Parrocchia di Bovolone www.parrocchiabovolone.it
n°246 // APRILE 2020
ita V PARROCCHIALE
// Editoriale
a cura di Don Marco
UN ANGELO ROTOLÒ LA PIETRA E SI POSE A SEDERE SU DI ESSA (MT 28,2) “Cristo è Risorto, Alleluia. Veramente è Risorto, Alleluia”: era questo il saluto che i primi cristiani si scambiavano dopo aver celebrato la solenne Veglia Pasquale, che diventava un annuncio di fede, di vita, forte e pieno di speranza.
O
ggi questo grido sembra essere strozzato in gola dalla situazione che stiamo vivendo, dall’impossibilità di ritrovarci insieme, nella nostra chiesa parrocchiale per celebrare il cuore della nostre fede, il Mistero Pasquale. Non ci sono sguardi, incontri, strette di mano, abbracci; non sembra esserci neppure un clima di festa poiché le notizie che hanno inondato le nostre case in queste ultime settimane parlano più di sofferenza, di malattia, di morte. E allora, che ne facciamo di questa Pasqua? La accantoniamo come un giorno uguale agli altri, nello stretto delle nostre case, nella solitudine dei nostri silenzi, nell’isolamento forzato per il bene di tutti? “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). Gesù ci propone ancora una volta una alternativa, e quanto abbiamo bisogno di questa alternativa, perché a nessuno piace rimanere nella tristezza e nella morte. Il sabato santo è oramai alle spalle, il tempo della morte è finito, la pietra è stato tolta dal sepolcro e ora il sepolcro è vuoto. Nella notte è entrata la luce, nella delusione la speranza, le porte si sono aperte, il silenzio è diventato annuncio. “Se rimanete nella mia parola”: in quale parola vuoi rimanere, in quale parola vuoi sostare? C’è una parola di vita che ti viene incontro, una parola che ti fa diventare discepolo e ti apre alla Verità, una parola che ti libera. Gesù è Risorto! Gesù è vivo! E ti rende vivo, ti fa già partecipare di questa risurrezione. Siamo chiamati alla vita, siamo chiamati alla speranza, siamo chiamati a ritornare anche noi alla nostra “Galilea”, a quella ordinarietà che pensavamo noiosa, ma che ora riconosciamo carica di ciò di cui abbiamo veramente bisogno: relazioni, amicizie, colleghi di lavoro, famiglia. Questa Pasqua ha il sapore proprio di una “vocazione”: la pietra è stata tolta, ora riprendi in mano la tua vita e sperimenta tutta la sua bellezza e tutta la sua libertà nella Verità che per noi è una persona, Il Signore Gesù. La vita come il mondo ce l’ha promessa ci ha deluso. È incredibile pensare a come in così poco tempo tutte le costruzioni umane siano cadute. E l’umanità, nell’incertezza di questo tempo, ha iniziato a costruire il mondo nuovo a partire dalle fondamenta della preghiera. Chi di noi non ha alzato spesso lo sguardo a Dio per una invocazione, per una domanda, per una intercessione, per una consolazione. E così abbiamo iniziato a costruire il mondo nuovo, la nostra “casa sulla roccia”. E il mio pensiero va ai nostri ragazzi e ai nostri giovani. Vi vorrei chiedere “scusa” per le illusioni nelle quali vi abbiamo fatto vivere. Vi stavamo regalando un mondo “malato” e vi stavamo convincendo che era il miglior mondo possibile. Che bugia! Cari ragazzi e cari giovani, il mondo migliore che avete e da cui potete partire è la vostra famiglia, sono i vostri affetti più intimi. In questi lunghi giorni di convivenza forzata mi auguro che abbiate riscoperto l’importanza di essere famiglia e di avere una famiglia. Tante volte sono le cose più vicine che sono anche le meno apprezzate. La famiglia è la vera scuola di cui ogni persona ha veramente bisogno, nella quale ci si forma nell’amore, nella condivisione, nella pazienza, nel perdono, nella fede. E chiedo al Signore che questa Pasqua che verrà celebrata nelle nostre case possa far risorgere tutte le nostre famiglie perché diventino sempre più protagoniste di vita nella nostra comunità parrocchiale e scoprano la loro reale vocazione di “piccole chiese domestiche” alimentate dalla grazia del sacramento del matrimonio. È vero, questa sarà per tutti una Pasqua diversa, ma non per questo una Pasqua meno vera e meno Pasqua. Lasciamoci coinvolgere dalla luce del Risorto, crediamo che in lui fiorisce una nuova primavera. Cristo è Risorto, Alleluia!! (a voi la risposta). Seguici su:
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// Social Media
a cura di Micaela
LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI RACCONTO E FAKE NEWS Le fake news esistono da sempre, ma nell’epoca dei Social Media il loro ruolo viene sempre più enfatizzato
U
n’occhiata su Facebook è un gesto che ormai è diventato parte integrante della nostra quotidianità, un momento di pausa dal lavoro, un attimo di relax dopo cena, quale occasione migliore per vedere che cosa c’è di nuovo.
