THE ITALIAN-CANADIAN MAGAZINE SUMMER 2022 | NO. 142
Cover It’s a Dog’s World Ricette Insalata di finocchi e arance alla siciliana Spaghetti con gamberi e pomodorini Travel The Beaches of Calabria Paths for the Ages
TABLE OF CONTENTS
SUMMER 2022 | NO.142
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The Cipriani Saga La saga dei Cipriani
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On Passports and Privilege Dei passaporti e del privilegio
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The Silent Stories of Our Grandmothers Le storie taciute delle nostre bisnonne
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EDITORIAL
The New Reality of World Travel La nuova realtà del mondo dei viaggi
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You Can’t Eat an Apology Non ci si nutre di scuse
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Not Just a Degree on the Wall Non solo una laurea appesa al muro
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It’s a Dog’s World Cani: padroni del mondo
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Interview with Dt. Emilia Liana Falcone, clinic director of the post-COVID-19 Intervista alla Dott.ssa Emilia Liana, direttrice del nucleo di ricerca clinica postCovid 19
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Kamloops The city with a touch of Italian La città con un tocco italiano
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LIVING ITALIAN STYLE
TABLE OF CONTENTS
PUBLISHER & EDITOR Tony Zara
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TRAVEL
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EXECUTIVE EDITOR Adam Zara ASSOCIATE EDITOR Pal Di Iulio MANAGING EDITOR Gabriel Riel-Salvatore BUSINESS DEVELOPMENT & COMMUNITY AFFAIRS Carole Gagliardi ITALIAN EDITOR Vittoria Zorfini
In the Mix Chef Michele Forgione’s new series Mangia Quebec on TLN Mangia Quebec, la nuova serie di Michele Forgione su TLN
Back to the Beach Si torna al mare
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Paths for the Ages Percorsi indimenticabili
EVENTS EDITOR Romina Monaco TRAVEL EDITOR Silvana Longo LIVING ITALIAN STYLE PRODUCER Kayla-Marie Turriciano
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The Godfather Still Perfect After 50 Years Sempre perfetto anche 50 anni dopo
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RECIPES
Fennel and Orange Sicilian Salad Insalata di finocchi e arance alla siciliana
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Spaghetti with shrimp and cherry tomatoes Spaghetti con gamberi e pomodorini
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Susan Bertoia Transforming life’s moments into living art on stage Trasformare momenti di vita in arte vivente in scena
COPY EDITOR Valentina Basilicata ITALIAN TRANSLATOR
Claudia Buscemi Prestigiacomo PROOFREADING
Stefania Fenocchio • Marie-Hélène Papillon ART DIRECTION & GRAPHIC DESIGN
Dave Ferreira
PHOTOGRAPHY & ILLUSTRATION
80
Italy Out of the World Cup Whose Fault is it Anyway? Di chi è la colpa quindi?
86
EVENTS
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ADVERTISING ACCOUNT EXECUTIVE Anthony Zara
Mia Carnevale • Liana Carbone • Bruna Rico WRITERS
Gianna Patriarca • Anthony Cipriani Rita Simonetta • Sal Di Falco Michaela Di Cesare • Loretta Noella Di Vita Maureen Littlejohn • Lillian Libralato Julia Pennella • Susan Bocock Anna Foschi Ciampoli • Dante Di Iulio
94
TRADUCTIONS/ TRADUZIONI
9300 Henri-Bourassa West, suite 100, Montreal, Québec H4S 1L5 Tel.: 514 337-7870 | Fax: 514 337-6180 e-mail at: info@panoramitalia.com
Legal deposit - Bibliothèque nationale du Québec / National Library of Canada - ISSN: 1916-6389
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Printed by
We acknowledge the support of the Government of Canada
EDITORIAL
The New Reality of World Travel La nuova realtà del mondo dei viaggi
Adam Zara Executive Editor adamzara@panoramitalia.com
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ir travel this summer has been fraught with obstacles: flight cancellations, schedule changes, continued COVID-19 precautions, staff shortages, luggage issues and long passport renewal lines. This past May, I made my way to Italy for a family wedding for the first time in three years. My flight was direct to Fiumicino, and I brought carry-on luggage only, so I missed some of the other drama associated with present-day travelling. An acquaintance of mine, who just returned from Europe, was not so lucky. He and his wife were at the Air Canada counter to check in, as requested, three hours before their TorontoBrussels flight, with a layover in Montreal. They checked their baggage and patiently waited. Soon, they were informed that their flight had been delayed by at least one hour. When finally in Montreal, they learned that their Brussels-bound flight was fully booked, but also delayed by two hours. After landing in Brussels, they overcame the crowds from all over the world and made it down to baggage claim, only to discover that just one of their two checked bags from Toronto had arrived. Luckily it was his wife’s suitcase, though it had sustained external damage. After another hour spent locating the right claim portal and filing a lost and damaged luggage claim, it was discovered that his suitcase had not even made it on the flight and was still in Montreal. With that paperwork done, they were free to figure out where the car rental booth was and wait in line to claim their reservation. By now, the vacation comprised of an eight-hour flight and seven hours of waiting. After reaching their destination, another hour was spent shopping at ZARA for three pairs of underwear, one pair of trousers, a shirt and a sweater, for which he had to file a claim for reimbursement. Thirty hours later, his lost luggage was delivered at the hotel. Travelling was not always like this. Up until 2000, travelling was cheaper, faster and more enjoyable. Increased security after 9/11, nearly three years of COVID, the high cost of fuel and staffing shortages have caused Air Canada and other airlines to delay, postpone or cancel many flights. Now, with increased demand and costs, travelling can be frustrating, testing our patience. Most of us received Air Canada’s CEO’s apology email in late June. Certainly, the issues our nation’s biggest airline faces are very complex, and they aren’t unique to them. That said, even pre-pandemic, Canadians were not treated to the
Q
uest’estate i viaggi aerei sono stati pieni di ostacoli: cancellazioni di voli, cambi di orari, continui requisiti COVID (moduli ArrivCan, ecc.), carenza di personale, problemi con i bagagli e lunghe file per il rinnovo del passaporto. Lo scorso maggio sono andato in Italia, per la prima volta dopo tre anni, per un matrimonio di famiglia. Il mio volo era diretto a Fiumicino e ho viaggiato solo con il bagaglio a mano, mi sono quindi risparmiato un altro di quei drammi associato ai viaggi di oggi. Un mio socio/amico, appena tornato dall’Europa, non è stato così fortunato. Lui e sua moglie si sono presentati all’imbarco di Air Canada per il check-in, come richiesto, tre ore prima del volo TorontoBruxelles, con scalo a Montreal. Hanno registrato i bagagli e hanno atteso pazientemente. Ben presto sono stati informati che il loro volo era stato ritardato di almeno un’ora. Infine, a Montreal, hanno appreso che il loro volo diretto a Bruxelles non solo era al completo ma anche questo in ritardo di due ore. Dopo essere atterrati a Bruxelles, hanno superato la folla proveniente da tutto il mondo e sono arrivati al ritiro bagagli, per poi scoprire che solo uno dei due bagagli registrati a Toronto era arrivato. Per fortuna non era la valigia della moglie... La sua era danneggiata solo esternamente. Dopo un’altra ora, dopo aver individuato l’ufficio reclami giusto e aver presentato una denuncia di smarrimento e danneggiamento del bagaglio, si scopre che la sua valigia non era nemmeno partita e si trovava ancora a Montreal. Una volta sbrigate le pratiche burocratiche, hanno scoperto dove si trovava lo stand dell’autonoleggio e si sono messi in fila per richiedere la loro prenotazione. A questo punto ormai la vacanza comprendeva un volo di 8 ore più 7 ore di attesa. Dopo aver raggiunto la destinazione, c’è voluta un’altra ora per andare da ZARA a comprare tre paia di slip, un paio di pantaloni, una camicia e un maglione, per i quali ha dovuto presentare una richiesta di rimborso. Trenta ore dopo, il suo bagaglio smarrito è stato consegnato all’hotel. Viaggiare non è sempre stato così. Fino al 2000, viaggiare era più economico, più veloce e più piacevole. L’aumento della sicurezza dopo l’11 settembre, i tre anni di Covid, il costo del carburante e la riduzione del personale hanno costretto Air Canada e altre compagnie aeree a ritardare, rinviare o cancellare molti voli. Ora, con l’aumento della domanda e dei costi, viaggiare può essere frustrante e mette a dura prova la nostra pazienza. La maggior parte di noi ha ricevuto l’e-mail di scuse dell’amministratore delegato di Air Canada alla fine di giugno. Certamente, i problemi che la compagnia aerea più grande del Paese deve affrontare sono molto complessi e non sono gli unici. Detto questo, anche prima della pandemia, i canadesi non godevano dei migliori livelli di servizio sulle nostre compagnie aeree. Ad esempio: su un volo di 5 ore viene servito solo un bicchiere d’acqua, aerei vecchi e rumorosi, prezzi esorbitanti per i voli nazionali.
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greatest level of service on our airlines. (A single glass of water served on a five-hour flight, old noisy planes, exorbitant pricing for national flights. The list goes on.) Cancelling up to 10% of flights in July and August in advance was the right thing to do, but that was after Canadians had to endure weeks of very disruptive, last-minute changes to their travel plans. Here’s hoping airlines will do better once the COVID fall-out comes to an end, and that clients will not settle for anything less than better service. In the meantime, pack your patience along with a valid passport and a credit card or two. One last thing. The journey to your destination will be stressful enough, so please take it easy once you arrive. Don’t cram too much into a two-week vacation, and don’t plan to explore one city per day. Choose a couple of destinations, off the beaten path preferably, and take your hard-earned vacation to relax, eat well and smell the roses.
L’elenco continua. Cancellare in anticipo fino al 10% dei voli a luglio e agosto è stata la cosa giusta da fare, ma questo dopo che i canadesi hanno dovuto subire settimane di cambiamenti all’ultimo minuto dei loro piani di viaggio. Speriamo che le compagnie aeree si comportino meglio una volta terminato l’effetto COVID e che i clienti non si accontentino di nulla di meno di un servizio migliore. Nel frattempo, munitevi di pazienza, di un passaporto valido e di una o due carte di credito. Un’ultima cosa: il viaggio verso la vostra destinazione sarà già abbastanza stressante, quindi prendetevela comoda una volta arrivati. Non programmate mille attività in una vacanza di due settimane e soprattutto non programmate di esplorare una città al giorno. Scegliete piuttosto un paio di destinazioni, preferibilmente fuori dai sentieri battuti, e prendetevi la vostra sudata vacanza per rilassarvi, mangiare bene e sentire il profumo delle rose.
Have a happy and safe summer.
Vi auguro un’estate felice e sicura.
Un abbraccio
Un abbraccio
Lino Saputo, Giovanna Giordano, Mirella Saputo e Mariano De Carolis, Direttore Generale della Cassa Popolare Desjardins Canadese Italiana
Casa d’Italia Saved!
On June 8, Montreal’s Italian community celebrated a milestone at its historic Casa d’Italia. The art deco building, inaugurated in 1936 and acting as a central hub for Italian immigrants for decades, was finally relieved of its heavy $3 million debt, thanks to the generous donations of many community members, including the Fondazione Mirella & Lino Saputo, which donated $1 million. The debt was largely incurred during the 2011 expansion and renovation work. By 2017, the building was threatened to be repossessed by the bank. Heartfelt congratulations for the successful SOS Casa d’Italia fundraising campaign go out to co-chairs Gino Berretta, president of the board of directors of the Petite Italie-Casa d’Italia Community Centre, and Sabino Grassi. We must also highlight the noteworthy contributions of Casa vice president Perry Mazzanti, general manager Giovanna Giordano and the many board members that gave their time and money to the cause throughout the last three years. Panoram Italia’s publisher, my father Antonio Zara, was proudly among them: “Donating to the Casa and subsequently getting involved with fundraising to save the Casa was one of the most gratifying volunteering experiences of my life. Thanks to president Gino Berretta for steering the ship, and the Saputo family for their eternal generosity. We managed to keep this gem in our community.”
Gino Berretta, Lino e Mirella Saputo, Sabino Grassi
Casa d’Italia è salva! L’8 giugno, la comunità italiana di Montreal ha celebrato una pietra miliare nella storica Casa d’Italia. L’edificio art déco, inaugurato nel 1936 e che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento per gli immigrati italiani, è stato finalmente sollevato dal pesante debito di 3 milioni di dollari, grazie alle generose donazioni di molti membri della comunità, compresa la Fondazione Mirella e Lino Saputo che ha donato 1 milione di dollari. Il debito è stato contratto in gran parte durante i lavori di espansione/ristrutturazione dell’edificio nel 2011. Nel 2017, l’edificio rischiava di essere pignorato dalla banca. Le più sentite congratulazioni per il successo della campagna di raccolta fondi di SOS Casa d’Italia vanno ai co-presidenti Gino Berretta, presidente del consiglio di amministrazione del Centro comunitario Petite Italie-Casa d’Italia, e Sabino Grassi. Dobbiamo anche ricordare il notevole contributo del Vicepresidente della Casa Perry Mazzanti, del Direttore Generale Giovanna Giordano e dei molti membri del Consiglio di Amministrazione che hanno donato il loro tempo e il loro denaro alla causa negli ultimi 3 anni. L’Editore di Panoram Italia, mio padre, il signor Antonio Zara, era orgogliosamente tra questi: “La donazione alla Casa e la successiva partecipazione alla raccolta fondi per salvarla, è stata una delle esperienze di volontariato più gratificanti della mia vita. Grazie al presidente Gino Berretta per aver guidato la nave e alla famiglia Saputo per la sua eterna generosità, siamo riusciti a mantenere questo gioiello nella nostra comunità”. Lunga vita alla Casa d’Italia!
Lunga vita alla Casa d’Italia!
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EDITORIAL
You Can’t Eat an Apology Non ci si nutre di scuse
Pal Di Iulio Associate Editor pal@panoramitalia.com
In
May 2021, over 75 years following the end of the Second World War and the release of last ItalianCanadian internees from Camp Petawawa and other Canadian internment camps, the Italian-Canadian community received a formal apology from Prime Minister Justin Trudeau, the Government of Canada and all the leaders of the political parties in the House of Commons at the time. In those 75 years, the community evolved from enemy aliens, fruit vendors, cheap labour, railroad and construction workers to teachers, artists, professionals, businesspersons, developers and philanthropists—Canadians all. Those interned and their families who had suffered and lost the most as a result of the internment have by and large passed on, or were ready to move beyond and forgive if not forget. Those who immigrated after the war were pleased Canada could offer second chances and opportunities if the immigrants were willing to work hard, con sudore, and support their families and Canada, con amore. For most of the Italian-Canadian community, this apology highlighted dark days and marked a reconciliation of sort. Financial compensation to those who had been imprisoned without due process, lost jobs, opportunities and assets (not to mention suffered discrimination and loss to reputation) was wiped forever off the table. There were some federally-sponsored government programs to improve historical recognition and education on the issue, and of course a Canadian “I’m sorry.” The last residential school established by the Government of Canada was closed in 1996. We now can agree, particularly following the Truth and Reconciliation Commission Report, that cultural genocide was committed within these schools and its system. Since the 1880s, thousands of Indigenous children were removed from their families and were forced to attend schools operated by churches far from their communities. In the last few years, Canadians became more aware, and interested in, what really went on within those walls—the horrors many Indigenous groups had been raising awareness about for decades, including physical and sexual abuse, missing children, unmarked graves near many of the 139 residential schools and generational trauma. The federal and many provincial governments have budgeted funds to get to the full truth about the over 4,500 missing children. These now very public facts shocked us all out of the
A
maggio 2021, 75 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale e del rilascio degli ultimi italo-canadesi internati nei campi di Petawawa ed altri del Canada, la comunità italo-canadese ha ricevuto le scuse ufficiali da parte del primo ministro Justin Trudeau, dal governo canadese e da tutti i leader dei partiti politici del momento alla Camera dei comuni. Nel corso di quei 75 anni, i membri della comunità erano passati da essere “nemici alieni”, fruttivendoli, manodopera a basso costo, manovali nelle ferrovie e nell’edilizia, a insegnanti, artisti, professionisti, imprenditori, costruttori e filantropi - canadesi. La maggioranza di quelli che un tempo erano stati internati e le loro famiglie, che ne avevano subito i danni e a cui la prigionia era costata caro, ci avevano già lasciati o erano disposti a passare oltre e a perdonare, se non addirittura a dimenticare. Quelli immigrati dopo la guerra furono contenti di scoprire che il Canada era intenzionato a offrire una seconda opportunità agli immigrati disposti a lavorare sodo, con sudore, e a sostenere le loro famiglie e il Canada con amore. Per la maggioranza della comunità italo-canadese, queste scuse hanno dato visibilità a un periodo oscuro e hanno segnato una sorta di riconciliazione. È stata esclusa per sempre la possibilità di un indennizzo economico per quelli che erano stati imprigionati senza processo, che avevano perso il lavoro, delle opportunità e dei beni (per non parlare delle discriminazioni e dei danni alla loro reputazione). Ci sono state ovviamente delle scuse canadesi e alcuni programmi sovvenzionati dal governo volti a promuoverne il riconoscimento storico e a sensibilizzare sull’argomento. L’ultima scuola residenziale istituita dal governo del Canada venne chiusa nel 1996. Ormai possiamo tutti concordare, soprattutto a seguito della relazione presentata dalla Commissione per la verità e la riconciliazione, che venne effettivamente commesso un genocidio culturale all’interno di queste scuole e del loro sistema. Sin dal 1880, migliaia di bambini dei popoli autoctoni furono strappati alle loro famiglie e costretti a frequentare scuole gestite dalla chiesa in località distanti dalle loro comunità. Durante gli ultimi anni, i canadesi ne hanno preso maggiore coscienza, mostrando interesse verso ciò che accadde veramente all’interno di quelle mura: gli orrori che per decenni molti gruppi autoctoni avevano cercato di portare alla luce, tra cui la violenza fisica e psicologica, la sparizione dei bambini, le tombe segrete nei pressi delle 139 scuole residenziali e il trauma generazionale. Il governo federale e molti governi provinciali hanno destinato dei fondi per scoprire la verità sulla scomparsa di 4500 bambini. La rivelazione pubblica di questi fatti ci ha scossi dal torpore delle difficoltà della vita quotidiana, imponendoci di rivolgere maggiore attenzione
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lethargy of our usual daily life struggles, forcing us to pay more e rispetto ai discendenti e ai sopravvissuti dei popoli originari del attention and respect to the descendants and survivors of the original Canada. Al momento sono in corso le ricerche con radar a penetinhabitants of Canada. Ground-penetrating radar searches are razione del suolo, su decine di ex proprietà scolastiche per identifinow being conducted on dozens of former school properties to care e accertare quante persone vi siano state sepolte. ascertain the numbers and identify those buried there. Negli ultimi 25 anni, dopo le scuse dell’ex primo ministro SteIn the past 25 years, following the apology by former prime minister phen Harper e dalla nascita della Commissione per la verità e la Stephen Harper and the establishment of the Truth and Reconciliation riconciliazione, la chiesa anglicana, quella battista, quella metodista Commission, the Anglican, Baptist, Methodist, Presbyterian and e quella presbiteriana, insieme alle chiese unite, si sono scusate e United churches have apologized and offered some reparations for hanno offerto dei risarcimenti per il loro coinvolgimento nel sistema their involvement in the residential delle scuole residenziali. school system. La chiesa cattolica (di cui facThe Catholic Church (of which cio parte) non si è scusata finché I am a member) did not apologize alcune delegazioni dell’Assemblea “His Holiness, Pope Francis II, has accepted until after delegations from the del consiglio nazionale delle Prime the invitation from the delegations and will Assembly of First Nations, Inuit Nazioni, degli Inuit Tapiriit KanaTapiriit Kanatami and Métis Natami e dei Métis non si sono recati be coming to Canada in late July or early tional Council visited the Vatican. in Vaticano. C’erano state lunghe August 2022 to offer an apology on There have long been discussions, discussioni, richieste e negoziazioni Indigenous lands for the “deplorable” requests and negotiations between tra i vari gruppi, il Consiglio vescoconduct of some church members.” these groups, the Canadian Counvile cattolico canadese (CCCB) e le cil of Catholic Bishops (CCCB) arcidiocesi del paese riguardo alle and local archdioceses about a papossibili scuse da parte del Papa e pal apology and some financial cona risarcimenti economici che, a un “Sua Santità, Papa Francesco II, ha tributions arrangements, which the certo punto, sono stati onorati dal CCCB, at some point, had made. CCCB. accettato l’invito delle delegazioni e verHis Holiness, Pope Francis II, Sua Santità, Papa Francesco II, ha rà in Canada tra la fine di luglio e i primi has accepted the invitation from the accettato l’invito delle delegazioni e di agosto del 2022 per porgere le sue delegations and will be coming to verrà in Canada tra la fine di luglio e scuse in terra autoctona, a seguito della Canada in late July or early August i primi di agosto del 2022 per porgere 2022 to offer an apology on Indigle sue scuse in terra autoctona, a seguito condotta ‘deplorevole’ di alcuni membri enous lands for the “deplorable” della condotta “deplorevole” di alcuni della chiesa”. conduct of some church members. membri della chiesa. Proprio in Final arrangements about where questo momento si stanno staand how this visit will take place bilendo i luoghi e le date delle are being made as I write. visite. ERA ORA. It’s about time. In the meantime, after two apologies in 1993 and 2019 by the spiritual leaders of the Anglican Church of Canada, the Archbishop of Canterbury (Reverend Justin Welby, the senior bishop of the Church of England) came to Canada at the James Smith Cree Nation near Prince Albert, Saskatchewan to “repent and atone” for his church’s actions that did “more harm than good.” With the visit, will the Pope also bring a busta for the balance of the promised $25 million? If not, will His Holiness direct the Canadian Archbishops to make the contribution instead of sending more lawyers to the meetings? I for one would be willing to make my humble and appropriate donation to the cause. Would you? I thank and respect the Pope and Archbishop of Canterbury for their moral courage to do the right thing (it’s never too late) and hopefully, further provide financial assistance and cooperation by sharing school registry records, some of which may be in the possession of religious congregations or in the Vatican or Canterbury cellars, as soon as possible. The apologies are good for the souls of us all but the body needs to be fed and cared for, as one Inuit leader eloquently stated: “Cause you can’t eat an apology.”
ERA ORA. Nel frattempo, dopo due scuse nel 1993 e nel 2019 da parte dei leader spirituali della Chiesa anglicana del Canada, l’arcivescovo di Canterbury (il reverendo Justin Welby, arcivescovo della Chiesa d’Inghilterra) è venuto in Canada e si è recato presso la James Smith Cree Nation vicino a Prince Albert, Saskatchewan, per “pentirsi e fare ammenda” per le azioni della propria chiesa che hanno arrecato “più danni che altro”. Ci si chiede se, in occasione della sua visita, il Papa porterà anche ‘una busta’ con i 25 milioni di dollari promessi. E se non dovesse andare così, ci si chiede se Sua Santità ordinerà agli arcivescovi canadesi di saldare il conto piuttosto che continuare a mandare altri avvocati alle riunioni. Io per primo sarei disposto a versare il mio modesto contributo per la causa. E voi? Ringrazio e rispetto il Papa e l’Arcivescovo di Canterbury per il loro coraggio morale di fare la cosa giusta (non è mai troppo tardi). Magari, anche per il supporto economico e la collaborazione, quanto prima, nel condividere i documenti delle scuole, alcuni dei quali in mano alle congregazioni religiose o negli archivi del Vaticano e di Canterbury. Sebbene le scuse facciano bene all’anima, bisogna anche prendersi cura del corpo e nutrirlo, come ha detto chiaramente uno dei leader inuit: “Perché non ci si nutre di scuse”.
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Not Just a Degree On the Wall Non solo una laurea appesa al muro
B Y - D I G I A N N A PA T R I A R C A
Illustration by Mia Carnevale
In
1972, the morning bus from Old Weston Road and St. Clair Avenue took one hour and fortyfive minutes to reach York University, if there were no un-scheduled incidents. That was the year I waited at the stop each morning at 6 a.m. to make it to my 8 o’clock class. Up Keele Street to north of Finch Avenue I sat and looked out the window to a less inspiring landscape than my memory of Italy. I was on my way to my future. It was another time, another world back then. The need and commitment to acquire an education, (for some of us) meant a 5 o’clock wake-up time in sunshine, rain or snow, not unlike the similar experience of our working parents who also exited homes early to endure long, long hours in factories and at other jobs. My generation (perhaps the first wave of Italian/immigrant students to begin attending university in the new country) was beginning to realize certain dreams and hopes were possible. I lived a long way from the university. I had no car, no prospect of one. Public transit was limited but it was the only choice. I worked two part-time jobs to pay my tuition and my bus tickets. My parents believed in education and always encouraged me to follow my heart. They were labourers with limited funds. I had no illusion about how easy it would be to pay for tuition, books and travel, or how difficult it might be to achieve some of my goals. As with most children of the Second World War, our parents harboured their own fears, carried with them their memories and wounded lives. As much as they may have wanted to help us, there was little financial security at the time or the freedom to contribute to higher education. Much was left to our own creativity. I began working part-time from the time I was 14, taking various jobs in the evenings, weekends and summers. I paid for my education and graduated with a degree in literature, one in education
N
el 1972, l’autobus che di mattina partiva da Old Weston Road e St. Clair Avenue ci metteva un’ora e quarantacinque minuti per raggiungere l’Università York, ammesso che non ci fossero imprevisti. Quell’anno, ogni mattina, aspettavo l’autobus delle sei per arrivare in tempo per la lezione delle 8. Su per Keele Street fino a nord di Finch Avenue me ne stavo seduta a guardare fuori dal finestrino un panorama meno pittoresco di quello dei miei ricordi in Italia. Mi dirigevo verso il futuro. Erano altri tempi, un altro mondo. L’esigenza e l’impegno necessari per ottenere un titolo di studio, (per alcuni di noi) significava svegliarsi alle 5 con il sole, la pioggia o la neve: un’esperienza non troppo diversa da quella dei nostri genitori che uscivano presto da casa per affrontare giornate di lavoro lunghissime in fabbrica o altrove. La mia generazione (forse la prima ondata di studenti italiani immigrati a frequentare l’università in un nuovo paese) stava cominciando a rendersi conto che certi sogni e speranze erano possibili. Vivevo lontano dall’università. Non avevo macchina né si prospettava che ne avessi una. I trasporti pubblici, per quanto carenti, rappresentavano l’unica scelta. Facevo due lavori part-time per pagare la retta e i biglietti dell’autobus. I miei genitori credevano nel valore dell’educazione e mi hanno sempre incoraggiata a seguire il mio cuore. Essendo operai non disponevano di molti soldi. Non mi sono mai fatta illusioni su quanto ci volesse per pagare la retta, i libri e gli spostamenti o su quanto sarebbe stato difficile raggiungere alcuni dei miei obiettivi. Come molti figli della Seconda guerra mondiale, i nostri genitori avevano delle paure, si portavano dietro ricordi e vite provate. Per quanto volessero aiutarci, all’epoca, non disponevano di una sicurezza economica né della libertà di poter contribuire al raggiungimento di una formazione superiore. Ci si affidava per lo più alla nostra creatività. Cominciai a lavorare part-time a 14 anni, facendo vari lavori la sera, nei fine settimana e in estate. Mi pagai gli studi e presi una laurea in letteratura, una in scienze dell’educazione e una di primo livello in italiano. Volevo scrivere
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and a minor in Italian. I wanted to write stories, books, to create theatre, to read, to explore ideas, thoughts and philosophies, but all that did not provide a living wage, and I had to turn those dreams into a hobby, practiced in silence and on my own. I began teaching for the Catholic School Board. I loved children and thought I might be of some use to them. When I started working in the inner city schools, I found myself teaching mostly immigrant Italian and Portuguese children. The Catholic Board had many schools in the inner city back then. Now those school buildings have been sold and turned into modern city lofts, townhouses and apartments. My more than 30 years in education brought me much joy and a great understanding of the human condition, the immigrant experience, the power of cultural, religious and political views. The 1970s were relatively new times for Italian and Portuguese immigrants to the city of Toronto. Our schools were educating new citizens and future contributors to Canada, not only in their ability to become part of the labour market, but also to engage in intellectual and creative spirit within their communities and the new society. Our immigrant parents were aware of the great importance and the need for education for their children. It is one of the reasons they had made the life changing journey to a new land. I understood the desire of many of the parents of my students to create a possibility of a better existence for their children, even if at times the realities of their situation made it difficult to make their dreams come true. We were at the threshold of new beginnings in those far away decades, and to see children graduate high school, college and even university was a gratifying joy for immigrant parents. There was always an underlying myth that immigrant parents were not interested in education, but only the achievement represented by money. There may have been a percentage that fell into this category, but it was a very small one. I experienced in my own family, and in the families of children I had the privilege to teach, much encouragement and support for education. I am aware that our large and varied Italian-Canadian community has come a long way in the past four decades. We have tripled in number, given birth to three generations of children who have limited knowledge or awareness of the difficulties experienced in the past. In our modern society and well-established communities we seem to perceive education with a very different eye and perhaps a different definition. It may be more closely related to the word success rather than to the enrichment of the mind. We have come to define success in socially and politically recognized positions of power and stature, personal wealth and acquisition. We place great emphasis on higher education in the pursuit of professions such as doctors, lawyers, engineers, accountants, architects and other professionally accepted positions to show we have respect and presence within our communities. But we forget that education is more than the final product of what a degree outlines. Education is a continuous expansion of the mind. Perhaps we have lost a little of the hunger we once had to expand our horizons and have become complacent in the comfort of what has been achieved. This world needs problem solvers, visionaries, thinkers, artists, who will not limit their education to success but rather understand there is no success without the continuous search for knowledge. The mind cannot hang on a hook within a degree; it must continue to question, research and create.
