WEEK
Poste Italiane - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
N°6/ VII - 24 marzo 2011 - QUINDICINALE - 5 Euro
NUMERI, FATTI E PROTAGONISTI DELLA MODA E DEL LUSSO
AZIENDA DEL MESE
Compagnia delle Pelli scopre l’abbigliamento con La Martina BEPPI FREMDER Con il design e la tecnologia cambia il modo di viaggiare TENDENZA RETAIL Dalla vendita alla food experience
SPECIALE ACCESSORI CALZATURE, PELLETTERIA, OCCHIALI, LE PROPOSTE DEL PROSSIMO INVERNO
gianfrancoferre.com
GF974 — www.allison.it
SOMMARIO
ITALIA 8 Bulgari, un altro gioiello italiano sotto il cappello di LVMH
STUDI INVESTIMENTI PUBBLICITARI 40 Calzature e pelletteria tornano ad investire. L’exploit è firmato Prada
INTERVISTA 42 Design e tecnologia, con
79 Lanvin, 100 m² nel centro di Milano
FABBRICAPELLETTERIEMILANO cambia il modo di viaggiare
Francesco Trapani
GLOBAL BLUE 76 I russi tornano a comprare, ma la vera star del 2010 ha gli occhi a mandorla
APERTURE MONOMARCA
80 Ferragamo a quota cinque store in Vietnam
CREATIVI by Bonaudo 50 Laurence Dacade:”Il vero lusso è ciò che non si vede”
10 Aeffe, l’Ebitda torna positivo 10 Più fatturato e negozi nel 2010 di Fenicia
INTERVISTA 52 Cresce il lifestyle Jimmy Choo, aspettando il ready-to-wear
12 Sixty Group, focus sull’estero per tornare a crescere
GIROPOLTRONE 12 Yamamay e Carpisa, una holding per lo sviluppo
82 Sue Whiteley entra in Givenchy al posto di Malverdi
14 18 Montenapoleone, un anno a fianco delle griffe nel retail
82 A Luca Fuso le licenze di Safilo
MONDO 16 Hermès, cresce l’utile del 46%. Ipotesi delisting 16 True Religion, crescita grazie ai monomarca
Tamara Mellon
SPECIALE ACCESSORI 61 Il 2010 segna la riscossa della pellicceria
62 Mido, la ripresa dell’eyewear arriva
LICENZE 83 Mistral affida a Gilmar la licenza di Brooksfield
COMUNICAZIONE & EVENTI 84 Acqua for Life, la solidarietà firmata Armani
dall’estero 18 Wrangler s’ispira alla pop art e prepara la strategia retail
INTERVISTE
85 Stone Island sul ring con Giorgio Petrosyan
68 La Forgiatura, dalla vecchia 20 Adidas, 2010 da record a 12 miliardi di euro 22 Privalia entra in Germania con Dress for Less
Milano al lusso del futuro 70 La moda e i motori di Grand Prix One conquistano Montreal
LIFESTYLE 88 Tendenza retail: Ready to eat, dalla vendita alla food experience
PARIGI SFILATE DONNA SPECIALE ACCESSORI 24 Comparto calzature in crescita, visitatori Micam a +6%
71 A/I 2011-12: La moda secondo Parigi
93 Cambi al vertice e nuove acquisizioni per il Gruppo Italiano Vini
CASA & DESIGN AZIENDA DEL MESE 35 Compagnia delle Pelli, dopo gli accessori scopre l’abbigliamento con La Martina
94 Si è spento Rosario Messina, presidente di FederlegnoArredo 94 Lalique mette in mostra i suoi cristalli in un museo 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 3
EDITORIALE
BULGARI PASSA A LVMH, HA VINTO IL PIÙ FORTE
IN COPERTINA: La valigia e il beauty case in nappa marrone intrecciata sono di Bottega Veneta, così come la preziosa tote bag in struzzo effetto scaglie color assenzio, l’abito in tinta in twill di seta e la knot in nappa e karung lavorazione patchwork. La borsa rossa in paglia con manico in tartaruga è di Salvatore Ferragamo, come le ballerine “Varine” in rafia rossa e nera con punta a contrasto, la giacca color incenso in lino e cotone e gli occhiali da sole. Gli scialli in sottilissimo cashmere tessuti e ricamati a mano sono di Donabuti. Decolleté e bracciale in pitone beige ALV RTW. Sabot modello classy con tacco stiletto e stampa cocco effetto degradé Stuart Weitzman. Di Hermès la borsa Vittoria in pelle azzurra e il carré in seta. L’infradito piatto in pitone e pelle color argento con perline turchesi e cristalli Swarovski è di René Caovilla. Cappello di paglia e seta a tesa larga di Cycle. Styling Anna Gilde. Foto Gianni Rizzotti.
QUINDICINALE, IN EDICOLA IL GIOVEDÌ (SCHEDA ABBONAMENTI ALL’ULTIMA PAGINA)
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di David Pambianco
Certo, la notizia ha lasciato un po’ di amaro in bocca a tutti. Bulgari, un pezzo del nostro made in Italy, nonché una delle nostre poche aziende quotate, entra nell’orbita della francese LVMH, colosso da più di 20 miliardi di fatturato. Che l’azienda fosse in cerca di un partner era noto da tempo, almeno a giudicare dai rumours che di tanto in tanto uscivano sul mercato, poi indirettamente confermati da Francesco Trapani in questi giorni. Nessuno però si aspettava un fulmine così a ciel sereno, anche perché si pensava che LVMH fosse concentrato su Hermès e l’affaire Galliano-Dior. Ma cosa significa questa operazione? A parte l’aspetto nazionalistico di cui abbiamo detto, la riflessione di fondo è semplice: con la globalizzazione, il mercato è diventato più grande (e quello del lusso è tra i più globalizzati), le aziende sono pertanto diventate più piccole e hanno visto la loro quota di mercato ridursi. In poche parole “più il mercato si allarga più le aziende diventano piccole”. Fa specie pensare che un’azienda come Bulgari, da oltre un miliardo di euro di fatturato, sia piccola, ma è così, almeno per il mercato del lusso. Come abbiamo già detto nel numero precedente (nr. 5/2011) a proposito del gruppo PPR, questo significa che i nostri gruppi si troveranno gioco forza di fronte all’opzione di acquisire - ma bisogna avere dimensioni e risorse - o esser acquisiti. E che sia una questione di risorse lo fa capire chiaramente il prezzo altissimo pagato per i gioielli Bulgari. L’azienda è stata infatti valutata 3,9 miliardi di euro, cioè 3,6 volte il fatturato e 21 volte l’EBITDA. Una cifra che probabilmente né Richemont (6,7 miliardi attesi per il 2010-11), né PPR (6.17 miliardi per la divisione lifestyle+lusso), né Swatch (circa 5 miliardi di fatturato), tutti di dimensioni nettamente inferiori a quella di LVMH, hanno osato mettere sul tavolo. Insomma, il più forte e il più ricco ha conquistato una delle prede più ambite, Bulgari. Certo Francesco Trapani ha anche parlato di contatti con gruppi italiani che non si sono concretizzati, ma è difficile pensare che ci potessero essere le sinergie e le risorse sufficienti per un’operazione del genere. LVMH ha sì pagato l’azienda a caro prezzo, ma ne è probabilmente valsa la pena. Perché in questo modo il colosso francese, presente anche nella moda e negli spirits, si è rafforzato in una categoria – quella degli orologi e dei gioielli – in cui con “soli” 985 milioni di fatturato era molto più piccolo, rispetto ai leader che sono attualmente Richemont e Swatch. Un’ultima riflessione. E’ probabile che, con un mercato del lusso in forte crescita grazie all’Asia, si sia aperta un’altra stagione di acquisizioni, che vedrà altre eclatanti operazioni sul mercato.
ITALIA
BULGARI, UN ALTRO GIOIELLO ITALIANO SOTTO IL CAPPELLO DI LVMH
Francesco Trapani
U
n’altra prestigiosa maison italiana passa in mani francesi. Parliamo di Bulgari che, dopo oltre un secolo di gestione da parte della famiglia, con i suoi 1,07 miliardi di euro di ricavi (+15,4%) passa nell’orbita di Lvmh. Gli eredi del fondatore cederanno il pacchetto di maggioranza (152,2 milioni di azioni, pari al 50,43% del capitale sociale) in cambio di una partecipazione del 3,5% in Lvmh, che li porterà a diventare il secondo maggiore azionista familiare del gruppo, dopo Arnault stesso. Lvmh promuoverà poi un’Opa sulle azioni detenute dagli azionisti di minoranza a un prezzo stabilito in
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12,25 euro, un valore superiore di ben il 60% a quello antecedente l’operazione. Un accordo da 4,3 miliardi di euro, condotto nel riserbo generale e in un lampo. Paolo e Nicola Bulgari, nipoti di Sotirio, resteranno rispettivamente presidente e vicepresidente, mentre Francesco Trapani, loro nipote nonché Ceo dell’azienda negli ultimi 27 anni, salirà al vertice della divisione hard luxury di Lvmh, al posto di Philippe Pascal, entrando contestualmente a far parte del CdA del gruppo insieme a un secondo esponente della famiglia (ancora da indicare), inizialmente senza diritto di voto. A breve termine Trapani continuerà a guidare Bulgari in qualità di AD, per
poi lasciare il posto ad un successore operativo, ancora da designare. “A mio avviso, per prosperare oggi nel settore del lusso, sempre più disperso e competitivo – ha affermato Trapani – bisogna unire artigianalità e creatività a grandi dimensioni. Per questo da tempo ho cercato un alleato in Italia, ma mi sono imbattuto in una scarsa disponibilità a rinunciare al pieno controllo della propria azienda. Lvmh si è dimostrato il partner ideale per rendere Bulgari un large business, senza perdere la propria identità individuale e conciliando gli interessi sia della famiglia, che degli azionisti di minoranza e del management”. L’AD non parla di vendita, bensì di alleanza strategica, che offre a Bulgari importanti benefit in termini di sinergie, soprattutto nella distribuzione, nello sviluppo di prodotto (la griffe romana produce anche pelletteria e fragranze) e nella comunicazione. Dal canto suo, il gruppo di Arnault ha fortemente rafforzato una divisione giovane e relativamente piccola, ma dalle grandi potenzialità. Il segmento gioielli & orologi di Lvmh, nato nel 1999 con l’acquisizione di Chaumet, Zenith e TagHeuer, nel 2010 ha registrato 985 milioni di fatturato (20,3 miliardi è il fatturato totale del gruppo) e ora, con questa operazione, in un colpo solo raddoppia ampiamente la sua dimensione. Certamente, proprio in concomitanza delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, non è facile accettare che un altro simbolo del made in Italy passi in mani straniere. La maison romana ha però precedenti illustri che sono già stati acquisiti da player stranieri: Gucci, Bottega Veneta e Sergio Rossi fanno infatti capo a PPR, Valentino al fondo Permira, Gianfranco Ferrè a Paris Group di Dubai e infine Fendi, Emilio Pucci, e StefanoBi alla stessa Lvmh. E probabilmente l’elenco non si esaurirà qui.
ITALIA
SIVIGLIA LANCIA IL PROGETTO ATELIER Siviglia ha presentato, durante la settimana della moda, il nuovo progetto Atelier che sfilerà sulle passerelle di Milano a partire dall’edizione di febbraio 2012. La linea Atelier, disegnata da un famoso stilista il cui nome non è stato rivelato (da indiscrezioni si sa solo che è italiano e che sfila a Parigi) è una collezione sartoriale formata da capi con linee nette e volumi precisi. Il mood della collezione rispecchia perfettamente quel carattere femminile che non ha esitazioni, ma vive appieno l’esprit del suo tempo conci-
liando essenzialità e forma che glorifica il corpo e incredibili dettagli. La linea verrà distribuita in esclusiva in prestigiosi 300-350 top store intenazionali. Siviglia ha chiuso il 2010 con un fatturato di 42 milioni di euro, con 700 mila capi venduti e prevede di chiudere il 2011 con un fatturato in crescita a 50 milioni di euro e 900.000 capi venduti.
AEFFE, L’EBITDA TORNA POSITIVO Torna in positivo il risultato operativo di Aeffe, che nel 2010 ha registrato un Ebitda di 3,5 milioni di euro (1,6% sul fatturato), in netto miglioramento rispetto al risultato negativo per 12,9 milioni nel 2009. L’incremento della marginalità è dovuto “alla minore incidenza dei costi operativi in seguito alle politiche di contenimento e di miglioramento dell’efficienza”, come è riportato in una nota del gruppo di
abbigliamento e calzature controllato da Massimo e Alberta Ferretti. Grazie al progresso dell’utile operativo, anche la perdita netta si è ridotta, attestandosi a 12,5 milioni di euro, in calo rispetto ai 20,1 milioni di rosso nel 2009. In aumento invece l’indebitamento, salito da 87,7 a 95,5 milioni di euro, mentre i ricavi del gruppo, come comunicato in via preliminare, si sono attestati a 219,2 milioni di euro (+1%).
EXCELSIOR MILANO, ECCO I BRAND DEL NUOVO CONCEPT STORE
Antonia Giacinti
Progettato da Jean Nouvel e in apertura il prossimo settembre, Excelsior Milano, il nuovo progetto di Gruppo Coin, diventerà la nuova destinazione d’avanguardia per lo shopping. Un percorso creativo pensato per un pubblico globetrotter e cosmopolita in continua ricerca di nuovi contenuti estetici. Primo step è stata la selezione dei 10 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
marchi, che è stata effettuata dal team di buyer di Antonia Giacinti, direttore artistico di Excelsior Milano in collaborazione con il team dedicato dello stesso concept store. Maison Martin Margiela, Givenchy, Proenza Schouler e Zagliani, Christian Louboutin, Pierre Hardy, sono solo alcuni dei brand scelti da Antonia. Per l’uomo invece la ricerca è stata orientata su Haversack, Nigel Cabourn, Band of Outsiders, Balmain e altri brand dal sapore ancora più internazionale. “Sono molto soddisfatta del successo che sta riscuotendo Excelsior. I brand più esclusivi hanno recepito velocemente l’impatto emozionale che questo concept store avrà su Milano”, ha dichiarato Antonia. Gli spazi dedicati agli shop in shop ospiteranno invece marchi esclusivi e ricercati come Tiffany&Co, Valextra e Ladurée per citarne alcuni.
PIÙ FATTURATO E NEGOZI NEL 2010 DI FENICIA Il gruppo Fenicia, che produce e distribuisce il marchio Camicissima e il marchio di abbigliamento formale Feni Uomo, ha chiuso il 2010 con un fatturato di oltre 42 milioni di euro, in crescita di circa il 18% rispetto al 2009. “Il nostro trend di crescita - afferma Fabio Candido, AD del gruppo - ci ha consentito nel 2010 di proseguire nel progetto di internazionalizzazione del marchio Camicissima, le cui insegne sono oggi presenti con 3 punti di vendita negli Stati Uniti, due in Polonia e uno in Egitto, Grecia e Libano. Per ora le aperture sviluppate all’estero sono servite soprattutto a testare i mercati e a capire il potenziale del nostro business model in quei mercati. Ovviamente il nostro sguardo è oggi rivolto alla crescita all’estero, ma con questo non abbiamo in alcun modo trascurato il nostro Paese che ci ha visti impegnati nel 2010 con ben 12 aperture e che, per il trienno 201113, saranno una sessantina.” Per il futuro, Fenicia intende crescere ulteriormente nel retail negli Usa inaugurando 20 nuovi punti vendita entro i prossimi cinque anni, di cui 2 nel 2011. Tra Europa e Medio Oriente apriremo 15 negozi solo nel 2011. Con questo obiettivo ci stiamo muovendo per costituire delle joint venture con partner locali, in cui Fenicia manterrà comunque sempre la maggioranza. Infine, rilanceremo il brand Feni Uomo per il quale prevediamo il raddoppio dei punti vendita, che al momento sono 12, entro il 2013.
Fabio Candido
ITALIA
SIXTY GROUP, FOCUS SULL’ESTERO PER TORNARE A CRESCERE Sta vivendo una nuova fase il piano di rinnovamento di Sixty Group, avviato all’inizio del 2009. Il grup-
po di abbigliamento si sta infatti strutturando per crescere e rafforzare commercialmente i propri brand (Miss Sixty, Killah, Energie, Refrigiwear, Murphy&Nye e Roberta di Camerino, ndr). “Il risultato del 2010 – afferma il nuovo AD, Pietro Bongiovanni – dovrebbe essere allineato a quello dello scorso esercizio, con un fatturato intorno ai 385 milioni di euro e con un Ebitda in crescita rispetto ai 43,9 milioni del 2009. Dato, quest’ultimo, fondamentale perché a parità di ricavi ci interessa mantenere costanti i margini”. Per il 2011 è previsto un giro di affari in linea con il 2010, mentre la ripresa è attesa entro il 2012. Per ottenerla, Sixty guarda oltre confine e punta sul franchising. “Il mercato estero ha riservato grandi soddisfazioni ai nostri marchi sia a livello di immagine che di vendite”, dichiara Guido Pullini, direttore marketing, vendite e retail del grup-
po. “Vediamo un grosso potenziale d’espansione in Europa, Russia e in Paesi emergenti come India e Cina, e con il progetto franchising intendiamo porre basi solide in questi mercati”. La Cina assorbe il 30% del fatturato del gruppo, mentre il restante 70% è diviso tra Italia (che non raggiunge il 30%) e resto del mondo. Un forte rinnovamento è poi in corso nei vertici dell’azienda. Dopo l’ingresso di Bongiovanni, Pullini e di Marco Bortoletti, Ernesto Fara è entrato nel ruolo di direttore finanziario, Paolo Fonda in qualità di direttore retail e Benito Benassi come direttore licenze. In quest’ultimo comparto il gruppo si è dimostrato particolarmente attivo, stringendo veri accordi per il rinnovamento delle collezioni kidswear. La linea Refrigiwear Junior è stata affidata a Mafrat, le calzature Killah e Murphy&Nye Junior a Fly Srl e le scarpe Miss Sixty Junior ed Energie Junior ad A.S.S.O. Srl.
Total look Miss Sixty A/I 2011-12
YAMAMAY E CARPISA, UNA HOLDING PER LO SVILUPPO La famiglia Cimmino, proprietaria di Carpisa e azionista di Inticom Spa e Kuvera Spa, e la famiglia Carlino, azionista di Kuvera Spa, hanno acquistato tramite la finanziaria Pianoforte Holding il 50% delle azioni di Inticom Spa precedentemente di proprietà della famiglia Garda. La famiglia Cimmino si ritrova così proprietaria al 100% del marchio di intimo Yamamay, di cui già possedeva il 50%. L’acquisto del 50% di Inticom è stato seguito da un riassetto societario che ha visto Inticom e Kuvera (la holding che controlla Carpisa) conferire i propri asset ad una holding, Pianoforte, che controlla anche la società di swimwear Jaked. Ai vertici di Pianoforte Holding, posseduta in modo paritetico dalle famiglie Carlino e Cimmino, sale come presidente Luciano Cimmino, che guiderà 12 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
quindi, i gruppi Inticom (Yamamay) e Kuvera (Carpisa). Carlo Palmieri entra nel CdA in qualità di vice presidente, mentre Gennaro Carlino è nominato presidente onorario della Holding. Il nuovo CdA di Inticom è composto dal presidente Francesco Pinto e dagli amministratori delegati Gianluigi Cimmino e Maurizio Carlino, mentre il CdA di Kuvera resta invariato con Raffaele Carlino come presidente e Maurizio Carlino e Gianluigi Cimmino come amministratori delegati. La decisione di aggregare i due gruppi è stata determinata dalla volontà di entrambe le famiglie di far crescere ulteriormente ed anche a livello internazionale i brand Yamamay e Carpisa, oltre a voler valorizzare il marchio di swimwear hi-tech Jaked. Le attività di Yamamay e Carpisa continueranno ad avere sede nei loro
rispettivi territori di Gallarate e Nola, mentre Pianoforte Holding costituirà la propria organizzazione a Milano. Per il 2011 Pianoforte Holding prevede di generare ricavi per oltre 270 milioni di euro, con un Ebitda superiore al 20%.
Luciano Cimmino
ITALIA
GEOX, NEL 2010 CALA ANCHE L’EBITDA
Mario Moretti Polegato
Geox S.p.A ha chiuso l’esercizio 2010 con ricavi consolidati pari a 850 milioni di euro, in flessione del 2% rispetto agli 865 milioni del 2009 e un utile netto anch’esso in diminuzione a 58 milioni (erano 66,7 nel 2009). In calo anche l’Ebitda che si è fermato a 132,3 milioni di euro - pari al 15,6%
dei ricavi - contro i 166,4 milioni nel 2009. Le calzature hanno rappresentato circa l’86% dei ricavi consolidati, attestandosi a 731,9 milioni di euro, con una flessione del 5% rispetto al 2009. L’abbigliamento è stato pari al 14% dei ricavi consolidati raggiungendo 118,2 milioni, con una crescita del 20%. L’Italia rimane il mercato principale, con una quota del 39% dei ricavi del Gruppo. “Il 2010 si è chiuso con un fatturato consolidato pari di 850 milioni, grazie ad un soddisfacente secondo semestre, in crescita del 9%”, ha dichiarato Mario Moretti Polegato, presidente e fondatore di Geox. “Particolare soddisfazione è data dai nostri negozi monomarca diretti che nella stagione autunno/inverno riportano una crescita com-
parabile del 14% ad ulteriore conferma della forza del brand Geox, della nostra tecnologia e della capacità del Gruppo di creare collezioni apprezzate dai consumatori”, ha continuato Polegato. Per il 2011 l’azienda ha dichiarato che le vendite della P/E sono cresciute del 2%, in linea con il risultato della stagione corrispondente 2010. L’andamento delle monete, dei prezzi delle materie prime e del costo della manodopera nei paesi di approvvigionamento hanno indotto Geox a stimare una pressione sui margini nel primo semestre 2011, anche se sono fiduciosi che la marginalità di tale collezione risulti sostanzialmente in linea con quella della stagione autunno/inverno 2010.
18 MONTENAPOLEONE, UN ANNO A FIANCO DELLE GRIFFE NEL RETAIL Prima candelina per 18 Montenapoleone, dalla scelta dello spazio alla conclusiosocietà di mediazione di immobili di ne dell’operazione, seguendone tutte prestigio e attività commerciali fonle fasi burocratiche e risolvendo gli data lo scorso 1 aprile da Antonella eventuali problemi anche attraverso Mastrototaro, Maristella Brambilla e l’assistenza dello studio legale che è Laura Malgrati. nostro partner”. Come è chiaro dal nome stesso, la socieA un anno dalla fondazione – che sarà tà ha una solida expertise nell’area del celebrato con un cocktail party nella Quadrilatero della moda milanese, ma sede il primo di aprile – la struttura nel corso del primo anno di attività della 18 Montenapoleone è già crel’orizzonte di 18 Montenapoleone si sciuta. E, come è sempre stato nelle è allargato alle altre capitali internarealtà fondate dalla veterana del settozionali del fashion business. “Possiamo Antonella Mastrototaro re Mastrototaro, in programma c’è un’ certamente dire che questo primo anno di attività è ulteriore ampliamento. Nuovi collaboratori specializzati stato più che positivo”, afferma Antonella Mastrototaro, per rendere la società sempre più strutturata e pronta a “Oltre che a Milano abbiamo concluso importanti operispondere, ma anche stimolare, nuove opportunità. razioni a Londra, Parigi e New York, rispondendo efficacemente allo sviluppo internazionale del settore del lusso”. L’operatività della società si è declinata a 360°, da cessioni di rami d’azienda a vendite di immobili e aperture di temporary store di griffe prestigiose. E quello del temporary store è un trend in crescita: le maison del lusso hanno registrato, infatti, che è fondamentale essere sempre a disposizione della clientela e non creare break di immagine e di rapporto per le ristrutturazioni dei flagship store. Da qui, ormai, l’esigenza dei “temporary”. La mission di 18 Montenapoleone è quella di affiancare le aziende in tutto il percorso di crescita nel retail. “Ci è stata riconosciuta da molti la capacità di accompagnare i clienti in tutto l’iter – prosegue la signora Mastrototaro – La sede della 18 Montenapoleone
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SHOES & HANDBAGS
STUARTWEITZMAN.COM
MILANO ROMA CAPRI FORTE DEI MARMI TORINO MONTE CARLO SAINT TROPEZ
MONDO
HERMÈS, CRESCE L’UTILE DEL 46%. IPOTESI DELISTING Continua senza sosta la crescita di Hermès. La maison francese ha infatti registrato nel 2010 un fatturato record di 2,4 miliardi di euro, in aumento del 25,4% rispetto ai 1,9 miliardi del 2009. L’utile netto della maison del lusso francese è salito del 46% nel 2010 a 421,7 milioni di euro, mentre il margine operativo ha raggiunto il 27,8% delle vendite, “miglior performance registrate dal gruppo fin dalla sua quotazione in borsa nel 1993”, indica la griffe in una nota. I ricavi hanno fatto registrare crescite a due cifre in tutte le aree geografiche. L’America ha segnato un +24%, seguita dall’Asia, trainata soprattutto dalla Cina continentale con un +19% e dall’Europa “dove tutti i Paesi hanno
dato prova di forte dinamismo” con un rialzo del 18%. “Questa performance riflette la qualità del nostro modello di business e l’efficienza del nostro staff, che punta sempre al miglioramento dei nostri risultati”, ha dichiarato Patrick Thomas, presidente di Hermès. Inoltre il presidente, durante la conferenza stampa per la presentazione dei dati annuali, ha ammesso che il delisting potrebbe essere una soluzione. “Questo non è un annuncio di delisting, ha sottolineato Thomas - ma è naturale che possa essere considerato un’opzione”, dopo l’ingresso a sorpresa della Lvmh che controlla ora oltre il 20% dell’azienda parigina. Intanto Julie Guerrand, membro della sesta generazione della famiglia di Hermès, è stata nominata direttore
TRUE RELIGION, CRESCITA GRAZIE AI MONOMARCA
Jeffrey Lubell
True Religion Apparel Inc. continua a crescere grazie ad una serrata politica di aperture di negozi monomarca (24 new opening nel 2010) e all’otti-
mo andamento del business a livello internazionale. Il brand di premium denim infatti, ha archiviato il 2010 con un fatturato pari a 363,7 milioni di dollari (262 milioni di euro) in crescita del 16,9% rispetto ai 311 milioni del 2009. L’utile netto invece è sceso a 43,6 milioni di dollari. “La crescita all’estero registrata nel quarto trimestre ci ha confortato nella nostra scelta di controllare maggiormente i mercati chiave per poter gestire lo sviluppo a lungo termine”, ha dichiarato, Jeffrey Lubell, Ceo di True Religion Apparel, che nel 2011 spera di raggiungere i 405 milioni di dollari di fatturato (292 milioni di euro).
GAASTRA GUARDA AL MERCATO ITALIANO Gaastra, azienda olandese del Gruppo McGregor, specializzata nella produzione di abbigliamento sportivo, sbarca in Italia con l’apertura di una nuova sede a La Spezia. Nata nel 1897 come piccola azienda sailmaking, oggi la società vanta un fatturato di 12 milioni di euro con un Ebitda del 32% nel 2009 (il
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Gruppo McGregor ha fatturato nel 2009 198 milioni di euro). Una presenza consolidata in numerosi paesi del nord Europa, come Olanda, Belgio, Germania e Francia, pone le basi per un progetto di ulteriore espansione che sfocia in questa nuova apertura della sede italiana ha capo della quale è stato nominato Marco Paganini.
Patrick Thomas
del Corporate Development. Inoltre dopo 20 anni come presidente del Consiglio di Sorveglianza di Hermès International, Jerome Guerrand, ha rassegnato le dimissioni nel corso della riunione del consiglio lo scorso 3 marzo e al suo posto è stato nominato Eric de Seynes, che ricopre il ruolo di AD di Yamaha Motor France.
