SCHULEN BAUEN IN SÜDTIROL ZWISCHEN ARCHITEKTUR UND PÄDAGOGIK COSTRUIRE SCUOLE IN ALTO ADIGE TRA ARCHITETTURA E PEDAGOGIA Paolo Bellenzier Beate Weyland
KATALOG CATALOGO
AUSSTELLUNG MOSTRA
DANK AN RINGRAZIAMENTI
Herausgeber | editore Autonome Provinz Bozen – Südtirol Ressort für Italienische Schule, Berufsbildung und Kultur, Wohnbau und Öffentliche Bauten Provincia Autonoma di Bolzano Assessorato alla Scuola, Formazione professionale e Cultura italiana, all'Edilizia abitativa e ai Lavori pubblici
Kuratoren | curatori Paolo Bellenzier Beate Weyland
Alle Schuldirektoren, Lehrer und Schüler der gezeigten Schulen Alle Projektanten Netzwerk lernen&raum
Kuratoren | curatori Paolo Bellenzier Beate Weyland Mitarbeit | collaborazione Thomas Sterna Francesca Rivetti Grafik | grafica Manuela Dasser Texte | testi Paolo Bellenzier Beate Weyland Lektorat und Übersetzungen | lettorato e traduzioni Beate Weyland Giulia Parisi Filippo Ceretti Herta Mauracher Druck | stampa Landesdruckerei der Autonomen Provinz Bozen Tipografia provinciale della Provincia Autonoma di Bolzano 09 / 2015
Künstlerische Gestaltung | progetto artistico Thomas Sterna
Tutti i direttori, gli insegnanti e gli studenti delle scuole presentate Tutti i progettisti Rete spazio&apprendimento
SCHULEN BAUEN IN SÜDTIROL ZWISCHEN ARCHITEKTUR UND PÄDAGOGIK COSTRUIRE SCUOLE IN ALTO ADIGE TRA ARCHITETTURA E PEDAGOGIA Paolo Bellenzier Beate Weyland
SCHULEN BAUEN IN SÜDTIROL ZWISCHEN ARCHITEKTUR UND PÄDAGOGIK Ein audiovisueller Parcours an Südtiroler Schulbauten, von den Kindergärten bis hin zur Universität zeigt die besondere Sensibilität und den Einsatz der Autonomen Provinz Bozen und der entsprechenden Gemeinden für einen fruchtbringenden Dialog zum Bau von qualitätsvollen Lehr- und Lernräume und innovativer Didaktik.
Un percorso audiovisivo tra le scuole altoatesine dall’infanzia all’università che mette in mostra la sensibilità e l’impegno della Provincia Autonoma di Bolzano e dei rispettivi Comuni per costruire un dialogo fruttuoso sulla qualità dello spazio e sull’innovazione delle didattiche.
COSTRUIRE SCUOLE IN ALTO ADIGE TRA ARCHITETTURA E PEDAGOGIA
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ie Schule hat in der Vergangenheit große Veränderungen erfahren und wird dies auch weiterhin erfahren. Die Einführung neuer Technologien und neuer Lernmethoden haben das Lehren und Lernen revolutioniert. Dies alles hat natürlich Einfluss auf die Planung von Schulbauten und manche Strukturen entsprechen nicht mehr den heutigen didaktischen Anforderungen. Der traditionell konzipierte Klassenraum muss überprüft und überdacht werden. Weg vom klassischen Anweisungsunterricht; heute spricht man von „flipped classroom“, umgedrehter Unterricht. Hier soll den Studenten die Möglichkeit gegeben werden, sich in anderen Formen mit Lerninhalten und in einem neuen Umgang mit den Lehrpersonen auszutauschen; in Gruppen oder individuell sich in Materien zu vertiefen und mehr Raum für personalisiertes Lernen zu haben. Über den klassischen Frontalunterricht hinaus erhält der gesamte Schulbau von den Klassen, den Vorräumen bis hin zu den Gängen eine neue Flexibilität. Die pädagogischen Anforderungen von heute verlangen Lernorte die gefallen, die für die Personen, die darin viele Stunden des Tages verbringen, anregend und ansprechend sind. Schulbauten müssen lebendige Orte der Begegnung sein, für die Studenten und auch für die Lehrpersonen, die öfters gezwungen sind, sich viel zu kleine und ungeeignete Räumlichkeiten zu teilen. Diese Ausstellung zeigt die Bemühungen des Landes, Orte und Räume zu schaffen um diesem Rechnung zu tragen: Augenmerk auf die didaktischen Bedürfnisse, die Unterschiedlichkeiten nicht nur kultureller Art - zu legen, den täglichen Umgang mit den neuen Technologien sicher zu stellen und unsere Kindern zukunftsfit zu machen.
Christian Tommasini Landeshauptmannstellvertreter, Landesrat für Italienische Schule, Berufsbildung und Kultur, Wohnbau und Öffentliche Bauten Vicepresidente della Provincia, Assessore alla Scuola, Formazione professionale e Cultura italiana, all'Edilizia abitativa e ai Lavori pubblici
La scuola è sicuramente cambiata molto negli ultimi anni e subirà ulteriori mutamenti nel prossimo futuro. L’introduzione delle nuove tecnologie e nuovi paradigmi di apprendimento hanno rivoluzionato il modo di fare scuola e di stare a scuola. Tutto questo ha influito sulla concezione dello spazio scolastico e molte strutture “datate” non sono adeguate alle esigenze delle nuove metodologie didattiche. La classe così come tradizionalmente concepita deve essere rivista e ripensata: non piú lo spazio rigidamente suddiviso ed immobile, ma oggi si parla di “flipped classroom”, la classe capovolta, per dare agli studenti la possibilità di confrontarsi in modo diverso con i contenuti, per approfondirli nel dialogo con l’insegnante, in gruppo o individualmente, per esercitarsi, approfondire e dare spazio a quello che conosciamo come apprendimento personalizzato. Dalla classe agli spazi antistanti, i vecchi corridoi dismessi, tutta la scuola conquista una nuova flessibilità oltre l’idea della semplice lezione frontale. La richiesta pedagogica è quella di creare dei luoghi di apprendimento piacevoli, stimolanti che si prendano cura di chi li frequenta e ci passa molte ore della giornata. Edifici scolastici che siano vivaci luoghi di incontro, che rispettino il bisogno di ciascuno di avere uno spazio dedicato e questo non solo per gli studenti, ma anche per i docenti che spesso sono costretti a dividersi una sala professori inadeguata e il piú delle volte caotica. Questa mostra riporta l’impegno della nostra Provincia in questa direzione: attenzione quindi alle nuove esigenze didattiche e ai linguaggi plurali, diversificati, non solo tra le culture, ma anche a partire dal quotidiano impiego di tablet o pc, per rispondere alle vere esigenze dei nostri ragazzi e prepararli al mondo che affronteranno.
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indergärten und Schulen sind die Lern- und Arbeitsräume unserer Kinder und Jugendlichen sowie unserer pädagogischen Fachkräfte und Lehrpersonen. Sie sollen einladende Orte der Erprobung sein, Räume zur Entdeckung von Möglichkeiten und Potenzialen, ausgerichtet auf Lernbegierde und Entwicklungsbedarf.
Philipp Achammer
Ziel bei der Planung von Neu- und Umbauten im Bildungsbereich ist daher die Realisierung möglichst optimaler und flexibler Lern- und Lehrumgebungen. Denn die Gestaltung und Einrichtung von Schulbauten hat direkten Einfluss auf das Wohlbefinden, die Motivation und die Konzentration all jener, die darin lernen und lehren. Der Raum – so eine vielzitierte Weisheit der Schularchitektur – gilt als „dritter Pädagoge“.
Assessore all'Istruzione e Cultura tedesca e all'Integrazione
Südtirol gilt bei der Planung von Bildungsstrukturen als Vorzeigemodell über seine Grenzen hinaus. Eine wichtige Voraussetzung dafür ist das Zusammenspiel von Architektur und Pädagogik. Dieses gelingt mit einem Dialog auf Augenhöhe, bei dem jeder als Experte seines Bereichs wahrgenommen wird. Entscheidend für die Planung ist, dass die Bedürfnisse von Kindern und Jugendlichen ernst genommen werden, die einzelnen Räume und deren Gestaltung den pädagogischen Rahmenrichtlinien folgen sowie die Anforderungen aller Beteiligten und der lokale Kontext Beachtung finden. Für jedes einzelne Schulgebäude müssen diese Bedürfnisse individuell geprüft und maßgeschneiderte Lösungen gefunden werden. Die Ausstellung „Schulen bauen in Südtirol zwischen Architektur und Pädagogik“ zeigt einen Querschnitt dieser Bemühungen für hochwertiges Bauen im Bildungsbereich. Ich danke allen Beteiligten für ihre Beiträge und ihren Einsatz.
Landesrat für Deutsche Bildung und Kultur und für Integration
Le scuole dell'infanzia e le scuole sono i luoghi in cui i nostri
bambini e i nostri giovani, ma anche i nostri collaboratori pedagogici e i nostri insegnanti vivono e lavorano. Devono essere luoghi accoglienti in cui sperimentare, spazi in cui scoprire opportunità e potenzialità, predisposti per stimolare l'apprendimento e favorire la crescita. L'obiettivo nella progettazione di nuove costruzioni o ristrutturazioni nel settore della formazione è la realizzazione di ambienti di apprendimento e di insegnamento il più possibile ottimali e flessibili. La configurazione e l'arredamento degli edifici scolastici ha infatti un'influenza diretta sul benessere, la concentrazione e la motivazione di tutti coloro che in essi apprendono e insegnano. Lo spazio - è opinione diffusa tra gli esperti di architettura scolastica -svolge la funzione di "terzo pedagogista". Per quanto riguarda la progettazione di spazi per la formazione e l'apprendimento l'Alto Adige ha una fama che va oltre i propri confini. Un presupposto importante per questo è la sintesi tra architettura e pedagogia. Questo risultato viene raggiunto grazie a un dialogo alla pari, nel quale ognuno viene percepito e valorizzato come esperto nel proprio settore. È essenziale nella progettazione che i bisogni dei bambini e dei giovani vengano presi sul serio, che i singoli spazi e la loro strutturazione seguano principi pedagogici e che vengano presi in considerazione i suggerimenti e gli stimoli di tutti i soggetti coinvolti oltre che il contesto locale. Per ogni singolo edificio scolastico queste esigenze devono venire analizzate individualmente e devono essere trovate delle soluzioni fatte su misura. L'esposizione "Costruire scuole in Alto Adige tra architettura e pedagogia" mostra uno spaccato di questi sforzi per un'architettura di elevata qualità nel settore della formazione. Ringrazio tutti i partecipanti per il loro contributo e per il loro impegno.
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eit den 70er Jahren hat die Landesregierung im Zuge der autonomen Zuständigkeit Südtirols ein umfangreiches Schulbauprogramm entwickelt. Aufbauend auf dieses haben die Gemeinden mit erheblichen Beiträgen des Landes nahezu aller derer Bauten erneuert. Wir haben heute in Südtirol Schulbauten von sehr hoher Qualität. Diese Qualität wurde bei allen öffentlichen Projekten groß geschrieben. Wir versuchen technisch perfekt und funktionell gut zu bauen, sowie pädagogisch die richtigen Konzepte umzusetzen; aber vor allem legen wir besonderen Wert auf die hohe Qualität der Architektur. Dieses hohe architektonische Niveau in unserem Land verdanken wir im Bereich der öffentlichen Arbeiten sicherlich auch Arch. Josef March, dem langjährigen Verantwortlichen des Ressorts für öffentliche Bauten, welcher den Planungswettbewerb als wichtiges Instrument eingeführt hat, Garant für das Erzielen der bestmöglichsten Lösung für jede einzelne Planungsaufgabe. Das ständige Auseinandersetzen mit verschiedenen Planungsaufgaben und das dauernde sich messen mit vielen Konkurrenten hat zu einer maßgeblichen Qualitätssteigerung beigetragen und die Architektur in unserem Land belebt. Durch die Teilnahme an Planungswettbewerben sind unsere Architekten stets in der Ausübung ihres Berufes gewachsen. Man kann sagen, dass sich erst durch den Planungswettbewerb eine konstruktive und belebte Baukultur im Lande entwickelt hat. Baukultur entwickelt sich jedoch auch durch Diskussion, durch Vernetzung und zuletzt auch durch Handeln. Zur Sensibilisierung der Bevölkerung auf diese moderne Baukultur im Schulbau präsentiert die Abteilung Hochbau in dieser Ausstellung innovative Projekte zeitgenössischer Architektur und stellt diese der offenen Diskussion. Ich hoffe, dass die Ausstellung und dieser Katalog für alle Projektanten und alle Personen aus der Schulwelt zur weiteren Entwicklung der Qualität der Schulbaukultur in unserem Lande beitragen können.
Dott. Arch. Andrea Sega Autonome Provinz Bozen Geschäftsführender Direktor der Abteilung Hochbau und technischer Dienst Provincia Autonoma di Bolzano Direttore reggente della Ripartizione edilizia e servizio tecnico
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partire dagli anni 70 la Giunta Provinciale ha intrapreso, grazie al passaggio di competenze dallo stato alla provincia stessa, un programma di edilizia scolastica molto importante. Molti comuni hanno potuto usufruire di contributi provinciali e così sono state rinnovate quasi tutte le strutture scolastiche. Oggi possiamo contare in Alto Adige su scuole di alta qualità. Il tema della qualità é stato per le opere pubbliche sempre molto importante. Noi cerchiamo di realizzare opere non solamente perfette dal punto di vista tecnico e funzionale, ma anche dal punto di vista pedagogico e poniamo una particolare attenzione alla qualità architettonica dei progetti. Quest’alto livello architettonico presente sul nostro territorio lo dobbiamo nel campo dei lavori pubblici sicuramente all’architetto Josef March, per lunghi anni responsabile del dipartimento per i lavori pubblici, che ha introdotto lo strumento del concorso di progettazione come garante della miglior soluzione per ogni compito progettuale. Il continuo impegno in diversi compiti progettuali e il confronto con la concorrenza ha portato ad un forte innalzamento della qualitá nell’architettura sul nostro territorio. Attraverso il concorso di progettazione sono cresciuti di qualitá anche i nostri architetti locali. Si puó dire, che proprio attraverso il concorso di progettazione si e´sviluppata una viva e costruttiva cultura del costruire su tutto il territorio. Questa cultura del costruire si sviluppa attraverso la discussione, la comunicazione e anche attraverso l’applicazione pratica. Con lo scopo di sensibilizzare la popolazione per l’architettura moderna nel settore dell’edilizia scolastica la Ripartizione Lavori Pubblici presenta in questa mostra e relativo catalogo alcuni progetti innovativi di architettura scolastica contemporanea. Spero che questa mostra e questo catalogo possano essere uno stimolo per tutti i progettisti e per tutte le persone del mondo della scuola per uno sviluppo di una scuola di qualità.
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ARCHITEKTUR UND PÄDAGOGIK IM NETZWERK FARE RETE TRA PEDAGOGIA E ARCHITETTURA Beate Weyland
Die Ausstellung “Schule bauen zwischen Architektur und Pädagogik” und der daraus entstandene Katalog zeigen nicht nur den starken Einsatz der Abteilung Hochbau und technischer Dienst der Autonomen Provinz Bozen für Schulbauarchitektur, sondern auch ein Entwicklungsprozess, bei welchem sich Qualität für die Architektur nun auch mit Qualität der pädagogischen Grundsätze für die Lehr- und Lernprozesse vereint. Die Beschreibung der Schulen erfolgt mittels Aussagen von Schulleitern, Lehrpersonal, Studierende und Architekten. Das Zusammenspiel der jeweiligen Erzählungen bringt eine gewisse Übereinstimmung bei der Projektierung der Gebäude zum Vorschein, ein Dialog, welches sei es die pädagogische als auch die architektonische Komponente bereichert hat. Projekte, die gemeinsam getragen worden sind, erkennt man an der Einstimmigkeit der Themen und der Gedanken in den in sich ergänzenden Dialogen. Die Besonderheit des Kataloges ist genau folgende: ausgehend von mehreren Stimmen entsteht eine Erzählung zur Planung dieser Schulgebäude, die zeigt, wie die Beziehung zwischen Pädagogik und Architektur bei diesen Prozessen wichtig ist. Heute ist Südtirols Architekturszene für Schulbauten sehr bekannt. Die Aufmerksamkeit auf Südtirol wächst aber auch wegen der vielen Tätigkeiten und Initiativen zur Sensibilisierung der Schulwelt im Bereich der didaktischen Raumgestaltungen, eine strickte pädagogische Aufgabe.
Auf Initiative vom Schulleiter Josef Watschinger, der seit 20 Jahren auf diesem Gebiet großen Einsatz geleistet hat, ist 2012 das Netzwerk lernen&raum entsanden, ein inter-Institutionales Netzwerk von Kompetenzen, welches sich zu Dienste der Allgemeinheit für die Begleitung von Planungsprozessen im Schulbau stellt. Die Abteilung Hochbau und technischer Dienst, die Kammer der Architekten, das deutsche, italienische und ladinische Schulamt , das Kindergateninspektorat, die Vereinigung autonomer Schule ASSA, die Fakultät für Bildungswissenschaften der Freien Universität Bozen, die Fakultät für Architektur der Universität Innsbruck, der Gemeindenverband, das Amt für Bibliothekswesen und der Landesbeirat der Eltern sind alle Vertreter dieses Netzwerkes und arbeiten zusammen an der Erarbeitung von neuen didaktischen und räumlichen Vorschlägen. Die Zusammenarbeit mit kompetenten Vertretern dieser Institutionen hat im Bereich dieser Themen verschiedenes produziert, Seminare, Recherchen bei der Universität, Pilotprojekte, Fachberichte in Architekturzeitschriften (2 Sonderausgaben von Turris Babel ) und insbesondere, hat dieses Netzwerk das Interesse der Schulleiter von ganz Südtirol erweckt, sich auf diesem Gebiet fortzubilden. Die Vernetzung zwischen Pädagogik und Architektur ist auch die Botschaft dieser Ausstellung. Die Schule entsteht aus einem Chor von Stimmen: in der Einstimmung aller Beteiligten liegt die Qualität des Projektes. 8
Prof. Beate Weyland Fakultät für Bildungswissenschaften Freie Universität Bozen b.weyland@unibz.it
Prof. Beate Weyland Facoltà di Scienze della Formazione Libera Università di Bolzano b.weyland@unibz.it
La mostra Costruire Scuole in Alto Adige tra pedagogia e architettura e il catalogo che ne è nato, vogliono testimoniare non solo il forte investimento della Ripartizione Edilizia della Provincia Autonoma di Bolzano sull’architettura scolastica, ma soprattutto un processo evolutivo, in cui alla qualità dell’architettura si è affiancata nel tempo la qualità dei pensieri pedagogici che sostanziano la scuola e guidano i processi progettuali. La descrizione degli edifici si evince dando la parola ai dirigenti scolastici, agli insegnanti, agli allievi e agli architetti. L’intreccio tra i loro racconti restituisce lo sviluppo di una reciprocità nel corso della progettazione. Un dialogo che ha arricchito sia la componente pedagogica che quella architettonica. Là dove i progetti sono il frutto di un processo condiviso, le riflessioni e il linguaggio degli uni e degli altri si fondono in un unico discorso. La particolarità del catalogo è proprio questa: un racconto a più voci sulla nascita di queste scuole, per evidenziare quanto il legame tra pedagogia e architettura sia presente in questo processo. Oggi l’Alto Adige si è fatto un nome per la progettazione virtuosa degli edifici scolastici. Sta conquistando attenzione, però, anche per le iniziative e attività volte a sensibilizzare l’universo scolastico circa l’importanza di considerare la progettazione degli spazi didattici come un compito profondamente pedagogico. Sulla spinta del ventennale impegno su questi temi del dirigente scolastico Josef Watschinger, nel 2012 si è costituita
la rete inter-istituzionale spazio&apprendimento, che mette a servizio della comunità e delle scuole un qualificato supporto nel processo progettuale. La Ripartizione Edilizia e servizio tecnico, la Camera degli Architetti di Bolzano, l’Intendenza scolastica italiana, tedesca e ladina, l’Ispettorato alle scuole dell’infanzia, l’Associazione Scuole Autonome ASSA, la Libera Università di Bolzano – Facoltà di Scienze della Formazione, l’Università di Innsbruck – Istituto di Architettura, il Consorzio dei Comuni della Provincia di Bolzano, gli Uffici Provinciali Biblioteche e il Comitato Provinciale Genitori, sono i soggetti istituzionali che collaborano per promuovere un intreccio tra proposte didattiche, richieste dal territorio e soluzioni di edilizia scolastica. La collaborazione tra i soggetti della rete su questi temi da allora ha condotto alla realizzazione di convegni e ricerche presso la Libera università di Bolzano, ha mosso l’interesse della Fondazione Architettura, che attraverso la Rivista Turris Babel ha dedicato due numeri al tema delle scuole, ha risvegliato l’interesse dei dirigenti scolastici altoatesini per percorsi di aggiornamento. Fare rete tra pedagogia e architettura è il messaggio che si intende lanciare anche con questa mostra. La scuola è un coro di voci che quando trova un linguaggio in comune può davvero cambiare aspetto.
