THE ITALIAN-CANADIAN MAGAZINE MAILED & DISTRIBUTED IN THE GREATER MONTREAL AREA
LIVING ITALIAN STYLE
BEST OF
FOOD AND
ITALIAN
DINING
BENVENUTO
MICHELE NEW FOOD EDITOR
FORGIONE
ITALY’S
HOT SPRINGS
APRIL / MAY 2019 • VOL.14 • NO.2
4299 Desserte Nord Autoroute 440 Laval, QC www.chomedeynissan.com
WE DON’T ONLY SELL CARS WE GIVE GREAT SERVICE
Happy Easter! • Buona Pasqua! MICHAEL GIOIA General Manager 450.682.4400 Parliamo Italiano Open Saturdays
CONTENTS APRIL / MAY 2019 VOL.14 NO.2
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Rolling up our sleeves . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Rimbocchiamoci le maniche
EDITORIAL
Il Punto di Pal
OPINION
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MONTREAL’S BEST OF ITALIAN FOOD & DINING . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
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Behind the scenes with Michele Forgione . . . . . . . . . . . . . . . 16 Dietro le quinte con Michele Forgione
COVER STORY
Zeppole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Torta Pasqualina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
RECIPES
LIVING ITALIAN STYLE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 FASHION . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 HOT SPRINGS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
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EVENTS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
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EDITORIAL
ON THE COVER Chef Michele Forgione Photography by Vincenzo D’Alto
PUBLISHER & EDITOR • Tony Zara EXECUTIVE EDITOR • Adam Zara ASSOCIATE EDITOR • Pal Di Iulio TORONTO MANAGING EDITOR • Rita Simonetta MONTREAL MANAGING EDITOR • Marilena Lucci EDITOR-AT-LARGE • Gabriel Riel-Salvatore BUSINESS DEVELOPMENT & COMMUNITY AFFAIRS • Carole Gagliardi EDITORIAL ASSISTANT • Vittoria Zorfini
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We acknowledge the support of the Government of Canada
ART DEPARTMENT
ART DIRECTION & GRAPHIC DESIGN Dave Ferreira PHOTOGRAPHY Daniele Tomelleri • Vincenzo D’Atlo Liana Carbone
CONTRIBUTORS
PROOFREADERS Carmine Angrisani • Valentina Basilicata Laura DiNardo • Jennifer Mancini Marie-Hélène L. Papillon TRANSLATORS Stefania Fenocchio • Marco Florio • Francesca Pala Claudia Buscemi Prestigiacomo
WRITERS Laura Guzzo • Maureen Littlejohn Printed by: Alessia Sara Domanico • Marisa Iacobucci Distribution par / by Sara Germanotta • Sal Di Falco Nicholas Di Giovanni • Anne Jano • Maria Scala Pasquale Casullo • Nicola Di Narzo Sylvia Diodati • Franca G. Mignacca 9300 Henri-Bourassa West, suite 100, Montreal, Québec H4S 1L5 I Tel.: 514 337-7870 I Fax: 514 337-6180 I e-mail at: info@panoramitalia.com Legal deposit - Bibliothèque nationale du Québec / National Library of Canada - ISSN: 1916-6389 ACCOUNT EXECUTIVES Anthony Zara Fred Lamberti
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ROLLING UP OUR SLEEVES
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EDITORIAL
Rimbocchiamoci le maniche
Last issue, we discussed the financial and societal threats plaguing the teaching and retention of the Italian language in Canada. Since then, Montreal’s Italian language Saturday school, PICAI, received funding from the Fondazione Comunitaria Italo-Canadese (FCCI) to continue all scheduled Italian classes for the year and the two organizations have said they’ll meet again at the end of the year to discuss the future of their partnership. A small (but relevant) success in the midst of the much larger battle to preserve Italian culture in Canada.
Nella scorsa edizione abbiamo discusso le minacce sociali e finanziarie abbattutesi sull’insegnamento e la conservazione della lingua italiana in Canada. Da allora, la scuola montrealese di lingua italiana del sabato, PICAI, ha ricevuto delle sovvenzioni dalla Fondazione Comunitaria Italo-Canadese (FCCI) per portare a termine tutte le lezioni di italiano in programma per l’anno, e le due organizzazioni hanno inoltre affermato che si riuniranno nuovamente alla fine dell’anno per parlare del futuro della loro collaborazione. Un piccolo (quanto significativo) successo nel bel mezzo di una battaglia ben più grande al fine di preservare la cultura italiana in Canada.
This topic stirred many reactions amongst our readers, but we chose to share one particular impassioned letter.
L’argomento ha suscitato molte reazioni tra i nostri lettori ma abbiamo scelto di condividere in particolare una lettera appassionata.
RE: Editor’s Letter, Teaching Italian to Our Youth Mr. Zara, Your February/March editorial inspired us to write in and tell you about the great effort, time and dedication of three individuals who tried to protect against the “slow disappearance and heritage of the Italian language” 14 years ago. Exposure to la lingua Italiana simply fell short and with limited resources available, we feared it would be lost to the next generation. At that moment it was very clear to us that something urgent had to be done to salvage this language. In 2005, a survey was sent out to measure the community’s interest in a private Italian language school. The results were overwhelmingly in favour of it. Meetings with fellow Italian-Canadians about the project continued up until 2008. Our generation was ready and willing to pay whatever it cost for their children to be able to communicate in their parents’ mother tongue. We contacted the minister of education to strategize on a plan. We even went so far as to name our future school, establish our school’s mission statement and create the school motto. We also communicated with other private cultural schools to learn about their curriculum and even researched the different locations around greater Montreal and Laval that would best accommodate our potential students. Unfortunately a lack of perseverance from some and a lack of funding prevented us from going further with the project. It was comforting to read in your editorial that you did not agree that such a school would “ghettoize” our children, as this term was actually used many times in our meetings with the public and served as a hindrance in moving forward. The Germans, Chinese, Greeks and Armenians have their own schools, but the Italians have unfortunately opted for the disintegration of their mother tongue leaving future generations without the necessary tools to learn the Italian language. It was a reality then, and even more so today! Mr. Zara, I’d like to echo your sentiments and say without doubt that our language will slowly disappear once our generation has passed away and our children will have integrated so completely with Canadian culture. Time is of the essence. Chapeau to Adam Zara for acknowledging the importance of safeguarding the Italian language. It is critical that we as a community bring to life this project that has been tossed aside for way too long. Viva la lingua Italiana!
RE: Insegnare l'italiano ai nostri giovani Gentile signor Zara, Il suo editoriale di febbraio/marzo ci ha motivate a scriverle e a raccontarle dell’incredibile impegno, tempo e dedizione di tre persone che, 14 anni fa, hanno provato a proteggere “l’eredità della lingua italiana e dalla sua lenta scomparsa.” L’esposizione alla lingua italiana risultava carente e, con poche risorse a disposizione, temevamo che la generazione a venire potesse perderla. In quel momento ci è stato chiarissimo che c’era l’urgenza di fare qualcosa per salvare questa lingua. Nel 2005, venne lanciato un sondaggio per valutare quanto la comunità fosse interessata a una scuola privata di lingua italiana. I risultati furono a favore in modo schiacciante. Gli incontri tra gli italo-canadesi per discutere di questo progetto proseguirono fino al 2008. La nostra generazione era pronta e disponibile a pagare quanto necessario affinché i propri figli fossero in grado di comunicare nella lingua madre dei loro genitori. Contattammo il Ministero dell’Istruzione per metter su un piano. Ci spingemmo addirittura fino ad avere un nome per la nostra futura scuola, a stabilire quale dovesse essere il messaggio della missione della scuola e a crearne il motto. Ci mettemmo inoltre in comunicazione con altre scuole culturali private per conoscere la loro offerta formativa e cercammo addirittura le zone attorno alla grande area di Montreal e Laval che meglio avrebbero potuto servire i nostri potenziali studenti. Purtroppo la mancanza di perseveranza da parte di alcuni e la mancanza di fondi ci hanno impedito di portare ulteriormente avanti il progetto. È stato confortante leggere nel Suo editoriale che lei non concorda sul fatto che queste scuole “ghettizzerebbero” i nostri figli, espressione di fatto utilizzata spesso nelle nostre riunioni pubbliche e utilizzata per ostacolare qualunque progresso. Tedeschi, cinesi, greci e armeni hanno le loro scuole, mentre gli italiani, purtroppo, hanno optato per la disintegrazione della loro lingua madre lasciando le generazioni future senza gli strumenti necessari per imparare l’italiano. Era una realtà all’epoca, lo è ancor di più oggi! Signor Zara, vorrei dar eco ai Suoi sentimenti e affermare, senza ombra di dubbio, che la nostra lingua sparirà lentamente una volta che la nostra generazione non ci sarà più e i nostri figli si saranno integrati del tutto nella cultura canadese. Il tempo è un fattore cruciale. Tanto di cappello ad Adam Zara per aver riconosciuto l’importanza della salvaguardia della lingua italiana. È fondamentale che noi, come comunità, diamo vita a questo progetto accantonato per troppo tempo. Viva la lingua Italiana!
Angela Gentile, Franca Ragusa, Josie Tortorici
Angela Gentile, Franca Ragusa, Josie Tortorici
EDITORIAL
11 “If we’ve learned anything over the years (decades), it’s that we cannot count on the Canadian and Italian governments for substantial funding, or any other community organization for that matter. If this project were to take flight, the only way would be through grass roots movements and private donations.” “Se c’è una cosa che abbiamo imparato nel corso degli anni (dei decenni), è che non possiamo contare sul governo canadese e italiano per sovvenzioni considerevoli, né del resto su nessun’altra organizzazione comunitaria. Se questo progetto dovesse prendere il volo, lo si potrebbe fare esclusivamente attraverso azioni della società civile e donazioni private.”
There is little doubt that for certain individuals within our community, the topic of private Italian heritage schools (English or French curriculum with one hour of Italian instruction per day) brings forth a certain level of ambivalence, maybe even disdain. If we’ve learned anything over the years (decades), it’s that we cannot count on the Canadian and Italian governments for substantial funding, or any other community organization for that matter. If this project were to take flight, the only way would be through grass roots movements and private donations. Through surveys, emails and countless conversations, we know that most of you feel it’s important to retain the Italian language in our country. Here’s the million dollar question (no pun intended): Are parents, grandparents, people of wealth and influence willing to put in the time, effort and money necessary to make it happen? Send us your input!
È pressoché indiscusso che per certe persone all’interno della nostra comunità, l’idea di scuole private di cultura italiana (programmi didattici in inglese o in francese con un’ora al giorno di istruzione in italiano) porti con sé sentimenti contrastanti, magari persino disdegno. Se c’è una cosa che abbiamo imparato nel corso degli anni (dei decenni), è che non possiamo contare sul governo canadese e italiano per sovvenzioni considerevoli, né del resto su nessun’altra organizzazione comunitaria. Se questo progetto dovesse prendere il volo, lo si potrebbe fare esclusivamente attraverso azioni della società civile e donazioni private. Grazie a sondaggi, e-mail e innumerevoli conversazioni, sappiamo che per la maggior parte di voi è importante mantenere la lingua italiana nel nostro Paese. Ecco a voi quindi una domanda da un milione di dollari (scherzi a parte): i genitori, i nonni nonché le persone facoltose e influenti, sono disposte a investire il proprio tempo, l’impegno e il denaro necessari per far sì che ciò accada? Diteci cosa ne pensate!
Con affetto Adam Zara Executive Editor adamzara@panoramitalia.com
IL PUNTO DI PAL
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OPINION
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A TALE OF TWO CITIES’ ESPRESSO Racconto dell’espresso da due città Last November I spent a couple of weeks travelling through central Italy. The trip was wonderful training and preparation for this spring’s Best of Italian Food and Dining edition! I visited a dozen cities and paesi and sat in scores of cafés, bars and restaurants. Aside from some wonderful meals I shared with travelling companions and hosts, I drank more than the usual number of cups of coffee I drink in Toronto. At home, I try to stick to one cappuccino in the morning and an espresso after lunch or a heavy dinner. Some years ago, I cut back on caffeine when I realized it was the cause of many of my sleepless nights. I drank much more caffè in Italy, but I also discovered that it did not seem to affect my sleep. This unexpected but pleasant result got me thinking about espresso culture. During my recent visit to Montreal, I continued indulging in Italian food and coffee and noticed that Montreal’s espresso culture was very different from Toronto’s. Toronto may have double the amount of Tim Hortons than Montreal does, but I concluded that Montreal has a richer Italian coffee culture. Is it because Montreal has had a more European lifestyle for a longer time? Or is it because Toronto is more multicultural? Yes, I know that Toronto has more condos, dollars, salumerie and pizzerie than Montreal, but I found the Italian coffee culture to be more knowledgeable, passionate and cutting edge in the 514. It seems the roughly half a dozen original Italian cafés of yesteryear in Montreal’s Little Italy have trained and produced many expert baristas. They in turn have ventured out on their own in greater Montreal and expanded from downtown, to the Mile End, to Villeray, to Saint-Leonard, thereby keeping the Italian café espresso experience quality. In Toronto, there may be more cafés from College Street all the way to Woodbridge, but many are all look and no substance. And the national Canadian coffee house chains are more about ad revenue than taste!
Lo scorso novembre ho trascorso un paio di settimane in giro per l’Italia centrale. Il viaggio è stato un modo fantastico per esercitarmi e prepararmi in previsione dell’edizione di questa primavera di Best of Italian Food and Dining! Ho visitato diverse di città e paesi e mi sono seduto in un sacco di caffè, bar e ristoranti. A par te alcuni pasti meravigliosi condivisi con i compagni di viaggio o padroni di casa, ho bevuto più caffè di quanti ne beva di solito a Toronto. A casa, cerco di limitarmi a un cappuccino al mattino e a un espresso dopo pranzo o dopo una cena pesante. Anni fa, ho ridotto la caffeina quando mi sono reso conto che era la causa di molte delle mie notti insonni. Ho bevuto molto più caffè in Italia, ma ho anche scoperto che non sembrava avere alcun effetto sul mio sonno. Questo risultato inatteso, ma piacevole, mi ha portato a riflettere sulla cultura dell’espresso. Durante una mia recente visita a Montreal, ho continuato a godermi la cucina e il caffè italiani e ho notato che la cultura del caffè a Montreal era molto diversa da quella di Toronto. Toronto avrà pure il doppio di Tim Hor tons rispetto a Montreal, ma sono arrivato alla conclusione che a Montreal c’è una cultura italiana del caffè più ricca. Sarà perché da più tempo a Montreal c’è uno stile di vita più europeo? O dipende dal maggiore multiculturalismo di Toronto? Sì, lo so che a Toronto ci sono più condomini, più soldi, salumerie e pizzerie che a Montreal, ma ho trovato una cultura italiana del caffè più esperta, appassionata e all’avanguardia nell’area 514. Sembra che, ai tempi che furono, circa mezza dozzina di caffè originali italiani situati nella Little Italy di Montreal, abbiano formato e creato molti baristi esper ti. Questi, in cambio, si sono avventurati in proprio in una più ampia zona di Montreal, espandendosi dal centro fino a Mile End, Villeray, e Saint-Leonard, facendo in modo che quella del caffè italiano rimanesse un’esperienza di qualità. A Toronto, ci saranno più caffè tra College Street fin su a Woodbridge, ma molti sono solo apparenza e niente sostanza. Mentre le catene canadesi di caffè sono più concentrate sui ricavi che sul sapore!
Is it because Montreal has had a more European lifestyle for a longer time? Or is it because Toronto is more multicultural? Sarà perché da più tempo a Montreal c’è uno stile di vita più europeo? O dipende dal maggiore multiculturalismo di Toronto?
What do you think? Fatemi sapere cosa ne pensate.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Pace e bene Pal Di Iulio Associate Editor pal@panoramitalia.com
Panoram Italia
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Passions
PASSIONS
Our editors’ top picks for this season’s must-have made-in-Italy products I prodotti Made in Italy scelti dalla nostra redazione come indispensabili di questa stagione
Marvis Toothpaste Made in Florence, this upscale toothpaste gained popularity in the ‘70s when it became known as the whitening toothpaste for smokers. The handsome antique packaging and travel size tubes also add a touch of luxury to your toiletry bag. Dentifricio Marvis Prodotto a Firenze, questo dentifricio esclusivo ha raggiunto la notorietà negli anni ’70, quando divenne famoso come dentifricio sbiancante per fumatori. La bella confezione vintage e i tubetti da viaggio donano un tocco di classe alla vostra trousse da viaggio.
Tek Hair Brush Made by hand in Italy using all-natural products (like natural pure rubber and wood), Tek brushes and combs are specially designed to detangle and maintain hair and scalp health. A good Tek tip for choosing the right brush: the longer your hair is, the longer your brush’s bristles should be. Tek offers specific brushes for every type of hair and need. Spazzola Tek Create a mano in Italia con prodotti esclusivamente naturali (come la pura gomma naturale e il legno), le spazzole e i pettini Tek sono appositamente ideati per sciogliere i nodi e mantenere sani sia i capelli che il cuoio capelluto. Un suggerimento Tek nella scelta della spazzola giusta: più lunghi sono i capelli, più lunghi dovrebbero essere i denti della spazzola. La Tek offre spazzole adatte ad ogni esigenza e tipo di capello. Marni Mac In collaboration with Stutterheim, Italian fashion brand Marni just released the raincoat of the season. Rubberized cotton keeps you warm and dry, along with big flap pockets, snap buttons and large hood. It’s a modern take on the classic raincoat, and we love it! Marni Mac In collaborazione con Stutterheim, il marchio di moda italiano Marni ha appena lanciato l’impermeabile della stagione. Il cotone gommato mantiene caldi e asciutti, insieme alle grandi tasche con pattina a pressione e il largo cappuccio. Versione moderna del classico impermeabile che noi adoriamo! Borsalino Hats Humphrey Bogart, David Bowie and Rihanna have donned hats made by Borsalino, Italy’s oldest Italian hat manufacturing company. Although Borsalino creates everything from straw hats to tweed baseball caps, their stylish Fedora is the coolest look for spring. Cappelli Borsalino Humphrey Bogart, David Bowie e Rihanna tutti hanno indossato dei Borsalino, la più antica compagnia produttrice di cappelli italiana. Sebbene Borsalino ne produca di ogni tipo, da quelli di paglia a quelli autunnali da baseball in tweed, il suo elegante cappello Fedora è il migliore tra tutti per primavera.
Gucci Mule Slip into Gucci—a great fashion piece for both men and women to dress up jeans for work or make getting ready for a last-minute dinner date a breeze. Le Mule Gucci Calzate delle Gucci – grande articolo di moda sia per uomo che per donna, per indossare i jeans a lavoro con un tocco in più o per essere pronti al volo per una cena speciale dell’ultimo minuto.
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LIFE & PEOPLE
Photo / Vittoria Zorfini
CHURCH OF THE MADONNA DELLA DIFESA Chiesa della Madonna della Difesa by / di SARA GERMANOTTA
Celebrating 100 years For the past century, Madonna della Difesa church has been an anchor for Montreal’s Italian community. We’ve sat in its pews to celebrate baptisms and weddings, or said a final farewell to loved ones. “I don’t think there are many Italians in Montreal that don’t have a link to this parish,” says City Councillor Francesco Miele, who sits on the church’s board of directors. “A lot of us can trace our roots back to this church. Speak to your grandparents, if you still have the opportunity, ask if they have a story about this church. Odds are, they do.” Miele, 38, has been a regular at Sunday Mass at La Difesa since he was a young boy. His parents were married here in 1971, and he started volunteering and teaching catechism at the church when he was a teenager. He’s witnessed the emotional highs and lows felt by parishioners celebrating momentous life events, given countless tours of the church’s famous Mussolini fresco and watched as hundreds of mourners, onlookers and media crammed into the church to attend high-profile funerals. But it’s the stories he hears from regular folks that touch him the most. “There was an 85-year-old lady who walked in and looked at the altar and remembered being taken to this church as a 16-year-old, three days after she arrived from Italy, to be married. We’re lucky that we’re still able to speak to those parishioners and hear their stories. In our Italian diaspora, we don’t realize how much of an influence this church has had on our community here in Canada.”
Festeggia i suoi 100 anni Nel secolo scorso, la Chiesa della Madonna della Difesa è stata un’ancora per la Comunità italiana di Montreal. Ci siamo seduti sui suoi banchi per celebrare battesimi e matrimoni, o per dare un ultimo addio ai nostri cari. “Non penso che ci siano italiani a Montreal che non abbiano un legame con questa parrocchia” dice il consigliere comunale, Francesco Miele che fa parte del consiglio di amministrazione della Chiesa. “Molti di noi possono rintracciare le loro radici in questa chiesa. Parla con i nonni, se ancora hai la possibilità, e domanda loro se hanno un racconto legato alla Chiesa. Molto probabilmente ne avranno uno. Miele, 38 anni, si reca alla Messa della Domenica regolarmente da quando era bambino. I suoi genitori si sposarono qui nel 1971, e lui ha cominciato a fare volontariato e ad insegnare catechismo in Chiesa quando era adolescente. È stato testimone degli emozionanti alti e bassi dei parrocchiani che celebravano eventi di vita importanti, ha visitato innumerevoli volte il famoso affresco di Mussolini e ha visto centinaia di persone in lutto, curiosi e media affollati in occasione dei funerali di personalità di spicco. Ma i racconti della gente comune sono quelli che lo toccano di più. “C’era una signora di 85 anni che entrava e guardava l’altare e ricordava di essere stata portata li all’età di 16 anni, tre giorni dopo essere arrivata dall’Italia, per sposarsi. Siamo fortunati che ancora possiamo parlare con questi parrocchiani e ascoltare le loro storie. Nella nostra diaspora italiana, non ci rendiamo conto quanto questa Chiesa abbia influenzato la nostra comunità qui in Canada.
