Antonio D'agostino Le Protagoniste

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ANTONIO D’AGOSTINO

LE PROTAGONISTE MUSEO NORI DE’ NOBILI/CITTA’ DI RIPE ACQUISIZIONI RECENTI

MARINA ABRAMOVIC in una foto di Antonio D’Agostino - 30x40, laser su carta Xerox

OSSERVATORIO DELLA FOTOGRAFIA/PROVINCIA DI ANCONA


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ANTONIO D’AGOSTINO

ARTE CONTEMPORANEA: PROTAGONISTE MUSEO NORI DE’ NOBILI/CITTA’ DI RIPE

PROVINCIA DI ANCONA/OSSERVATORIO DELLA FOTOGRAFIA

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Carlo Emanuele Bugatti

Protagoniste dell’arte contemporanea nella fotografia di Antonio d’Agostino L’ingresso nella raccolta fotografica del Museo Nori de’ Nobili della suite fotografica donata da Antonio D’Agostino costituisce un momento tanto artisticamente importante quanto specificamente conforme al ruolo e alla finalità informative di questa istituzione come centro studi sulla storia della donna nelle arti visive del Novecento. Infatti la serie di immagini si riferisce alla documentazione di ormai storiche performances nellle quali artiste come Yoko Ono, hanno giuocato un ruolo centrale. Antonio D’Agostino è un autore che si è affermato, anche fuori dei confini nazionali, sia nel campo della pittura sia in quello del cinema e della video-arte. Nel 1979 la sparizione volontaria di Antonio D’Agostino era stata anticipata da un comunicato video, realizzato da Pierre Restnay. Si trattava di un comunicato che, per via del prestigio indiscusso di Restnay, aveva fatto grande effetto anche sul grande pubblico e non solo negli ambienti delle arti visive. La sparizione volontaria di D’Agostino bene si iscriveva nelle atmosfere di quel tempo in cui cominciava a diffondersi la consapevolezza di come l’arte non riuscisse più ad incidere sulla società, schiacciata dalla mercificazione di cose e persone. Dopo l’annuncio della scomparsa D’Agostino si era trasferito a Parigi. Qui aveva continuato a dedicarsi al cinema ed alla video-arte, di cui è stato uno dei primi protagonisti. A Parigi aveva collaborato con Troffaut (La Peau douce), Caillat (Un amore scombinato), con Trintignan ed altri. Nonostante la lontananza da Roma aveva continuato la collaborazione con Alfonso Gatto e Pier Paolo Pasolini, che hanno partecipato alla stesure del film Complicity, uscito nel 1995, cioè tanti anni dopo. Se la scomparsa annunciata di D’Agostino era stata clamorosa anche il suo rientro a Roma nel 2006 non è passato sotto silenzio. Infatti ha subito realizzato video di grande interesse e ha ottenuto il riconoscimento della partecipazione alla mostra itinerante, curata da Achille Bonito Oliva, intitolata “Il gioco è fatto”, al Museo Vostell e ai Musei d’arte contemporanea di Cordoba e Siviglia (2008). Ad indurlo a ritornare all’arte è stato, come ha dichiarato lo stesso D’Agostino, il desiderio di continuare l’azione e la testimonianza dei suoi amici Mimmo Rotella, Raymond Hains, Pierre Restnay. Nel 2010 alla Biennale Fluxus, curata all’Auditorium di Roma da Achille Bonito Oliva, Antonio D’Agostino ha presentato le foto realizzate, negli anni Settanta, per le performances di Nam June Paik e Giuseppe Chiari. Per volontà di Antonio D’Agostino, che ha personalmente lavorato, insieme ad Alfonso Napolitano, nel laboratorio di stampa fotografica del Musinf, le suite complete di queste foto fanno oggi parte della raccolta del Museo comunale d’arte moderna di Senigallia. Come dicevo in apertura una selezione e foto di questa serie di performances, proprio quelle relative alle protagoniste femminili dell’arte contemporanea, sono entrate a far parte della fototeca del Museo Nori de’Nobili di Ripe. Intorno a Fluxus, a Senigallia, c’è sempre stata una notevole attenzione. Forse qualcuno ricorderà che Fluxus a Senigallia era stato il titolo di una fortunata mostra, allestita nel 2003 alla Rocca Roveresca. Mostra dotata di un bel catalogo, che è oggi una ricercata rarità bibliografica. Dell’esposizione, all’inaugurazione, ero anche stato tra i presentatori, su richiesta di Maurizio Cesarini, che ne era stato l’efficace promotore. L’itinerario espositivo aveva compreso opere e documentazioni relative ad autori di rilievo storico. Basterà citare le firme di Joseph Beuys, Erich Andersen, George Brecht, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Alain Gibertie, Al Hansen, Geoffrey Hendriks, Dick Jggins, Joe Jones, Milan Knizak, Alison Knowles, George Maciunas, Charlotte Moorman, Ann Noel, Yoko Ono, Nam Yune Paik, Ben Patterson, Gianni Emilio Simonetti, Daniel Spoerri, Ben Vautier, Bob Watts, Emmett Williams. Con Maurizio Cesarini non ci eravamo lasciati sfuggire l’occasione di continuare il viaggio intorno a Fluxus,