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SCHULEN BAUEN IN SÜDTIROL ZWISCHEN ARCHITEKTUR UND PÄDAGOGIK COSTRUIRE SCUOLE IN ALTO ADIGE TRA ARCHITETTURA E PEDAGOGIA Paolo Bellenzier
Die Architekturszene in Südtirol ist im Inland, wie auch im Ausland bekannt und international anerkannt. Dies bestätigen auch die vielen Anerkennungen bei Architekturpreisen mit international besetzten Jurymitgliedern. Diese Anerkennung, die wir heute erfahren, ist das Ergebnis der seit Jahrzehnten praktizierten Baukultur in unserem Lande. Die Bauträger in Südtirol und im Besonderen die öffentlichen Verwaltungen haben es sich zur kulturellen Aufgabe gemacht, Architektur von hoher Qualität zu bauen. Speziell bei Schulbauten hatte die Landesverwaltung in den 80er Jahren, aufgrund der Übernahme der Kompetenzen vom Staat an die Autonome Provinz Bozen, die einmalige Chance erhalten, die sich damals in prekärem Zustand befundenen Schulen neu zu errichten. Es wurden zahlreiche Planungswettbewerbe ausgeschrieben; anfangs auf Landesebene, aber dann auch auf nationaler und internationaler Ebene. Die Qualität der Teilnehmer und der eingereichten Planungsvorschläge nahm kontinuierlich zu, und heute gilt Südtirol als ein offenes Labor für moderne und zeitgenössische Architektur in Europa. “Südtirols Wettbewerbsprojekte bleiben nicht in der Schublade”; es ist diese Haltung der öffentlichen Verwaltung, welche das Interesse von Architekten aus ganz Europa weckt und sie dazu bewegt an unseren Planungswettbewerben teilzunehmen. Die Besonderheit in Südtirol liegt nicht in der Sammlung von Projekten aus der Handschrift von Stararchitekten, sondern in der Suche nach dem besten architektonischen Lösungsvorschlag für die zu lösende Aufgabe. Diese Haltung der Suche nach der besten architektonischen Qualität setzt sich im Schulbau seit einigen Jahren auch bei der Suche nach neuen zeitgemäßen Unterrichtsformen fort. Der Meilenstein für ein Umdenken im Bereich des Schulbaues wurde durch die Ausarbeitung der neuen landeseigenen Schulbaurichtlinien gesetzt, welche sehr individuelle Unterrichtsformen
und Raumkonzepte ermöglichen. Die neuen Bestimmungen sind zwar bereits 2009 in Kraft getreten, aber das darin enthaltene Potential wurde erst in letzter Zeit erkannt und umgesetzt. Eine gute Schule soll nicht nur attraktive Räume bieten und ein schönes Kleid tragen, sondern sie muss auch neuen didaktischen Anforderungen entsprechen und gezielt besonderen Unterrichtsformen Rechnung tragen. Offenes Lernen, Partizipation, Kommunikation, selbständiges Lernen, Teamarbeit und vieles mehr müssen die heutigen Schulen zu bewältigen wissen. Einige sehr gute Beispiele solcher Schulbauten wurden bereits fertig gestellt und viele sind beim Entstehen. Es entwickelt sich in Südtirol eine sehr interessanter Dialog von Architektur und Pädagogik, von Raum und Didaktik; eine für Südtirol aber auch für Italien und Eu ropa neue Epoche im Bildungswesen. Die Ausstellung „Schulen bauen in Südtirol zwischen Architektur und Pädagogik“ und dieser Katalog zur Ausstellung zeigen dieses Umdenken im Bereich des Schulbaus in Südtirol. 10 Beispiele gebaute Schulgebäude, Vorzeigebeispiele für die Umsetzung neuer Unterrichtsformen, herausragender Raumkonzepte von hoher architektonischer Qualität werden hier in Form von Erzählungen von Menschen der Schulwelt und von den Projektanten dargestellt und beschrieben. Die Ausstellung und der Katalog wollen kein Sammelwerk aller gelungener Schulbauprojekte in Südtirol darstellen, sondern lediglich die Grundhaltung in der Form des Dialogs zwischen Architektur und Pädagogik, anhand von erlebten und umgesetzten Vorzeigeprojekten vom Kindergarten bis hin zur Universität, vorstellen. In diesem Sinne wünsche ich allen Besucherinnen und Besucher der Ausstellung und allen Leserinnen und Leser des Katalogs eine bereichernde Erfahrung und hoffe, dass diese Initiative allen, die an Schulbauarchitektur und Pädagogik interessiert sind, Anregungen für neue Ideen vermitteln kann. 10
Der Kurator der Ausstellung Architekt Paolo Bellenzier Autonome Provinz Bozen Amt für Hochbau Ost Paolo.bellenzier@provinz.bz.it Il curatore della mostra Architetto Paolo Bellenzier Provincia Autonoma di Bolzano Ufficio edilizia est paolo.bellenzier@provincia.bz.it
L’alto profilo del paesaggio architettonico in Alto Adige è oramai riconosciuto sia a livello nazionale che internazionale e questo lo confermano i diversi e prestigiosi premi di architettura. Questi riconoscimenti, di cui oggi ci possiamo onorare, sono il frutto di decenni d’impegno nel creare una cultura del costruire, oggi molto diffusa su tutto nostro territorio. I committenti altoatesini e in particolar modo la committenza pubblica si sono posti come obiettivo culturale l’alta qualità architettonica nelle diverse costruzioni. In particolare, nell’ambito delle scuole, l’Amministrazione Provinciale ha avuto negli anni 80, dopo il passaggio delle competenze dallo Stato alla Provincia, l’occasione unica di ricostruire tutto. Furono così banditi numerosi concorsi di progettazione, agli inizi su scala regionale ma poi su scala nazionale e internazionale. La qualità dei partecipanti e dei progetti presentati aumentò di continuo e oggi l’Alto Adige è considerato un laboratorio aperto per l’architettura moderna e contemporanea in Europa. “I progetti vincitori non restano nel cassetto”, è su questo impegno dell’amministrazione pubblica che si basa il forte interesse di architetti qualificati di tutta Europa a partecipare ai nostri concorsi di progettazione. La particolarità dell’Alto Adige non sta nella raccolta di progetti firmati da archistar ma nella ricerca della migliore soluzione architettonica per risolvere il compito richiesto. Qualità nel rispetto della tradizione, della storia, dell’esistente ma anche qualità di provare nuove strade e soluzioni innovative. Questo atteggiamento per la qualità dell’architettura nel campo dell’edilizia scolastica è stato adottato da alcuni anni anche per la ricerca di nuovi sistemi didattici di apprendimento. Pietra miliare in quest’ambito sono state sicuramente le nuove direttive di edilizia scolastica, che permettono di realizzare ambienti flessibili e adatti alle diverse esigenze pedagogiche della scuola. Queste nuove direttive sono già vigore dal 2009 ma sola-
mente da pochi anni ne è stato compreso l’enorme potenziale. Una buona scuola non può offrire solamente ambienti piacevoli e dotarsi di un bel vestito, deve rispondere anche alle esigenze didattiche ed essere specifica per il particolare insegnamento pedagogico richiesto. Nelle scuole di oggi deve essere garantita la possibilità di un insegnamento aperto, di partecipazione, di comunicazione, di uno studio autonomo, di lavorare in team e molto altro ancora. Alcuni buoni esempi in questo campo sono già stati realizzati e molti sono in corso di realizzazione. In Alto Adige si sta sviluppando un’interessante simbiosi tra architettura e pedagogia, tra ambiente e didattica, una situazione nuova per il territorio alto atesino ma anche per tutta l’Italia e l’Europa, si può parlare di una nuova epoca dell’insegnamento. La mostra „Costruire scuole tra architettura e pedagogia in Alto Adige“ e questo catalogo affrontano questa logica conseguenza di un cambiamento in atto e vissuto nell’ambito dell’edilizia scolastica in Alto Adige. 10 esempi di scuole realizzate, diventate modelli per le nuove forme di apprendimento con nuovi e innovativi concetti spaziali e qualità architettonica sono esposti e presentati attraverso dei racconti tra le persone del mondo scolastico e i progettisti delle opere. La mostra e il catalogo non vogliono essere un testo unico di tutte le buone edilizie scolastiche in Alto Adige, ma rappresentano una forma di approccio al dialogo tra architettura e pedagogia attraverso progetti vissuti, dalla scuola dell’infanzia fino all’università. In questo senso auguro a tutti i visitatori/visitatrici della mostra e ai lettori/lettrici del catalogo un’esperienza interessante e spero che questa iniziativa possa promuovere e trasmettere nuove idee per l’architettura e la pedagogia scolastica. 11
INHALT INDICE 1
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KINDERGERECHT GEBAUT A MISURA DI BAMBINO Kindergarten Terenten Gemeinde Mühlbach Feld 72 – Wien - A Scuola per l’infanzia Terento Comune di Rio Pusteria Feld 72 – Vienna - A
GESCHICHTE TRIFFT AUF MODERNE STORIA E MODERNITÁ, INSIEME Grundschule Auer Gemeinde Auer MoDusArchitects – Brixen – I Scuola elementare di Ora Comune di Ora MoDusArchitects – Bressanone – I
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AUS ALT WIRD NEU RINNOVARE L’ESISTENTE
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Mittelschule Welsberg Gemeinde Welsberg Otto Irsara – Bruneck – I Scuola media secondaria di Monguelfo, Comune di Monguelfo Otto Irsara – Brunico – I
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EIN STALL WIRD SCHULE DA STALLA A SCUOLA
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Fachoberschule für Landwirtschaft „Happacherhof“ Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Josef March – Bozen – I Istituto superiore per l’agricoltura “Happacherhof” Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Josef March –Bozen – I
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DESIGN UND INNOVATION DESIGN E INNOVAZIONE Kindergarten und Grundschule Afers Gemeinde Brixen Pedevilla – Bruneck - I Scuola per l’infanzia e scuola elementare di Eores Comune di Bressanone Pedevilla – Brunico – I
ZWISCHEN DEN STERNEN LERNEN STUDIARE TRA LE STELLE Grundschule und Planetenschule Karneid Gemeinde Karneid Zanovello & Calderan – Bozen - I Scuola elementare e planetarium di Cornedo Comune di Cornedo Zanovello & Calderan – Bolzano - I
UNTERIRDISCH ANGENEHM COMFORT IPOGEO Fachschule für Sozialberufe „Hannah Arendt“ Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Claudio Lucchin & associati - Bozen - 1 Scuola per le professioni sociali “Hannah Arendt” Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Claudio Lucchin & associati – Bolzano - I
DER GESCHMACK IM SCHAUFENSTER UNA VETRINA SUL GUSTO Landesberufsschule für das Gastgewerbe “Savoy” Autonome Provinz Bozen– Abteilung Hochbau Stifter + Bachmann – Pfalzen – I Scuola alberghiera professionale provinciale “Savoy” Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Stifter + Bachmann – Pfalzes – I
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EIN HOTEL ZUM LERNEN UN ALBERGO PER IMPARARE Hotelfachschule mit Schülerheim Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Andrea Sega – Stefan Bauer – Josef March – Bozen - I Scuola alberghiera e convitto per studenti Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Andrea Sega – Stefan Bauer – Josef March – Bolzano - I
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DIE STADT IN DER STADT LA CITTÁ NELLA CITTÁ Frei Universität Bozen – Hauptsitz Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Bischoff & Azzola - Zürich - CH Libera Universitá di Bolzano – Sede Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Bischoff & Azzola - Zurigo - CH
SCHULEN IM WERDEN SCUOLE IN DIVENIRE 1
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Fachhochschule für Landund Forstwirtschaft „Fürstenburg“ Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Werner Tscholl – Latsch - I Scuola agraria e forestale “Fürstenburg” Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Werner Tscholl – Laces - I
Kindergarten „Bruder Wilram“ Gemeinde Bruneck Durnwalder & Taschler – Bruneck - I Scuola per l’infanzia “Bruder Wilram” Comune di Brunico Durnwalder & Taschler – Brunico - I
Schulzentrum mit Bibliothek Gemeinde Innichen Wolgang Simmerle – Bozen - I Centro scolastico con biblioteca Comune di San Candido Wolfgang Simmerle – Bolzano - I
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Schulboulder und Kletterhalle Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Stifter + Bachmann – Pfalzen - I Palestra scolastica per Bouldering e arrapicata sportiva Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Stifter + Bachmann – Pfalzes - I
Landesberufschule für Handwerk und Industrie „Luigi Einaudi“ Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Carlo Azzolini – Bozen – I Scuola professionale provinciale per l’industria e l’artigianato „Luigi Einaudi“ Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Carlo Azzolini – Bolzano - I
Musikschule „Ragenhaus“ Gemeinde Bruneck EBV Estudio Barozzi Veiga – Barcellona – E Scuola di musica “Ragenhaus” Comune di Brunico EBV Estudio Barozzi Veiga – Barcellona – E
1 | Kindergarten Terenten | Scuola per l’infanzia Terento
KINDERGERECHT GEBAUT A MISURA DI BAMBINO
KINDERGARTEN TERENTEN Matthias Perger Straße 1 - 39037 Mühlbach
SCUOLA PER L’INFANZIA TERENTO Via Matthias Perger 1 - 39037 Rio Pusteria
Bauherr | Gemeinde Mühlbach Architekten | Feld 72 – Wien - A Fertigstellung | 2010 Committente | Comune di Rio Pusteria Architetti | Feld 72 – Vienna - A Ultimazione | 2010 Foto | Hertha Hurnaus
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Aus den Interviews mit Michael Obrist | Architekt | A1 Marta Unterhofer | Leiterin | L Hans | Vater von Timea | V Peter Zoderer | Architekt | A2
A1: „Das Gebäude des Kindergartens Terenten musste nicht nur auf die pädagogischen Konzepte, sondern auch auf drei weitere Hauptelemente Rücksicht nehmen. Eines war das Dorf selbst, wir befinden uns in einem Bergdorf; dann die Landschaft, das Gebäude liegt an der Schnittstelle zwischen Dorfkern und den Übergang in die Landschaft und als drittes und wichtigstes die Wahrnehmung des Kindes“. L: „Wir haben ein sehr schönes und großes Haus. Wir arbeiten nach dem Konzept des offenen Lernens, das heißt die Kinder haben die Möglichkeit, das ganze Haus zu nutzen, das ist uns ein großes Anliegen und wir finden es sehr wichtig. Das Haus hat viele Brücken, Übergänge, Durchblicke, Ausblicke. Die Kinder lernen hier sehr viel für das Leben, sie meistern die ersten Übergänge“.
Kindergarten gemacht. Das finde ich einfach schön in diesem Kindergarten“. A1: „Das Licht ist einfach das Thema. Es ist der Weg in die Höhle, ist der Weg aufzusteigen in den Himmel, ist der Weg zur Brückenführung, es geht immer um dieses Wechselspiel innerhalb des Tages“. L: „Wir waren in der Planung des Kindergartens miteinbezogen, also hatten wir Mitspracherecht und so ist es uns gelungen auch das Pädagogische mit einfließen zu lassen. Wenn wir dann in das Haus eingezogen sind, dann war das kein fremdes Haus, sondern ich hatte schon viel mitgearbeitet und mitgedacht und es war für mich schon viel Vertrautes da“. A2: „Ein Unterschied gegenüber einem Wettbewerbsprojekt ist sicherlich der Vorteil, dass wir eigentlich zusammen das Raumprogramm konzipiert und erarbeitet haben, in Form eines intensiven Austausches, Dialoges mit den Nutzern und der Direktorin. Das basiert natürlich auf einer Offenheit, auf einer beidseitigen Offenheit und Neugier für das Gelingen und auch auf einen gegenseitigen Respekt im Dialog. Wir haben extrem viel dazugelernt, als Architekten, was vor allem eigentlich die pädagogischen Räume an sich betrifft, wie man die konzipiert, wie man eigentlich sich in der Perspektive der kleinen Kinder, der wirklich sehr kleinen Kinder versetzen kann, um ihnen auch Räume zu bieten, die eine gewisse Abwechslung, Freiheit bieten, schaffen, um sozusagen keine starren Systeme zu entwerfen“.
A1: „An sich hat es die Attribute eines Hauses, das die Kleinen auch schon ernst nimmt als Benutzer und einfach mit dem Reichtum der Materialien wie Holz und Beton. Das sind alle so kleine Resonanzkörper, die miteinander in einen unglaublich starken Dialog treten und sich gegenseitig in ihrer Wärme bestärken. Das Gebäude selber wirkt je nach Blickpunkt sehr einfach, aber ist sehr komplex, das heißt, wenn man sich um das Gebäude rund herum bewegt, zeigt es komplett seine Eigenschaften. Das Interessante ist, dass es nicht kindisch ist, aber für die kindliche Wahrnehmung funktioniert“.
L: „Es hat viele Diskussionen und Entscheidungen gegeben, im Gespräch, im Dialog, es wurde uns klar, dass gewisse Sachen wirklich nur ein Architekt entscheiden kann. Es ist eine sehr gut gelungene Schule und wir sind froh darüber“.
V: „Wenn ich hier reingehe empfinde ich ein gewisses Wohlbefinden. Mir gefällt einfach die Bauweise und das Lichtund Schattenspiel was dieser Kindergarten auch gibt. Man befindet sich nicht in einem Raum, ich habe das Gefühl, man befindet sich wie in der freien Natur, so naturverbunden ist der
A2: „Es geht wirklich darum, dass man eine Stimmung im Dialog aufbaut und den gegenseitigen Respekt. Natürlich immer, wenn jeder seine Kompetenzen auch wahrt. Es hat keinen Sinn, dass der Pädagoge der Architekt wird und umgekehrt, der Architekt zum Pädagogen“. 15
Dalle interviste con Michael Obrist | architetto | A1 Marta Unterhofer | coordinatrice | C Hans | padre di Timea | P Peter Zoderer | architetto | A2
A1: “L’edificio a Terento doveva tener conto non solo del concetto pedagogico, ma anche di tre elementi fondamentali. Uno era il paese stesso, ci troviamo in un paese di montagna; il secondo era il paesaggio, l’edifico si trova in un punto chiave tra il centro abitativo e il paesaggio che diviene gradualmente natura; infine, era fondamentale la percezione del bambino”. C: “Abbiamo un edificio molto bello e grande. Lavoriamo secondo il modello didattico dell’apertura: ciò significa che i bambini hanno la possibilità di usare tutti gli spazi dell’edificio; a questo tenevamo molto e per noi è importante. L’edificio ha tanti ponti, passaggi, angoli, visuali. In questo spazio, i bambini imparano molto per la vita: già solo muovendosi nell’edificio, imparano a gestire il loro primi passaggi da una zona all’altra, da un’attività all’altra, da un momento all’altro”. A1: “Di per sé l’edificio ha gli attributi di una casa, prende sul serio anche i piccoli utenti e lavora con la ricchezza dei materiali, come il legno e il cemento armato. Sono tutti corpi di risonanza che entrano in stretto dialogo tra di loro e che si rinforzano vicendevolmente. La cosa interessante di questo edificio è che non risulta infantile, anche se è fatto per la percezione del mondo dell’infanzia”. P: “Quando entro qui, vengo pervaso da una sensazione di benessere. Mi piace il modo in cui è stato costruito, i giochi di luce e ombra che ci sono in questo asilo. Ho la sensazione di
non trovarmi in uno spazio chiuso, ma all’aperto, nella natura; l’asilo ha un legame con la natura. Semplicemente tanta luce, ma anche piccoli angoli d’ombra, in cui volendo ci si può ritirare, come quando si fa una passeggiata nel bosco. Questo è quello che apprezzo di questa scuola dell’infanzia”. A1: “La luce è un elemento importante. È la via che porta nelle nicchie, la via per salire, per oltrepassare certi ambienti, ed è sempre in un rapporto dialettico con lo svolgersi della giornata”. C: “Eravamo coinvolti nella progettazione, avevamo quindi voce in capitolo e così siamo riusciti a far confluire anche l’elemento pedagogico. Questo è risultato poi molto utile, perché quando ci siamo trasferiti nel nuovo edificio, non mi dava una sensazione di estraneità: ci avevo collaborato e riflettuto, e tante cose mi erano familiari”. A2: “A differenza di un incarico tramite concorso, abbiamo potuto elaborare direttamente un piano di fattibilità, potendo concepire e elaborare la progettazione degli ambienti attraverso ripetuti incontri e dialoghi con gli utenti e la dirigente. Ciò è possibile se c’è un rapporto di reciproca apertura e curiosità e un dialogo rispettoso. Come architetti abbiamo imparato molto, soprattutto per quanto riguarda gli spazi pedagogici, e di come essi possono essere percepiti con gli occhi dei bambini, anche di quelli più piccoli, in modo da offrire loro degli spazi che abbiano una certa flessibilità e libertà, per non creare dei sistemi rigidi”. C: “Ci sono state tante discussioni e decisioni da prendere, abbiamo parlato, dialogato, finché abbiamo capito che alcune cose le può decidere solo un architetto. È riuscito molto bene e ne siamo contenti”. A2: “Si tratta proprio di costituire un’intesa nel dialogo e nel rispetto reciproco. Sempre naturalmente mantenendo le proprie competenze. Non ha senso trasformare il pedagogista in architetto e viceversa”. 16
Schnitt Sezione
Schnitt Sezione
Schnitt Schnitt Sezione Sezione
Schnitt Sezione
Schnitt Sezione
Lageplan Lageplan Planimetria Planimetria
Schnitt Sezione
Schnitt Sezione
WC WC WC WC
WC WC 7
7
7
7
Legende | Legenda
nda
3
3
WC
3
1 2 3 4 5 6 5 7
7
Klasse Garderobe Mehrzweckraum Personal Bewegungsraum 5 5Gruppe Galerie Küche
aula guardaroba aula polyfunzionale personale aula movimento gruppo galleria cucina
3
4
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6
WC
2
1 4
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5
2 5
1 1
1
WC 1
WC WC2 WC WC WC WC
Lageplan 3 1 Planimetria
1
1
1
1
1
WC
3
UNA CASA PER I BAMBINI
schoss terrato
2
Piano interrato PianoPiano interrato interrato
1
Untergeschoss Piano interrato Architekt Architetto
Feld 72
Auftraggeber Committente
Gemeinde Terenten Comune Terento
Adresse Indirizzo
St.-Georgs-Str. 3A - 39030 Terenten Via San Giorgio 3A - 39030 Terento
Fertigstellung Ultimazione
2010
WC
WC
Untergeschoss 2 Untergeschoss WC Scuola Untergeschoss per l’infanzia Terento Untergeschoss Piano interrato
WC
6
2
WC
Kindergarten Terenten
3
5
6
3
2
2 WC
EIN HAUS FÜR KINDER
1
6
4
ER
WC
2 6 6
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1
Wien - A Vienna - A
6
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3
3
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A -A
1
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2 WC2
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7
aula daroba guardaroba aula polyfunzionale zionale polyfunzionale personale onale mento aula movimento movimento po ria galleriagruppo galleria cucina na
MBINI
5
WC
1
Erdgeschoss Piano terra
1
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2 5 Erdgeschoss Erdgeschoss Erdgeschoss Piano Terra PianoPiano Terra Terra
Erdgeschoss Piano Terra
Erstes Obergeschoss ErstesErstes Obergeschoss Obergeschoss Primo piano PrimoPrimo pianopiano
6
6
Erstes Obergeschoss Primo piano
Erstes Obergeschoss Primo piano
4
Wien - A Vienna - A
Untergeschoss interrato
Erstes Obergeschoss Primo piano
Erdgeschoss Piano Terra
SchnittPiano Sezione
2
7 Legende | Legenda 1 2 3 4 5 6 7
3
Klasse Garderobe Mehrzweckraum Personal Bewegungsraum Gruppe Galerie Küche
aula guardaroba aula polyfunzionale personale aula movimento gruppo galleria cucina
Erstes Obergeschoss Primo piano
Erdgeschoss Piano Terra
Schnitt Sezione
5
17
3
WC 7
WC
WC
2
5
2 | Kindergarten und Grundschule Afers | Scuola per l’infanzia e scuola elementare di Eores
DESIGN UND INNOVATION DESIGN E INNOVAZIONE
KINDERGARTEN UND GRUNDSCHULE AFERS Afers 180 c - 39042 Brixen SCUOLA PER L’INFANZIA E SCUOLA ELEMENTARE DI EORES Eores 180 c - 39042 Bressanone
Bauherr | Gemeinde Brixen Architekten | Pedevilla – Bruneck - I Fertigstellung | 2015 Committente | Comune di Bressanone Architetti | Pedevilla – Brunico – I Ultimazione | 2015 Foto | Gustav Willeit
18
Aus den Interviews mit Kiebacher Lisi | Kindergärtnerin und Leiterin | L Armin Pedevilla | Architekt | A
A: „Afers zeichnet sich aus, weil es nicht nur ein Kindergarten, bzw. eine Grundschule ist, sondern ein Dorfzentrum. Das Gesamte befindet sich unmittelbar in der Nähe der Kirche und ist somit eigentlich ist sie - zentral eingebunden. Es ist ein relativ großes Volumen und die Struktur der beiden Häuser entspricht der umliegenden Wohnhäuser, auch mit der Satteldachform und in der Ausrichtung“. L: „Wir fühlen uns sehr wohl in diesem Gebäude. Es ist ein sehr angenehmes Arbeitsklima, die Akustik ist sehr gelungen, die Räumlichkeiten sind weit, hoch, hell, für die Kinder natürlich tolle Spiel- und Bewegungsmöglichkeiten und was besonders gelungen ist, sind die verschiedene Spielpodeste oder die Schiebetüren, mittels denen man die großen Räume auch trennen kann. Dies ermöglicht Transparenz in den einzelnen Räumen und ermöglicht den Kindern auch verschiedene Spielbereiche in allen Räumen und öffnet einfach andere Spielmöglichkeiten“. A: „Den Kindergarten haben wir versucht, ein bisschen offener zu gestalten, um etwas Flexibilität rein zu bekommen. Wir haben auch versucht, dass die Räume ein bisschen fließender sind, wo eine Kommunikation auch im Gardarobenbereich in den Gruppenräumen aber auch in den Bewegungsräumen stattfinden kann“. L: „Für uns sind diese Fenster, die zur Einsicht ins Badezimmer dienen, besonders wertvoll; wir können die Kinder alleine aufs WC schicken; sie können sich dort auch länger aufhalten um mal Wasserspiele zu machen“. A: „Zwischen Kindergarten und Schule gibt es den Mensabereich, eine direkte Kommunikation zwischen Schule und Kindergarten und von diesem Bereich hat man auch wieder den Zugang
zum Mehrzwecksaal und zum Turnsaal, wo wiederum durch die großen Verglasungen neue Einblicke möglich sind“. L: „In unserem Essraum arbeitet die Köchin vor den Kindern und sie können durch ein Fenster direkt in die Küche hinein sehen, das ist auch eine tolle Erfahrung und wird von den Kindern sehr geschätzt; sie sagen, sie haben einen eigenen Essraum, wie im Restaurant“. A: „Das was das Gebäude zu etwas Besonderem macht ist, dass Außen die Volumen aufgeteilt sind, und Innen trotzdem die Möglichkeit der Durchmischung, oder des direkten Überganges und der Kommunikation stattfinden kann“. L: „Wir haben einen sehr guten Kontakt zur Grundschule, weil wir nur zwei Türen entfernt von einander arbeiten und deswegen kann man sehr viel gemeinsam machen, auch im Außenbereich ist ein Platz, den wir alle gemeinsam nützen können. Die Turnhallen befinden sich im Haus und das ist ein sehr wichtig. In einem Kindergarten eine so große Turnhalle zu haben ist eher eine Seltenheit“. A: „Das war eine Baustelle, wo die Nutzer immer sehr positive feedbacks gegeben haben. Sie waren irrsinnig froh, dass sie eine Turnhalle zusammen mit Kindergarten und Schule, einen neuen Schulkomplex bekommen“. L: „Die Eltern sind sehr positiv eingestimmt auf diesem Kindergarten. Als sie das erste Mal hier waren, da waren sie wirklich begeistert... Die großen Räume, die bunten Räume, im Gegenteil zum alten Kindergarten, haben ihnen sehr gut gefallen. Sie haben auch Vergleiche zu ihrer Kindheit gemacht und meinten, so schön hatten sie es nicht“. A: „Im Zuge der Planung und vor allem im Zuge der Bauleitung konnte ich feststellen, dass ein ganz starkes Vereinsleben dort stattfindet und somit auch das Gebäude sehr stark belebt sein wird. Die Kommunikation mit den Vereinen und mit den Dorfbewohnern war schon ein tolles Erlebnis“. 19
Lisi Kiebacher | insegnante e coordinatrice | C Armin Pedevilla | architetto | A
A: “Eores si contraddistingue perché non è solo una scuola materna e primaria, ma è il centro del paese. Il complesso si trova proprio vicino alla chiesa, e per questo motivo è in posizione centrale. È un volume relativamente grande e la struttura dei due edifici corrisponde a quella delle case circostanti che hanno anch'esse un tetto a due falde e sono posizionate allo stesso modo”. C: “Ci sentiamo molto bene in questo edificio. L’ambiente ci offre un senso di rilassamento. L’acustica è ben riuscita e le stanze sono grandi, alte, luminose; per i bambini ci sono splendide possibilità sia per giocare che per muoversi. Ciò che è particolarmente riuscito sono le pedane di gioco e le porte scorrevoli, che ci permettono di dividere gli ambienti all’occorrenza. In generale vi è una trasparenza tra gli ambienti, che permette ai bambini di appropriarsi di tutti gli spazi”. A: “Abbiamo cercato di strutturare l'asilo in modo più aperSchnitt to, cercando di offrire maggiore flessibilità negli usi. Anche dal Sezione punto di vista della suddivisione degli spazi, abbiamo cercato di interfacciarli meglio tra loro, creando maggiore comunicazione tra l'area guardaroba, gli ambienti delle sezioni e quello per le attività motorie”. C: “Le vetrate che si affacciano sui bagni sono per noi particolarmente importanti perché possiamo mandarvi i bambini da soli e averli comunque sotto controllo. Così anche trattenersi più a lungo in quegli spazi e giocare qualche volta con l'acqua o cose simili”.
A: “Tra la scuola dell’infanzia e la primaria si trova la zona mensa, che rende il tutto un unico complesso e collega tra loro i due tratti. Da lì è possibile raggiungere la sala multifunzionale e la palestra che a sua volta possiede delle aperture vetrate che permettono di vedere al suo interno”. C: “Nella nostra sala da pranzo c'è anche la cuoca che è pienamente partecipe della nostra giornata. Lavora quasi davanti ai bambini, che possono vedere attraverso una finestra direttamente in cucina, facendo proprio una bella esperienza. I bambini lo apprezzano molto, dicono di avere una sala pranzo per loro, quasi come al ristorante”. A: “La peculiarità di questo edificio è che dall'esterno i due volumi sono perfettamente distinti, mentre all’interno l’uno scorre nell’altro e si crea una sorta di spazio comunicativo continuo tra gli ambienti”. C: “Abbiamo un rapporto molto buono con la scuola primaria, poiché lavoriamo due porte più in là, e per questo è possibile fare molte cose in comune. Anche lo spazio ludico all'esterno viene usato assieme. Condividiamo anche la palestra e il fatto di averla è un elemento molto importante in questo edificio. Per i bambini una palestra di queste dimensioni è una cosa rara”. Legende | Legenda 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
Umkleide Gerätelager Klasse Pellets Heizraum Putzraum Schulbänke Küche Technik Bibliothek Mehrzweckhalle Bühne Maske Gruppenraum Personal Stuhllager Garderobe Verkehrsfläche Bewegungs- und Ruheraum Mensa Schuldiener Lehrmittel Lehrerzimmer Magazin Lüftungsanlage Ausweichraum
spogliatoio deposito attrezzi aula deposito pellets caldaia locale pulizie deposito scrivanie cucina tecnica biblioteca sala multiuso palco maschera locale per gruppo personale deposito sedie guardaroba superificie dei percorsi locale per movimento mensa bidello attrezature sala per professori magazino impianto di areazione aula di riserva
C: “Ai genitori piace molto questa scuola dell’infanzia. La prima volta che sono venuti qui erano entusiasti. Gli ambienti grandi e colorati, confrontati con quelli del vecchio edificio, davano loro una bella sensazione. Hanno fatto anche paragoni con la loro infanzia, e hanno detto che allora non era così bello”. 20
Lageplan Planimetria
35
Dalle interviste con
A: “Nel corso della progettazione e soprattutto nel corso della direzione lavori ho potuto constatare un'intensa attività delle associazioni, e quindi un'intensa frequentazione dell'edificio. Lo scambio comunicativo con le associazioni e gli abitanti del paese è stato proprio una bella esperienza”.