SKECHERS, 2010 SOPRA I 2 MILIARDI DI DOLLARI Skechers, il marchio californiano di calzature lifestyle ha chiuso il 2010 con un fatturato superiore ai 2 miliardi di dollari, in crescita del 39,6% rispetto agli 1,4 miliardi del 2009. “Il 2010 è stato un anno eccezionale per Skechers, abbiamo lanciato molti prodotti e abbiamo raggiunto i 2 miliardi di dollari di fatturato, grazie alla crescita del 48,3% degli Usa e del 32,9% nel resto del mondo”, ha detto David Weinberg, Coo e Cfo di Skechers. Un successo risultato anche da un’aggressiva strategia di marketing e comunicazione, con campagne che hanno coinvolto celebrities come Kim Kardashian, la leggenda del football Joe Montana o il giocatore di basket Karl Malone. L’utile netto 2010 è stato pari a 136,1 milioni di dollari, in forte aumento rispetto ai 54,7 milioni dollari del 2009. Il margine lordo (Ebit) è stato infine di 911,9 milioni dollari rispetto ai 621 milioni nel 2009, pari al 45,4% del fatturato.
MONDO
WRANGLER S’ISPIRA ALLA POP ART E PREPARA LA STRATEGIA RETAIL “Una collezione in cui c’è tutta l’energia cromatica della pop art”, così esordisce Alessandro Viganò, creative director di Wrangler, presentando i capi dell’A/I 2011 di Blue Bell, l’outdoor denim brand fondato nel 1904 e oggi con Wrangler nel portafoglio di VF Corporation. “Questa stagione lo stile Blue Bell si è ispirato alle opere dell’artista David Buckingham che utilizza vecchi materiali recuperati nei luoghi più inaccessibili del mondo. L’abbigliamento da lavoro - ha continuato Viganò - è l’elemento forte del prossimo autunno e ce n’è tanto nei nostri archivi ancora da sviluppare. Per questo il progetto di affiancarci a eclettici personaggi del mondo dell’arte, dell’architettura e della fotografia continuerà anche per le stagioni future. Blue Bell sarà il faro che guiderà Wrangler nel design, nella qualità e nel posizionamento sul mercato”. Blue Bell e Wrangler sono, infatti, due facce della stessa medaglia: se il primo rappresenta la storia dell’azienda e si riferisce ad un target più alto (i prezzi di un jeans vanno dai 160 ai 250 euro), il secondo abbraccia una fascia di mercato più ampia perché punta su prezzi più accessibili (vanno dagli 80 ai 110 euro). “Blue Bell è rigorosamente made in USA – spiega il direttore creativo – e vogliamo che questo aspetto rimanga immutato nel tempo. È il legame all’eredità ultracentenaria nella produzione di jeans a cui vogliamo rimanere fedeli. Studio e ricerca sono sviluppati internamente e l’originalità e la creatività dei nostri capi, associati allo stereotipo americano che rappresentano, sono il nostro elemento distintivo nel mondo. I mercati europei su cui oggi puntiamo
Alessandro Viganò
maggiormente sono la Germania, in cui vorremmo alzare il nostro livello distributivo, e l’Italia, Paese che riteniamo essere il più trendy d’Europa”. “Entro il 2011 – ha aggiunto Adam Kakembo, marketing director EMEA – è in programma l’apertura del primo flaghsip store Wrangler europeo, ma stiamo ancora valutando quale sarà il Paese che lo ospiterà. Per il futuro il nostro sogno è avere un nostro store in ogni grande città, da Berlino a Parigi, da Amsterdam a Milano, per interagire in modo diretto con il nostro consumatore”. E proprio la comunicazione ha un’importanza strategica per il brand americano: “Sulla scia di ‘We are animals’, la piattaforma di comunicazione che ha debuttato tre anni fa - ha concluso Kakembo -, lanceremo a breve la nuova campagna per la P/E 2011 i cui protagonisti sono gli stuntmen e le stuntwomen, una coraggiosa realtà tipicamente americana che abbiamo voluto raccontare attraverso immagini e suoni. D’altra parte, in tutte le nostre campagne pubblicitarie abbiamo sempre avuto una mission: raccontare storie di vita vera”.
JONES GROUP INC, L’UTILE NETTO TORNA IN POSITIVO Jones Group Inc. ha comunicato un fatturato 2010 pari a 3,64 miliardi di dollari (circa 2,69 miliardi di euro) in aumento del 9,6% rispetto ai 3,32 miliardi di dollari dell’anno fiscale 2009 e un utile netto che torna positivo per 54,4 milioni di dollari. Il gruppo newyorkese, che include tra i suoi marchi Nine West, Anne Klein e Gloria Vanderbilt, ha chiuso il quarto trimestre 2010 con un fatturato pari 18 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
a 874 milioni di dollari (circa 645,6 milioni di euro), in crescita del 12,5% rispetto ai 777 milioni dell’analogo periodo del 2009. L’aumento dei ricavi è frutto della crescita sia del business diretto che dell’acquisizione del 55% del brand Stuart Weitzman lo scorso giugno. Da notare che sui risultati ha avuto particolare impatto anche la chiusura di 194 negozi nel 2010.
MONDO
BEIERSDORF, 2010 IN CRESCITA. IL FUTURO È SU NIVEA
Beiersdorf AG ha chiuso il 2010 con un fatturato in crescita del 7,8% a 6,2 miliardi di euro rispetto ai 5,7 miliardi del 2009. L’Ebit ha raggiunto i 699 milioni (erano 587 nel 2009), con un margine dell’11,3%. “Nel dicembre dello scorso anno abbiamo messo a punto le basi fondamentali per il futuro dell’azienda, con l’introduzione un pacchetto di misure e di investimenti. Nel 2011, ci concentreremo sulla loro attuazione, con la messa a fuoco sul core di Beiersdorf, ovvero la cura della pelle e del corpo. In quest’ottica e nell’anno del suo centenario, punteremo sul marchio Nivea con un grande investimento che rafforzerà il marchio nel lungo periodo”, ha dichiarato Thomas-B. Quaas, presidente del comitato esecutivo della Beiersdorf AG. I principali tre marchi di skincare, Nivea (mass market), Eucerin (farmacia) e La Prairie (lusso), hanno performato positivamente nel 2010. Infatti a livello globale, Nivea ha segnato una crescita del fatturato dell’1,8%, Eucerin del 9% e La Prairie del 7,5%. Nel segmento del lusso in particolare, La Prairie ha fatto segnare ottime performance grazie al lancio di La Prairie Platinum Rare Serum e La Prairie White Caviar Illuminating Système series.
20 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
ADIDAS, 2010 DA RECORD A 12 MILIARDI DI EURO Adidas ha chiuso il 2010 con vendite record che hanno raggiunto i 12 miliardi di euro (erano 10,4 nel 2009) in crescita del 15%, grazie ai mondiali di calcio e alla ripresa dell’economia. L’utile è più che raddoppiato arrivando a 576 milioni di euro. Per quanto riguarda i mercati, i conti del gruppo sono stati trainati dalle vendite in America Latina (+28%) e nei Mercati Emergenti (+23%). “Sono orgoglioso di annunciare che il nostro gruppo è in una forma fantastica”, ha detto Herbert Hainer, Ceo del gruppo. “Non solo abbiamo raggiunto i target, ma li abbiamo battuti tutti”. Il numero uno mondiale delle attrezzature sportive per il 2011 mette in conto un’ulteriore crescita del proprio
giro d’affari nell’ordine di quanto visto nel 2010 e su un profitto per azione compreso tra 2,98 e 3,12 euro.
Herbert Hainer
J. CREW, GLI AZIONISTI APPROVANO L’ACQUISIZIONE J. Crew Group Inc. tornerà ad essere ancora una volta una società privata dopo che gli azionisti hanno approvato la vendita di tutte le azioni in circolazione ai fondi di private equity TPG Capital e Leonard Green & Partners per una somma vicina ai 2,86 miliardi dollari. L’accordo è stato approvato nonostante non ci fosse l’unanimità degli azionisti. La vendita della società aveva scatenato infatti, una valanga di
azioni legali da parte di alcuni azionisti per protestare sia contro il prezzo delle azioni reputato troppo basso, che contro l’AD Millard Drexler per presunte violazioni dei suoi doveri fiduciari verso gli investitori. Drexler infatti, era stato in contatto con i fondi di private equity per quasi sette settimane senza informare il consiglio di amministrazione dell’azienda, sollevando dubbi sulla corporate governance.
CROCS TORNA IN UTILE NEL 2010 Crocs ha archiviato il 2010 con ricavi in crescita del 22% a 790 milioni di dollari (circa 574 milioni di euro) rispetto ai 645,8 milioni del 2009. L’utile netto si è attestato a 67,7 milioni di dollari, rispetto ad una perdita netta di 42,1 milioni del 2009. A livello geografico, il fatturato nella zona delle Americhe è cresciuto del 25% a 377,1 milioni di dollari e, rispettivamente, del 20%, a 284,8 milioni, e del 21%, a 127,7 milioni, è salito in Asia e in Europa. “Abbiamo realizzato un buon quarto trimestre, che conclude un anno nel corso del quale in tutti i trimestri vi è stato un incremento delle vendite, tutto questo per la prima
volta dal 2007”, ha dichiarato John McCarvel, presidente di Crocs. Il brand americano sembra dunque aver imboccato la strada giusta per un tranquillo 2011 e punta su un primo trimestre a 215 milioni di dollari (circa 156 milioni di euro), con un aumento del 29% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
MONDO
PRIVALIA ENTRA IN GERMANIA CON DRESS FOR LESS
Mirco Schultis e Holger Hengstler
Privalia fa il suo ingresso nel mercato tedesco acquisendo il retailer di abbigliamento online Dress for Less dal fondo di private equity Palamon Capital Partners. L’operazione è stata finanziata con 88 milioni di euro di equity messi a disposizione dalla cordata formata dalla società d’investimenti General
Atlantic insieme a Higland Capital Partners, Index Ventures e Insight capital Partners (le prime tre società sono state protagoniste lo scorso ottobre dell’iniezione di 70 milioni di euro nel capitale sociale di Privalia). Inoltre, l’acquisizione prevede la cessione di una quota di azioni ai fondatori del sito tedesco di e-commerce, Mirco Schultis e Holger Hengstler che entrano così nella compagine azionaria di Privalia. L’operazione rappresenta un tassello importante per il colosso iberico di vendite online da 168 milioni di euro nel 2010 (+141%) perché Dress for Less, che conta un milione di utenti, è uno dei maggiori siti di e-commerce in Germania, “il mercato europeo che oggi registra il più alto tasso di crescita”, hanno aggiunto i co-fondatori di Privalia, Lucas Carné e José-Manuel Villanueva. Ottime, infine, le previsioni di crescita di Privalia nel 2011. A fine anno il gruppo, consolidando quest’ultima acquisizione, punta a raggiungere un giro d’affari di circa 400 milioni di euro.
WARNACO, FATTURATO 2010 A +14% Buoni i risultati ottenuti da Warnaco nel 2010. Il gruppo americano di abbigliamento, accessori, swimwear e intimo ha registrato un fatturato di 1,66 miliardi di euro (2,3 miliardi di dollari) in crescita del 14% rispetto al 2009. Il gruppo, che ha sede a New York, opera con diversi marchi propri e in licenza, tra i quali Calvin Klein, Speedo, Chaps, Warner’s e Olga.Calvin Klein ha registrato un’ottima performance con una crescita di fatturato del 14%. A livello geografico, l’Europa ha realizzato 416 milioni di euro, ma sono gli USA a confermarsi il primo mercato con un +10%. La maggiore progressione (+58%) è stata invece registrata nell’area dell’America centrale e del Sudamerica che ha raggiunto i 136 milioni di euro di fatturato. Per quanto riguarda le divisioni, si mantiene stabile lo swimwear (+2,5%) mentre è lo sportswear (Calvin Klein jeans e Chaps) a riscuotere ancora una volta il maggiore successo con 870 milioni di euro di fatturato, in crescita del 13,8%. L’intimo, infine, aumenta del 14,9%, attestandosi a 603 milioni di euro. Per il 2011 Warnaco prevede una crescita compresa fra il 7 e il 9%.
DEICHMANN, RECORD DI VENDITE (+12,5%) Il 2010 è stato un anno estremamente positivo per il gruppo di calzature tedesco Deichmann che ha registrato un aumento delle vendite pari al 12,5%, il migliore risultato conseguito dall’azienda negli ultimi 20 anni. Il giro d’affari consolidato al netto degli effetti valutari del gruppo, operativo in 19 Paesi europei e negli Stati Uniti, ha raggiunto quota 3,93 miliardi di euro in crescita rispetto ai 3,4 miliardi registrati nel 2009. A livello mondiale nel 2010 Deichmann ha venduto 152 milioni di paia di scarpe, 14 milioni in più rispetto all’anno precedente (+10%). A fine 2010 Deichmann, che nel corso dell’anno ha venduto più di 150 milioni di paia di scarpe, contava 2.939 negozi monomarca e circa 30.000 dipendenti. 22 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Heinrich Deichmann, Ceo del gruppo, ha annunciato per il futuro un nuovo logo aziendale (dal 1° febbraio) e un’ulteriore espansione delle attività di vendita e di comunicazione su Internet che andranno ad aggiungersi alle attività tradizionali. Risultati positivi sono stati registrati anche in Italia, dove il gruppo è attivo dall’inizio del 2008: il fatturato 2010 si è chiuso con un aumento del 5,4% e una crescita pari al 7,6% dei punti vendita che ad oggi sono 41. “Il riscontro che otteniamo dai clienti all’apertura di ogni negozio è sempre estremamente positivo”, commenta Matthias Sommer, AD di Deichmann Calzature. “Nel 2011 prevediamo un’ulteriore espansione nel Nord e nel Centro Italia. A partire dal mese di marzo aprire-
mo quattro nuovi store a Sacile (PN), Astuti (AL), Trevi (PG) e Forlì, a cui seguiranno altre aperture nel resto del Paese, tra cui un nuovo negozio in provincia di Napoli”, conclude l’AD.
SPECIALE ACCESSORI / CALZATURE E PELLETTERIA
COMPARTO CALZATURE IN CRESCITA, VISITATORI MICAM A +6%
di Fosca Palumbo
Il comparto calzature vede la luce in fondo al tunnel e i dati di affluenza a Micam ShoEvent ne sono un’ulteriore conferma. Sono infatti quasi 39 mila gli operatori che non hanno mancato l’imperdibile appuntamento business, in sensibile crescita rispetto a marzo 2010 gli italiani (+9%) con gli stranieri (+3%) che rappresentano poco più del 50% dei visitatori complessivi.
È
cambiato il vento sul comparto calzaturiero italiano. Dopo due anni di contrazione dei fatturati le aziende del settore sono tornate a crescere e, sebbene le performance siano ben lontane da quelle record registrate nel 2007 quando la produzione raggiunse 7,4 miliardi di euro, le stime di preconsuntivo mettono in evidenza un netto cambio di tendenza. Torna quindi a crescere la produzione (+4% a 6,7 miliardi), ma più di ogni altra cosa ricominciano a correre esportazioni (+15,3%) e importazioni (+16,4%), che secondo stime Anci sulla base dei dati Istat dei primi 11 mesi 2010 raggiungono rispettivamente 6,7 e 3,7 miliardi di euro. Il quadro non è però tutto rosa e fiori. Il 2010 ha infatti 24 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
“bruciato” quasi tremila addetti e 224 aziende hanno chiuso i battenti. Sono questi i dati macro presentati in occasione dell’edizione di marzo 2011 di Micam ShoEvent da Vito Artioli, presidente Anci, che ha così commentato l’andamento del mercato: “Dopo la turbolenza che ci ha investito nel biennio 2008-2009 non posso che essere ottimista sulla ripresa dei mercati. Certo i consumi delle famiglie sono ancora deboli, ma abbiamo assistito ad una grande ripresa - confermata dai primi dati disponibili del 2011 - che ci ha permesso di tornare a livelli molto prossimi a quelli pre-crisi. E, anche se sarà difficile continuare a crescere, noi punteremo a fare sempre meglio, come sempre”.
SPECIALE ACCESSORI / CALZATURE E PELLETTERIA
Vito Artioli
Fabio Aromatici
Enrico Bracalente
Cleto Sagripanti
ANDAMENTO DELLA CALZATURA ITALIANA 2007/10
Fatturato Δ% Esportazioni Δ%
2007
2008
2009
2010
7.470
7.319
6.468
6.730
3,8
-2
-11,6
4
6.880
6.915
5.815
6.707
6,2
0,5
-15,9
15,3
3.202
3.350
3.184
3.707
0,3
4,6
-5
16,4
Saldo commerciale
3.678
3.565
2.631
3.001
Consumo apparente
3.792
3.754
3.838
3.730
-3
-1
2,2
-2,8
Importazioni Δ%
Δ% Fonte: ANCI
Valori in milioni di Euro
È con queste premesse che si è quindi svolto a Milano, tra il 6 e il 9 marzo, il salone dedicato alla calzatura, che per la prima volta si è tenuto in contemporanea con Mipel, Mido e Mifur per quella che è stata definita l’International Fashion Accessories Week. Una settimana in cui la fiera e la città di Milano hanno accolto buyer e operatori di tutto il comparto accessorio, dalla pelletteria, agli occhiali e fino alla pellicceria. “È uno di quei rari casi in cui le aziende hanno fatto sistema – ha commentato Enrico Pazzali, AD di Fiera Milano – e i dati parlano chiaro: la moda porta a Milano 20.000 persone l’anno, mentre la fiera della calzatura ne porta 80.000, seconda solo a Salone del Mobile e Macef e, se contiamo anche Mipel, Mido e Mifur, si arriva a ben 120.000 presenze. È evidente, quindi, come questo appuntamento sia importante anche perché la fiera e non è più una vetrina, ma un vero e proprio strumento di politica industriale”. E per la manifestazione, che ha coinvolto più di 1.600 case espositrici di cui il 37% provenienti dai Paesi esteri negli oltre 71.000 m2 di spazio espositivo, l’ente organizzatore ha puntato anche sugli eventi extra salone, volti a rafforzare il legame con il capoluogo lombardo. “Essere sempre più presenti nella città di Milano è uno dei nostri obiettivi - ha commentato Fabio Aromatici, direttore generale di Anci e Micam - per questo abbiamo messo radici nel capoluogo lombardo con il Micam Point allo Spazio Borgonuovo e lanciato una serie di iniziative come la Fabbrica in Città, uno spazio di 140 m2 in piazzale Cadorna, dove i visitatori possono scoprire come si realizza la scarpa dei desideri. Per noi è anche un’occasione per avvicinare i giovani a un settore erroneamente percepito come saturo di innovazioni”. E sull’accorpamento delle fiere si è espresso favorevolmente Enrico Bracalente, amministratore unico della Bag, azienda a cui fa capo il brand Nero Giardini: “Ho sempre sostenuto che bisogna fare squadra, soprattutto in un mercato globalizzato, perché noi italiani siamo bravissimi a produrre, ma spesso ci perdiamo nel momento della vendita perché non strutturati e privi di fondi per investimenti di una certa entità”. Sostanzialmente d’accordo anche Cleto Sagripanti, AD di Manas, secondo cui l’appuntamento fieristico ha rispettato le attese sia in termini di affluenza che di raccolta ordini. “Non so se l’accorpamento delle fiere sia stato determinante – ha spiegato Sagripanti - ma se non ne penalizza una in particolare, è sicuramente positivo, perché catalizza l’attenzione di un maggior numero di operatori e buyer. Detto questo, l’appuntamento non poteva che andare bene, i negozianti nell’ultimo biennio avevano ridotto al minimo gli stock e prima o poi dovevano tornare ad acquistare e così è stato, anche sostenuti dai segnali positivi del mercato. Noi dal canto nostro continueremo a lavorare nella speranza di riuscire a garantire, ai nostri clienti, margini interessanti. Dopo due anni di stabilità, nel 2011 stimiamo di mettere a segno un +20%, e per ottenere questi risultati continueremo a lavorare allo sviluppo del progetto calzature uomo e borse donna”. 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 25
SPECIALE ACCESSORI / CALZATURE E PELLETTERIA
Monica Ricci
Marco Santucci
Giampiero Bachini
Lino Fornari
Sentiment positivo anche per A&G Calzaturificio che produce e distribuisce i brand Janet & Janet e Janet Sport. Nel 2011, nonostante una certa prudenza da parte degli operatori, prevede di rispettare le previsioni e anzi, migliorare. “Proprio per dare un segnale forte e tangibile della presenza aziendale – ha commentato Monica Ricci, a capo della direzione commerciale e marketing dell’azienda di Serra dè Conti (AN) – abbiamo dato il via ad una serie di iniziative anche nell’ambito commerciale. Così, da fine febbraio abbiamo messo a disposizione dei nostri clienti un magazzino online con prodotti in pronta consegna. Questo consentirà ai negozi di fare magari ordini più prudenti all’inizio, e di riassortire poi i best seller nel corso della stagione, con consegne nel giro di pochissimi giorni”. Sarà invece il retail la chiave della crescita per Marco Santucci, titolare e CEO di Rucoline Spa: “Nel 2010, per quanto riguarda il wholesale, non abbiamo registrato nessun calo, ma nemmeno grandi segnali di ripresa. Con il retail diretto abbiamo confermato la nostra presenza sul mercato giapponese, italiano ed arabo, e la crescita su quello cinese. Nel 2011 porremo particolare attenzione ai costi, ma senza intaccare in alcun modo il budget pubblicitario, che vale circa il 3% del nostro fatturato. Tra i progetti che caratterizzeranno l’anno in corso? Gli opening, tre in Italia e due in Giappone”. Ed è proprio dall’estero che sono arrivate alcune sorprese. “Con l’inizio della fiera la domenica – ha detto Alessandro Panichi, DC di D’Acquasparta, brand del Calzaturificio Gabriele - abbiamo avuto un buon riscontro di visite da parte degli stranieri, che sono venuti a vedere il nostro prodotto interamente made in Italy”. Il ritorno degli stranieri è stato percepito anche da Giampiero Bachini, titolare del Calzaturificio Gardenia: “Realizziamo il nostro fatturato quasi interamente al di fuori dei confini nazionali, principalmente in Nord Europa. In questa edizione ho notato l’arrivo di acquirenti in particolare da Australia e America. Quest’ultimo è un mercato importante, nel quale eravamo già presenti e dove vogliamo tornare con dei rappresentanti. Per noi sarà la chiave della crescita per il 2011”. Attento al mercato d’Oltreoceano anche Lino Fornari, AD di Fornari azienda con in portafoglio il marchio Fornarina. “È un mercato per noi interessante – ha specificato Fornari – dove stiamo lavorando per siglare una joint venture con un partner. Per noi l’export vale all’incirca il 50% del fatturato e per il 2011 abbiamo anche in programma l’apertura di una filiale in Russia”.
A sinistra immagine dell’iniziativa la Fabbrica in Città
26 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
© 2010 Swarovski AG
SWAROVSKI® is a registered trademark.
SPECIALE ACCESSORI / CALZATURE E PELLETTERIA
STUART WEITZMAN RAFFORZA IL NETWORK RETAIL E PUNTA SULL’E-COMMERCE Ha le idee chiare Stuart Weitzman, anima creativa dell’omonimo brand di calzature con all’attivo 2 milioni di paia vendute all’anno in 65 Paesi. A meno di dodici mesi dall’acquisizione di una partecipazione pari al 55% da parte del Jones Appare Group, colosso americano a cui fanno capo anche i brand Nine West e Anne Klein, il marchio continua nei suoi piani di sviluppo e punta ad ampliare la presenza retail nelle città chiave a livello worldwide. “In Italia – ha commentato Stuart Weitzman – apriremo due boutique entro i primi sei
mesi dell’anno. La prima a Milano, in via Montenapoleone, e la seconda a Firenze, in via Tornabuoni. Ma il retail rappresenta comunque solo il 20% del nostro business totale, il resto lo facciamo con clienti wholesale del calibro di Luisaviaroma e Vergelio”. E se l’America si conferma il primo mercato con il 55% delle vendite, l’Italia acquista posizioni e si piazza al secondo posto seguita da Germania, Inghilterra e Cina. Prodotte in Spagna, ad Alicante (con il produttore Giorgio Vicini, ex socio di Zanotti, ndr). “Le mie creazioni sono destinate ad una donna classica che non rincorre la moda – ha precisato Weitzman – ed è essenziale che combinino look e comodità. Il prezzo poi è per me un elemento chiave perché voglio raggiungere il maggior numero di donne possibili, dalle nonne, alle mamme, fino alle figlie”. E sulla performance del segmento online il designer è entusiasta: “Rappresenta il futuro, basti dire che in America realizziamo il 30% con questo canale che ogni anno cresce a ritmi del 25%, mentre nei negozi fisici non si supera il 5%!”.
Stuart Weitzman
CRESCONO I BUYER A MIPEL Chiude in positivo la 99esima edizione di Mipel the bag show. Si è registrato infatti un aumento, rispetto al marzo 2010, di buyer sia italiani (+11%) che esteri (+4,8%). I visitatori totali sono stati 17.440, di cui 8.540 stranieri. “Non è stato soltanto il buon numero di visitatori ad alimentare la nostra soddisfazione,” commenta Giorgio Cannara, presidente Aimpes/Mipel”. “Ma è stata soprattutto la vivacità di “contrattazione” che vede Mipel sempre al primo posto tra i saloni business. Questo conferma che Mipel riesce a coniugare la bellezza dei prodotti esposti alla concretezza indispensabile all’intero settore”. Il prossimo appuntamento, dal 18 al 21 settembre prossimi, celebrerà la centesima edizione della fiera. “Mipel numero 100 non è un punto di arrivo – conclude Cannara - ma un punto di partenza che vedrà coinvolta tutta la community che gravita attorno al mondo della borsa e dell’accessorio”.
NERO GIARDINI RAGGIUNGE I 213 MILIONI E SBARCA IN GERMANIA Confermato anche per il 2010 il trend positivo delle calzature Nero Giardini, brand che fa capo alla Bag di Monte San Pietrangeli (FM). L’azienda marchigiana nell’anno appena concluso ha infatti messo a segno un +6,5% raggiungendo così i 213 milioni di euro di fatturato. “Nella seconda parte dell’anno – ha commentato Enrico Bracalente, amministratore di Bag abbiamo beneficiato degli investimenti fatti nelle ultime tre stagioni in materia di modelleria, come ad esempio il plateau che abbiamo associato agli stivali da donna, uno dei nostri best seller. Questa nuova gamma prodotti è stata molto bene accolta dal mercato e i dati di sell-out dei nostri negozi e dei nostri 28 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
clienti ne sono la conferma”. Con un fatturato realizzato per il 90% in Italia il marchio non perde però di vista i mercati esteri, dove intende realizzare il 30-35% del suo fatturato entro il 2015: “Rientra nel nostro progetto di crescita – ha spiegato Bracalente – con il quale puntiamo ad arrivare a 500 milioni di euro di fatturato in tre anni, di cui 400 con le scarpe e 100 con l’abbigliamento”. E in quest’ottica l’azienda spingerà l’acceleratore nei mercati dove è già presente, Belgio, Spagna e Francia in testa, e sbarcherà in Germania: “Entro l’anno apriremo un negozio diretto a Monaco – ha concluso l’imprenditore - e se tutto andrà
come previsto ne apriremo altri 4-5 nelle principali città tedesche per poi arrivare ad un centinaio di negozi tra diretti e in franchising”.
Showroom Milano, via Montenapoleone 16, tel +39 0276398549 www.rucoline.com
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MOON BOOT LANCIA CON GIO’STYLE LE BORSE AUTO-RISCALDATE I doposci Moon Boot ampliano la gamma e presentano un’innovativa proposta di borse. Nei negozi a partire da settembre 2011, la linea è il risultato dell’accordo di licenza quinquennale tra Tecnica Group, a cui il brand fa capo, e
Gio’Style Tecnologia, divisione della società da 50 milioni di euro con sede ad Urgnano (BG) attiva nel settore casalinghi e outdoor. Tutti e quattri i modelli di borse proposti sono stati sviluppati all’insegna del design e della tecnologia e conterranno un dispositivo termico autoriscaldante. Questa nuova collezione rientra nella politica di estensione del brand lanciata un anno fa con la presentazione della linea urban.
