Panoram Fall Issue 2024

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THE ITALIAN-CANADIAN MAGAZINE FALL 2024 | NO. 151

Ralph Mastromonaco

Challenging the narrative

The Saint-Leonard School Crisis

The Italian community’s role in shaping Quebec’s language laws




TABLE OF CONTENTS FALL 2024 | NO.151

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EDITORIAL

Embarassed by Italy, Proud of Canada Imbarazzati dall’Italia, orgogliosi del Canada

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Enough / Basta / Assez

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The Saint-Leonard School Crisis La crisi delle scuole di Saint-Leonard How 1960s Italian immigrant protests shaped today’s education and language rights L’impatto delle proteste degli immigrati italiani negli anni Sessanta sul sistema scolastico e i diritti linguistici di oggi

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COVER STORY Challenging the Narrative Sfidare la narrativa Lawyer Ralph Mastromonaco revisits Quebec’s language and educational history L’avvocato Ralph Mastromonaco rivisita la storia linguistica ed educativa del Québec

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Filmmaker Félix Rose Revisits the Saint-Leonard Crisis Il regista Félix Rose rivisita la crisi di Saint-Léonard

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A Wondrous Journey Through Italian Dialects Un viaggio meraviglioso attraverso i dialetti italiani

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Antonio D’Alfonso A trilingual life Una vita da trilingue

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Ivana Bombardieri

The voice speaking to the hearts of Italians La voce che parla al cuore degli italiani

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TABLE OF CONTENTS

PUBLISHER Tony Zara EXECUTIVE EDITOR Adam Zara ASSOCIATE EDITOR Pal Di Iulio MANAGING EDITOR Gabriel Riel-Salvatore

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What it takes to make a good wine Cosa serve per fare un buon vino

LIVING ITALIAN STYLE GRADUATES 2024

Italians in the Okanagan Valley Gli italiani nella valle di Okanagan

TRAVEL

The New Face of Luxury Travel Il nuovo volto della vacanza di lusso Unique, personalized and culturally immersive experiences top the list In cima alla lista esperienze uniche, personalizzate e immersive

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EVENTS EDITOR Romina Monaco

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Nick & Nadia Di Donato

ADVERTISING Anthony Zara

Canada’s entertainment power couple L’inarrestibile coppia del entertainment del Canada

COPY EDITOR Valentina Basilicata ITALIAN TRANSLATOR

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The many merits of luxury travel clubs and tailored travel experiences I molti meriti dei club specializzati in viaggi di lusso ed esperienze di viaggio su misura

Filmmaker Luigi Capasso and conducter Xavier Brossard-Ménard collaborate to marry music and imagery

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How to Tap Rome’s Five-Star Lifestyle Come assaporare lo stile di vita a cinque stelle di Roma

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Il regista Luigi Capasso e il direttore d’orchestra Xavier Brossard-Ménard collaborano per coniugare musica e immagini

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Frecce Tricolori 2024 North American Tour

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Quick Pasta e Fagioli Pasta e Fagioli veloce

TRAVEL EDITOR Silvana Longo

WEB MANAGER & LIS PRODUCER Kayla-Marie Turriciano

Honouring the Montreal-Italian Experience Un omaggio all’esperienza italomontrealese

Tagliala!

ITALIAN EDITOR Vittoria Zorfini

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Let There be Luxe Che lusso sia

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Carole Gagliardi

Piedmont’s Renaissance of White Varietals Il rinascimento dei vitigni bianchi del Piemonte

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RECIPE

BUSINESS DEVELOPMENT & COMMUNITY AFFAIRS

Claudia Buscemi Prestigiacomo PROOFREADING

Stefania Fenocchio • Marie-Hélène Papillon ART DIRECTION & GRAPHIC DESIGN

Dave Ferreira

PHOTOGRAPHY & ILLUSTRATION

Liana Carbone • Mia Carnevale Alessia Pizzanelli • Bruna Rico WRITERS

Cassandra Marsillo • Stefania Vitale Gianna Patriarca • Maureen Littlejohn Mandi Robertson • Rita De Montis • Anna Foschi Ciampolini

Printed by

EVENTS

90

TRADUCTIONS/ TRADUZIONI

1-year subscription (4 issues): $20 3-year subscription (12 issues): $36 Subscribe at www.panoramitalia.com We acknowledge the support of the Government of Canada

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Legal deposit - Bibliothèque nationale du Québec / National Library of Canada - ISSN: 1916-6389

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Riconosciamo il sostegno del governo italiano



EDITORIAL

Embarrassed by Italy, Proud of Canada Imbarazzati dall’Italia, orgogliosi del Canada What did you do in the summer of 2024? Pal Di Iulio Associate Editor

Cosa avete fatto nell’estate del 2024?

pal@panoramitalia.com

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id you follow the decline of Prime Minister Justin Trudeau’s popularity and the rise of Leader of the Opposition Pierre Poilievre’s rhetoric? Wonder what surprises next summer might bring? Did you watch the live “bad day” meltdown of USA President “Sleepy Joe” Biden during the first American presidential debate? How about the (thankfully) unsuccessful assassination attempt of former president Donald Trump and present Republican presidential candidate before a worldwide audience which resulted in the now “iconic” photo of Don branding himself as idol, freedom fighter and martyr? Did you catch the subsequent convention, a well-staged production that had elements of a Miss America pagent, a WWE event and a UFC match, with pane et circenses added for all convention attendees and television audiences to enjoy? Maybe you were revolted by the continuing horrors and devastation of Ukraine by Russia or the never-ending sight of a post-apocalyptic “promised land” in the Israel-Hamas war? Maybe closer to home, on university campuses, you were disturbed and inconvenienced by the local playout of MidEastern clashes on our Canadian streets? On a less serious note (for some), were you lifted by a flying Connor McDavid and Oilers only to be disappointed in the end in the hot and humid Florida weather? Were you let down by the Azzurri performance at Euro 2024 in Germany and lifted by that of Team Canada in the wild Copa America USA 2024? Did England, failing to win anything again, cause you nightmares and insomnia? Did Spain’s and Argentina’s victories bring you joy? Well, I experienced most of the above and will end by quoting my friend and favourite Toronto calcio, soccer, football and senior senator of sports reporters and philosopher della tavola and del Sud, Nicola Sparano. In his personal website sports column of June 2024, he wrote: “Imbarazzati dall’Italia, orgogliosi del Canada.” That just about summed up my feelings as well. That is until “Dronegate”, when Team Canada women’s soccer staff and of coaches were accused of spying on other teams and sent home from the Paris Olympics. FIFA further penalized and docked the team six points. At the end of July, Nicola’s headline read “dronati e penalizzati” and, on a more vulgar note, “cornuti e mazziati.” Yet, against all odds, after winning the final first round games against France and Colombia and qualifying to move on, I would add “risuscitati.” Way to go, ladies!

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vete seguito il declino della popolarità del primo ministro Justin Trudeau e l’ascesa della retorica del leader dell’opposizione Pierre Poilievre? Vi siete chiesti quali sorprese potrebbe riservare la prossima estate? Avete assistito al crollo in diretta del Presidente degli Stati Uniti “Sleepy Joe (il dormiglione)” Biden durante il primo dibattito presidenziale americano? E l’attentato (fortunatamente) fallito dell’ex presidente Donald Trump e attuale candidato repubblicano alle presidenziali davanti a un pubblico mondiale, che ha portato alla foto ormai “iconica” di Don che si autodefinisce idolo, paladino per la libertà e martire? Avete assistito alla convention che ne è seguita, un evento ben organizzato che presentava elementi di una paginata di Miss America, di un evento WWE e di un incontro UFC, eventi caratterizzati da elementi pane et circenses per il gaudio dei presenti alla convention e di quello del pubblico televisivo? Oppure avete provato disgusto dinnanzi ai continui orrori e alla devastazione dell’Ucraina per mano russa; ovvero a causa delle continue immagini di una Palestina “terra promessa” post apocalittica nella guerra tra Israele ed Hamas? Magari avete subito il disagio e il fastidio delle messe in scena vicino casa o nei campus universitari degli scontri mediorientali nelle strade di tutto il Canada? Parlando di cose meno serie (per alcuni), vi siete sentiti sollevati dai fortissimi Connor McDavid ed Oilers per poi rimanere alla fine delusi nel caldo e nell’umidità della Florida? Vi hanno deluso le prestazioni degli Azzurri agli Europei in Germania, ma sollevato quelle del Canada nell’accesissima competizione della Coppa America 2024 tenutasi negli Stati Uniti? Il fatto che l’Inghilterra non sia ancora una volta riuscita ad aggiudicarsi niente vi ha provocato insonnia e incubi? Le vittorie della Spagna e dell’Argentina vi hanno rallegrati? Beh, io questi sentimenti li ho vissuti tutti e per concludere citerò il mio amico di Toronto, esperto di calcio e senatore degli inviati sportivi, nonché filosofo della tavola e del Sud, Nicola Sparano. Nella colonna sportiva di giugno 2024 del suo sito, ha scritto: Imbarazzati dall’Italia, orgogliosi del Canada. Frase che riassume più o meno ciò che provo anch’io. Questo fino al Dronegate, quando lo staff della squadra di calcio femminile del Canada e i suoi allenatori sono stati accusati di spionaggio nei confronti di altre squadre e sono stati mandati a casa dalle Olimpiadi di Parigi. La FIFA ha ulteriormente penalizzato e tolto sei punti alla squadra. Alla fine di luglio, il titolo di Nicola recitava “dronati e penalizzati” e, con una nota più volgare, “cornuti e mazziati”. Eppure, contro ogni previsione, dopo aver vinto le ultime partite del primo turno contro Francia e Colombia ed essersi qualificate per andare avanti, aggiungerei “risuscitati”. Brave, ragazze!

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EDITORIAL Could it be possible that the excess summer rain and fires across Canada confused and angered you while Toronto turning into the “Venice of Canada” brought you envy or pleasure?

È possibile che l’eccessiva pioggia e gli incendi in tutto il Canada vi abbiano destabilizzati e fatto arrabbiare, e che inoltre una Toronto trasformatasi nella “Venezia del Canada” vi abbia suscitato un senso di invidia o gioia?

What did I do this summer of surprises?

Cosa ho fatto in questa estate di sorprese?

At the beginning of the season, my wife and All’inizio della stagione, mia moglie ed I visited Parma, Italy for a most joyous family io abbiamo visitato Parma, Italia, per un celebration, not to mention the food! I also gioioso evento di famiglia; per non parlare took the opportunity to visit the Barilla Pasta del cibo poi! Ho anche colto l’occasione headquarters to discover the largest and most per visitare il quartier generale della pasta automated pasta production system in the Barilla alla scoperta del maggior, nonché il world, where I learned they are now working più automatizzato, sistema di produzione on bringing to market “Spaghetto 3D Finger della pasta al mondo, dove ho appreso Food.” For a balanced comparison to see how peraltro che stanno adesso lavorando allo pasta is made in Canada, I hope to tour a spaghetto finger food stampato in 3D. local pasta plant soon. Spero di visitare presto uno stabilimento I came back to till the “backayarda” and canadese per riuscire a fare un confronto plant the pomodori and zucchini. I observed e vedere come viene prodotta la pasta in them grow while speaking to them in Italian loco. (of course) and watched countless games of Sono tornato per arare la “backayarda” my local grandchildren’s soccer house league e piantare pomodori e zucchini. Li ho Pal Di Iulio in front of sculpture by Armando competitions. I attended and participated in osservati crescere parlandogli in italiano Ceccon while visiting Pier 21, Halifax N.S. the many events during June Italian Heritage (ovviamente) ed ho assistito a una quantità Month and beyond. This year’s highlights enorme di partite di calcio nei tornei dei were the arrival to the GTA of a new Italian miei nipoti. A giugno, ho presenziato e preso parte ai molti eventi carrier, ITA Airways, and the announcement of the new ITALEA del Italian Heritage Month ed altro. Il pezzo forte dell’anno è stato program by the Italian Ministry of External Affairs to encourage l’arrivo nella GTA di una nuova compagnia aerea, ITA Airways e “radici tourism” to Italy. Not to be outdone, the National Conl’annuncio del nuovo programma ITALEA del Ministero degli Affari gress of Italian Canadians organized a train trip with Esteri per incoraggiare il “radici tourism” verso l’Italia. Per non celebratory stops in the vibrant mosaic of Italian communities essere da meno, il Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi ha from Vancouver to Pier 21 in Halifax. A kind of reverse from organizzato un viaggio in treno da Vancouver a Pier 21 con fermate “Last Spike” to maybe “First Step” in Canada where many of us festose nel vivace mosaico della nostra comunità. Una sorta di inlanded in the 1950s and 1960s. versione da “ultimo tratto” a magari “primo passo” in Canada dove I enjoyed some interesting social engagements and movies molti di noi sono arrivati tra gli anni Cinquanta e Sessanta. presented by ICFF at the reinvigorated heritage site of the Toronto Mi sono goduto alcuni eventi sociali e film presentati da ICFF Distillery District . tenutisi nell’adesso rinvigorito sito storico di Distillery District a The visit of the Frecce Tricolori to North America added accent Toronto. to the skies from Montreal to Vancouver and parts of USA. La visita delle Frecce tricolori in Nord America ha aggiunto note I read and recommend reading Echoes of Growing Up Italian: di colore al cielo da Montreal a Toronto e in parte degli Stati Uniti. Women’s Stories from Across North America, edited by Gina Valle. Ho letto e consiglio Echoes of Growing Up Italian: Women’s StoYes, there were some funerals I attended to remind me of the ries from Across North America, curato da Gina Valle. frailty of human life and to love and respect each other while we Sì, ho partecipato ad alcuni funerali, promemoria della caducità still can. della vita umana e dell’importanza di amarci e rispettarci reciprocaOh, and I cannot forget to mention attending the weddings of mente fintanto che si può. my nephew in Halifax, and soon of another in Cambridge, Ontario. Ah, e non posso esimermi dal menzionare i matrimoni di mio Different landscapes, but enjoyable celebratory milestone occanipote ad Halifax e quello che presto si terrà a Cambridge, Ontario. sions and locations. These activities were, of course, punctuated with Paesaggi diversi, ma importanti luoghi di celebrazione e piacevoli great spritzes, fine wines, food and, most importantly, family and occasioni. Avvenimenti costellati, ovviamente, da spritz eccezionali, friends. vini raffinati e, ancor più importante, da parenti e amici. As I write this on the first day of August, I was trying to take Nello scrivere in questo fine luglio, cerco di abbandonarmi a note from a Gershwin tune Summertime and the living is easy sulle note di Summertime and the living is easy di Gershwin e di and I was ready to sit back, relax and enjoy the Summer Olympic rilassarmi e godermi i Giochi Olimpici di Parigi 2024, nel comfort Games from the safety and airconditioned comfort of home and dell’aria condizionata di casa mia facendo il tifo per gli atleti canacheer on Canadian athletes. With the last-minute surprise retreat desi. Con il ritiro a sorpresa all’ultimo minuto del presidente Biden by President Biden from the 2024 presidential race, and with the dalla corsa alle presidenziali del 2024 e con l’arrivo della vicepresiarrival of Vice President Kamala Harris as the new candidate, I dente Kamala Harris come nuova candidata, dovrò ora navigare will now have to TV surf to catch the Democratic National Conin TV per seguire la Convention nazionale democratica cercando vention while trying to figure out how it will further influence di capire come influenzerà ulteriormente la politica e l’economia Canadian politics and economy. canadese. I look forward to the hunt for sun-ripened tomatoes for the Non vedo l’ora di mettermi alla ricerca del pomodoro maturo per salsa and grapes for the vino that the late summer brings. il sugo e dell’uva per il vino che la fine dell’estate porta con sé. Pace e bene

Pace e bene

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EDITORIAL

Adam Zara Executive Editor

Enough / Basta / Assez

adamzara@panoramitalia.com

T

he relationship between Quebec’s Anglophone and Francophone communities has always been complex, shaped by over 400 years of history and political power dynamics. By the mid-to-late 1960s, the provincial government initiated its first of many efforts to suppress the rights of the Anglophone minority, perpetuating a narrative of a false decline of the French language in Quebec. This ongoing saga reflects a broader story about identity, language and the dangerous role of government overreach in defining who belongs. A significant moment in this history was the Saint-Leonard School Crisis of 1968, which marked one of the earliest major battles over language in Quebec. The crisis centered around whether Italian-Canadian children in the Saint-Leonard neighborhood would receive education in French or English. Tensions exploded into protests, setting the stage for future language debates. The crisis still resonates with many in the Anglophone community (a large proportion of which is of Italian descent) over 50 years later. In this issue, we look at key activists like Maria Simboli and Mario Barone, who fought for the rights of Italian-Canadian parents to choose English-language education for their children. Today, that same spirit of resistance lives on through the voices of modern activists like Ralph Mastromonaco on our cover, a vocal critic of Quebec’s language laws. These everyday citizens stand up for the rights of the Anglophone community, even when their political representatives refuse to do so. The Quebec Liberal Party, which traditionally attracted Anglophone voters, has consistently failed to stand up for their community. While claiming to be defenders of minority rights, the party—especially its members representing majority Anglophone ridings—has repeatedly lacked the courage to oppose unjust language laws. In recent years, Liberal politicians have been reluctant to challenge legislation like Bill 96, which places even more restrictions on the use of English in Quebec. Many Anglophones feel abandoned, left to fend for themselves. One of the more absurd recent developments was the “Bonjour/ Hi” motion, which was unanimously passed in Quebec’s National Assembly in 2017. This non-binding resolution discouraged the use of the bilingual greeting “Bonjour/Hi” in Montreal, a city where both French and English speakers coexist. The motion, while symbolic, sent a clear message: bilingualism is not welcome in Quebec. This type of divisive rhetoric, fueled by political opportunism, only deepens the rift between the two communities. While politicians and media often fan the flames of division, everyday reality is far more harmonious. Ignorance, bigotry and indifference can be found in any community, but it’s rare to encounter a well-intentioned Anglophone who does not believe that the French language should be protected in Quebec. The vast majority of Anglophones recognize the importance of preserving Quebec’s Francophone culture and heritage. In fact, most Anglophones are bilingual and participate in both linguistic cultures with ease. The problem arises when protectionism turns into suppression—when the rights of one group are trampled to elevate the other.

I

l rapporto tra le comunità anglofone e francofone del Quebec è sempre stato complesso, plasmato da oltre 400 anni di storia e dinamiche di potere politico. Verso la metà e la fine degli anni Sessanta, il governo provinciale ha avviato il primo di molti sforzi per cancellare i diritti della minoranza anglofona, perpetuando l’idea di un falso declino della lingua francese in Quebec. Questa saga in corso riflette una storia più ampia sull’identità, la lingua e il pericoloso ruolo del governo nel definire chi “appartiene”. Un momento significativo di questa storia è stata la crisi della scuola di Saint-Leonard del 1968, che ha segnato una delle prime grandi battaglie sulla lingua in Quebec. La crisi era incentrata sul fatto che i bambini italo-canadesi del quartiere di Saint-Léonard sarebbero stati educati in francese o in inglese. Le tensioni esplosero in proteste, ponendo le basi per i futuri dibattiti sulla lingua. A distanza di oltre 50 anni, la crisi risuona ancora in molti nella comunità anglofona (una gran parte della quale è di origine italiana). In questo numero, ci occupiamo di attivisti chiave come Maria Simboli e Mario Barone, che si sono battuti per il diritto dei genitori italo-canadesi di scegliere l’istruzione in lingua inglese per i propri figli. Oggi, quello stesso spirito di resistenza vive attraverso le voci di attivisti moderni come Ralph Mastromonaco sulla nostra copertina, critico delle leggi linguistiche del Quebec. Questi cittadini comuni si battono per i diritti della comunità anglofona, anche quando i loro rappresentanti politici si rifiutano di farlo. Il Partito Liberale del Quebec, che tradizionalmente attrae gli elettori anglofoni, ha sempre fallito nel difendere la loro comunità. Pur dichiarandosi difensore dei diritti delle minoranze, il partito soprattutto i suoi membri che rappresentano i distretti a maggioranza anglofona - ha ripetutamente mancato del coraggio di opporsi a leggi linguistiche ingiuste. Negli ultimi anni, i politici liberali sono stati riluttanti a sfidare leggi come il disegno di legge 96, che pone ancora più restrizioni all’uso dell’inglese in Quebec. Molti anglofoni si sentono abbandonati, lasciati a se stessi. Uno degli sviluppi recenti più assurdi è stata la mozione “Bonjour/ Hi”, approvata all’unanimità dall’Assemblea nazionale del Quebec nel 2017. Questa risoluzione non vincolante ha scoraggiato l’uso del saluto bilingue “Bonjour/Hi” a Montreal, una città in cui convivono persone di lingua francese e inglese. La mozione, seppur simbolica, ha inviato un chiaro messaggio: il bilinguismo non è gradito in Québec. Questo tipo di retorica divisiva, alimentata dall’opportunismo politico, non fa che approfondire la frattura tra le due comunità. Mentre i politici e i media spesso alimentano le fiamme della divisione, la realtà quotidiana è molto più armoniosa. L’ignoranza, il bigottismo e l’indifferenza si possono trovare in qualsiasi comunità, ma è raro incontrare un anglofono ben intenzionato che non creda che la lingua francese debba essere protetta in Quebec. La grande maggioranza degli anglofoni riconosce l’importanza di preservare la cultura e il patrimonio francofono del Quebec. In effetti, la maggior parte degli anglofoni è bilingue e partecipa con facilità a entrambe le culture linguistiche. Il problema sorge quando il protezionismo si trasforma in soppressione, quando i diritti di un gruppo vengono calpestati per esaltare quelli dell’altro.

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EDITORIAL

This past June, Leger Marketing released a survey that asked Quebecers about their views on bilingualism. Unsurprisingly to anyone living in Montreal, over half of Quebecers (55%) believe their province should be officially bilingual. This result reflects the reality on the ground: most Quebecers, both Anglophone and Francophone, embrace bilingualism and coexist peacefully. It’s the politicians and the media who seem intent on perpetuating a false narrative of division and decline. Despite the relentless push to restrict the use of English in Quebec, I remain optimistic about the future. I long for the day when a new generation of Francophone Quebecers will finally make it crystal clear to their politicians that they no longer want to be pawns in a divisive language war. The protection of the French language should not come at the expense of the rights of Quebec’s Anglophone community. It’s time for Quebec to embrace a future where both French and English can thrive, side by side. Ultimately, language should be a bridge, not a barrier. The provincial government’s suppression of Anglophone rights, driven by a misplaced fear of French decline, does nothing but sow division in a province that could be a model for multiculturalism and bilingualism. Rather than scapegoating the Anglophone community, it’s time for Quebec to embrace its linguistic diversity and chart a path toward a more inclusive future.

Lo scorso giugno, Leger Marketing ha pubblicato un sondaggio che chiedeva ai quebecchesi quali fossero le loro opinioni sul bilinguismo. Senza sorprese per chi vive a Montreal, oltre la metà dei quebecchesi (55%) ritiene che la provincia debba essere ufficialmente bilingue. Questo risultato riflette la realtà sul campo: la maggior parte dei quebecchesi, sia anglofoni che francofoni, abbraccia il bilinguismo e convive pacificamente. Sono i politici e i media che sembrano intenzionati a perpetuare una falsa narrativa di divisione e declino. Nonostante l’incessante spinta a limitare l’uso dell’inglese in Québec, rimango ottimista sul futuro. Desidero ardentemente il giorno in cui una nuova generazione di quebecchesi francofoni farà finalmente capire ai loro politici che non vogliono più essere pedine in una guerra linguistica divisiva. La protezione della lingua francese non deve andare a scapito dei diritti della comunità anglofona del Quebec. È ora che il Quebec abbracci un futuro in cui sia il francese che l’inglese possano prosperare, fianco a fianco. In definitiva, la lingua dovrebbe essere un ponte, non una barriera. La soppressione dei diritti degli anglofoni da parte del governo provinciale, motivata da un ingiustificato timore del declino del francese, non fa altro che seminare divisione in una provincia che potrebbe essere un modello di multiculturalismo e bilinguismo. Invece di fare da capro espiatorio alla comunità anglofona, è ora che il Québec abbracci la sua diversità linguistica e tracci un percorso verso un futuro più inclusivo.

Un abbraccio

Un abbraccio

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The Saint-Leonard School Crisis La crisi delle scuole di Saint-Leonard

Source Courtesy of Fonds Antoine Desilets, Bibliothèque et Archives nationales du Québec

LIS demonstrators in Saint-Leonard, Quebec in 1969

How 1960s Italian immigrant protests shaped today’s education and language rights

BY - D I A N T H O N Y P O RT U L E S E

L’impatto delle proteste degli immigrati italiani negli anni Sessanta sul sistema scolastico e i diritti linguistici di oggi

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ost of us have two grandmothers, but I was blessed to have three. My Nonna Lia’s younger sister—my paternal great-aunt Maria Simboli (1942–2020)— arrived in Canada with her family in 1952 from the village of Scanno in the mountains of Abruzzo. By boat then by train, her family reached their new home on Adam Street in Montreal, in the dead of winter. Zia Maria was an exceptional woman in many respects. For one, she was able to enroll in school despite being the girl of impoverished immigrants, whose children were often forced to abandon education to help their family earn money. In contrast to many of her peers who spoke Italian at home and had acquired a functional French to navigate daily life, Zia Maria was perfectly fluent in Italian, French and English. She was always cognizant of her privilege to study, and her gratitude never went unnoticed to her family. Eventually, Zia Maria became very involved in community affairs, particularly in the education system that was shaping the minds of her children and nephews. They had been sent to bilingual elementary schools in the mid-to-late 1960s, where

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olti di noi hanno due nonne, ma io ho avuto la fortuna di averne tre. La sorella minore di mia nonna Lia – la mia prozia paterna Maria Simboli (1942-2020) – arrivò in Canada nel 1952 con la famiglia originaria di Scanno, un paesino abruzzese di montagna. Dopo un viaggio in nave e poi in treno, raggiunsero la loro nuova casa su Adam Street a Montreal, Quebec, in pieno inverno. La zia Maria era una donna eccezionale sotto molti punti di vista. Innanzitutto, riuscì a frequentare la scuola pur essendo la figlia minore di una famiglia disagiata di immigrati, i cui figli furono spesso costretti ad abbandonare gli studi per contribuire al sostentamento della famiglia. A differenza di molti suoi coetanei che a casa parlavano l’italiano e avevano acquisito un francese pratico per districarsi nel quotidiano, la zia Maria parlava correntemente l’italiano, il francese e l’inglese. Fu sempre conscia del proprio privilegio di aver studiato e la sua gratitudine fu sempre evidente in famiglia. Col tempo, la zia Maria si occupò molto delle questioni della comunità, in particolare del sistema scolastico che forgiava le menti dei suoi figli e nipoti. A metà degli anni Sessanta avevano frequentato le scuole elementari bilingue, dove mio padre e i miei zii avevano imparato l’inglese e il francese.

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Source courtesy of Paul Taillefer / Montreal Star

Zia Maria, Holy Names High School Graduation, Montreal, 1959

Zia Maria on the cover of the Montreal Star, September 1968

my father, uncles and aunts had learned English and French. Italian immigrants were grateful for the chance given to their children to learn English. However, this scholastic arrangement was not by their own choice, as Italian children were not welcome in French schools up until the late 1960s. It therefore came as a shock to many of these new Italian-Canadians, Zia Maria included, when French-Canadian protesters marched the streets of Saint-Leonard in September 1968. Little did Italian-Canadians know that their fervent opposition to the protest would forever change the course of Canadian education laws and enshrine protections for minority official-language education into Canada’s Constitution.