storie, libri, creare per il teatro, leggere, esplorare idee, pensieri e filosofie ma tutto ciò non bastava a sbarcare il lunario. Quindi, dovetti trasformare tutti quegli interessi in hobby, praticati in silenzio e dentro di me. Cominciai a insegnare per il Provveditorato cattolico. Mi piacevano i bambini e pensavo che gli sarei potuta tornare utile in qualche modo. Quando cominciai a lavorare nelle scuole dei quartieri del centro storico, mi ritrovai a insegnare per lo più ai bambini degli immigrati italiani e portoghesi. All’epoca, il Provveditorato cattolico aveva molte scuole del centro storico. Quegli edifici sono stati adesso venduti e convertiti in loft, villette a schiera e appartamenti moderni. La mia esperienza ultratrentennale nel settore dell’educazione mi ha portato tanta gioia e una profonda comprensione della condizione umana, dell’esperienza degli immigrati e del potere delle vedute politiche, culturali e religiose. Le scuole formavano i nuovi cittadini e future risorse del Canada, non solo per la loro capacità d’inserirsi nel mercato del lavoro, ma anche di apportare il proprio contributo intellettuale e creativo alle comunità e alla nuova società. I nostri genitori immigrati erano consapevoli della grande importanza e dell’esigenza che i loro figli ricevessero un’educazione. È una delle ragioni per cui avevano cambiato vita con quel viaggio verso una nuova terra. Comprendevo il desiderio di molti dei genitori dei miei studenti che volevano offrire ai propri figli una vita migliore, per quanto all’epoca la loro situazione rendesse difficile la realizzazione dei propri sogni. Eravamo alla soglia di un nuovo inizio a quei tempi e vedere i propri figli diplomarsi alle superiori o laurearsi al college e persino all’università era molto gratificante per gli immigrati. C’era sempre questa tendenza a credere che agli immigrati non stesse a cuore l’istruzione dei propri figli, ma piuttosto il guadagno economico che ne scaturiva. Magari c’era una percentuale di persone che rientravano in quella categoria, ma era molto piccola. Ho trovato sia nella mia famiglia che in quelle dei bambini di cui ho avuto il privilegio di essere insegnante, molto incoraggiamento e sostegno a favore dello studio. Sono consapevole dei grandi passi fatti dalla nostra grande e eterogenea comunità italiana negli ultimi decenni. Ci siamo triplicati, abbiamo dato vita a tre nuove generazioni che non hanno molta consapevolezza delle difficoltà affrontare nel passato. Nella nostra società moderna e nelle comunità ben consolidate, sembra che la percezione dell’educazione sia molto diversa, forse per giunta nella sua definizione. Sembra più vicina alla parola successo piuttosto che a crescita intellettuale. Facciamo rientrare il successo nelle posizioni di potere riconosciute a livello sociale e politico, nello status, nel benessere personale e nei possedimenti. Diamo grande importanza agli studi che portano a professioni come medico, ingegnere, contabile, architetto e altre posizioni alle quali vengono riconosciuti un certo rispetto e valenza all’interno delle comunità. Tuttavia, dimentichiamo che l’educazione va oltre il risultato finale definito da una laurea. L’educazione è una continua evoluzione della mente. Magari abbiamo perduto un po’ di quella sete che avevamo un tempo di allargare i nostri orizzonti e ci siamo abbandonati al comfort di ciò che si è raggiunto. Nel mondo servono persone in grado di risolvere i problemi, visionari, pensatori, artisti che non limitino la propria educazione al successo ma che comprendano piuttosto che non c’è successo senza ricerca costante di conoscenza. La mente non può rimanere appesa a un gancio come una laurea: deve continuare a porsi domande, a ricercare e a creare.
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It’s a
Dog’s World Cani: padroni del mondo Photos by Liana Carbone
BY - D I R I TA S I M O N E T TA
Little Giacomo (Instagram @piccolino_giacomino)
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isit any Italian-Canadian neighbourhood this summer and you’ll find tons of four-legged companions. That’s reflective of what’s happening all across a country that’s fallen in love with its furry friends. According to polling firm Abacus Data, 32% of Canadians own a dog. Mattea Settino is one of them. The Woodbridge, Ontario resident has a female Havanese Bichon with whom she shares a unique bond. “I think that dogs can sense when something isn’t right; when someone in the house is acting different, the dog’s mood changes based on that individual,” says Settino. Welcoming a dog into the family had the full backing of her father, but her mother was hesitant. “However, after the first week and a half, my mom and my dog became best friends, and now my mom can’t imagine life without her.” But old-school attitudes run deep. “When I was growing up, my mom never really liked animals in the house,” says Montreal resident Michaela Di Cesare. “There’s that mentality from older generation that animals are to be kept outdoors.”
Se
quest’estate vi recate in un qualsiasi quartiere italo-canadese, ci troverete tantissimi amici a quattro zampe. È un riflesso dell’amore per gli amici pelosi che si sta diffondendo in tutto il paese. Secondo un sondaggio condotto da Abacus Data, il 32% dei canadesi possiede un cane. Mattea Settino è una di questi. La giovane di Woodbridge, Ontario, ha una femmina di bichon havanese con la quale ha un legame speciale. “Penso che i cani riescano a percepire se qualcosa non va: quando qualcuno della famiglia si comporta in modo diverso, anche il loro umore si adatta a quello di quella persona” racconta Settino. Se il padre l’ha appoggiata nella decisione di accogliere un cane, la madre era un po’ restia. “Dopo la prima settimana e mezzo, però, lei e il cane sono diventati grandi amici, al punto che ora mia madre non riesce a immaginarsi la sua vita senza”. Tuttavia, i modi di fare alla vecchia maniera sono radicati. “Quando ero piccola, a mia madre non è mai piaciuto avere animali in casa” spiega Michaela Di Cesare, di Montreal. “C’è quell’antica convinzione per cui gli animali vanno tenuti fuori”.
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Michaela Di Cesare with her dog Giacomo
Three years ago, she and her husband Gabriel Di Genova adopted Giacomo, an Italian Greyhound and Chihuahua mix. Some of her family members were initially against the idea. Italian immigrants who settled in Canada after the Second World War were a pragmatic lot intent on carving out a new life for themselves and their children. Spending hard-earned money on chew toys and pooch outfits was not part of the equation. Times have changed. While Italian-Canadians might have once cringed at the very thought of a dog inside their house or (God forbid) lounging on the plastic-covered couches, they can now appreciate that a beloved dog is a member of la famiglia. Di Cesare’s and Di Genova’s parents dote on Giacomo and shower him with gifts. Nonna Lina is president of his fan club. “She adores him and offers to babysit him all the time. One time when she was babysitting him, I arrived home and saw that she had placed Giacomo at the kitchen table and had made zuppa di latte for him.”
Tre anni fa, lei e il marito Gabriel Di Genova hanno adottato Giacomo, un incrocio di levriero italiano e chihuahua. All’inizio, alcuni parenti non erano favorevoli. Gli immigrati italiani che si trasferirono in Canada dopo la Seconda guerra mondiale erano pragmatici, intenti a crearsi una nuova vita per sé e per i loro figli. Non pensavano minimamente all’idea di spendere i soldi guadagnati con tanto sudore in giochi masticabili e vestiti per cani. I tempi sono cambiati. Se un tempo gli italo-canadesi avrebbero trovato imbarazzante l’idea che un cane potesse entrare in casa o che (non sia mai!) si coricasse sul divano protetto dalla plastica, oggi trovano bello che l’amato quattro zampe faccia parte integrante della famiglia. I genitori di Di Cesare e Di Genova stravedono per Giacomo e lo riempiono di regali. Nonna Lina è la presidentessa del suo fan club. “Lo adora e propone sempre di occuparsene. Una volta, mentre se ne prendeva cura, sono arrivata a casa, ho scoperto che aveva
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This care and attention are particularly meaningful because Giacomo is a rescue dog who suffered physical and psychological abuse from his former owners. “We wanted to give him a second chance at love and at life,” Di Cesare says, crediting Sophie’s Dog Adoption for connecting dogs with loving families like her own. And Giacomo, who was malnourished and mistreated in the past, is now living his best life. To help with the dog’s digestive problems, Di Cesare cooks him organic farm-totable meals, and her husband devotes time to playing with him when he arrives from work–and even tops it off with a massage. Beyond the custom cakes he devours and the brandname attire he struts in, Giacomo has travelled to Italy three times where he’s enjoyed the sights and tastes of Rome, Naples, Calabria and Florence. “All of the big cities in Italy are dog-friendly,” Di Cesare points out. “Whenever we went out to restaurants, Giacomo was always welcomed.” The love affair continues in Canada. “Most of my clients are Italian,” says Maria Campo, owner of K9-5 Dog Walking. Campo has run her dog-walking service for the past 11 years and serves clients in Woodbridge, Kleinburg and Toronto. Indeed, nowadays the Canadian cities and towns Italians helped pave and construct are lined with pet retailers and dog grooming salons. Dogs have become big business.
messo Giacomo sul tavolo della cucina e gli aveva preparato una zuppa di latte”. Si tratta di cure e attenzioni molto importanti perché Giacomo è stato salvato da padroni che lo maltrattavano sia fisicamente che psicologicamente. “Volevamo offrirgli una seconda opportunità: trovare l’amore nella vita” dice Di Cesare, che ringrazia la Sophie’s Dog Adoption per aiutare i cani a trovare delle famiglie amorevoli come la sua. Giacomo, un tempo malnutrito e maltrattato, oggi si gode una vita fantastica. Per lenire i suoi problemi digestivi, Di Cesare gli prepara pasti biologici a chilometro zero e suo marito, al rientro dal lavoro, si dedica completamente a giocare con lui, con tanto di massaggio finale. Al di là delle torte fatte apposta per lui e dei vestiti griffati, Giacomo è stato in Italia tre volte a godersi i panorami di Roma, Napoli, Firenze e della Calabria. “Tutte le grandi città italiane sono a misura di cane” fa presente Di Cesare. “Ogni volta che siamo andati a mangiare al ristorante, Giacomo è sempre stato il benvenuto”. La storia d’amore continua in Canada. “I miei clienti sono per lo più italiani,” precisa Maria Campo, proprietaria di K9-5 Dog Walking. Campo da 11 anni offre un servizio di dog-sitting ai clienti di Woodbridge, Kleinburg e Toronto. Di fatto, oggi, le città e i paesini canadesi, al cui sviluppo hanno contribuito gli stessi italiani, sono piene di negozi di prodotti per animali e centri di toelettatura. Si fanno grandi affari con i cani. Imprenditori intraprendenti offrono una vasta gamma di servizi: dai corsi di addestramento al dog-sitting, ai campi per cani e persino di assistenza ai cani nel giorno delle nozze. Per i proprietari degli amici a quattro zampe
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“Dogs are a vital emotional support. For instance, a dog’s loyalty and protecting nature can be life-saving for veterans and first responders with PTSD.”
“I cani offrono un sostegno emotivo enorme. Per esempio, la fedeltà di un cane e la sua indole protettiva possono salvare la vita ai veterani e ai soccorritori affetti da PTSD”.
Enterprising entrepreneurs offer up an array of services from training schools to pet-sitting to day camps and even wedding day dog attendants. For dog parents keen on spoiling their fur babies, the possibilities are endless: spa treatments, robots that play fetch, velvet-lined sofa beds. And there are more dogs to spend time with than ever before because the pandemic resulted in a puppy boom. “I’ve noticed a 50% increase of dog ownership,” Campo says, who got a female Bichon poodle during the pandemic (she already had another one). People who suddenly found themselves confined to their homes decided that a four-legged pal was the best way to plug through the isolation. They’re on the right track; dogs are a vital emotional support. For instance, a dog’s loyalty and protecting nature can be life-saving for veterans and first responders with PTSD. A dog’s ability to increase wellbeing has backing from medical research. According to a study released in March from the University of Saskatchewan, emergency room patients noted a reduction in pain, anxiety and depression after a brief visit with a therapy dog. This knack for improving mood is the cornerstone of the pet therapy program at the Centre for Addiction and Mental Health. For more than 15 years, the centre has invited volunteer dog owners and their furry pals to visit and interact with clients. It’s resulted in an upshot of good vibes. “It gives people a purpose,” says Theresa Conforti, who oversees the program. “They have a reason to get up to visit with the dog; they feel responsible for it. Clients say a visit from the dogs brightens up their day and makes them less anxious.” Conforti hopes to expand awareness, as well as the program, so that more clients can benefit from the soothing effects of dogs. “Even when clients aren’t feeling their best, dogs don’t judge,” says Conforti. “They’re a source of inspiration and hope.”
con la tendenza a viziare i loro cuccioli pelosi, l’offerta è infinita: trattamenti spa, robot che giocano al riporto, divanetti rivestiti in velluto. Il boom di cuccioli risultato dalla pandemia, per altro, non ha fatto altro che aumentare il numero di cani con cui trascorrere del tempo. “Ho notato che i proprietari di cani sono aumentati del 50%” afferma Campo che, pur avendo già un bichon, durante la pandemia ne ha presa un’altra. Ritrovandosi all’improvviso confinate a casa, le persone hanno pensato che un amico a quattro zampe fosse il modo perfetto per resistere all’isolamento. Avevano ragione: i cani offrono un sostegno emotivo enorme. Per esempio, la fedeltà di un cane e la sua indole protettiva possono salvare la vita ai veterani e ai soccorritori affetti da PTSD. La capacità di un cane di far aumentare il benessere trova riscontro nella ricerca medica. Secondo uno studio pubblicato a marzo dall’Università del Saskatchewan, si è registrata una riduzione del dolore, dell’ansia e della depressione nei pazienti del pronto soccorso entrati brevemente a contatto con un cane da terapia. Questo stratagemma per migliorare l’umore è alla base del programma di pet-therapy del Centre for Addiction and Mental Health. Da oltre 15 anni, il centro invita volontari in possesso di cani e i loro amici pelosi a visitare il centro e a interagire con i clienti. Ne è risultata un’atmosfera più positiva. “Dà uno scopo alle persone” spiega Theresa Conforti, sovrintendente del programma. “Hanno un motivo per alzarsi e venirci a trovare con il cane; se ne sentono responsabili. I clienti dicono che i cani li rendono più allegri e meno ansiosi”. Conforti spera di sensibilizzare gli altri e di allargare il programma affinché più clienti possano trarre beneficio dall’effetto rilassante esercitato dagli amici a quattro zampe. “Anche quando i clienti non si sentono al meglio, un cane non li giudica” afferma Conforti. “Sono una fonte d’ispirazione e speranza”.
Cover story and page 30 wardrobe by Canadian fashion designer Nadya Toto (www.nadyatoto.com)
Abbigliamento della copertina e di pag. 30 a cura del stilista canadese Nadya Toto (www.nadyatoto.com)
Traduction française à la page 94
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The Cipriani Saga La saga dei Cipriani
BY - D I A N T H O N Y ( T O N Y ) C I P R I A N I
Tapping inner strength Attingere alla forza interiore
To
say that I come from very strong and persistent contadino stock is no exaggeration. This inner strength and perseverance guided my grandparents through the most difficult times of their lives with never a complaint. Compared to them, my own experience has been a walk in the park, or the soccer pitch as some might suggest. Nonna Pasqua (Aquila) was born in 1880 in the town of Collarmele, L’Aquila. Shortly after she married Antonio D’Avolio in 1905, the couple emigrated to the United States, where they had two children (Marietta and Menanzo) before her husband was killed in a terrible work accident in 1908. Returning to Collarmele with her two children, she married my grandfather, Vincenzo Cipriani, in 1912. Again, the family ventured to America, only to return to Italy shortly after the start of the First World War. A powerful earthquake struck the province of L’Aquila January 13, 1915, killing more than 35,000 residents, including Nonna’s 25-year-old brother Pasquale. In addition, the bar the family had purchased with the money they brought home from America was completely destroyed. You would think that her strength had reached its limits. But no! Her husband Vincenzo was soon called to war and the Spanish Influenza arrived, killing more than 50 million people worldwide. Through all this, Nonna summoned all her strength and courage to continue caring for her family. My own parents’ sacrifices were equally compelling. With-
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ire che provengo da una stirpe di contadini fortissimi e determinati non è esagerato. La forza interiore e la perseveranza hanno accompagnato i miei nonni attraverso i momenti più difficili della loro vita senza mai lamentarsi. Rispetto alla loro, la mia esperienza sembra più una passeggiata al parco o su un campetto di calcio, direbbe qualcuno. Nonna Pasqua (Aquila) nacque nel 1880 a Collarmele, paesini de L’Aquila. Subito dopo aver sposato Antonio D’Avolio nel 1905, la coppia emigrò negli Stati Uniti, dove ebbe due figli (Marietta e Menanzo), prima che il marito morisse in un terribile incidente sul lavoro nel 1908. Ritornata a Collarmele con i due figli, sposò mio nonno, Vincenzo Cipriani, nel 1912. La famiglia partì di nuovo per l’America, per poi ritornarsene in Italia subito dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale. Il 13 gennaio 1915, un terribile terremoto colpì la provincia di L’Aquila, uccidendo oltre 35.000 persone, tra cui Pasquale, il fratello venticinquenne di mia nonna. Inoltre, il bar che la famiglia aveva acquistato con i soldi accumulati in America venne completamente distrutto. Si potrebbe pensare che la sua forza fosse giunta al limite. Ma no! Suo marito Vincenzo fu presto richiamato in guerra e l’influenza spagnola arrivò uccidendo più di 50 milioni di persone nel mondo. Nonostante tutto, la nonna fece leva su tutte le sue forze e il suo coraggio per continuare a occuparsi della famiglia. I sacrifici dei miei genitori furono altrettanto incredibili. Se non fosse stato così, la vita che ci godiamo oggi in Canada non sarebbe stata possibile. Mio padre, Pasquale Cipriani, nacque nel 1917, nel
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“Despite the war, my parents were married on December 1, 1940. On February 22, 1942 daughter Pasquina was born while her father was away fighting for his homeland.”
out these sacrifices, the lives we now enjoy in Canada would not have been possible. My father, Pasquale Cipriani, was born in 1917, in the middle of the First World War. My mother, Caterina Tagliola, was born three years later. At the age of 20, thanks to conscription, Pasquale was able to see North Africa while stationed in Libya. After completing his military service, Pasquale returned to Collarmele. In time, he decided to court the beautiful Caterina. However, with the Second World War, dad was quickly recalled into the army. Despite the war, my parents were married on December 1, 1940. On February 22, 1942 daughter Pasquina was born while her father was away fighting for his homeland. During dad’s absence, mom took care of the newborn and the in-laws. Italy surrendered in 1943 and many soldiers managed to return home. Times were tough as Italy was in turmoil. Despite the hardships, Vincenzo was born in 1945 and I was born in 1948. At about this time, communication was re-established with Pasquale’s sister, Marietta, who lived in Niagara Falls, New York. Things were supposed to be so much better in America. So, like many other Italians fed up with the aftermath of war, Pasquale left Italy in November of 1951. Unable to immigrate to the United States, Pasquale came to Niagara Falls, Ontario to be close to his sister. To understand the courage it took to leave their homeland, just consider taking everything you can pack into a suitcase and then making a two-week voyage to a place where you do not know the language, the customs or how you will be received. You have no family to turn to and no money to go back home. Somehow you must find a way to survive. My father’s first job, like most other Italian immigrants of the time, was in construction. Dad managed to scrape some savings together. This money went back to Caterina who was looking after the extended family. He eventually moved to Toronto, Ontario, where there was more work. Before he could bring his family to
“Nonostante la guerra, i miei genitori si sposarono l’1 dicembre 1940. Il 22 febbraio 1942, mentre il padre si batteva per la patria, nacque la figlia Pasquina”.
bel mezzo della Prima guerra mondiale. Mia madre, Caterina Tagliola, nacque tre anni dopo. A 20 anni, arruolato e trovandosi di stanza in Libia, Pasquale poté visitare il Nord Africa. Alla fine del servizio militare, ritornò a Collarmele. Col tempo, decise di fare la corte alla bella Caterina. Tuttavia, scoppiata la Seconda guerra mondiale, papà fu presto richiamato nell’esercito. Nonostante la guerra, i miei genitori si sposarono il primo dicembre 1940. Il 22 febbraio 1942, mentre il padre si batteva per la patria, nacque la figlia Pasquina. Durante l’assenza di papà, mia madre si prese cura della neonata e dei suoceri. L’Italia si arrese nel 1943 e molti soldati poterono tornare a casa. Erano tempi bui e l’Italia era in subbuglio. Nonostante le difficoltà, nel 1945 nacque Vincenzo, mentre io nacqui nel 1948. All’incirca in quel periodo, Pasquale riprese i contatti con la sorella Marietta, che viveva alle Cascate del Niagara, New York. Ci si aspettava che le cose andassero meglio in America. Così, come tanti altri italiani stanchi dei postumi della guerra, Pasquale lasciò l’Italia nel novembre 1951. Non potendo immigrare negli Stati Uniti, si trasferì alle Cascate del Niagara, Ontario, per essere vicino alla sorella. Per comprendere il coraggio che ci vuole per lasciare la propria patria, immaginatevi di dover mettere tutto in valigia e di fare un viaggio di due settimane diretti in un posto di cui non conoscete lingua e costumi e senza sapere come verrete accolti. Senza una famiglia a cui rivolgersi e senza soldi per ritornarvene a casa. In qualche modo dovete farcela. Mio padre, come molti immigrati italiani dell’epoca, lavorò per prima cosa nell’edilizia. Così, papà riuscì a racimolare un gruzzoletto. Questi soldi venivano mandati a Caterina che si prendeva cura della famiglia allargata. Infine, si trasferì a Toronto, Ontario, dove l’offerta di lavoro era maggiore. Prima di riuscire a richiamare la famiglia in Canada, si ruppe la schiena e rimase in ospedale per due anni. Nonostante non godesse di alcun supporto finanziario per gli infortuni sul lavoro e benché i risparmi presto finirono, papà fece di tutto per tornare al lavoro per la sua famiglia. Dopo essere stati separati per cinque anni, Caterina e i suoi tre figli raggiunsero Pasquale a Toronto. La famiglia si riunì nel 1961; ne
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Canada, he broke his back and was hospitalized for two years. With no compensation for injured workers, dad’s savings soon vanished, but not his determination to return to work for his family. After being separated for five years, Caterina and their three children joined Pasquale in Toronto. Family life resumed and in 1961; my sister Linda was born. She became the first native Canadian in a family that was here to stay. Despite all the challenges, my parents managed to raise their children with love and tenderness. Their personal hardships and tragedies were part of life, not to be cursed or whined about but to be endured and overcome to build inner strength. Living in their shadows, we children picked up on this philosophy. We did not complain when we were kept back grades in school. We did not complain when we were called names. We worked hard in school to take full advantage of the opportunity our parents never had.
“To understand the courage it took to leave their homeland, just consider taking everything you can pack into a suitcase and then making a two-week voyage to a place where you do not know the language, the customs or how you will be received. You have no family to turn to and no money to go back home. Somehow you must find a way to survive.” After studying at Western Technical-Commercial School and then Earl Haig Secondary School, I attended York University to complete my studies in banking and commerce. My university education was briefly interrupted when I was able to get a good job with Scotiabank. One Saturday in 1972, I was asked to help out at the College and Grace branch. It was there I met my future wife, Nancy Pepe. Her family was from Reggio Calabria. We were married on September 13, 1975. We now have four children and 12 grandchildren. Claudio Pasquale was born in 1976. Today he works in the field of commercial insurance. Caterina Patrizia was born in 1978. She is an educational support worker for the York Catholic District School Board. Michael Anthony was born in 1982. He is a chartered accountant. Melissa Andrea was born in 1984. She is a teacher for the York Catholic Board. I stayed with Scotiabank in various capacities until 1984, when I moved to the Banca Commerciale Italiana. I was first assigned branch management and then head office responsibilities. In 1995, I joined Accord Plastics Corporation to serve as their director of finance. In 2001, I was in the middle of a terrible four-car collision on Finch Avenue and needed extensive rehabilitation. I started my own financial consulting business until I was appointed director of finance for the Italian Chamber of Commerce (in Ontario) in 2011. I began winding down my working career in 2018.