LIFE & PEOPLE
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The parish of Madonna della Difesa was founded in 1910 by Italian immigrants—many of whom came from the town of Casacalenda in Molise. The name of the church commemorates an apparition of the Virgin Mary that is said to have appeared in an area of Casacalenda known as La Difesa. “The Italian community was really growing at the time,” explains Miele. “They had been worshipping at the nearby French parish of Saint-Édouard, but now they felt the need to build a church of their own.” The original church was located at the corner of Henri-Julien and Dante, just across from where Madonna della Difesa stands today. Before long, the quickly-expanding community outgrew that building and needed a bigger space. “The religious order that founded the church—the Servi di Maria— approached Pope Pius X and asked for help,” continues Miele. “The Pope gave them $4,000—which was quite a considerable amount of money at the time— to begin the project of building the church as we know it today.” The crown jewel of La Difesa is the fresco that adorns the apse of the church. Painted by Guido Nincheri, known as the Michelangelo of Montreal, the fresco features Italian dictator Benito Mussolini on horseback and commemorates the signing of the Lateran Treaty in 1929. The treaty recognized the sovereignty of the Vatican City State and the independence of the Pope. This work is widely regarded as one of Nincheri’s masterpieces, but also earned him a stay at the Petawawa internment camp in 1940. “Italians were perceived as fascists at the time. So Guido Nincheri, along with some priests and parishioners, were taken as prisoners of war and interned in detainment camps,” explains Miele. “The fresco of Mussolini was actually covered for most of the duration of the war and even afterwards because there was a feeling of shame. It wasn’t an easy time for Italians.” Miele admits that although church attendance has been in decline in recent years, the fresco continues to draw people from all walks of life. He says this church stands for the struggles and successes of our community. “It’s not a historical site only; it was a home for thousands and thousands of Italians that suffered. For the first settlers, this place represented a piece of what they left in Italy,” says he. “La Difesa is the mother of Italian churches in Canada.” m
5853 SHERBROOKE OUEST
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La parrocchia della Madonna della Difesa fu fondata nel 1910 da italiani immigrati – molti di loro venivano dal paese di Casacalenda in Molise. Il nome della Chiesa commemora un’apparizione della Vergine Maria che si dice sia apparsa in una zona di Casacalenda conosciuta come La Difesa. “La comunità italiana era in for te crescita a quel tempo” spiega Miele. “Avevano frequentato la vicina parrocchia francese di Saint-Edouard, ma ora sentivano la necessità di avere una Chiesa propria.” La Chiesa originaria era ubicata all’angolo tra Henri-Julien e Dante, proprio di fronte a dove si trova oggi la Madonna della Difesa. In breve tempo, la costruzione non poteva più contenere quella comunità in rapida espansione e hanno avuto bisogno di uno spazio più grande. “L’ordine religioso che ha fondato la Chiesa – i Servi di Maria – si avvicinarono a Papa Pio X e gli chiesero aiuto” continua Mieli. “Il Papa, gli diede 4000 dollari che era una somma considerevole a quei tempi – per iniziare a costruire la Chiesa come la conosciamo oggi”. Il gioiello de La Difesa è l’affresco che adorna l’abside della Chiesa. Dipinto da Guido Nincheri, conosciuto come il Michelangelo di Montreal, l’affresco rappresenta il dittatore italiano Benito Mussolini sul suo cavallo e commemora la firma del Trattato dei Patti Lateranensi del 1929. Il Trattato riconosce la sovranità dello Stato della Città del Vaticano e l’indipendenza dal Papa. Se questo lavoro è ampiamente riconosciuto come uno dei capolavori di Nincheri, fu anche la causa della sua deportazione nel campo di concentramento di Petawawa nel 1940. “Gli italiani all'epoca erano visti come fascisti. Così Guido Nincheri, insieme ad alcuni sacerdoti e parrocchiani, furono presi come prigionieri di guerra e internati nei campi di concentramento” spiega Miele. “L’affresco in verità fu coperto per quasi tutta la durata della Guerra e anche dopo perché vi era un sentimento di vergogna. Non fu un periodo facile per gli italiani”. Miele ammette che, sebbene la frequentazione della chiesa sia diminuita negli ultimi anni, l'affresco continua ad attirare persone di tutti i ceti sociali. Miele dice che questa chiesa rappresenta le lotte e i successi della nostra comunità. “Non è solo un luogo storico, è stata la casa di migliaia e migliaia di italiani che soffrivano. Per i primi arrivati, questo posto ha rappresentato una parte di quello che lasciavano in Italia” dice Miele. “La Difesa è la madre delle chiese italiane in Canada”.
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{Entretien avec Carole Gagliardi
LIFE & PEOPLE
VIVRE AVEC DEUX ENFANTS AUTISTES LE COUPLE ORSINA SE RACONTE Vivere con due bambini autistici La coppia Orsina si racconta Le 2 avril célèbre la Journée mondiale de la sensibilisation à l’autisme. Dans Il 2 aprile si celebra la giornata mondiale di sensibilizzazione all’autismo. la mouvance du mouvement international « Light It Up Blue », on illumine en All’interno del movimento internazionale Light It Up Blue, vengono illuminati di bleu des monuments célèbres et on organise des événements de sensibilisation blu i monumenti famosi, vengono organizzati eventi mirati alla sensibilizzazione où le bleu est de mise. Si on retient dove il blu è il colore predominante, cette couleur, c’est que le bleu Questo colore simboleggia la symbolise la prévalence de l’autisme prevalenza della malattia tra i ragazzi, chez les garçons, qui sont cinq fois En 2015, au Québec, la prévalence globale du che sono colpiti cinque volte di plus touchés (1 garçon sur 43) que più (1 su 43) rispetto alle ragazze TSA chez la population de 5 à 17 ans était de les filles (1 fille sur 189).* (1 su 189).* 15,5 pour 1 000 (1 sur 64 ou 1,6 %). Gaetano et Ghizlane Orsina sont Gaetano e Ghizlane Orsina les parents de Mateo, 7 ans, et Alessio, sono i genitori di Mateo di 7 anni e 5 ans, tous deux atteints de troubles Alessio di 5 anni, entrambi con du spectre de l’autisme. Le parcours disturbi dello spettro autistico. Il Nel 2015, in Quebec, la prevalenza complessiva di des deux petits garçons est semblable percorso dei due ragazzi è simile ASD tra la popolazione di età compresa tra i 5 e 17 en tout point. Mateo et Alessio se sont sotto ogni aspetto. Mateo e Alessio anni era di 15,5 per 1.000 (1 su 64 o 1,6%). développés normalement jusqu’à si sono sviluppati normalmente fino * Souce: Fédération québécoise de l’autisme l’âge de 18 mois, jusqu'à ce qu’on all'età di 18 mesi, fino a quando note de petites différences entre leur sono state notate piccole differenze comportement et celui des autres tra il loro comportamento e quello enfants de leur âge. « Ils allaient bien, marchaient, commençaient à parler, tout di altri bambini della loro età. “Stavano bene, camminavano, cominciavano a en ayant chacun, leur personnalité bien définie. Puis nous les avons inscrits à parlare, pur avendo ognuno la propria personalità ben definita. Poi li abbiamo la garderie, et c’est à ce moment que nous avons constaté que Mateo ne me iscritti all'asilo nido, e in quel momento abbiamo constatato che Mateo non mi regardait pas droit dans les yeux, qu’il ne manifestait pas ses besoins de se guardava dritto negli occhi, non comunicava se aveva fame o sete, e evitava nourrir et de boire, et qu’il évitait toute interaction avec les autres. Il faisait des qualsiasi interazione con gli altri. Cominciava ad avere le convulsioni, sbatteva i crises, tapait des pieds, refusait d’obéir » raconte Gaetano. piedi, si rifiutava di obbedire” racconta Gaetano. « Nous n’étions pas familiers avec ces comportements et nos parents “Non avevamo familiarità con questi comportamenti e i nostri genitori ci nous disaient : laissez-les, ça va s’arranger, ils ont du caractère, » Raconte dicevano: lasciateli fare, è il loro carattere” racconta Ghizlane e aggiunge che, Ghizlane qui ajoute qu’avec le recul, il y avait peut-être des signes con il senno di poi, potrebbero esserci stati già dei segni che ignoravano, avant-coureurs qu’ils ont ignoré, préférant concentrer leur attention sur les preferendo concentrare la loro attenzione sui punti di forza dei loro due figli. forces de leurs deux enfants. « À l’âge de 2 ans, Mateo lisait, il adorait les “All'età di 2 anni, Mateo leggeva, amava i numeri, era conosciuto per così tanti chiffres, on lui reconnaissait tellement de talents. Mais ce n’était pas la bonne talenti. Ma non era l'atteggiamento giusto. Sarebbe stato necessario riconoscere attitude. Il aurait fallu reconnaître immédiatement ces attributs trop précoces immediatamente questi sintomi precoci per un bambino della sua età.” pour un enfant de son âge, » ajoute-t-elle.
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Photo / Vincenzo D’Alto
Ainsi, c’est lors d’un banal examen pour une otite que le doute s’est È stato proprio dopo un banale controllo per un’otite che è nato il dubbio. installé. Dans le bureau du médecin, Mateo lit une affiche. Le spécialiste réagit Nello studio Mateo ha letto un avviso e il medico subito l’ha notato spiegando immédiatement et explique aux parents que cela n’est pas usuel chez un enfant ai genitori come questo non fosse comune per un bambino di quell’età. Dopo de cet âge. Après plusieurs examens, diversi esami, hanno scoper to on découvre qu’il souffre d’un trouche il bambino soffre di un ble du spectre de l’autisme de stade particolare disturbo dello spettro 2. La nouvelle est arrivée comme un dell’autismo al secondo stadio. La vrai choc pour les parents. « Nous ne notizia è stata uno choc per i savions pas ce qu’était l’autisme ni genitori.“Non conoscevamo affatto comment gérer cette situation. La l’autismo né tantomeno come peur s’est incrustée en moi comme affrontare la situazione. La paura une douleur vive, » me raconte Gaesi è insinuata dentro di me come tano. Les parents ont rapidement un dolore profondo” mi confida compris qu’ils devraient faire toutes Gaetano. I genitori si sono presto les démarches nécessaires pour trouresi conto che dovevano prendere ver les ressources adéquates pour tutti i provvedimenti necessari encadrer leurs enfants. « La chance per trovare risorse adeguate per a été de notre côté car un collègue de i propri figli. “La fortuna era dalla travail nous a mis sur la piste d’une nostra parte perché un collaboraGaetano et Ghizlane Orsina en compagnie de Carole Gagliardi école formidable, l’école East Hill. tore ci ha consigliato una scuola Ce fut notre bénédiction car à la garderie, le cas de Mateo était perçu comme formidabile, la East Hill School. È stata la nostra benedizione perché all'asilo nido problématique alors qu’à l’école East Hill, il a été accueilli à bras ouverts. Le il caso di Mateo era considerato problematico mentre all'East Hill è stato accolto personnel et la direction ont eu une attitude positive. Mateo a instantanément a braccia aper te. Il personale e la direzione hanno avuto un atteggiamento adoré l’école et on l’a vu se transformer jour après jour ». positivo. Mateo ha immediatamente amato la scuola e l'abbiamo visto cambiare Le couple a vécu des moments difficiles, leur vie intime et sociale ont été giorno dopo giorno.” grandement affectées. « On s’est oublié pendant les premières années, nous La coppia ha vissuto momenti difficili, la loro vita privata e sociale è stata n’étions plus que des parents. Au Québec, sortir avec deux garçons autistes ce sconvolta. “Ci siamo dimenticati di noi stessi durante i primi anni, non eravamo n’est pas facile. Il y a peu de restaurants et d’endroits publics où nous sommes altro che genitori. In Quebec, uscire con due ragazzi autistici non è facile. Ci les bienvenus. Les gens jugent rapidement alors qu’en Italie, à Florence, certains sono pochi ristoranti e luoghi pubblici dove siamo i benvenuti. La gente ti giudica établissements accueillent ouvertement les personnes autistes. Vous savez, on subito mentre in Italia, a Firenze, alcune istituzioni accettano aper tamente le ne guérit pas de l’autisme, c’est pour la vie. Nous souhaitons que les gens soient persone con autismo. Si sa, non si cura l'autismo, è per la vita. Ci auguriamo che plus compréhensifs, aimables et tolérants ». le persone siano più comprensive, gentili e tolleranti.” Le 10 mai un Gala Tapis Bleu est organisé pour amasser des fonds pour le Centre d’Éducation pour Adultes Galileo et La Fondation À pas de Géant. Informations 514 322-1030
Il 10 maggio viene organizzato il Blue Carpet Gala per raccogliere fondi per il Galileo Adult Education Center e The Giant Steps Foundation. Informazioni 514 322-1030
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LIFE & PEOPLE
DAVID LAMETTI by / di SARA GERMANOTTA
Canada’s new Justice Minister & Attorney General David Lametti, Liberal MP for the Montreal riding of LaSalle–Émard– Verdun, has just inherited two of the biggest portfolios in the Canadian government. This past January, Prime Minister Justin Trudeau appointed Lametti, 56, minister of justice and attorney-general of Canada. Not only is he tasked with administrating and reforming the country’s justice system, he is also dealing with the fallout from the recent SNC Lavalin corruption investigation. “It’s a big job and I’m just getting up to speed on all the files,” says Lametti, who has taken over the job from Jody Wilson-Raybould after she was shuffled out of the position. When asked about the SNC Lavalin affair, Lametti comments, “I wasn’t there when it happened so there’s not much I can say at this point. I still don’t have all the facts.” While Lametti faces some big challenges in his new gig, he says his Italian-Canadian upbringing has given him strong legs to stand on. Lametti grew up in Port Colborne in the Niagara region of southern Ontario. A large number of Italian immigrants settled there and found work in the area’s many industrial plants. Lametti is the youngest of four boys, sons of Italian immigrants from the town of Genga in Le Marche. “My parents really sacrificed everything for us. It’s a story that you’ve heard over and over again with our community: the parents come from Italy without knowing the language or having any means, and yet work hard and seize every opportunity to advance themselves and really push their kids to go to school. This is what my parents did and it really opened up a lot of doors for us,” says the former McGill University law professor.
Nuovo Ministro della giustizia e procuratore generale del Canada
David Lametti, Liberale MP per la guida di Montreal di LaSalle-Émard-Verdun, ha appena ereditato due delle grandi posizioni nel governo canadese. Lo scorso gennaio il Primo Ministro Justin Trudeau ha nominato Lametti, 56 anni, Ministro della Giustizia e Procuratore Generale del Canada. Non solo ha il compito di amministrare e riformare il sistema giudiziario del Paese, ma sta anche affrontando le conseguenze della recente indagine sulla corruzione di SNC Lavalin. “È un lavoro importante e mi sto aggiornando su tutti i file che ho trovato su di lui” dice Lametti, che ha preso il posto di Jody Wilson-Raybould dopo che è stata espulsa da quella posizione. Quando chiediamo dell’affare SNC Lavalin, Lametti commenta, “Non ero lì quando è successo, a questo punto non c'è molto da dire. Non ho ancora tutti i fatti.” Mentre Lametti affronta alcune grandi sfide nel suo nuovo lavoro, dice che la sua educazione italo-canadese gli ha dato gambe forti su cui stare in piedi. Lametti è cresciuto a Por t Colborne nella regione del Niagara a sud dell’Ontario. Un grande numero di immigrati italiani si stabilirono lì e trovarono lavoro nei numerosi stabilimenti industriali della zona. Lametti è il più giovane dei quattro fratelli, figli di italiani immigrati dalla città di Genda nelle Marche. “I miei genitori hanno veramente sacrificato tutto per noi. È una storia che avrai sentito e risentito sulla nostra comunità, i genitori vengono dall’Italia senza conoscere la lingua o avere altri mezzi, e ciononostante lavorano sodo e colgono ogni opportunità per migliorare se stessi e spingere i propri figli ad andare a scuola. Questo è quello che fecero i miei genitori e questo veramente ci aprì molte porte” dice l'ex professore di legge della McGill University.
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I suoi genitori erano membri attivi del Port Colborne’s Italian Canadian His parents were active members of Port Colborne’s Italian Canadian Mutual Benefit Society; dice che la comunità italiana locale era molto unita. “Il Mutual Benefit Society; he says the local Italian community was tight-knit. cinquanta per cento del paese dei miei genitori era a Port Colborne, quindi si “Fifty per cent of my parents’ village was in Port Colborne, and you could poteva sentire parlare con un accento dialettale nella città. C’erano molti hear the village dialect spoken around town. There were a lot of Abruzzese, Abruzzesi, Calabresi e anche Molisani” ci spiega. “Ho sempre sentito un forte Calabrese and Molisani as well,” he explains. “I always felt a strong attaccamento alla comunità”. attachment to the community.” La sua educazione è stata segnata anche dalla morte del padre, scomparso His upbringing was also shaped by the death of his father, who passed quando Lametti aveva solo 13 anni. Sua madre è stata costretta ad allevare i quattro when Lametti was just 13. His mother was left to raise four boys on her own, ragazzi sola, riuscendo ad arrivare a fine making ends meet by working as a caterer giornata lavorando come cameriera in una sala for the local Italian reception hall. “My di ricevimenti italiana. “È stata mia madre ad “I realized that knowing Italian—a mother was the dominant influence in my avermi maggiormente influenzato. Era forte, life. She was a strong, intelligent woman language that not everyone speaks una donna intelligente che ha organizzato tutto who managed to send all of us to school and per mandare tutti noi a scuola e vederci tutti get us all sistemato, which means getting us —became critical to my career.” sistemati, ovvero vederci sposati, con una casa, all married with a house and a career and una carriera e dei bambini. Ha organizzato per kids. She managed to see all of that before vedere tutto questo prima di morire, il che mi she died, which makes me quite happy.” “L’italiano – una lingua che non tutti rende molto felice”. Lametti says he is very proud of his parlano - si è rivelato fondamentale Lametti dice di essere molto fiero della sua Italian-Canadian upbringing and admits it educazione italo-canadese e ammette che gli has afforded him several advantages in his per la mia carriera.” ha offerto molti vantaggi nella sua carriera di law career as well. “I realized that knowing avvocato. “l’italiano – una lingua che non tutti Italian—a language that not everyone speaks parlano - si è rivelato fondamentale per la mia carriera perché ho ricevuto molti inviti —became critical to my career because I would get a lot of invitations to lecture a tenere conferenze in università italiane molto prestigiose semplicemente perché ero at very prestigious universities in Italy simply because I was Italian-Canadian italo-canadese e potevo parlare la lingua. Mi ha aiutato immensamente e penso che and I could speak the language. It helped me immensely, and I think my kids anche i miei figli se ne stiano rendendo conto. All'improvviso, le porte si aprono perché are realizing it now too. All of a sudden, doors open because you can speak this sai parlare quest'altra lingua”, dice il padre di tre figli. other language,” says the father of three. Il ministro della Giustizia recentemente nominato ha alcune questioni complesse The newly-appointed justice minister has some meaty issues to deal with da affrontare nei prossimi mesi. Lametti dice che le sue priorità includono una riforma in the coming months. Lametti says his priorities include a long-overdue reform da tempo attesa della legge canadese sul divorzio, così come la legge C-75, che apporta of Canada’s Divorce Act, as well as Bill C-75, which makes improvements to miglioramenti al sistema di giustizia penale del Paese. “Vorrei che questa legislazione the country’s criminal justice system. “I’d really like to see this legislation fosse approvata in modo da rendere il nostro sistema di giustizia penale più rapido, through so that our criminal justice system is faster, more efficient and more più efficiente e più equo", spiega Lametti. Questo aiuterà in qualche modo ad affrontare equitable,” explains Lametti. “This will help in some way to deal with the la questione dell’eccessiva presenza delle popolazioni indigene nel sistema ". over-representation of Indigenous people in the system.” * This article reports on the most recent information available at press time.
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LIFE & PEOPLE
“2019 is a turning point for Matera to become a world-class community.” “Il 2019 è un punto di svolta affinché quella di Matera diventi una comunità di prima classe.”
A CITY SET IN STONE Una città incastonata nella roccia by / di MARISA IACOBUCCI
Matera named a Cultural Capital of Europe It was once one of Europe’s poorest cities, but this year Matera has been crowned one of the Cultural Capitals of Europe for 2019. “Matera is the first southern Italian city to be given this recognition. Lucani all over the world are proud. It is a celebration of our roots, our history, our cultural heritage and how far we’ve come,” says Maddalena Stoduto Scittarelli, president of Quebec’s Federazione delle Associazioni dei Lucani del Canada. The city of Matera, located in a far-removed corner of the small, southern region of Basilicata (also known by its ancient name Lucania), was designated as a Unesco World Heritage Site in 1993. It’s famous for its Sassi, cave dwellings carved out of limestone that date back to the village’s prehistoric era. Today, a growing number of tourists visit Matera to see those hard-to-reach caves that have been transformed into hotels, restaurants and historical attractions.Yet in the shadow of those caves lurks a history of abandonment and national shame. “After the Second World War, people were living in dire conditions in those caves. There was poverty and disease,” explains Mike Lombardi, President of Associazione Basilicata di Vancouver. “The shepherds were living with their animals. They had no running water, no electricity, no proper sewage.” The rest of the nation was forced to take notice of the desperate conditions in 1945 when Italian-Jewish artist, writer and activist Dr. Carlo Levi wrote about it in his book—Christ Stopped at Eboli. In 1952, Italy’s prime minister at the time, Alcide De Gasperi, declared a state of emergency. “People were moved out of the Sassi and relocated to more modern areas of the region. The rock dwellings remained deserted for decades until Matera became a World Heritage Site,” says Lombardi. Not long after, Matera became a film location for Mel Gibson’s The Passion of The Christ in 2004, putting the region on the international map. Frank Miele, Toronto-based economics professor and cultural partnership chair VP-marketing of the Basilicata Cultural Society of Canada sees Matera’s nomination as an economic development story. “I read it as a wonderful story of how the people of that community identified an economic asset, from a film location and tourism perspective, and used it as a means to get themselves out of their poor status,” he says. “2019 is a turning point for Matera to become a world-class community.” Matera officially took on its Cultural Capital title on January 19, 2019 with inauguration celebrations being held on both sides of the pond. But, as Scittarelli says, “We’ve been celebrating ever since the European Union gave Matera this designation in 2014.”