Gli immigrati italiani erano grati per quell’opportunità offertagli di imparare l’inglese. Si trattava però di una disposizione scolastica che non nasceva da una scelta personale, dato che i bambini italiani non furono ben accetti nelle scuole francesi fino alla fine degli anni Sessanta. Da qui lo shock di molti nuovi italo-canadesi, tra cui zia Maria, quando i dimostranti canadesi-francese marciarono lungo le vie di Saint-Leonard nel settembre del 1968. Gli italo-canadesi non sapevano di certo che quella fervente protesta avrebbe cambiato per sempre il corso delle leggi sul sistema scolastico canadese e sancito la tutela per l’insegnamento della lingua ufficiale delle minoranze all’interno della Costituzione canadese.

The historical context in Quebec Throughout the 1960s, Quebec saw major sociocultural upheaval. The landmark election of Jean Lesage’s Liberal Party in 1960 extinguished the “Grande Noirceur” (Great Darkness) of the hyper-conservative Duplessis regime and ignited the Quiet Revolution. These years witnessed a massive release from the hitherto hegemonic grip of the Catholic Church upon many facets of Quebec society, especially primary and secondary education. This sudden secularization of the public school system triggered animated discourse on how to best protect and promote Quebec cultural sovereignty at a time when enrollment in French schools had begun to decline, due to a decelerating birth rate amongst Francophones and an earlier mistrust towards Allophones. Around this time, a group of French-Canadian activists founded the Ligue pour l’intégration scolaire (School Integration League, or LIS), whose mission was to assimilate immigrant children into the French school system and, by extension, conform to French Quebec culture. They held public protests and petitioned school board officials to take measures to absorb newcomers to Quebec within unilingual French schools. This pragmatic shift in attitude manifested during the 1967–1968 academic year, wherein Saint-Leonard school commissioners decided to eliminate bilingual primary schools and replace them with unilingual French courses. The motive for this decision, according to historian Jean-Claude Robert, was the finding that more than 85% of Allophone pupils in Saint-Leonard enrolled in the bilingual classes elected to continue their secondary studies in English.

Il contesto storico in Québec Durante tutti gli anni Sessanta, il Quebec visse grandi scontri socioculturali. L’elezione storica nel 1960 del Partito liberale di Jean Lesage pose fine alla “Grande Noirceur” (Grande oscurità) del regime fortemente conservatore di Duplessis, dando vita alla Rivoluzione Tranquilla. Furono anni che testimoniarono un’imponente liberazione dalla morsa egemonica della Chiesa Cattolica che fino ad allora aveva influito su molti aspetti della società del Quebec, in particolare sull’istruzione primaria e secondaria. Quest’improvvisa laicizzazione del sistema scolastico pubblico scatenò accesi dibattiti su come meglio tutelare e promuovere la sovranità culturale del Quebec in un’epoca in cui le iscrizioni nelle scuole francesi avevano cominciato a scemare a causa di un rallentamento del tasso di natalità tra i francofoni e un’originaria sfiducia verso gli allofoni. Fu all’incirca in questo periodo che un gruppo di attivisti canadesifrancese fondò la Ligue pour l’intégration scolaire (La Lega per l’integrazione scolastica o LIS), la cui missione era quella di assimilare i bambini immigrati nel sistema scolastico francese e, per estensione, conformarli alla cultura del Quebec francese. Organizzarono proteste pubbliche e presentarono petizioni ai dirigenti del provveditorato agli studi affinché prendessero provvedimenti per assorbire i neo-immigrati all’interno delle scuole monolingue francesi. Questo cambiamento pragmatico nell’approccio si manifestò nell’anno scolastico 1967-1968, allorché i commissari scolastici di Saint-Leonard decisero di abolire le scuole primarie bilingue e rimpiazzarle con corsi monolingue in francese. Il motivo di questa decisione, secondo lo storico Jean-Claude Robert, fu la scoperta che oltre l’85% degli studenti allofoni di Saint-Leonard iscritti ai corsi bilingue sceglievano di continuare gli studi secondari in inglese.

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The protests from Italian Le proteste degli immigrati immigrants italiani This move sparked the outrage Questa mossa provocò of many Italian parents, furious l’indignazione di molti genitori to lose their freedom to decide italiani, furiosi per la perdita della where and how their children libertà di scegliere dove e come i would learn. Italians had been propri figli avrebbero studiato. Gli rejected by Francophones when italiani erano stati respinti dai franthey first arrived in Canada and cofoni al proprio arrivo in Canada consequently united to preserve e si erano di conseguenza uniti per their culture in the chasm that tutelare la propria cultura nel divario divided English and French che separava il Quebec anglofono Quebec. Zia Maria and her e francofono. La zia Maria e gli altri fellow parents perceived integenitori percepivano l’integrazione gration into the French school nel sistema scolastico francese system not as an enterprise of non tanto come un’impresa di linguistic integration, but one of integrazione linguistica, quanto Simboli Family (c.1950) nationalist cultural conformity, di conformità culturale nazionalisand thus refused to send their children to French schools. In Septica, per cui si rifiutarono di mandare i figli nelle scuole francesi. Nel tember 1968, picket sign in hand with her two young daughters settembre del 1968, armata di cartelli di protesta e con le due figlie in tow (my aunts Fiorella and Anna), Zia Maria alongside other piccole al seguito (le mie zie Fiorella e Anna), la zia Maria insieme Italian parents descended upon the sidewalks of Saint-Leonard ad altri genitori italiani sfilarono sui marciapiedi di Saint-Leonard per participating in a series of peaceful demonstrations in protest of partecipare a una serie di dimostrazioni pacifiche contro il programthe LIS political agenda. ma politico della LIS. Demonstrations between LIS activists and Italian parents Le dimostrazioni tra gli attivisti della LIS e i genitori italiani conpersisted throughout the 1968–1969 academic year, garnering tinuarono per tutto l’anno scolastico 1968-1969, avendo grandisimmense provincial and national media coverage, documenting sima risonanza sia a livello provinciale che nazionale, documentanyet another proxy war between Montreal’s English-speaking do l’ennesima battaglia delle deleghe tra la comunità anglofona e and French-speaking communities. Both sides called on their quella francofona di Montreal. Entrambi gli schieramenti richiesero leaders to take action. Tensions came to a boiling point with the l’intervento dei propri leader. Le tensioni raggiunsero il punto di withdrawal of Bill 85 in March 1969, legislation tabled after non ritorno con il ritiro del Bill 85 nel marzo del 1969, un disegno the initial protests to solidify freedom of choice of language di legge presentato dopo le iniziali proteste per consolidare la of instruction for all students. One resultant demonstration in libertà di scelta della lingua di istruzione per tutti gli studenti. Una Saint-Leonard devolved into a violent clash between LIS milidelle dimostrazioni che ne seguì a Saint-Leonard si trasformò in tants and Italian parents. This altercation brought the conflict to uno scontro violento tra i militanti della LIS e i genitori italiani. the immediate attention of the National Assembly. L’alterco portò il conflitto all’immediata attenzione dell’Assemblea Nazionale. Legislative changes Zia Maria and her group of Italians were ultimately successful in Cambiamenti legislativi their strife and can keep their children in English schools if they La zia Maria e il suo gruppo di italiani vinsero sicuramente la battachose to do so, but it was far from a sweeping victory. In 1977, glia, avendo ottenuto il diritto di tenere i figli nelle scuole inglesi the National Assembly adopted Bill 101, which would force the qualora avessero voluto così, ma fu tutt’altro che una vittoria schichildren of newly arrived immigrants to attend French schools acciante. Nel 1977, l’Assemblea nazionale adottò il Bill 101, che to promote everyday use and knowledge of the language. While costringeva i figli degli immigrati appena arrivati a frequentare le freedom of choice was preserved for the Italians, it was denied to scuole francesi per promuovere la conoscenza e l’uso quotidiano subsequent groups. della lingua. Sebbene la libertà di scelta venne mantenuta per gli The law’s provisions included the astonishing Section 73, italiani, di fatto sarebbe stata negata ai gruppi successivi. which entitles individuals who attended primary or secondary Le disposizioni di legge comprendevano l’incredibile Articolo school in English prior to the bill’s enactment to send their chil73 che dava diritto agli individui che avevano frequentato la scuola dren to public-funded English schools. Premier René Lévesque primaria e secondaria in inglese, prima della promulgazione del had kept himself abreast of the turmoil in Saint-Leonard as disegno di legge, di mandare i propri figli in scuole pubbliche the events unfolded. When his political party came into power inglesi. Il Premier René Lévesque si era tenuto informato nel corso almost a decade later, he had certainly not forgotten the anger of dei disordini a Saint-Leonard. Quando il suo partito politico salì al his Italian citizenry. potere circa dieci anni dopo, non aveva di certo dimenticato la rabLévesque’s strong defence of English-language institutions bia della popolazione italiana. and the inclusion of Section 73 in Quebec’s language law might La forte difesa di Lévesque delle istituzioni di lingua inglese e have been an indirect result of the fight put up by the Italian l’inclusione della Sezione 73 nella legge sulla lingua del Quebec moms and dads of east end Montreal. This provincial protection potrebbe considerarsi un risultato indiretto della lotta portata avanti would be replicated in federal Parliament with the ratification of dalle mamme e dai papà della zona Est di Montreal. Questa tutela the federal Canadian Charter of Rights and Freedoms in 1982, a livello provinciale sarebbe stata ripresa in Parlamento federale con which also includes a provision (Section 23) protecting the rights la ratifica federale della Carta dei diritti e delle libertà del 1982, che of Francophone and Anglophone minorities across Canada comprende inoltre una disposizione (Articolo 23) a tutela dei diritti to send their children to minority official-language schools. delle minoranze francofone e anglofone di tutto il Canada di mandare Arguably, these education rights came not from the benevolent i propri figli nelle scuole di lingua ufficiale della minoranza. Presumibilmusings of elected leaders or legal scholars, but from the grit and mente, questi diritti scolastici non furono il frutto delle riflessioni beresilience of our Italian grandmothers and grandfathers, of our nevole dei leader eletti o di legislatori esperti, ma della tenacia e della great-uncles and great-aunts, just like my Zia Maria. resilienza dei nostri nonni e prozii italiani, proprio come mia zia Maria. Traduction française à la page 90

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@liuna183 | www.liuna183.ca

BUONA

Festa dei

Lavoratori

Jack Oliveira Business Manager Luis Camara Secretary Treasurer

Nelson Melo President

Bernardino Ferreira Vice-President

Marcello Di Giovanni Recording Secretary

Jaime Cortez E-Board Member

Pat Sheridan E-Board Member


Photography by Joey Franco

Challenging the Narrative Sfidare la narrativa Lawyer Ralph Mastromonaco revisits Quebec’s language and educational history

BY - D I J O E Y F RA N C O

L’avvocato Ralph Mastromonaco rivisita la storia linguistica ed educativa del Quebec

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alph Mastromonaco, a criminal lawyer from Montreal with 41 years of experience, opens up about a controversial and overlooked aspect of Quebec’s history experienced by many children of Italian immigrants, including himself. He recently penned an article challenging the longstanding narrative surrounding the Italian-speaking community’s relationship with Quebec’s educational and linguistic policies. He argues the media has misrepresented the historical challenges faced by immigrants, particularly the imposed anglicization of children of Italian immigrants practiced by French Catholic schools of the ’50s and ’60s, which diverted these students to English schools.

R

alph Mastromonaco, avvocato penalista di Montreal con 41 anni di esperienza, ci parla di un aspetto controverso e trascurato della storia del Quebec, vissuto da molti figli di immigrati italiani, compreso lui stesso. Recentemente ha scritto un articolo che mette in discussione la narrazione di lunga data sul rapporto tra la comunità di lingua italiana e le politiche educative e linguistiche del Quebec. Sostiene che i media hanno travisato le sfide storiche affrontate dagli immigrati, in particolare l’anglicizzazione imposta ai figli di immigrati italiani praticata dalle scuole cattoliche francofone degli anni ‘50 e ‘60, che hanno dirottato questi studenti verso le scuole inglesi.

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Could you explain the issues you’ve brought to the attention of many media outlets? I wrote an article dealing with the language issue in Quebec and the false narrative propagated by the media in Quebec regarding English-speaking Italian communities. After the Second World War, Quebec had a denominational school system divided into French Catholic schools, English Catholic schools and English Protestant schools. There was no demographic need for the French speaking majority to be linguistically reinforced by immigrant children. When Italians immigrated to Montreal, many parents were prevented from enrolling their children in French Catholic schools. That was wrong. At that time, Quebec society did not have human rights legislation on the books nor a human rights culture. It was more or less socially acceptable to express prejudices and engage in discriminatory practices. I believe many Italian immigrants, like me, were rejected by the French-speaking Catholic schools out of a desire to maintain student population homogeneity. We were perceived as being different or even difficult to teach. The first injustice was to reject us when we had every right to attend these schools.

Può spiegare quali sono i temi che ha portato all’attenzione di molti media? Ho scritto un articolo sulla questione della lingua in Quebec e sulla falsa narrazione diffusa dai media quebecchesi riguardo alle comunità italiane di lingua inglese. Dopo la seconda guerra mondiale, il Quebec aveva un sistema scolastico confessionale diviso in scuole cattoliche francofone, scuole cattoliche anglofone e scuole protestanti anglofone. Non vi era alcuna necessità demografica che la maggioranza francofona fosse rafforzata linguisticamente dai bambini immigrati. Quando gli italiani immigrarono a Montreal, a molti genitori fu impedito di iscrivere i propri figli alle scuole cattoliche francofone. È stato un errore. A quel tempo, la società del Quebec non aveva una legislazione sui diritti umani né una cultura dei diritti umani. Era più o meno socialmente accettabile esprimere pregiudizi e mettere in atto pratiche discriminatorie. Credo che molti immigrati italiani, come me, siano stati respinti dalle scuole cattoliche francofone per il desiderio di mantenere l’omogeneità della popolazione studentesca. Eravamo percepiti come diversi o addirittura che fosse difficile insegnare a noi. La prima ingiustizia è stata quella di respingerci quando avevamo tutto il diritto di frequentare queste scuole.

Why did you feel the need to write this article? The French language issue is far more textured than what we’ve heard over the last 40 to 50 years. What was going on in the ’50s and ’60s was an imposed anglicization of children of Italian immigrants. Anybody not French Catholic, like Italian Catholics or people of other faiths ( Jewish, Orthodox, etc.) were sent to English schools where they received a good education. A second injustice occurred in the late ’60s and early ’70s, when the community was then blamed for going to English schools. All of a sudden, the decline of the French language was in good part blamed on the fact that immigrants who came here were said to reject the French language and choose to go to the English schools. To my mind, that’s never been acknowledged in the media, or certainly not in the French media, and certainly not taught in our school curriculum.

Perché ha sentito il bisogno di scrivere questo articolo? Il problema della lingua francese è molto più articolato di quello che abbiamo sentito negli ultimi 40-50 anni. Negli anni ‘50 e ‘60 era in atto un’anglicizzazione imposta dei figli degli immigrati italiani. Chi non era cattolico francese, come i cattolici italiani o le persone di altre fedi (ebrei, ortodossi, ecc.) venivano mandati in scuole inglesi dove hanno ricevuto una buona educazione. Una seconda ingiustizia si è verificata tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70, quando la comunità è stata incolpata di andare nelle scuole inglesi. All’improvviso, il declino della lingua francese è stato in buona parte imputato al fatto che gli immigrati arrivati qui avrebbero rifiutato la lingua francese e scelto di frequentare le scuole inglesi. A mio avviso, questo non è mai stato riconosciuto dai media, o certamente non dai media francofoni, e certamente non è stato insegnato nei nostri programmi scolastici.

Has the government ever addressed this issue in any way? Not at all. There’s never really been an acknowledgement of the fact that the French Catholic school system of the ’50s and ’60s had itself to blame for a lot of the clientele that attended English Catholic and English Protestant schools. It’s also completely understandable that when the government in the ’70s started to acknowledge that there was a demographic problem, that the French language population was shrinking because the birth rate dramatically decreased in the late ’60s and early ’70s, it became imperative to do something to increase French language school enrollment which started going down. But there was no justification to lay blame on immigrant families for this demographic problem.

Il governo ha mai affrontato la questione in qualche modo? Assolutamente no. Non è mai stato riconosciuto il fatto che il sistema scolastico cattolico francese degli anni ‘50 e ‘60 fosse da biasimare per gran parte della selezione di chi frequentava le scuole cattoliche e protestanti inglesi. È anche del tutto comprensibile che, quando negli anni ‘70 il governo ha iniziato a riconoscere che c’era un problema demografico, che la popolazione di lingua francese si stava riducendo perché il tasso di natalità è diminuito drasticamente alla fine degli anni ‘60 e all’inizio degli anni ‘70, è diventato imperativo fare qualcosa per aumentare le iscrizioni alle scuole di lingua francese, perché le iscrizioni avevano iniziato a diminuire. Ma non c’era alcuna giustificazione per dare la colpa alle famiglie di immigrati per questo problema demografico.

What kind of response did your article receive? People thanked me, grateful somebody finally wrote this story. Others said they never even knew this happened, because nobody ever spoke about it in the media or in our schools. Some commented on how they tried to tell Francophone co-workers or schoolmates what happened to us. Either they wouldn’t believe it or said that they never heard about it.

Che tipo di risposta ha ricevuto il suo articolo? Le persone mi hanno ringraziato perché finalmente qualcuno ha scritto questa storia. Altri hanno detto di non aver mai saputo che era successo, perché nessuno ne ha mai parlato nei media o nelle nostre scuole. Alcuni hanno raccontato di aver provato a raccontare ai colleghi di lavoro o ai compagni di scuola francofoni quello che ci era successo. O non ci hanno creduto o hanno detto di non averne mai sentito parlare.

“What was going on in the ’50s and ’60s was an imposed anglicization of children of Italian immigrants. ”

“Negli anni ‘50 e ‘60 era in atto un’anglicizzazione imposta dei figli degli immigrati italiani.”

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“The English-speaking community has been portrayed in a certain manner for the last 40 to 50 years; we’re part of the myths and stereotypes that nationalists and separatists love to propagate.” “La comunità anglofona è stata dipinta in un certo modo negli ultimi 40-50 anni; siamo parte dei miti e degli stereotipi che i nazionalisti e i separatisti amano diffondere.”

Why are you bringing this issue to light? The objective is to have the experience discussed, to have it acknowledged as part of the history of the language issue. We organized a town hall meeting that was very well attended, and there was a good amount of support expressed. A lot of people stated they’ve heard this false narrative for decades, and no one has ever challenged it. It’s about time that we set the record straight. We live in a democracy and we’re entitled to voice our opinions and state what happened. The government should acknowledge it and ultimately apologize. The English-speaking community of Quebec has been portrayed in a certain manner for the last 40 to 50 years; we’re part of the myths and stereotypes that nationalists and separatists love to propagate. We’re allowed to say that not only is this narrative false, it’s also insulting to our community, because it suggests that we rejected the French language to anglicize ourselves. This shows incredible ignorance of Quebec’s Italian community, because we are, for the vast majority, trilingual. We have never rejected the French language. I think all of us as children heard from our parents the importance of speaking both languages in Canada. Part of the success of the Italian community is attributable to its strategy of not being dragged into this binary discussion of French versus English. Fifty years into this debate, I think it’s time that we speak truth to power, and do that respectfully and passionately. We all care about Quebec. I fundamentally believe that Quebec belongs to everybody, not just a specific, politically important demographic. If you believe in democracy, every voice matters. My vision of Quebec is an inclusive Quebec, a diverse Quebec.

Perché state portando alla luce questo problema? L’obiettivo è che questa esperienza venga discussa, che venga riconosciuta come parte della storia della questione linguistica. Abbiamo organizzato un incontro in municipio che ha visto un’ottima partecipazione e un buon numero di consensi. Molte persone hanno dichiarato di aver sentito questa falsa narrazione per decenni, e nessuno l’ha mai messa in discussione. È giunto il momento di mettere le cose in chiaro. Viviamo in una democrazia e abbiamo il diritto di esprimere le nostre opinioni e di dire cosa è successo. Il governo dovrebbe riconoscerlo e infine scusarsi. La comunità anglofona del Quebec è stata dipinta in un certo modo negli ultimi 40-50 anni; siamo parte dei miti e degli stereotipi che i nazionalisti e i separatisti amano diffondere. Siamo autorizzati a dire che questa narrazione non solo è falsa, ma è anche offensiva nei confronti della nostra comunità, perché suggerisce che abbiamo rifiutato la lingua francese per anglicizzarci. Questo dimostra un’incredibile ignoranza della comunità italiana del Quebec, perché noi siamo, per la stragrande maggioranza, trilingue. Non abbiamo mai rifiutato la lingua francese. Credo che tutti noi da bambini abbiamo sentito dai nostri genitori l’importanza di parlare entrambe le lingue in Canada. Parte del successo della comunità italiana è attribuibile alla sua strategia di non farsi trascinare in questa discussione binaria tra francese e inglese. A cinquant’anni da questo dibattito, credo sia giunto il momento di dire la verità al potere, e di farlo con rispetto e passione. Tutti noi abbiamo a cuore il Quebec. Credo fondamentalmente che il Quebec appartenga a tutti, non solo a un gruppo demografico specifico e politicamente importante. Se si crede nella democrazia, ogni voce conta. La mia visione del Quebec è un Quebec inclusivo, un Quebec diversificato. Traduction française à la page 91

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Filmmaker Félix Rose Revisits the Saint-Leonard Crisis Il regista Félix Rose rivisita la crisi di Saint-Leonard

Filmmaker Félix Rose

Carole Gagliardi carole.gagliardi@panoramitalia.com

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élix Rose is a Quebec documentary filmmaker, producer and screenwriter. A few years ago, he took an interest in the Saint-Leonard crisis (1967-1969), an important page in the history of the Italian community and French-speaking Quebec. At the root of the conflict was the desire of Italian Quebecers to offer their children a bilingual education (French and English) rather than a unilingual French one. The son of political activist Paul Rose, Félix Rose carries a dark family history. His father was responsible for the kidnapping and murder of politician Pierre Laporte during the October 1970 crisis. “It was a terrible shock; I didn’t believe my father could have done such a thing.” It was a deeply disturbing event that led him to making the documentary Les Rose (2020), which tells the story of this working-class family. “My father died during my research, but I continued my work, and that’s how I discovered the crisis in Saint-Leonard. My father had worked there alongside Raymond Lemieux, a political activist with whom, despite his precarious state of health, I managed to have a long interview. It was through his story that I learned about the Saint-Leonard crisis and decided to make a documentary about it.” The Saint-Leonard crisis was a clash of two visions: that of French-speaking Quebecers who wanted to protect their language, and that of Quebecers of Italian origin who wanted to ensure the best possible future for their children. “The Italians didn’t refuse to speak French: they wanted to maintain bilingual schools,” he explains. In the course of his research, two figures stood out to him:

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élix Rose è un documentarista, produttore e sceneggiatore del Quebec. Qualche anno fa si è interessato alla crisi di Saint-Leonard (1967-1969), una pagina importante della storia della comunità italiana e del Québec francofono. Alla base del conflitto c’era il desiderio dei quebecchesi italiani di offrire ai propri figli un’educazione bilingue (in francese e inglese) piuttosto che un’educazione unilingue francese. Figlio dell’attivista politico feltrino Paul Rose, Félix Rose porta con sé una pesante storia familiare. Suo padre fu responsabile del rapimento e dell’omicidio del politico Pierre Laporte durante la crisi dell’ottobre 1970. “È stato uno shock terribile, non credevo che mio padre avesse potuto fare una cosa del genere”. Una storia profondamente inquietante che lo ha portato a fare ricerche e poi a realizzare il documentario Les Rose (2020), che racconta la storia di questa famiglia operaia. Mio padre è morto durante le mie ricerche, ma io ho continuato il mio lavoro, ed è così che ho scoperto la crisi di Saint-Leonard. “Mio padre aveva lavorato lì accanto a Raymond Lemieux, un attivista politico con il quale, nonostante le sue precarie condizioni di salute, sono riuscito a fare una lunga intervista. È stato grazie alla sua storia che sono venuto a conoscenza della crisi di Saint-Leonard e ho deciso di realizzare un documentario su di essa”. La crisi di Saint-Leonard fu uno scontro tra due visioni: quella dei quebecchesi francofoni che volevano proteggere la loro lingua e quella dei quebecchesi di origine italiana che volevano assicurare il miglior futuro possibile ai loro figli. “Gli italiani non si rifiutavano di parlare francese: volevano mantenere le scuole bilingui”, spiega. Nel corso della sua ricerca, due figure si sono distinte per lui:

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Photo courtesy of La Presse

Mario Barone and Raymond Lemieux. “I decided to talk about Mario Barone e Raymond Lemieux.“Ho deciso di parlare di questa this crisis through two families, two activists with strong conviccrisi attraverso due famiglie, due attivisti con forti convinzioni e tions and diametrically opposed visions. I gave them equal imvisioni diametralmente opposte. Ho dato loro la stessa importanza, portance, equal screen time and equal value, because I wanted lo stesso tempo sullo schermo e lo stesso valore, perché volevo che everyone to understand each other’s point of view. I met a lot of tutti capissero il punto di vista dell’altro. Ho incontrato molti membri members of the Italian community to get a good grasp of their della comunità italiana per capire bene il loro punto di vista, perché point of view, because there is a before and an after to this crisis in c’è un prima e un dopo in questa crisi di Saint-Leonard. Questo mi Saint-Leonard. This led me to the Barone family, and in particular ha portato alla famiglia Barone, e in particolare alla storia di Mario to the story of Mario Barone, entrepreneur and great builder of Barone, imprenditore e grande costruttore di Saint-Léonard, che Saint-Leonard, which was told mi è stata raccontata dal figlio to me by his son Mauro. MaMauro. Mario Barone ha lavorato rio Barone worked behind the dietro le quinte e ha avuto un scenes and had a major political grande impatto politico. Era una impact. He was one of the leaddelle figure politiche di spicco ing political figures of the time dell’epoca e aveva il sogno di and had a dream to make Saintfare di Saint-Leonard la città degli Leonard the city of the Italians of italiani del Quebec”. Quebec.” Raymond Lemieux, invece, Raymond Lemieux, on the è un anglofono che ha scelto other hand, is an Anglophone di vivere in francese. “Questo who has chosen to live in French. porta una dimensione particolar“This brings a particularly intermente interessante al conflitto”. esting dimension to the conflict. È stato una figura di spicco nella He was a leading figure in the crisi, difendendo strenuamente crisis, staunchly defending the la posizione dei francofoni che position of Francophones who volevano fermare la crescente anRiot in Saint-Leonard, September 3, 1969 wanted to stop the increasing anglicizzazione dei nuovi arrivati, a glicization of new arrivals, at the rischio di perdere la sua famiglia. risk of losing his family.” ActivGli attivisti, di qualsiasi schieraists, whatever their camp, often mento, pagano spesso un prezzo pay a high price for their convicelevato per le loro convinzioni. tions. Moderate figures, Lemieux Lemieux e Barone, figure moderand Barone have never given in ate, non hanno mai ceduto alla to violence. Instead, it was the violenza. Sono stati invece gli extremists on both sides who did estremisti di entrambe le parti a something reprehensible. compiere azioni riprovevoli”. According to Félix Rose, the anSecondo Félix Rose, tagonism between the two groups l’antagonismo tra i due gruppi fu was caused by the government causato dal governo dell’epoca, of the day, which used the Italian che usò la comunità italiana community as a scapegoat. “The come capro espiatorio. “Il govgovernment tried to resolve the erno cercò di risolvere il conflitto conflict too quickly with Bill 63 troppo in fretta con il disegno di (which gave families a free choice legge 63 (che dava alle famiglie Political activist Raymond Lemieux of language of instruction in publa possibilità di scegliere liberalic schools), thus igniting a conflict mente la lingua di insegnamento that lasted 10 years and led to the adoption of Bill 101.” nelle scuole pubbliche), accendendo così un conflitto che durò 10 The Saint-Léonard crisis and its protagonists have been foranni e che portò all’adozione del disegno di legge 101”. gotten, yet the same debate about compulsory French language La crisi di Saint-Leonard e i suoi protagonisti sono stati dimenticateaching for immigrants persists to this day. “The Saint-Leonard ti, ma lo stesso dibattito sull’insegnamento obbligatorio della lingua crisis echoes this issue, which has been going on for over 60 francese per gli immigrati perdura ancora oggi. “La crisi di Saintyears. My intention is not to reopen wounds or rekindle tensions Leonard richiama questa questione, che va avanti da oltre 60 anni. Il between the two groups. My documentary takes stock of the mio intento non è quello di riaprire ferite o riaccendere tensioni tra i situation. I show the two realities and the deep convictions that due gruppi. Il mio documentario fa il punto della situazione. Mostro underlie them.” le due realtà e le profonde convinzioni che le sottendono”. The filmmaker hopes that his documentary will enrich the conIl regista spera che il suo documentario arricchisca la conversaziversation, because, he says: “I think the current language issue is one, perché, dice: “Penso che l’attuale questione linguistica ci stia getting out of hand. We’ve forgotten this page in our history, and sfuggendo di mano. Abbiamo dimenticato questa pagina della by remembering it, we might avoid repeating the same mistakes. nostra storia e, ricordandola, potremmo evitare di ripetere gli stessi It’s important to understand its origins if we are to have a frank errori. È importante capire le sue origini se vogliamo avere una and honest conversation and find a fair solution, without violence conversazione franca e onesta e trovare una soluzione equa, senza or hatred, to a debate that has been going on for 60 years.” violenza o odio, a un dibattito che dura da 60 anni”. Photo courtesy of Antoine Désilets

The documentary La bataille de Saint-Léonard (The Battle of Saint-Leonard) will be shown in cinemas across Quebec from October 2024, in English and French versions. The trailer is available on Youtube. Félix Rose hopes to eventually present an Italian-language version.