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attraverso la mostra delle fotografie scattate da Antonio D’Agostino. Un artista che ha documentato fotograficamente l’ avventuroso interrogarsi di una determinata compagine di artisti di Fluxus sul senso stesso dell’arte. Abbiamo così interpretato l’azione fisica di allestimento delle fotografie di D’Agostino in una mostra al Palazzo del Duca come fosse un secondo tempo della citata mostra Fluxus a Senigallia. Si è trattato di un secondo tempo di riflessione sulle ragioni di Fluxus. Forse animati dallo specifico dell’energia creativa, che scaturisce dal circolo virtuoso che Fluxus instaura tra artista-fruitore, artista-pubblico. L’assunto Art is easy invoglia comunque tanto a subire quanto a utilizzare catarticamente il contagio base ipotizzato da Fluxus. In una pandemia energetica, che comunque scaturisce dall’artista, dallo sciamano col volto d’oro. Uno sciamano che affettuosamente spiega i quadri alla lepre morta, come nell’indimenticabile azione di Cage, sospesa tra poesia e ironia. Un’azione didattica che tanto io quanto D’Agostino abbiamo la coazione a ripetere. Direi agendo un poco per ingenuità, un poco per affetto, ma forse un poco anche per crudele senso del dovere, che incombe sull’operatore culturale, dell’intellettuale si sarebbe detto in tempi migliori. Della vasta panoramica sull’opera video di Antonio D’Agostino, proposta dal volume monografico, curato da Gianluca Ranzi, per la mostra al Palazzo del Duca di Senigallia con Maurizio Cesarini avevamo scelto di presentare la suite di fotografie dai filmati sulle performances di June Paik, Charlotte Moorman, Joe Jones, Saito Takako, Geoffrey Hendricks, Giuseppe Chiari, Giuseppe Desiato e Charlotte Moorman, Herman Nisch, Marina Abramovic e Urs Luthi. La mostra fotografica ha poi avuto anche l’ausilio di un apposito spazio dedicato alla proiezione dei video. Per una necessità di documentazione, ma anche per una necessaria distinzione di tecniche ed esiti, in uno scritto sul percorso artistico di Antonio D’Agostino, pubblicato nel volume monografico, curato da Ranzi, Maurizio Cesarini ha delineato specificità e connessioni dell’operare di questo autore nel campo della pittura e del video. Direi necessario sottolineare come anche la produzione fotografica di D’Agostino richieda oggi una lettura approfondita. E’ ormai opinione condivisa che i video e le fotografie di D’Agostino sulle varie azioni di protagonisti di Fluxus superino la dimensione del documento per collocarsi in una dimensione creativa, capace di esprimere una personale interpretazione dell’evento. L’interpretazione di D’Agostino si manifesta attraverso scelte decisive sui punti ripresa, che concretano autonomi punti di vista e di partecipazione ai meccanismi dell’azione. Ricordavo in un altro scritto che mi ero rafforzato in questa valutazione estetica visionando al Mumok di Vienna alcuni video, direi specificamente documentari, sugli eventi performativi di fondamentali personalità di Fluxus. Aggiungerei che, nell’analisi del contesto, proprio la mostra fotografica di Antonio D’Agostino a Palazzo del Duca ha fornito un contributo di qualche rilievo, evidenziando una galleria di ritratti d’artista e di azioni, che meritano un loro spazio nella storia dell’arte. Come accennavo si tratta di ritratti ed azioni, che proprio l’uso evoluto della tecnica fotografica ha manifestato come opere d’arte e che, in quanto opere d’arte, tendono, anche autonomamente, rispetto ai territori di Fluxus, ad iscriversi in un’originale dimensione estetica e poetica. Per un omaggio tanto ad Antonio D’Agostino quanto alla permanente potenza di inseminazione creativa di Fluxus, segnalerei, infine, che alcuni artisti, legati alla scuola fotografica senigalliese (Marco Mandolini, Massimo Marchini, Giorgio Pegoli, Alfonso Napolitano insieme ai loro allievi), avevano sentito l'esigenza di esercitarsi intorno ai pannelli fotografici della mostra al Palazzo del Duca, creando interpolazioni fotografiche tra il presente e le immagini storiche dagostiniane, relative alle azioni di Fluxus. La cosa non ha portato, come avevo pensato, ad immediate conseguenze, ma ha lentamente fruttificato, tan

