Panoram Italia Montreal - August/September 2019

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T H E I TA L I A N - C A N A D I A N M A G A Z I N E M A I L E D & D I S T R I B U T E D A C R O S S C A N A D A

LIVING ITALIAN STYLE

Young ItalianCanadian Athletes Taking Over

Italy’s

TOP Hotel Pools Cannelloni alla Sorrentina

Crostini di pomodoro

ON THE COVER: KIARA QUIETI AUGUST / SEPTEMBER 2019 VOL.14 • NO.4






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CONTENTS AUGUST / SEPTEMBER 2019 VOL.14 NO.4

42 Living Italian Style: The Best Revenge . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Vivere All’italiana: La Migliore Vendetta

EDITORIAL

Il Punto di Pal

OPINION

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

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No Ordinary People:Young Italian-Canadian Athletes . . . . 22

FEATURE

LIVING ITALIAN STYLE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 Bella Piscina: Italy’s Top Hotel Pools . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 Bella Piscina: Gli hotel italiani con le migliori piscine

TRAVEL

Cannelloni alla Sorrentina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52 Crostini di pomodoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54

RECIPES

GRADUATES OF THE YEAR . . . . . . . . . . . . . . . . 56

24

EVENTS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62

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EDITORIAL

PUBLISHER & EDITOR • Tony Zara EXECUTIVE EDITOR • Adam Zara ASSOCIATE EDITOR • Pal Di Iulio MANAGING EDITOR • Marilena Lucci EDITOR-AT-LARGE • Gabriel Riel-Salvatore BUSINESS DEVELOPMENT & COMMUNITY AFFAIRS • Carole Gagliardi Kiara Quieti Silver medalist at the 2019 Canada Games ON THE COVER:

Photo by Vincenzo D’Alto

We acknowledge the support of the Government of Canada

EDITORIAL ASSISTANT • Vittoria Zorfini EVENTS EDITOR • Romina Monaco EDITORIAL INTERN • Kayla-Marie Turriciano

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ACCOUNT EXECUTIVES Anthony Zara Fred Lamberti

Printed by: Distribution par / by

Publications Mail Agreement #40981004

ART DEPARTMENT

ART DIRECTION & GRAPHIC DESIGN Dave Ferreira PHOTOGRAPHY Vincenzo D’Alto • Daniele Tomelleri • Despina Ioanidis Anthony Pecoraro • Giulio Muratori • Anisha Patelita Luigi Pullano • Kat Rizza • Valeria Mitsubata Yuri Markarov

CONTRIBUTORS

PROOFREADERS Carmen Angrisani • Valentina Basilicata Laura DiNardo • Jennifer Mancini Marie-Hélène L. Papillon TRANSLATORS Stefania Fenocchio • Marco Florio • Francesca Pala Claudia Buscemi Prestigiacomo WRITERS Laura Guzzo • Loretta N. Di Vita • Maureen Littlejohn Alessia Sara Domanico • Pasquale Casullo • Ayah Victoria McKhail • Marisa Iacobucci Sara Germanotta • Sal DiFalco • Andrew Hind • Sylvia Diodati • Julia Mastroianni Mark Cirillo • Anne Jano • Brian Capitao • Casandra De Masi • Michele Forgione Salim Valji • Nicholas Di Giovanni

9300 Henri-Bourassa West, suite 100, Montreal, Québec H4S 1L5 I Tel.: 514 337-7870 I Fax: 514 337-6180 I e-mail at: info@panoramitalia.com Legal deposit - Bibliothèque nationale du Québec / National Library of Canada - ISSN: 1916-6389


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_ LIVING ITALIAN STYLE THE BEST REVENGE

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EDITORIAL

VIVERE ALL’ITALIANA – LA MIGLIORE VENDETTA Throughout our 17 years in publishing, we have largely tried to stay away from political debates and polemiche, especially around Canadian and Italian election times; there is plenty of that pressure, power and politics talk elsewhere. But, because of this past June’s Italian Heritage Month announcement by Prime Minister Trudeau promising a “formal apology” to the community for the government of Canada’s internment of hundreds of Italian-Canadians during World War II, we felt we’d make an exception. We are not here to suggest acceptance or refusal, or even desire for yet another apology. We are not here to suggest a quantum of financial compensation (or not) to individuals and families of the interned, or to those who had to report to government officials monthly, losing assets, earning power and employment as a result. The community as a whole lost clout, leadership, development and integration momentum and had to put up with undue negative stereotypes and discrimination. Not to be forgotten in all this were the women left behind to fend for themselves and their children; they also deserve recognition and gratitude for picking up the pieces. We are not here to suggest that the Italian-Canadian community deserves an apology or compensation equal or more than other communities that may have experienced similar “dark days” in the development of Canada to present day. Canada is more than the sum of credit or blame that communities take or deserve. We are not here to take credit for any soft lobbying we or any of our close collaborators may have done or for any stories on internment we may have published over the years. Goodness knows there are enough individuals or entities in our various communities from coast to coast to coast jockeying for a congratulatory pat on the back. We are here to suggest that our community needs to do better about knowing, caring, respecting their participation, reconciliation and contribution to Canada. “Those who do not know their history are bound to repeat it,” reads and old Aztec proverb. We urge you to read up on or listen to those who experienced the disruption of their lives while they are still with us. Encourage your children and grandchildren to learn about these “dark days” for our community; do it for those who came before us. Encourage them to know, study, research, write and share the stories above and beyond the Gucci, Ferrari, Azzurri, Amalfi, pizza and pasta, castles and condos that we all enjoy by “living Italian style.” Use the memory of this dark period in our community’s history as a reminder that prejudice, assumptions and negatively lumping all members of a particular segment of new arrivals into one group (as too many of our peers secretly or openly are guilty of still doing to this day) is exactly what the Canadian government did to our people over 70 years ago. Living better, loving each other and contributing to Canada is the best revenge.

We’d like to extend our heartfelt congratulations to longtime Panoram Italia friend and supporter Tony Loffreda on being named to the Canadian Senate by Prime Minister Trudeau this past July. Truly well deserved.

Nei nostri 17 anni nell’editoria, abbiamo ampiamente cercato di mantenerci alla larga dai dibattiti politici e dalle polemiche, soprattutto durante i periodi elettorali canadesi e italiani; ci sono già abbastanza pressioni, poteri e dibattiti politici altrove. Ma dato l’annuncio del Primo Ministro Trudeau in occasione dell’Italian Heritage Month dello scorso giugno, con il quale prometteva “delle scuse formali” alla comunità per l’internamento da par te del governo canadese di centinaia di italo-canadesi durante la Seconda guerra mondiale, abbiamo sentito di dover fare un’eccezione. Non intendiamo suggerirvi di accettare o rifiutare, o addirittura di sperare in un’ulteriore scusa. Non intendiamo suggerire l’ammontare di un risarcimento finanziario (o meno) a favore di individui e familiari degli internati, o a favore di chi ha dovuto presentarsi ogni mese davanti agli ufficiali governativi, con la conseguente perdita di beni, capacità di profitto e impiego. La comunità nel suo insieme ha perso la rincorsa al prestigio, alla leadership, allo sviluppo e all’integrazione, dovendo al contrario fare i conti con ingiustificati stereotipi negativi e discriminazione. Non vanno dimenticate in tutto questo le donne lasciate sole a prendersi cura di sé e dei loro figli; anch’esse meritano riconoscimento e gratitudine per aver rimesso insieme i cocci. Non intendiamo dire che la comunità italo-canadese meriti delle scuse o un risarcimento pari o maggiore di quello di altre comunità che hanno magari vissuto “giorni bui” simili durante lo sviluppo del Canada fino a ciò che è oggi. Il Canada è qualcosa di più della somma dei pregi o dei torti che le comunità ricevono o meritano. Non intendiamo prenderci il merito di qualsivoglia leggera pressione forse esercitata da noi o da qualche nostro stretto collaboratore; o per qualche storia sull’internamento da noi pubblicata nel corso degli anni. Lo sa il cielo che ci sono abbastanza individui o realtà nelle nostre svariate comunità, da costa a costa, che fanno a gara per una pacca sulla schiena. Ciò che intendiamo fare è invece suggerire che la nostra comunità dovrebbe impegnarsi di più al fine di conoscere, interessarsi, rispettare la propria partecipazione, riconciliazione e contributo in Canada. “Chi non conosce la propria storia è condannato a ripeterla” recita un proverbio Azteca. Vi invitiamo a documentarvi o ad ascoltare quelli che hanno subito l’interruzione della propria vita, fintantoché sono ancora tra noi. Incoraggiate i vostri figli e nipoti a documentarsi su questi “giorni bui” per la nostra comunità; fatelo per quelli che sono giunti prima di noi. Incoraggiateli a conoscere, studiare, ricercare, scrivere e condividere le storie andando ben oltre Gucci, Ferrari, Azzurri, Amalfi, pizza e pasta, castelli e appartamenti che ci godiamo tutti “vivendo all’italiana.” Usate il ricordo di questo periodo buio nella storia della nostra comunità come un promemoria del fatto che il pregiudizio, le congetture e il raggruppare in modo negativo tutti i membri di un gruppo (cosa di cui troppi dei nostri amici sono ancor oggi, apertamente o meno, colpevoli di fare) è proprio ciò che il governo canadese fece alla nostra gente più di 70 anni fa. Vivere meglio, amarsi reciprocamente e apportare il proprio contributo al Canada è la vendetta migliore.

Ci piacerebbe estendere le nostre più sentite congratulazioni all’amico e sostenitore di vecchia data di Panoram Italia, Tony Loffreda per la sua nomina al Senato canadese da parte del Primo Ministro Trudeau lo scorso luglio. Davvero ben meritata.

Con affetto Adam Zara Executive Editor adamzara@panoramitalia.com



IL PUNTO DI PAL

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OPINION

June in the Age of Apology Giugno nell’epoca delle scuse This past June began with the annual declaration of Italian Heritage Month in Canada. La Festa della Repubblica was celebrated with flag raisings, concerts and contests in Italian communities across the country.

Lo scorso giugno in Canada è iniziato con la proclamazione annuale dell’Italian Heritage Month. La Festa della Repubblica è stata celebrata con alzabandiera, concerti e gare nelle comunità italiane di tutto il Paese.

Cosa dobbiamo farcene, noi italo-canadesi, di queste “scuse What are we, as Italian-Canadians, to make of this ufficiali” da parte del Primo Ministro Justin Trudeau per l’internamento “formal apology” on the internment of Canadians of dei canadesi di origine italiana durante la Seconda guerra Italian origin during WWII from Prime Minister Justin mondiale? La comunità dovrebbe esserne grata? Era ora, finalmente? Trudeau? Should the community be grateful? Era ora, Perché proprio adesso, sei mesi prima delle elezioni? finalmente? Why now, six months before an election? Delle scuse simili erano già state presentate poco prima A similar apology was also made shortly before the delle elezioni del 2005. Il 4 novembre del 1990, l’allora Primo 2005 election. On November 4, 1990, then Prime MinisMinistro Mulroney, davanti a un pubblico di oltre 700 invitati ter Mulroney, in front of over 700 guests at Le Parc bannella sala ricevimenti Le Parc di Vaughan, disse: “A nome del govquet hall in Vaughan stated: “On behalf of the Pal Di Iulio Associate Editor erno e del popolo canadese, porgo le scuse totali e incondiziongovernment and people of Canada, I offer a full and unate per i torti fatti ai nostri amici canadesi di origine italiana durante la Seconda qualified apology for the wrongs done to our fellow Canadians of Italian guerra mondiale. Oggi sono lieto di annunciare che durante questa sessione parorigin during World War II. I am pleased to announce today that during lamentare, nella Camera dei Comuni mi alzerò in piedi ed estenderò le mie scuse this session of Parliament I will rise in the House of Commons and extend ufficiali per quest’azione indicibile a tutti i membri della comunità italo-canadese, a formal apology to all members of the Italian-Canadian community for così come a tutti gli altri canadesi che hanno subito torti simili.” All’evento erano this unspeakable act, and to other Canadians who have suffered similar presenti internati e famiglie della GTA, compresi un commosso Dan Iannuzzi, grievances.” Guests at the event included internees and families from the allora editore del Corriere Canadese; il professor Julius Molinaro, che dopo la libGTA area including an emotional Dan Iannuzzi, then Publisher of Corerazione si arruolò con le forze alleate prima di intraprendere una brillante carriere Canadese; professor Julius Molinaro, who after his release went on to riera come direttore del dipartimento di italianistica alla University of Toronto; serve with allied forces before a distinguished career as chair of the Uninonché Toni Ciccarelli, da molto tempo volontaria a Villa Colombo, la quale si versity of Toronto’s Italian department; and long-time Villa Colombo volconfrontò con il Primo Ministro affermando: “Voglio che mi restituiate le unteer, Toni Ciccarelli who confronted the Prime Minister stating: “I want


OPINION

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the finger prints that the RCMP took back and destroyed!” She was not an internee, but like the many others across Canada, was finger printed, filed and had to report monthly to the RCMP. These “formal apologies” never made it to the House of Commons’ floor. Which begs the question, are these apologies simply vain political statements made to catalog who should get the blame—or credit? Is this just a strategized PR-move to gain favour before the election? All of the circa 600 men interned in camps like Petawawa were never formally charged, tried or sentenced but most remained in the camps an average of about two years and were deprived of their freedom while their wives and families suffered greatly—left to arrangiarsi. Upon their release, these men found that their reputations were tarnished while jobs and/or businesses were gone or sold to the best bidder. Frankly, some of these men may have deserved to be in jail (but not internment camps), as did some of the people who accused them along with the RCMP whose culturally insensitive intelligence was based on rumours and in some cases left to snitches who coveted their neighbour’s property, job or wife. While some Italian-Canadians were interned or had to report for finger printing, Canada sent over 93,000 soldiers to take part in the liberation of Italy during the Italian Campaign. Over 6,000 of these Canadian soldiers (whose average ages were between 18 and 22 years old) paid the ultimate price and are buried across Italy in cemeteries from Agira to Ortona to Montecassino. So what should the community do? Look at another proposed gift horse in the mouth? Refuse the apology? Demand more than another apology and from all parties? But why wait again until after another election? If nothing else this promise by the Prime Minister offers all of us Canadians another opportunity to get better informed, read, learn, teach, share and participate in the political process. My suggestion is, accept the apology in the same spirit in which it is given and vote for whomever best represents your issues, values and aspirations. But, most important of all, let’s work towards making sure that similar experiences never happen to any other cultural, ethnic, religious or racial group in the future.

impronte digitali che la RCMP ha preso e distrutto!” Lei non venne internata ma, come a molti altri in tutto il Canada, le furono prese le impronte digitali, venne schedata e ogni mese doveva presentarsi alla RCMP. Quelle “scuse ufficiali” non arrivarono mai alla Camera dei Comuni. Il che riporta alla domanda: sono queste scuse solo vane dichiarazioni politiche fatte per identificare a chi vada attribuita la colpa o il merito? Si tratta di una semplice strategia di relazioni pubbliche per ottenere consensi prima delle elezioni? Nessuno dei circa 600 uomini internati nei campi come Petawawa fu mai incriminato, processato o condannato, ma la maggior parte vi rimase mediamente due anni, privata della propria libertà e con grande sofferenza delle mogli e delle famiglie—lasciate ad arrangiarsi. Al momento del loro rilascio, questi uomini scoprirono che la propria reputazione era stata danneggiata, che i loro posti di lavoro erano andati perduti o che le loro attività commerciali erano state vendute al miglior offerente. In tutta franchezza, alcuni di questi uomini avrebbero meritato la galera (ma non i campi di internamento), e lo stesso dicasi per alcune delle persone che li accusarono e per la RCMP, la cui intelligenza culturalmente insensibile si basava sulle dicerie e in alcuni casi su quanto riferito da spie che ambivano alle proprietà, al lavoro o alla moglie del proprio vicino. Mentre alcuni italo-canadesi vennero internati o dovettero presentarsi per farsi prendere le impronte digitali, il Canada inviò più di 93.000 soldati a prendere parte alla liberazione dell’Italia durante la Campagna italiana. Oltre 6.000 soldati canadesi (la cui età media oscillava tra i 18 e i 22 anni) pagarono con la vita e sono oggi seppelliti nei cimiteri di tutta Italia, da Agira, ad Ortona a Montecassino. Quindi, cosa dovrebbe fare la comunità? Guardare in bocca l’ennesimo caval donato? Rifiutare le scuse? Pretendere più di un’ulteriore scusa e da tutti i partiti? Ma perché aspettare fino a un’altra elezione? Se non altro questa promessa del Primo Ministro offre a tutti noi canadesi un’ulteriore oppor tunità per essere meglio informati, per leggere, imparare, insegnare, condividere e partecipare al processo politico. Il mio suggerimento è di accettare le scuse con lo stesso spirito con cui vengono offer te e votare per chiunque rappresenti meglio i vostri problemi, valori e aspirazioni. Ma, ciò che più conta, collaboriamo tutti affinché in futuro non accadano più esperienze simili a nessun altro gruppo culturale, etnico, religioso o razziale.


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Entretien avec

Carole Gagliardi

LIFE & PEOPLE

Entretien avec l’actrice

CLAUDIA FERRI On connaît Claudia Ferri pour ses rôles dans la série télévisée Omertà ou le film Mambo Italiano, tourné dans la Petite Italie. Cette actrice à la feuille de route impressionnante s’est récemment distinguée dans les téléséries américaines Queen of the South et The Killing, sur AMC. Rencontre avec une femme à la fois forte et sensible, qui n’hésite pas à s’investir dans des rôles souvent diamétralement opposés.

Conosciamo Claudia Ferri per i suoi ruoli nella serie televisiva Omertà o nel film Mambo Italiano girato nella Petite Italie. L’attrice, con una tabella di marcia impressionante, si è distinta di recente nelle serie televisive americane Queen of the South e The Killing su AMC. Incontro con una donna forte e sensibile allo stesso tempo, che non esita a cimentarsi in ruoli spesso diametralmente opposti.

Sur quels projets travaillez-vous actuellement ? Je planche sur plusieurs projets en même temps, certains sont confidentiels. Actuellement, je joue dans le long-métrage La Face cachée du Baklava, une comédie de mœurs scénarisée et réalisée par Maryanne Zéhil. J’incarne Houwayda, une universitaire qui fait face à un choc des cultures qui provoque tensions et rires. J’y chante en arabe ! Ce rôle tombait bien puisqu’il y a deux ans, lors d’un séjour à Los Angeles, j’ai suivi des cours de langue arabe.

A quali progetti sta lavorando attualmente? Mi dedico a più progetti contemporaneamente, alcuni dei quali sono riservati. Attualmente ho una parte nel lungometraggio La Face cachée du Baklava, una commedia in costume scritta e realizzata da Maryanne Zéhil. Interpreto Houwayda, una studentessa universitaria che affronta uno scontro di culture che provocherà tensioni e ilarità. Canto in Arabo! Un ruolo che cade a pennello, considerato che due anni fa, durante un soggiorno a Los Angeles, ho frequentato un corso di lingua araba.

