama il Buddha. Il commento di Osho si sviluppa

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Ho inoltre aggiunto la quota associativa (vedi tariffe a lato) e divento socio Oshoba. Data e luogo di nascita:..................................................................................................................................................... Data:.............................................. Firma:........................................................................................................................................

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in una serie di discorsi tenuti dal giugno del ‘79 all’aprile del 1980 e raccolti in 12 volumi. Disponibili anche gli altri volumi della serie: “LA MENTE CHE MENTE” “LA SAGGEZZA DELL’INNOCENZA” “L’AVVENTURA DELLA VERITÀ” “UNA RISATA VI RISVEGLIERÀ” “IL MONDO È IN FIAMME”

il suono con il silenzio. Un invito a guardare dentro di sé, a la sciarsi andare, senza però di menticarsi di trasformare prima il mondo in una celebrazione. La musica del mondo di Osho è capace di portare al silenzio attraverso lo spazio del cuore e dell’amore.

Come ordinare? Tutti i titoli presentati in questa rivista si possono ordinare per telefono, e-mail oppure da sito:

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Un mosaico di strumenti esotici dal tocco delicato, che fondono le tradizioni orientali con quella occidentale, il nord del mondo con il sud, la mente con il cuore,

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del perenne mutamento che siamo chiamati a vivere. Sono disponibili: I0 volume I SILENZI DELL’ANIMA II0 volume I SENTIERI DELL’ANIMA –––––––––––––––––––––––––

in luce la piena responsabilità di ciascun individuo rispetto al mondo nel quale viviamo; realtà alla base del proprio percorso di crescita. Realizzare il proprio potenziale è la responsabilità primaria del nostro essere al mondo: qui troviamo degli spunti per dare alla nostra vita una salda rotta esistenziale. –––––––––––––––––––––––––

VEET MARCO FOCUS ON THE THIRD EYE CD cod. M 200 € 17,50

FOCALIZZATI SUL TERZO OCCHIO. Una meditazione che aiuta a sviluppare la sensibilità ed il potere del terzo occhio; facile da praticare e profonda, è divisa in 4 fasi di 15 minuti scandite da musiche che aiutano a passare da una fase all’altra. Questo CD fa parte di una serie di tecniche di meditazione prese dal “Vigyan Bhairava Tantra” (vedi la serie dei commenti di Osho a IL LIBRO DEI SEGRETI).

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MANEESHA JAMES & USHMA HINNAWI APRIRE LA PORTA INTERIORE CD cod. M 253 € 15,00

Una tecnica di meditazione guidata per sostenere la motivazione a meditare. Nonostante abbiamo deciso di includere la meditazione nella nostra giornata, capita che poi non riusciamo a realizzare il nostro proposito. Succede perché solo la parte conscia della nostra mente ne è coinvolta, mentre il nostro inconscio non ha partecipato alla decisione. Questa semplicissima meditazione guidata in italiano ti aiuta a parlare con la tua parte inconscia che sabota la tua in tenzione positiva, e a trovare e mantenere la motivazione a meditare, qualunque sia il metodo da te scelto. Via via che questa tecnica verrà praticata, sarà poi il potere creativo interiore a fare emergere naturalmente il bisogno e il piacere della meditazione.

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O SHO GLI ABISSI DELL’ANIMA

pp 304 € 18,00 (cod. L 2193)

Prosegue la lettura di Osho del capolavoro di Khalil Gibran “Il Profeta”. La rilettura di Osho di questo classico dell’anima continua dunque a essere fondamentale, perché aiuta a comprendere in che modo un inno alla pienezza può essere utilizzato come compagno di viaggio per la vita, grazie alla sua capacità di echeggiare i grandi temi della vita, non come semplice consolazione ma come “fondamento”

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O SHO L’OCCHIO DEL CICLONE

pp 176 € 12,00 (cod. L 790)

Tutti noi, nel profondo, abbiamo il desiderio di ricollegarci con il mondo della meraviglia e della gioia. Osho parla di questa profonda aspirazione, di quella dimensione di stupore e offre i mezzi per realizzare la bellezza di essere vivi e per includere la meraviglia nella nostra esistenza. Questi discorsi sono tra i primi tenuti da Osho a gruppi di persone sempre più affollati. La sua visione si accompagna alla sperimentazione diretta nei campi di meditazione tenuti all’aperto, dove chiunque partecipava aveva un assaggio delle profondità del proprio essere in meditazione. Primo volume di una importante trilogia di discorsi di Osho sull’energia Kundalini e sulla Meditazione Dinamica tenuti al Campo di Meditazione di Nargol, nel Gujarat indiano, dal 2 al 5 maggio 1970. Questi discorsi si riallacciano al II0 e III0 volume: “VORTICI DI ENERGIA” e “LA NATURA DELL’INVISIBILE”. –––––––––––––––––––––––––

O SHO TU SEI IL MONDO

pp 144 € 6,50 (cod. L 34)

Osho si è affermato come Maestro di realtà del tutto slegato da riti e miti, ideali, mode e tendenze. In questa serie di discorsi mette

minato indiano citato nel Ramayana e nel Mahabharata – al suo discepolo, il re Janaka. Ashthavakra non fa nessun riferimento a come ha raggiunto, e trasceso, l’illuminazione, bensì descrive a Janaka che cosa ha scoperto di essere già, liberandosi dalle catene dell’ego. Nel commento di Osho ai suoi sutra non troviamo sicuramente uno dei tanti manuali per imparare ad essere felici, ma un preciso aiuto a scoprire e raggiungere quello stato dell’essere che ci rende possibile essere felici quieora, basta che lo permettiamo! “ Privo di attaccamenti e senza forma, tu sei il testimone dell’universo intero. Conosci questa realtà e sii felice!”. Primo volume dei commenti di Osho all’ “Ashtavakra Samhita”. Disponibile anche il II0 volume: “LA RIVOLUZIONE DEL CUORE”.

O SHO SII FELICE ADESSO

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TROVA LA VERA ESSENZA DELLA VITA. Ecco l’inizio dell’insegnamento di Ashthavakra – un antico illu-

O SHO ESTASI IL LINGUAGGIO DIMENTICATO pp 308 € 14,90 (cod. L 84)

Osho commenta alcuni dei versi più belli di Kabir (tradotti in inglese dal Premio Nobel Rabindranath Tagore) e risponde alle domande dei meditatori. Kabir è un mistico, saggio e poeta vissuto in India nel XV secolo. Amatissimo, da 500 anni i suoi versi sono cantati, recitati e, più di recente, letti da milioni di persone in tutta l’India. Analfabeta, orfano – nessuno sa se fosse mu sulmano o indù – per tutta la vita è rimasto un semplice tessitore. Osho mette in luce la semplicità, la bellezza e l’incisività delle sue parole insieme alla profondità del suo insegnamento.

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Dagli organizzatori dell’OshoFestival di Bellaria un invito a meditare divertendosi in un campo di energia pieno d’amore e di gioia

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