Alfonso Napolitano Colombe

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Carlo Emanuele Bugatti

NAPOLITANO COLOMBE Quaderni MUSINF


Quaderni del Musinf / Catalogo acquisizioni recenti 2004 Realizzato in collaborazione con la MEDIATECA DELLE MARCHE- Ancona 2


Carlo Emanuele Bugatti

ALFONSO

NAPOLITANO

Quaderni del Musinf Museo Comunale d’Arte Moderna, dell’Informazione e della fotografia Senigallia


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NAPOLITANO E LA PITTURA SPAZIALISTA: IL NOVECENTO DIMENTICATO

Alfonso Napolitano si è occupato tutta la vita della salvaguardia delle opere d’arte. Potrei citare gli affreschi del Pomarancio di Palazzo Gallo di Osimo, per i quali era riuscito a pubblicare anche un bel libro, che è ora una rarità bibliografica. Si è, invece, occupato pochissimo e continua a occuparsi pochissimo della salvaguardia delle sue opere. Non esiste un catalogo delle sue opere di pittura. Non esiste un catalogo delle sue fotografie. Non esiste un catalogo delle sue xilografie policrome, che pure erano state salutate, già al primo apparire come prove interessanti da Luigi Servolini e da Gastone Breddo. Si potrebbe dare la colpa di questo alla vocazione per il sociale di Napolitano, i cui esordi artistici erano stati legati al Sindacato marchigiano degli Artisti. Una prospettiva affascinante e utopica, che aveva fagocitato, a livello nazionale, un’intera generazione di talenti, poi relegati in una emarginazione culturale rivelatasi addirittura crudele. E’ vero che Napolitano aveva subito l’attrazione della dimensione politica, alla quale del resto è rimasto caparbiamente fedele. E’ vero anche che Napolitano portava in sé, sin dagli esordi, un complesso variegato di interessi e attrazioni, il teatro, la fotografia, la passione per gli studi storici, per il collezionismo di stampe e libri, che non avrebbero potuto lasciare lo spazio necessario allo sviluppo di una vocazione unidirezionale per la pittura. C’è un ironico giudizio di Tamburi su Napolitano, del periodo in cui la casa editrice mia e di mio fratello Marzio curava una monografia di Tamburi, che anticipava la dinamica dei fatti successivi. Tamburi, il quale esercitava nella pittura un’immersione totale e considerava tale immersione come un prerequisito per gli esiti artistici, era uso avvertirmi che quel collaboratore della nostra casa editrice, quel Napolitano, era sì un eccellente pittore spazialista alla Olle Baertling, ma che “spaziava” troppo, invece di concentrarsi sulla creatività. Tuttavia oggi non si potrebbe caricare tutta la responsabilità del silenzio sulla pittura di Napolitano sul carattere e il polimorfismo degli interessi culturali dell’autore, che pure non ha fatto nulla per autovalorizzarsi, come invece fanno quasi tutti i pittori. Infatti se anche manca una qualsiasi catalogazione complessiva delle opere di Napolitano, e se anche


l’autore stesso, preso da altre impellenze, ha relegato negli scaffali del suo studio molte sue opere, è vero che alcune sue composizioni spaziali di notevoli dimensioni sono, ad Ancona, sotto gli occhi per esempio di tutti ed è difficile oggi non comprendere il valore, direi storico, di quei dipinti, che sono testimonianza individuale di una stagione sperimentale importante vissuta ad Ancona, tra il finire degli anni Sessanta e gli anni Settanta. Di questi fatti culturali andrà un giorno o l’altro data qualche documentazione, magari quando la documentazione sarà meno dolorosa e meno didattica. Carlo Emanuele Bugatti

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L’Idolo (xilografia) 7


L’Idolo (xilografia) 8


L’Idolo (xilografia)


L’Idolo (xilografia) 10


L’Idolo (xilografia)


Il confine (serigrafia) 12


Pensieri (serigrafia)


Solitudine (serigrafia) 14


Le tre etĂ (serigrafia)


Campionato del mondo di vela (litografia) 16


Fuga (Acrilico-olio su tela cm 120X100)


L’alba (Acrilico-olio su tela cm 120X100) 18


In coppia (Acrilico su tela cm 70X100)


La notte (Acrilico su tela cm 60X80) 20


L’eclissi (Acrilico su tela cm 80X120)


La notte (Acrilico su tela cm 70X100) 22


L’incendio (Bozzetto - Acrilico su tela cm 40X60)


Alfonso Napolitano (Avella 1950). Sul finire degli anni Sessanta, ha partecipato alle storiche rassegne “Documenta”, dedicate da Carlo Emanuele Bugatti ai giovani artisti dell’avanguardia anconitana. Nello stesso periodo ha esposto alla Mostra per la Libertà della Spagna, allestita al Palazzo del Turismo di Milano, dal Sindacato degli Artisti Cgil, di cui è stato, con Patrizia Ascoli e Laura Carrera, uno dei leaders anconitani più attivi e propositivi. Le sue Colombe, realizzate in grandi pannelli di pittura, in xilografia policroma e serigrafia appartengono all’iconografia di una stagione importante e troppo dimenticata dell’avanguardia artistica anconitana. Ha curato per la Provincia di Ancona la prima catalogazione delle opere di Nori de’ Nobili, un’artista marchigiana di cui ha certo contribuito alla rivalutazione, collaborando anche all’edizione della catalogazione recente, curata dal Comune di Ripe per la mostra alla Mole Vanvitelliana. Si è poi impegnato nel progetto di catalogazione fotografica complessiva delle opere di Nori de’ Nobili, posto in essere per iniziativa del Comune di Ripe e presentato, alla fine di Gennaio 2005 a Bruxelles, in occasione della mostra al Parlamento Europeo. Alfonso Napolitano ha anche curato edizioni d’arte e di storia locale per la Cassa di Risparmio di Ancona, tra cui spiccano quelle, che documentano l’opera di Pomarancio e di Orfeo Tamburi. Ha curato le fotografie e l’edizione della monografia, dedicata alle Porte della Pace della città di Recanati, dello scultore Vincenzo Bianchi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha curato l’allestimento di varie mostre, di cui la più recente è quella dedicata agli incisori americani, nel Museo di Villa Colloredo a Recanati, in collaborazione con la poetessa visiva Chiara Diamantini. Ha presentato la mostra degli incisori ungheresi al Museo del Parco di Isola del Liri. Ha preparato il documentario video sul convegno dedicato dalla Mediateca delle Marche a Gino De Dominicis. Solo dopo un lungo periodo dedicato agli studi storici sulla città di Ancona (ha collaborato con lo storico Mario Natalucci ed è autore di varie pubblicazioni), al Teatro dialettale e alla fotografia (è stato l’autore delle foto dei primi due volumi delle manifestazioni di “In Teatro” di Polverigi) è tornato, a tempo pieno, alla pittura, esponendo con successo nell’importante mostra sull’ Immigrazione, realizzata dalla Facoltà di Scienze Politiche, nell’Aula Magna dell’Università di Macerata su un progetto del Museo comunale d’Arte moderna di Senigallia e della Mediateca delle Marche. Ha esposto nella mostra di Mail Art del Parlamento Europeo (Bruxelles, 2005). 24


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