Vous êtes polyglotte ? Je parle français, anglais, italien et espagnol. J’imite très bien le russe, mais je ne le parle pas couramment, et je me débrouille aussi en arabe. Ironiquement, j’ai découvert récemment que j’étais malentendante, pourtant, l’une de mes forces est mon adaptabilité linguistique. Toute ma vie, j’ai entendu des sons étouffés et je faisais de grands efforts pour bien entendre. Je porte maintenant des appareils ! Lorsque l’une de mes filles l’a appris, elle s’est excusée d’avoir si souvent roulé des yeux quand je lui demandais de répéter. Vous vivez entre Montréal et Los Angeles ? Je vis à Montréal et je me rends à Los Angeles pour la saison des pilotes, de janvier à mars ou avril. Cela me permet d’être à l’affût de ce qui se passe dans l’industrie et j’y auditionne beaucoup. L’essentiel de votre carrière se déroule-t-il surtout aux États-Unis ? Je ne travaille pas tant que ça aux États-Unis. En 1988, lors de ma première audition d’actrice à Montréal, le réalisateur a dit en me voyant : « Ah non, on ne veut pas d’ethnicité ! » Mais moi, je m’estime québécoise ! Je suis née ici, ma mère était québécoise, mon père, italien, et je me suis toujours considérée comme québécoise avant tout. Je me suis donc éloignée de ma communauté afin de poursuivre ma carrière d’actrice. Puis, en 2001, j’ai fait la rencontre de Steve Galluccio, qui m’a recrutée pour Mambo Italiano et ensuite, en 2004, pour Ciao Bella. J’ai travaillé avec Jean-Claude Lauzon pour une publicité, une expérience révélatrice. Il peaufinait les moindres détails. Il était tellement consciencieux et généreux.

È poliglotta? Parlo il francese, l’inglese, l’italiano e lo spagnolo. Imito benissimo il russo, ma non lo parlo correntemente, e me la cavo anche in arabo. Ironia della sor te, ho scoperto di recente di avere problemi di udito, tuttavia una delle mie forze sta nella mia adattabilità linguistica. Per tutta la vita, ho sentito dei suoni ovattati, facevo grandi sforzi per sentire bene. Adesso porto degli apparecchi! Quando una delle mie figlie l’ha saputo, si è scusata per aver spesso alzato gli occhi quando le domandavo di ripetere.

Vive tra Montreal e Los Angeles? Vivo a Montreal e mi sposto a Los Angeles per la stagione degli “episodi-pilota“, da gennaio a marzo o aprile; ciò mi consente di stare all’erta riguardo a ciò che accade nell’ambiente e faccio molte audizioni.

Gran parte della sua carriera si svolge soprattutto negli Stati Uniti? Non lavoro così tanto negli Stati Uniti. Nel 1988, durante la mia prima audizione come attrice a Montreal, il regista nel vedermi disse: “Ah no, non vogliamo dell’etnicità!” Ma io, io mi considero quebecchese! Sono nata qui, mia madre era quebecchese, mio padre italiano, ed io mi sono sempre considerata innanzitutto quebecchese. Quindi mi sono allontanata dalla mia comunità per perseguire la mia carriera d’attrice. Dopo, nel 2001, ho incontrato Steve Galluccio che mi ha ingaggiata per Mambo Italiano e successivamente, nel 2004, per Ciao Bella. Ho lavorato con Jean Claude Lauzon per una pubblicità, un’esperienza rivelatoria. Perfezionava il più piccolo dettaglio. Era estremamente responsabile e generoso.

Photos \ Vincenzo D’Alto

Intervista con l’attrice


LIFE & PEOPLE

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Quels sont vos rôles préférés ? J’ai adoré jouer Marietta Orsini dans Faits divers – une Italienne déchue habitée par la colère et vivant à Mascouche, un rôle touchant, agréable à jouer –, Anna Barberini dans Mambo Italiano, et Christina Panzonni dans Omertà. Et, bien sûr, Houwayda dans La Face cachée du Baklava.

Quali sono i suoi ruoli preferiti? Mi è piaciuto tantissimo interpretare Marietta Orsini in Faits Divers, un’italiana caduta in disgrazia, in preda alla rabbia che vive a Macouche, un ruolo toccante, piacevole da interpretare; Anna Barberini in Mambo Italiano e Christina Panzonni in Omertà. E ovviamente, il ruolo di Houwayda, in Face cachée du Baklava.

Comment vous préparez-vous pour un rôle ? Je travaille très fort et je suis très disciplinée. Je lis le scénario attentivement, puis des images et des sensations viennent à moi. Je fais confiance à mon instinct, je me laisse porter. Je porte un bijou qui évoque Mercure, le dieu du commerce : ce symbole me représente très bien. Rapidité, dextérité, instinct et art de la communication sont des caractéristiques qui me décrivent bien. Le rôle de la Capitana dans la série Queen of the South était décrit ainsi : traqueuse de sang aux larges épaules. J’ai décidé de porter une camisole et d’adopter une posture telle que mes épaules semblaient très larges.

Come si prepara per un ruolo? Lavoro tantissimo e sono molto disciplinata. Leggo con attenzione il copione, poi arrivano delle immagini e delle sensazioni. Mi fido del mio istinto, mi lascio traspor tare. Por to un gioiello, si tratta di Mercurio, dio del commercio, un simbolo che mi rappresenta molto bene. Rapidità, destrezza, istinto, l’arte della comunicazione, sono caratteristiche che mi descrivono bene. Il ruolo della Capitana nella serie Queen of the South era descritto così: cacciatrice di sangue dalle spalle larghe. Ho deciso di por tare una canottiera e di assumere una postura tale da far sembrare le mie spalle larghissime.

Vous vivez bien de votre métier d’actrice ? C’est difficile. J’ai eu la chance d’élever et d’éduquer mes trois filles et j’en suis fière. Mais il est vrai que les acteurs que l’on voit souvent, et qui, croit-on à tort, ont connu des succès immédiats, ont travaillé très fort dans l’ombre avant d’y arriver.

Vive bene col suo mestiere di attrice? È difficile. Ho avuto la fortuna di allevare ed educare le mie tre figlie e ne sono fiera. Ma è vero che gli attori che si vedono spesso e che si crede, a torto, che abbiano avuto un successo immediato, hanno lavorato molto duro all’ombra prima di arrivarci.

Travailler avec de grands acteurs et de grands réalisateurs, est-ce toujours agréable ? Il ne faut pas se fier aux médisances. J’ai joué avec Ben Kingsley et Donald Sutherland, des géants, lors de mon premier long-métrage. Donald Sutherland est perçu comme un dur, mais cet acteur talentueux et imposant est aussi un homme de cœur, un vrai. J’aimerais lui dire à quel point notre rencontre fut importante pour moi, humainement et professionnellement. Jean-NicolasVerreault est un autre acteur formidable. Il est disponible, généreux, doué, présent, il me permet d’être au meilleur de moi-même. Les femmes d’Unité 9, Guylaine Tremblay et Céline Bonnier notamment, sont des forces de la nature dans leur domaine et sont d’une telle simplicité et d’une telle accessibilité. Ce sont des femmes qui s’assument, de véritables professionnelles avec qui travailler est un grand bonheur ! Quel rôle souhaiteriez-vous incarner ? Celui qui me permettrait de remporter un Oscar ou la Palme d’or, ce serait le plus fantastique des diplômes honorifiques !

Lavorare con grandi attori e registi è sempre piacevole? Non bisogna mai fare affidamento alle maldicenze. Nel mio primo lungometraggio ho recitato con Ben Kingsley e Donald Sutherland, due giganti. Donald Sutherland è percepito come un duro, ma quest’attore talentuoso e imponente è anche un uomo di cuore, autentico. Mi piacerebbe dirgli quanto il nostro incontro sia stato impor tante per me, umanamente e professionalmente. Jean Nicholas Verreault è un altro attore formidabile. È disponibile, generoso, talentuoso, presente, mi permette di dare il meglio di me stessa. Le donne di Unité 9, Guylaine Tremblay, Céline Bonnier sono delle forze della natura nel loro settore e sono di una tale semplicità e disponibilità! Sono donne che badano a sé stesse, delle vere professioniste con le quali è una vera gioia lavorare! Quale ruolo desidera interpretare? Quello che mi permetterà di aggiudicarmi un Oscar o una Palma d’Oro, quello sarebbe la massima onorificenza!!!


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LIFE & PEOPLE

Carlo Santaguida, Paul Santaguida and Gabriella Musacchio

Pensare fuori dagli schemi aiuta ad occuparsi dei pazienti con dolori alla colonna vertebrale by / di LAURA GUZZO Working together wasn’t high on the list of career goals for brothers Carlo and Paul Santaguida. The brothers’ paths were pretty divergent; Carlo pursued science to become a respected spinal neurosurgeon, while Paul was an accomplished MBA. Ironically though, Paul found himself in the healthcare field too, in hospital administration. It was their complementary skills that brought them together three years ago to create CareAxis, a nonprofit organization aiming to overhaul how the Canadian healthcare system manages back and neck pain. As a spine specialist, Carlo was acutely aware of the long wait times for patients suffering from neck and back pain to get MRIs and to consult with specialists like him. When they did finally wind up in his office, they were often disappointed. “They wait all this time to see a specialist and they expect their whole life to be turned around only to find out that they don’t even need surgery,” he says. Carlo knew most of these patients, particularly seniors, needed tailored physiotherapy but even if he recommended it to them, they often couldn’t afford it. The brothers say most family doctors aren’t trained to properly diagnose neck and back pain, so they often recommend an MRI or a consultation with a specialist. They also prescribe pain relief medication, often opioids, which can lead to an increased risk of addiction the longer the patient takes them. So referrals to specialists pile up, wait times increase and patients continue to suffer. CareAxis wants to take a bite out of wait times and give patients faster relief by training physiotherapists to diagnose neck and back issues and recommend a course of action. Training is provided by specialists at the Montreal Neurological Institute, where Carlo is based. There are currently 13 clinics in Quebec that offer advanced physiotherapy services through CareAxis, with more to come this year. Despite the small sample size, the benefits so far have been huge. “Most GP referrals to my office are correct about 15% of the time with regards to who actually needs surgery,” says Carlo. “Our physios are correct 93% of the time and have never missed a surgical patient.”

Lavorare insieme non era una delle priorità professionali dei fratelli Carlo e Paul Santaguida. I loro percorsi erano piuttosto divergenti; Carlo aveva seguito la scienza per diventare uno stimato neurochirurgo spinale, mentre Paul Aveva conseguito un MBA. L’ironia della sor te ha voluto tuttavia che anche Paul si ritrovasse nel settore sanitario, a occuparsi di amministrazione ospedaliera. Sono state le loro competenze complementari a metterli insieme tre anni fa e a creare CareAxis, un’organizzazione no-profit che mira a rivedere il modo in cui il sistema sanitario canadese tratta dolori alla schiena e al collo. Come specialista in chirurgia ver tebrale, Carlo era ben consapevole delle lunghe liste d’attesa per i pazienti che soffrono di dolori al collo e alla schiena per fare una risonanza magnetica e per consultare specialisti come lui. Una volta arrivati nel suo studio, i pazienti erano spesso delusi.“Attendono tutto questo tempo per incontrare uno specialista e si aspettano che la loro vita venga stravolta, per poi scoprire che non hanno nemmeno bisogno di ricorrere all’intervento chirurgico,” afferma. Carlo sapeva che la maggioranza dei suoi pazienti, in particolare gli anziani, aveva bisogno di una fisioterapia personalizzata ma, per quanto consigliata, spesso non potevano permettersela. I fratelli sostengono che la maggior parte dei medici di famiglia non è preparata a diagnosticare correttamente i dolori alla schiena e al collo, per cui spesso consigliano una risonanza magnetica o un consulto specialistico. Inoltre prescrivono analgesici, spesso oppiacei, che possono aumentare il rischio di assuefazione per il paziente che ne fa un uso prolungato. Di conseguenza i rinvii a un medico specialista si accumulano, i tempi d’attesa si allungano e i pazienti continuano a soffrire. CareAxis, attraverso la formazione di fisioterapisti che possano diagnosticare i dolori al collo e alla schiena, vuole ridurre in parte i tempi d’attesa, dare sollievo ai pazienti più rapidamente e consigliare una linea d’azione. La formazione è offerta da specialisti del Montreal Neurological Institute, dove si trova Carlo. Al momento sono 13 le cliniche in Quebec che offrono servizi di fisioterapia avanzati attraverso CareAxis, e se ne aggiungeranno altre quest’anno. Nonostante le dimensioni ridotte del campione, i benefici finora sono stati enormi. “Nella maggior parte dei casi, circa il 15% dei pazienti raccomandati al mio studio dai medici di famiglia ha veramente bisogno dell’intervento chirurgico,” afferma Carlo. “I nostri fisioterapisti hanno ragione il 93% delle volte e non è mai successo che si siano sbagliati su un paziente operabile.”

Photos / Vincenzo D’Alto

OUT OF THE BOX THINKING KEEPS SPINE PAIN PATIENTS IN MIND


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Paul adds, “With CareAxis, you can get a diagnosis quickly and can Paul aggiunge: “Con CareAxis, si può ottenere una diagnosi rapidamente ed è start managing your condition within days, and people who really need a possibile cominciare a occuparsi del problema in pochi giorni, così chi ha veramente surgeon get to see one more quickly. We’re averaging three weeks [to bisogno di un chirurgo riesce a incontrarlo molto più rapidamente. Adesso ci vogliono see a surgeon] through CareAxis now. The potential impact on patient in media tre settimane [per incontrare un chirurgo] attraverso CareAxis. L’impatto wait times and outcomes, and on the costs to our healthcare system, potenziale sui tempi d’attesa e i risultati per il paziente, nonché i costi che gravano sul are remarkable.” nostro sistema sanitario, sono notevoli.” CareAxis offers its services at no cost to patients 65 years of age or CareAxis offre i propri servizi a costo zero a pazienti dai 65 anni in su, grazie in older, thanks in part to funding from the Mirella and Lino Saputo parte alle sovvenzioni della Mirella and Lino Saputo Foundation. Foundation. Decidere di sovvenzionare CareAxis Deciding to fund CareAxis was è stato facile, afferma Gabriella Musacchio, “They wait all this time to see a specialist easy, says Gabriella Musacchio, advisor consulente della Fondazione e nipote at the foundation and granddaughter di Mirella e Lino Saputo, dato che and they expect their whole life to be of Mirella and Lino Saputo, since it rientrava nella stessa missione della turned around only to find out that they tapped into the foundation’s core fondazione: identificare problemi e cercare mission: identifying problems and di finanziarli fino a trovare una soluzione. don’t even need surgery.” trying to fund them towards a solution. “Ci colpiscono sempre le persone che ci “We’re always impressed with people contattano con progetti che escono dagli “Attendono tutto questo tempo per who approach us with projects schemi e con i quali cercano di risolvere that are out of the box, try to solve un problema o di rendere migliore e incontrare uno specialista e si aspettano che an issue or try to make the system più efficiente la macchina del sistema,” la loro vita venga stravolta, per poi scoprire more efficient or better,” she says. afferma. “Questo prototipo ha il potenziale “This prototype has the potential for a per un cambiamento radicale del sistema.” che non hanno nemmeno bisogno di radical system change.” Il fascino del programma di CareAxis ricorrere all’intervento chirurgico.” The appeal of the CareAxis sta anche nell’importanza data agli anziani, program also lay in its emphasis on uno dei gruppi target della fondazione Sathe elderly, one of the Saputo foundation’s core target groups. By training puto. Attraverso la formazione di fisioterapisti nelle cliniche locali, si possono aiutare i physiotherapists in local clinics, they can help patients right in their pazienti direttamente nelle loro comunità invece di doverli mandare in centro al Monown communities rather than send them downtown to the Montreal treal Neurological Institute, cosa spesso impegnativa per i pazienti anziani. Neurological Institute, which is often a challenge for elderly patients. I fratelli sperano di continuare a far crescere CareAxis aggiungendo più cliniche The brothers hope to continue building CareAxis by adding more tra le sue fila e magari estendere i propri servizi anche ad altre patologie. “Ovunque ci clinics to their ranks and eventually extending their services to cover other sia una lista d’attesa per poter consultare uno specialista in dolori muscoloscheletrici conditions. “Anywhere there’s a wait to see a specialist for musculoskeletal c’è il potenziale per questo modello, in modo tale che i chirurghi possano dare la pain there’s an opportunity for the model so that surgeons can prioritize priorità a quei pazienti che necessitano davvero di diagnosi avanzate o dell’intervento, patients who truly need advanced diagnostics or surgery, and the others mentre gli altri possono ricevere le cure di cui hanno bisogno” afferma Paul. can get the care they need,” says Paul.


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Donne che aiutano altre donne by / di SARA GERMANOTTA For the past decade, Rosemère resident, Maria Larosa Napolitano, has been bringing a spark of joy to the lives of female victims of domestic violence. Larosa Napolitano is the president and founder of Valora. It’s an organisation that collects much-needed funds for women living in shelters in Laval, Lanaudière and the Laurentians. The 50-year-old and her team are currently busy working on their second annual Valora Walk, which will take place in mid-September. It’s one of the many events the organization is hosting to help women in need. Their biggest fundraiser is the Valora Holiday Open House which happens right before Christmas. At last year’s event, hundreds of Rosemère residents braved the treacherous freezing rain to support Valora’s initiatives. Larosa Napolitano and her 16-member all-female committee—a tight-knit group of family and friends—raised more than $12,000 and collected 1,200 gifts for women living in shelters on Montreal’s North shore. Larosa Napolitano started the initiative 10 years ago by opening her own home to family, friends and neighbours in an effort to unite the community in an act of gratitude. “I’ve known a few women who’ve experienced domestic violence and I wanted to show them that someone is always there to help, even in their darkest moments,” she explains. “Knowing all these great people in our community, I thought I would open my home and invite everyone to bring a little gift. It was the holidays and we are more than blessed. I wanted to reach out to those women who didn’t have anything to give to their kids because they had to leave their haven.” Armed with a desire to do good and a lot of connections in the Rosemère community, Larosa Napolitano got on the phone and started spreading the word. One of the first people she called was her good friend, Sandy Morello. “When Maria called me with her idea for an open house, I said ‘let’s do it,’” recalls Morello. “We started it in her home; she prepared this beautiful table, this spread of food, and all her friends, people that respect her, came to her house with their arms full of gifts.” Larosa Napolitano says more than 300 gifts were collected at that first Holiday Open House. She and a group of friends loaded the gifts into the trunks of their cars and drove to a local shelter. “I remember we were all

Negli ultimi dieci anni, Maria Larosa Napolitano, residente a Rosemère, ha portato un barlume di gioia nella vita di donne vittime di violenza domestica. Larosa Napolitano è presidente e fondatrice di Valora. Si tratta di un’organizzazione che raccoglie i fondi tanto necessari per le donne che vivono nelle case accoglienza di Laval, Lanaudière e nelle Laurenziane. La 50enne assieme al suo gruppo è al momento impegnata nell’organizzazione della seconda edizione della Valora Walk, che si terrà a metà settembre. È uno dei molti eventi tenuti dall’organizzazione a supporto delle donne bisognose. La loro più grande raccolta fondi è Valora Holiday Open House che si tiene poco prima di Natale. All’evento dell’anno scorso, centinaia di abitanti di Rosemère hanno sfidato l’insistente pioggia gelata per sostenere le iniziative di Valora. Larosa Napolitano e il comitato composto esclusivamente da 16 donne un gruppo molto unito di parenti e amiche, hanno raccolto più di $12,000 e 1200 regali per le donne che vivono nei centri accoglienza della costa settentrionale di Montreal. Larosa Napolitano ha dato vita all’iniziativa dieci anni fa aprendo le porte di casa sua a parenti, amici e vicini nel tentativo di riunire la comunità in un atto di gratitudine. “Ho conosciuto un paio di donne vittime di violenza domestica e volevo mostrare loro che c’è sempre qualcuno pronto ad aiutarle, anche nei momenti più bui,” spiega. “Conoscendo tutte queste belle persone nella nostra comunità, ho pensato di aprire le porte di casa mia ed invitare ognuno di loro a portare un piccolo dono. Erano le festività e siamo tutti più che fortunati.Volevo raggiungere quelle donne che non avevano nulla da dare ai loro figli perché costrette a lasciare la loro dimora.” Armata del desiderio di fare del bene e di numerosi contatti nella comunità di Rosemère, Larosa Napolitano ha preso il telefono ed ha cominciato a spargere la voce. Una delle prime persone che ha chiamato è stata la sua cara amica Sandy Morello. “Quando Maria mi ha chiamata per dirmi della sua intenzione di aprire le porte di casa sua, le ho detto: ‘Ci sto!’ – ricorda Morello. “Abbiamo cominciato a casa sua; lei ha preparato questa bella tavola con cibo in abbondanza, e tutte le sue amiche, persone che la rispettano, si sono presentate a casa sua con le braccia piene di regali.” Larosa Napolitano afferma che sono stati raccolti più di 300 regali in occasione di quella prima Holiday Open House. Lei e il suo gruppo di amiche hanno riempito i portabagagli delle loro macchine di regali e sono andate al centro accoglienza lo-