nacque mia sorella Linda. Fu la prima in famiglia ad essere nata in Canada da una famiglia che si trovava qui per restarci. Nonostante tutte le difficoltà, i miei genitori riuscirono ad allevare i figli con amore e dolcezza. Le loro difficoltà e tragedie facevano parte della vita - né andavano maledette né bisognava lamentarsene - andavano semplicemente affrontate e superate per sviluppare una forza interiore. Vivendo insieme, noi bambini facemmo nostra questa filosofia. Non ci lamentavamo quando non ci facevano superare l’anno a scuola. Non ci lamentavamo quando ci chiamavano con dei nomignoli. Ci impegnavamo molto nello studio per approfittare a pieno di quell’opportunità che i nostri genitori non avevano mai avuto. Dopo aver studiato alla Western Technical-Commercial School e poi alla Earl Haig Secondary School, frequentai la York University per completare gli studi bancari e commerciali. La mia carriera universitaria si interruppe brevemente quando trovai un buon lavoro
“Per comprendere il coraggio che ci vuole per lasciare la propria patria, immaginatevi di dover mettere tutto in valigia e di fare un viaggio di due settimane diretti in un posto di cui non conoscete lingua e costumi e senza sapere come verrete accolti. Senza una famiglia a cui rivolgersi e senza soldi per ritornarvene a casa. In qualche modo dovete farcela”. alla Scotiabank. Nel 1972, un sabato, mi fu chiesto di dare una mano nella sede di College e Grace. Fu lì che incontrai la mia futura moglie, Nancy Pepe, la cui famiglia veniva da Reggio, in Calabria. Ci sposammo il 13 settembre 1975. Adesso abbiamo quattro figli e dodici nipoti. Claudio Pasquale è nato nel 1976. Oggi lavora nel settore assicurativo. Caterina Patrizia è nata nel 1978 e lavora come educatore di sostegno per il Provveditorato cattolico della regione di York. Michael Anthony è nato nel 1982 e fa il consulente fiscale. Melissa Andrea è nata nel 1984 e insegna per il Provveditorato cattolico della regione di York. Rimasi con la Scotiabank rivestendo vari ruoli fino al 1984, fino a quando mi spostai alla Banca Commerciale Italiana. Dapprima mi venne affidata la gestione della succursale e poi delle responsabilità da funzionario. Nel 1995, entrai alla Accord Plastics Corporation in qualità di direttore finanziario. Nel 2001, sono rimasto coinvolto in un terribile incidente tra quattro auto su Finch Avenue e ho dovuto fare molta riabilitazione. Ho avviato la mia compagnia di consulenza fiscale finché non ho ottenuto la carica di direttore finanziario della Camera di Commercio Italiana (in Ontario). Ho cominciato a rallentare sul piano della carriera nel 2018. La mia carriera calcistica è iniziata nel 1961 con l’Organizzazione giovanile Toronto Italia, sotto la guida del leggendario allenatore Alberto De Rosa. Dal 1964 al 1969, mi sono dato un bel da fare a livello competitivo nella National Soccer League (NSL). Nel
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My soccer career began in 1961 with the Toronto Italia Youth Organization, under legendary coach Alberto De Rosa. From 1964 to 1969, I more than held my own in the physically competitive National Soccer League (NSL). In 1970, I helped Sudbury Italia win the NSL title. I am also proud to have been part of Toronto’s one year experiment with professional indoor soccer at Maple Leaf Gardens, in 1974. This allowed me to play alongside Brazilian soccer legend Garrincha. After playing six years for Sora FC, I finally joined the Toronto Azzurri in 1982, where I remained as a player and club leader (including president and treasurer) for many years. I am deeply delighted to be one of the founding board members of the new Toronto Azzurri Soccer Club, re-established in 1999 to promote youth soccer. The legacy of Nonna Pasqua Aquila D’Avolio Cipriani lives on with our annual family picnic in Fort Niagara, New York. Four generations later the extended family still gets together every summer to celebrate. My father passed away in 2010, at the age of 93. My mother passed away due to COVID, just six months short of her 100th birthday in 2020. They have left behind a strong and cohesive family. Many today complain that we live in the worst of times. My parents and grandparents would be the first to say that we have been spoiled by the good times we have come to expect. I can only hope that the strength and determination of their ancestors is just as prevalent in younger and future generations of my family. I believe that our Canadian immigrant experience has made us even stronger and more committed to giving back by donating our time to community service projects. For more Italian-Canadian life stories, visit www.transformationscanada.com
1970, ho contribuito alla vittoria del titolo NSL della squadra Sudbury Italia. Sono anche fiero di aver preso parte, nel 1974, all’esperimento di un anno di calcio professionistico al chiuso ai Maple Leaf Gardens. Opportunità che mi ha permesso di giocare al fianco di Garrincha, leggenda del calcio brasiliano. Dopo aver giocato per sei anni con il Sora FC, nel 1982, sono entrato infine nei Toronto Azzurri, dove sono rimasto come giocatore e funzionario del club (tra cui presidente e tesoriere) per molti anni. Sono profondamente lieto di essere uno dei fondatori e membri del consiglio di amministrazione del nuovo Toronto Azzurri Soccer Club, rifondato nel 1999 per promuovere il calcio giovanile. L’eredità di Nonna Pasqua Aquila D’avolio Cipriani continua a vivere nel picnic che la famiglia organizza ogni anno a Fort Niagara, New York. Quattro generazioni più tardi la famiglia estesa continua a riunirsi ogni estate per celebrarla. Mio padre è venuto a mancare nel 2010, all’età di 93 anni. Mia madre è morta nel 2020 a causa del Covid, a sei mesi dal suo cesimo compleanno. Hanno lasciato una famiglia molto unita. Molte persone oggi lamentano di vivere in un’epoca terribile. I miei genitori e i miei nonni sarebbero i primi a dire che questo benessere che ci aspettiamo è da viziati. Mi auguro solamente che la forza e la determinazione dei nostri antenati continui a prevalere nelle nuove generazioni e in quelle future. Credo che la nostra esperienza da immigrati canadesi ci abbia reso ancora più forti e impegnati nel sociale. Per saperne di più sulle storie di vita italo-canadese, visita il sito www.transformationscanada.com
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Photo by Liana Carbone
On Passports and Privilege BY - D I M I C H A E L A D I C E S A R E
Dei passaporti e del privilegio
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he onset of the pandemic instigated self-reflection and a reassessment of priorities on a global scale. When March of 2020 hit, my husband and I suddenly found ourselves able to cocoon as a family (with our little dog Giacomo) and re-establish a connection that had been lost to the pace of our careers. We mourned the cancellation of our yearly trip to Southern Italy, which had become something of a pilgrimage for us. Whenever we cooked or talked, our focus inevitably turned to Italy. The nostalgic performance of our heritage, complete with homemade pizza and a spoiled Italian Greyhound, was like a suit of armour in uncertain times. Convinced my live theatre career was over, I started several new projects in a frantic attempt at moving on, Italian citizenship being one of them. For my husband, the desire for a burgundy passport was practical: a safe backup option for eventual retirement or the next global crisis. For me, the yearning was deeply symbolic, since most of my work has been about giving voice to my ancestors. I felt I should finally earn the official title of “Italian”. So began the labourious process of our citizenship applications. I read the guidelines on the consulate’s website. My understanding of Jus Sanguinus, or right of blood, was that our Italian-born mothers would be our most legitimate claim. I started compiling all the required documents and wrote to both their comuni, specifying to them the consulate’s website only accepted originals. I made Access to Information requests on the Canadian Federal Government’s website to obtain our mothers’ landing records. I waited. I made a phone appointment with the consulate. I waited some more. I received my mother’s landing papers. I cried. During the phone meeting, I discovered our mothers were a dead end. We were both born after they became naturalized Canadian citizens so they could not confer Italian citizenship to us. My Calabrian mother, whose blood flushed my cheeks as I took the call, was not enough. The consulate encouraged
Lo
scoppio della pandemia ci ha spinti, su scala mondiale, all’autoriflessione e a riconsiderare le priorità. A marzo 2020, all’improvviso, io e mio marito abbiamo potuto ritrovare il nostro nido (insieme al nostro cagnolino Giacomo) e quel legame che il ritmo delle nostre carriere aveva disperso. Ci è dispiaciuto dover annullare il nostro viaggio annuale, per noi sorta di pellegrinaggio, nel sud Italia. Ogni volta che cucinavamo o parlavamo, finivamo inevitabilmente per parlare dell’Italia. Le manifestazioni nostalgiche sulle nostre origini, la pizza fatta in casa e un levriero italiano, erano diventati una sorta di corazza in tempi d’incertezza. Convinta del fatto che la mia carriera teatrale dal vivo fosse finita, ho dato vita a numerosi progetti, nel tentativo frenetico di andare avanti: tra questi, quello di prendere la cittadinanza italiana. Per mio marito, il desiderio di ottenere il passaporto bordeaux era pratico: un piano B sicuro al momento del pensionamento o per la prossima crisi planetaria. Per me, il desiderio era profondamente simbolico, dato che la maggior parte dei miei lavori sono sempre nati dal desiderio di dar voce ai miei antenati. Sentivo di dover finalmente ricevere il titolo ufficiale di “italiana”. Così, è stata avviata la laboriosa pratica per la richiesta di cittadinanza. Ho letto le direttive sul sito web del consolato. Da quello che avevo capito dello Jus Sanguinus, o diritto di sangue, era che le nostre madri nate in Italia erano quelle che legittimavano più di tutto la nostra richiesta. Ho cominciato a compilare tutti i moduli necessari e a scrivere ai comuni di entrambe, specificando loro che il consolato accettava solo i certificati originali. Ho attivato l’accesso alla sezione Richiesta informazioni del sito web del governo federale canadese per ottenere i documenti del loro arrivo in Canada. Ho aspettato. Ho prenotato un appuntamento telefonico con il consolato. Ho aspettato ancora. Ho ricevuto i documenti dell’immigrazione di mia madre. Ho pianto. Durante l’appuntamento telefonico, ho scoperto che le nostre madri non ci avrebbero portato a niente. Poiché eravamo nati entrambi dopo che si erano naturalizzate canadesi, non potevano conferirci la cittadinanza italiana. Mia madre, calabrese e il cui sangue mi aveva infuocato le guance durante la telefonata, non bastava. Il consolato mi ha
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me to restart the process using our paternal grandparents, yet to be wary of marriage and naturalization dates for our grandmothers, because those could sway eligibility one way or the other. “The problem is women weren’t people back then.” I was in too deep to quit. I wrote to four separate comuni for our grandparents’ records. I requested Canadian landing papers for my side only because the consulate assured me my husband’s grandparents were already on file. Eventually, I received a phone call, “Congratulations! You are the wife of an Italian citizen.” My paternal line had been another dead end. My husband made an appointment to pay his consular fees. Unfortunately, upon arrival, the landing records for his grandparents were mysteriously no longer on file. I filed two more Access to Information requests. The delay is 30 days, but three months went by. I called federal helplines. I was either met with utter confusion or the recommendation to hire an immigration lawyer. We contacted our local MP, who put us in touch with the Federal Minister responsible, whose first few emails repeatedly inquired whether we had filed the right form (we had). Finally, we received the landing documents and were able to secure another consular appointment for payment. In February 2022, I was told I could be recognized as an Italian citizen through marriage, but had to pass a language test first. A sense of otherness mixed with a little rage came over me. I cracked a joke about feeling like a mail-order bride. They warned me the exam could take months to schedule and the results are notoriously slow to arrive. I immediately tried to register for the exam. The Montreal Italian Cultural Institute had a date in May, but they notified me it could be cancelled and encouraged me to look elsewhere. The University of Laval had an upcoming date in December, almost a year away! Finally, I found a date at the Italian Cultural Institute in Toronto. In the days leading up to my exam, I worked myself into a panic, my inner voice chattering away, predicting my upcoming failure with glee. I had placed so much value on the recognition of my italianità that I could no longer see my own privilege through the cloud of my anxiety. While it may have stung that my husband received his citizenship automatically, or that I personally know passport holders who don’t speak a word of Italian, I realized that looking at nationhood through the lens of merit is dangerous. My status as a “desirable immigrant” plays directly into the current populist propaganda over the “migrant crisis” and impacts people who are dehumanized based on their race or country of origin. My ability to participate in the commodification of a European passport is not without problematic implications. I wrote this article while in Italy for the purpose of opening a bank account. The process took four days, two financial institutions, and the help of the mayor. If the bureaucracy throughout this process frustrated me, while carried out in two languages I speak fluently, what must the process be like for newcomers and refugees to Italy? At the time of publication, I am not officially a citizen. There is more waiting and more paperwork to be done. Will holding my new Italian passport change anything at all? Perhaps citizenship is like marriage: the certificate has no effect on the history, love, respect and work that has gone into the relationship. But I will have officially reclaimed what my mother was forced to renounce, and that feels important to me.
incoraggiata a ricominciare la pratica ricorrendo ai nonni paterni, facendo tuttavia attenzione alle date di matrimonio e di naturalizzazione delle nostre nonne che avrebbero pesato sull’idoneità in un senso o nell’altro: “Il problema è che ai tempi le donne non erano persone”. Ormai mi ero spinta troppo oltre per arrendermi. Ho scritto a quattro comuni diversi per ottenere i certificati dei nostri nonni. Ho richiesto i documenti canadesi di immigrazione solo per i miei nonni perché al consolato mi avevano assicurato che quelli dei nonni di mio marito erano già in archivio. Alla fine ho ricevuto una telefonata: “Congratulazioni! È la moglie di un cittadino italiano”. Ancora una volta, la mia via paterna non avrebbe portato a niente. Mio marito ha fissato un appuntamento per pagare gli oneri consolari. Purtroppo, all’arrivo, i documenti dell’immigrazione dei suoi nonni erano misteriosamente spariti dall’archivio. Ho compilato altre due richieste di accesso alle informazioni. L’attesa è di 30 giorni ma sono passati tre mesi. Ho chiamato i numeri di assistenza federali. Mi ritrovavo nella confusione più totale, mi suggerivano di assumere un avvocato specializzato in immigrazione. Abbiamo contattato il nostro MP, il quale ci ha messi in contatto con il ministero federale di competenza, il quale, a sua volta, continuava a chiederci per email se avessimo compilato il modulo giusto (cosa che avevamo fatto). Alla fine, abbiamo ricevuto i documenti di immigrazione e siamo riusciti a fissare un appuntamento al consolato per effettuare il pagamento. A febbraio 2022 mi è stato detto che potevo essere riconosciuta come cittadina italiana attraverso il matrimonio, ma che prima dovevo superare un esame di lingua. Sono stata colta da un senso di estraneità e da un po’ di rabbia. Ho fatto una battuta sul fatto di sentirmi come una moglie per corrispondenza. Mi hanno avvisata che ci sarebbero potuti volere mesi per prenotare l’esame e che si sapeva che i risultati ci avrebbero messo tanto ad arrivare. Ho cercato di iscrivermi immediatamente agli esami. L’Istituto Italiano di Cultura di Montreal offriva una data per maggio, ma mi hanno avvisata che l’esame avrebbe potuto essere cancellato e che quindi mi conveniva rivolgermi altrove. L’Università di Laval offriva l’esame a dicembre: quasi un anno dopo! Alla fine, ho trovato una data all’Istituto di Cultura di Toronto. Nei giorni precedenti all’esame, mi sono fatta prendere dal panico, con la mia vocina interiore che parlava a vanvera, prevedendo entusiasta il mio imminente fallimento. Mi ero dedicata così tanto al riconoscimento della mia italianità da non essere più in grado di vedere quel mio stesso privilegio nella confusione della mia stessa ansia. Per quanto m’infastidisse che mio marito avesse ricevuto la cittadinanza in automatico, o che conoscessi personalmente qualcuno in possesso del passaporto che non conosceva una sola parola di italiano, mi sono resa conto che ambire alla nazionalità per soli meriti può rivelarsi pericoloso. Il mio status di “immigrato desiderabile” s’inserisce perfettamente nell’attuale propaganda populista riguardo alla “crisi degli immigrati” e pesa su persone che perdono la loro valenza umana in base alla razza o al paese d’origine. La mia capacità di prendere parte alla mercificazione del passaporto europeo non è priva di implicazioni negative. Ho scritto questo articolo mentre mi trovavo in Italia con l’intento di aprire un conto in banca. Una procedura che ha richiesto quattro giorni, due istituti bancari e l’aiuto del sindaco. Se la procedura burocratica si è rivelata frustrante per me che parlo due lingue in modo corrente, come deve essere per i neo-immigrati e i rifugiati in Italia? Al momento della pubblicazione, non sono ufficialmente cittadina. Vanno presentati dei documenti e attendere ancora. Avere un passaporto italiano cambierà qualcosa? Forse la cittadinanza è come il matrimonio: il certificato non ha alcun effetto sulla storia, sull’amore, sul rispetto e sull’impegno che rientrano in un rapporto. Tuttavia, ciò che conta è che avrò reclamato ufficialmente ciò a cui mia madre è stata costretta a rinunciare.
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Quiet
The
Immigrant Project
The silent stories of our grandmothers Le storie taciute delle nostre bisnonne
The Quiet Immigrant Project honours the femmine forti (strong women) who immigrated to Canada following the Second World War, focusing on documented narratives of strength, courage, determination and sacrifice. The group who began documenting the women’s stories in 2018 compiled about 20 testimonials so far, which are all available online in English and Italian. Panoram Italia is publishing one of these journeys.
Il progetto The Quiet Immigrant celebra le “femmine forti” che immigrarono in Canada dopo la Seconda guerra mondiale, focalizzandosi su storie di forza, coraggio, determinazione e sacrificio. Il gruppo, che nel 2018 ha cominciato a documentare le storie di queste donne, fino ad ora ha raccolto 20 testimonianze, tutte disponibili in rete sia in inglese che in italiano. Panoram Italia ha scelto di pubblicare uno di questi racconti.
The Story of Giulia Pancino (née Babuin) As told by her daughter Lillian Libralato (née Pancino) Raccontata dalla figlia Liliana Libralato (nata Pancino)
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iulia Pancino (née Babuin) was born at home in Vallenoncello, Pordenone on January 10, 1920 and died in Toronto on January 22, 2013. Pancino was already very familiar with Canada before deciding to immigrate. Decades prior to her own departure from Italy, in the early 1920s, her father had travelled to Timmins, Ontario in search of work in the mines. Her brother Giulio, one of many who left Italy immediately after the Second World War, was of great help to Pancino and her family when the time came for her to immigrate. Sponsorship and home security, often arranged by family or friends, were both essential upon arrival to a new place. The Babuin/Pancino family was dirt poor; leaving for a new life required doing so in the most cost-effective way possible. So it started with a bumpy train ride to the port of Le Havre, France. On July 25, 1949, along with her husband Enrico and their two young children (Liliana, age eight, and Mario, age six) they set sail from the port of Le Havre, France on the Cunard White Star Limited Scythia. In their possession were third class tickets and two suitcases for a family of four. Even in midsummer, the North Atlantic bared its teeth. After a challenging voyage of some 10 days, their vessel landed in Que-
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iulia Pancino (nata Babuin) nacque in casa a Vallenoncello, Pordenone, il 10 gennaio 1920 ed è morta a Toronto il 22 gennaio 2013. Prima ancora di decidere di immigrarvi, Pancino aveva già una certa familiarità con il Canada. All’inizio degli anni ’20, decenni prima dalla sua partenza dall’Italia, suo padre si era trasferito a Timmins, Ontario, in cerca di lavoro nelle miniere. Suo fratello Giulio, uno dei tanti a lasciare l’Italia subito dopo la Seconda guerra mondiale, le fu di grande aiuto quando giunse anche per lei il momento di emigrare con la sua famiglia. Il ricongiungimento famigliare e la sicurezza di una casa, spesso grazie all’intervento di parenti e amici, erano fondamentali all’arrivo in un posto nuovo. La famiglia Babuin/Pancino era poverissima: partire per una nuova vita significava farlo al massimo del risparmio. Così, tutto ebbe inizio con un viaggio scomodo in treno fino al porto di Le Havre, Francia. Il 25 luglio 1949, insieme al marito Enrico e ai loro due figli (Liliana di otto anni e Mario di sei) s’imbarcarono al porto di Le Havre, Francia sulla Cunard White Star Scythia. In loro possesso: biglietti di terza classe e due valigie per quattro persone. Sebbene fossero in piena estate, l’oceano Atlantico settentrionale mostrò i denti. Alla fine di un difficile viaggio di circa 10 giorni, la
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bec City. The odyssey continued loro nave attraccò nella città di by train to Union Station, Toronto Quebec. L’odissea continuò in in neighbouring Ontario. What treno fino alla stazione Union di ToLiliana most vividly remembers is ronto, nel vicino Ontario. Il ricordo “a long train ride with wooden seats più vivido di Liliana è “un lungo and strange-shaped bread.” viaggio in treno su sedili di legno e At Union Station, they were un pane con una strana forma”. greeted by relatives and were filled Ad accoglierli alla stazione Union with gratitude for familiar faces and c’erano i parenti, cosa che suscitò sponsorship. That day also brought un senso di gratitudine sia per quei a new and wondrous food experivolti conosciuti che per la sponence: bananas! Liliana and Mario sorizzazione. Quel giorno fecero ate this exotic fruit for the first anche una nuova e meravigliosa time. To this day, Liliana continues esperienza alimentare: le banane! the daily ritual of eating a banana. Ancora oggi, Liliana segue il rituale English was a new language they di mangiare una banana al giorno. needed to quickly learn and underL’inglese era una nuova lingua da stand. The family was initially and imparare e capire quanto prima. In naturally confused by the profusion un primo momento, l’imponente of “Sale” signs in Toronto. Why was presenza di cartelli con su scritto sale (salt in Italian) so ubiquitous, “Sale” a Toronto disorientò ovand why was it so important to anviamente la famiglia. Perché c’era nounce its presence everywhere? sale dappertutto? Perché era così Giulia and her family found a importante annunciarlo ovunque? flat which consisted of a few rooms Pancino e la sua famiglia trovaand a shared bathroom, settled in rono un appartamento composto and called it home. Sharing a bathGiulia Babuin and Enrico Pancino with their children Liliana and Mario, July 1949 da un paio di camere e un bagno in room, and sometimes bathwater, comune, vi si trasferirono e quella was a common experience. divenne la loro casa. Divenne normale condividere il bagno e talvolta Almost immediately, Giulia found work at Tip Top Tailors l’acqua della vasca. (a Canadian retail clothing chain near Toronto’s waterfront). As Pancino trovò lavoro quasi immediatamente presso Tip Top Taia trained couture seamstress in Italy, Giulia derived satisfaction lors (una catena d’abbigliamento canadese vicino al lungo lago di from working there, sewing uniforms with many other immiToronto). Essendo una sarta esperta in Italia, le piaceva lavorare lì e grants for whom, in many cases, English became the common cucire divise insieme a molti altri immigrati per cui l’inglese divenne language. The Tip Top factory thus became Giulia’s language la lingua ponte. La fabbrica della Tip Top divenne quindi la scuola di classroom, where she learned to string together a few sentences lingua di Pacino, dove imparò a metter su delle frasi in inglese. in English. Adattarsi era fondamentale nei primi anni dell’immigrazione Adaptation was crucial in these early years of Italian immigraitaliana. Fu per questo che Liliana divenne Lillian. Una bambina di tion. Thus, Liliana became Lillian. Eight years old and tall for otto anni e alta per la sua età, avrebbe dovuto frequentare la seconher age, Lillian should have been in second grade. Instead, she da elementare. Invece, la inserirono in prima elementare alla scuola was placed in the first grade class at Dovercourt Public School. pubblica Dovercourt. Lillian ricorda lo shock e lo stupore dinnanzi Lillian remembers feeling shock and awe by being pressured to alla pressione di doversi integrare nel nuovo ambiente e che aveva integrate into her new environment, which included anglicizing portato all’anglicizzazione del suo nome e a rinunciare, riluttante, agli her name and reluctantly removing her pierced earrings. The orecchini. La curiosità dei compagni di Lillian per quei gioielli che le curiosity of Lillian’s peer group about the jewelry that dangled at pendevano dai lobi delle orecchie andava ben oltre la semplice inthe bottom of her ears went beyond mere inquisitiveness. They discrezione. Si prendevano inoltre la briga di giudicare e correggere: also took it upon themselves to judge and correct: “English girls “Le ragazze inglesi non si fanno i buchi alle orecchie”. È ovvio che
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“Pancino e la sua famiglia trovarono un appartamento composto da un paio di camere e un bagno in comune, vi si trasferirono e quella divenne la loro casa. Divenne normale condividere il bagno e talvolta l’acqua della vasca”.
“Pancino and her family found a flat which consisted of a few rooms and a shared bathroom, settled in and called it home. Sharing a bathroom, and sometimes bathwater, was a common experience.”
don’t pierce their ears.” Clearly a strong desire to belong and nel 1949 a prevalere nel quotidiano di un’immigrata di otto anni ci make friends ruled the daily life of an eight-year-old immigrant furono il forte bisogno di appartenenza e di fare amicizia. Così, Lillian girl in 1949. Lillian didn’t wear earrings again until her daughnon portò più gli orecchini fino al matrimonio della figlia: orecchini a ter’s wedding; they were clip-ons. clip. Like many other immigrant children, Lillian and Mario beCome accadde a molti bambini immigrati, Lillian e Mario divennero came interpreters for their parents. However, their parents were gli interpreti dei loro genitori che comunque erano ancora abbastannot too old to acquire new habits. Pancino learned to smoke beza giovani per acquisire nuove abitudini. Pancino imparò a fumare, cause it was fashionable for women to do so at the time. The large cosa che all’epoca era di moda tra le donne. La grande veranda della front veranda of the home that she and Enrico had purchased casa - che lei ed Enrico avevano acquistato su Delaware Avenue circa on Delaware Avenue about a un anno dopo il loro arrivo a year after arriving in Toronto Toronto - divenne un’oasi in became an oasis for evening cui rilassarsi e dove Pacino relaxation and indulging poteva concedersi quel suo Pancino’s newfound pastime. nuovo passatempo. As the family gradually setMan mano che la famitled and became accustomed glia si sistemò e si abituò al to their new environment, they nuovo ambiente, cominciò took it upon themselves to ad aiutare i neo immigrati assist more recent Italian imitaliani. La loro casa divenne migrants. Their home became un punto di riferimento per i a hub for boarders (known as pensionanti (noti come bori bordanti in Italian/Venetian danti nel gergo italo-veneziaslang) and dinners. For those no) e per quelli che volevano who had just arrived from Italy cenare. Per quelli che erano and needed a place to sleep or appena arrivati dall’Italia ed food to eat, the Pancino home avevano bisogno di un posto on Delaware was a prime and in cui dormire e mangiare, la Giulia with children Liliana and Mario (c.1950) popular destination. Commucasa dei Pancino su Delanal dinners of eight to ten on any given day were not uncommon. ware divenne una destinazione popolare. Non era insolito che, in un Pancino became a mother for a third time, this time in Canada giorno qualunque, ci fossero cene comunitarie di otto, dieci persone. in September of 1951 to her figlio Canadese (Canadian son) Pancino divenne madre per la terza volta nel 1951, questa volta Sergio, who learned Italian around the kitchen table. Pancino in Canada, del suo figlio canadese, Sergio, che l’italiano lo imparò a went on to become a cherished nonna to nine grandchildren and tavola. Pancino divenne poi una nonna amata dai suoi nove nipoti e a bisnonna (great-grandmother) to nine great-grandchildren. bisnonna di nove pronipoti. Ancora oggi, i valori e il conforto familiStill, the value and comfort of relatives that she and her husband are che sia lei che suo marito Enrico mostrarono nell’accogliere i loro Enrico displayed in welcoming paesani into their home is an compaesani a casa loro è una parte altrettanto preziosa dell’eredità equally treasured part of their enduring legacy. che hanno lasciato per sempre.
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Progress Report on Long-COVID Interview with Dr. Emilia Liana Falcone, director of the post-COVID-19 Research Clinic of the Montreal Clinical Research Institute (IRCM). Intervista alla Dott.ssa Emilia Liana, direttrice del nucleo di ricerca clinica post-Covid 19 dell’Istituto di ricerche cliniche di Montreal (IRCM). Carole Gagliardi carole.gagliardi@panoramitalia.com
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the amount of COVID-19 cases and deaths decreases throughout Canada and life slowly resumes, science investigates the side effects of the virus. More than 200 persistent symptoms have been identified and are ascribed to long-COVID. “We know that something new will always emerge, and as of April 2020 I had the intuition that there would be side effects due to COVID-19”, says Dr. Emilia Liana Falcone. The COVID-19 Research Clinic, established in February 2021 by Dr. Falcone, Infectious Diseases specialist and researcher at the Montreal Clinical Research Institute, is currently studying these side effects. Several are related to hospitalization in intensive care, and may take the form of pulmonary clot—responsible for respiratory problems—cerebrovascular accidents, neurological sequela, etc. Many non-hospitalized patients suffer from intense fatigue, which affects their daily life. “We have also noticed neurological symptoms, such as fuzzy thinking, difficulties with memory, insomnia, or, conversely, too much sleep. We have observed cardiopulmonary problems, including shortness of breath, chronic coughing, palpitations, dizziness, numbness, gastro-intestinal symptoms, or even persistent loss of sense of taste and smell. The post-COVID-19 Research Clinic project is an opportunity to assess a current clinical problem in real time, immediately move to the lab, make hypotheses straightaway, and investigate. Much of the work comes also from our intuition,” explains Dr. Falcone, whom we had the opportunity to interview.
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entre i casi e i decessi legati al Covid-19 in Canada calano e la vita riprende tranquillamente il suo corso, la scienza esamina gli effetti prolungati lasciati dal virus. Sono stati identificati ben oltre 200 sintomi persistenti attribuibili al long-Covid. “Sappiamo che spunterà sempre qualcosa di nuovo e già ad aprile 2020 avevo intuito che il Covid-19 avrebbe lasciato degli effetti collaterali”, spiega la dottoressa Emilia Liana Falcone. Queste conseguenze sono alla base degli studi condotti dal nucleo di ricerca post-Covid messo su a febbraio 2021 dalla dottoressa Falcone, specializzata in malattie infettive e ricercatrice presso l’Istituto di ricerche cliniche di Montreal. Alcuni di questi effetti sono legati a ricoveri in terapia intensiva e possono manifestarsi sotto forma di embolie polmonari che provocano problemi respiratori, di incidenti vascolari cerebrali, di complicanze neurologiche, ecc. Molti dei pazienti non ospedalizzati lamentano una stanchezza eccessiva che ne pregiudica la vita quotidiana. “Notiamo inoltre sintomi neurologici come nebbia cognitiva, problemi di memoria, di insonnia o, al contrario, una sonnolenza eccessiva. C’è inoltre il quadro cardio-polmonare che può dar vita a fiato corto, tosse cronica, palpitazioni, vertigini, intorpidimento, sintomi gastrointestinali ovvero la perdita persistente di gusto e olfatto. Il progetto del nucleo di ricerca post-Covid 19 rappresenta un’occasione per valutare in tempo reale un problema clinico attuale, per passare immediatamente al laboratorio, per fare delle ipotesi immediate e per indagare. Gran parte del lavoro viene anche dalla nostra intuizione”, spiega la dottoressa Falcone, che abbiamo avuto la fortuna di intervistare.
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Panoram Italia: Who is at risk of suffering from long-COVID? Emilia Liana Falcone: In general, patients who were hospitalized in intensive care units are more at risk of experiencing side effects. We have also observed significant amounts of nonhospitalized patients suffering from long-COVID. The risk factors that have been identified by studies include type 2 diabetes, asthma, a high body mass index, some comorbidities, mental health issues, and—according to another study—higher viral load markers. It’s important to analyze these indicators in depth. We might need to collect some samples during the acute phase of the infection to identify some more biomarkers.