Seppur nella forma di brevi post, i contenuti che troviamo sui Social Media sono in fin dei conti tante piccole storie. E sono proprio le storie raccontate, lo strumento che da sempre l’uomo, in quanto essere narrante, ha sempre utilizzato per tramandare la propria sapienza e la propria esperienza. Come osserva papa Francesco nel Messaggio per la 54ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, le storie influenzano la nostra vita, anche se non ne siamo sempre consapevoli. I racconti ci segnano, plasmano le nostre convinzioni e i nostri comportamenti, ma non tutte le storie sono buone e non tutte le storie sono vere. Un esempio lo possiamo trovare proprio nella Bibbia, in particolare nella Genesi. “Se mangerai, diventerai come Dio” : è la tentazione del serpente, la prima fake news della storia. Il serpente costruisce una storia per sedurre (cfr. Gen 3,4) e farsi strada nel cuore dell’uomo con argomentazioni allettanti, sì, ma false. Un aspetto caratteristico delle fake news, infatti, è che si camuffano per intrufolarsi più agilmente nelle nostre vite e poi mordere. Questo ci deve far riflettere su quali effetti sconvolgenti può avere anche solo un piccola distorsione della realtà. La disinformazione è mai innocua: non lo era per Adamo ed Eva e non lo è nemmeno per noi oggi. Si potrebbe a questo punto obiettare, ma perché preoccuparsi? Le fake news sono sempre esistite, le bufale si sono diffuse in ogni epoca, eppure siamo arrivati fino a qui. Questo è senz’altro vero, tuttavia, mai come in quest’epoca ne avvertiamo in modo ancora più marcato il loro effetto devastante. Rispetto al passato, infatti, è entrato in gioco un elemento cruciale: la velocità resa possibile dai Social Network. Sui Social Media le notizie (vere o false) diventano spesso virali e si diffondono in modi che sono difficilmente arginabili. L’immediatezza della comunicazione che è possibile su Internet, riduce i tempi della riflessione, sostituendola con la condivisione istantanea. Condividere implica un livello di coinvolgimento diverso rispetto alla pubblicazione diretta di contenuti propri, tuttavia non esonera l’utente da responsabilità. Anche se all’apparenza non sembra, si tratta comunque di una forma di comunicazione che, in quanto tale, comporta delle conseguenze. Le nostre azioni, anche quelle online, lasciano tracce di quello che facciamo e la velocità con cui spesso mettiamo dei like o delle reazioni (magari anche con l’intenzione di andare a leggere in seguito il contenuto) non lascia adeguato spazio per pensare che questo semplice gesto indica comunque partecipazione all’ambiente comunicativo che si sta costruendo. È necessario pertanto prestare particolare attenzione all’attendibilità e alla veridicità delle fonti, perché anche una semplice reazione può contribuire ad amplificare la rilevanza e l’eco delle notizie. Come la notizia del serpente, infatti, le fake news hanno spesso uno scopo manipolatorio. Quasi sempre infatti alimentano forme di intolleranza o almeno di diffidenza che si insinuano anche nella nostra comunità cristiana. Come suggerisce sempre Papa Francesco, nel 52mo Messaggio per le Comunicazioni Social, dedicato proprio a questo tema, è fondamentale educare alla verità, che significa educare a discernere, a valutare e ponderare i desideri e le inclinazioni che muovono dentro di noi per non trovarci privi di bene “abboccando” ad ogni tentazione. Il più radicale antidoto al virus della falsità è lasciarci purificare dalla Verità, quella che implica sostegno, solidità e fiducia, quella sulla quale ci appoggiamo per non cadere. Nel Vangelo Gesù afferma “La verità vi farà liberi” (Gv 8,32) e in questo l’uomo scopre e riscopre la verità quando la sperimenta in sé stesso come fedeltà e affidabilità di chi lo ama.
