Benessere, consigli di Satyarthi

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FINISCE CHE AL CORPO CI SI

espira il più a fondo possibile. Quando i polmoni sono vuoti, lentamente tira verso l’interno i muscoli dello stomaco e della pancia, raggiungendo quasi – ma non proprio – il punto di massima contrazione. Poi, molto velocemente, tira dentro totalmente i muscoli… poi leggermente in fuori, poi dentro e fuori. Questo movimento crea una vibrazione simile a quella di un diapason. Continua finché non hai bisogno di respirare, poi rilassati, respira normalmente per qualche istante. Espira di nuovo profondamente e ripeti. L’esercizio completo richiede solo tre o quattro minuti. Un esercizio semplice, eppure fantastico per i muscoli addominali, se la zona è un po’ flaccida le darà tono. È anche un esercizio ideale per aumentare l’afflusso sanguigno nella zona. E, cosa più importante in relazione alle funzioni corporee, è eccezionale per stimolare la contrazione ed espansione dei muscoli del colon che creano l’azione pneumatica necessaria per l’eliminazione dei rifiuti corporei. Inoltre, portando consapevolezza all’hara, ci aiuta sentirci più centrati e pieni di energie.

PENSA SOLO QUANDO SI VA IN PALESTRA, SI PRATICA QUALCHE SPORT... O SI VA DAL MEDICO PER DISTURBI E DOLORETTI VARI.

CI SI

DIMENTICA FACILMENTE CHE È IL NOSTRO ‘COMPAGNO’ DI TUTTI I GIORNI, VENTIQUATTRO ORE AL GIORNO.

BASTE-

REBBE UN PO’ D’AMORE E DI ATTENZIONE NELLA VITA QUOTIDIANA.

ECCO QUALCHE

ESERCIZIO FACILE FACILE PER VARIE OCCASIONI NEL CORSO DELLA GIORNATA.

Tratta bene il tuo corpo

* Il nome deriva da una pratica yoga – conosciuta anche come Udana, più avanzata di questo semplice esercizio – durante la quale si contraggono i muscoli addominali a zone, prima a destra (colon ascendente) e in seguito da destra a sinistra (colon trasverso) e a sinistra (colon discendente) aiutando così il viaggio dei rifiuti fuori dal nostro corpo.

UDIAMA* Un esercizio che funziona solo a stomaco vuoto. Il momento ideale per farlo è la mattina. Lo si può fare seduti sul water oppure in piedi, con le ginocchia leggermente piegate e le mani appoggiate sulle ginocchia in maniera rilassata. Comincia con un’inspirazione e poi 44 OSHO TIMES


il corpo

INIZIA

DAL MATTINO.

UN

PO’ DI CONSAPEVOLEZZA E DI

AMORE PER IL CORPO APPENA SVEGLI PUÒ FAR MIRACOLI.

SE

POI HAI QUALCHE DOLORE DI

SCHIENA GUARDA BENE CHE È PROPRIO L’ESERCIZIO GIUSTO PER TE!

Il buon giorno... 1 “Ok... è ora d’alzarsi!”. 2 Per voltarsi su un fianco, facilmente e senza fatica, basta lasciar cadere gentilmente le ginocchia di fianco. 3 Mentre i piedi arrivano sul pavimento, il braccio sinistro senza alcuno sforzo spinge il torso in posizione eretta.

ALZARSI Tutti abbiamo sentito dire che qualcuno che si è alzato dalla parte sbagliata del letto – ed è rimasto stravolto e di pessimo umore per tutto il giorno – ma quello che forse ci è sfuggito è la verità contenuta in questo modo di dire. Realmente il modo in cui ci alziamo dal letto ha un effetto marcato sulla qualità dell’intera giornata. Ci sono davvero modi buoni o cattivi per farlo. Ecco il modo ideale: invece di mettersi subito seduti, un’azione che contrasta direttamente la gravità e richiede maggior sforzo e contrazione muscolare, prima rotola sempli-

cemente su un lato. Avvicina le gambe al petto. Lascia penzolare i piedi fuori del letto. Poi lascia che le gambe li seguano. Mentre le gambe scivolano giù, un movimento privo di sforzo che usa la forza di gravità come alleato e non come nemico, farà sollevare la parte superiore del corpo in modo naturale, e con il minimo impiego di energia. Respira! È attraverso il respiro che possiamo espandere e aprire il corpo. Molte persone trattengono il respiro mentre compiono azioni semplici, come l’alzarsi dal letto. Le braccia ti servono solo per aiutarti a rimanere in equilibrio, non ne

hai bisogno per spingerti. Le braccia e le spalle rimangono sciolte e rilassate. La quantità di moto accumulata con il movimento oscillatorio di gambe e torso ti porterà nella posizione eretta. Lascia che il torso oscilli in avanti finché il suo peso è sulle gambe e poi usa le gambe – è questa la loro funzione – per spingerti su con un movimento dolce e rilassato di grazia spontanea. E questo ci serve anche per ricordare che la vita non deve essere un’eterna lotta!