Panoram Italia: Chi sono le persone con maggiori probabilità di soffrire degli strascichi del long-Covid? Emilia Liana Falcone: In genere, i pazienti che sono stati ricoverati in terapia intensiva hanno maggiori probabilità di presentare dei sintomi che permangono. Notiamo gli effetti del long-Covid anche in un gruppo consistente di pazienti non ospedalizzati. I fattori di rischio che emergono dagli studi sono più spesso il diabete di tipo 2, l’asma, un indice di massa corporea alto, delle comorbidità e dei problemi di salute mentale; un altro studio, inoltre, mostra dei marcatori di carica virale più elevati. Si tratta di indizi che vanno studiati più a fondo. Bisognerebbe eventualmente prelevare dei campioni durante la fase più acuta della malattia per identificare dei biomarcatori.
PI: Is there any variant of the virus that is more likely to cause long-COVID? ELF: We are actively working on that. We have to take vaccination into account, as well as the fact that the virus is constantly changing. Analyzing the impact of vaccination, we notice that some patients, although vaccinated, are reinfected in various ways. Several scenarios show that, even though we had COVID once without suffering from long-COVID, it doesn’t mean that it can’t happen after a second or third infection. Preliminary studies suggest that if you are vaccinated, your chances of suffering from long-COVID are less than 50%.
PI: C’è una variante del virus più incline di un’altra a provocare il long-Covid? ELF: Lo stiamo valutando attivamente. Bisogna tener conto del fatto che entra in gioco la vaccinazione e che il virus muta costantemente. Analizziamo l’effetto della vaccinazione e notiamo pazienti che, benché vaccinati, si reinfettano a vari livelli. Più scenari indicano che il fatto di aver contratto il Covid una volta e di non aver sofferto di longCovid, non implica che ciò non possa accadere qualora si dovesse verificare una seconda o terza infezione. Degli studi preliminari tendono a evidenziare che se si è vaccinati, le possibilità di soffrire di long-Covid sono inferiori al 50%.
PI: What is the percentage of COVID patients that will develop long-COVID? ELF: It is very difficult to determine the prevalence. It is estimated to be around 10 to 30%, but it varies a lot. A study conducted by the Quebec National Institute of Public Health focusing on long-term complications on health care workers who had COVID-19 shows a prevalence between 40% and 45% in this group. Could it be an overestimation? Of course, considering that certain symptoms can be attributed to other diseases. As per the definition of long-COVID, it is necessary to experience at least one persistent symptom over a period of two to three months following the infection. Therefore, we have to be extremely cautious in our analysis. The complexity of this disease means that it needs to be studied in hindsight, and that it is necessary to analyze the patient’s entire history. It is necessary to know who the patient was prior to the infection: Were they active? Did they suffer from certain symptoms or diseases? One of our goals is to find biomolecular markers that can help us diagnose the disease, or even predict the future status of the patient’s health.
PI: In che percentuale dei pazienti affetti da Covid manifesteranno il long-Covid? ELF: È molto difficile determinarne la prevalenza. Sebbene si stimi attorno al 10-30%, è un dato molto variabile. Uno studio condotto dall’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica del Quebec incentrato sugli effetti a lungo termine negli operatori sanitari che hanno contratto il Covid, indica una prevalenza del 40-45% all’interno di questo gruppo. Si può parlare di sovrastima? Certamente, dato che alcuni sintomi possono essere associati ad altre malattie. Per parlare di long-Covid bisogna di fatto presentare almeno un sintomo che persiste per oltre due-tre mesi dopo l’infezione. La nostra analisi richiede dunque una certa cautela. Poiché si tratta di una malattia complessa da diagnosticare e che richiede un certa riflessione, è necessario valutare il paziente nel suo complesso. Bisogna sapere chi fosse prima dell’infezione: era una persona attiva? Presentava dei sintomi o delle malattie? Uno degli obiettivi è quello di trovare dei marcatori biomolecolari che ci aiutino a fare una diagnosi o persino ad anticipare e predire l’evoluzione dello stato di salute del paziente.
PI: Is the world facing new diseases linked to the emergence of new viruses? ELF: Yes, this will be our new normal from now on. There have always been viruses, but the fact that we have experienced a pandemic has shown us how important preparedness and early identification are in containing them as soon as possible. When it comes to vaccines, especially mRNA vaccines, we have come a long way. In order to protect oneself and others, it is important to be vaccinated, and to seek medical consultation at the first sign of symptoms.
PI: Il mondo dovrà tener conto di nuove malattie legate all’insorgere di nuovi virus? ELF: Sì, ormai sarà all’ordine del giorno. I virus ci sono sempre stati ma l’aver sperimentato la pandemia ci ha messo in guardia sull’importanza di essere preparati e di indentificarli velocemente per contenerli il più possibile. Abbiamo fatto dei progressi incredibili nel campo dei vaccini, in particolare in quello dei vaccini a mRNA. È importante farsi vaccinare per proteggersi e per proteggere gli altri, così come consultare immediatamente un medico all’insorgere dei sintomi. Traduction française à la page 95
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Kamloops
The city with a touch of Italian BY - D I A N N A F O S C H I C I A M P O L I N I
La città con un tocco italiano
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amloops, British Columbia is a proud city and rightly so. Its economy is thriving, especially in the construction sector. Its settings are spectacular, offering a laid-back lifestyle within unspoiled nature. It is a paradise for outdoor sports and boasts world-class sports facilities. It is considered the “tournament capital” of Canada, hosting more than one hundred tournaments each year. Moreover, its people pride themselves on having a big heart. The future looks bright as more city folk are moving to Kamloops, selling high-priced real estate in Vancouver to buy beautiful, more affordable property. Located in southcentral British Columbia, at the confluence of the two branches of the Thompson River and east of Kamloops Lake in the Thompson Country, the city takes its name from the Shuswap word “Tk’ mlúps”, meaning “meeting of the waters”. In pre-colonial times, it was home to the Secwepemc people, who were decimated by the smallpox epidemic of 1862. First Nations culture is still vibrant, and the Shuswap language is still spoken by members of the Tk’ mlúps people. Italians make up roughly 4% of Kamloops’ population, but they carry great importance in the city’s history and development. The first Italian immigrants came at the end of the 19th century. By 1914, they founded the Colombo Lodge, a benevolent association that now counts 220 members and is still the major community hub. Ross Spina, the current president, came to Canada in 1955 at age four from Grimaldi, a small town in Calabria. He retired after a career in education and is dedicated to the Lodge and connecting with the younger Italian-Canadians. “It is crucial to main-
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amloops, Columbia Britannica, ha ogni ragione di essere fiera. Gode di un’economia fiorente - soprattutto nel settore edilizio - e di paesaggi meravigliosi in cui vivere rilassati, immersi in una natura incontaminata. È un vero e proprio paradiso per gli amanti dello sport all’aria aperta e vanta strutture sportive di primordine. Grazie alle centinaia di competizioni che ospita ogni anno, viene considerata la “capitale dei tornei” del Canada. Per di più, i suoi abitanti si vantano di avere un cuore grande. Kamloops sembra avere un futuro radioso davanti: è in aumento il numero di persone che vi si trasferisce, dopo aver venduto proprietà carissime a Vancouver per acquistarne di più abbordabili. Situata nella Columbia Britannica sud-centrale, laddove confluiscono due rami del fiume Thompson e il lago Kamloops della regione di Thompson, la città deve il proprio nome alla parola Shuswap Tk’əmlúps, che significa “incontro delle acque”. In epoca precoloniale, era la terra del popolo Secwepemc, decimato da un’epidemia di morbillo nel 1862. La cultura delle Prime Nazioni è ancora vibrante e il popolo dei Tk’əmlúps mantiene la propria lingua. Pur rappresentando solo il 4% della popolazione di Kamloops, gli italiani hanno molto contribuito alla storia e allo sviluppo della città. I primi immigrati vi giunsero alla fine del XIX secolo. Nel 1914, fondarono il Colombo Lodge, un’associazione benefica che oggi vanta 220 iscritti e che continua ad essere un importante punto di ritrovo per la comunità. Ross Spina, l’attuale presidente, è arrivato in Canada nel 1955 all’età di quattro anni da Grimaldi, un paesino della Calabria. Dopo aver lavorato in campo educativo, ora si dedica al Lodge mantenendo un contatto con i giovani italo-canadesi. “È fondamentale motivarli e mante-
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tain a cultural component to nere viva la componente culturale connect and motivate them d’origine” spiega. Il Colombo Lodge to keep the legacy alive,” he e la Can-Ital Ladies Society (Sosays. Colombo Lodge and cietà delle donne italo-canadesi), the Can-Ital Ladies Society, un’organizzazione indipendente an independent organizafondata nel 1964, hanno una lunga tion founded in 1964, have tradizione di beneficenza. Il Lodge a longstanding tradition of conferisce cinque borse di studio generosity. The Lodge awards ai diplomati delle scuole pubbliche five scholarships to public and e private del Provveditorato agli private school graduates in the studi della regione di Kamloops e Kamloops Thompson School ha sempre partecipato con raccolte District region and has always fondi a seguito di catastrofi come il stepped in to help with relief terremoto del Friuli del 1976 e i due fundraising for catastrophic terremoti più recenti in Irpinia e a events like the 1976 Friuli L’Aquila. Durante la pandemia del earthquake and the more Covid-19 hanno distribuito 1.200 recent earthquakes in Irpinia pasti agli operatori in prima linea. and L’Aquila. Their catering La comunità italiana locale ha service provided 1,200 meals sempre creduto nel valore della to frontline workers during the solidarietà e in una forte etica del COVID-19 pandemic. lavoro, valori fondamentali che ne The local Italian community hanno promosso la sua rilevanza. always believed in solidarity L’imprenditore Joe Stella, memand a strong work ethic. These bro del Lodge, fa notare che sono core values helped it rise to a molte le strade intitolate a italiani prominent position. Joe Stella, del posto. Stella, persona dinamica a member of the Lodge and di origini abruzzesi, fa notare con businessman, points out that orgoglio il contributo degli imprenthere are several city streets ditori italiani locali allo sviluppo del named after local Italians. settore edilizio e del relativo indotto. Joe Stella The energetic Stella, origiSono leader in molti settori di rilievo nally from Abruzzo, proudly notes Italian entrepreneurs helped come quello della ristrutturazione, delle auto, della progettazidevelop the local construction industry and related activities. one dei giardini, del giardinaggio ecc. Sono anche molto attivi They are leaders in many prominent sectors like restauration, in politica: Frank Caputo è l’attuale MP federale della circoautomotive, landscaping, gardening and others. They are also well scrizione Kamloops-Thompson-Cariboo; Tony Romano e Mike represented in politics: Frank Caputo is currently the federal MP Lara sono stati consiglieri municipali e Phil Gagliardi, ex ministro for the Kamloops-Thompson-Cariboo riding, Tony Romano and delle autostrade in B.C., è stato il sindaco della città tra il 1989 Mike Lara served as city councillors and Phil Gagliardi, former e il 1990. Sebbene sia nato a Mission, Gagliardi si considera di B.C. minister of highways, was city mayor in 1989-90. Although Kamloops. Di recente, la famiglia ha donato 10 milioni di dolhe was born in Mission, Gagliardi refers to Kamloops as home. lari all’Università Thompson River per l’istituzione della Scuola di Recently, the Gagliardi family donated $10 million to Thompson Economia e Business Bob Gagliardi. River University to establish the Bob Gagliardi School of BusiGli italiani di Kamloops si stanno impegnando molto affinché ness and Economics. i loro figli siano attivi all’interno della collettività. I leader della Kamloops’ Italians are working hard to encourage their chilcomunità sostengono che gli italo-canadesi di terza e quarta dren to get more involved in the community. Community leaders generazione avranno il compito di mantenere viva l’eredità culsay the third and fourth generation of local Italian-Canadians turale e di incoraggiarne lo sviluppo. Alcuni dei residenti fanno will face the task of keeping the legacy alive and fostering future notare che “manca un nuovo afflusso” dato che i laureati italiani development. “There is no new blood flowing in,” some resineo immigrati escludono Kamloops, preferiscono trasferirsi in dents are stating, noting that newly arrived young and educated città più grandi come Vancouver o Kelowna. Per proteggere la immigrants from Italy bypass Kamloops, preferring to settle in propria eredità culturale, la coesa comunità italiana fa molto leva larger cities like Vancouver or Kelowna. The closely-knit Italian sui valori tradizionali e sui legami famigliari. Molti osservano otcommunity relies on traditional values and strong family bonds timisti che le nuove generazioni apprezzano le numerose opporto preserve its heritage. Many are confident the younger generatunità che Kamloops ha da offrire e che vogliono rimanerci per tions appreciate the many opportunities that Kamloops offers metter su famiglia. Stella è entusiasta: “Non ci manca niente qui. and want to raise their families there. Stella is enthusiastic: “We Ci sono 100 laghi e sei campi da golf. Si può andare a pescare e have everything here. We have 100 lakes and six golf courses. fare escursionismo. L’aria è pura ed energizzante. La vita culturaPeople can go fishing, skiing or hiking as they please. The air is le fervida. La compagnia teatrale Western Canada Theatre è la pure and invigorating. Cultural life is flourishing. Our Western più grande compagnia professionale della Columbia Britannica. Canada Theatre is the largest professional theatre company in Per quale motivo un giovane amante della vita all’aria aperta B.C.’s interior. Why would a young, outdoorsy person go live in dovrebbe voler vivere in una grande città?”. the big city?”
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LIVINGITALIANSTYLE LAURA-TINA COLOMBO FIORE Nickname: Tina Occupation: Full-time art history student at Concordia University and unit coordinator at the Montreal Children’s Hospital Age: 22 Generation: Third Dad’s side from: Larino (Campobasso), Molise Mom’s side from: San Ferdinando di Puglia (Barletta-Andria-Trani), Puglia Raised in: Montreal, Quebec Speaks: English, Italian and French What’s your favourite food? Fried zucchini flowers and minestrone What’s a fun fact about you? I have the habit of finishing books, no matter how long, in one sitting. I finished a book series (five books, 700 pages each) in one week What song would play as the backtrack to your life? “Take it Easy” by The Eagles What’s an Italian tradition you want to carry on? Sunday lunches What Italian stereotype do you completely live up to? Talking loudly and excessive use of my hands What is your greatest achievement in life? My academic career (so far) Favourite Italian expression and why: “Che Dio ti benedica.” It’s a protective expression my nonna always says when we are leaving, protecting us on the drive and further travels.
Makeup artist: Vanessa Davis Photographer: Liana Carbone (Haven Creative Space)
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CARMINE CAUTILLO Nickname: Carm Occupation: Concordia student and artist Age: 24 Generation: Third Dad’s side from: Naples Mom’s side from: Sicily Raised in: Laval, Quebec Speaks: English What’s your favourite food? Any kind of homemade pasta What’s a fun fact about you? I paint, draw and recently started making rugs. I’m hoping to turn my passions into a successful business.What song would play as the backtrack to your life? Classical or Lo Fi music What’s an Italian tradition you want to carry on? Pasta Sundays, every Sunday! Having Sunday lunch with the family and being family-oriented are extremely important to me and are the best gifts in the world. What Italian stereotype do you completely live up to? I talk with my hands a lot.What is your greatest achievement in life? Being hearing impaired since birth, I am proud to say that I completed CEGEP with a business degree and am currently pursuing a bachelor’s degree in art. Even though it was an extra challenge because of my impairment, the accomplishments make me proud. Favourite Italian expression and why: “Oh Madonn!” The first time I said it, I was very young and was just mimicking someone around me who said it, and everyone thought it was hilarious.
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SAMUEL PRIMUCCI
Makeup artist: Katelyn Spencer Photographer: Bruna Rico
Nickname: Primo, Primmy, Primuch, Mooch, Sammy Occupation: Strategy consultant Age: 24 Generation: Third Dad’s side from: Palazzo San Gervasio (Basilicata), Potenza Mom’s side from: Sora (Frosinone), Lazio Raised in: Toronto, Ontario Speaks: English and I understand some Italian What’s your favourite food? Tomahawk steak What’s a fun fact about you? I lived in Milan for four months for an academic exchange, where I attended a semester at Bocconi University. What song would play as the backtrack to your life? I listened to “Eye of the Tiger” before every one of my hockey games growing up, and it still motivates me to this day. What’s an Italian tradition you want to carry on? Sunday lunches, insalata after every dinner and playing Scopa and Briscola What Italian stereotype do you completely live up to? Talking with my hands, speaking loudly What is your greatest achievement in life? Getting accepted to the Smith School of Business at Queen’s University and graduating with honours. Favourite Italian expression and why: “Un espresso per favore.” I said this every day when I lived in Milan. “In bocca al lupo.” My nonna says all the time.
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SOPHIA ANNE DI PROSPERO Nickname: Soph Occupation: High school teacher Age: 24 Generation: Third Dad’s side from: Sora, (Frosinone) Lazio and Cansano, (L’Aquila) Abruzzo Mom from: born in Adelaide, Australia, her parents from Vieste and Monte Sant’Angelo, (Foggia) Puglia Raised in: Richmond Hill, Ontario Speaks: English What’s your favourite food? Spaghetti aglio e olio, Nutella What’s a fun fact about you? I’ve worked for Centro Scuola – e Cultura Italiana, located in Serra San Bruno, (Vibo Valentia) Reggio Calabria, for three years as a teaching assistant, bringing over 200 students from Toronto to Italy to earn a grade 12 history credit. We visited other locations in the country as well, such as Tropea, Rome and Sicily, to name a few. There is nothing better than being part of experiential learning as students watch the Colosseum in their textbook come to life. I love to travel and teach so that experience as an educator really encompassed my zest for lifelong learning and adventure. What song would play as the backtrack to your life? “Felicità” by Al Bano and Romina Power. I appreciate the little things in life like, “un bicchiere di vino con un panino, la felicità.” What’s an Italian tradition you want to carry on? There are so many, including making the annual tomato sauce, playing tombola on Christmas Eve and Sunday lunches at my nonni’s house. I am grateful my Italian heritage has brought me beautiful traditions that foster togetherness and strive to keep the cultural legacies alive for future generations. What Italian stereotype do you completely live up to? I use my my hands while speaking and carry a saint card in my purse. #NonnaSoph What is your greatest achievement in life? Graduating with two degrees from Queen’s University during a global pandemic Favourite Italian expression and why: “Dopo la pioggia, arriva il sole.” I do my best to apply this expression in my everyday life. I’m constantly practicing the art of resilience, not only for my personal development but for my overall goal of being an authentic leader for my students. I think you learn most about yourself during hardships, and those experiences ultimately lead you to the “sun” and a better/strong version of ourselves. Also, I think that this expression is extremely appropriate given the current world state.
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TRAVEL
Tropea
Silvana Longo Travel Editor
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Back to the Beach Si torna al mare
have never met an Italian beach I didn’t like. Naturally, there are certain stunning stretches of coastline that stand out in my mind more than others but, the truth is, I delight in the experience and reap all the benefits of unencumbered beach time regardless of which shore I find myself on. That magical combination of sunshine, the hypnotic sound of the waves, the warm sand underfoot, the blissful sensation of immersing myself into the Mediterranean waters and that inevitable salty taste my lips have after a glorious swim make Summer Sil comes alive. She is in her element. It’s almost like a life-enhancing oxygen, which inevitably helps me relax, reset and reconnect with my joy again, that is until another Canadian winter challenges my resiliency and puts me back in survival mode. Naturally, I then start thinking about the Caribbean. Overall though, Italian beaches have that something ‘extra’ about them. I know I am not alone in this calling for the spiaggia italiana. It resonates with many, the only difference perhaps is having a preference for a particular sea or area over another. I am always curious to find out where that may be and the reasons why. So, if you’re a beach-loving Italophile, let me ask you: Where on the peninsula or its two islands nestled between the tre mari is your favourite, go-to beach? Are you team Adriatic? Tyrrhenian? Ionian?
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on ho mai visto una spiaggia che non mi sia piaciuta. È ovvio che la meraviglia di alcuni tratti costieri rispetto ad altri mi sia rimasta più impressa nella mente ma, a dirla tutta, a prescindere dal litorale su cui mi trovo, mi godo l’esperienza e mi prendo il meglio della leggerezza del tempo trascorso in spiaggia. La combinazione magica del sole, del suono ipnotico delle onde, della sabbia calda sotto i piedi, della benedetta sensazione che si prova nell’immergersi nelle acque del Mediterraneo e quella salsedine che inevitabilmente mi ritrovo sulle labbra dopo una bellissima nuotata, risvegliano la ‘Summer Sil’ che è in me. Ci sguazza. È quasi come un ossigeno rinvigorente che puntualmente mi aiuta a rilassarmi, a rigenerarmi e a rientrare in sintonia con la mia gioia, finché un altro inverno canadese non metterà a dura prova la mia resilienza riportandomi in modalità sopravvivenza. A quel punto, ovviamente, comincio a pensare ai Caraibi. In generale, comunque, le spiagge italiane hanno quel “qualcosa” in più. So di non essere la sola a provare quest’attrazione per la spiaggia italiana. La provano in molti: l’unica differenza sta nel preferire un mare o una particolare zona ad altre. Mi fa sempre venire voglia di scoprire perché e dove si trovi. Quindi, se anche voi siete degli italofili amanti della spiaggia, consentitemi di chiedervi: Qual è la vostra spiaggia preferita fra i tre mari della penisola o delle isole maggiori? Tifate per l’Adriatico? Il Tirreno? Lo Ionio? Quale vi ispira
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Which mare speaks to you most and why? Is it pure topography, the colours and clarity of the water, the services, the amenities, or maybe the special memories of magical summers and the people we spent them with which dictate this preference? Or perhaps a combination of both? Write to info@panoramitalia.com. In this issue, I go back to the source and explore my Calabrian roots and its blessed 800 kilometres of coastline, divided between two of the three seas: the Tyrrhenian and Ionian. I can’t cover all of the region’s beaches, although I have visited many of them on both sides of the toe and can safely say each has its own flavour and unique beauty. Some even leave you breathless. Ask any Calabrese, or for a less biased opinion, CN Traveler cited Calabria’s beaches as “one of Italy’s least celebrated and yet most spectacular, a sight easily the equal of the Ligurian or Amalfi coasts.” This year, Calabria has earned two new Blue Flag awards, totalling 17, in recognition of the most pristine and sustainable coastal resorts and marinas, awarded by the Foundation for Environmental Education (FEE), an international NGO based in Denmark. From the Riviera dei Cedri to the Jasmin coast, this region of unaccustomed tourism and raw beauty is one that I began
di più e perché? È una preferenza determinata da pura topografia, dai colori e dalla limpidezza dell’acqua, dai servizi, dalle strutture, o magari da ricordi speciali di estati magiche trascorse con qualcuno in particolare? Una combinazione di più cose magari? Scrivicelo a info@ panoramitalia.com. In questa edizione, ritorno alle origini per esplorare le mie radici calabresi con i suoi 800 chilometri di litorale, suddivisi tra due dei tre mari: il Tirreno e lo Ionio. Non potrò occuparmi di tutte le spiagge della regione, sebbene ne abbia visitate molte da un lato e dall’altro della punta dello stivale e possa affermare tranquillamente che ognuna possiede una bellezza unica e un fascino tutto suo. Alcune sono davvero mozzafiato: chiedetelo a qualunque calabrese o, se volete un’opinione meno di parte, a CN Traveler che ha citato le spiagge della Calabria come quelle di “una delle coste meno celebrate eppure tra le più spettacolari d’Italia, un paesaggio facilmente equiparabile a quello della costiera amalfitana o ligure”. Quest’anno la Calabria si è aggiudicata due nuove Bandiere Blu, per un totale di 17, in riconoscimento alle località rivierasche e ai porti turistici più incontaminati e sostenibili, assegnato dalla Fondazione per l’educazione ambientale (Fee), ong internazionale con sede in Danimarca. Avendo cominciato ad esplorare questa regione poco turistica e
“Don’t get me wrong, I appreciate the many lakes we have here in Ontario. However, they are a temporary fix for me—the dress rehearsal before the real thing.”
“Non fraintendetemi, mi piacciono i laghi dell’Ontario. Per me, però, sono un rimedio temporaneo, la prova dell’abito prima dell’evento vero e proprio”.
exploring at an early age, inevitably setting the standard high. In fact, it is always the mare I compare all others to. What can I say? My first love is a tough one to beat. And why reminisce alone? In response to my curious selfimposed study, I decided to ask our Panoram Italia editors to share their favourite Italian beach with readers too. Rest assured, we all have one. Thanks to the multitude of choices, no two answers are the same. In this travel section dedicated to the Italian seas, once you have swam and sunbathed, who doesn’t enjoy le passeggiate sul mare? Contributor Maureen Littlejohn explores the various coastal paths from north to south, where hikers and cyclists can enjoy the sea air and views while staying fit. After two years of intense pandemic life mixed in with threatened world peace, I feel this summer more than ever, we all need a reprieve from the bad news and to enjoy the simple pleasures of an Italian beach holiday. Don’t get me wrong, I appreciate the many lakes we have here in Canada. However, they are a temporary fix for me—the dress rehearsal before the real thing. So, whether you love the beach or fancy the mountains (we have those, too) join me on this coastal journey of Calabria and find out why this last stop before Sicily is one you should make, even if you’re not Calabrese.
dalla bellezza selvaggia sin da piccola, dalla Riviera dei Cedri alla Costa dei Gelsomini, sono diventata molto esigente. Motivo per cui uso sempre questo mare come metro di paragone. Che dire? È difficile trovare chi possa battere il mio primo amore. Perché ricordare da soli? In risposta a quest’analisi autoimpostami, ho deciso di chiedere ai redattori di Panoram Italia di far conoscere ai lettori anche le loro spiagge preferite. Vi assicuro che ognuno ne ha una. Grazie alle innumerevoli opzioni, non ci sono state risposte identiche. A chi, dopo aver nuotato ed essersi abbronzato, non piacciono le passeggiate al mare? In questa rubrica, la collaboratrice Maureen Littlejohn esplora i vari sentieri costieri da nord a sud, dove escursionisti e ciclisti possono mantenersi in forma godendosi panorami e brezza marina. Dopo due anni intensi di pandemia mescolati alla minaccia alla pace mondiale, ritengo che quest’estate più che mai abbiamo tutti bisogno di una tregua dalle brutte notizie e di goderci i semplici piaceri di una vacanza al mare in Italia. Non fraintendetemi, mi piacciono i laghi del Canada. Per me, però, sono un rimedio temporaneo, la prova dell’abito prima dell’evento vero e proprio. Detto questo, che vi piaccia il mare o che preferiate le montagne (ne abbiamo pure di quelle) seguitemi lungo questo viaggio costiero in Calabria per scoprire perché dovreste fermarvi qui prima di raggiungere la Sicilia, pur non essendo calabresi.
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TRAVEL
Arco Magno Beach in San Nicola Arcella
CALABRIA’S TWO COASTS A SEASIDE HAVEN
LE DUE COSTE CALABRESI: UN PARADISO COSTIERO
TYRRHENIAN The Citron Coast Named after the citron, a large citrus fruit which grows locally in the area, the Citron Coast encompasses about 80 kilometres of charming seaside villages from Tortora to Paola in the Upper Tyrrhenian. While Praia a Mare may be the first popular beach town you encounter, there is a unique small cove just a little south of there where the rocks and crystal-clear sea will take your breath away. Arcomagno beach, at San Nicola Arcella, in the province of Cosenza is a jewel guarded between the two more famous destinations, Scalea and Praia a Mare. It is a small sandy beach mixed with gravel, and two picture-perfect rocky cliffs that frame the entire inlet enveloped in brilliant turquoise water. When in the area, be sure to visit Dino island, one of two islands in Calabria (the other is Cirella Island near Diamante), a rich biodiversity with countless sculptural caves and creeks. There is a stunning blue grotto, which is the largest on Dino Island, offering you a magical slice of Capri without the crowds.
IL MAR TIRRENO La Riviera de Cedri Prendendo il nome dal cedro, grande agrume tipico della regione, la Riviera dei Cedri comprende 80 chilometri di affascinanti località costiere, da Tortora a Paola nel Tirreno cosentino. Anche se Praia a Mare è la prima località balneare famosa che si incontra, poco più a sud troverete una caletta mozzafiato. La spiaggia di Arcomagno, a San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza è un vero gioiello incastonato tra due località famose, Scalea e Praia a Mare. Si tratta di una spiaggetta di sabbia ghiaiosa incorniciata da due splendide pareti rocciose e avviluppata in un’insenatura d’acqua turchese e cristallina. Se vi trovate in zona, non perdetevi l’isola di Dino, una delle due isolette della Calabria (l’altra è Cirella nei pressi di Diamante), una splendida biodiversità con innumerevoli insenature e grotte marine. Lo splendore della grotta azzurra, la più grande dell’isola di Dino, vi farà provare la magia di Capri ma senza la folla.