DESIGN UND INNOVATION Kindergarten und Grundschule Afers
DESIGN E INNOVAZIONE Scuola per l’infanzia e scuola elementare di Eores
Architekt Architetto
Pedevilla
Auftraggeber Committente
Gemeinde Brixen Comune di Bressanone
Adresse Indirizzo
Afers 180 c - 39042 Brixen Eores 180 c - 39042 Bressanone
Fertigstellung Ultimazione
2015
20
Lageplan Planimetria Lageplan Planimetria
Lageplan Planimetria
Zweites Obergeschoss Secondo piano Zweites Obergeschoss Secondo piano 3
3
Zweites Obergeschoss Secondo piano
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Lageplan Planimetria
3
15 16
3
Zweites Obergeschoss Secondo piano
3 14
16
Schnitt Sezione
20
16
20
35
Legende | Legenda3 3
20 20
Secondo piano
25 26UND INNOVATION DESIGN
Kindergarten und Grundschule Afers 3
DESIGNDESIGN E INNOVAZIONE DESIGN UND INNOVATION UND INNOVATION Scuola per l’infanzia e scuola elementare di 24 Eores Kindergarten und Grundschule Afers 22 Kindergarten und Grundschule Afers
Umkleide 26 Gerätelager Klasse Pellets Heizraum Putzraum 3 Schulbänke Küche Technik Bibliothek Mehrzweckhalle Bühne Maske Gruppenraum Personal Stuhllager Garderobe Verkehrsfläche Bewegungs- und Ruheraum Mensa Schuldiener Lehrmittel Lehrerzimmer Magazin Lüftungsanlage Ausweichraum
14 spogliatoio deposito attrezzi aula deposito pellets caldaia locale pulizie deposito scrivanie cucina tecnica biblioteca sala multiuso palco maschera locale per gruppo personale deposito sedie guardaroba superificie dei percorsi locale per movimento mensa bidello attrezature sala per professori magazino impianto di areazione aula di riserva
Lageplan Planimetria
Erstes Obergeschoss Lüftungsanlage Primo piano 25 26 Ausweichraum Erstes Obergeschoss
24
6
Erstes Obergeschoss Primo Erstes piano Obergeschoss
3
Primo piano
3
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7
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4 26
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12 11
12
5
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7
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1
3
Erdgeschoss Piano Terra
19
8
Erdgeschoss Erdgeschoss Piano Terra Piano Terra 9
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3
Erdgeschoss Piano terra Erdgeschoss
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Piano Terra
Erstes Obergeschoss Primo piano
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Schnitt Schnitt Sezione Sezione
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16
25
Putzraum Fertigstellung 2015 Ultimazione Schulbänke 2015 8 Küche 9 Technik 10 Bibliothek Erstes11 Obergeschoss 12 Mehrzweckhalle Primo12 piano Bühne 12 13 Maske 1413 Gruppenraum 15 Personal 16 Stuhllager 17 Garderobe 18 Verkehrsfläche 19 Bewegungs- und Ruheraum 1 20 Mensa 21 Schuldiener 22 Lehrmittel 23 Lehrerzimmer 4 5 24 Magazin 7 1 25 Lüftungsanlage 26 Ausweichraum 6
Fertigstellung 7 Ultimazione
Erstes Obergeschoss 25 26 Primo piano
7
18
spogliatoio 3 deposito attrezzi aula deposito pellets caldaia locale pulizie deposito scrivanie 3 cucina 23 tecnica biblioteca sala multiuso palco maschera locale per gruppo personale deposito sedie guardaroba superificie dei percorsi locale per movimento mensa bidello 11 attrezature sala per professori magazino impianto di areazione aula di riserva
19 19
4
20
18Brixen Auftraggeber Gemeinde Committente Comune di Bressanone Architekt Umkleide Architekt 1 14 Pedevilla Pedevilla Adresse Architetto Architetto Afers 180 c - 39042 Brixen 2 Gerätelager Indirizzo Eores 180 c - 39042 Bressanone Auftraggeber Gemeinde Brixen Auftraggeber Gemeinde 19 Brixen 3 Committente Klasse Comune di Bressanone Fertigstellung Committente Comune 2015 di Bressanone 4 Pellets Ultimazione Adresse Afers 180 c - 39042 Brixen Adresse 5 Heizraum Afers 180 c - 39042 Brixen Indirizzo Eores 180 c - 39042 Bressanone Indirizzo Eores 180 c - 39042 Bressanone
18
3
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10
Legende | Legenda Pedevilla
18 19 14
4
Scuola per 16 l’infanzia e scuola elementare di Eores di Eores Scuola per l’infanzia e scuola elementare Architekt Architetto
15
impianto di areazione aula di riserva
Primo piano
DESIGNDESIGN E INNOVAZIONE E INNOVAZIONE 15 3
26
20
35 35
Zweites Obergeschoss Secondo piano Zweites Obergeschoss
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1 Umkleide spogliatoio 2 Gerätelager deposito attrezzi Legende | Legenda 3 Klasse aula 4 Pellets deposito pellets 5 Heizraum caldaia 1 6 Legende Umkleide spogliatoio Putzraum | Legenda locale pulizie 27 Gerätelager deposito attrezzi Schulbänke 24 22deposito scrivanie 3 8 Klasse aula Küche cucina 4 9 1Pellets deposito pellets Umkleide spogliatoio Technik tecnica 5 10 2Heizraum caldaia Gerätelager deposito attrezzi Bibliothek biblioteca 6 11 15 locale 3Putzraum Klasse aulapulizie Mehrzweckhalle sala multiuso Pellets deposito pellets 7 12 4Schulbänke deposito scrivanie Bühne palco Heizraum caldaia 8 13 5Küche cucina Maske maschera Putzraum locale pulizie 9 14 6Technik tecnica Gruppenraum locale per gruppo Schulbänke deposito scrivanie 1015 7Bibliothek biblioteca 20 Personal personale Küche cucina 1116 8Mehrzweckhalle sala multiuso Stuhllager deposito Technik tecnica sedie 1217 189Bühne palco Garderobe guardaroba biblioteca 1318 10 MaskeBibliothek maschera superificie dei percorsi 11 Verkehrsfläche Mehrzweckhalle sala multiuso 1419 12 Gruppenraum locale per gruppo Bewegungsund Ruheraum locale per movimento Bühne palco 1520 13 Personal personale Mensa mensa Maske maschera 1621 14 Stuhllager deposito Gruppenraum locale sedie per gruppo Schuldiener bidello 19 1722 15 Garderobe guardaroba Personal personale Lehrmittel attrezature 1823 16 Verkehrsfläche superificie dei percorsi Stuhllager deposito sedie Lehrerzimmer sala per professori 1924 17 Bewegungsund Ruheraum locale per movimento Garderobe guardaroba Magazin magazino 2025 18 Mensa mensa Verkehrsfläche superificie dei percorsi Lüftungsanlage impianto di areazione Bewegungs- und Ruheraum bidello locale per movimento 2126 19 Schuldiener Ausweichraum aula di riserva 20 Mensa mensa 22 Lehrmittel attrezature 21 Schuldiener 23 Lehrerzimmer salabidello per professori 22 Lehrmittel attrezature 23 24 Magazin magazino 23 Lehrerzimmer sala per professori 25 Lüftungsanlage impianto di areazione 24 Magazin 26 Ausweichraum aulamagazino di riserva
Zweites Obergeschoss Secondo piano
20
3
35
Schnitt Sezione
26
35
Schnitt Sezione
3
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Legende | Legenda
4
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5 7
1
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Erdgeschoss Piano Terra
8
DESIGN UND INNOVATION Kindergarten und Grundschule Afers
DESIGN E INNOVAZIONE
7 6
3 | Grundschule Auer | Scuola elementare di Ora
GESCHICHTE TRIFFT AUF MODERNE STORIA E MODERNITÁ, INSIEME
GRUNDSCHULE AUER Truidn 2 - 39040 Auer
SCUOLA ELEMENTARE DI ORA Via Trodena 2 - 39040 Ora
Bauherr | Gemeinde Auer Architekten | MoDusArchitects – Brixen – I | Architekturbüro BergmeisterWolf – Brixen – I Fertigstellung | 2014 Committente | Comune di Ora Architetti | MoDusArchitects – Bressanone – I | Studio architettura BergmeisterWolf – Bressanone – I Ultimazione | 2014 Foto | Oskar Da Riz
22
Aus den Interviews mit Matteo Scagnol | Architekt | A Ulrike Kofler | Direktorin für die deutschsprachige Grundschule | D1 Cristina Crepaldi | Direktorin der italienischen Grundschule | D2 Julia Gasser | Lehrerin | L
A: “Das Thema war behutsam anzugehen, nachdem bereits eine aus dem Anfang des 20. Jh. sehr wichtige und für das Dorf Auer sogar symbolträchtige Schule existierte. Dieses Projekt ermöglichte uns mit einem wichtigen Element auseinanderzusetzen und zwar das des Einfügens. Die Aufgabe war, einem bereits existierendem Bau, welches noch eine eigene starke Aussagekraft besitzt, zwei neue Gebäude hinzuzufügen, wobei es für uns klar war, dass die historische Schule als Hauptdarsteller bleiben musste. In das bereits Gebaute einzugreifen bedeutet auch die vorgefundenen Strukturen beizubehalten, da sie wichtig sind nicht nur für die Funktion und Nutzung des Gebäudes, sondern um eine Kohärenz in der tausendjährigen Geschichte unserer Gesellschaft zu bewahren ”. D1: “Das Alte bewahren und das Neue einfließen lassen. Das positive beim Altbau ist die Höhe der Räume, die Gewölbe, auch der Flur und dann kommt man in dem Neubau mit Sichtbeton, der das Moderne widerspiegelt, die offenen Räume, die großen Fenster. Ich denke, es ist eine gelungene Mischung zwischen Alt und Neu“. A: “Das Bild der Schule von Auer war eng mit diesem monumentalen Baum verbunden, einem Rosskastanienbaum im Innenhof. Dieser Rosskastanienbaum ist schließlich zu einem symbolischen Element geworden, welches wir sowohl im Innen- als auch im Außenbereich aufgenommen haben. Die riesigen Blätter an der Außenwand haben dem Gebäude eine Art Zugehörigkeitsgefühl gegeben”. D2: “Beim anfänglichen Projekt war vorgesehen, den Baum zu fällen und einen Teil des Hofes neu zu bauen, aber die Bürger wollten den Baum retten. Die Architekten haben darin eine mögliche Identität der Schule gesehen und haben das Motiv des Rosskastanienblattes zu einem Element des Dorfes werden lassen. Die großen Fenster sind riesige Öffnungen auf die Natur
und zeigen meiner Meinung nach gut das, was die Architekten mit dieser Schule vorhatten, nämlich eine Verbindung herstellen zwischen Außen und Innen. Auch die Tatsache, dass im Neubau die Baumaterialien Holz und Beton im Rohzustand belassen wurden, gibt die Möglichkeit, mit der Materie unmittelbar in Kontakt zu treten”. D1: “Unsere Philosophie von Schule ist die Offenheit, man sieht es im Gebäude sehr gut, man kann von Klasse zu Klasse hineinsehen und in den Flur heraus. Uns war es wichtig, wohnliche Räume zu haben, anregende Räume, Bewegungsfläche und wo man auch Nischen für Kinder hat als Rückzugsmöglichkeit und vor allem, um das offene Lernen zu praktizieren“. A: “Wir haben den Eindruck, dass in Südtirol der Wunsch, nach einem neuen didaktischen Ansatz da ist, wo Kontakte zwischen den Klassen erwünscht sind, keine verschlossene Räume, sondern Transparenz zwischen den verschiedenen Situationen, zwischen den Klassen, zwischen Gang und Klassen und dieses Bild ist mit dem Einverständnis der Lehrpersonen entstanden”. D2: “Während des Umbaus war die Möglichkeit gegeben, den Architekten Vorgaben zu machen, damit Klassen und interne Räumlichkeiten einer bestimmten didaktischen Idee entsprechen konnten. Die italienische Schule hat sich für die traditionelle Klassenstruktur entschieden, weil in solch einer Struktur die Kinder besser die Regeln lernen. Also haben wir lieber gut definierte und strukturierte Räumlichkeiten gehabt, wie der Informatikraum, der Kunstraum, der Musikraum, der Bewegungsraum usw. Die Kinder erkennen sofort, was in diesen Räumen gemacht wird, wissen was sie tun werden, und lernen Schritt für Schritt eine soziale Kompetenz. Der Wiedererkennungseffekt eines solchen Raumes ist sehr stark und dies hilft ihnen zu wachsen”. A: “Wir haben gelernt mit Lehrpersonen zu arbeiten und die Forderungen sowohl der Schulwelt als auch ihrer gegenwärtigen Verwandlungsprozesse zu verstehen. Dies hat uns ermöglicht, das Projekt, welches 2009 aus einem Planungswettbewerb entstanden ist, in den Jahren stets zu verändern”. 23
D1: “Die Architekten haben uns relativ viel zu Wort kommen lassen beim Umbau, das hab ich sehr geschätzt, als Schulleute sind wir am Bau beteiligt gewesen. Ich bin überzeugt, das man Unterricht auch an Hand von Architektur und Raum beeinflussen kann, dass man einfach für die Kinder Räume bietet, wo sie sich frei bewegen können, wo sie Arbeitsgruppen bilden können, wo sie forschen können“. L: “Wir haben jetzt viel mehr Ausweichmöglichkeiten, wir können unseren Unterricht offener gestalten, die Kinder hinausschicken und man kann sie stets beobachten. Die Nischen und Rückzugsorte eignen sich sehr gut für unsere Art des Lernens“. A: “Vor allem in den neuen Baukörpern, aber auch im Umbau, haben wir versucht, durch kleine Eingriffe wie Öffnungen in den Gemäuern oder Sichtmöglichkeiten durch Schiebetüren, räumliche und visuelle Verbindungen zwischen den Bereichen zu ermöglichen“. D2: “Was ich an diesem Gebäude sehr schätze ist das Licht, das viele Holz, die Farben, das tolle Farbenspiel, das verwendet wurde. Die Kinder fühlen sich sehr wohl, weil das Ambiente weitläufig, warm und wohnlich ist“. A: “Die Farbgebung ist zum Schluss entstanden. Man wollte die Schule nicht mit Farbe überfüllen, wie es in den Schulen so üblich ist. Mit den Farben haben wir Tiefe gegeben oder Akzente gesetzt, wie in der Zeichensetzung einer Erzählung, Kommas, Ausrufezeichen, da
das Leben in einem Gebäude eine Geschichte ist, mit wichtigen und weniger wichtigen Momente”. L: “Ich finde diese Schule sehr einladend, man fühlt sich wohl. Mir persönlich gefällt vor allem die Verbindung von Holz mit Beton. Holz macht es sehr wohnlich und es ist ein warmes Gefühl, wenn man in die Schule hineinkommt. Was mir besonders gefällt sind auch die hellen Räumlichkeiten und die eingesetzten Farben, vor allem auch in den Gängen ist es nie dunkel und es lädt immer ein, sich dort aufzuhalten”. D2: “Dieses Gebäude ist einfach schön und ich denke, dass dies eine Tatsache ist, die nie unterschätzt werden sollte. Ich meine damit, die Schönheit ist ein Wert für sich, umso wertvoller, wenn sie mit einem Bildungsort gepaart ist, da Wissen nur möglich ist, wenn eine affektive und emotionale Komponente vorhanden ist. Dieses Gebäude lässt die Kinder aufleben und ermöglicht ihnen an einem schönen Ort ihre Bildungserfahrung zu erleben. Dies sollten wir nicht vergessen, man bildet nicht nur mit Worten oder mit dem, was in den Büchern steht, sondern auch, indem man ab und zu aus dem Fenster schaut, sich ablenkt oder auf dem Gang läuft”. A: “Das Interessante an diesem Projekt ist, dass man zum Schluss an einer Schule nie lernt, oder immer lernt, … auch durch die Projekte lernt man stets”.
24
Dalle interviste con Matteo Scagnol | architetto | A Ulrike Kofler | dirigente della scuola di lingua tedesca | D1 Cristina Crepaldi | dirigente della scuola di lingua italiana | D2 Julia Gasser | insegnante | I
A: “Il tema era molto delicato perché a Ora esisteva già una scuola molto importante di fine ‘800-inizi ‘900, anche in termini simbolici. Questo progetto ci ha permesso di ragionare su un concetto fondamentale che è l’innesto, cioè aggiungere ad un corpo esistente, che ha una sua forza ed è capace ancora di parlare, due nuovi edifici che vanno ad affiancare il protagonista, che rimane la scuola storica. Intervenire sul costruito simboleggia anche una capacità di assorbire le strutture esistenti, che sono fondamentali non solo per la costruzione di una funzionalità e di un utilizzo, ma per mantenere una linea nella storia millenaria della nostra società”. D1: “Conservare ciò che c'è del passato e farlo confluire nel nuovo. Dell'edificio antico, gli elementi da conservare sono l'altezza degli ambienti, i soffitti a volta e anche il vestibolo; quando si entra nell'edificio nuovo, invece, il cemento a vista rispecchia l'elemento moderno, gli spazi aperti, le grandi vetrate. Penso sia un mix riuscito tra vecchio e nuovo”. A: “La visione della scuola di Ora era legata alla presenza di un albero monumentale, che è l'ippocastano all’interno del cortile. E questo ippocastano alla fine è diventato un elemento simbolico che abbiamo riutilizzato all’interno e all’esterno trasferendo le sue enormi foglie sulla facciata come a dare un senso di appartenenza di questo edificio al suo luogo”. D2: “Il progetto iniziale prevedeva l’abbattimento dell’albero e la costruzione di una parte nuova del cortile, ma i cittadini hanno voluto salvarlo, in quanto molto antico. Gli architetti hanno visto in questo elemento una possibile identità della scuola e hanno usato il motivo della foglia di ippocastano per farla diventare veramente parte del paese. Le grandi finestre sono un’enorme apertura sulla natura e secondo me rappresenta bene quello che hanno voluto fare gli architetti con questa scuola: creare uno spazio di continuità tra esterno e interno. Anche l’aver voluto lasciare nella parte nuova i materiali grezzi (il legno e il cemento) significa questo: la possibilità di un contatto con la materia in maniera immediata”. D1: “La nostra filosofia della scuola è l'apertura, e si vede molto bene nell'edificio. Ci sono molte vetrate che permettono la trasparenza tra le classi e dalle classi verso il vestibolo. Per noi era importante avere ambienti confortevoli, stimolanti, spazi per muoversi e nicchie per i bambini, avere la possibilità di appartarsi, per mettere in pratica soprattutto il sistema aperto”. A: “Abbiamo la sensazione che ci sia una comune tendenza in Alto Adige a raggiungere un nuovo concetto di didattica che appunto predilige l’aspetto di interferenza tra le classi, non di
cluster chiusi, ma dove c’è trasparenza tra una situazione e un’altra, tra una classe e un’altra, tra un corridoio e la classe, e questa sensazione è nata di comune accordo con gli insegnanti”. D2: ”Durante la ristrutturazione c’è stata la possibilità di dare delle indicazioni agli architetti affinché le aule e le strutture interne potessero corrispondere a una particolare idea di didattica. La scuola italiana ha scelto di mantenere l’assetto tradizionale dell’aula, perché in questo assetto i bambini imparano le regole. Quindi abbiamo preferito avere degli spazi molto definiti, molto strutturati, come l’aula di informatica, l’aula di arte, l’aula di musica, l’aula per i potenziamenti, eccetera. I bambini riconoscono immediatamente che cosa avviene in quell’aula, sanno cosa vanno a fare, quindi imparano un po’ alla volta un’abilità sociale, che è quella di sapere quali sono le regole che valgono nei singoli spazi. E questo vale anche per l’aula che ha una struttura normale, quindi con la cattedra e i banchi. Poi i bambini dentro ci fanno di tutto in queste aule perché le attività che propongono le maestre sono molteplici. Tuttavia c’è uno spazio di riconoscibilità molto forte e questo li aiuta a crescere”. A: “Abbiamo imparato a collaborare con gli insegnanti e a leggere le richieste. E questo ci ha permesso di trasformare il progetto, che ha vinto un concorso nel 2009, ma che negli anni si è continuamente andato a modificare”. D1: “Gli architetti ci hanno interpellato spesso, durante la ristrutturazione: è una cosa che ho apprezzato molto, noi della scuola abbiamo partecipato alla costruzione. Sono convinta che la didattica possa essere influenzata anche dall'architettura, quando offre ai bambini spazi in cui poter muoversi liberamente, poter formare gruppi di lavoro, poter fare ricerche”. I: “Ora siamo molto più flessibili, possiamo gestire le nostre lezioni in maniera più aperta, possiamo far uscire i bambini senza perderli d'occhio, e tutte le nicchie e posti per appartarsi si prestano bene per il nostro modo di lavorare”. A: “C’è quasi un continuum di pensiero che sta crescendo e che noi abbiamo assorbito perché lo sentiamo come sempre più esigente e sempre più importante. Soprattutto nelle parti nuove ma anche in quelle ristrutturate, abbiamo cercato, con piccoli interventi (aperture sulle murature o trasparenze con porte scorrevoli) di permettere questa sorta di permeabilità fisica ma soprattutto visiva tra gli elementi”. D2: “Di questo edificio apprezzo moltissimo la luminosità, il grande uso del legno, i colori, i giochi di colori che sono stati scelti per focalizzare solo alcuni angoli altrimenti poco visibili. I bambini si trovano molto bene, perché lo spazio è appunto ampio, è “caldo”, è molto accogliente”. A: “L’uso dei colori è nato alla fine. Non si è voluto riempirla di colori, come usualmente si fa nelle scuole, con delle pareti totalmente piene che alla fine diventano opache, ma col colore si è voluto dare profondità o accento ad alcuni elementi, quasi come contrappunti in un racconto, delle virgole, dei punti esclamativi, perché vivere un edificio è comunque una storia che ha dei momenti pregnanti e dei momenti altri”. 25
I: “Trovo la scuola molto ospitale, ci si sente a proprio agio. A me personalmente piace soprattutto la combinazione legno/ 1 3 cemento. Il legno rende il luogo piacevole e emana una sensazione di calore, quando si entra nella scuola. Mi piacciono anche in particolar modo gli ambienti luminosi e i colori; so1 prattutto nei corridoi non è mai buio, ma ci invitano sempre a WC soffermarsi”. 5 1 3 WC
A: “La cosa interessante di questo progetto è che alla fine a scuola non si impara mai, o si impara sempre... anche a fare 1 progetti si impara sempre”. 3
D1: “Il1 guardaroba era un forte desiderio già durante la fase di progettazione di questa scuola. I bambini e gli insegnanti si tolgono le scarpe la mattina e usano poi le pantofole in tut1 ta la scuola. In questo6 modo i nostri 5pavimenti in legno sono protetti e rimangono puliti, e i corridoi così sono utili come 3 1 ulteriore postazione di studio e lavoro per i bambini”.
D2: “Questo edificio è molto bello e penso che questo sia 5 4 un fatto che non debba mai essere sottovalutato. Cioè, la bel2 1 1 lezza è un valore in sé, ma lo è molto di più se abbinata a un luogo in cui avviene la conoscenza, perché non si può avere conoscenza senza una dimensione affettiva e senza una di1 mensione emozionale. E questo edificio la suscita, consente ai bambini di vivere in un luogo bello la loro esperienza di apprendimento. Ed è qualcosa che noi dovremo sempre tenere presente, non si insegna solo con le parole, non 5si insegna solo 1 ciò che c’è nei libri ma si insegna anche guardando fuori dalla Zweites Obergeschoss finestra ogni tanto e distraendosi o facendo una corsa nel corSecondo piano ridoio. Se questo è bello i bambini apprendono la bellezza”.
A: “La straordinaria possibilità 5 5 che un piccolo comune di 2 5000 abitanti ha di costruire un’opera così importante in ter1 mini finanziari e in termini anche dimensionali è dipesa molto dalla volontà di fare bene, la volontà di tenere alle cose proprie. Questa costruzione era l’edificio principale su cui ha posto attenzione il comune. E particolarmente ci ha colpito perché è 1 5 l'edificio dove si formano i bambini e il rapporto è stato soliErstes Obergeschoss dissimo sia con il sindaco, che con gli uffici tecnici, che con i Primo piano responsabili”.
15 16 29 28 17 30 31 25 WC WC
4
26
24 27
23
20
WC
WC WC
20
23 3
5 3
7 5
Untergeschoss Piano interrato
Untergeschoss Piano interrato
17
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1
5
Zweites Obergeschoss Secondo piano
Drittes Obergeschoss Terzo piano
1
3
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1
3
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8
1 1
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WC
1
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WC
WC
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WC
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WC
5
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??
2
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WC
6
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5 1
5
1
Erdgeschoss Piano terra
1
Erstes Obergeschoss Primo piano
4
??
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Erstes Obergeschoss Primo piano Erstes Obergeschoss Primo piano 3 Drittes Obergeschoss Terzo piano
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WC WC
1
1
5
Zweites Obergeschoss Secondo piano 19 Zweites Obergeschoss Secondo piano 18 Viertes Obergeschoss Quarto piano
Erdgeschoss Piano Terra
29
3
1
18
WC
1
5
1
Zweites Obe Secondo pia
4
Schnitt Sezione
1
3
1
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13
1
3
23
1
WC WC
WC
Legende | Legenda
15 15
3
8
5
1
1 Klasse aula 2 Lehrerzimmer aula insegnanti 4 3 Gruppenraum locale di gruppo 4 Pausenfläche area ricreazione 5 Fachunterricht aula speciale 1 Viertes Obergeschoss 6 Elternsprechzimmer aula udienze 7 Abstellraum ripostiglio 1 5 8 Mehrzweckraum aula multiuso Quarto piano 9 Lehrerküche cucina diddatica 17 10 Bibliothek biblioteca 11 Lesesaal sala lettura 17 12 Sekretärin segretaria 13 Direktion direzione 14 Sekreteriat segreteria 15 Kopierraum locale fotocopie 16 Schuldiener custode 17 Umkleide spogliatoi 18 Zimmer camera 19 Wohnraum zona giorno 4 20 Technik tecnica 21 Lehrmittelraum aula sussidi didattici 4 Drittes Obergeschoss 22 Putzraum locale pulizie 23 Archiv archivo Terzo piano 24 Luftraum Turnhalle spazio aereo palestra 25 Lagerraum deposito 26 Luftraum spazio aereo Legende | Legenda 27 Luftraum Fitnessraum spazio aereo locale fitness 28 Musikproberaum sala prove musica 29 Lager Instrumente deposito strumenti 1 Klasse 30 Heizraum aula caldaia 2 Lehrerzimmer 31 Klimaraum aula insegnanti locale imp. clima
16
28 28
Fertigstellung Piano Terra Ultimazione
Piano interrato Untergeschoss Piano interrato
3
5
??