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17-20 MARZO 2020
ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI:
Testimoninze del percorsi: Ragazzi, Giovani e Adulti
đ&#x;‘§ â€?đ&#x;‘Ś Percorso Ragazzi Alessandra Io e le mie sorelle abbiamo seguito gli esercizi spirituali da casa con la mamma e... il tablet! All’inizio ero molto arrabbiata, con tutti, perchè Don Cristiano e le catechiste ci avevano spiegato che quest’anno prima di andare a scuola saremo andati direttamente in chiesa a dare un Buon Giorno speciale al nostro Amico GesĂš.. invece poi con l'arrivo del virus, anche questa cosa non potevamo farla come ci avevano spiegato. La mamma ci ha acceso il tablet ed è partita una bellissima canzone, ho visto Don Marco e Don Cristiano ed è stato molto particolare ascoltarli e guardarli da li. Mi è piaciuto molto il primo giorno quando ho fatto la lista degli amici a cui dire alla sera un’Ave Maria, mi sono accorta e anche le mie sorelle (visto che ho dovuto scrivere io! ) di quanti tanti tantissimi amici abbiamo, che ci vogliono bene e a cui vogliamo bene, poter pregare per loro è stata una gioia . Grazie GesĂš per essere entrato nel mio cuore anche in questo ‘modo diverso’.
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Una Catechista
đ&#x;‘§ Vittoria ne era molto entusiasta tanto piĂš che subito dopo la colazione invece di
guardare la tv o fare altre cose dava precedenza al video e con lei si mettevano anche le altre due piccole. Sarebbe bello che ci fosse sempre almeno in questo periodo. Anche il video del Vangelo della domenica su GesĂš e la Samaritana l’ha riguardato tre volte. Grazie ancora per il tuo servizio ciao! đ&#x;?ź
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Una Catechista Per noi sono stati molto interessanti, alle bambine piacevano, ascoltavano con interesse, anche la sorella piÚ piccola di Luz . Poi erano un momento per stare insieme come famiglia e pregare, alla portata di tutti, piccoli e grandi. Importante anche vedere i propri sacerdoti, si tiene un legame con la propria comunità , la messa per le bambine è piÚ impegnativa, questi esercizi erano proprio a loro misura.
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đ&#x;‘¨â€? đ&#x;‘Š Percorso Giovani Michela La quarantena blocca tanto e tanti . Ma questa quarantena mi ha dato la possibilitĂ di bloccare anche i pensieri e concentrarmi su Cristo. Grazie a questi esercizi spirituali sono riuscita a fermarmi e sopratutto sono riuscita ad incontrarlo. Questo mi ha dato la sensazione di essere meno sola, vorrei dire di aver sentito proprio una mano sulla spalla però poi sembrerei pazza, ma è stato cosĂŹ. In questo periodo di forte ansia, questa mano sulla spalla che mi ha accompagnato per tutta una settimana è stata una sicurezza, un porto sicuro dove potermi rifugiare. Ringrazio il Signore GesĂš per la parrocchia che mi ha donato e per questa esperienza fatta in un momento cosĂŹ particolare e per essermi sentita comunitĂ nonostante le distanze.
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17-20 MARZO 2020
ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI:
Testimoninze del percorsi: Ragazzi, Giovani e Adulti
đ&#x;‘¨â€? đ&#x;‘Š Percorso Giovani Giulia L’esperienza degli esercizi spirituali vissuti nella settimana tra il 17 e il 20 marzo sono stati una conferma del fatto che davvero il Signore c’è in ogni tempo e in ogni luogo. Nella mia piccola esperienza di fede ho sempre pensato che solo l’andare in chiesa o vivere la comunitĂ permettesse di vivere una relazione “strettaâ€? con Dio. Ma mi sbagliavo di grosso: questi esercizi mi hanno aperto sugli occhi sul fatto che Dio era ed è nella mia casa e che non servono presupposti perchĂŠ potessi stare in Sua compagnia. Semplicemente potevo vivere una relazione profonda e questo ha anche permesso che ne avessi ancora “seteâ€?: attraverso gli esercizi ho sentito il bisogno di vivere la preghiera quotidiana con le scritture, ritornando all’essenzialitĂ .
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Elena In queste settimane difficili dove le cose quotidiane si sono trasformate in momenti di tristezza, sconforto e solitudine ho sentito il bisogno di stare con GesÚ. In un momento lontano da tutto e da tutti, dal lavoro, dagli affetti, dalle cose piÚ care, nel silenzio del giorno e della notte, nel silenzio del cuore, GesÚ ha trovato il modo di parlarmi. Durante gli esercizi spirituali la catechesi, il rosario e il lume acceso nel silenzio riempivano quei momenti di solitudine pomeridiani trovando posto nella mente e pace nel cuore . Ancora una volta GesÚ era vicino a me, ancora una volta mi ha dato sostegno e conforto in un momento di debolezza e ancora una volta ha risposto a tutte le mie domande. Affidare a Lui la nostra Vita è chiederGli di accompagnarci nelle scelte e camminare con noi. Lui non ci lascia mai soli e non smette mai di tenerci la mano . "PerchÊ la relazione con Dio è una relazione per l’eternità e quando affidiamo qualcosa nelle Sue mani nascerà sicuramente un frutto".