The Coast of the Gods You can’t talk about the Coast of the Gods without mentioning its protagonist, Tropea. Internationally, it is probably the most well-known beach in Calabria, and with good reason. Its crystalline waters, white sand, charming and bustling historic centre, inspiring panoramas, and close proximity to the splendid Aeolian Islands are amongst the many reasons tourists return here every year. Tropea’s position high on the cliffs make the views dramatic, and you will get a workout getting to and from the beach as you are either descending or climbing a substantial amount. But this spectacular setting and invit-
La Costa degli Dei Non è possibile parlare della Costa degli Dei senza menzionare la sua protagonista, Tropea. È probabilmente la spiaggia calabrese più famosa al livello internazionale e a ragion veduta. Le acque cristalline, la sabbia bianca, la vivacità del suo affascinante centro storico, i panorami meravigliosi e la vicinanza alle splendide isole Eolie sono tra i molti motivi per cui i turisti ci ritornano ogni anno. La posizione di Tropea in cima alla scogliera offre panorami imperdibili, per non parlare dell’esercizio fisico necessario per andare o tornare dalla spiaggia dato che vi troverete a scendere o a salire per un bel tratto. Una scarpinata che però vale sempre la pena fare, se si considerano l’ubicazione stupenda e l’acqua limpida. Non fermatevi lì però. Pelate la cipolla – proprio così, mi riferisco
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TRAVEL ing clear blue water is worth the trek every time. And don’t stop there. Peel the onion—yes, I am referring to the famous Tropea onion—you are in the Coast of the Gods, a 55-kilometre stretch of coastline from Nicotera to Pizzo Calabro in the province of Vibo Valentia, which seems like it was hand painted by the Gods. Add Pizzo, home of the famed tartufo, and Capo Vaticano to your list. If snorkelling is your thing, then make your way over to Marinella di Zambrone, dubbed a “Diver’s Paradise”. Be sure to bring your water shoes, since the sea bottom is a mix of sand and rocks though the views are breathtaking. The Violet Coast The Violet Coast winds down the west coast of Calabria stretching 35 kilometres from Palmi to San Giovanni. This section of shoreline is within the Reggio Calabria province and is characterised by its dramatic rocky coastline and deep blue sea. At certain points in the day, the viola-like reflections in the water give the coast its name. Coined the “Pearl of the Violet Coast,”Scilla arguably has the best beach. It is wide and is spectacularly positioned right in front of the Castello Ruffo, which overlooks the Strait of Messina. There are private lidos if you’d like a sunbed, or areas free to the public such as Marina Grande, also known as “Siren Beach.” The beach isn’t fine sand; small grain pebbles keep the water crystal clear. The Chianalea district, where the houses are built right up to the water, has given Scilla the nickname, the “little Venice of the South” in addition to its distinction as one of i borghi più belli d’Italia. From Scilla, the list of things to see and do is long, as this fishing village is just 22 kilometres from Reggio Calabria, the region’s largest city where an excursion to see the famous Riace Bronzes, 2,500-year-old life-size statues, in their home at the Archeological Museum is a must once you dry off and get out of your swimsuit to pursue more cultural experiences. Looping over to the other side, the east coast has retained a more natural setting, the sea is deeper and saltier than the Tyrrhenian and the coast is blessed with beautiful bays and wide beaches.
alla famosa cipolla di Tropea – vi trovate sulla Costa degli Dei, 55 chilometri di litorale che si estendono tra Nicotera e Pizzo Calabro in provincia di Vibo Valentia e che sembrano essere stati dipinti a mano dagli Dei. Aggiungete alla lista Pizzo, terra del famoso tartufo e Capo Vaticano. Se vi piace lo snorkeling, allora andate fino a Marinella di Zambrone, soprannominata “paradiso del sub”. Assicuratevi di portare scarpe da scoglio dato che il fondo è un misto di sabbia e rocce, anche se la vista è mozzafiato.
La Costa Viola La Costa Viola si sviluppa per 35 chilometri lungo la parte occidentale della Calabria, da Palmi a San Giovanni. Si estende all’interno della provincia di Reggio Calabria ed è caratterizzata da una meravigliosa costa rocciosa e dal blu intenso del mare. In alcuni momenti della giornata, sono i riflessi violetti in acqua a dare questo nome alla costa. Soprannominata la “Perla della Costa Viola”, Scilla offre senza dubbio la spiaggia migliore. Larga e con un’ubicazione eccellente proprio di fronte a Castello Ruffo, affacciato sullo stretto di Messina. Se volete i lettini, ci sono i lidi, altrimenti le zone libere come quella di Marina Grande, anche nota come “Spiaggia delle Sirene”. La spiaggia non è di sabbia fine; il ghiaino rende l’acqua limpida. Il borgo di Chianalea, con le case costruite fino al mare, ha fatto sì che a Scilla venisse dato il nome di “piccola Venezia del Sud”, oltre al fatto di essere uno dei borghi più belli d’Italia. A Scilla, la lista di cose da fare e da vedere è lunga. Il borgo marinaro, peraltro, si trova a soli 22 chilometri da Reggio Calabria, la maggiore città della regione dove, una volta che vi siete asciugati e tolti il costume per lasciar spazio a esperienze più culturali, dovete assolutamente recarvi per vedere i famosi Bronzi di Riace, due statue a grandezza naturale, risalenti a 2.500 anni fa e custodite presso il Museo Archeologico. Girando dell’altro lato, la costa orientale ha mantenuto un aspetto più naturale: il mare più profondo e più salato del Tirreno, e un litorale impreziosito da bellissime baie e ampie spiagge.
A view of Castello Ruffo from the beach in Scilla
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Roccella Ionica
The Jasmine Coast One of the wildest coastlines, steeped in history, the magnificent Costa dei Gelsomini winds through 90 kilometres of the Province of Reggio Calabria, making it the longest and most varied coast in Calabria. The coast takes its name from the cultivation of the fragrant climber plant, rather diffuse throughout the territory. Bays with low, sandy beaches alternate with high and jagged cliffs. Meanwhile, all of it is surrounded by green, citrus and olive-covered hills, all the way to the Parco Nazionale dell’Aspromonte. With 42 municipalities, mostly all seaside towns to choose from, we are planting our ombrellone in the touristic hub of Roccella Ionica, a repeat winner of both Green and Blue Flags. This unspoiled area offers a multitude of beach services, a well-organized tourist port, and an evocative landscape blessed by nature and history. The 14th century Karafa Castle towers over the town built on a cliff 104 metres above sea level. From the beach, there is a promenade that extends to the medieval fortress, where you can take in the spectacular panoramic view. And if you need another reason to go, jazz lovers head to this beautiful town of 6,000 inhabitants for its famed 10-day Jazz Festival in late August. It is one of the major jazz events in Europe, now entering its 41st edition this year.
La Costa dei Gelsomini Una delle coste più selvagge, ricca di storia, la magnifica Costa dei Gelsomini si snoda per 90 chilometri lungo la provincia di Reggio Calabria, diventando la più lunga e più varia della regione. Prende il nome dalle coltivazioni della profumata pianta rampicante, largamente diffusa nel territorio. Le baie basse con spiagge di sabbia si alternano a scogliere alte e frastagliate. Il tutto, circondato da verdi colline ricche di agrumeti e uliveti fino al Parco Nazionale dell’Aspromonte. Tra le 42 municipalità tra cui scegliere, per lo più borghi balneari, il nostro ombrellone lo pianteremo nella località turistica di Roccella Ionica, aggiudicatasi più volte sia la Bandiera Blu che quella Verde. Zona incontaminata, offre numerosi servizi balneari, un porto turistico ben organizzato e un paesaggio pittoresco ricco di natura e storia. Il Castello Kafara risalente al XIV secolo, e costruito su una scogliera a 104 metri di altezza sopra il livello del mare, troneggia sulla città. Attraverso un viale che parte dalla spiaggia, si raggiunge la fortezza medievale da cui è possibile ammirare un panorama spettacolare. Se vi servono altri motivi per andarci, per gli amanti del jazz, c’è il famoso Jazz Festival che, a fine agosto e per dieci giorni, anima questo bel borgo di 6.000 abitanti.
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TRAVEL
The Caminia Bay
The Orange Coast Moving north to the province of Catanzaro, an 80-kilometre stretch from Badolato to Magliacane, and you’re in the marvellous Orange Coast, the name is self-explanatory. This area is characterized by luxuriant hills and granite promontories that slope downward towards the sea and create fine-sand beaches and sea stacks dotted with grottos. The spotlight here is on the pearl of the Ionian, otherwise known as Copanello—a small, picturesque beach, surrounded by a sea with various shades of turquoise and soft sand, sometimes white, sometimes golden. It is set between two cliffs in a natural bay full of caves, archaeological remains and inlets. It has a warm and shallow sea, ideal for bathing and swimming and also for those who want to try their hand at snorkeling or diving. There are numerous resorts, bars and restaurants, but do venture out and spend some beach time at Montepaone Lido and Carminia. With over two kilometres of coastline, it is lapped by a crystal clear and uncontaminated sea. I spent a week here and saw dolphins a few times from my sunbed. The sunrise on the Ionian is an unforgettable view that will start your day in an awe-inspiring and serene way.
Costa degli Aranci Spostatevi in direzione nord verso la provincia di Catanzaro, nel tratto di 80 chilometri tra Badolato e Magliacane, e vi ritroverete nella meravigliosa Costa degli Aranci, il cui nome non ha bisogno di spiegazioni. Questa zona è caratterizzata da colline rigogliose e scogliere di granito che scendono fino al mare dando vita a spiagge di sabbia fine e faraglioni puntellati da grotte. Il punto forte qui è la perla dello Ionio, altrimenti nota come Copanello: una spiaggetta caratteristica circondata da un mare di mille sfumature di turchese e da sabbia soffice, a volte bianca a volte dorata. Ubicata tra due scogliere, in una baia naturale, è ricca di grotte, resti archeologici e calette. L’acqua è tiepida e poco profonda, ideale per bagnarsi e nuotare ma anche per quelli che vogliono provare a fare snorkeling o immersioni subacquee. Sebbene ci siano molte strutture alberghiere, bar e ristoranti, avventuratevi nei dintorni e concedetevi un po’ di tempo in spiaggia a Montepaone Lido e a Carminia: due chilometri di litorale lambiti dalle acque cristalline di un mare incontaminato. L’alba sullo Ionio è indimenticabile, perfetta per cominciare la giornata estasiati e sereni.
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TRAVEL
Capo Rizzuto beach on the Ionian sea
The Saracens Coast In the Upper Ionian Sea, in the province of Crotone along the Costa dei Saraceni, (amongst the many invasions in Calabria, the Saracens left their mark), the beach of Isola di Capo Rizzuto is one of the first beaches I ever went to in Calabria. To this day, it holds a special place in my memories of exceptional beach vacations. Here, the presence of the Magna Grecia is pervasive, and the surroundings seem wilder and more natural. The landscape is made up of cliffs, luxuriant vegetation as well as the remains of Greek walls. The beautiful light blue and emerald green waters of the province’s Marine Protected Area of Capo Rizzuto is the most extensive in all of Italy, with 36 kilometres of coast. Filled with Posedonia meadows on the sea floor, it is the lung of the Mediterranean. Capo Rizzuto shores are narrow, long and consist of light sandy beaches with fine grains. It has repeatedly won the Green Flag (awarded by Italian pediatricians to beaches suitable for families with children). Just this year, it has been awarded the Blue Flag from FEE. There are two ancient sites by the sea not to be missed: the medieval site of Le Castella, 10 kilometres from Isola Capo Rizzuto, and the Archaeological Park of Capo Colonna, 10 kilometres south of Crotone.
La Costa dei Saraceni Nel litorale ionico settentrionale, in provincia di Crotone lungo la Costa dei Saraceni (tra i vari invasori in Calabria, i Saraceni hanno lasciato il segno), la spiaggia di Isola di Capo Rizzuto è una delle prime spiagge in cui io sia mai stata in Calabria. Ancora oggi conserva un posto speciale nei miei ricordi di vacanze stupende al mare. La presenza della Magna Grecia è evidente e la zona tutt’intorno sembra più selvaggia e naturale. Il paesaggio è caratterizzato da scogliere, da una vegetazione lussureggiante e dai resti di antiche mura greche. Meravigliose le acque azzurre e color smeraldo dell’area Marina Protetta di Capo Rizzuto, la maggiore di tutta Italia con i suoi 36 chilometri di litorale. I fondali coperti di distese di posidonia rappresentano il polmone del Mediterraneo. Il litorale di Capo Rizzuto è stretto e lungo, fatto di spiagge di sabbia fine. Si è aggiudicato puntualmente la Bandiera Verde (assegnata dai pediatri italiani alle spiagge adatte alle famiglie con bambini). Proprio quest’anno ha inoltre ricevuto la Bandiera Blu dalla FEE. Ci sono due siti antichi vicini al mare da non perdere: il sito medievale di Le Castella, a 10 chilometri da Capo Rizzuto e il Parco archeologico di Capo Colonna, dieci chilometri a sud di Crotone.
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Experience
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TRAVEL
Paths for the Ages Percorsi indimenticabili
BY - D I M AU R E E N L I T T L E J O H N
Seaside hiking offers stunning coastal views L’escursionismo costiero regala panorami mozzafiato
Stretch your legs along the cliffside routes of Italy’s shores and you’ll be rewarded with shimmering sea views, wafts of aromatic wild herbs and sightings of migratory birds and resident fauna. Breathe deep, take in that soft Mediterranean air, and you’ll find yourself relaxed and reinvigorated. Here are a few trails to choose from.
Sgranchitevi le gambe lungo i percorsi costieri d’Italia e verrete ricompensati con acque cristalline, brezze profumate di erbe selvatiche, stormi di uccelli migratori e fauna locale. Respirate a pieni polmoni, inebriatevi dell’aria mediterranea e vi sentirete rilassati e rinvigoriti. Ecco alcuni dei percorsi tra cui scegliere.
Amalfi Coast, Path of the Gods
Costiera amalfitana: Il sentiero degli dei
This eight-kilometre track linking Agerola with Nocelle is called Sentiero degli dei or Path of the Gods for good reason. Halfway up Mount Sant’Angelo a Tre Pizzi, the sweeping views of the Tyrrhenian Sea and Gulf of Salerno are enough to make you want to sprout wings. The route starts in the district of Bomerano and runs gently downhill. Holm-oaks and arbutus shrubs line the path, the scent of rosemary fills the air and the hills are dotted with grazing sheep. Along the way, you’ll come to the Grotta del Biscotto, rocks in the shape of a biscuit, and catch glimpses of the Convent of San Domenico. Look up and you might see a resident peregrine hawk. The last stretch before Nocelle is a series of ascents and descents. Tired? To reach the main road, you must walk down 1,500 steps to Arienzo, or you can catch a local bus. www.amalficoast.com
C’è un motivo se questo percorso di otto chilometri, che collega Agerola e Nocelle, si chiama così. A metà strada verso Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi, le ampie vedute del mar Tirreno e del golfo di Salerno bastano a farvi venire voglia di spiegare le ali. Il percorso comincia nella frazione di Bomerano e si snoda sinuoso verso il basso. Il percorso, intriso di profumo di rosmarino, è fiancheggiato da lecci e arbusti di corbezzolo, mentre le pecore al pascolo ne puntellano le colline. Lungo il sentiero, si arriva alla Grotta del Biscotto, rocce a forma appunto di ‘biscotto’, da cui si scorgono scorci del Convento di San Domenico. Se alzate lo sguardo è possibile che riusciate a scorgere il falco pellegrino. L’ultimo tratto prima di Nocelle è caratterizzato da una serie di salite e discese. Stanchi? Per raggiungere la strada principale, vi basterà percorrere 1500 passi in discesa fino ad Arienzo o, semplicemente, prendere uno degli autobus. www.amalficoast.com
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Découvrez le charme du St-Martin Discover the charm of the St-Martin
1400 Maurice Gauvin, Laval QC, H7S 2P1 |
Tel. 450.902.3000
Liguria, Cinque Terre, Sentiero Azzurro
Liguria, Cinque Terre, Sentiero Azzurro
This 12-kilometre path links the five villages above the Ligurian Sea. An easy route that takes around five hours to walk, it offers scenic panoramas going from Monterosso to Riomaggiore. There is a total elevation difference of 500 metres between the highest and lowest points of the trail. Unfortunately, the popular Via Dell’Amore, Lover’s Path that runs from Riomaggiore to the neighbouring village of Manarola is closed due to a landslide and will reopen in summer 2024. An alternative is Via Beccara with panoramic sea views and passages through terraced grapegrowing plots. You need to purchase the Cinque Terre Card to walk any portion of the Sentiero Azzurro. Cinque Terre National Park has more than 120 kilometres of trails, most of which are free, and along many you’ll see the villages that cling to the cliffs, sandy coves and extensive woodlands. www.cinqueterre.eu.com/en/footpaths-cinqueterre
Si tratta di un tratto di 12 chilometri che collega cinque paesini affacciati sul mar Ligure. È un percorso semplice che si attraversa a piedi in circa cinque ore e che offre dei panorami meravigliosi da Monterosso a Riomaggiore. Tra il punto più alto e quello più basso del percorso c’è una differenza di elevazione di appena 500 metri. Purtroppo, la famosa Via dell’Amore, che va da Riomaggiore al vicino paese di Manarola, è chiusa a causa di una frana e verrà riaperta nell’estate 2024. Un’alternativa possibile è Via Beccara con vista panoramica sul mare e vigneti terrazzati. Per percorrere qualsiasi punto del Sentiero Azzurro è necessario acquistare la Cinque Terre Card. Il Parco nazionale delle Cinque Terre comprende oltre 120 chilometri di sentieri, molti dei quali gratuiti e lungo i quali troverete paesini a picco sulle scogliere, calette sabbiose e vasti boschi. www.cinqueterre.eu.com/en/footpaths-cinqueterre
Trieste, Adriatic Coast, Rilke Path Starting in Sistiana, stroll the Rilke Path to Duino’s Cliffs Nature Reserve. Dedicated to poet Rainer Maria Rilke, the trail passes Duino Castle, the home of Prince Torre e Tasso. The 1.7-kilometre trail takes around an hour-and-a-half and contains scattered military posts converted to scenic overlooks. An old bunker from the Second World War now serves as a panoramic terrace to take in views of the Gulf of Trieste. The 107-hectare nature reserve includes a steep limestone coast where pinky purple karst cornflowers lodge in cracks in the cliffs. After the armistice of September 8, 1943, these lands were annexed to the German Third Reich with the name of the North Adriatic coast (Nord Adriatischer Kustenland). When the Sistiana Bay became the base for a group of pocket submarines (submarines under 150 tons) of the German Navy, the old Austro-Hungarian fortifications of the coast were reused and adapted mainly as positions for anti-aircraft artillery.
Trieste, la costa adriatica e il sentiero Rilke Partendo da Sistiana, percorrete il sentiero Rilke fino alla Riserva naturale delle falesie di Duino. Dedicato al poeta Rainer Maria Rilke, il cammino passa per il castello di Duino, casa del principe Torre e Tasso. Ci vuole circa un’ora e mezza per percorrere gli 1,7 chilometri del sentiero in cui alcuni appostamenti militari sono stati convertiti in punti panoramici. Un vecchio bunker, risalente alla Seconda guerra mondiale, funge adesso da terrazza panoramica dalla quale si può ammirare il golfo di Trieste. Con i suoi 107 ettari, la riserva naturale presenta una costa scoscesa di roccia calcarea tra le cui fessure spuntano i fiordalisi del Carso color porpora. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, questi territori vennero annessi al Terzo Reich con il nome di Nord Adriatischer Kustenland (Litorale adriatico settentrionale). Quando la Baia Sistiana divenne la base per un gruppo di sommergibili tascabili (sottomarini sotto le 150 tonnellate) della Marina tedesca, le fortificazioni austro-ungariche lungo la costa vennero riusate e convertite in postazioni per l’artiglieria antiaerea.
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Marche, Monte Conero Regional Park, Passo del Lupo
Marche, Parco regionale del Monte Conero, Passo del Lupo
The Passo del Lupo, or Wolf Passage, is an out-and-back 6.1-kilometre walk that takes about two hours. The first section is covered in vegetation including holm-oak, pine and juniper trees. You’ll pass ancient olive trees before the sky opens up with stunning views of the Conero Riviera. Once you reach the top, you’ll be able to see the whole south Adriatic coast. On a clear day, you’ll also glimpse the Sibillini Mountains. Monte Conero is 572 metres high, offers 18 hiking trails and is home to a variety of wildlife including badgers, fox, deer and wild boar. Below is the Beach of the Two Sisters or Spiaggia delle Due Sorelle. A path descends to it but it is dangerous, and hikers are banned. Instead, you can access the beach by ferries that depart from Numana, Marcelli and Sirolo. www.conero.it
Il passo del lupo è un percorso pedonale di circa due ore, lungo 6,1 chilometri. Nella prima parte, la ricca vegetazione si compone di lecci, pini e ginepri. Dopo aver attraversato un antico uliveto, il cielo si apre offrendo una vista mozzafiato della riviera del Conero. Dalla cima sarà poi possibile ammirare l’intera costa adriatica meridionale. In una giornata di sereno, si possono addirittura scorgere i Monti Sibillini. Monte Conero, 572 metri d’altezza, offre 18 sentieri per il trekking e ospita una gran varietà di fauna selvatica, tra cui tassi, volpi, cervi e cinghiali. Al di sotto, troviamo la spiaggia delle Due Sorelle. Sarebbe raggiungibile attraverso un sentiero in discesa che, tuttavia, a causa della sua pericolosità è vietato agli escursionisti. Per raggiungerla, però, è possibile prendere uno dei traghetti in partenza da Numana, da Marcelli e da Sirolo. www.conero.it
Tuscany, Maremma Regional Park, Punta del Corvo
Toscana, Parco regionale della Maremma, Punta del Corvo
A nature reserve that runs 25 kilometres along the South Coast of Tuscany, this 9000-hectare park offers guided walks for a small fee. There are many trails and itineraries to choose from, and tickets can be purchased online or at the visitor centre. One easily accessible path that overlooks the sparkling Tyrrhenian Sea is Punta del Corvo. The 4-kilometre loop takes around two hours and its highest point is 295 metres above sea level. From one lookout point, you can see the nearby Tuscan archipelago and the isles of Elba, Montecristo and Giglio. Within the park, visitors can search for hidden caves, stroll past medieval watchtowers, discover mysterious Etruscan sites and explore the monastery of San Rabano. Comprising pine and oak forests, limestone cliffs and sandy beaches, the reserve is scattered with pink heather and is home to many small mammals and bird colonies. www.parco-maremma.it
Lungo la costa meridionale della Toscana si trovano 25 chilometri di riserva naturale, un parco di 9000 ettari in cui è possibile acquistare passeggiate guidate a un prezzo modico. Sono molti i sentieri e gli itinerari tra cui scegliere ed è possibile acquistare i biglietti sia online che presso l’ufficio visitatori. Uno dei sentieri facilmente accessibili che si affaccia sulle acque cristalline del mar Tirreno è quello di Punta del Corvo. Per percorrerne i suoi quattro chilometri circolari ci vogliono circa due ore, mentre il punto di maggiore elevazione si trova a 295 metri sopra il livello del mare. Da uno dei suoi punti panoramici, è possibile scorgere l’arcipelago toscano delle isole d’Elba, di Montecristo e del Giglio. All’interno del parco, i visitatori possono andare alla ricerca di grotte nascoste, passeggiare accanto a torri medievali, scoprire misteriosi siti etruschi ed esplorare il monastero di San Rabano. Oltre ai pineti e ai querceti, alle sue scogliere di pietra calcarea e alle sue spiagge di sabbia, la riserva è disseminata di erica rosa e ospita molti mammiferi di piccola taglia e colonie di uccelli. www.parco-maremma.it
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Panoram Italia editors reveal their favourite Italian beaches Ecco le spiagge italiane preferite dai redattori di Panoram Italia Pal di Iulio, Associate Editor Romantic memories My favourite beach is in Santa Margherita di Pula, near Cagliari Sardegna. I was there on my luna di miele 45 years ago in Forte Village Beach. It reminds me of gentle breezes, warm waves, cool Camparis, fresh Pecorino, strong Cannonau and of Mary Grace and I dancing at the Rocce Bar to Fausto Papetti music while Fred Bongusto sang: “La Mia Estate con Te”—the soundtrack of our honeymoon. Ricordi romantici La mia spiaggia preferita è quella di Santa Margherita di Pula, vicino Cagliari, in Sardegna. Ci sono stato 45 anni fa durante la luna di miele al Forte Village. Ne ricordo la brezza leggera, le onde delicate, i Campari rifrescanti, il pecorino fresco, il vigore del Cannonau e i balli con Mary Grace al Bar Rocce al suono della musica di Fausto Papetti con Fred Bongusto che cantava: “La mia estate con te”, colonna sonora della nostra luna di miele. Vittoria Zorfini, Italian Editor Beach as a muse Since it is difficult to choose just one beach, surely Termoli and its sea might not be a place everyone knows of, yet even the most beautiful coastlines have nothing on this hidden jewel. It was truly a great discovery. How could I not mention the Tremiti islands, still barren and difficult to reach, but of an unparalleled beauty? Besides, it was Lucio Dalla’s favourite spot to write his songs. La spiaggia fa da musa Premesso che è difficile scegliere solo una spiaggia, sicuramente Termoli e il suo mare è un luogo che non tutti conoscono eppure non ha niente da invidiare alle coste più belle, è stata davvero una scoperta. Come non menzionare le isole Tremiti, ancora brulle, faticose da raggiungere ma di una bellezza mai vista, del resto era il luogo preferito da Lucio Dalla per scrivere le sue canzoni. Romina Monaco, Events Editor UNESCO all the way The Panarea experience was incredible not only for its beauty but also for the history. As we were sitting in the water, I saw ancient steps leading up a hill. My husband, cousins and I decided to go up. When we got to the top, we found ourselves in the middle of a bronze age settlement and archaeological site preserved by UNESCO. What a surprise! UNESCO tutta la vita L’esperienza a Panarea è stata incredibile sia per la sua bellezza che per la storia. Mentre ce ne stavamo seduti in acqua, mi sono accorta di un’antica scalinata lungo il promontorio. Assieme a mio marito e ai cugini abbiamo deciso di salire. Arrivati in cima, ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un insediamento dell’età del bronzo, un sito archeologico protetto dall’UNESCO. Che sorpresa!
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Gabriel Riel-Salvatore, Managing Editor Team Adriatic The 35-kilometre strip of the Molise Adriatic coastline, where I have spent most of my summers since childhood, has lovely sand beaches that are perfect for the whole family. With the Blue Flag awarded on most days, the water is generally crystal clear and the sand soft. The shallow water, especially in the morning before the high tide, is perfect for young kids to practice water games without parents being worried. The bolder swimmers can make it to the nearby scogli, which were erected a few years ago to prevent the shore’s erosion, or one can rent a pedalo to stroll along and dive in the deeper waters. I love building sandcastles with the kids and taking long walks on the beach to get that tan going. But I mostly enjoy watching people having a good time, relaxing, without a care in the world. Many Italians like to go to the beach very early and go back home for lunch. I prefer going later in the day following the afternoon nap and staying there until almost sunset, when the temperature cools down. When I am with the family, we generally prefer to rent some ombrellone and lawn chairs to enjoy maximum comfort and the services of the lido for a drink, gelato or a nice seafood lunch at the restaurant.
Voto per l’Adriatico I 35 km di costa molisana sull’Adriatico, dove da bambino ho trascorso gran parte delle estati, offrono spiagge di sabbia adatte a tutta la famiglia. L’acqua, che pressoché ottiene spesso la Bandiera Blu, è in genere cristallina con un fondo di sabbia soffice. L’acqua bassa, soprattutto al mattino prima che si alzi la marea, è ideale per i giochi in acqua dei bambini piccoli, senza che i genitori debbano preoccuparsi. I bagnanti più audaci possono raggiungere gli scogli, messi lì qualche anno fa per prevenire il recesso della costa; è anche possibile noleggiare un pedalò per fare un giro e tuffarsi nell’acqua profonda. A me piace costruire castelli di sabbia con i bambini e fare lunghe passeggiate in spiaggia per abbronzarmi. Più di ogni altra cosa, mi piace osservare la gente divertirsi e rilassarsi, spensierata e senza preoccupazioni. A molti italiani piace andare in spiaggia prestissimo e ritornare a casa per pranzo. Io preferisco andarci tardi dopo il riposino pomeridiano e rimanerci fin quasi al tramonto, quando fa più fresco. Quando sono con la famiglia, di solito, preferiamo noleggiare l’ombrellone e i lettini per goderci ogni comfort e i servizi del lido per bere qualcosa, per un gelato o per un bel pranzo a base di pesce.