12
2
29 Obergeschoss Drittes Terzo piano 4
1
13
20
1
Piano interrato
WC
16
17 31
25
Z S
5
30 31 30
17
25 1
5
26
Zweites Obergeschoss Viertes Obergeschoss 26 Secondo piano Quarto piano Erdgeschoss Piano Terra
5 7
ErstesDrittes Oberges O Primo Terzo piano pia
4 24
8
24 27 27
11 12
15
13
16 20 20 15 16
17
4
2014
Schnitt Sezione
4
Legende | Legenda
WC WC
WC WC1 20 Klasse
2 3 4 5 23 6 7 8 7 9 3 5 10 7 3 11 12 13 5 14 15 16 17 18 17 Erdgeschoss 19 1720 21 Piano Terra 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
Schnitt Sezione
8
20
Lehrerzimmer Gruppenraum 23 10 Pausenfläche Fachunterricht Elternsprechzimmer Abstellraum 5 Mehrzweckraum Lehrerküche Bibliothek Lesesaal 5 Sekretärin Direktion Sekreteriat Kopierraum Schuldiener Umkleide Zimmer Wohnraum Technik Lehrmittelraum Putzraum Archiv Luftraum Turnhalle Lagerraum Luftraum Luftraum Fitnessraum Musikproberaum Lager Instrumente Heizraum Klimaraum
aula aula insegnanti locale di gruppo 14 area ricreazione aula speciale aula udienze ripostiglio aula multiuso cucina diddatica biblioteca sala lettura segretaria direzione segreteria locale fotocopie custode spogliatoi camera zona giorno tecnica aula sussidi didattici locale pulizie archivo spazio aereo palestra deposito spazio aereo spazio aereo locale fitness sala prove musica deposito strumenti caldaia locale imp. clima
17
29 28
4
WC WC
Erdgeschoss Piano Terra
27
Schnitt Sezione Schnitt Sezione
GESCHICHTE UND MODERNE, GEMEINSAM Grundschule Auer
1
23
15 3
1
18
14
10
Viertes Obergeschoss WC Untergeschoss Quarto WCpiano WC
STORIA E MODERNITÁ, INSIEME
Trudn 2 - 39040 Auer Via Trodena 2 - 39040 Ora
WC
1
3 GESCHICHTE UND MODERNE, GEMEINSAM
Adresse Indirizzo Erdgeschoss
WC
1 19 3
11
4 29
Drittes Obergeschoss Terzo piano
Gruppenraum locale di gruppo Pausenfläche area ricreazione 23 Fachunterricht aula speciale Elternsprechzimmer aula udienze 23 Abstellraum ripostiglio Mehrzweckraum aula multiuso 8 Lehrerküche cucina diddatica WC Bibliothek biblioteca Lesesaal sala lettura WC Sekretärin segretaria 11 Direktion direzione 12 13 Sekreteriat segreteria Kopierraum locale fotocopie Schuldiener custode Umkleide spogliatoi Zimmer camera 3 Grundschule Auer 4 Wohnraum zona giorno Technik tecnica Lehrmittelraum aula sussidi didattici Putzraum locale pulizie 14 Scuola di Oraarchivo Archivelementare 10 Luftraum Turnhalle spazio aereo palestra Lagerraum deposito Luftraum spazio aereo Luftraum Fitnessraum spazio aereo locale fitness Musikproberaum sala prove musica Brixen – I Architekt MODUS deposito strumenti Bressanone – I Lager Instrumente Architetto Heizraum caldaia Untergeschoss Auftraggeber Gemeinde Auer Klimaraum locale imp. clima Committente Comune di Ora
1
18
16
3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
1
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WC
1
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INSAM
13
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4
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1
1
1
1
3 3
3
1 WC
Erstes Oberges Primo piano
23
WC
Schnitt Sezione 20 WC WC
20
4 | Grundschule und Planetenschule Karneid | Scuola elementare e planetarium di Cornedo
ZWISCHEN DEN STERNEN LERNEN STUDIARE TRA LE STELLE
GRUNDSCHULE UND PLANETENSCHULE KARNEID Ortschaft Gummer - 39050 Karneid SCUOLA ELEMENTARE E PLANETARIUM DI CORNEDO Localitá Gummer - 39050 Cornedo
Bauherr | Gemeinde Karneid Architekten | Zanovello & Calderan – Bozen - I Fertigstellung | 2013 Committente | Comune di Cornedo Architetti | Zanovello & Calderan – Bolzano - I Ultimazione | 2013 Foto | Guenter Richard Wett
28
Aus den Interviews mit Carlo Calderan | Architekt | A Maria Trienbacher | Schuldirektorin | D Klara Lunger | Lehrerin und Vertreterin des Schulleiters | LV Werner Pichler | Schulleiter | SL
A: „In Karneid wurde ein Wettbewerb für die Realisierung einer kleinen Grundschule, die Erweiterung des Kindergartens und den Bau eines Planetariums oder besser gesagt, einer Planetenschule ausgeschrieben. Es war ein eigenartiges Konzept, das aus der Tatsache entstand, dass in diesem kleinen Dorf im Eggental sich bereits eine Sternwarte der Provinz befindet. Deshalb wünschte sich die Gemeinde, dass die Sterne, die Astronomie zum Thema des Dorfes werden sollten…”. D: „Das Besondere an dieser Schule ist, dass wir gemeinsam mit den Architekten geplant haben, und dass eigentlich schon vom Lehrerkollegium ein ganz klares pädagogisches Konzept definiert war, mit unterschiedlichen didaktischen Arbeitsformen und dass dann wir mit den Planern gemeinsam die Grundschule gestaltet haben“. A: „Der Schulleiter, die Lehrkräfte haben mitgeholfen, unser anfängliches Projekt zu verbessern, zu verändern, anzupassen, indem sie vor allem unsere Idee der innerräumlichen Beziehungen mitgetragen haben“. D: „Es gibt sehr offene Räume, es gibt ein mobiles Mobiliar, das an die neuen Lernbedürfnisse angepasst werden kann. Es ist eine kleine Schule, wir habe drei Grundschulklassen, die Lerngruppen und Lerngemeinschaften verändern sich ständig und es ist fein, dass man da sehr flexibel sein kann“. A: „Uns hat die Idee gefallen, die Schule in einem kleinen Turm zu organisieren, welcher unter anderem die Bedeutung dieses Gebäudes in diesem Kontext steigert. Im Gebäude sind vertikale Lee(h)rräume, die sich vom Erdgeschoß bis zum Dach hindurch
erstrecken. Es entstehen visuelle Sichtmöglichkeiten, die sowohl den Kindern als auch den Lehrkräften den Eindruck erwecken sollen, sich in einem einzigen gemeinsamen Raum aufzuhalten, in einer Art Bienenstock, von wo man aus jeden Standort beobachten kann; was in der Schule gerade vor sich geht”. D: „Jede Ecke wird im Schulhaus als Lernbereich genutzt, den die Kinder flexibel wechseln können, ohne dass man die Aufsicht darüber verliert, auch die Gruppen können ständig wechseln. Es waren drei Bedürfnisse, die wir an den Planer herangebracht haben: es soll wohnlich sein, es soll praktisch und flexibel sein und es sollte auch ästhetische Qualität haben. Ich bin der Meinung, es ist bei dieser Schule gelungen“. A: „Die ganze Schule ist eine pädagogische Werkstatt, alle Räume können zu diesem Zwecke benutzt werden, und auch die Anordnung der Räumlichkeiten unterscheidet kaum zwischen einem normalen Klassenraum und ihrem Vorraum“. LV: „Was in der Schule heute viel leichter fällt, ist das Freilassen der Kinder, dass man sie auch in den einzelnen Räumen alleine lässt, weil man durch die Fenster, durch die großen Sichtbereiche einfach auch die Kinder unter Kontrolle hat und die Übersicht nicht verliert. Im Lehrerzimmer ist das Ambiente so, wie man es im Wohnzimmer zu Hause hat und dementsprechend ist auch die Arbeit nicht so ein schwerfälliges Thema, sondern man geht dort auch gerne hin. Man fühlt sich im Raum wohler und das verbessert die Stimmung“. SL: „Offene Türen bedeuten offene Herzen. Wenn ein Kind in einer Schule offene Türen und Schaufenster zum Beobachten hat, wird das Gebäude zum Lehrer. So habe ich mir die Schule gewünscht“. A: „Mir gefällt besonders der große Saal im ersten Stock, den man durch das vordere Stiegenhaus erreicht, weil es ein Raum ist, indem sich die Schule zum Altbau hin erweitert und es ist ein Ort, von dem ich all das, was in der Schule geschieht, beobachten kann, wie auf einer Piazza“. 29
Schnitt Sezione
Dalle interviste con Carlo Calderan | architetto | A Maria Trienbacher | dirigente scolastica | D Klara Lunger | insegnante e sostituta del vicario | ISV Werner Pichler | insegnante e vicario | IV
A: “A Cornedo è stato bandito un concorso per la realizzazione della piccola nuova scuola elementare, per l’ampliamento dell’asilo e la costruzione di un planetario, o meglio di una scuola astronomica, affinché l’astronomia diventasse un po’ il tema del paese. La particolarità del piccolo complesso è ch,e invece di fare un unico grande edificio, abbiamo cercato di scomporlo in 3 parti: l’edificio esistente; la scuola, che è una piccola torretta di 4 livelli; e la scuola astronomica con il planetario, cioè la sala dove viene proiettato il firmamento, che è invece di 2-3 piani. In questo modo abbiamo creato una piccola costellazione di oggetti che definiscono anche degli spazi urbani: una piccola piazzetta, che è proprio quello che mancava al paese”. D: “La particolarità di questa nuova scuola è che abbiamo potuto progettare insieme agli architetti. Avevamo già nel collegio docenti un concetto pedagogico molto chiaro, che prevedeva diversi approcci didattici, e abbiamo potuto realizzarlo insieme agli architetti”. A: “Il dirigente scolastico e gli insegnanti della scuola hanno contribuito a migliorare, modificare, adattare il nostro progetto iniziale, condividendo innanzitutto la nostra idea di relazioni spaziali interne”. D: “Esistono degli spazi aperti, un arredamento mobile, che può essere adattato ai vari bisogni didattici. È una scuola pensata con tre classi della scuola primaria in cui i gruppi di studio e i gruppi di lavoro cambiano continuamente, ed è bello poter essere flessibili”.
A: “Ci è piaciuto poter organizzare la scuola in una piccola torretta, che aumenta anche il rilievo dell’edificio nel contesto e utilizzando degli spazi vuoti che lo attraversano dal piano terra fino al tetto, creare comunque delle interazioni visive, per cui credo che i bambini e gli insegnanti percepiscano di essere in uno spazio unico, in una specie di piccolo alveare dove da ogni punto si può vedere quello che succede nel resto della scuola”. D: “Ogni angolo di questa scuola viene usato per apprendere, i bambini possono muoversi liberamente senza che noi li perdiamo di vista, questo vale anche per i gruppi. Avevamo fatto tre richieste ai progettisti: doveva essere accogliente, doveva essere pratico e flessibile, doveva anche avere una qualità estetica e sono convinta che tutto questo sia riuscito”. A: “L’intera scuola è uno strumento pedagogico, tutti gli spazi possono essere utilizzati a questo scopo, e anche la nostra dispoIN DEN STERNEN LERNEN sizione dellaGrundschule distribuzione che non fa quasi differenza tra l’aula und Planetenschule Karneid vera e propria e lo spazio di accesso all’aula stessa”.
STUDIARE TRA LE STELLE
e planetarium di Cornedo ISV: “In Scuola questaelementare nuova scuola è divenuto più semplice concedere autonomia ai bambini, ovvero lasciarli accedere alle singole aule, poiché li si può osservare dalle ampie aperture finestrate senza perderli di vista. In sala insegnanti è come se Architekt Bozen - I & Calderan ci si trovasseArchitetto in soggiorno Zanovello a casa propria. E così anche Bolzano - I il lavoro non sembraAuftraggeber così pesante. Non si ha l’impressione di entrare in Gemeinde Karneid Committente Comune di Cornedo un luogo freddo, il ‘posto di lavoro’, ma ci si sente bene attraAdresse Ortschaft Gummer - 39050 Karneid verso l’ambiente solleva Indirizzo e questo Localitá Gummer l’animo”. - 39050 Cornedo Fertigstellung
2013
Ultimazione IV: “Lasciare le porte aperte significa avere cuori aperti. Se un bambino può fare le sue osservazioni nella scuola attraverso le porte aperte e le vetrate, allora sarà l’intero edificio ad avere una funzione didattica. Questa era la scuola che volevo”.
A: “A me piace molto la grande sala che si raggiunge salita la prima rampa di scale, il primo livello, perché è uno spazio in cui la scuola si allarga anche verso l’edificio esistente, è proprio il punto da cui vedo tutto quello che succede nella scuola, è una piccola piazza”. 30
Planetarium
2020
WC WC WC WC 88
WC WC
1919
88 2121
1818
Lageplan Planimetria
18 18 88 Untergeschoss
88
Untergeschoss Piano interrato Untergeschoss Piano interrato Kindergarten
8
8
WC
8
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WC
19
Planetarium WC WC
8
6
20 21
8
18 Erdgeschoss Erdgeschoss Piano Pianoterra terra 18
8
18
20
WC WC 8
19
18
25 18
8
21
22
8
8 25
25
66
18
12
Untergeschoss
1 4 Erstes Obergeschoss 5 Primo piano 4
2
1
11 WC Piano Untergeschoss interrato 18 10
6
Piano interrato
18
12
8 8
WC WC WC WC
9 WC
19 19
1
8 8
WC
18 18
8 8
Erstes ErstesObergeschoss Obergeschoss Primo Primopiano piano
Planetarium Planetarium
Erstes Obergeschoss Primo piano Erstes Obergeschoss Primo piano
18 18
25 25
3
Untergeschoss Piano interrato
14
WC
Lageplan Planimetria
17
6
15
Secondo piano Scuola elementare e planetarium di Cornedo Zweites Obergeschoss Secondo piano
11 13 12 13
Ruheraum Klassenraum Gruppenraum Klassenraum
locale relax aula didattica locale gruppi aula didattica
Bozen - I
14 15 WC 16 17 18 18 19 20 21 22 23 24 25
locale gruppi aula didattica aula aulanormale normale aula aulasuccursale succursale aula aula computer computer Erstes Obergeschoss appartamento appartamentodidiservizio servizio Primo piano spogliatoio spogliatoio palestra palestra 14 Normalklasse aula normale 15 Ausweichraum aula normale succursale 14 Normalklasse aula sala salada pranzo pranzo 16da Computerraum aula 15 Ausweichraum aula computer succursale 17 Dienstwohnung appartamento 16 Computerraum aula computer di servizio cucina cucina 18 Umkleidung spogliatoio WC 17 Dienstwohnung appartamento di servizio 19polifunzionale Turnhalle palestra aula aulapolifunzionale 18 Umkleidung spogliatoio 20 Speisesaal sala da pranzo 19 Turnhalle palestra ambulatorio ambulatorio 21 Küche cucina 20 Speisesaal sala da pranzo 22 Mehrzweckraum aula polifunzionale 21d'attesa Küche cucina sala salad'attesa 17 23 Artz Ambulatorium ambulatorio 22 Mehrzweckraum aula polifunzionale 24tecnico Wartesaal sala d'attesa 8 locale locale tecnico 23 Artz Ambulatorium ambulatorio 25 Technikraum locale tecnico Wartesaal Technikraum
sala d'attesa locale tecnico
8 8WC
1 1
WC
13
2 2
66
1515
1 1
9 9
20
Kindergarten Scuola per21 l'infanzia
25
13
3 3
Unterge
5 5
WC WCPiano WC WCin
6 6
1414
Zweites Obergeschoss
Zweites Obergeschoss Secondo piano 25 Secondo piano
Grundschule Scuola 22 elementare
8
4 4
8
Planetarium
25
18
WC
24
23
Legende | Legenda
Bolzano - I Erdgeschoss
24 25
10 10
Erstes Obergeschoss Erstes Obergeschoss Primo piano Primo piano
Zweites Obergeschoss STUDIARE TRA LE STELLE
12 Gruppenraum 13 Klassenraum 1414 Normalklasse Normalklasse Ausweichraum 1515 Ausweichraum 1616 Computerraum Computerraum 17 17 Dienstwohnung Dienstwohnung Legende | Legenda Umkleidung 1818 |Umkleidung Legende Legenda 19 Turnhalle Turnhalle 1 19 Eingang ingresso Büro/Ticket ufficio/biglietteria 12 20 Eingang ingresso 20 Speisesaal Speisesaal 3 Planetarium planetario Büro/Ticket ufficio/biglietteria 2 4 21 Bedienpultraum sala consolle 3 Planetarium planetario 21 Küche Küche 5 Serverraum locale server 4 Bedienpultraum sala consolle 6 22 Lehrerraum aula insegnanti 22 Mehrzweckraum Mehrzweckraum 5 Serverraum locale server 7 Bibliothek biblioteca 6 Lehrerraum aula insegnanti 23 Artz Ambulatorium 23 Artz Ambulatorium 8 Lagerraum deposito 7 Bibliothek biblioteca 9 Pausenhof cortile 8 24 Lagerraum deposito 24 Wartesaal Wartesaal 10 Bewegungsraum locale 9 Pausenhof cortile movimento 11 Ruheraum locale 25 Technikraum Technikraum 1025 Bewegungsraum locale relax movimento 12 Gruppenraum locale gruppi
W
88
12 12
Erdgeschoss 18 8 Piano terra 25
18
12
18 1814
7
WC 7 WC
8
8
6
1717
8
WC WC 8
11 11
WC 14 WC
12
6
WC
6 6
15 12
8
12
WC
WC WC 8 8
WC WC
Adresseaula normale Ortschaft Gummer - 39050 Karneid Normalklasse 1 Eingang Localitá Gummer - 39050 Cornedo ingresso AusweichraumIndirizzoaula succursale 2 Büro/Ticket ufficio/biglietteria ComputerraumFertigstellung aula computer 2013 DienstwohnungUltimazione appartamento di servizio 3 Planetarium planetario Normalklasse aula normale Umkleidung spogliatoio 4 Bedienpultraum sala consolle Ausweichraum aula succursale Turnhalle palestra Computerraum aula 5 Serverraum locale server Speisesaal sala dacomputer pranzo Dienstwohnung appartamento di servizio Küche cucina 6 Lehrerraum aula insegnanti Umkleidung spogliatoio Mehrzweckraum aula polifunzionale Turnhalle palestra 7 Bibliothek biblioteca Artz Ambulatorium ambulatorio Speisesaal salad'attesa da pranzo Wartesaal sala 8 Lagerraum deposito Küche cucina Technikraum locale tecnico Mehrzweckraum aula polifunzionale 9 Pausenhof cortile Artz Ambulatorium ambulatorio 10 Bewegungsraum locale movimento Wartesaal sala d'attesa 11 Ruheraum locale relax Technikraum locale tecnico
WC
WC WC
24 24
1414
14
WC
8
Zanovello & Calderan
23 23
8
WC
Gemeinde Karneid Piano terra Comune di Cornedo
18 18
17
8
Auftraggeber Committente
Obergeschoss 25 25 Primo piano
8 8
6
17
Architekt
WC
Erstes 22 22
8 8
25 25
8
Piano terra
Architetto Legende | Legenda
8 8
25
Erdgeschoss
19
21 21
1725
Erdgeschoss WC Piano terra
Untergeschoss Piano interrato
6
3 20 20
9
Grundschule Scuola elementare Grundschule Scuola elementare
i a
1
8
10
99
6
5
28
1
12
10
12
7
8
11
WC
11
18
1212 6
2 WC 2
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mento ento
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Sezione
e r nti anti
WC 77 Erdgeschoss Piano terra
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WC WC
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Lageplan Schnitt Planimetria
eria tteria
12
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WC
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Erdgeschoss Piano terra Erdgeschoss Piano terra
14 15 16 17 1814 1915 16 20 17 21 18 22 19 23 2420 2521 22 23 24 25
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8
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Grundschule und Planetenschule Karneid
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IN DEN STERNEN LERNEN
WC
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8 Grundschule Scuola elementare
Scuola per l'infanzia
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Erdgeschoss Piano terra
netarium anetarium
rium
2525
Piano interrato
2525
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1 Eingang Büro/Ticket 2 3 Planetarium 4 Bedienpultraum 5 Serverraum 6 Lehrerraum 7 Bibliothek 8 Lagerraum 9 Pausenhof 8 10 Bewegungsraum Normalklasse 11 Ruheraum Ausweichraum 12 Gruppenraum 13 Klassenraum 11 Computerraum
16 14 ingresso WC 15 ufficio/biglietteria WC 16 planetario WC sala consolle 17 16 WC 18 locale server 17 19 aula insegnanti 8 17 biblioteca 20 8 9deposito 6 21 cortile 6 22 7aula locale movimento 23 normale 14 15 relax locale 24 9 aula succursale locale gruppi 25 aula computer aula didattica 14 servizio 15 appartamento di
Zweites ZweitesObergeschoss Obergeschoss Secondo Secondopiano piano
Dienstwohnung Umkleidung spogliatoio 2 1Erstes Obergeschoss Turnhalle palestra Speisesaal sala Primo piano da pranzo Schnitt Küche cucina Sezione Mehrzweckraum 9 aula polifunzionale Artz Ambulatorium ambulatorio Zweites Obergeschoss Wartesaal sala d'attesa Zweites Obergeschoss Secondo piano Technikraum locale tecnico Secondo piano
Normalklasse Ausweichraum Computerraum Dienstwohnung Umkleidung Turnhalle Speisesaal 14 15 Küche Mehrzweckraum 14 15 Artz Ambulatorium Wartesaal Technikraum
14
aula 14 normale aula succursale aula computer 8 appartamento di servizio 8 spogliatoio WC WC palestra sala da pranzo WC WC cucina aula polifunzionale ambulatorio sala d'attesa locale tecnico
Erdges Piano te
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Erstes O Primo p
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Schnitt Sezione
14
13
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Zweites Obergeschoss Secondo piano
Zweites Second
IN DEN STERNEN LERNEN Grundschule und Planetenschule Karneid 16
STUDIARE TRA LE STELLE Scuola elementare e planetarium di Cornedo 9 14
Normalklasse
aula normale
Legende | Legenda 1 2 3
Eingang Büro/Ticket Planetarium
ingresso ufficio/biglietteria planetario
14 15 16
Normalklasse Ausweichraum Computerraum
aula normale aula succursale aula computer
5 | Mittelschule Welsberg | Scuola media secondaria di Monguelfo
AUS ALT WIRD NEU RINNOVARE L’ESISTENTE
MITTELSCHULE WELSBERG Schlossweg 14 - 39035 Welsberg
SCUOLA MEDIA SECONDARIA DI MONGUELFO Via castello 14 - 39035 Monguelfo
Bauherr | Gemeinde Welsberg Architekten | Otto Irsara – Bruneck – I Fertigstellung | 2013 Committente | Comune di Monguelfo Architetti | Otto Irsara – Brunico – I Ultimazione | 2013 Foto | Otto Irsara
32
Aus den Interviews mit Otto Irsara | Architekt | A Josef Watschinger | Schuldirektor | D Winkler Ulrike | Lehrerin | L1 Richard Wanker | Lehrer | L2
A: “Bei der Mittelschule Welsberg ging es vorrangig um Umbauarbeiten, um das Umgestalten des Bestandes, um Sanierungsarbeiten, um die Anpassung an die jetzigen Normen, den Abbau der architektonischen Barrieren; es ging also um verschiedene technische Probleme zu lösen. Ausgehend von diesen Grundforderungen architektonischer Natur, stand aber hauptsächlich die Umsetzung eines pädagogischen Konzepts, die Verwirklichung eines Netzwerkes der Kommunikation innerhalb der Schule“. D: „Es ist uns gelungen, mit relativ überschaubaren und gut überlegten Eingriffen den Charakter der Schule zu verändern. Ich glaube, hier hat wirklich eine Metamorphose stattgefunden. Die Schule hat sich von einer Belehrungsanstalt hin zu einem Haus des Lernens verändert“. A: “Wir versuchten hauptsächlich auf Grund von 3 Prinzipien die Zielsetzungen zu erreichen. Lichtführung, Wegeführung und Schwerpunkte setzen “. D: „Diese Schule hat aus meiner Sicht eine neue Lebendigkeit bekommen. Sie hat Licht und Farbigkeit, und was ich sehr schätze ist die Transparenz“. A: “Wir mussten irgendwie diese steife Organisation sprängen, Licht hereinholen, von außen, Licht von Raum zu Raum, Licht von Raumgruppenräumen zu den Bewegungsräumen, um so eben diese Verflechtung, die wir anstrebten, zu ermöglichen“. D: “Die Schule hat ein Zentrum und das ist im Grunde dieser große Innenhof. Es ist mittlerweile auch ein Lernraum geworden. Die einzelnen Lernräume reihen sich um ihn herum an und kommunizieren miteinander über große Fensterscheiben. Lernen findet einmal in den Klassenräumen statt und genau so zwischen den Räumen. Dieser Innenhof beginnt im Erdgeschoß mit einer großen Arbeitsbibliothek und zieht sich durch alle Geschosse herauf, bis in den großen Atelierbereich. Hier findet Lernen auf eine andere Art und Weise statt“. A: “Wir versuchten, im Eingangsbereich den Schwerpunkt der Kommunikation zu schaffen. Als Prinzip der Wegeführung
wollten wir eine Verknüpfung der Räume im Gebäude und die Verwirklichung von verschieden gestalteten Räumen; das heißt nicht nur geschlossene Räume, sondern halboffene Räume, offene Räume, die miteinander eine Beziehung entwickeln. Deswegen ist es ein Netzwerk der Kommunikation“. L1: “Der Raum wirkt wirklich offen und wenn man in die Schule herein kommt, hat man überhaupt nicht das Gefühl, dass es einen beengt. Allein der Raum lässt das Arbeiten und das Denken leichter fallen“. D: „Das Kunstatelier der Schule ist ein ganz besonderer Raum, ich sage immer, das ist ein Haus im Haus, ein wirkliches Atelier. Ich habe immer den Eindruck, dass die Schüler sich in diesem Raum sehr wohl fühlen. Hier neben mir steht gerade ein Bild einer Schülerin mit Beeinträchtigung, die ihre besondere Stärke entwickelt hat, eben im Malen. Sie ist momentan dabei, das Schulhaus mit Farbe zu gestalten und hat schon eine Reihe von Bildern angefertigt. Vor allem über diese Arbeiten, entwickeln sich ihre Stärken in vielen anderen Bereichen weiter“. A: “Durch die ständigen Aussprachen mit der Schuldirektion wuchs natürlich dieses Bewusstsein heran und bildete sich zu einem gemeinsamen geteilten Faktor zwischen mir und den Direktor Watschinger, der sehr wichtig und fördernd war für die gesamte Abwicklung des Bauvorhabens.“ L2: “Das Technikatelier ist ein sehr großzügig gestalteter Raum, es ist sehr hell, durch die großen Fensterfronten. Die Schüler können hier sehr angenehmen arbeiten und ich bin sehr zufrieden. Hier wird vorwiegend handlungsorientiert gearbeitet, praktisch gearbeitet.“ L1: „Das Gebäude öffnet sich nicht nur nach oben, sondern auch in den Klassen hinein, man kann schauen was läuft, somit ist niemand ausgeschlossen. Ganz am Anfang, als wir in diese offenen Klassen eingezogen sind, war es schon ein wenig irritierend für Schüler und auch für Lehrer, mittlerweile geht es uns gut. Gerade vor der Bibliothek haben wir mehrere Tische und wirklich viel Raum, wo individuell gearbeitet werden kann, wo man Schüler alleine lassen kann und sie arbeiten meistens auch sehr selbstständig und diszipliniert. “ A: “Ich kann sagen, dass ich dabei wirklich sehr viel gelernt habe, gerade durch dasselbe Prinzip, wie das pädagogische Prinzip aufgebaut ist, nämlich durch die Kommunikation, durch die persönliche Auseinandersetzung. Nur durch diese Dialektik zwischen den einzelnen Personen, durch ein gemeinsames Denken kann man auch etwas Besonderes erreichen.“ 33
Dalle interviste con Otto Irsara | architetto | A Josef Watschinger | dirigente scolastico | D Winkler Ulrike | insegnante | I1 Richard Wanker | insegnante | I2
A: “I lavori che andavano affrontati nella Scuola Media di Monguelfo riguardavano innanzitutto la ristrutturazione e il risanamento dell’edificio. Si trattava di adattarlo alle normative attuali e abbattere le barriere architettoniche, insomma le diverse problematiche da considerare erano di natura tecnica. Partendo quindi da queste esigenze di carattere architettonico, si richiedeva però soprattutto di realizzare il concetto pedagogico della scuola negli spazi. In prima linea l’obiettivo era di creare un intreccio comunicativo tra gli spazi all’interno della scuola”. D: “Siamo riusciti a cambiare il carattere della scuola con alcuni interventi ragionati e non troppo invasivi. È avvenuta una vera metamorfosi in cui la scuola si è trasformata da istituto per l’istruzione in un luogo per l’apprendimento”.