Matera nominata Capitale Europea della Cultura Un tempo era una delle città più povere d’Europa, ma quest’anno Matera è stata incoronata Capitale europea della Cultura per il 2019.“Matera è la prima città dell’Italia meridionale a ricevere questo riconoscimento. I lucani sparsi in tutto il mondo ne sono orgogliosi. È una celebrazione delle nostre radici, della nostra storia, della nostra eredità culturale e di quanta strada abbiamo fatto,” afferma Maddalena Stoduto Scittarelli, presidente della Federazione delle Associazioni Lucane del Canada, in Quebec. La città di Matera, situata in un angolo remoto della piccola regione meridionale della Basilicata (nota anche con l’antico nome di Lucania), è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1993. È famosa per i suoi Sassi, abitazioni scavate nell’arenaria e risalenti all’epoca preistorica del villaggio. Oggi, sempre più turisti visitano Matera per ammirare quelle grotte, difficili da raggiungere, convertite in hotel, ristoranti e attrazioni storiche. Tuttavia, all’ombra di quelle grotte si nasconde una storia di abbandono e vergogna nazionale. “Dopo la Seconda guerra mondiale, la gente viveva in condizioni terribili all’interno di quelle grotte. C’erano povertà e malattia,” spiega Mike Lombardi, Presidente dell’Associazione Basilicata di Vancouver. “I pastori vivevano con i loro animali. Non avevano acqua corrente, elettricità o fognature adeguate.” Nel 1945, il resto della nazione fu costretta a prendere atto di quelle condizioni disperate quando il pittore, scrittore e attivista ebreo dr. Carlo Levi ne parlò nel suo libro – Cristo si è fermato ad Eboli. Nel 1952, l’allora Primo ministro, Alcide De Gasperi, dichiarò lo stato d’emergenza. “Alle persone vennero fatti lasciare i Sassi e furono trasferite in aree più moderne della regione. Le abitazioni nella roccia rimasero deserte per decenni finché Matera divenne patrimonio dell’umanità,” dice Lombardi. Non molto dopo, nel 2004, Matera diventò il set cinematografico del film di Mel Gibson La passione di Cristo, dando così notorietà internazionale alla regione. Frank Miele, professore di economia di Toronto e “cultural partnership chairman” della Basilicata Cultural Society of Canada vede nella nomina di Matera una storia di sviluppo economico. “La interpreto come una storia meravigliosa di come le persone di quella comunità abbiano identificato i Sassi come un bene economico, dal punto di vista cinematografico e turistico, e li abbiano usati per tirarsi fuori dal loro stato di povertà,” dice. “Il 2019 è un punto di svolta affinché quella di Matera diventi una comunità di prima classe.” Matera ha ufficialmente assunto il titolo di Capitale della Cultura il 19 gennaio 2019 con la cerimonia inaugurale tenutasi su entrambe le sponde. Ma, come afferma Scittarelli: “Festeggiamo sin da quando l’Unione Europea ha conferito questo titolo a Matera nel 2014.”
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Photo / Rocco Grossi
Miele (che in precedenza, per 17 anni, è stato commissario per lo sviluppo Miele (who was the commissioner of economic development for the city economico per la città di Vaughan) assieme ad altri membri del consiglio, è stato of Vaughan for 17 years) along with other council members, were asked to incaricato di creare un gemellaggio culturale tra la Città di Toronto e Matera. get involved in creating a cultural partnership between the City of Toronto “Firmato nel giugno 2017 a Matera, l’accordo s’incentra su problematiche chiave and Matera. “Signed in June of 2017 in Matera, the partnership agreement che gravitano attorno allo sviluppo economico, culturale, pedagogico e dello focuses on key issues that centre around economic, cultural, educational and sport” spiega. sports developments,” he explains. Uno dei maggiori progetti, conOne of the major projects seguenza di questa collaborazione, initiated as a result of this partnership comprende la creazione di una Matera involves working towards the città intelligente e digitale. “Miriamo a creation of a digital smart city of realizzare una versione potenziata della Matera. “We’re looking at creating nostra storia, arte e cultura di modo an augmented version of our che i turisti in visita nella comunità che history, art and culture so that ricorrono alla tecnologia possano when tourists come into the comgodersi appieno l’esperienza fatta a munity and use the technology, Matera. Ciò implica il raggiungimento di they can fully enjoy the Matera una connettività a 5G nell’area e il fare experience. This involves getting evolvere Matera dallo stato di comunità 5G connectivity into the area and della pietra.” evolving Matera from a stone Tra le altre iniziative vi sono la community.” creazione di opportunità di lavoro nelle Other initiatives have included province della Basilicata, esposizioni job creation opportunities in culturali d’arte, collaborazioni artistiche Basilicata regions, cultural art tra i cantautori di Matera, borse di exhibits, artistic collaborations The Basilicata Cultural Society of Canada in Woodbridge celebrates Matera’s status as the 2019 European Capital of Culture studio per gli studenti, tornei sportivi, between Matera singer-songwriters, un programma di interscambio alla student bursaries, sport tournascuola superiore e la creazione di un libro di ricette tradizionali lucane. “Questi ments, a high school exchange program and the creation of a traditional scambi culturali sono delle opportunità a lungo termine che dobbiamo coltivare Lucani recipe book. “These cultural partnerships are long-term opportunities affinché tutti quelli coinvolti possano vederne gli sviluppi e i miglioramenti” that we need to cultivate in order to see developments and improvements spiega Miele. for all involved,” explains Miele.
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DESIGN
SPRING FOR OUTDOOR DESIGN With winter finally behind us, it’s time to start thinking about your outdoor projects. But how do you create the outdoor space of your dreams without it turning into a nightmare? The answer is careful preparation. Here are some useful tips to help you save time, money and unnecessary stress when taking on a new outdoor project.
Clearly define your objectives and priorities It’s very easy to get carried away with the endless possibilities of a landscaping project, which is why this step is essential. Outline your goals to translate your vision into a concrete and actionable plan. Objectives will vary based on your situation. Are you planning to sell your property and wish to enhance your curb appeal? Are you looking to create a sensational driveway or poolside deck with interlocking paving stones? Are you the welcoming type and want to create inviting patios and walkways throughout your property to host friends and family? Regardless of your objectives, it’s important they are clear to avoid any nasty surprises when communicating and dealing with landscaping contractors and architects. The result will be a design and solution that truly reflects your vision. Find your inspiration The great thing about a landscaping project today is that it’s really easy to find information and images that will spark your creative side.
Give yourself plenty of wiggle room There are always some unforeseen issues that will cause delays and potential budget increases. This is why adding contingency to both time and budget is necessary. Be realistic about the snags you may encounter, especially when dealing with multiple contractors, and find out about any local laws or bylaws that may require you obtain a permit before work begins. Photos courtesy of Mega Centre Gentile
Determine your budget Proper budgeting is one of the most important planning aspects before undertaking any landscaping project. Once you have a number that you’re comfortable with, talk with an expert at your local landscaping supply store. Their experience and know-how will help you determine what you can accomplish with your budget and also recommend the most qualified professionals. It’s a good idea to request a comparative market analysis in order to measure the profitability of your renovation investment. After all, you’re planning to make a significant investment in your property. Most real estate brokers provide this service for free. If you don’t have the budget to accomplish your dream outdoor space, there’s no need to forego the project entirely. Consider your priorities and attack your project in phases.
Search the Internet, browse through landscaping magazines and talk to experts at your local landscaping supply store. These experts are always available to answer your questions. They can also help you with design and budgeting. There are no set rules to follow. Just let your imagination and creativity work for you.
Don’t go digging for trouble Most landscaping projects require some form of excavation. It’s important you know which underground services are present in your landscaping project zone, such as waterlines, pipelines, sewage and cables, As overwhelming as this may seem, don’t worry because there’s an easy and free solution: Info-Excavation. Simply fill out their online form (www.info-ex.com/en/) and they will take care of the rest. Info-Excavation will contact the necessary companies, which in turn will send a locator on site to identify the underground services by means of paint poles or flags. And yes, it’s absolutely FREE. These companies finance this service in order to protect their underground network, prevent potential damage and avoid accidents. Invest in a landscape design plan Most contract landscapers will provide you with a design plan as part of their basic service. However, many local landscaping supply stores can also provide you with this service for a small fee. With their professional software, they use a current photo of your property and can create a customized landscape design using 3D imaging technology. Visualizing the end result early on in the project will allow you to start selecting products you want to use. Your landscape design plan will also help lessen any possible misunderstandings when dealing with proposals from landscaping professionals. These helpful tips will help turn your outdoor space of your dreams into a reality. Get started today!
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ITALIAN TALES IN CANADA
PUTTING CANADA ON THE MAP – LITERALLY Riportare il Canada sulla cartina – letteralmente by / di FRANCA G. MIGNACCA
Venetian engraver Paolo Forlani introduced country to world If you were to look at a world map today, you’d probably take it for granted that the word ‘Canada’ would be on it, but this wasn’t always the case. Paolo Forlani, a map engraver and cartographer from 16th century Italy, was the first to use the word on a printed map. Though others had written ‘Canada’ in their manuscripts earlier, and though he never ventured out into the western part of the world himself, he is credited with spreading the country’s name more widely than anyone before him with his 1560 world map. “Within the context of 16th century Venice, Forlani may not have revolutionized cartography, but through his work as an engraver his maps made accessible some of the first geographic information from the New World,” says Thora Gustafsson, the archivist responsible for private cartography at Library and Archives Canada. Pierre Desceliers is recognized for having written the name on his 1546 handwritten map, but few people had seen it, Gustafsson explains. It may seem like a simple feat, but it is because of Forlani’s map that Europeans would pay attention to this newly discovered portion of the world, and gain a better understanding of North America. “If he hadn’t done that, the country might have taken on a new name with time,” says Alban Berson, director of the heritage collection at the Bibliothèque et Archives nationales du Québec. Berson says other cartographers might have started using other terminologies in their manuscripts, and then the country might have taken on another name entirely. He posits that if it weren’t for Forlani’s 1560 map, only a portion of the country might have been called Canada today.
L’incisore veneziano Paolo Forlani ha presentato il paese al mondo
Se doveste osservare una cartina del mondo oggi, dareste probabilmente per scontato di trovarvi la parola ‘Canada’, ma non è stato sempre così. Paolo Forlani, incisore di cartine e cartografo dell’Italia del XVI secolo, fu il primo a usare questo termine su una cartina stampata. Sebbene altri, in precedenza, avessero già scritto ‘Canada’ nei loro manoscritti, e sebbene non si sia mai avventurato nella parte occidentale del mondo, gli si riconosce il merito di aver diffuso il nome del paese con il suo planisfero del 1560 più di chiunque altro prima di lui. “Nella Venezia del XVI secolo, Forlani forse non avrà rivoluzionato la cartografia, ma attraverso il lavoro di incisore le sue cartine hanno reso accessibili alcune delle prime informazioni geografiche dal Nuovo Mondo,” afferma Thora Gustafsson, l’archivista responsabile della cartografia privata a Library and Archives Canada. Pierre Desceliers è noto per averne scritto il nome nel 1546, sulla sua cartina scritta a mano, ma in pochi l’avevano notato, spiega Gustafsson. Potrebbe sembrare poca cosa, ma è grazie alla car tina di Forlani che gli europei prestarono attenzione alla porzione del mondo appena scoper ta, acquisendo maggiore conoscenza sul Nord America. “Se non l’avesse fatto, con il tempo il paese avrebbe potuto acquisire un nuovo nome,” afferma Alban Berson, direttrice della collezione del patrimonio culturale della Bibliothèque et Archives nationales du Québec. Berson afferma che altri cartografi avrebbero potuto cominciare ad usare altre terminologie nei loro manoscritti e che quindi il paese avrebbe potuto acquisire un nome completamente nuovo. Ipotizza che se non fosse per la sua cartina del 1560, oggi solo una parte del paese si chiamerebbe Canada.
ITALIAN TALES IN CANADA
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“Paolo Forlani was one of the most prolific engravers in Venice” “Paolo Forlani è stato uno degli incisori più prolifici di Venezia”
Forlani was unique in his approach to cartography, as he was at once a cartographer and engraver—two jobs that were traditionally separate. “He was one of the most prolific engravers in Venice at a time when the city was producing more maps than any other city in Europe,” Gustafsson says. Many today think of him as a compiler. Forlani frequently referred to, mimicked and combined a number of manuscripts and world maps, in order to print the most accurate depictions he could manage. “He compiled the work of others, but he had a good sense of aesthetics, and [knowledge] of business,” says Berson. “His work was often derived by previous work, but with changes in topography or place names.” Forlani worked out of Venice, a veritable hub for cartography at the time, and developed a distinctly Venetian style in his engravings. It was also in Venice, during this period, that people started creating and selling collections of maps – a sort of predecessor to what would later become known as an atlas. “It was a very intellectual atmosphere,” Berson adds. Writing ‘Canada’ on his world map was far from Forlani’s only achievement. In 1565, he also became the first to print a map that focused solely on North America. Forlani is the first known engraver to have produced a map that included the legendary ‘Arian Strait’, a version of what is now referred to as the Bering Strait. “[This means] that for the first time the Americas were seen as separate continents,” Gustafsson explains. He was also a major influence on Abraham Ortelius, a famous Flemish cartographer and geographer, best known for creating the first world atlas. Like many cartographers of his time, Forlani livened his maps with intricate illustrations of sea creatures and other mythical figures. His drawing style would become iconic, with other cartographers adopting a similar style in subsequent centuries. “If you’re looking for evidence of his importance, the evidence is in the cost of his maps on the market today . . . they cost a fortune,” Berson adds.
Forlani aveva un approccio particolare con la cartografia, essendo nel contempo cartografo e incisore – due lavori tradizionalmente separati. “Paolo Forlani è stato uno degli incisori più prolifici di Venezia in un’epoca in cui la città produceva più cartine di qualunque altra città europea,” afferma Gustafsson. Oggi molti lo considerano un compilatore. Di frequente faceva riferimento, imitava o combinava vari manoscritti e cartine, per poter stampare le più accurate rappresentazioni grafiche di cui fosse capace. “Compilava i lavori di altri ma aveva un buon senso estetico e [conoscenza] del commercio,” afferma Berson. “I suoi lavori derivavano spesso da lavori precedenti, ma con modifiche nella topografia o nei nomi dei luoghi.” Forlani lavorava per Venezia, all’epoca un rinomato centro per la cartografia, e sviluppò nelle sue incisioni un riconoscibile stile veneziano. Fu anche a Venezia, a quell’epoca, che le persone cominciarono a creare e a vendere collezioni di cartine – una sorta di predecessori di ciò che sarebbe poi diventato noto come atlante. “C’era un’atmosfera molto intellettuale,” aggiunge Berson. Scrivere ‘Canada’ sulla sua cartina è stato lungi dall’essere l’unico traguardo di Forlani. Nel 1565, divenne anche il primo a stampare una cartina esclusivamente incentrata sul Nord America. Forlani è il primo incisore noto per aver prodotto una cartina che includesse il leggendario ‘Stretto di Arian’, una versione di ciò che oggi viene chiamato Stretto di Bering. “[Ciò vuol dire] che per la prima volta le Americhe vennero viste come due continenti separati,” spiega Gustafsson. Esercitò inoltre un’influenza enorme su Abraham Ortelius, famoso cartografo e geografo fiammingo, meglio noto per aver creato il primo atlante del mondo. Come molti cartografi del tempo, Forlani ravvivava le sue cartine con illustrazioni intricate di creature marine ed altre figure mitologiche. Il suo modo di disegnare divenne iconico tanto che, nei secoli a venire, altri cartografi adottarono uno stile simile. “Se volete una prova della sua importanza, basta il prezzo di mercato delle sue cartine oggi …valgono una fortuna,” aggiunge Berson.
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THE NEW REAL ESTATE AGENCY IN THE HEART OF LITTLE ITALY
ADVERTORIAL
Nicolas Roverselli
Chartered Real Estate Broker, Owner Nicolas Roverselli’s passion for real estate began at the young age of 17. He started selling houses during his university studies on the French Riviera. He brought that passion to Montreal and has been honing his skills for the past 20 years. His industry knowledge, skills and experience are now at a level where he can provide expert service to clients and fellow real estate brokers in the single home, condominium, 2-plex to 5-plex, and multi-unit income property markets. He has also enjoyed venturing out into the commercial real estate market. While Roverselli is a French guy and Canadian, he is fiercely proud of his Italian roots–his grandparents come from Piedmont. He feels a deep love and connection to Italy and its rich history, fashion, food, culture and traditions. Besides real estate, Roverselli’s other passions include family, cooking, arts, travel and sports. As a single dad, he loves raising and spending time with his two teenage daughters, as well as their loving and loyal dog Lola. One day, he would really love to get married! Most days, you can find Roverselli at his office in Montreal’s Little Italy district, at the Jean Talon Market or in Fruiterie Milano on St. Laurent Boulevard where he does most of his grocery shopping.You can also catch him enjoying the city’s culinary pleasures in local restaurants or spot him in local cafés, on a tennis court or at the Musée des beaux-arts de Montreal. He also enjoys working out at Midtown Le Sporting Club Sanctuaire. nroverselli@gmail.com
Joey Di Renzo
Real Estate Broker, Partner Joey Di Renzo first walked through the real estate door with his keen eye for interior design, as well as a love for flipping houses. Having developed an expertise in construction, he quickly realized that a career in real estate was the perfect fit. Now, with two decades of experience as a realtor, he is just as passionate about serving a range of satisfied clients (families, entrepreneurs, builders, professionals and first-time homebuyers). Having sold numerous new construction condo projects from presale to delivery, conver ting apar tment buildings to undivided co-ownerships, and much more, Di Renzo is all too familiar with the fact that real estate continues to present new challenges, but finding solutions for his diverse clientele is the most interesting and rewarding part for him. Fluent in four languages, English, French, Italian and Spanish and well-versed in financial and banking knowledge, Di Renzo is happy being a one-stop shop for his clients and always looks forward to opening new doors for them. joey@joeydirenzo.ca
Frank Merenda
Real Estate Broker Born in Montreal in 1985 to Italian parents, Frank Merenda enjoyed the close-knit community which is the Italian family. Frank’s easy-going ability to integrate within a social setting has served him well in his young, yet, colourful life. He was a tenacious child who made sure his parents and teachers knew exactly where he was–always. Quick of tongue and blessed with charm and humour he quickly made a name for himself even if he didn’t want to. Moving to Toronto in 1993 up until 2002 he quickly assimilated within his new circle of friends and community. On his return to Montreal Frank quickly realized that he wanted to start a career in the construction industry which he moved through until he decided on a career in real estate.The past 8 years Frank has been establishing himself as a tenacious, creative, knowledgeable and dedicated broker to his clients.With a solid background in construction, the love of real estate and his desire to be the one broker you can rely on for honest and true direction, Frank has started to amass a solid client base and a reputation within the community. When Frank is not at his office in Little Italy you can find him walking the neighbourhood at his favorite espresso bar, cannoli bakery or sitting on a patio chatting up the locals. A true professional and gentleman. frankmerenda@hotmail.com
251 St. Zotique Est. (514) 787-1234
MONICA ROCHE
ANNA GIACOBBE
Nickname: Annie Occupation: Performance media coordinator at Ubisoft Age: 25 Generation: Third Dad’s side from: Scido (Reggio Calabria), Calabria Mom’s side from: San Pietro in Valle (Isernia), Molise Raised in: Saint-Leonard Speaks: English, French, Italian What would someone be surprised to know about you? I never stopped playing video games ever since I was a child and I now work in the industry. I’m also a spawnable character in a video game that I previously worked on! How will Italian culture change in Canada over the next 10 years? Technology will continue to influence and shape the way that we communicate with each other, stay informed and preserve our memories and traditions. My nonna now watches Italian newscasts on her iPad and texts me when she needs me to taste-test a new recipe that she found on YouTube. Best thing about being Italian-Canadian: Knowing how to make great food from scratch and being able to communicate in three different languages What’s the best advice you’ve ever received?You can achieve anything you set your mind to by believing in yourself, working hard and never giving up. What job would you be terrible at? Anything in the medical field, as I’ll most definitely faint What Italian stereotype do you completely live up to? I’m hardheaded, I love pizza, and I cannot function without coffee.
LIVING
Nickname: Mon Occupation: Marketing co-op student at Concordia Age: 21 Generation: Third Dad’s side from: Ortona (Chieti), Abruzzo Mom’s side from: Aquasanta Terme (Ascoli Piceno), Marche Raised in: Montreal Speaks: English, French What would someone be surprised to know about you? I love history documentaries and books. How will Italian culture change in Canada over the next 10 years? I think that less people will be able to speak Italian and maintain traditions like canning tomatoes and making homemade pasta. What do you hope never changes? The bond between Italian families and their community Best thing about being Italian-Canadian: The culture, family and the food What’s the best advice you’ve ever received? “You can only go forward from here.” What job would you be terrible at? A librarian What Italian stereotype do you completely live up to? I can’t go a week without eating pasta or pizza!
ITALIAN STYLE ANTHONY PECORARO
Photography by Liana Carbone Makeup by Jennifer Low
Nickname: TEETZ Occupation: Photographer/bartender Age: 26 Generation: Second Dad’s side from: Bisaquino (Palermo), Sicily Mom’s side from: Reggio Calabria Raised in: RDP Speaks: English, Italian, French What would someone be surprised to know about you? I’m a bartender who doesn’t drink alcohol. How will Italian culture change in Canada over the next 10 years? My hopeful side says it will flourish and continue, but that depends on our generation. No matter what, we will always cook and teach our kids the history, beauty and art of our culture. What do you hope never changes?The homemade goods Best thing about being Italian-Canadian: The best things are: eating well, making sauce in September, speaking Sicilian even though the language is dying (even in Sicily) and putting up the tempo for nonno in the fall! What’s the best advice you’ve ever received? Never sell yourself cheap. Be Versace. What job would you be terrible at? Any job that involves long hours of sitting What Italian stereotype do you completely live up to? Santino’s character in The Godfather
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FASHION
“When choosing a scarf to wear in your hair, make sure it is large and rectangular; it can always be folded and tucked to a smaller dimension.”
“Quando scegliete un foulard da indossare sui capelli, assicuratevi che sia grande e rettangolare; si può sempre ripiegarlo e farlo diventare più piccolo.”