Photos / Despina Ioanidis

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crying as we delivered the gifts,” says Morello. “We had no idea what to cale. “Ricordo che piangevamo tutte durante la consegna dei regali,” afferma expect when we walked into the shelter. The women were so surprised and Morello. “Non sapevamo assolutamente cosa aspettarci quando siamo entrate nella so very grateful.” casa accoglienza. Le donne erano molto sorprese e riconoscenti.” Larosa Napolitano’s annual Open House has gotten bigger and bigger L’evento annuale “porte aperte” di Larosa Napolitano è cresciuto sempre più over the years, now collecting holiday gifts and funds for 11 local women’s nel corso degli anni, ed oggi raccoglie doni e fondi per 11 delle locali case acshelters. The event provides a flicker of much-needed hope to women who find coglienza per donne. L’evento offre un indispensabile barlume di speranza alle themselves in very desperate situations. donne che si ritrovano in situazioni disperate. Valora committee-member, Giovanna Di Biase, has seen firsthand the Giovanna Di Biase, membro del comitato di Valora, ha visto con i suo occhi devastation that domestic violence leaves in its wake. Di Biase is a sergeant in la disperazione che la violenza domestica lascia dietro. Di Biase è sergente nel the Laval police department. “I’ve responded to hundreds of calls regarding dipartimento di polizia di Laval. “Ho risposto a centinaia di chiamate inerenti alla domestic violence and they’re the ones violenza domestica e sono queste quelle that have had the biggest impact on me che hanno l’impatto maggiore su di me as a police officer. It’s so painful to see “I’ve known a few women who’ve experienced come poliziotta. È doloroso vedere women, who are so very nurturing and donne, così amorevoli e indulgenti, in domestic violence and I wanted to show them very forgiving, in these situations. Somequeste situazioni. A volte riusciamo a that someone is always there to help, even in times we are able to get them out and tirarle fuori ed altre volte invece ci chiaother times we’ll be called back again and mano e richiamano. Ci sono volte in cui their darkest moments.” again. There are times we lose some.” ne perdiamo qualcuna.” According to a recent Statistics Secondo un recente rapporto di Canada report, the most common type Statistics Canada, il tipo di crimine di “Ho conosciuto un paio di donne vittime di of violent crime experienced by women violenza più comune subito dalle donne violenza domestica e volevo mostrare loro is perpetrated by an intimate partner. è perpetrato dal compagno. Di Biase dice Di Biase says the awareness raised by che la sensibilizzazione verso l’argomento che c’è sempre qualcuno pronto ad aiutarle, organizations such as Valora is having sollevata da organizzazioni come Valora anche nei momenti più bui.” more than just a monetary impact on ha un effetto molto più che economico female victims of domestic abuse; folsulle vittime di violenza domestica: a lowing their 2017 Holiday Open House, Rosemère mayor, Eric Westram, seguito dell’Holiday Open House del 2017, il sindaco di Rosemère, Eric Westram, invited Larosa Napolitano and her team to City Hall as the municipality ha invitato Larosa Napolitano e il suo gruppo al Municipio allorché il comune è became one of the first in the province to establish a zero tolerance policy diventato uno dei primi della provincia ad attuare una politica di tolleranza zero for violence against women. “In situations of domestic abuse, often times verso la violenza sulle donne. “Nelle situazioni di violenza domestica, capita spesso when we get there, everything is calm and they say everything is ok and our che quando arriviamo sul posto tutto è calmo e ci dicono che va tutto bene, così hands are tied, we can’t go any further,” explains Di Biase. “This zero abbiamo le mani legate e non possiamo spingerci oltre,” spiega Di Biase. “Questa tolerance policy gives police officers greater authority to take action and stay politica di tolleranza zero offre ai poliziotti una maggiore autorità per agire, rimanere there and ask questions.” Larosa Napolitano and her team are now working sul luogo e fare domande.” Larosa Napolitano e la sua squadra stanno cercando on expanding the good work they do. adesso di ampliare il buon lavoro che fanno.

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Photos / Anisha Patelita

DOWN MEMORY LANE Lungo il viale dei ricordi by / di LORETTA N. DI VITA

Revisiting childhood escapades in the beloved backyard alleyway Ask Italian-Montrealers who grew up in the east or north ends of the city in the ’60s and ’70s about their childhoods, and invariably their stories will relate to a neighborhood lane. The lanes they recall are a far cry from the hip green alleyways decorated with string globe lights and street-art murals springing up these days in gentrified inner-city areas. Those of years gone by were intended as service corridors, allowing access to rear residential or commercial entrances and garages. The fact that they doubled as four-season urban playgrounds was a bonus. Whatever the old-time laneways lacked in good looks, they made up for in character. Against an unpretentious backdrop of intersecting clotheslines and rusty backyard sheds, the ‘ruella’—as named by immigrant Italians, ‘italianizing’ the French word ruelle—was an action-packed spot to meet up and hang out. For 55-year-old Anna Pizzi, many of her fondest childhood recollections hark back to the lane linked to her backyard on St. Denis, which she still calls “my lane.” Pizzi, who now resides in the West Island, remembers her glee at the procession of service and vendor trucks pulling into the alleyway, some ringing bells to announce their arrival. “There was the milk truck, the fruit and vegetable truck, the knife-sharpening truck, the bleach delivery truck, the Pisa beverage truck, the garbage truck and — every kid’s favourite —the ice cream truck.” In many ways, the lane was like a club comprised of insiders inducted solely because their backyards extended into the same common space. Pizzi describes the sense of camaraderie in a place where kids ruled: “We figured out how to communicate amongst ourselves, without adults intervening. But if one of us got hurt, the others would get them to an adult for help. If one of us broke a window, we were all sworn to secrecy.”

Ripercorrere le bravate dell’infanzia nell’amato vicolo sul giardino dietro casa Chiedete agli italo-montrealesi cresciuti nelle periferie est e nord della città durante gli anni ’60 e ’70 della loro infanzia e, immancabilmente, le loro storie avranno a che fare con un vicolo del quartiere. I vicoli che ricordano sono ben lontani dalle verdi ruelle alla moda, decorate con fili di lucine e murales che sbucano oggi nelle zone interne e riqualificate della città. Quelli dei giorni che furono fungevano da corridoi di servizio che consentivano l’accesso a entrate residenziali e commerciali o ai garage. Il fatto che venissero utilizzati anche come parco giochi urbano per le quattro stagioni rappresentava un extra. Tutto ciò che ai vicoli di un tempo mancava in termini di estetica, veniva compensato in carattere. Con uno sfondo senza pretese fatto di fili stendibiancheria e casotti arrugginiti nel giardino sul retro, la ‘ruella’ – chiamata così dagli immigrati italiani che ‘italianizzavano’ la parola francese ruelle – era un punto di incontro e ritrovo ricco di azione. Per Anna Pizzi, 55 anni, molti dei suoi ricordi d’infanzia più cari risalgono al vicolo collegato al suo giardino su St. Denis, che ancor oggi chiama “il mio vicolo.” Pizzi, oggi residente a West Island, ricorda la sua gioia dinnanzi alla processione di furgoncini di servizio e degli ambulanti nel vicolo, alcuni dei quali avvertivano del proprio arrivo mediante campanelli. “C’era il camioncino del latte, quello della frutta e verdura, il camioncino dell’arrotino, quello che portava candeggina, quello delle bibite Pisa, il camion della spazzatura e – il preferito di ogni bambino – il furgoncino dei gelati.” In molti modi, il vicolo era come un circolo costituito da membri che vi facevano parte solo perché i giardini sul retro delle loro case confluivano in un unico spazio comune. Pizzi descrive il senso di cameratismo in un luogo in cui governavano i bambini: “Abbiamo trovato un modo di comunicare tra di noi, senza l’intervento degli adulti. Ma se uno di noi si faceva male, gli altri cercavano l’aiuto di un adulto. Se uno di noi rompeva una finestra, eravamo legati dal vincolo della segretezza.”


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Teeming with kids and potential for fun and games, the lane’s lure was hard to resist. “At breakfast time, if I saw one kid out there before me,” says Pizzi, “I’d drink the milk right out of my cereal bowl without the spoon just so I could get outside faster and start playing!” James Massaro, 57, recounts his dad’s method for calling him home when he’d linger in the lane too late. “Dad would send a S.O.S. signal with the balcony light when it got dark, which meant, ‘Get your butt in here!’ This always impressed my friends.” According to Massaro, lane life had its share of drama, but the kids always managed to turn it into a source of entertainment. “We would hear some wicked family disagreements coming from down the lane and then we’d chant, ‘Tickets, tickets, buy your tickets here.’ And everyone would stand and watch ‘Days of Our Lane’ as we called it —a real-life soap opera.” The laneway was also where rites of passage or firsts unfolded: first bicycle rides without training wheels; first clandestine cigarette drags; first loves and heartbreaks. Massaro remembers a boy with a crush on his sister, Lucie. Clearly inexperienced in the art of courtship, the amorous lad expressed his interest (how else?) by throwing a pebble at her forehead. Somehow—in the fray of whizzing bicycles, clashing hockey sticks, whirling jump ropes and occasional scraps—life lessons were learned. Unbeknownst to the kids, the lane was a microcosm of the bigger world. And, in this tiny universe, they developed an understanding of human contrasts: friends and foes; hits and misses; commonality and diversity. But most of all, they formed life-long memories of childhood exploration and self-realization. Pizzi sums it up: “The lane taught us lessons that we continue to carry through life.”

Colmo com’era di bambini e risorse per divertimento e giochi, era difficile resistere al fascino del vicolo. “A colazione, se vedevo uno dei bambini fuori prima di me,” racconta Pizzi “bevevo il latte direttamente dalla ciotola dei cereali, senza cucchiaio, per poter uscire più velocemente e cominciare a giocare!” James Massaro, 57 anni, racconta del metodo di suo padre per richiamarlo a casa quando si attardava troppo sul vicolo. “Quando si faceva buio, papà mandava un segnale di S.O.S. con la lampada del balcone, il che significava: ‘Datti una mossa a tornare!’ I miei amici ne sono sempre stati colpiti.” Secondo Massaro, la vita nel vicolo portava con sé la sua dose di tristezza, ma i bambini riuscivano sempre a trasformarlo in una fonte di divertimento. “Arrivavano fino al vicolo pesanti litigi di famiglia e a quel punto ripetevamo cantilenando: ‘Biglietti! Biglietti! Comprateli qui i biglietti!’ Ce ne stavamo tutti in piedi a guardare quella che chiamavamo: ‘Giornate del nostro vicolo’ – una telenovela di vita vera.” Il vicolo era anche dove si tenevano riti di passaggio o ‘prime volte’: le prime volte in bicicletta senza rotelle; possibilmente i primi tiri di sigaretta segreti; i primi amori e i primi cuori infranti. Massaro ricorda un ragazzo che aveva una cotta per sua sorella, Lucie. Chiaramente alle prime armi, il giovane innamorato espresse il proprio interesse scagliandole un sasso sulla fronte (e come altrimenti?). In qualche modo – nella confusione delle biciclette che sfrecciavano, dei bastoni da hockey che si scontravano, delle corde da saltare che roteavano e delle zuffe occasionali – s’imparavano lezioni di vita.All’insaputa dei bambini, il vicolo era il microcosmo del mondo più grande. E, in quel piccolo universo, sviluppavano una comprensione dei contrasti umani: amici e nemici; successi e sconfitte; somiglianze e differenze. Ma soprattutto, creavano ricordi eterni dell’esplorazione e autorealizzazione dell’infanzia. Pizzi riassume così: “Il vicolo ci ha insegnato lezioni che continuiamo a portarci dietro nella vita.”

“. . . the lane was like a club comprised of insiders inducted solely because their backyards extended into the same common space.” “…il vicolo era come un circolo costituito da membri che vi facevano parte solo perché i giardini sul retro delle loro case confluivano in un unico spazio comune.”

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NO ORDINARY PEOPLE Persone fuori dall’ordinario by / di KAYLA-MARIE TURRICANO

For our special sports feature in this issue, we profiled outstanding young athletes. Some competed in the 2019 Canada Winter Games, bringing home medals and representing their provinces; others exceled on a provincial level, representing their cities or municipalities. Regardless of where they competed, these young Italian-Canadians showed off their skills and proved that they are high-performing athletes. These athletes’ dedication, sacrifices, passion and work ethic to train and compete at some of the highest levels in the country show that they are no ordinary people—they are extraordinary.

Nella nostra sezione speciale sullo sport di questo numero, abbiamo presentato incredibili giovani atleti. Alcuni hanno gareggiato nei Canada Winter Games del 2019, por tandosi a casa medaglie e rappresentando le loro province; altri hanno eccelso al livello provinciale, rappresentando le loro città o i loro comuni. Indipendentemente da dove abbiano gareggiato, questi giovani italo-canadesi hanno fatto sfoggio delle loro capacità dimostrando di essere atleti di successo. La dedizione, i sacrifici, la passione e l’etica del lavoro di questi atleti durante gli allenamenti e nelle gare più importanti del Paese mostrano che non si tratta di persone ordinarie ma straordinarie.


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Photo / Vincenzo D’Alto

KIARA QUIETI by / di CASANDRA DE MASI

Silver medalist at the 2019 Canada Games

Médaillée d’argent aux Jeux du Canada 2019

Tanya Crivello describes her 17-year-old daughter, artistic swimmer Kiara Quieti, as the “little train that could.” “She was always the smallest one, the newest one. She started [artistic swimming] when she was nine, almost 10, so that too was a little bit late for the sport. But she had the base of dance . . . and so then it just progressed,” Crivello explains. Quieti enrolled in swimming classes when she was just six months old. She was three when she began dance classes, and it wasn’t long before she was performing a solo to the tune of Queen’s “Bohemian Rhapsody” that same year. In 2011, Quieti attended a trial day for artistic swimming at Montréal Synchro and found the perfect marriage of her love of dance and swimming. “Just being in the water and trying new things, it was really interesting to me. I fell in love with it that first day,” Quieti says. The St. Leonard native now has dozens of medals under her belt, has competed internationally, was named Lester B. Pearson High School’s Sport-Études Female Athlete of the

Tanya Crivello décrit sa fille de 17 ans, la nageuse synchronisée Kiara Quieti, comme un exemple de persévérance et d’engagement. La native de SaintLéonard a ajouté une autre distinction à son palmarès : une médaille d’argent avec l’équipe du Québec aux Jeux du Canada. « Elle a toujours été la petite nouvelle. Elle a commencé la nage synchronisée à l’âge de neuf ans, presque 10, ce qui est un peu tard pour cette discipline. Mais elle avait des bases en danse, ce qui lui a permis de progresser rapidement », explique Crivello. Quieti a commencé la natation quand elle avait six mois. Elle avait trois ans lorsqu’elle s’est initiée à la danse, et peu de temps après, la même année, elle performait en solo sur la chanson Bohemian Rhapsody du groupe Queen. En 2011, Quieti a participé à une journée d’essai de nage synchronisée à l’école Montréal Synchro et a découvert le mariage parfait entre ses passions pour la danse et la natation. « Être dans l’eau et essayer de nouvelles choses était vraiment intéressant. Je suis tombée en amour avec le sport le jour même », révèle Quieti.

Medaglia d’argento ai Canada Games del 2019 Tanya Crivello descrive la figlia 17enne, la nuotatrice di sincronizzato Kiara Quieti, come un esempio di perseveranza e impegno. “È sempre stata la più piccola, la nuova arrivata. Ha cominciato [il nuoto sincronizzato] all’età di nove anni, quasi 10, per cui era un po’ tardi per lo sport. Ma avendo come base la danza… si è trattato solo di un’evoluzione,” spiega Crivello. Quieti è stata iscritta a nuoto quando aveva appena sei mesi. Aveva tre anni quando ha cominciato a prendere lezioni di danza, e non le ci è voluto molto prima che, lo stesso anno, si esibisse da solista sulle note di “Bohemian Rhapsody” dei Queen. Nel 2011, Quieti ha partecipato a un provino di nuoto sincronizzato per Montréal Synchro scoprendo così il connubio perfetto tra le sue passioni, la danza e il nuoto. “Il solo fatto di trovarmi in acqua e provare cose nuove, era molto interessante per me. Me ne sono innamorata sin dal primo giorno,” dice Quieti. La ragazza di St. Leonard ha diverse medaglie all’attivo, ha gareggiato al livello internazionale, nel 2018 è stata nominata Atleta femminile dell’anno


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Year in 2018 and is an honour roll student. Most recently, she helped bring home a silver medal in the artistic swimming team event for Team Quebec in the 2019 Canada Games. “It was even better than I expected,” Quieti explains, highlighting the Olympic-style opening ceremony and the lasting memories from the Canada Games. “We met a lot of Quebec athletes, we made new friends, and it was just a really great experience.” Quieti attributes her success to pure hard work. “I remember I couldn’t stop smiling. I worked really hard [to make the Canada Games team] and I did extra training . . . and made many sacrifices. I was happy that I made it and that it paid off in the end,” she says. These sacrifices include long days of training while also balancing schoolwork and a strict

Photo / Vincenzo D’Alto

L’adolescente a récolté une douzaine de médailles jusqu’à maintenant. Elle a participé à des compétitions internationales et a été nommée en 2018 l’athlète féminine sports-études de l’école secondaire Lester B. Pearson – en plus d’être une excellente élève. Quieti est ravie d’avoir pu contribuer au succès d’Équipe Québec de nage synchronisée, qui a remporté la médaille d’argent aux Jeux du Canada 2019. « C’était encore mieux que ce à quoi je m’attendais », raconte Quieti, en faisant référence à la cérémonie d’ouverture, digne des Jeux olympiques et manifestement son souvenir le plus cher de ces jeux. « On a rencontré beaucoup d’athlètes québécois et on s’est fait de nouveaux amis : c’était une expérience vraiment enrichissante. » Quieti associe son succès à ses nombreux efforts. « J’étais très contente. Je me rappelle que je n’arrivais pas à cesser de sourire. J’ai beaucoup travaillé pour faire partie de l’équipe, je me suis entraînée encore plus fort et j’ai fait de nombreux sacrifices. Je suis très satisfaite de mon travail, qui a fini par porter fruit », résume-t-elle. Ces sacrifices ont pris la forme de longues journées d’entraînement ainsi que d’une discipline scolaire et nutritionnelle très stricte. La préparation pour les Jeux du Canada a duré huit mois et a nécessité de sa part un dévouement total à sa discipline. Seulement 10 des 33 concurrentes ont été sélectionnées pour faire partie de l’équipe. Quieti était la « flyer » du groupe, l’athlète qu’on propulse dans les airs et qui doit exécuter les acrobaties de la

all’interno del programma Sport-Études della Lester B. Pearson High School ed è una studentessa modello. Più di recente, ha contribuito a far guadagnare una medaglia d’argento alla squadra di nuoto sincronizzato del Team Quebec nei Canada Games del 2019. “È andata ancor meglio di quanto mi aspettassi,” spiega Quieti, sottolineando in particolare la cerimonia d’apertura stile Olimpiadi e dei Canada Games, i cui ricordi dureranno per sempre. “Abbiamo incontrato molti atleti del Quebec, stretto nuove amicizie, ed è stata proprio una bellissima esperienza.” Quieti attribuisce il proprio successo semplicemente al lavorare sodo. “Ricordo di non poter riuscire a smettere di sorridere. Ho lavorato duramente [per entrare nella squadra dei Canada Games], mi sono allenata più del dovuto… e fatto molti sacrifici. Ero felice di avercela fatta e alla fine sono stataricompensata bene,” racconta. Questi sacrifici comprendono lunghe giornate di allenamento, cercando di bilanciare compiti e un rigido regime alimentare. Per la preparazione dei soli Canada games, Quieti ha dovuto sostenere un processo di qualificazione di otto mesi, che ha richiesto enorme disciplina e dedizione verso la sua attività. Su 30 ragazze qualificatesi, solo 10 sono state selezionate per la squadra finale. Quieti era la “volatrice” della squadra – l’atleta che viene lanciata in aria e che deve esibirsi nelle par ti di spicco e acrobatiche della serie. Il ruolo richiede tantissima forza, agilità e flessibilità. L’allenatrice del Team Quebec, Nathalie Lagrange, dice che alcuni dei migliori tratti di Quieti sono “la sua perseveranza e determinazione.”