Il documentario La bataille de Saint-Léonard (La battaglia di Saint-Leonard) sarà proiettato nei cinema del Quebec a partire dall’ottobre 2024, in versione francese e inglese. Trovate il trailer su Youtube. Félix Rose spera di presentare anche una versione in italiano.

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Traduction française à la page 93



Illustrations by Mia Carnevale

A Wondrous Journey Through Italian Dialects BY - D I V I C T O R I A M C K H A I L

Un viaggio meraviglioso attraverso i dialetti italiani

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hen Toronto-based author and public speaker Joe Giampaolo was growing up in Rome, he found himself captivated by the melodious sounds of the Italian language permeating in his midst. The Roman dialect was also intertwined with daily life. Steeped in legend and lore, he has fond memories of hearing it when he was frequenting fruit markets with his mother and playing with neighbourhood children. Spoken colloquially, they delighted in its most well-known expressions. “It was very common to hear it while strolling in certain old neighbourhoods, or even while listening to music, as many popular singers composed songs in the Roman dialect. It was like growing up in a bilingual city, such as Montreal, where you spoke one language but, at the same time, you were constantly exposed to the other one.” Italy’s enthralling linguistic diversity, which boasts 34 languages and dialects, was on full display at the third annual edition of L’eco dei dialetti: A Celebration of Dialects. Held in Toronto to commemorate Italian Heritage Month in June, the Villa Charities event was a resounding success. Twentyfour beloved authors of poetry, prose and song evoked sentiments ranging from pride to playful rivalry and nostalgia with their original works and performances. Among the innumerable highlights were: a hilarious rendition of Two Sisters, Carmela and Serafina chatting over the telephone in the Molisano dialect by Anna Romano Milne; a rapturous musical interlude by Charly Chiarelli of Sicily; and a touching poem by Danila DiCroce in the Abruzzese dialect. As Gianna Patriarca, who read a poem at the event, elucidated in an article previously published in Panoram Italia:

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uando da piccolo Joe Giampaolo, scrittore e oratore di Toronto, viveva a Roma, era affascinato dai suoni melodiosi della lingua italiana che lo circondavano. Il dialetto romano, inoltre, faceva parte integrante della vita quotidiana. Radicato nella leggenda e nel folklore, ha cari ricordi di quando lo sentiva nei mercati ortofrutticoli con sua madre o di quando giocava con i bambini del vicinato. Parlandolo colloquialmente, si dilettavano a usare le espressioni più diffuse. “Era molto comune sentirlo mentre si passava da alcuni vecchi quartieri o persino ascoltando musica dato che molti cantautori componevano canzoni nel dialetto romano. Era come crescere in una città bilingue, come a Montreal, dove parlavi una lingua ma, allo stesso tempo, eri costantemente esposto a un’altra”. L’affascinante diversità linguistica, che vanta 34 lingue e dialetti, è stata magistralmente esibita in occasione della terza edizione annuale di L’eco dei dialetti: A Celebration of Dialects. Tenutosi a Toronto per commemorare l’Italian Heritage Month a giugno, l’evento di Villa Charities ha riscosso enorme successo. Attraverso le loro opere ed esibizioni originali, ventiquattro amati autori di poesia, prosa e canzoni hanno suscitato una varietà di sentimenti, dall’orgoglio a una giocosa rivalità alla nostalgia. Tra i numerosi punti forti ci sono stati: la divertentissima esibizione di Due sorelle, Carmela e Serafina al telefono, in dialetto molisano di Anna Romano Milne; un interludio musicale da estasi di Charly Chiarelly della Sicilia; una toccante poesia di Danila DiCroce in dialetto abruzzese. Come ha chiarito Gianna Patriarca, che ha letto una poesia durante l’evento, in un articolo precedentemente pubblicato su Panoram Italia: “La lingua offre sempre un legame diretto con il patrimonio culturale, che sia in un italiano formale o nei molti dialetti parlati

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“Language is always a direct connection to heritage, whether nelle regioni da cui proveniamo. La lingua apre le porte alla storia it’s formal Italian or the many dialects spoken in the regions personale, alla letteratura, alla musica, alla politica ed alla comunicawe come from. Language can open doors to personal history, to zione”. literature, music, politics and communication.” Giampaolo concorda. La poesia da lui presentata Fijo Mio, conGiampaolo agrees. The poem he shared, Fijo Mio, (My Son), tiene degli elementi autobiografici. Emblema di importantissime has a biographical element to it. Emblematic of momentous disdiscussioni vissute prima di decidere di ritornare in Canada senza cussions he had before deciding to return to Canada without his i genitori nel dicembre del 1989, parla di un padre che cerca di parents in December 1989, it’s about a father trying to convince convincere il proprio figlio a non accettare un lavoro all’estero e di his son not to take a job abroad and leave Rome. Although his lasciare Roma. Sebbene la sua poesia riconosca le difficoltà di dover poem acknowledges the difficulties of ekcentellinare per poter vivere in città, enfatizing out a living in the city, it also emphaza allo stesso tempo l’innegabile splendore sizes Rome’s undeniable magnificence and e legame provati quando ci si trova assieme the kinship felt when among people who a persone accomunate da valori simili. share similar values. Ammiratore di rinomati poeti romani come A fan of renowned Roman poets like Giuseppe Gioacchino Belli (1791-1863) e TriGiuseppe Gioachino Belli (1791-1863) lussa (1871-1950), Giampaolo ha composto and Trilussa (1871-1950), Giampaolo comla poesia nello stile tipico di quella classica posed the poem in the characteristic style of romana. “Contiene sempre un certo grado classical Roman poetry. “It always includes di sarcasmo e ironia, talvolta in termini vola certain amount of sarcasm and irony, at gari, e finisce spesso con una dichiarazione times in vulgar terms, and often ends with a di amore imperituro per la città”. statement of undying love for the city.” Condividere la poesia con il pubSharing his poem with the audience blico è stata un’esperienza importante. was a meaningful experience. “The im“L’importanza di leggere la poesia in portance of reading poetry in the Roman dialetto romanesco sta nel fatto che rappredialect is that it represents a link to my senta un legame con le mie origini e la mia origins and my childhood. It also serves infanzia. Ha anche una funzione accademica, a more academic purpose, as in this type dato che da questo tipo di poesia, possiamo of poetry, we can easily infer the history, facilmente dedurre storia, tradizioni, valori e traditions, values and even the general persino il carattere generale dei romani nel character of Romans in the past. It’s like passato. È come un ponte tra generazioni”. a bridge between generations.” Anche Gina Liggio si rispecchia in These points resonate with Gina Ligqueste osservazioni. Nata a Monteleone Gina and Daniela Liggio gio. Born in Monteleone di Puglia, in the di Puglia, in provincia di Foggia, è rimasta province of Foggia, she marvelled at the magnitude of Italy’s incantata dalla grandezza del patrimonio culturale e linguistico cultural and linguistic legacy on display in all of its creative italiano in mostra in tutte le sue manifestazioni artistiche ad opera manifestations by a range of age groups. “I found the event to be di vari gruppi d’età. “L’evento mi è sembrato molto pedagogico e very educational and entertaining.” d’intrattenimento”. Her daughter, Daniela Liggio, also felt a profound sense of conAnche sua figlia, Daniela Liggio, ha avvertito un profondo senso nection. “Having a Sicilian father and a Pugliese mother, the event di appartenenza. “Avendo un padre siciliano e una madre pugliese, really resonated with me, as I have fond memories of both dialects. l’evento mi ha veramente toccata, dato che ho cari ricordi di entramWhile standard Italian was spoken at home, the dialects definitely bi i dialetti. Sebbene a casa si parlasse in italiano, i dialetti venivano came up when the extended families from either side were present.” fuori quando ci si riuniva con il resto delle famiglie da entrambe le Bruna DiGiuseppe-Bertoni, founder of L’eco dei dialetti: A parti”. Celebration of Dialects, who also read one of her poems, was Bruna Di Giuseppe-Bertoni, fondatrice di L’eco dei dialetti: A heartened to hear such feedback, as it encourages her and the Celebration of Dialects, la quale ha anche lei letto una delle sue organizing committee to forge ahead. “Our dialects form an poesie, si è rincuorata nel ricevere un riscontro del genere, perché integral part of our identity as Italians. Moving forward, we plan incoraggia sia lei che il comitato organizzativo a spingersi oltre. “I to build on the momentum we’ve created and to feature more nostri dialetti fanno parte integrante della nostra identità di italiani. exciting programming. We’d like to continue to showcase the A partire da ora, contiamo di cogliere il momento per organizzare incredible linguistic diversity that makes Italy so unique, in addialtri programmi interessanti. Ci piacerebbe continuare a mostrare tion to the profound sense of unity we feel.” l’incredibile diversità linguistica che rende l’Italia tanto unica, al di là And although the widespread use of Italy’s abundance of del profondo senso di unità che proviamo”. languages and dialects may be in decline due to the ongoing Sebbene l’uso diffuso di questa grande abbondanza di lingue propagation of standard Italian, these unforgettable whispers e dialetti in Italia sia in declino a causa dell’attuale propagazione of the past inspire a sense of affection and affinity among those dell’italiano, questi indimenticabili sussurri del passato suscitano un who continue to speak them. senso di affetto ed affinità tra coloro i quali continuano a parlarli. Reflecting on the overwhelming success of the event, Pal Di Riflettendo sull’enorme successo riscosso dall’evento, Pal Di Iulio, Iulio, our very own associate editor said: “The average paesano il nostro redattore associato, ha detto: “Il compaesano medio era was present and enjoyed hearing the first languages he or she presente e si è divertito ad ascoltare la prima lingua ascoltata dufirst heard during breastfeeding.” rante l’allattamento”.

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Antonio D’Alfonso

Photo by Sharon Cheema

A trilingual life B Y - D I G I A N N A PA T R I A R C A

Una vita da trilingue

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eople sometimes come into your life for a reason, good or bad, and map your journey in ways you may never have imagined. For many aspiring authors, especially Italian-Canadian ones, Antonio D’Alfonso was the catalyst, the medium, the agent whose decree was to make visible the work and the voices of writers not offered a space on the mainstream Canadian literary stage. Antonio was my first publisher, taking a chance of my very first book—Italian Women and Other Tragedies. D’Alfonso was born in Montreal, with parents hailing from Guglionesi in Molise. He attended both French and English school and is fluently trilingual. In 1978 at the age of 25, he established a bilingual publishing house called Guernica Editions in Montreal. His press, his energy and passion gave a voice to writers like myself, including many Quebec authors as well as translations of established local and international authors. His mandate was always to address creative, cultural, social and theoretical issues and questions of identity. His own career as a writer and artist was varied: poet, novelist, filmmaker, photographer, translator, musician. To say this is the definition of a Renaissance man may not be far from the truth. In over 50 years of publishing and producing art, he never tired of discovering novel directions and innovative modes of communication. His need to

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volte le persone arrivano nella nostra vita per una ragione, buona o cattiva che sia, e ne segnano il cammino come non ci saremmo mai aspettati. Per molti aspiranti scrittori, soprattutto gli italo-canadesi, Antonio D’Alfonso era il catalizzatore, il mezzo, l’agente la cui regola era quella di rendere visibili le opere e le voci di scrittori a cui non veniva offerto un posto nel panorama letterario canadese generale. Antonio fu il mio primo editore, tentando la sorte con il mio primissimo libro: Italian Women and Other Tragedies. D’Alfonso è nato a Montreal da genitori di Guglionesi in Molise. Ha frequentato sia la scuola francese che inglese e parla tre lingue correntemente. Nel 1978, all’età di 25 anni, ha fondato una casa editrice bilingue chiamata Guernica Editions a Montreal. La sua spinta, energia e passione hanno dato voce a scrittori come me e a molti autori del Quebec, nonché traduzioni di noti autori locali e internazionali. Il suo mandato era sempre quello di dedicarsi a problematiche relative alla creatività, culturali e teoretiche, nonché a questioni di identità. La sua stessa carriera in qualità di scrittore ed artista è stata varia: poeta, romanziere, regista, fotografo, musicista. Definirlo poliedrico potrebbe non essere poi così lontano dalla realtà. In oltre 50 anni di pubblicazioni e produzione artistica, non si è mai stancato di scoprire le tendenze della narrativa e mezzi di comunicazione innovativi. La sua esigenza di immergersi del tutto nel mondo dell’arte è sempre stata una sua priorità. Non tutte le sue imprese hanno riscosso lo stesso successo della Guernica. Molti dei suoi progetti

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immerse completely into the world of art has always been his first erano autofinanziati; D’Alfonso ha quindi vissuto gli alti e bassi priority. Not all of his ventures were as successful as Guernica has della sicurezza economica. been. Many of his projects were self-funded; D’Alfonso has had Lo scorso maggio, durante il Librissimi Book Festival al Columhis share of the ups and downs of financial security. bus Centre di Toronto, D’Alfonso ha ricevuto un riconoscimento This past May during the Librissimi Book Festival at the importante per i suoi molti contributi alla nostra comunità artistica. Columbus Centre in Toronto, D’Alfonso was presented with a È stato il più recente di molti riconoscimenti, tra cui il Trillium, il lifetime achievement award for his many contributions to our Bressani, il premio Toronto Book e il premio New York Indepenartistic community. This award is the latest among others, indent Film. Ho presenziato alla cerimonia di premiazione e mi sono cluding the Trillium, the Bressani, the Toronto Book award and goduta i molti tributi da parte dei suoi amici e colleghi sull’integrità the New York Independent Film award. I attended the Achievee la realizzazione del suo operato di una vita. ment Award ceremony and enjoyed the many tributes offered by I libri splendidamente concepiti della Guernica, sotto il suo his friends and colleagues on the integrity and realization of his sguardo editoriale, sono stati elogiati a livello internazionale. Fanlife’s work. no parte di molti programmi di università e college. Solo questo è Guernica’s beautifully designed books, under his editorial eye, già un traguardo che merita molti riconoscimenti. I nostri racconti, have been internationally praised. They are included on many la nostra poesia, le nostre storie sono documentate e diffuse grazie course lists in universities and colleges. This alla sua idea di pubblicare materiale inalone is an achievement worthy of many novativo e originale. D’Alfonso ha anche awards. Our stories, our poetry, our histories “It was an exciting time. A kind stabilito dei rapporti con molti autori are documented and shared because of his che hanno trovato un of revolution that made present italo-americani vision to publish original, innovative mateposto nella sua casa editrice. Egli stesso rial. D’Alfonso also established a relationthe Italian-Canadian writer to a ha scritto e pubblicato libri e saggi traship with many Italian-American authors dotti in molte lingue (spagnolo, tedesco, country which had adopted us who found a home with his press. He has portoghese ed estone). La sua recente but wasn’t sure it needed any of serie su YouTube presenta conversazioni personally written and published books and essays which have been translated into many intime e interessanti con vari artisti di our stories.” languages (Spanish, German, Portuguese and tutto il mondo con cui ha lavorato. Estonian). His most recent series on YouHo incontrato D’Alfonso nel 1992 duTube has captured interesting and intimate rante un convegno a Montreal. Già allora “È stato un bel periodo. Una conversations with a variety of artists he has era uno scrittore ed editore di successo. sorta di rivoluzione che ha worked with around the globe. Ero stata incoraggiata a mandare il mio I met D’Alfonso in 1992 at a conference primo libro alla Guernica allorché le rispreso visibile lo scrittore italoin Montreal. By then he was an established ettabili case editrici canadesi lo avevano canadese in un paese che ci publisher and writer. I had been encouraged rifiutato in quanto “troppo etnico” - a to send my first book to Guernica when repuaveva adottati ma non era detta loro. Ad Antonio il libro piacque table Canadian presses had rejected it for bemolto e me lo disse in una lettera in cui certo di aver bisogno delle ing “too ethnic.” Whatever that means. Antoprometteva di pubblicarlo. Nel 1994, ha nostre storie.” nio loved the book and sent me a letter saying mantenuto la promessa. Quel libro è oggi so, promising to publish it. In 1994, he kept alla quarta ristampa. La nostra collaborahis promise. That book is now in its fourth printing. We continzione editoriale è continuata per altri quattro libri. Le sue compeued our publishing relationship for another four books. His editing tenze editoriali, la sua conoscenza del mondo delle pubblicazioni skills, his knowledge of the publishing world and his love of books e il suo amore per i libri rendevano semplice intrattenere lunghe made it very easy to have long conversations at my kitchen table conversazioni in cucina da me quando si è trasferito a Toronto. L’ho when he first moved to Toronto. I welcomed him into my family. ben accolto in famiglia. Siamo diventati buoni amici, al punto che ha We became good friends, so much so he married my best friend sposato la mia migliore amica con la quale ha avuto una figlia. with whom he had a daughter. D’Alfonso è un vero pioniere della letteratura italo-canadese. Il D’Alfonso is a true pioneer of Italian-Canadian literature. suo entourage di amici scrittori comprende Pier Giorgio Di Cicco, His entourage of writer friends included Pier Giorgio Di Cicco, Len Gasparini, Antonino Mazza, Fulvio Caccia, Marco Micone, Len Gasparini, Antonino Mazza, Fulvio Caccia, Marco Micone, Filippo Salvatore, Dino Minni, Pasquale Verdicchio, Mary Melfi, Filippo Salvatore, Dino Minni, Pasquale Verdicchio, Mary Melfi, Mary Di Michele e così tanti altri che sarebbe impossibile elencarli Mary Di Michele and so many others it would be impossible tutti. È stato molto attivo durante la creazione dell’Associazione to list them all. He was active in the creation of the Associadegli Scrittori Italo-Canadesi che oggi conta centinaia di membri. tion of Italian-Canadian Writers, which today claims hundreds È stato determinante nella creazione del premio Bressani affinché of members. He was instrumental in establishing the Bressani scrittori al di fuori del circuito generale canadese venissero riconaward so writers outside the mainstream Canadian market would osciuti per le loro opere e per il loro contributo alla letteratura be recognized for their work and their contribution to Canadian canadese. Ha organizzato conferenze in cui potevamo incontrarci, literature. He organized conferences where we could meet, get to conoscerci come scrittori, parlare e discutere dell’importanza e know each other as writers, share and discuss the importance and rilevanza del nostro lavoro. È stato un bel periodo. Una sorta di the relevance of our work. It was an exciting time. A kind of revorivoluzione che ha reso visibile lo scrittore italo-canadese in un lution that made present the Italian-Canadian writer to a country paese che ci aveva adottati ma non era certo di aver bisogno delle which had adopted us but wasn’t sure it needed any of our stories. nostre storie. After many years in Toronto, Antonio returned to his homeDopo molti anni a Toronto, Antonio è ritornato nella propria città town of Montreal. In 2009, he sold his beloved Guernica Press natale, Montreal. Nel 2009, ha venduto la sua amata Guernica and ventured onto other passions. He found time to add a Press e si è lanciato in altre passioni. Ha trovato il tempo di aggiundoctorate degree to his accomplishments. He continues to be the gere un dottorato alla lista dei suoi traguardi. Continua ad essere ultimate dreamer, thinker, artist and plunges into the beckoning un sognatore indefesso, un pensatore, un artista che si getta tra le waves of life and art without a tremor of fear or a hint of concern onde invitanti della vita e dell’arte senza un tremolio di paura o un for the outcome. He simply jumps. pizzico di preoccupazione sul possibile risultato. Si lancia e basta.

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Photo courtesy of CFMB

Ivana Bombardieri The voice speaking to the heart of Italians

BY - D I V I T T O R I A Z O R F I N I

La voce che parla al cuore degli italiani

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As a child, what did you dream of doing? How did radio come into your life? I dreamed of being a flight attendant to travel all over the world. I landed in radio by pure chance after participating in a beauty contest for fun. In the room was the producer of CFMB’s Italian programming, who was then looking for a female voice, intrigued because I was the only contestant from northern Italy. After a few days, accompanied by my mom, I went to visit the studios on Drummond Street. Mario De Filippo was on air and unexpectedly turned on the microphone and started to ask me questions live. I remember my head throbbing, but within seconds I felt perfectly comfortable, as if I had always done this job. It was a real lightbulb moment, and it became the great passion of my life. From there, my incredible journey began. Everything else is history.

Da piccola, cosa sognavi di fare? Come è arrivata la radio nella tua vita? Sognavo di fare l’hostess per viaggiare in tutto il mondo. Alla radio sono approdata per puro caso dopo aver partecipato a un concorso di bellezza per gioco. In sala era presente il produttore del programma italiano di CFMB che allora cercava una voce femminile, incuriosito perché ero l’unica concorrente del nord Italia. Dopo qualche giorno, accompagnata da mia mamma, sono andata a visitare gli studi su Drummond. Mario De Filippo era in onda e inaspettatamente ha acceso il microfono e ha iniziato a farmi delle domande in diretta. Ricordo il batticuore e la mia testa che pulsava, ma nel giro di pochi secondi mi sono sentita perfettamente a mio agio, come se avessi sempre fatto questo lavoro. È stato un vero e proprio colpo di fulmine, la grande passione della mia vita. Da lì è cominciato il mio incredibile viaggio, tutto il resto è storia.

vana Bombardieri, the most renowned and appreciated voice of CFMB1280 in Montreal, has received the prestigious Canadian radio broadcasting Rosalie Award 2024. Given annually by Radio Trailblazers to a woman who has achieved success in the radio industry for her spirit of innovation, leadership and solidarity, the award ceremony took place on June 4 in Toronto at the Canadian Music Week gala.

vana Bombardieri, la voce di CFMB1280 più conosciuta e amata di Montreal, ha ricevuto il prestigioso premio Canadian radio broadcasting Rosalie Award 2024. Assegnato annualmente da Radio Trailblazers a una donna che ha raggiunto il successo nell’industria radiofonica per lo spirito di innovazione, leadership e solidarietà. La consegna del premio ha avuto luogo il 4 giugno scorso, a Toronto in occasione del gala della “Canadian Music Week”.

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When you started you had just moved from Susa in Piemonte to Montreal with your family. What was the role of radio for Italians? Those were the years of the great emigration, when thousands of Italians from all walks of life were arriving in Canada in search of a better life. The vast majority did not speak English or French, and in this context CFMB acted as the glue between the community and Italy. It broadcast 20 hours of programing in Italian every week that included news, music and entertainment. This helped the compatriots keep ties with their culture and language, while facilitating their integration into Canadian society.

Quando hai iniziato ti eri appena trasferita da Susa in Piemonte a Montreal con la famiglia. Qual era il ruolo della radio per gli italiani? Erano gli anni della grande emigrazione, quando in Canada arrivavano migliaia di italiani di ogni estrazione sociale in cerca di una migliore prospettiva di vita. La stragrande maggioranza non parlava inglese o francese e in questo contesto CFMB ha fatto da collante tra la collettività e l’Italia. Trasmetteva ogni settimana venti ore di programmi in italiano che includevano notizie, musica, intrattenimento. Questo aiutava i connazionali a mantenere vivi i legami con la loro cultura e la loro lingua e nel contempo facilitava la loro integrazione nella società canadese.