WRAP YOUR STRANDS THIS SEASON Fasce, foulard e turbanti, ecco la nuova moda by / di ALESSIA SARA DOMANICO Whether posing for a photoshoot or performing in an iconic Italian flick, Sophia Loren always had a knack for working a headscarf. Other legends from days long gone, including Jackie O and Grace Kelly, also immortalized the trend. Whether it’s worn “nonna style” (over the head, tied at the back) or as a puffed-up turban, the headscarf has plenty of appeal. And it appears it’s bound for a comeback. Scarves have long been a mainstay in designer collections, yet they rarely get the screen time that other accessories, such as purses and shoes, claim on the runway. It seems a few key fashion houses agreed it was time to put their scarves back on show, rather than hidden in the accessories tab of their website as an afterthought. When choosing a scarf to wear in your hair, make sure it is large and rectangular; it can always be folded and tucked to a smaller dimension. The great thing about this accessory is there are so many ways to wear it: bandana, puffy bow, turban, twisted front tie and the list goes on. Pinterest, YouTube and plenty of influencer blogs await you with tutorials on how to get the look in no time at all. Once the scarf has served its purpose, you can take it down and wrap it around your neck, wear it as a shawl or rock it as a sarong at the beach—viva versatility! Where to start? First, it’s important that we get an education from the grand master: Hermès. The brand is world famous for its scarves that are more works of art than everyday accessories. Many of their scarves are made of 100% silk twill. The twill technique is a diagonal patterned weave, which
Che stesse posando per un servizio fotografico o recitando in un film classico del cinema italiano, Sophia Loren ha sempre avuto l’abitudine di sfoggiare un foulard. Anche altre stelle leggendarie dei tempi andati, comprese Jackie Onassis e Grace Kelly, hanno reso immortale la tendenza. Che venga indossato “stile nonna” (sulla testa e legato sul retro) o come un turbante voluminoso, il foulard ha molto fascino. E pare che sia destinato a tornare. I foulard sono da tempo una colonna portante delle collezioni di moda, eppure raramente ricevono la stessa visibilità che hanno invece altri accessori, come borse e scarpe, in passerella. Pare che un paio di importanti case di moda siano state concordi sul fatto che fosse ora di ripor tare i foulard in voga, piuttosto che nasconderli sotto la voce “accessori” dei loro siti web, come fossero un pensiero secondario. Quando scegliete un foulard da indossare sui capelli, assicuratevi che sia grande e rettangolare; si può sempre ripiegarlo e farlo diventare più piccolo. La bellezza di questo accessorio è che ci sono tanti modi di por tarlo: bandana, grande fiocco, turbante, intrecciato sul davanti e la lista continua. Pinterest, YouTube e molti blog di influencer vi accolgono con tutorial su come ottenere il look giusto in pochissimo tempo. Una volta terminata la sua missione, potrete abbassare il foulard e avvolgervelo attorno al collo, indossarlo come scialle o sfoggiarlo in spiaggia come un sarong – viva la versatilità! Da dove cominciare? Innanzitutto, è impor tante farci una cultura con il grande maestro: Hermès. Il marchio è famoso in tutto il mondo per i suoi foulard che sembrano più un’opera d’arte che accessori di tutti i giorni. Molti dei suoi
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tends to drape well and is essential for a good headscarf. Hermès collaborates with renowned artists to realize the most fantastic designs and colour schemes the eye can behold. The next step is to get your inspiration from the Resort 2019 collections. The headscarf was most prolific at Gucci with retro prints, Madonna-esque glitter fabrics with hanging elements and embellished jewel-coloured turbans. Valentino channelled Jackie O with patterns from the maison’s archives, and Versace truly embraced the bold and loud flavour of the headscarf with bright colours and signature black and gold patterns, such as the Medusa and interwoven gold chains. Alexander Wang went for badass biker chick, with straight bands worn across the front of the head (rocked exceptionally well on the catwalk by current “it girl” Kaia Gerber, the daughter and literal reincarnation of Cindy Crawford). Plus-size model Ashley Graham closed the Michael Kors shows in a head scarf that matched her pop-neon, fishy-pattern ensemble, making us swoon for summer and the ’80s.
foulard sono fatti in twill di seta al 100%. Il twill si ottiene con una tecnica ad intreccio diagonale, che tende a vestire bene ed è essenziale per un buon foulard. Hermès collabora con ar tisti rinomati per realizzare le fantasie e le combinazioni cromatiche più straordinarie che gli occhi abbiano mai visto. Il passo successivo è trarre ispirazione dalle linee Resort 2019. Il foulard è stato particolarmente prolifico da Gucci con fantasie retro, tessuti glitter stile Madonna con pendenti e turbanti colorati impreziositi con gioielli. Valentino ha rifatto vivere Jackie Onassis con fantasie riprese dagli archivi della maison; mentre Versace ha sposato il gusto audace e sgargiante del foulard dai colori brillanti e la distintiva fantasia nero e oro, come quella con la testa di Medusa e le catene d’oro intrecciate. Alexander Wang ha scelto lo stile “motociclista cattiva,” la cui fronte è avvolta da semplici fasce (meravigliosamente sfoggiate in passerella dall’attuale “it girl” Kaia Gerber, figlia e reincarnazione esatta di Cindy Crawford). La modella curvy Ashley Graham ha chiuso la passerella di Michael Kors con un foulard abbinato al completo pop-fluo con i pesciolini, facendoci venire nostalgia dell’estate e degli anni ’80.
1400 MAURICE GAUVIN, LAVAL QC,H7S 2P1 TEL. 450.902.3000
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ITALIAN FOOD & DINING
Dietro le quinte con Michele Forgione by / di SAL DIFALCO
Meet Panoram Italia’s new celeb food editor “I was making pasta at seven years old,” recalls chef and restaurateur Michele Forgione, not to validate his kitchen prowess, but as testament to his deeply rooted passion for Italian cuisine. True validation comes in the form of fivestar reviews, a best-selling cookbook, a nationally distributed food line, a healthy soupçon of celebrity and bustling patronage for his current Montreal eateries: Impasto, Gema Pizzeria and Chez Tousignant. Forgione, 42, recently joined Panoram Italia as the magazine’s new food editor and credits his family—hailing from the Campania region, near Avellino —for his life’s direction, notwithstanding nods to Julia Child, The Galloping Gourmet and Pasquale’s Kitchen Express. “Those TV programs did influence me!” he admits with a laugh. “But I grew up in the kitchen watching mom and nonno cook and gained an early respect from them for our culinary traditions.” While his mother Filomena may have taught him the rudiments of pasta-making, it was his namesake, maternal grandfather Michele, who ignited the first sparks of his future vocation. “By the age of 11, I was helping him with the wine and tomato-canning,” he says. “Nonno was a bricklayer who tended to his garden every day after work. He taught me to be thankful for everything and to waste nothing. He took pride in growing his own food and would bring it fresh to table, something that has stuck with me.” A tragedy served as another learning experience for Forgione. On the eve of his 18th birthday his father died, shattering the family. “It was a time of unbearable pain,” he recalls. “But it hammered home how short life was and convinced me that I had to realize my own dreams.”
Vi presento il nuovo food editor di Panoram Italia
“Facevo già la pasta all’età di sette anni,” ricorda lo chef e ristoratore Michele Forgione, non per legittimare la sua bravura ai fornelli, ma a riprova della sua profonda passione per la cucina italiana. La vera legittimazione è rappresentata da recensioni a 5 stelle, un best seller di ricette, una linea di prodotti alimentari distribuita a livello nazionale, un pizzico di sana notorietà e clienti affezionati che animano i suoi attuali ristoranti di Montreal: Impasto, Gema Pizzeria e Chez Tousignant. Forgione, 42 anni, si è recentemente unito a Panoram Italia in qualità di food editor e attribuisce il merito del suo percorso di vita alla sua famiglia – proveniente dalla Campania, vicino ad Avellino – sebbene alluda anche a Julia Child, The Galloping Gourmet e Pasquale’s Kitchen Express. “Quei programmi tv mi hanno influenzato!” ammette con una risata.“Ma sono cresciuto in cucina osservando la mamma e il nonno cucinare e da lì nasce il mio rispetto per la nostre tradizioni culinarie.” Se sua madre Filomena gli ha insegnato i rudimenti per la preparazione della pasta, è il nonno materno Michele, con cui ha in comune il nome, che per primo ha fatto scattare la scintilla della sua futura vocazione. “Già a 11 anni, lo aiutavo con il vino e a fare la conserva di pomodori,” dice. “Muratore di professione, il nonno si occupava dell’orto ogni giorno dopo il lavoro. Mi ha insegnato ad essere grato di tutto e a non sprecare niente. Era orgoglioso di coltivare il proprio cibo e di portarlo fresco in tavola, caratteristica che mi è rimasta.” Altra esperienza da cui imparare per Forgione è giunta da una tragedia. Alla vigilia del suo 18esimo compleanno, suo padre è venuto a mancare, devastando la famiglia. “Il dolore era insopportabile,” ricorda. “Ma mi ha colpito in modo insistente
Photos / Vincenzo D'Alto
BEHIND THE SCENES WITH MICHELE FORGIONE
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ITALIAN FOOD & DINING
“I was making pasta at seven years old.” “Facevo già la pasta all’età di sette anni.”
Forgione with Impasto’s chef de cuisine, Aicia Colacci
Pursuant to those dreams, he enrolled in culinary schools—Pius Culinary Institute and the ITHQ—studying pastry-making as well as cooking. “I wanted to know every aspect of the kitchen,” he insists, “from top to bottom.” After classes, he took on restaurant jobs. For the next three years, he plunged into studies and work, forgoing all else. “It was tough,” he admits. “I was never home. My mother would ask why I wanted to slave for others, working long hours and making little money. But I was prepared to sacrifice to achieve my goals.” It paid off. After a succession of jobs in retirement home commissaries, humble bakeries and five-star hotels, Forgione landed at Osteria Venti in Old Montreal and quickly established himself. During his stint there he met celebrity chef Stefano Faita, of CBC’s In The Kitchen With Stefano Faita. “He wanted to open his own restaurant,” Forgione says. “He’d learned to cook at his mother Elena’s cooking school, Mezza Luna, but needed to partner with an experienced chef.” They continued their dialogue, appeared together in several TV shows and finally opened Impasto in 2013, near the cornucopian Jean Talon Market, tabling a menu inspired by their respective mothers, Elena and Filomena. Featuring authentic regional cuisine from every corner of Italy, with everything from salumi to gelato made in-house, Impasto immediately impressed Montrealers and has cemented its place there as a citadel of authentic Italian food. Prompted by Impasto’s success, Forgione and Faita opened Gema in 2014, a pizzeria boasting a familiar formula of quality ingredients and loving preparation. “We even make our own pepperoni,” Forgione says. A year later, partnering with Yann Turcotte, a pastry school alum, Forgione launched Chez Tousignant, serving casse-croûte classics—a departure from his Italian repertoire. “Yann wanted an uncomplicated but uncompromising snack bar,” he explains, “with everything made from scratch, including the hot dogs and buns.” Plans for a fourth, yet-unnamed venue are being drawn. “It will be an old-school trattoria,” Forgione suggests, “emphasizing more casual and North American-influenced cuisine—a place for family and friends.” On his joining Panoram Italia, Forgione says, “I believe in conserving the future of the Italian culture, cuisine and arts. Partnering with the magazine seemed a perfect way to do that.” Asked about any food trends tickling his fancy, Forgione quotes the recently departed fashion icon Karl Lagerfeld. “Trendy is the last stage before tacky,” he quips. “But seriously, I’m not interested in reinventing or innovating anything. This is a cuisine that’s been passed on for generations; I want to preserve it.”
quanto la vita fosse breve e mi ha convinto che dovevo realizzare i miei sogni.” Inseguendo quei sogni, si è iscritto alle scuole culinarie - Pius Culinary Institute e all’ITHQ - per studiare l’arte pasticcera e la cucina. “Volevo conoscere ogni aspetto della cucina,” insiste, “da cima a fondo.” Dopo le lezioni, lavorava nei ristoranti. Per i tre anni a venire si è gettato a capofitto nello studio e nel lavoro, rinunciando a tutto il resto. “È stata dura,” ammette. “Non ero mai a casa. Mia madre mi chiedeva perché sgobbassi così tanto per altri, lavorando tante ore e guadagnando poco. Ma io ero pronto a fare sacrifici per raggiungere i miei obiettivi.” Ne è valsa la pena. Dopo un susseguirsi di lavori nelle mense di residenze per anziani, modeste panetterie e hotel 5 stelle, Forgione è giunto a Osteria Venti nella vecchia Montreal e si è subito fatto valere. Nel tempo trascorso qui ha incontrato il celebre chef Stefano Faita di In The Kitchen With Stefano Faita su CBC. “Voleva aprire un ristorante,” dice Forgione. “Aveva imparato a cucinare alla scuola di cucina di sua madre Elena, Mezza Luna, ma aveva bisogno di lavorare con uno chef esperto.” Hanno continuato a parlarne, sono apparsi insieme in diversi programmi televisivi e infine hanno aperto Impasto nel 2013, accanto al ricco Jean Talon Market, mettendo in tavola un menù ispirato alle loro rispettive madri, Elena e Filomena. Grazie all’autentica cucina regionale da ogni angolo d’Italia, con ogni cosa dai salumi al gelato fatto in casa, Impasto ha immediatamente fatto colpo sui montrealesi e si è consolidato come una cittadella di autentico cibo italiano. Incoraggiati dal successo di Impasto, Forgione e Faita hanno aperto Gema nel 2014, una pizzeria che pone l’accento su una formula familiare di ingredienti di qualità e attenta preparazione. “Facciamo addirittura i nostri pepperoni,” dice Forgione. Un anno dopo, in società con Yann Turcotte, ex studente della scuola pasticcera, Forgione ha lanciato Chez Tousignant, in cui si servono spuntini classici – un allontanamento dal suo repertorio italiano. “Yann voleva uno snack bar semplice ma senza compromessi,” spiega, “con tutto preparato da zero, inclusi il pane per gli hot dogs e le salsicce stesse.” Sta facendo programmi per un quarto locale, non ancora battezzato. “Si tratterà di una trattoria vecchio stampo,” suggerisce Forgione, “con l’enfasi su una cucina più informale e in stile nordamericano – un posto per famiglie e amici.” Nell’unirsi a Panoram Italia, Forgione dice, “Credo nel preservare il futuro della cultura, della cucina e delle arti italiane. Unirmi alla rivista mi è sembrato il modo perfetto di farlo.” Quando gli si chiede quali tendenze alimentari stuzzichino la sua immaginazione, Forgione cita l’icona della moda recentemente scomparsa Karl Lagerfeld. “Trendy è l’ultimo stadio prima del pacchiano,” scherza. “Ma seriamente parlando, non mi interessa reinventare o rinnovare niente. Questa è una cucina tramandata da generazioni; voglio preservarla.”
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ITALIAN FOOD & DINING
MONTREAL’S BEST OF ITALIAN FOOD & DINING
READERS’ POLL There’s never been a better time to enjoy Italian food and drink in Montreal. Whether it’s that perfect slice of pizza, mouth-watering dolce or that memorable romantic culinary experience, it’s all right here to be enjoyed. So we asked you, our readers, to help us pick the city’s Best of Italian Food & Dining. Here are your top choices.
Non c’è mai stato un momento migliore di questo per gustare cibi e bevande italiane a Montreal. Che si tratti di una fetta di pizza fumante che fa venire l’acquolina in bocca o di un’esperienza culinaria memorabile e romantica, qui ogni cosa è pronta per essere provata. Quindi abbiamo chiesto ai nostri lettori di aiutarci a scegliere i locali migliori della città dove assaporare la cucina italiana. Ecco i migliori secondo voi.
Best Italian Restaurant
1. Da Emma 2. Pomodoro 3. Bottega 4. Corneli 5. Impasto
6. Lucca 7. Il Pranzetto 8. Beatrice 9. Da Vinci 10. Le Muscadin
Da Emma wins again for a fourth straight year!
Best Panino
8. Café Parma
Best Italian Wine list
4. Café Campi
10. Porchetta
6. Caffè Italia
12. La Grotte des Fromages
2. Signorivno
1. Café Milano
2. Café Dante
3. Ciociaro Sports Bar & Grill
5. Café Victoria
7. Café Gentile
9. Pâtisserie Dolce Sapore 11. Café Clarke
Honorable mentions: Baristello, Cafeteria Europa, Panino Pazzo
1. Le Muscadin 3. Pomodoro 4. Da Emma 5. Cornelli
6. Beatrice
7. Da Vinci 8. Bottega
9. Impasto
10. Salumi Vino
Honorable mentions: Prima Luna, Primo e Secondo, Graziella
ITALIAN FOOD & DINING
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Best Gelato
Best Italian Chef
2. Gelateria Pierino
2. Michele Forgione (Impasto & Gema)
1. Gastronomia Roberto
3. Alati Caserta (tie) 4. Pile ou Glace
For the fourth consecutive year, you love Gastronomia Roberto’s gelato.
Best Espresso
2. Baristello & Cie
3. Caffè San Simeon
4. Caffè Italia
5. Café Olimpico
6. Café Roma
3. Emma Risa (Da Emma)
4. Marco Cavalli (Pomodoro)
3. La Bella Italiana (tie)
1. Café Milano
1. Stefano Faita (Impasto & Gema)
7. Café Vito
8. San Gennaro (tie)
8. Café Gentile (tie)
9. Ciociaro Sports Bar & Grill
5. Danny Smiles (Bremner)
6. Graziella Battista (Graziella)
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Best Grocery Store
1. Milano Fruiterie
2. Berchicci
3. L’InterMarché (various locations)
4. Euro Marché (various locations)
5. Bonanza
ITALIAN FOOD & DINING
Best Fish Market 1. United Seafood
2. Poisonnerie Shamrock
3. Poisonnerie Coralli
United Seafood retains #1
Best Italian Butcher Shop 1. Zinman Marché de Volailles
2. Boucherie AGA
3. Boucherie Mimmo
Best Pasta 1. Da Emma
4. Boucherie Chez Vito
2. Impasto
6. Boucherie Tranzo (tie)
4. Il Pranzetto
5. Boucherie Massimo
6.United Seafood (tie)
7. Boucherie Capitol
Honorable mentions: Fruiterie Milano, Viandes F. Iasenza
3. Pomodoro
5. Corneli
6. Lucca
7. Elio Pizzeria (tie)
7.Le Muscadin (tie)
Honorable mentions: Luciano Trattoria, Beatrice
Best Porchetta
1. Porchetta
2. Porco
3. Boucherie Marchigiani
4. Bourcherie AGA
Porchetta wins again by a landslide!
Best Zeppole 1. Alati Caserta
2. Pâtisserie San Marco 3. Pâtisserie Alati
4. Délices Lafrenaie (various locations)
5. Pâtisserie Lasalle
Honorable mentions: Pâtisserie Tillemont
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ITALIAN FOOD & DINING
Best Italian Bakery 1. Pâtisserie Alati-Caserta
9. Pâtisserie Del Sole
2. Pâtisserie Alati
10. Pâtisserie Laura (tie)
4. San Pietro Bakery
10. Pâtisserie Montebello (tie)
3. Pâtisserie San Marco
11. Pâtisserie Amaretti
5. Pâtisserie St-Martin (various locations)
6. Délices Lafrenaie (various locations)
10. La Conca D’Oro (tie)
7. Pâtisserie Dolce Sapore
8. Pâtisserie Lasalle
Best Pizza
1. Bottega 2. Pomodoro 3. Gema 4. La Bella Italiana 5. Il Pranzetto 6. Elio Pizzeria
Best Cappuccino 1. Baristello & Cie
7. Il Focolaio 8. Corneli 9. Redipizza 10. Artigiani 11. Taglio Di Roma 12. Fiorellino (tie)
12. Da Bologna (tie) Honorable mentions: Pranzetto, Moretti, San Gennaro
2. Café Milano
3. Caffè San Simeon
4. Caffè Italia
5. Café Roma
6. Café Olimpico
7. San Gennaro
Honorable mentions: Café Victoria, Café Vito
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RECIPES
Ingredients
Ingredienti
Ingrédients
Dough • 1 cup of water • 2 tbsp butter • Pinch of salt • 1 1/8 cups all-purpose flour • 3 eggs • Vegetable oil (for frying)
Impasto • 1 tazza di acqua • 2 cucchiai di burro • Un pizzico di sale • 1 1/8 tazze di farina multiuso • 3 uova • Olio vegetale (per frittura)
Pâte • 1 tasse d’eau • 2 c. à soupe de beurre • Pincée de sel • 1 1⁄8 tasse de farine tout usage • 3 œufs • Huile végétale (pour la friture)
Cream Filling • 1 (32 ounce) container ricotta cheese • 1/2 cup icing sugar • 1 teaspoon lemon zest, or to taste • 4 ounces semisweet chocolate, chopped (optional)
Crema per farcitura • 1 confezione di ricotta (32 once) • ½ zucchero a velo • 1 cucchiaino di scorza di limone • 4 once di cioccolato semidolce, tritato (opzione)
Crème • 1 contenant de ricotta (32 onces) • 1/2 tasse de sucre à glacer • 1 c. à thé de zeste de citron, ou au goût • 4 onces de chocolat mi-sucré, haché (facultatif)
Garnish • 12 amarena cherries (in syrup) • Icing sugar
Per guarnire • 12 amarene (sciroppate) • Zucchero a velo
Décoration • 12 cerises amarena (style griottes) dans le sirop, égouttées • Sucre à glacer, au goût
Recipes by Chef Michele Forgione
Photos / Vincenzo D'Alto
Z eppole
RECIPES
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Preparation Dough Combine water, butter and salt in a saucepan. Bring to a boil while mixing. With the pan on the burner, immediately add flour and mix the dough using a wooden spoon until it becomes smooth and peels off the sides of the pan. Remove the pan from the heat and transfer the dough to a bowl, allowing it to cool. When the dough is at room temperature, add the eggs one at a time, mixing for about a minute after each. Once the dough is light and airy, cover the bowl with plastic wrap and refrigerate for at least 20 minutes. Cream Filling In a large bowl mix together ricotta cheese, icing sugar, lemon zest and chopped chocolate. Frying the dough Cut several 5-centimetre (2-inch) squares out of aluminum foil and brush one side of each with extra virgin olive oil. Pour the dough into a pastry bag with a starburst tip. Form a ring of dough (donut) on each aluminum foil square until all the dough is used. In a deep fryer or large saucepan, preheat the vegetable oil to 180°C (350°F). Fry the donuts with their foil, two donuts at a time to keep the temperature of the oil constant. The aluminum foil will detach itself from the dough during frying. As soon as the donuts are golden brown, remove them from the oil with a slotted spoon and transfer them onto paper towels while the others are cooking. When all fried donuts are cool enough to handle, fill another pastry bag with pastry cream. Decorate each donut with a swirl of cream and top with an amarena cherry. Sprinkle with icing sugar.
Preparazione Impasto Combinare l’acqua, il burro e il sale in una padella. Mescolare e portare a ebollizione. Lasciando la padella sul fornello, aggiungere immediatamente la farina e, con l’ausilio di un cucchiaio di legno, mescolare l’impasto finché risulta levigato e si stacca dai bordi della padella. Rimuovere la padella dal fornello e trasferire l’impasto in una ciotola per farlo raffreddare. Quando l’impasto ha raggiunto la temperatura ambiente, aggiungere un uovo alla volta e mescolare per circa un minuto dopo l’aggiunta di ogni uovo. Non appena l’impasto risulterà leggero e delicato, coprire la ciotola con della pellicola trasparente e refrigerare per almeno 20 minuti.