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“Just being in the water and trying new things, it was really interesting to me. I fell in love with it that first day.”

« Être dans l’eau et essayer de nouvelles choses était vraiment intéressant. Je suis tombée en amour avec le sport le jour même. »

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“Il solo fatto di trovarmi in acqua e provare cose nuove, mi risultava molto interessante. Me ne sono innamorata sin dal primo giorno.”

Photo / Vincenzo D’Alto

nutrition plan. In preparation for the Canada Games alone, Quieti endured an eight-month qualifying process, which required a tremendous amount of discipline and dedication to her craft. Only 10 girls were selected to make the final team out of over 30 qualifiers. Quieti was the team’s flyer—the athlete who is propelled into the air and who must perform the highlight and acrobatic portions of the routine. The role requires a great amount of strength, agility and flexibility. Team Quebec’s head coach Nathalie Lagrange says some of Quieti’s greatest traits are “her perseverance and her determination.” She adds, “The team fought up until the end. I am extremely proud of them.” Competing and training at this level is no small feat. Quieti credits her friends and teammates for grounding her, and her family for instilling strong core

routine, ce qui requiert beaucoup de force, d’agilité et de flexibilité. L’entraîneuse-chef d’Équipe Québec, Nathalie Lagrange, décrit les principales aptitudes de Quieti comme étant sa persévérance et sa détermination. « Toutes les membres de l’équipe ont combattu jusqu’à la fin. Je suis très fière d’elles. » Évoluer à ce niveau n’est pas une mince affaire. Quieti est reconnaissante envers ses amis et ses coéquipières pour la motivation, et envers sa famille pour ses solides valeurs. « C’était un peu stressant pour notre équipe, mais on a eu beaucoup de plaisir ensemble. » Elle décrit l’importance de partager cette expérience avec ses coéquipières, pour qu’ainsi elles puissent

Aggiunge: “La squadra ha lottato fino alla fine. Ne vado orgogliosissima.” Competere e allenarsi a questo livello non è cosa da poco. Quieti attribuisce ai suoi amici e alle compagne di squadra il merito di tenerla con i piedi per terra e alla sua famiglia quello di averle trasmesso grandi valori. “È stato un po’ stressante, ma la nostra squadra si è diver tita molto stando insieme,” dice Quieti dei Canada Games. Sottolinea l’impor tanza di condividere l’esperienza con le sue compagne di squadra, in modo tale da sostenersi a vicenda quando la situazione si fa difficile. “Uno dei suoi punti for ti è la sua leadership e il suo modo di prendersi cura delle compagne di squadra. Non è mai invidiosa delle altre” dice suo padre, Gabriel Quieti.

Photo / Vincenzo D’Alto


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values. “It was a bit stressful, but our team had a lot of fun together,” Quieti says of the Canada Games. She notes the importance of sharing the experience with her teammates, so even when it gets tough they have each other’s backs. “One of her strengths is her leadership and how she cares for her teammates. She is never one to be jealous of others,” her father, Gabriel Quieti, says. Her mother has been by her side every step of the way, from chaperoning the athletes during away competitions and hosting teammates in Montreal, to cheering on her daughter as she competes around the world. “She didn’t wake up like this. We had to nurture her,” Crivello says. “She has had to find her way sometimes. But you give a little bit, and she’ll take it the rest of the way.”

Sua madre le è stata costantemente al fianco durante tutto il percorso, dall’accompagnare le atlete durante le gare in trasferta all’ospitare le compagne a Montreal, a fare il tifo per sua figlia durante le gare in giro per il mondo. “Non si diventa bravi dall’oggi al domani. L’abbiamo dovuta tirare su,” afferma Crivello. “A volte ha dovuto trovare la strada da sola. Ma se le dai un minimo, lei allora continua fino in fondo.”

compter les unes sur les autres. « Kiara a beaucoup de leadership et est très attentionnée envers ses coéquipières. Elle n’est jamais jalouse des autres », note son père, Gabriel Quieti. Sa mère a toujours été à ses côtés, depuis le début, aussi bien pour veiller sur les athlètes pendant les compétitions à l’extérieur que pour accueillir des coéquipières à Montréal ou encourager sa fille lorsqu’elle performe autour du monde. « Kiara ne s’est pas réveillée comme ça du jour au lendemain. Nous avons dû la guider », explique Crivello. « Elle a dû chercher sa voie, parfois. Mais il suffit de lui en donner un peu, et elle s’occupe du reste. »

Courtesy of Kiara Quieti

Courtesy of Kiara Quieti


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Courtesy of Leo Sammarelli

LEO SAMMARELLI by / di KAYLA-MARIE TURRICIANO

From boxing champ to para-Nordic skier “Doctors said I wouldn’t be doing the things I’m doing now,” says 25year-old Leo Sammarelli. The once-boxing champion is now a skier and biathlon athlete—all while being in a wheelchair. While exiting his car to go into his home on March 13, 2017, then-22year-old Sammarelli was shot. Once. Twice. As he turned around, a third bullet missed. A fourth went into his rib. A final one hit his back and brought him to the ground. After calling for help, having neighbours help control the bleeding, he got into an ambulance and lost consciousness. After many months and multiple surgeries, Sammarelli was left with a complete spinal cord injury as well as abdominal injuries. As a child, Sammarelli played many sports: soccer, basketball, football, wrestling, swimming, biking. It wasn’t until he was 15 years old and moved in with his uncle in his father’s hometown of Monopoli, Puglia, that boxing was added to his roster. The North Vancouver, British Columbia resident might be more Italian than most Italian-Canadians. He spent some of his childhood in Monopoli attending preschool while living with his nonna. At five years old, he moved back to Canada to live with his father, brothers and his Filipina mother—he likes to call himself “Italopino, with a little extra spice.” During his two years in Monopoli, Sammarelli experienced an immersive Italian culture and really understood the hard work his father put in to come to Canada in 1968. “It was an eye-opener; it showed me how important family was.” says Sammarelli. While getting in touch with his roots, he got into boxing, training in a small gym he describes as “the size of my garage,” owned by Piero Verdiani. “It was basically a scene out of Rocky, and boxing definitely changed my life,” laughs Sammarelli. “There is nothing really like boxing. Boxing is the most technical sport I’ve ever done. No matter who you are, you’re equal to that man in that ring with you. There’s nothing like that,” says Sammarelli. “It’s like an un-choreographed dance. Anything can happen at any time; you’re living in the moment. Time seems to slow down at some points—it’s beautiful.”

Da campione di pugilato a sciatore nordico paralimpico

“I dottori avevano detto che non avrei fatto le cose che faccio adesso,” afferma Leo Sammarelli, 25 anni. Quello che una volta era un campione di pugilato è oggi uno sciatore e atleta di biathlon – il tutto seduto su una sedia a rotelle. Il 13 marzo del 2017, mentre usciva dalla sua macchina per entrare a casa, hanno sparato all’allora 22enne Sammarelli. Una volta. Due volte. Nel voltarsi, un terzo colpo lo ha mancato. Un quarto gli è finito nelle costole. Un colpo finale lo ha colpito alla schiena facendolo accasciare al suolo. Dopo aver chiamato i soccorsi, con l’ausilio dei vicini che tenevano a bada l’emorragia, è stato caricato su un’ambulanza dove ha perso i sensi. Dopo molti mesi e vari interventi chirurgici, la diagnosi per Sammarelli è stata di una lesione totale al midollo spinale e ferite addominali. Da bambino, Sammarelli aveva praticato molti sport: calcio, pallacanestro, football, lotta, nuoto, ciclismo. È stato solo a 15 anni e solo dopo essersi trasferito da suo zio, nella città paterna di Monopoli, Puglia, che il pugilato si è aggiunto alla lista. L’abitante di Vancouver Nord, Colombia Britannica, potrebbe dirsi più italiano della maggioranza degli italo-canadesi. Ha trascorso parte della sua infanzia a Monopoli dove ha vissuto con la nonna e frequentato la scuola materna. A 5 anni, è tornato in Canada per vivere con suo padre, i fratelli e la madre filippina – ama definirsi “italopino, con un tocco di spezie in più.” Durante i due anni a Monopoli, Sammarelli ha potuto vivere un’esperienza immersiva della cultura italiana e ha davvero capito il grande impegno del padre per trasferirsi in Canada nel 1968. “È stato illuminante, mi ha mostrato quanto fosse importante la famiglia,” afferma Sammarelli. Mentre entrava in contatto con le proprie radici, si è dedicato al pugilato, allenandosi in una piccola palestra che descrive “delle dimensioni del mio garage” e di proprietà di Piero Verdiani.“Era praticamente una scena tratta dal film Rocky, e il pugilato mi ha indubbiamente cambiato la vita,” ride Sammarelli. “Non c’è niente che somigli davvero al pugilato. Il pugilato è lo sport più tecnico che abbia mai praticato. Non importa chi tu sia, sei uguale all’altro uomo che si trova sul ring con te. Non esiste niente di simile,” afferma Sammarelli. “È quasi come un ballo senza coreografia. A un certo punto, può succedere di tutto; vivi il momento. In alcuni casi, il tempo sembra rallentare – è bello.”


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Coming from a long lineage of doctors and dentists, Sammarelli fought hard—both in and out of the ring—to prove he wanted to pursue boxing. His family kept citing brain injuries and concussions as reasons to be wary, but as soon as he won the Centro-Sud Italian Interregional championship, they became more supportive. He won countless titles and championships: three Golden Gloves titles, the 2014 Canadian Lightweight National Boxing title and more. He was aiming to go professional, training to make the 2016 Rio Olympics. In the last two years, life as a paraplegic hasn’t been easy, especially being a high-level athlete relearning how to do things in a wheelchair. But Sammarelli’s love for sports was enough to earn him a second chance. Just six months after the incident, he was recruited by the Nordic skiing and track-and-field paralympic teams. In October 2017, the Richmond Oval hosted the first Paralympian Search in British Columbia. Initially, Sammarelli didn’t want to do any sport due to the mental obstacle of now having to accept being in a wheelchair. “This was the moment where I [said] ‘I don’t want to do any of these sports; these sports are degrading,’” reflects Sammarelli. But he went, and connected with coaches from different sports, eventually getting into cross country skiing and biathlon. At the 2019 Canadian Winter Games, Sammarelli won three silver medals for the 2.5 km, 5 km and sprint para-Nordic sitting races. “When something like that happens, you think about your meaning in life.You tell yourself, ‘It’s done, it’s over,’” reflects Sammarelli about his injury. “But sport and the help from the community and family, that’s what really got me back to—I wouldn’t say back to my feet—but to a healthy mindset and to a new meaning in life.” With his new mindset, Sammarelli hopes to be an example for others who have gone through similar traumatic experiences. In June, he attended the Angel City Games in Los Angeles as Canada’s ambassador and to compete in a variety of adapted sports. He wanted to show “how important sport is and how it brings us all together, to show [people] that this isn’t the end—it’s just the beginning.” Despite the challenges he’s faced and obstacles he’s overcome, he knows that, while some doors have closed, others have opened. Sammarelli lives by the motto “can’t stop, won’t stop”—and he definitely hasn’t.

Provenendo da una lunga stirpe di dottori e dentisti, Sammarelli ha dovuto lottare tanto – sia dentro che fuori il ring – per dimostrare di voler perseguire una carriera nel pugilato. La sua famiglia continuava a menzionare danni cerebrali e traumi cranici come ragioni per cui starne alla larga, ma non appena ha vinto il campionato interregionale italiano del centro-sud, ha offerto maggiore sostegno. Ha vinto innumerevoli titoli e campionati: tre Guanti D’Oro, il titolo canadese nazionale di pugilato nei pesi leggeri del 2014 ed altri. Mirava ai livelli professionistici e si allenava per le Olimpiadi di Rio del 2016. Negli ultimi due anni, la vita da paraplegico non è stata facile, soprattutto dal per un atleta di alto livello che sta reimparando a fare le cose su una sedia a rotelle. Ma l’amore di Sammarelli per lo sport era tale da fargli meritare una seconda possibilità. Appena sei mesi dopo l’incidente, è stato ingaggiato dalle squadre paralimpiche di sci nordico e di atletica leggera. Nell’ottobre del 2017, il Richmond Oval ha organizzato la prima Paralympian Search (selezione paralimpica) nella Colombia Britannica. Inizialmente, Sammarelli non voleva praticare nessuno sport a causa dell’ostacolo psicologico di dover ora accettare di essere sulla sedia a rotelle. “Questo è stato il momento in cui [ho detto] ‘Non voglio praticare nessuno di questi sport; questi sport sono denigranti,” riflette Sammarelli. Ma ci è andato e si è messo in contatto con allenatori di vari sport, optando alla fine per lo sci di fondo e il biathlon. Ai Winter Games canadesi del 2019, Sammarelli ha vinto tre medaglie d’argento per i 2,5 km, per i 5 km e per lo sprint alle gare paralimpiche nordiche da seduti. “Quando ti capita una cosa del genere, rifletti sul tuo scopo nella vita.Ti dici: ‘È fatta, è finita,’ ” riflette Sammarelli riguardo alle sue ferite. “Ma lo sport e il supporto della comunità e della famiglia, sono le cose che mi hanno davvero fatto tornare – non direi proprio in piedi – ma ad un ordine mentale più sano e ad un nuovo scopo nella vita.” Grazie a questo nuovo ordine mentale, Sammarelli spera di essere d’esempio per gli altri che attraversano esperienze traumatiche simili. A giugno, ha presenziato agli Angel City Games di Los Angeles come ambasciatore del Canada e per competere in vari sport adattati. Voleva dimostrare “quanto sia importante lo sport e come ci unisca, per mostrare [alle persone] che non è la fine – ma solo l’inizio.” Nonostante le sfide che ha affrontato e gli ostacoli superati, sa che, sebbene alcune porte si siano chiuse, altre se ne sono aperte. Il motto di Sammarelli è “non puoi fermarti, non ti fermerai” – e sicuramente non l’ha fatto.


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Courtesy of Delia Di Paola

DELIA DI PAOLA by / di SYLVIA DIODATI

A kick in the right direction Delia Di Paola is kicking up a storm in the Taekwondo world. The 14-year-old from Laval won a gold medal in her category (U15 Féminin - 41 kg) at the Jeux du Québec 2019 competition this March, and she’s only just begun. “I want to go the Olympics and I want to win gold,” says the young champion of her ambitions. “I see myself winning more medals in the future!” This was Di Paola’s third time participating in the Jeux du Québec, and her perseverance paid off. “I guess it’s true what they say: the third time is a charm,” smiles the young athlete, who committed herself to the sport at the age of five and has never looked back. The strong-willed teen says it’s not always easy. She fought through the 54th annual competition with a sprained wrist, relying on determination and a positive attitude to bring home gold. “I worked really hard for it,” she grins. “I felt like I was able to win. It was in my mind the whole time.” The provincial champion’s mother, Luisa, says it was an incredible moment for her and her husband, Carlo, to watch their daughter’s victory. “The moment she won, we both burst out in tears. It was really amazing.” The successful outcome was a result of intense effort, admits the proud mom, whose parents are both from Mongrassano in Cosenza, Calabria. Di Paola trains at the Club Defense Expert in Rivière-des-Prairies. She dedicates over 12 hours a week to Taekwondo at the gym and many hours practicing at home with her father. “I am really proud of her work ethic and ambition to perform,” says her beaming dad. He adds that, while driving her to training sessions and tournaments is time-consuming, it’s well worth it. “I get to enjoy the journey with her,” he points out. Carlo, whose family roots are in Campania as well as Lazio, admires his daughter’s aspirations—which also include a future goal of becoming a lawyer. “I would like for her to follow her dreams, if this is what she wants to do,” he says. “Wherever she wants to go, I will support her.”

Un calcio nella giusta direzione Delia Di Paola sta scatenando una tempesta nel mondo del Taekwondo. La 14enne di Laval ha vinto la medaglia d’oro nella sua categoria (U15 femminile – 41 kg) nella gara dei Jeux du Québec 2019 questo marzo, e ha appena cominciato. “Voglio andare alle Olimpiadi e voglio vincere la medaglia d’oro,” afferma la giovane campionessa riguardo alle proprie ambizioni. “Immagino di vincere più medaglie in futuro!” Questa era la terza partecipazione di Di Paola ai Jeux du Québec, e la sua perseveranza l’ha premiata. “Immagino sia vero quello che dicono: la terza volta è quella buona,” sorride la giovane atleta, che si è lanciata nello sport all’età di cinque anni senza mai voltarsi indietro. La determinata adolescente dice che non sempre è facile. Ha combattuto con un polso slogato durante tutta la 54a edizione annuale della gara, facendo affidamento sulla determinazione e un atteggiamento ottimista per vincere l’oro. “Mi sono impegnata tantissimo per riuscirci,” sorride. “Sentivo di poter vincere. Ci ho creduto tutto il tempo.” Per la madre della campionessa provinciale, Luisa, e per il marito Carlo, è stato un momento incredibile, assistere alla vittoria della propria figlia. “Il momento in cui ha vinto, entrambi siamo scoppiati in lacrime. È stato davvero stupendo.” Il successo finale è stato il risultato di un impegno enorme, ammette orgogliosa la mamma, i cui genitori sono entrambi di Mongrassano, Cosenza (Calabria). Di Paola si allena al Club Defense Expert a Rivière-des-Prairies. Dedica più di 12 ore a settimana al Taekwondo in palestra e molte ore di allenamento a casa con il padre. “Sono molto orgoglioso della sua etica del lavoro e della sua ambizione a fare bene,” dice radioso il padre e aggiunge che, seppure il tragitto in macchina per andare agli allenamenti rubi del tempo, ne vale certamente la pena. “Me lo godo con lei,” sottolinea. Carlo, la cui famiglia è originaria della Campania e del Lazio, ammira le ambizioni della figlia –che comprendono anche l’obiettivo futuro di diventare avvocata. “Vorrei che seguisse i suoi sogni, se è questo quello che vuole fare,” afferma. “Qualunque direzione voglia prendere, io la sosterrò.”


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“I see myself winning more medals in the future!”

“Immagino di vincere più medaglie in futuro!”

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Whatever the future holds, one thing is certain: the gold medalist carries a special appreciation for her heritage. “My Italian roots are important. My Nonna Anna lives with us and speaks to me in Italian.” She adds that, as a bonus, she enjoys the benefit of her nonna’s delicious cooking—“especially her cannelloni.” Di Paola looks forward to seeing Italy this summer for the first time on a trip with her family. According to her coach, Mohamed Zemzeni, Di Paola certainly has a bright future ahead of her. “She trained so much this past year and a half, she really worked so hard,” says Zemzeni. But, he emphasizes, the most important thing is having a great attitude and a fighting spirit. “Winning a competition isn’t important,” he says. “Wanting to work hard to win one is!”