DEBUTTA A MICAM IL PROGETTO GAUDÌ SHOES Dopo aver ripreso all’inizio dell’anno il controllo dell’abbigliamento bambino, il brand Gaudì allarga la gamma prodotti alle calzature e lo fa attraverso una licenza. Al suo debutto al Micam, la linea è stata affidata con un accordo triennale alla Bravo di Verona (VE), 5,5 milioni di fatturato e un portafoglio che include i marchi di proprietà N.O.D. e Golden Rose, che curerà progettazione, produzione e distribuzione della collezione destinata al mercato italiano ed europeo. “Siamo molto contenti di questa partnership – ha commentato Stefano Bonacini, titolare di Gaudì Trade – perché le scarpe sono l’ultimo tassello della nostra politica di brand extension, che già include, oltre all’abbbigliamento, la pelletteria”. Composta da un’ottantina di modelli, uomo e donna, la linea sarà distribuita sia nel retail specializzato della calzatura che nei monomarca del brand di Carpi (MO), giunti ormai a 32 unità. “Gaudì è un brand strutturato, in piena evoluzione e con una presenza estremamente capillare” ha specificato Valeria Forte, titolare di Bravo Srl, società che fa capo al Gruppo Stilman. “Con questo progetto puntiamo ai 2,5 milioni di fatturato per il primo anno, con l’obiettivo di arrivare a 6 al termine del terzo, distribuiti in 500 punti vendita, di cui 300 in 30 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Stefano Bonacini
Italia”. Con un prezzo medio tra i 99 e i 139 euro, in linea con il posizionamento del marchio che nelle ultime due stagione ha però dato il via ad una strategia di upgrade, il licenziatario si avvarrà in Italia di un network di 11 agenti dedicati, mentre all’estero si appoggerà in buona parte alla rete di distributori Gaudì. “In un secondo momento – ha concluso Bonacini – vorremmo allargare la distribuzione anche ad una parte dei nostri clienti abbigliamentisti, che sono ormai 2.000, di cui 1.300 in Italia e 700 all’estero. Ma per farlo vorremmo sviluppare un’offerta apposita, una sorta di seconda collezione, destinata esclusivamente a loro”.
TOSCA BLU INAUGURA LA 25ESIMA BOUTIQUE E GUARDA ALL’ESTERO
Raffaella Condursi
Con un party allo Spazio Bigli, Tosca Blu ha inaugurato ufficialmente pochi giorni fa la mini boutique “gioiello” di via Montenapoleone 25, a Milano, aperta ufficialmente alla fine del 2010. “Dopo 10 anni dal lancio del marchio – ha commentato Raffaella Condursi, alla guida del brand insieme al marito Giacomo Ronzoni - l’apertura nel cuore di Milano era uno dei nostri obiettivi primari e sono felice di dire che ci sta dando grossi riscontri, soprattutto in termini di visibilità e nuovi contatti”. A breve, l’innovativo format del negozio di Montenapoleone 25 verrà riproposto anche nello store di Parigi e in tutte le future aperture del brand di Ponte San Pietro (BG). “Nel 2010 – ha concluso Condursi - abbiamo raggiunto il traguardo delle 25 bandierine, un bel numero! Per l’anno in corso, abbiamo in programma poi di ampliare ulteriormente il network e nel mirino abbiamo Portogallo, Spagna e Russia”.
SPECIALE ACCESSORI / CALZATURE E PELLETTERIA
BULGARI PRESENTA EDEN MEDITERRANEO E PROMUOVE LA PELLETTERIA In concomitanza con la fashion week milanese Bulgari ha presentato Eden Mediterraneo, universo di stili e segni distintivi che ispireranno le prossime collezioni di accessori della maison romana. Saranno leoni, serpenti, fiori, monete e sassi i simboli icona del brand che, nato nella gioielleria, ha diversificato la propria offerta anche a profumi e pelletteria. A sostegno di quest’ultima categoria merceologica, la più giovane e quindi meno sviluppata dell’universo Bulgari, è stata anche lanciata una capsule collection - nei negozi a partire da febbraio - in collaborazione con Matthew Williamson. “Potrebbe essere la prima di molte altre – ha commentato Francesco Trapani, AD di Bulgari - il nostro primo obiettivo, centrato, era quello di attirare l’attenzione della stampa in modo che si parlasse di Bulgari anche per la pel-
letteria, oltre che naturalmente avere riscontri di fatturato”. E al lancio della fragranza Mon Jasmin Noir, special guest la testimonial Kirsten Dunst, il manager ha così commentato l’andamento degli ultimi mesi del segmento accessori che include anche la pelletteria: “Rappresentano l’8% del fatturato e così come per tutto il business stanno vivendo un trend positivo iniziato da prima di Natale, confermato anche nei primi due mesi dell’anno”.
DALL’ITALIA AL GIAPPONE, 5 NUOVI STORE PER RUCO LINE
Occhi puntati sul retail per Ruco Line. Il brand di calzature e accessori di Mugnano (PG) ha infatti in agenda una serie di aperture di store in Italia
e Giappone. La prima è in programma a fine marzo a Firenze nella Loggia di Palazzo Rucellai. Dal capoluogo toscano il marchio guidato dai titolari Marco Santucci e Daniela Penchini, rispettivamente CEO e designer, passerà a Tokyo, dove a metà aprile aprirà due vetrine nelle aree di Daikanyama e Cotto-Dori, che si aggiungono allo store inaugurato nel 2008 nel quartiere di Ginza. Infine, altri due flagship apriranno i battenti a fine aprile a Bologna in via dell’Archiginnasio e a Milano, in corso di Porta Ticinese.
IDENTITY E ASSEMBLAGE PER L’INVERNO DI COCCINELLE Inverno ricco di novità per Coccinelle che rinnova la sua linea logata e lancia una capsule collection. Con la A/I 2011-12 il brand di Parma abbandona infatti il simpatico coleottero stilizzato che per stagioni ha caratterizzato l’offerta di borse e portafogli in tessuto e presenta Coccinelle Identity. La collezione, caratterizzata da un modulo 32 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
di “C” che si rincorre, sarà disponibile nelle versioni Dressy, Scoop, Lively e Twilight e si affiancherà alla mini collezione Assemblage. Quest’ultima, realizzata in collaborazione con Soo Min Lee, studentessa della Domus Academy, è composta da quattro modelli: una shopping, una tote a mano, una hobo e una clutch.
BALLIN ARRIVA NEL CENTRO DI MILANO CON UN SHOWROOM
Il calzaturificio Ballin ha inaugurato nel corso della settimana della moda uno showroom a Milano. Lo spazio, 200 m² disposti su di un unico livello in via Santo Spirito 13, rappresenta per l’azienda fondata nel 1945 dai fratelli Guido e Giorgio Ballin un passo importante a consolidamento della propria struttura commerciale. Nel cuore del quadrilatero milanese, il brand di Fiesso D’artico (VE), 35 milioni di euro nel 2010 in crescita del 40%, esporrà infatti le collezioni di calzature create dal direttore creativo Roberto Barina destinate ai 300 punti vendita multimarca in 35 Paesi clienti dell’azienda. Curato dallo studio Ciompi di Firenze, il concept dello showroom gioca sul contrasto tra l’area di accoglienza color turchese e gli spazi espositivi, caratterizzati invece da nuance neutre che richiamano volutamente l’intimità di una casa privata, sobria ed elegante.
SPECIALE ACCESSORI / CALZATURE E PELLETTERIA
PASSA PER CINA E RUSSIA IL RILANCIO DI BRUNO MAGLI
Michele Zonno
Ha raggiunto la prima fondamentale tappa del percorso di rilancio Bruno Magli, storico marchio della calzatura made in Italy. “Nel 2010 abbiamo centrato il turnaround dei risultati – racconta Michele Zonno, AD dell’azienda dal 2007, quando è stata ceduta dal Fondo Opera agli inglesi di Fortelus - con ricavi in crescita del 22% a 45 milioni di euro ed il ritorno alla redditività, seppure con un Ebitda sostanzialmente in pareggio a 500mila euro. Per il 2011 ci aspettiamo poi un fatturato di 50 milioni e un Ebitda in crescita”. Un miglioramento lieve ma significativo, ottenuto grazie a una serie di scelte sia strutturali che stilistiche. “Da un lato, abbiamo operato una ristrutturazione delle società controllate all’estero e lavorato sulla ricerca dell’efficienza e il controllo dei costi nella sede italiana a Bologna - prosegue Zonno – Dall’altro, ci siamo rifocalizzati sul nostro core business e sulla qualità delle collezioni. Dall’ingresso del nuovo direttore creativo Ernesto
Esposito nel 2009, abbiamo proposto modelli più contemporanei e in linea con le richieste del mercato, senza però tradire l’identità storica del brand”. Dalle classiche decolleté con tacchi di media altezza, Bruno Magli è così passato a stivali, ankle boots e zeppe con il tema ricorrente del plateau. Il comfort resta però un diktat, molto apprezzato nel mercato principale della griffe, il Giappone, che assorbe il 34% del fatturato. Conclusa la fase di ristrutturazione, su cosa punterà Bruno Magli per lo sviluppo futuro? “Intendiamo innanzitutto consolidare la presenza nei nostri mercati principali quali Giappone, Italia e Usa – risponde Zonno – Parallelamente, il nostro focus sarà sul mercato cinese, dove è in corso la negoziazione di un accordo distributivo in franchising, e su quello russo, per il quale abbiamo creato delle capsule collection ad hoc”. E nel perseguire tali obiettivi, l’azienda continuerà a prestare una forte attenzione ai costi, ma soprattutto all’artigianalità e alla ricerca della qualità, che da sempre ne fanno un simbolo del made in Italy.
In BREVE LE SILHOUETTE CHIC DI GIANVITO ROSSI OLTRE I 10 MILIONI Balzo in avanti per le raffinate calzature donna targate gianvito Rossi. In meno di 4 anni dall’esordio (P/E 2007), il brand lanciato dall’erede di Sergio Rossi ha infatti superato i 10 milioni di euro, in crescita del 30% rispeto al 2009 con la prospettiva di un ulteriore incremento del 25% nel 2011. E tra i must-have della prossima stagione autunno-inverno il decolleté in coccodrillo con cinturino alla caviglia color amaranto e lo stivale al ginocchio grigio pietra.
BALDININI VEDE ROSA PER IL 2011 E DEBUTTA A PARIGI Si respira ottimismo in casa Baldidini. Il brand di calzature e pelletteria ha archiviato il 2010 con un fatturato di 85 milioni di euro (+18%) e prevede di recuperare entro il 2011 i valori precrisi, raggiungendo quota 92 milioni. Sul fronte retail, il marchio romagnolo a breve metterà a segno il debutto con un monomarca a Parigi. La boutique verrà inaugurata la prossima estate e occuperà 200 m² su due livelli in rue Saint-Honoré.
NEW OPENING MILANESE PER LE SILLA Apre i battenti, in via Sant’Andrea 3, il nuovo flagship store Le Silla a Milano, il secondo dopo quello inaugurato 10 anni fa in Corso Venezia 8. La boutique si sviluppa su una superficie di 120 m² disposta su un unico livello e si affaccia sulla strada con un’ampia vetrina che lascia intravedere lo spazio di vendita. L’arredamento, essenziale e arricchito di elementi pregiati, ricrea un ambien-
te all’avanguardia con l’obiettivo di garantire un’atmosfera in sintonia con le collezioni del designer Enio Silla. La nuova apertura rappresenta un primo passo nell’ambito del piano di sviluppo che prevede non solo l’ampliamento della rete retail, con una serie di location in Italia ed all’estero, ma anche l’espansione e l’incremento di nuove sedi amministrative e di produzione nonché di poli vendita.
24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 33
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AZIENDA DEL MESE / MARZO
Compagnia delle Pelli, dopo gli accessori scopre l’abbigliamento con La Martina di Carlotta Careccia
L’azienda, per metà romana e per metà bergamasca, ha chiuso il 2010 a 72 milioni di euro, di cui oltre 50 realizzati con la licenza del marchio argentino oggi più conosciuto in Italia. Certo, passare in soli due anni dall’essere un’azienda di pelletteria ad una di total look non è un passo semplice. Delle sfide e delle difficoltà affrontate ce ne parla il presidente Mauro Tomasini, che con il socio bergamasco Giuseppe Bettinelli nell’anno del 150° anniversario dell’unità d’Italia si fa eccellente portavoce dei valori del Belpaese.
24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 35
AZIENDA DEL MESE / MARZO
In alto e di fianco: due vedute, la prima interna e la seconda esterna, della sede di 7.000 m² di Bonate Sopra, in provincia di Bergamo.
Come nasce l’avventura della Compagnia delle Pelli? L’azienda è stata fondata nel 1993 per la gestione della licenza di pelletteria di Pierre Cardin, una collaborazione che ci ha dato molto e che, dopo vent’anni, si è conclusa con l’A/I 2010-11. Avevamo poi acquisito Emanuel Ungaro e Gianfranco Ferré, anche quest’ultima una collaborazione molto longeva, che si è conclusa nel 2007 con l’acquisizione della Ferré da parte di Ittierre. Più recentemente poi abbiamo prodotto, sempre in licenza, la prima linea di Calvin Klein, Krizia, Enrico Coveri, Superga e K-Way. Abbiamo anche realizzato un bellissimo progetto insieme a Nike, uno zaino scuola declinato in tre misure e tantissime varianti colore… insomma, un portfolio davvero ricco e vario.
sori La Martina abbiamo fatturato circa 500 mila euro. Nel 2010 è stato di diversi milioni.
Quali sono i fattori che hanno determinato questo successo? Direi essenzialmente due. Gli accessori La Martina hanno delle E poi nel 2007 è arrivata la licaratteristiche assolutamente cenza di pelletteria de La Maroriginali, legate ai valori del martina… chio, come l’origine argentina e “Grazie al nostro software Si, ed è stata fin dall’inizio una lo sport del polo. Di collezione in un anno siamo riusciti a produrre bella sfida. La Martina era un in collezione abbiamo affinato marchio già noto nel mondo queste caratteristiche per soddipiù di 1 milione e 100.000 capi” dell’abbigliamento, ma non sfare le esigenze di una clientela aveva mai presentato una colche, al prodotto di tendenza, ne lezione di accessori. L’accoglienza da parte del mercato è stata preferisce uno riconoscibile e di pregio. Ne consegue, come sebuona già il primo anno, ma i ritmi di crescita di queste ultime stacondo fattore determinante del successo, la ricerca continua da gioni sono impressionanti. Pensi che il primo anno con gli accesparte del nostro reparto stile di materiali e lavorazioni particolari.
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in collaborazione con
La pelletteria La Martina si distingue per l’utilizzo di pellami trattati con effetto invecchiato, la combinazione di materiali diversi e la cura dei dettagli. Da ormai due anni vi occupate anche dell’abbigliamento di La Martina... Si, e all’inizio non è stato semplice. Ricordiamoci che la nostra struttura è stata concepita per gestire marchi in licenza nell’ambito della pelletteria. Nel 2009, proprio grazie ai risultati ottenuti, Lando Simonetti ci ha chiesto se eravamo interessati a sostenere finanziariamente ed operativamente anche la parte di abbigliamento. Il periodo era molto complicato, perché eravamo nel pieno della crisi e sia l’investimento sia l’operazione erano importanti. Con il mio socio ci siamo seduti a tavolino e ne abbiamo discusso… e ci è sembrata comunque un’occasione da non perdere. Come siete riusciti ad affrontare e superare positivamente questa prova? La Compagnia delle Pelli è da sempre caratterizzata da una forte informatizzazione, conseguenza della mia passione nei confronti dell’innovazione tecnologica e della necessità di unire due realtà, gli uffici di Bergamo e quelli romani, come se fossimo un’unica struttura. Consideri che a Bonate Sopra, in provincia di Bergamo, abbiamo una sede di 7.000 m², dove circa 1.000 m² sono occupati
da uffici, gli altri 1.000 m² da uno showroom ed il restante dalla struttura operativa. A Roma hanno sede invece la direzione commerciale e lo sviluppo prodotto della pelletteria. Non sarebbe possibile lavorare in modo soddisfacente senza il supporto della tecnologia. L’azienda lavora con tre piattaforme web attraverso cui gestiamo sia l’acquisizione degli ordini che la gestione della produzione e delle consegne. Grazie a questo sistema, sviluppare l’abbigliamento e tradurre il know how della pelletteria anche sui capi da indossare è stato relativamente semplice. La nostra software house ha messo a punto programmi per determinare taglie, misure, bagni di colore… Insomma nell’arco di due mesi siamo riusciti a mettere in piedi un sistema che ha funzionato al primo colpo, grazie all’esperienza che non solo l’azienda, ma anche il personale aveva già sviluppato nella gestione del business. Ma oltre al sistema gestionale? Beh, abbiamo anche creato una struttura dedicata solo all’abbigliamento, assumendo personale specializzato. Ci avvaliamo della collaborazione di un’azienda che ci supporta in termini di controllo qualità, livelli di produzione, logistica, misurazioni… Insomma, tutta la parte più tecnica che ci mancava. E poi le risorse umane: l’entusiasmo e la dedizione di tutte le persone che hanno partecipato, e che partecipano, a questo progetto, ci hanno portato in un Sotto, interno del flagship milanese La Martina di Via Verri e, a fianco, giacca P/E 2011 in nylon double e borsone La Martina.
24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 37
AZIENDA DEL MESE / MARZO
anno a produrre più di 1 milione e 100.000 capi, consegnandoli con successo. Come funziona l’abbigliamento di La Martina oggi? Parte dall’ufficio stile La Martina che ci fornisce gli input per sviluppare il campionario e, una volta approvato, viene consegnato ad agenti e distributori per la vendita. Oltre all’Italia, i Paesi più importanti sono Germania, Spagna, Francia e Grecia, anche se abbiamo cominciato da un po’ di stagioni anche con il Nord Europa che sta crescendo in modo interessante. Oggi l’abbigliamento La Martina registra un fatturato di 51 milioni di euro e su questo l’Italia pesa per il 40%. Avete recentemente inaugurato anche dei monomarca in Italia… Abbiamo aperto nel dicembre 2010 due monomarca diretti nei punti che riteniamo i “salotti dello shopping di lusso” in Italia, ovvero a Milano in via Verri ed a Roma in piazza San Lorenzo in Lucina. Rispettivamente 150 m² e 120 m² di tinte oro, avorio e nero, che riportano ai valori del marchio di polo argentino. Abbiamo poi aperto tre outlet, due in Italia a Castel Romano con McArthurGlen e a Vicolungo con Neinver, e uno in Svizzera, a Mendrisio, in FoxTown, che ci permettono di smaltire le eccedenze di magazzino senza saturare il mercato. In Medio Oriente come siete presenti? Con dei monomarca in franchising. Il 2010 per La Martina è stato un anno di espansione retail; sono infatti stati aperti punti ven-
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dita in Qatar, Abu Dhabi, Kuwait e Dubai, le cui superfici arrivano anche a 500 m², e che stanno dando dei buoni risultati. Avete cambiato la tipologia di distribuzione dei capi di abbigliamento rispetto a quanto fatto dal precedente licenziatario? Abbiamo cercato di proseguire quanto sviluppato dalla gestione precedente dato che volevamo subentrare nel mercato senza creare traumi. Quello che stiamo facendo gradualmente è cercare di migliorare ulteriormente il posizionamento, perciò abbiamo fatto una selezione dei negozi multibrand e incrementato la presenza all’interno dei migliori department stores europei come Harrods, Galeries Lafayette, El Corte Inglès e KaDeWe. Continuiamo comunque a distribuire in Italia tramite agenti e nei vari Paesi attraverso showroom e agenti. Come avete chiuso il 2010? Abbiamo chiuso con un fatturato di 72 milioni di euro, di cui oltre 50 realizzati con l’abbigliamento e gli accessori del marchio La Martina. Il restante ci arriva dalla private label e dai nostri negozi. Avete anche una private label? Si, a marchio Mart. Faceva parte di un progetto retail, ovvero di aperture di negozi, cosa che abbiamo poi realizzato. Ad essere sincero però questo progetto è stato un po’ soffocato dal successo di La Martina.
Sotto, veduta esterna del flagship romano di Piazza San Lorenzo in Lucina e, a fianco, camicia check bimbo con shopper in camoscio, tutto P/E 2011 La Martina.
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STUDI / INVESTIMENTI PUBBLICITARI IN ITALIA
di Milena Bello
CALZATURE E PELLETTERIA TORNANO AD INVESTIRE. L’EXPLOIT È FIRMATO PRADA Dopo aver stretto nel 2009 i cordoni del budget destinato agli investimenti pubblicitari, le aziende di pelletteria e di calzature hanno ora ricominciato a puntare sull’advertising, segno che la comunicazione è tornata ad essere una voce importante nel bilancio.
N
el 2010 gli investimenti pubblicitari di calzature e pelletteria hanno registrato il segno positivo nonostante l’aumento sia per ora a singola cifra. Più elevata invece la crescita evidenziata dai top five di entrambe le categorie, ossia dai primi cinque marchi che rappresentano circa un quarto dell’intera fetta pubblicitaria dei due comparti. Sono questi i dati della consueta analisi sugli investimenti pubblicitari condotta da Pambianco Strategie di Impresa, raccolti in occasione dei saloni Micam e Mipel, che sono andati in scena dal 6 al 9 marzo. DELLA VALLE E POLEGATO SI SPARTISCONO LE PUBBLICITÀ Nel 2010 i 291 marchi del settore calzature analizzati hanno investito in pubblicità circa € 67,4 milioni registrando un leggero aumento del 6,3% rispetto ai € 63,5 milioni del 2009. La classifica dei cinque top spender in pubblicità riconferma gran parte dei nomi emersi lo scorso anno, cui si aggiunge l’ingresso dirompente di Prada. Analizzando le singole posizioni, al primo posto si piazza Tod’s che nel corso dell’anno ha aumentato gli investimenti pubblicitari del 13,6% per un totale di 3,6 milioni di euro (pari al 5,4% del totale). L’aumento del budget pubblicitario ha permesso al marchio di Diego Della Valle di salire di una posizione ottenendo il posto occupato nel 2009 dalla Geox. L’azienda di Mario Moretti Polegato scende così in seconda posizione a causa di una contrazione degli investimenti del
CALZATURE Top 5 marchi per valore degli investimenti Rank Marchi
2010
2009
Δ% rispetto al 2009
21,2% a 2,9 milioni di euro (pari al 4,3%). Il dato si accompagna ai risultati economici del 2010 che evidenziano un calo delle vendite del settore calzature a favore di una massiccia crescita dell’abbigliamento (+20%), un ambito sul quale il Gruppo sta da tempo puntando. Medaglia di bronzo per Igi & Co che sale di una posizione rispetto allo scorso anno. Il marchio del Gruppo Imac ha registrato nel 2010 investimenti per 2,3 milioni di euro (+34,6%), pari al 3,4% del totale. L’incremento della pubblicità è legato anche al lancio con la P/E 2010, delle calzature dotate della tecnologia Surround realizzate insieme al colosso americano Gore-Tex. L’altro marchio della scuderia di Della Valle, Hogan, si piazza al quarto posto con 2 milioni di euro di investimenti (+10,1%), pari al 3% del totale mentre in quinta posizione entra Prada. A conferma che il mondo degli accessori (e in questo caso delle calzature) rappresenta una voce sempre più importante anche per le griffe di moda, il marchio di Miuccia Prada ha investito
CALZATURE
1
Tod's
3.635
3.199
13,6
2
Geox
2.929
3.718
-21,2
3
Igi & Co
2.326
1.727
34,6
4
Hogan
2.041
1.853
10,1
5
Prada
1.981
435
355,4
Totale top 5
12.912
10.934
18,1
IL SOLE 24 ORE
Altri (286 marchi)
54.531
52.537
3,8
VANITY FAIR
Totale generale
67.444
63.471
6,3
GRAZIA
Valori in migliaia di Euro 40 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
Top 5 testate per valore degli investimenti CORRIERE DELLA SERA
5.966
LA REPUBBLICA
Valori in migliaia di Euro al netto degli sconti
5.642 5.421 4.599 3.575 Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
STUDI / INVESTIMENTI PUBBLICITARI IN ITALIA
PELLETTERIA
PELLETTERIA
Top 5 marchi per valore degli investimenti
Top 5 testate per valore degli investimenti
Rank Marchi
2010
2009
Δ% rispetto al 2009
CORRIERE DELLA SERA
6.501
1
Carpisa
5.919
5.651
4,7
LA REPUBBLICA
2
Prada
3.854
1.227
213,9
D LA REPUBBLICA DELLE DONNE
3
Louis Vuitton
3.231
4.045
-20,1
IO DONNA
4
Piero Guidi
2.365
1.314
79,9
VANITY FAIR
5
Piquadro
1.622
1.978
-18,1
Totale top 5
16.991
14.218
19,5
Altri (212 marchi)
37.454
36.408
2,9
Totale generale
54.445
50.626
7,5
Valori in migliaia di Euro
Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
nel 2010 quasi 2 milioni di euro contro i 435mila del 2009 (+355,4%), raggiungendo una quota di mercato pari al 2,9%. Considerando i top spender, come accennato, la crescita degli investimenti è stata maggiore rispetto agli altri brand di calzature. Nel 2009 i primi cinque marchi avevano destinato alla pubblicità 10,9 milioni di euro che sono diventati 12,9 nel 2010 (+18,1%). I successivi 286 marchi hanno invece limitato l’incremento al 3,8% (a 54 milioni di euro). Andando ad esaminare le 59 testate che si sono spartite le pubblicità di calzature, notiamo che la categoria dei settimanali è quella che ha assorbito la quantità maggiore con il 52,6% del totale, seguita dai quotidiani e dai mensili, rispettivamente con il 25,2% e il 22,1% del totale. Sul fronte delle singole testate, al vertice si piazza il Corriere della Sera con 5,9 milioni (pari all’8,8 sul totale), seguita da La Repubblica con 5,6 milioni (pari all’8,4%) e Il Sole 24 Ore (5,4 milioni, pari all’8%). PELLETTERIA, DOMINA IL LOW COST Segno positivo anche per gli investimenti della pelletteria. I 217 marchi analizzati hanno investito € 54,4 milioni registrando un aumento del 7,5% rispetto al 2009. Per quanto riguarda la classifica dei top spender, anche nella pelletteria quattro posizioni su cinque sono occupate dagli
Valori in migliaia di Euro al netto degli sconti
6.212 5.196 4.980 4.542 Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
stessi marchi del 2009 ad eccezione di Prada, balzata subito al secondo posto. Analizzando le singole posizioni, Carpisa si conferma al vertice con 5,9 milioni di euro (+4,7%), pari a una quota del 10,9%. Prada sale direttamente al secondo posto, che nel 2009 era occupato da Louis Vuitton. Nel 2010 la maison di Miuccia Prada ha investito in pubblicità 3,8 milioni di euro evidenziando una crescita vertiginosa del 213,9% rispetto al 2009. Louis Vuitton ha invece diminuito del 20,1% gli investimenti pubblicitari che quindi si sono fermati a 3,2 milioni di euro, pari al 5,9%. Al quarto posto si piazza Piero Guidi con 2,3 milioni di euro (pari al 4,3%) in crescita del 79,9%. Piquadro chiude la classifica con investimenti in calo del 18,1% a 1,6 milioni di euro (pari al 3%). I primi cinque marchi della classifica hanno registrato una crescita del 19,5% con circa 17 milioni di euro (pari al 31,2%). Più moderato l’incremento degli altri 212 marchi, che hanno chiuso il 2010 con investimenti pubblicitari in progresso del 2,9% a 37,4 milioni di euro (pari al 68,8% del totale). Esaminando le 56 testate che nel 2010 hanno assorbito gli investimenti maggiori, vediamo che i settimanali rimangono in testa con il 52,5% del totale, seguiti dai quotidiani con il 27,5% e i mensili con il 20%. Al primo posto tra le singole testate si conferma il Corriere della Sera con 6,5 milioni di euro, pari all’11,9% del totale. Seguono La Repubblica con 6,2 milioni di euro (pari all’11,4%) e il suo settimanale, D La Repubblica delle donne, con 5,2 milioni di euro (pari al 9,5%).