A: “Abbiamo cercato di raggiungere i nostri obiettivi sulla base di tre principi. Portare luce negli ambienti, definire percorsi e sviluppare aree tematiche all’interno dell’edificio scolastico”. D: “Questa scuola ha acquisito a mio avviso una nuova vivacità. Ha più luce ed è più colorata e ciò che più apprezzo è la trasparenza”. A: “Dovevamo rompere l’organizzazione così rigida della scuola, far entrare la luce dall’esterno, tra gli ambienti, nelle aree destinate ai lavori in gruppo, fino agli spazi destinati al movimento per rendere possibile l’intreccio che desideravamo”. D: “La scuola ha un centro: la grande corte interna. Trovo che sia ben riuscito, anche perché è divenuto uno spazio per l’apprendimento. Le singole aule e gli spazi aperti si snodano intorno e comunicano con la corte interna attraverso grandi vetrate. L’apprendimento si svolge non solo nelle aule, ma anche tra gli spazi dedicati. La corte interna si apre all’entrata su una grande biblioteca e si protende verso l’alto fino ad arrivare ai vari atelier: uno per l’arte, uno per le attività tecniche, uno per le scienze naturali, uno per le lingue, e uno anche per la matematica. Negli atelier si impara in modo diverso e nel sottotetto si respira un’atmosfera tutta particolare”. 34
A: “Abbiamo cercato di creare nella grande corte interna all’entrata il punto centrale della comunicazione. Definire percorsi significava creare connessioni tra le aule e luoghi con un carattere e una organizzazione diversificata, che potessero intrecciarsi tra loro. Quindi non solo ambienti chiusi, ma anche semiaperti o completamente aperti, che realizzano tra loro una rete di comunicazione”. I1: “Gli spazi sono ariosi e quando si entra non si ha la sensazione di essere in un posto angusto. Lo spazio aiuta a lavorare e a pensare meglio”. D: “Il laboratorio artistico della scuola è uno spazio molto particolare; mi piace chiamarlo ‘una casa nella casa’, un vero atelier. Ho sempre l’impressione che qui gli alunni si sentano estremamente a proprio agio. Qui dietro di me, c’è un dipinto di un’allieva disabile che ha sviluppato la sua abilità nella pittura e nell’uso dei colori. Al momento sta arricchendo la scuola attraverso il colore e ha già realizzato diversi quadri. Da poco ha fatto una mostra e attraverso questa capacità sta progredendo anche in altre discipline”. A: “Attraverso i continui colloqui con la direzione scolastica è cresciuta naturalmente questa consapevolezza, diventando un obiettivo comune tra me e il dirigente. La condivisione
degli intenti si è rivelata molto utile e stimolante durante lo sviluppo del progetto”. I2: “Il laboratorio di tecnica è uno spazio molto ampio e luminoso, con grandi vetrate, fattore importante per le nostre attività. Si ha una bella sensazione, gli alunni vi lavorano molto bene e io sono contento di lavorare qui. Questo è il luogo dove si lavora soprattutto in modo pratico e manuale”. I1: “L’edificio non si apre solo verso l’alto, ma anche verso le classi: è possibile osservare cosa viene fatto, nessuno è isolato. All’inizio, quando ci siamo trasferiti in queste classi aperte è stato un po’ irritante, per gli alunni e gli insegnanti, ma ora ci sentiamo a nostro agio e con questi ampi spazi anche l’orizzonte didattico si è allargato. Davanti alla biblioteca abbiamo diversi tavoli e davvero molto spazio per lavorare in modo individuale o dove poter lasciare anche gli allievi da soli, e di solito riescono a lavorare in modo autonomo e responsabile”. A: “Posso dire di aver imparato davvero molto, proprio attraverso lo stesso principio che guida il concetto pedagogico della scuola, ovvero la comunicazione, il confronto reciproco; solo con uno scambio dialettico tra le singole persone, con un pensiero comune è possibile raggiungere qualcosa”. 35
n ria
Lageplan Planimetria
Erstes Oberge Primo piano
Lageplan Schnitt Sezione Planimetria Legende | Legenda
AUS ALT WIRD NEU Mittelschule Welsberg
RINNOVARE L’ESISTENTE Scuola media secondaria di Monguelfo
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19
Verwaltung Klasse Lehrer Bibliothek Agorà Mensa Aula Gruppenraum Begegnungsraum Mathematik Sprachen Naturwissenschaften Kunst Handwerk Unterricht Jugendgruppe Garderobe Haupteingang Außenbereich
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amministrazio aula insegnanti biblioteca agorà mensa aula sala gruppo atrio matematica lingue scienze natur arte artigianato insegnamento gruppo giovan guardaroba ingresso princ area esterna
7
7
WC
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8
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WC
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WC
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WC
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Lageplan Erdgeschoss Planimetria Piano Terra Erdgeschoss Piano Terra
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Erstes Obergeschoss Primo piano
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8 WC
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WC WC
WC WC
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WC 2
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Erdgeschoss
Piano Terra Erdgeschoss Erdgeschoss PianoPiano terra Terra 6
WC 2 8
Legende | LegendaLegende | Legenda
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Erstes Obergeschoss Primo piano 11
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WC WC 17 WC WC
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Erdgeschoss Piano Terra 15
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Untergeschoss Piano interrato Untergeschoss Piano interrato
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amministrazione aula insegnanti biblioteca amministrazione agorà 14 aula mensa insegnanti aula biblioteca sala gruppo agorà atrio 14 mensa matematica aula lingue sala gruppo scienze naturali atrio arte matematica artigianato WC lingue insegnamento WC scienze naturali gruppo giovanile arte guardaroba artigianato ingresso principale WC WC insegnamento area esterna gruppo giovanile guardaroba ingresso principale area esterna
WC
1 Verwaltung 1 Verwaltung amministrazione 2 Klasse 2Legende Klasse | LegendaLegende aula | Legenda 3 Lehrer 3 Lehrer insegnanti 4 Bibliothek 4 Bibliothek biblioteca 1 Verwaltung 1 Verwaltung amministrazione 5 Agorà 5 Agorà agorà Klasse 26 Klasse aula Mensa 62 Mensa mensa Lehrer 37 Lehrer insegnanti Aula 73 Aula aula Bibliothek 48 Bibliothek biblioteca Gruppenraum 84 Gruppenraum sala gruppo Agorà 59 Agorà agorà Begegnungsraum 95 Begegnungsraum atrio 6 Mensa 6 Mensa mensa 10 Mathematik 10 Mathematik matematica 7 Aula 711 Aula aula Sprachen 11 Sprachen lingue 8 Gruppenraum 8 Gruppenraum sala gruppo 12 Naturwissenschaften 12 Naturwissenschaften scienze naturali 9 Begegnungsraum 9 Begegnungsraum atrio 13 Kunst 13 Kunst arte 10 Mathematik 10 Mathematik matematica 14 Handwerk 14 Handwerk artigianato 11 Sprachen 11 Sprachen lingue 15 Unterricht 15 Unterricht insegnamento 3 12 Naturwissenschaften12 Naturwissenschaften scienzegiovanile naturali 16 Jugendgruppe 16 Jugendgruppe gruppo 13 Kunst 13 Kunst arte 17 Garderobe 17 Garderobe guardaroba 14 Handwerk 14 Handwerk artigianato 18 Haupteingang 18 Haupteingang ingresso principale 15 Unterricht 15 Unterricht insegnamento 19 Außenbereich 19 Außenbereich area esterna WC 16 Jugendgruppe 16 Jugendgruppe gruppo giovanile 17 Garderobe 17 Garderobe guardaroba WC 18 Haupteingang 18 Haupteingang ingresso principale 19 Außenbereich 19 Außenbereich area esterna
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Untergeschoss Piano interrato Untergeschoss Piano interrato
Untergeschoss Piano interrato
Ers Prim
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Verwaltung Klasse Lehrer Bibliothek Agorà Mensa Aula Gruppenraum Begegnungsraum Mathematik Sprachen Naturwissenschaften Kunst Handwerk Unterricht Jugendgruppe Garderobe Haupteingang Außenbereich
amministrazione aula insegnanti biblioteca agorà mensa aula sala gruppo atrio matematica lingue scienze naturali arte artigianato insegnamento gruppo giovanile guardaroba ingresso principale area esterna
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AUS ALT WIRD NEU Mittelschule Welsberg 11
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RINNOVARE L’ESISTENTE
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Verwaltung Klasse Lehrer Bibliothek Agorà Mensa Aula Gruppenraum Begegnungsraum Mathematik Sprachen 15 Naturwissenschaften Kunst Handwerk Unterricht Jugendgruppe Garderobe Haupteingang Außenbereich
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Scuola media secondaria di Monguelfo 19 Architekt Zweites Obergeschoss Architetto Auftraggeber Secondo piano Committente
Otto Irsara
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Bruneck – I Brunico – I
Gemeinde Welsberg Comune di Monguelfo
Adresse Indirizzo
Schlossweg 14 - 39035 Welsberg Via castello 14 - 39035 Monguelfo
Fertigstellung Ultimazione
2013
Untergeschoss Piano interrato
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Fachschule für Sozialberufe „Hannah Arendt“ | Scuola per le professioni sociali “Hannah Arendt”
UNTERIRDISCH ANGENEHM COMFORT IPOGEO
FACHSCHULE FÜR SOZIALBERUFE „HANNAH ARENDT“ Wolkensteinstraße 1 - 39100 Bozen SCUOLA PER LE PROFESSIONI SOCIALI “HANNAH ARENDT” Vicolo Wolkenstein 1 - 39100 Bolzano
Bauherr | Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Architekten | Claudio Lucchin & associati - Bozen - 1 Fertigstellung | 2013 Committente | Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Architetti | Claudio Lucchin & associati – Bolzano - I Ultimazione | 2013 Foto | Alessandra Chemollo
38
Aus den Interviews mit Luigi Mario Loddi | Schuldirektor | D Claudio Lucchin | Architekt | A Margit Felderer | Lehrerin | L1 Stefan Oberrauch | Lehrerin | L2 Ute Teiseberger | Lehrerin | L3 Lukas Oberbacher und Nadine Angerer | Schüler | S
D: “Durch den Zuwachs der Studierenden wurde das Schulgebäude im alten Kapuzinerkloster zu klein und wir brauchten einen Zubau. In diesem historischen Kontext durften wir jedoch keinen Zubau machen, den man von Außen sehen konnte. Anfangs haben wir gedacht, es sei nicht machbar, aber dann ist mit dem Architekten diese neue Idee entstanden und es ist diese die erste unterirdische Schule“. A: “Da dieses Projekt in einem alten Kloster eingebettet ist, also ein Kloster, das denkmalgeschützt ist, wurden verschiedene Erweiterungsmöglichkeiten in Betracht gezogen und das Denkmalamt hat sie praktisch alle abgelehnt: ihr könnt erweitern mit der einzigen Auflage, dass man von Außen nichts sieht. Welche waren also die möglichen Lösungen zu dieser Bedingung? Entweder einen anderen Standort für die Schule wählen, raus aus der der Altstadt in einem anderen Stadtviertel, oder versuchen, unterirdisch zu bauen und das historische Gebäude nicht in den Hintergrund zu stellen. Genau diese letzte Herausforderung haben wir uns gestellt“. D: “Die Zusammenarbeit mit dem Architekten Lucchin war eine hervorragende geistige und kreative Reise. Für uns war es klar, was wir didaktisch wollten und brauchten und dies konnte mit ihm und mit seinem Team Woche für Woche planerisch umgesetzt werden“. A: “Wir planen ja nicht für uns, sondern für die Gemeinschaft. Wenn diese Einstellung nicht vorhanden ist, diese Empathie, dann werden die Gebäude abgelehnt oder schlecht gelebt und von den
Nutzern werden dann immer wieder kleine Änderungen abverlangt, um dieses Gebäude an ihren Vorstellungen anzupassen, was am Ende der Idee des Projektes schadet. Wenn vom Anfang an ein übereinstimmendes Projekt von den Benutzern mitgetragen wird, von den Lehrkräften und von den Studenten, dann hat das Projekt ein viel einfacheres Entstehen. Das war unsere Philosophie. Natürlich muss man starke Ideen haben und wissen, was man erreichen will, aber man muss auch zuhören können und das war bei diesem Projekt für mich die größte Erfahrung“. L1: „Die Lehrer wurden in die Planung miteinbezogen und konnten im Vorfeld Bedürfnisse und Wünsche äußern, welche zum Großteil auch berücksichtigt wurden. Die Umsetzung und die Gestaltung der Räume war für mich dann doch überraschend, wie ich sie mit zunehmender Fertigstellung erlebt habe. Insbesondere die vielen Glaswände, die offene Räume schaffen. Zu Beginn war ich auch ein bisschen irritiert als Lehrerin, aber ich muss sagen, nun ein sehr gutes Gefühl zu haben, vor allem wegen der Weite, das Licht, dass einen positiven Einfluss hat. Die Befürchtungen, dass man von Außen beobachtet wird, sind eigentlich kaum mehr wahrnehmbar für mich und ich denke auch für die Studierenden nicht“. A: “Wenn man den Zubau einer Schule plant, die in einem alten Kloster untergebracht ist, welches zum Teil noch von Mönchen bewohnt wird, muss man sich mit einer tausendjährigen Geschichte konfrontieren. Wir haben versucht, im Rahmen des Möglichen, die Klosterstruktur zu erweitern. Es ist also ein Gebäude, welches über den Geist des Ortes reflektiert. Wir haben ein Gebäude geplant, dass man nicht sieht, aber als weibliches Gebäude, die Eintretenden im Mutterschoß von Mutter Erde aufnimmt, wo es keinen Lärm mehr gibt und das Chaos der Umgebung nicht mehr wahrzunehmen ist. Man sieht den Himmel, die Wolken, man sieht die Häuser aber nicht die Unruhe der Stadt. Es ist ein Gebäude, welches entspannt und ermöglicht, sich bestmöglich auf das Studium, den Kollegen und den Mitschülern zu konzentrieren“. D: „Für uns war es wichtig, dass wir gemäß unserem didaktischem Modell, viele Lernnischen haben, dass die Räume nicht so wie bei den üblichen Klassenräumen der letzten Jahrzehnten eingerichtet werden. Die Entscheidung, Glaswände 39
vorzusehen, ist nicht nur aus dem Bedürfnis des Lichtes entstanden, sondern auch, aus der Überzeugung, dass man ruhig sehen kann, was sich in den Klassenräumen abwickelt”. A: “Die Transparenz war ein Faktor, das nach und nach ins Spiel gekommen ist. Durch die Transparenz kann mein Blick ausschweifen. Dieses Element, das für uns ein Instrument war um die Belichtungsprobleme zu lösen, ist zu einem wichtigen Teil der Didaktik geworden. Die Schulleitung hatte erkannt, dass mehr Transparenz zwischen den Räumen auch dazu beitragen würde, dass sich das Lehrpersonal weniger alleine fühlt. Zugleich kann ich auch anderen Kollegen und Studenten mein Tun zeigen und es ergeben sich neue Möglichkeiten, gemeinsam Projekte anzugehen”. L2: “Was jetzt den Einfluss auf die pädagogische oder didaktische Komponente betrifft, so ist festzustellen, dass durch die Glaswände ein Blickkontakt zu den anderen Klassen hergestellt wird und man nicht das Gefühl hat, sein eigenes Süppchen irgendwo zu kochen, sondern, das in dieser Schule ein gemeinsames Arbeiten praktiziert wird”. A: “Ich liebe sehr diesen Wintergarten, den wir im Inneren gestaltet haben. Der große Innenhof hat eine Glasüberdachung bekommen und ist eine Art geschlossenes Kloster. Wir haben einen weiteren Innenhof ebenso als überdachten
Wintergarten gestaltet, in dem Pflanzen sind und rund herum einen großen Tisch auf dem man lernen und arbeiten kann”. L3: „Ein wesentlicher Punkt sind in diesem Neubau die vielen Lerninseln, die unserem didaktischen Modell sehr entgegen kommen. Die Schüler haben hier die Möglichkeit sich zurückzuziehen, zum Selbststudium oder auch für Gruppenarbeiten und werden von uns begleitet in ihrem Tun. Insofern haben wir also hier mehr Möglichkeiten“. S: “Wir benutzen oft die Flure für Arbeitsgruppen. Es gefällt uns sehr, uns in diesen Zwischenräumen aufzuhalten, weil man einfach aus der Klasse geht und mehr Platz hat und auch mal ohne Lehrer ist. Dort kann man auch über andere Sachen sprechen”. D: „ Insbesondere war es uns wichtig zu beobachten, wie bei anderen Schulen innovativ gearbeitet wird. Viele Schulen sind innovativ unterwegs, entwickeln Modelle und die kennt man nur zum Teil. Ich glaube, dass man nicht alles selbst erfinden muss, sondern dass man sich andere Dinge anschauen muss, Kollegen und Kolleginnen, die schon weiter sind. Die große Herausforderung ist nicht die kreative didaktische Idee, das ist gut und toll, die große Herausforderung ist die Umsetzung dieser Idee, dieses Modells, dieser Didaktik“. 40
Dalle interviste con Luigi Mario Loddi | Dirigente scolastico | D Claudio Lucchin |Architetto | A Margit Felderer | Insegnante | I1 Stefan Oberrauch | Insegnante | I2 Ute Teiseberger | Insegnante | I3 Lukas Oberbacher und Nadine Angerer | Studenti | S
D: “Con l’aumento degli studenti il chiostro dei Cappuccini era divenuto troppo piccolo, e così la Provincia ha deciso di ampliare l’edificio. La particolarità era che questa aggiunta non si doveva notare dall’esterno per via del contesto storico-artistico. All’inizio si pensava che una cosa così sarebbe stata impossibile da realizzare, ma poi con l’architetto che aveva ricevuto l’incarico è nata questa idea, e ora abbiamo la prima scuola ipogea”. A: “Questo progetto coinvolge un vecchio convento, tutelato dal punto di vista monumentale. Si fecero varie ipotesi di ampliamento e il sovrintendente sostanzialmente le bocciò tutte, dicendo: ‘Voi potete ampliare, l’importante è che non si veda nulla. Non potete mettermi in secondo piano il convento’. Quali erano le possibili soluzioni a questo diniego? O cambiare location, quindi spostare la scuola (collocata in centro storico, in un ambiente estremamente affascinante come un vecchio convento) in un altro luogo della città, oppure provare a costruire sottoterra, e questo naturalmente era possibile, perché non metteva in secondo piano l’edificio storico. Ed è stata la scommessa che abbiamo provato a vincere”. D: “La collaborazione con l’architetto Lucchin è stata uno straordinario viaggio mentale e creativo. Abbiamo avuto uno scambio comunicativo molto intenso. Noi avevamo le idee chiare, su quali erano i bisogni didattici e su ciò che volevamo, e per noi è stato molto bello, settimana dopo settimana,
riflettere assieme al suo team su quali potevano essere le soluzioni architettoniche necessarie per realizzarli”. A: “Non progettiamo per noi stessi, progettiamo per la collettività. Se questa sintonia non c’è, se questa empatia non c’è, poi gli edifici vengono rifiutati, vengono vissuti male, vengono richiesti continuamente piccoli cambiamenti per adeguarlo ai desideri dell’utenza, e questo poi snatura la natura iniziale del progetto. Se invece nasce sin dall’inizio un clima di condivisione tra architetti, insegnanti e studenti, poi il progetto ha una vita molto più semplice. E questa è stata la nostra filosofia. Ritengo che l’architetto sia al servizio di una comunità e non deve mai imporre totalmente il suo pensiero. Deve ovviamente avere delle idee forti, deve capire dove arrivare, ma deve anche saper ascoltare. E questa è stata la lezione che mi ha insegnato questo lavoro: la capacità di ascolto”. I1: “Gli insegnanti sono stati coinvolti nella progettazione e hanno potuto esprimere sin dall’inizio le loro necessità e desideri che in gran parte sono stati presi anche in considerazione. La realizzazione e l’organizzazione degli ambienti poi è stata per me una sorpresa, quando li ho visti, mentre si arrivava nella fase conclusiva. Soprattutto le pareti di vetro, che rendono gli spazi aperti. All’inizio ero un po’ infastidita come insegnante, ma ora devo dire che è piacevole lavorarci; soprattutto questa visuale in profondità sugli ambienti e la luminosità hanno un effetto positivo; e il timore di venir osservati da fuori ormai è qualcosa di superato, per me e credo anche per gli studenti”. A: “Quando devi fare l’ampliamento di una scuola che è contenuta in un vecchio convento (che ha un bellissimo chiostro parzialmente ancora abitato dai frati) devi fare i conti con una storia addirittura millenaria. Noi abbiamo cercato, nei limiti del possibile, di provare ad ‘allungare’ questo chiostro. Poi abbiamo creato un percorso in discesa, che serve anche ai ragazzi in qualche maniera a meditare, riflettere e pensare. Quindi è un edificio che anche nella tipologia sposa lo spirito del luogo originario. Abbiamo fatto un edificio che non si vede ma che accoglie, quindi un edificio femmina, che accoglie volentieri coloro che entrano, li accoglie proprio nel ‘ventre materno’ (sia della Terra Madre sia
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dell’edificio), dove il rumore non si sente più, dove non si percepisce più il caos esterno: si vede il cielo, si vedono le nuvole, si vedono gli edifici ma non si vede la confusione della strada. Ti mette nelle condizioni di essere sereno, di poterti concentrare sullo studio, sul rapporto con i tuoi colleghi, con i tuoi compagni nel miglior modo possibile”. D: “Per noi era importante, secondo il nostro modello didattico, avere molte nicchie per studiare, ambienti arredati diversamente dalle solite aule degli ultimi decenni: quindi niente cattedra e niente banchi tradizionali. La decisione di progettare delle pareti di vetro non è nata solo dal bisogno di avere più luce, ma anche dal desiderio che ci fosse maggior trasparenza, anche nella didattica”. A: “La trasparenza è stata un elemento che è entrato in gioco un po’ alla volta. Grazie alle trasparenze il mio sguardo può viaggiare. Questo gioco, che per noi inizialmente era un problema progettuale per risolvere una delle criticità, è diventato un elemento estremamente importante per la didattica: la dirigenza ha compreso che rendere più trasparente i luoghi significava rendere meno solitari anche gli insegnanti, che non hanno nulla da nascondere, per cui possono mostrare anche agli altri colleghi e agli altri studenti quello che stanno facendo, possono condividere anche delle esperienze”. I2: “Per quanto riguarda poi la componente pedagogica o didattica, bisogna dire che le pareti di vetro permettono di avere un contatto visivo anche con le altre aule, e in un certo senso non si ha più la sensazione che ognuno faccia a modo suo, ma si ha la sensazione di un lavoro comune, anche se poi in effetti ognuno fa il proprio lavoro in classe con i propri studenti”.
A: “Io sono molto affezionato a questo giardino d’inverno che abbiamo creato all’interno. Cioè oltre alla grande corte completamente vetrata che diventa una sorta di chiostro coperto, all’interno abbiamo creato un giardino d’inverno, con delle piante, con un grande tavolo intorno al quale è possibile studiare e lavorare. Quindi oltre alla luce, oltre al sole, entrano anche le piante, che fanno parte della nostra vita, senza le quali non sarebbe possibile la vita sulla terra”. I3: “Un elemento centrale è stato la creazione di tante isole per imparare, che corrispondono al nostro modello didattico. I nostri studenti hanno la possibilità di ritirarsi qui per studiare da soli, anche se accompagnati da noi o per fare lavori di gruppo. Quindi si sono create nuove potenzialità didattiche”. S: “I corridoi li usiamo quando facciamo lavori di gruppo. Ci piace lavorare in questi ambienti di mezzo perché si può uscire dalla classe e avere più spazio e non si deve stare con gli insegnanti, e così possiamo parlare qualche volte anche di altro”. A: “Non ci sono più le cattedre tradizionali. I ragazzi son seduti su dei banchi che non sembrano dei banchi, e le sedie sono sedie da ufficio non sedie da scuola, quindi abbiamo anche cercato di sparigliare le carte in questo senso. Ma al di lá di questo aspetto il tema di avere, dicevo, il tema di non concentrare tutta l’attenzione didattica intorno alla lezione ex cathedra significa che molte ore della giornata i ragazzi devono lavorare o da soli o in piccoli gruppi” D: “Per noi era soprattutto importante osservare come anche altre scuole lavorano in modo innovativo. Diverse scuole stanno sviluppando nuovi modelli e sono poco conosciute. Non dobbiamo inventarci niente, ma imparare da ciò che già esiste. La sfida più grande non è tanto inventare nuove idee didattiche, ma soprattutto metterle in opera. Questa è la vera sfida”.