4 Ci si ferma un momento. Notate come si arrivi a una posizione rilassata e nel contempo dritta. 5 Lasciandosi cadere in avanti si porta il peso sulle gambe, che iniziano a raddrizzarsi e a spingere il alto il corpo. 6 E si comincia il giorno in un modo nuovo.

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Sedersi bene

QUASI

SEMPRE SEDUTI, VUOI SUL LAVORO CHE

NEL TEMPO LIBERO, SEMBRA LA COSA PIÙ NATURALE DEL MONDO.

MA A STAR SEDUTI, E POI AD ALZARSI IN PIEDI MALE, CI SI AFFATICA E CI SI ROVINA LA SCHIENA.

Così no! 1 Afflosciati sulla sedia, curvi. 2 Per alzarsi ci vuole uno sforzo, che provoca inutili tensioni. 3 Guarda come sono tesi le spalle e il collo. 4 In piedi... ma che fatica!

SEDUTI... Prova a sederti per un attimo con la schiena non appoggiata allo schienale, così che sia la spina dorsale a tenerti dritto. Per trovare la posizione migliore devi prima sentire le ossa ischiatiche, che sono quelle protuberanze arrotondate nei tuoi glutei che ti forniscono una vera e propria base per sedere. Mentre sei seduto comincia a ondeggiare un po’ avanti e indietro, facendo perno sulle ossa pelviche, a un certo punto sentirai che l’ischio è arrivato esattamente nella posizione corretta per sostenerti. Ricordati che da seduto la parte bassa della schiena ha una curva più

accentuata che quando sei in piedi. Una volta che trovi la posizione giusta dell’ischio è facilissimo adattare a questa il resto delle parti del corpo: sembra quasi di fare una pila di pezzetti di costruzioni da bambini. Ti accorgi che sei arrivato alla posizione giusta quando ti ritrovi seduto bello dritto, senza dover fare alcuno sforzo per rimanere in quello stato.

... IN PIEDI! Quando sei seduto sulla sedia in maniera rilassata, è facile alzarti: sembra praticamente un ‘cadere’ in piedi. Metti una gamba più avanti e l’altra più vicino al corpo, magari persino un po’ sotto la sedia. Con la testa

rilassata inizia a inclinarti in avanti, sempre facendo perno sulla pelvi. Continua a inclinarti fino a quando ti sembra quasi di cadere dalla sedia. Quando il tuo torso è in verticale sopra le gambe lascia che l’inerzia di questo movimento vada a loro. E così, senza sforzo, una piccola spinta verso l’alto coi polpacci... e sei in piedi. Non alzarti facendo forza su braccia e spalle: non sono fatte per questo compito. Non far entrare in tensione i muscoli del collo tentando di ‘tirarti su’. Questa del ‘cader su’ può sembrare una strana idea, ma basta provarla un po’ di volte e vedrai che è la cosa più facile e naturale del mondo.

Così sì! 1 Dritti e rilassati; un apoggio per la parte bassa della schiena può aiutare. 2 Un piede indietro e il torso va in avanti. Spalle, collo e schiena sono rilassati. 3 La ‘caduta’ continua in su. La testa rimane allineata col corpo. 4 In piedi e pronti a muoversi.

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il corpo

ORE

AL VOLANTE, IN

TENSIONE PER IL TRAFFICO SEMPRE PIÙ VELOCE E CAOTICO, E QUANDO POI IL TRAFFICO SI FERMA

in auto

C’È UN INGORGO

DIVENTA ANCORA PIÙ STRESSANTE!

POTREMMO

APPROFITTARNE PER RILASSARCI... ECCO COME.