PREMESSA METODOLOGICA Per il settore calzature le testate analizzate sono state 59 di cui 3 quotidiani, 24 settimanali e 32 mensili. I marchi considerati nel 2010 sono stati 291. Per il settore pelletteria le testate analizzate sono state 56 di cui 3 quotidiani, 24 settimanali e 29 mensili. I marchi considerati nel 2010 sono stati 217. I dati sono stati raccolti “registrando” tutte le pagine pubblicitarie apparse sulle testate considerate per la ricerca. La valorizzazione degli investimenti è stata fatta scontando del 75% i prezzi lordi di listino delle singole testate, rilevati dalla pubblicazione “Dati e Tariffe” - prontuario dei mezzi pubblicitari italiani. Il 25% del prezzo di listino costituisce, secondo le nostre stime, il costo più verosimile delle pagine pubblicitarie. Lo studio completo è disponibile a pagamento. Per informazioni scrivere a c.cogliandolo@pambianco.com o telefonare allo 02-76388600 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 41
INTERVISTA
DESIGN E TECNOLOGIA, CON FABBRICAPELLETTERIEMILANO CAMBIA IL MODO DI VIAGGIARE di Paola Cassola Nato nel 1946 e rinato oggi, torna un marchio storico della pelletteria italiana. Nuove tecnologie, nuovi materiali e nuovi prodotti sono pronti a sbarcare sul mercato. Tutto questo grazie alla passione e all’esperienza di Beppi Fremder, una figura storica del settore, che si è rimesso in gioco con un progetto all’avanguardia.
Pamela Carnelli
42 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Francesco Fratta
INTERVISTA
Milano, Fiera Campionaria 1954
Sig. Fremder, chi glie l’ha fatto fare di rimettersi in gioco? Mi considero un figlio d’arte. Sono nato in questo settore e dalla mia famiglia ho ereditato la passione per la valigeria. Dopo l’esperienza in Samsonite ho avuto ancora voglia di mettermi in gioco e di dedicarmi ad un progetto tutto mio: FABBRICAPELLETTERIEMILANO. Ma per dare il via al progetto è stato determinante sapere di poter contare su due “compagni di viaggio” come Pamela Carnelli e Francesco Fratta, già con me in Samsonite, che oggi sono membri del nostro Cda. Su cosa punterete? Insieme abbiamo individuato una nicchia di mercato scoperta. Il mondo della valigeria non ha ancora ricevuto le “stesse attenzioni” del suo parente più ricco, la borsa da donna, che ormai da tempo non è più considerata un semplice “accessorio” dell’abbigliamento, ma al contrario un elemento chiave per valorizzare l’immagine di chi la porta. Nella valigeria questo approccio non è ancora presente, se non nell’altissimo di gamma che però offre prodotti molto costosi e tecnicamente non all’avanguardia. Il mercato secondo noi richiede un prodotto che garantisca la valorizzazione del lato estetico abbinata alla funzionalità ed all’innovazione nella tecnologia e nei materiali.
E così avete lanciato “In the sign of movement”… Sì, l’obiettivo del progetto è di dare una svolta al mondo del viaggio, facendo leva sull’industrial design. Abbiamo scelto di collaborare con designer di livello internazionale, ma soprattutto in grado di portare nel settore della valigeria tecnologie provenienti da altre categorie di prodotto, per poter coniugare estetica e tecnologia. Stefano Giovannoni, Marcel Wanders, Jean-Marie Massaud e Marc Sadler interpretano, uno dopo l’altro, il concetto di valigia rigida. Date le peculiarità di ogni designer i target di riferimento delle 4 linee saranno diversi e non si cannibalizzeranno. Di che prodotti parliamo? G i o va n n o n i , p r i m o i n t e r p r e t e d e l l a va l i g e r i a FABBRICAPELLETTERIEMILANO, ha pensato ad un prodotto trasversale e dal design accattivante caratterizzato dalle forme morbide. Secondo interprete sarà Marcel Wanders che ha progettato una valigia rivolta principalmente al pubblico femminile. A seguire sarà la volta di Jean-Marie Massaud che ha utilizzato codici stilistici rigorosi e geometrici, per ultimo Marc Sadler con un prodotto rivoluzionario e super tecnologico. Ogni nuova linea viene progettata a partire dalla più piccola componente, processo questo della durata di almeno un anno.
24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 43
INTERVISTA
Come sono cambiate le valigie nel corso degli anni ? L’elemento che ha cambiato il mondo della valigeria moderna è la ruota, introdotta negli anni ’70. Si è partiti, infatti, con l’applicazione, alle tradizionali valigie, delle due ruote e poi delle quattro ruote. In un secondo momento, le valigie hanno subìto una rotazione e sono diventate verticali, mantenendo però sempre il supporto prima delle due e successivamente delle quattro ruote.
Render della valigia Mouse di Stefano Giovannoni
E le esigenze dei viaggiatori? Le esigenze dei viaggiatori oggi sono la leggerezza, la resistenza, la sicurezza e l’estetica funzionale. In merito alla sicurezza stiamo mettendo a punto un sistema antifurto tecnologico, del quale per il momento non posso svelare altro. Va detto che le esigenze purtroppo oggi vengono influenzate dalle restrizioni delle compagnie aeree low cost. Capita, infatti, che per risparmiare spazi a bordo le compagnie riducano le dimensioni massime per le valigie dei passeggeri, con la conseguente necessità, per le case produttrici, di dover modificare i modelli. A rimetterci è il consumatore finale che deve pagare una tassa aggiuntiva oppure acquistare una valigia nuova. Oltre alle valigie hi-tech presenterete 4 linee morbide ideate internamente, che caratteristiche avranno? La tecnologia sarà importante anche nella valigeria morbida. Abbiamo appena presentato due linee ed i modelli comprendono borse e borsoni del peso di soli 600 grammi. E’ grazie all’uso di materiali, diversi dal solito nylon e mai utilizzati prima in valigeria, che abbiamo realizzato queste proposte ultraleggere nel rispetto dei nostri elevati standard qualitativi. Per dare al prodotto un’immagine coerente con il nostro brand abbiamo utilizzato anche la pelle. Da quali mercati partirete e in che fascia prezzo? Per quanto riguarda la valigeria morbida la fascia di prezzo varia dai 150 ai 290 euro. La valigeria rigida, invece, spazia dai 190 ai 280 euro. Siamo partiti dal nostro mercato, cioè quello italiano, che
Stefano Giovannoni Questa famiglia di valigie è stata pensata per il viaggiatore più esigente ottimizzando peso, scorrevolezza delle ruote, usabilità della presa del carrello, attraverso un design compatto e armonioso, dalle linee eleganti, sofisticato nei materiali e nei dettagli.
Marcel Wanders 44 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
INTERVISTA
notoriamente fa tendenza e per quest’anno pensiamo di concentrarci su di esso. Apriremo infatti un flagship store a Milano che vuole dare un’immagine completa del nostro assortimento. La nostra rete di vendita è composta da 8 showroom sparsi sul territorio italiano dove incontriamo i nostri 400 clienti, il meglio della distribuzione italiana. Per quanto riguarda l’estero, abbiamo già diversi contatti nei Paesi principali e il nostro obiettivo entro i prossimi 5 anni è di arrivare in 40 mercati in tutto il mondo. Produrrete anche su licenza? Di licenze ne ho fatte tante in passato e con il progetto FABBRICAPELLETTERIEMILANO per ora preferirei proprio evitarle, non ipotechiamo nulla per il futuro. Quali saranno i valori rappresentativi del brand? L’immagine del nostro brand incorpora i valori di serietà professionale, correttezza, solidità e coerenza. Aspiriamo a diventare una certezza nel settore, per questo non ci lanceremo in mosse azzardate, che rischierebbero di svalutare l’immagine
Jean-Marie Massaud Sarà una collezione interamente dedicata ai viaggiatori più esigenti, che sanno quali sono le caratteristiche importanti in una valigia e preferiscono la qualità alla transitorietà della moda. Tutto è stato realizzato per migliorare la capienza, la qualità e la leggerezza del bagaglio. Dalla struttura alle rotelle, ogni componente è il risultato della stessa esigenza, in termini d’uso, mobilità e forza. Il guscio è flessibile e resistente. La profondità protegge la superficie da abrasioni e lascia spazio a tasche esterne supplementari. Questi accessori aumentano l’utilità, adattandosi tutti i tipi di trasporti e situazioni.
del marchio, solo per far crescere il fatturato. Nell’arco di 5 anni puntiamo a raggiungere 80 milioni di euro. Avete già in mente un piano di comunicazione? Sì, ci muoveremo su diversi media, partendo dal digitale, con un focus sul nostro sito, i social network e il nostro blog. Inoltre utilizzeremo strumenti insoliti per il nostro settore e codici di comunicazione che coniugano il design, la moda e il viaggio. Presteremo grande attenzione alla nostra immagine nei punti vendita, rendendo riconoscibili i nostri corner e shop-in-shop. Il nostro prodotto si posiziona nel segmento medio-alto del mercato quindi prediligeremo la stampa alla televisione, iniziando con una campagna su tutte le testate a maggiore diffusione. …E per i fashion addicted? Beh, i fashion addicted non possono lasciarsi sfuggire la Limited Edition di Stefano Giovannoni, una versione matt super accattivante!
Marc Sadler I cavalli di battaglia del progetto sono il peso e la sicurezza. Grazie ad un processo innovativo altamente industrializzato queste valigie saranno le più leggere della categoria, per assecondare la libertà di movimento in viaggio. E’ un progetto dedicato ai grandi frequentatori di aeroporti per viaggi di lavoro intorno al mondo, con bisogno di spostamenti agili e flessibili. Ma anche agli uomini e alle donne dei nostri tempi, in costante movimento, che apprezzano la praticità di un oggetto davvero efficiente rispetto alla sua funzione, con un design rigoroso lontano da mode effimere, destinato a durare nel tempo.
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SPECIALE ACCESSORI / TENDENZE
CON LE WELLNESS SHOES FINISCE L’ERA DELLE “SOLO” SCARPE di Rossana Cuoccio
“B
ruttine”, ma “buone”… anzi, “sane”. Ormai ai piedi di fashion addicted di mezzo mondo, le “wellness shoes”, se questa può essere una definizione che le comprende tutte, sono un fenomeno che sta contagiando tanto i più attenti agli ultimi trend in fatto di scarpe, quanto le aziende calzaturiere che stanno investendo sempre di più su questa nuova nicchia di mercato. Sentirsi un po’ instabili la prima volta che le si indossa e assumere un’andatura un po’ insolita è la sensazione che si prova indossando queste sneaker. Gli esperti, infatti, assicurano che questo particolare modo di camminare è molto più naturale di quello a cui si è abituati e determina, oltre che una maggiore tonicità del corpo, anche un benessere generale per tutto il fisico. Ma cosa sta dietro a questo trend?
Helena Christensen per Reebok EasyTone
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QUESTIONE DI TECNOLGIA Alla base di queste particolari calzature c’è prima di tutto una buona dose di tecnologia. Le prime ad arrivare sul mercato furono le “anti-shoes” MBT (Masai Barefoot Technology), nate dall’assunto che il corpo umano non è stato creato per restare in piedi su superfici piatte e dure. Così, alla fine degli anni ’90, partì la crociata “pro-body” dell’azienda svizzera fondata dall’ingegnere Karl Müller che studiò a fondo il portamento del popolo Masai, famoso per la postura perfetta. Da lì prese vita la rivoluzionaria tecnologia della suola multistrato curva che incorpora il Masai Sensor, un cuscinetto che riproducendo gli effetti della naturale camminata sulla sabbia, crea un’instabilità alla quale il corpo risponde automaticamente con un incremento dell’attività muscolare. E fu così che il tradizionale concetto di “scarpa” iniziò a vacillare. Da allora sono stati venduti milioni di paia di scarpe nel mondo e una fila di celebrities, da Al Pacino a Sylvester Stallone, sono state immortalate con il “piedone” Masai. La Swissmasai conta oggi nove filiali e diversi distributori che coprono 40 Paesi. Nel 2005 le MBT sono arrivate anche in Italia e oggi sono distribuite in sei negozi monomarca (l’ultimo dei quali è stato inaugurato a Firenze durante la scorsa edizione di Pitti Uomo) e in più di 600 selezionati punti vendita. “Indossare le MBT è una vera e propria esperienza emozionale – ha spiegato Herbert Kristler, general mana-
SPECIALE ACCESSORI / TENDENZE
Herbert Kristler
Marcia Kilgore
Sotto, da sinistra i modelli MBT, Geox Energy Walk, FitFlop e Reebok EA7 EasyTone
ger di Masai Italia e fondatore di MBT Italia – spiegare a parole cosa c’è alla base del successo di MBT è difficile, è necessario provarle per capire che, oltre ad un prodotto che racchiude tecnologia e una sempre maggiore attenzione al design, si tratta anche di un approccio intellettuale che influenza lo stile di vita di chi le indossa. L’espansione retail è una delle nostre priorità, in primavera apriremo uno store a Torino e poi sbarcheremo a Bologna e Forte dei Marmi e anche il concept dei nostri negozi subirà un’evoluzione. I nostri investimenti in questo momento sono concentrati su comunicazione e ricerca e il prossimo appuntamento per una MBT experience sarà durante l’evento che organizzeremo in occasione del Salone del Mobile di Milano”. Se MBT ha inventato il “physiological footwear” puntando al benessere fisico, Reebok si concentra, invece, sul fitness. Il brand che da cinque anni fa parte del gruppo Adidas ha, infatti, l’intenzione di puntare tutto sulle “toning”, le scarpe da ginnastica tonificanti caratterizzate da un particolare sistema di capsule di bilanciamento che sfrutta la tecnologia Moving Air e che crea una naturale micro-instabilità progettata per aiutare a tonificare i muscoli chiave di gambe e glutei. Lanciate un paio di anni fa, le Reebok EasyTone, sul cui brevetto ha lavorato per oltre 18 mesi l’ex-ingegnere della Nasa Bill McInnis (ora a capo del dipartimento Advance Technology di Reebok), godono però anche di un tocco fashion. Pochi mesi fa, infatti, Giorgio Armani le ha rivisitate in chiave glamour lanciando Reebok/EA7 EasyTone, una limited edition total black in sole 1.111 paia che uniscono performance e appeal estetico. Ma non è tutto, Reebok ha scelto la modella danese Helena Christensen, icona della moda anni ’90 e oggi stilista e affermata fotografa quarantenne, come ambassador EasyTone evidenziando così lo stretto legame che lega lo sport alla moda.
DALLE FLIP FLOPS AI BOOTS Un must targato UK (ma felicemente sbarcato in Italia qualche anno fa) è FitFlop, brand a cui spetta il merito di aver lanciato sul mercato il primo infradito fitness. Pensate da Marcia Kilgore, una delle donne di maggior successo nell’industria della bellezza, con la collaborazione di due ingegneri biomeccanici, David Cook e Darren James, le FitFlop utilizzano la tecnologia Microwobbleboard che, grazie alla micro oscillazione del piede, stimola la muscolatura delle gambe e quindi ne migliora il tono. Il brand che ha fatto della suola “tonificante” il suo successo (si contano circa otto milioni di paia vendute in 50 Paesi negli ultimi cinque anni) accompagna i piedi di donne, uomini e bambini anche nella versione di boots (già sfoggiati per le strade di Manhattan dall’attrice Brooke Shields). “Per le prossime stagioni – ha commentato Marcia Kilgore, fondatrice di FitFlop UK si prevedono grandi novità, a partire dalle collaborazioni con designer di fama internazionale, fino alla sempre più ampia varietà di prodotti. Per quanto riguarda il mercato italiano, siamo davvero fiduciosi: ci aspettiamo un aumento del 50% del fatturato per il 2011 (2,6 milioni di ricavi nel 2009 ndr). Il lancio della FF Supertone è stato fondamentale per il successo di FitFlop in Italia poiché ha reso i nostri prodotti adatti per 12 mesi all’anno e utilizzabili anche da chi vuole il comfort senza rinunciare allo stile. L’obiettivo è di perseguire la crescita, rafforzando anche la rete distributiva”. Anche Dr. Scholl’s, che nel 1959 rivoluzionò il concetto di benessere dei piedi con la tecnologia Exercise, ha lanciato la linea Starlight che, grazie ad una suola realizzata con piramidi di sospensione a doppia densità, consente a piedi e gambe di svolgere una benefica ginnastica semplicemente camminando. Camminare in modo corretto è l’obiettivo che si sono prefissati anche altri grandi nomi del panorama calzaturiero italiano: Geox, Lumberjack e Stonefly.
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SPECIALE ACCESSORI / INCHIESTA
Da sinistra i modelli Health by Lumberjack, Dr. Scholl’s Starlight e Earth Footwear
L’azienda di Montebelluna che ha già inventato la scarpa che “respira”, lancia ora Geox Energy Walk, le sneaker che rafforzano l’azione tonificante del passeggiare grazie ad uno speciale cuscinetto ammortizzante, inserito nella parte del tallone, unito a un battistrada più compatto e a un’intersuola più morbida. Risultato: un’andatura più elastica, maggiore controllo della postura e dell’equilibrio che allevia lo stress delle articolazioni e della schiena. Allo stesso modo Lumberjack, brand che fa parte del gruppo veronese 3A Antonini, ha sviluppato un progetto nel mercato delle wellness shoes lanciando Health by Lumberjack. La neonata linea è nata dall’accordo con il Centro Studi Aura, impegnato da diversi anni nello studio del riequilibrio energetico per il miglioramento del metabolismo cellulare. Stonefly, invece, per la prossima A/I 2011 propone Infinity, una linea di scarpe che modifica continuamente la posizione del baricentro del corpo grazie alla forma convessa della suola e alla bidensità dei suoi component, oltre, naturalmente, alle immancabili gocce di gel blusoft che hanno reso famoso il brand veneto.
BENESSERE MADE IN USA Vale la pena di dare uno sguardo anche oltreoceano, analizzando le proposte che arrivano dagli Stati Uniti, patria per eccellenza del wellness e del fitness. Filosofia yoga e principi ecosostenibili sono i capisaldi di Earth Footwear, azienda del Massachussets che distribuisce in 20 Paesi una linea di scarpe costruita secondo la Kalsø Negative Heel Technology, una suola inclinata che fa sì che le punte dei piedi siano 3,7° più in alto dei talloni allineando così il corpo alla postura ideale. “All’interno dell’industria delle scarpe, siamo stati tra i primi produttori a dedicare il 100% di una nostra linea alle colle ad acqua – dicono dall’azienda - questo è invece un passo importante verso la creazioni di prodotti in armonia con la natura, ma non è l’unico. Abbiamo appena lanciato l’utilizzo di prodotti riciclati nelle nostre solette BioFam, l’utilizzo di cartoni riciclati e l’uso di materiali più ecologici nelle nostre tomaie”. Scendendo verso la California, la wellness shoes mania non si arresta. Sckechers, che ha sede praticamente sulle spiagge di Manhattan Beach, non poteva sottrarsi a questo trend. Così ha affiancato alla sua già vasta proposta di sneaker sportive e casual, la linea Shape-ups. Si tratta di calzature che, grazie ad una kinetic wedge in Resamax e ad una “suola a dondolo” (risultato di un brevetto certificato da medici e fisioterapisti), offrono benefici al corpo e alla circolazione. “Il nostro obiettivo - ha commentato Leonard Amato, presidente di Skechers Fitness Group - è di mettere in forma l’America e il resto del mondo”. Oggi la campagna marketing multicanale di Shape-ups ha il volto dell’erediteria Kim Kardashian e di sua mamma Kris Jenner. Anche Crocs debutta nel mercato delle scarpe tonificanti lanciando per la prossima P/E la linea Crocs Tone: 4 modelli femminili in resina schiumosa “croslite”, di cui l’azienda americana detiene il brevetto dal 2006. Stabilito che ormai il concetto di calzatura è in piena evoluzione, viene da chiedersi: dopo le scarpe che respirano, che s’illuminano (Jimmy Choo), che si smontano e si riciclano (Timberland), addirittura che si autoallacciano (Nike) e, da ultimo, che tengono in forma, quale sarà la prossima sfida? A questo punto non resta che provarle. E ai piedi l’ardua sentenza!
A sinistra un modello Skechers Shape-up e la campagna pubblicitaria con Kim Kardashian, sotto una proposta di Stonefly Infinity
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LAURENCE DACADE: “IL VERO LUSSO È CIÒ CHE NON SI VEDE“
di Fosca Palumbo
Il vero lusso? È quel che non si vede, parola di Laurence Dacade. Attratta fin da piccola dal mondo della pelle, ha fatto della passione per la calzatura il suo mestiere, coronato nel 2003 col lancio della sua prima collezione, veri e propri gioielli realizzati artigianalmente nel nostro Paese. Ma non solo, questa designer, che sogna di creare per ogni “Cenerentola” che c’è in noi, disegna anche per alcuni dei più rinomati brand del lusso tra i quali spiccano Chanel e Nina Ricci.
Come ha iniziato? Ero molto giovane quando, grazie a mia madre, ho scoperto il mondo della pelle. All’inizio pensavo che passione e lavoro fossero due cose distinte, poi invece ho capito che si potevano anche conciliare, e così ho studiato per fare la stilista. E dalla moda alle calzature? Come spesso accade, poi sono stati gli amici a suggerirmi di dedicarmi alla calzatura. Per un anno ho frequentato una scuola specializzata per imparare la tecnica di costruzione, volevo essere in grado di realizzare una scarpa con le mie mani: partire dal modello, realizzare la suola, il tacco e infine montare il tutto fino ad arrivare al risultato desiderato. I calzaturifici sono tutti in Italia e principalmente in mano a figure maschili, ma essere una donna in questo settore è un vantaggio perché le indosso e ne posso testare calzata e comodità. Vive e lavora a Parigi, come è il fashion system d’Oltralpe? Ho sempre lavorato a Parigi, per scelta. Non mi sono mai voluta allontanare da qui, anche se tutte le manifatture del lusso si trovano in Italia, perché per me la scarpa non è solo un oggetto ma una “attitudine”, un atteggiamento nei confronti della vita.
Laurence Dacade
Sopra bozzetto e tronchetto A/I 2011-12, a destra modelli P/E 2011.
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Disegna per la sua linea, ma anche per noti brand del lusso, come gestisce il processo creativo? Ho lavorato sette anni da Givenchy e ora sono la responsabile delle calzature Chanel, ma disegno anche per Nina Ricci e tanti altri brand. Quando mi dedico ad ognuno di questi brand mi immedesimo nel loro mondo. In sostanza, parto dagli input creativi per interpretare quello che il direttore creativo o lo stilista vuole, facendo mente locale all’heritage e al target di riferimento. Naturalmente ci vuole pazienza, energia e velocità, ma si deve avere anche il feeling giusto e la fiducia nelle persone con le quali si interagisce. È un po’ come una storia d’amore. Lavorare con personalità forti e di talento come Karl Lagerfeld è estremamente stimolante, perché hanno quello che mi piace definire un “mondo di creatività” immenso e lussuoso. Quali sono le difficoltà che può riscontrare nel suo ruolo? Non è certo semplice, a volte capita che il risultato non sia sempre quello sperato
CREATIVI
perché sorgono dei problemi tecnici all’ultimo momento. Lo stress maggiore consiste nel riuscire a rispettare le tempistiche, molto ristrette, e al tempo stesso realizzare il miglior prodotto possibile. Abbigliamento e calzature sono molto diversi uno dall’altro, perché una scarpa può far male, un vestito no. Comunque i creativi possono anche cambiare idea all’ultimo momento, è il bello della moda!
Nella prossima collezione ad esempio ci sono degli stivali lavorati come giacche di pelle, con zip e altri dettagli, realizzati proprio a questo scopo.
Spesso i designer di calzature si concentrano sull’estetica, è così anche per lei? No, non è il mio caso. A me piace la tecnica, mi interessa e la conosco perché solo così si è liberi di chiedere a un produttore di realizzare Per la linea Laurence Dacade invece esattamente quel che si vuole. E poi il ha carta bianca, è più facile? “È un po’ come una ricetta, lusso non è solo il look, è ciò che non A dire la verità credo che sia più difuna scarpa di lusso è fatta vedi, sentire che una scarpa ti sta perficile lavorare per sé che per gli altri, fettamente. E per riuscirci è importanperché è come trovarsi davanti allo di pelle, tacco e forme” te scegliere tomaie di qualità, forme e specchio, si è completamente soli. La calzate giuste, studiare il piede e fare prima collezione è in assoluto la più in modo che tacco e forma siano ben difficile perché la pagina è proprio calibrate. Ogni modello è una nuova esperienza, è questo il belbianca, mentre le altre vengono un po’ da sé. Quando creo per lo delle scarpe. È un po’ come una ricetta, un scarpa di lusso è la mia linea penso ad una donna forte ed estroversa, ma al temfatta di pelle, tacco e forme. po stesso sensibile e discreta e nelle collezioni si vede, a seconda dei colori e dei materiali che utilizzo. Materiali preferiti? Tutti, ma adoro il coccodrillo che è pure il più caro. Dove viene distribuita? In Italia siamo presenti a Milano da Antonia Milano e da Base Una curiosità, come fa a conciliare tutti questi impegni? Blue a Varese. La distribuzione è molto limitata, ma le mie creSono bene organizzata e ho chiaro dove voglio andare. Diciaazioni sono fatte artigianalmente e vanno al retail dai 350 fino mo che cerco di pensare alle cose che potrebbero succedere ai 2.000 euro, con un prezzo medio sui 600 euro circa. Delle prima che si palesino. Penso al peggio per avere il meglio. volte dei negozi mi hanno chiesto di introdurre in collezione pezzi più abbordabili, ma non l’ho mai fatto e ad oggi non è il mio obiettivo. Se ci fosse qualcuno al mio fianco a controllare i numeri forse mi direbbe che bisogna spingere di più su deterABOUT minati modelli, ma io sono una designer! Ciò non toglie che BONAUDO faccio molta attenzione alla scelta dei materiali per avere il prodotto giusto al prezzo giusto, non voglio essere fuori mercato. Cosa caratterizza le sue creazioni? Mi piace che la scarpa dia la sensazione del movimento, per questo in collezione ho molti tronchetti con le fibbie e con le tomaie aperte che si muovono ad ogni passo. Quando creo poi penso tanto al vestito che accompagnerà la scarpa per dare vita a nuovi look, mi piace giocare sull’aspetto della gamba e su modelli portabili da tutti, anche se in maniera diversa.
Ricerca, innovazione, continuità, risorse umane e prodotti che coniughino stile e performance. Sono questi i cardini della filosofia di Bonaudo, conceria con alle spalle 90 anni di tradizione, guidata dal 1994 dal presidente Alessandro Iliprandi. Alessandro Iliprandi Specializzata nella produzione dei grandi classici della tradizione conciaria italiana destinati ai marchi del lusso e dello sportswear, l’azienda da sempre investe fortemente nel made in Italy e nella creatività, alla ricerca costante del bello. E proprio al fine di perseguire la propria mission aziendale, la realtà con sedi produttive nelle provincie di Milano, Verona e Firenze ha instaurato un fruttuoso dialogo con le arti, perché è dalla ricerca del bello che nasce il nuovo. www.bonaudo.com
24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 51
INTERVISTA
CRESCE IL LIFESTYLE ASPETTANDO IL READY Lanciato meno di quindici anni fa da Tamara Mellon in partnership con l’omonimo designer malese (uscito nel 2001), oggi il noto marchio inglese di calzature ha all’attivo più di 100 monomarca in 32 Paesi, per un fatturato che supera i 170 milioni di euro. Negli ultimi mesi ha poi dato il via ad una strategia di brand extension con il lancio di calzature uomo e fragranza. Tamara Mellon e Joshua Schulman, alla guida dell’azienda, ci raccontano gli ultimi progetti del brand, in attesa degli sviluppi sul fronte azionario. La quota di maggioranza dell’azienda è infatti in mano al fondo TowerBrooke e da mesi si parla di un ulteriore passaggio di mano o di una possibile quotazione in borsa.
