Natura Viva magazine - aprile '23

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La sesta spedizione dei La sesta spedizione dei ricercatori italiani sulle ricercatori italiani sulle isole dell'Oceano Indiano isole dell'Oceano Indiano

Speciale fenicotteri rosa Speciale fenicotteri rosa

L a r i v i s t a d i g i t a l e d e l P a r c o N a t u r a V i v a La vita al Parco e le La vita al Parco e le minacce in natura minacce in natura
DESTINAZIONE SEYCHELLES

E come i semi sognano la neve, il vostro cuore sogna la primavera

Un numero speciale, interamente digitale, per celebrare l'arrivo della bella stagione E chi, se non sua maestà il fenicottero rosa, sarebbe potuto essere il protagonista? E' il suo vociare che annuncia agli altri abitanti del Parco Natura Viva giornate più lunghe, temperature più miti e una vita familiare che si prepara ad accogliere nuove vite. I suoi colori sono essi stessi la primavera, in una palette che sfuma dal rosa antico al bianco panna, passando per l'elegantissimo nero delle penne remiganti Ma quest'anno, nemmeno lui è stato esente dagli effetti che la crisi climatica ha prodotto. Le precipitazioni invernali si sono ridotte drasticamente e questo gli ha impedito di arrivare pronto all'avvio della primavera con i suoi tipici nidi di fango

E poi un vero giro intorno al Mondo insieme ai ricercatori italiani giunti alla sesta spedizione sulle isole dell'Arcipelago delle Seychelles Oltre a facce nuove e vecchie insidie che l'uomo tende agli ibis eremita.

Ora puoi portarlo sempre in tasca. Natura Viva magazine è con te!

www.magazine.parconaturaviva.it

Natura Viva è una testata registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Verona numero 13/65 del 1995.

Editore Parco Natura Viva srl Direttore responsabileTelmo Pievani Responsabile editoriale e progetto grafico Elena Livia Pennacchioni Comitato di redazione Cesare Avesani Zaborra, Federico Salvelli, Maria Ordinario, Camillo Sandri, Caterina Spiezio, Katia Dell'Aira, Marta

Giorgio Ottolini

Khalil Gibran
Tezza,
TUTTE LE FOTO PUBBLICATE SONO TRATTE DALL'ARCHIVIO FOTOGRAFICO DEL PARCO NATURA VIVA, LADDOVE NON DIVERSAMENTE SPECIFICATO Diventare grandi conviene? 3 5 Speciale fenicotteri rosa Chi c'è di nuovo? 10 Arrivano i figli e c'è meno tempo per la coppia Annus horribilis per gli ibis eremita Stelvio50 padre adottivo Per salvare le tartarughe giganti 12 15 17 20 Oltre 4mila gli animali salvati dagli zoo 23

Diventare grandi conviene?

CC’è un papà del regno animale che lascia tutto il carico della prole sulle spalle di mamma Quand’anche il piccolo in questione, raggiunta ormai l’età opportuna, non avesse intenzione di iniziare a cavarsela da solo E’ il caso di Ticiano, “capofamiglia” di un gruppo di 6 saki dalla faccia bianca al Parco Natura Viva di Bussolengo, che conclude i propri “doveri” nei confronti dei figli con la difesa del territorio e del gruppo. Mentre l’ultima piccola di casa, a 5 mesi compiuti e dalle fattezze ormai simili ad una giovane saki, si lasciava trasportare ancora ovunque da mamma Yuta Dormiva sulle spalle di mamma Yuta, mangiava, giocava, imparava e interagiva con i fratelli dalle spalle di mamma Yuta. Per i piccoli saki dalla faccia bianca, il papà non ha alcun ruolo diretto di cura.