Over the years, you had the opportunity to interview many personalities from the world of entertainment and politics. When you were only 21, you interviewed Sophia Loren, an icon of the Negli anni hai avuto modo di intervistare tantissime personalità del film industry. mondo dello spettacolo e della politica. A soli 21 anni, hai intervistaI fondly remember that interview which was followed by many to Sophia Loren, un’icona del industria cinematografica. others: from Claudio Villa to Dalida, from Andrea Bocelli to Sì, ricordo con affetto quell’intervista a cui ne sono seguite molte altre, da Laura Pausini via Roberto Claudio Villa a Dalida, da Andrea Bocelli Benigni, Raffaella Carrà, a Laura Pausini passando per Roberto Toto Cutugno, Antonella Clerici, Riccardo Cocciante. “CFMB acted as the glue between the community Benigni, Raffaella Carrà, Toto Cutugno, Antonella Clerici, Riccardo Cocciante. So many extraordinary enand Italy. It broadcast 20 hours of programing in counters. So many emotions. Tanti gli incontri straordinari. Tante le Italian every week that included news, music and emozioni. You have been thriving in entertainment. This helped the compatriots keep your career for 55 years. 55 anni di carriera sei sempre sulla What is the key to your sucties with their culture and language, while facilitat- cresta dell’onda. Qual è il segreto cess ? del tuo successo? ing their integration into Canadian society.” I believe that success, in any Credo che il successo, in qualsiasi camfield, comes from passion for po, derivi dalla passione per il lavoro e work and constant commitdall’impegno costante. La sincerità e ment. Sincerity and honesty toverso gli ascoltatori sono fondawards listeners are fundamental, “CFMB ha fatto da collante tra la collettività l’onestà because the respect and trust of mentali, perché il rispetto e la fiducia del e l’Italia. Trasmetteva ogni settimana venti the public is won day after day, pubblico, si conquistano giorno dopo broadcast after broadcast. It is a giorno, trasmissione dopo trasmissione. ore di programmi in italiano che includevaprocess that has no end. È un processo che non ha fine.

no notizie, musica, intrattenimento. Questo

Is there an event that you aiutava i connazionali a mantenere vivi i C’è un evento che ricordi in modo remember more fondly than particolare? legami con la loro cultura e la loro lingua e others? In 55 anni ci sono stati numerosi eventi, Over 55 years, there have nel contempo facilitava la loro integrazione tutti importanti. Ricordo quando per been numerous events, all of nella società canadese.”. il trentesimo anniversario di CFMB them important. I remember when for CFMB’s 30th andai a Sanremo per seguire il Fesanniversary I went to San tival in veste di inviata speciale. Fu Remo to cover the festival un’esperienza molto interessante; un po’ faticosa, ma indimenticabile. as a special correspondent. It was a very interesting experience— Una cosa ancora vivissima nella memoria di tutti noi accadde nel 1980, a bit tiring, but unforgettable. One thing still very vivid in in quel momento buio del terremoto nell’Irpinia. Reagimmo per istinto, our memories happened in 1980, in that dark moment of the spontaneamente e lanciammo un radiothon. Fu una specie di S.O.S. earthquake in Irpinia. We reacted by instinct, spontaneously, and rivolto a tutti gli ascoltatori, non solo italiani. In sette ore furono raccolti launched a radiothon. It was a kind of S.O.S. addressed to all $704.150. Un vero exploit! Un’espressione di solidarietà che stupì le listeners, not just Italians. In seven hours we raised $704,150. A autorità locali e commosse tutta l’opinione pubblica. real exploit! An expression of solidarity that amazed the local authorities and moved the public. Qual è stata la sua reazione nel ricevere il Rosalie Award? What was your reaction to receiving the Rosalie Award? Ricevere questo prestigioso riconoscimento è stato una grande sorReceiving this prestigious award was a great surprise and honour. presa e un onore. Non me l’aspettavo. Per me riveste un significato I was not expecting it. It has a special significance for me because particolare poiché coincide con il centenario dell’invenzione della rait coincides with the centenary of the invention of radio by dio ad opera di Guglielmo Marconi che all’epoca aveva solo 21 anni. Guglielmo Marconi, who was only 21 at the time. In this regard, A questo proposito ricordo con piacere l’intervista che ho fatto alla I recall with pleasure the interview I did with his daughter, figlia, la principessa Elettra Marconi Giovannelli nel 2001. Ringranzio il Princess Elettra Marconi Giovannelli in 2001. I thank the Radio Comitato del premio “Rosalie” di Radio Trailblazers, il presidente Paul Trailblazers Award Committee, chairman Paul Evanov and his Evanov e la sua azienda, di cui CFMB fa parte da nove anni, nonché company, of which CFMB has been a part for nine years, as well tutti coloro che hanno fatto e fanno parte di questo straordinario viagas all those who have been and are a part of this extraordinary journey, including my colleagues at CFMB, advertisers, listeners, gio, tra cui i miei colleghi di CFMB, gli inserzionisti, gli ascoltatori, la my family and especially my son Adriano. mia famiglia, e in particolare mio figlio Adriano. Any advice for the younger generation? The message is to passionately follow your dreams, to be creative and authentic, to always strive to improve and offer your best in every broadcast, and to have great respect for your listeners.

Un messaggio alle nuove generazioni? Il messaggio è di seguire con passione i propri sogni, essere creativi e autentici, impegnarsi sempre a migliorare e a offrire il meglio di sé in ogni trasmissione, e avere un grande rispetto per gli ascoltatori.

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LIVINGITALIANSTYLE MARIA PAONE Nickname: Miriam Occupation: Financial advisor at IA Financial Group Age: 33 Generation: First Dad from: Casoria (Napoli), Campania Mom from: Secondigliano (Napoli), Campania Raised in: Montreal Speaks: Italian, Napoletano dialect, French, English If you could eat one thing for the rest of your life, what would it be? Linguini all’astice, I could even have it for breakfast! What’s an Italian tradition you want to carry on? Spending the Christmas holiday together with family, with traditional dishes and ending the night playing Neapolitan tombola. What advice would you give 5-year-old you? If you be yourself and listen to your instincts, your attitude towards life will make a difference. Who are you named after? I am the first granddaughter, so my parents passed my paternal grandmother’s name down to me. Favourite Italian expression and why: “Chi non risica non rosica.” (Those who do not take risks in life will not achieve goals worth enjoying.) I arrived to Canada on a one-way flight and never went back. What do you want your legacy to be? I want to be remembered as an example to my children to appreciate family values by keeping the family united day after day. What makes you most proud to be Italian-Canadian? Learning the history of the first generation of immigrants inspired me to appreciate the sacrifices and difficulties they had to face. To this day, thanks to these individuals, I can see the endless opportunities we have for integration in this country.

Photographer: Liana Carbone Photo assistant: Alessia Pizzanelli Makeup: Bianca Delle Donne Studio: HAVEN creative space

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MARCO COLAVECCHIO Occupation: Real estate agent Age: 29 Generation: Third Dad’s side from: Galluccio, (Caserta), Campania Mom’s side from: Nonna from Milano and nonno from Gorizia (Friuli-Venezia Giulia) Raised in: St-Leonard, Quebec Speaks: English, French, Italian If you could eat one thing for the rest of your life, what would it be? Pasta with ragù alla Bolognese What’s an Italian tradition you want to carry on? Family meals What advice would you give 5-year-old you? Don’t sweat the small stuff. Favorite Italian expression and why: “Chi va piano va lontano.” Success comes from steady progress gained through hard work and patience over time. Consistency and perseverance will achieve more in the long run than speed or talent alone. What do you want your legacy to be? As someone that has built strong, caring relationships with family and friends. To have lived and worked with honesty and respect. What makes you most proud to be Italian-Canadian? The food, the traditions, the family values. Keeping alive a unique cultural identity that enriches the Canadian mosaic.

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ANTIGONE DI DOMENICO Nickname: Tig Occupation: Textile and Industrial Design Student Age: 21 Generation: Third Dad’s side from: Serra (Teramo), Abruzzo Mom from: St. Catharines, Ontario Raised in: St. Catharines, Ontario Speaks: English and studying Italian If you could eat one thing for the rest of your life, what would it be? My nonna’s ribs. I will never know exactly how to make them as good as they were. My best guess is using a whole bottle of oil, but I have yet to try ones even remotely close to her recipe. What’s an Italian tradition you want to carry on? Without a doubt it is Sunday family gatherings. Being lucky enough to regularly see your cousins, aunts and uncles is so important for a close family bond and is the key to my family’s strong support system. A less obvious one would be having a giant credenza of dishes “for company” that never get touched. What advice would you give 5-year-old you? Everything is an opportunity. Don’t be afraid to put yourself out there; you never know what will happen. Who are you named after? My mother named me after studying a series of Greek plays featuring the character Antigone. She liked the character because she was admired as a symbol of justice. My dad liked the name because, in

the stories, she took care of her father in his old age. The Greek name does confuse a lot of people though. Favourite Italian expression and why: It would probably be something my nonno always says which is “la vita non è la nostra.” The thought that we are not in control of our lives and simply must make the best of it has helped me through a lot of difficult changes in my life. What do you want your legacy to be? I want to be remembered as someone who achieved success by doing good work and helping others. At the end of the day, if I am remembered as a good person that made a positive difference to the world, I am happy. What makes you most proud to be Italian-Canadian? My family makes me most proud to be Italian-Canadian. The love and support they give me and each other, as well as the culture and traditions they have passed down to me, are the biggest reasons why the Italian-Canadian identity is so important to me.

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ALESSANDRO MONTELLI Nickname: Ale Occupation: Musician and recording artist Age: 33 Generation: First—I was born and raised in Italy. Dad from: Bitritto (Bari), Puglia Mom from: Toronto, Ontario Raised in: Bari, Italy Speaks: Italian, English, Spanish If you could eat one thing for the rest of your life, what would it be? Pizza alla crudaiola (red base, mozzarella, cherry tomatoes, arugula, strong ricotta) What’s an Italian tradition you want to carry on? Making pasta late at night. What advice would you give a 5-year-old you? You will struggle, but it’s going to be okay, kid! Be smart with your earnings, Don’t forget to smile (as my dad would say). Keep practicing your music. Dream BIG! Who are you named after? I’m named after my grandpa from my father’s side, Alessandro. In our hometown, they would all call him Sandrino. He was known for owning a gas station back in the day, and then a bike shop that now is run by our family. Favourite Italian expression and why: “La vita è bella.” It’s a famous Italian movie about the Second World War, and I also have it tattooed on my right arm. What do you want your legacy to be? I want my legacy to be inspired by my story and my music. I want people to not be afraid to follow their dreams and be themselves, even if that means leaving your country and comfort zone to move across the ocean. What makes you most proud to be Italian-Canadian? Having a very loving and respectful family who always has my back. Being able to explore my roots and find my path in Canada.

Photographer: Bruna Rico Makeup: Katelyn Spencer

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Congratulations to our 2024 graduates! Auguri ai nostri laureati e diplomati del 2024!

Daniel Bentivegna Bergman University of Toronto Doctor of Philosophy

Lucas Andrew Ciancimino Université de Montréal Doctorat en médecine

Lisa Pepe McGill University Master of Education Inclusive Education

Sabrina Colatruglio McGill University Master of Education Inclusive Education

Melissa Carmela Perrotti University of Ottawa Master of Education Teaching & Learning

Beatrice Racanelli John Molson School of Business Bachelor - Finance

Gabriel Racanelli Concordia University Bachelor - Economics

Vanessa Ursi University of Toronto Bachelor of Business Administration Management

Veronica Ann Romano York University Bachelor of Science Biology and Math

Jasmin Rose Guerrera Concordia University Bachelor of Fine Arts Film Animation

Priscilla Maria Dolores Cox UQAM Bachelor of Sexology

Florence Gagliardi-Desrosiers École de Gestion de l’UQAM BAA Administration des affaires

Adamo Orsini Concordia University Bachelor of Software Engineering

Mikayla Neves University of Ottawa Bachelor of Social Sciences Criminology

Gabriella Borrelli John Molson School of Business Bachelor of Commerce HR Management

Jenna De Carolis Concordia University Bachelor of Arts Human Relations

Giuseppe Vaccaro LaSalle Community Comprehensive High School

Julia Pacifico Vanier College Pure & Applied Science

Briana Bianchini École secondaire Armand-Corbeil

Fabio Lepore Vincent Massey Collegiate

Thomas Proctor Chinappi Lauren Hill Academy

Stella Proctor Chinappi John Caboto Academy Elementary

Kayla D’Addario Collège Regina Assumpta

Julietta Rose Petraglia Genesis Elementary School

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Newlyweds Sposi novelli 2024 Send us your wedding pictures! Submit your picture on www.panoramitalia.com click on ‘Magazine’ followed by ‘Newlyweds,’ or by mail, and include their names and wedding date. To be published in our Winter issue. Cost: $55 (tax incl.) Deadline: November 8, 2024

Mandateci le vostre foto di matrimonio! Si prega di inviare la foto a www.panoramitalia.com e cliccare prima su ‘Magazine’ e poi su ‘Newlyweds’, oppure spedirla per posta con i nomi degli sposi e la data di matrimonio. Per l’edizione di d’inverno. Costo: $55 (tax incl.) Scadenza: 8 novembre 2024


TRAVEL

The New Face of Luxury Travel Il nuovo volto della vacanza di lusso

Unique, personalized and culturally immersive experiences top the list Silvana Longo Travel Editor

As

In cima alla lista esperienze uniche, personalizzate e immersive

the days get noticeably shorter, and fresh, crisp air returns to punctuate our mornings and evenings, we know that summer is nearing its inevitable end. I sincerely hope you made the most of it and created those special magical summertime memories that stay with you a lifetime. Isn’t that part of its charm? This year, my summer got off to a stellar start with an impromptu, ultra-luxury press tour to Grand Cayman island in mid-May. Five days in this idyllic Caribbean destination was nothing short of paradise. Besides the instant joy I had just disembarking the plane and feeling 30-degree weather on my skin again, I lit up the moment I hit the spectacular shores of Seven Mile Beach, and that light it ignited within me lingered throughout the summer. Discovering those crystal-blue, at times technicolour turquoise warm waters and the refreshing touch of the white sand beach after a splendid swim was an auspicious kickoff to the season. However, it was the overall experience that left its indelible mark. Waking up every morning in a sumptuous four-bedroom villa overlooking a golf course and lagoon, and enjoying my first cup of coffee under sunny skies in the backyard with my feet dangling in the pool is my idea of an exceptional start to the day. Whether we were on a Spirits Tasting tour, on a private stingray and snorkel charter with our very own captain, or just enjoying some fabulous beaching time, the blissful moments were bountiful. Throughout the trip, as I soaked in all the lavishness, I reflected upon what luxury travel really means today and why it is growing so much in popularity. Breathtaking destinations, bespoke accommodations, top-

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on l’evidente accorciarsi delle giornate e il ritorno dell’aria fresca e frizzantina a scandire la mattina e la sera, è chiaro che l’estate volge ineluttabilmente al termine. Spero di cuore che ve la siate goduta al meglio e che abbiate fatto il pieno di ricordi speciali e indelebili di un’estate magica. Non rientra anche questo nel suo fascino? Quest’anno, a metà maggio, la mia estate è cominciata in modo stratosferico grazie a un inatteso tour promozionale superlusso nell’isola di Gran Cayman. Cinque giorni in quest’idillica località dei Caraibi, vero e proprio paradiso. Al di là della gioia immediata provata una volta scesa dall’aereo nel percepire sulla pelle i 30 gradi, ho reso il momento ancor più speciale con una visita alla costa della Seven Mile Beach, che mi ha donato una sensazione di splendore rimasta con me per tutta l’estate. Scoprirne le acque tiepide e cristalline, a tratti di un turchese technicolor, unitamente alla freschezza della sabbia bianca dopo una splendida nuotata, ha inaugurato la stagione alla grande. È stata però l’esperienza nel suo insieme a lasciare un segno indelebile. Svegliarsi ogni mattina in una sontuosa villa di quattro camere che si affacciavano sul campo da golf o sulla laguna, e gustarsi un caffè al risveglio in giardino sotto un cielo soleggiato e con i piedi a mollo in piscina corrispondono alla mia idea di un perfetto inizio di giornata. Che partecipassimo a un tour di degustazione di superalcolici, a un’escursione privata per vedere le pastinache o fare snorkeling con un capitano tutto per noi, o che ci godessimo semplicemente una meravigliosa pausa in spiaggia, di momenti felici ce ne sono stati in abbondanza. Per tutta la durata del viaggio, nell’abbandonarmi al benessere, ho riflettuto sul vero significato odierno di viaggio di lusso e sul perché della sua crescente popolarità. Destinazioni mozzafiato, strutture su misura, gastronomia di livello superiore, esperienze in loco eccezionali: cosa non dovrebbe non piacere? Il lusso ha i suoi vantaggi! Di solito, però, questo tipo di vacanza era

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Photos of Villa in Grand Cayman courtesy of Exclusive Resorts

tier gastronomy, exceptional local experiences—what’s not to like? Luxury has its perks! Traditionally though, this type of travel was mainly associated with opulence. Today, the focus shifts to hyperpersonalization and exclusive, authentic experiences. Companies like Exclusive Resorts, the world’s foremost private vacation club with more than 400 luxury residences and curated travel experiences in 75 sought-after destinations, has tapped into that evolving desire. As a result, it has recently experienced one of its strongest years for new membership sales in the U.S. and Canadian markets. Founded by AOL Time Warner co-founder Steve Case in 2004, their 4,300 members benefit from the high-caliber service Exclusive Resorts is known for. In the last two years, the company has added more than 30 residences and suites to its global portfolio, with a significant increase in their popular European Villa Collection. Since we are entering the shoulder season of travel to Europe, in this issue we delve into the luxury travel theme by heading to Italy in grand style and with more panache than ever before. I talk to both luxury vacationers and those who curate these dream holidays, as well as give a glimpse inside some of the luxurious properties in the Exclusive Resorts’ portfolio while uncovering some of the curated experiences reserved for their members. Luxury doesn’t stop there. I also speak with executive chef and owner of The Imperial Luxury Event space in Toronto, Rino Perruzza, who takes us on a coveted five-day stay he hosts in September in a sprawling villa on Lake Trasimeno in Umbria. Contributor Maureen Littlejohn hits the capital on a sweet search for the luxe life in Rome.

spesso associata all’opulenza. Adesso, il fulcro dell’attenzione si è spostato su esperienze autentiche, esclusive e altamente personalizzate. Compagnie come la Exclusive Resorts, il principale club al mondo specializzato in vacanze private, con le sue 400 strutture di lusso ed esperienze di viaggio selezionate in 75 destinazioni ricercatissime, si è lanciata in questo crescente desiderio. Ne è risultato di recente uno dei suoi anni più forti nelle vendite di adesioni nei mercati statunitense e canadese. Fondata dal cofondatore della AOL Time Warner, Steve Case, nel 2004, i 4.300 membri usufruiscono del servizio di alto livello per cui la Exclusive Resort è rinomata. Negli ultimi due anni, la compagnia ha aggiunto più di 30 residenze e suite al suo portafoglio globale, registrando una notevole crescita all’interno della propria Collezione di ville europee. Dato che ci accingiamo ad entrare nella stagione media dei viaggi in Europa, in questa edizione esploreremo il tema delle vacanze di lusso concentrandoci sull’Italia in grande stile e con più ricercatezza che mai. Parlerò sia con viaggiatori di lusso sia con gli operatori di queste vacanze da sogno; inoltre, offrirò uno scorcio dell’interno di alcune delle proprietà di lusso del portafoglio della Exclusive Resorts, svelando alcune delle eleganti esperienze riservate ai loro soci. Il lusso non finisce qui. Farò inoltre due chiacchiere con il capocuoco e proprietario della The Imperial Luxury Event di Toronto, Rino Perruzza, che ci porterà in un tanto ambito soggiorno di cinque giorni di cui sarà anfitrione a settembre in una grande villa sul lago Trasimeno in Umbria. La nostra collaboratrice Maureen Littlejohn andrà nella capitale alla dolce ricerca della vita lussuosa romana.

So, let’s beat the-end-of-summer blues. Andiamo!

Su dai, sconfiggiamo la tristezza di fine estate. Andiamo!

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TRAVEL

Step inside Villa Pendio, a five-bedroom villa offering breathtaking views of Lake Como

Let There Be Luxe Che lusso sia

The many merits of luxury travel clubs and tailored travel experiences I molti meriti dei club specializzati in viaggi di lusso ed esperienze di viaggio su misura

We

know those who can, already do. Free time and disposable income aside, there is a growing trend towards indulging in enriching travel experiences whether that’s once a year, celebrating a milestone or your habitual holiday style. “We became members in 2005,” says Dino DeLuca, chief operating officer of a private equity firm in Calgary. “As a family of five, Exclusive Resorts gave us the opportunity to vacation in beautiful private residences around the world with a dedicated concierge, and all the amenities that young children might need.” According to DeLuca, “It’s a far superior experience to staying in a hotel.” Operating much like a private country club, you pay a one-time membership fee to join for 10 years and then annual dues correlated to how many days you plan to travel that year. In an increasingly unpredictable world, their fixed pricing model embodies the adage, “Chi spende più, spende meno,” as Exclusive Resorts owns the majority of their core residence portfolio and fees are less susceptible to the fluctuation of an ever-changing market. “Whether it is a ski vacation, beach holiday, travelling to a major city or unique trips of a lifetime, we enjoy visiting different locations every year,” enthuses DeLuca. With his membership spanning close to two decades, he attests, “Exclusive Resorts is a superior option to owning a second home.”

Lo

sappiamo che chi può permetterselo, lo fa già. Tempo libero e disponibilità finanziaria a parte, si registra una crescente tendenza a concedersi esperienze di viaggio arricchenti, che sia una sola volta all’anno per un’occasione speciale o uno stile di vacanza abituale. “Ci siamo associati nel 2005” spiega Dino DeLuca, direttore operativo di una società azionaria di Calgary. “Essendoci cinque persone in famiglia, la Exclusive Resorts ci offre l’opportunità di trascorrere le vacanze in belle residenze private di tutto il mondo con un coordinatore dedicato a disposizione e tutte le comodità di cui hanno bisogno i bambini”. Secondo DeLuca: “È di gran lunga superiore al soggiorno in albergo”. Gestito in maniera molto simile a quella di un country club, si paga una singola quota associativa che copre un periodo di 10 anni oltre alle quote annuali relative al numero di giorni di vacanza all’anno che si prevede di fare. In un mondo sempre più imprevedibile, il loro modello basato su quote fisse rispecchia il detto “Chi più spende, meno spende,” dato che la Exclusive Resorts possiede la maggioranza delle residenze principali del proprio portafoglio e che le quote sono meno suscettibili alla fluttuazione di un mercato in continuo movimento. “Che si tratti di una vacanza bianca, al mare, di un viaggio in una città famosa o di viaggi da sogno unici, ogni anno ci piace visitare località diverse” dice entusiasta DeLuca. Membro da quasi 20 anni, sostiene: “L’Exclusive Resorts è un’alternativa superiore a quella di possedere una seconda casa”.

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TRAVEL

Clinging to the cliffside, Villa Bella on the Amalfi coast offers a private pool and spectacular sea views

“Members are in the best hands with seasoned local hosts who meticulously curate each getaway based on specific interests and preferences, like where to find the best limoncello along the Amalfi Coast.”

“I nostri soci sono in ottime mani grazie ad anfitrioni locali di grande esperienza che organizzano meticolosamente ogni vacanza in base agli interessi e alle preferenze specifiche, come, per esempio, trovare il miglior limoncello della costa amalfitana”. Seamless travel experiences and a variety of destinations at your fingertips, each family is matched with an expert ambassador who acts as a travel planner and real-time problem solver for each vacation. While on-site, dedicated personal concierges take care of every detail, big or small, from dinner reservations, to grocery delivery, to arranging-in-home spa treatments and celebrations. With an emphasis on offering authentic local experiences in their ever-expanding European Villa Collections, Gina Bach, Senior Vice President of The Experience Collection at Exclusive Resorts assures, “Members are in the best hands with seasoned local hosts who meticulously curate each getaway based on specific interests and preferences, like where to find the best limoncello along the Amalfi Coast.” In addition to expanding their private luxury villas in Tuscany, Casali di Casole, located 40 minutes west of Siena and an hour south of Florence, their seasonal residences in Italy available throughout the summer and shoulder seasons include: Lake Como, Sicily, Puglia, Florence and the Amalfi Coast. “Every one of our residences is scouted and handpicked by The Experience Team for its uniqueness and sense of place in each destination,” says Bach. Knowing that their members have high

Esperienze di viaggio senza alcun intoppo e una vasta gamma di località a portata di mano, ad ogni famiglia viene assegnato un rappresentante esperto che funge da organizzatore del viaggio e che si occupa di risolvere i problemi in tempo reale ad ogni vacanza. In loco, organizzatori professionisti dedicati si prendono cura di ogni dettaglio, piccolo o grande che sia: dalle prenotazioni nei ristornanti, alla consegna della spesa, all’organizzazione di trattamenti di benessere a domicilio o di ricorrenze speciali. Consapevole di dover offrire esperienze locali autentiche quando si tratta della loro Villa Collections in continua espansione, Gina Bach, vicepresidente senior della The Experience Collection presso la Exclusive Resorts assicura: “I nostri soci sono in ottime mani grazie ad anfitrioni locali di grande esperienza che organizzano meticolosamente ogni vacanza in base agli interessi e alle preferenze specifiche, come, per esempio, trovare il miglior limoncello della costa amalfitana”. Oltre ad espandere il numero di ville private di lusso in Toscana, Casali di Casole, situate a 40 minuti a ovest di Siena e a un’ora a sud di Firenze, le residenze stagionali disponibili in Italia per tutta l’estate e nella media stagione includono: il lago di Como, la Sicilia, la Puglia, Firenze e la costa amalfitana. “Ognuna delle nostre residenze viene ricercata e selezionata dal team della Experience per la sua unicità e per il senso di pace caratteristico di ogni destinazione”

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Explore Sicily’s south-west coast by staying at Verdura Villas with uninterrupted ocean views. Combine space and privacy with the luxury services of five-star Rocco Forte’s Verdura Resort which includes a private beach, restaurant and spa.

expectations, “For every 10 to 15 villas we look at, only one makes the cut.” Once you arrive, you can expect to find professionally decorated properties with fully updated chef-grade kitchens, modern bathrooms, WiFi, air conditioning, infinity edge pools, gardened landscapes and stunning views. Bach confirms that these high standards are what draw members to book. However, she adds, “Experiences coordinated by our local hosts, like residence cooking classes in Sicily, are what members rave about the most.” While European villa guests get a true glimpse of local life in their sumptuous setting, there is a feeling of living in the destination, not just visiting it. “We want the experience to feel like you have a friend in town who might meet you for an aperitivo, share shopping tips or walk you to the boat dock to meet your captain for a sunset sail. It’s truly a remarkable experience.” Of course, the luxury travel options are endless even if you don’t belong to a designated club. And while newbie Italophiles may gravitate to regions such as Tuscany that already get a lot of the fanfare, for those who crave a less trodden destination, executive chef and owner of

afferma Bach. Consapevole delle grandi aspettative dei nostri soci “Tra le 10-15 ville che prendiamo in considerazione, solo una ce la fa”. Una volta a destinazione, ci si può aspettare di trovare proprietà decorate con professionalità, con cucine degne di uno chef, bagni moderni, WiFi, aria condizionata, piscine infinity, giardini ben curati e viste spettacolari. Bach conferma che sono proprio questi alti standard ad invogliare i soci a prenotare. Aggiunge però che “le esperienze coordinate dagli anfitrioni in loco, come le lezioni di cucina in Sicilia, sono ciò che i nostri soci più desiderano”. Oltre ad assaporare un vero scorcio della vita locale in un’ambientazione sontuosa, gli ospiti delle ville europee hanno la sensazione di viverci in quella destinazione e non solo di esservi in visita. “Vogliamo che vivano un’esperienza simile a quella di quando si va a trovare un amico in città con cui incontrarsi per un aperitivo, per scambiarsi consigli sullo shopping o incontrare il capitano sul pontile per un giro in barca al tramonto. È un’esperienza assolutamente fantastica”. L’offerta dei viaggi di lusso è, ovviamente, infinita pur non essendo soci di un club specifico. E sebbene i neo-appassionati dell’Italia si concentrino su regioni come la Toscana che godono già di fama enorme, per coloro che desiderano una meta meno battuta, il primo cuoco e proprietario della The Imperial Luxury Event Space di Toronto, Rino Perruzza risponde alla perfezione offrendo un sontuoso soggiorno


TRAVEL

The four-bedroom Casali di Casole villas offer serenity on a remote estate set among acres of olive groves and vineyards, pool and spectacular sea views.

