Dialogo e Famiglia - Giugno 2020

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Il progetto di pastorale giovanile “GO” non si è fermato

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l pomeriggio di domenica 23 febbraio, nel contesto della festa del carnevale, i nostri adolescenti e giovani avevano preparato la presentazione della loro “fotografia” circa la Pastorale Giovanile. Tuttavia in quel pomeriggio l’inizio dell’emergenza Covid ha impedito dare ad essa uno spazio appropriato e così apparentemente tutto si è fermato. Avremo nuove occasioni per fare questa presentazione e per donare alla comunità il frutto, anche visivo, della riflessione dei ragazzi. Al contempo, con la pandemia, non è stato più possibile riunirci come comunità educativa per cominciare a scrivere le linee di un progetto di pastorale giovanile che aiuti a mettere al centro l’azione dei giovani e diventare generativo per le nostre comunità. Per poter ripartire ora è necessario aspettare un momento più opportuno, sia per ritrovarsi insieme sia per capire come dare vita alle diverse proposte, sperando che il contesto di limitazione nel quale siamo posti in questo momento piano piano sia superato. Tuttavia questo momento di pausa forzata non è stato del tutto vuoto, perché i formatori di “Go!” hanno attivato un nuovo servizio chiamato “CorrelAzioni”. Si tratta di una newsletter di collegamento tra i vari servizi attuati negli oratori italiani, di cui facciamo parte, e che intende raccontare le buone attività che si svolgono nelle diverse zone d’Italia. Più che raccogliere qui le varie esperienze della newsletter, vorrei condividere lo spirito di questa iniziativa, affinché possa ispirarci in questo tempo in preparazione al ritorno alle varie attività.

Il primo elemento che assume una particolare importanza in questo momento è quello dell’impegno comune a riflettere, capire e discernere il meglio verso cui dirigere i nostri sforzi. Proprio questo si domanda Johnny Dotti, facendosi voce di molti educatori e operatori degli oratori: “Sapremo non rimuovere questa immobilità? Sapremo trasformarla in attenzione, concentrazione, discernimento, per portare alla luce ciò che è urgente ed importante e merita il nostro impegno e la nostra azione?”. Coerentemente la prima fase che ci è chiesta come comunità anche dal nostro Vescovo è proprio la riflessione e il discernimento a partire dal vissuto verso il futuro. Sappiamo bene che non per tutti è immediato mettere discernimento e riflessione prima dell’azione concreta e della soluzione immediata. Eppure da più parti è chiaro il messaggio: senza un tempo di autentico discernimento ogni azione è destinata a perdersi perché non arricchita dal senso per cui la si compie. Un secondo aspetto messo in evidenza è la necessità che ci sia un cammino comune, comunitario: non è l’abilità del singolo che fa la differenza, se questa non è in stretta relazione con la comunità. In questo senso non possiamo affidarci a qualche idea di singoli “illuminati” che facciano il lavoro al posto nostro, ma dobbiamo ricercare una azione comune dove tutti sono attori e ciascuno, nel suo ruolo, protagonista. Solo in quest’ottica comunitaria si apre la possibilità di attuare quella trasformazione che possa portare ad allargare lo sguardo al futuro. In altre parole, non si tratta di fare qualcosa di sensazionale così da attirare attorno a qualche personalità i giovani e i meno giovani, ma di costruire tra le varie generazioni cose anche molto semplici, ma alla nostra portata, che siano effettivamente le nostre perché sentiamo che le abbiamo costruite insieme. Forse non risponderemo a tutti i bisogni della società, ma di certo offriremo una risposta diversa dal semplice servizio “prendi e vai” come nei fast food. Allora pare significativo questo interrogativo che ci viene dagli educatori di “Go!”:


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