Qualunque cosa le riservi il futuro, una cosa è certa: la medaglia d’oro nutre un particolare apprezzamento per le proprie origini. “Le mie origini italiane sono importanti. Mia nonna Anna vive con noi e mi parla in italiano. “Aggiunge che, inoltre, si gode i benefici della cucina della nonna – “soprattutto i suoi cannelloni.” Di Paola non vede l’ora di visitare l’Italia quest’estate per la prima volta in un viaggio di famiglia. Secondo il suo allenatore, Mohamed Zemzeni, Di Paola ha cer tamente un futuro radioso dinnanzi a sé. “Si è allenata tantissimo in quest’ultimo anno e mezzo, si è impegnata moltissimo,” afferma Zemzeni. Ma, enfatizza, la cosa più impor tante è quella di avere l’atteggiamento giusto e uno spirito da combattente. “Vincere una gara non è impor tante,” afferma. “Voler lavorare sodo per vincere lo è!”

1400 MAURICE GAUVIN, LAVAL QC,H7S 2P1 TEL. 450.902.3000


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Courtesy of Gianluca Primiani

GIANLUCA PRIMIANI by / di AMANDA DI GREGORIO

Montreal’s rising teenage soccer star While most teenagers his age might be unsure about their future goals, 17-year-old Gianluca Primiani has no doubts about his. “Lots of people my age are applying to college and they don’t know what they want to do with their life. I know what I want to do.” And what this aspiring young athlete wants to do is play the beautiful game of soccer. Primiani, an honour-roll student at Lester B. Pearson in a sport-concentration program, is the goaltender for the Ville St-Laurent AAA16M soccer team. “I can’t explain it, but goaltending has always been the thing for me when it comes to soccer—my total focal point, even when I’m watching games,” says Primiani, citing Gianluigi Donnarumma and Gigi Buffon as inspirations. Primiani’s mother, Pina Pacifico, recalls that at the age of four, her son “wanted to play the game before he was even capable.” By the time he was 12, he began taking goalie training. “He’s really got that confidence, that presence as a goalie, and it’s equal to the amount of work I see him putting in,” notes Rino Angelillo, Primiani’s goalie coach. “He truly wants to be there and he wants to win.”

L’adolescente stella nascente del calcio di Montreal

Se molti adolescenti della sua età possono avere delle incertezze riguardo ai loro obiettivi futuri, il 17enne Gianluca Primiani non ha dubbi. “Molti dei miei coetanei stanno presentando domanda di iscrizione al college ma non sanno cosa vogliono fare nella vita. Io lo so.” E ciò che questo giovane aspirante atleta vuole fare è giocare al gioco più bello. Primiani, studente modello di un programma focalizzato sullo sport alla Lester B. Pearson, è il portiere della squadra di calcio Ville St-Laurent AAA16M. “Non riesco a spiegarlo, ma del calcio mi sono sempre piaciute le parate – sono il mio unico punto focale, anche quando guardo le partite,” racconta Primiani, che cita come fonti d’ispirazione Gianluigi Donnarumma e Gigi Buffon. La madre di Primiani, Pina Pacifico, ricorda che alla tenera età di quattro anni, il figlio “voleva giocare a calcio addirittura ancor prima di esserne capace.” A 12 anni ha cominciato ad allenarsi come portiere. “Possiede la sicurezza necessaria, la prestanza di un portiere, in misura pari alla mole d’impegno che ci mette,” sottolinea Rino Angelillo, allenatore di Primiani. “Ci tiene davvero a stare lì e vuole vincere.”


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Just last year, with the Ligue de soccer élite du Québec, Primiani and the Saint-Laurent team took home the championship title. They quickly followed that up with a gold medal at La Coupe du Québec, organized through the Fédération de Soccer du Québec. “[The] team is everything. You can make things happen only by working together as one unit. You could have a team of incredible players, but if they can’t work together, you won’t have success,” Primiani says. In addition to his years of training, hours on the field and daily sports education, the young goalie has also expanded his scope by attending training sessions in the United States, most recently in Las Vegas. “We ask him open questions about what he wants and how he’d like to pursue things going forward,” explains Pacifico. “But we try to make it clear that his family will support him no matter what.” His family has kept that promise: they attend all of his games, cheering his every turn, volley and save. But they don’t only support him by physically being there; trying for your personal best, putting the team first and staying humble are key points Pacifico says she and her husband hope to impress upon their son. While Primiani considers sports to be an opportunity for personal growth, he’s aware of the importance of maintaining balance in his life by going out with friends. “I have spent so much of my life playing sports, so I consciously make time to have ‘normal’ teenage experiences,” he says. He also decompresses by taking long walks or runs to relieve the pressure he sometimes feels in the net. “It can take a toll, and you can start to overthink how to avoid making mistakes again in the next game,” Primiani says. But that feeling quickly reverts to optimism. “I just go back and push until I get that perspective I’m looking for and see myself get better.” Primiani was recently selected to play for the Vanier College soccer team in September. In the interim, he hopes to qualify to play in the Canadian Championship in Prince Edward Island in October.

Proprio l’anno scorso, assieme alla Ligue de soccer élite du Québec, Primiani e la squadra dei Saint-Laurent si sono aggiudicati il campionato, a cui ha fatto presto seguito una medaglia d’oro a La Coupe du Québec organizzata tramite la Fédération de Soccer du Québec.“La squadra è tutto. Puoi far sì che le cose riescano solo quando si fa lavoro di squadra, come se si fosse un tutt’uno. Puoi anche avere una squadra di giocatori incredibili, ma se non collaborano tra di loro non ce la farai,” dice Primiani. Oltre ai suoi anni di allenamenti, di ore in campo e di attività sportiva quotidiana, il giovane portiere ha allargato il proprio raggio d’azione partecipando a sessioni di allenamento negli Stati Uniti e più di recente a Las Vegas. Come spiega Pacifico, “Gli poniamo delle domande aperte riguardo a ciò che vuole e come vorrebbe perseguire le cose con il passare del tempo, ma cerchiamo di rendere chiaro che la sua famiglia lo sosterrà indipendentemente da tutto.” La sua famiglia ha mantenuto la promessa. Assiste a tutte le partite, facendo il tifo ad ogni piroetta, tuffo e parata. Pacifico sostiene che gli insegnamenti principali che lei e suo marito sperano di trasmettere al figlio sono l’importanza di dare sempre il meglio di se stessi, mettere la squadra al primo posto e mantenersi umili. Pur considerando lo sport un’opportunità per crescere al livello personale, Primiani è consapevole di quanto importante sia mantenere un certo equilibrio nella propria vita, uscendo con gli amici:“Ho trascorso tanto tempo della mia vita a praticare sport, mi ritaglio consapevolmente del tempo per avere ‘normali’ esperienze da adolescente,” racconta. Si rilassa inoltre facendo lunghe passeggiate o correndo, per allentare quella pressione che a volte avverte in porta.“Può avere un prezzo,” ammette,“e può capitare che si cominci a pensare troppo a come evitare di ripetere gli errori nella partita successiva.” Ma quella sensazione si trasforma presto in ottimismo. “Semplicemente ci ritorno e mi sforzo finché trovo quella prospettiva che cerco e vedo i miglioramenti.” Primiani è stato scelto di recente per giocare nella squadra di calcio del Vanier College a settembre. Nel frattempo, spera di qualificarsi per giocare nel Campionato Canadese nella Prince Edward Island a ottobre.


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Photo / A. DiDomizio

ALEXIS DIDOMIZIO by / di JULIA MASTROIANNI

Brantford-born gymnast wins silver Alexis DiDomizio started gymnastics when she was just 18 months old. “It was the earliest sport you could do,” says the 2019 Canada Winter Games balance beam silver medalist. From there, it was just second nature to continue doing gymnastics—that is, until she was 10 and realized this was something she might be able to make into more than a hobby. “I realized that I was pretty good at it,” she says. “But I also knew that there were a lot of things I would have to give up to do this,” explains DiDomizio. At age 10, she was already training 25 hours a week; becoming serious about gymnastics meant DiDomizio would have to make sacrifices. Spending five hours every day at the training centre meant missing out on school dances, football games and hanging out with friends. It also meant there would be very little time to vacation. “My family once went on a trip to Italy, and I wanted to go with them all but I had to stay back and train,” DiDomizio says. Both of DiDomizio’s grandparents on her father’s side are from Abruzzo. The 17-year-old Brantford, Ontario resident recognizes that gymnastics is a tough sport, both on the body and the mind. “Sometimes you can get really frustrated with it, and I’ve thought about quitting a few times. But I always come back to it.” She says this is a common sentiment among the friends she trains with, and among gymnasts in general. “Everybody has this problem with gymnastics. Everybody says they love it and hate it.” Though she may hate it when training for hours after an already long day at school, it’s easy to love it during moments like her experience at the Canada Games. “It was kind of like a mini Olympics,” DiDomizio says. “There were so many [athletes from] different sports that would come and cheer you on, and I got to watch sports I’d never seen before.” Four years earlier, when DiDomizio was only 12, she almost qualified for the Canada Games but instead made it as an alternate. Seeing how much her

La ginnasta di Brantford vince l’argento

Alexis DiDomizio ha cominciato a fare ginnastica ad appena 18 mesi. “È l’unico sport che puoi cominciare a praticare così presto,” dice la vincitrice della medaglia d’argento nella finale alla trave ai Canada Games. Spiega che da allora in poi è stato naturale per lei continuare a fare ginnastica cioè, fino all’età di 10 anni, quando si è resa conto che avrebbe potuto dedicarcisi non solo come un semplice passatempo. “Penso di aver capito di essere abbastanza brava,” afferma. “Ma sapevo anche che erano molte le cose alle quali avrei dovuto rinunciare per farlo,” spiega DiDomizio. A 10 anni, si allenava già 25 ore alla settimana; prendere la ginnastica sul serio ha significato per DiDomizio dover fare dei sacrifici. Trascorrere cinque ore al giorno in palestra voleva dire perdersi i balli della scuola, le partite di football o stare con gli amici. Significava anche che ci sarebbe stato poco tempo per le vacanze. “Una volta la mia famiglia ha fatto un viaggio in Italia e anche io volevo andarci, ma sono dovuta restare per allenarmi,” racconta DiDomizio. Entrambi i nonni paterni vengono dall’Abruzzo. La 17enne di Brantford riconosce che la ginnastica è uno sport duro, per il corpo e per la mente. “A volte può risultare davvero frustrante tanto che un paio di volte ho pensato di abbandonarla. Ma ci ritorno sempre.” Dice che si tratta di un sentimento comune tra gli amici con cui si allena a, e tra i ginnasti in generale. “È un problema che hanno tutti nella ginnastica. Tutti dicono di amarla e odiarla,” afferma DiDomizio. Sebbene possa odiarla quando si allena per ore dopo una già lunga giornata di scuola, è facile amarla durante momenti come quelli vissuti ai Canada Games. “Erano come una specie di mini Olimpiadi,” dice DiDomizio.“C’erano tanti atleti di sport diversi che venivano a fare il tifo per te e, dal mio canto, ho potuto assistere a sport che non avevo mai visto prima.” Quattro anni prima, quando DiDomizio aveva appena 12 anni, si era quasi qualificata per i Canada Games ma, invece, ce l’ha fatta solo come riserva.Vedere poi, quanto i suoi i suoi compagni di squadra qualificatisi ai Giochi, si erano goduti l’esperienza, e


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teammate who had qualified enjoyed the Games and knowing how close she got to qualifying herself, DiDomizio was extra driven to make it to the 2019 competition. With four more years of experience under her belt, DiDomizio was ready for the qualifying rounds for 2019. However, it wasn’t easy. “I almost fell on the beam but I still made the team, which I was really happy about. I honestly didn’t think I was going to make it,” she says. The balance beam is typically a gymnastic event that spectators watch with one eye closed for fear the gymnast might fall while doing flips and turns on a surface just 10 centimetres wide. But DiDomizio has been doing it so long that it doesn’t faze her. “I’m not scared to do anything on beam; I’ll do anything,” she says. “And I have a really good beam coach, so she always gets me to do unique things.” Looking forward, DiDomizio hopes to make more teams this year, particularly nationals and Team Ontario’s Tour Selection competition. As for university, everything is still undecided. Because there are no university gymnastics programs in Canada anymore, if DiDomizio doesn’t get a gymnastics scholarship for a school in the United States, she’ll have to essentially give up the sport. “It’s a sport that you don’t do for that long because it’s really hard on the body,” she says. Landing flips from up high can be hard on the ankles and knees, and DiDomizio says the need for continued flexibility combined with strength is difficult to maintain. Most female gymnasts retire in their early 20s, or even earlier, because of this. But if you love the sport, DiDomizio says it doesn’t matter. “Never give up, even though it’s hard sometimes,” is what she says to young gymnasts out there. “In the end, all the sacrifices you have to make are worth it.”

sapendo quanto c’era andata vicina, DiDomizio era ancor più determinata a farcela per le gare del 2019. Infatti con altri quattro anni di esperienza alle spalle, era pronta per i turni di qualifica per il 2019.Tuttavia, non è stato facile.“Sono quasi caduta dalla trave ma sono riuscita a entrare nella squadra, cosa di cui sono stata molto felice. Sinceramente, non pensavo di farcela,” afferma DiDomizio. Quella della trave è un’esibizione ginnica che gli spettatori guardano di solito con un occhio chiuso, per timore che la ginnasta possa cadere mentre fa le capriole e ruota su una superficie di appena 10 centimetri di spessore. Ma DiDomizio lo fa da così tanto tempo da non esserne intimorita. “Non mi spaventa nulla sulla trave; faccio tutto,” afferma. “Peraltro ho un’ottima allenatrice per la trave, che mi fa fare sempre cose uniche.” Per quanto riguarda il futuro, DiDomizio spera di entrare in altre squadre quest’anno, in par ticolare di farcela nel tour di selezione per Team Ontario. Per quel che concerne l’università, è tutto ancora incer to. DiDomizio dice che poiché in Canada non ci sono più università con programmi di ginnastica, se non ottiene una borsa di studio per un’università negli Stati Uniti, dovrà praticamente rinunciare a questo sport. “Non è uno sport che pratichi per molto tempo perché ha un impatto forte sul corpo,” afferma. L’atterraggio dopo una capovolta molto alta può essere pesante per le caviglie e le ginocchia, per cui, dice DiDomizio, è difficile mantenere la necessaria e costante flessibilità unitamente alla forza. Per questo motivo molte ginnaste si ritirano intorno ai vent’anni, o anche prima. Ma se ami lo sport, afferma DiDomizio e aggiunge come consiglio alle nuove generazioni, non importa. “Mai arrendersi, anche se a volte è dura,” dice alle giovani ginnaste. “Alla fine, vale la pena fare tutti quei sacrifici.”

“In the end, all the sacrifices you have to make are worth it.”

“Alla fine, vale la pena fare tutti quei sacrifici.”


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Courtesy of James Malatesta

JAMES MALATESTA by / di NICHOLAS DI GIOVANNI

Working hard for Team Quebec James Malatesta was thrilled when he made Team Quebec’s hockey team at the 2019 Canada Winter Games after attending camps for the previous two years. “I was speechless when I found out,” Malatesta says. “Knowing all the hard work I did paid off was tremendous.” Malatesta (whose father’s parents come from Rome) won gold in Red Deer, Alberta after scoring two goals and three assists in six games. “To go down there with a great group of guys was truly amazing, and to win the gold medal was the best thing I could have asked for,” Malatesta says. Team Quebec won their three games in the preliminary pool play before eliminating British Columbia and Saskatchewan in the quarter-final and semi-final, respectively. They played Team Ontario in the final, which won gold at the 2015 Canada Games. “It was a tight game; it was nerve-wracking and pretty stressful, but you have to put all your emotions aside,” says Malatesta about the final, which went into overtime after a 3-3 tie in regulation. He also mentioned that, in the locker room before overtime, the team was keen on not making extra moves that might cost them a win. Zachary L’Heureux scored the overtime-winning goal, and Malatesta calls it one of the best moments of his life. Capturing the championship was a culmination of hard work from Malatesta and his teammates. The Kirkland, Quebec native was one of 80 players invited to the first camp in the summer of 2017. The group was reduced to half for the next camp a year later, before the last 25 prospects played a series of exhibition games in December 2018. “It was really competitive because obviously everybody wanted to make the next cut,” Malatesta adds. With so much talent from across the province, Malatesta noticed how each player had to adjust to a new role on Team Quebec. “I think the most I learned [from the tournament] was doing what you do best to bring to the team,” Malatesta says. “Not everyone was going to be on the power play or play on the top line, but we all did accept a new role.”

Lavorare sodo per il Team Quebec

Dopo aver frequentato i campi da gioco nel corso dei due anni precedenti, è stato emozionante per James Malatesta entrare a far parte della squadra di hockey del Quebec ai Canada Winter Games del 2019.“Quando l’ho scoperto sono rimasto senza parole,” afferma Malatesta. “Sapendo quanto mi fossi impegnato, è stato stupendo!” Malatesta (i cui nonni paterni giungono da Roma) ha vinto l’oro a Red Deer, Alberta, con due gol e tre assist in sei partite. “Arrivare fin lì con un gruppo fantastico di ragazzi è stato davvero meraviglioso, e vincere la medaglia d’oro era il massimo che potessi chiedere,” afferma Malatesta. Team Quebec ha vinto tre partite ai giochi preliminari prima di eliminare le squadre della Colombia Britannica e del Saskatchewan, rispettivamente ai quarti di finale e alla semifinale. Ha giocato la finale contro Team Ontario vincitrice dei Canada Games nel 2015. “È stata una partita intensa, snervante e alquanto stressante, ma devi mettere le emozioni da parte,” dice Malatesta della finale, finita ai supplementari dopo un pareggio 3-3 ai tempi regolamentari. Fa inoltre riferimento al fatto che, negli spogliatoi prima dei supplementari, la squadra era decisa a non fare nessuna mossa particolare che potesse costargli la vittoria. Il gol vincente ai supplementari è stato segnato da Zachary L’Heureux, momento che Malatesta definisce uno dei più belli della sua vita. Aggiudicarsi il campionato è stato il culmine del grande impegno di Malatesta e dei suoi compagni di squadra. Nativo di Kirkland, Quebec, è stato uno degli 80 giocatori invitati al primo campo nell’estate del 2017. Per il campo successivo, un anno dopo, il gruppo è stato dimezzato, prima che le ultime 25 promesse giocassero una serie di partite amichevoli nel dicembre del 2018. “La competizione era forte perché ovviamente tutti ambivano a passare al turno successivo,” afferma Malatesta. Con tutto quel talento proveniente da ogni parte della provincia, Malatesta si è reso conto dell’esigenza per ogni giocatore di adattarsi a un nuovo ruolo all’interno del Team Quebec. “Penso che la cosa più importante che ho imparato [dal torneo] sia stata quella di portare alla squadra ciò che ti riesce meglio fare,” dice Malatesta. “Non tutti potevano giocare in un power play o essere tra i titolari, ma abbiamo tutti accettato un nuovo ruolo.”


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After winning the tournament, Malatesta returned to play for the Midget AAA Lac St-Louis Lions, where he scored 23 points in 16 playoff games. Two of his teammates from the Lions—Dovar Tinling and Alexi Van HouteChachero—also played at the Canada Games. However, most of Malatesta’s teammates on Team Quebec were players he normally competes against. “You see a whole different side [playing with them] versus playing against them,” Malatesta says. “When you’re on the ice against them, you can hit them. Then when you play together on the same line, you see all the talent they have and how they can help you as a player. It’s spectacular and it just makes you become closer with them.” In the Quebec Midget AAA playoffs, Malatesta had to put his friendships aside when he played against some of the players he had just won a trophy with. “It was competitive. [We] had to forget we were teammates, but we tried to put that aside for [the series],” he says. “But after that, it was back to being friends.” The Lions lost in the final to the Magog Cantonniers, but Malatesta is already focused on next season. Since he had turned 16 in May, Malatesta was eligible for the Quebec Major Junior Hockey League draft in June. The Quebec Ramparts selected Malatesta in the seventh round, at 116th overall, and he knows what he needs to work on to make the team. “I need to work on my defensive zone play, which I’ve been [practicing] this year and I’ve seen a progression in it,” he says. “I need to stay disciplined too—not let anyone get under my skin and just focus on my game.” Malatesta looks up to Montreal Canadiens forward Brendan Gallagher in the way he plays hard every shift. Like Gallagher, Malatesta is focused on making it to the NHL. “Hopefully all the hard work pays off,” he says.