M
rs. Mellon, ha lanciato Jimmy Choo perché non riusciva a trovare le scarpe giuste ….è verità o leggenda? Ebbene sì. Quindici anni fa lavoravo come editor accessori all’edizione inglese di Vogue e non riuscivo mai a trovare le scarpe che mi piacevano e me le facevo fare su misura. Così ho iniziato a sognare di creare il brand del perfetto accessorio di lusso, stiloso ed elegante, capace di catturare i cuori delle donne. E anche se sono molto orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato, so che il meglio deve ancora venire. Di recente avete siglato le partnership con UGG e Hunter, come mai? Perchè sono entrambi leader nei rispettivi segmenti di mercato e poi mi piacciono molto. Con UGG Australia è stato un fit naturale, non per niente è uno dei pochi marchi di calzature che ho nel mio armadio a parte Jimmy Choo. E in quanto ad Hunter, per interpretare in maniera elegante lo stivale da pioggia - un classico del Brit style - mi sono ispirata alle giovani donne inglesi. Ci sono nuove partnership nell’aria? Lavoriamo costantemente a nuove iniziative, abbiate solo un po’ di pazienza.
Tamara Mellon
52 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Stilisti preferiti da abbinare ad un paio di Jimmy Choo? Personalmente amo Alexander Wang e Isabel Marant per il giorno, mentre per la sera Lanvin e Dolce e Gabbana. Ma
credo che dipenda molto dallo stile personale di ognuno. La gamma Jimmy Choo è molto ampia. Se potesse scegliere un must-have, quale sarebbe? Come per molte altre donne, la mia vita è divisa tra lavoro, figli e “social life” e questo implica occasioni estremamente diverse una dall’altra. Per questo un anno fa ho lanciato Choo 24:7, linea di calzature e borse che raccoglie in sé tutti i nostri classici. Per me rappresenta la perfetta selezione di scarpe, raccoglie alcuni dei miei look preferiti, pezzi nei quali poter investire e il loro punto di forza è che possono essere indossati in ogni periodo dell’anno e in ogni occasione, da mattina a sera, sette giorni su sette, per rendere più semplice anche la vita più impegnata! In tema di accessori, cosa non può mancare nel suo guardaroba? Adoro i gioielli vintage, li colleziono da molto tempo e spesso sono fonte di ispirazione proprio per le nostre collezioni. Ultima domanda: che cosa non indosserebbe mai una donna Jimmy Choo? Un paio di Crocs. A fianco modello Jimmy Choo A/I 2011-12, a destra campagna pubblicitaria P/E 2011 Choo 24:7
INTERVISTA
JIMMY CHOO, -TO-WEAR
M
di Fosca Palumbo
r. Schulman. avete da poco lanciato la linea di calzature maschili e il profumo. Avete altre brand extension in cantiere? Diciamo che ad oggi il valore del brand va ben oltre il fatturato effettivo e c’è una forte domanda di prodotti Jimmy Choo in diverse categorie merceologiche, come il ready-to-wear. Per il 2011 però ci concentreremo sul lancio della fragranza, già partita molto bene, e sulle scarpe da uomo.
A Milano siete recentemente sbarcati in via Sant’Andrea... Esattamente, il flagship di Milano, aperto a settembre, sta andando bene. Con lo shop in shop aperto da poche settimane presso La Rinascente poi abbiamo completato la nostra presenza nella città, ma abbiamo anche un monomarca a Roma e in tutta Italia siamo presenti in una cinquantina di multibrand.
Che obiettivi vi siete dati con l’uomo? Abbiamo scelto di dargli un posizionamento molto selettivo. Per la prima stagione, l’A/I 2011-12, sarà possibile acquistare esclusivamente su www.jimmychoo. com (a partire da giugno) e in soli trenta punti vendita multi-brand a livello worldwide. In Italia le collezioni saranno probabilmente presenti in un paio di negozi. Si tratta di una scelta strategica volta a costruire la credibilità della linea, poi anche visto l’interesse raccolto fino ad ora da parte di stampa e mercato potremo ampliare con successo la distribuzione.
E l’Asia? È in forte crescita ed è un altro dei nostri focus. Recentemente abbiamo nominato Wannie Suen senior VP Asia, sovrintenderà la creazione ad Hong Kong di una filiale commerciale per gestire le nostre attività nell’area. In Giappone invece abbiamo da poco acquisito il restante 50% della joint venture con la quale operavamo. Qui poi stiamo beneficiando di un trend che va via via consolidandosi e che sta permettendo a marchi più piccoli come Jimmy Choo di rubare quote di mercato ad altri più grandi, ma oggi in difficoltà.
Quali sono i mercati chiave? Siamo in una fase diversa nel nostro ciclo di vita nelle diverse regioni. In America, per esempio, abbiamo avuto un anno eccezionale con crescite like-for-like a due cifre. In Europa invece siamo indietro rispetto ai nostri concorrenti e per questo ci siamo focalizzati sull’apertura di negozi monomarca. Siamo sbarcati a Francoforte e Zurigo e presto toccherà ad Anversa, Saint Moritz e Madrid, con uno spazio ne El Corte Ingles.
I mercati emergenti hanno “salvato” diversi marchi sul fronte fatturato. Come state andando in queste aree? Stiamo investendo: in India si è passati da un negozio a Mumbai a tre punti vendita con un quarto che aprirà nel corso dell’anno. In Brasile abbiamo recentemente inaugurato un flagship a San Paolo, ne abbiamo poi in programma uno a Mosca. Abbiamo molti clienti provenienti dai mercati emergenti che acquistano i nostri prodotti in Europa e in America, per questo vogliamo essere presenti nei loro Paesi d’origine. Parte del capitale Jimmy Choo fa capo a un fondo, state valutando la possibilità di un’IPO nel prossimo futuro? A questo proposito non abbiamo ancora nulla da dichiarare, al momento siamo ancora in una fase di valutazione e con i nostri azionisti stiamo ancora esplorando diverse opzioni.
Joshua Schulman
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di Rocco Mannella
SPECIALE ACCESSORI / A/I 2011-12
L’IRRESISTIBILE FASCINO DELLA SOBRIETÁ Ripensano forme e dettagli nel solco della tradizione, le scarpe e le borse del prossimo autunno/inverno. Con un design nitido e accattivante, i più autorevoli marchi del settore esaltano l’appeal di materiali morbidi, linee sinuose, applicazioni discrete e accurate lavorazioni da laboratorio artigianale.
L
a soffice carezza dell’eco-pelliccia, gli sferzanti colori vitaminici, l’aristocratica eleganza senza tempo dello stile equestre e il rassicurante tocco dei pellami che scelgono l’imperfezione come tratto distintivo. Sono questi i temi dominanti degli accessori visti nelle recenti sfilate di Milano e negli stand che hanno ospitato l’ultima edizione del Micam e del Mipel. Queste creazioni, anche quando scelgono di veicolare messaggi forti e grintosi, parlano il rassicurante linguaggio della sobrietà. Per valorizzare al meglio, ma senza eccessi di rigore, l’impatto tattile e visivo di nappe opacizzate, vitelli lucidi e camosci ingrassati. Questi materiali si alleano di preferenza a tronchetti e décollétee dalle estremità mai troppo affilate che, come le anglofile calzature da futuri trend-setter, optano per sinuose forme arrotondate. Sotto
gli influssi della riscoperta estetica anti-massimalista, lo shoewear di stagione dice no ai tacchi da trampoliere, ai plateau esibizionisti, alle zeppe-torrione e alle sbarluccicanti applicazioni-gioiello da zarina e ballerina di nightclub. Semaforo verde invece per gli ankle boot col tacco a cono e a colonna, per le sneaker dall’aria studiatamente maltrattata, per i sandali da dark lady metropolitana e per gli stivali da fantino declinati nei caldi toni del cuoio, del tabacco, dell’ambra e del caffè. L’equitazione influenza anche alcuni modelli di sacche e tracolle polimateriche dalle accurate finiture simil-artigianali che citano le selle e le briglie dei cavalli. Il tipico abbigliamento dei popoli della steppa e del grande Nord influenza invece la stagionale offerta di polacchine, galosce e moon-boot rivestiti o foderati in pelliccia di montone, agnello e vacchetta.
In alto, da sinistra: un completo di Ermenegildo Zegna, una borsa di Prada e una proposta di Bottega Veneta per il prossimo A/I
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SPECIALE ACCESSORI / A/I 2011-12
GRANDE FREDDO Riccioli ribelli, soffici boccoli e vaporose pelosità foderano e rivestono gli interni e gli esterni di calzature antifreddo e borse di gusto eco-friendly, che evocano il selvaggio abbigliamento dei popoli della Tundra e della Steppa.
Vic Matiè
Miss Sixty
Geox
ALV
Alberto Fermani
Lju-Jo 56 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Gianfranco Ferré
David & Scotti
D’Aquasparta
Rucoline
Jimmy Choo
Bikkembergs Icon
SPECIALE ACCESSORI / A/I 2011-12
SPIRITO EQUESTRE L’eleganza aristocratica di fantini e cavallerizze conquista alti stivali dalla linea aderente e tracolle multimateriche che per il prossimo autunno/inverno scelgono le calde sfumature del miele, del cognac, dell’ambra e del tabacco.
Janet Sport
Soldini
Gilli
Buttero
Coccinelle
U.S. Polo Assn.
Moncler Gamme Bleu
Aigner
Timberland
Fendi
Bruno Magli
Nannini 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 57
SPECIALE ACCESSORI / A/I 2011-12
POP ART Infondono un’energizzante scarica di adrenalina le décollétee dai tacchi importanti, le sacche in morbida nappa e gli stivaletti antipioggia che citano la vivace palette cromatica cara all’estro di Andy Warhol.
Tara Jarmon
Ennio Silla for Le Silla
Grey Mer
Casadei
Becato
Hummel 58 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Gucci
Giuseppe Zanotti
Pirelli PZero
Kallistè
Moon Boot
Thierry Raboutin
SPECIALE ACCESSORI / A/I 2011-12
SUGGESTIONI SHABBY Esaltano i pregi estetici delle imperfezioni finto casuali le sneaker, i tronchetti e le tracolle che regalano piena visibilità a pellami maltrattati ad arte, sfumature irregolari e rugose screpolature nel segno del “wabi sabi”.
Fiat
Casbia
El Naturalista
Gaudì
Cycle
Tavecchi
Trussardi 1911
Tosca Blu
Salvatore Ferragamo
Arnoldo Battois
Sax
Manas 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 59
SPECIALE ACCESSORI / A/I 2011-12
NERO METROPOLITANO Optano per la sicurezza del non colore per eccellenza gli accessori passepartout del vestire urbano. In suede o pelle lucida si alleano a forme slanciate, flash rosso fuoco, inserti di nylon e discrete applicazioni metalliche.
Baldinini
Guess
Stuart Weitzman
Gianvito Rossi
John Richmond Sergio Rossi
Ballin 60 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
H. Williams
Roberto Cavalli
Rocco P.
Aerosoles
Piero Guidi
SPECIALE ACCESSORI / PELLICCERIA
IL 2010 SEGNA LA RISCOSSA DELLA PELLICCERIA di Milena Bello
L
e ultime sfilate donna di Milano, da Fendi a Brioni, da Roberto Cavalli a Dsquared2 fino a Krizia, hanno celebrato la nuova vita della pelliccia, vero e proprio must per il prossimo inverno. Un successo che si accompagna ai dati positivi sul comparto elaborati da Pambianco per l’Associazione italiana pellicceria in occasione della 16ª edizione di Mifur. Il Salone Internazionale della pellicceria e della pelle, che si è tenuto a Rho Fieramilano dal 6 al 9 marzo, ha richiamato oltre 13mila visitatori (+8,6%) con un grande ritorno dei buyer russi (+22,3%), giapponesi (+45,9%) e americani (+25,6%). Come ha sottolineato il presidente di Mifur, Norberto Albertarelli, la crescita dei visitatori è in linea con le premesse positive che provengono dal mercato. Il valore wholesale della pellicceria italiana nel 2010 è aumentato del 16% raggiungendo 785 milioni di euro. Il dato positivo, legato principalmente alla crescita del valore wholesale dei marchi di pellicceria e meno di quelli legati alle griffe, al momento non è stato però sufficiente per colmare il calo del settore nel 2008 e nel 2009. E, soprattutto, non tiene conto dell’impennata dei prezzi delle materie prime, aumentati del 20% nel corso dell’anno. Per il 2011 però i segnali sono positivi, anche se leggermente inferiori rispetto all’anno in corso e si prevede quindi un progresso del 7%. Buone le performance dell’export cresciuto del 34% a fronte però di un progresso del 55% delle importazioni. Anche il mercato interno è tornato in positivo mettendo a segno nel 2010 una crescita del 16% a 718 milioni di euro a valori wholesale e per il 2011 le previsioni si attestano a un +8%. Per quanto riguarda la vendita al dettaglio, nel 2010 le boutique di moda hanno bruscamente diminuito la loro incidenza passando dal 62 al 50% a favore dei negozi specialisti (dal 28 al 33%) e della grande distribuzione (dal 10 al 17%). Ma nel 2011 potrebbe registrarsi una nuova inversione di tendenza e, complice l’aumento dell’uso della pellicceria nelle griffe, i ricavi delle boutique di moda potrebbero salire oltre il 50% del totale.
PELLICCERIA Andamento del mercato nel 2010 valore wholesale Marchi di pellicceria Griffe Marchi di abbigliamento Totale Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
380 379 26 785
Δ% +27 +9 -19 +16
Brioni A/I 2011-12
Valori in milioni di Euro 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 61
SPECIALE ACCESSORI / OCCHIALI
MIDO, LA RIPRESA DELL’EYEWEAR ARRIVA DALL’ESTERO
“I
l peggio sembra essere passato”, così l’eyewear made in Italy torna a crescere dopo un biennio negativo che ha riguardato l’intero settore. Ad annunciarlo è stato Vittorio Tabacchi, presidente di Mido e Anfao, alla vigilia della 41esima edizione del più importante appuntamento dedicato al mondo dell’occhialeria che si è tenuto dal 4 al 6 marzo nei padiglioni di Fieramilano Rho Pero. Questi i numeri della fiera: oltre 1.100 gli espositori (di cui 2/3 stranieri), oltre 42.000 i visitatori (+3% rispetto al 2010), con un incremento del 7% di quelli italiani e una stabilità per le presenze straniere. “La produzione dell’occhialeria italiana nel 2010 ha raggiunto quota 2.448 milioni di euro, in crescita dell’8,7% rispetto all’anno precedente. Ma i segnali di ripresa – ha sottolineato Tabacchi – arrivano solo dall’estero e riguardano soprattutto il segmento merceologico degli occhiali da sole. Le esportazioni sono infatti cresciute del 17,3% raggiungendo i 2,2 miliardi, un dato decisivo, per un settore che volge all’export oltre l’80% di ciò che
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produce”. L’area principale per l’eyewear italiano continua ad essere l’Europa con una quota del 51,5% (+10%) seguita dal mercato americano con un 28% (+26,1%). In Asia è diretto oggi il 16,1% dell’export del settore, con una crescita del 32,6% rispetto al 2009. A preoccupare è però il mercato interno. “In Italia – ha sottolineato il presidente di Mido – abbiamo registrato una flessione del 2,5% dei consumi, a 976 milioni, ben 14 punti percentuali al di sotto dei valori massimi pre-crisi”. Gli fa eco Antonio Bortuzzo, AD di Allison, tra i big dell’occhialeria made in Italy che parlando del mercato domestico ha commentato: “L’Italia sta attraversando un momento di staticità, penso che questa volta l’uscita dalla crisi sia un processo lento e difficoltoso. Anche Spagna, Portogallo e Grecia sono mercati che soffrono ancora. La nostra azienda ha archiviato il 2010 raggiungendo gli 80 milioni di euro di fatturato con una crescita intorno al 16% rispetto al 2009. Russia e Middle East sono mercati in cui abbiamo registrato una ripresa mentre, grazie alla sinergia con alcuni partner distributivi
di Rossana Cuoccio
cinesi, coreani e giapponesi, c’è stata una vera e propria esplosione di vendite nel Far East”. Guardando al futuro, Allison seguirà due direttrici strategiche: “Nei nuovi mercati spingeremo sulle griffe che abbiamo in licenza (tra cui Gianfranco Ferrè, Missoni, John Richmond, Moschino e Iceberg) – ha continuato Bortuzzo – mentre per i mercati tradizionali punteremo sui brand di proprietà. Vogliamo avvicinarci sempre più al mondo dei giovani, rinnovando anche il look aziendale e per fare questo stiamo spingendo sugli house brand Try e Zero rh. Dopo il recente lancio della prima capsule collection Try Star, il progetto legato agli artisti musicali prosegue, tanto che a questa edizione di Mido presentiamo diverse versioni di aste intercambiabili legate al mondo della musica a 360°, dalle case discografiche al mondo del collezionismo fino al progetto benefico con la Nazionale Cantanti. Per Zero rh, invece, ci siamo legati all’immagine sportiva di Marco Simoncelli e così anche l’occhiale da sottocasco è diventato di moda”. Un altro business bilanciato tra brand
SPECIALE ACCESSORI / OCCHIALI
Vittorio Tabacchi
Antonio Bortuzzo
di proprietà e licenze è quello di De Rigo, azienda bellunese tra le più importanti del panorama eyewear. “Il 2010 è stato complessivamente un anno positivo – ha dichiarato l’AD Michele Aracri - il fatturato wholesale del gruppo è stato pari a 190 milioni di euro, in crescita del 18% sull’anno precedente. In Europa i mercati che ci hanno dato maggiore soddisfazione sono stati quello francese, spagnolo e turco, in cui abbiamo in programma un importante progetto retail, che prevede l’apertura di 33 nuovi punti vendita. Investimenti commerciali sono previsti anche in Inghilterra, Canada e Stati Uniti in cui vogliamo essere presenti nei più importanti department store. La Grecia e la Croazia sono tra i Paesi che soffrono di più”. L’azienda veneta si è presentata all’edizione di Mido appena conclusa con una grande novità in ambito licensing: “Abbiamo appena siglato una nuova licenza worldwide per la produzione e la distribuzione dell’eyewear, da sole e da vista, a marchio Carolina Herrera New York e Ch Carolina Herrera. Ritengo che le licenze siano fondamentali per penetrare i mercati esteri. Ad esempio, con Ermenegildo Zegna, brand preferito da una clientela maschile e raffinata, siamo forti in Cina, negli Stati Uniti e in Sudamerica. Stiamo facendo, però, anche un ottimo lavoro sugli house brand Lozza, Police e Sting. Con Lozza continua il sodalizio con il testimonial Marco Mengoni mentre per Police, che ormai è diventato un vero e proprio marchio lifestyle grazie ad una serie di brand extension per i profumi, i gioielli e gli orologi, è prevista un’importante pianificazione pubblicitaria. Nel 2010 De Rigo ha incrementato del 18% gli investimenti in comunicazione, da sempre una leva strategica per il nostro gruppo”.
Michele Aracri
OCCHIALERIA ITALIANA 2010
VAR.% 2010/2009
Produzione
2.448
+8,7%
Export
2.215
+17,3%
Import
743
+16,4%
Fonte: Anfao
Valori in milioni di Euro
LORO PIANA DEBUTTA NELL’EYEWEAR CON BARBERINI
Loro Piana entra nel mondo eyewear con la prima capsule collection di occhiali da sole. La linea, composta da tre modelli unisex distribuiti nei 135 negozi Loro Piana nel mondo, è stata realizzata in collaborazione con Barberini, azienda specializzata nelle lenti di protezione solare in vetro ottico. Come ha spiegato Pier Luigi Loro Piana, a capo della griffe biellese che ha chiuso il 2010 con ricavi in crescita del 21%, vicini ai 500 milioni di euro, “il progetto della capsule eyewear è nato dall’incontro con l’ingegnere Gianni Vetrini, AD della Barberini”. “Siamo rimasti colpiti dalle caratteristiche delle loro lenti che abbiamo conosciuto in occasione del campionato del mondo di volo di Rieti. Non sappiamo ancora se realizzeremo altre collezioni in futuro ma ce lo auguriamo perché è un progetto che ci affascina”. La particolarità di questi modelli si cela appunto dietro le lenti. Estremamente sottili (sono spesse solo 1,8 millimetri contro i 2,2 dei modelli in commercio), contengono le cosiddette terre rare (neodimio, praseodimio ed erbio che formano il nome della linea, N.p.e.l.p.), ossia sostanze chimiche che vengono aggiunte in fase di fusione e che permettono una visione nitida dei colori. Una peculiarità che si aggiunge poi alle caratteristiche di elevata protezione dai raggi ultravioletti, dai raggi infrarossi e dalla luce polarizzata. Più classica invece la montatura, che si presenta nei toni della tartaruga, marrone e nero, ed è interamente fatta a mano.
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SPECIALE ACCESSORI / OCCHIALI
MAZZUCCHELLI, A BRACCETTO DELLA MODA CON LO SGUARDO SEMPRE PIÙ AD ORIENTE Forse non tutti sanno che il 60% degli occhiali che indossiamo, dai Ray Ban ai Police, sono realizzati in acetato di cellulosa, un polimero di origine vegetale dalle straordinarie proprietà. Leader di mercato è una storica realtà tutta italiana, Mazzucchelli 1849, che fornisce tutti i più importanti player dell’occhialeria. Una realtà che con più di 160 anni di attività alle spalle, riesce ad essere sempre al passo con i tempi. Alessandro Fiocchi, direttore generale dell’azienda che ha sede nell’ex-distretto dell’occhialeria lombarda, a Castiglione Olona, spiega come la chiave del successo di Mazzucchelli sia da sempre l’innovazione, tecnologica ed estetica. Alessandro Fiocchi
Come è andato il 2010 di Mazzucchelli? Il 2010 per la nostra azienda è stato un anno positivo, con un fatturato di 140 milioni di euro, in crescita del 32% rispetto all’anno precedente. Anche per noi il mercato asiatico è quello che ci dà le maggiori soddisfazioni. Oggi assorbe il 46% in termini di fatturato consolidato ottica. Anche il mercato europeo, in generale, è cresciuto, ma con percentuali di incremento molto più basse rispetto ad altri Paesi. Comunque il futuro di Mazzucchelli è sicuramente orientato verso Oriente.
LE TENDENZE 2012 SECONDO MAZZUCCHELLI Forme sinuose e tondeggianti per lei e ispirazioni vintage per lui. Così mentre per la donna vincono linee dolcemente squadrate e accenni al mood “a farfalla”, l’uomo indosserà forme marcate, tonde e a goccia. Nelle astine continuerà il trend “decorativo” di chiara ispirazione neo barocca, ma la vera novità sarà l’esplosione della tendenza “figurativa”. Gli occhiali più trendy saranno portatori di un messaggio grafico fatto di personaggi di fumetti e cartoon mentre tra i colori primeggeranno giochi di trasparenze, nuance pastello, tonalità energetiche e fluo.
Come fa l’azienda ad essere leader da così tanto tempo? Grazie alla ricerca continua. Con il passare del tempo l’occhiale da accessorio funzionale è diventato accessorio di moda e la sua funzione estetica ha acquisito sempre più importanza. Così in questi anni Mazzucchelli ha potenziato il suo legame con la moda. All’interno della nostra realtà c’è un team dedicato all’innovazione che lavora a stretto contatto con le griffe. Grazie a questo “contatto continuo“ la nostra azienda ha sviluppato una forte capacità creativa e propositiva verso i clienti. In realtà Mazzucchelli oggi produce moda e non solo materiale plastico. Tutto questo ha dato i suoi frutti e tra i nostri clienti ci sono tutti i produttori top dell’occhialeria, da Luxottica a Safilo, a De Rigo. L’acetato di cellulosa è un materiale tradizionale, c’è sempre richiesta? Certo, anzi, in questi anni abbiamo assistito ad una crescente richiesta di materiale plastico per le montature da sole e oggi anche per i modelli da vista, dove è addirittura preferita al tradizionale metallo. Di che tipo di plastica parliamo? Diciamo innanzitutto che il nostro è un materiale plastico di origine vegetale. Il Rhodoid – così si chiama sul mercato - viene sintetizzato dal cotone o dalla polpa di legno, e poi viene lavorato attraverso diversi passaggi che consentono di dare effetti cromatici incredibili. Cosa ci dice a proposito dell’installazione che avete realizzato a Mido design Lab? In sintonia con questa impostazione di ricerca e libertà creativa, abbiamo voluto essere presenti nel padiglione di Mido dedicato al design con un’installazione pensata da Charlotte Orsi Mazzucchelli. Sagome stilizzate prendono vita grazie all’estro creativo di Diego Pasqualin che ha plasmato l’energia cromatica del Rhodoid, creando borse, gioielli e addirittura un cagnolino che ben rappresentano le infinite potenzialità duttili del materiale.
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SPECIALE ACCESSORI / OCCHIALI
MARCOLIN E TOM FORD ESTENDONO LA PARTNERSHIP PER ALTRI 10 ANNI
OXYDO, UNO SGUARDO SUL VERO IO
Tom Ford International ha esteso il contratto di licenza per l’eyewear con il Gruppo Marcolin fino a dicembre 2022. “Questo rinnovo è il risultato naturale dell’eccellente rapporto instaurato in questi sei anni”, ha dichiarato Tom Ford, presidente e CEO dell’omonimo brand. Si consolida, così, un rapporto che inizia nel 2005, anno di fondazione del brand Tom Ford, che scelse di approdare sul mercato proprio con il lancio delle collezioni di eyewear e di quelle Beauty affidate in licenza ad Estee Lauder per poi espandere il business attraverso una partnership (siglata nel 2006) con Gruppo Zegna relativa alla produzio-
Non passa inosservata la nuova campagna di Oxydo, la collezione eyewear disegnata da Enzo Sopracolle e prodotta dal Gruppo Safilo. Gli scatti, realizzati dal fotografo Francesco Van Straten, sono giocati sul tema del ritratto che viene enfatizzato con una nuova interpretazione delle istantanee. Nelle immagini gli autoritratti vengono strappati dai protagonisti, che emergendo dalle proprie fotografie, raccontano se stessi attraverso l’occhiale che indossano. La campagna fa parte di un ampio progetto multimediale, su web, stampa ed affissione che comprende anche un video, visibile sul sito www.oxydo.net.
Tom Ford
ne e distribuzione di abbigliamento maschile di lusso, accessori e calzature. Solo nel febbraio 2011c’è invece stato il lancio della collezione di abbigliamento femminile.
LUXOTTICA DA RECORD A 5,8 MILIARDI DI RICAVI Luxottica festeggia il suo 50esimo anniversario con un bilancio da record. Nell’esercizio 2010 il colosso mondiale degli occhiali ha infatti registrato un fatturato di 5,8 miliardi di euro, in rialzo del 13% rispetto al 2009, il più alto della storia dell’azienda. Positivi anche l’utile netto, in aumento del 34% a 407 milioni di euro, e l’Ebitda, che si è attestato a 1,03 miliardi di euro (+20,7% rispetto al 2009), salendo al 17,8% del fatturato. La strategia vincente del gruppo guidato da Andrea Guerra si è incentrata da un lato sui mercati emergenti (come Asia, Brasile e Messico ma anche Thailandia, Vietnam, Colombia e Perù), dall’altro sugli Stati Uniti.