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“A seconda delle diverse speciespiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva - i compiti in famiglia vengono distribuiti in modo diverso Tra questi primati sudamericani, che vivono tra le fronde e i rami degli alberi, il papà saki si occupa della difesa del gruppo usando vocalizzazioni specifiche in caso di predatori aerei o terricol. Non si dedica alla crescita dei piccoli, ai quali provvede la mamma finché non sono loro stessi ad affrancarsi E’ proprio a 5 mesi che i piccoli in genere scendono dalla schiena materna. Ma non in questo caso in cui, probabilmente la vivacità dei fratelli più grandi della nostra piccola, non la fa ancora sentire molto al sicuro”

Primate che vai, papà che trovi

Un modello familiare opposto a quello di un altro primate, in questo caso africano Lucky, papà di molti piccoli di bertuccia al Parco Natura Viva, è ed è stato un ineguagliabile papà. Oltre all’accudienza quotidiana, è sempre stato per i propri piccoli un esempio prezioso per crescere Un atteggiamento tipico di questa specie, nella quale non solo le mamma ma anche il papà si occupano della prole Una specie “minacciata” di estinzione secondo l’Unione Internazionale per la protezione della Natura. Per questo, tutti gli anni in occasione della festa del papà, il Parco Natura Viva organizza una festicciola alla quale tutti i visitatori possono partecipare creando festoni e addobbi per il reparto delle bertucce, mentre i keeper si occupano di preparare un pic nic loro dedicato

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Una primavera in ritardo

Il cambiamento climatico ha ritardato di oltre un mese la deposizione delle uova dei fenicotteri rosa.

PPrimavera in ritardo di oltre un mese per le uova dei fenicotteri rosa. Nei giorni di Pasqua, nella prima settimana di aprile, sono state circa 20 quelle deposte al Parco Natura Viva di Bussolengo Ovvero meno della metà delle 53 salutate negli stessi giorni dello scorso anno, alle quali già si aggiungeva la schiusa dei primi due pulcini. La stagione invernale, al termine della quale questa specie depone, è stata avara di piogge e non ha reso il terreno morbido, adatto alla costruzione dei tipici nidi di fango. Circa 40 le possibili coppie della colonia formata da più di 200 esemplari, l’unica a raggiungere in Italia il successo riproduttivo testimoniato dalla ricerca pubblicata su Journal of Applied Welfare Science in collaborazione con l'Università di Padova

Il ritardo è di oltre un mese - spiega Caterina Spiezio, responsabile ricerca e conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo - ma ci aspettiamo comunque che tutte le possibili coppie depongano il proprio uovo, le cui prime schiuse sono ormai attese a stagione inoltrata In assenza di piogge, i fenicotteri non hanno potuto reperire il fango necessario ad innalzare nidi che possono raggiungere anche i 30 centimetri

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Le prime coppie hanno deposto alla fine di marzo sugli avvallamenti dei nidi degli anni precedenti e non appena scende qualche goccia, iniziano ad innalzarli aiutandosi con il becco o a costruirli ex novo” Un’isola anomala dunque in questo periodo al Parco Natura Viva, con meno coppie rispetto agli anni precedenti che si danno il cambio nella cova. La mancanza di piogge in natura, non solo mette a rischio una specie mediterranea che proprio negli ultimi anni è tornata a popolare le nostre coste. Ma anche l’intero ecosistema semiacquatico legato alla sua presenza. “I fenicotteri si cibano di invertebrati acquatici, crostacei e alghe Per farlo, usano le zampe per smuovere il fondo e far risalire tutto ciò di cui possono alimentarsi. Questo consente l’ossigenazione e mescola il materiale organico, contribuendo all’equilibrio di

tutte le zone umide che popolano Già si tratta di nicchie ecologiche che più di tutte soffrono l’inquinamento e la conversione agricola. Aggiungere anche la minaccia del cambiamento climatico, significherebbe prevedere un futuro veramente incerto per questa specie” . Difficoltà con i nidi a parte, il vociare di mamma e papà fenicottero rosa (o futuri tali) è lo stesso di ogni primavera, e annuncia l’avvio della stagione delle nascite.