Dopo aver vinto il torneo, Malatesta è ritornato a giocare con la squadra della Midget AAA Lac St-Louis Lions, nella quale ha segnato 23 punti in 16 partite dei playoff. Due dei suoi compagni di squadra dei Lions – Dovar Tinling e Alexi Van HouteChachero – hanno anch’essi giocato ai Canada Games. Tuttavia, la maggioranza dei compagni di squadra di Malatesta nel Team Quebec erano giocatori che di solito sono avversari. “Vedi un lato completamente diverso [giocando con loro] rispetto a quando ci giochi contro,” dice Malatesta. “Quando sei sul ghiaccio contro di loro, li puoi colpire. Quando invece ci giochi assieme dallo stesso lato, vedi tutto il loro talento e il modo in cui possono aiutarti come giocatore. È spettacolare e ti senti più vicino a loro.” Nei playoff della Quebec Midget AAA, Malatesta ha dovuto mettere da parte l’amicizia quando ha giocato contro alcuni dei giocatori con i quali aveva appena vinto un trofeo. “Era una competizione. Abbiamo dovuto dimenticarci di essere stati compagni di squadra, e l’abbiamo fatto [per il campionato],” afferma Malatesta. “Ma dopo, siamo tornati ad essere amici.” I Lions hanno perso in finale con i Magog Cantonniers, ma Malatesta è già concentrato sulla prossima stagione. Avendo compiuto 16 anni a maggio, Malatesta ha i requisiti per le selezioni della Quebec Major Junior Hockey League a giugno. I Quebec Ramparts hanno selezionato Malatesta a settimo turno. “Devo lavorare sul mio gioco difensivo, sul quale mi sono allenato quest’anno e nel quale intravedo dei progressi,” afferma. “Devo anche essere disciplinato, devo evitare di irritarmi e semplicemente concentrarmi su come gioco.” Malatesta si ispira all’attaccante Brendan Gallagher dei Montreal Canadiens e al suo modo di giocare con impegno ad ogni cambio. Come Gallagher, Malatesta è intenzionato a riuscire ad entrare nella NHL. “Speriamo che tutto l’impegno ripaghi,” afferma.


JULIA CONTENTA

Nickname: Jules, Julie and, most frequently,“Misssss!” by my students Occupation: Teacher Age: 26 Generation: I’m both second and third generation Italian Dad from: Patrica, Frosinone, Lazio Mom from: Castelpetroso, Isernia, Molise Raised in: Montreal Speaks: English, French, Italian What would someone be surprised to know about you? I played competitive soccer until I was 18; I hated to read as a kid but later earned a Master’s in English literature; I like watching scary movies alone in the dark. How will Italian culture change in Canada over the next 10 years? I fear the Italian language will slowly disappear. If we lose the language, we will lose the culture, and inevitably, the connection to our past. What do you hope never changes? I hope grandparents continue to fill their basements with tomatoes in September. Best thing about being Italian-Canadian: The hybrid identity we’ve developed: Italian, Canadian and Québécois, all rolled into one. And the homemade food. What’s the best advice you’ve ever received? My mom always gives great advice. While growing up, she would say to me: “Never let anyone dull your sparkle.” What job would you be terrible at? An accountant—I’m pretty terrible at math. What Italian stereotype do you completely live up to? I’m loud—but I now call it “my teacher voice,” which is acceptable, right?

LIVING

JESSICA VAVOUGIOS

Makeup by Alicia Toledano

Nickname: Jessie Vee Occupation: Elementary school teacher, Zumba instructor and food blogger Age: 25 Generation: Third Dad from: Gytheio, Greece Mom from: Pontecorvo, Latina, Lazio Raised in: Ville Saint-Laurent Speaks: Italian, English, Greek and FrenchWhat would someone be surprised to know about you? I love to study and read cookbooks. I am in the process of writing my very own cookbook where I showcase traditional Italian and Greek foods with a healthy twist! How will Italian culture change in Canada over the next 10 years? I feel that Italians will have to work harder to preserve the Italian language and family traditions. I want to believe that my generation will make an effort to keep this rich culture alive in their daily lives. What do you hope never changes? I hope that young Italians continue to keep their Italian traditions close to their hearts—especially in the kitchen! Best thing about being Italian-Canadian: Being able to travel to Italy, understand the language and culture and coming back home with stronger bonds to my Italian roots. What’s the best advice you’ve ever received? To never give up and never stop learning and growing as a person What job would you be terrible at? A job that involves sitting at a desk all day What Italian stereotype do you completely live up to? Communicating with hand gestures and a loud voice!


ITALIAN STYLE ALFREDO PAOLILLO

Photography by Liana Carbone Makeup by Vanessa Davis

Nickname: Fredo Occupation: Track maintainer for Canadian Pacific Railway Age: 27 Generation: Second Dad from: Benevento, Campania Mom from: Torrecuso, Benevento, Campania Raised in: Ahuntsic-Cartierville Speaks: English, Italian, French What would someone be surprised to know about you? I’m a huge bookworm. How will Italian culture change in Canada over the next 10 years? Hopefully, the generations will be more understanding of Italian culture, create healthier versions of Italian recipes and be more willing to learn the language.What do you hope never changes? I hope the art of making tomato sauce and wine never fades; they’re perfect activities for the family to be together. Best thing about being Italian-Canadian: The thing I enjoyed most was feeling different from the crowd—whether it was because of our ridiculously stacked lunches, teachers mispronouncing our last names or our crazy superstitions. No matter what it was, or how crazy it may have looked to someone else, I was always very proud of my roots. What’s the best advice you’ve ever received? Never laugh at people; lift them up instead. What job would you be terrible at? Working for blood drives—I would pass out, guaranteed. What Italian stereotype do you completely live up to? Not being able to function without my espresso in the morning.


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1. Belmond Hotel Caruso

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2. Borgo Pignano 3. Punta Tragara

4. Rocca delle Tre Contrade 5. Domus Civita 6. II Sereno

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BELLA PISCINA! by / di MAUREEN LITTLEJOHN

Submerge yourself in pure bliss Historic or ultra-modern, Italy’s hotel pools offer some of the most splendid, splashy experiences in the world. Whether you are ensconced on the site of an ancient Etruscan community or wrapped in the creative spirit of an award-winning designer, these properties deliver one-of-a-kind ways to take a plunge.

Immergetevi nella pura beatitudine

Storiche o ultramoderne, le piscine degli hotel italiani offrono alcune delle esperienze più splendide e sensazionali al mondo. Che vi siate rifugiati nel sito di un’antica comunità etrusca o siate avvolti dallo spirito creativo di un pluripremiato designer, queste proprietà offrono dei modi unici nel loro genere di farsi un tuffo.


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Belmond Hotel Caruso One of Italy’s top luxury spa hotels, the Belmond Hotel Caruso, was originally the palace of a wealthy Roman family in the 11th century. This splendid Amalfi Coast property has undergone many changes since then, including the addition of a spectacular infinity pool. An architectural work of art, the pool seems to reach out past the craggy, coastal cliffs and dissolve into the clouds. Slip on your suit, slide on some sandals and take the rose-bordered path that leads to the pool terrace where you can ask the staff for a fresh fruit appetizer or a refreshing mineral water vaporizer. Float on your back and take a deep breath of air scented by nearby lemon groves. If you listen carefully, you might even hear notes of Mozart or Ravel coming from nearby Ravello, the City of Music. Hang over the pool’s edge and marvel at the same view that impressed famous hotel guests throughout the years, including Virginia Woolf, Greta Garbo, Humphrey Bogart and Jackie Kennedy.

Il Belmond Hotel Caruso, uno degli hotel spa più lussuosi d’Italia, era originariamente il palazzo di una famiglia romana benestante dell’XI secolo. Da allora, la meravigliosa proprietà sulla costa amalfitana ha subito molti cambiamenti, tra cui l’aggiunta di una spettacolare piscina infinity. Opera d’arte architettonica, la piscina sembra estendersi ben oltre le rocciose scogliere frastagliate e dissolversi tra le nuvole. Indossate il costume, calzate un paio di sandali e percorrete il sentiero costeggiato da rose che vi conduce alla terrazza della piscina, dove potrete ordinare allo staff un antipasto a base di frutta fresca o un vaporizzatore di acqua minerale rinfrescante. Galleggiate di schiena e inebriatevi dell’aria profumata dai vicini limoneti. Se ascoltate attentamente, potrete persino sentire le note di Mozart o Ravel giungere dalla vicina Ravello, la Città della Musica. Statevene a bordo piscina ad ammirare quello stesso paesaggio che, nel corso degli anni, ha impressionato ospiti famosi dell’hotel, tra cui Virginia Woolf, Greta Garbo, Humphrey Bogart e Jackie Kennedy.

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Borgo Pignano A 750-acre Tuscan haven of sustainable luxury, Borgo Pignano features an organic farm, 18th century villa, Etruscan hamlet and an amazing infinity pool. Carved from an ancient limestone quarry, the pool is surrounded with sweeping views of the region’s olive trees, farmland and wildflower meadows. The quarry supplied most of the stone used to build Porta dell’Arco, one of the principal gateways of the historic hill town of Volterra, as well as Pignano’s many structures. The 1,500-squarefoot heated pool has an eight-foot deep end. After your swim, stretch out on a chaise lounge on the ancient limestone terrace, order a cool drink and let your mind drift as you soak up the lemony sunshine. Recipient of the 2019 Condé Nast Johansens Awards for Excellence for “Best Hotel for Sustainability” in Europe and the Mediterranean, Borgo Pignano is halfway between Volterra and San Gimignano.

Punta Tragara Originally built in 1920 as an Italian engineer’s private villa on the isle of Capri, Punta Tragara is perched high above the sea, with two freshwater swimming pools and views of the iconic Faraglioni rock formations. French architect Le Corbusier drew up plans for the house, calling it “an extension of the rock.” It was home to the American command during the Second World War; distinguished guests have included General Dwight D. Eisenhower and Sir Winston Churchill. Transformed into a five-star, 44-guestroom hotel in the 1970s, Punta Tragara is now owned by a Roman count. One of the pools is heated and has whirlpool jets to soothe away any aches and pains as you gaze out at the twinkling azure waters of Marina Piccola Bay. After your dip, head to the Monzu–Gin Club & American Bar for a creative sunset cocktail. Take note, pool hours are from 10 a.m. to 6:30 p.m.

Paradiso toscano eco-sostenibile di lusso circondato da 750 acri di terreno, Borgo Pignano comprende una fattoria biologica, una villa del XVIII secolo, un’oasi etrusca e una meravigliosa piscina infinity. Ricavata da un’antica cava di pietra calcarea, la piscina è circondata da estese vedute degli ulivi della regione, colture e campi di fiori. La cava ha fornito gran parte della pietra utilizzata per costruire Porta dell’Arco, uno degli ingressi principali dello storico paesino collinare di Volterra, così come molti edifici di Pignano. La piscina riscaldata di 140 metri quadrati ha una profondità massima di 2,40 metri. Dopo una bella nuotata, distendetevi su uno dei lettini dell’antica terrazza in pietra calcarea, prendetevi qualcosa di fresco da bere e liberate la mente al sole giallo limone. Premiato nel 2019 con il Condé Nast Johansens Awards for Excellence come “Miglior Hotel Eco-sostenibile” in Europa e nel Mediterraneo, Borgo Pignano si trova a metà strada tra Volterra e San Gimignano.

Costruita originariamente nel 1920 come villa privata di un ingegnere sull’isola di Capri, Punta Tragara è arroccata a picco sul mare, con due piscine d’acqua dolce e con vista sulle iconiche formazioni rocciose dei Faraglioni. L’architetto francese Le Corbusier elaborò alcuni dei progetti per l’edificio, che descrisse come “un’estensione della roccia.” Durante la Seconda guerra mondiale accolse il comando Americano; tra gli ospiti illustri compaiono il Generale Dwight D. Eisenhower e Sir Winston Churchill.Trasformata in un albergo a 5 stelle con 44 camere negli anni ’70, Punta Tragara appartiene oggi a un conte romano. Una delle piscine è riscaldata e dotata di idromassaggi per alleviare ogni acciacco e dolore mentre ammirate lo scintillio dell’acqua azzurra della baia di Marina Piccola. Dopo una nuotata, recatevi al Monzu - Gin Club & American Bar per un cocktail creativo al tramonto. Tenete conto che le piscine sono a disposizione dalle 10 alle 18.30.


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Rocca Delle Tre Contrade This private Sicilian rental property (available on a weekly basis) is the perfect location for an opulent, private pool party. Twelve ensuite bedrooms can accommodate 24 of your friends and family members. The stunning, 82-foot south-facing infinity pool is accessed via a secret staircase cut into the ancient lava rock walls. An added bonus is the soft water, naturally filtered through lava rock, which is marvellous for skin and hair. Bob about or do laps for a while, then enjoy the property’s jaw-dropping views. Clear blue skies meet the sparkling Ionian Sea, and fruit-laden vineyards and orchards carpet the surrounding fields under the watchful eye of towering Mount Etna. The former farm, winery and summer residence was built around 1850, then abandoned in the 1960s. The current owners have restored the home to its former glory, including planting fragrant fig and lemon trees.

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Questa residenza siciliana privata in affitto (disponibile solo su base settimanale) è il luogo ideale per un opulento piscina party privato. Dodici camere da letto con bagno privato possono ospitare 24 dei vostri amici o familiari. La meravigliosa piscina infinity di 25 metri rivolta a sud è accessibile mediante una scalinata segreta ricavata dalle antiche mura in pietra lavica. Un beneficio aggiuntivo è l’acqua addolcita, filtrata naturalmente attraverso la pietra lavica, meravigliosa sia per la pelle che per i capelli. Immergetevi o fate qualche vasca, quindi godetevi il panorama mozzafiato dalla struttura. Il cielo azzurro incontra uno scintillante Mar Ionio, mentre vigneti e frutteti stracolmi di frutti si estendono a tappeto lungo i campi circostanti, sotto lo sguardo vigile dell’imponente Monte Etna. L’ex fattoria, tenuta vinicola e residenza estiva fu costruita intorno al 1850 per essere poi abbandonata negli anni ‘60. Gli attuali proprietari hanno ridonato alla casa il suo antico splendore, piantando peraltro profumati alberi di fico e limoni.

Il Sereno On the eastern shore of lovely Lake Como, next to the village of Torno, you’ll find Il Sereno Lago di Como and a shimmering, aquamarine infinity pool. The allsuite property’s understated elegance is thanks to designer Patricia Urquiola, named Wallpaper Magazine Designer of the Year in 2015. Her subtle, artful touches can be seen everywhere, even at the heated pool where pea-green lounge chairs add a splash of modernity. The 60-foot freshwater pool is a showstopper that seems to hover magically over the lake. Relax on one of the lounge chairs on the pool’s large sundeck and, if that gets too warm, scoot over to one of the tented cabana beds for a little shade. When you’re ready to leave the pool, walk down to the dock and take a lake tour in a finely crafted Cantiere Ernesto Riva wooden boat, commissioned from the namesake family that has been hand-crafting boats in the nearby town of Laglio since 1771. Sulla costa orientale dell’incantevole Lago di Como, vicino al paese di Torno, troverete Il Sereno Lago di Como e una splendente piscina infinity color acqua marina. La sottile eleganza di questa struttura si deve alla designer Patricia Urquiola, nominata nel 2015 da Wallpaper Magazine Designer dell’anno. Ovunque si scorge il suo tocco discreto e originale, persino nella piscina riscaldata dove i lettini verde pisello aggiungono un pizzico di modernità. La meravigliosa piscina d’acqua dolce, 18 metri, sembra essere magicamente sospesa sopra il lago. Rilassatevi su uno dei lettini disposti sulla grande terrazza della piscina, e se dovesse fare troppo caldo, andate a ripararvi all’ombra della tenda di uno dei lettini prendisole. Quando siete pronti a lasciare la piscina, recatevi al pontile per un’escursione sul lago a bordo di un’imbarcazione in legno finemente lavorata del Cantiere Ernesto Riva, commissionata dall’omonima famiglia che, nella vicina città di Laglio, costruisce imbarcazioni artigianalmente dal 1771.


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Domus Civita At Domus Civita, a private vacation home rental with three suites, there are a few mysteries to unravel.Two caves are hidden beneath the house and have been converted into a swimming pool and hot tub area that can be accessed from the garden. Below these is an underground wine grotto carved into the tufa rock that has been transformed into an art gallery. Located in the Lazio region, bordering Umbria, Civita de Bagnoregio was founded by the Etruscans, conquered by the Romans and features architecture from the Middle Ages and Renaissance. The village is set on a promontory in a vast valley carved into volcanic rock; the only way to enter is to take a half-mile-long footbridge that connects the modern world with this almost-mythical place lost in time. Don’t worry, you can pick up modern amenities in the town of Bagnoregio at the other end of the footbridge.

Alla Domus Civita, casa privata in affitto dotata di tre suite, ci sono un paio di misteri da svelare. Sotto la casa si celano due grotte accessibili dal giardino e convertite in piscina e vasca idromassaggio. Al di sotto di queste si trova una cantina scavata nel tufo e trasformata in una galleria d’arte. Situata nel Lazio, al confine con l’Umbria, Civita di Bagnoregio fu fondata dagli etruschi, poi conquistata dai romani e caratterizzata da un’architettura che va dal Medioevo al Rinascimento. Il paese è situato su un promontorio di una grande valle scolpita nella roccia vulcanica; l’unico modo per accedervi è percorrere un ponte pedonale lungo 800 metri che collega il mondo moderno a questo posto quasi mitologico sospeso nel tempo. Non preoccupatevi, avrete a disposizione i servizi moderni nella cittadina di Bagnoregio, oltre l’altra estremità del ponte.