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đ&#x;‘Ş Percorso Adulti e Famiglie Alice e Paolo Esercizi spirituali... Per noi un tempo che abbiamo scelto nonostante le difficoltĂ nel gestire due bimbe in casa durante la quarantena,...un tempo che abbiamo avvertito come prezioso per riportarci al Signore, in qualche modo ci siamo sentiti " raggiunti", grazie alle nuove tecnologie sperimentare l essere ComunitĂ , nonostante la non presenza fisica, e la preghiera dei nostri sacerdoti ci ha fatto sentire non da soli. Insomma una carezza di Dio che ci ha ridato la carica giusta! Una Catechista Per quanto riguarda la mia testimonianza, io che non avevo mai fatto catechismo, sono stata molto contenta per questa bella iniziativa, perchĂŠ è piaciuta tanto anche a me. La parrocchia è riuscita ad entrare nelle case delle famiglie in questo periodo cosĂŹ difficile. Penso che questo mio pensiero sia il pensiero delle bambine, non solo dei genitori.
17-20 MARZO 2020
ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI:
Testimoninze del percorsi: Ragazzi, Giovani e Adulti
đ&#x;‘Ş Percorso Adulti Albarosa Ho vissuto gli esercizi spirituali parrocchiali in modo molto diverso da come avrei desiderato. A motivo della rapidissima diffusione della pandemia covid-19 nel mondo intero, insieme a molti adulti, giovani e ragazzi ho seguito le catechesi dei nostri sacerdoti in modalitĂ virtuale, a distanza. Similmente alla didattica online, la modalità è stata piuttosto faticosa, ogni giorno la tentazione della distrazione e di posticipare l'ascolto è stata forte. Per grazia le parole del Vangelo, i salmi, la preghiera di lode, di supplica e di affidamento, il canto, il silenzio alla presenza di GesĂš mi hanno aiutato a recuperare un modo nuovo di ascoltarLo, di contemplare il Suo volto, di invocare la Sua venuta spirituale nel mio cuore, di gustare la dolcezza della Sua presenza. Solo GesĂš sa sempre come guidarci e come saziarci, anche nei luoghi piĂš aridi della nostra esistenza. Ăˆ in Lui che possiamo diventare un giardino ben irrigato, un fiore profumato, GesĂš ĂŠ la sorgente la cui acqua non manca mai (Isaia 58,11), GesĂš ĂŠ la sorgente della vita, alla Sua luce vediamo la luce (Salmo 36,10). Nella tempesta della pandemia la preghiera personale a casa e quella comunitaria online allarga gli spazi del cuore, tiene accesa la luce, anche quando il buio oscura non solo la notte, ma anche il giorno. La preghiera dĂ sapore e senso alla nostra vita, ci tiene in piedi, ci porta a GesĂš, la trave portante a cui Maria ci invita ad aggrapparci ora e sempre. Grazie GesĂš per il dono dei sacerdoti. Cinzia Ho partecipato agli esercizi spirituali organizzati dalla Parrocchia via web. In questo momento molto triste e particolare per tutti noi è diventato impossibile evitare di domandarsi cosa ci sta piĂš a cuore in questo momento quando gli eventi ti mettono davanti la fragilitĂ della vita e tutte le nostre sicurezze vengono meno. Ci sta a cuore la salute per noi e per tutta l’umanitĂ , ci sta a cuore che si ritorni alla vita normale, che ritorniamo ad abbracciare i nostri cari e molto altro. Il Signore come sempre ci viene incontro, anzi viene in nostro aiuto con la sua Parola, e con la forza che, specie in questi momenti, ci unisce tutti. GesĂš ci chiede di farci servitori tutti in particolar modo delle persone che ci vivono accanto, ci fa riflettere su chi è piĂš grande, ci indica la semplicitĂ dei bambini. In queste giornate cosĂŹ faticose e tristi per gli eventi che si stanno susseguendo una parola di pace e di speranza ci fa capire che non siamo soli ma tutti attraverso la preghiera possiamo unirci tutti in un grande abbraccio Annamaria Gli esercizi spirituali da poco terminati mi hanno sollecitata a pormi varie domande sul rapporto che ho con la mia ComunitĂ Parrocchiale. Conosco la Parrocchia, i sacerdoti, le suore, vado a Messa tutte le domeniche anche per informarmi