Al Parco Natura Viva vive una colonia che conta oltre 200 esemplari

Il ritorno nel Mediterraneo e le zone umide

in pericolo

SSe il bacino del Mediterraneo ha perso la metà delle sue zone umide negli ultimi 50 anni, il futuro delle specie animali legate a questi ecosistemi rimane appeso a un filo Lo sviluppo urbano, la conversione agricola, le dighe, l’inquinamento e l’invasione delle specie aliene stringono sempre di più il cerchio intorno a uccelli migratori, mammiferi, rettili e insetti Oltreché compromettere il ritorno del fenicottero rosa, specie in crescita sulle nostre coste. In occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, a lanciare l’allarme è il Parco Natura Viva di Bussolengo.

"Dalla Puglia al Delta del Po e dalla Sicilia alla Sardegna - spiega Cesare Avesani Zaborra, CEO del Parco Natura Viva di Bussolengo - negli ultimi anni tutti gli indicatori dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) hanno restituito dati molto incoraggianti sulla presenza dei fenicotteri rosa nelle nostre zone umide. Difficile fare una stima del numero totale tra esemplari nidificanti e non, ma l’ultimo censimento targato IUCN Italia indica la presenza di 15.246 coppie.

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FOTO | PARCO DELTA PO EMILIA - ROMAGNA

La cui capacità di riprodursi è tuttavia legata indissolubilmente alla conservazione e alla salute delle acque che abitano, per nutrirsi e portare a termine con successo le loro nidificazioni” Ed è una pessima notizia, se pensiamo che l’ultimo studio dell’Istituto Superiore per la Conservazione della Natura (ISPRA) ha censito in Italia il 46,7% delle zone umide in cattivo stato di conservazione, il 31,7% in inadeguato stato e appena il 5% in uno stato favorevole “Le inondazioni e i prosciugamenti indotti dalle alterazioni del clima (o dalle infrastrutture umane) - prosegue Avesani Zaborra - sono la minaccia che pesa di più sugli gli alti nidi di fango in cui questa specie depone, cova e cresce i pulcini Se l’acqua non mantiene i livelli necessari e la composizione adeguata, i predatori possono trovare prede facili o gli allagamenti fare il resto”

Centocinquanta milioni di persone vivono sulla costa mediterranea e il trend è in aumento E le zone umide non solo hanno la capacità di ospitare i fenicotteri e il resto di una ricchissima biodiversità, ma anche di immagazzinare carbonio 10-20 volte di più che le foreste temperate o boreali “Eppure - conclude il CEO del Parco Natura Viva - anche in Grecia settentrionale il 73% delle paludi è stato prosciugato dal 1930. In Francia l'86% delle 78 zone umide più importanti è stato degradato fino alla metà degli anni ’90, la Spagna ha perso circa il 60% delle sue zone umide originarie mentre non va meglio ai bacini del nord Africa Se continuiamo a convertire le nostre zone umide, sarà difficile assistere ancora per molto al ritorno del fenicottero rosa”

Le zone umide Le zone umide iimmagazzinano mmagazzinano carbonio 10, 20 carbonio 10, 20 volte di più volte di più delle foreste delle foreste ttemperate emperate

è d i o v o ?

Numo

NUOVI MUSI E GIOVANI STORIE

DA RACCONTARE

Kikori

Altra scintilla che ci auguriamo scocchi è quella tra il nostro Casper e Kikori, giunta dalla Francia I due casuari sono considerati gli uccelli più pericolosi del mondo e non condivideranno la stessa “casa” come Numo e Pàlida Si incontreranno solo nella stagione riproduttiva e poi lei lascerà che sia lui a covare le uova, allevando i piccoli.