Fall in love with this new collection

3253 Rue Fleury Est, Montreal, H1H 2R4 www.standa.ca Follow us on


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Courtesy Boaretto Group Hotel & Resort

Quanto è profonda? Hotel Millepini by / di ANDREW HIND

Italy houses the world’s deepest pool Every reputable hotel has a pool. The better ones have pools that are elevated from an amenity to an attraction. But there is no pool anywhere like the Y-40 Deep Joy at Hotel Millepini near Venice. The pool drops down—way, way down—to a depth of 42.15 metres; that’s deep enough to easily submerge a 13-story building. The Y-40 Deep Joy is certified by Guinness World Records as the world’s deepest pool. “In recent years there have been several attempts in various European countries to surpass Y-40,” says Hotel Millepini press manager Iris Rocca, “but none have succeeded.” Hotel Millepini, located in the Montegrotto Terme resort area—home to the largest area of thermal springs in Europe—has been a five-star property since it opened in 1978. With luxury accommodations, fine dining and world-class spa facilities that make use of the famed thermal springs in the area, it’s not as if the hotel was lacking in allure. Yet the Y-40, which opened in 2014, takes Hotel Millepini to the next level. Like a siren’s call, the 21-metre by 18-metre pool lures guests from the world over (100 countries at last count, according to Rocca). Beyond its sheer dimensions, the pool is like no other. It features levels of various depths, underwater caves to train scuba divers to negotiate sub-aquatic landscapes and a suspended transparent viewing tunnel allowing spectators to watch the divers in action. Unsurprisingly, scuba enthusiasts and freedivers—aquatic athletes who can spend minutes at depth on a single breath—have enthusiastically embraced Y-40, just as was hoped when the pool was conceived. The pool was the brainchild of architect Emanuele Boaretto. “Boaretto, who had long been a fan of underwater activities, wanted to think of a new use for the area’s thermal resources. It was intended to revive interest in the Euganean territory, a place where the warm waters have naturally flowed for millennia, being used mostly for health reasons given its anti-inflammatory properties,” explains Rocca. The pool is filled with 4.3 million litres of this

È in Italia la piscina più profonda al mondo

Ogni albergo che si rispetti è dotato di una piscina. I migliori hanno piscine che più che una dotazione sono un’attrazione. Ma non c’è in nessun posto una piscina come la Y-40 Deep Joy dell’Hotel Millepini vicino Venezia. La piscina va giù – molto, molto giù – fino a 42,15 metri di profondità; un abisso sufficiente a sommergere facilmente un edificio di 13 piani. La Y-40 Deep Joy è classificata nel Guinness World Records come la piscina più profonda del mondo. “Negli ultimi anni, in vari paesi europei, sono stati fatti diversi tentativi di superare la Y-40,” afferma la responsabile per la comunicazione dell’Hotel Millepini Iris Rocca, “ma non c’è riuscito nessuno.” L’hotel Millepini, situato nella località turistica di Montegrotto Terme – sede della maggiore area di sorgenti termali in Europa – è stata, fin dalla sua apertura nel 1978, una struttura a cinque stelle. Grazie ai suoi alloggi di lusso, alla cucina raffinata e alle strutture di prim’ordine della spa, che sfruttano le rinomate sorgenti termali della zona, l’albergo aveva già un certo fascino. Tuttavia, la Y-40, inaugurata nel 2014, porta l’Hotel Millepini un gradino più in alto. Come il richiamo di una sirena, la piscina 21x18m attira clienti da tutto il mondo (dall’ultimo calcolo almeno 100 paesi, secondo Rocca). Al di là delle sue enormi dimensioni, la piscina non ha pari. Offre vari livelli di profondità, grotte subacquee per addestrare i sommozzatori ad affrontare nuovi paesaggi sottomarini e un tunnel panoramico trasparente sospeso che consente agli spettatori di vedere i sommozzatori in azione. Non sorprende che appassionati di immersioni e apneisti – atleti acquatici che possono stare minuti in profondità con un singolo respiro – abbiano accolto con entusiasmo la Y-40, proprio come si sperava che accadesse quando la piscina è stata concepita. La piscina nasce da un’intuizione dell’architetto Emanuele Boaretto. “Boaretto, che da tempo era un appassionato delle attività subacquee, ha voluto trovare una nuova destinazione d’uso alle fonti termali della zona. L’intenzione era quella di ravvivare l’interesse verso il territorio euganeo, luogo in cui le acque calde scorrono naturalmente da millenni, e vengono usate prevalentemente per motivi di salute date le loro proprietà antinfiammatorie,” spiega Rocca. La piscina


TRAVEL

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thermal water. It’s kept at a temperature of 32°C to 34°C, allowing divers to plunge without the skin suits they’d need in open seas or lakes, where the water’s temperature would plummet at such depths. Since opening, the Y-40 has benefitted not only the Hotel Terme Millepini, but also the Euganean region as a whole. “The Municipality of Montegrotto Terme, where the swimming pool is located (which, for some time, had registered a decrease in tourism) has now seen an increase in the number of tourists,” explains Rocca. “This is thanks to a new target market, particularly young people and sportsmen from all over the world.” Though the pool naturally appeals to experienced divers, any hotel guest can enjoy Deep Joy, and really, who wouldn’t want to lay claim to having swim in the world’s deepest pool? Freediving and scuba courses are hosted here, and the pool has also been used for underwater filming, photo shoots and underwater scientific research. With its lounge chairs full of contented people basking in the sun, diners savouring delightful meals at an elegant restaurant and robe-clad guests making their return from a relaxing spa treatment, Hotel Terme Millepini has always been straight out of an elegant holiday advert. a

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contiene 4,3 milioni di litri d’acqua termale. È tenuta a una temperatura di 3234°C, consentendo in tal modo ai sommozzatori di immergersi senza indossare le mute di cui hanno bisogno al mare o al lago, dove, a queste profondità, la temperatura dell’acqua precipita. Sin dall’apertura, la Y-40 ha giovato non solo l’HotelTerme Millepini, ma anche la regione euganea nel suo insieme. “Il Comune di Montegrotto Terme, dove si trova la piscina (e che per un certo periodo di tempo aveva registrato un calo del turismo) vede adesso un aumento della presenza turistica,” spiega Rocca. “Questo si deve alla nuova fascia di mercato, per lo più giovani e sportivi di tutto il mondo.” Sebbene la piscina attragga naturalmente sommozzatori esperti, la Deep Joy è a disposizione di tutti gli ospiti dell’albergo e, del resto, chi non vorrebbe vantarsi di aver nuotato nella piscina più profonda del mondo? Vi si tengono corsi di immersioni, anche in apnea, Emanuele Boaretto e la piscina viene inoltre utilizzata per riprese subacquee, ser vizi fotografici e per ricerche scientifico subacquee. Con i suoi lettini pieni di persone felici che si crogiolano al sole, gli ospiti che si godono cene deliziose nell’elegante ristorante e quelli in accappatoio che fanno ritorno da un rilassante trattamento spa, l’Hotel Terme Millepini sembra sempre uscito da un elegante spot pubblicitario per vacanze.


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Flattering

ARE FINALLY

FASHION

Swimsuits IN FASHION

TOPSHOP Pink Shirred Cami Swimsuit

Aerie ribbed bandeau one piece swimsuit

I costumi da bagno che valorizzano fanno finalmente tendenza by / di ALESSIA SARA DOMANICO

Ride the new body-positive wave with Italian influencer Laura Brioschi

Courtesy of Laura Brioschi

Unrealistic body expectations have been replaced with the dawn of the real woman, who feels confident and beautiful as her true self. This ideal is reflected in the latest swimwear, with fashion following the body-positive trend by giving ladies of all shapes and sizes a great selection of swimwear to feel good about and flatters all body types. Before diving into the trends, we wanted advice from a woman who is truly comfortable in her own skin. We sat down with Laura Brioschi, one of Italy’s leading body-positive influencers, curvy models and founder of Love Curvy. “Choose a swimsuit that looks good on you and that makes you feel good about yourself,” recommends the Instagram sensation (more than 500,000 followers to date) who we spoke with just before her Body Positive Catwalk in Milan’s Piazza Duomo. The positive attention the topic of “real bodies” is getting demonstrates that, we as a society, are hungry for the real and the raw. We don’t want to hide behind the airbrush anymore. “This is, in part, thanks to Instagram,” Brioschi tells us. “You can find lots of different body types if you’re not always looking at the same things. It isn’t out of the ordinary anymore to see a very curvy woman wearing a tiny swimsuit.”

Sulla nuova onda del body positive con l’influencer italiana Laura Brioschi

Le aspettative irrealistiche riguardo al fisico sono state rimpiazzate dal sorgere della donna vera, sicura di sé e bella com’è di natura. Questo ideale si riflette oggi negli ultimi costumi da bagno, dove la moda asseconda la tendenza body-positive offrendo alle donne di ogni forma e taglia una grande selezione di costumi da bagno con i quali sentirsi a proprio agio e che rendono attraenti tutti i tipi di corpo. Prima di addentrarci nelle tendenze, volevamo suggerirvi di entrare nel giusto ordine mentale grazie a una donna che si sente davvero a proprio agio con se stessa. Abbiamo incontrato Laura Brioschi, una delle influencer italiane del body positive, modella curvy e fondatrice di Love Curvy. “Scegliete un costume che vi stia bene e che vi faccia sentire bene con voi stesse,” suggerisce il fenomeno di Instagram (più 500.000 followers fino ad oggi) con cui abbiamo parlato poco prima della sua sfilata Body Positive Catwalk in Piazza Duomo a Milano. L’attenzione positiva che la questione sui “corpi autentici” sta ricevendo dimostra che la nostra società è affamata del nudo e crudo. Non vogliamo nasconderci più dietro al ritocco. Brioschi ci dice: “ In parte è grazie a Instagram. Se non si guardano sempre le stesse cose, si trovano corpi molto diversi tra loro. Non è più insolito vedere una donna molto formosa indossare un costume ridottissimo.”


FASHION

A

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Brioschi started out on Instagram with some 5,000 followers, but she notes that she saw her fan base and influence grow when she started showing more skin. “It really made a big difference when I started posting pictures of my imperfections, the stretch marks and the cellulite—the real deal.” Brioschi is just the latest example of high-profile, curvy women who are unapologetically putting their real selves on display. International curvy sensation and entrepreneur Ashley Graham’s latest collaboration with Swimsuits for All has set the Internet on fire with a colourful “Every Body, Every Age, Every Beautiful” campaign and an accompanying feature with Sports Illustrated. The magazine catapulted her onto the world stage in 2016 when she became the first plussized model to appear on the cover of the swimsuit edition. When we come to the topic of insecurity in our interview, Brioschi has some strong words for us girls: “There are so many women who aren’t going to the beach or wearing swimsuits out of fear and shame. I think that this is really negative for one’s lifestyle because that means that the judgement of other people has become far too significant for you, and the external world has the power to impact the way you perceive yourself. This will stop you from living your best life. And this is a phenomenon that affects women of all sizes.” Ready to take the plunge? Some of the most popular and flattering swimwear styles for 2019 include the bandeau top, which can have a chest-reducing effect, not to mention the lack of straps is ideal for tanning. One-piece swimsuits are also back with a vengeance, smoothing over all the right places while doing away with straps that dig into the skin. Scoop bottoms offer more coverage on the waist and full coverage on the backside. High-waist bottoms are also all the rage and cover all the way up to the belly button—a comfy fit for ladies worried about showing too much skin but who like a two-piece. Next time you get those changing room jitters, take this last thought from Brioschi to heart: “In the end, our bodies are what they are. They can obviously change, but at this moment in time this is what we’ve got to work with. So why not have fun, feel free and enjoy what you’re choosing to wear?”

Brioschi ha inizialmente cominciato su Instagram con 5.000 followers, ma fa presente di aver notato un aumento d’interazioni e numero di fan allorché ha cominciato a esporre più pelle. “Ha fatto una grande differenza quando ho cominciato a postare foto delle mie imperfezioni e della cellulite – la realtà dei fatti.” Brioschi è solo uno degli ultimi esempi di donna curvy di spicco a mettere in mostra la vera sé senza imbarazzo. L’ultima collaborazione del fenomeno internazionale e imprenditrice curvy Ashley Graham con Swimsuits for All ha sconvolto Internet con la vivace campagna “Every Body, Every Age, Every Beautiful” e un servizio speciale su Sports Illustrated. È stata la stessa rivista a portarla alla ribalta mondiale nel 2016 quando è diventata la prima modella taglia forte ad apparire sulla copertina dell’edizione sui costumi da bagno. Quando, durante l’intervista, tocchiamo il tema dell’insicurezza, Brioschi ha per noi ragazze un messaggio forte: “Sono davvero tante le donne che non vanno più al mare o che non si mettono in costume per timore o per vergogna. Penso che sia davvero negativo nella vita di Laura Brioschi una persona, perché vuol dire che il giudizio degli altri è fin troppo importante e il mondo esterno ha il potere di influenzare il modo in cui vedi te stessa. Questo ti impedisce di vivere al meglio la tua vita. E si tratta di un fenomeno che colpisce donne di tutte le taglie.” Pronte a tuffarvi? Alcuni dei modelli più popolari e attraenti per il 2019 includono il sopra a fascia, che può avere un effetto riducente sul seno e che grazie alla mancanza di bretelline è ideale per l’abbronzatura. Sono anche tornati con insistenza i costumi interi, che addolciscono tutti i punti giusti ed hanno eliminato nel contempo le spalline che premono sulla pelle. Per i pezzi di sotto, quelli più larghi offrono una maggiore copertura nel girovita e totale copertura dietro. Lo slip a vita alta è anche di gran moda e copre fin sopra l’ombelico – un modello comodo per le donne che temono di esporre troppa pelle ma che amano il due pezzi. La prossima volta che vi coglie l’ansia da camerino, prendete a cuore quest’ultima riflessione di Brioschi: “Alla fine, il nostro corpo è quello che è. Ovviamente si può cambiare ma al momento è quello di cui disponiamo. Quindi perché non divertirsi sentendosi libere e dilettandosi nella scelta di cosa indossare?”

VIP EVENT | ÉVÉNEMENT VIP Thursday September 26th, 2019 Cocktails - 6pm / Dinner - 8pm

Jeudi 26 septembre 2019 Cocktails - 18h / Dîner - 20h

Dinner & Wine Tasting with Al Bano Carrisi Dîner et Dégustation de Vins avec Al Bano Carrisi Cena e Degustazione di Vini con Al Bano Carrisi Ticket costs - Coût du billet - Costo del biglietto: $200 Plaza Volare, 6600 Côte de Liesse, St. Laurent, Qc., H4T 1E3 info@tagfinefoods.com 514-953-2770 Hosted by Silvana Di Falvio and Nick De Vincenzo from ICI Television

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ARTS & CULTURE

Vestito per vincere by / di SALIM VALJI

Montreal’s Giovanni Vacca suits up NHL stars Deep in the heart of Montreal’s Little Italy, one of the National Hockey League’s behind-the-scenes power brokers plies his trade. He stands about 5 feet, 5 inches and sports a black suit, V-neck sweater and dress shirt. He gently walks across the wooden, creaky floors—which hold many decades’-worth of stories—surveying his creations. In professional sports, suits are power—and as a suit maker for hundreds of professional hockey players, 86-year-old Giovanni Vacca holds plenty of it. His client list reads more like a page out of the NHL record books. From the 1990s and early 2000s: Wayne Gretzky, Rob Blake, Kevin Stevens, Theo Fleury, Brian Leetch, Mike Knuble and Mark Recchi. His current roster includes the likes of Sidney Crosby, Shea Weber, Joe Thornton and Brent Burns. “All these athletes, at the time, I used to know them all,” he said. Vacca came to Montreal from San Pietro Infine, a small town about 90 miles from Rome, in 1948 at the age of 15. He always had a sartorial instinct and worked for nine years at different shops around Montreal before creating Giovanni Clothes in 1965. “One of the first guys that came in was [former Montreal Expo] Rusty Staub,” Vacca said. “Word got out that players needed to look good at a low cost,” said former Expo Warren Cromartie, who patrolled the outfield for nine seasons in Montreal. “[Vacca’s tailors] spent time with you to make you happy about the suit you were buying.” The Vacca name spread throughout the Major League Baseball community, and soon visiting teams would stop by the three-story shop. “Andre Dawson told Sammy Sosa to go to Giovanni,” Cromartie said. “Sammy got two suits, even though Andre told him to just get one!”

Il montrealese Giovanni Vacca veste le stelle della NHL

È nel cuore della Little Italy di Montreal che uno dei protagonisti dietro le quinte della National Hockey League gestisce la sua attività commerciale. È alto circa 1,67 m e sfoggia un completo nero, una maglioncino a V con sotto una camicia. Si muove con grazia sul pavimento di legno, scricchiolante – che custodisce decenni di storie da raccontare – per passare in rassegna le proprie creazioni. Negli sport professionistici, le tute sono potere – e in quanto sarto di centinaia di giocatori di hockey professionistico, l’86enne Giovanni Vacca ne possiede in abbondanza. La sua lista di clienti somiglia più che altro a una pagina dei registri della NHL. Tra gli anni ‘90 e i primi del 2000: Wayne Gretzy, Rob Blake, Kevin Stevens,Theo Fleury, Brian Leetch, Mike Knuble e Mark Recchi. Il suo attuale elenco comprende giocatori come Sidney Crosby, Shea Weber, Joe Thorton e Brent Burns. “All’epoca, li conoscevo tutti questi atleti!” afferma. Vacca è arrivato a Montreal nel 1948, all’età di 15 anni, da San Pietro Infine, un paesino a circa 140 km da Roma. Ha sempre avuto una predisposizione per la sartoria e per nove anni ha lavorato in vari negozi di Montreal prima di creare, nel 1965, Giovanni Clothes. “Uno dei primi ragazzi a venire fu [ex Montreal Expo] Ruby Staub,” dice Vacca. “Si era sparsa la voce che ai giocatori serviva avere un bell’aspetto a buon prezzo,” dice l’ex di Expo Warren Cromartie, che a Montreal ha presidiato il campo esterno per nove stagioni. “[I sarti di Vacca] si dedicavano a te per assicurarsi che fossi soddisfatto dell’abito che stavi acquistando.” Il nome di Vacca diventò noto all’interno dell’intera comunità della Major League Baseball, e presto le squadre in trasferta cominciarono a passare dal suo negozio a tre piani.“Andre Dawson gli disse di andare da Giovanni,” dice Cromartie.“Sammy si prese due tute, anche se Andre gli aveva detto di prenderne solo una!”

Photo / Daniele Tomelleri

DRESSED TO WIN


ARTS & CULTURE

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“All these athletes, at the time, I used to know them all.” “All’epoca, li conoscevo tutti questi atleti!” The all-time NewYorkYankee great is just one of the many celebrities starring in Vacca’s anecdotes. “Joe Torre would come in,” Vacca said. “He was a nice man. We’d go have dinner afterwards.” Beyond Yankee royalty, Vacca also outfitted several members of the 1994 Stanley Cup champion New York Rangers, including the man who assembled the team. “Kevin Stevens introduced me to Giovanni,” said Neil Smith, the general manager who brought Lord Stanley to Broadway. “He always had a smile and was really accommodating. He cares very much about his customers, and his suits are of magnificent quality.” As professional sports grew into the billiondollar industry it is today, Vacca altered his way of doing business. Players no longer trek from their downtown hotels to Little Italy. Now his son Domenico goes on the road and outfits teams at their home rinks. “The guys were always in our office, for years and years,” said Domenico during an interview in Nashville, where he had measured members of the Predators earlier that day. “After the mid-80s, curfews started and they weren’t allowed out late. It was Kevin Stevens who said, ‘Dom, why don’t you come see us on the road.’ Before I knew it, I was going everywhere.” That player-centric approach is how current Montreal Canadiens winger Jonathan Drouin became a client. The two met a couple of years ago while Domenico was outfitting Drouin’s former team, the Tampa Bay Lightning. “Some of the guys told me to see him,” Drouin said after a recent Canadiens practice. “I like the suits he makes, the fits and the other brands he sells. I always like going back to Domenico.” Over 50 years, father and son have seen fashion styles evolve. “Today, guys really know what they want,” Domenico said. “Go back 20 years, they were asking my opinion. Nobody had a clear view. They still ask for my opinion, but now they have a clear view of what they want.” Like the art of suit making, the art of relationship building is a delicate one that the Vacca’s take seriously. “I’ve always had boundaries,” Domenico said. “I’ve never really hung out with the players. I never outfit teams during the playoffs, unless the coach wants to see me or the team authorizes me.” After five decades outfitting homerun kings and goal-scoring champions—not to mention RCMP officers and corporate executives— what has been the secret to keeping those relationships? “A guy who comes in and buys one suit, he gets treated the same as the guy that comes in and buys 10 suits,” said Vacca. “Everybody’s equal.”