Silvana Longo, Travel Editor Torn between two coasts Obviously, my favourite beaches are in Calabria. Since I couldn’t narrow it down to one, I decided to choose one for each Calabrian coast—Tropea, on the Tyrrhenian and Capo Rizzuto on the Ionian. I was gobsmacked by Tropea’s beauty at first sight, from the iconic Santa Maria dell’isola perched on the dramatic promontory, the bustling historic centre, there were many pinch-me moments. While sunbathing on that beach, I felt like I was in a dream every time I opened my eyes to look around at those incredible views (not to mention the divine feeling of splashing around in that clear, sparkling blue sea that wins the Medaglia d’oro time and time again). Capo Rizzuto on the Ionian side was the go-to beach of my 20s—beach days and nights filled with friends, music, guitar playing, singing, long lunches and naps, fresh catch-of-the-day dinners and dancing into the wee hours. Who doesn’t love those memories? Overall a more rustic feel on the Ionian, my first encounter with the Magna Grecia and the postcard views are ingrained in my heart.
Combattuta tra due coste Le mie spiagge preferite sono naturalmente in Calabria. Dato che non riuscivo a sceglierne una, ho deciso di sceglierne una per costa calabrese: Tropea, sul mar Tirreno e Capo Rizzuto sullo Ionio. Sono rimasta immediatamente sbalordita dalla bellezza di Tropea, dalla famosa Santa Maria dell’Isola arroccata su un fantastico promontorio, dal suo vivace centro storico, e dai molti momenti da sogno. Mentre mi abbronzavo su quella spiaggia, ogni volta che aprivo gli occhi per guardarmi intorno, circondata da meraviglie, mi sentivo come in un sogno (per non parlare della sensazione sublime di immergersi nelle acque cristalline e scintillanti di quel mare che si è aggiudicato tante volte la Medaglia d’oro). Capo Rizzuto, sulla costa ionica, è stata la spiaggia dei miei vent’anni: giornate e serate in spiaggia fatte di amici, musica, chitarre, canzoni, lunghi pranzi e pisolini, cene a base di pesce fresco e balli fino a notte fonda. Chi non ama ricordi del genere? Nel complesso, l’atmosfera sulla costa ionica è più rustica: il mio primo incontro con la Magna Grecia e i panorami da cartolina mi sono rimasti impressi sul cuore.
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RECIPES
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Recipes & photography by
Gabriel Riel-Salvatore Managing Editor g.salvatore@panoramitalia.com
Fennel and Orange Sicilian Salad Insalata di finocchi e arance alla siciliana
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his orange and fennel salad is a fresh, colourful starter perfect for hot summer months. The mix of soft and crunchy textures and sweet and sour flavours of this dish make it so attractive. Add a few black olives for an additional briny taste and a few drops of white balsamic vinegar to liven up the fennel’s licorice flavour. As with every simple recipe, success lies in the details. Carefully slice your ingredients, making sure to balance them out in the plate for a nice presentation. This salad also makes an interesting main course when combined with ricotta salata or a beautiful side dish with some seared tuna.
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uesta insalata di finocchi e arance è un antipasto fresco e colorato perfetto per i caldi mesi estivi. Il mix di consistenze morbide e croccanti e di sapori agrodolci di questo piatto lo rendono così attraente. Aggiungete qualche oliva nera per ottenere un ulteriore tocco salato e qualche goccia di aceto balsamico bianco per ravvivare il sapore di liquirizia del finocchio. Come per ogni ricetta semplice, il successo sta nei dettagli. Fate attenzione a come affettate gli ingredienti e assicuratevi di bilanciarli nel piatto per una bella presentazione. Questa insalata potrebbe essere un interessante secondo piatto se abbinato a della ricotta salata o a un bel contorno con del tonno alla griglia.
Ingredients / Ingredienti medium oranges (peeled, segmented) / arance medie (sbucciate, a spicchi) . . . . 2-3 fennel bulbs (trimmed, fronds reserved) / finocchio, bulbi (rifilati, barba riservata) . . . . 1-3 black olives (halved) / olive nere (tagliate a metà) . . . . 12 mixed peppercorns / grani di pepe misti salt / sale . . . . as needed / q.b. white balsamic vinegar /aceto balsamico bianco extra virgin olive oil /olio extravergine di oliva . . . . 2-3 tsps / cucchiai
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RECIPES
Preparation / Preparazione Wash the fennel and remove the hard parts and outer leaves. Set aside the fronds, which you will use for serving. Cut the fennel first in half and then into thin slices. Cut an orange in thin rounds. Set aside. Segment an orange, removing the peel and white pith, cutting down either side of the membrane to release segments. In a serving dish, make a layer with the rounds and orange segments. Top with fennel slices and olives. Season with salt and pepper and a drizzle of oil and white balsamic vinegar. Decorate with fennel fronds.
Lavare il finocchio e rimuovere le parti dure e le foglie esterne. Mettere da parte la barba che userete per servire. Tagliare il finocchio prima a metà e poi a fettine sottili. Tagliare un’arancia a rondelle sottili. Mettere da parte. Pelare a vivo l’arancia quindi rimuovere la buccia e la parte bianca e tagliare in modo da ottenere gli spicchi. In un piatto da portata fare uno strato con le rondelle e gli spicchi di arance. Guarnire con le fettine di finocchio e le olive. Quindi condire con sale e pepe e un filo d’olio e aceto balsamico bianco. Decorare con la barba di finocchio e servire.
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RECIPES
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Spaghetti with Shrimp and Cherry Tomatoes Spaghetti con gamberi e pomodorini
S
paghetti with shrimp and cherry tomatoes is a tasty summer dish easy to cook in just under 30 minutes. There are those who prefer to use prepeeled shrimp to avoid having to clean them, but the secret of this pasta lies precisely in the sauce obtained with their shell. As nonna often says: “Nothing should go to waste.” If cleaning the heads isn’t for you can use shrimps only with their tails. Even if it takes a little longer to prepare, trust me, it’s all worth it.
G
li spaghetti con gamberi e pomodorini è uno dei piatti estivi per eccellenza, buonissimo e facilissimo da cucinare in poco meno di 30 minuti. C’è chi preferisce usare gamberi già sgusciati nella pasta per evitare di doverli pulire. Ma il segreto di questa salsa risiede proprio nel sughetto ottenuto con il loro carapace. Come dice la nonna “non si butta via niente”. Se pulire la testa non fa per voi, potete usare gamberi solo con la coda. Anche se ci vuole un po’ più tempo, fidatevi, ne vale la pena.
Ingredients / Ingredienti spaghetti or linguine / spaghetti o linguine extra virgin olive oil / olio extravergine di oliva garlic cloves (peeled) / spicchi d’aglio (sbucciati) cherry tomatoes / pomodorini canned peeled cherry tomatoes / pomodorini pelati in scatola shrimp (pre-cooked or raw) / gamberi da pulire (precotti o freschi) white wine / vino bianco water / acqua fresh basil / basilico fresco salt / sale peperoncino / peperoncino
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. . . . 300 g . . . . 3 tbsp / cucchiai . . . . 2-3 . . . . 500 g . . . . 250 g . . . . 500 /600 g . . . . 250 ml . . . . 250 ml . . . . as needed / q.b. . . . . optional / facoltativo
RECIPES
Preparation / Preparazione • Clean the shrimp by removing their shell, the head if they are whole and the black guts, then set aside.
• Pulire i gamberi togliendo il loro carapace, la testa se sono interi e il budellino nero, quindi mettere da parte.
• Boil water and salt to cook pasta.
• Far bollire una pentola d’acqua per la pasta e salare.
• In a small saucepan, brown a clove or two of garlic with extra virgin olive oil. Add the shells and shrimp heads and mix well. After 20-30 seconds, pour in the wine and let it reduce over medium-high heat for another 30 seconds. Add the water and let evaporate until reduced by half. Filter through a colander and set the juice aside.
• In un pentolino, rosolare uno spicchio o due di aglio con olio extravergine. Aggiungere i carapaci e le teste dei gamberi e mescolare bene. Dopo 20-30 secondi, versare il vino e lasciare ridurre a fuoco medio alto per ancora circa 30 secondi. Unire l’acqua e quindi far evaporare finché il liquido si riduca di metà. Filtrare con un colino e mettere il sughetto da parte.
• Heat two tablespoons of oil in a pan with the garlic and hot pepper (optional) over medium heat, remove the garlic and pour in the washed and halved cherry tomatoes. After 3-4 minutes, add the can of cherry tomatoes and prawn juice, then let it reduce over medium-low heat until the pasta is ready.
• Scaldare in una padella due cucchiai di olio con l’aglio e il peperoncino (facoltativo) a fuoco medio, togliere l’aglio e versare i pomodorini lavati e tagliati a metà. Dopo 3-4 minuti, aggiungere la lattina di pomodorini e il sughetto di gamberi, quindi lasciare ridurre a fuoco medio basso fin quando la pasta sarà pronta.
• Just before the pasta is al dente (2-3 min), sauté the shrimps with a touch of olive oil and a little chopped garlic (optional) over intense heat for 3-5 minutes, or until they take on a nice pink or orange color. • Once the pasta is ready, add the spaghetti and prawns to the cherry tomatoes, mix well and season by adding fresh basil. Turn off immediately, let the pasta absorb the juice and serve.
• Poco prima che la pasta sia al dente (2-3 min), saltare i gamberi con un goccio d’olio d’oliva e un po’ d’aglio tritato in padella (facoltativo), a fuoco vivace per 3-5 minuti, o fino a quando assumono un bel colore rosato o aranciato. • Una volta che la pasta è pronta, aggiungere gli spaghetti e i gamberi ai pomodorini, quindi mescolare bene e fare insaporire aggiungendo del basilico fresco. Spegnere subito il fuoco e lasciare che la pasta assorba il sughetto e servire.
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In the Mix Chef Michele Forgione’s new series Mangia Quebec on TLN
BY - D I L O R E T TA N O E L L A D I V I TA
Mangia Quebec, la nuova serie di Michele Forgione su TLN Montreal chef and restaurateur Michele Forgione gives viewers lots to chew on in his upcoming television docuseries. Mangia Quebec is a nostalgic exploration of Italian immigrants’ contribution to Quebec’s food and drink industry and multicultural fabric.
I
phoned Michele Forgione about his upcoming television documentary series, Mangia Quebec. The well-known chef and restaurateur was on his way to Toronto’s food show to promote the food production company he co-owns with Stefano Faita, longtime business partner with whom he also owns four Montreal restaurants. Synergy is so entrenched in the duo’s brand, it’s hard to imagine one executing a project without the other. But this time, Forgione is flying solo as the series’ executive producer, researcher, host and narrator (although Stefano and his restaurateur mom, Elena, are featured in one episode). “I have three hours to go, so ask all the questions about Mangia Quebec you want,” Forgione enthusiastically offered, halfway to his destination. Before continuing, he wanted to make one thing clear: “This is not a cooking show.” Rather, the series, set to debut on TLN in September 2022, is a six-episode documentary showcasing six family businesses, all with Italian immigrant beginnings, in the Quebec food and drink industry. Forgione and I talked about the conception, production and mostly the messaging behind Mangia Quebec. He explained the series explores “why these people left Italy and decided to settle and start businesses here, and how they’ve come to own some unlikely businesses like a buffalo farm, or a brewery, or a bagel chain.” “I did a lot of research and selected all the families, some who I’ve known for a long time,” he said about the eclectic line-up. “The major criterion was that they be Italian and have ‘that story’ about leaving Italy to find a better life in
Nella sua prossima docuserie televisiva, Michele Forgione, cuoco e ristoratore montrealese, ha molto da offrire a suoi spettatori. Mangia Quebec è un’esplorazione nostalgica del contributo degli immigrati italiani all’industria della ristorazione del Quebec ed al suo sostrato multiculturale.
Ho
telefonato a Michele Forgione a proposito del sua prossima docuserie televisiva, Mangia Quebec. Il famoso cuoco e ristoratore era in viaggio verso il Food show di Toronto per promuovere l’azienda di produzione alimentare che possiede in società con Stefano Faita, socio d’affari di vecchia data con cui peraltro possiede quattro ristoranti a Montreal. C’è una tale sinergia nel loro marchio che è difficile immaginare che uno possa lavorare a un progetto senza l’altro. Questa volta, però, Forgione è da solo in qualità di produttore esecutivo della serie, ricercatore, presentatore e narratore (sebbene Stefano e la madre Elena, anch’essa ristoratrice, vengano presentati in un episodio). “Ci vogliono altre tre ore per arrivare, quindi fammi tutte le domande che vuoi su Mangia Quebec” mi ha detto entusiasta Forgione, a metà percorso dalla meta. Prima di continuare ha voluto chiarire una cosa: “Non è un programma di cucina”. Piuttosto, si tratta di una docuserie, programmata per settembre 2022 su TLN, di sei episodi in cui vengono presentate sei aziende a conduzione familiare, tutte di origini italiane e operanti nel settore della ristorazione del Quebec. Io e Forgione abbiamo parlato della concezione, della produzione e per lo più del messaggio alla base di Mangia Quebec. Mi ha spiegato che la serie esplora “le ragioni per cui queste persone hanno lasciato l’Italia ed hanno deciso di stabilirsi e aprire delle attività qui, alcune delle quali particolari come un allevamento di bufali, una distilleria o una catena di produzione di bagel”. “Ho fatto molta ricerca e selezionato tutte le famiglie, alcune della quali conosco da molto tempo” spiega parlando dell’eclettica carrellata. “Il requisito più importante era che fossero italiani e che avessero “quella storia particolare” che li avesse spinti a lasciare l’Italia per un futuro migliore in Canada”. Allora come mai c’è l’episodio dedicato a sua maestà il po-
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Canada.” So what then about the French-Canadian family in the modoro con la famiglia franco-canadese? La loro presenza ha molto episode dedicated to the almighty tomato? The inclusion is tosenso dato che sono i proprietari di un’azienda agricola di pomodoro tally relevant since they own a tomato farm which has long been che da molti anni rifornisce i cuochi e tutta la comunità di italiani supplying chefs and tomato sauce DIYers in the Italian commuche preparano le conserve di salsa. “Fanno decisamente parte della nity. “They share a lot of history with us,” Forgione said. nostra storia” spiega Forgione. It’s precisely this kind of unapologetic connection between culÈ esattamente questo legame impenitente tra le culture da estures that Mangia Quebec aims not only to explore, but to reinforce. plorare e rinforzare a cui punta Mangia Quebec. Nato e cresciuto Born and raised in Quebec, Forgione, 45, feels the Italian commuin Quebec, Forgione, 45 anni, ritiene che la comunità italiana abbia nity has “found its place” with “both sides becoming one” and that, “trovato la propria collocazione” e che, in gran parte, ciò sia accaduto to a great extent, this has occurred through Quebecers’ discovery attraverso la scoperta da parte degli abitanti del Quebec della cucina of Italian food and Italians’ desire to share it. italiana e del desiderio degli italiani di condividerla. As the series touches on six Ogni episodio della serie, soffermandosi different Quebec communisu sei diverse comunità del Quebec, è ricco “Like any other story of heritage and ties, each episode brims with di esempi variopinti di fusione culinaria e culcolourful examples of culiturale: il tutto con l’influenza italiana a farne migration, Mangia Quebec is rich in nary and cultural fusion—all da sfondo. Ciò che ne risulta è uno scenario emotional currency, evoking a deep against the backdrop of Italall’aperto inondato di luce e un’immagine sense of nostalgia.” ian influence. The finished di giovialità a tavola piena di piatti alletproduct is awash in bright tanti. Tra i vari luoghi, gli spettatori verranno open-air scenery and imagery portati in una “capanna dello zucchero” “Come qualunque altra storia che parla (sugar shack) all’italiana (sì, proprio così), in of tantalizing food and joviality around the table. In addi eredità e migrazione, anche Mangia un allevamento di bufali a Mont-Saint-Hilaire dition to other sites, viewers Quebec è piena di momenti commoventi che produce (cosa?) mozzarella di bufala are transported to an Italiansecondo la tradizione italiana, ma anche che suscitano una nostalgia profonda”. nella Piccola Italia di Montreal, dove lo style sugar shack (yes, you’ve read right), a buffalo farm in stesso presentatore del programma compra Mont-Saint-Hilaire producing (what else?) traditional Italian il merluzzo per preparare un piatto tipico che rimanda al periodo mozzarella di bufala as well as Montreal’s Little Italy, where none dei primi immigrati in Quebec. “È un progetto che mi sta a cuore. other than the show’s very own host is buying cod for a traditional Dovevo dar voce a queste persone”. Si ritrova molto nei temi della dish harking back to the days of Quebec’s early settlers. “This projfluidità culturale e dell’imprenditoria. “Ho iniziato in questo settore ect is close to my heart. I had to give these people a voice.” The a 17 anni, preparando pane di segale e bagel nel panificio di un mio themes of cultural fluidity and entrepreneurship are ones that he prozio, anch’egli italiano immigrato. Era un panificio ebreo! Lo aveva identifies with. “I started in this business at 17, making rye bread rilevato dal signor Isack, il primo proprietario”. and bagels at my great uncle’s bakery, an Italian immigrant himAbbiamo già visto Forgione in televisione: a creare ricette tipiself. It was a Jewish bakery! He took it over from Mr. Isack, the che italiane e come giudice nel programma Wall of Chefs su Food original owner.” Network. Eppure, ammette di non essere attratto dai riflettori e di We’ve seen Forgione on television before: whipping up tradipreferire la posizione di “addetto alla ricerca e sviluppo” per il marchio tional Italian recipes and as a judge on the Food Network’s Wall Faita-Forgione. “Sono uno tranquillo”. Ciononostante, si è sentito of Chefs. Still, he admitted that he’s not drawn to the limelight, veramente a suo agio nell’essere filmato per la serie dalla Riverbank preferring to act as the “R&D guy” behind the Faita-Forgione Pictures e si è per giunta ritrovato a incoraggiare alcuni degli ospiti con brand. “I’m quiet.” Nevertheless, he felt completely at ease being pochissima o nessuna esperienza televisiva e che provavano disagio filmed for the series by Riverbank Pictures and ended up coachdavanti alle telecamere, con consigli genuini tipo: “È un documentaring some camera-shy guests with little or no television experiio, quindi sii te stesso e, qualunque cosa tu stia facendo, non guardare ence, offering up good-natured advice like: “It’s a documentary, so la camera, altrimenti ti perdi”. “Ma eravamo tutti ‘totalmente assorbiti’ just be yourself and, whatever you do, don’t look at the camera— come piace dire a noi cuochi, totalmente presi e a cercare di trovare otherwise you’re finished.” il tempo da dedicare alla produzione” spiega Forgione. “Abbiamo “But everyone was ‘in the juice,’ as we chefs like to say—fully iniziato nel 2019 e a causa delle restrizioni legate alla pandemia, ci involved and making time for production,” said Forgione. “We siamo dovuti fermare un anno intero. Abbiamo trovato delle soluzioni started in 2019 and with pandemic restrictions, we actually had creative come, ad esempio, fare la narrazione per telefono, ricorrendo to pause for a whole year. We found creative solutions like doing a microfoni di alta qualità così da non dover andare in studio”. some voice-overs by phone, using high-quality microphones, so Come qualunque altra storia che parla di eredità e migrazione, anwe didn’t have to go into the studio.” che Mangia Quebec è piena di momenti commoventi che suscitano Like any other story of heritage and migration, Mangia Quebec una nostalgia profonda, in particolare quando vengono inserite foto is rich in emotional currency, evoking a deep sense of nostalgia, e riprese antiche o quando nel racconto vengono rievocati familiari particularly when vintage photos and reels are cut in, and the che non ci sono più. “A un certo punto ci siamo commossi ma la storytelling recalls past family members. “At one point we got produzione ha continuato a riprendere in nome dell’autenticità. Sebteary-eyed, but the production team kept the camera going—for bene il Quebec sia molto variegato, le nostre storie personali – ciò the sake of authenticity. Even though there’s so much diversity che vogliamo – non sono poi così diverse. Cioè, abbiamo tutti subito in Quebec, our individual stories—the things we want—are not delle perdite e affrontato difficoltà ma ce l’abbiamo fatta. Mangia so diverse. I mean, we’ve all suffered personal loss and challenges, Quebec tratta proprio di questo”. but we’ve made it. Mangia Quebec affirms that.” Original series Mangia Quebec is set to premiere on TLN as part of the network’s new 2022/2023 season.
La serie originale Mangia Quebec sarà presentata in anteprima su TLN come parte della nuova stagione 2022/2023. Traduction française à la page 96
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B Y - D I S A L D I FA L C O
Illustration by Mia Carnevale
Still Perfect After 50 Years
As
Sempre perfetto anche 50 anni dopo
a personal homage to The Godfather’s 50th anniversary, I recently treated myself to an uninterrupted afternoon viewing of the masterpiece (for perhaps the hundredth time in 50 years) and yet again found myself astonished by its mesmerizing power, brutality and sheer beauty. While it’s easy to surrender to hyperbole when it comes to this classic trilogy, the term Shakespearean kept recurring to me despite my resistance, and it strikes me now more fitting than ever. Like all great art, The Godfather endures and continues to speak to us. Rewatching this epic movie transported me back to 1972, when I first saw it at just 13 with my friends Frank D’Lazzaro and Peter Gamble. I recall walking out of the theatre with my mouth hanging open, thunderstruck, speechless and in an odd way humbled, almost on the verge of tears. (I did shed a tear when they shot Sonny Corleone to bits). It was akin to a religious experience. The only precedent for me occurred six years earlier—viewing my very first movie on the big screen—when Sergio Leone’s spaghetti Western, The Good, the Bad and the Ugly dazzled my young brain and turned the sanitized mythologies and legends of the American West on their heads. This was long before Clint Eastwood, who starred as Leone’s grizzled, no-named anti-John Wayne, borrowed the same subversion in Unforgiven nearly three decades later to effusive acclaim and an Oscar for best directing. Interestingly, Leone was approached to direct The Godfather before Francis Ford Coppola, but he declined in order to make his own gangster movie, Once Upon a Time in America. As we exited the theatre with the other wide-eyed and murmuring patrons, my friends and I shared an overwhelming sense of aesthetic awe, for lack of a better term. We’d just experienced something truly moving and profound. Even as budding teens, we instinctively apprehended the film’s great-
Il
mio omaggio personale a Il Padrino, in occasione del suo cinquantesimo anniversario, è stato concedermi un intero pomeriggio a guardare questo capolavoro (forse per la centesima volta in 50 anni) e ritrovarmi ancora una volta catturato dalla sua potenza ipnotica, dalla sua brutalità e dalla sua immensa bellezza. Per quanto sia semplice abbandonarsi all’iperbole quando si tratta di questa trilogia classica, continuava a venirmi in mente, nonostante le mie resistenze, il termine “shakespeariano”, che mi pare più che mai appropriato. Come nel caso di tutti i capolavori artistici, Il padrino resiste e continua a trasmetterci qualcosa. Riguardare questo capolavoro cinematografico mi ha riportato al 1972, quando lo vidi per la prima volta a 13 anni con i miei amici Frank D’Lazzaro e Peter Gamble. Ricordo di essere uscito dal cinema a bocca aperta, ammutolito e in un certo senso stranamente onorato, quasi sul punto di piangere. (Mi scese una lacrima quando spararono a Sonny Corleone). Fu quasi un’esperienza mistica. L’unica volta in cui mi era già successo era stata sei anni prima – in occasione della mia prima esperienza davanti al grande schermo – quando il film spaghetti western di Sergio Leone, Il buono, il brutto e il cattivo, sconvolse la mia giovane mente, accendendo l’interesse per i miti e le leggende addolcite del far west. Stiamo parlando di molto prima che Clint Eastwood, che recitò per Leone in versione anti-John Wayne brizzolata e ignota, si sovvertisse trent’anni dopo nel film Gli spietati (Unforgiven) ottenendo vasta popolarità e un Oscar come miglior regia. È interessante notare che prima di Francis Ford Coppola era stato chiesto a Leone di dirigere Il Padrino ma che questi aveva rifiutato per poter girare il suo film gangster, C’era una volta in America. In mezzo al mormorio di tutti gli altri spettatori esterrefatti all’uscita dal cinema, io e i miei amici eravamo accomunati dall’immenso stupore per il senso dell’estetica, in mancanza di un termine migliore. Avevamo appena vissuto un’emozione profondissima. Per quanto fossimo solo degli adolescenti, ci rendemmo istintivamente conto della grandiosità del film; per me e per Frank, inoltre, si trattava di un
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ness, but Frank and I were moved beyond the mere appreciation of qualcosa che andava ben oltre il semplice apprezzamento per l’arte sublime art. As children of southern Italians, familiar not only with sublime. Essendo figli di meridionali, con una certa familiarità non Mob tropes but with actual mobsters, the movie resonated deeply. solo con la Mafia ma di fatto con veri e propri mafiosi, ci sentivamo In addition to the now iconic performances by Marlon Brando, Al coinvolti. Al di là delle rinomate interpretazioni di Marlon Brando, Al Pacino, James Caan, Robert Duvall, Diane Keaton, John Cazale, Pacino, James Caan, Robert Duvall, Diane Keaton, John Cazale, Abe Abe Vigoda and so on, Coppola’s immaculate directing, Mario Vigoda e via dicendo, la fantastica regia di Coppola, l’impeccabile Puzo and Coppola’s flawless script, Nino Rota’s haunting musical sceneggiatura di Mario Puzo e Coppola, l’evocativa colonna sonora di score, Gordon Willis’s painterly cinematography, there was someNino Rota o le immagini pittoresche di Gordon Willis, eravamo attratti thing else which captivated us—something more fundamental. da qualcos’altro, un qualcosa di più radicato. We had grown up on a grainy diet of the Italian organized crime Eravamo cresciuti con i criminali italiani caricaturali dei film del figures caricatured in post-Prohibition movies like Little Caesar, post-proibizionismo quali Piccolo Cesare, Nemico Pubblico, Scarface The Public Enemy, Scarface and television shows like The Untouche spettacoli televisivi come Gli intoccabili, che avevano dato vita alle ables, that brought to life the tawdry exploits of mobsters like Al imprese ignobili di mafiosi come Al Capone, Frank Costello e Lucky Capone, Frank Costello, and Lucky Luciano. As Italians, we knew Luciano. Da italiani, eravamo consapevoli che si trattava di rappresenthese depictions to be wildly exaggerated and in many respects tazioni esasperate e per molti versi degradanti. Le rappresentazioni demeaning. The Godfather’s realistic ilrealistiche della vita degli italo-americani lustration of American Italian life (albeit (per quanto amplificata) ne Il Padrino a heightened one) captivated us not non ci affascinava tanto per la criminalità because of the criminality, but because of quanto per le facce, i dialoghi, i dialetti, il the many recognizably Italian faces, the cibo, le dinamiche familiari, l’innata retidialogue, the dialects, the food, the family cenza nei confronti dell’autorità impordynamics, the innate distrust of authortata dal Vecchio continente e la passione ity imported from the old country and spumeggiante tipicamente italiani. La the always bubbling passions. Coppola’s complessa rappresentazione dettagliata intricate detailing and fidelity to daye fedele della realtà quotidiana offerta da to-day reality—Clemenza’s now famous Coppola – la famosa ricetta di Clemenza recipe for Italian sauce came directly per fare il sugo all’italiana giunse davvero from actual Mob associates—transcendda alcuni mafiosi –trascendeva il caricaed caricature. turale. Upon The Godfather’s release, The Quando uscì Il Padrino, la Lega per Italian-American Civil Rights League i diritti civili degli italo-americani condecried the association of Italians with dannò l’accostamento degli italiani con organized crime, and the debate conil crimine organizzato in un dibattito tinues to this day. Do Mob movies like che continua ancor oggi. Film come Il The Godfather and Goodfellas and shows Padrino e Quei bravi ragazzi o serie come like The Sopranos—indisputable touchI Soprano – indiscutibili pietre miliari della stones of pop culture—romanticize cultura pop – romanticizzano la crimicrime? Do they misrepresent or cynically nalità? Fanno passare ingiustamente o Al Pacino depict ruthless killers as men of honour? cinicamente degli assassini spietati per Perhaps no more than early, pre-Sergio uomini d’onore? Magari non più di quanLeone Westerns did, with their portrayto facessero i film western precedenti a als of rugged individualists riding their horses through the Wild quelli di Sergio Leone, i quali rappresentavano degli individui grezzi West and shooting up anything that moved. che in groppa ai loro cavalli attraversavano il wild west, sparando a While it’s true an entire sub-genre of terrible Mob movies and qualunque cosa si muovesse. television shows have spawned from the rich spores of The GodPer quanto sia vero che dalle belle spore de Il Padrino sia germoglifather, let’s remember that masterpieces often supersede genre or ato un intero sottogenere di orribili film e serie televisive sulla mafia, simple formulations, even if their knockoffs do not. As an outsider ricordiamoci che spesso i capolavori vanno al di sopra del genere o di to the American experience, I read with interest the words of the semplici formulazioni, benché le loro imitazioni non lo facciano. Da late film critic Pauline Kael, who in her New Yorker review of The outsider dell’esperienza americana, trovo interessanti le parole della Godfather wrote that “organized crime is not a rejection of Ameriscomparsa critica cinematografica Pauline Kael che, nella sua canism, it’s what we fear Americanism to be. It’s our nightmare of recensione de Il Padrino apparsa sul New Yorker scrisse che “il crimine the American system.” organizzato non è un rifiuto dell’americanismo, bensì ciò che temiamo As much as The Godfather cannot help but commemorate the possa essere l’americanismo. È il nostro incubo del sistema americano”. ascendancy of a once marginalized and muted culture and Per quanto Il Padrino non possa fare a meno di commemorare la people—early Sicilian émigrés to the United States were not supremazia di una cultura e di un popolo un tempo marginalizzati e considered white—it achieves aesthetic balance by also serving as senza voce – i primi siciliani emigrati negli Stati Uniti non venivano a cautionary reckoning of the American dream and the pitfalls of considerati bianchi – esso raggiunge l’equilibrio estetico fungendo anits pursuit. It’s no wonder The Godfather remains one of the most che da monito sul Sogno americano e le insidie che vi si celano. Non popular and acclaimed films of all time, continuing to delight and c’è da stupirsi che Il Padrino sia ancor oggi uno dei film più famosi e enthrall cinephiles of every stripe. acclamati di sempre, delizia e incanto dei cinefili di ogni sorta.