Quest’anno celebriamo Numo e Pàlida, la nuova coppia di crisocioni. Lui è giunto da Berlino per incontrare la nostra femmina, che lo ha accolto molto bene Dopo una breve diffidenza iniziale, i due hanno iniziato a condividere lo stesso punto cibo pur avendone a disposizione due separati Prima spazzolano insieme l’uno e poi si spostano sull’altro. Si tratta di una specie “sopravvissuta” tra i grandi mammiferi sudamericani del Pleistocene. Che oggi però è inserita nella Lista Rossa delle specie a rischio di estinzione della IUCN.

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Madiba e le sue leonesse

Altre due famiglie si stanno allargando, entrambe in zona africana ed entrambe a “vulnerabili” di estinzione. E’ il caso dei leoni, diventati ormai un bellissimo gruppo sociale retto da Madiba con le sue tre leonesse, e dei ghepardi. Safia, Lubaia e Kianga hanno ormai accettato la presenza di Madiba, giunto da Le Parc des Felins I quattro appartengono alla leggendaria sottospecie dei leoni bianchi che in natura, conta esemplari nell'ordine delle decine

Achill, Aaron e il clan dei maschi

I ghepardi invece hanno aggiunto ben due "posti a tavola" Nero e Mookane hanno trovato il giusto equilibrio con i due fratelli tedeschi Aaron e Achill, arrivati da pochi mesi. Si tratta di una specie che in Africa ha toccato un declino rapidissimo nel giro di alcuni decenni, causato principalmente dal conflitto con le attività umane e dal commercio illegale di esemplari strappati al proprio habitat.

Arrivano i figli e c'è Arrivano i figli e c'è meno

tempo per la meno tempo per la coppia coppia

Anche nel regno animale, l'arrivo della prole corrisponde ad un periodo in cui diminuisce il tempo dedicato al proprio partner.

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Il

Avere dei cuccioli completa la vita di una coppia di panda rossi. Ma distrae l’attenzione di lei, che ha occhi (quasi) solo per la prole. E l’allattamento ha un costo energetico così alto che le richiede un sovrappiù di tempo da trascorrere a terra alla ricerca di cibo, mentre lui resta tra i rami per l’80% del proprio tempo.

La conferma che anche nel regno animale la presenza di figli sottragga tempo al rapporto a due, arriva dallo studio “Behaviour of Zoo-Housed Red Pandas” pubblicato dal Parco Natura Viva di Bussolengo su Journal of Zoological and Botanical Gardens, in collaborazione con l’Università di Parma e Janno Weerman, coordinatore europeo del programma di conservazione di questa specie. Primo parco zoologico d’Italia ad aver ospitato nel 1992 questa specie a rischio di estinzione, è stata la casa di 10 coppie riproduttive e ha potuto monitorare la vita di 37 cuccioli allevati dalle cure esclusive delle proprie mamme.

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Parco Natura Viva è stata la casa di 10 coppie riproduttive di questa specie in pericolo di estinzione

Nella coppia con cuccioli - spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva e prima autrice dello studio - le attenzioni della mamma sono rivolte principalmente alla prole, piuttosto che al partner. Con i suoi piccoli trascorre la maggior parte del tempo accudendoli, pulendoli, allattando, dormendo e giocando con loro. E durante il periodo dell’allattamento dovrà aumentare il suo apporto di cibo del 200%. Per riuscirci, cambierà abitudini Da specie arboricola, scenderà al suolo più spesso per predare e procurarsi il cibo dal giusto apporto proteico utile a soddisfare il fabbisogno dei propri cuccioli Arriverà ad impegnare fino al 15% della sua attività nell’alimentazione e un altro 15% lo utilizzerà per spostarsi nel reparto alla ricerca di cibo Tutte queste attività sottrarranno alla coppia del tempo per stare insieme, tempo che la coppia senza cuccioli utilizza invece per cercarsi, scambiarsi attenzioni, annusarsi e

dormire l’uno accanto all’altro, restando sempre in contatto” . Uno studio che dimostra che con l’arrivo dei figli aumentano le attività per provvedere al loro benessere E che anche nel regno animale, il rapporto a due risente di qualche mancata attenzione