SU LE SPALLE! Il guidare è un fenomeno particolare dei nostri tempi, richiede molta concentrazione ed è del tutto sedentario. Chi lavora al computer poi, sta anche peggio, praticamente non muove neppure la testa! Nessun’altra delle nostre attività richiede uno sforzo fisico così trascurabile, per giunta associato a un tale stress. Quando si guida la maggior parte della tensione si accumula nelle spalle che, a poco a poco, reagendo anche alle asperità della strada, si tirano su... fino alle orecchie! Più lungo è il collo, più devono salire. E più salgono, più i muscoli devono tenerle ferme là, accorciandosi e contraendosi. Questa è la causa, tra le altre cose, di molti mal di testa. Anche se non si arriva a questo punto, tenere le spalle sollevate richiede comunque molti sforzi inutili (magari può servire per non far scivolare la spallina della maglietta, ma a ben poco di più!). E quando alla fine scendiamo dalla macchina, di solito riusciamo a portarci questa tensione con noi. Ancora bloccato in un ingorgo stradale? Questo esercizio fondamentalmente consiste in una serie di alzate di spalle. Per qualche momento senti la tensione dei muscoli delle spalle, identificati mentalmente con l’area muscola-

re interessata. Alza le spalle cercando di arrivare a toccarti le orecchie. E trattieni il respiro mentre lo fai. Trattienilo per trenta secondi buoni e poi espira, lasciando simultaneamente cadere le spalle. Fai un paio di respiri rilassati e ripeti. Dopo qualche ripetizione dovresti cominciare a notare un allentamento di tensione. Non preoccuparti se senti un po’ di dolore, è un buon segno, indica che qualcosa sta cambiando. Il dolore scomparirà man mano che ripeti l’esercizio. La teoria che ci sta dietro è che esagerando consapevolmente i punti di tensione e mantenendo la tensione, diamo loro il tempo di rilassarsi. Il meccanismo dello stress poggia anche sul blocco dell’energia, che è incapace

di muoversi e di scaricarsi. Aumentando la tensione diamo inizio al movimento oscillatorio del pendolo, e una volta ricevuto il primo impulso, l’oscillazione verso il rilassamento sarà una conseguenza naturale. Cerca di comprendere questo principio e lo potrai applicare a molte situazioni della vita quotidiana.

Testi e foto degli esercizi sono tratti dal libro: Living in Balance – Breaking the habits di George Jakab e Harry Peloquin Ed. Pyramid (fuori stampa)

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Perfettamente BILANCIATI PER ESSERLO BISOGNA LAVORARE IN PROFONDITÀ. CORE INTEGRATION, UNA NUOVA TECNICA DI BODYWORK, SI PROPONE PROPRIO QUESTO. Satyarthi – uno dei creatori del Rebalancing e anche il co-autore (H. Peloquin) del libro di cui si parla nelle pagine precedenti – ha una lunga esperienza in diverse tecniche di bodywork. Recentemente ha messo a punto il Core Integration: una nuova tecnica della quale l’inverno scorso ha tenuto, con gran successo, il primo training all’Osho Meditation Resort di Pune e un altro è previsto per la prossima stagione invernale. Lo abbiamo intervistato. OTI: Come hai iniziato la tua carriera di bodyworker? SATYARTHI: Ero un ballerino professionista, da giovane, ma ben presto ho perso il mio amore per il lato spettacolare, di rappresentazione, della danza. Ho iniziato invece a interessarmi a come il corpo e i suoi movimenti si relazionano con chi io veramente sono, e al modo di utilizzarli come strumento di meditazione. Così ho iniziato quasi subito a stu48 OSHO TIMES

diare il Rolfing – una tecnica di massaggio profondo che ha come obiettivo l’allineamento e il bilanciamento di tutto il corpo. Quando il corpo è allineato usa il minimo della tensione che è necessaria a mantenerci eretti, e quindi ci si sente più rilassati. I nostri corpi non sono più allineati perché, dall’infanzia, abbiamo accumulato tensioni, e il Rolfing ci aiuta a ridare la giusta struttura al fisico, creando espansione anziché tensione. Sono arrivato a Pune nel 1976, iniziando a vivere e lavorare nella Comune di Osho e avendo modo di imparare molto sui diversi tipi di massaggio. Dopo un po’ il Rolfing ha cominciato ad annoiarmi e, su suggerimento di Osho, ho voluto espandere il mio lavoro ed esplorare altri tipi di massaggio, sempre in relazione al massaggio profondo. Nel corso di tre anni, insieme ad altri, ho sviluppato un nuovo tipo di bodywork che si chiama Osho Rebalancing. È da venti anni ormai che in questo campo preparo nuovi praticanti, e