Negli Usa Luxottica ha beneficiato soprattutto delle ottime performance del brand di proprietà Oakley e delle catene di ottica LensCrafters e Sunglass Hut. “Solo negli ultimi quattro anni, Luxottica ha investito circa tre miliardi di euro nella propria crescita, costruendo un portafoglio marchi e una rete globale di negozi eccezionali”, ha dichiarato Guerra. “Ritengo che il 2011 possa essere la naturale evoluzione del 2010, un anno ricco di soddisfazioni”. Il gruppo ha poi contestualmente annunciato l’intenzione di aprire un nuovo ufficio stile a Shanghai, che andrà ad aggiungersi a quello già attivo nel Far East a Tokyo.
CIRILLO MARCOLIN NUOVO PRESIDENTE DI FIAMP Fiamp, la Federazione Italiana Accessorio Moda e Persona, ha eletto Cirillo Marcolin nuovo presidente per il prossimo biennio. Tra le priorità del nuovo presidente sicuramente la tutela della creatività italiana e il sostegno delle aziende, che passa attraverso un’azione più sinergica tra i comparti, ma anche e soprattutto attraverso il supporto da parte delle istituzioni con un progetto che leghi maggiormente il territorio alle fiere rappresentative delle associazioni.
Cirillo Marcolin
SALICE OCCHIALI, IL 2010 A +28% Salice Occhiali, storica azienda lombarda produttrice di occhiali da sole e maschere per lo sci e per la moto, ha archiviato il 2010 a quota 6,5 milioni di euro di fatturato, in crescita del 28,5% rispetto al 2009. Una sfida importante quella dell’AD Anna Salice, terza generazione della famiglia alla guida dell’azienda, che ha caparbiamente mantenuto la produzione sulle sponde settentrionali del Lago di Como, là dove è nata l’azienda, ormai più di 90 anni fa. Tra i traguardi raggiunti nel 2010 da Salice c’è l’ingresso in nuovi mercati tra cui Sud Africa, Kirzikistan, Taiwan e Hong Kong. 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 65
SPECIALE ACCESSORI / NOVITÀ OCCHIALI
di Rossana Cuoccio
ln prima visione... FASHION, DESIGN, INNOVATION, TECHNOLOGY
500 BY GUCCI “Griffati” Un’edizione speciale in omaggio al mito della Fiat 500 POLICE “Specchiati” Forma a pilota e lenti a specchio blu per chi sceglie uno stile metropolitano e vintage
GIANFRANCO FERRÉ LUXURY “Lussuosi” Squadrati ed elegantemente impreziositi dai bagliori dei cristalli Swarovski
1A CLASSE ALVIERO MARTINI “Avventurosi” In pelle stampata con la cartina geografica, dedicato alle impavide Donnavventura
W-EYE “Ecologici” In legno e rigorosamente lavorati a mano, pesano solo 10 grammi.
GIVENCHY BY RICCARDO TISCI “Androgini” Mascherina anni ‘80 dalla forma squadrata, lineare e avvolgente
POLAROID “Retrò” Riprendono le storiche forme a gatto da diva MOSCHINO TEEN “Romantici” A cuore quelli della neonata linea dedicata alle piccole fan della griffe, dai 9 ai 12 anni.
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MAUI JIM “Flessibili” Lenti polarizzate e montatura in lega di titanio e nickel ultraleggera e flessibile
Uniamo chi compra e
chi vende un’azienda.
MERGER & ACQUISITION Se vuoi comprare un’azienda o pianificare il modo migliore per vendere la tua, scegli PAMBIANCO MERGER & ACQUISITION, il partner ideale nelle operazioni di acquisizione e vendita. Affidati a noi: mettiamo a disposizione la nostra conoscenza per chiudere al meglio ogni trattativa. tel 02 76388600 | www.pambianco.com | mea@pambianco.com
INTERVISTA / IMMOBILIARE
LA FORGIATURA, DALLA VECCHIA MILANO AL LUSSO DEL FUTURO di Milena Bello
Un rendering della facciata dell’edificio Meccanica
S
ono stati tra gli inventori della rinascita di via Tortona, trasformando quello che era un quartiere industriale, poi totalmente dismesso, in un polo della moda e del lusso. Il loro fiore all’occhiello è stata poi la riqualificazione dell’area dell’ex Richard Ginori, oltre 60mila m² di pura archeologia industriale, una cittadella in mattoni rossi diventata uno dei centri nevralgici del fashion milanese e non solo, dato che ospita gli showroom di importanti griffe come Hugo Boss. Ora Pietro Guidobono Cavalchini e Stefano Sirolli attraverso la società RealStep affrontano una nuova sfida. La Forgiatura, un’area industriale a nord ovest di Milano che ospitava una storica fabbrica per forgiare acciai speciali, promette di diventare il prossimo polo d’eccellenza meneghino, come ci racconta Cavalchini. Da zona Tortona all’ex Richard Ginori: perché avete scelto la via del recupero delle aree industriali? Più di dieci anni fa abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’immobiliare partendo da percorsi diversi dato che
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entrambi abbiamo un’estrazione finanziaria. In un momento di euforia del mercato, quando tutti si erano orientati sul residenziale, noi abbiamo capito che l’industria non era sparita ma si era semplicemente adattata a una nuova realtà. Per intendersi, non ci sono più industrie pesanti ma servizi. Così, insieme ai nostri soci, abbiamo trasformato questi spazi in locali adibiti per lo più a showroom. Siamo partiti nel 1997 con l’area ex Schlumberger, 20mila m² diventata una fucina di creatività per finire con il complesso Richard Ginori. In tutto fino ad ora abbiamo lavorato su oltre 300mila m² di riqualificazione industriale. Ed ora siete pronti con il nuovo progetto… Esatto, abbiamo deciso di concentrarci su un nuovo progetto. L’abbiamo trovato nella zona nord ovest di Milano, in via Varesina 158 dove sorgeva una storica fabbrica di acciai. Si tratta di un’area fondiaria di 17mila m² che diventano 24mila m² di superficie commerciale. La particolarità è che è stata studiata, da noi, dallo studio di architettura Milano
INTERVISTA / IMMOBILIARE
Layout e dall’impresa di costruzione GDM, in modo tale da poter adibire oltre la metà della superficie fondiaria al verde e agli spazi comuni per cercare di rendere meno denso di costruzioni il contesto e quindi più godibile. E allo stesso tempo abbiamo cercato di valorizzare i particolari di archeologia industriale come lo scheletro in ferro e le capriate metalliche in copertura. Risultato: un sistema di immobili in classe B energetica immerso nel verde. Come avete fatto? Insieme all’architetto Giuseppe Tortaro abbiamo riqualificato oltre 14mila m² di edifici preesistenti cui si sono aggiunti 10mila m² di nuova edificazione. In totale si parla di sette corpi di fabbrica di cui solo uno di nuova costruzione, l’edificio Raimondi. Che è stato realizzato in modo unico: si tratta di una struttura appesa che consente di ottenere infrapiani di circa 1.300 m² senza colonne. Questo permette di adattare l’ambiente a ogni tipo di esigenza. Per quanto riguarda invece le altre strutture, la Meccanica (di 5.000 m²), la Tempra (1.800 m²), la Forgia (3.600 m²), la Tecnica (1.100 m²), la palazzina uffici (2.800 m²) e l’ingresso, sono stati rigenerati mantenendo le strutture esistenti, che significa per lo più lo scheletro di acciaio. Quello che abbiamo fatto è stato dare maggiore luminosità e giocare con le altezze dei locali pensando ad ogni tipo di necessità. E, cosa di non inferiore importanza, abbiamo fatto in modo che nessun locale tecnico si trovasse all’interno degli edifici. Oltre a queste caratteristiche, quali sono i punti di forza del progetto? Si tratta di una vera oasi urbana, caratterizzata da colline artificiali alte da uno a otto metri ma totalmente cave all’interno che, coprendo in parte le strutture sottostanti, creano uno skyline unico. Questo permette, da una parte di muovere la superficie e dall’altra di sfruttare i metri quadrati sottostanti. Sempre nell’ottica ecosostenibile, abbiamo puntato su un’elevata classe energetica degli edifici e sugli impianti tecnologici Carbon free alimentati da acqua di falda. In questa zona sono presenti anche le sedi della Richemont e della Bayer e sarà oggetto di importanti cambiamenti urbani. Quanto ha inciso sulla vostra decisione di investire? Direi molto anche perché quest’area sta diventando interessante anche dal punto di vista delle infrastrutture. Qui vicino è prevista la fermata della Circle Line, la metropolitana leggera che congiungerà tutte le linee della metropolitana. Anche i collegamenti stradali sono importanti dato che a pochi metri c’è lo snodo della tangenziale. Per questo motivo abbiamo dotato la Forgiatura di due parcheggi interrati di due livelli ciascuno per un totale di circa 260 posti auto. A quanto ammonta l’investimento per La Forgiatura? Siamo tra i 50 e i 60 milioni, a seconda del tipo di finiture richieste da chi lo utilizzerà. A settembre termineranno i lavori e direi che siamo a buon punto, la Forgiatura sta per rinascere.
Sopra, una panoramica di La Forgiatura; sotto un particolare del progetto
IL NOSTRO MODUS OPERANDI? ARRIVA DALLA FINANZA L’innovazione tecnologica, la flessibilità, la cura nello studio degli spazi e il recupero di un passato industriale in realtà mai perduto sono i punti di forza della Forgiatura. Ma non solo, perché l’altro asso nella manica di questo progetto è il diverso approccio alla base. “Conosciamo bene il settore immobiliare ma ci consideriamo per così dire degli outsider perché arriviamo in realtà dal private equity”, ha commentato Stefano Sirolli, che insieme a Pietro Guidobono Cavalchini guida la società RealStep. “È questa la nostra forza perché abbiamo voluto applicare a questo ambito le peculiarità del private equity”. Semplificando, questo si traduce nel valutare l’opportunità di investimento come se si trattasse di acquistare un’azienda, gestire la fase di sviluppo come un processo industriale ed esporre i soci all’operazione per il minor tempo possibile con la peculiarità di garantire risorse finanziarie in modo da completare le opere in assenza di prevendite. “È un vantaggio competitivo - ha concluso Sirolli perché significa che la struttura verrà effettivamente terminata, senza il rischio di edifici incompleti. D’altra parte sono i fatti stessi a parlare: realizziamo le nostre operazioni in massimo tre anni e mezzo”.
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INTERVISTA
LA MODA E I MOTORI DI GRAND PRIX ONE CONQUISTANO MONTREAL di Valeria Garavaglia Aprirà tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 Grand Prix One, il retail park tematico nell’area dell’ex aeroporto canadese di Mirabel, a 40 km da Montreal. Oltre 64mila m² di superficie commerciale, che ospiteranno circa 400 punti vendita. Marco Beffa, advisor della società irlandese che raggruppa gli investitori, ci ha spiegato la formula del progetto, che punta a far conoscere oltreoceano un ampio ventaglio di eccellenze del made in Italy: moda, motori, food e design, per una travel destination per tutta la famiglia.
Iniziamo dal nome… perché Grand Prix One? Perché parliamo di un retail park tematico in cui al centro vi è il mondo dei motori a 360°. A questo si aggiungono poi altre categorie come la moda, il design, il food... Il format, che sarà sviluppato su scala internazionale, è made in Italy ed è stato ideato grazie al supporto di alcuni piloti tra cui l’italiano Jarno Trulli e l’australiano Mick Doohan, che ne sono anche testimonial. L’elemento distintivo è la presenza del circuito automobilistico, attorno a cui ruota l’attività promozionale e pubblicitaria dei centri. I circuiti sono adibiti sia a uso privato che a gare ed eventi per attrarre pubblico, e sono a disposizione delle case automobilistiche per organizzare test drive sui modelli in vendita, corsi di guida sicura e altre iniziative. Che caratteristiche avrà il centro di Mirabel? Nel retail park saranno presenti 400 negozi, divisi per universo di appartenenza. I 20mila m² del piano inferiore, il cosiddetto “Golden Paddock”, ospiteranno gli spazi dei grandi marchi di automobili, moto e accessori ad hoc. Quest’area sarà collegata al circuito la “Grand Pole”, creando un percorso in cui il cliente possa vedere e testare le vetture in poco tempo. Il piano terra, il “Glam Paddock”, sarà dedicato al fashion, con la formula dell’outlet, 28mila m² circa, con un mix composto da griffe del lusso e brand più commerciali. Il “Gourmet Paddock” al piano mezzanino, infine, occuperà 16mila m² e sarà dedicato al mondo dell’alimentazione, con ristoranti e negozi di marche italiane, francesi e locali. Come mai avete scelto questa location? Avevamo a disposizione un immobile già conosciuto dalla popolazione e dotato di tutti i servizi, come lo svincolo dell’autostrada, 8mila parcheggi e una segnaletica ad hoc. Di fronte al terminal nel 2012 sorgeranno poi un business 70 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Marco Beffa
hotel di 450 stanze e un nuovo stadio di hockey, che contribuirà a fare di Grand Prix One una vera e propria travel destination con shopping e intrattenimento per tutta la famiglia. Con il progetto miriamo a colpire un vasto mercato potenziale offrendo prodotti di lusso in un ‘mall off price’, due elementi del tutto assenti nella zona. Basti pensare che gli abitanti di Montreal sono disposti a fare un viaggio di 4-5 ore in auto per recarsi al famoso outlet di Woodbury, nei pressi di New York. Ci può anticipare quali marchi saranno presenti nel centro? È ancora presto per dirlo, solo lo scorso novembre abbiamo presentato il progetto al Mapic e incontrato i principali clienti. Posso però affermare con certezza che avremo le più grandi marche di auto, da Ferrari, Porsche e BMW, a quelle americane come Chrysler e GM. Per quanto riguarda l’abbigliamento, siamo in fase di negoziazione con i più importanti brand in Italia, Francia e Usa per creare un mix appetibile tra grandi firme e nomi più commerciali. Grand Prix One nell’area di Pescara è stato avviato ma non ancora realizzato, ci può spiegare le ragioni? A Pescara i terreni sono già stati acquistati ma, per essere autorizzati all’edificazione, siamo in attesa della chiusura della conferenza dei servizi aperta da 4 anni, perché un ente deve ancora esprimere il suo parere in merito. Comunque sono già stati fatti forti investimenti nel progetto e verrà sicuramente portato avanti. In Canada, invece, godiamo di un forte sostegno da parte dell’amministrazione locale e abbiamo anche già firmato dei contratti di opzione con alcuni investitori istituzionali. Se, come siamo convinti, nel primo anno di attività il progetto avrà successo, avremo già i fondi per svilupparlo con due nuove location a Vancouver e Toronto.
PARIGI SFILATE DONNA / A/I 2011-12
LA MODA SECONDO PARIGI di Matteo Dall’Ava
Nove giorni di eventi, 96 sfilate ufficiali, 15 fuori calendario, 58 presentazioni a cui si aggiungono inaugurazioni di punti vendita e 12 importanti saloni di prêt-à-porter. Nei primi dieci giorni di marzo Parigi è stata presa d’assalto dal popolo internazionale della moda. Buyer, giornalisti, vip e blogger hanno attraversato la capitale francese almeno 10 volte al giorno per spostarsi dalle mini sfilate in appartamento dei giovani designer fino ai munifici défilé di Chanel e Louis Vuitton! Ma l’esilio di Galliano non è stato l’unico mantra della kermesse: qualcuno mormora di aver intravisto sul lato B di Kate Moss della c…..e 1. 1
Cellulite
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PARIGI SFILATE DONNA / A/I 2011-12
Asimmetrie di stile Sonia Rykiel
C’è quella economica, informativa e filosofica, ma con le sfilate parigine sale alla ribalta anche quella stilistica: parliamo dell’asimmetria. Da Dries Van Noten è ottica attraverso l’uso meticoloso di verdi geometrie curvilinee Maison Martin Margiela e preziosi ricami su un’unica manica. Lanvin la usa per attirare gli sguardi sulla spalla nuda mentre nei pezzi del collettivo Margiela è esaltata dalla cerniera posta all’estrema sinistra dei capi. Il californiano Rick Owens la usa invece per sdrammatizzare severi giubbini di cuoio e lana a cui si oppone l’eclettica Rykiel (la figlia Nathalie) con sovrapposizioni equilibrate di disarmoniche stampe e tessuti invernali. Il duo Viktor&Rolf la usa per dare autonomia al rosso, al nero e all’argento. Dal più francese dei giapponesi, Yohji Yamamoto, l’asimmetria veste infine le sembianze di un cappotto/ mantella in cachemire e mohair nero.
Rick Owens
Dries Van Noten
Lanvin
Viktor&Rolf
Yohji Yamamoto
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PARIGI SFILATE DONNA / A/I 2011-12
Gambe al vivo L’inverno che verrà avrà temperature miti. Lo raccontano all’unisono i creatori in questa prima decade di marzo parigina. Dall’iberica Amaya Anthony Vaccarello Arzuaga le gambe sembrano quasi un prolungamento delle architettoniche lavorazioni arancioni del troistrous. Anthony Vaccarello le denuda per dare alla silhouette uno stile severo ma sensuale aiutato anche dalle trasparenze delle maniche. Barbara Bui se ne serve (delle gambe nude intendo) per caricare le microgonne di piume nere di struzzo e strass a cui aggiunge un arioso perfecto in tessuto. Il tailleur floreale di Cacharel perde i pantaloni per più estivi short, mentre i fluidi origami di tessuto di Issey Miyake si scordano di coprire le gambe. A casa Mugler le gonne si accorciano forse influenzate da Lady Gaga mentre da Vivienne Westwood le gambe si vestono di mini-mini-short e di cuissardes dorati.
Vivienne Westwood
Barbara Bui
Cacharel
Amaya Arzuaga
Thierry Mugler
Issey Miyake
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PARIGI SFILATE DONNA / A/I 2011-12
Riverberi fashionisti Valentino
Se vi vestite la mattina pensando a come farvi Yves Saint Laurent fotografare dai discepoli di Scott Schuman (The Sartorialist) allora Parigi può darvi una mano. Balmain abbina alla semplicità di un jeans, una multi-sfaccettata giacca di lamé, strass con intarsi dorati. Costume National crea abiti in triple crépe di lana vergine con grosse paillette di plastica ecologica cucite a mano. L’inglese Gareth Pugh veste le sue donne di piccolissimi mosaici dorati, mentre l’intramontabile Ungaro usa nere paillette domino per creare lunghi abiti da sera. L’aria fetish and fashion di casa Louis Vuitton porta alla collezione il cuoio verniciato, il pitone laccato e grosse paillette a scaglie di serpente. Da Valentino la femme indossa abiti con intarsi, interazioni e contrapposizioni di lustrini mentre da YSL i riverberi sono dati da borchie di cristallo e cuoio verniciato.
Louis Vuitton
Costume National
Gareth Pugh
Balmain
Emanuel Ungaro
74 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
PARIGI SFILATE DONNA / A/I 2011-12
Mantella amore mio Giambattista Valli
Affascinati da antiche storie e forse dalla leggenda di San Martino, il mantello o meglio la mantella ha messo d’accordo i cacciatori di tendenza. Azzaro propone la versione in bianco e nero della favola di Cappuccetto Rosso; Chanel, invece, opta per la versione da guerriera cittadina in versione reversibile. La donna Hermès, come quella di Christian Dior, indossa con disinvoltura un ampio mantello foderato lungo sino alle caviglie, come per volersi riparare dal vento freddo parigino. Lo stesso vento che spazza d’inverno i quartieri di New York, città magica in cui vive la principessa di Zac Posen. Giambattista Valli studia per la propria griffe una mantella minimal, nella versione panna o nera, lunga fino al gomito a integrare un cappottino a tre quarti. A chiudere i rigori invernali la maxi stola bordata di visone epilato di Jean-Paul Gaultier.
Jean Paul Gaultier
Hermès
Zac Posen
Chanel
Azzaro
Christian Dior
24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 75
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Vista di Firenze
ANALISI GLOBAL BLUE SUGLI ACQUISTI EXTRA-UE IN ITALIA NEL 2010 E PREVISIONI PER IL 2011
Tomás Mostany
I russi tornano a comprare, ma la vera star del 2010 di Vanna Assumma ha gli occhi a mandorla
A
nno record il 2010: dopo un 2009 che ha visto un calo del 10% degli acquisti stranieri in Italia, finalmente si sale vertiginosamente la china e l’anno scorso gli indici hanno segnato +36%. Una crescita effervescente, partita in sordina nei primi mesi, e che ha visto un vero e proprio boom dello shopping da oltreconfine a partire dall’estate. Lo segnalano i dati annuali registrati da Global Blue, società leader mondiale nella gestione del rimborso Iva (a cui hanno diritto gli acquirenti extra-Ue) con l’80% della market share in Italia. La percentuale di crescita del Tax Free Shopping è tanto più significativa quanto supera di gran lunga le previsioni di Global Blue, che si attestavano su un incremento del 7%. Ma chi ha spinto con tanta forza sull’acceleratore?
76 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
PROTAGONISTI: RUSSI E CINESI Come già avevamo accennato nel report dell’anno scorso, i russi hanno ripreso a comprare, mettendo a segno un +34% rispetto al 2009 e qualificandosi con il 26% di share sul totale della spesa tax free. “Ma la vera star del 2010 – afferma Tomás Mostany, country manager Global Blue Italia – sono i cinesi. I loro acquisti sono cresciuti del 94%, con un peso sul totale che è del 12%, praticamente al secondo posto, dopo i russi. E pensare che solo due anni fa non erano neanche nella classifica dei top five! Stanno crescendo in modo esponenziale e a livello europeo hanno conquistato il primato come volume di acquisti”. Le previsioni? Il 2011 vedrà ancora i russi sul podio del ranking, ma non è detto che in pochi anni i cinesi non li rimpiazzino in cima alla classifica. Un elemen-
to curioso: lo scontrino medio degli acquirenti russi è in calo del 4%, a 713 euro, contro gli 869 euro di quello dei cinesi, che infatti balza in avanti del 13%. Non si tratta certo di una caduta rilevante per i portafogli dell’ex Unione Sovietica: probabilmente il minor peso dello scontrino è legato al fatto che questi turisti, che vengono in Italia da tanti anni e sono abituati a viaggiare, ormai conoscono bene la geografia dello shopping e acquistano sempre più negli outlet, riducendo così la spesa. ALTRE NAZIONALITÀ Nella top ten degli acquirenti extra Ue, dopo russi e cinesi, seguono i giapponesi, che avanzano del 7% registrando una crescita moderata. Curioso, se pensiamo che circa 8 anni fa questa nazionalità era in testa alla classifica, e negli anni ha perso terreno. Occupa però ancora una posizione di rilievo, l’11% sul totale delle transazioni e, come sottolinea Mostany, “lo sviluppo del Sol Levante sarà legato alla valuta, e se lo yen si rafforzerà aumenteranno anche gli acquisti dei giapponesi”. Alla quarta posizione gli Stati Uniti e alla quinta il Brasile, la cui crescita economica sta generando un maggiore flusso di turisti all’estero, che in Italia hanno fatto battere cassa con +48%. Decise accelerate sui budget provengono da Corea, che segna +128%, e da Taiwan con +88%: si tratta di economie in forte ascesa, ma che ancora occupano un peso marginale sullo shopping nostrano, entrambi con una share del 3%. Da segnalare invece, tra le tipologie di spesa, la crescita del settore gioielli/orologi con un balzo del 46%, superiore all’incremento del settore abbigliamento che si attesta su +37%.
Louis Vuitton store a Napoli
SPESA PER PAESE DI PROVENIENZA* Gen-Dic 2010 Russia 26% Cina 12% Giappone 9% Usa 7% Brasile 3% Svizzera 3% Taiwan 3% Hong Kong 3% Korea 3% Ucraina 3% Altre 28% * Analisi su GB Index
Il segmento watches&jewellery ha buone opportunità di sviluppo, anche perché è molto apprezzato dai turisti cinesi, pur essendo plausibile che rimanga sempre secondario al comparto abbigliamento/pelletteria, che attualmente occupa il 76% sul totale vendite, contro il 14% di gioielli/orologi.
Emporio Armani store all’aeroporto di Milano Malpensa
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DOVE SI COMPRA Tra le top town, la città che cresce di più nel sell out agli stranieri è Venezia con una spinta in avanti del 53%. “Il motivo – osserva Tomás Mostany – è che nella Serenissima hanno debuttato nuovi punti vendita, sono stati inaugurati diversi restyling di store, e in generale lo shopping è diventato più appealing nella città lagunare”. Milano si posiziona ancora al top della classifica, seguita da Roma e Firenze, ma è interessante notare che, nelle prime due città, la nazionalità che acquista maggiormente è quella russa, mentre nel capoluogo toscano è la Cina al vertice dello shopping con una quota del 17% e un aumento del 90% rispetto al 2009. Invece al secondo posto del ranking, troviamo a Milano i cinesi mentre a Roma i giapponesi, tra l’altro con una quota del 17%, superiore alla media nazionale che è attorno al 9%. Il motivo probabilmente è legato al fatto che i cittadini del Sol Levante amano il turismo culturale, mentre i cinesi optano maggiormente per le vie dello shopping, e quindi privilegiano il capoluogo lombardo. Da sottolineare l’avanzata degli outlet, che crescono del 69%, praticamente il doppio rispetto all’incremento totale delle vendite. La previsione per il 2011? Dopo una crescita dello shopping extra-Ue del 36% nel 2010, si ipotizza un ulteriore boost tra il 15 e il 20%, con un gennaio 2011 che ha già oltrepassato il +30%.
CATEGORIE MERCEOLOGICHE * Gen-Dic 2010
Fashion 76% Orologi e gioielli 14% Altri settori 10%
LE TOP CITTÀ DEL TAX FREE SHOPPING * Gen-Dic 2010
Milano 39% Roma 24% Firenze 12% Venezia 7% Napoli 2% Altre 16%
* Analisi su GB Index Burberry Brit store a Milano
IL TAX FREE SHOPPING HA UN NUOVO NOME: GLOBAL BLUE Dalla experience di Global Refund è nata nel 2010 Global Blue, per ampliare la gamma di prodotti e servizi rivolti ai viaggiatori internazionali. Oltre al Tax Free Shopping, il nuovo brand offre diverse opportunità: pubblicità, soluzioni promozionali, formazione, tecnologia, consulenza strategica. Il sito www.global-blue.com è un punto di riferimento per clienti e turisti, e presto verrà lanciata una nuova versione per smartphone che avviserà i viaggiatori di offerte nelle vicinanze del loro percorso di shopping. I numeri confermano il posizionamento di Global Blue: 270mila aziende partner, presenza in 300mila vetrine e in 220 aeroporti nel mondo, produzione di 45 milioni di materiali a supporto dei viaggiatori e di 4 milioni di riviste e guide per lo shopping.
Contact Global Blue: taxfree.it@global-blue.com – 0331 1778 000 78 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
APERTURE MONOMARCA
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DUE NUOVI STORE IN COREA PER PRADA
Prada ha inaugurato due nuovi negozi in Corea del Sud nelle città di Incheon e Ulsan. I punti vendita, progettati dall’architetto Roberto Baciocchi, sono situati all’interno dei department store Shinsegae Incheon e Hyundai Ulsan, mete rinomate dello shopping di lusso delle giovani generazioni. Lo spazio di Shinsegae Incheon si estende su una superficie totale di 200 m² e ospita le collezioni maschili e femminili di borse e accessori, mentre quello di Hyundai Ulsan, invece, che misura 110 m², oltre alle collezioni maschili e femminili di borse e accessori, ospita anche le calzature femminili. Con queste due aperture il totale dei negozi Prada in Corea sale a 22, e inoltre entro il primo semestre 2011 verrà inaugurato un ulteriore store a Daejeon.
LANVIN, 100 M² NEL CENTRO DI MILANO La griffe francese Lanvin sceglie Milano per la sua prima boutique italiana ed apre uno spazio di 100 m² all’angolo tra via della Spiga e via Santo Spirito, all’interno del famoso “quadrilatero della moda”. Lo store ospita le collezioni di readyto-wear e accessori come le capsule “Blanche”, “22 Faubourg”, “Tailoring”, “Swim” e “Denim”. La griffe, sotto la guida del CEO Thierry Andretta e del direttore creativo Alber Elbaz, sta puntando ad espandersi sui mercati europei. “Abbiamo scelto Milano - spiega Andretta - perché rappresenta la
seconda capitale del lusso, l’unica che mancava nel nostro network. La boutique si trova al piano terra di un hotel particulier che ci ricorda la nostra storica location parigina in Rue Faubourg Saint-Honoré”.