Annus horribilis per l'ibis eremita

LLa stagione venatoria 20222023 allunga la lista degli ibis eremita uccisi dalla caccia illegale e porta a 6 il numero degli animali abbattuti. L’ultimo referto dell’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana conferma il bracconaggio come causa di morte di Kingsley e arriva dopo quelli di Taylor, Gustav e Otto a novembre e di David e Harald a gennaio Ma quest’ultima necroscopia, oltre a segnare il numero più alto di vittime nella storia dei due progetti LIFE guidati dal Waldrappteam dal 2014 a oggi, lascia anche un altro indizio preoccupante Il corpo di Kingsley, due anni, è stato ritrovato in un uliveto di Albinia, a quattro chilometri in linea d’aria dall’Oasi di Orbetello. Che fino adesso era stata il porto sicuro per tutti gli ibis eremita tornati a solcare i cieli d’Italia dopo 400 anni dalla scomparsa in Europa. Il rifugio protetto in cui trascorrere la stagione fredda per poi ripartire alla volta del nord, in cui nessun bracconiere aveva ancora mai osato mettere piede.

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Il bracconaggio si è spinto fino alle aree di confine dell'oasi di Orbetello, da sempre rifugio sicuro per tutti gli esemplari.

L'appello per un black spot di migrazione

A lanciare l’allarme il Parco Natura Viva di Bussolengo, unico partner italiano del progetto LIFE co-finanziato dall’Unione Europea per la reintroduzione in natura di questa specie Ora preoccupato per l’imminente migrazione primaverile che vedrà gli ibis sorvolare l’Italia verso nord.

“Nella zona dell’Oasi - spiega Cesare Avesani Zaborra, CEO del Parco Natura Viva di Bussolengo - risiedono oggi 195 ibis eremita, che - quando non sono impegnati nella rotta di migrazione - insistono in un raggio di circa 10 chilometri dall’area naturale Si tratta di animali miti, che cercano invertebrati nei campi e che riposano sui rami Impossibili da confondere con qualunque altra specie anche per via del loro becco lungo e ricurvo.

Temiamo che chi ha imbracciato il fucile sapesse a chi stesse sparando. La preoccupazione adesso va a tutti quegli esemplari che si rimetteranno in volo per seguire la rotta a nord in previsione della stagione calda, verso le temperature fresche dell’Austria” . La costa tirrenica della Toscana è sempre stata al centro della lotta contro il bracconaggio del Waldrappteam e del Parco Natura Viva, per la quale lo scorso anno si

chiese all’allora Ministero della Transizione Ecologica l’istituzione di un black spot per tutti gli uccelli migratori in viaggio verso le proprie mete. “Facciamo appello anche alle associazioni venatorie - conclude Avesani Zaborra - che ci aiutino in questa lotta comune per la salvaguardia di una biodiversità che siamo già riusciti ad estinguere in passato Che oggi si uniscano a noi per rimediare ai crimini perpetrati”

Ibis eremita durante la Migrazione Guidata dall'Uomo

Stelvio50, padre adottivo di un gio i t

Gli sca cieli de

Nato al Parco Natura Viva nel 2019, Stelvio50 è stato reintrodotto in natura nello stesso anno tra le rocce di Sierra de Cazorla, in Spagna.

IIstantanee da Sierra de Cazorla, 150 chilometri a nord est di Granada, Spagna. Stelvio50, il primo gipeto reintrodotto in natura dal Parco Natura Viva nel 2019, vola insieme al giovanissimo Bernar A testimoniarlo senza timore di smentita le immagini che arrivano uardo brarsi nei me.