The Imperial Luxury Event Space in Toronto, Rino Perruzza answers that call to perfection with a sumptuous stay in Italy’s green heart region, Umbria. Equating the luxury experience with perfection, he repeats it emphatically when he talks about the recently renovated Villa Monte Del Lago. Its inviting interiors, the stunning vantage points and spectacular unforgettable sunsets all in an idyllic setting. That seamless perfection doesn’t just happen. Perruzza’s love affair with Umbria and hospitality began in the early ‘90s when after university, he trained under first-rate chefs in Tuscany, Umbria and Rome for seven years. From ma-and-pa to Michelinstarred restaurants, “My time in Italian kitchens are some of the best memories in my life.” Besides refining his culinary skills, the experience informed his luxury hospitality style. “I don’t want to give people just a great meal. I want to bring people together and offer them a perfect experience, one they will never forget.” Awestruck by the beauty of Umbria and its rolling hills, when on the lookout for a villa to host luxury destination stays that would embody the mission of his premier event space, The Imperial, Perruzza asked himself three key questions. Does the villa match the luxury brand at Imperial? Is the location second to none? Will the guests remember this stay forever? The luxurious Villa Monte del Lago situated on Lake Trasimeno delivers on all fronts, and more.

nel cuore verde dell’Italia, l’Umbria,dove si coniugano esperienza di lusso e perfezione, ripete con enfasi quando parla di Villa Monte del Lago, da poco rinnovata. Interni accattivanti, meravigliosi punti di forza e spettacolari tramonti impossibili da dimenticare, il tutto in un’ambientazione idilliaca. Questa perfezione non capita certo per caso. Il rapporto d’amore di Perruzza per l’Umbria e l’ospitalità è cominciato all’inizio degli anni Novanta quando, terminata l’università, ha fatto tirocinio sotto la guida di cuochi di prima categoria in Toscana, Umbria e Roma per sette anni. Dalla cucina casereccia a quella di ristoranti stellati Michelin: “Il periodo trascorso nelle cucine italiane è uno dei ricordi più belli della mia vita”. Al di là di raffinare le sue abilità culinarie, l’esperienza ha forgiato il suo stile lussuoso nel campo dell’ospitalità. “Non mi interessa limitarmi ad offrire pietanze eccezionali. Voglio che le persone si riuniscano per offrir loro un’esperienza perfetta, una di quelle che non scorderanno mai”. Esterrefatto dalla bellezza dell’Umbria e delle sue colline sinuose, quando era alla ricerca di una villa che potesse offrire soggiorni di lusso e che corrispondesse alla missione del suo spazio per eventi di prima categoria, The Imperial, Perruzza si è posto tre domande. Il lusso della villa corrisponde a quello del The Imperial? Si trova in un posto senza pari? Gli ospiti si ricorderanno per sempre di questo soggiorno? La lussuosaVilla Monte del Lago situata sul lago Trasimeno ne ha tutte le caratteristiche ed oltre.

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TRAVEL

Villa Monte Del Lago has a heated infiinity pool that overlooks an evocative panorama of Lake Trasimeno. Enjoy cocktails by the pool, and gourmet dinners al fresco on the terrace.

“No longer playing little brother to Tuscany, Umbria is finally coming out of its shell,” he claims. The expertly crafted five-day stay is where he, alongside his personal concierge team of five, host up to 16 people in a sprawling villa overlooking the lake. Comprised of three main buildings which house ultra-luxurious rooms and suites, a cigar room, a fully operational gym and inviting lounge spaces, there is a perfect balance of both private and common spaces for relaxation or recreation. Outside, a heated infinity pool that overlooks the lake awaits as well as tennis and bocce courts with various lounge areas are perfect for cocktails. The large dining area on the panoramic terrace is the ideal space for Perruzza to treat his guests to Umbrian dishes, inspired by local and seasonal ingredients. “The main selling feature of the villa is the stunning sunset,” confesses Perruzza. “The first time we visited, we stayed for the sunset ed era proprio uno spettacolo.”

“Non più considerata la sorella minore della Toscana, l’Umbria è uscita finalmente dal guscio” sostiene. Il soggiorno di cinque giorni programmato alla perfezione è dove, assieme alla sua squadra costituita da cinque concierge dedicati, ospiterà un massimo di 16 persone in un’eccezionale villa affacciata sul lago. Costituita da tre edifici principali che ospitano camere e suite extra lusso, una sala sigari, una palestra totalmente attrezzata e begli spazi lounge, offre un equilibrio perfetto tra spazi riservati e spazi comuni per il relax o lo svago. Ad attendervi all’esterno, ci sono una piscina infinity riscaldata affacciata sul lago, campi da tennis e da bocce con varie zone lounge ideali per gustarsi un cocktail. L’ampia sala ristorazione sulla terrazza panoramica è il luogo ideale secondo Perruzza per far gustare agli ospiti i piatti umbri, ispirati alla cucina tradizionale e preparati con ingredienti di stagione. “Il punto forte della villa sono i tramonti spettacolari” confessa Perruzza. “La prima volta in cui ci siamo stati, siamo rimasti fino al tramonto che era proprio uno spettacolo.”

Sometimes, the best things in life really are free.

A volte, le cose migliori nella vita sono in realtà quelle gratuite.

For information on Exclusive Resorts and membership, go to www.exclusiveresorts.com To book a stay at Villa Monte Del Lago, go to www.theimperialtoronto.com Per informazioni sulla Exclusive Resorts e sull’ottenimento dello stato di socio, visitate il sito www.exclusiveresorts.com Per prenotare un soggiorno a Villa Monte Del Lago, visitate www.theimperialtoronto.com

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TRAVEL

Photo by Battistessa Luglio

Villa Medici’s sumptuous living room

Photo by Jenvus Loci

Hassler Hotel sits in a coveted spot atop the Spanish Steps

Palm Court Garden is an idylic spot for a spritz or aperitivo

How to Tap Rome’s Five-Star Lifestyle Come assaporare lo stile di vita a cinque stelle di Roma In search of la dolce vita in the Eternal City? Try a luxury hotel BY - D I M AU R E E N L I T T L E J O H N

Alla ricerca della dolcevita nella Città Eterna? Concedetevi un hotel di lusso

If

you want to experience the luxe life in Rome, look to a five-star hotel that rolls out the red carpet. Even if you aren’t staying there, it’s worth popping into the lobby for a look, stopping by for a drink or sampling the cuisine. Hassler Hotel: Fit for a princess Located at the top of the Spanish Steps, the Hassler Hotel has attracted a who’s who of royals, stars and artists since it opened in 1893. The 87-room hotel’s guestbook includes Pablo Picasso, Prince Rainier of Monaco and Grace Kelly, Audrey Hepburn (during the filming of A Roman Holiday) and Princess Diana. Hepburn stayed in the San Pietro Suite on the 6th floor with a view of St. Peter’s Basilica. Even today, you might spy an A-list celebrity sipping a negroni in the Hassler Bar. At Imàgo, the 6th floor, Michelin-starred restaurant, chef Andrea Antonini delivers 11-course tasting menus that might include beetroot, sour cream and caviar, or sea cucumber in green sauce. Another dining option is Salon Eva for breakfast, lunch, afternoon tea and dinner. In winter, you’ll be seated in the rubyhued dining room. In summer, you’re surrounded by foliage in the outdoor Palm Court. Brother and sister Roberto Jr. and Veruschka Wirth, thirdgeneration owners, take pride in the hotel’s independent character and history. “The secret of our family tradition, what our grandmother and father passed on to us, is the love and passion for the work,” they agree.

Se

vi va di concedervi una vita lussuosa a Roma, cercate un hotel a cinque stelle con tanto di tappeto rosso. Anche se non vi soggiornate, vale la pena visitarne la hall, o andarci per prendere qualcosa da bere o da mangiare. Hassler Hotel: Perfetto per una principessa Situato in cima alla Scalinata di Trinità dei Monti, l’Hassler Hotel ospita tutta la crème di nobili, stelle e artisti sin dalla sua inaugurazione avvenuta nel 1893. Il libro degli ospiti dell’hotel di 87 camere include Pablo Picasso, il principe Ranieri di Monaco e Grace Kelly, Audrey Hepburn (durante le riprese del film Vacanze romane) e la principessa Diana. La Hepburn ha soggiornato al sesto piano, nella suite San Pietro con vista appunto sulla Basilica di San Pietro. Ancor oggi, è possibile scorgere celebrità di primo livello a bersi un Negroni all’Hassler Bar. All’Imagò, ristorante stellato Michelin ubicato al sesto piano, il cuoco Andrea Antonini prepara un menù degustazione di 11 portate tra cui si possono trovare la barbabietola, la panna acida e il caviale, o i cetrioli di mare in salsa verde. In alternativa, c’è il Salone Eva per la colazione, il pranzo, il tè pomeridiano o la cena. In inverno, verrete fatti accomodare in una sala da pranzo dai toni rubino. In estate, sarete circondati dal verde della Palm Court all’aperto. I fratelli Roberto Jr. e Veruschka Wirth, proprietari di terza generazione, sono molto fieri del carattere indipendente e della storia dell’hotel. “Il segreto della tradizione della nostra famiglia, trasmessoci dalla nonna e da nostro padre, sono l’amore e la passione per il lavoro” concordano.

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Dining at Sofitel Rome Villa Borghese restaurant Settimo comes with outstanding city views

Fresh pops of colour brighten the lounge at Singer Palace

Sofitel Rome Villa Borghese: Go for the garden gazing An elegant white façade greets you at this 78-guestroom, 19th-century palazzo next to the Villa Borghese. Inside, the hotel sings with crisp modernity. The snappy interior design by architect Jean-Philippe Nuel melds today with traditional. Settimo, a rooftop lounge and restaurant, provides a serene escape. Enjoy a cocktail while viewing the Villa Borghese gardens and St. Peter’s Basilica. Hungry? Sample a time-honoured Roman dish with a 21st-century twist by executive chef Giuseppe D’Alessio. The hotel’s experiential offerings make it really stand out. A five-night, luxury garden program collaborated with Stendhal Tours takes you to the Borghese, Vatican and Tivoli gardens. The Senses of Rome journey propels you through hat-making, floral design and a rooftop restaurant takeover accompanied by live opera performances. Or consider the $50K Milestone Birthday Package with five nights of accommodation for up to 14 people that includes hot air balloon rides, Vespa tours and gladiator training. “Sofitel Rome Villa Borghese connects guests to local culture through curated activities not offered by other hotels. These offerings give guests the chance to dive into Italian culture,” notes Manuela Rampado, the hotel’s director of sales and marketing.

Sofitel Roma Villa Borghese: Visita ai giardini Ci sarà un’elegante facciata bianca ad accogliervi in questo palazzo di 78 camere, situato nei pressi di Villa Borghese e risalente al XIX secolo. Al suo interno, l’hotel si caratterizza per una netta modernità. I fini interni progettati dall’architetto Jean-Philippe Nuel si fondono con uno stile classico. Settimo, ristorante e lounge ubicato sul terrazzo, offre un angolo di serenità. Prendetevi un cocktail e ammirate il panorama sui giardini di Villa Borghese e della Basilica di San Pietro. Avete fame? Gustatevi la rivisitazione in chiave XXI secolo di un piatto della tradizione romana preparato dal capocuoco Giuseppe D’Alessio. A contraddistinguere l’hotel, vi è la sua offerta esperienziale. Il programma di cinque giorni giardini di lusso, creato in collaborazione con la Stendhal Tours vi condurrà nei giardini di Villa Borghese, del Vaticano e di Tivoli. Il Tour dei sensi di Roma vi porterà tra creazione di cappelli, design floreale e un ristorante sul tetto con tanto di esibizioni liriche dal vivo. In alternativa, potreste prendere in considerazione un pacchetto compleanni da 50.000 dollari in grado di ospitare fino a 14 persone e che comprende giri in mongolfiera, in Vespa, e un addestramento da gladiatore. “Il Sofitel Roma Villa Borghese mette i suoi ospiti in contatto con la cultura locale attraverso una serie di attività dedicate che non vengono offerte da nessun altro hotel. Queste offerte concedono agli ospiti l’opportunità di immergersi nella cultura italiana” sottolinea Manuela Rampado, direttore delle vendite e del marketing dell’hotel.

Singer Palace: Wrap yourself in Art Deco details Glamorous and intimate, the Singer Palace was once the headquarters of the famous sewing machine company’s European operations. Built in 1930, the Art Deco structure opened its doors as a 30-guestroom hotel in 2018. Geometric door handles, a dark wood entrance and a marble staircase are part of its origin story. You’ll find al fresco dining on the fifth floor at the Terraces Restaurant. Head to Jim’s Bar on the rooftop terrace for a 1920s-inspired cocktail.

Singer Palace: Lasciatevi avvolgere dai dettagli dell’Art Deco Affascinante ed intimo, il Singer Palace fu un tempo il quartier generale operativo in Europa della famosa azienda di macchine da cucire. Costruita nel 1930, la struttura in Art Deco ha aperto le porte in qualità di hotel di 30 camere nel 2018. Le maniglie delle porte dalla forma geometrica, l’ingresso in legno scuro e una scala in marmo risalgono alle sue origini storiche. Al ristorante Le terrazze, ubicato al quinto piano, troverete una sala ristorazione al fresco. Recatevi al Jim’s Bar sulla terrazza dell’ultimo piano per gustarvi un cocktail ispirato agli anni Venti.

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TRAVEL

Anantara Palazzo Naiadi Rome, built on the ruins of the ancient Baths of Diocletian

Balconies at the Anantara Palazzo Naiadi Rome are made for sipping wine and watching the world go by

“We provide a service beyond luxury, with great attention to detail. The team caters to couples, families, young and non-young guests and makes them feel at home during their vacation,” explains Federica Fuga, the hotel manager. Attention to detail helps when booking a tour. Maurizio D’Atri, a seventh-generation Roman, author and scholar, is a guide who works exclusively with the Singer Palace. An expert in Rome’s hidden secrets, he can delve into the legends of ancient Romans, or provide stories on famous fountains. Other experiences include gelato-making and pizza-making classes, or a visit to bespoke atelier Battistoni, where the walls hang with pieces by Modigliani, Gentilini and Picasso, who traded art for suits.

“Offriamo un servizio che va al di là del lusso, con grande attenzione al dettaglio. Il team si dedica alle coppie, alle famiglie, agli ospiti giovani e meno giovani facendoli sentire a casa nel corso della vacanza” spiega Federica Fuga, manager dell’hotel. L’attenzione al dettaglio è importante al momento di prenotare un tour. Maurizio D’Atri, romano da sette generazioni, è una guida che lavora esclusivamente per il Singer Palace. Esperto dei segreti nascosti di Roma, vi fa immergere nelle antiche leggende romane o vi racconta la storia delle fontane famose. Tra le altre esperienze ci sono: lezioni per la preparazione del gelato o della pizza, o una visita al noto atelier Battistoni, alle cui pareti sono appesi pezzi di Modigliani, Gentilini e Picasso, che offrivano le proprie opere in cambio di abiti.

Anantara Palazzo Naiadi Rome: Revel in the spice of life Old-world allure meets modern comfort at the Anantara Palazzo Naiadi Rome. Located in Piazza della Repubblica, this 232-guestroom hotel features elements commissioned by Pope Clement XI for the Vatican in 1705. Plus, it’s built on the ruins of the Baths of Diocletian, the largest public bath complex in ancient Rome. Enjoy an aperitivo in the Lobby Lounge Bar. Or sip a glass of bubbly at the Champagnerie overlooking the Piazza. INEO Restaurant Executive Chef Heros de Agostinis creates menus based on his Italian roots combined with world travels. The hotel also boasts a much sought-after amenity. “The rooftop pool is a rare luxury in the city centre of Rome, ensuring guests can enjoy the Roman dream with a cocktail in hand and mesmerizing views,” notes hotel general manager Francesco Mennella. End your day at Anantara Spa. Try the Diocletian Spa & Bath Ritual with a scrub of sea salt, olive oil, honey, laurel, sage and lavender. The final body massage ensures you walk out feeling like a strand of cooked linguini. Looking for a how-to experience? Try the Spice Spoon Cooking Class with a hotel chef. Visit a local market, then make Roman pasta that you can wow your friends with at home.

Anantara Palazzo Naiadi Roma: Rivela le spezie della vita Il fascino dell’antico si incontra con il comfort del moderno all’Anantara Palazzo Naiadi Roma. Situato in Piazza della Repubblica, in questo hotel di 232 camere si trovano elementi commissionati da Papa Clemente XI per il Vaticano nel 1705. Inoltre, è costruito sulle rovine delle Terme di Diocleziano, il maggiore complesso termale dell’antica Roma. Godetevi un aperitivo nel Lobby Lounge Bar; ovvero, sorseggiate un bicchiere di spumante della champagneria che si affaccia sulla piazza. Il primo cuoco del ristorante INEO, Heros de Agostinis, crea menù basati sulla tradizione italiana con un tocco estero. L’hotel vanta inoltre di servizi molto ricercati. “La piscina sul tetto è un lusso raro nel centro di Roma ed offre agli ospiti la possibilità di godersi il sogno romano con un bel cocktail in mano dinnanzi a vedute mozzafiato” fa notare il general manager dell’hotel Francesco Mennella. Per concludere la giornata, recatevi presso la Anantara spa. Concedetevi il rituale Diocleziano, trattamento che prevede uno scrub a base di sale, olio d’oliva, miele, alloro, salvia e lavanda. Dopo il massaggio finale, ve ne andrete sentendovi rilassati come un filo di linguine cotte. Siete alla ricerca di un qualcosa di esperienziale? Partecipate al corso di cucina Spice Spoons con il cuoco dell’hotel. Visitate un mercato locale per poi preparare un piatto di pasta alla romana con cui stupire i vostri amici.

Now that’s la dolce vita.

Questa sì che è dolcevita!

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$36 FOR 3 YEARS w w w. p a n o ra m i t a l i a . co m / s u b s c r i b e

TH E IT A SU M M L IA N ER -C A 20 NA 24 | N D IA N O. 15 0 M AG A

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RECIPE

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Recipe & photography by

Gabriel Riel-Salvatore Managing Editor g.salvatore@panoramitalia.com

Quick Pasta e Fagioli Pasta e Fagioli veloce

H

alfway between a thick soup and creamy pasta, this comforting dish is common in many parts of Italy and counts endless variations. The trick to preparing it during the week is to use canned beans and short pasta. You can add a small portion of pureed beans to thicken the final broth. Perfect without meat, some prefer it with crispy pancetta or gambuccio (end part of the prosciutto). I prefer making it with salami and plenty of Pecorino Romano cheese.

A

metà strada tra una zuppa densa e una pasta cremosa, questo piatto riconfortante è diffuso in molte parti d’Italia e conta infinite varianti. Il trucco per prepararlo durante la settimana è utilizzare fagioli in scatola e pasta corta. Si può aggiungere una piccola porzione di purea di fagioli per addensare il brodo finale. Perfetto senza carne, alcuni lo preferiscono con pancetta croccante o gambuccio (parte finale del prosciutto). Io preferisco prepararlo con il salame e sempre con abbondante pecorino romano.

Ingredients / Ingredienti extra-virgin olive oil, plus more for drizzling / . . . . 3 tbps / cucchiai d’olio extravergine d’oliva, più altri per irrorare salami (fuet or salsiccia passata), pancetta or gambuccio / . . . . 100-200g roughly diced / tagliato grossolanamente a cubetti salame (fuet o salsiccia passata), pancetta o gambuccio onion / cipolla . . . . ½ finely chopped / tritata finemente small carrot / carota piccola . . . . 1 finely chopped / tritata finemente celery stalk / gambo di sedano . . . . 1 finely chopped / tritato finemente tomato paste or 6-8 cherry tomatoes / . . . . 1 tbps or halved / cucchiai o divisi a metà concentrato di pomodoro o 6-8 pomodori ciliegini canned peeled tomatoes / . . . . 400 g chopped and crushed / tritati e schiacciati pomodori pelati in scatola vegetable stock / brodo vegetale . . . . 3 cups / tazze garlic cloves / spicchi d’aglio . . . . 2 salt and pepper / sale e pepe . . . . to taste / a piacere canned beans (preferably Cannellini or Borlotti) / . . . . 400 g drained and rinsed / scolati e sciacquati fagioli in scatola (preferibilmente Cannellini o Borlotti) dry tubetti rigati pasta / pasta secca tubetti rigati . . . . 250-500 g fresh basil leaves / . . . . roughly chopped (optional) / tritate grossolanamente (facoltativo) foglie di basilico fresco grated Pecorino Romano cheese, for serving / . . . . 50 g formaggio pecorino romano grattugiato, per servire

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RECIPE

Preparation / Preparazione • Heat the olive oil in a large pot over low-medium

• Scaldare l’olio d’oliva in una pentola grande a fuoco medio-

• Add the tomato paste or fresh cherry tomatoes.

• Aggiungere il concentrato di pomodoro o i pomodorini

• Stir in the tomatoes. Bring to a simmer. Cook until

• Aggiungere i pomodori. Portare a ebollizione. Cuocere

heat. Add salami and garlic clove and cook for 5 minutes until the fat has rendered out from the meat. Once the salami crisps, add the onion, carrot and celery. Sauté until the soffrito becomes tender, around 8 minutes. Cook for 2 to 5 minutes.

the ingredients are well combined, about 5 minutes.

• Add the cannellini beans and pour in the stock.

Continue cooking for another 10-12 minutes, the time it takes to cook the pasta. (Some cook the pasta directly in the sauce).

• Toss al dente pasta in the sauce, then season with

salt and black pepper. Add cooking water or vegetable stock to achieve preferred thickness of the sauce. Sprinkle with Pecorino cheese before serving.

basso. Aggiungere il salame e lo spicchio d’aglio e cuocere per 5 minuti, finché il grasso della carne non si sarà sciolto. Una volta che il salame è diventato croccante, aggiungere la cipolla, la carota e il sedano. Soffriggere finché il tutto non diventa tenero, circa 8 minuti. freschi. Cuocere per 2-5 minuti.

fino a quando gli ingredienti sono ben combinati, circa 5 minuti.

• Aggiungere i fagioli Cannellini e versare il brodo. Contin-

uare la cottura per altri 10-12 minuti, il tempo necessario per cuocere la pasta (alcuni la risottano direttamente nel sugo).

• Versare la pasta al dente nel sugo, quindi condire con sale

e pepe nero. Aggiungere acqua di cottura o brodo vegetale per correggere lo spessore della salsa. Cospargere con pecorino prima di servire.

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BY - D I C A S S A N D RA M A R S I L L O

Tagliala!

It’s

no secret that Montreal and Toronto have an amazing pizza scene. Bakeries around the two cities have been serving white and red pizza baked in a rectangular pan for decades. A new generation of bakers and pizzaioli are now offering the Roman style version with a wide variety of toppings for all tastes. Here’s a handful of favourites known for their flavour and flair.

N

on è un segreto che a Montreal e a Toronto il panorama della pizza sia eccezionale. Da decenni, i forni di entrambe le città servono pizza bianca e al pomodoro, infornata in teglie rettangolari. Adesso, una nuova generazione di fornai e pizzaioli offre la versione romana con una varietà di condimenti per tutti i gusti. Ecco una selezione dei nostri posti preferiti, noti per il loro sapore e il loro gusto. Sin dall’inaugurazione nel 2015, il Café San Gennaro è certamente il preferito della comunità. Ispirandosi ai forni romani come quelli di Lucarelli e Bonci, il suo impasto è soffice, super idratato e leggero. L’azienda a conduzione familiare si è convertita alla pizza alla romana perché: “È perfetta da asporto, da mangiare il giorno dopo, è perfetta per tutto” ha spiegato Mauro Covone, coproprietario e cofondatore. La prima volta? Covone suggerisce la pizza con caciocavallo o la caprese guarnita con mozzarella fresca del Quebec.

MONTREAL Café San Gennaro

69 Rue Saint-Zotique Est San Gennaro is definitely a community favourite since opening in 2015. Inspired by Roman bakeries like Lucarelli and Bonci, their dough is soft, super hydrated, and light. This family-run business turned to Roman-style pizza because: “It’s great to go, for leftovers, everything,” explained Mauro Covone, co-owner and co-founder. First time trying? Covone, suggests the caciocavallo or the caprese topped with fresh Quebec-made mozzarella.

Ugo Pizzeria

In questo imperdibile locale, che avrà presto una nuova sede, la pizza è fatta con amore e nel modo più verace possibile. L’impasto soffice e croccante di Ugo splende (sempre, ma soprattutto) associato al sugo di pomodoro fatto a mano con ingredienti freschi. “La nostra pizza rossa viene spesso trascurata. Il giudizio sulla bontà della pizza non viene dai condimenti” spiega la proprietaria Lily Koutsos. “È l’impasto, è questa l’essenza della pizza al taglio”. La pizzeria Ugo ha tratto ispirazione dalla madre di Koutsos, la quale ha sempre fatto il suo pan pizza di lievito madre tipico siciliano. “La gente la chiama romana, ma è anche siciliana!”.

681 de la Commune St W. or 1 Westmount Square, Food Court C-115 Made with love and as authentic as you can get, you don’t want to miss trying this spot with a new location coming soon. Ugo’s soft and crunchy dough shines (always, but especially) in combination with their tomato sauce, made by hand from fresh ingredients. “Our rossa is often overlooked. Confidence in your pizza doesn’t come from the toppings,” explained owner Lily Koutsos. “It’s the dough; that’s the essence of pizza al taglio.” Ugo was inspired by Koutsos’ mom, who has always made her traditional Sicilian sourdough pan pizza. “People call it Roman, but it’s Sicilian, too!”

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Segreta

Se la folla a pranzo e la fila fuori nel fine settimana ci dicono qualcosa è che quella di Segreta è una fetta ambita della nostra città. Per Richi Ourichian, proprietario e pizzaiolo, è il cibo numero uno al mondo e una tela meravigliosa con la quale gli piace sperimentare. Il menu della pizzeria Segreta non si limita a ricreare sapori italiani tipici di Roma, ma cerca sempre di adattare e incorporare l’elemento montrealese. La Cup & Crisp pepperoni con burrata e miele speziato ne è un ottimo (squisito) esempio. Ourichian spera di essere uno dei molti locali che contribuiscono a far inserire Montreal nella lista delle città con un’ottima pizza. Vi siete convinti a provare la pizza di Segreta? Suggerisce la Sottosopra: “Una margherita all’ennesima potenza”.

413 Beaumont Ave If the lunchtime rush and weekend lines out the door tell us anything, it’s that Segreta is a coveted slice in our city. For Richi Ourichian, owner and pizzaiolo, it’s the number one food in the world and a great canvas with which he loves to experiment. Segreta’s menu isn’t just focused on recreating Italian flavours from Rome, but always adapting and incorporating its Montreal locality. Their Cup & Crisp pepperoni with burrata & spicy honey is a great (and delicious) example. Ourichian hopes to be one of the many local spots helping to put Montreal on the map as a strong pizza city. Convinced to give Segreta a try? He suggests the Sottosopra: “A margherita on steroids.”

Pizzeria Redipizza

Michele Casale, proprietario e cuoco della pizzeria Redipizza, aveva promesso alla figlia che un giorno avrebbe fatto la miglior pizza di Montreal. Nel 2018, ha vinto il titolo in città. A quel punto ha puntato al successo nazionale ed è stato nominato Pizza Chef dell’anno in un concorso tenutosi a Toronto nel 2020. “Ciò che rende diversa la pizza al taglio è che la puoi reggere con una mano e rimane piatta. Ci deve essere una base croccante e molta aria nell’impasto”. Il rispetto e la passione di Casale per la pizza al taglio sono tangibili ad ogni morso grazie a sapori che rievocano le pizzerie italiane. Da otto anni gestisce il locale con la moglie e mi ha detto che la pizza la mangia tutti giorni.

2074 Rue Thierry Michele Casale, owner and chef of Redipizza, promised his daughter he would make the best pizza in Montreal one day. In 2018, he won that title in the city. He then aimed for national acclaim and was named Pizza Chef of the Year in a Toronto-based contest in 2020. “What makes pizza al taglio different is that you can hold it with one hand and it stays flat. It has to have a crunchy bottom and lots of air in the dough.” Casale’s respect and passion for pizza al taglio is tangible in every bite, with flavours reminiscent of Italian pizzerie. He has been running the business with his wife for the last eight years and told me that he eats his pizza every day.

TORONTO Ciao Roma Pizzeria

Questo è il nonno della pizza al chilo. Infatti è l’unico posto nella GTA che taglia e pesa la vostra fetta preferita. Gli appassionati vi diranno che è tutto nell’impasto prodotto da questo famoso ristorante. Ciao Roma è rimasto fedele alle sue radici romane. Tra i piatti più venduti ci sono l’iconica marinara (salsa di pomodoro fresco con spicchi d’aglio, olio d’oliva e origano) e la golosa patate (una pizza sorprendente che esalta il rosmarino, la mozzarella e le patate). Anni fa, il proprietario Rob Federici si recò in Italia per imparare dai maestri quale fosse l’impasto migliore: portò a casa il meglio per i suoi fan.