BROOKS BROTHERS ATTERRA A MALPENSA E LINATE
Brooks Brothers, già presente a Milano con il primo flagship store europeo, ha aperto a fine febbraio a
Malpensa Terminal 1 e a Linate. Lo spazio all’aeroporto di Malpensa si sviluppa su una superficie di 40 m², e si trova all’interno del Terminal 1. Quello di Linate invece misura 87 m² e si trova all’interno della galleria commerciale. Entrambi i punti vendita presentano al pubblico soltanto la collezione uomo dello storico retailer americano. A Malpensa è presente un’offerta di tipo più casual e sportivo, mentre a Linate le proposte hanno un gusto più business e classico.
BACÁN SCEGLIE PALERMO PER IL SUO TERZO MONOMARCA
STRADIVARIUS DEBUTTA A MILANO
Dopo le aperture di Milano e Milano Marittima, il brand made in Italy di abbigliamento sportivo vintage/chic Bacán inaugura il suo terzo store a Palermo, in via Gaetano Daita 27. Lo spazio, che occupa una superficie di 100 m², ospita la collezione P/E 2011 composta da tre capsule e tre linee tematiche per la donna e per l’uomo. Le collezioni, che portano la firma del direttore creativo Ariel Fabian Bac, sono interamente composte da limited edition.
Dopo la recente apertura dello store Zara Home in piazza San Babila a Milano, il colosso Inditex rafforza la sua presenza in Italia con l’arrivo dell’altro marchio della sua scuderia, Stradivarius. Il brand di moda giovane e glamour ha inaugurato il nuovo flagship store in corso Buenos Aires angolo via Palazzi. Il punto vendita, che si estende su una superficie di oltre 500 m², è caratterizzato da un concept che mixa diversi elementi decorativi naturali come pareti verdi, dettagli di vegetazione e muri in mattone. 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 79
APERTURE MONOMARCA
DUE VETRINE PER TRIUMPH IN CORSO BUENOS AIRES Triumph continua la sua espansione retail con l’inaugurazione di un nuovo punto vendita a Milano in corso Buenos Aires 75. Due vetrine su strada che conducono all’interno del mondo Triumph: 70 m² in cui sono esposti i brand Triumph, Sloggi e Valisere con le loro collezioni intimo, pigiameria e mare. “Un servizio eccellente per interpretare al meglio le esigenze dei nostri clienti - ha detto Gennaro Bruno, direttore retail di Triumph - L’eccellenza, dovuta alla costante formazione del personale addetto alle vendite,
è la base di un servizio a 360° che comprende servizi supplementari per soddisfare le esigenze personali delle consumatrici”. Con le nuove aperture presso le stazioni centrali e nei centri città, il numero di punti vendita Triumph di proprietà supera i 25, mentre sono ormai alcune centinaia e in continua evoluzione i corner Triumph sia presso i più prestigiosi department store del Paese, Coin e La Rinascente, sia presso clienti del canale dettaglio specializzato, sempre più aperti a partnership con l’azienda.
FERRAGAMO A QUOTA CINQUE STORE IN VIETNAM
NUOVA LOCATION A SALÒ PER FRED MELLO
Salgono a cinque le boutique di Salvatore Ferragamo in Vietnam, il primo dei quali aperto nel 2006. Il nuovo monomarca della maison italiana si trova a Ho Chi Minh City, presso il Rex Hotel. Con una superficie di circa 200 m², la boutique offre la gamma completa dei prodotti Ferragamo. “Il Vietnam è un mercato molto promettente”, ha commentato l’AD del gruppo Michele Norsa, che sarà presente all’evento di inaugurazione insieme alle celebrities di Singapore Fann Wong e Christopher Lee. “Abbiamo grandi aspettative per il futuro: siamo fieri di presentare il negozio ai sofisticati clienti vietnamiti e di offrire loro la stessa esperienza di shopping delle altre capitali della moda”. 80 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Fred Mello mette a segno l’ottava apertura con il nuovo flagship store inaugurato nel cuore di Salò. Il negozio, che si trova in via San Carlo, misura circa 50 m² e presenta al suo interno, in un’atmosfera newyorkese con un ambiente elegante e mobili in legno, tutte le collezioni del brand di abbigliamento casual. Le due vetrine dello store si affacciano sulla via principale del centro storico di Salò, località turistica del lago di Garda, scelta da Fred Mello dopo il grande successo del negozio di Desenzano – aperto la scorsa estate - in cui le collezioni sono state apprezzate non solo dagli appassionati del brand ma anche da molti turisti stranieri. Ma non è tutto, dall’azienda fanno sapere che è già pronta una nuova location che aprirà nei prossimi mesi a Crema.
Credo nel sole anche di notte (Gregory Corso)
Y-3 DEBUTTA A LONDRA CON UN FLAGSHIP
Y-3 festeggia il decimo anniversario dalla sua nascita con il primo flagship store nel Regno Unito, a Londra. Lo store, aperto in collaborazione con il retailer di lusso Hervia, si trova in Conduit Street 54, nel quartiere Mayfair. Il punto vendita occupa una superficie di 200 m² ed è disposto su due livelli. L’arredamento dello spazio è caratterizzato da linee pulite e grandi profondità e dall’utilizzo di materiali industriali. All’interno saranno disponibili tutte le collezioni dell’universo Y-3, dall’abbigliamento uomo e donna, ad accessori, footwear e kidswear. L’opening è stato celebrato con un evento a cui hanno partecipato tra gli altri il direttore creativo Yohji Yamamoto, Dirk Schoenberger, direttore creativo di adidas, l’ex calciatore Zinedine Zidane e l’attore Rupert Everett.
Cambia il mondo del retail ma resta invariata la competenza di 18montenapoleone Retail Consultancy & Brokerage, team che ha ideato e accompagnato nello sviluppo il Quadrilatero della moda e del lusso. Quale sia oggi la vostra visione - flagship store imponente, location per un understatement malizioso, blitz con i temporary shop - 18montenapoleone è pronta a soddisfare la vostra voglia di crescita e innovazione. www.18montenapoleone.it 18@18montenapoleone.it
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GIRO POLTRONE
LEVI’S ARRUOLA REBECCA VAN DYCK A CAPO DEL MARKETING
Rebecca Van Dyck
Levi’s ha nominato Rebecca Van Dyck nuovo global chief marketing officer. In questa nuova posizione, Rebecca Van Dyck sarà responsabile dello sviluppo e dell’implementazione di tutte le strategie di marketing integrato in tutte le categorie di prodotti e canali di comunicazione del brand Levi’s.
Rebecca Van Dyck è approdata in Levi’s dopo un’esperienza ventennale in Apple, Inc., dove ha guidato la commercializzazione in tutto il mondo e le strategie di comunicazione per alcuni dei prodotti più conosciuti del marchio come il lancio di iPad, iPhone e iPod + iTunes.
NANCY SHACHTMAN PROMOSSA PRESIDENTE DI GUESS NORTH AMERICA Guess?, Inc. ha promosso Nancy Shachtman alla presidenza del North America, dove riporterà direttamente a Paul Marciano, Ceo e vice chairman del gruppo. Nancy Shachtman si occuperà del business retail del North America e Messico per i marchi Guess, Guess by Marciano e Guess Wholesale.
“Siamo entusiasti di aver Nancy nel nostro team”, ha sottolineato Paul Marciano. “I suoi 25 anni di esperienza in Guess saranno un asset fondamentale per continuare a sviluppare il nostro piano retail”. Nancy Shachtman è entrata nel team di Guess nel 1986 ed ha ricoperto
vari incarichi di crescente responsabilità nelle vendite e nel merchandising. Successivamente, la manager è diventata presidente della divisione Guess Inc. Wholesale, dove ha operato per dieci anni riportando a Maurice Marciano.
SUE WHITELEY ENTRA IN GIVENCHY AL POSTO DI MALVERDI Sue Whiteley è approdata alla guida di Givenchy per sostituire Fabrizio Malverdi. Già interna al gruppo LVMH, Sue Whiteley era direttrice generale di Louis Vuitton UK, Irlanda e Scandinavia. Ancora prima la Whiteley è stata direttrice degli acquisti pres-
so Harvey Nichols, per poi diventare presidente della società Alexander McQueen facente parte dello stesso gruppo LVMH. Rumors non confermati dal Gruppo del lusso francese danno Fabrizio Malverdi prossimo all’entrata in Dior Uomo.
Sue Whiteley
A LUCA FUSO LE LICENZE DI SAFILO Safilo, una delle realtà leader dell’occhialeria italiana, ha nominato Luca Fuso a capo della divisione marchi in licenza. Il manager riporterà direttamente all’AD Roberto Vedovotto. Formatosi alla scuola di Renzo Rosso, Fuso è approdato in Safilo dopo una
breve parentesi nel Gruppo Moncler, in cui ha guidato il polo sportswear della Industries S.p.A. cui fanno capo i brand Henry Cotton’s, Marina Yachting, Coast+Weber+Ahaus e la licenza 18CRR81 Cerruti. Precedentemente era stato AD di B&B Italia, la storica azienda di arredamento
contemporaneo. Precedentemente amministratore delegato e direttore generale di B&B Italia, azienda attiva nel settore dell’arredamento contemporaneo.
A KIM JONES IL PRÊT-À-PORTER UOMO DI LOUIS VUITTON
Kim Jones
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Dopo 5 anni, Paul Helbers lascia la guida del ready-to-wear uomo di Louis Vuitton. Il suo successore è l’inglese Kim Jones, ex Alfred Dunhill, che farà capo al direttore artistico Marc Jacobs. Oltre ad avere una collezione propria, Jones ha lavorato tra gli altri per Uniqlo, Mulberry, Alexander
McQueen e Hugo Boss ed è stato eletto Menswear Designer of the Year nel 2006 e nel 2009. Il presidente e CEO di Louis Vuitton Yves Carcelle e Marc Jacobs hanno ringraziato Helbers, sotto la cui guida l’attività del comparto homme della griffe è quasi raddoppiata.
LICENZE
MISTRAL AFFIDA A GILMAR LA LICENZA DI BROOKSFIELD Mistral, l’azienda torinese che controlla il marchio Brooksfield, ha deciso un radicale cambio della propria strategia cedendo in licenza il proprio brand a Gilmar che sarà responsabile di produzione, distribuzione e commercializzazione delle linee uomo e donna di Brooksfield. Mistral continuerà ad occuparsi solo del controllo della qualità, dello stile e della comunicazione del marchio del germano reale. Il nuovo contratto, che durerà sette anni e avrà inizio con la stagione A/I 2011-2012,
si pone come obiettivo lo sviluppo del brand Brooksfield a livello internazionale e l’ampliamento del segmento femminile. Mistral è ancora in fase di accordi sindacali, ma l’obiettivo è di assorbire gli 80 dipendenti, fino ad ora impegnati con il marchio, su altri fronti per evitare tagli al personale. Non si esclude, in una seconda fase dell’accordo, di spostare alcuni dipendenti da Mistral a Gilmar. Ma tutto è ancora in fase di definizione. Di certo c’è che il fatturato che passerà
PVH ENTRA NELLA CALZETTERIA CON BASIC RESOURCES Phillips-Van Heusen Corporation e USA Legwear LLC, una divisione di Basic Resources Inc., azienda americana che produce e distribuisce abbigliamento, intimo e calzetteria per diversi brand internazionali, hanno siglato un accordo di licenza in base al quale USA Legwear commercializzerà e distribuirà la calzetteria da uomo e da donna per PVH. “La volontà di far crescere la linea di prodotti a marchio Van Heusen - ha affernato Allen Sirkin, presidente e COO di Phillips-Van Heusen - ci
ha portato verso la calzetteria. Basic Resources è molto competente in questa categoria di prodotto, non vediamo l’ora di lavorare insieme a questa licenza”. L’accordo, che durerà fino al 2014 con un’opzione di rinnovo da parte di PVH, porterà alla creazione di una collezione che comprenderà anche una piccola parte di abbigliamento maschile e calze casual e sportive. I prodotti saranno disponibili all’interno dei pincipali department store e specialty store statunitensi.
WARNER BROS. IN MOTO CON I CASCHI AXO SPORT I Looney Tunes, Batman e Superman sono stati visti sfrecciare in moto con i caschi Jet. Secondo un accordo di licenza tra Warner Bros. Consumer Products e l’azienda AXO Sport, specializzata nella produzione di accessori per motociclisti, infatti, i supereroi DC Comics e gli allegri Looney Tunes saranno presenti sul nuovo modello AXO jet Glory WB. Ogni modello nasce dalla collaborazione tra il design team di AXO e il reparto creativo WBCP, che supporta il licenziatario nel processo di sviluppo prodotto e di adattamento delle grafiche e degli artworks. “L’accordo con AXO Sport – ha commentato Maurizio Distefano, general manager
della filiale italiana – avvicinerà il mondo dei cartoon ad una fascia di età più alta. Inoltre, i personaggi Warner Bros veicolano con la loro immagine l’importanza della sicurezza sulla strada e sulle due ruote.” “Siamo entusiasti dell’accordo con Warner Bros. Consumer Products - afferma Valentina Zago, AD di AXO Sport – perché porta una ventata di freschezza e ironia alla nostra collezione urban. Inoltre, crediamo che il fenomeno dei “kidult”, gli adulti che giocano a fare i bambini, sia un trend in piena crescita che di sicuro cavalcheremo con questo progetto.” La linea di caschi è già disponibile presso i rivenditori AXO e i punti vendita Coin di tutta Italia.
Mireia Lopez Montoya
da Mistral a Gilmar, il cui DG attuale è Mireia Lopez Montoya, a seguito dell’accordo, oscilla tra i 25 e i 30 milioni di euro.
BOOTS PRODURRÀ COSMETICI PER CARREFOUR La società cosmetica e farmaceutica Alliance Boots ha siglato un accordo a lungo termine con Carrefour, in base al quale il retailer francese distribuirà una linea di prodotti cosmetici realizzati dalla società svizzera, tramite la sua divisione BCM, ma a nome Carrefour. “Questa nuova partnership con Boots – ha dichiarato Lars Olofsson, CEO di Carrefour – è un importante passo avanti per noi e l’occasione per affermarci nella categoria del beauty.” L’offerta comprenderà cosmetici, prodotti per capelli, per il bagno e per la cura della pelle. Non si esclude, in futuro, un’estensione della partnership ai prodotti farmaceutici, soprattutto rivolti ai mercati emergenti. “Con Carrefour – ha affermato Alex Gourlay, chief executive della divisione Health & Beauty di Alliance Boots esploreremo le potenzialità dei mercati emergenti nel settore dell’healthcare, creando nuove opportunità per entrambe le società”. I primi prodotti frutto dell’accordo saranno disponibili presso Carrefour, a partire da fine 2011.
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COMUNICAZIONE & EVENTI
ACQUA FOR LIFE, LA SOLIDARIETÀ FIRMATA ARMANI
Fornire almeno 40 milioni di litri di acqua potabile alle popolazioni che ne hanno bisogno, soprattutto ai bambini. È questa la sfida della Giorgio Armani in partnership con L’ Orèal e Green Cross International, con l’iniziativa “Acqua for Life” che coinvolge le fragranze della griffe Acqua di Giò e Acqua di Gioia. Per ogni acquisto di un flacone dei due profumi, fino al 31 maggio saranno infatti donati 100 litri d’acqua, una quantità che potrà essere raddoppiata connettendosi a un’applicazione su Facebook dedicata alla campagna. Digitando il codice presente sulla confezione si può anche creare su Facebook un gruppo a sostegno dell’operazione e invitare gli amici a farne parte, facendo così aumentare i fondi raccolti. Sul portale www.acquaforlifechallenge.org sarà poi possibile essere costantemente informati sui risultati dell’iniziativa.
UN VIAGGIO NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE PER TROLLBEADS Trollbeads, il marchio che da 35 anni crea gioielli componibili, lancia la nuova campagna pubblicitaria ambientata in un vero e proprio paese delle meraviglie. Trollbeads è un brand danese e perciò è inevitabile che favole e paesaggi incantati siano racchiusi nel suo DNA. Così la campagna, proposta in 8 soggetti, diversificati in quattro temi principali (Lago, Foresta, Spiaggia, Ocean), riflette una cultura fatta di favole celtiche, boschi fatati, animali selvatici e mari del Nord abitati da sirene e creature misteriose.
STYLE ME UP, NUOVO PROGETTO ONLINE DI MELTIN’POT Per celebrare il lancio del nuovo e-shop Meltin’Pot presenta Style me up, un progetto di styling internazionale online che coinvolgerà alcuni dei migliori blogger e stylist internazionali, con
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l’obiettivo di realizzare un calendario di 12 mesi con le personali proposte di stile Meltin’Pot per l’anno 2011, insieme a suggerimenti sui look stagionali più trendy. Ciascun blogger proporrà, curandone la parte creativa, 3 look unici della collezione Meltin’Pot, che saranno utilizzati nelle “vetrine” del negozio virtuale. Gli esclusivi totallook proposti dai blogger potranno poi essere acquistati su meltinpot.com, per un periodo limitato di tempo. Style Me Up parte con i look proposti da Tokyo Dandy, il noto duo di Tokyo formato da Dan Bailey e Kazuaki Joe K.
ADD SPONSOR DELLA MOSTRA DEDICATA ALL’ARTE ITALIANA NELLE COLLEZIONI GUGGENHEIM
Dopo il successo ottenuto dalla mostra “Stanley Kubrick fotografo” Add, il brand milanese noto per i piumini, rafforza il suo legame con il mondo dell’arte attraverso la sponsorizzazione della mostra “1900-1961, arte italiana nelle collezioni Guggenheim”. Questa nuova iniziativa, in programma nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, porterà a Vercelli una selezione di capolavori dell’arte italiana, che descrivono la genesi, la maturazione e gli sviluppi della ricerca artistica d’avanguardia del Belpaese nel periodo storico compreso tra il 1900 ed il 1961. La mostra, infatti, è un omaggio all’arte italiana del ventesimo secolo vista attraverso la critica e il gusto del collezionismo americano. L’esposizione sarà ospitata fino al 5 giugno nello spazio espositivo Arca, già location della mostra dedicata alla figura di Peggy Guggenheim. Quest’ultima retrospettiva ha portato nel capoluogo torinese oltre 120.000 visitatori.
COMUNICAZIONE & EVENTI
CK ONE PRESENTA LA PRIMA CAMPAGNA A LIVELLO MONDIALE Traendo spunto dall’eredità visiva iconica del marchio, la prima campagna pubblicitaria delle nuove linee lifestyle del marchio ck one ha debuttato il 23 febbraio, in tutto il mondo svelando l’intera campagna solo il successivo 1° marzo su una serie di piattaforme digitali integrate - online, telefonia mobile, stampa e affissioni - tutte collegate tra loro da una creatività dinamica. La poliedrica campagna per ck one sarà la più vasta iniziativa digitale mai realizzata nella storia. Il fulcro globale
del brand e della campagna ck one sarà il nuovo sito ckone.com, progettato come destinazione per tutti i consumatori e i fans, che potranno scoprirvi di persona il marchio e saperne di più sullo stile di vita, i prodotti, la campagna e i suoi protagonisti. Le immagini della campagna P/E 2011 sono state scattate durante un servizio fotografico di più giorni a New York dal fotografo Steven Meisel, che aveva realizzato anche la campagna originale per il lancio del profumo ck one nel 1994,
STONE ISLAND SUL RING CON GIORGIO PETROSYAN
Il campione di arti marziali Giorgio Petrosyan è il nuovo testimonial di Stone Island. Armeno naturalizzato italiano, Petrosyan ha alle spalle una storia difficile. Nel 1999, all’età di 13 anni, è infatti fuggito dall’Armenia per problemi politici ed ha dovuto passare sei mesi in un centro di accoglienza a Gorizia in attesa che l’iter burocratico italiano gli desse un permesso di soggiorno e, con esso, la possibilità ricostruirsi una vita. Ma le difficoltà non gli hanno impedito di perseguire la
sua passione per le arti marziali e il K1 (una disciplina che prende il nome dalle tre K di karate, kempo e kick boxing), di cui ha vinto i K1 World Max 2009 e 2010, divenendo l’unico atleta al mondo ad ottenere due titoli consecutivi. Stone Island sarà anche sponsor dell’atleta, fornendogli le divise per tutti i combattimenti del 2011 in Italia e nel mondo e accompagnandolo in ogni occasione ufficiale e durante gli incontri. “La sua storia personale ci ha colpiti”, ha affermato Carlo Rivetti, presidente della Sportswear Company di Ravarino (Mo), che controlla il marchio Stone Island. “Considero Giorgio emblema del nuovo made in Italy, un ragazzo armeno che ha trovato nell’Italia la sua patria. Inoltre, pratica una disciplina che necessita di forza, volontà e passione oltre che rispetto per l’avversario, tutti valori in cui ci riconosciamo”.
UN FLASH-MOB NEWYORCHESE PER MONCLER GRENOBLE Lanciata a New York a febbraio 2010, Moncler Grenoble è stata protagonista di un maxi-evento proprio nella Grande Mela in occasione della fashion week. Per presentare la sua collezione dalla matrice sportiva, il brand guidato da Remo Ruffini ha messo in scena un flash-mob, ovvero un’azione corale - in questo caso una coreografia - in uno spazio pubblico. Nella stazione Grand Central Terminal 180 modelli e modelle hanno ballato indossando la collezione disegnata da Carlo Mollino.
riconfermando lo stile inconfondibile di questo marchio. Le immagini della campagna sono state filmate e tutte le singole immagini stampate sono tratte dal video.
UN MOVIE PER KATE MOSS FOR LONGCHAMP
Kate Moss for Longchamp, la linea di borse disegnata dalla top model londinese, per la prima volta verrà presentata in versione cinematografica. Per la P/E 2011 la modella ha, infatti, interpretato in un breve video intitolato Faraway, la collezione che per la prossima stagione s’ispira ai suoi viaggi intorno al mondo. Nel movie, girato a Marrakech sotto la direzione di Alasdair McLellan, la protagonista indossa le nuove borse della terza collezione che porta il suo nome.
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COMUNICAZIONE & EVENTI
VETRINA VIRTUALE PER TERRANOVA Il retailer Teddy si lancia nell’e-commerce con l’apertura di uno store online. L’obiettivo è di cogliere le vendite dei potenziali clienti che oggi non hanno un negozio Terranova nella propria città e aumentare la notorietà del marchio. Dal 22 febbraio scorso, attraverso il suo nuovo sito – www.terranovastyle.com – è così possibile acquistare le collezioni donna, uomo e gli accessori direttamente online. La gamma di prodotti presente sul sito è rinnovata
settimanalmente con i nuovi arrivi e le consegne sono garantite entro 24/72 ore.
I CLASSICI DI HOLLYWOOD PER LA P/E DI GUESS BY MARCIANO
ASICS CERCA LE TESTIMONIAL DI AYAMI TRA LE RUNNER Sono aperte le selezioni del Running Casting XL 2011, attraverso il quale Asics decreterà le protagoniste della prossima campagna internazionale Ayami, la linea di abbigliamento fem-
minile pensata per la corsa. Al casting, però, si partecipa solo correndo, la candidatura infatti è aperta a tutte le runner che competeranno in almeno una delle maggiori manifestazioni europee selezionate da Asics, tra cui la Maratona di Roma del 20 marzo, il Running Festival di Bologna del 17 aprile, oltre alle maratone di Madrid, Parigi e Anversa. Si gareggia quindi e entro il 30 aprile si carica su www.facebook.com/asicsayami una propria foto scattata durante la corsa. Saranno poi i fan del profilo Facebook di Ayami a scegliere le due atlete che diventeranno testimonial della campagna A/I 2011-12.
È FRESCA E SPONTANEA LA PRIMAVERA DI PEUTEREY Giovane, fresco e spontaneo. È questo il mood della campagna Peuterey per la prossima P/E 2011, il cui concept richiama il tempo libero e le vacanze. I tre modelli - lo spagnolo Gerard Salla, l’italiana Sofia Meroni e la ceca Anna Kalina - sono stati ritratti dalla fotografa Veronica Gaido durante un assolato pomeriggio primaverile in una casa sulla costa toscana. La campagna, oltre che sulla stampa quotidiana e periodica, è on air sul sito www.peuterey.it e sulla pagina ufficia-
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le del brand di sportswear, che fa capo al gruppo G&P Net, su Facebook.
La campagna P/E 2011 Guess by Marciano è una classica collezione di immagini che trasportano lo spettatore indietro nel tempo, fino agli anni d’oro dell’era hollywoodiana. Gli intriganti scatti di questa campagna catturano le pose delle modelle Heidi Lindgren e Sabrina Nait, che sotto i riflettori evocano le grandi attrici dei film classici ed insieme a loro Eugen Bauder, Evandro Soldati e Brad Kroening, che appaiono nelle immagini come un trio di adoranti ammiratori. Scattata per la seconda stagione da Alix Malka, sotto la guida creativa di Paul Marciano, la nuova serie di immagini in bianco e nero riesce ad immortalare il look classico, ma al contempo fresco e glamour della donna by Marciano. La campagna, scattata in uno storico centro di aviazione a Malibu, ricrea infatti lo sfondo ideale per rappresentare scene che sembrano tratte dai grandi classici di Hollywood degli anni di Eva Gardner e Sofia Loren, ma che appaiono rivisitate con un tocco di attualità.
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INTERNATIONAL
FITNESS WEEK 21-27 MARZO 2011 MAKE THE WORLD A FITTER PLACE
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LIFESTYLE / INCHIESTA
READY TO EAT
di Luca Zappi
Dalla vendita al consumo: enoteche, macellerie, salumerie e pescherie, luoghi nati prettamente per la vendita, si stanno trasformando in locali dove si pranza o si celebra il rito dell’aperitivo, insomma si consuma, vivendo una vera e propria experience. È la risposta degli operatori specializzati all’offerta sempre più qualificata della g.d.o e al cambiamento di abitudini del consumatore. E nei prossimi numeri parleremo di un altro aspetto collegato, le cantine che aprono ristoranti.