“In realtà – spiega Camillo Sandri, direttore zoologico del Parco Natura Viva che era lì quel 27 giugno di 4 anni fa – si tratta di esemplari che non hanno il prezioso aiuto dei genitori per imparare a cavarsela da soli dopo l’involo, ecco perchè preferiscono aggregarsi E in questo caso il nostro Stelvio50 è ufficialmente diventato grande, insignito del ruolo di “padre adottivo” da un individuo più giovane”

A ben guardarlo infatti, il gipeto che si schiuse al Parco Natura Viva nel marzo del 2019 ha ormai abbandonato i segni della sua precedente vita. Non c’è più traccia dello scolorimento delle penne remiganti, trattate al momento del rilascio per renderlo visibile in volo anche ad occhio nudo E quelle sul corpo, un tempo del marrone tipico di chi è alle prime armi con la vita, hanno virato verso il nero-bianco degli adulti. E’ rimasto solo il suo anello, codice 76, ad indicare che

Stelvio50 sia un gipeto reintrodotto in natura Peraltro conosciuto, da chi s’inerpica tra quelle rocce ogni giorno, per essere un esemplare temerario, che ha già girato la Spagna in lungo e in largo fino a Pirenei. “Strana caratteristica dei nostri gipeti – conclude Sandri – perchè anche Eglazine (la femmina reintrodotta l’anno successivo in Francia ndr) ha macinato migliaia di chilometri fino in Olanda” Vedremo cosa faranno entrambi, al prossimo aggiornamento dalle avventure della loro vita selvatica.

Stelvio50 e Bernar volano insieme tra le gole di Sierra de Cazorla, Andalusia

Camillo Sandri durante l'applicazione dei microchip alle baby tartarughe giganti

La sesta La sesta spedizione dei spedizione dei ricercatori ricercatori iitaliani taliani

DESTINAZIONE SEYCHELLES Per salvare le tartarughe giganti

SSesta spedizione nell’Arcipelago delle Seychelles, prima azione sul campo dopo il rinnovo dell’accordo internazionale tra il Parco Natura Viva di Bussolengo e il Seychelles Parks and Garden Authority. I ricercatori italiani hanno applicato 17 nano-microchip alle baby tartarughe giganti delle Seychelles, venute alla luce per la prima volta in 122 anni di storia del Botanical Gardens della capitale Victoria Tra 70 e 100 grammi a soli due mesi di vita, tra qualche anno queste “mini giganti” verranno rilasciate sull’isola di Curieuse per tornare a popolare tutti gli ecosistemi dell’Arcipelago, dove potranno superare i 100 anni di età e i 200 chili di peso

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“Vulnerabile” di estinzione, si tratta di una specie per la quale l’Italia nutre competenze scientifiche uniche grazie alla gestione di 11 esemplari al Parco Natura Viva e all’attività di ricerca pluriennale con l'Università di Bologna e nell’ultimo anno, anche con l’Università degli Studi di Milano Una cooperazione, quella tra il know-how zoologico italiano e l’ente governativo delle Seychelles, che già nel 2017 aveva portato alla “microchippatura” delle prime piccole testuggini giganti della nursery su Curieuse, con il risultato di azzerare i casi di traffico illegale dall’isola. Ma un’altra insidia si aggiunge ad una situazione già fragile: la siccità globale di quest’anno lascia temere per la schiusa delle testuggini, minacciata da una stagione delle piogge molto “secca” con interi giorni senza scrosci Il che espone le uova al rischio che non mantengano il giusto grado di umidità per rimanere vitali.

“E’ per noi un onore e un privilegio mettere a disposizione strumentazioni e risultati di ricerca conseguiti in molti anni di studio e gestione, realizzati proprio grazie alla collaborazione con gli enti alle Seychelles” , spiega Camillo Sandri, medico veterinario e direttore zoologico del Parco Natura Viva di Bussolengo, rientrato da poco dalle Seychelles insieme alla psicobiologa Caterina Spiezio.