28 Royce Rd. Unit 12A Woodbridge This has to be the granddaddy of pizza by the pound. In fact it’s the only place in the GTA that slices and weighs your favourite slice of nice. Fans will tell you it’s all in the dough produced by this famous eatery, where Ciao Roma has stayed true to its Roman roots. Best sellers include the iconic marinara (fresh tomato sauce with hints of garlic, olive oil and oregano) and the mouthwatering patata (amazing pizza paying homage to rosemary, mozzarella and potato). Years ago, owner Rob Federici travelled to Italy to learn from the masters on what makes the best dough; he brought home the best for his fans.

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Sud Forno

Questa iconica azienda italiana offre luoghi dove incontrare amici e mangiare pizze tradizionali insieme ad altri piatti. La chiave è la semplicità e la qualità degli ingredienti, importati direttamente dall’Italia. Festeggiando più di 30 anni di cucina tradizionale italiana, Sud Forno offre un’ampia gamma di prodotti: “I nostri valori fondamentali basati sulla tradizione sono una testimonianza della nostra longevità”, si legge sul sito, al punto che i ristoranti evitano qualsiasi modifica o ordine speciale. Perché? “Molti dei piatti che prepariamo sono profondamente radicati nella cucina regionale italiana e non siamo mai stati interessati a reinventarli”. La loro “Crazy Eight” - 8 fette di gusti preferiti - comprende Margherita, Cacciatrice, Toto e Matta, oltre a una deliziosa pizza Carciofina fatta con pomodoro, mozzarella, carciofi, salame e funghi.

Several locations This iconic Italian food company offers places where people enjoy friendships and traditional pizzas along with other dishes. The key is the simplicity and quality of ingredients that are imported directly from Italy. Celebrating more than 30 years of traditional Italian fare, Sud Forno delivers in droves: “Our core values of staying true to tradition are a testament to our longevity,” notes the site—to the point the restaurants shun any modifications or special orders. Why? “Many of the dishes we make are deeply rooted in Italian regional cooking and we’ve never been interested in reinventing them.” Their “Crazy Eight”—8 slices of fave flavours—includes Margherita, Cacciatrice, Toto and Matta as well as a lovely Carciofina pizza made with tomato, mozzarella, artichoke, salami and button mushrooms.

Descendant Detroit-Style Pizza

Iniziate con una crosta siciliana spessa e morbida. Quindi ricoprite e aggiungete tutti i migliori condimenti e sapori e otterrete la perfezione della pizza in questo popolare ristorante di Leslieville. Questa pizza, chiamata anche pizza rovesciata, fatta con la salsa versata sopra. Ed è quadrata. Ciò che distingue questa pizza è la fermentazione a freddo dell’impasto per 48 ore. È considerata la prima pizzeria in stile Detroit di Toronto, se non di tutto il Canada!

1168 Queen St. East Start with a thick, chewy, Sicilian crust. Then, heap and drizzle all the best toppings and flavours to bring on pizza perfection at this popular Leslieville eatery. This pizza, also called the upside-down pizza, is made with the sauce ladled on top. And it’s square. What makes this pizza stand out is the 48hour cold fermentation of the dough. It is considered Toronto’s first Detroit-style pizza joint, if not all of Canada!

Eataly Toronto Pizza alla Pala

Da quando Eataly ha aperto diverse sedi nella GTA, i fan si sono riversati non solo nei ristoranti, ma anche nelle varie postazioni di ristorazione, dove è possibile gustare specialità italiane, pizza inclusa. Eataly ha collaborato con gli esperti di Rossopomodoro, un’azienda napoletana di pizzaioli che si attiene alle tecniche tramandate di generazione in generazione per la preparazione della pizza. L’impasto è preparato in modo tradizionale e i condimenti coprono tutti gli standard, senza dimenticare alcune audaci rivisitazioni dei classici, come la Bolognese o la Tricolore con prosciutto di Parma Ferrarini, stracciatella, pomodorini e rucola. La mia preferita è la funghi: funghi cremini e champignon arrostiti con provolone Ghidetti e mozzarella fresca. Si può avere un trancio di pizza diverso per ogni giorno della settimana.

Eataly Yorkville, Sherway Greens and Don Mills Ever since Eataly has opened various locations in the GTA, fans have been flocking not only to the restaurants but also the various food stations, where you can indulge in your favourite Italian treat, including pizza. Eataly teamed up with experts from Rossopomodore, a Napoli-based pizza company that adheres to generations-old techniques on the fine art of pizza making. Dough is made the traditional way from back home, and the toppings cover all the standards, not to mention some daring riffs on classics (like the Bolognese or the Tricolour of Ferrarini: prosciutto di Parma, stracciatella cheese, cherry tomatoes and arugula). My favourite is the funghi—roasted cremini and button mushrooms with Ghidetti provolone and fresh mozzarella. You can have a different pizza slice for every day of the week.

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Italians in the Okanagan Valley Gli italiani nella valle di Okanagan

Stephanie & Sal D’Angelo

What it takes to make a good wine BY - D I A N N A F O S C H I C I A M P O L I N I

Cosa serve per fare un buon vino

“Y

ou don’t buy a winery to make money,” says Daniel Bontorin, owner of Bottega Wine Studio in Cawston, the heart of British Columbia’s Similkameen Valley. He dreamed of becoming a winemaker since he was a boy. His family came to the Okanagan region from Bassano del Grappa, and he helped his father to make wine at home. Bontorin, now 48, started his boutique winery of 3.5 acres in 2012 with his wife, Kristine Witkowski, after taking college courses to expand his knowledge. He is a creative, passionate winemaker with an almost spiritual devotion to the land. His holistic vision is central to his approach to sustainable winemaking. He states: “My methods are minimal and respectful of the terroir and fruit that allows the true character of the wine to be showcased.” His passion is making top-quality rosé wines. His 2010 vintage rosé, produced for Volcanic Hills, won the B.C. Lieutenant Governor’s Award of Excellence. His red and white wines under the labels “Bottega” and “Bottega Reserve” have also gained praise in the Canadian wine community. He knows today’s growing challenges for small producers: “It is much harder than, let’s say, 10 years ago. Grapes, equipment and packaging expenses are up. You have to do marketing, organize tastings and build a reputation. Last March, we had bad weather. It was a setback, but farming is a long-term business. It takes passion and perseverance. Italian generational wineries are a rarity here; family takeover is not happening. Kids sell the farm or start another business. My son Julian is becoming known as an expert wine taster. However, it’s too soon to predict the future.”

“N

on si compra un’azienda vinicola per fare soldi”, spiega Daniel Bontorin, proprietario di Bottega Wine Studio a Cawston, nel cuore della Similkameen Valley della British Columbia. Sognava di diventare un viticoltore fin da ragazzo. La sua famiglia è arrivata nella regione di Okanagan da Bassano del Grappa e lui ha aiutato il padre a fare il vino in casa. Bontorin, oggi 48enne, ha avviato la sua boutique winery di 3,5 acri nel 2012 con la moglie, Kristine Witkowski, dopo aver seguito corsi universitari per ampliare le sue conoscenze. È un viticoltore creativo e appassionato, con una devozione quasi spirituale per la terra. La sua visione olistica è al centro del suo approccio alla vinificazione sostenibile. Egli afferma che: “I miei metodi sono minimali e rispettosi del terroir e dell’uva che permettono di mettere in risalto il vero carattere del vino”. La sua passione è produrre vini rosati di alta qualità. Il suo rosé dell’annata 2010, prodotto per Volcanic Hills, ha vinto il B.C. Lieutenant Governor’s Award of Excellence. Anche i suoi vini rossi e bianchi con le etichette “Bottega” e “Bottega Reserve” sono stati apprezzati dalla comunità vinicola canadese. Conosce le crescenti sfide odierne per i piccoli produttori: “È molto più difficile rispetto a, diciamo, 10 anni fa. Le spese per l’uva, le attrezzature e il confezionamento sono aumentate. Bisogna fare marketing, organizzare degustazioni e costruirsi una reputazione. Lo scorso marzo c’è stato il maltempo. È stata una battuta d’arresto, ma l’agricoltura è un’attività a lungo termine. Ci vogliono passione e perseveranza. Le aziende vinicole generazionali italiane sono una rarità qui. L’acquisizione dai figli non avviene più. I figli vendono l’azienda o iniziano un’altra attività. Mio figlio Julian sta diventando famoso come esperto degustatore di vini. Tuttavia, è troppo presto per prevedere il futuro”.

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Bottega Wine Studio

Even if most Italian-Canadians in B.C. seem to hold a firm belief in their community’s pivotal role in establishing the Okanagan Valley wine industry, local history shows that the first vineyard was planted in 1859 by French Catholic priest Charles Pandosy, who intended to produce sacramental wine for celebrating the Eucharist. Over many decades, Italian immigrants enjoyed their homemade wine. However, the first large enterprise, Calona Winery, was established in 1932 in Kelowna by Pasquale “Cap” Capozzi, Giuseppe Ghezzi and W.A.C. Bennett, who later became the 25th premier of British Columbia. In the middle of the Depression, the three partners saw an opportunity to produce cheap wine from the surplus of Okanagan apples that were wasting. In the 1990s, when the Okanagan apple industry collapsed because of stiff competition from American producers in Washington State, farmers replaced apple orchards with the more profitable vineyards. The Okanagan Valley landscape and industry focus was rapidly changing, and a few local Italians saw an opportunity to become winemakers, capitalizing on their childhood memories of watching their fathers make wine from vine cuttings brought from Italy in their suitcases. Yet to this day, a large percentage of the winemaking business remains in the hands of major corporations. Italian individual winegrowers rely on their unique talent and quest for perfection, like Salvatore D’Angelo, owner of D’Angelo Winery and Guest House located on the Naramata Bench in Penticton, B.C. D’Angelo was born in Abruzzo and came to Canada at age three with his family in 1956. He is an electrician with a teaching certificate from the University of Ontario. His father used to make wine at home with uneven results: one year, he could make good wine, but his next batch could be substandard. He recalls: “One of our relatives here made the best wine in the family. He told me his secret: get fresh grapes and the best grapes. I’m Italian, am I not? I decided to start my winery.” In 1983, D’Angelo bought 50 acres in Amherstburg, in Ontario’s Essex County. By 1989, he produced his first vintage. Ten years later, in 1999, he won the Grape King Award, the annual top honour for having the finest vineyard. In 2001, he moved to British Columbia, where he purchased a plot of prime land on the Naramata Bench on the east shore of Okanagan Lake. He and his children, winemaker Chris D’Angelo and operations manager Stephanie D’Angelo, run eight acres of planted vines and are developing more plots. He sold the Amherstburg property in 2017 but remains the first individual grower-vintner to produce wines in Ontario and British Columbia. D’Angelo’s winning work philosophy: “Quality is grown. To achieve results, you need perseverance.”

Bottega Wine

Anche se la maggior parte degli italo-canadesi in B.C. sembra credere fermamente nel ruolo centrale della propria comunità nella creazione dell’industria vinicola della Okanagan Valley, la storia locale mostra che il primo vigneto fu piantato nel 1859 dal sacerdote cattolico francese Charles Pandosy, che intendeva produrre vino sacramentale per la celebrazione dell’Eucaristia. Per molti decenni, gli immigrati italiani hanno apprezzato il loro vino fatto in casa. Tuttavia, la prima grande impresa, la Calona Winery, fu fondata nel 1932 a Kelowna da Pasquale “Cap” Capozzi, Giuseppe Ghezzi e W.A.C. Bennett, che in seguito divenne il 25° premier della British Columbia. Nel bel mezzo della Depressione, i tre soci videro l’opportunità di produrre vino a basso costo dalle eccedenze di mele dell’Okanagan che si stavano sprecando. Negli anni ‘90, quando l’industria delle mele di Okanagan crollò a causa della forte concorrenza dei produttori americani dello Stato di Washington, gli agricoltori sostituirono i meleti con i più redditizi vigneti. Il paesaggio e l’industria della Valle di Okanagan stava cambiando rapidamente e alcuni italiani del luogo videro l’opportunità di diventare produttori di vino, sfruttando i loro ricordi d’infanzia quando guardavano i loro padri fare il vino con le barbatelle di vite portate dall’Italia nelle loro valigie. Eppure, ancora oggi, una grande percentuale del settore vitivinicolo rimane nelle mani di grandi aziende. I singoli viticoltori italiani si affidano al loro talento unico e alla ricerca della perfezione, come Salvatore D’Angelo, proprietario della D’Angelo Winery and Guest House situata sulla Naramata Bench a Penticton, B.C. D’Angelo è nato in Abruzzo ed è arrivato in Canada all’età di tre anni con la famiglia nel 1956. È un elettricista con un diploma di insegnamento conseguito presso l’Università dell’Ontario. Suo padre era solito fare il vino in casa con risultati irregolari: un anno poteva fare un buon vino, ma il lotto successivo poteva essere inferiore alla norma. Ricorda: “Uno dei nostri parenti qui faceva il miglior vino della famiglia. Mi disse il suo segreto: procurarsi uva fresca e l’uva migliore possibile. Sono italiano, no? Decisi di avviare la mia azienda vinicola”. Nel 1983, D’Angelo acquistò 50 acri ad Amherstburg, nella contea di Essex dell’Ontario. Nel 1989 ha prodotto la sua prima annata. Dieci anni dopo, nel 1999, ha vinto il Grape King Award, il premio annuale per il miglior vigneto. Nel 2001 si è trasferito nella Columbia Britannica, dove ha acquistato un appezzamento di terreno di prima qualità sulla Naramata Bench, sulla sponda orientale del lago Okanagan. Insieme ai suoi figli, l’enologo Chris D’Angelo e la direttrice operativa Stephanie D’Angelo, gestisce otto acri di vigneto e sta sviluppando altri appezzamenti. Ha venduto la proprietà di Amherstburg nel 2017, ma rimane il primo viticoltore individuale a produrre vini in Ontario e British Columbia. La filosofia di lavoro vincente di D’Angelo: “La qualità si coltiva. Per ottenere risultati, occorre perseverare”.

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Remembering Those We’ve Recently Lost With Honour And Grace Maria Tino Nellie Marin

Domenico Figliano Felice Romano

Eva Balentos Luigino Prozzo

Georgia Vlahopoulos Audrey Lorraine Doyle Carlo Milessa

Carmela Rebecca Brusatin Vittorio Di Nallo Mauro Di Francesco

Maria Jose Moreira Benito Parente Giovanni Alampi

Caterina Carnovale Liri Malile Serxhio Jorgoni Olivo Pasquali Costanzo Raimondo Laura Venditti Vacca

Antonio Gagliardi Nicola Laverghetta Matteo Muccilli Gemma Greco Giuseppe Greco Giovanni D’Amico

Rosalia Carnovale Lino Maniezzo Assunta Reda Giuseppe Lavecchia Giuseppina Giancola

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Piedmont’s Renaissance of White Varietals BY - D I M A N D I R O B E RT S O N

Il rinascimento dei vitigni bianchi del Piemonte

P

Il

The White Barolo - Timorasso Borgogno Derthona In 1986, Timorasso had almost disappeared with only one hectare planted in the region. Thanks to producers who believed in its potential, today that number has increased to 2,000 hectares and in the year 2000, the decision was made by producers to name all Timorasso bottlings Derthona. When it comes to Borgogno, grapes are sourced from Colli Tortonesi, located in southeast part of Piedmont, influenced by unique climatic and soil conditions. “The soil provides a unique complexity and structure to Timorasso. The fact that Timorasso can be tough to grow and the yields are so small, the wines are very limited. They are very age-worthy and very beautiful—but small production,” says Fabio Valpreda of Borgogno “In 2014, Borgogno was the first Barolo producer to invest in the area and was looking to produce more quality-driven and

Il Barolo bianco - Timorasso Borgogno Derthona Nel 1986 il Timorasso era quasi scomparso, con un solo ettaro piantato nella regione. Grazie ai produttori che hanno creduto nel suo potenziale, oggi quel numero è salito a 2.000 ettari e nel 2000 i produttori hanno deciso di chiamare tutti gli imbottigliamenti di Timorasso Derthona. Per quanto riguarda Borgogno, le uve provengono dai Colli Tortonesi, situati nella parte sud-orientale del Piemonte, influenzati da condizioni climatiche e pedologiche uniche. “Il terreno conferisce al Timorasso una complessità e una struttura uniche. Il fatto che il Timorasso sia difficile da coltivare e che le rese siano così ridotte, fa sì che i vini siano molto limitati. Hanno un potenziale di invecchiamento e sono molto belli, ma la produzione è piccola” afferma Fabio Valpreda di Borgogno. “Nel 2014, Borgogno è stato il primo produttore di Barolo a

iedmont is no doubt one of the most famous wine regions in the world best known for the hauntingly delicious Nebbiolobased Barolo. I recently experienced tastings that flipped my wine world upside down with white varietals of Nascetta, Timorasso and Cortese from various Piedmont producers. Although unfamiliar, the incredible quality and drinkability of these wines drew me in immediately with their complexity, depth and refreshing minerality. The excitement I felt for these wines cannot be overstated. They were just as complex, refreshing and age-worthy as their red Nebbiolo counterpart. Where have they been all my life? I recently visited this delightful part of the world and need to let you in on a not-so-secret, secret: there’s a Renaissance happening in Piedmont, and its future is bright with white varietals.

Piemonte è senza dubbio una delle regioni vinicole più famose al mondo, nota soprattutto per il suo delizioso Barolo a base di Nebbiolo. Di recente ho assistito a una degustazione che ha capovolto il mio mondo enologico con i vitigni bianchi Nascetta, Timorasso e Cortese di diversi produttori piemontesi. Anche se non li conoscevo, l’incredibile qualità e bevibilità di questi vini mi ha immediatamente attirato con la loro complessità, profondità e rinfrescante mineralità. L’emozione che ho provato per questi vini non può essere sopravvalutata. Erano altrettanto complessi, rinfrescanti e adatti all’invecchiamento come il Nebbiolo rosso. Dove sono stati per tutta la mia vita? Ho visitato di recente questa parte del mondo e devo svelarvi un segreto non tanto segreto: in Piemonte sta avvenendo un rinascimento e il suo futuro è nei vitigni bianchi.

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Pietro Di Pasquale

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precious wines like Timorasso Derthona. This is the Barolo of white wines; it has power and structure, with the ability to age for 20 or 30 years despite seeing any oak. This is the unique beauty of the characteristic of the grape—incredible quality whether you drink now or 20 years from now,” according to Luca Collia of Borgogno This grape has exploded in popularity with many producers, and is being sought out by representatives all over the word. While for now it is still a DOC, the DOCG status is not far off, so it might be wise to invest in these wines. The 2022 Derthona from Borgogno was outstanding. Captivating notes of white peach, pear, quince and honey lead to a structured palate of depth and elegance with zesty acidity and a long, mineral finish.

investire nella zona, cercando di produrre vini più pregiati e di qualità come il Timorasso Derthona. Questo è il Barolo dei vini bianchi; ha potenza e struttura, con la capacità di invecchiare per 20 o 30 anni senza vedere il rovere. Questa è la bellezza unica della caratteristica dell’uva: una qualità incredibile sia che si beva ora sia che si beva tra 20 anni”, secondo Luca Collia di Borgogno. Quest’uva è esplosa in popolarità presso molti produttori ed è ricercata da rappresentanti di tutto il mondo. Sebbene per ora sia ancora una DOC, lo status di DOCG non è lontano, quindi adesso è il momento di investire in questi vini. Il Derthona 2022 di Borgogno era eccezionale. Note accattivanti di pesca bianca, pera, mela cotogna e miele conducono a un palato strutturato, profondo ed elegante, con un’acidità vivace e un finale lungo e minerale.

Mandi Robertson with Mirafiore agronomist Alberto Grasso

A Wine fit for a King - Nascetta Casa E. di Mirafiore In the late 19th century, Emanuele Alberto di Mirafiore founded Casa E. di Mirafiore in the heart of Piedmont. Known for its exceptional Barolo, the winery quickly gained a royal reputation. Today, Mirafiore thrives on this heritage, combining sustainable practices with modern technology to produce wines that capture the region’s unique terroir, especially when it comes to Nascetta. “Nascetta is an indigenous grape of the Langhe. It used to be forgotten, and almost disappeared, but a handful of producers revived it. It’s gaining in popularity because it’s one of the most famous aromatic grapes of the region. It’s exciting because not only is the wine ready to enjoy now, but its high acidity and aromatic appeal make it perfect for ageing,” says Andrea Conti, a Mirafiore winemaker. Historically, Nascetta was made as a sweet wine or used as a blend with other Piedmontese grapes. Nascetta is now a DOC Langhe wine and is a rockstar white variety due to its versatility and stylish expression. Whether it’s matured in stainless steel or oak, this wine maintains a wonderful vibrance, with a straw yellow colour and notes of citrus, pear and mellow pineapple with hints of rosemary and an insanely appetizing minerality. Given its renaissance, we are only beginning to see the potential of this age-worthy grape.

Un vino da re - Nascetta Casa E. di Mirafiore Alla fine del XIX secolo, Emanuele Alberto di Mirafiore fondò Casa E. di Mirafiore nel cuore del Piemonte. Conosciuta per il suo eccezionale Barolo, la cantina si guadagnò rapidamente una reputazione regale. Oggi, Mirafiore prospera su questa eredità, combinando pratiche sostenibili con la tecnologia moderna per produrre vini che catturano il terroir unico della regione, soprattutto quando si tratta di Nascetta. “La Nascetta è un’uva autoctona delle Langhe. Un tempo era dimenticata e quasi scomparsa, ma una manciata di produttori l’ha riportata in auge. Sta guadagnando popolarità perché è una delle uve aromatiche più famose della regione. È emozionante perché non solo il vino è pronto per essere gustato subito, ma la sua elevata acidità e il suo fascino aromatico lo rendono perfetto per l’invecchiamento”, racconta Andrea Conti, enologo di Mirafiore. Storicamente, la Nascetta veniva prodotta come vino dolce o utilizzata come miscela con altre uve piemontesi. Oggi la Nascetta è un vino DOC delle Langhe ed è una varietà bianca rockstar grazie alla sua versatilità e alla sua espressione elegante. Che sia maturato in acciaio o in rovere, questo vino mantiene una meravigliosa vivacità, con un colore giallo paglierino e note di agrumi, pera e ananas morbido con sentori di rosmarino e una mineralità incredibilmente appetitosa. Data la sua rinascita, stiamo solo iniziando a vedere il potenziale di quest’uva degna di essere invecchiata.

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“This is a special part of the world, and thanks to our team’s careful treatment of the vines, winemaking philosophy and love for the appellation, it is impossible not to see and taste the beauty and promise of our wines.” “Questa regione è molto particolare e grazie all’attenta cura delle vigne, alla filosofia di vinificazione e all’amore per la denominazione, è impossibile non vedere e assaggiare la bellezza e la promessa dei nostri vini”. Gavi’s Golden Charm - Cortese Villa Sparina Located in Gavi, this historic winery is dedicated to growing the native grapes of Barbera and Cortese. The vineyards are located in the breathtaking hills of Monterotondo, as is their spectacular hotel and restaurant resort. Cortese is a wine that effortlessly draws people in with its beautiful aromatics, featuring a bouquet of bright citrus, stone fruit and vanilla. Its enchanting mouthfeel is complemented by a racy, mineral-driven finish. The various Cortese wines of Villa Sparina exemplify luxurious quality while maintaining their refreshing acidity, making them well-suited for aging. I experienced this firsthand with their 2017, 2011 and 2010 vintages—all of which still shine with vibrant acidity, complex fruit and robust structure. Our guide and head sommelier, Ali Massimino, was indispensable in providing insights into the estate’s history, philosophy and the future success of Cortese. “Quality is key when it comes to the wines of Villa Sparina and Cortese itself,” he explained. “This is a special part of the world, and thanks to our team’s careful treatment of the vines, winemaking philosophy and love for the appellation, it is impossible not to see and taste the beauty and promise of our wines.” While Barolo may be the reigning monarch of Piedmont, there’s a new guard in town and they’re dressed in white. Timorasso, Nascetta and Cortese are not just making waves, they’re creating a tsunami of excitement in the wine world. With their complexity, age-worthiness, and sheer deliciousness, these white varietals are Piedmont’s bright future.

Il fascino dorato del Gavi - Cortese Villa Sparina Situata a Gavi, questa storica cantina si dedica alla coltivazione di uve autoctone di Barbera e Cortese. I vigneti si trovano sulle colline mozzafiato di Monterotondo, così come il loro spettacolare hotel e ristorante. Il Cortese è un vino che attira senza sforzo con i suoi splendidi aromi, caratterizzati da un bouquet di agrumi brillanti, frutta a nocciolo e vaniglia. La sua incantevole sensazione in bocca è completata da un finale vivace e minerale. I vari vini Cortese di Villa Sparina esemplificano una qualità lussuosa pur mantenendo una rinfrescante acidità, che li rende ben adatti all’invecchiamento. L’ho sperimentato in prima persona con le annate 2017, 2011 e 2010, che brillano ancora per la loro vibrante acidità, un frutto complesso e la struttura robusta. La nostra guida e head sommelier, Ali Massimino, è stato indispensabile per fornire approfondimenti sulla storia, la filosofia e il futuro successo del Cortese. “La qualità è fondamentale quando si parla dei vini di Villa Sparina e del Cortese stesso” racconta. “Questa regione è molto particolare e grazie all’attenta cura delle vigne, alla filosofia di vinificazione e all’amore per la denominazione, è impossibile non vedere e assaggiare la bellezza e la promessa dei nostri vini”. Anche se il Barolo è il monarca del Piemonte, ci sono nuovi protagonisti nella regione e sono vestito di bianco. Timorasso, Nascetta e Cortese non si limitano a fare le onde, ma stanno creando uno tsunami di entusiasmo nel mondo del vino. Con la loro complessità, la loro capacità di invecchiare e la loro pura bontà, questi vitigni bianchi sono il futuro luminoso del Piemonte.