Crema per la farcitura In una grande ciotola mescolare insieme la ricotta, lo zucchero a velo, la scorza di limone e il cioccolato a pezzetti. Frittura dell’impasto Ritagliare il foglio d’alluminio in vari quadrati da 5 cm e spennellarne uno dei due lati con olio extravergine di oliva. Versare l’impasto in una sac à poche con la bocchetta stellata. Formare degli anelli con l’impasto su ogni quadrato d’alluminio fino a esaurimento dell’impasto.
In una padella profonda o in una grande casseruola, preriscaldare l’olio vegetale a 180 °C (350 ° F). Friggere le ciambelle con l’alluminio, due ciambelle alla volta così da mantenere la temperatura costante. Il foglio d’alluminio si staccherà da solo dalla ciambella durante la frittura.
Non appena le ciambelle assumono un colore marrone dorato, rimuovere dall’olio con una schiumarola e trasferirle su della carta assorbente mentre le altre cuociono.
Quando tutte le ciambelle fritte sono abbastanza tiepide da essere maneggiate, riempire un’altra sac à poche con la crema pasticcera. Farcirne ognuna con un giro di crema e guarnire con un’amarena. Spolverizzare con lo zucchero a velo.
Préparation Pâte Combinez l’eau, le beurre et le sel dans une casserole. Portez à ébullition en mélangeant. En laissant la casserole sur le feu, ajoutez la farine d’un coup et, à l’aide d’une cuillère en bois, battre la pâte jusqu’à ce qu’elle devienne lisse et décolle des parois de la casserole.
Alors seulement, retirez la casserole du feu et transférer la pâte dans un bol pour la laisser refroidir. Quand la pâte est à température ambiante, ajoutez les œufs un à la fois, en mélangeant bien chaque fois. Dès que la pâte est légère et aérienne, couvrir le bol de pellicule plastique et réfrigérez au moins 20 minutes. Pour préparer la crème Dans un grand bol, mélangez le fromage ricotta, le sucre glace, le zeste de citron et le chocolat haché. Faire frire la pâte Taillez des carrés de 5 cm (2 po) dans du papier d’aluminium et badigeonnez un côté d’huile d’olive extra-vierge.Versez la pâte à beignets dans une poche à pâtisserie munie d’une douille étoilée. Formez des anneaux de pâte sur chaque carré jusqu’à ce que toute la pâte soit utilisée.
Dans une friteuse ou une grande casserole épaisse, préchauffez l’huile végétale à 180 °C (350 °F). Faire frire les beignets avec leur papier d’aluminium, à raison de deux beignets à la fois pour garder la température de l’huile constante. L’aluminium se détachera de lui-même de la pâte durant la friture.
Dès que les beignets sont bien dorés, les retirer à l’aide d’une écumoire et les transférer sur du papier essuie-tout pendant que les autres cuisent. Quand tous les beignets frits sont suffisamment tempérés pour être manipulés, remplir une autre poche à pâtisserie de la crème pâtissière. Décorez chaque beignet d’un tourbillon de crème et ornez d’une cerise. Saupoudrez de sucre glace.
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RECIPES
a t r o T a n i l a u q s a P Ingredients / Ingredienti (Serves 8)
• 400g chard 400 gr di bietola • 500g of ricotta cheese 500 gr di ricotta
• 2 sheets of puff pastry 2 fogli di pasta sfoglia • Salt Sale • Black pepper Pepe nero
• 6 eggs 6 uova
Method
Preparazione
Set the heat to low; cover the pan and leave the greens to wilt for 15 minutes. Then remove from heat and allow to cool completely.
Accendere il fornello a temperatura bassa, coprire la casseruola e lasciar appassire per 15 minuti. Rimuovere dal fornello e lasciare raffreddare completamente le verdure.
Wash the spinach and chard leaves carefully under cold, running water to get rid of any sand or grit. Shake off the excess water and put them directly into a large saucepan with a lid.
When the spinach and chard are cool, place into a blender for a few seconds until the greens are chopped into small pieces. Alternatively, you could chop them using a knife. Then place the spinach and chard in a bowl with the ricotta cheese. Season with salt and pepper to taste and mix in one egg.
Lavare minuziosamente gli spinaci e le foglie di bietola sotto acqua fredda corrente per eliminare ogni residuo di sabbia o terriccio. Scrollare l’acqua in eccesso e riporli direttamente in una grande casseruola con il coperchio. Non appena gli spinaci e la bietola sono freddi, metterli in un robot da cucina per pochi secondi al fine di sminuzzare le verdure in piccoli pezzi. In alternativa, si può procedere con un coltello. Mettere gli spinaci e la bietola in una ciotola con la ricotta. Condire con sale e pepe quanto basta e mescolare un uovo.
Photo / Vincenzo D'Alto
• 400g spinach 400 gr di spinaci
RECIPES
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Butter a deep 20 cm round cake tin and line it with one sheet of puff pastry. Pour in the spinach-chard-ricotta mixture and transfer the tin to the fridge to chill for about 30 minutes. Use a spoon to carefully make four large holes (large enough to hold an egg) in the spinach-chard-ricotta mixture. Then break one egg into each of the holes. Cut an 18 cm circle out of the second sheet of puff pastry (essentially a bit smaller than the size of the cake tin). Place it carefully over the top of the mixture. Use a sharp knife to score a cross into the pastry over the eggs so that when you cut the pie you’d be cutting the eggs in half.
Imburrare una tortiera di circa 20 cm di profondità e stendervi sopra un foglio di pasta sfoglia.Versare il miscuglio di spinaci, bietola e ricotta e lasciar raffreddare per circa 30 minuti in frigorifero.
Facendo attenzione, creare con un cucchiaio quattro grandi buchi (abbastanza larghi da contenere un uovo) nel composto di spinaci, bietola, ricotta. Quindi rompere un uovo in ogni buco.
Dal secondo foglio di pasta sfoglia, ritagliare un cerchio di 18 cm (in pratica leggermente più piccolo delle dimensioni della tortiera). Disporlo con cura sul composto e, con un coltello affilato, incidere una croce sulla sfoglia al di sopra delle uova cosicché al momento di tagliare la torta, sarà possibile tagliarle a metà.
While the pie is in the fridge, preheat the oven to 180°C.
Sbattere le restanti uova con una forchetta e spennellarle sul disco di sfoglia. Ripiegare delicatamente le estremità della sfoglia lungo il bordo fino a unirle al disco e sigillare la torta. Spennellare la superficie della torta con le uova sbattute e mettere in frigo per 30 minuti.
Remove the pie from the fridge. If you like, you can score a pattern on the top of the pie with a sharp knife. Make a small hole in the centre of the pie with a knife, brush one final layer of beaten egg on the top and bake in the oven for an hour.
Rimuovere la torta dal frigo. Se si desidera, utilizzando un coltello affilato, incidere una fantasia sulla superficie della torta. Creare un piccolo buco al centro della torta, con l’uovo sbattuto, dipingere un ultimo strato della superficie e infornare per 1 ora.
Beat the remaining egg with a fork and brush the disc of pastry with it. Gently fold down the edges of the pastry lining to join up with the disk and seal the pie. Brush the top of the pie with the beaten egg and place in the fridge for 30 minutes.
Allow the pie to cool completely, then cut into eight portions using the cross on the top as a guide.
Mentre la torta è in frigo, preriscaldare il forno a 180°C.
Lasciare raffreddare la torta completamente, quindi tagliarla in otto porzioni utilizzando la croce al di sopra come punto di riferimento.
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FOOD
MONTREAL’S SLAB PIZZA La slab pizza di Montreal by / di PASQUALE CASULLO
The city’s unique taste of home Just as every regione in Italy has its own distinct dialect—changing vastly from town to town—nearly every big city in North America has its own signature take on pizza. New York City has floppy, kite-size dollar-slices while Chicago is known for its deep-dish pie. And Montreal? It’s home to slab pizza, a hearty slice that makes every Montreal-Italian think of home.While Neapolitan-style pie has enjoyed a long moment in the spotlight—for the past 10 years—slab pizza seems eternal. “It reminds me of family and my youth and delicious meals around the dinner table,” says Chris DiRaddo, a Montreal writer. “Kind of like a hug from the inside.” When he was a child, DiRaddo and his father would occasionally go to Boulangerie & Pâtisserie Bruno & Frères (Bruno Brothers), in LaSalle, to pick up a whole slab pizza for a family meal. “Just going into the bakery, smelling the flour, seeing the brown butcher’s paper…it makes me wonder why I ever eat anything but Italian food.” Neither a copy of what came from Italy, nor an interpretation, brick-red slab pizza is a heritage-inspired pizza that evolved with its surroundings. Montreal’s water is said to have a distinctive effect on the dough, as it does with bagels, another city specialty.
Il particolare “sapore di casa” della città
Così come ogni regione d’Italia ha il suo dialetto distintivo – che varia tantissimo da paese a paese – quasi ogni metropoli nordamericana ha il suo tipo di pizza particolare. New York ha le fette di pizza da un dollaro, flosce e grandi quanto un aquilone, mentre Chicago è nota per la sua deep dish pizza. E Montreal? È la patria della pizza slab, una grande fetta che fa sì che ogni italo-montrealese si senta a casa. E sebbene la pizza alla napoletana sia da un bel po’– negli ultimi 10 anni – sotto le luci della ribalta, la pizza slab sembra eterna. “Mi ricorda la famiglia, la mia gioventù e delle cene deliziose a tavola,” afferma Chris DiRaddo, scrittore montrealese. “È come una specie di abbraccio che giunge da dentro.” Da bambino, DiRaddo e suo padre andavano di tanto in tanto alla Boulangerie & Pâtisserie Bruno & Frères (Fratelli Bruno), a LaSalle, per comprare un’intera pizza slab per la cena. “Il solo andare al panificio, odorare la farina, vedere la carta per alimenti marrone… mi spinge a chiedermi perché mai mangio altro cibo che non sia italiano.” Né copia né interpretazione di ciò che è arrivato dall’Italia, la pizza slab, rosso mattone, è una pizza ispirata all’eredità culturale e che si è evoluta contestualmente all’ambiente circostante. Si dice che l’acqua di Montreal abbia un effetto particolare sull’impasto, così come sui bagel, altra specialità della città.
FOOD
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Una slab è rettangolare, con una crosta medio-spessa e un interno soffice e A slab is rectangular with a medium-to-thick golden crust and an airy, delicato. È ricoperta da una salsa di pomodoro, una salsa agrodolce di pomodoro, che fluffy interior. Up top, it’s covered with sweet-to-savoury tomato sauce, which contribuisce a mantenerla umida, ma mai inzuppata. helps it stay moist, yet never soggy. Josie Alati, proprietaria della Alati Bakery, riserva questo passaggio glorioso per Josie Alati, owner of Alati Bakery, leaves that glorious step for last. “Cheese ultimo.“Il formaggio va sopra perché se si mette sotto il condimento si brucia” afferma. goes on top because it will burn if it goes under the toppings,” she says. Quite Essendo piuttosto spessa, un’intera slab richiede maggiori tempi di cottura di una pizza thick, the entire slab requires a longer cooking time than a standard, thinner standard, più sottile. Tra i 425ºC e i 450ºC, per circa 25 minuti. Alati dice che il suo pizza. 425ºC-450ºC, for about 25-minutes. Alati says her bakery only makes panificio prepara la pizza slab solo al mattino, slab in the morning, providing lunch offrendo così ai clienti dell’ora di pranzo, che customers with a filling treat if they get riescono ad arrivare presto e prima che there early, before it runs out. “Just going into the bakery, smelling the flour, finisca, un bel pasto sostanzioso. The slab came into prominence in La pizza slab è diventata famosa a Montreal, in the 1950s to the 1960s, via seeing the brown paper…it makes me wonder Montreal, tra gli anni ’50 e ’60, grazie agli immigrants who brought over the why I ever eat anything but Italian food.” immigrati che si portarono dietro la ricetta traditional recipe. Originating primarily originale. Originaria per lo più dell’Italia in southern Italy—Sicilia, Calabria, meridionale – Sicilia, Calabria e Puglia – in Puglia—it was even more decked out patria era ancora più condita, talvolta guarnita back home where it was sometimes con erbe, cipolle, pomodori, acciughe, topped with herbs, onions, tomatoes, “Il solo andare al panificio, odorare la farina, caciocavallo e tuma. La pizza slab è simile allo anchovies, and caciocavallo and toma vedere la carta per alimenti marrone… mi spinge sfincione, una varietà comune di pizza condita cheese. The slab is akin to sfincione, a con il Parmigiano dei poveri (il pangrattato) common-variety pizza topped with a chiedermi chissà perché mai mangi altro cibo in origine proveniente da Palermo, sebbene poor-man’s Parmesan (breadcrumbs) che non sia italiano.” in altre regioni ne esistano molte altre that originally came from Palermo, varianti. although there are many other variaNovello Pantoni della Molisana Bakery tions in other regions. perpetua la tradizione prestando particolare attenzione al suo impasto: il volume e le Novello Pantoni of Molisana Bakery continues the tradition by paying proporzioni sono fondamentali. “Qui lo facciamo lievitare naturalmente, in celle di special attention to his dough: volume as well as proportion is key. “Here we lievitazione” dice. “Lo rende più appetitoso e gli dà più sapore.” make it grow naturally, with proofers,” he says. “It makes it more appetizing E la prova si trova nella popolarità della sua pizza slab, che definisce un successo and gives it more flavour.” tra i clienti che di solito ne comprano un bel po’ per portarsela nelle case di campagna And the proof is in the popularity of his slab pizza, which he says is a hit o persino al di là del confine per i familiari in Florida. with customers who will commonly buy it in handfuls to bring to their country Orgogliosi e soddisfatti di fare la pizza slab, i panifici di tutta Montreal si assicurano homes, or even across the border to family in Florida. che ad ogni morso possiate avere la sensazione di assaporare una buona fetta di casa Taking great pride and satisfaction in making slab pizza, bakeries across vostra – ovunque essa sia. Montreal are ensuring that with each bite you feel as though you’re getting a good slice of home—wherever that may be.
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FOOD
SALT-CURED EGG YOLKS Tuorli d’uovo marinati
by / di SARA GERMANOTTA
The new “cheese” in town? Salt-curing egg yolks has become a bit of a trend in the culinary world, and they’re also being touted as a dairy-free substitute for Parmigiano-Reggiano cheese. I was skeptical about replacing the king of cheeses in a recipe, but there were enough rave reviews about salt-cured eggs to convince me to give it a try. Like many people, I’m always a little hesitant when a recipe calls for raw eggs. Salt-cured eggs are safe to eat because they are brined in a mixture of kosher salt and sugar, which soaks up all the moisture from the yolk and kills any bad bacteria. After being brined for up to one week, the egg yolks are then baked at a very low temperature for several hours. The end result is an egg yolk that is surprisingly firm enough to grate over pasta, with a deep salty and nutty flavour. They’re also delicious sprinkled over soups and salads.
Ingredients / Ingredienti • 2 cups kosher salt / 2 tazze di sale kosher • 1½ cups sugar / 1½ tazza di zucchero • 4 egg yolks / 4 tuorli d’uovo
TIP: Make sure to remove the membrane from the yolk completely before curing. Assicurati di rimuovere completamente la membrana dal tuorlo prima di metterli sotto sale.
Il nuovo “formaggio” in città?
I tuorli d’uovo marinati sono diventati una sorta di trend nel mondo culinario e vengono inoltre promossi come sostituti non caseari del Parmigiano Reggiano. Ero scettica riguardo al sostituire il re dei formaggi nelle ricette, ma le recensioni entusiaste riguardo ai tuorli marinati erano tali da convincermi a provare.
Come molte persone, sono sempre un po’ titubante quando una ricetta richiede le uova crude. Le uova marinate sono sicure da mangiare perché vengono messe in salamoia in una miscela di sale kosher e zucchero, che assorbe tutta l’umidità dei tuorli ed uccide qualsiasi batterio nocivo. Dopo essere stati messi in salamoia per circa una settimana, i tuorli vengono dunque cotti al forno a una temperatura bassissima per molte ore. Il risultato finale è un tuorlo salato dal sapore intenso di noci, così sorprendentemente sodo da poter essere grattugiato sulla pasta. Sono eccezionali anche spolverati su zuppe e insalate.
Method In a bowl, mix together the salt and sugar. Place half the salt mixture into a glass baking dish. Using the back of a spoon, make four shallow indentations in the salt mixture. Carefully place an egg yolk into each indentation. Completely cover the yolks with the remaining salt-sugar mixture. Tightly cover the baking dish with plastic wrap and refrigerate for five to seven days, until the yolks are fairly firm. Remove the egg yolks from the salt brine, carefully rinse them with cold water and pat dry. Preheat oven to 170°F and grease a wire rack set inside a baking sheet with nonstick cooking spray. Place the yolks on the prepared wire rack and bake for two hours. Cool completely. Salt-cured egg yolks can be stored in an airtight container in the fridge for up to one month.
Procedimento: In una ciotola, mescolare il sale e lo zucchero. Disporre metà della miscela di sale in una terrina da forno di vetro. Con il retro di un cucchiaio, creare quattro cavità non profonde nella miscela di sale. Adagiare delicatamente un tuorlo in ogni cavità. Ricoprire del tutto i tuorli con la rimanente miscela di sale e zucchero. Coprire saldamente la terrina con pellicola trasparente e refrigerare per 5-7 giorni, fino a quando i tuorli risultano piuttosto solidi. Rimuovere i tuorli dalla salamoia, sciacquare leggermente con acqua fredda e asciugare tamponando. Preriscaldare il forno a 170°F e ungere una griglia con dello spray da cucina posizionata sopra una teglia. Disporre i tuorli sulla griglia e far cuocere al forno per due ore. Raffreddare del tutto. I tuorli marinati possono essere conservati fino a un mese in contenitori ermetici in frigorifero.
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FOOD
LE CAFÉ ITALIEN EN PANNE D’INSPIRATION ? Il caffè italiano ha perso l’ispirazione? par / di GABRIEL RIEL-SALVATORE Combien de fois êtes-vous tombé sur un espresso qui vous a fait vous dire « Mon Dieu, quel bon café ! » ? Était-ce l’ambiance des lieux ou le goût unique de votre boisson qui vous a alors donné la chair de poule ? Haut lieu de l’art de la torréfaction l’Italie n’est pas en reste en matière de café, bien qu’elle n’en soit pas productrice. Malgré ce glorieux héritage, qui pour plusieurs mériterait d’être inscrit au patrimoine immatériel de l’humanité, l’industrie du café en Italie serait en proie à un immobilisme évident selon Chico Harlan, correspondant pour le Washington Post en Italie. « Bien des Italiens ignorent qu’ils boivent un si mauvais café », laissait entendre une des sources dont il rapporte les propos dans l’article intitulé « Italy invented coffee culture. Now it’s a coffee time capsule », publié le 3 janvier 2018. « Les cafés vous servent sans trop de remords un espresso qui est amer et fort. Ils ont rarement le WiFi. Ils n’accueillent pas les travailleurs avec leurs laptops. Ils n’offrent jamais le café pour emporter. Leurs baristas ne vous demandent pas la provenance du café que vous voulez », renchérit l’auteur pour expliquer en quoi, selon lui, l’Italie est à la traîne par rapport au reste du monde. « La plupart des cafés italiens sont figés dans le temps », avance même Harlan. La culture du café en Italie serait ainsi dans un cul-de-sac. Contrairement à Londres ou à New York, où les coffee shops nouveau genre pullulent, l’Italie reste encore peu encline à s’ouvrir aux nouveautés en matière d’offre et de styles de café. On se contente trop souvent, selon Harlan, d’un mélange banal composé en bonne partie de grains de robusta, moins noble que l’arabica, sans jamais en connaître la provenance exacte. La raison principale ? Le prix fixe du café à un euro, qui n’a pas changé depuis les années 1980. Dans son article, Harlan s’entretient avec Dale Harris, vainqueur du World Barista Championship, qui compare l’espresso italien à un hot dog de la Grande Pomme. « Ce n’est vraiment pas cher. C’est super authentique. Non, ce n’est pas objectivement bon », conclut-il. « Vous devez le torréfier plus foncé ou le mélanger pour en masquer les défauts. Mais les Italiens possèdent le savoir-faire et l’équipement pour faire plus avec ce qu’ils ont. » Comme le mentionne Harlan dans son article, les cafés spécialisés axés sur la qualité, comme le LABB. Caffettin à Trévise, existent mais ne courent pas les rues. Le fameux Caffè Terzi à Bologne, où
Quante volte vi è capitato di assaggiarne uno che vi ha fatto dire: Mio Dio, che buon caffè? Vi ricordate dov’era? Era l'atmosfera del luogo o il gusto unico di quello che bevevate che vi ha fatto venire la pelle d'oca? Nella nobile ar te di servire il caffè l’Italia non è da meno anche se non è una diretta produttrice. Malgrado questa gloriosa tradizione, che per molti dovrebbe essere tra i patrimoni immateriali dell’umanità, l'industria del caffè in Italia sarebbe in preda a un'apparente stagnazione secondo Chico Harlan, corrispondente per il Washington Post in Italia. “Molti italiani non sanno di bere un caffè così cattivo” ha detto una delle sue fonti in un ar ticolo intitolato: Italy invented coffee culture. Now it’s a coffee time capsule, pubblicato il 3 gennaio 2018. "Viene ser vito senza troppi sensi di colpa, un espresso amaro e for te. Raramente hanno il WiFi. Non accolgono i lavoratori con i loro computer por tatili. Non offrono mai il caffè da aspor to. I loro baristi non vi chiedono da dove viene il caffè che desiderate” aggiunge l'autore per spiegare come, secondo lui, l'Italia sia in ritardo rispetto al resto del mondo. “La maggior parte dei caffè italiani sono congelati nel tempo” sostiene Harlan. La cultura del caffè in Italia sembrerebbe ad un vicolo cieco. In contrasto con Londra o New York, dove pullulano le caffetterie di questo genere, l'Italia è ancora riluttante ad aprirsi a nuove offerte e stili di caffè. Troppo spesso, secondo Harlan, ci si accontenta di una miscela banale composta in buona parte di chicchi di una miscela robusta, meno nobile dell'arabica, senza mai conoscere l'esatta provenienza. Il motivo principale? Il prezzo fisso del caffè ad un euro non è cambiato dagli anni ’80. Nel suo ar ticolo, Harlan parla con Dale Harris, vincitore del World Barista Championship. Quest'ultimo confronta l'espresso italiano con un hot dog della Grande Mela. “Non è davvero costoso. È super autentico. No, non è oggettivamente buono,” conclude. “Bisogna tostarlo di più o mescolarlo per nasconderne i difetti. Ma gli italiani hanno il know-how e l'attrezzatura per fare di più con quello che hanno.” Come Harlan scrive nel suo ar ticolo, esistono caffè specializzati orientati alla qualità come Labb Caffettin a Treviso ma che non corrono con gli altri. Il famoso Caffè Terzi di Bologna, dove il caffè di alta qualità è servito con una varietà di vini provenienti da diversi paesi, offre anche differenti tipi di tostatura che prima erano considerati incompatibili
FOOD
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l’on sert du café de grande qualité fait d’une variété de crus issus de différents pays, propose lui aussi plusieurs profils de torréfaction auparavant consi-dérés comme incompatibles avec l’extraction d’un espresso. Selon son propriétaire, Manuel Terzi, « ce haut niveau de spécialisation constitue un pas en avant et non une limite ». Il est pourtant évident qu’un cru de Jamaican Blue Mountain siroté en Italie n’aura pas le même impact que si on le boit dans un endroit où le café n’est pas aussi réputé. Mais la question qu’on se pose, au-delà de celle du prix, c’est : « Pourquoi changer ? » Pourquoi réparer ce qui n’est pas brisé ? Car l’image du café italien demeure une référence dans le monde, et la qualité moyenne du café servi en Italie dépasse encore de loin ce qu’on rencontre bien souvent ailleurs. En fait, ce qui rend l’expérience des cafés italiens si spéciale tient aussi bien au temps qu’on y passe qu’au café qu’on y boit. Pendant des années, tous ceux qui voulaient boire un vrai bon café à Montréal devaient se rendre dans la Petite Italie. Ses cafés historiques, comme le Caffè Italia ou le Café Olimpico, ont reproduit fidèlement ce qui se faisait en Italie et en ont fait leur marque de commerce. C’est aussi ce qu’a fait Gianni Battista, propriétaire du Café de Mercanti dans le Village Monkland à Notre-Dame-de-Grâce (NDG). Arrivé d’Italie au Canada en 2008, il a ouvert son établissement il y a sept ans. Pas question pour lui d’avoir le WiFi. « C’est voulu et pleinement assumé ! », explique celui qui préconise la sociabilité avant tout dans son estaminet, où il sert un mélange issu principalement de grains d’arabica torréfié à l’italienne. « Mais la qualité du café est tout aussi primordiale. Ensuite, c’est une question d’équipement et de savoir-faire », renchérit Battista. On pourrait même dire une question de goût.