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Susan Bertoia Transforming life’s moments into living art on stage Trasformare momenti di vita in arte vivente in scena
“Un artista di teatro è un artista che ha a cuore un processo e un’attività che mirano a interpretare e comprendere il mondo attraverso una forma e un’espressione a cui è stato dato appunto il nome di teatro”.
Y
oung Susan Bertoia was not a typical second-generation Italian-Canadian girl looking for a secure, financiallyrewarding profession. From an early age, she knew acting was her true calling. “As a kid, I was always organizing backyard plays for family and my little friends,” she recalls. The Bertoia family came to Metro Vancouver, British Columbia from the Friuli region in the 1960s, settling in Burnaby, a quiet suburban community with a sizeable Italian population. Susan was the first in her family to go into theatre, but she did not think acting could become a career during those early days. When she earned a BFA in theatre acting from the University of British Columbia (UBC), her family thought she would become a teacher. However, they supported her decision to seek further training abroad. Her interest in the Commedia dell’Arte led her to study Italian mask theatre at the Piccolo Teatro di Milano and learn the art of mask making with renowned expert Donato Sartori. She is currently adjunct professor, acting and directing at UBC’s department of theatre and film, founded the Bella Luna Productions and Wandering Wagon Theatre and works with major theatres and festivals in the production of multi-platformed shows. Bertoia’s education plays a central role in her artistic activity. It informs her practice and pushes her forward with an urgent, constant curiosity for unearthing the human condition and the narratives our bodies tell. Intuition helps her guide performers to create poignant and contemplative moments for the stage. She says, “A theatre artist is an artist that has at their core a process and practice that looks to translate and understand the world through the form and expression termed theatre.”
Da
giovane, Susan Bertoia non era la classica ragazza italo-canadese di seconda generazione che ambiva a una professione stabile e ben remunerata. Sin da giovanissima, aveva capito quale fosse la sua vera vocazione. “Da bambina, organizzavo sempre spettacolini in giardino per la mia famiglia e per gli amichetti”, ricorda. Negli anni ’60, la famiglia Bertoia si è trasferita dal Friuli al distretto di Metro Vancouver, Columbia Britannica, stabilendosi a Burnaby, un tranquillo centro di periferia con una bella comunità italiana. Pur essendo la prima in famiglia ad andare a teatro, Susan non pensava all’epoca che recitare sarebbe diventata la sua carriera. Una volta conseguita la laurea di Belle Arti in recitazione teatrale all’Università della Columbia Britannica (UBC), la sua famiglia credeva che sarebbe diventata insegnante. Nonostante ciò, l’ha sostenuta quando ha deciso di proseguire la formazione all’estero. Il suo interesse per la commedia dell’arte l’ha portata a studiare l’arte della maschera italiana al Piccolo Teatro di Milano e a imparare l’arte della creazione delle maschere con Donato Sartori, rinomato maestro. Al momento, è professoressa a contratto, recita e si occupa di regia all’interno del dipartimento di cinema e teatro della UBC, ha fondato la Bella Luna Production, il Wandering Wagon Theatre e collabora con i maggiori teatri e festival per la produzione di spettacoli multipiattaforma. La formazione di Bertoia gioca un ruolo centrale nella sua attività artistica. Ne ispira la professione, spronandola con urgente e costante curiosità a rivelare la condizione umana e le storie che i nostri corpi narrano. Grazie al proprio intuito aiuta gli attori a mettere in scena momenti ricchi di contemplazione e pathos. “Un artista di teatro è un artista che ha a cuore un processo e un’attività che mirano a interpretare e comprendere il mondo attraverso una forma e un’espressione a cui è stato dato appunto il nome di teatro”. Photo by Sabine Freschi
BY - D I A N N A F O S C H I C I A M P O L I N I
“A theatre artist is an artist that has at their core a process and practice that looks to translate and understand the world through the form and expression termed theatre.”
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Photos by F.Harrison
Teaching students with Some Assembly Theatre
Always very drawn to outdoor life, she finds inspiration in nature—tree movements inspire stage movements. Some of her productions are site-specific shows where the audience is placed in the action or a park or warehouse: Juggle Me Not, a delightful Commedia dell’Arte romp, played in Vancouver public parks in the summer of 2021. Actor, director, playwright and teacher, Bertoia considers her multifaceted work a reflection of both her interest in the human journey and her quest for the best artistic expression. “My playwriting comes out of necessity for stories being told. If engaged in an ensemble creation, I come to the table with a narrative or existing tale that resonates with me at the moment. I feel my strengths as a writer lie in my ability to read the temperature of the current social and political climate and then filter these readings into the work I create.” Bertoia believes that theatre has a role in helping people connect through stories and in creating a strong community, and this belief shapes her teaching. She is recognized for her creative and innovative work with youth theatre, which she considers a pivotal element of her inspiration. It allows her to learn from each experience in a creative two-way exchange. The students become her audience and sometimes they can dictate her next creative project. “What I want to express is not written or at least not in a voice that I can relate to,” she explains. During the pandemic, live theatre has faced challenges. However, Bertoia is confident that it will continue to exist because theatre represents potentiality and involvement. In her view, art has a salvific power. She considers that it helps in tragedy and can make light of life’s deep pains, or bring pain to the surface, because art is the pulse of life. She feels responsible about her work, as a legacy that she intends “to hand off, to pass on, mentor, reshape, guide.” For this Italian-Canadian, theatre is a living art bringing people to share a common experience, to laugh or cry together. The work she has created in terms of productions does not fully represent her legacy, which is better defined by her urgency to experiment, to engage community and her vision of theatre as a way of life.
Susan Bertoia performing
Sempre profondamente attratta dalla vita all’aria aperta, la natura è per lei fonte di ispirazione: i movimenti degli alberi ispirano quelli in scena. Alcune delle sue rappresentazioni sono spettacoli site-specific, in un parco o in un deposito, in cui il pubblico viene inserito in scena: Juggle Me Not è una bella commedia dell’arte, andata in scena nei giardini pubblici di Vancouver nell’estate 2021. Attrice, regista, drammaturga e insegnante, Bertoia considera la propria poliedricità riflesso di entrambi i suoi interessi: il viaggio dell’essere umano e la ricerca della migliore espressione artistica. “Le mie opere nascono dall’esigenza delle storie di essere raccontate. Se impegnata in una creazione d’ensemble, contribuisco con un racconto o una storia già esistente che mi tocca al momento. Ritengo che la mia forza, in quanto scrittrice, giaccia nella mia capacità di interpretare i toni dell’attuale clima politico e sociale, per poi filtrarli all’interno dei miei lavori”. Bertoia crede che il ruolo del teatro sia quello di contribuire, ricorrendo alle storie, alla creazione di legami tra gli individui e alla nascita di una comunità coesa; una convinzione su cui si basano i suoi insegnamenti. È nota per la sua creatività e innovazione all’interno del teatro giovanile, da lei considerato fonte essenziale di ispirazione. Le consente di imparare da ogni esperienza in uno scambio creativo bidirezionale. Gli studenti diventano il suo pubblico e talvolta ne determinano un nuovo progetto creativo. “Ciò che voglio esprimere non è scritto o quantomeno non in una voce che riconosco” spiega. Durante la pandemia, il teatro dal vivo ha avuto delle difficoltà. Tuttavia, Bertoia è fiduciosa sul fatto che continuerà a esistere perché il teatro rappresenta potenzialità e coinvolgimento. Trova che l’arte abbia un potere salvifico. Ritiene che sia d’aiuto nella tragedia e che possa portare luce nei momenti di profondo dolore della vita, ovvero che porti il dolore in superficie poiché l’arte è pulsione di vita. Sente la responsabilità del proprio lavoro quale patrimonio che intende “trasmettere, tramandare, fare da mentore, rimodellare, guidare”. Per l’italo-canadese, il teatro è un’arte vivente che porta gli individui a condividere un’esperienza, a ridere o a piangere insieme. Quanto da lei creato in termini di produzioni non riflette del tutto il suo patrimonio, meglio definito dalla sua esigenza di sperimentare, di coinvolgere la comunità e dalla sua visione del teatro quale modo di vivere.
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Whose Fault Is It Anyway? Di chi è la colpa quindi?
BY - D I DA N T E D I I U L I O
Fans deluded as Italy misses out on World Cup, again I tifosi delusi, ancora una volta, per l’assenza dell’Italia ai Mondiali
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blame Jorginho. It’s hard enough to accept not qualifying for two World Cups in a row, especially after just winning the European Cup this past summer. Losing in the first game of a potential two-game playoff gauntlet to North Macedonia is even worse. But the fact that Italy was even involved in this playoff in the first place was the hardest pill to swallow. Why though? Well, when your main penalty taker misses two—not one, but two—penalty kicks that would have guaranteed qualification several months prior, it’s easy to get extra peeved. Of course, it’s much easier to blame one person than just the system. It’s even easier because in October, Roberto Mancini’s men strung together 30 wins and seven draws between Nations League, European Championship qualifiers, World Cup qualifiers, UEFA EURO 2020 tournament fixtures and friendlies, setting an all-time world record of 37 games unbeaten. So when you look at that record, and a Euro Cup, it’s hard to believe that we missed out again because of two missed penalties. Nevertheless, blame could also be put on the many strikers who failed to score against Austria, Northern Ireland and North Macedonia. Also, on coach Roberto Mancini for not switching enough, changing game plans and relying on the old guard to get them through. We could easily blame the entire system in Italian football. Only four teams in Serie A
Io
do la colpa a Jorginho. È difficile accettare di non qualificarsi ai Campionati del Mondo per due volte di fila, soprattutto dopo la vittoria degli Europei dell’estate scorsa. Ancor peggio è perdere la prima di due partite di una potenziale sfida ai play-off contro la Macedonia. Ma ciò che è ancora più difficile accettare è in primo luogo che l’Italia abbia dovuto addirittura giocare ai play-off. Perché? Beh, quando il rigorista principale ne sbaglia due – non uno, ben due! – calci di rigore che ne avrebbero garantito la qualifica mesi prima, è naturale prendersela. È ovvio che è più facile dare la colpa a una sola persona piuttosto che al sistema. È ancora più semplice perché a ottobre, gli uomini di Roberto Mancini hanno ottenuto 30 vittorie e sette pareggi tra Nations League, qualificazioni agli Europei, qualificazioni ai Mondiali, le partite del campionato UEFA EURO 2020 e le amichevoli, stabilendo un record assoluto di 37 partite mai perse. Per cui, se si considerano questo record e la vittoria agli Europei, è difficile credere che siamo stati eliminati di nuovo per colpa di due rigori mancati. Ciononostante, si potrebbe anche attribuire la responsabilità a tutti gli attaccanti che non sono riusciti a segnare contro l’Austria, l’Irlanda del Nord e la Macedonia del Nord. Ma anche a Roberto Mancini per non aver effettuato molte sostituzioni, per non avere cambiato le strategie di gioco e per aver puntato sulla vecchia guardia per farcela. Si potrebbe facilmente attribuire la colpa
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Remembering Those We’ve Recently Lost With Honour And Grace Pasquale Fioccola Maria Donata Palumbo Anna Aiello Bianca Ferraro Raffaele Capizzano Annunziata Ciccone Caterina Vedovat Vittoria Rizzuto Vandro Bertani Fiore Salvatore Agostino Angelo Ciarallo Melvin Sembran-Simon Antonietta Caputo Tito Carusoni Julio Medeiros Nicola Terrigno Benito Montana Patricia Raimondo Domingo Polon Giovanni Volpentesta Maria Antonietta Buongiorno
Anthony Sciarra Gilda Molinaro Teresa Collia Susante Fagaragan Ernesto Panici Giuseppe Silvaggio Giuseppe Ierulli Teresa Del Carmen Campos Silva De Valle Alfonso Mendicino Carlino Federici Stefano Monardo Gesilda Sagula Maria Plati Francesca Leonetti Leonisa Saluna Giuseppe Panettieri Maria Palumbo Marco Sarfi Adelina Santillo Elisa Sponza Giuseppe Carione
Salvatore Stellato Concetta Mobilio Loredana Colavizza Esterina Bianchi Vittoria Iozzo Steven Silva Marcella Kitchener Dashmir Jakupovski Franco Bianchi-Fasani Antonio Ciallella Ida Mazza Michele Barca Luisa Bartelloni Pizzi John Luca Ventrone Maria Luigia Di Rezze Concetta Perri Costanza Calabrese Antonio Benito Cardone Ida Di Fonzo Giovanni Macchione Michele Nicola Carbone Felice Iacomacci
Lucio Nespolo Anna Parolin Fortunata Suppa Maria Florio Rocco De Carolis Domingos Da Silva Alberto Gentile Giovanni Di Fonzo Angelo Ricci Roberto Adamo Dama Calaminici Edda Pistarelli Vincenzo Sconza Giuseppe Palermo Lucia Perrella Bruno Di Prospero Carmela Fattore
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currently own their own stadium, which limit revenue streams. All of the new American and foreign owners are being stifled by the bureaucracy and the political back-channeling of the Italian game. Meanwhile, it’s even cheaper and more cost effective for teams to purchase foreign players under the approved special tax regime for newly resident workers (lavoratori impatriati). Under the new tax law, players who move to Italy from abroad will be given a tax exemption covering 50% of their salaries, meaning a player earning €8M would only be taxed on €4M. That would give a tax bill of around €2.15M at the top rate of 43%, which is an effective rate of 21.5% (compared to 45% in Spain or the UK). Given that players almost always receive their salaries net of tax, meaning the club pays both the salary and the tax, this new regime makes it far cheaper for Italian clubs to bring in foreign players. This means homegrown Italians will continue to see less playing time on the big teams, and even mid-level and relegation zone teams will spend less time developing local talent, opting for cheaper foreign players. This is not a particularly new concept in Italian football. Current Sampdoria player and former Toronto FC legend Sebastian Giovinco famously joked that he’d get more playing time if his name was “Giovinho”. As it’s not a new situation in Italy, it points to the pervasive problem with Italian Football and perhaps why Italy will miss its second World Cup in a row. Italy winning the Euro Cup to escape the embarrassment of missing Russia 2018 was like applying a flimsy yet flashy bandage on a deep wound. “Mancini was the main architect of our rebirth, with the win at Euros. However, he also has responsibility after such a huge blow,” said Azzurri legend Gianluigi Buffon. “There are many ways to be eliminated. Nobody would say anything had Italy been eliminated on penalties by Portugal, but after losing to North Macedonia,
all’intero sistema del calcio italiano. Sono solo quattro le squadre di serie A che possiedono uno stadio proprio, il che ne limita gli introiti. Tutti i nuovi proprietari americani e stranieri sono soffocati dalla burocrazia e dalla politica dietro il calcio italiano. Nel frattempo, per le squadre è molto più economico e conveniente in termini di costi, acquistare giocatori stranieri in virtù del regime fiscale speciale per i neo “lavoratori impatriati”. Secondo questo nuovo regime fiscale, i giocatori che si trasferiscono in Italia dall’estero, avranno diritto a un’esenzione del 50% dei loro stipendi, il che significa che un giocatore che guadagna 8 milioni di euro verrà tassato solo su 4 milioni. Questo determinerebbe un pagamento fiscale di circa 2,15 milioni di euro a un’aliquota massima del 43%, vale a dire un’aliquota effettiva del 21,5% (rispetto al 45% della Spagna o del Regno Unito). Considerato che quasi sempre i giocatori ricevono lo stipendio al netto delle tasse, vale a dire che i club pagano sia gli stipendi che le tasse, questo nuovo sistema fa sì che per le società italiane sia molto più economico ingaggiare giocatori stranieri. Ciò vuol dire che quelli italiani giocheranno sempre meno per le grandi squadre e che persino le squadre di medio livello e in zona retrocessione dedicheranno meno tempo alla formazione dei talenti in loco, optando per i giocatori stranieri, in quanto più convenienti. Non si tratta di un concetto del tutto nuovo per il calcio italiano. È famosa una battuta dell’attuale giocatore della Sampdoria, ed ex giocatore leggendario del Toronto FC, Sebastian Giovinco il quale disse che se si fosse chiamato “Giovinho”, lo avrebbero fatto giocare di più. Poiché non si tratta di una situazione nuova nel paese, magari è indice di un problema intrinseco al calcio italiano e la ragione per cui l’Italia si perderà i Mondiali per la seconda volta di fila. La vittoria della Nazionale agli Europei per sfuggire all’imbarazzo di non aver partecipato a Russia 2018 è stata come mettere un cerottino, molto appariscente, su una ferita profonda. “Mancini è stato l’artefice principale della nostra rinascita
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it’s much more difficult to start vincendo gli Europei. Tuttavia, è again.” While Buffon always anche responsabile di questo brutto “One of the best players in the league, likes to stay relevant in his old colpo” precisa la leggenda degli Lorenzo Insigne, has opted to play in the age, he makes a solid point. It’s Azzurri Gianluigi Buffon. “Ci sono MLS for a whopping salary rather than stay not that Italy is complacent, they molti modi per essere eliminati. Nesjust aren’t creating a sustainsuno avrebbe detto niente se l’Italia in Italy during his prime.” able system to profit off of for fosse stata eliminata ai rigori con il the future. Their attack is weak Portogallo, ma dopo aver perso con “Uno dei giocatori migliori della lega, and fledgling, as prolific Serie la Macedonia del Nord è molto più A strikers like Ciro Immobile, difficile ricominciare”. Quanto detto Lorenzo Insigne, ha optato per lo stipendio Lorenzo Insigne and Domenico da Buffon, che anche se ormai grande vertiginoso dell’MLS piuttosto che Berardi don’t seem to deliver in continua a interessarsi all’argomento, Savoy Blue as they do for their ha senso. Non è tanto che l’Italia se rimanere in Italia seppur al suo apice”. club teams. Berardi’s open net ne compiaccia, è che non sta creando miss against Macedonia is a key un sistema sostenibile che sia vantagexample of that. While their midfield and defense have regioso per il futuro. Hanno un attacco debole e alle prime armi dato che mained consistently good, even with some of the old guard i buoni attaccanti della Serie A, come Ciro Immobile, Lorenzo Insigne e on their way out, games are won by scoring more goals Domenico Berardi, sembrano non rendere con la maglia azzurra quanto than the other team. rendono nelle loro rispettive squadre. Il gol mancato di Berardi con la Although it is easy to look at the 2020 Euro Cup rete vuota contro la Macedonia ne è un esempio chiave. Per quanto i through rose-coloured glasses, let’s not forget that Italy centrocampisti e i difensori si siano mostrati sempre all’altezza, pur con was fortunate enough to play its first three games at home alcuni della vecchia guardia in uscita, le partite si vincono segnando più against significantly weaker teams. The loss of Leandro gol della squadra avversaria. Spinazzola’s blistering pace and crosses down the left Sebbene sia facile vedere tutto rosa riguardo agli Europei 2020, non flank caused a rupture in their overall team play. They dimentichiamo che l’Italia ha avuto la fortuna di giocare le prime tre parsqueaked by against Austria, played admirably against tite in casa e contro squadre decisamente più deboli. Perdere i cross e la Belgium but were then outclassed by the Spanish, only velocità supersonica di Leonardo Spinazzola sul lato sinistro ha spezzato to be saved on penalties. Even in the finals, they were l’intero gioco della squadra. L’hanno spuntata contro l’Austria, hanno fortunate enough that England laid back after scoring giocato benissimo contro il Belgio ma, pur salvandosi ai rigori, sono stati their initial goal. Italy’s teamwork, resilience and defendecisamente meno bravi della Spagna. Persino alle finali, hanno avuto la sive stalwarts helped them win, but the lack of goals from fortuna che l’Inghilterra si rilassasse dopo aver segnato il primo gol. Per their main lynchpins leaves one wondering: Who will be quanto il gioco di squadra, la resilienza dell’Italia e la sua fedele difesa the next goal-scoring talismans for Azzurri? abbiano tutti contribuito alla vittoria, il fatto che i giocatori cardine non With current Serie A capocannoniere Ciro Immoabbiano segnato, porta a chiedersi chi saranno i prossimi cannonieri bile soon to retire from the national team, and Lorenzo talismani per la squadra degli Azzurri. Insigne heading over the Atlantic to sunny Toronto, the Dato che l’attuale capocannoniere della serie A Ciro Immobile sta per national team is looking for new shoes to fill their spots. ritirarsi dalla nazionale e che Lorenzo Insigne sta venendo oltreoceano A quick look at the current scoring charts in Serie A nella soleggiata Toronto, la nazionale è alla ricerca di tacchetti che li show Gianluca Scamacca, Berardi, Andrea Pinamonti, sostituiscano. Dando un’occhiata veloce al cartellone dei punteggi della Gianluca Caprari and Giacomo Raspadori as the best Serie A, risulta che Gianluca Scamacca, Berardi, Andrea Pinamonti, performing attackers in the league. Joao Pedro could Gianluca Caprari e Giacomo Raspadori siano i migliori attaccanti della have been mentioned, but his 10-minute first Azzurri lega. Avremmo potuto menzionare anche Joao Pedro ma i suoi primi 10 performance against Macedonia may have also been his minuti nella partita degli Azzurri contro la Macedonia potrebbero anche last. These players also play on all low or mid-table teams. essere stati i suoi ultimi. Peraltro, sono anche giocatori di squadre medie: While they may continue their progressive growth, they per quanto possano continuare a crescere, per farsi notare, devono need regular play in either the Europa or Champions giocare regolarmente in squadre più forti europee o della Champions League, on bigger teams in Italy or abroad to help make League in Italia o all’estero. the difference. La Serie A è in declino sin dagli anni 2000, da quando l’Inghilterra, Serie A has been on the decline since the 2000s, with la Spagna, la Germania ed ora persino la Francia creano incentivi per England, Spain, Germany and now even France creating attrarre investitori e squadre competitive in Europa. Uno dei giocatori miattractive incentives for investors and competitive teams gliori della lega, Lorenzo Insigne, ha optato per lo stipendio vertiginoso in Europe. One of the best players in the league, Lorenzo dell’MLS piuttosto che rimanere in Italia seppur al suo apice. Sebbene Insigne, has opted to play in the MLS for a whopping la vittoria dello scudetto da parte del Milan sia stata importante per la salary rather than stay in Italy during his prime. While lega, ce l’hanno fatta con il contributo di due soli italiani (Sandro Tonali e Milan’s scudetto victory was important for the League, Davide Calabria). they did it with only two contributing Italians (Sandro I Mondiali del 2006 furono una reazione immediata a Calciopoli e Tonali and Davide Calabria). contribuirono a rafforzare l’odio sfrenato dei tifosi e del paese verso il The 2006 World Cup was a direct response to Calciomondo del calcio. Gli Europei del 2020 hanno portato una ventata di frepoli and helped empower fans and the country against schezza a coprire quell’orpello nauseabondo che era diventato il calcio wanton hatred in the footballing world. The 2020 Euro italiano; adesso la pagliacciata è finita. Da tifosi, non possiamo far altro Cup put some air freshener on the festooning stink that’s che starcene seduti a guardare.
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become of Italian football, but now the masquerade is over. As fans, we cannot do anything but sit back and watch. To top it all off, Italy got absolutely demolished by Argentina in the first iteration of La Finalissima on June 1st—the retconned cup game between the winners of the European Cup and Copa America. Anyone who watched this got to see a pure, unadulterated attacking masterclass by the Argentinians, resulting in a clean 3-0 romp during captain Giorgio Chiellini’s final game in the Azzurri blue. While he’s been a stalwart since 2008 and was essential in helping lift the Euro Cup last summer, it’s clear that his time has come to leave space for the next generation, like Alessandro Bastoni and Gianluca Mancini. We’ve seen Italian football decline over the past two decades, and while the country still churns out some world-class players, it needs the right environment and system to help make that sustainable. Italy is still one of the most visited countries in the world for its history, its beauty and its culture, but its football system has lost its luster. There’s no reason why it cannot go back to that glory, and even surpass it, but it’s up to the FIGC, Serie A/B owners, agents, investors, local governments and even the fans to make it happen. After La Finalissima loss, Mancini even stated that a restart would “be more difficult now than four years ago.” With no Italian players born in 2002 actually playing in Serie A, he’s right. Think about that; there are no 20-year-old Italians playing in the top Italian division. So, Mancini will scour through Serie B and Lega Pro and use the national team as a means to influence putting more Italian youngsters in the first teams of Serie A. We know this is easier said than done. The only reassuring factor is that Mancini is here to stay and will work to create a solution, rather than take cover and run. He just needs time and a full backing from the FIGC to create a sustainable talent pool for the next two decades. The upcoming Nations League will serve as the perfect testing ground for the next “new” era of the Azzurri. So, who should we blame for Italy missing out on two World Cups in a row? In a way, it’s all our fault because we’ve accepted corruption, complacency and mediocrity for so long that it’s infected every facet of the game. Will it change? Maybe enough to distract us until the next major shock, but probably not. As the saying goes: “It is what it is.” Better just to enjoy the game casually and not get too worked up. Nevertheless, I still blame Jorginho for missing out on Qatar 2022. At least we get to (finally) cheer for Canada!
Per finire, l’Argentina ha demolito l’Italia durante la prima sfida della Finalissima del primo giugno, rimettendo in prospettiva le cose, durante la partita di coppa tra le vincitrici della Coppa d’Europa e la Coppa America. Chiunque l’abbia guardata ha avuto modo di constatare un puro e semplice modello di attacco da parte degli argentini, conclusosi con un 3-0 pulito pulito durante l’ultima partita del capitano Giorgio Chellini nella squadra degli Azzurri. Sebbene sia stato una forza sin dal 2008, essenziale nel riprendere il gioco durante gli Europei dell’estate scorsa, è evidente che è giunto il momento di fare spazio ai giovani, come Alessandro Bastoni e Gianluca Mancini. Da vent’anni assistiamo al declino del calcio italiano e per quanto il paese continui regolarmente a sfornare alcuni giocatori eccezionali, c’è bisogno di un ambiente adatto e di un sistema che lo rendano sostenibile. Per quanto l’Italia resti uno dei paesi più visitati al mondo per la sua storia, le sue bellezze e la sua cultura, il suo sistema calcistico ha perso lustro. Non c’è ragione per cui non si possa tornare a quella gloria, o persino superarla, ma dipende dalla FIGC, dai proprietari delle serie A e B, dagli agenti, dagli investitori, dalle amministrazioni locali e persino dai tifosi affinché accada. Dopo la sconfitta alla Finalissima, persino Mancini ha affermato che “ricominciare sarebbe più difficile adesso rispetto a quattro anni fa”. Non essendoci giocatori italiani nati nel 2022 in serie A, ha ragione. Rifletteteci, non ci sono giocatori italiani di 20 anni nelle migliori squadre italiane. Di conseguenza, Mancini dovrà attingere alla serie B e alla Lega Pro, utilizzando la squadra nazionale come strumento per incoraggiare l’inserimento di più giovani italiani nelle squadre di serie A. Lo sappiamo che è più facile a dirsi che a farsi. L’unica cosa rassicurante è che Mancini è qui per restarci e per cercare una soluzione, piuttosto che mettersi al riparo e fuggire. Gli servono solo il tempo e il sostegno totale della FIGC per metter su una nidiata sostenibile di talenti per i prossimi vent’anni. L’imminente Nations League sarà un banco di prova perfetto per la “nuova” era degli Azzurri. Detto questo, a chi dovremmo dare la colpa se l’Italia non va ai Mondiali per la seconda volta consecutiva? In un certo senso, è colpa di tutti perché abbiamo accettato la corruzione, la compiacenza e la mediocrità per così tanto tempo da lasciare che contaminasse ogni aspetto di questo sport. Cambierà? Lo speriamo, ma probabilmente no. Come dice il detto: “È così che va”. Meglio godersi le partite con calma senza farsi prendere troppo. A prescindere, io continuo a dare la colpa a Jorginho per esserci persi Quatar 2022. Possiamo sempre tifare Canada!