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Nick & Nadia Di Donato Canada’s entertainment power couple BY - D I R I TA D E M O N T I S

L’inarrestabile coppia del entertainment del Canada

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hen you commit to a career in the entertainment industry, you have to grab the bull by the horns and hang on tight. It’s an industry that can change on a dime. The recent Covid pandemic brought the food industry to its knees and permanently changed it. Thankfully it didn’t affect people’s love for dining out; the industry is slowing coming back from pandemic chaos. If anyone understands this, it’s Nick and Nadia Di Donato, at the helm of the Liberty Entertainment Group (LEG). Nick is president and CEO, while his wife Nadia is vice president and the company’s creative force. They weren’t spared the devastation the Covid pandemic wreaked on their industry. But they stayed the course, even planning new restaurants during the worst of times. “We had no idea what each day would reveal and how we were going to keep going,” said the two recently. What were some of the toughest challenges they faced? “The relentless onslaught of the Covid pandemic almost decimated our organization, at one point reducing our team of 1,400 dedicated individuals to a mere fraction,” says Nick. “We were in a state of desolation, forced into a prolonged closure for a period spanning over a year and a half.” Despite adversity, the pair kept their eyes on the future, with Nick persisting, even seeking out new opportunities. “We successfully navigated through the challenges,” says Nick, even securing locations for some of their most prominent restaurants, including the award-winning Don Alfonso at Westin Harbour Castle and Blue Bovine Steak & Sushi House at Union Station. “These locations would not have come to fruition if not for the unanticipated downturn during the Covid crisis,” continues Nick. “We transformed a negative into an extraordinary positive, emerging stronger than ever.” Established in the early 1980s, LEG continues to grow. They also opened the Danico fine dining restaurant, housed in one of the city’s most historic bank buildings in Toronto’s Little Italy, with Michelin star Chef Daniele Corona at the helm. There

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uando ci si dedica a una carriera nel settore dell’intrattenimento, il toro va preso per le corna e bisogna tenersi ben saldi. Si tratta di un ambito che cambia in un attimo. La recente pandemia del Covid ha messo il settore gastronomico in ginocchio cambiandolo per sempre. Per fortuna, non avendo avuto alcun impatto negativo sulla voglia delle persone di cenare fuori, l’ambiente si sta ora riprendendo lentamente dal caos provocato dalla pandemia. Se c’è qualcuno che lo capisce bene, questi sono Nick e Nadia Di Donato, alla guida del Gruppo Liberty Entertainment (LEG). Nick ne è il presidente e CEO, mentre sua moglie Nadia ne è la vicepresidente e forza creativa. La devastazione del Covid sul settore non li ha risparmiati. Hanno però mantenuto salda la rotta, progettando persino nuovi ristoranti nonostante il pessimo periodo. “Non avevamo idea di cosa ci riservasse ogni nuovo giorno e di come saremmo andati avanti” hanno dichiarato di recente. Quali sono state alcune delle sfide più difficili a cui avete dovuto far fronte? “L’attacco implacabile della pandemia del Covid ha quasi decimato la nostra compagnia, riducendo la nostra squadra, composta da 1.400 persone zelanti, a una piccolissima fetta” afferma Nick. “Siamo stati in uno stato di desolazione, costretti a una chiusura prolungata per un arco di tempo di oltre un anno e mezzo”. Nonostante le avversità, la coppia ha tenuto lo sguardo sul futuro, con Nick che ha persino continuato a cercare nuove opportunità. “Abbiamo affrontato con successo le difficoltà” afferma Nick, persino assicurandoci di ottenere i locali per alcuni dei ristoranti più noti, tra cui Don Alfonso al Westin Harbour Castle e Blue Bovine Steak & Sushi House a Union Station. “Queste location non sarebbero state fruibili se non fosse stato per la crisi imprevista del Covid” continua Nick. “Abbiamo trasformato la negatività in straordinaria positività, uscendone più forti che mai”. Costituita all’inizio degli anni Ottanta, la LEG continua a crescere. Ha anche aperto l’elegante ristorante Danico, situato in

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“We transformed a negative into an extraordinary positive, emerging stronger than ever.” “Abbiamo trasformato la negatività in straordinaria positività, uscendone più forti che mai”. Terrence Kevin O’Leary, (Mr Wonderful) from Shark Tank, Mitch Marner, Toronto Maple Leaf and Nick Di Donato outside Blue Bovine Steak & Sushi House

is plenty of Michelin buzz around Danico, named after the couple’s first grandchild. The Di Donato company has been recognized as one of the most inventive in the industry, with a stellar roster that includes not only premier special events facilities, but also some of the most recognized restaurants in the world. The shining star under the LEG umbrella is the famous Casa Loma in the heart of Toronto—artfully returned to its former glory and then some—featuring a popular steak house, afternoon teas, garden symphonies and a place full of magic and sparkle during the holiday season. The Di Donatos are considered one of Canada’s most influential power couples. Nadia, feted as a designer extraordinaire, has garnered a myriad of awards including the U.K.’s International Hotel & Property Awards, hosted by design et al magazine, for designer of the year as well as for best design, restaurant (global) and best design restaurant, in the Americas. The couple is also known for its charitable and philanthropic undertakings, including fundraising and supporting various institutions including George Brown Culinary College and its partnership with the Alma University in Colorno, Italy. “Our guiding principle? Embrace change to preserve our essence,” says Nadia. “We work well together,” agree the duo, adding they give each other free reign to be creative and trusting each other in the process. Nadia admits she has faced her own challenges, including losing her mother and sister at a young age. The losses shaped her perspective on life. “The deep sense of grief and loss left a void that seemed insurmountable. Over time, my family and work provided a sense of focus which gave me the resilience to become the person I am today.” Married since 1987, they have two grown sons, and a grandchild. Spend a few moments with them and it’s obvious they are very much in love with each other. “We met in a packed night club both sharing the love of Toronto’s exciting restaurant and nightlife scene. Nick was an engineer by profession and I was in high school. We’ve been together ever since,” explains Nadia. Nick—who started out in the industry at age 12, bussing tables in his father’s restaurant—sees his marriage and partnership with Nadia as invaluable, and the core of the success of the company. “My family is the foundation on which I build my dreams and aspirations. Their love and support give me the strength to face challenges head-on and pursue my passions.”“In the end, it doesn’t matter how successful you are, family comes first,” adds Nadia.

uno degli edifici bancari più storici di Toronto, a Little Italy, con a capo il cuoco stellato Michelin Daniele Corona. Si vocifera molto su un possibile Michelin per Danico, che prende il nome dal primo nipote della coppia. La compagnia dei Di Donato è stata riconosciuta come una delle più inventive del settore, con una programmazione stellare che oltre a includere locali di punta per eventi speciali, comprende anche alcuni dei ristoranti più noti al mondo. La stella sotto l’ombrello della LEG è la celebre Casa Loma nel cuore di Toronto – riportata finemente al suo splendore originario se non di più – con una famosa steak house, te pomeridiani, concerti sinfonici in giardino e una splendida atmosfera magica durante il periodo delle festività. I Di Donato sono considerati una delle coppie d’acciaio più influenti del Canada. Nadia, premiata per l’eccellenza nel campo del design, ha ottenuto una miriade di riconoscimenti, tra cui l’International Hotel & Property Awards del Regno Unito, organizzato dalla rivista design et al, sia come designer dell’anno che, inoltre, per la migliore progettazione di ristoranti (globale) e migliore progettazione di ristoranti nel continente americano. La coppia è per di più famosa per le attività caritatevoli e filantropiche che comprendono raccolte fondi e sostegno a numerose istituzioni, tra cui la Scuola di cucina del College George Brown e la collaborazione con l’Università Alma di Colorno, Italia. “Il nostro principio guida? Accogliere il cambiamento per mantenere viva la nostra essenza” afferma Nadia. “Lavoriamo bene insieme” concorda la coppia, aggiungendo di darsi carta bianca per quanto riguarda la creatività e fiducia per quanto riguarda il processo. Nadia ammette di aver dovuto far fronte a delle difficoltà personali, tra cui la perdita della madre e della sorella da giovane. Queste perdite ne hanno forgiato la visione della vita. “La sensazione profonda di dolore e perdita hanno lasciato un vuoto che sembrava incolmabile. Con il tempo, la famiglia e il lavoro mi hanno offerto un livello di concentrazione tale da rendermi resiliente e la persona che sono oggi”. Sposati dal 1987, hanno due figli adulti e un nipote. Passando pochi attimi con loro, l’amore che li unisce è subito evidente. “Ci siamo incontrati in un locale affollatissimo accomunati dall’amore per i ristoranti e l’esaltante vita notturna di Toronto. Nick era un ingegnere ed io frequentavo la scuola superiore. Siamo assieme da allora” spiega Nadia. Nick, che ha cominciato all’età di 12 anni servendo ai tavoli del ristorante del padre, vede nel preziosissimo matrimonio con Nadia, il cuore del successo della compagnia. “La mia famiglia rappresenta le fondamenta su cui costruisco i miei sogni e le mie aspirazioni. Il suo amore e sostegno mi danno la forza di far fronte alle avversità e di portare avanti le mie passioni”. “In fin dei conti, non importa quanto grande sia il nostro successo; la famiglia è al primo posto” aggiunge Nadia.

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Filmmaker Luigi Capasso

Honouring the Montreal-Italian Experience Un omaggio all’esperienza italo-montrealese

Filmmaker Luigi Capasso and conducter Xavier Brossard-Ménard collaborate to marry music and imagery B Y - D I G I O VA N N I P R I N C I G A L L I

Il regista Luigi Capasso e il direttore d’orchestra Xavier Brossard-Ménard collaborano per coniugare musica e immagini

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Il

Xavier, why did you want to address the theme of Italian emigration to Montreal with Les Rugissants ? We actually wanted to explore the relationship between Italian music and architecture. The Italian community is a community of emigrants. This theme is central for us, so much so that we will move on to make a series on the Ukrainian community. We try to create an interweaving of music and place.

Xavier, come mai con i Les Rugissants ha voluto affrontare il tema dell’emigrazione italiana a Montreal ? In effetti abbiamo voluto esplorare il rapporto tra musica e architettura italiana. La comunità italiana è una comunità di emigranti. Questo tema è per noi centrale. Tanto è vero che passeremo a realizzare una serie sulla comunità ucraina. Cerchiamo di creare un intreccio tra musica e luoghi.

What are your thoughts on this, Luigi? First, Xavier Brossard-Ménard’s idea of using music as a vehicle to explore Italian identity in Montreal is particularly effective, as music has the power to evoke emotions and transport the listener on a journey through time and space. The project allows for reflection on the experiences and feelings associated with the Italian presence in the city, offering an intimate understanding of the community’s life and culture.

Cosa ne dici Luigi? In primo luogo che l’idea di Xavier Brossard-Ménard, di utilizzare la musica come veicolo per esplorare l’identità italiana a Montreal è particolarmente efficace, poiché la musica ha il potere di evocare emozioni e di trasportare l’ascoltatore in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio. Il progetto consente di riflettere sulle esperienze e sui sentimenti legati alla presenza italiana in città, offrendo un’intima comprensione della vita e della cultura della comunità.

eapolitan photographer and filmmaker Luigi Capasso belongs to the so-called new (or third) wave of emigrants, which has scattered Italian-born talent around the world. Yet Capasso still holds a special place for Naples, and Italy in general, in his heart. This is evident in his latest direction of five short documentaries making up the series called ARCHES: Presenza italiana, which is dedicated to the relationship between architecture and music in relation to songs and places of Italian-ness. Each episode (about four minutes long) features the Quebec acapella vocalists Les Ruggissants performing classic Italian music and songs in Italian-based locations in Montreal. The five venues are: Notre Dame de la Défense, Casa d’Italia, Saint Esprit de Rosemont, Tour de la Bourse and Notre Dame de Pompei. Leading Les Ruggissants is Quebec’s very own Xavier BrossardMénard, an established conductor and clarinetist. Known for his passionate spirit and lively interpretations, he has directed several renowned ensembles, such as Les Muses Chorale, the Toronto Children’s Chorus, the McGill Conservatory Singers, as well as conducting orchestral and chorus concerts in Canada and globally.

fotografo e cineasta napoletano Luigi Capasso appartiene alla cosiddetta nuova (o terza) ondata di emigrazione, che ha sparso i talenti di origine italiana in tutto il mondo. Eppure Capasso conserva ancora un posto speciale per Napoli, e per l’Italia in generale, nel suo cuore. Ciò è evidente nella sua ultima regia di cinque brevi documentari che compongono la serie ARCHES: Presenza italiana, dedicata al rapporto tra architettura e musica in relazione a canzoni e luoghi dell’italianità. Ogni episodio (di circa quattro minuto) presenta il gruppo quebecchese a cappella Les ruggissants, che interpreta un classico della musica italiana in un luogo simbolo dell’italianità di Montreal. I cinque luoghi scelti sono: Notre Dame de la Défense, Casa d’Italia, Saint Esprit de Rosemont, Tour de la Bourse e Notre Dame de Pompéi. Alla guida dei “Ruggissants” c’è il quebecchese Xavier Brossard-Ménard, un direttore di orchestra e clarinestista. Conosciuto per il suo spirito appassionato e le sue interpretazioni vivaci, ha diretto diversi ensemble rinomati, come il coro Les Muses, il Toronto Children’s Chorus, i McGill Conservatory Singers, oltre a dirigere concerti orchestrali e corali in Canada e nel mondo.

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Conducter Xavier Brossard-Ménard

The choice of musical works such as Luciano Berio’s E si fussi pisci and Ermanno Wolf-Ferrari’s La passione to accompany the narratives of symbolic buildings and places is particularly significant. These compositions not only enrich the narrative but also offer deep reflection on the values and sentiments that have shaped the Italian community in Montreal. For example, E si fussi pisci contextualized within Casa d’Italia, a place cherished by the community for its celebrations and weddings, evokes a sense of love and belonging, while La passione becomes a metaphor for the strong maternal bond that permeates Italian culture and continues to influence successive generations. This series of short documentary films represents the Italian experience in Montreal, offering a unique and multi-sensory perspective through music and architecture.

La scelta di opere musicali come E si fussi pisci di Luciano Berio La passione di Ermanno Wolf-Ferrari per accompagnare i racconti degli edifici e dei luoghi simbolici è particolarmente significativa. Queste composizioni non solo arricchiscono la narrazione, ma offrono anche una profonda riflessione sui valori e sui sentimenti che hanno plasmato la comunità italiana a Montreal. Ad esempio, E si fussi pisci contestualizzata all’interno della Casa d’Italia, un luogo caro alla comunità per le sue celebrazioni e i suoi matrimoni, evoca un senso di amore e appartenenza, mentre La passione si fa metafora del forte legame materno che permea la cultura italiana e che continua a influenzare le generazioni successive. Questa serie di cortometraggi documentari rappresenta l’esperienza italiana a Montreal, offrendo una prospettiva unica e multisensoriale attraverso la musica e l’architettura.

Xavier, what have you been able to learn from this video series? It opened my eyes to a whole repertoire of acapella choral music that is never performed here or in Italy. I was also able to discover the Italian artisans of the 20th century who really shaped Quebec and its architecture, especially the religious architecture. Great artists!

Xavier, cosa hai potuto imparare da questa serie video ? Mi ha aperto gli occhi su un intero repertorio di musica corale a cappella che non viene mai eseguito sia qui come in Italia. Ho anche potuto scoprire gli artigiani italiani del Novecento che hanno davvero plasmato il Quebec e la sua architettura, soprattutto quella religiosa. Grandi artisti!

What about you, Luigi? We had the opportunity to discover and appreciate the cultural and historical richness of Montreal even more. Each short film led us to discover authentic architectural gems. These stories enrich us culturally, and also raise awareness of the value of diversity, which is of great relevance not only in Montreal, but also in the broader context of our contemporary society. This series allowed us to appreciate not only the visual beauty of the city, but also its vibrant and multicultural soul, in which Italian traditions are intertwined with those of other communities, creating a unique mosaic of identity and belonging.

E tu Luigi? Abbiamo avuto l’opportunità di scoprire e apprezzare ancora di più la ricchezza culturale e storica di Montreal. Ogni cortometraggio ci ha condotto alla scoperta di autentici gioielli architettonici. Questi racconti ci arricchiscono culturalmente, e sensibilizzano sul valore della diversità, temi di grande rilevanza non solo a Montreal, ma anche nel contesto più ampio della nostra società contemporanea. Questa serie ci ha permesso di apprezzare non solo la bellezza visiva della città, ma anche la sua anima vibrante e multiculturale, in cui le tradizioni italiane si intrecciano con quelle delle altre comunità, creando un mosaico unico di identità e appartenenza.

Xavier, how do you explain the fact that this project has not resonated with the Italian community? Cultural organizations have limited means of communication. Also, the series took place during the pandemic and most of our partners were Francophone institutions with Francophone audiences. It seems that Italian institutions only realized the value of the series after it was over.

Xavier, come spieghi il fatto che questo progetto non abbia avuto la giusta risonanza nella comunità italiana? Le organizzazioni culturali hanno mezzi di comunicazione limitati. Inoltre, la serie si è svolta durante la pandemia e la maggior parte dei nostri partner erano istituzioni francofone con un pubblico francofono. Sembra che le istituzioni italiane abbiano capito il valore della serie solo dopo la sua conclusione.

The ARCHES series was presented at FIFA - Festival International des Films sur l’Art. For those who have not yet had a chance to view the series, visit the Les Ruggisants website at www.rugissants.com.

La serie ARCHES dedicata all’italianità è stata presentata al FIFA – Festival International des Films sur l’Art. Per chi non ha ancora avuto la possibilità di vedere la serie, visitate il sito web del gruppo Les Ruggisants www.rugissants.com.

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Frecce Tricolori

BY - D I V I T T O R I A Z O R F I N I

North American Tour 2024

T

he Frecce Tricolori returned to North America for a summer-long tour between Canada and the United States. The 10 Air Force ponies (as the pilots of the Frecce Tricolori are called) returned to perform overseas for the North American Tour 2024, which opened on June 22 with a performance over Bagotville, Quebec. Together with their Canadian friends, they celebrated the 100th anniversary of the Royal Canadian Air Force. The initiative lasted throughout the summer with flyovers and displays in numerous locations in Canada including Montreal, Ottawa, Niagara Falls, Toronto, Edmonton and Vancouver. It was a unique opportunity to admire the capabilities of the Frecce Tricolori, who hold the Guinness World Record as the military aerobatic patrol with the most aircrafts (10). It was also a unique moment to rehearse thousands of kilometres from Italy and to share the values, technology, professionalism and teamwork of the entire Italian Air Force. At the same time, this training activity showcased the Bel Paese’s military aviation and aerospace capabilities. “The North American Tour is an Air Force mission in which the National Aerobatic Team played a leading role. It is

Le

Ottawa

Frecce Tricolori sono tornate in Nord America per un tour lungo tutta l’estate tra Canada e Stati Uniti. I 10 pony dell’Aeronautica Militare - così sono chiamati i piloti delle Frecce Tricolori - sono tornati ad esibirsi oltreoceano, per il North American Tour 2024 che si è aperto il 22 giugno con una esibizione nei cieli di Bagotville, in Quebec. Hanno festeggiato insieme agli amici canadesi il centesimo compleanno della Royal Canadian Air Force. L’iniziativa è durata tutta l’estate con sorvoli ed esibizioni in numerose località del Canada tra le quali Montreal, Ottawa, Niagara Falls, Toronto, Edmonton e Vancouver. È stato un’occasione unica per ammirare le capacità delle Frecce Tricolori, che detengono il Guinness World Record come la pattuglia acrobatica militare con più velivoli (10). Ma anche un momento unico per effettuare un rischieramento a migliaia di km dall’Italia e per condividere i valori, la tecnologia, la professionalità e la capacità di fare squadra dell’intera Aeronautica Militare. Quest’attività addestrativa ha messo al contempo in vetrina le capacità militari aeronautiche e aerospaziali del Bel paese. “Il North American Tour è una missione dell’Aeronautica Militare in cui la Squadra Acrobatica Nazionale avrà un ruolo di primo piano. È fondamentale ricordare che la missione americana è un’esercitazione importante per la Forza Armata, che coinvolge e mette alla prova

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Toronto

Montreal

essential to remember that the American mission is an important exercise for the Armed Force, involving and testing numerous Air Force assets with a powerful logistical deployment, without which an undertaking of this magnitude would not be possible. I must say that being the Commander of the National Aerobatic Team is a source of deep pride for me,” said Colonel Massimiliano Salvatore. The North American Tour of the Frecce Tricolori was also an opportunity to represent Italy in the world,” promoting Italian industry and “Made in Italy” overseas in places where millions of people of Italian origin live. The return of the Frecce Tricolori was eagerly awaited by all Italians. The Pattuglia Acrobatica Nazionale had in fact been absent for over 30 years, since Columbus 92 which celebrated the 500th anniversary of the discovery of America. “We are really excited to return after many years to these places where there is a large Italian community, which lives and feels the nostalgia of Italianness on a daily basis. We hope that the Frecce Tricolori were able to thrill with their mission and the world’s longest Tricolour in the most iconic places in North America,” stated chief of staff of the Italian Air Force and Air Squadron General Luca Goretti.

numerosi assetti dell’Aeronautica Militare con un potente dispiegamento logistico, senza il quale un’impresa di tale portata non sarebbe possibile. Devo dire che essere il Comandante della Squadra Acrobatica Nazionale in un anno così straordinario e significativo è per me motivo di profondo orgoglio”, ha dichiarato il colonnello Massimiliano Salvatore. Il North American Tour delle Frecce Tricolori è anche stato un’occasione per rappresentare l’Italia nel mondo, promuovendo l’industria italiana e il “made in Italy” oltreoceano in luoghi dove vivono milioni di persone di origine italiana. Quello delle Frecce Tricolori è stato un ritorno atteso per tutti gli italiani, la Pattuglia Acrobatica Nazionale mancava infatti da oltre 30 anni, dal Columbus 92 che ha celebrato 500 anni della scoperta dell’America. “Siamo davvero entusiasti di tornare dopo molti anni in questi luoghi dove c’è una grande comunità italiana, che vive e sente quotidianamente la nostalgia dell’italianità. Speriamo che le Frecce Tricolori hanno saputo emozionare con le loro evoluzioni ed il Tricolore più lungo del mondo sui luoghi più iconici del Nord America” ha precisato il capo di stato maggiore dell’aeronautica militare italiana e generale di squadra aerea Luca Goretti.

Niagara Falls

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EVENTS

SANTA CABRINI HOSPITAL GALA Raising the charitable bar It was a sold-out evening in Montreal with over 850 donors and community members uniting in support of the Santa Cabrini Hospital Foundation. Held June 15 and raising a staggering $4 million in charitable funds, the gala benefited the Santa Cabrini Hospital and its development of a new surgical pavilion. Taking the fundraising goal off the charts was a $2 million donation by the Lise & Giuseppe Racanelli Foundation, another $1 million by the Elina & Giuseppe Borsellino Family Foundation and finally a $250,000 donation was made by David Baazov in tribute to Ulderico Fovero.

Romina Monaco Events Editor romina@panoramitalia.com

1. Giuseppe Racanelli and Véronique Racanelli 2. Organizing committee: John Tartaglia (Co-Chair), Elio Arcobelli, (President, Santa Cabrini Hospital Foundation), Mario Rigante (Co-Chair), Francesco Miele, Enrico Lamorte, Anthony Junior Trimarco, Danny Di Schiavi (Gala Co-President), Laura Borsellino (Gala Co-President), Sylvia Gaudio, Dr. Joseph Feghali, Ronald Davidson (Executive Director, Santa Cabrini Hospital Foundation), Sergio Zarriello, Carmine Padula, and Franco Santoriello. Absent: Amodio Cerrelli, Gaurav Gupta and Joseph Paventi. 3. John Tartaglia (Gala Co-President), Mario Rigrante (Gala CoPresident), Dino Fovero, Antoinette Fovero, Anna Fovero, Michael Fovero and Elio Arcobelli (President, Santa Cabrini Foundation) 4. Co-Presidents of the Santa Cabrini Foundation Major Campaign, Lino Saputo and Mirella Saputo.

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JASON’S MOM Official book launch

Chiara Scarpa, author Giulia Garofano, Abe Benbarka and Irene Manicone

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Photo by Nella Sammartino

Over one hundred guests gathered July 29 in Montreal for the official book launch of Jason’s Mom - A Memoir About Grief, Caregiving, Love And The Loss Of A Child. Authored by Giulia Garafano, the deeply touching and compelling memoir recounts the story of son, Jason Di Tullio’s stage 4 glioblastoma diagnosis and her experience as a grieving mother and caregiver until his untimely death in 2021. Many in attendance knew Jason who was a beloved Montreal pro-soccer player and assistant coach for CF Montreal. Now sold on Amazon, the memoir is a celebration of Jason’s life, career and his message of kindness.


MAGNANI-MONTARULI FOUNDATION GALA Supporting Quebec’s hospitality sector On May 11, the Magnani-Montaruli Foundation celebrated its annual charity gala raising $53,000 for the Quebec Institute of Tourism and Hotel Management (ITHQ). Held in Montreal, the event raised funds for graduates of ITHQ’s international service and sommelier programs which will provide financial assistance for travel to Italy and the

advancement of Italian wine training. In addition, the foundation also benefits students of ITHQ’s Cucina Italiana program with travel to Italy’s prestigious school, ALMA - La Scuola Internazionale di Cucina Italiana. Created in 1999, the Magnani-Montaruli has distributed over $750,000 to date.

1. Geneviève Massé, Robert Trudeau, Jacques Farcy (President & CEO, Société des alcools du Québec), Sophie Schwartz, Paul Caccia (Board Chair and Senior Director, ITHQ), Paolo DiPietrantonio, The Honourable Liza Frulla (Executive Director, ITHQ) and Louise Rosa. 2. Magnani-Montaruli Board of Directors and Members: Cosimo Filice, Nadia Bonetti, Paul Caccia, (Board Chair and Senior Director, ITHQ), Jean-Michel Montaruli, Pasquale Artuso and Honourable Liza Frulla (Executive Director, ITHQ). Photos by Pierre Beauchemin

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MARIE-CLARAC HOSPITAL FOUNDATION COCKTAIL Supporting healthcare in Montreal

1. Board of Directors of the Marie-Clarac Hospital Foundation; Front Row: Michael Fratianni (Board Chair), Sister Martine Côté (Executive Director, Marie-Clarac Hospital), Salvatore Migliara, Marie-Josée Chouinard. Second Row: Raymond Paquin, Francyne Noël Trudeau. Third Row: Adriana Alfano, Claudie Bouchard (Vice-President), Michelina Lavoratore. Back row: Ivano Scattolin. Absent: Gabriel Groulx, Michael Di Grappa, Nancy Forlini, Vincent Giangaspero, Sr. Pierre Anne Mandato and Nathalie Martin.

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Photo by Vincent Marchessault

150 guests from the business community gathered May 9 at the Port of Montreal Tower to partake in an exclusive cocktail reception which raised a net of $750,000 for the Marie-Clarac Hospital. The essential funds donated by generous community members will be allocated to the purchase of new hospital beds and the maintenance of services offered in palliative and rehabilitation care.


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NEXT GENERATION AND BURSARY AWARDS CIBPA Education Foundation In support of education and the prosperity of the community’s youth, The CIBPA Education Foundation presented its NextGen and Bursary Awards in Toronto, hosting not only its recipients but their family and friends as well. The special ceremony held June 26 honoured the 2024 NextGen Award recipient, Jessica Ruffolo for her outstanding accomplishments and work in neuroscience while presenting bursaries to numerous students exhibiting leadership and academic achievements. The CIBPA Education Foundation has prided itself on supporting young Canadians of Italian heritage or those pursuing Italian studies. 1. Sabrina Marrelli (Vice President, CIBPA of Toronto), Michelangelo Puopolo (Board Director, CIBPA of Toronto), Jessica Ruffolo (NextGen Award) and Tony Cocuzzo (President, CIBPA of Toronto) 2. Julia Rubino (CIBPA Bursary recipient), Alessia Latina (CIBPA Bursary Recipient), Maria Latina, Vanessa Montemarano (CIBPA Bursary Recipient) and Carmine Montemarano 3. Tony Cocuzzo (President, CIBPA of Toronto), Olivia Pontecorvo (CIBPA Bursary recipient), Isabella Shawn (CIBPA Bursary recipient), Bob Sacco (President, CIBPA Education Foundation) and Stan Cappadocia (CIBPA Education Foundation) 4. CIBPA of Toronto Youth Advisory Committee 5. Marianne Corigliano (Board Member, CIBPA of Toronto), Marisa De Luca, Tina Consales (President, Women of the CIBPA), Romina Monaco (Panoram Italia), Filomena Lofranco and Alessandra Franco Photos by Luigi Pullano Photography

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ITALIAN CANADIAN IMMIGRANT TRIBUTE Honouring our immigration story

Hon. Michael Ford, Ontario Minister of Citizenship and Multiculturalism, MPP Michael Tibollo, Consul General of Italy in Toronto, Luca Zelioli, David Rocco (Master of Ceremonies), Marco DeVuono (President & CEO, Villa Charities), Joseph Arcuri (Board Chair, Villa Charities), Mayor Olivia Chow, Maria Orsini (Past Chair, Columbus Centre), Rose Foti and Julian Baldassarra.