con l'estrazione di un espresso. Secondo il proprietario Manuel Terzi “Questo alto livello di specializzazione è un passo avanti e non un limite.” Tuttavia, è ovvio che una Blue Mountain giamaicana sorseggiata in Italia non avrà lo stesso effetto di chi la beve altrove, dove il caffè non è così famoso. La domanda che ci poniamo al di là del prezzo è, perché cambiare? Perché riparare ciò che non è rotto? Perché l'immagine del caffè italiano rimane un riferimento nel mondo e la qualità media del caffè ser vito in Italia supera di gran lunga quello che spesso incontriamo altrove. Nel confrontarsi, ci si consola. Per anni, chiunque volesse bere un buon caffè a Montreal doveva trasferirsi a Little Italy. I suoi caffè storici come Caffè Italia o Caffè Olimpico hanno riprodotto fedelmente ciò che veniva prodotto in Italia e ne facevano il loro marchio di fabbrica. Proprio come Gianni Battista che è proprietario di Café de 'Mercanti nel Monkland Village a NDG. Arrivato dall'Italia in Canada nel 2008, ha aper to la sua sede sette anni fa. Per lui avere il WiFi era fuori questione. “È voluto e pienamente consapevole!” spiega colui che sostiene il socializzare soprattutto nel suo locale, dove serve una miscela di semi di arabica tostati prevalentemente all'italiana.Fuori gli studenti che trascorrono ore a scrivere temi sorseggiando una tazza di caffè in stile americano. Qui è piuttosto lo spirito di quar tiere che prevale. “Ma la qualità del caffè è altrettanto impor tante. Quindi si tratta di attrezzature e know-how” specifica Battista. Si potrebbe anche dire che è una questione di gusti.
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FOOD
“Mindful eating, eating with family, sitting at the table is the Italian way. We’re already doing it and doing it well.” “Alimentazione consapevole, mangiare in famiglia e sedere a tavola sono abitudini italiane. Noi già lo facciamo e anche bene.”
THE NEW CANADA FOOD GUIDE La nuova Guida alimentare del Canada by / di LAURA GUZZO
Embracing Italian eating habits Like the maple leaf, beavers and hockey, Canada’s Food Guide from 2007 is an iconic symbol of Canadiana. Its colourful rainbow layout, depicting the myriad healthy options of foods to eat, was a mainstay in schools and dieticians’ offices across the country. In an effort to better reflect current information about healthy eating habits, Health Canada recently overhauled the guide, ditching the rainbow for an image of a plate and replacing the emphasis on individual nutrients and food groups with a simple and easy-to-follow message: eat a variety of healthy foods each day. The visual is simple: a plate filled with a variety of real, whole foods. The recommended rule-of-thumb is to fill half the plate with greens and fruits, and divide the rest between proteins and whole grains (dairy, meat and cheeses are now lumped into the proteins category, as well as non-meat or plant-based options like tofu and pulses). For Italians who might be used to plates filled to capacity with white pasta, this can be a shift. But what’s not is a new emphasis on the factors surrounding our eating. The guide encourages Canadians to cook more at home, to eat at the dinner table with your loved ones and to take the time to enjoy your food. Sound familiar? “Mindful eating, eating with family, sitting at the dinner table is the Italian way. We’re already doing it and doing it well,” says Miranda Malisani, a nationally recognized holistic nutritionist from Toronto and spokesperson and director of health and wellness for Nature’s Emporium. Pasta consumption aside, the guide is actually similar to the Mediterranean diet favoured by Italians, which is heavy on greens and healthy fats like olive oil, as is the emphasis on eating whole foods and homemade foods. “I don’t think Italians will have trouble adapting to the new food guide,” says Maria
Accogliere le abitudini alimentari italiane
Così come la foglia d’acero, i castori e l’hockey, anche la Guida alimentare del Canada del 2007 è un simbolo di Canadiana. Il suo arcobaleno, raffigurante la miriade di cibi sani da mangiare, è stato un punto saldo nelle scuole e negli studi dei dietologi di tutto il Paese. Nel tentativo di rappresentare meglio le attuali informazioni sulle abitudini alimentari sane, Health Canada ha di recente revisionato la guida, sostituendo all’immagine dell’arcobaleno quella di un piatto e passando dall’enfasi sui singoli nutrienti e gruppi alimentari a un messaggio semplice e facile da seguire: consumare quotidianamente una vasta gamma di alimenti sani. L’immagine è semplice: un piatto pieno di vari alimenti autentici e integrali. La regola generale consigliata è quella di riempire metà piatto con ortaggi e frutta e dividere il resto tra proteine e cibi integrali (latticini, carne e formaggi rientrano adesso nel gruppo delle proteine, così come alternative di origine vegetale senza carne, come il tofu e i legumi). Per gli italiani, possibilmente abituati a piatti pieni fino all’orlo di pasta di farina bianca, questo potrebbe comportare un cambiamento. Ma ciò che non risulta nuovo è l’enfasi sui fattori che ruotano attorno alla nostra alimentazione. La guida incoraggia i canadesi a cucinare di più a casa, a mangiare seduti a tavola con le persone care e a concedersi il tempo di godersi le pietanze. Vi ricorda niente? “Alimentazione consapevole, mangiare in famiglia e sedere a tavola sono abitudini italiane. Noi già lo facciamo e anche bene,” sostiene Miranda Malisani di Toronto, nutrizionista olistica di fama nazionale nonché portavoce e direttrice per la salute e il benessere di Nature’s Emporium. Al di là del consumo di pasta, la guida è molto simile alla dieta Mediterranea preferita dagli italiani, dove si attribuisce molta importanza alle verdure e ai grassi sani come l’olio d’oliva, e si enfatizza il consumo di alimenti integrali e piatti fatti in casa.
FOOD
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Ungaro-Costanzo, a mother of two from Toronto. She says her family’s diet always included beans and other plant-based foods like lentils and cicoria (both encouraged in the new guide), and dinnertime was always family time. “When my kids were younger they used to tell me we were weird for sitting at the table for dinner,” she says. “They would tell me that at their friends’ houses, there would be a pot on the stove and everyone would eat when they wanted to.” She says the family always made great efforts to eat together as a way to strengthen their bond. “My husband used to work odd hours but he would always be home at six o’clock for supper, then he would go back to work. The kids knew that this was family time.” One criticism of the new guide is that following it can get expensive. Malisani argues that it’s an investment worth making. “Quality might be more expensive, but you’re eating less of it. You’ll get more nutrients in organic meat than in mass-produced meat,” she says. She also encourages people to grow their own gardens—another thing Italians have been doing since before it was cool. “There’s something so special about seeing something grow and putting it on your table,” she says. So can Italian cooking be tailored to the new recommendations? Ungaro-Costanzo thinks so. “I think the new guide is more conducive to our eating habits than the old one was,” she says. Maria Sciortino-Nehme, from suburban Montreal, agrees. “When I cook, I make sure that there is a mix of protein and vegetables and I generally stay away from carbs,” says the mother of two. And when the family wants pasta, she finds a way to serve it in a more health-conscious way. “More and more Italian brands are going whole wheat,” she says. “You don’t even notice the difference in the taste. It costs a little more but it’s worth it.” She’s especially happy to hear about the push to eat together as a family. As a special needs aide in schools, she has seen the negative impact of not enough family time at dinner. “I go out and I see adults interacting with the adults, and the kids interacting with devices,” she says. “They’re so used to technology they have difficulty with social skills. In our house, we always made the effort to eat together. That’s family time. That’s the time where you talk and you get to know what’s going on with their lives—that’s the time you find out things!”
“Non penso che gli italiani avranno difficoltà ad adattarsi alla nuova guida alimentare,” afferma Maria Ungaro-Costanzo, di Toronto e madre di due figli. Sostiene che la dieta della sua famiglia ha sempre compreso fagioli e altri alimenti a base vegetale come lenticchie e cicoria (entrambi promossi dalla nuova guida), e che quello della cena è sempre stato un momento da trascorrere in famiglia.“Quando i miei figli erano piccoli mi dicevano che eravamo strani perché sedevamo a tavola per cena,” afferma. “Mi raccontavano che a casa dei loro amici, c’era una pentola sul piano cottura e che ognuno mangiava quando voleva.” Afferma che la sua famiglia si è sempre impegnata molto per mangiare insieme per rafforzare il legame. “Mio marito aveva degli orari di lavoro irregolari ma veniva sempre a cena alle sei in punto per poi tornare a lavoro. I bambini sapevano che era un momento dedicato alla famiglia.” Una delle critiche alla nuova guida è che seguirla può risultare caro. Malisani controbatte spiegando che si tratta di un investimento che vale la pena fare. “La qualità sarà pure costosa, ma consumi meno. Si ricevono più nutrienti dalla carne biologica che da quella prodotta in massa,” sostiene. Invita inoltre le persone a coltivare il proprio orto – un’altra cosa che gli italiani fanno da prima che diventasse di moda.“C’è un qualcosa di speciale nel vedere crescere un prodotto che si è coltivato per poi portarlo a tavola,” afferma. Detto questo, è possibile adattare la cucina italiana alle nuove linee guida? Ungaro-Costanzo pensa di sì. “Credo che la nuova guida favorisca le nostre abitudini alimentari più di quanto facesse quella vecchia,” sostiene. Maria Sciortino-Nehme, della periferia di Montreal, concorda. “Quando cucino, mi assicuro che ci sia un misto di proteine e verdure e in generale mi tengo alla larga dai carboidrati,” dice la mamma di due figli. E quando la famiglia vuole la pasta, trova il modo di servirla in un modo più sano. “Sempre più marchi italiani offrono pasta integrale,” afferma. “Non si nota nemmeno una differenza nel gusto. Costa un po’ di più ma ne vale la pena.” È particolarmente contenta di sentire dell’invito a mangiare tutti insieme in famiglia. Come insegnante di sostegno nelle scuole, vede l’effetto negativo del non trascorrere abbastanza tempo insieme con la famiglia a cena. “Quando esco vedo gli adulti interagire tra loro e i bambini interagire con i dispositivi,” afferma. “Sono così a loro agio con la tecnologia che hanno difficoltà a socializzare. A casa nostra cerchiamo sempre di cenare assieme. È un momento per la famiglia. È il momento in cui si parla e si scopre cosa succede nelle loro vite – è il momento in cui vengono fuori le cose!”
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HOT SPRINGS
“Hot springs and other geothermal features, such as geysers, fumaroles and mud pits, are found in areas of active volcanism, as well as where inactive volcanoes reside.” “Le sorgenti termali ed altre attrazioni geotermali, come i geyser, le fumarole e le piscine di fango, si trovano sia in zone vulcaniche attive sia dove risiedono vulcani inattivi.”
HOT SPRINGS ETERNAL Saturnia, Tuscany
Sorgenti Termali Eterne by / di MAUREEN LITTLEJOHN
Wading through Italy’s thermal waters Italy is a country shaped by volcanoes. These fiery monsters have not only given birth to stunning mountain ranges but continue to fuel countless natural hot springs. There are many places throughout the country to discover hot springs in nature. Michele Tameni, author of Wild Swimming Italy, is a big fan of these free, off-the-beaten-path sites. “I love Fosso Bianco because it is such a magical place. From the road you go down steep wooden stairs, and after a brief walk in the woods you reach the river and the first cold pool. Keep going and you end up at this big white wall that looks like a whale swimming in the woods. There is hot and cold water there, and it is white due to the sulfur, sulfate, calcium carbonate and magnesium.”
Alla scoperta delle acque termali italiane
L’Italia è un paese modellato dai vulcani. Mostri ardenti che hanno dato vita non solo alle incredibili catene montuose, ma continuano anche ad alimentare le innumerevoli acque termali naturali. In tutta la penisola, sono molti i luoghi in mezzo alla natura in cui scoprire sorgenti termali. Michele Tameni, autore di Wild Swimming Italy, è un grande appassionato di questi siti gratuiti e poco battuti. “Adoro Fosso Bianco perché è un posto davvero magico. Dalla strada cominci a scendere attraverso una ripida scalinata di legno e, dopo una breve passeggiata nel bosco, raggiungi il fiume e la prima piscina di acqua fredda. Continui a camminare e ti ritrovi davanti a questa grande parete bianca simile a una balena che nuota nel bosco. Lì ci sono sia l’acqua calda che fredda ed è bianco a causa dei solfuri, solfati, carbonato di calcio e magnesio.”
HOT SPRINGS
Where to find our top 5 hot springs Dove trovare le nostre 5 terme preferite
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Terme Bagni di Bormio Fosso Bianco
Cascate del Mulino
Sorgeto, Ischia Island
Terme di Vulcano, Isole Eolie
Saturnia, Tuscany
A Force of Nature Hot springs and other geothermal features, such as geysers, fumaroles and mud pits, are found in areas of active volcanism, as well as where inactive volcanoes reside. They occur when subsurface magma heats the groundwater creating steam, and hot water forces its way up through cracks in the ground. The Hot Spots In north-eastern Italy, numerous hot springs flow due to the volcanic highlands of the Euganean Hills. Further south there is a series of spots with thermal waters in Emilia-Romagna’s foothills of the Apennines, where around 15 localities like Salsomaggiore, Tabiano and Castrocaro have the word terme (thermal bath) as part of their official name. Another region with a high concentration of hot springs is Tuscany. These include Saturnia, Chianciano and Chiusi; they were used in Roman times and are still popular today. In northern Lazio, Terme del Bullicame, outside Viterbo, is mentioned in Dante’s Divine Comedy. Bagni di Tivoli on the outskirts of Rome and Fiuggi, further east, are also well known. In southern Italy, there are numerous hot springs that form an arc around the gulf of Naples.This is one of the most active volcanic zones in Italy, with heat bursting through from underground magma that is very close to the surface. Italy’s hot springs continue to bring pleasure and health to anyone who bathes in them. Saturnia, Tuscany
Una potenza della natura Le sorgenti termali ed altre attrazioni geotermali, come i geyser, le fumarole e le piscine di fango, si trovano sia in zone vulcaniche attive sia dove risiedono vulcani inattivi. Si verificano quando il magma sotto la superficie riscalda la falda acquifera creando vapore, e l’acqua calda si apre un varco attraverso le fessure sul terreno per arrivare in superficie.
I posti migliori Nell’Italia nord-orientale, fluiscono molte sorgenti termali per via dell’altopiano vulcanico dei Colli Euganei. Più a sud, in Emilia-Romagna, c’è una serie di acque termali nel contraffor te montuoso degli Appennini, dove circa 15 località come Salsomaggiore, Tabiano e Castrocaro contengono la parola “terme” nel loro nome ufficiale. Un’altra regione con un’alta concentrazione di sorgenti termali è la Toscana. Tra queste vi sono Saturnia, Chianciano e Chiusi; venivano utilizzate ai tempi dei Romani e ancor oggi sono famose. Nel Lazio settentrionale, le Terme del Bullicame, fuori Viterbo, sono menzionate ne La Divina Commedia di Dante. Molto noti sono anche i bagni di Tivoli alla periferia di Roma, e Fiuggi, più a est. Nell’Italia meridionale, vi sono numerose sorgenti termali che formano un arco attorno al golfo di Napoli. Si tratta di una delle più attive zone vulcaniche d’Italia, con il calore che irrompe dal magma sottostante molto vicino alla superficie. Le sorgenti termali italiane continuano a portare piacere e benessere a chiunque vi si immerga.
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HOT SPRINGS
ITALY’S NATURAL Sorgenti termali naturali d’Italia by / di SYLVIA DIODATI
Cascate del Mulino Just six kilometres outside the ancient Tuscan village of Saturnia, visitors will find one of the most famous natural springs in all of Italy: Cascate del Mulino. The ancient oasis features a flowing thermal waterfall cascading down travertine rock, where hot water gathers in charming pools below. At a constant temperature of 37.5°C, the springs contain sulfuric minerals believed to possess healing qualities, and a high presence of thermal plankton makes the waterfall particularly remedial for skin and circulatory systems. An organic paradise surrounded by greenery, the unique landmark lies on the grounds of an old mill from which its name was derived. The atmospheric waters have been relished for centuries, and the pools were once fashionable with nobles from the Roman Empire, giving them a distinctive history. Although popular with Italians, this retreat off the beaten path of the Maremma hills has been minimally commercialized and offers few tourist amenities, adding to its authenticity. The dazzling thermal pools are free to use and can be visited year round, day and night.
A soli sei chilometri dall’antico paesino toscano di Saturnia, i visitatori troveranno una delle più famose sorgenti termali naturali di tutta Italia: le Cascate del Mulino. L’antica oasi offre una cascata termale che scende lungo una roccia di travertino, finché, giunte in basso, le sue acque calde si raccolgono in affascinanti piscine. Le sorgenti, con una temperatura costante di 37,5°C, contengono minerali solforici che si crede posseggano proprietà curative, mentre un’alta concentrazione di plankton termale rende la cascata particolarmente benefica per la pelle e il sistema circolatorio. Paradiso biologico immerso nel verde, questo luogo speciale si trova nel terreno di un vecchio mulino da cui ha preso il nome. Da secoli si gode di queste acque suggestive tanto che, un tempo, le piscine erano di moda tra i patrizi dell’Impero romano, il che conferisce al luogo una storia distintiva. Sebbene popolare tra gli italiani, questo rifugio poco battuto delle colline della Maremma è pubblicizzato pochissimo e il fatto che offra poche attrazioni turistiche lo rende ancor più autentico. L’accesso a queste stupefacenti piscine termali, visitabili giorno e notte tutto l’anno, è gratuito.
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HOT SPRINGS At a constant temperature of 37.5°C, the springs contain sulfuric minerals believed to possess healing qualities, and a high presence of thermal plankton makes the waterfall particularly remedial for skin and circulatory systems. Con una temperatura costante di 37,5°C, contengono minerali solforici che si crede posseggano proprietà curative, mentre un’alta concentrazione di plankton termale rende la cascata particolarmente benefica per la pelle e il sistema circolatorio.
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“The natural mud spa on the largest of the Aeolian Islands contains a high level of sulfur in its mildly radioactive Laghetto di Fanghi, making it beneficial for bathers with skin ailments and rheumatoid joint pain.” “Il Laghetto di Fanghi, leggermente radioattivo, del centro benessere naturale della maggiore delle isole Eolie contiene un alto tasso di solfuro, risultando pertanto benefico per chi soffre di problemi della pelle e dolori articolari reumatoidi. ”
Terme di Vulcano, Isole Eolie Bathing in a live volcanic crater may seem intimidating, but there is little risk of eruption at the therapeutic mud springs of Terme di Vulcano. At the foot of its namesake, Sicily’s large volcano on Vulcano Island charms visitors and tourists who want to reap the benefits of its well-known thermal springs. The natural mud spa on the largest of the Aeolian Islands contains a high level of sulfur in its mildly radioactive Laghetto di Fanghi, making it beneficial for bathers with skin ailments and rheumatoid joint pain. High sulfuric content in the springs emit a strong scent that can be unpleasant, often lingering for days on clothing and skin, but it doesn’t stop visitors from flocking to these unique mineral baths. For a minimal fee, visitors can enjoy a healing mud soak before rinsing off in the crystal waters of the sea. Remaining constant at 28°C, the mud pool is surrounded by rare black sand beaches and a panoramic shoreline. The presence of fumaroles (smoke pits) on the island reminds visitors that the volcano is active, but Vulcano is considered safe, as it hasn’t erupted since 1890.
Immergersi in un cratere vulcanico può suscitare un certo timore, ma il rischio di un’eruzione è bassissimo ai fanghi terapeutici delle Terme di Vulcano. Alle falde dell’omonima isola di Vulcano, il grande vulcano siciliano affascina visitatori e turisti desiderosi di trarre beneficio dalle sue ben note sorgenti termali. Il Laghetto di Fanghi, leggermente radioattivo, del centro benessere naturale della maggiore delle isole Eolie contiene un alto tasso di solfuro, risultando pertanto benefico per chi soffre di problemi della pelle e dolori articolari reumatoidi. Il forte odore derivante dall’alto contenuto sulfureo delle sorgenti termali può risultare sgradevole, persistendo per giorni su vestiti e pelle, ma non per questo ferma i visitatori che si riversano in questi bagni termali unici. Per una cifra irrisoria, i visitatori possono godersi prima un’immersione nei fanghi benefici e poi sciacquarsi nell’acqua cristallina del mare. A una temperatura costante di 28°C, la pozza di fanghi è circondata da spiagge di rara sabbia nera e un bagnasciuga panoramico. La presenza delle fumarole (fossi fumosi) sull’isola ricorda ai visitatori che il vulcano è attivo, ma Vulcano è considerata un’isola sicura senza eruzioni dal 1890.