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Erdgeschoss Piano terra
Lageplan Planimetria
Erdgeschoss Piano terra
Erdgeschoss Piano terra
Lageplan Planimetria
Erdgeschoss Piano terra
Erstes Untergeschoss Primo piano interrato 3
2
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1 WC
Lageplan Planimetria
1
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1
Erstes Untergeschoss Primo piano interrato
Erstes Untergeschoss Primo piano interrato 3
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Erstes Untergeschoss 1 Primo piano interrato
1 WC
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2 1
Zweites Untergeschoss Secondo piano interrato
1
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1
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Zweites Untergeschoss Secondo piano interrato
1
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1
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WC
UNTERIRDISCH ANGENEHM Fachschule für Sozialberufe „Hannah Arendt“ Drittes Untergeschoss Terzo piano interrato COMFORT IPOGEO
1
Zweites Untergeschoss Secondo piano interrato
Scuola per le professioni sociali “Hannah Arendt”
1
3 4
UNTERIRDISCH ANGENEHM Bozen - I Claudio Lucchin & associati 4 COMFORT IPOGEO Bolzano - I Scuola le –professioni sociali “Hannah Arendt” 5 Autonome Provinzper Bozen Abteilung Hochbau
Auftraggeber Committente
Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia
Adresse Indirizzo
Wolkensteinstraße 1 - 39100 Bozen Vicolo Wolkenstein 1 - 39100 Bolzano
Fertigstellung Ultimazione
2013
Schnitt Sezione
4
1 Klasse 2 Korridor 3 Treppe 4 Labor 5 Vorraum 6 - I Wintergarten4 Bozen
Architekt Architetto
Claudio Lucchin & associati
Auftraggeber Committente
Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia
Adresse Indirizzo
Wolkensteinstraße 1 - 39100 Bozen Vicolo Wolkenstein 1 - 39100 Bolzano
Fertigstellung Ultimazione
2013
Bolzano - I
1 aula corridoio scala laboratorio atrio giardino d'inverno
Klasse Korridor Treppe Labor Vorraum Wintergarten
WC
1
1
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3
2
3
1
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2
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Zweites Untergeschoss Secondo piano interrato
1 aula corridoio scala laboratorio atrio giardino d'inverno
2
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Erstes Untergeschoss Legende | Legenda Primo piano interrato 1 2 3 4 5 6
5
4
3 2
4 Legende | Legenda
2
4
Drittes Untergeschoss Terzo piano interrato 3
2
Fachschule für Sozialberufe „Hannah Arendt“ Architekt Architetto
Zweites Untergeschoss 1 Secondo piano interrato
Drittes Untergeschoss Terzo piano interrato
Erstes Untergeschoss Primo piano interrato
1
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1 WC
Drittes Untergeschoss Terzo piano interrato
1
Zweites Untergeschoss Secondo piano interrato 1 1
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1 1
Drittes Untergeschoss Terzo piano interrato
Zweites Untergeschoss Secondo piano interrato
2 1
1 2
1
1 1
4 5 WC
3
Schnitt 1 Sezione WC Drittes Untergeschoss 1 Terzo piano interrato 1
3
4
Drittes Untergeschoss 3 2 Terzo piano interrato WC
1
4
4 1
e | Legenda
se dor pe or aum ergarten
4 aula corridoio scala laboratorio atrio giardino d'inverno
sse idor ppe or egenda raum tergarten aula
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corridoio scala laboratorio atrio giardino d'inverno
6
6 WC
Drittes Untergeschoss Terzo piano interrato
4
Drittes Untergeschoss
UNTERIRDISCH ANGENEHM Terzo piano interrato
Klasse Korridor Treppe Labor Vorraum Wintergarten
Fachschule für Sozialberufe „Hannah Arendt“ aula corridoio 4 scala COMFORT IPOGEO laboratorio Scuola per le professioni sociali “Hannah Arendt” atrio giardino d'inverno
4
4
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aula 2 corridoio scala 3 laboratorio 4 atrio 5 giardino d'inverno
2
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Legende | Legenda
e | Legenda
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4
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4
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Schnitt 4 Sezione
4
Architekt Architetto
Claudio Lucchin & associati
Auftraggeber Committente
Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia
Adresse Indirizzo
Wolkensteinstraße 1 - 39100 Bozen Vicolo Wolkenstein 1 - 39100 Bolzano
Fertigstellung Ultimazione
2013
Bozen - I Bolzano - I
Legende | Legenda 1 2 3 4 5 6
Klasse Korridor Treppe Labor Vorraum 6 Wintergarten
aula corridoio scala laboratorio atrio giardino d'inverno
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7 | Landwirtschafliche Fachhochschule Auer | Istituto superiore per l’agricoltura di Ora
EIN STALL WIRD SCHULE DA STALLA A SCUOLA
FACHOBERSCHULE FÜR LANDWIRTSCHAFT „HAPPACHERHOF“ Schlossweg 10 - 39040 Auer ISTITUTO SUPERIORE PER L’AGRICOLTURA “HAPPACHERHOF” VIA CASTELLO 10 - 39040 ORA
Bauherr | Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Architekten | Josef March –Bozen – I Fertigstellung | 2013 Committente | Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Architetti | Josef March –Bozen – I Ultimazione | 2013 Foto | Walter Niedermayr
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Aus den Interviews mit Franz Tutzer | Schuldirektor | S Tobias Gruber | Schüler | S Günther Erschbaumer | Lehrer | L Josef March | Architekt | A
ausgehen können. Es entwickelte sich auch ein Gespür für das Erhalten der alten Gebäude, über das Gebäude etwas zu vermitteln ohne lange darüber zu reden”.
A: “Das Projekt für den Ausbau der Landwirtschaftsschule in Auer ist eigentlich über längere Zeit gegangen. Wir haben in den ´80en Jahren als erstes Baulos das ex Happacherhof in einem Bildungshof umgebaut und Übungsräume und Praxisräume für die Oberschule untergebracht. In den ´90en Jahren ist dann der Klassentrakt für die Theorie-Unterrichtsräume und für die Verwaltung im Schloss Baumgarten untergebracht worden. Als drittes Baulos haben wir dann nach dem Jahr 2000 noch ein Bildungsstall dazu gebaut“.
L: “Mir gefällt vor allem diese Kombination aus Alt und Neu, auch die Tatsache, dass hier vieles geschehen ist, das hier etwas los war. Die hohen Räume sind fein und nicht so erdrückend und die vielen Fenster, das schöne Licht. Die erbrachten Lösung für Stall und Stadel sowie die Kombination von Materialien wie Beton, Holz und Eisen finde ich eigentlich ganz spannend”.
D: “Der älteste Teil des Gebäudes stammt aus dem 13. Jahrhundert und die Gebäude sind im Jahr 1999 und 2000 zu einem Schulgebäude umgebaut worden. Die Herausforderungen für den Architekten waren nicht ganz einfach. Das Gebäude war völlig verfallen und ich glaube, dass daraus eine gute Schule geworden ist. Wir finden hier die alten Elemente noch gut mit ganz modernen nüchternen neuen Elementen kombiniert. Die Aufgabe für die Architekten war einfach das Gebäude insgesamt schulisch nutzbar zu machen”. A: “Der Happacherhof war ein alter Ansitz, der in der Grundstruktur schon im 16. Jahrhundert entstanden ist. Er war in einem schlechten Zustand als wir den Auftrag bekamen, ihn zu einem Übungshof umzubauen. Es war eine interessante intensive Zusammenarbeit mit dem Landesdenkmalamt, da es ja alles unter Denkmalschutz war”. D: “Es hat sich gezeigt, dass auch von den Jugendlichen, die zum Teil auch selbst von Hofstellen, von Betrieben kommen, wo noch alte Bausubstanz vorhanden ist, Impulse
S: “Meine Klasse ist im neuen Trakt, aber mir gefällt das alte Gebäude besser. In die Cafeteria sind noch Bögen, das erinnert an das Alte. Die landwirtschaftliche Schule gefällt mir, weil sie auch mit Tradition verbunden ist”.
D: “Nachdem auch das Lernen sich verändert, haben wir hier auch die Möglichkeit in den Gängen zu arbeiten, die Klassen zu teilen und ein offenes Lernen zu praktizieren. Dazu eignet sich das Gebäude durchaus”. A: “Wir haben auch einen ehemaligen Stall ausgebaut. Der hat sich dann aber als viel zu klein erwiesen und deswegen haben wir nach dem Jahr 2000 einen Neubau für die Viehhaltung errichtet. Im Zuge dieses Ausbaus haben wir im ehemaligen Stadel des Happacherhofes noch zusätzliche Klassenräume ausgebaut”. S: “Mir gefällt die Schule sehr gut. Es gibt viele besondere Räume wie zum Beispiel das Physikraum, die Bibliothek und da wir auch eine landwirtschaftliche Fachrichtung haben, einen Stall, einen Weinkeller, und auch einen Milchverarbeitungsraum wo sich die Schüler auch außerhalb der Lehrstunden aufhalten können”. A: “Heute ist die Schule in dieser alten Struktur des denkmalgeschützen Happacherhofs sowie im Schloss Baumgarten, das ja als ehemaliger Ansitz eben so schön und noch eleganter ist, ideal untergebracht”. 45
Dalle interviste con Franz Tutzer | dirigente scolastico | D Tobias Gruber | studente | S Günther Erschbaumer | insegnante | I Josef March | architetto | A
A: “La scuola si trova oggi in questa antica struttura, il maso Happacher, che è sotto protezione dei beni artistici, e nel Castel Baumgarten, che è ancora più bello e elegante di quanto non lo fosse mai stato. Per noi è stato molto interessante lavorare con l’Ufficio provinciale per la tutela dei beni artistici”. D: “La parte più antica dell'edifico risale al XIII secolo e gli edifici sono stati adibiti a scuola nel 1999 e 2000. La sfida non era semplice, l'edificio era in un grave stato di abbandono, ma credo che ne sia venuta fuori una cosa bella. Troviamo elementi antichi ben combinati con quelli moderni, più sobri. La sfida per l'architetto era quella di rendere l'edificio fruibile dal punto di vista scolastico e fare in modo che si potesse far lezione”. A: “Il progetto per l'ampliamento della Scuola agraria di Ora è durato parecchi anni. Negli anni Ottanta abbiamo trasformato il primo edificio, l'ex maso Happacher, in un maso-scuola. Qui abbiamo sistemato tutti i laboratori e le aule per la pratica della scuola superiore. Negli anni Novanta sono andate ad aggiungersi le classi, ovvero la zona per le lezioni teoriche e per l'amministrazione, all'interno del Castello Baumgarten. Questo era il nostro secondo lotto, mentre come terzo e ultimo lotto, abbiamo aggiunto, dopo il 2000, una stalla vicino al maso Happacher per le lezioni pratiche”. D: “Si è visto che anche l'edificio stesso trasmette ai giovani, che a loro volta provengono in parte da masi storici, la voglia di conservare le loro radici e fa loro maturare e una
sensibilità per la qualità degli edifici di questo tipo. La struttura stessa consente di insegnare qualcosa senza dover stare a parlarne tanto”. S: “Ho la mia classe nell'ala nuova, ma mi piace di più l'edificio storico. Come si può notare, nella caffetteria, dove vado così volentieri con i compagni, ci sono ancora le volte che ricordano il passato. E la scuola agraria mi piace perché è legata un po' alla tradizione”. I: “A me piace questa combinazione tra vecchio e nuovo, anche il fatto che in questi spazi sia avvenuto già qualche cosa. I soffitti alti sono piacevoli, non sono oppressivi, e le tante finestre, la luce... Mi piace il fatto che abbiano trovato una soluzione per creare degli spazi interni. Stalla, fienile, la combinazione di questi elementi con il calcestruzzo, il legno, il ferro, la trovo una cosa emozionante”. D: “Poiché anche l'apprendimento sta cambiando, abbiamo anche la possibilità di lavorare nei corridoi, di dividere le classi e di mettere in pratica l'apprendimento aperto. E l'edificio si presta bene a questo processo”. A: “Abbiamo anche ristrutturato la vecchia stalla esistente. Ma questa si è rivelata essere troppo piccola e per questo, dopo il 2000 ne abbiamo costruita una per il bestiame. Nel corso della ristrutturazione del vecchio fienile del maso Happacher, abbiamo costruito anche delle altre aule”. S: “La scuola mi piace molto. Ci sono ambienti particolari e oltre alle classi ci sono tanti spazi in più, per esempio l'aula di fisica, la biblioteca, e poiché abbiamo anche un indirizzo agrario, abbiamo una stalla, una cantina di vini, delle aule attrezzate e uno spazio per la lavorazione del latte, in cui gli allievi possono sostare anche al di fuori delle ore di lezione”.scambio comunicativo con le associazioni e gli abitanti del paese è stato proprio una bella esperienza”. 46
Schnitt Sezione
Lageplan Planimetria
Schnitt Sezione
Schnitt Sezione
Zweites O Secondo
Schnitt Sezione Legende | Legenda 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
Milchverarbeitung Vortragsraum Lager Kühlzelle Durchgang Vorraum Spezialklasse Eingang Schulwart Lehrerzimmer mech. Werkstatt Klasse Flur Luftraum Computerraum
elaborazione latte locale di conferenze magazzino cella frigorifero passaggio antivano classe speciale ingresso custode vano professori officina mec. aula corridoio spazio area aula informatica
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7
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5 15
VOM STALL ZUM LERNEN
12
4
3
Fachoberschule für Landwirtschaft „Happacherhof“ 12 13 A SCUOLA DA STALLA 15 12 superiore per l’agricoltura “Happacherhof” Istituto
Lageplan Planimetria
Architekt Architetto
Lageplan Planimetria Legende | Legenda
Lageplan Planimetria
Josef March
2
13
Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia
Adresse Indirizzo
Schlossweg 10 - 39040 Auer Via castello 10 - 39040 Ora
Fertigstellung 14 Ultimazione
2013
Erdgeschoss Piano terra Erdgeschoss
Schnitt Sezione
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Istituto
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7
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vano professori officina mec. aula superiore l’agricoltura “Happacherhof” 13 perFlur corridoio 14 Luftraum spazio area 15 Computerraum aula informatica
11
7
6
VOM STALL ZUM LERNEN Architekt
DA STALLA A SCUOLA
6
4
3
13
Landwirtschaft „Happacherhof“
DA STALLA A SCUOLA Josef March
Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia
12
Schlossweg 10 - 39040 Auer Via castello 10 - 39040 Ora
2013 Architekt Architetto
Josef March
Auftraggeber
13
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Erstes Obergeschoss Primo piano
12 12
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Erdgeschoss 12 Piano Terra
Erstes Obergeschoss 14 Primo piano
Bozen – I Bolzano – I
Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau
Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Lageplan Committente Adresse PlanimetriaIndirizzo Fertigstellung 2013 Ultimazione Erstes Obergeschoss WC Primo piano Erstes Obergeschoss Schlossweg 10 - 39040 Auer Via castello 10 - 39040 Ora
1 12
Erdgeschoss Piano Terra
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Erstes Obergeschoss Primo piano
Zweites Obergeschoss Secondo piano
Zweites Obergeschoss Secondo piano
WC Primo piano
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Istituto superiore per l’agricoltura “Happacherhof”
WC 13
e latte nferenze
Legende | Legenda
ero
iale
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
sori .
atica
12 erhof“
hof”
Milchverarbeitung Vortragsraum Lager Kühlzelle Durchgang Vorraum Spezialklasse Eingang Schulwart Lehrerzimmer mech. Werkstatt Klasse Flur Luftraum Computerraum
WC
10 7 elaborazione latte locale di conferenze magazzino cella frigorifero passaggio 7 6 antivano classe speciale ingresso 5 custode vano professori 4 officina mec. 3 aula corridoio spazio area 2 aula informatica
9
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7
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6 12
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VOM STALL ZUM LERNEN Fachoberschule für Landwirtschaft „Happacherhof“
DA STALLA A SCUOLA Istituto superiore per l’agricoltura “Happacherhof”
9
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–I o–I
Erdgeschoss Piano Terra
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Schnitt Sezione
Hochbau rtizione edilizia
WC
13 Schnitt Sezione
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Bozen – I Bolzano – I
Adresse Indirizzo
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Erdgeschoss Piano Terra
Via castello 10 - 39040 Ora
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9
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VOM STALL ZUM LERNEN
Fertigstellung 2013 Fachoberschule für Ultimazione
8
WC
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2
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Adresse Istituto superiore per l’agricoltura “Happacherhof” Schlossweg 10 - 39040 Auer Indirizzo
WC
13
Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia
Auftraggeber Committente
7
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Bozen – I Bolzano – I
WC 12
10
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WC
12
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12
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WC
13 12
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Erstes Obergeschoss Primo piano
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3 13
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2
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Zweites Obergeschoss Secondo piano
9
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WC
WC
Zweites Obergeschoss Secondo piano
10
Lehrerzimmer
Josef March Architetto Fachoberschule für Landwirtschaft „Happacherhof“
Fertigstellung Ultimazione
1 Zweites Obergeschoss Secondo piano
1
11 A mech. Werkstatt DA STALLA SCUOLA 12 Klasse
Auftraggeber Committente
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Piano Terra
VOM STALL ZUM LERNEN
Architekt Architetto
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Lageplan 2 3 Planimetria 4
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Bozen – I Bolzano – I
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Auftraggeber Committente
Milchverarbeitung elaborazione latte Vortragsraum locale di conferenze Lager magazzino Kühlzelle cella frigorifero 5 Durchgang passaggio 6 Vorraum antivano 7 Spezialklasse classe speciale 8 Eingang ingresso 9 Schulwart custode 10 Lehrerzimmer vano professori Legende | Legenda 11 mech. Werkstatt officina mec. 12 Klasse aula 13 Flur 1 Milchverarbeitung elaborazione lattecorridoio 14 Luftraum locale di conferenze spazio area 2 Vortragsraum 15 Computerraum | Legendaaula informatica 3 Lager magazzino ZweitesLegende Obergeschoss 4 Kühlzelle cella frigorifero 5 Durchgang Secondo piano passaggio 6 Vorraum antivano 1 Milchverarbeitung elaborazione latte 7 Spezialklasse2 classe speciale Vortragsraum locale di conferenze 8 Eingang ingresso 3 Lagercustode magazzino 9 Schulwart Kühlzelle cella frigorifero 10 Lehrerzimmer4 vano professori 5 Durchgang passaggio 11 mech. Werkstatt officina mec. 6 Vorraum antivano 12 Klasse aula 15 7 Spezialklasse classe speciale 13 Flur corridoio 14 Luftraum spazio area 8 ingresso Fachoberschule für Eingang Landwirtschaft 15 Computerraum aula informatica„Happacherhof“ 9 Schulwart custode
12
13
12
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Landesberufsschule für das Gastgewerbe “Savoy” | Scuola alberghiera professionale provinciale “Savoy”
DER GESCHMACK IM SCHAUFENSTER UNA VETRINA SUL GUSTO
LANDESBERUFSSCHULE FÜR DAS GASTGEWERBE "SAVOY" Rätienstraße 1 - 39012 Meran SCUOLA ALBERGHIERA PROFESSIONALE PROVINCIALE "SAVOY" Via Rezia 1 - 39012 Merano
Bauherr | Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Architekten | Stifter + Bachmann – Pfalzen – I Fertigstellung | 2014 Committente | Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Architetti | Stifter + Bachmann – Pfalzes - I Ultimazione | 2014 Foto | Renè Riller
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Aus den Interviews mit Beatrix Kerschbaumer Sigmund | Direktorin | D Helmut Stifter | Architekt | A Lorenz Peer | S1 und Annalena Messner | S2 | Schüler Robert Cassar | Kochfachlehrer | KL
D: „Das Tourismusland Südtirol braucht gute Schulen. Vor einiger Zeit haben wir den Auftrag übernommen und in dem alten historischen Gebäude die Schule für Lehrlinge, für Kochlehrlinge, für Servicelehrlinge und für Jahresschüler geplant. Der Zubau ist notwendig geworden, weil die Schülereinschreibungen stark gestiegen sind und in diesem Sinne haben dieses neue Haus gebaut. Es ist ein moderner Bau inmitten von Meran angegliedert am Bestand, das alte historische Gebäude. Ich finde es passt gut dazu. Wir wollen es mit Leben füllen„. A: „Der Bauplatz ist sehr beengt, wir hatten keinen Platz zum Bauen, es war eine sehr große Herausforderung. Wir haben versucht diese Enge und Schmalheit des Bauplatzes auszunutzen und zu interpretieren, indem wir es nicht als bloßen Block sondern als Volumina mit geneigten und geknickten Fassaden dargestellt haben. Wir haben uns ein bisschen an den bestehenden steilen Mansardendächern, die in der Umgebung zu finden sind, orientiert und dies im Projekt übertragen. So ist das Gebäude nach oben hin verengt, nach unten hin überhängend, damit gewinnen wir mehr Freifläche für einen Vorplatz und erstellen einen Dialog mit der Stadt“. D: „Wir möchten, das viele Jugendliche, getragen von diesem Zusammenspiel von Alt und Neu, eine Ausbildung erfahren können, und dass sie gut lernen“. A: „Da das Alte sehr vielgestaltig und sehr groß ist, haben wir versucht das Neue zurück zu nehmen. Unser Gebäude ist zwar einfach aber auf dem zweiten Blick ist es trotzdem sehr komplex, auch aufgrund der Technik der Fassaden; man hat immer einen anderen Lichtreflex und wenn man es von der Straßenseite betrachtet, nimmt sich das Gebäude durch die zurücklehnenden
Fassaden auch zurück; das heißt, die Straßenflucht ist immer noch vom Altem bestimmt, nicht vom Neuem“. D: „Jugendliche sind Jugendliche und reagieren natürlich auf die Umgebung. Wenn ein Gebäude eine Seele hat, wie zum Beispiel das historische Gebäude, merkt man schon, dass die Schüler darauf reagieren. Im neuen Gebäude fühlen sie sich wohl, weil es hell ist, die Akustik ist wunderbar und sie können sich auch identifizieren und sie tun es mit beiden, mit dem historischen und mit dem neuen Gebäude“. A: „Wir haben außen ein relativ zurückhaltendes Erscheinungsbild und wollten dann innen, dass man etwas Überraschendes schafft, vor allem das man sehr stark den Raum spürt. Also nicht nur, dass man die Funktionen und das Pädagogische erfüllt, sondern dass man vor allem einen sehr schönen Raum hat, mit Sichtbeziehungen, wo die Schule dann so gestaltet ist, wie eine Art Dorf, mit Plätzen und mit verschiedenen artikulierten Räumen. Und so sind im Prinzip diese Sichtbeziehungen und vor allem diese Zweigeschossigkeiten ein Leitmotiv des Projektes geworden“. S2: „ An dieser Schule gibt es sehr abwechslungsreiche Räume und wir haben einen sehr abwechslungsreichen Schultag. Hier kann ich mich entfalten und das gefällt mir sehr gut“. D: „Die Lehrlinge kochen überall gut und gerne oder nicht gut und ungern, das hängt natürlich von ihrer Einstellung zur Ausbildung ab. Es ist so, dass die Struktur des Altgebäudes uns eingeengt hat, und das wir nicht so freien Raum hatten wie hier, wo die Räumlichkeiten einen ganz hohen Ausbildungsstandard garantieren können, wo das Unterrichten sehr einfach und gut über die Bühne gehen kann und wo die Schüler sehr gerne arbeiten“. A: „Wir wollten der Schule mehr Raum, Luft und Licht zugestehen als eigentlich die Norm vorsieht und wollten auch in der Richtung der Schule etwas geben, nämlich es ist eine ganz spezielle Berufsschule für Leute, die in Gastbetrieben arbeiten. So haben wir überlegt, wie könnte eben ein Speisesaal, eine Bar, eine Küche aussehen. Nicht das Gefühl für eine Schule war das vordergründige, sondern eben für die Arbeit, wie könnte man später einmal 49
arbeiten. Wir haben das Auge also auf das Raum, auf die Atmosphäreund auf das Gefühlte gelegt“. S1: „Der Neubau gefällt mir sehr, weil es einfach modern ist, man hat auch viel mehr Platz als in der alten Schule. Diese Schule habe ich gewählt, weil wir einen Gastbetrieb zu Hause haben und weil es mich sehr interessiert“. D: „Jugendlichen muss man eine Bühne geben und diese Bühne ist natürlich in den Praxisräumen an der gastgewerblichen Schule gegeben. In der Küche und im Speisesaal können sie sich entfalten und sie haben dann ihre besondere Kleidung an, führen ihre besondere Arbeit durch und sind besonders motiviert. Das ist das schöne an unserer Schule. Es ist ein ganz tolles Vergnügen hier zu sein, an dieser Schule zu arbeiten, diese Jugendlichen auszubilden“. A: „Unsere Gewohnheit ist jene, wenn wir ein Wettbewerb gewinnen oder einen Auftrag im pädagogischen Bereich erhalten, dass wir eine Arbeitsgruppe bilden. Wir wissen, dass ohne Einbezug der Beteiligten, der Leitung und der Verantwortlichen, es unmöglich ist, so ein komplexes Gebäude zu planen. Wir sehen es immer als Mehrwert, nicht als Behinderung. Wir sehen aber auch, dass ein frühzeitiges Einbinden sehr viel Vertrauen schafft, die Personen fühlen sich nicht übergangen von der Architektur und wir konnten speziell im Innenraum sehr viel gemeinsam planen“. KL: „Da wir bei der Planung der Küchen und der Praxisräume sehr eingebunden wurden, konnten wir unsere Ideen verwirklichen. Unser Ziel war es etwas zu schaffen, wo wir sehr
übersichtlich, sehr handlungsorientiert unterrichten können, wo wir die Schüler auf die Aufgaben in der reellen Wirtschaft gut vorbereiten und die Praxissituationen trainieren dürfen„. A: „Speziell was den täglichen Ablauf betrifft, kann man sich als Architekt im Büro nicht vorstellen was passiert, wenn sich 100 Personen gleichzeitig umkleiden wollen oder wenn 300 Personen gleichzeitig zur Pause wollen. Speziell bei diesen Entscheidungen waren die Eingaben sehr willkommen, weil man dort einfach Details und Lösungen gemeinsam entwickeln muss und eine gewisse Elastizität für Dinge, die man nicht kennt, haben muss. Zum Beispiel, was die Küchenprozesse betrifft, die Hygiene, die pädagogischen Abläufe, wie unterrichtet wird, speziell auch diese ganzen Unterrichtsmethoden in den Gruppen, auch außerhalb der Klassen. Dort haben wir viele Sachen dazu gelernt“. KL: „Hier trifft sich die Praxis mit der Theorie. Schüler kommen, es wird vorgezeigt, es wird an den runden Tischen diskutiert, es wird an der Bibliothek recherchiert und am Ende soll sich die Theorie mit der Praxis verbinden und alles sehr anschaulich werden“. A: „Generell sind aus meiner Sicht die Praxisräume am besten gelungen, wo man sich etwas freier von der Norm bewegen konnte, wo wir mehr überlegt haben, wie können wir die Prozesse für die Schule besser machen“. KL: „Ich bin sehr zufrieden. Wir haben wirklich die Möglichkeit einen modernen Unterricht zu praktizieren und unsere Schüler haben die Möglichkeit in den Praxisräumen perfekt zu arbeiten“.
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Dalle interviste con Beatrix Kerschbaumer Sigmund | dirigente | D Helmut Stifter | architetto | A Lorenz Peer | S1 e Annalena Messner | S2 | studenti Robert Cassar | insegnante cuoco | IC
D: “I giovani sono giovani, e reagiscono in modo naturale all'ambiente circostante. Se l'edificio ha un'anima, come per esempio questo edificio storico, si vede che gli studenti ne sono ispirati. Nell'edificio nuovo si sentono bene perché è luminoso, ha un'acustica straordinaria e vi si possono identificare, e lo fanno con ambedue, l'edificio storico e quello nuovo”.
D: “L’Alto Adige, come area turistica, ha bisogno di scuole mirate. Abbiamo assunto già da tempo questo incarico e abbiamo organizzato nel vecchio edifico storico una scuola per apprendisti cuochi, apprendisti camerieri, e per gli allievi annuali. L'ampliamento è divenuto necessario, poiché sono aumentati gli studenti, e perciò abbiamo costruito un nuovo edificio. È una struttura molto moderna per Merano, che non sovrasta l'edificio storico e che vorremmo riempire di vita”.