Camillo Sandri al Botanical Gardens di Vittoria

“I nano-microchip che abbiamo inserito nelle baby testuggini giganti vanno dai 6 agli 8 millimetri di lunghezza, sono brevettati appositamente per piccoli animali e durano moltissimi anni Le accompagneranno quando saranno pronte per tornare in natura, permettendo a noi e allo staff del SPGA di poterle monitorare. Siamo sempre più convinti dell’importanza della conservazione ex situ a cui si devono aggiungere necessariamente azioni di conservazioni in situ proprio come sancito dalla Convenzione sulla Conservazione della Biodiversità, instaurando collaborazioni internazionali nelle aree dove vivono le specie a rischio di estinzione Ma la lotta al commercio illegale per questa specie, con la dotazione dei primi nano-microchip nel 2017 ai quali si aggiungono i cinquemila consegnati lo scorso anno insieme a una bilancia in grado di pesare fino a 300 chili e una destinata alle neonate, purtroppo non basta. Perchè quest’anno eravamo lì in quella che sarebbe dovuta essere una piena stagione delle piogge. E abbiamo dovuto fare i conti con gli effetti che può provocare il cambiamento del clima”

"Vulnerabile" di estinzione, l'Italia ha conoscenze uniche sulle testuggini giganti grazie alla gestione degli 11 esemplari al Parco Natura Viva

Quattordici tra zoo e acquari d'Italia uniscono le proprie voci e fanno il punto sui numeri e i successi riportati in più di un decennio di salvaguardia delle specie a rischio di estinzione.

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LL’ibis eremita, il tritone sardo e lo storione dell’Adriatico Ma anche l’avvoltoio grifone e la testuggine palustre Tutte specie che l’Europa avrebbe visto estinguersi se non fossero intervenuti i parchi zoologici e gli acquari italiani con i ripopolamenti in natura di esemplari nati in ambiente controllato Un ruolo decisivo, che quattordici strutture italiane rivendicano in un’unica voce in occasione del World Wildlife Day, indetto dall’ONU per ogni 3 marzo. E che sintetizzano in Dieci storie di successo, una pubblicazione illustrata open access che racconta l’avventura di Italo, Ulisse e gli altri, tornati a popolare i propri habitat

Dal Friuli-Venezia Giulia alla Sicilia e dalla Campania al Piemonte, dal 2008 a oggi gli zoo e gli acquari impegnati nell’iniziativa congiunta hanno contato il rilascio di oltre 4000 esemplari appartenenti a specie animali sull’orlo della scomparsa. E’ il caso della Emys orbicularis, unica di testuggine endemica europea, che in un decennio, solo in Liguria ha contato il rilascio di oltre 150 esemplari in aree naturali ripristinate. Trenta tritoni sardi, uno dei più rari e minacciati anfibi europei, che ora ripopola la provincia di Cagliari Duecentoquaranta ibis eremita, protagonisti di un progetto visionario in cui l’uomo vola insieme agli uccelli ormai estinti in Europa, per mostrare loro la rotta migratoria che li conduce in Toscana. Oltre 2.000 storioni dell’Adriatico, che sopravvivono oggi solo in Italia a dispetto di un areale che comprendeva un tempo tutti i Paesi del Mediterraneo e la nascita di almeno il doppio di essi grazie al progetto di riproduzione Un numero di grifoni che da poche decine avvistate in Sardegna e in FriuliVenezia Giulia, supera oggi le due e le tre centinaia in ciascuno dei due siti

Un bilancio tutto tricolore, che tuttavia non tiene conto degli sforzi profusi oltreconfine. Quelli che hanno visto il ritorno del bisonte europeo in Romania, dell’orice dalle corna a sciabola in Tunisia, che proteggono gli ultimi leontopitechi testanera in Brasile e i lemuri del bambù in Madagascar

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"Dieci storie di "Dieci storie di successo", una successo", una pubblicazione pubblicazione illustrata che illustrata che racconta racconta l'avventura di molte l'avventura di molte specie reintrodotte specie reintrodotte

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