adesso i corsi, seminari e training, si tengono in tutto il mondo. In questi ultimi anni, sentendo di avere terminato il mio lavoro con Osho Rebalancing, ho cominciato a sviluppare il Core Integration. OTI: Ci spieghi di cosa si tratta? SATYARTHI: Il Core Integration di base unisce bodywork strutturale e stiramenti yoga. Il bodywork strutturale è uno stile di massaggio profondo che sblocca tensioni croniche nel sistema osteo–muscolare, e porta il corpo all’equilibrio. A questo punto gli stiramenti yoga aiutano a riportare le giunture al loro stato naturale di rilassamento, e come conseguenza il raggio e l’apertura dei movimenti aumenta. La cosa veramente forte di questi stiramenti è che, quando li esegui con l’aiuto di un’altra persona, puoi raggiungere un livello qualitativamente più profondo di quando li fai per conto tuo. La maggior parte delle persone usano i muscoli estrinseci: questi sono i


il corpo

muscoli superficiali del corpo, da usare quando occorrono velocità e forza. Questo tipo di muscoli sono tirati e rigidi, si adoperano quando ci si deve difendere. Con il Core Integration si impara ad essere consapevoli anche dei muscoli intrinseci, che sono i più vicini al centro – core in inglese – del corpo. Quando sappiamo mantenere il contatto anche con questo tipo di muscoli, i nostri movimenti mostrano grazia e diventano ben coordinati. Idealmente il corpo è capace di permettere un fluire libero dell’energia, e un’espressione spontanea dei sentimenti; è efficiente nei suoi movimenti, consapevole e capace di reagire ai bisogni delle varie situazioni. Un corpo in armonia con se stesso trasmette caratteristicamente un senso di vitalità e benessere. E questo non solo a livello fisico ma anche mentale ed emozionale. OTI: Ci puoi parlare del collegamento che c’è tra la mente e il corpo? SATYARTHI: Tutto ciò che la mente pensa, o crede, si viene a tradurre nel corpo, e può essere letto nella postura che questo assume. Ad esempio, se io credo che ci sia qualcosa che non va in me, oppure se penso di avere bisogno di qualcosa di più di quello che già ho, questo si traduce somaticamente. Le emozioni abitano nel corpo fisico. Il corpo e la mente vivono insieme, però noi abbiamo preso l’abitudine di separarli: ci si perde nella mente e così smarriamo la connessione con il corpo. Il bodywork può servire a distoglierti dai pensieri compulsivi, e a riportarti alla vita che c’è nel corpo

fisico. E quando vivi nel corpo sei molto più presente, perché lui è sempre qui e ora. In genere viviamo distanti dal corpo, dalla nostra sessualità, e dai messaggi che il corpo ci dà. Quando i tuoi sensi si aprono, l’energia può fluire attraverso tutto il tuo corpo. Ti senti pieno di vitalità e in sintonia con quello che ti circonda. OTI: Nel corso del training di Core Integration, quindi, non si tratta solo di muscoli e articolazioni? SATYARTHI: L’equilibrio, l’essere bilanciati, è importante in tutte le funzioni della vita. Il Core Integration mira a ristabilire l’equilibrio naturale del corpo migliorando il collegamento verticale delle sue parti principali: testa, spalle, cassa toracica, bacino e gambe. Un collegamento verticale non corretto è uno dei motivi principali di dolori e stress cronici nel complesso corpo-mente. Nel corso di questo training si insegna ad andare in profondità e, allo stesso tempo, a essere delicati, aiutando così i propri clienti a rilassare e superare queste situazioni croniche, o anche acute, di dolore e malessere. Inoltre quando si impara una tecnica di bodywork è essenziale imparare anche a meditare. Se vuoi lavorare con la gente e aiutare altri a guarire, bisogna che tu stesso impari l’arte di entrare dentro e di renderti conto dei segnali che avverti in te. Più è profondo il tuo contatto con te stesso, più saprai condurre in profondità gli altri, e più saprai riconoscerne le sensazioni fisiche ed emotive. Se mediti, il tuo tocco acquista maggiore sensitività, e può

Satyarthi Peloquin è abilitato in Rolfing, terapia Craniosacrale, Manipolazione Viscerale, terapia Neo-Reichiana; oltre a Codependency e ‘Path of Love’. Lavora all’Osho Meditation Resort e in molti paesi del mondo, ma non ancora in Italia... per un Core Integration Training il posto più vicino è la Germania, a Parimal (shaan@parimal.de) Per maggiori informazioni: coreintegration@yahoo.com

aiutare le persone a raggiungere un diverso livello di profondità. Il tuo tocco ispira fiducia, e gli altri sentono di essere in uno spazio sicuro nel quale si possono aprire. Molti praticanti di bodywork sono bravi tecnicamente, ma è la meditazione ad aggiungere amore al tuo tocco. Nei training qui all’Osho Meditation Resort si indica sempre con chiarezza che, per imparare a lavorare con gli altri, bisogna imparare a lavorare con noi stessi. Liberamente tratto e adattato da Osho Times Asian Ed.

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