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Sorgeto, Ischia Island The Gulf of Naples, with its enchanting coast beneath the majestic volcano Vesuvius, is a popular destination for visitors to the province of Campania. Its largest island, Ischia, is home to Sorgeto Bay where natural hot springs sparkle in gurgling torrents along the beach. In this peaceful cove, rock-lined pools bubble into natural jacuzzis powered by the volcanic activity below, each pond with its own distinct temperature and feel. The animated pools of thermal mineral water sooth and massage body aches, while the spring’s mud and therapeutic vapours are used to enhance skin radiance. With some basins reaching boiling point, islanders are known to cook eggs, sausage, seafood and potatoes in the bubbling crevices of the ponds—a custom handed down through the centuries. The thermal waters are free and accessible day and night.
Il golfo di Napoli, con la sua incantevole costa al di sotto del maestoso vulcano Vesuvio, è una meta popolare per chi visita la regione Campania. La sua isola maggiore, Ischia, è sede della Baia di Sorgeto dove, lungo la spiaggia, sorgenti naturali di acqua calda brillano in torrenti gorgoglianti. In questa piccola baia, i bacini bollenti in pietra si trasformano in vasche idromassaggio naturali, alimentate dall’attività vulcanica sottostante, ogni bacino con una sua temperatura o sensazione distintiva. Le piscine attive di acqua termale minerale massaggiano il corpo e alleviano gli acciacchi, mentre le sorgenti di fango e i vapori terapeutici vengono usati per migliorare la luminosità della pelle. A causa del fatto che la temperatura di alcuni bacini raggiunge il punto di ebollizione, si sa che alcuni isolani cucinano uova, salsiccia, frutti di mare e patate nelle cavità bollenti dei bacini – un’usanza tramandata nel corso dei secoli. L’accesso alle acque termali è gratuito, giorno e notte.
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Terme Bagni di Bormio
Bagni Nuovi
“ The treasured hot water caverns were popular with Roman travellers and refugee-seekers on their way to the Stelvio Pass (a mountain pass to Switzerland).” “Le speciali grotte d’acqua calda erano famose tra i viaggiatori Romani e coloro che cercavano rifugio lungo la via verso il Passo Stelvio (un passo montano per la Svizzera).” Bagni Vecchi
Nestled between the snow-capped Alpine mountains of Sondrio, Lombardy, is the town of Bormio, known for its historic thermal baths. Differing from the renovated pools of the Bagni Nuovi, which were refaced in the 19th century, the valley’s Bagni Vecchi remain untouched and have been in use since the 5th century. The treasured hot water caverns were popular with Roman travellers and refugee-seekers on their way to the Stelvio Pass (a mountain pass to Switzerland) and gained recognition when Leonardo da Vinci mentioned them in his Codex Atlanticus. The thermal pools include an assortment of stone-lined Roman baths, caves and grottos with water between 37°C and 43°C arriving from different sources of Stelvio National Park. Containing sulfate and small quantities of radon, springs of the Bagni Vecchi have been known to induce deep relaxation and have anti-inflammatory properties. The soothing mineral presence is said to be extremely helpful for dermatological conditions, including blemishes and psoriasis. Primarily accessible through hotels and spas, the use of the renowned baths comes with a fee, although they are available to enjoy year round.
A ridosso delle innevate montagne alpine di Sondrio, Lombardia, si trova la città di Bormio, nota per i suoi storici bagni termali. A differenza delle piscine rinnovate dei Bagni Nuovi, restaurate nel XIX secolo, i Bagni Vecchi della valle rimangono intatti e vengono utilizzati dal V secolo. Le speciali grotte d’acqua calda erano famose tra i viaggiatori Romani e coloro che cercavano rifugio lungo la via verso il Passo Stelvio (un passo montano per la Svizzera), e hanno acquistato notorietà allorché Leonardo da Vinci le ha menzionate nel suo Codex Atlanticus. Le piscine termali comprendono una varietà di bagni in pietra di epoca romana, caverne e grotte con acqua tra i 37°C e i 43°C proveniente da varie sorgenti del Parco Nazionale dello Stelvio. Contenenti solfato e piccole quantità di radon, le sorgenti dei Bagni Vecchi sono note per favorire un rilassamento profondo e per le proprietà antinfiammatorie. Si dice che la presenza di minerali benefici sia estremamente utile per problemi di natura dermatologica, comprese le macchie e la psoriasi. Accessibili prevalentemente attraverso gli hotel e i centri benessere, l’ingresso ai bagni, aperti tutto l’anno, è a pagamento.
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Fosso Bianco With stunning waterfalls draped over calcareous rock, the Fosso Bianco hot springs in the Val d’Orcia region of Tuscany make for some Instagram-worthy photos. There, thermal water flows over a sloping rock face, hardened over time by chemical deposits of calcium carbonate, to create the dazzling white spectacle just outside of Bagni San Filippo. Before cascading downwards, the spring waters first ripple out of the ground at 52°C containing sulfur, calcium, magnesium and other minerals that relieve respiratory disorders and bone problems. Pools at the bottom of the sweeping falls form different shapes that puddle in craters of many sizes, some with room for only one or two bathers, and others spacious enough for groups of 10. The nutrient-rich mineral content in the springs is attributed to the proximity of Volcano Amiata, which was last known to erupt approximately 300,000 years ago. This natural spa in the woods is free for bathers to enjoy. Con delle meravigliose cascatelle che scorrono lungo formazioni calcaree, le sorgenti termali calde di Fosso Bianco, nella Val d’Orcia in Toscana, sono degne di una foto da Instagram. Lì, l’acqua termale scorre su una parete rocciosa in pendenza, induritasi nel tempo per via dei depositi chimici di carbonato di calcio, fino a creare un meraviglioso spettacolo bianco appena fuori da Bagni San Filippo. Prima di riversarsi in avanti, le acque sorgive fuoriescono dal terreno a 52°C e contengono solfuri, calcio, magnesio e altri minerali che alleviano malattie respiratorie e problemi ossei. Le pozze alla base delle cascate danno vita a varie forme creando così crateri di varie dimensioni, alcuni in grado di ospitare uno o due bagnanti, altri abbastanza grandi da accogliere gruppi di 10. L’alto contenuto di nutrienti minerali nelle sorgenti viene attribuito alla vicinanza del vulcano Amiata, che si sa avere eruttato all’incirca 300.000 anni fa. L’ingresso a questa spa naturale in mezzo al bosco è libero per la gioia dei bagnanti.
“ The nutrient-rich mineral content in the springs is attributed to the proximity of Volcano Amiata, which was last known to erupt approximately 300,000 years ago.” “L’alto contenuto di nutrienti minerali nelle sorgenti viene attribuito alla vicinanza del vulcano Amiata, che si sa avere eruttato all’incirca 300.000 anni fa.”
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ARTS & CULTURE
Photo / Vincenzo D’Alto
DOMENICA MARTINELLO by / di MARIA SCALA
Falls under poetry’s spell
Stregata dalla poesia
For Montreal writer Domenica Martinello, the journey towards publishing her debut poetry collection All Day I Dream About Sirens this April feels like an odyssey. That’s fitting, since her book is filled with popular culture and classic references to mythology – from sirens and mermaids to the Starbucks logo to Disney’s The Little Mermaid to the monsters populating Homer’s The Odyssey. “I wrote the first poems in All Day I Dream About Sirens in 2015, the manuscript was accepted for publication in 2017 and is now seeing the light of day in 2019,” says Martinello. “Writing is a very process-based art form for me, and the gratification is in doing the work itself—though its culmination has already been so rewarding.” A graduate of the prestigious Iowa Writers’ Workshop (where she earned an MFA and received the Deena Davidson Friedman Prize for Poetry) a finalist for the 2017 Bronwen Wallace Award for Emerging Writers and the winner of carte blanche’s 3Macs Prize, Martinello is keenly aware of how she got to this point. The 27-year-old credits her parents (her mother is English-Canadian and her father is from Cicciano, Naples) for instilling “kindness and a rigorous work ethic” in her. “As a second generation Italian, I don’t take anything for granted —not the privilege of my education and especially not the generous support of my family. But nothing was handed to me either. Sometimes I do feel imposter syndrome as an artist from a working-class background. But mostly I’m proud, driven and grateful.” The poems in Martinello’s collection that centre on personal history deftly explore the push/pull between the past and present. In one of several versions of “Refrain on the Rocks” she writes:
Per la scrittrice montrealese Domenica Martinello, il cammino verso il suo esordio con la pubblicazione in aprile della collezione di poesie All Day I Dream About Sirens è sembrato un’odissea. Definizione appropriata, dato che il suo libro è pieno di cultura popolare e riferimenti classici alla mitologia – dalle sirene e sirenette al logo di Starbucks, a La Sirenetta della Disney, ai mostri che popolano l’Odissea di Omero. “Ho composto le prime poesie di All Day I Dream About Sirens nel 2015, il manoscritto è stato accettato per la pubblicazione nel 2017 e finalmente sta vedendo la luce nel 2019,” afferma Martinello. “Quella della scrittura è una forma d’arte davvero metodologica per me e la soddisfazione giunge dal lavoro in sé – anche se il suo culmine è già stato molto gratificante.” Laureata presso il prestigioso Iowa Writers’ Workshop (dove ha conseguito una MFA e ha ricevuto il premio per la poesia Deena Davidson Friedman), finalista al Bronwen Wallace Award per Scrittori Emergenti del 2017 e vincitrice del premio 3Macs di car te blanche, Mar tinello sa bene come è arrivata a questo punto. La 27enne riconosce ai suoi genitori (sua madre è anglo-canadese e suo padre viene da Cicciano, Napoli) il merito di averle trasmesso “la gentilezza e una rigida etica del lavoro.” “Essendo italiana di seconda generazione, non do nulla per scontato – né il privilegio di aver studiato né tantomeno il generoso sostegno della mia famiglia. Ma nel contempo, nulla mi è stato regalato. A volte sento di avere la sindrome dell’impostore in quanto artista proveniente dalla classe operaia. Ma, in generale, sono fiera, motivata e grata.” Le poesie della raccolta di Martinello che si incentrano sulla storia personale esplorano con destrezza il tira e molla tra passato e presente. In una delle molte versioni di “Refrain on the Rocks” scrive:
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63 how can I reconcile my poverty poetry of a janitor’s daughter with an iPhone & a degree my grandmother cut off all her hair so it wouldn’t get caught in a factory machine what luxury
Martinello’s paternal grandmother Domenica Martiniello, who passed away during the writing of the book, returns to speak directly to her granddaughter in “Unlettered”:
La nonna paterna di Mar tinello, Domenica Mar tiniello, deceduta durante la stesura del libro, ritorna per parlare direttamente con la nipote in “Unlettered”:
…We Weren’t all swaddled in newsprint or schoolbooks.
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My study hall was a cowshed, & later, a Bingo hall. Martinello’s grandmother also laments the loss of the “i” in the younger woman’s last name, which was due to an error on her birth certificate. “‘Unlettered’ is the most personal poem in the collection,” the author points out. “I wanted to give my grandmother the chance to scold me for my carelessness. Inhabiting her voice felt very intimate, and I gained a sense of closure about the error (which, stubbornly, I retain).” A trip to Rome and Cicciano, Naples to visit family in the summer of 2015 also helped Martinello tell her story. “One of the biggest surprises while writing this book was discovering more about my Italian heritage. Naples, where my family is from, was founded on siren mythology; it’s permanently embedded in the history and geography of the city. I hope readers will find mystery and pleasure in reimagining some Italian (and specifically Neapolitan) folklore with me.” Martinello is looking forward to a busy spring as she takes All Day I Dream About Sirens to select Canadian and American cities. “As someone who loves performing, I’m really excited about doing a reading tour to promote the book. I expect to have dates in Montreal, Toronto, New York and Vancouver.” She’s especially eager to return to Toronto, having spent two years there after completing her Bachelor’s degree in English and Creative Writing at Concordia University. “I absolutely loved living in Toronto, and some of my best friends live there, so I go often.” “It’s really the hub of the publishing industry, and there are always a lot of exciting and diverse things happening on the literary scene. However, with some time away, I can appreciate the Montreal lifestyle more. We really work to live rather than live to work.” Now that she’s back home, Martinello continues her work with the Quebec Writers’ Federation’s Writers in the Community program, which delivers creative writing workshops to at-risk youth communities in Montreal. “On a basic level I love teaching and mentorship, but it’s more than that. It’s meaningful work to me and it gives me a sense of purpose. I consider myself a politically engaged person and I often grapple with how I can make more of a difference in the world. Poetry is important, yes, but so is changing and bettering the lived experiences of those around you.”
La nonna di Martinello si lamenta anche per la perdita della “i” nel suo cognome da giovane, dovuto a un errore sull’atto di nascita. “‘Unlettered’ è la poesia più intima della raccolta,” sottolinea l’autrice. “Volevo offrire a mia nonna la possibilità di rimproverarmi per la mia disattenzione. Interpretare la sua voce mi ha trasmesso una sensazione di grande intimità e mi ha fatto raggiungere un senso di riappacificazione con l’errore (che, imperterrita, continuo a commettere).” Ad aiutare Martinello a raccontare la propria storia ha anche contribuito un viaggio a Roma e a Cicciano fatto nell’estate 2015 per andare a trovare la sua famiglia. “Una delle maggiori sorprese durante la stesura del libro è stata la scoperta di altre cose sulla mia eredità culturale italiana. Napoli, luogo di origine della mia famiglia, fu fondata sul mito della sirena; è incorporata in modo indelebile nella storia e nella geografia della città. Spero che i lettori trovino mistero e piacere nella mia rivisitazione di parte del folklore italiano (e nello specifico napoletano).” Martinello attende con ansia l’arrivo di una primavera ricca d’impegni con la presentazione di All Day I Dream About Sirens in alcune prescelte città canadesi e americane. “Essendo una persona che ama recitare, la tournée di letture per la promozione del libro mi emoziona molto. Mi aspetto di avere date a Montreal, Toronto, New York e Vancouver.” In particolare, non vede l’ora di tornare a Toronto, essendoci rimasta per due anni dopo il conseguimento della laurea di primo livello in Inglese e Scrittura creativa alla Concordia University. “Mi è piaciuto tantissimo vivere a Toronto, dove vivono alcuni dei miei migliori amici, quindi ci vado spesso.” “È il centro nevralgico dell’industria editoriale e la scena l etteraria è sempre ricca di avvenimenti entusiasmanti e svariati.Tuttavia, avendovi trascorso un po’ di tempo lontana, apprezzo di più lo stile di vita di Montreal. Lavoriamo per vivere piuttosto che vivere per lavorare.” Adesso che è tornata a casa, Martinello continua a lavorare nel programma della Quebec Writers’ Federation Writers in the Community, che offre seminari di scrittura creativa ai giovani a rischio delle comunità di Montreal. “Di base mi piace insegnare e fare da mentore, ma c’è un qualcosa che va oltre. È un lavoro significativo per me e mi dà la sensazione di avere uno scopo. Mi considero una persona politicamente impegnata e mi sforzo spesso di capire come poter fare ladifferenza nel mondo. La poesia è importante, sì, ma altrettanto lo è cambiare e migliorare l’esperienza di vita delle persone che ti circondano.”
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ARTS & CULTURE
Photos courtesy of Sandra Morellato
SANDRA MORELLATO by / di ANNE JANO
Answering creativity’s call
Una vita a colori
An artist’s life wasn’t Sandra Morellato’s first choice, but it became her lifelong calling. As part of her architecture degree from McGill University, she took drawing classes—she loved them. That’s when she realized she had found her true passion. After years of working in interior design, she couldn’t deny the creative bug anymore. For almost 10 years now she’s worked as a full-time visual artist focusing in paint. These days Morellato’s work can be seen around the world. Her most recent exhibit took place last year at Miami Art Week.
Per Sandra Morellato fare l’artista non era la sua prima scelta, ma è diventata la professione di tutta una vita. Nel corso dei suoi studi in Architettura alla McGill University, ha seguito delle lezioni di disegno – se n’è innamorata. È stato allora che ha scoperto la sua vera passione. Dopo anni di lavoro nella progettazione di interni, non riusciva più a reprimere la sua creatività. Adesso, da quasi dieci anni, lavora come artista di arte visiva a tempo pieno, con particolare attenzione alla pittura. Oggigiorno le opere di Morellato possono essere ammirate in tutto il mondo. La sua mostra più recente si è tenuta l’anno scorso durante la Miami Art Week.
Panoram Italia met with her to discuss her success, inspirations and Italian-Canadian heritage.
Panoram Italia l’ha incontrata per parlare del suo successo e delle sue ispirazioni e radici italo-canadesi.
Who are your biggest inspirations and what is your process when you paint? I love the Impressionists, especially Gaudin because of the colours. This artistic movement certainly had an impact on my style as a creator. When I start a painting, I usually attack right away. I don’t do any sketches or drawings beforehand; I figure out what I want to do and create it immediately. I would say this might be somewhat unusual as many artists draw some elements first.
Da chi trai maggiormente ispirazione e qual è il tuo processo creativo quando dipingi? Amo gli Impressionisti, in particolare Gaudin per i suoi colori. È un movimento artistico che ha sicuramente influenzato il mio stile creativo. Quando inizio a dipingere, mi metto subito all’opera. Non faccio né schizzi né disegni prima; capisco cosa voglio fare e lo creo immediatamente. Direi che questo aspetto è piuttosto raro visto che la maggioranza degli artisti disegna prima alcuni elementi.
How has your work as an artist evolved over the years? First, I started with watercolor and then I learned to use acrylic paints. So I would say that progression is primarily based on the mediums I use. What is your greatest accomplishment as an artist thus far? I am most proud of making people happy. Receiving positive feedback and seeing how my painting can affect someone is very satisfying.
Come si è evoluta la tua produzione artistica nel corso degli anni? Innanzitutto, ho cominciato con l’acquarello e poi ho imparato a usare la pittura acrilica. Direi quindi che i progressi sono perlopiù basati sui mezzi che uso.
Qual è stato il tuo più grande successo da artista fino a ora? Sono più che altro fiera di rendere le persone felici. Ricevere dei riscontri positivi e constatare quanto un mio dipinto possa influenzare qualcuno è molto gratificante.
ARTS & CULTURE
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What are a few of your proudest career milestones? In 2013, I had my first solo exhibition at the Leonardo Da Vinci Centre in Saint-Leonard. That was when I knew I could paint for a living. It was a memorable occasion. Of course, many Italians were there encouraging me. The Italian-Canadian community has always been a great support. More recently, my work was exposed during Miami Art Week last year with the Steidel Art Group. My artwork was part of the Red Dot Miami Art Fair. I remember seeing people taking selfies in front of my pieces and just being amazed! Thousands of people from around the world come to Miami just to see art, and being a part of it was truly incredible. I am happy to say that my largest painting was purchased during that time and now resides in Arizona! What elements of a painter’s process do you think are often misunderstood? I am always shocked when someone asks me how long it took to create a certain art piece. The truth is, it takes a lifetime to create every piece. Every experience in your life will influence your work one way or another; I think that’s important to remember when you look at a painting. It represents a lot more than just the time it took to create it. It is the years of development behind it that are really meaningful. What is your relationship with your Italian-Canadian heritage? Both my parents are from the province of Treviso. I was born in Montreal, but Italian is my first language and I speak it with my children today. I have been to Italy over 20 times and have a close relationship with my roots. My fondest memories of Italy are visiting my aunt in Florence. I was 18 and I was so impressed with the beauty and art the city offers. Is there a secret to your creative process? Well, I actually listen to Italian music when I paint. It really soothes me and gets me in the right zone!
Quali sono alcuni dei traguardi della tua carriera di cui vai più fiera? Nel 2013, ho tenuto la mia prima mostra personale al Leonardo Da Vinci Centre di Saint-Leonard. È stato allora che ho capito di poter vivere di pittura. È stata un’occasione memorabile. Ovviamente c’erano molti italiani a incoraggiarmi. La comunità italo-canadese è sempre stata di grande supporto. Più di recente, le mie opere sono state esposte alla Miami Art Week dell’anno scorso con lo Steidel Art Group. I miei lavori facevano parte della fiera d’arte Red Dot Miami. Ricordo di aver visto le persone farsi selfie davanti ai miei pezzi e di esserne rimasta esterrefatta! Migliaia di persone da tutto il mondo vengono a Miami solo per ammirare l’arte: far parte di tutto ciò si è rivelata un’esperienza davvero incredibile. Sono felice di dire che il mio quadro più grande è stato acquistato in quell’occasione e si trova adesso in Arizona! Quali elementi del processo creativo di un pittore pensi siano spesso fraintesi? Rimango sempre di stucco quando qualcuno mi chiede quanto ci sia voluto a creare una certa opera. La verità è che, per creare ogni pezzo, ci vuole tutta una vita. Ogni esperienza della propria vita avrà un’influenza sulla produzione, in un modo o in un altro; penso sia importante tenerlo a mente quando si ammira un dipinto. Rappresenta molto più del mero tempo di creazione. Ciò che conta veramente sono gli anni dello sviluppo alle sue spalle. Qual è il tuo rapporto con le tue origini italo-canadesi? Entrambi i miei genitori sono della provincia di Treviso. Sono nata a Montreal, ma l’italiano è la mia prima lingua e oggi lo parlo con i miei figli. Sono stata in Italia più di 20 volte e ho un legame molto forte con le mie radici. I miei ricordi più cari dell’Italia risalgono a quando sono andata a trovare mia zia a Firenze. Avevo 18 anni e sono rimasta davvero colpita da quanta bellezza e arte la città avesse da offrire. C’è un segreto dietro al tuo processo creativo? Beh, quando dipingo ascolto musica italiana. Mi rilassa e mi traspor ta nello spirito giusto!