Aperitivo in pescheria, cena in macelleria, dopocena in cantina. Oggi non solo si può fare, ma sta diventando una tendenza sempre più diffusa e stimolante per il consumatore finale. La trasformazione dei negozi dalla vendita al consumo è in atto, e non soltanto nelle grandi città. La ragione? Semplice, il recupero di vendite e margini, erosi dalla concorrenza sempre più forte della grande distribuzione, che si sta spingendo verso la vendita di prodotti di qualità superiore e le specialità regionali, una volta appannaggio della piccola distribuzione indipendente. E oggi ci si è messo anche l’e-commerce. Ma le
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‘botteghe’ hanno individuato la risposta: il servizio, o meglio, utilizzando un termine anglofono che rende meglio l’idea, la shopping experience, e cioè un’offerta molto più ricca in cui entrano in gioco, oltre al prodotto, la sua preparazione, l’ambiente in cui viene consumato e il servizio fornito per il consumo. Tutto ciò ha trovato il terreno fertile dato dal cambiamento delle abitudini dei consumatori, che hanno sempre meno voglia e tempo di cucinare e più budget disponibile per il fuori-casa. L’alternativa, per molti, sarebbe stata quella di chiudere. Enoteca ‘Nombra de vin, Milano
LIFESTYLE / INCHIESTA
In alto, gli interni di Damini e Affini, Arzignano (Vi) A destra, Giorgio e Gianpietro Damini
Il passaggio talvolta è stato immediato, in quanto apparteneva al dna aziendale. È il caso delle latterie milanesi (come la “Vecchia Latteria” di via dell’Unione, in attività dal 1952) che sono rifiorite proprio grazie alla formula trattoria. A queste si sono aggiunte macellerie con angolo degustazione, pescherie affollate nell’ora dell’aperitivo tra ostriche e champagne, enoteche che investono nella ristorazione e molte altre formule originali. L’ultima apertura eccellente è quella di Sergio Motta a Bellinzago. Il macellaio dei vip lombardi – di questo punto vendita hanno scritto che è l’ultima cosa rimasta in comune tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario, entrambi suoi clienti affezionati – ha recentemente inaugurato un ristorante nel quale accoglie i clienti al banco affettando prosciutti di manzo e sminuzzando salsicce fresche di giornata, praticamente un sushi suino. Quindi li fa accomodare in sala servendo loro il “piatto forte”, un taglio anteriore di carne bovina passata per ore allo spiedo, e tante altre “chicche” provenienti dalla macelleria di famiglia. Perché un ristorante? Un po’ per completare la filiera (i Motta selezionano, macellano e lavorano tutte le loro carni), un po’ per realizzare un sogno e soprattutto per valorizzare quella parte bovina, l’anteriore, che essendo indicata per arrosti e bolliti si vende molto d’inverno e poco d’estate. Così, individuata la ricetta, ecco la soluzione: la prepariamo direttamente noi. “La prossima sarà probabilmente l’estate migliore della mia carriera” scommette Sergio Motta, che ha aperto il ristorante lo scorso 10 ottobre. In cucina due bravi chef cresciuti sotto l’ala di Luca Brasi (già chef de La Lucanda), servizio informale in sala e lui, il macellaio, a coordinare il tutto. Altri vantaggi del “salto” da vendita a consumo? “Il ristorante è una grossa valvola di sfogo per la
macelleria: il fine settimana siamo sempre al completo e di conseguenza abbiamo dovuto aumentare la produzione. E poi i ristoratori sono generalmente lenti nei pagamenti mentre dai clienti incassiamo subito”, conclude. Tra i progetti in vista c’è il pacco per asporto, in confezioni da 50 o 100 euro, che Motta proporrà ai clienti che volessero portarsi a casa il “promemoria”. Si trova invece in pieno centro cittadino, a pochi passi dal palazzo del Corriere, un’insegna che i milanesi conoscono da decenni per i suoi corsi di degustazione alla presenza dei produttori, ma che da sette anni è diventata anche un punto d’incontro pre e post dinner. È l’enoteca ‘Nombra de vin, circa tremila etichette, gestita dalla famiglia Corà che ha avviato questa trasformazione in risposta alla crisi delle enoteche tradizionali. Racconta Cristiano Corà, seconda generazione dell’azienda: “Oggi chi vuole un vino dal nome altisonante lo può tranquillamente acquistare al supermercato, ad un prezzo inferiore rispetto a quello che possono offrire le enoteche. La sfida per noi consisteva nel far conoscere al pubblico altri prodotti, così ne abbiamo inseriti una trentina in degustazione, accompagnati dall’offerta di cucina veloce, ma di qualità. Il risultato è un locale frequentato da una clientela assolutamente trasversale, con un’elevata presenza femminile 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 89
LIFESTYLE / INCHIESTA
Interni della salsamenteria Tamburini, Bologna
e nel quale si può comunque acquistare una bottiglia fino all’una di notte. Sono due negozi in uno” e la cosa interessante è che il consumo a sua volta stimola la vendita. Il sogno di Corà è replicare la formula. Dove? “All’estero, perché mancano locali come questo. Nemmeno Parigi li ha, perché non esiste il culto dell’aperitivo come a Milano. Se però dovessi scegliere una città dove investire, direi Londra”. Chi invece all’estero ha già concluso l’affare è il bolognese Giovanni Tamburini, che oltre alla salsamenteria all’ombra delle due torri, vera e propria istituzione cittadina giudicata dal New York Times “uno dei mille luoghi da vedere prima di morire”, può vantare una succursale a Tokyo. Questo regno del tortellino e del maiale, offerto in tutte le sue salse, è stato tra i precursori della tendenza al consumo aprendo un self service già nel “lontano” 1995 e che gli garantisce mediamente 300 coperti al giorno. Quel che i giornalisti americani all’epoca non poterono ammirare è il wine bar su cui Tamburini avrebbe scommesso a partire dal 2007, nell’intento di qualificare la centralissima via Caprarie che alla notte si presentava degradata e insicura. I risultati del primo anno furono disastrosi, con incassi inferiori ai cento euro a sera. Poi le cose hanno iniziato a girare, è scattato il passaparola e oggi l’affollato wine bar Tamburini può vantare, oltre al successo commerciale, anche un motivo d’orgoglio personale: la zona, complice l’arrivo dell’antistante Eataly, è diventata vivace e sicura. “Il nostro compito è capire i cambiamenti del consumatore e adattare di conseguenza l’offerta”, dice il commerciante, che osserva tre interessanti fenomeni in atto a Bologna. Il primo è il boom del turismo “veloce”, quello dei 90 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
voli low cost, cui è andato incontro moltiplicando l’offerta di prodotti sottovuoto, che rappresentano per loro un allettante souvenir e a volte il motivo stesso del viaggio. Il secondo è la trasformazione della donna moderna, ben diversa dall’iconografica “sdaura” bolognese, che sta abbandonando mattarello e fornelli ed è sempre più esigente (e spendacciona) nella scelta dei vini. Così l’equivalente di un’ingente spesa familiare di ieri viene oggi raggiunto e spesso superato dalla mescita al tavolo di una bottiglia importante, accompagnata da un piattino di salumi. Il terzo è nella frenesia della vita quotidiana che sta contagiando pure i bolognesi. Da qui il nuovo progetto di Tamburini: un fast food (“penso soprattutto ai finger, cose veloci da mangiare con le mani”) diurno per chi non ha tempo di sedersi a tavola. “Vorrei avvicinarmi all’idea del McDonald’s senza però riprenderne il prodotto”. Spesso il passaggio da vendita a consumo rappresenta, per la nostra cucina, un tuffo nel passato. È nella tradizione infatti che troviamo tracce di un percorso già affrontato, dalle latterie a Milano ai ‘fornelli’ in Puglia (macellerie diffuse soprattutto nelle Murge e che servono la carne cotta alla brace); dai ’farinotti’ in Liguria (fornai con angolo degustazione per farinate e focacce) ai ‘chioschi’ a Cagliari (pescatori che integravano il reddito servendo al pubblico frutti di mare). Roma non fa eccezione. “Molti forni della capitale, tradizionalmente, offrivano anche prodotti da salumeria” ricorda Pierluigi Roscioli. Ed è esattamente quel che la sua famiglia ha scelto di fare nella bottega di via ‘de Chiavari, a due passi da Campo ‘de Fiori, che oggi è diventata uno dei tesori gastronomici della città eterna tra pizza calda e pane rustico. Nel 2002 il
LIFESTYLE / INCHIESTA
APERITIVO IN PESCHERIA
Il ristorante di Sergio Motta
passo ulteriore: Roscioli lancia la ristorazione, rilevando un locale a 30 metri dal forno, per valorizzare la cucina tradizionale romana con ingredienti di alta qualità. “Non ci abbiamo pensato su due volte, è stata una naturale evoluzione. Oggi da cinque dipendenti siamo in quaranta. Ma l’azienda continua a essere gestita a livello familiare. Alla sera, quando si chiude bottega, siamo io e mio padre ad abbassare la serranda”. Dalla vendita al consumo: perché? “Avevamo intuito che inserire uno spazio di questo tipo, in un quartiere dove mancava una reale offerta qualitativa, avrebbe portato interessanti prospettive economiche. Era la giusta percezione”. Intanto i Roscioli stanno sviluppando una parallela attività di consulenza che li porta a Milano per l’apertura di uno spazio simile a due passi dalla basilica di Sant’Ambrogio, ma non mancano nemmeno le proposte di gruppi che vorrebbero investire a Roma. “Le offerte ci fanno piacere e le valuteremo senz’altro, tuttavia è al consolidamento che puntiamo, non all’espansione” dice Pierluigi. Gli occhi di tutti sono dunque puntati su questi nuovi casi d’impresa, che intanto guadagnano riconoscimenti ai principali eventi gastronomici nazionali. Prendiamo il caso dei Damini. Nella realtà provinciale di Arzignano, provincia di Vicenza, i due fratelli Gianpietro e Giorgio hanno avviato tre anni fa un concept che dalla carne (“siamo la quarta generazione di una famiglia che da cent’anni coltiva la passione per il mestiere di macellaio”) si è allargato fino a comprendere salumeria, gastronomia, enoteca e caffetteria. Il know how familiare nella selezione delle materie prime con l’aggiunta della formazione da chef di Giorgio, che ha lavorato con Nadia Santini (Dal Pescatore) e Giancarlo Perbellini, hanno dato vita a una delle migliori botteghe italiane del gusto, premiata da Golosario, Il Gastronauta e ora anche da Identità Golose. Naturalmente da ‘Damini e affini’ si pranza, ma ci si può anche incontrare per un aperitivo o un caffè. Ora Arzignano, centro di riferimento mondiale per la concia delle pelli, sta un po’ stretta ai due fratelli che
A Milano l’aperitivo si fa anche in pescheria. In altre città i frequentatori di lounge bar alla moda potrebbero inorridire al sol pensiero di degustare champagne tra effluvi di calamari e branzini: poi però passano in via Cusani, entrano da Claudio e… capiscono che i milanesi, in fondo, non sono affatto pazzi. Una location particolarissima si spalanca ai loro occhi, tra materie prime selezionate e condizioni igieniche inappuntabili. Qui il consumo, in termini di fatturato, ormai batte la vendita 7 a 3 e dal conteggio l’amministratore della società, Mauro Gambato, esclude momentaneamente il ‘nuovo arrivo’, un ristorante inaugurato a dicembre e quindi in pieno start-up, posizionato al piano superiore dell’edificio. Per la pescheria da Claudio la somministrazione al pubblico non è una novità. Già negli anni Sessanta l’allora proprietario Claudio Gnocchi, l’uomo che fece conoscere il pesce fresco ai milanesi, la praticava nella vecchia sede di via Spadari con la formula ‘ostiche e champagne’. “Più che una pescheria” ricorda Gambato “si era trasformata in un punto d’incontro per appassionati, dove Claudio vendeva, selezionava e insegnava ai milanesi come e cosa mangiare, offriva flute di bollicine ai clienti, avviando così una tradizione che continuiamo a portare avanti”. L’attuale amministratore, di professione commercialista, ha rilevato l’attività cinque anni fa dai figli del fondatore. Un suo cliente, titolare di un’immobiliare, aveva acquistato l’intero edificio e lo incaricò di verificare se quella pescheria che si trovava in dote avesse qualche prospettiva di profitto. Gambato s’innamorò di questo mondo fatto di pescato eccellente, personale qualificato e bilanci fiorenti. “Me la vuoi far comprare? E allora amministrala” lo sfidò il cliente. Gambato non se lo fece ripetere due volte e iniziò l’avventura. Il ristorante, location rilassata ed elegante, costituisce la naturale evoluzione del consumo in loco. Ma è la degustazione al bancone il suo benchmark. Il boom arrivò negli anni Novanta con la moda del sushi, quando Claudio si rese conto che avrebbe potuto sfruttare la tendenza Japan per recuperare la tradizione italiana dei crudi e le ricette regionali. Al trend nipponico rispose con il sapore mediterraneo e l’intuizione, con l’aggiunta della particolarità della location, fu giusta. Oggi i piatti più gettonati della pescheria sono misto mediterraneo e classico misto di crudi, ma intanto aumentano le richieste per tartare e carpacci. Altre tendenze? Il ‘take away’ di crudità, esperienza che ora Gambato vorrebbe ripetere al ristorante con i pronti a cuocere da asporto. Tante sono le richieste di apertura franchising in altri centri, sempre declinate. Perché il pesce è un prodotto troppo delicato per rinunciare al controllo di filiera su cui si fonda il rapporto di fiducia costruito, in cinquant’anni, con la città. Paolo Casanova, chef, recente acquisto della Pescheria da Claudio
24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 91
LIFESTYLE / INCHIESTA BUONISSIMO Brescia
MOTTA Inzago (Mi)
DA CLAUDIO “LA PESCHERIA DEI MILANESI”Milano
ENOTECA KUGLER San Candido (Bz)
Bolzano Sondrio
‘NOMBRA DE VIN Milano
Novara Vercelli TORINO
Treviso Vicenza
Verona
EAT’S Conegliano (Tv)
Rovigo Parma
GASTRONOMIA LIBRERIA DAL MASO Verona
Ferrara Modena BOLOGNA Ravenna Forlì
GENOVA A Savona La Spezia Spez ezia zia
FORNO PATTINI E MARINONI Milano
VENEZIA NEZI Z Padova
Reggio Emilia Cuneo
DAMINI Arzignano (Vi)
TRIES TRIESTE
Mantova
Piacenza
Alessandria
Asti
Gorizia
Lecco Como Bergamo Monza MILANO Brescia Lodi Cremona Pavia
Biella
ENOTECA DE FEO Cividale (Ud)
Udine Pordenone
Varese
AOSTA
EATALY Torino
LA BOTTEGA DEL VICOLETTO Alba (Cn)
Belluno noo
TRENTO
Verbania
Carraraa
Imperia
Pistoia
Massa Ma
Riminii
Prato FIRENZE
Lucca
FORNO BUGLIANI Sarzana (Sp)
TAMBURINI Bologna
Cesena
LA BAITA Faenza (Ra)
Pesaro Pe
Pisa
ENOTECA FELICETTI Fermo
ANCONA
Livorno Arezzo Siena
Macerata PERUGIA
SOHO Genova
GASTRONOMIA MIGLIORI Ascoli Piceno
Fermo Ascoli Piceno
Grosseto
ANTICA GASTRONOMIA PALMIERI Firenze
Teramoo
ENOTECA BERESAPERE Perugia
Terni Viterbo
CONVIVIUM Firenze
L’AQUILA
Rieti
Pescara ara ra Chietiti
ANTICO FORNO ROSCIOLI Roma
Frosinone
Isernia
Olbia
Sassari
DE BARTOLO Bari
Foggia CAMPOBA BA BASSO BASS ASS ASS S
Latina
GARGARI Roma
Tempio Pausania
GASTRONOMIA BRIGANTINO Pescara
ROMA
Barletta etta t Andria
Beneventoo Caserta NAPOLI
C’È PASTA E PASTA Roma
Trani
B Bari
L’ENOGASTRONOMIA Brindisi
Avellino Salerno
POTENZA
Matera
Brindisi Taranto anto Lecce
Nuoro Oristano
Tortoli Lanusei
ENOTECA CAGLIARITANA Cagliari
Sanluri Iglesias
CAGLIARI
Carbonia
TIMPANI E TEMPURA Napoli MACELLERIA ROSTICCERIA EDOARDO RIZZI Laterza (Ta)
ENOTECA MERCADANTE Napoli Cosenza
ENOTECA LA FARMACIA DEI SANI Maratea (Pz)
Crotone CATANZARO ARO
LE ROSE AL BICCHIERE Reggio Calabria VVibo Valentia
Messinaa Trapani
IN PIENA DIFFUSIONE Enoteche, salumerie e altri punti vendita che offrono degustazioni e aperitivi, da nord a sud
valutano il trasferimento su Padova o Verona. “Già adesso”, dice Gianpietro, “il nostro bacino d’utenza è il Veneto. Certo, parlavo qualche giorno fa con Roscioli e pensavo: lui ha sotto casa un mercato potenziale di 4 milioni di abitanti, noi di 20 mila… C’è una certa differenza”. Tra i loro cavalli di battaglia c’è il DamBurger (Damini Hamburger). “Siamo una piccola Eataly ma non abbiamo inventato niente. Ci siamo limitati a valorizzare il più grande capitale che abbiamo in Italia, la nostra tradizione enogastronomica. Non faccio nulla che non 92 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
Reggio gg di Calabria riaa
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DODDIS Messina ANTICA FOCACCERIA SAN FRANCESCO Palermo
Ragusa
facessero, prima di me, mio padre e mio nonno. Ci limitiamo a conservare, tenendo alta la qualità da un lato e cercando di assecondare le richieste del cliente dall’altro”. Dalla vendita al consumo: perché? “Perché trent’anni fa”, conclude Damini, “si viveva il bollito della domenica a mezzogiorno come se fosse un rito, oggi invece la gente non ha voglia di cucinare e preferisce uscir di casa. Noi abbiamo creato un locale semplice, informale e di altissima qualità che non fosse impegnativo e consentisse di rivivere questa esperienza”.
LIFESTYLE
CAMBI AL VERTICE E NUOVE ACQUISIZIONI PER IL GRUPPO ITALIANO VINI
Davide Mascalzoni, Corrado Casoli e Emilio Pedron
Il 2010 ha portato a GIV – Gruppo Italiano Vini numerosi cambiamenti. Lo storico amministratore delegato, Emilio Pedron, ha infatti deciso di lasciare gli incarichi e le deleghe operative, rimanendo tuttavia nel consiglio di amministrazione. Il vertice vede ora alla presidenza Corrado Casoli e nel ruolo di direttore generale Davide Mascalzoni. Dal mese di aprile, inoltre, GIV ha sottoscritto un accordo operativo con la famiglia Carpenè per la distribuzione sul territorio nazionale dei prodotti della storica casa spumantisti-
LO CHAMPAGNE POMMERY CRESCE IN ITALIA Risultati positivi per Pommery Italia, filiale del marchio di champagne francese, guidata da Ilario Iannone. Per il 2010 è atteso un fatturato in crescita tra il 25 e il 30% rispetto ai 5,7 milioni di euro del 2009. Con 350 mila bottiglie vendute (+22%), il marchio del gruppo vitivinicolo Vranken Pommery Monopole, il secondo più grande al mondo con 270 milioni di euro di fatturato, si conferma il quarto brand di champagne in Italia. Mercato, quello del Belpaese, strategico per il gruppo, essendo tra i primi a livello mondiale per le importazioni di champagne. Per il 2011 l’obiettivo di Pommery Italia è di aumentare le vendite di un ulteriore 30%.
ca di Conegliano. “Carpenè Malvolti rappresenta per il gruppo una buona opportunità grazie alla tendenza positiva che questi prodotti registrano sul mercato”, ha commentato Pedron. Da gennaio 2011 è invece operativa l’acquisizione di Cantine Cavicchioli di S. Prospero, marchio leader (fonte IRI) in Italia del Lambrusco DOC. Questa operazione porta in dote 25 milioni di euro di fatturato, il cui 20% realizzato all’estero per un totale di 18 milioni di bottiglie, e fa salire a quota 15 le cantine di proprietà di GIV. “Il 2010 – ha affermato Pedron
- è l’anno della ripresa, si è tornati a crescere, soprattutto grazie all’export. Osservando il mercato si nota un aumento di richiesta di vini leggeri e frizzanti, proprio come il lambrusco Cavicchioli. Considerando anche Carpenè, possiamo dire di essere in prima linea con le novità del mercato”. Il gruppo ha chiuso il 2010 con un fatturato consolidato di 328 milioni di euro (+8% sul 2009), l’Ebitda è passato da 18,7 milioni del 2009 a 24,3 milioni. “Il mercato italiano ha sofferto nel 2010 – ha spiegato Casoli - a causa di un calo delle vendite, soprattutto nella Gdo. E’ cresciuto, invece, l’export e si confermano per noi come mercati trainanti gli Stati Uniti e la Francia”. Sul fatturato consolidato il 31% è rappresentato dall’Italia (un terzo del totale), seguita dagli USA con il 28% e dalla Francia con il 14,9%. “Per il futuro – ha concluso il presidente – oltre a consolidare il mercato italiano punteremo soprattutto sui Paesi emergenti. In Russia ci stiamo già muovendo, mentre è più complesso sbarcare in Cina dove, proprio per studiarne il mercato, intendiamo aprire una nostra agenzia di rappresentanza.
TRUSSARDI VESTE LA BMW SERIE 5 GRAN TURISMO In occasione del proprio centenario Trussardi si è alleata con BMW Italia per un’edizione limitata della BMW Serie 5 Gran Turismo. Realizzata in un marrone metallizzato ribattezzato Heraldic Brown, la vettura presenta il logo Trussardi sul parafanghi anteriore, nel tunnel centrale e, marchiato a fuoco, sui poggiatesta dei sedili. Questi sono rivestiti in un pellame speciale, nel colore Leather Glove Beige, con un motivo cannettato ispirato ad un guanto storico della maison bergamasca. “La BMW Serie 5 Gran Turismo Trussardi – ha affermato Beatrice Trussardi, presidente e AD del gruppo, durante l’evento di presentazione al Palazzo Trussardi alla Scala di
Milano - si ispira al mondo della pelle e dei guanti, da cui ha avuto origine la storia del nostro marchio”. L’automobile è stata realizzata in un numero limitato di esemplari, ma la personalizzazione è disponibile per tutta la gamma.
14 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 93
CASA & DESIGN
SI È SPENTO ROSARIO MESSINA, PRESIDENTE DI FEDERLEGNOARREDO
Rosario Messina
È deceduto, a causa di un malore che lo ha colto mentre rientrava a casa con la sua auto, Rosario Messina, presidente di Federlegno Arredo e titolare di Flou. Siciliano di origine, nella sua terra è
stato prima alla Rinascente poi alla Zanussi come direttore commerciale. Insediatosi in Brianza negli anni Settanta, dalla direzione commerciale di importanti aziende, Rosario Messina è diventato imprenditore, fondando nel 1978 la Flou, storica azienda di Meda che produce letti. Molti i riconoscimenti ottenuti nel corso della carriera, fra cui il premio “Industriale dell’anno”, il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana, il premio “Made in Italy Awards” e, nel 2009, la nomina a Cavaliere del Lavoro da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il nome di Rosario Messina è legato inevitabilmente al successo mondiale del Salone del Mobile, che ha diretto in qualità di presidente di Cosmit, dal 1999 fino al 2008, anno in cui è stato eletto presidente di FederlegnoArredo, la federazione che riunisce le industrie del legno e dell’arredamento
LALIQUE METTE IN MOSTRA I SUOI CRISTALLI IN UN MUSEO Conosciuto in tutto il mondo per i suoi cristalli, il brand Lalique ha deciso di aprire un museo dove mettere in mostra i pezzi che hanno fatto la storia del marchio. Il museo Lalique si trova
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vicino al sito produttivo dei cristalli Lalique a Wingen-sur-Moder nel Nord dell’Alsazia dove il suo fondatore Renè Lalique aveva scelto di installarsi nel 1921. Con più di 550 pezzi, di cui quasi 200 propri, esposti su 900 m², il museo presenta le molteplici sfaccettature che ha assunto l’opera di Lalique, fra disegni (quasi 2.000), gioielli, boccette, flaconi, posate e oggetti da tavola, lampade, vasi, specchi, ecc… L’azienda si attende circa 50.000 visitatori all’anno. Fino all’apertura del museo, le opere di Lalique erano in mostra in una cinquantina di musei nel mondo, fra cui il Musée d’Orsay e quello delle Arti Decorative a Parigi, la fondazione Gulbenkian di Lisbona, il Metropolitan Museum of Art a New York, il Victoria and Albert Museum di Londra e anche il museo Lalique di Hakone in Giappone.
A STV LA COMUNICAZIONE GLOBALE DI POLTRONA FRAU È l’agenzia SaffirioTortelliVigoriti ad essersi aggiudicata la gara per la comunicazione globale del gruppo di arredamento di alta gamma Poltrona Frau. Obiettivo della nuova campagna, che uscirà entro fine marzo sui principali quotidiani e periodici italiani e stranieri, è rappresentare il valore fondamentale dell’azienda: l’intelligenza delle mani, quelle esperte dei suoi artigiani che seguono le fasi di lavorazione e scelgono i materiali pregiati per i prodotti del marchio. Protagonisti della campagna sono le poltrone e i divani Poltrona Frau, fotografati da Giovanni Gastel in macro per esaltare ogni dettaglio delle cuciture, delle impunture, fino alle rughe della pelle. La pianificazione che prevede una campagna multi-soggetto è a cura dell’azienda con la consulenza strategica di Mediacom. Ognuno dei 5 soggetti previsti è dedicato ad un modello: Vanity Fair, Massimosistema, Bretagne, Archibald e Bluemoon, simboli di design e tradizione.
KARIM RASHID PLASMA ORO E ARGENTO PER CHRISTOFLE
Christofle ha chiamato il famoso ed estroso designer Karim Rashid per realizzare una nuova linea di complementi d’arredo in argento e oro. Le forme sinuose e asimmetriche sono il segno distintivo che l’artista dà alla materia, in particolare la sua filosofia espressiva risalta con Kaskade, la coppa/vassoio edita in 20 esemplari dal carattere architettonico spettacolare. Tre livelli sovrapposti danno dinamismo alla creazione che gioca con le prospettive e con la luce grazie al connubio tra argento e oro laccato.
Dona il tuo 5x1000 per sfamare migliaia di bambini di Haiti Il tuo 5x1000 si trasformerà nella Cucina Industriale di Francisville - Città dei Mestieri dove decine di ragazzi di strada, altrimenti senza lavoro, impareranno a cucinare e produrranno 7000 pasti ogni giorno che, trasportati in teglie e cassette termiche, sfameranno i bambini delle Scuole di strada N.P.H. e dell’Ospedale Pediatrico N.P.H. Saint Damien. E’ una donazione che non costa nulla: basta scrivere nell’apposito riquadro del tuo CUD, UNICO, MOD. 730 il
CODICE FISCALE:
97264070158
La Fondazione Francesca Rava - N.P.H. Italia Onlus aiuta l’infanzia in condizioni di disagio e rappresenta in Italia N.P.H. - Nuestros Pequeños Hermanos, organizzazione umanitaria internazionale che da oltre 50 Haiti 1 bambino su 3 muore prima dei 5 anni, la malnutrizione è una delle principali cause di malattie e mortalità infantile. La Cucina Industriale fa parte di Francisville - Città dei Mestieri, che ha l’obiettivo di “aiutare gli haitiani ad aiutarsi da sè” attraverso la produzione di beni e servizi essenziali, la formazione professionale dei ragazzi di strada, la creazione di posti di lavoro.
Per maggiori informazioni: FONDAZIONE FRANCESCA RAVA - N.P.H. ITALIA ONLUS Tel 02/54122917 - info@nphitalia.org - www.nphitalia.org www.francisville.org
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1.Beauty case in nappa intrecciata Bottega Veneta e cappello di paglia e seta a tesa larga Cycle; 2.Sandali René Caovilla; 3.Borsa Vittoria in pelle azzurra e carré in seta Hermès; 4.Scialli in cashmere tessuti e ricamati a mano Donabuti; 5.Borsa di pitone blu, foulard in seta e occhiali da sole, tutto Salvatore Ferragamo; 6.Valigia in nappa intrecciata Bottega Veneta; 7.Borsa intrecciata e sandali con zeppa Bottega Veneta; 8.Decolleté in pitone beige ALV RTW, giacca color incenso Salvatore Ferragamo, scialle in cashmere Donabuti; 9.Infradito piatto in pitone e pelle color argento con perline turchesi e cristalli Swarovski di René Caovilla. 96 PAMBIANCOWEEK 24 marzo 2011
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10.Borsa in paglia rossa con manico in tartaruga e ballerine “Varine” in rafia rossa e nera con punta a contrasto, tutto Salvatore Ferragamo; 11.Borsa ALV RTW modello San.Ba; 12.Scialli in cashmere tessuti e ricamati a mano Donabuti; 13.Knot in nappa e karung lavorazione patchwork Bottega Veneta; 14.Scarpe Stuart Weitzman; 15.Sandali cocco whisky, borsa in canvas e pelle, giacca in cotone, tutto Salvatore Ferragamo; 16.Tote Bottega Veneta; 17.Borsa Bolide in pelle arancione e carré in seta Hermès; 18.Sabot modello classy con tacco stiletto e stampa cocco effetto degradé Stuart Weitzman. Styling Anna Gilde. Foto Gianni Rizzotti. 24 marzo 2011 PAMBIANCOWEEK 97
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