A: “Dall'esterno diamo un'immagine relativamente discreta, mentre all'interno volevamo ci fosse qualcosa di sorprendente, che si percepisse forte il senso dello spazio. Che non si esaudissero solo i parametri funzionali e pedagogici, ma che si avesse la percezione di uno luogo piacevole, con diversi collegamenti visivi tra gli ambienti e verso l’esterno. Volevamo una scuola che fosse come un paese, con spazi articolati e qualche piazzetta, e abbiamo fatto in modo che fossero tutti diversi tra loro. In particolare le trasparenze visive e queste relazioni tra i piani sono diventati il leitmotiv interno”.
A: “Per costruire avevamo pochissima superficie, è stata una sfida enorme. Abbiamo cercato di farne una risorsa e interpretare questo limite con un volume che ha delle facciate oblique e traverse. Ci siamo orientati alle mansarde della zona che sono molto pendenti e abbiamo inserito l'idea nel progetto. L'edifico risulta quindi più stretto verso l'alto e verso il basso, ma in cambio recupera spazio per stabilire un dialogo con la città con una sorta di piazzetta, risolvendo quindi anche questa rigidità del blocco nuovo che si doveva inserire”. D: “Vorremmo che molti giovani, stimolati dal rapporto dialettico tra vecchio e nuovo, avessero un'istruzione, e che studiassero bene”. A: “Poiché l’edificio storico era molto articolato e voluminoso, abbiamo cercato di arretrare con la parte nuova. Grazie ai dettagli tecnici delle facciate la luce entra sempre in modo diverso, eppure se si osserva il lato che dà sulla strada, la struttura rimane discreta proprio grazie alle facciate rientranti. Questo significa che la fuga prospettica è data dall'edificio storico, non da quello nuovo”.
S2: “Qui abbiamo degli spazi molto diversi tra di loro e le attività giornaliere a scuola sono molto variegate. Qui posso mettere in pratica la mia creatività, e questo mi piace molto”. D: “Gli apprendisti cucinano bene e volentieri ovunque, oppure no, questo dipende naturalmente da come si pongono nei confronti della loro formazione. La struttura dell'edificio storico era limitante, non avevamo tutte le risorse che abbiamo qui. Ora questi spazi ci possono garantire un livello formativo molto alto, dove insegnare è divenuto semplice e fattibile, e dove gli allievi lavorano molto volentieri”. A: “Volevamo che la scuola avesse più spazio, aria e luce di quello che era prescritto dalla normativa, e volevamo regalare qualcosa del genere alla scuola, una scuola professionale molto specifica, per chi lavora nel settore alberghiero. Abbiamo cercato quindi di far vedere come potrebbero essere una sala da pranzo, un bar, una cucina. Non abbiamo dato priorità alla scuola, ma al lavoro, a un possibile modo di lavorare suc51
cessivamente. Quindi abbiamo messo in evidenza l'ambiente, l'atmosfera, la sensazione di essere in un hotel”.
ter lavorare in modo ben visibile, poter insegnare facilmente la pratica e poter preparare gli allievi alle sfide del mondo dell'economia e esercitarli nelle situazioni concrete”.
S1: “La parte nuova della scuola mi piace molto, perché è moderna, e perché c'è più spazio che in quella vecchia. Ho scelto questa scuola perché a casa abbiamo un albergo e perché mi interessa”.
A: “Per quanto riguarda il quotidiano, come architetto che lavora in studio è difficile immaginare cosa succede se 100 persone vogliono cambiarsi tutte nello stesso momento, o se 300 persone vogliono uscire a fare l'intervallo. Soprattutto in questo sono stati utili gli incontri, perché bisogna pensare a dettagli e soluzioni, ed è necessario avere un'elasticità mentale verso cose che non si conoscono, come ad esempio, i processi lavorativi in cucina, l'igiene, la dimensione pedagogica, la didattica, in particolare i metodi d'insegnamento che si svolgono in gruppo, ma non nelle classi. Su questi aspetti abbiamo imparato tanto”.
D: “Ai giovani bisogna offrire un palcoscenico, che in questo caso sono gli spazi nella scuola alberghiera in cui si fa pratica. In cucina e nelle sale da pranzo si possono mettere alla prova, hanno la loro divisa, eseguono il loro lavoro e sono altamente motivati. Questo è il bello della nostra scuola e le prerogative ci sono. È una gioia essere qui, lavorare in questa scuola, portare avanti questi giovani e attraverso la formazione renderli autonomi e capaci”. A: “Quando vinciamo un concorso o otteniamo un incarico, in particolare se in ambito pedagogico, solitamente formiamo un gruppo di lavoro, poiché sappiamo che è impossibile progettare un edificio così complesso senza il coinvolgimento degli interessati, della dirigente e dei responsabili. Per noi si tratta di un valore aggiunto, non di un ostacolo. Ma vediamo anche che coinvolgendo gli interessati da subito, si crea un rapporto di fiducia. Le persone non si sentono messe da parte, e nel caso specifico siamo riusciti a elaborare insieme tante idee riguardo agli spazi interni”.
IC: “Qui la pratica incontra la teoria. Gli allievi arrivano, gli viene mostrato, si discute intorno a un tavolo, si fanno ricerche in biblioteca e alla fine la teoria si deve combinare con la pratica e tutto diventa più comprensibile”.
IC: “Abbiamo potuto realizzare le nostre idee, poiché siamo stati coinvolti nella progettazione delle cucine e delle sale Lageplan per la pratica. Il nostro obiettivo era creare qualcosa dove po-
IC: “Sono molto soddisfatto. Abbiamo la possibilità di mettere in pratica un insegnamento moderno. E i nostri allievi hanno la possibilità di lavorare in modo impeccabile negli spazi per la pratica”.
A: “In generale dal mio punto di vista le aule meglio riuscite sono quelle dove viene fatta la pratica. Dove ci si è allontanati un po' dalla norma, dove abbiamo potuto collaborare con gli insegnanti, dove abbiamo riflettuto come adattare i processi alle esigenze della scuola”.
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Klasse 12 Eingang / Rezeption ingresso / reception Legendeaula | Legenda Showküche cucina dimostrativa 13 Patisserie patisserie 14 Lager deposito Gruppenraum lavoro in gruppo 15 Office Sekretariat/Verwaltung segreteria/amministrazione 1 Klasse aula 12 Eingang /office Rezeption ingresso / reception 16 Heizraum Sitzungsraum sala riunione 2 Showküche cucina dimostrativa 13 Patisseriecentrale termica patisserie 17 Lüftungszentrale centrale di ventilazione EDV-Raum aula informatica 14 Lager deposito 3 Gruppenraum lavoro in gruppo Office 4 Sekretariat/Verwaltung segreteria/amministrazione 18 E-Zentrale 15 central elettrica office Spüle area lavaggi 16 Heizraum centrale termica 5 Sitzungsraum sala riunione 19 Serverraum vano server Speisesaal sala da pranzo Schnitt Lüftungszentrale centrale di ventilazione 6 EDV-Raum aula informatica 20 Umkleide 17 spogliatoio Lehrbar bar didattico 18 E-Zentrale central elettrica 7 Spüle area lavaggi 21 Kühlzellen celle frigo Mensaküche cucina mensa Sezione 19 Serverraum vano server 8 Speisesaal sala da pranzo 22 Personalraum personale Lehrküche cucina didattica 20 Umkleide spogliatoio 9 Lehrbar bar didattico23 Tiefgarage autorimessa 10 11
Mensaküche Lehrküche
cucina mensa cucina didattica
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Kühlzellen Personalraum Tiefgarage
celle frigo personale autorimessa
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Zweites O 8 S
Erstes Obergeschoss Primo piano
Legende | Legenda 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Zweite
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Legende | Legenda 1 Klasse Schnitt 2 Showküche 3 Gruppenraum Sezione 4 5 6 7 8 9
Sekretariat/Verwaltung Sitzungsraum EDV-Raum Spüle Speisesaal Lehrbar
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Erstes Obergeschoss Primo piano
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aula cucina dimostrativa lavoro in gruppo segreteria/amministrazione sala riunione aula informatica area lavaggi sala da pranzo bar didattico
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Eingang / Rezeption Patisserie Lager Office Heizraum Lüftungszentrale E-Zentrale Serverraum Umkleide
ingresso / reception patisserie deposito office centrale termica centrale di ventilazione central elettrica vano server spogliatoio
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Drittes Oberges Terzo Drittes Obergescho Terzo pia
Drittes Obergeschoss Terzo piano
Drittes Obergeschoss Zweites Obergeschoss Terzo piano Erdgeschoss Secondo piano Piano Terra
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ingresso / reception patisserie deposito office la ingresso / reception 12 Eingang / Rezeption lazione centrale termica cina patisserie dimostrativa 13 Patisserie centrale di ventilazione deposito 14 Lager voro in gruppo Schnitt central elettrica office 15 Office greteria/amministrazione vanotermica server 4centrale 5 16 Heizraum la riunione Schnitt Sezione spogliatoio centrale di ventilazione 17 Lüftungszentrale la informatica celle frigo Sezione central elettrica 18 E-Zentrale ea lavaggi personale server 19 Serverraum la davano pranzo Schnitt autorimessa spogliatoio 20 Umkleide r didattico frigo 21 Kühlzellen cina celle mensa Sezione 22 Personalraum cina personale didattica Zweites Obergeschoss autorimessa 23 Tiefgarage 6 7 WC
Zweites6Obergeschoss 7 Secondo piano
Erstes Obergeschoss ingresso / reception patisserie Primo piano deposito
1 office centrale termica centrale di ventilazione central elettrica vano server spogliatoio celle frigo personale autorimessa
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sionale provinciale "Savoy" Erstes Obergeschoss Primo piano Pfalzen – I Pfalzes - I
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012 Meran Merano
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Klasse Showküche Gruppenraum Sekretariat/Verwaltung Sitzungsraum EDV-Raum Spüle Speisesaal Lehrbar Mensaküche Lehrküche
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ingresso / reception patisserie deposito office centrale termica centrale di ventilazione central elettrica vano server spogliatoio celle frigo personale autorimessa
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DER GESCHACK IM SCHAUFENSTER Landesberufsschule für das Gastgewerbe "Savoy"
UNA VETRINA SUL GUSTO Scuola alberghiera professionale provinciale "Savoy"
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Zweites Obergeschoss Secondo piano
ovinz Bozen – Abteilung Hochbau onoma di Bolzano – Ripartizione edilizia
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K IM SCHAUFENSTER
achmann
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9 | Hotelfachschule mit Schülerheim | Scuola alberghiera e convitto per studenti
EIN HOTEL ZUM LERNEN UN ALBERGO PER IMPARARE
HOTELFACHSCHULE MIT SCHÜLERHEIM Josef Ferrari Straße 40 - 39031 Bruneck SCUOLA ALBERGHIERA E CONVITTO PER STUDENTI Via Josef Ferrari 40 - 39031 Brunico
Bauherr | Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Architekten | Andrea Sega – Stefan Bauer – Josef March – Bozen - I Fertigstellung | 2013 Committente | Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Architetti | Andrea Sega – Stefan Bauer – Josef March – Bolzano - I Ultimazione | 2013 Foto | Alessandra Chemollo
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Aus den Interviews mit Marlene Kranebitter | Pädagogische Leiterin | PL Konrad Gartner | Lehrer und Koordinator für den Fachbereich Küche | L
Hofer Christian | Küchenmeister | K Treburg Eduard und Strassner Theresa | Schüler | S1 und S2 Andrea Sega | Architekt | A
A: “Die neue Hotelfachschule war ein Auftrag der Landesregierung. Die Notwendigkeit für diese neuen Klassenräume der Berufsschule in Bruneck war gegeben und dann haben wir beschlossen, die Planung Amts intern bis zum Einreichprojekt durchzuführen”. PL: “Wir sind jetzt im zweiten Schuljahr hier. Wir waren vorher in einem sehr kleinen Gebäude untergebracht und genießen natürlich die Weite und die Freiheit, die im neuen Gebäude möglich sind. Auch die Akustik in den Räumen ist sehr gut gelungen und wir schätzen sehr einfach die Tatsache, dass wir für unsere Schüler und Schülerinnen genügend Platz haben”. S1: “In dieser Schule fühle ich mich sehr wohl. Ich finde, dass die ganzen Räume doch sehr hell sind, es gibt viele Fenster und so fühlt man sich nicht eingeschlossen”. A: “Das Gebäude ist sehr rationell und linear. Es wurde so konzipiert, dass es sich harmonisch in der Schulzone Bruneck einfügt und mit dem gegenüber stehen neoklassischen Oberschulzentrum im guten Dialog steht”. PL: “Ich glaube, hier gibt es viele kleine Zentren. Wenn man genauer hinschaut treffen sich unsere Schüler sehr oft in den sogenannten –Chillräumen- im zweiten und dritten Geschoss. Dort sind sie nicht nur während der Pause am Vormittag und am Nachmittag, sondern auch manchmal während der Unterrichtstunden, wenn sie zum Beispiel ein Thema vertiefen wollen. Dort sitzen sie gemeinsam, nicht unbedingt dort wo sie sitzen sollten, manchmal auch auf den Tischen oder auf den Boden, sie genießen das sehr und ich finde das dürfen sie auch, um sich, ein bisschen relaxen zu können“.
S2: “Im zweiten Stock, insbesondere im Chillraum, kann man gut lernen. Das ist ein Aufenthaltsraum für die Pausen und wo wir während der Schulstunden Gruppenarbeiten führen können”. A: “Was an diesem Gebäude sehr gelungen ist, ist dass die Ziele, welche sich das Projekt vorgegeben hatte, auch erreicht werden konnten. Insbesondere die Verlängerung des Schulweges als eine Art Magistrale, die durch das Gebäude entstanden ist, eine Verstärkung der Fußgängerachse zum Stadtzentrum hin”. L: “Die beste Eigenschaft ist sicher die großzügige Arbeitsfläche, die wir für die einzelnen Schüler haben, d.h wir haben relativ große Abteilungen. Dort können sich die Schüler frei bewegen. Wir haben auch voll klimatisierte und technisch hochwertige Küchen, die den neuesten Anforderungen entsprechen”. K: “Die Demonstrationsküche ist mit sehr vielen Geräten ausgestattet, vermittelt eine gute Atmosphäre und ist auch vom Sonnenlicht durchflutet. In der Lehrküche, die spezielle einzelne Küchensysteme hat, kann jeder Schüler für sich kochen”. L: “Die Restaurantküche, das Herzstück der Schule, wurde während der gesamten Planung von unserer Fachlehrerin mitbetreut. Es war für uns sehr wichtig, weil wir doch so praktische Abläufe gezielter umsetzen konnten. Die Zusammenarbeit Küche-Service sollte zum Beispiel auf so kurzen Wegen wie möglich passieren und das ist hier optimal gelungen“. K: “Die Lehrküche ist sehr gelungen, weil diese sehr großzügig und sehr hell ist. Sie ist in einzelne Küchenbereiche unterteilt, d.h jede Kücheneinheit ist komplett autonom und vollständig eingerichtet. Jeder Schüler kann alleine versuchen, alle Kochgeräte zu bedienen. Das kommt so nicht immer vor”. A: “Es gibt hier eine Rezeption, so nahe wie möglich einem Hotel, weil die Reception selbst schon ein Unterrichtsraum ist. Auch die Bar ist als Lehrbar und Schülerbar konzipiert und die einzelnen Essbereiche sind so eingerichtet, wie in einem richtigen Hotel. Das gesamte Schulgebäude ist so geplant worden, wie es eben der Beruf auch braucht”.
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Dalle interviste con Marlene Kranebitter | coordinatrice pedagogica | CL Konrad Gartner | insegnante e coordinatore delle cucine | I Hofer Christian | mastro cuoco | C Treburg Eduard e Strassner Theresa | allievi | S1 e S2 Andrea Sega | architetto | A
A: “La progettazione della scuola alberghiera è un incarico che ci è stato dato dalla Provincia. La necessità di offrire nuovi spazi per questa scuola era data un dato di fatto, e quindi abbiamo deciso di portare avanti il progetto sino alla fase esecutiva”. CP: “Siamo in questo edificio da due anni. Prima ci trovavamo in una struttura molto piccola e ora apprezziamo gli ampi spazi e la libertà che ci offre questa scuola. Siamo molto soddisfatti anche delle eccezionali soluzioni acustiche negli ambienti e semplicemente la possibilità di avere abbastanza spazio anche per le pause dei nostri allievi ci sembra un dono inestimabile”. S1: “In questa scuola mi trovo molto a mio agio perché tutti gli ambienti sono molto luminosi, ci sono grandi finestre e non ci si sente come rinchiusi”.
A: “L’edificio è molto razionale, linearie, concepito in modo ideale per integrarsi armonicamente nella zona scolastica di Brunico, per generare con gli altri edifici un buon dialogo, soprattutto con la struttura neoclassica che si trova proprio di fronte”. CP: “Penso che in questo edificio ci siano tanti piccoli centri. Se si osserva dove si soffermano gli allievi, gli spazi relax al secondo e terzo piano sono molto apprezzati. Gli studenti non vi si soffermano solamente durante la pausa al mattino e al pomeriggio o del pranzo, ma possono andarci anche durante le lezioni, quando devono approfondire una tematica specifica. Lavorano in questi ambienti non per forza seduti dove dovrebbero, ma anche sui tavoli o sui gradoni e apprezzano molto questa possibilità. Penso che questa libertà di movimento permetta loro di rilassarsi molto”. S2: “Al secondo piano, nella zona relax, si può imparare molto bene. È un luogo di incontro durante la pausa e un posto in cui, quando abbiamo lezione, mi piace svolgere le attività di gruppo”. A: “Ciò che risulta particolarmente riuscito di questo progetto è di avere raggiunto gli obiettivi prefissati. Ovvero, accogliere una scuola professionale, rinforzando un importante asse del mondo della formazione”. 56
I: “L’elemento più apprezzato di questo edificio è avere molto spazio per il lavoro di ciascun allievo e ambienti abbastanza grandi in cui possono muoversi in grande libertà. Abbiamo anche delle cucine perfettamente climatizzate e ben attrezzate, per rispondere alle più attuali sfide che la formazione in questo settore ci pone”. C: “La cucina dimostrativa è attrezzata con ottime strumentazioni, offre una buona atmosfera, anche l’illuminazione è diretta, i raggi del sole possono entrare nella sala. Questo è un luogo pensato per un gruppo più grande di allievi, per persone che si siedono e assistono alla lezione, diversamente dalla cucina didattica, qui a fianco, che invece ha singole cucine dove ciascun allievo può cuocere da solo e provare a fare ciò che l’insegnante ha mostrato”. I: “La cucina centrale è stata pensata per servire la zona ristorante e la nostra esperta, la Sig.ra Mair, è stata coinvolta in tutta la fase progettuale. Per noi era molto importante, perché così oggi riusciamo a svolgere le attività pratiche in modo più mirato. Il rapporto tra cucina e servizio in sala, infatti, deve avvenire nel più breve tempo possibile e qui questo aspetto è stato rispettato ad arte“.
C: “La cucina didattica ha altri obiettivi rispetto a quella centrale, dove ogni giorno si servono i pasti a ospiti esterni o alla comunità scolastica che mangia regolarmente a scuola. Qui l’obiettivo è quello di imparare a cucinare. Quindi, per esempio, le seconde classi hanno il compito a rotazione di cucinare per i compagni. Oggi la 2A cucina, la 2C serve e la 2D mangia in sala. In questo modo gli allievi conoscono il servizio alberghiero sotto tre aspetti: quello dell’ospite, quello del cuoco e quello del cameriere”. C: “La cucina didattica è un ambiente progettato bene, perché è molto luminoso. È suddivisa in singole aree con piccole cucine perfettamente attrezzate. Ciascun allievo può imparare a utilizzare gli elettrodomestici. Non è una cosa che si trova dappertutto”. A: “L’edificio corrisponde a quanto serve a una scuola professionale. È concepito in modo molto simile al luogo in cui gli allievi lavoreranno, le richieste degli utenti sono state tenute in considerazione, non c’è un vero e proprio ingresso, ma una reception, molto simile a quelle che si trovano negli alberghi, perché anche questo sia un luogo didattico. Anche il bar è il bar della scuola, ma anche il bar didattico e le diverse sale da pranzo sono concepite così come si fosse in un vero e proprio hotel”.