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Photos by Villa Charities Foundation

Shovels hit the ground June 12 with a ceremonial groundbreaking event to mark the start of the eagerly anticipated Villa Charities Italian Canadian Immigrant Tribute project which, once completed, will honour the Italian Canadian immigration story. The monumental installation will be located on the north-facing wall of the Columbus Centre in Toronto, showcasing plaques dedicated to thousands of Canadians of Italian heritage and the year they immigrated to Canada. This will be accompanied by a landscaped seating area and bronze cast sculpture by artist and marketing executive, Aldo Cundari. The Tribute Project also has a charitable objective with sales of plaques benefiting the Villa Charities Foundation and its senior care, youth services, education and scholarship initiatives, cultural programming and capital needs.



EVENTS

ICCO CANADA BUSINESS EXCELLENCE AWARDS

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Photos by Luigi Pullano Photography

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Honouring the community’s finest The Italian Chamber of Commerce of Ontario Canada (ICCO Canada) held its prestigious ICCO Canada - Business Excellence Awards May 30 in downtown Toronto, honouring the incredible achievements of leaders and visionaries within the Italian Canadian community. Recognized with ICCO Canada’s Business Excellence Award was Tony Pampena (Central Market Managing Partner – EY Canada) while the organization’s Italy-Canada Award was presented to leading confectionary company, Ferrero. Lisa Melchior (Founder and Managing Partner – VERTU Capital) was recognized with the Businesswoman of the Year Award, Marco DeVuono (President & CEO, Villa Charities Inc.) the Community Building Award and lastly, Dr. Gianluigi Bisleri received ICCO Canada’s Science & Culture Award. The gala also touched the hearts of its guests as it paid tribute to late ICCO Canada Executive Director, Corrado Paina and honoured his memory by recognizing the indelible mark he left in his community and all who knew him. 1. Brandon Porco, John Porco, Addie Mattiace, Mary Dalimonte (ICCO Canada, Board of Directors), Ralph Younes and Sergio De Lio 2. Tony Altomare (Co-President, ICCO Canada), Enrico De Pasquale (ICCO Canada Board of Directors), Danny Gurizzan Jr., Lediona Gurizzan, Elya Gurizzan, Marina Gurizzan, Danny Gurizzan and Pat Pelliccione (CoPresident, ICCO Canada) 3. Ella Melchior, Olivia Melchior, Lisa Melchior (Businesswoman of the Year Award) and Matthew Melchior 4. Isabella DeVuono, Marco DeVuono (Community Building Award) and Nicholas DeVuono 5. John Zerucelli, Bob Sacco, Vittoria Zubani and Dr. Gianluigi Bisleri (Science & Culture Award) 6. Nadia Di Donato and Nick Di Donato 7. Lenny Lombardi, Domenic Primucci (ICCO Canada, Board of Directors) and Adriano Cremonese 8. John Porco, Alessandro Natola - President, Ferrero Canada (ItalyCanada Award) and Eric Houdet 9. Deanna Stea (ICCO Canada, Board of Directors), Bambina Marcello (ICCO Canada, Board of Directors), Stephanie Lamont, Celia Missios, Larni De Courtenay and Andrea Ramolo 10. Rob Lorusso, Anna Begley, Dianna Del Bianco and Andrew Tsatsaris

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Photos by Luigi Pullano Photography

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CELEBRATING THE SPIRIT OF GENEROSITY Vaughan Mayor’s Gala The annual Vaughan Mayor’s Gala held June 6 proved to be another great success, raising $1.1 million for The Spirit of Generosity – a charitable initiative established in 2011 that has collected millions to enhance the lives of Vaughan citizens and beyond. The Spirit of Generosity, which includes

the gala and the Mayor Steven Del Duca’s Annual Charity Golf Classic, provides much-needed support to over 200 non-profit and community organizations, including children and youth groups, healthcare initiatives, seniors’ organizations and special needs programs.

1. Grace Del Duca, Utilia Amaral, Mayor Steven Del Duca and Talia Del Duca 2. Joseph Gulizia (President, Universal Care Inc.), Joseph Sgro (Zzen Group), Nicole McCahon (President & CEO, Mackenzie Health Foundation), Altaf Stationwala (CEO, Mackenzie Health), Luci Anderson (VP of Philanthropy, Mackenzie Health) and Matthew Bracco (Mackenzie Health Foundation) 3. Dina Riccardi, Mike Riccardi, Councillor Rosanna DeFrancesca, Nick Cortellucci and Vilma Cortellucci - Fiuza 4. Ginesia Cortellucci, Mario Cortellucci, Marina Gurizzan and Danny Gurizzan 5. Mayor Steven Del Duca and entertainer, Matt Dusk

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Photos by Luigi Pullano Photography

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UNITING THE ITALIAN DIASPORA North American NIAF Agreement

Angelo Vivolo (Board of Directors, NIAF), Frank Mattei (Board of Directors, NIAF), Antia McBride (Vice Chairman, NIAF), Robert Allegrini (President, NIAF), Tony Cipriani (Treasurer, CIBPA of Toronto), Tony Cocuzzo (President, CIBPA of Toronto), Bob Sacco (CIBPA NF Immediate Past President), Tina Consales (President, Women of the CIBPA), Sabrina Marrelli (Vice President, CIBPA of Toronto), The Hon. Christian DiSanzo (Member, Italian Chamber of Deputies) and The Hon. Francesca LaMarca (Member, Italian Senate). Seated: Robert Carlucci (Chairman, NIAF) and Gianni Leonetti (President, National Federation CIBPA)

Photos by CIBPA of Toronto

A landmark agreement was achieved April 17 when the National Italian American Foundation (NIAF) and the National Federation of Canadian Italian Business and Professional Associations (CIBPA-NF) established a strategic partnership uniting two leading organizations representing the Italian American and Italian Canadian communities. This partnership which aims to collaborate on cultural, charitable and citizen initiatives throughout the continent, was signed and sealed through a special Protocol of Cooperation in New York City’s Italian Consulate and was followed by a celebratory gala later in the evening. NIAF chairman, Bob Carlucci and CIBPA-NF president, Gianni Leonetti have committed their respective organizations to a series of joint initiatives over the next three years which will help ensure the preservation of Italian heritage.


EVENTS

SPECTACULAR FINALE OF THE 31ST EDITION OF ITALFESTMTL

A vibrant tribute to Italian culture This year’s edition of ItalfestMTL, which took place from August 2 to 11, brilliantly showcased the richness of both Italian-Quebecois and Italian cultures through a series of events that delighted audiences. Among the memorable moments of the first weekend in Little Italy was the open-air opera La Bohème, presented by Ricasoli, with the support of the Italian Institute of Culture, the Fondazione Festival Pucciniano and the Music Performance Trust Fund. It featured Italian tenor Carlo Raffaelli. The fashion show Moda Sotto le Stelle, presented by Repos Saint Francois D’Assise and in collaboration with the Consolato Generale D’Italia in Montreal, highlighted the unique ethical creations of Italian brand Simon Cracker Milano, and the chic collections of Italian designers in Quebec. Numerous concerts featuring local and international artists filled the air with enchanting melodies throughout the festival, both in Little Italy and in the Quartier des Spectacles during the second weekend. Nicola Ciccone, Justin Saladino Band, Housefly Hum, Astral Gates, David Marino, Gianni Bodo, Rick Pagano, Cinzia and the Eclipse, Priscilla Skye, just to name a few, invited the festival goers to dive into a diverse and captivating soundscape.

This incredible edition concluded with the exciting international collaboration between globally renowned Italian electronic/folk group Kalàscima and alternative singer-songwriter Andrea Ramolo. Presented by Broccolini Construction, it had the enthusiastic crowd dancing. Other activities were organized throughout Montreal, notably the second edition of The Italian All-Stars of Comedy show and the Italian film festival. There were contemporary art performances, like Silvia Marazzi’s “Not Enough to See”, in collaboration with the Consolato Generale d’Italia a Montreal, and Cathy Fuoco’s one-woman show “Mes Bananes Vertes”. A visual art exhibition Promenade des Arts, created in collaboration with the Promenade Fleury, running until September 7 in various boutiques along the Promenade Fleury, showcased the works of many local artists. ItalfestMTL was presented by Mastro & San Daniele, in partnership with the Italian-Canadian Community Foundation, with the support of the governments of Canada and Quebec, the City of Montreal, Tourisme Montréal and numerous partners, sponsors and dedicated volunteers.

1. Alexander Gabriel 2. Kalàscima et Andrea Ramolo 3. Stelle Alpine 4. Houseflyhum 5. Pamela pagano 6. Maria Battaglia 7. Opera La Bohème 8. Justin Saladino Band 9. Maria Arciero 10. Nicola Ciccone 11. Kalàscima 12. Rick Pagano 13. Priscilla Skye

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Photos by Yanick Bélanger, Andrew D’Argenio, sara Barone, Mélanie Rivard

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TRADUCTIONS / TRADUZIONI Page 14

La crise des écoles de SaintLéonard L’impact des protestations des immigrés italiens dans les années 1960 sur l’éducation et les droits linguistiques d’aujourd’hui. Par Anthony Portulese

La

jeune sœur de ma nonna Lia, ma grand-tante paternelle Maria Simboli (1942-2020), est arrivée au Canada avec sa famille en 1952, en provenance du village de Scanno, situé dans les montagnes des Abruzzes. Par bateau puis par train, sa famille s’est rendue jusqu’à sa nouvelle maison de la rue Adam, à Montréal, au cœur de l’hiver. Zia Maria était une femme exceptionnelle à bien des égards. Tout d’abord, elle a pu s’inscrire à l’école même si elle était la fille d’immigrants pauvres, dont les enfants étaient souvent contraints d’abandonner leurs études pour aider leur famille à gagner de l’argent. Contrairement à un grand nombre de ses camarades, qui parlaient italien à la maison et avaient acquis un français fonctionnel pour se débrouiller dans la vie quotidienne, zia Maria parlait couramment l’italien, le français et l’anglais. Elle a toujours été consciente du privilège qu’elle avait d’étudier, et sa gratitude ne passait jamais inaperçue au sein de sa famille. Par la suite, zia Maria s’est beaucoup impliquée dans les affaires de la communauté, en particulier dans le système éducatif, qui façonnait l’esprit de ses enfants et de ses neveux. Au milieu et à la fin des années 1960, ils avaient été envoyés dans des écoles primaires bilingues, où mon père, mes oncles et mes tantes avaient appris l’anglais et le français. Les immigrés italiens étaient reconnaissants de la possibilité donnée à leurs enfants d’apprendre l’anglais. Toutefois, cet arrangement scolaire n’était pas le fruit de leur propre choix, car les enfants italiens n’étaient pas les bienvenus dans les écoles françaises jusqu’à la fin des années 1960. Ce fut donc un choc pour beaucoup de ces nouveaux Italo-Canadiens, dont zia Maria, lorsque des manifestants canadiens-français défilèrent dans les rues de Saint-Léonard en septembre 1968. Les Italo-Canadiens ne savaient certainement pas que cette fervente protestation changerait à jamais

les lois du système éducatif canadien et inscrirait la protection de l’enseignement de la langue officielle des minorités dans la constitution canadienne. Le contexte historique au Québec Tout au long des années 1960, le Québec connaît d’importants bouleversements socioculturels. L’élection historique du Parti libéral de Jean Lesage en 1960 met fin à la Grande Noirceur du régime ultraconservateur de Duplessis et déclenche la Révolution tranquille. Ces années sont marquées par une libération massive de l’emprise, jusque-là hégémonique, de l’Église catholique sur de nombreuses facettes de la société québécoise, en particulier sur l’enseignement primaire et secondaire. Cette laïcisation soudaine du système scolaire public déclenche une discussion sociale animée sur la meilleure façon de protéger et de promouvoir la souveraineté culturelle du Québec, à une époque où les inscriptions dans les écoles françaises commencent à diminuer, en raison d’une baisse du taux de natalité chez les francophones et d’une méfiance antérieure à l’égard des allophones. À cette époque, un groupe d’activistes canadiens-français fonde la Ligue pour l’intégration scolaire (LIS), dont la mission est d’assimiler les enfants immigrés dans le système scolaire francophone et, par extension, de les conformer à la culture québécoise française. Ils organisent des manifestations publiques et demandent aux responsables des commissions scolaires de prendre des mesures pour absorber les nouveaux arrivants au Québec dans des écoles françaises unilingues. Ce changement d’attitude pragmatique se manifeste au cours de l’année scolaire 1967-1968, lorsque les commissaires scolaires de Saint-Léonard décident d’éliminer les écoles primaires bilingues et de les remplacer par des cours unilingues français. Selon l’historien Jean-Claude Robert, cette décision est motivée par le fait que plus de 85 % des élèves allophones de Saint-Léonard inscrits dans les classes bilingues choisissent de poursuivre leurs études secondaires en anglais. Les protestations des immigrés italiens Cette décision suscite l’indignation de nombreux parents italiens, furieux de perdre leur liberté de décider où et comment leurs enfants vont s’instruire. Les Italiens avaient été rejetés par les

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francophones à leur arrivée au Canada et s’étaient donc unis pour préserver leur culture dans le gouffre qui divisait le Québec anglais et le Québec français. Zia Maria et d’autres parents perçoivent l’intégration dans le système scolaire français non pas comme une entreprise d’intégration linguistique, mais comme une entreprise de conformité culturelle nationaliste, et refusent donc d’envoyer leurs enfants dans les écoles françaises. En septembre 1968, pancarte à la main et accompagnée de ses deux jeunes filles (mes tantes Fiorella et Anna), zia Maria et d’autres parents italiens descendent sur les trottoirs de Saint-Léonard pour participer à une série de manifestations pacifiques visant à protester contre le programme politique de la LIS. Les manifestations entre les activistes de la LIS et les parents italiens se poursuivent tout au long de l’année scolaire 1968-1969, suscitant une immense couverture médiatique provinciale et nationale, documentant une nouvelle guerre par procuration entre les communautés anglophones et francophones de Montréal. Les deux parties demandent à leurs dirigeants d’agir. Les tensions atteignent leur paroxysme avec le retrait du projet de loi 85 en mars 1969, qui avait été déposé après les premières manifestations pour renforcer la liberté de choix de la langue d’enseignement pour tous les élèves. Une manifestation à Saint-Léonard qui en a résulté s’est transformée en un affrontement violent entre des militants de la LIS et des parents italiens. L’altercation a porté le conflit à l’attention immédiate de l’Assemblée nationale. Les changements législatifs Zia Maria et son groupe d’Italiens obtiennent finalement gain de cause et peuvent laisser leurs enfants dans les écoles anglaises s’ils le souhaitent, mais c’est loin d’être une victoire éclatante. En 1977, l’Assemblée nationale adopte la loi 101, qui oblige les enfants des immigrants nouvellement arrivés à fréquenter les écoles francophones afin de promouvoir l’usage quotidien et la connaissance de la langue française. Si la liberté de choix a été préservée pour les Italiens, elle a été refusée aux groupes suivants. Les dispositions de la loi comprennent l’étonnant article 73, qui permet aux personnes ayant fréquenté l’école primaire ou secondaire en anglais avant la


promulgation du projet de loi d’envoyer leurs enfants dans des écoles anglaises financées par l’État. Le premier ministre René Lévesque s’était tenu au courant de l’agitation à Saint-Léonard au fur et à mesure que les événements se déroulaient. Lorsque son parti politique prend le pouvoir près d’une décennie plus tard, il n’a certainement pas oublié la colère de ses concitoyens italiens. La défense énergique des institutions anglophones par Lévesque et l’inclusion de l’article 73 dans la loi linguistique du Québec pourraient avoir été un résultat indirect de la lutte menée par les mères et les pères italiens de l’est de Montréal. Cette protection provinciale sera reprise au Parlement fédéral avec la ratification de la Charte canadienne des droits et libertés en 1982, qui comprend également une disposition (article 23) protégeant les droits des minorités francophones et anglophones du Canada d’envoyer leurs enfants dans des écoles de la langue officielle de la minorité. On peut dire que ces droits à l’éducation ne sont pas le fruit des réflexions bienveillantes de dirigeants élus ou de juristes, mais du courage et de la résilience de nos grands-mères et grands-pères italiens, de nos grands-oncles et de nos grands-tantes, comme ma zia Maria. Page 18

Remettre le discours en question Un avocat montréalais revisite l’histoire de la langue d’instruction au Québec Par Joey Franco

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alph Mastromonaco, avocat montréalais spécialisé en droit criminel comptant 41 ans d’expérience, s’exprime sur un aspect controversé et méconnu de l’histoire du Québec, vécu par de nombreux enfants d’immigrants italiens, dont il fait partie. Il a récemment écrit un article qui remet en question le récit de longue date concernant la relation de la communauté italienne avec les politiques du Québec en matière d’instruction publique et de langue. Il affirme que les médias ont mal présenté les défis historiques auxquels les immigrants ont été confrontés, en particulier l’anglicisation imposée aux enfants d’immigrants italiens par les écoles catholiques francophones des années 50 et 60, qui ont dirigé ces élèves vers les écoles anglophones.

Quels sont les enjeux que vous avez portés à l’attention de nombreux médias ? J’ai écrit un article sur la question de la langue au Québec et sur le faux récit propagé par les médias québécois concernant les communautés italiennes anglophones. Après la Seconde Guerre mondiale, le Québec disposait d’un système scolaire confessionnel divisé en écoles catholiques francophones, écoles catholiques anglophones et écoles protestantes anglophones. La majorité francophone n’avait pas besoin, d’un point de vue démographique, d’être renforcée sur le plan linguistique par les enfants d’immigrés. Lorsque les Italiens ont immigré à Montréal, de nombreux parents ont été empêchés d’inscrire leurs enfants dans des écoles catholiques francophones. C’était une erreur. À l’époque, la société québécoise ne disposait pas d’une législation sur les droits de l’homme ni d’une culture des droits de l’homme. Il était plus ou moins socialement acceptable d’exprimer des préjugés et de se livrer à des pratiques discriminatoires. Je pense que de nombreux immigrants italiens, comme moi, ont été rejetés par les écoles catholiques francophones par souci de maintenir l’homogénéité de la population étudiante. Nous étions perçus comme différents, voire comme des élèves à qui il était difficile d’enseigner. La première injustice a été de nous rejeter alors que nous avions tout à fait le droit de fréquenter ces écoles. Pourquoi avez-vous ressenti le besoin d’écrire cet article ? La question de la langue française est beaucoup plus complexe que ce que l’on a pu entendre au cours des 40 à 50 dernières années. Dans les années 50 et 60, on a imposé l’anglicisation aux enfants d’immigrés italiens. Tous ceux qui n’étaient pas catholiques francophones, comme les catholiques italiens ou les personnes d’autres confessions (juifs, orthodoxes, etc.), étaient envoyés dans des écoles anglaises, où ils ont reçu une bonne éducation. Une deuxième injustice s’est produite à la fin des années 60 et au début des années 70, lorsqu’on a reproché à la communauté de fréquenter les écoles anglaises. Tout d’un coup, le déclin de la langue française a été en grande partie imputé au fait que les immigrants qui venaient ici rejetaient la langue française et choisissaient d’aller dans les écoles anglaises. À mon avis, cela n’a jamais été reconnu dans les médias, en tout cas pas dans les médias francophones,

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et certainement pas enseigné dans nos programmes scolaires. Le gouvernement a-t-il déjà abordé cette question de quelque manière que ce soit ? Pas du tout. On n’a jamais vraiment reconnu que le système scolaire catholique francophone des années 50 et 60 était en grande partie responsable de la situation en ce qui concerne la clientèle qui fréquentait les écoles catholiques et protestantes anglophones. Il est également tout à fait compréhensible que, lorsque le gouvernement, dans les années 70, a commencé à reconnaître qu’il y avait un problème démographique, que la population de langue française diminuait en raison de la baisse spectaculaire du taux de natalité à la fin des années 60 et au début des années 70, il soit devenu impératif de faire quelque chose pour augmenter les inscriptions dans les écoles de langue française, qui ont commencé à diminuer. Mais il n’était pas justifié de rejeter la responsabilité de ce problème démographique sur les familles immigrées. Quel genre de réactions votre article a-t-il suscité ? Les gens m’ont remercié, et étaient reconnaissants que quelqu’un ait enfin écrit cette histoire. D’autres m’ont dit qu’ils n’avaient jamais su que cela s’était produit, parce que personne n’en parlait jamais dans les médias ou dans nos écoles. Certains ont raconté avoir essayé de raconter à leurs collègues ou camarades de classe francophones ce qui nous était arrivé. Or soit ces derniers ne voulaient pas le croire, soit ils disaient qu’ils n’en avaient jamais entendu parler. Pourquoi mettez-vous cette question en lumière ? Mon objectif est de faire en sorte que l’on parle de cette expérience, qu’elle soit reconnue comme faisant partie de l’histoire de la question linguistique. Nous avons organisé une réunion publique qui a attiré beaucoup de monde et qui a recueilli un large soutien. De nombreuses personnes ont déclaré qu’elles entendaient ce faux récit depuis des décennies et que personne ne l’avait jamais remis en question. Il est grand temps de rétablir la vérité. Nous vivons dans une démocratie et nous avons le droit d’exprimer nos opinions et de dire ce qui s’est passé. Le gouvernement devrait le reconnaître et, enfin, présenter ses excuses. La communauté anglophone a été dépeinte d’une certaine manière au cours des 40 à 50 dernières années ; nous faisons partie des mythes et des stéréotypes que les nationalistes et les


TRADUCTIONS / TRADUZIONI séparatistes aiment propager. Nous avons le droit de dire que non seulement ce récit est faux, mais qu’il est aussi insultant pour notre communauté, car il suggère que nous avons rejeté la langue française pour nous angliciser. Cela témoigne d’une incroyable méconnaissance de la communauté italienne du Québec, car nous sommes, pour la grande majorité, trilingues. Nous n’avons jamais rejeté la langue française. Je pense que nos parents nous ont tous appris, lorsque nous étions enfants, l’importance de parler les deux langues au Canada. Une partie du succès de la communauté italienne est attribuable à sa stratégie consistant à ne pas se laisser entraîner dans ce débat binaire entre le français et l’anglais. Cinquante ans après le début de ce débat, je pense qu’il est temps de dire la vérité au gouvernement, et de le faire avec respect et passion. Le Québec nous tient tous à cœur, et je crois fondamentalement qu’il appartient à tout le monde, pas seulement à un groupe démographique particulier et politiquement important. Si vous croyez en la démocratie, chaque voix compte. Ma vision du Québec est celle d’un Québec inclusif, d’un Québec diversifié. Page 22

Le cinéaste Félix Rose revient sur la crise de Saint-Léonard Par Carole Gagliardi

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élix Rose est un documentariste, producteur et scénariste québécois. Il y a quelques années, il s’est intéressé à la crise de Saint-Léonard (1967-1969), une importante page d’histoire opposant la communauté italienne aux francophones du Québec. À la source du conflit, le désir des Italo-Québécois d’offrir à leurs enfants une éducation bilingue (en français et en anglais) plutôt qu’unilingue française. Fils du militant politique felquiste Paul Rose, Félix Rose porte une lourde histoire familiale. Son père est responsable de l’enlèvement et du meurtre du politicien Pierre Laporte, lors de la crise d’octobre 1970. « Ce fut un choc terrible, je ne croyais pas que mon père ait pu commettre un tel geste. » Une histoire profondément troublante, qui le mènera à réaliser le documentaire Les Rose (2020), qui raconte l’histoire de cette famille d’origine ouvrière. « Mon père est décédé au cours de

mes recherches, mais j’ai poursuivi mon travail, et c’est ainsi que j’ai découvert la crise de Saint-Léonard. Mon père y avait milité aux côtés de Raymond Lemieux, activiste politique avec qui, malgré son état de santé précaire, j’ai réussi à faire une longue entrevue. C’est à travers son récit que je me suis familiarisé avec la crise de Saint-Léonard et que j’ai pris la décision d’y consacrer un documentaire. » La crise de Saint-Léonard, c’est deux visions qui s’affrontent : celle des Québécois francophones désirant protéger leur langue et celle des Québécois d’origine italienne qui veulent assurer le meilleur avenir possible à leurs enfants. « Les Italiens ne refusaient pas de parler le français : ils souhaitaient le maintien des écoles bilingues », préciset-il. Au cours de ses recherches, deux figures l’ont marqué : celle de Mario Barone et celle de Raymond Lemieux. « J’ai pris la décision de parler de cette crise à travers deux familles, deux militants qui ont de fortes convictions et des visions diamétralement opposées. Je leur accorde la même importance, le même temps d’écran et la même valeur, car je voulais que l’on comprenne bien le point de vue de chacun. J’ai rencontré beaucoup de membres de la communauté italienne afin de bien saisir leur point de vue, car il y a un avant et un après cette crise de Saint-Léonard. Cela m’a mené vers la famille Barone, tout particulièrement vers l’histoire de Mario Barone, entrepreneur et grand bâtisseur de Saint-Léonard, qui m’a été racontée par son fils Mauro. Mario Barone travaillait dans les coulisses et avait un important impact politique. Il est l’une des figures politiques incontournables de l’époque et avait le rêve de faire de Saint-Léonard la ville des Italiens du Québec. » Raymond Lemieux, lui, est un anglophone qui a choisi de vivre en français. « Cela amène une dimension particulièrement intéressante au conflit. » Il a été une figure de proue de la crise et a défendu avec ardeur la position des francophones qui voulaient mettre fin à l’anglicisation croissante des nouveaux arrivants, au risque de perdre sa famille. Les militants, peu importe leur camp, paient souvent un prix élevé pour leurs convictions. Figures modérées, Lemieux et Barone n’ont jamais cédé à la violence. Ce sont plutôt des extrémistes

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dans chacun des camps qui ont posé des gestes répréhensibles. Selon Félix Rose, l’antagonisme entre les deux groupes a été causé par le gouvernement de l’époque, qui a utilisé la communauté italienne comme bouc émissaire. « Le gouvernement a voulu régler le conflit trop rapidement par la loi 63 (qui accordait le libre choix de la langue d’enseignement des écoles publiques aux familles), embrasant ainsi un conflit qui aura duré 10 ans et au terme duquel la loi 101 fut adoptée. » La crise de Saint-Léonard et ses protagonistes ont sombré dans l’oubli et pourtant, encore aujourd’hui, le même débat sur l’enseignement obligatoire du français pour les immigrants et immigrantes persiste. « La crise de Saint-Léonard fait écho à cette problématique, qui perdure depuis plus de 60 ans. Mon intention n’est pas de rouvrir des plaies ni de raviver des tensions entre les deux groupes. Mon documentaire fait état de la situation. J’y montre les deux réalités et les convictions profondes qui les sous-tendent. » Le cinéaste souhaite que son documentaire puisse enrichir les conversations, car, dit-il : « Je crois que la problématique linguistique actuelle dérape. On a oublié cette page de notre histoire, et en la rappelant, on évitera peut-être de répéter les mêmes erreurs. Il est important d’en comprendre l’origine pour avoir une conversation franche et honnête et trouver une solution juste, sans violence ni haine, à un débat qui se poursuit depuis 60 ans. » Le documentaire La bataille de SaintLéonard sera présenté dans différentes salles de cinéma au Québec à partir d’octobre 2024, en versions française et anglaise. La bande-annonce est disponible sur Youtube. Félix Rose souhaite en présenter éventuellement une version en langue italienne.




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