Il più grande di tutti i tempi dei New York Yankee è solo una delle molte celebrità che compare negli aneddoti di Vacca.“Veniva Joe Torre,” dice Vacca.“Era una brava persona. Dopo ce ne andavamo a cena.” Oltre al re degli Yankee, Vacca ha anche vestito molti membri dei New York Rangers, vincitori della Stanley Cup nel 1994, compreso l’uomo che ha messo su la squadra.“Kevin Stevens mi presentò Giovanni,” racconta Neil Smith, il direttore generale che portò Lord Stanley a Broadway. “Sorrideva sempre ed era molto accomodante. Ci tiene molto ai suoi clienti e i suoi vestiti sono di ottima fattura.” Con il trasformarsi degli sport professionistici in un giro d’affari miliardario quali sono oggi,Vacca ha cambiato il suo modo di lavorare. I giocatori non vengono più a Little Italy a piedi dai loro alberghi del centro. Adesso è suo figlio Domenico ad andare in giro a vestire le squadre direttamente nei loro palazzetti. “I ragazzi erano sempre nel nostro ufficio, per anni e anni” dice Domenico in un’intervista a Nashville, dove precedentemente aveva preso le misure ai giocatori dei Predators. “Dopo la metà degli anni ’80, cominciarono i coprifuoco e non gli era permesso stare fuori fino a tardi. Fu Kevin Stevens a dire, ‘Dom, perché non ci raggiungi tu per strada?’ Prima ancora che me ne rendessi conto, ero già ovunque.” È grazie a quell’approccio incentrato sul giocatore che l’attuale ala dei Montreal Canadiens Jonathan Drouin è diventato un cliente. I due si sono incontrati un paio di anni fa quando Domenico stava vestendo l’ex squadra di Drouin, i Tampa Bay Lightning. “Alcuni dei ragazzi mi dissero di andarlo a trovare,” dice Drouin dopo un recente allenamento dei Canadiens. “Mi piacciono le sue tute, la loro vestibilità e le altre marche che vende. Mi piace sempre andare da Domenico.” Nel corso di 50 anni, padre e figlio hanno assistito all’evolversi degli stili. “Oggi, i ragazzi sanno bene cosa vogliono,” dice Domenico. “Vent’anni fa, chiedevano il mio parere. Nessuno aveva una visione chiara. Chiedono ancora la mia opinione, ma adesso sanno esattamente cosa desiderano.” Così come l’arte sartoriale, anche quella di instaurare rapporti è un’arte delicata che Vacca prende seriamente. “Ho sempre messo dei paletti,” dice Domenico. “Non esco mai con i giocatori. Non vesto mai le squadre durante i playoff, a meno che non sia l’allenatore a volermi incontrare o la squadra ad autorizzarmi.” Quindi, dopo cinque decadi a vestire re dei fuoricampo e campioni di gol, per non parlare degli ufficiali della RCMP e dei dirigenti aziendali, qual è il segreto per mantenere questi rapporti? “Un signore che entra e compra un capo viene trattato alla stessa stregua di uno che entra e ne compra 10,” afferma Vacca. “Sono tutti uguali.”


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RECIPES

Sorrento-Style Cannelloni

Recipes by / di MICHELE FORGIONE

Ingredients / Ingredienti FILLING

FRESH PASTA

• 6 slices of eggplant vertically cut, 1/2cm thick • 2 cups of fior di latte cheese • 2 red peppers • 1 tbsp of butter • 3 tbsp of grated Parmesan or Pecorino cheese • 200ml of passata • 2 basil leaves • olive oil for drizzling • salt and black pepper to taste

• 3 ½ cups of 00 flour • 1 pinch of salt • 1 egg yolk • 3 tbsp of olive oil • hot water, as needed

RIPIENO

• 6 fette di melanzane tagliate in verticale, spesse 1/2cm • 2 tazze di fior di latte • 2 peperoni rossi • 1 cucchiaio di burro • 3 cucchiai di Parmigiano o Pecorino • 200ml di passata • 2 foglie di basilico • olio d’oliva da spruzzare • sale e pepe nero quanto basta

PASTA FRESCA

• 3 ½ tazze di farina 00 • 1 pizzico di sale • 1 tuorlo d’uovo • 3 cucchiai di olio d’oliva • acqua calda quanto basta

Photos / Vincenzo D'Alto

Cannelloni alla Sorrentina


RECIPES

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Directions Arrange the eggplant slices in a bowl and sprinkle with salt. Press down with a weight and let sit for an hour. Cut the fior di latte into strips and drain in a sieve. Preheat the oven to 400°F. Roast the peppers for 30 minutes, turning them over after 15 minutes. Remove from the oven. Reduce the temperature to 350°F. When the peppers are cool enough to handle, peel and deseed them. Cut into strips and allow to drain on paper towels. Meanwhile, make the pasta dough. Pile the flour on a work surface and create a well in the centre. Add the salt and egg yolk. Blend in a little flour at a time as you work in the oil and knead the mixture, gradually adding a tablespoon of hot water at a time until the dough forms a ball. Knead for 2 to 4 minutes or until the dough is smooth and elastic, then divide in half. On a floured surface, roll out two circles measuring 45cm across and about 4mm thick. Cut the pasta into a dozen 8cm to 10cm squares and cook in a large pan of salted boiling water until al dente. Plunge into cold water, drain and allow to rest for 15 minutes. Rinse and dry the eggplant slices thoroughly. Drizzle some oil on a shallow baking dish and arrange the eggplant. Drizzle with more oil and bake until browned on both sides. Remove from the oven but leave the oven on. Butter a baking dish that will hold the 12 cannelloni snugly. Divide the eggplant, peppers, cheese and basil among the 12 pasta squares and season with salt and black pepper. Sprinkle with Parmesan or Pecorino, roll up into tubes and arrange them in the baking dish. Cover with the passata and knobs of butter. Bake for 20 minutes. Remove from the oven and allow to stand for 10 minutes before serving.

Preparazione Disporre le fette di melanzana in un contenitore e spargere con sale. Pressare con un peso e lasciarle riposare per un’ora. Tagliare il fior di latte in strisce e far scolare in un colabrodo. Preriscaldare il forno a 400°F.

Arrostire i peperoni per 30 minuti, girandoli dopo 15 minuti. Sfornarli. Lasciare il forno acceso e ridurre la temperatura a 350°F.

Quando i peperoni sono abbastanza freddi per essere maneggiati, spellarli e togliere i semi. Tagliare in strisce e lasciare scolare su carta assorbente.

Nel frattempo, preparare l’impasto per la pasta. Creare una montagnetta con la farina su un piano di lavoro e creare un buco nel centro. Aggiungere il sale e il tuorlo. Aggiungere la farina un po’ alla volta mentre si incorpora l’olio e si impasta il miscuglio, aggiungendo gradualmente un cucchiaio di acqua calda alla volta finché l’impasto forma una palla.

Impastare per 2-4 minuti o finché l’impasto risulta liscio ed elastico. Dividere l’impasto in due metà. Su una superficie infarinata, stendere due cerchi dal diametro di 45 cm e spessi circa 4mm.

Tagliare la pasta in una dozzina di quadrati di 8-10cm e cuocere in una grande pentola con acqua salata bollente finché al dente. Immergere in acqua fredda, scolare e lasciar riposare per 15 minuti. Sciacquare e asciugare completamente le fette di melanzana. Spruzzare un po’ d’olio su una teglia da forno non troppo profonda e disporvi le melanzane. Spruzzare con un altro po’di olio e cuocere in forno finché entrambi i lati si scuriscono. Sfornare ma lasciare il forno acceso.

Imburrare una terrina da forno che possa contenere 12 cannelloni comodamente. Dividere le melanzane, i peperoni, il formaggio e il basilico tra i 12 quadrati di pasta e condire con sale e pepe.

Spolverare con Parmigiano o Pecorino, arrotolare per formare dei cilindri e disporre sulla teglia da forno. Ricoprire con la passata e fiocchetti di burro. Infornare per 20 minuti. Sfornare e lasciare riposare per 10 minuti prima di servire.


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RECIPES

Tomato

Ingredients / Ingredienti • 2 lbs ripe tomatoes, cored, halved, seeded and chopped into 1-inch-thick slices • 3 garlic cloves (2 minced, 1 halved) • 3 tbsp extra-virgin olive oil, plus more for drizzling • 1 tbsp red wine vinegar • 1 loaf of ciabatta or baguette • 1/4 cup packed fresh basil leaves, coarsely chopped • sea salt and freshly ground black pepper

• 2 libbre di pomodori maturi, senza torsolo, divisi a metà, senza semi e tagliati in fettine di 2,5 cm • 3 spicchi d’aglio (2 sminuzzati, 1 tagliato a metà) • 3 cucchiai di olio extra-vergine di oliva, più un po’ da spruzzare • 1 cucchiaio di aceto di vino rosso • 1 pagnotta o baguette • ¼ tazza di foglie di basilico fresco, tagliato grossolanamente • Sale marino e pepe nero macinato fresco


RECIPES

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Crostini Crostini di pomodoro Directions Combine tomatoes and minced garlic in a large bowl. Season generously with salt and pepper. Add the olive oil and vinegar and toss everything together. Cover with plastic wrap or loosely with a dishtowel. Let the tomatoes marinate at room temperature for 2 to 3 hours to allow flavours to develop (stirring occasionally). Cut the bread down the middle and toast. Rub one side of the toasted bread with the remaining garlic clove (use the cut side of the garlic you’ve halved to get more flavor). Drizzle the bread with oil and cut each slice in half horizontally. Add basil to the tomato mixture and toss well. Season to taste with salt and pepper. Arrange crostini on a platter. Spoon some tomato mixture on top of each crostini.

Preparazione Mettere i pomodori e l’aglio sminuzzato in una grande ciotola. Condire generosamente con sale e pepe. Aggiungere l’olio d’oliva, l’aceto e mescolando il tutto. Coprire con della pellicola trasparente o leggermente con uno strofinaccio. Lasciare marinare i pomodori a temperatura ambiente per 2-3 ore (affinché si sprigioni il sapore) mescolare di tanto in tanto. Tagliare il pane in due metà e tostare. Strofinare un lato del pane tostato con il rimanente spicchio d’aglio (utilizzare la parte tagliata dello spicchio per ottenere un gusto più forte). Spruzzare un po’ di olio sul pane e tagliare ogni fetta a metà in linea orizzontale.

Aggiungere il basilico al miscuglio di pomodoro e mescolare bene. Condire con sale e pepe quanto basta. Disporre i crostini su un piatto da portata. Con un cucchiaio mettere un po’ del condimento di pomodoro su ogni crostino.


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GRADUATES OF THE YEAR

CONGRATULATIONS TO ALL OUR 2019 GRADUATES! Auguri ai nostri laureati e diplomati del 2019!

Adriana Catalano John Molson School of Business Bachelor of Commerce Finance

Alessandro Borrelli John Molson School of Business Bachelor of Commerce Accountancy

Alessia Frattolillo Concordia University Bachelor of Arts Psychology

Alexandra Pileggi McGill University Bachelor of Education

Alicia Klein Rossi Concordia University Master of Arts Applied Linguistics

Antonella Salvo Université de Montréal Doctorat en Pharmacie

Claudia Barbiero Concordia University Double Major in Communications and Journalism

Cristian Pietrantonio University of Ottawa Licentiate in Law

Dario Vincelli Concordia University Faculty of Industrial Engineering

Julia Angela Lumia Rosa Alexandra Baldassare Concordia University John Molson School Bachelor of Science of Business Psychology Bachelor of Commerce Supply Chain and Operations Mgmt

Vanessa Di Lalla Alessia Mazzamauro McGill University John Molson School of Business Doctor of Medecine & Bachelor of Commerce Master of Surgery (MDCM) Business Technology Management

Briana Tarricone McGill University Bachelor of Education Physical and Health Education

Delia Stefania Mazzorana Saint Mary's University Bachelor of Commerce

Patrizia Mastropietro Eva Romano University of Toronto Université de Montréal Master's in Applied Psychology Master's Degree and Human Development Nurse Practitioner in Cardiology

Adam James Francis McElligott McGill University Bachelor of Chemical Engineering

Brittany Iavenditti Concordia University Bachelor of Arts Human Relations

Celine Krystal Coletta McGill University B.C.L./LL.B.

Erika Lisi Concordia University Bachelor of Arts Child Studies

Natasha Vespa Université de Montréal Doctorat en médecine dentaire (D.M.D.)

Alexandra Todi McGill University Bachelor of Education

Justin Argentino John Molson School of Business Bachelor of Commerce


GRADUATES OF THE YEAR

Alissia Petruccelli John Molson School of Business Bachelor of Commerce Accountancy

Katrina Cavezza Concordia University Bachelor of Arts Human Relations

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Esmé Panarello Western University

Giulliana Biancardi Concordia University Bachelor of Science Ecology

Laura Fasanella McGill University Bachelor of Mechanical Engineering

Leandra Michelle Ercoli Concordia University Bachelor of Arts Child Studies

Jay Giannotta Université de Montréal Bachelor of Arts Political Science

Maria Colombo Concordia University Bachelor of Arts

Jessica Paolino McGill University Bachelor of Education Kindergarten/Elementary

Karina Silano Université de Montréal Baccalauréat en Éducation préscolaire primaire

Matteo Bucci Concordia University Bachelor of Arts Political Science

Michael Adam Paulauskas McGill University Bachelor of Science Agricultural & Environmental Sciences


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Michael Camacho John Molson School of Business Bachelor of Commerce Finance

Mirella Fideli McGill University Bachelor of Science Nursing

GRADUATES OF THE YEAR

Michaël Verdoni-Perez UQAM MBA (Aug. 2018) & Ordre des CPA du Québec (Nov. 2018)

Sabrina Colatruglio McGill University Bachelor of Education Pédagogie de l'Immersion Française

Miranda Giambra McGill University Master of Science Occupational Therapy

Sabrina Tiscione Concordia University Bachelor of Arts Communication Studies

Samuel Adamo McGill University Industrial and Labour Relations

Victoria Adamo Université de Montréal Baccalauréat en enseignement du français au secondaire

Victoria Di Woo Concordia University Bachelor of Fine Arts

Luca Macera Ryerson University Bachelor of Arts Creative Industries

Julia van der Sluys Marianopolis College Diploma of Collegial Studies

Brenda Sabbatino Vanier College Diploma of Collegial Studies

Bianca Fasanella Villa Maria High School

Luca Lando Laurier MacDonald High School IBO Certificate

Thomas Proctor-Chinappi John Caboto Academy



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Lea Elizabeth Cristiano Villa Maria High School

Matteo Della Santina College Regina Assumpta

Stephanie Anne Ballerini Villa Maria High School

Sabrina Mulé Laurier MacDonald High School

Julia Lampasona Villa Maria High School

Briana-Marie Bocchino Villa Maria High School

Sierra Silano Villa Maria High School

Zoé Silano John Rennie High school

GRADUATES OF THE YEAR

Carmela Iorio Villa Maria High School

Alessia Petruccelli Lester B Pearson High School

Loriane Costantino Collège Regina Assumpta

Marianna Addesso Mini II Pre-Kindergarten


ADVICE

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SUCCESSIONI, INCASSO DI BUONI FRUTTIFERI POSTALI E BANCARI, PROCURE, COMPRAVENDITE, COMMERCIO, DIVORZI E CONTRATTI di Pasquale Artuso, Attorney Qualche settimana fa, fui consultato da un uomo d’affari, molto noto nella comunità, mi presentò una procura per vendere che fu rifiutata da un notaio in Italia. Fui scandalizzato dei molteplici errori, l’italiano utilizzato era una traduzione “Google”, tuttavia, mi colpì l’ignoranza dell’autore della procura, concernente le leggi vigenti in Italia; aveva dimenticato di spiegare al cliente che, l’immobile da vendere, era ancora intestato alla defunta madre e che, pertanto, necessitava presentare, dapprima, la Dichiarazione di Successione in Italia, così da poter alienare, legalmente, la proprietà. Il cliente m’incitò a far conoscere ai lettori di “PanoramItalia” i servizi legali che, il nostro Studio, poteva offrire per la risoluzione di tutte le pratiche in Italia. Per ogni vostra esigenza legale, in Italia, riguardante successioni ereditarie, incasso di buoni fruttiferi postali e bancari, qualsivoglia tipologia di procura, compravendite, donazioni, contratti e quant’altro, sono a vostra disposizione per discutere del caso specifico ; altresì, se doveste avere bisogno di un supporto d’assistenza giuridico-amministrativa in Italia, lo Studio Fallerini è al nostro servizio da più di vent’anni ed il tutto sarà seguito, di pari passo, dal nostro Studio legale qui a Montréal. Non avrete delle sorprese, come il cliente che affidò il suo caso ad un collega praticante in Italia, il quale voleva vendere, senza autorizzazione la casa che quest’ultimo possedeva in Italia. Non sarete

abbandonati nei labirinti della legislazione e burocrazia italiane, nondimeno, la conoscenza delle leggi italiane ci permette di distinguerci ed i nostri servizi sono offerti a qualsiasi altro Studio legale canadese, necessitante d’assistenza in Italia. Un consiglio legale, ben dato, non ha prezzo! Lo Studio legale Pasquale Artuso, Avvocati si avvale della collaborazione di corrispondenti in tutte le regioni italiane, coordinati dallo Studio Fallerini.

PASQUALE ARTUSO, AVOCATS Pasquale Artuso Avvocato di Fiducia Consolato Generale d’Italia

Julie Therrien Avvocatessa Steven Campese Avvocato

Caroline Francoeur Avvocatessa

Mathieu Di Lullo Avvocato

Valérie Carrier Avvocatessa

Pierre Fugère Avvocato - diritto criminale e penale Joseph W. Allen Avvocato dal 1976 diritto dell’immigrazione

Natasha Scarano Avvocatessa

T.: 514.259.7090 F.:514.256.6907 artmars@securenet.net Complexe Le Baron, 6020, rue Jean-Talon Est, bureau 630 Montréal (Québec) Canada H1S 3B1

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514.843.6652 www.LVGF.ca

116 Rue Roy est. Montréal Qc.


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EVENTS

EVENTS

Compiled by ROMINA MONACO & CAROLE GAGLIARDI

CELEBRATING ITALIAN HERITAGE MONTH TORONTO

3.

1.

2.

4.

1. Prime Minister Justin Trudeau and Danny Montesano 2. MP Francesco Sorbara with members of the Vietnamese Golden Age Village for the Elderly, Tanya Nguyen and Chau Vo 3. Prime Minister Justin Trudeau and Caucus Members 4. MP Francesco Sorbara and local Vaughan seniors

PROJECT MUSCO: The Mirella and Lino Saputo Foundation donate $10M to four pediatric centres in Quebec MONTREAL

2. 1.

3. 1. Madame Mirella Saputo et Luca « Lazylegz » Patuelli, ancien patient des quatre institutions et MC. 2. Madame Mirella Saputo 3. Mme Mirella et M. Lino Saputo entourés des équipes du CHU Sainte-Justine,du Centre de réadaptation Marie Enfant, de l’Hôpital de Montréal pour enfants et des Hôpitaux Shriners pour enfants – Canada, ainsi que des enfants et familles à qui bénéficiera le projet MUSCO.


EVENTS

A ssur E xperts

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Tina Ciambrone & Associés

LA CHAMBRE DE COMMERCE ITALIENNE AU CANADA EN ACTION

Damage Insurance Firm

MONTREAL

• Auto insurance • Home insurance

• Business insurance • Bonds

2.

1.

3. 1. Déjeuner-causerie avec Stefano Domenicali, président et chef de la direction de Automobili Lamborghini au Fairmont Le Reine Elizabeth. 2. ART et PASSION, Gala de la Chambre de commerce italienne au Canada avec le le Chef Heinz Beck, 3 étoiles Michelin. 3. Le Souper Gourmand Italien de la CCIC ha mettait en vedette la région de l’Émilie-Romagne, la Food Valley d’Italie.

Tina Ciambrone

Monica Di Pasquale

President

Damage insurance broker

Tel: 514.381.7411 Cell: 514.909.0240 t.ciambrone@assurexperts.qc.ca Photos / Luigi Pullano

ITALIAN CONTEMPORARY FILM FESTIVAL AWARDS CEREMONY & GALA TORONTO

2.

1.

3.

4. 1. Nick Vallelonga (Green Book) 2. Romina Pierdomenico and Ezio Greggio (Striscia la Notizia) 3. Giacomo Gianniotti and Nichole Gustafson 4. Daniel Baldwin (Making a Deal with the Devil), celebrity chef Massimo Capra, Frank D'Angelo (Making a Deal with the Devil), radio personality Tony Monaco and Sugith Varughese (Suits, Degrassi: The Next Generation)

NEW LOCATION 4886 Jarry Est, Saint-Leonard, Qc. H1R 1X9



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