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Lageplan Planimetria
14
14 14
Obergeschoss Terzo piano
Zweites Obergeschoss Secondo14piano 14
14
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15 28
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21
6
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15
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26
26
26
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30
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14
Erdgeschoss Piano Terra 14
WC
Obergeschoss Primo piano
13
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7
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7
7 7
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7 6 WC WC
1
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14
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16
2
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WC
15
14 22
4
Lageplan Planimetria
14
14
14
14
14
25
14
14 14
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21
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26
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6
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26
Erstes Untergeschoss WC Primo Piano interrato28 WC
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WC 28
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29
29
26 Zweite Secon
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16
Drittes Obergeschoss Terzo piano
14Obergeschoss Drittes 12 Terzo piano
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hoss rato
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Schnitt Sezione
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UN ALBERGO PER IMPARARE 14
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14 per studenti 14 Scuola alberghiera e14convitto 14
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14
Architekt Architetto
Andrea Sega, Stefan Bauer, Josef March
Auftraggeber Committente
Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau 14 14 Provincia di Bolzano – Ripartizione edilizia 14 Autonoma 14
14
14
14
14
16 Adresse Josef Ferrari Straße 6 40 - 39031 Bruneck Erstes Untergeschoss 14 Indirizzo Via Josef14 Ferrari 40 - 39031 Brunico 15
Primo piano interrato Fertigstellung Ultimazione
201314 16
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14
14
6
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37
51 1 Büro 2 Reception 39 4 Versammlungssaal 5 Bibliothek 6 Putzraum 35 7 Zimmer 6 8 Speisesaal 9 Küche 10 Personal 35 11 Restaurant WC WC Bar 16 16 12 13 Hausmeister Wohnung 14 Zimmer Bozen - I 15 Mehrzweckbereich Bolzano - I 16 Lagerraum 17 Lehrerzimmer21 18 18 19 Sprechzimmer 20 17 19 Direktion 20 Sekretariat 21 Technik 22 Lehrküche 21 23 Vorbereitungsraum 19 20 2418 Demonstrationsküche 17 2525 Praxisraum 24 26 Klasse
23
27 Bibliothek ufficio 16 Erstes Obergeschoss 28 Abstellraum reception 13 Arbeitsraum sala riunionePrimo piano 29 Erstes Obergeschoss 30 Freibereich biblioteca 7 31 Vorplatz locale 35 pulizie Primo pianoSU stanza 32 Freizeit 33 Freizeit OS 7 sala da pranzo cucina 34 Raum für Spiele 7 personale 35 Umkleide 35 ristorante 36 Kühlzelle 7 bar 37 Weinkeller appartment custode 38 Müll stanza 7 39 Ökonomat zona multiuso 40 Heizung-Sanitär deposito 41 Küche WC sala professori 42 Tiefgarage WC sala udienze 43 Lüftung direzione 44 Waschen, Bügeln, Depot WC WC segretario 45 Musikraum 1 6 locale tecnico 46 Magazin cucina diattica 47 Depot OS sala preparazione 48 Depot SU cucina dimostrativa 50 Elektroraum locale pratica 22 51 Abladezone 4 WC WC aula 6
15
14
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14
14
25
24
23
22
biblioteca ripostiglio laboratorio atrio cortile 13 tempo libero SU 7 tempo 7 libero SS Sala giochi 7 spogliatoio 7 cella 7frigorifera 7 cantina vini rifiuti 7 7 economato impianto termo-sanitario 6 7 7 cucina garage ariazione 7 lavare, stirare, deposito 2 aula musicale 6 magazzino WC deposito SS WC deposito SU centrale elettrica zona 1 carico WC
38
14
WC
Hotelfachschule mit Schülerheim 14
WC
IN HOTEL ZUM LERNEN
WC
Legende | Legenda
2
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4
Zweites Untergeschoss Secondo Piano interrato
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Lageplan Planimetria
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Erstes Obergeschoss 14 Primo piano
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Erstes Untergeschoss 14 Primo Piano interrato
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WC
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Erstes Obergeschoss Primo piano
7
BERGO PER IMPARARE
Andrea Sega, Stefan Bauer, Josef March
Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia
44 16
Bozen - I Bolzano - I
10
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14
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15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
1
WC
27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 Mehrzweckbereich zona multiuso 40 Lagerraum deposito 41 Lehrerzimmer44 sala professori 42 Sprechzimmer sala udienze 43 36 36 Direktion direzione 44 Sekretariat segretario 45 Hotelfachschule mit Schülerheim Technik locale tecnico 46 Lehrküche 44 47 46cucina diattica Vorbereitungsraum sala preparazione 48 Demonstrationsküche cucina dimostrativa 50 Praxisraum pratica Scuola alberghiera e locale convitto per studenti51 45 Klasse aula
2
44
biblioteca ripostiglio laboratorio atrio cortile 4 tempo libero SU tempo libero SS Sala giochi spogliatoio cella frigorifera cantina vini rifiuti economato impianto termo-sanitario Bibliothek cucina Abstellraum garage Arbeitsraum ariazione Freibereich lavare, Vorplatzstirare, deposito Freizeit SU aula musicale Freizeit OS magazzino Raum für SS Spiele deposito Umkleide deposito SU WC WC Kühlzelle 10 centrale elettrica Weinkeller zona Müll carico
15
2
Zweites Untergeschoss Secondo Piano interrato 46 14
14
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2
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10 11
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31 44 36 36
biblioteca 47 48 ripostiglio laboratorio atrio cortile tempo libero SU tempo libero SS Sala giochi spogliatoio 39 cella frigorifera cantina vini rifiuti Ökonomat economato Heizung-Sanitär 41 impianto termo-sanitario Küche cucina Legende | Legenda 38 Tiefgarage garage Lüftung ariazione Waschen, Bügeln, Depot lavare, stirare, deposito 1 Büro Musikraum aula 2 musicale Reception Magazin magazzino 4 Versammlungssaal Depot OS deposito SS 5 Bibliothek Depot SU deposito SU 6 Putzraum Elektroraum centrale elettrica 7 Zimmer Abladezone zona carico 8 Speisesaal 9 Küche 10 Personal 11 Restaurant 12 Bar 46 31 13 Hausmeister Wohnung 40 16 14 Zimmer Bozen I 15 Mehrzweckbereich Andrea Sega, Stefan Bauer, Josef March Bolzano - I 16 Lagerraum 17 Lehrerzimmer Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau 18 Sprechzimmer 35 Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia 19 Direktion 20 Sekretariat 33 32 34 34 48 Josef Ferrari Straße 40 - 39031 Bruneck
Sezione
IN HOTEL ZUM LERNEN
UN ALBERGO PER IMPARARE
biblioteca ripostiglio laboratorio atrio cortile tempo libero SU tempo libero SS 45 Sala giochi spogliatoio Architekt cella frigorifera Architetto cantina vini rifiuti Auftraggeber economato Committente impianto termo-sanitario cucina Adresse 47
WC WC
17
36 6 36 2
20
27 Bibliothek ufficio 28 Abstellraum reception 29 Arbeitsraum sala riunione 30 Freibereich biblioteca 24 23 31 22 Vorplatz locale pulizie stanza 32 Freizeit SU sala da pranzo 33 Freizeit OS cucina Schnitt 34 Raum für Spiele personale 35 Umkleide Sezione ristorante 36 Kühlzelle bar 37 Weinkeller appartment custode 38 Müll Legende | Legenda stanza 39 Ökonomat zona multiuso 40 Heizung-Sanitär 1 Büro ufficio deposito 41 Küche 2 Reception reception sala professoriZweites Untergeschoss 42 Tiefgarage 4 Versammlungssaal sala riunione sala udienze 43 Lüftung 5 Bibliothek biblioteca Secondo Piano direzione 44 interrato Waschen, Bügeln, Depot 6 Putzraum locale pulizie segretario 7 Zimmer stanza 45 Musikraum Speisesaal sala da pranzo locale 8tecnico 46 Magazin Küche cucina cucina9diattica 47 Depot OS 10 Personal personale sala preparazione 48 Depot SU 50ristorante 11 Restaurant cucina12 dimostrativa Elektroraum 43 50 Bar bar locale 13 pratica 51 Abladezone Hausmeister Wohnung appartment custode aula 14 Zimmer Schnitt stanza
22 14
41 6
WC
EL ZUM LERNEN
23
7
WC
1 Büro 2 Reception 4 Versammlungssaal 14 5 Bibliothek 25 6 Putzraum 7 Zimmer 14 8 Speisesaal 9 Küche 10 Personal 11 Restaurant 12 Bar 13 Hausmeister Wohnung 14 Zimmer -I 15 Mehrzweckbereich March Bozen Bolzano - I 16 Lagerraum chule mit Schülerheim17 Lehrerzimmer 18 Sprechzimmer edilizia 19 Direktion 20 Sekretariat erghiera e convitto per21studenti Technik 22 Lehrküche 23 Vorbereitungsraum 24 Demonstrationsküche 25 Praxisraum 26 Klasse
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WC 14
7
WC WC
6
1
WC
6
50 43
7
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WC 14
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W W 35
6
14 Zweites Untergeschoss Secondo Piano 35interrato 14
7 33 14
16
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48
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rtment custode a multiuso sito professori
14
38 14
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WC
Bibliothek Abstellraum Arbeitsraum Freibereich Vorplatz Freizeit SU Freizeit OS Raum für Spiele Umkleide Kühlzelle Weinkeller Müll Ökonomat Heizung-Sanitär Küche
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Erstes Obergeschoss 6 15 piano Primo
18 Legende | Legenda 17
27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41
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29 Zwe
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21
o 2013 ption riunione teca e pulizie a da pranzo a onale ante
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Josef Ferrari Straße 40 - 39031 Bruneck Via Josef Ferrari 40 - 39031 Brunico
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biblioteca ripostiglio laboratorio atrio cortile tempo libero SU tempo libero SS Sala giochi spogliatoio cella frigorifera cantina vini 14 rifiuti economato impianto termo-sanitario cucina garage 14ariazione t lavare, stirare, deposito aula musicale 14 magazzino deposito SS 14 deposito SU centrale elettrica zona carico
WC WC WC 14 28
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2 Erstes Obergeschoss Primo piano 21
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Drittes Obergeschoss Terzo piano
Drittes Obergeschoss 6 15 piano Terzo
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Erdgeschoss Piano Terra
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7
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ufficio reception sala riunione biblioteca locale pulizie stanza sala da pranzo cucina personale ristorante bar appartment custode 21 stanza zona multiuso deposito sala professori sala udienze direzione segretario 36 37 16
Er P 31
27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 16
Bibliothek Abstellraum Arbeitsraum Freibereich Vorplatz Freizeit SU Freizeit OS 3 Raum für Spiele 51 Umkleide 39 Kühlzelle Weinkeller Müll 35 Ökonomat 6 Heizung-Sanitär Küche Tiefgarage Lüftung 35 Waschen, Bügeln, Depot WC W Musikraum
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10 | Frei Universität Bozen – Hauptsitz | Libera Universitá di Bolzano – Sede
DIE STADT IN DER STADT LA CITTÁ NELLA CITTÁ
FREI UNIVERSITÄT BOZEN – HAUPTSITZ Universitätsplatz 1 - 39100 Bozen
LIBERA UNIVERSITÁ DI BOLZANO – SEDE Piazza Universitá 1 - 39100 Bolzano
Bauherr | Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Architekten | Bischoff & Azzola - Zürich - CH Fertigstellung | 2007 Committente | Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Architetti | Bischoff & Azzola - Zurigo - CH Ultimazione | 2007 Foto | Walter Niedermayr
60
Aus den Interviews mit
Kuno Prey | Designer und Professor an der Fakultät für Design und Künste | P Günther Mathà | Generaldirektor | D Paolo Bellenzier | Architekt von der Abteilung Hochbau der Autonomen Provinz Bozen | PB
PB: „Auf mehr als 17.000 m² Hauptnutzfläche entstanden inmitten von Bozen zwei große Neubauten. Das Projekt von den Züricher Architekten Roberto Azzola und Matthias Bischof überzeugt aufgrund der gut proportionierten Baukörper von Bibliothek und Hörsäle. Sie bilden im Verbund mit den schützenswerten alten Spitalbauten eine neue Großform, die den Stadtraum verdichtet und gliedert. Diese neuen Baukörper wurden gekonnt mit dem Altbestand des alten Krankenhauses und deren Verwaltungsgebäude verbunden. Zwischen den Gebäuden werden unterschiedliche Hofräume geschaffen, diese öffnen Sichtbeziehungen zwischen neu und alt und vernetzen das Gebäudegefüge mit seinem städtischen Umfeld, eine „Stadt in der Stadt“. D: „Ein zentraler Punkt der Universität Bozen ist die Einbindung in der Stadt. Es hat damals eine sehr intensive Diskussion gegeben: will man ein Campus schaffen oder will man die Uni im Zentrum der Stadt errichten. Es hat sich absolut bewährt, die Uni im Zentrum zu haben, weil wir heute merken, dass die Universität hier es schafft, mit den Bürgern aktiv in Verbindung zu treten“. P: „Die Räumlichkeiten der Fakultät für Design und Künste entwickeln sich in zwei Gebäudetrakte. Das ehemalige Krankenhaus mit Räumen zu ca. 70 m² und der neue Trakt, wo wir gemeinsame Ateliers untergebracht haben; insgesamt 8 Stück, 2 Einheiten pro Etage. Ich hatte im Jahr 2002 bei der Gründung der Fakultät das besondere Glück ein neues Lehrmodell zu entwickeln und zu perfektionieren; viel davon habe ich von meiner vorherigen Zeit in Weimar mitgebracht. Ich hatte weiters das Glück in der jungen neuen Universität Bozen auch die Räumlichkeiten mitzubestimmen“.
D: „ Ich war von Anfang an mit dabei, wir konnten aktiv mit gestalten und die Wünsche der Studierenden, der Professoren der Universität gut einbringen und die Bauherren haben immer unsere Vorschläge gerne und positiv aufgenommen“. P: „Das freche an unserem Raumkonzept war, wie kriegen wir auf einer eleganten Art und Weise Lehrende und Studierende zusammen. An vielen Hochschulen sucht man die Studierenden an einer Stelle und die Lehrenden an ganz einer anderen Stelle, die sind dann immer abgekoppelt. Um das zu vermeiden, habe ich die Räumlichkeiten so gestaltet, dass es das Atelierraum gibt, an dem zwei andere Räume angedockt sind. Da befinden sich die Büros des Professors, des Projektleiters, des Mitarbeiters oder des Juniordesigners. Um ihre Räume zu betreten, müssen die Kolleginnen und Kollegen durch das Atelier, also das Herz, wo die Studierenden arbeiten. Sie können zwar die Tür abschließen aber in der Regel ist es aber so, dass die Tür offen bleibt, dass Transparenz bleibt. Das ist auch wichtig, weil intelligente, neugierige und aufmerksame Studierende somit an den Arbeiten und Aufgaben der Lehrenden teilnehmen können“. D: „Am Standort Bozen sind mehr oder weniger die meisten Räumlichkeiten gelungen. Die Bibliothek ist unser Herzstück. Wir haben aber auch eine Aula Magna, die sehr großzügig und sehr einladend ist. Wir haben sehr schöne Hörsäle, auch die Mensa funktioniert sehr optimal, weil sie so nahe und mit den anderen Räumlichkeiten vernetzt ist. Vieles ist nicht fixiert worden, es gibt auch Räume ohne Bestuhlung, insofern kann man sich auch den aktuellen Bedürfnissen des neuen akademischen pädagogischen Konzeptes anpassen und hier einfach auch Adaptierungsarbeiten machen, die immer wieder nötig sind bei so einem großen Betrieb“. P: „Ein sehr wichtiger Aspekt für die Fakultät für Design und Künste war die Errichtung der Werkstätten. Als wir begannen, waren die Werkstätten außerhalb des Stadtzentrums. Dadurch hat sich keine tolle Dynamik im Zusammenspiel mit der Atelierarbeit und der Werkstattarbeit entwickelt. 2010 wurde der neue Werkstättentrakt hier im Haus fertig gestellt. Es wurde uns Raum frei geschaufelt, im wahrsten Sinne des Wortes. 61
Wir sind zwei Erdgeschosse in die Tiefe gegangen und haben zwischen den Gebäuden freie Flächen bekommen. Das Tolle daran ist, dass wir hier aus dem Theorieraum ausgehen und mit dem Aufzug direkt zu den Werkstätten fahren können. So können wir Theorie in Praxis schnell umsetzen und überprüfen“. D: „Es haben sich jetzt neue pädagogische Konzepte ergeben, wo man sich vom sogenannten Frontalunterricht entfernt, man geht eher mehr in die Teamarbeit, in die Praxis, ins Planerische, ins Konstruieren, in die Werkstätten, was ja ursprünglich schon die Fakultät für Design und Künste hatten. Insofern merken wir, dass dieser Bedarf, die Studierenden weg von den klassischen Vorlesungen und hin zu den Workshops zu führen, hier in diesen Räumlichkeiten möglich ist, um im Bereich der Lehre am aktuellen Stand zu stehen“. P: „Was die Planung der Werkstätten anbelangt, war die Entscheidung, diese so knapp wie möglich zu halten, also nicht in der Fläche extrem großzugig zu sein, sondern auch dort einen Raum zu erzwingen, der sogenannte Bankraum, wo eigentlich
die effektive Gestaltung stattfindet. In den Werkstätten werden die Teile zugeschnitten, geschweißt, gebogen, gegossen, und der Zusammenbau geschieht im Bankraum. Das ist das Herz der Werkstätten, ein großer lang gezogener Raum, mit vielen Werkbänken. Die Werkstätten sind an diesem Raum angedockt und es ergibt sich ein toller Freiraum, der sogenannte Lichtraum. Die Räume sind von außen erschlossen, also ohne interne Türen und man kann den Hof nutzen um auch größere Konstruktionen zusammenzubauen. Inzwischen ist es auch zu einen weiteren Treffpunkt an der Fakultät geworden.“ D: „Die ursprünglich gedachte Großzügigkeit, die hier in den Gängen gelegt wurde, bewehrte sich, weil wir die Gänge nicht nur für die Bewegung zu den Hörsälen für die verschiedenen Vorlesungen nutzen, sie werden für Messen, für Veranstaltungen , für Ausstellungen sehr viel benutzt. Sie müssen sich vorstellen, das wir hier in etwa an die hundert jährlichen Veranstaltungen von externen Anbietern im Bereich des „Non Profits“ oder des Kulturbereiches diese Räumlichkeiten anbieten können.“
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Dalle interviste con Kuno Prey | designer e professore ordinario alla Facoltà di Design e Arti | P Günther Mathà | direttore generale | D Paolo Bellenzier |architetto del Dipartimento Edilizia della Provincia Autonoma di Bolzano | PB
PB: “Su una superficie di 17.000 m² sono sorti nel centro di Bolzano due nuovi edifici destinati ad accogliere la sede centrale della Libera Università di Bolzano. Il progetto degli architetti di Zurigo, Roberto Azzola e Matthias Bischof, convince per la relazione equilibrata tra gli edifici, la buona allocazione della biblioteca e delle aule. Gli edifici nuovi sono messi in relazione a ciò che rimaneva del vecchio ospedale e della sua parte amministrativa. In questo modo si forma un complesso che arricchisce e articola lo spazio cittadino circostante. Tra le strutture sono state create corti differenti, che offrono visuali tra il nuovo e il vecchio e si pongono in relazione con il contesto cittadino, una ‘città nella città’ ”. D: “Un fattore centrale dell'Università di Bolzano è il legame con la città. A suo tempo c'è stato un dibattito molto acceso: vogliamo creare un campus, o vogliamo avere un'università nel centro cittadino? La decisione di avere un'università in centro si è
rivelata vincente: oggi abbiamo un'istituzione che riesce a dialogare con la comunità esterna”. P: “Gli ambienti interni della Facoltà di Design e Arte si articolano in due parti architettoniche. Da un lato l'ex ospedale con sale che raggiungono 70 m² circa. Dall’altro la parte nuova dove abbiamo previsto gli atelier, in tutto 8, distribuiti su più piani, 2 atelier per piano. Nel 2002, nel periodo della creazione della Facoltà, ho avuto la fortuna di sviluppare e perfezionare un nuovo modello didattico che proveniva dalla mia esperienza a Weimar e che ho potuto inserire nel sistema didattico italiano. Ho avuto quindi la fortuna di essere coinvolto anche nella progettazione degli spazi della nuova università di Bolzano”. D: “C'ero dall'inizio, siamo stati coinvolti nella progettazione e abbiamo preso in considerazione i desideri degli studenti e dei professori dell'università, i progettisti hanno accolto le nostre proposte in modo positivo”. P: “La modalità particolare di organizzare tra loro gli spazi è nata dalla richiesta di far interagire in modo elegante docenti e studenti. Nella maggior parte delle università gli studenti si trovano in un punto e i docenti completamente da un’altra parte, sono sempre separati. Per evitare questa situazione ho pensato gli spazi in modo tale che all’interno dell'atelier, un ambiente che ha un'unica entrata, si trovino due altre stanze. Qui abbiamo gli uffici dei professori, di chi dirige i progetti, dei 63
collaboratori o del junior designer. Per accedere alle loro stanze, i colleghi devono passare attraverso l'atelier, il cuore, dove gli studenti lavorano. Possono chiudere la porta, sì, per avere più privacy, ma solitamente questa resta aperta, in modo che ci sia trasparenza. In questo modo gli studenti intelligenti, curiosi e attenti possono interagire con ciò che fa il docente, con le sue attività, oltre il momento didattico”. D: “Nell’edificio universitario centrale di Bolzano gli spazi sono riusciti abbastanza bene. La biblioteca è il nostro fiore all'occhiello. Ma abbiamo anche un'aula magna, che è molto spaziosa e invitante. Abbiamo degli auditori molto belli, anche la mensa funziona bene, poiché è centrale e facilmente raggiungibile dagli ambienti circostanti. La flessibilità, di cui ha bisogno un'università, qui c'è. Tante cose non sono state progettate in maniera definitiva, ci sono aule senza sedie fisse, così ci si può adattare ai nuovi modelli didattici dell'accademia e operare interventi puntuali al bisogno, cosa che è all’ordine del giorno in università di queste dimensioni”. P: “Un aspetto molto importante per la Facoltà di Design e Arti è stata la creazione dei laboratori. All'inizio, la facoltà aveva i suoi laboratori in uno stabile fuori dal centro cittadino. In bicicletta mi ci volevano minimo 8 minuti, era una bella distanza. Questo ha ostacolato l'interazione tra il lavoro svolto negli atelier e quello nei laboratori. Nel 2010 abbiamo ottenuto uno spazio per i laboratori qui nell'edificio centrale. Ci hanno letteralmente scavato lo spazio sotto i piedi. Siamo andati due piani sotto terra e abbiamo ricevuto uno spazio aperto tra gli edifici del campus di Bolzano, dove abbiamo allestito i laboratori su due livelli. Il bello è che usciamo dagli ambienti destinati alla lezione teorica e scendiamo con l'ascensore direttamente nella sezione laboratori. Così possiamo collegare la teoria direttamente con il lavoro analogico e digitale, che
spesso avviene nella progettazione, ma che deve essere verificato, realizzato e sperimentato”. D: “Si stanno affermando nuovi approcci didattici, che prendono le distanze dalle cosiddette lezioni frontali. Si lavora di più in gruppo, si fa più pratica, progettazione, costruzione, si usano i laboratori, cosa che esisteva già dall’inizio alla Facoltà di Design e Arti. Ci sembra che il trend di alternare le lezioni classiche alle attività di workshop possa trovare in questo edificio gli spazi adatti, per mantenere la didattica al passo con gli standard attuali”. P: “Per quanto riguarda la progettazione dei laboratori, li avevo pensati su una superficie compatta e relativamente ridotta, in modo da creare uno spazio ad hoc dove avrebbe dovuto svolgersi la progettazione dei manufatti. Nei laboratori vengono tagliati i pezzi, vengono saldati, piegati, mentre l'assemblaggio avviene in questo luogo centrale. Questo è il cuore dei laboratori, un ambiente grande e lungo con tanti banchi di lavoro. I laboratori sono allocati attorno a questo spazio, che risulta essere molto bello, lo spazio più illuminato nell'area dei laboratori al primo piano interrato. L’accesso ai laboratori avviene dal cortile interno, una piccola piazzetta che può essere impiegata anche per assemblare delle costruzione particolarmente grandi. Nel frattempo questo cortile, su cui si affacciano i laboratori e lo spazio centrale, è divenuto anche un punto di ritrovo per la facoltà”. D: “La progettazione generosa dei corridoi si è rivelata davvero utile, poiché non servono solo per spostarci da un auditorio all'altro, ma vengono usati molto per fiere, manifestazioni, esposizioni. Deve immaginarsi che ogni anno riusciamo ad accogliere un centinaio di manifestazioni organizzate da enti esterni nell’ambito del ‘non profit’ e della cultura”.
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1 Werkstatt für Plastikteile 2 Verantwortlicher Werkstatt 3 Modellwerkstatt 4 Werkstatt für die Oberflächenbehandlung 5 Erdgeschoss Rapid prototyping 6 Piano Metallwerkstatt Terra 7 Eingang 8 Abstellraum 9 Holzwerkstatt 10 Verantwortlicher Computer 11 Mitarbeiter 12 Putzraum 13 Datenraum 14 Werkstatt Computer Win-Pool 15 Projektatelier 16 Kunstsammlung 17 Designatelier 18 Büro
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laboratorio materie plastiche responsabile officina laboratorio di modellazione laboratorio trattamento delle superfici rapid prototyping laboratorio del metallo atrio d'ingresso ripostiglio laboratorio del legno responabile computer collaboratore locale pulizia vano dati laboratorio computer Win-Pool atelier di progetto collezione di design atelier di design ufficio
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Legende | Legenda
DIE STADT IN DER STADT Frei Universität Bozen – Hauptsitz
LA CITTÁ NELLA CITTÁ Libera Universitá di Bolzano – Sede
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Werkstatt für Plastikteile Verantwortlicher Werkstatt Modellwerkstatt Werkstatt für die Oberflächenbehandlung Rapid prototyping Metallwerkstatt Eingang Abstellraum Holzwerkstatt Verantwortlicher Computer Mitarbeiter Putzraum Datenraum Werkstatt Computer Win-Pool Projektatelier Kunstsammlung Designatelier Büro
Erdgeschoss Piano Terra
DIE STADT IN DER STADT Frei Universität Bozen – Hauptsitz
Legende | Legenda
laboratorio materie plastiche responsabile officina laboratorio di modellazione 1 laboratorio trattamento delle superfici 2 rapid prototyping 3 laboratorio del metallo 4 atrio d'ingresso 5 ripostiglio 6 laboratorio del legno 7 responabile computer 8 collaboratore 9 locale pulizia 10 vano dati 11 laboratorio computer Win-Pool 12 atelier di progetto 13 collezione di design 14 atelier di design 15 ufficio 16 17 18
Werkstatt für Plastikteile Verantwortlicher Werkstatt Modellwerkstatt Werkstatt für die Oberflächenbehandlung Rapid prototyping Metallwerkstatt Eingang 3 Abstellraum Holzwerkstatt Verantwortlicher Computer Mitarbeiter Putzraum Datenraum Werkstatt Computer Win-Pool Projektatelier Kunstsammlung Designatelier Büro
laboratorio materie plastiche responsabile officina
laboratorio di modellazione 65 laboratorio trattamento delle sup
Erdgeschoss Piano Terra
DIE STADT IN DER STADT
rapid prototyping laboratorio del metallo 4 5 atrio d'ingresso ripostiglio laboratorio del legno responabile computer collaboratore locale pulizia vano dati laboratorio computer Win-Pool atelier di progetto collezione di design atelier di design ufficio
1 | SCHULEN IM WERDEN | SCUOLE IN DIVENIRE
Fachhochschule für Land- und Forstwirtschaft „Fürstenburg“ Scuola agraria e forestale “Fürstenburg” FACHHOCHSCHULE FÜR LAND- UND FORSTWIRTSCHAFT „FÜRSTENBURG“ Burgeis 7 - 39024 Mals SCUOLA AGRARIA E FORESTALE “FÜRSTENBURG” Burgusio 7 - 39024 Malles Venosta
Bauherr | Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Architekten | Werner Tscholl – Latsch - I Fertigstellung | 2015 Committente | Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Architetti | Werner Tscholl – Laces - I Ultimazione | 2015 Foto | Renè Riller
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2 | SCHULEN IM WERDEN | SCUOLE IN DIVENIRE
Schulboulder und Kletterhalle Palestra scolastica per Bouldering e arrapicata sportiva SCHULBOULDER UND KLETTERHALLE, Josef Ferrari Straße 10 - 39031 Bruneck PALESTRA SCOLASTICA PER BOULDERING E ARRAPICATA SPORTIVA Via Josef Ferrari 10 - 39031 Brunico
Bauherr | Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Architekten | Stifter + Bachmann – Pfalzen - I Fertigstellung | 2015 Committente | Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Architetti | Stifter + Bachmann – Pfalzes - I Ultimazione | 2015 Foto | Renè Riller
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3 | SCHULEN IM WERDEN | SCUOLE IN DIVENIRE
Kindergarten „Bruder Wilram“ Scuola per l’infanzia “Bruder Wilram” KINDERGARTEN „BRUDER WILRAM“ Hermann Delago Straße - 39031 Bruneck SCUOLA PER L’INFANZIA “BRUDER WILRAM” Via Hermann Delago - 39031 Brunico
Bauherr | Gemeinde Bruneck Architekten | Durnwalder & Taschler – Bruneck - I Fertigstellung | geplant 2015 Committente | Comune di Brunico Architetti | Durnwalder & Taschler – Brunico - I Ultimazione | prevista 2015 Foto | Durnwalder & Taschler
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4 | SCHULEN IM WERDEN | SCUOLE IN DIVENIRE
Landesberufschule für Handwerk und Industrie „Luigi Einaudi“ Scuola professionale provinciale per l’industria e l’artigianato „Luigi Einaudi“ LANDESBERUFSCHULE FÜR HANDWERK UND INDUSTRIE „LUIGI EINAUDI“ Sankt Gertraud Straße 3 - 39100 Bozen SCUOLA PROFESSIONALE PROVINCIALE PER L’INDUSTRIA E L’ARTIGIANATO „LUIGI EINAUDI“ Via Santa Geltrude 3 - 39100 Bolzano
Bauherr | Autonome Provinz Bozen – Abteilung Hochbau Architekten | Carlo Azzolini – Bozen – I Fertigstellung | geplant 2016 Committente | Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione edilizia Architetti | Carlo Azzolini – Bolzano - I Ultimazione | prevista 2016 Foto | Carlo Azzolini
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5 | SCHULEN IM WERDEN | SCUOLE IN DIVENIRE
Schulzentrum mit Bibliothek Centro scolastico con biblioteca SCHULZENTRUM MIT BIBLIOTHEK Freisinger Straße 13 - 39038 Innichen
CENTRO SCOLASTICO CON BIBLIOTECA Via Freisinger 13- 39038 San Candido
Bauherr | Gemeinde Innichen Architekten | Wolgang Simmerle – Bozen - I Fertigstellung | geplant 2018 Committente | Comune di San Candido Architetti | Wolfgang Simmerle – Bolzano - I Ultimazione | prevista 2018
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6 | SCHULEN IM WERDEN | SCUOLE IN DIVENIRE
Musikschule „Ragenhaus“ Scuola di musica “Ragenhaus” Bauherr | Gemeinde Bruneck Architekten | EBV Estudio Barozzi Veiga – Barcellona – E Fertigstellung | geplant 2017 Committente | Comune di Brunico Architetti | EBV Estudio Barozzi Veiga – Barcellona – E Ultimazione | prevista 2017
MUSIKSCHULE „RAGENHAUS“ Paul von Sternbach Straße 3 - 39031 Bruneck SCUOLA DI MUSICA “RAGENHAUS”, Via Paul von Sternbach 3 - 39031 Brunico
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+1.84 14.5 m 2.82mm²
2.1
+2.20m +2.12m +2.22
1.5 E4.10
+2.17m
D2.10 1 WC Serviz/ Garde i robe -3.28 / Guard B3 8.9 aroba m² 2.50m
B3
+1.84 7.1 m 2.50m² m
C4.20 Kopie 1 Sala rraum copie
+2.09m
ico
N
2.2
+2.07m
2.2
F2.103
+1.8 37.2 4m 3.00 m² m
teatruspie o l
balle tt, Scha tto,
A7.1 Tanz 01 Danz , Balle a,
-3.28 68.4 4.53mm²
sraum -3.28 28.6 4.53mm²
01 ng one C2.2 altu razi inist 4m Verw m² Amm +1.8 m 25.9 2.82
+2.05m
1.5%
ST2
147.8 5.01
1.6
1. UNTERGESCHOSS 1. PIANO INTERRATO
+1.70m
+1.68m
+1.99m
A2.1 Unte 05 Aula rricht
ST5
+1.93m
e scen 01 Bühn B3.1 mit palco Saal con / -3.28 m Sala -3.88 m²/ 4.41
ST2
+1.78m
+1.83m
19.0 2.80-2
er nti 01 imm gna C1.2 rerz inse 4m Leh ale m² Loc +1.8 m 49.4 2.93
+1.88m
1.4
05 F2.1 g Gan idoio / -3.28 m Corr -3.88 m² .20
1.4
03 gen ici D7.2 Anla igien 4m Wc izi m² Serv +1.8 m 15.5 2.50
+1.80m +1.76m
03 F2.2 g io 4mm² Gan rido 8 Cor +1.8 m 41.8 2.93
1.3
+1.82m
+1.83m
1.3 ST5
30 m
2.A
+3.03m
+3.00m +2.92m +3.09m
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