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EVENTS
ICCO Air Canada Business Excellence Awards Romina Monaco Events Editor romina@panoramitalia.com
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Italian Chamber of Commerce of Ontario Canada On May 25 the Italian Chamber of Commerce of Ontario Canada (ICCO Canada) presented its 20th Annual Business Excellence Awards to a full house at Toronto’s luxurious Liberty Grand Entertainment Complex. Recipients of ICCO Canada’s 2022 edition were selected for their leadership and community building achievements and included Diane J. Brisebois, President & CEO of the Retail Council of Canada
(Businesswoman of the Year); Maxxmar Window Fashions (Business Excellence); Faresin Formwork (Italy-Canada Award); Mauricio Di Bartolomeo and Adam Reeds of Ledn Inc. (Next Generation), Dr Carys Massarella, MD FRCPC (Science, Arts & Culture); Paolo Ferrari of Studio Paolo Ferrari (Architecture & Design) and Joe Gorman, Director of Public Affairs at Humber River Hospital (Community Building).
1.Diane J. Brisebois (Businesswoman of the Year Award) 2. Courtney Lauderdale, Paolo Ferrari (Architecture & Design Award), Mauricio Di Bartolomeo (Next Generation Award), Alisha Sturino and Adam Reeds (Next Generation Award) 3. Max Ciccolini, Joe Gorman (Community Building Award), Michael Ciccolini, Doug Ford, Premier of Ontario, Sam Ciccolini, Tony Altomare (ICCO Canada) 4. Abid Malik, Sandy Fraser, Lisa Ursini, Joe Gorman (Community Building Award) and David Morgado 5. Danny Delio, Scott Remark, Brandon Porco, John Porco, Paul De Berardis and Nino Stellato 6. John Porco, Giacomo Dalla Fontana of Faresin Formwork (Italy-Canada Award) and Tony Altomare (ICCO Canada) 7. Patricia Massarella, Dr. Carys Massarella (Science, Arts & Culture Award) and George Massarella
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Photos by Pullano Photography
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Inaugural President’s Dinner Italian-Canadian Community Foundation of Montreal 1.
The Italian-Canadian Community Foundation of Montreal launched its inaugural President’s Dinner May 13 to celebrate the resilience of its community following the Covid-19 pandemic. Raising $80,000 for various inititiatives and organizations requiring assistance after a long standstill, these funds will support senior and youth initiatives as well as promote Italian culture and preserve the history and legacy of Italians in Canada. The exclusive dinner was held at the newly renovated Château Vaudreuil boasting a first-class cocktail followed by a 5-service gastronomical experience with delicious food and wines. 1. Back row: Terry Ventola, Dany Bessette, Jean-Marcel de Magistris Front row: Luciano D’Ignazio, Paolo Fortugno, Rita Lc de Santis 2. Back row: Carlo Sabella, Eduardo Minicozzi, Nancy Forlini Front row: Pat Buttino, Lydia Saputo, Nick Fiasche 3. Sabrina Dodaro, Gemma Marchione, Alex Loffredi, Antoinette Di Paola, Carmelo Amato 4. Back row: Marco Polisena, Enrico Lamorte, Tony Bacile Front row: Sandra Secondo, Edith Lamorte, Marie-Claude Joly 5. Back row: Franco Messina, Antonio Sciascia, Giuliana Sbrega Front row: Lia Messina, Luigi Liberatore, Joe Pannunzio 6. Back row: Joseph Broccolini, Sabino Grassi, James Papadimitriou Front row: Carmela Broccolini, Clara Grassi, Anastasia Nakis 7. Operatic trio, Lyrico: Ian Sabourin, Samuel Champagne, Marco Bocchicchio, Pianist: Francis Choinière’ missing from caption
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Ristorno di 1,893,219 $ ai membri qualificatosi La Cassa popolare Desjardins Canadese Italiana è stata lieta di presentare il resoconto delle sue attività finanziare relative all'anno 2021 il 21 aprile scorso all’assemblea generale annuale con i membri.
. Totale prestiti: 1,230,000,000 $
Dati importanti al 31 dicembre 2021
. Totale depositi: 1,310,000,000 $
. 28,886 membri . 11 amministratori . 79 dipendenti . Attivo di 1,451,856,000 $
. Totale volume d’affari: 2,560,000,000 $ . Utile al netto delle imposte: 17,745,000 $
Quest'anno, gli eccellenti risultati ottenuti durante l’esercizio finanziario terminato il 31 dicembre 2021 permettono alla Cassa Popolare Desjardins Canadese Italiana di ridistribuire un ristorno totale di 1 893 219 $; ogni membro qualificatosi riceverà una quota proporzionale al volume detenuto nelle quattro famiglie di prodotti Desjardins: Conti, Prestiti, Investimenti e Assicurazioni. Questo è solo uno dei grandi vantaggi di essere membri della Cassa popolare Desjardins Canadese Italiana!
Direttori e dirigenti da sinistra: Maria Biondi, Giuseppe Guerrieri, Sabrina Alessandrini, Luigi D’Argenio, Michelina Lavoratore, Mariano De Carolis, Alessandro Ciminelli, Rita Tamburro, Natalie Amato, Carmelo Barbieri
Membri del consiglio di amministrazione da sinistra: Nick Panetta, Carmine Mercadante, Claude Gobeil, Raffaele Di Lillo, presidente Anna Cortina, Mariano De Carolis, direttore generale, Serge Branconnier, Massimiliano Bernardo, Elio Cerundolo (assente), Michael Di Grappa (assente), Carole Gagliardi (assente), Avia Pinchiaroli (assente) SEDE CENTRALE 6999 boul. St-Laurent, Montréal Centro servizi Piccola Italia 6995 boul. St-Laurent, Montréal
Centro servizi Fleury 2401 Fleury Est, Montréal Centro servizi Henri-Bourassa 5620 boulevard Henri-Bourassa Est, Montréal
(514) 270-4124 • Follow us on
La Cassa popolare Desjardins Canadese Italiana continua ad incoraggiare le iniziative locali e ad offrire il suo sostegno monetario agli organismi di beneficenza della comunità perché nell'impegno sociale della Cassa si realizza uno dei capitoli importanti della sua missione di cooperazione attiva. “Malgrado il peso della situazione sanitaria sull’economia mondiale, l’esercizio appena conclusosi è stato caratterizzato, ancora una volta, da un andamento straordinariamente positivo per la vostra Cassa. La capacità di reazione alla prolungata emergenza sanitaria ed al susseguirsi delle chiusure operative dovute alle diverse ondate di contagi le ha permesso, trimestre dopo trimestre, non solo di tenersi in linea con le proiezioni di sviluppo, ma addirittura di sorpassare gli indici di crescita previsti, con un aumento sorprendente dell’utile netto.” - Mariano De Carolis Direttore generale AVANTI...INSIEME!
Centro servizi Jarry 4570 Jarry, Montréal Centro servizi Jean-Talon 5133 Jean-Talon Est, Montréal Centro servizi Lasalle 1590 Dollard, Montréal
Centro servizi Maurice Duplessis Centro servizi St-Jean-de-la8275 boul. Maurice Duplessis, Croix e Ufficio Gestione del Montréal Patrimonio 170 St-Zotique, Montréal Centro servizi Papineau 7390 Papineau, Montréal
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EVENTS
Sip & Savour
340 women gathered at the second annual Sip & Savour in support of Vaughan children and families dealing with autism spectrum disorders. Held May 19 in Vaughan, the fun-filled evening raised funds for Waves of Changes for Autism - a grassroots charity which has raised a staggering $1.1 million since 2016. In addition to financial aid, the organization’s goal is to spiritually support and celebrate children with autism. Therefore, it was only fitting that Waves of Changes ambassador Stefano Di Cecco, who is also on the spectrum, emceed the evening while inspiring guests with his personal story of perseverance.
Waves of Changes for Autism 1.
1. Brigitte Brandt, Lucy Langstaff, Rose Marie Pisano, Elvira Caria and Mary Marano 2. Josie Saccoccia, Cassandra Contardi and Aurora Policaro-Giannace 3. Waves of Changes for Autism Board of Directors: Loredana Pressuto (Treasurer), Ellen Contardi (President), Clarissa Buttarazzi (Waves Ambassador), Stefano Di Cecco (Waves Ambassador) and Mark Di Maulo (Secretary) 4. Gabriella Vamvakidis, Carm Viola and Councillor Rosanna DeFrancesca 5. Meta Centre Team: Antonet Orlando, Lana Cianfrini, Licia Simone and Rita Ristucci 6. Angie Gallo, Anna Bevilaqcua and Nella Lanteri Maggio 7. Claudia Machiella, Sandra Senatore and Stacey Falbo
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Photos by Pullano Photography
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Relief for Ukraine
IC Savings Announces $120,000 Donation On April 29, IC Savings announced a generous donation of $120,000 in support of the Canada-Ukraine Foundation and its immediate humanitarian relief efforts in Ukraine. With an initial challenge of $50,000, the Toronto and GTA-based credit union launched a campaign among its membership in March that saw
it match donations, dollar for dollar. The total funds raised far exceeded expectations and the Foundation, which has supported Ukranian refugees and displaced Ukranians with vast food shipments and medical supplies, expressed its gratitude to the Italian Canadian community for this compassionate effort.
1. Yvan Baker, Member of Parliament, Etobicoke Centre; Fausto Gaudio, President and CEO, IC Savings 2. Fausto Gaudio, President and CEO, IC Savings
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That’s Amore for Kids Supporting Variety Village
Popular pizza franchise, Pizza Nova, kicked-off its 23rd annual That’s Amore for Kids campaign May 2 at the renowned Toronto developmental facility, Variety Village. The month-long initiative raising funds and supporting children’s programming at Variety - The Children’s Charity of Ontario has raised a total of over $2 million to date and assists young people with disabilities by helping them break developmental barriers through integrated sports and life skills programs.
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1. Karen Stintz, President and CEO of Variety, singer Roberta Battaglia and Pizza Nova President, Domenic Primucci with Variety Village Ambassadors
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Graduates of the Year 2022
Send us your graduation pictures! Please submit your picture by visiting www.panoramitalia.com clicking on “Magazine” followed by “Graduates of the year.” You can also submit by mail to 9300 Boul. Henri-Bourassa O, Suite 100, Ville Saint-Laurent, Quebec, H4S 1L5 Include the graduate’s name, institution, and field of study. Cost is $55 Deadline: August 22, 2022 Pictures will appear in our Fall 2022 issue
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Un monde de chiens Par Rita Simonetta Visitez n’importe quel quartier italocanadien cet été, et vous y trouverez des tonnes de compagnons à quatre pattes. Cela reflète ce qui se passe partout dans un pays qui est tombé amoureux de ses petits amis à fourrure. Selon la firme de sondage Abacus Data, 32 % des Canadiens possèdent un chien. Mattea Settino fait partie du groupe. Cette résidente de Woodbridge, en Ontario, a un bichon havanais femelle avec qui elle a un lien unique. « Je pense que les chiens peuvent le sentir, quand quelque chose ne va pas ; lorsque quelqu’un dans la maison agit différemment, l’humeur du chien change en fonction de cette personne », explique Settino. Le projet d’accueillir un chien dans la famille avait le plein soutien de son père, mais sa mère hésitait. « Mais après la première semaine et demie, ma mère et ma chienne sont devenues les meilleures amies, et maintenant ma mère ne peut pas imaginer la vie sans elle. » Cela dit, les préjugés de la vieille école demeurent profonds. « Quand j’étais petite, maman n’a jamais vraiment aimé les animaux dans la maison », dit Michaela Di Cesare, résidente de Montréal. « Il y a cette mentalité de l’ancienne génération selon laquelle les animaux doivent être gardés à l’extérieur. » Il y a trois ans, elle et son mari, Gabriel Di Genova, ont adopté Giacomo, un mélange de lévrier italien et de chihuahua. Certains membres de sa famille étaient initialement contre l’idée. Les immigrants italiens qui se sont établis au Canada après la Seconde Guerre mondiale étaient pragmatiques et déterminés à se tailler une place et à créer une nouvelle vie pour eux-mêmes et leurs enfants. Dépenser de l’argent durement gagné pour des jouets à mâcher et des tenues de chien ne faisait pas partie de l’équation. Les temps ont changé. Alors que les Italo-Canadiens ont peut-être déjà grincé des dents à l’idée même d’avoir un chien dans leur maison ou
(Dieu nous en préserve) se prélassant sur les canapés recouverts de plastique, ils peuvent maintenant comprendre qu’un chien bien-aimé est un membre de « la famiglia ». Les parents de Di Cesare et de Di Genova sont fous de Giacomo et le comblent de cadeaux. Nonna Lina est la présidente de son fan-club. « Elle l’adore et nous propose tout le temps de le garder. Une fois, alors qu’elle le gardait, je suis arrivée à la maison et j’ai vu qu’elle avait placé Giacomo à la table de la cuisine et qu’elle lui avait préparé une zuppa di latte. » Ces soins et cette attention sont particulièrement significatifs, car Giacomo est un chien adopté qui a subi des violences physiques et psychologiques de la part de ses anciens propriétaires. « Nous voulions lui donner une deuxième chance d’aimer et d’être aimé, une deuxième vie », dit Di Cesare, attribuant à Sophie’s Dog Adoption le mérite d’avoir réuni des chiens et des familles aimantes comme la sienne. Giacomo, qui a été mal nourri et maltraité dans le passé, vit maintenant sa meilleure vie. Pour l’aider avec ses problèmes digestifs, Di Cesare lui prépare des repas biologiques à base de produits fermiers, et son mari passe un peu de temps à jouer avec lui tous les jours quand il revient du travail – lui donnant même des massages en prime ! Au-delà des gâteaux personnalisés qu’il dévore et des habits de marque dans lesquels il se pavane, Giacomo s’est rendu en Italie à trois reprises, où il a apprécié les paysages et les saveurs de Rome, de Naples, de Florence et de la Calabre. « Toutes les grandes villes d’Italie sont accueillantes pour les chiens », souligne Di Cesare. « Chaque fois que nous allions au restaurant, Giacomo était toujours le bienvenu. » L’histoire d’amour se poursuit au Canada. « La plupart de mes clients sont italiens », explique Maria Campo, propriétaire de K9-5 Dog Walking. Campo dirige son service de promenade de chiens depuis 11 ans et sert des clients à Woodbridge, à Kleinburg et à Toronto. En effet, de nos jours, les villes et villages canadiens que les Italiens ont aidé à paver et à construire débor-
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dent d’animaleries et de salons de toilettage pour chiens. Un important secteur commercial s’est créé autour de ces animaux de compagnie. Les entrepreneurs innovent sans cesse et offrent une gamme de services allant des écoles de formation en passant par les camps de jour jusqu’aux accompagnateurs de chiens pour les mariages. Pour les parents de chiens désireux de gâter leurs bébés à fourrure, les possibilités sont infinies : traitements de spa, robots qui jouent à aller chercher, canapés-lits doublés de velours, etc. Et il y a plus de chiens que jamais avec lesquels passer du temps, puisque la pandémie a entraîné un boom des naissances de chiots ! « J’ai remarqué une augmentation de 50 % du nombre de propriétaires de chiens », dit Campo, qui a adopté un caniche bichon femelle pendant la pandémie (elle en avait déjà un autre). Les gens qui se sont soudainement retrouvés confinés chez eux se sont dit qu’avoir un copain à quatre pattes était le meilleur moyen de survivre à l’isolement. Ils sont sur la bonne voie : les chiens sont un soutien émotionnel vital. Par exemple, la loyauté et la nature protectrice d’un chien peuvent sauver des vies chez les anciens combattants et les premiers intervenants souffrant de stress post-traumatique. L’allégation qu’un chien peut augmenter le bien-être est soutenue par la recherche médicale. Selon une étude publiée en mars par l’Université de la Saskatchewan, les patients des salles d’urgence ont noté une réduction de la douleur, de l’anxiété et de la dépression après une brève visite d’un chien de thérapie. Ce don qu’ont les chiens d’améliorer l’humeur est la pierre angulaire du programme de zoothérapie du Centre de toxicomanie et de santé mentale (CAMH) de Toronto. Depuis plus de 15 ans, le centre invite les propriétaires de chiens et leur animal à rendre visite bénévolement aux clients et à interagir avec eux. Le résultat n’est fait que de bonnes vibrations. « Cela donne un but aux gens », dit Theresa Conforti, qui supervise le programme. « Ils ont une raison de se lever pour la visite du chien ; ils se sentent responsables de cela. Les clients disent qu’une visite
des chiens illumine leur journée et les rend moins anxieux. » Conforti espère accroître la sensibilisation et faire grandir le programme, afin que plus de clients puissent bénéficier des effets apaisants des chiens. « Même lorsque les clients ne se sentent pas à leur meilleur, les chiens ne les jugent pas », explique Conforti. « Ils sont une source d’inspiration et d’espoir. » Page 40
Le point sur la COVID longue Par Carole Gagliardi Alors que les cas et les décès liés à la COVID-19 sont à la baisse au Canada et que la vie reprend tranquillement son cours, la science se penche sur les séquelles laissées par le virus. Plus de 200 symptômes persistants ont été identifiés et sont attribués à la COVID longue. « On sait qu’il y a toujours quelque chose qui va émerger, et dès avril 2020 j’avais l’intuition qu’il y aurait des séquelles après la COVID-19 », précise la docteure Emilia Liana Falcone. Ces séquelles font l’objet des études menées par la clinique de recherche post-COVID-19 mise sur pied en février 2021 par la docteure Falcone, spécialiste en maladies infectieuses et chercheuse à l’Institut de recherches cliniques de Montréal. Certaines sont liées à une hospitalisation aux soins intensifs, par exemple, et peuvent prendre la forme d’un caillot pulmonaire causant des problèmes respiratoires, d’un accident vasculaire cérébral, de séquelles neurologiques, etc. Parmi les patients qui n’ont pas été hospitalisés, beaucoup souffrent d’une fatigue intense qui affecte leur quotidien. On constate aussi des symptômes neurologiques tels que le brouillard mental, un trouble de la mémoire, de l’insomnie ou le contraire, trop de sommeil. Il y a aussi le contexte cardio-pulmonaire qui peut créer de l’essoufflement, une toux chronique, des palpitations, des étourdissements, des engourdissements, des symptômes gastro-intestinaux ou encore la perte persistante du goût et de l’odorat. « Le projet de la clinique de recherche post-COVID-19 est une occasion d’évaluer en temps réel un problème
clinique actuel, de passer immédiatement au laboratoire, d’émettre des hypothèses sur-le-champ et d’investiguer. Une grande partie du travail vient aussi de notre intuition », explique la docteure Falcone, que nous avons eu la chance d’interviewer. Panoram Italia : Quelles sont les personnes susceptibles de souffrir de la COVID longue ? Emilia Liana Falcone : En général, les patients qui ont été hospitalisés aux soins intensifs sont plus susceptibles de souffrir de séquelles. On voit aussi une importante cohorte de patients non hospitalisés qui ont la COVID longue. Les facteurs de risque qui émergent des études sont le plus souvent le diabète de type 2, l’asthme, un indice de masse corporel élevé, des comorbidités et des problèmes de santé mentale, et une autre étude montre aussi des marqueurs de charge virale plus élevée. Ce sont des indices qu’il faut étudier plus à fond. Il faudrait éventuellement prélever des échantillons dans la phase aiguë de la maladie pour identifier des biomarqueurs. PI : Y a-t-il une mutation du virus plus susceptible qu’une autre de donner la COVID longue ? ELF : Nous évaluons activement cela. Il faut tenir compte du fait que la vaccination entre en jeu, et que le virus est en mutation constante. On analyse l’impact de la vaccination et on voit des patients qui, bien que vaccinés, sont réinfectés à divers degrés. Plusieurs scénarios indiquent que ce n’est pas parce qu’on a eu la COVID une fois sans ensuite souffrir de la COVID longue que cela ne se produira pas lors d’une deuxième ou d’une troisième infection. Des études préliminaires tendent à démontrer que si l’on est vacciné, les chances de souffrir de la COVID longue sont de moins de 50 %. PI : Quel est le pourcentage des patients atteints de la COVID-19 qui seront atteints de la COVID longue ? ELF : La prévalence est très difficile à cerner. On l’estime aux environs de 10 à 30 %, mais cela est très variable. Une étude de l’Institut national de
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santé publique du Québec centrée sur les complications à long terme des travailleurs de la santé qui ont eu la COVID-19 indique une prévalence de 40 à 45 % dans ce groupe. Peut-il y avoir surestimation ? Bien sûr, car certains symptômes peuvent être associés à d’autres maladies. La définition de la COVID longue comporte le fait de souffrir d’au moins un symptôme qui persiste pendant plus de deux mois ou trois mois après l’infection. Il faut donc être très prudent dans notre analyse. Comme c’est une maladie complexe à diagnostiquer et qui requiert du recul, il faut évaluer le patient dans son ensemble. Il faut savoir qui il était avant l’infection : était-il actif, souffrait-il de certains symptômes ou maladies ? Un de nos objectifs est de trouver des marqueurs biomoléculaires qui nous aideront à poser le diagnostic ou même à prédire l’évolution de la santé de ce patient. PI : Le monde fait-il face à de nouvelles maladies liées à l’émergence de nouveaux virus ? ELF : Oui, désormais cela fera partie de notre quotidien. Il y a toujours eu des virus, mais nous avons vécu une pandémie, et cela nous a mis en alerte sur l’importante de la préparation et de l’identification rapide afin de les contenir le plus rapidement possible. Nous avons fait des avancées phénoménales en matière de vaccination, particulièrement avec les vaccins à ARN messager. Il est important de se faire vacciner, pour se protéger et pour protéger les autres, et de consulter immédiatement, dès qu’on y a des symptômes.
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Dans le mixeur La nouvelle série Mangia Québec du chef Michele Forgione sur TLN. Par Loretta Noella Di Vita Le chef et restaurateur montréalais Michele Forgione donne aux téléspectateurs l’eau à la bouche dans sa prochaine docusérie télévisée. Mangia Québec est une exploration nostalgique de la contribution des immigrants italiens à l’industrie de l’alimentation et au tissu multiculturel du Québec. J’ai joint Michele Forgione par téléphone au sujet de sa prochaine série documentaire télévisée, Mangia Québec. Le célèbre chef et restaurateur était en route pour le salon de l’alimentation de Toronto afin de promouvoir l’entreprise de produits alimentaires dont il est copropriétaire avec Stefano Faita, son partenaire d’affaires de longue date, avec qui il possède également quatre restaurants à Montréal. La synergie est tellement ancrée dans la marque du duo qu’il est difficile d’imaginer que l’un exécute un projet sans l’autre. Mais cette fois, Forgione vole en solo en tant que producteur exécutif, recherchiste, animateur et narrateur de la série (bien que Stefano et la mère de ce dernier, la restauratrice Elena, soient présents dans un des épisodes). « Il me reste trois heures, alors posezmoi toutes les questions que vous voulez sur Mangia Québec », offre avec enthousiasme Forgione, à michemin de son trajet vers Toronto. Avant de continuer, il souhaite toutefois mettre une chose au clair : « Ce n’est pas une émission de cuisine. » Mangia Québec est en effet plutôt un documentaire en six épisodes mettant en vedette six entreprises familiales, impliquées dans l’industrie québécoise de l’alimentation et des boissons et ayant toutes des racines italiennes. La série sera diffusée sur TLN en septembre 2022. Forgione et moi avons parlé conception et production, mais surtout du message derrière Mangia Québec. Il m’explique que la série explore « les raisons pour lesquelles ces gens ont quitté l’Italie et ont décidé de s’installer et de démarrer des entre-
prises ici, et les détours par lesquels ils en sont venus à posséder des entreprises improbables comme une ferme de bufflonnes, une brasserie ou une chaîne de bagels ». « J’ai fait beaucoup de recherches et j’ai sélectionné toutes les familles, dont certaines que je connais depuis longtemps », déclare-t-il à propos de ses choix éclectiques. « Le critère principal était qu’elles soient italiennes et qu’elles aient cette “histoire commune” d’avoir quitté l’Italie pour trouver une vie meilleure au Canada. » Alors pourquoi avoir inclus une famille canadienne-française dans l’épisode consacré à la proverbiale tomate ? Ce choix est tout à fait pertinent, car il s’agit de maraîchers qui fournissent depuis longtemps des chefs et des producteurs de sauce tomate maison de la communauté italienne. « Ils partagent beaucoup d’histoire avec nous », assure Forgione. C’est précisément ce genre de lien sans prétention entre les deux cultures que Mangia Québec vise non seulement à explorer, mais à renforcer. Né et élevé au Québec, Forgione, 45 ans, estime que la communauté italienne a « trouvé sa place » en « faisant le pont entre les deux mondes » et que, dans une large mesure, cela s’est produit grâce à la découverte par les Québécois de la cuisine italienne et au désir des Italiens de la partager avec eux. La série se déroule dans six municipalités québécoises différentes, et chaque épisode regorge d’exemples colorés de fusion culinaire et culturelle infusés d’influences italiennes. Le résultat final nous propose des paysages en plein air lumineux, des images d’aliments alléchants et des scènes de convivialité autour de la table. Les téléspectateurs sont entre autres transportés dans une cabane à sucre de style italien (oui, vous avez bien lu), une ferme de bufflonnes à MontSaint-Hilaire produisant (quoi d’autre ?) de la mozzarella di bufala italienne traditionnelle, ainsi que dans la Petite Italie de Montréal, où Forgione achète de la morue pour un plat traditionnel remontant à l’époque des premiers colons du Québec. « Ce projet me tient à cœur. Je devais donner une voix à ces gens », explique Forgione. Les thèmes de la fluidité culturelle et de l’entrepreneuriat le touchent particulièrement. « J’ai commencé à
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travailler dans ce secteur à 17 ans, en faisant du pain de seigle et des bagels à la boulangerie de mon grand-oncle, lui aussi immigrant italien. C’était une boulangerie juive ! Il l’a reprise de M. Isack, le propriétaire d’origine. » Nous avons déjà vu Forgione à la télévision, concocter des recettes italiennes traditionnelles ou œuvrer comme juge au Wall of Chefs du Food Network. Pourtant, il admet ne pas être attiré par les feux de la rampe, préférant agir comme le « gars de recherche et développement » derrière la marque Faita-Forgione. « Je suis calme. » Néanmoins, il s’est senti complètement à l’aise d’être filmé dans le cadre de la série, produite par Riverbank Pictures, et s’est même permis d’aider des invités intimidés par les caméras en leur donnant des conseils comme : « C’est un documentaire, alors soyez simplement vousmême et, quoi que vous fassiez, ne regardez pas la caméra – sinon vous êtes fichus. » « Mais tout le monde était “de la partie”, comme on dit dans le métier, pleinement impliqué et investi dans la production », déclare Forgione. « Nous avons commencé en 2019 et à cause des restrictions sanitaires, nous avons dû faire une pause d’un an. Nous avons trouvé des solutions créatives, comme enregistrer des voix hors champ par téléphone, en utilisant des microphones de grande qualité, afin d’éviter de devoir aller en studio. » Comme toute histoire de patrimoine et de migration, Mangia Québec est riche en émotions et provoque un profond sentiment de nostalgie, en particulier lorsque des photos et des films d’époque sont utilisés et que la narration rappelle d’anciens membres de la famille. « À un moment donné, nous avons eu les larmes aux yeux, mais l’équipe de production a maintenu la caméra en marche, par souci d’authenticité. Bien que le Québec possède une incroyable diversité, nos histoires individuelles – les choses qui nous tiennent à cœur – ne sont pas si diverses. Je veux dire, nous avons tous subi des pertes et affronté des défis personnels, mais nous y sommes arrivés quand même. Mangia Québec en est la preuve. »