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Yoko Ono, fotogramma del video “Negare”, B/N, durata 7 ‘, 1975

to che oggi , rivedendo quegli scatti estemporanei, soprattutto riferendosi a quelli di Alfonso Napolitano, in molti hanno avuto modo di indicarne la proposta didattica e l’invito creativo. Infine per comporre il quadro complessivo con una necessaria distinzione di tecniche ed esiti ricordo qui che in uno scritto sul percorso artistico di Antonio D’Agostino, pubblicato nel volume monografico, curato da Ranzi, Maurizio Cesarini aveva utilmente delineato specificità e connessioni dell’operare di Antonio D’Agostino nel campo della pittura e della video arte.

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Charlotte Moorman, videotape “back-stage della performance Tv Bra for Living Sculpture�, 1974

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Charlotte Moorman e Nam June Paik, videotape “back-stage della performance Tv Bra for Living Sculpture�, 1974

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Charlotte Moorman, Videotape “back-stage della performance Tv Bra for Living Sculpture�, 1974

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Charlotte Moorman e Nam June Paik, videotape “back-stage della performance Tv Bra for Living Sculpture�, 1974

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Charlotte Moorman, con Giorgio Ciam e Geoffrey Hendricks, Videotape “back-stage della performance Tv Bra for Living Sculpture”, 1974

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Charlotte Moorman, “Videotape performance ”, B/N, durata 5’, 1974

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Charlotte Moorman, “Videotape performance ”, B/N, durata 5’, 1974

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Charlotte Moorman, rifacimento della performance “Cut piece� di YoKo Ono, 1974

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Charlotte Moorman, rifacimento della performance “Cut piece� di YoKo Ono, 1974

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Charlotte Moorman e Giuseppe Desiato, videotape “Madonna ”, B/N, durata 15’, 1974

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Charlotte Moorman e Giuseppe Desiato, videotape “Madonna ”, B/N, durata 15’,

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Charlotte Moorman e Giuseppe Desiato, videotape “Madonna ”, B/N, durata 15’, 1974

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Charlotte Moorman, foto 1974

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Takako Saito, foto 1974

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Takako Saito, videotape “La sedia ecologica”, B/N, durata 12’, 1974

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Takako Saito, videotape “La sedia ecologica”, B/N, durata 12’, 1974

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Takako Saito e Geoffrey Hendriks, videotape “La sedia ecologica”, B/N, durata 12’, 1974

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Takako Saito, Geoffrey Hendriks e Joe Jones, videotape “La sedia ecologica”, B/N, durata 12’, 1974

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Takako Saito, Geoffrey Hendriks e Rosanna Chiessi, foto 1974

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Marina Abramovic, foto 1974

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Marina Abramovic, foto 1974

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Marina Abramovic e Joe Jones, foto 1974

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Marina Abramovic, foto 1974

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Gina Pane, foto 1974

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Gina Pane, foto 1974

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Rosanna Chiessi, foto 1974

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Rosanna Chiessi, foto 1974

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Rosanna Chiessi, Giuseppe Chiari e Geoffrey Hendriks, foto 1974

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Paola, foto 1974

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Anonima, foto 1974

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Provincia di Ancona Osservatorio della fotografia

QUADERNI DEL MUSINF SENIGALLIA 38


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