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ADVICE
UNA SANTA SEMPRE PIÙ MODERNA proteine, minerali e vitamine, un grano robusto che non necessita In quest’edizione, vi volevo presentare una santa poco conosciuta di pesticidi per crescere perché molto resistente, buono per lo qui in Canada, ma sempre più nota in Europa per via dei suoi stomaco perché facilmente digeribile, aumenta la felicità, ecc. insegnamenti e delle sue conoscenze uniche… Vi parlo di Santa L’ultimo effetto elencato qui sopra del farro può sembrare Ildegarda di Bingen (1098 - 1179). strano, ma la santa parla sempre di effetti fisiologici e di La preoccupazione del rispetto della natura e del mangiare conseguenze sull’umore umano per ogni tipo di alimento. bene è sempre stata presente nel corso dei secoli, ma non Tra gli altri alimenti vi sono il finocchio che aiuta la dobbiamo negare che viviamo attualmente in un’epoca dove la digestione e ha effetti straordinari sul corpo procurando gioia. È salute è diventata un punto centrale della nostra esistenza. I consigliato per le donne incinte, che allattano o che sono in negozi vendono sempre più articoli biologici, parliamo sempre di NICOLA DI NARZO menopausa. Il castagno, anche lui ricco di proteine e di elementi più dei problemi legati all’alimentazione e di certi tipi di cibi da salutari, viene proposto per tutte le malattie che indeboliscono. evitare, ecc. Spesso infatti vi è un legame tra i problemi di salute e l’alimentazione. Insomma, santa Ildegarda, alla sua epoca, già parlava di Per le malattie immunitarie, così come per un bisogno di energia o concentrazione, il castagno è considerato ottimale. Il Galanga, una spezia molto rara, tutto questo e di varie soluzioni per una salute ottima. Era una monaca benedettina che fece tantissimo in diversi ambiti. Non della famiglia dello zenzero, è noto per aiutare la digestione ma anche la vorrei ridurre le sue opere ad una sola ma sicuramente, tutto ciò che ha fatto debolezza o i problemi cardiaci. Infatti, alcuni scienziati hanno anche aveva a che fare con la salute e il benessere delle persone. Tra le sue intuizioni affermato che potrebbe essere un sostituto del nitro dato alle persone ricordiamo la composizione musicale che secondo lei, rispettava certi tipi di cardiopatiche (non consiglio di farlo senza consultare il proprio medico). I vibrazioni. Aveva capito che queste vibrazioni specifiche permettevano una formaggi non erano esclusi dalla santa, ma consigliava formaggi fermi per le maggior interiorizzazione e perciò una miglior contemplazione. Oggi, con persone muscolose con poco grasso ed invece formaggi morbidi (tipo l’aiuto della scienza, possiamo confermare questo dato di fatto. Vorrei citare, camembert) per le persone corpulente e grasse. Insomma, potrei continuare con tantissimi esempi, però sarebbe inoltre una sua opera ancora più nota, sto parlando della sua enciclopedia sicuramente noioso e poco di aiuto. Intanto, anche se possiamo dubitare delle delle piante e dei cibi con i loro effetti sul corpo e sulla psiche umana. In un'epoca in cui la scienza era agli albori, proporre un’opera così affermazioni della santa, vi sono scuole Ildegardiane che nascono come funghi completa rappresentava una vera e propria rivelazione. Infatti, oggi sono in in varie parti d’Europa. Numerose sono le persone che testimoniano i benefici molti a definirla la madre della naturopatia. Dai vari tipi di cereali ai diversi della dieta di Ildegarda. Dalla perdita di peso alla cura della depressione, dai tipi di spezie, dalla semplice influenza ai problemi cardiaci, Santa Ildegarda problemi immunitari alle malattie degenerative, numerose persone sono la offriva soluzioni e ricette varie per curare questi problemi. Questa sua opera prova vivente del miracolo di questa dieta. Secondo molti la santa è stata ispirata da Dio. I risultati sono ovvi per molte è immensa e non pretendo di poterla coprire tutta in questo breve articolo. persone e la scienza, con il passare del tempo ha anche confermato quello che Voglio presentarvi solo alcuni elementi interessanti. Alla base dell’alimentazione, Ildegarda proponeva il farro. Per la monaca, in parole semplici lei stessa descriveva. Gli insegnamenti di Ildegarda di Bingen questo grano era il migliore e doveva sostituire gli altri tipi di grano meno buoni vanno al di là del cibo, sono insegnamenti che cercano di aiutare l’uomo a trovare per il corpo. Tra i benefici per l’uomo vi sono gli elementi seguenti: ricco di pace, felicità e salute. Non è quello che tutti noi cerchiamo?
ADVICE
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“FORMALITÀ CONCERNENTI LE SUCCESSIONI A CAUSA DI MORTE IN ITALIA” Dopo aver attraversato l’oceano in cerca di fortuna, dopo tanti sacrifici per creare un bel patrimonio e dare ai figli una professione e miglior futuro ci si accorge che il tempo vola e, sfortunatamente, la vita arriva alla sua fine. Quante volte ci si è domandato: “il papà, la mamma, un fratello, una sorella, altri parenti sono defunti lasciando dei beni in Italia, che cosa fare? Quali sono le formalità da espletare per entrare in possesso di questi patrimoni? Considerando la complessità dell’argomento, si di Pasquale Artuso, cercherà, sommariamente, di riassumerlo, chiarendo i punti Attorney essenziali della normativa italiana che lo disciplina. A tal uopo, si fornisce una sorta di decalogo, qui di seguito riportato succintamente, di dieci cose da sapere per una successione sicura ai fini degli adempimenti di legge: 1) verificare, in primo luogo, se il defunto ha lasciato disposizioni di volontà che debbano trovare immediata esecuzione, ad esempio relative alla donazione di organi o alle modalità di sepoltura. 2) assenza, invece, di termini stringenti da osservare per la devoluzione del patrimonio del defunto, infatti il diritto di accettare un’eredità si prescrive in dieci anni. 3) accertare se il defunto ha o meno lasciato un testamento per stabilire chi sono gli aventi diritto all’eredità. Se non c’è il testamento la successione si devolverà a favore dei soggetti e per le quote fissate dalla legge. 4) qualora si sia già in possesso del testamento olografo (scritto a mano) del defunto è sufficiente consegnarlo ad un notaio unitamente ad un estratto per riassunto dell’atto di morte, affinché si proceda alla sua pubblicazione. 5) nell’ipotesi si ritenga che il defunto abbia lasciato un testamento pubblico oppure un testamento olografo affidato ad un notaio, ma non se ne conosca il nome, si potrà fare un’apposita richiesta, accompagnata dall’estratto dell’atto di morte, agli Uffici a ciò preposti. 6) obbligo di presentare la Dichiarazione di Successione, qualora nell’eredità vi siano beni immobili che si trovano sul territorio italiano o diritti reali immobiliari (superficie, enfiteusi,usufrutto, uso, abitazione, servitù prediale) sugli stessi. 7) la presentazione della Dichiarazione di Successione deve avvenire entro un anno (6-12 mesi) dalla morte del testatore, in mancanza vi saranno multe e penalità da pagare; sono previste specifiche deroghe sulla decorrenza del termine nel caso di fallimento del defunto, di rinuncia o di accettazione beneficiata dell’eredità (tre mesi).
La sua presentazione deve effettuarsi, su apposito modulo prestampato presso l’Ufficio delle Entrate competente, da un erede o da un incaricato munito di procura legale e fotocopia di un documento degli eredi, i quali, devono essere in possesso di codici fiscali italiani, con allegati diversi documenti tra cui il certificato di morte e di ultima residenza in Italia, la dichiarazione sostitutiva di atto notorio, la visura catastale, il prospetto di liquidazione delle imposte dovute, un’eventuale copia autenticata del testamento, un eventuale atto di rinuncia all’eredità, un eventuale certificato di destinazione urbanistica dei terreni (non necessario per quelli a destinazione agricola), etc,etc. 8) le richieste di voltura catastale vanno depositate presso l’Ufficio del Territorio entro 30 giorni dalla presentazione della Dichiarazione di Successione. 9) gli importi da pagare presso Banche o Poste vanno calcolati seguendo un prospetto di auto-liquidazione che si riferisce alle varie imposte da pagare (ipotecaria, catastale,bollo, conservatoria, tributi speciali) oltre ad eventuali sanzioni amministrative. 10) la Dichiarazione di Successione viene trascritta presso gli Uffici dell’Agenzia del Territorio (ex Conservatorie dei registri immobiliari) su richiesta esclusiva dell’Ufficio dell’ Agenzia delle Entrate che ha ricevuto la dichiarazione; tali procedure permettono così di avere il titolo legittimante della proprietà a favore dell’erede e/o degli eredi. Terminando l’esposizione, si ribadisce che questa rubrica legale contiene dell’informazione giuridica generale e non sostituisce i consigli di un avvocato che terrà conto della particolarità del vostro caso.
PASQUALE ARTUSO, AVOCATS Pasquale Artuso Avvocato di Fiducia Consolato Generale d’Italia
Julie Therrien Avvocatessa Steven Campese Avvocato
Caroline Francoeur Avvocatessa
Mathieu Di Lullo Avvocato
Valérie Carrier Avvocatessa
Pierre Fugère Avvocato - diritto criminale e penale Joseph W. Allen Avvocato dal 1976 diritto dell’immigrazione
Natasha Scarano Avvocatessa
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SPORTS
Photo / Club de hockey Canadien inc.
VICTOR METE by / di NICHOLAS DI GIOVANNI
Toronto-born NHL player finds his stride in Montreal Growing up in Woodbridge, Ontario, Victor Mete got the best of both worlds as an Italian-Canadian. He and his family are big fans of Italy’s Juventus football club; they used to wake up early on weekend mornings to watch televised soccer matches. Despite his passion for soccer, Mete’s Canadian roots were strong and he chose to play hockey. “There were a lot of Italians in the area, and we all played on the same team,” says Mete, whose family comes from Cosenza, Calabria. “My dad also played hockey growing up, so I followed in his footsteps.” The 20-year-old is now a defenseman for the Montreal Canadiens, currently in his second season in the NHL. He credits his family as the reason why he was able to make it to the major league. “They were always supportive of me, driving me around everywhere and giving me the opportunity to play,” he says. “[My parents] were always pushing me. I saw them working hard, so I wanted to be just like them and work as hard.”
Il giocatore della NHL di Toronto trova la sua strada a Montreal
Cresciuto a Woodbridge, Ontario, Victor Mete, da italo-canadese, si è preso il meglio di entrambi i mondi. Lui e la sua famiglia sono grandi tifosi della Juventus, squadra di calcio italiana; si svegliavano presto nei finesettimana per guardare le partite di calcio in televisione. Nonostante la sua passione per il calcio, le radici canadesi di Mete erano forti, e così ha deciso di giocare a hockey. “C’erano molti italiani nell’area e giocavamo tutti nella stessa squadra” dice Mete, la cui famiglia viene da Cosenza, Calabria. “Anche mio padre da ragazzo giocava a hockey e io ho seguito le sue orme.” Il 20enne gioca adesso in difesa con i Montreal Canadiens, al momento alla sua seconda stagione nella NHL. Riconosce alla sua famiglia il merito di essere riuscito a raggiungere la major league. “Mi hanno sempre sostenuto, accompagnandomi ovunque e offrendomi l’oppor tunità di giocare,” afferma. “[I miei genitori] mi hanno sempre spronato. Li ho visti lavorare duro, per cui volevo fare lo stesso e lavorare tanto quanto loro.”
SPORTS
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The Canadiens drafted Mete in the fourth round of the 2016 NHL Entry Draft (100th overall). In 2016-17, he played his last season in junior hockey with the London Knights before cracking the Habs’ roster prior to the 2017-18 season at 19 years old. He started the year with the Canadiens, before getting loaned out to Team Canada to compete in the 2018 World Junior Championships in Buffalo, where he won a gold medal. He finished his rookie NHL season with 49 games and earned seven assists. Mete returned to the Canadiens this season and played 23 games before being sent down to the minors in November to play with the Laval Rocket. “I never played in the [minors] before so it was my first time experiencing that,” Mete says. “Now, looking back it was a good decision by management.” Mete only played seven games with the Rocket and scored his first professional goal with them before rejoining the Habs in December. Since then, he’s played on the team’s top defensive pairing with captain Shea Weber. “He’s a really good role model. He’s always talking to me and trying to make me a better player,” says Mete about the six-time NHL All-Star and two-time Olympic gold medalist. “We spend a lot of time together so we have good chemistry.” Mete’s development has been noted by his head coach Claude Julien. “Our young players only get better from experience and they only get better if you keep working with them,” says Julien. The Canadiens have 11 players aged 25 or younger. “Sometimes you have to be patient and sometimes hard or stern. You [teach them] in different ways and a lot of it is in one-on-one coaching.” Living in Montreal during the season and Toronto in the summers, Mete has experienced the gastronomic culture of Canada’s two biggest cities and says, “Between Montreal and Toronto, the food is just as good, and the pizza is just as good too.”
I Canadiens hanno ingaggiato Mete al quarto turno dell’NHL Entry Draft del 2016 (100esimo in totale). Nel 2016-17, ha giocato la sua ultima stagione nell’hockey giovanile con i London Knights per poi irrompere nella rosa degli Habs prima della stagione del 2017-18 a 19 anni. Ha cominciato l’anno con i Canadiens, prima di essere dato in prestito al Team Canada per competere nei Campionati del mondo giovanili a Buffalo nel 2018, dove ha vinto una medaglia d’oro. Ha finito la sua stagione d’esordio nella NHL con 49 partite e sette assist. Questa stagione Mete è tornato con i Canadiens e ha giocato 23 partite prima di essere mandato a Novembre nella lega minore per giocare con i Laval Rocket.“Non avevo mai giocato prima nelle [leghe minori] per cui si è trattato della mia prima esperienza” dice Mete. “Oggi, guardando indietro, penso sia stata una buona decisione da parte della dirigenza.” Mete ha giocato solo sette partite con i Rocket e ha segnato il suo primo goal da professionista con loro prima di riunirsi agli Habs a dicembre. Da allora, gioca nella prima difesa in coppia con il capitano Shea Weber. “È un ottimo esempio. Mi parla sempre e prova a rendermi un giocatore migliore” dice Mete a proposito del sei volte NHL All-Star, vincitore di due medaglie d’oro alle Olimpiadi. “Trascorriamo molto tempo insieme per cui c’è una buona alchimia.” La crescita di Mete è stata notata dal suo capo allenatore Claude Julien. “I nostri giovani giocatori migliorano solo con l’esperienza e continuano a migliorare solo se continui a lavorare con loro” dice Julien. I Canadiens hanno 11 giocatori di 25 anni o meno. “Talvolta bisogna essere pazienti e talvolta duri o severi. Li [formi] in diverse maniere e molto avviene nell’allenamento individuale.” Vivendo a Montreal durante la stagione e a Toronto in estate, Mete ha assaporato la cultura gastronomica delle due maggiori città. “Ma tra Montreal e Toronto, il cibo è altrettanto buono, così come la pizza.”
“My dad also played hockey growing up so I followed in his footsteps.” “Anche mio padre da ragazzo giocava a hockey e io ho seguito le sue orme.”
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EVENTS
DES GENS ET DES ÉVÉNEMENTS
carole.gagliardi@panoramitalia.com
par / di CAROLE GAGLIARDI
LE CARNAVAL DE LA PETITE-ITALIE Il Carnevale della Piccola Italia Per il terzo anno consecutivo, Pour la troisième année il quar tiere di Rosemontconsécutive, l’arrondissement La Petite-Patrie, la DSC di Rosemont–La Petite-Patrie et Little Italy e il mercato di la SDC de la Petite Italie et Jean-Talon hanno celebrato du Marché Jean-Talon ont il Carnevale offrendo célébré le Carnaval en offrant spettacoli e intrattenimento spectacles et divertissements pubblico. Una processione publics. Un cortège composé di quasi 100 ar tisti e de près de 100 artistes et famiglie di volontari ha familles bénévoles a défilé au marciato nel cuore della cœur de la Petite-Italie le Piccola Italia sabato 2 samedi 2 mars : c’était une marzo: è stata una prima première ! Réalisé en parteassoluta! Realizzato in nariat avec les Productions collaborazione con la Drôle Drôle de Monde, le défilé a de Monde, la sfilata ha souligné la diversité tout en Des masques colorés inspirés de la dato risalto alla diversità e permettant de faire la connaistradition vénitienne. ha permesso di incontrare sance de personnages intripersonaggi intriganti con costumi colorati e gants aux costumes colorés et aux masques maschere diver tenti. Il Carnevale di Little Italy è amusants. Le Carnaval de la Petite-Italie est une iniun'iniziativa di Elisa Baldet Lavarini, che intende tiative d’Elisa Baldet Lavarini, qui compte bien en farne una tradizione annuale. faire une tradition annuelle.
LA FONDATION COMMUNAUTAIRE CANADIENNE-ITALIENNE VIENT EN AIDE AU PICAI La fondazione comunitaria italo-canadese sta aiutando il PICAI Quelques jours après l’annonce Pochi giorni dopo l'annuncio du PICAI que, faute d’une del PICAI, che, mancando aide financière du ministère l'assistenza finanziaria del des Affaires extérieures italien, Ministero degli Affari Esteri il était dans l’obligation italiano, è stato costretto a d’annuler son programme de cancellare il suo programma cours d’italien, Tony Loffreda, di corsi di italiano, Tony Loffreda, le président de la Fondation Presidente della Fondazione communautaire canadiennecomunitaria Italo-Canadese italienne (FCCIQ), a offert (Quebec), ha offer to un une collaboration financière contributo finanziario di de 100 000$ à l’organisme 100.000$. “La missione del communautaire. « La mission PICAI è impor tante, e il du PICAI est importante, et la Tony Loffreda, Presidente della Fondazione FCCIQ è lì per sostenere la comunitaria Italo-Canadese (Quebec) FCCIQ est là pour soutenir la lingua e la cultura italiana, langue et la culture italiennes nonché l'educazione e la ainsi que l’éducation et la santé. Cette contribution est salute. Questo contributo è un inizio, vedremo un début, nous verrons pour la suite », a précisé per il futuro”, ha detto Loffreda. Questa M. Loffreda. Cette collaboration a été rendue possible collaborazione è stata resa possibile grazie al grâce à l’appui du conseil d’administration et à l’implisupporto del Consiglio di amministrazione e al cation des gouverneurs de la FCCIQ. Le PICAI est un coinvolgimento dei governatori della FCCIQ. Il organisme à but non lucratif dont le mandat est de venir PICAI è un'organizzazione senza scopo di lucro en aide aux immigrants italiens au Canada. Depuis il cui mandato è quello di aiutare gli immigrati 1971, il organise des cours de langue et de culture italiani in Canada. Dal 1971 organizza corsi di italiennes et compte plus de 150 enseignants. Les cours lingua e cultura italiana e ha più di 150 insegnanti. ont repris le 16 février. Pour en savoir plus : Le lezioni sono riprese il 16 febbraio. Per www.picai.org. maggiori informazioni: www.picai.org.
EVENTS
A ssur E xperts
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NANCY FORLINI REMPORTE LE PRIX LUMINARY OF DISTINCTION Nancy Forlini vince il Luminary of Distinction
Tina Ciambrone & Associés Damage Insurance Firm • Auto insurance • Home insurance
• Business insurance • Bonds
L’Équipe Nancy Forlini.
Nancy Forlini compte parmi les 75 courtiers immobiliers RE/MAX qui ont obtenu le prix Luminary of Distinction 2018 et est la première femme au Québec à remporter cette distinction. RE/MAX compte quelque 120 000 courtiers dans le monde. Nancy est propriétaire de la franchise L’Équipe Nancy Forlini RE/MAX Solutions, située à Saint-Léonard, l’une des agences immobilières agréées les plus en vue de Montréal. Elle cumule plus de 32 ans d’expérience et se distingue par son professionnalisme et l’excellence de son esprit d’équipe. « Je remercie mon mari et partenaire, Nick Fiasche, pour son soutien indéfectible ainsi que tous les membres de mon équipe. Une telle réussite ne s’obtient jamais seul. » Nancy est aussi réputée pour son implication communautaire et offre des séminaires de formation aux personnes désireuses de travailler dans ce secteur d’activité.
Nancy Forlini è uno dei 75 broker immobiliari RE / MAX che ha ricevuto il premio Luminary of Distinction 2018 ed è la prima donna del Québec a conquistarlo. RE / MAX vanta circa 120.000 broker in tutto il mondo. Nancy possiede il franchising L'Équipe Nancy Forlini RE / MAX Solutions, con sede a Saint-Léonard, una delle agenzie immobiliari più consolidate di Montreal. Ha oltre 32 anni di esperienza e si distingue per la sua professionalità e l'eccellenza dello spirito di squadra. “Ringrazio mio marito e socio, Nick Fiasche, per il suo incrollabile suppor to e tutti i membri della mia squadra. Tale successo non si raggiunge mai da soli”. Nancy è anche famosa per la sua par tecipazione alla comunità e offre seminari di formazione per le persone interessate a lavorare in questo settore.
LA CIBPA CÉLÈBRE LES FEMMES La CIBPA celebra le donne Pour la première fois depuis sa Per la prima volta dal suo création en 1949, l’Association inizio nel 1949, l'Assocides gens d’affaires et professionazione imprenditoriale e nels italo-canadiens a célébré professionale italo-canadese l’apport des femmes dans le ha celebrato il contributo monde. « Il était temps ! », me dit delle donne al mondo. Alessandra Tropeano, directrice “Era ora!” dice Alessandra générale de la CIBPA. « La Tropeano, direttrice esecuréponse a été significative. Oui, tiva di CIBPA. “La risposta è les femmes d’origine italienne stata significativa. Sì, le donne étaient présentes et désirent que di origine italiana erano nous organisions plus fréquempresenti e vogliono che ment ce genre d’événement. » organizziamo questo tipo di Des femmes d’affaires, des eventi più frequentemente”. médecins, des avocates et des Imprenditrici, medici, avvocati dirigeantes d’entreprises, petites e dirigenti d'azienda, grandi e et grandes, ont participé au piccoli, hanno partecipato al Le président de la CIBPA, Domenic cocktail de réseautage qui s’est cocktail di networking che si Diaco, et la directrice générale, Alessandra Tropeano tenu au restaurant Houston, rue è tenuto nel ristorante du Square-Victoria à Montréal. Houston, in Square-Victoria « Des femmes et aussi quelques Street a Montreal. “Le donne hommes, des gens de tous les groupes d’âge, de e anche alcuni uomini, persone di tutte le età, nuovi nouveaux visages et des habitués ont manifesté leur volti e clienti abituali hanno espresso il desiderio che désir que l’événement devienne annuel. On a conl'evento diventi annuale. C'era un'energia incredibile staté une énergie incroyable et, surtout, une demande e, cosa più importante, una richiesta da parte delle de la part des femmes pour que nous organisions donne di organizzare altri eventi di networking d’autres événements de réseautage pour elles. » per loro”. Per ulteriori informazioni, visitare Pour de plus amples renseignements, visitez le www.cibpamontreal.com. www.cibpamontreal.com.
Tina Ciambrone
Monica Di Pasquale
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