su tutto ciò che viene proposto per la settimana seguente, ma tutto qui. Ora però, dopo aver seguito le quattro meditazioni sulla comunitĂ cristiana guidata da GesĂš, mi domando: cosa sono io nella mia comunitĂ ? Cerco di avvicinarmi ed interessarmi di piĂš, di darle un po' del mio tempo svolgendo qualche servizio o partecipando in uno dei vari gruppi che la animano? Cerco di parlare del lavoro che svolge fra famiglie bisognose, i poveri, gli extracomunitari, con chi ogni giorno si presenta con vari problemi da risolvere? Mi fermo ogni tanto a pregare in chiesa o in cripta perchĂŠ lo Spirito Santo la illumini e la guidi? Mi rapporto con gli altri come fossero miei fratelli? Mi rispondo: c'è tanto cammino da fare; bisogna seguire GesĂš e mettere in pratica con l'aiuto della Chiesa e della comunitĂ sforzandosi di diventare una vera cristiana e vivere la vita come un grande dono fatto di umiltĂ , semplicitĂ , disponibilitĂ e amore verso tutti come GesĂš insegnò ai suoi discepoli che diverranno poi suoi apostoli nelle prime comunitĂ cristiane.
7 Vita Parrocchiale 2020
ARTICOLI
// Scout
a cura del gruppo MASCI BOVOLONE
LA LEGGE SCOUT NELL’ETÀ ADULTA Ha senso oggi proporre a persone non più giovani valori e strumenti che erano stati pensati per i ragazzi e per gli adolescenti?
I
l meritare fiducia, la lealtà, il servire il prossimo, l’obbedienza, la purezza di pensieri parole e opere, hanno ancora un significato nella vita quotidiana di uomini e donne adulti?
Noi crediamo di sì e riteniamo che queste domande riguardino tutti gli adulti e non solo coloro che sono stati scout da giovani o che hanno conosciuto lo Scautismo in età adulta. Cercare infatti le risposte alle domande sopra è un fatto di educazione permanente, sia per noi membri del MASCI, sia per coloro che, pur facendo parte di nessuna realtà associativa, si sentono in qualche modo vicini ai valori dello Scautismo. Adottare la Legge scout non è facile, perché significa in qualche modo scegliere di guidare la propria canoa andando contro corrente. Di fronte ai problemi che si presentano quotidianamente ad ogni persona, spesso lo scout ha un atteggiamento che si differenzia, o che è in contrasto, con quello adottato dall’opinione pubblica. La Legge scout ci porta contro corrente, non solo nelle idee e nei punti di vista, ma anche nell’agire quotidiano, nella professione, nella vita familiare, nella società, nella chiesa. E per essere fedeli alla Legge non dobbiamo isolarci, ma camminare insieme ad una comunità o a qualche forma associativa all’interno della quale confrontarci, una comunità dalla quale venire in qualche modo anche ripresi, quando di questa Legge ci si dimentica. Le riflessioni che vi proporremo si rivolgono all’adulto scout e non. A presto www.parrocchiabovolone.it
La Guida e lo Scout: 1. pongono il loro onore nel meritare fiducia; 2. sono leali; 3. si rendono utili e aiutano gli altri; 4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout; 5. sono cortesi; 6. amano e rispettano la natura; 7. sanno obbedire; 8. sorridono e cantano anche nelle difficoltà; 9. sono laboriosi ed economi; 10. sono puri di pensieri, parole ed azioni. La Legge Scout contiene le regole di vita seguite da tutti gli scout del mondo ed è sempre espressa in chiave positiva (lo scout è…lo scout fa…), mai attraverso divieti. Gli scout s’impegnano ad osservarla al momento della Promessa.
8 Vita Parrocchiale 2020
ARTICOLI
// Arte
a cura di Elisa
OPERE D’ARTE CHE PROFUMANO DI RESURREZIONE Gli artisti, nel corso dei secoli, hanno desiderato rappresentare il miracolo della vittoria di Gesù sulla morte, rappresentandolo secondo stili pittorici innovativi e affascinanti
L
a Resurrezione, o Noli me tangere, è un affresco autografo di Giotto, realizzato tra il 1304 e il 1306, custodito nella Cappella degli Scrovegni a Padova.
La scena rappresenta un doppio episodio sulla medesima tela. Il primo è quello della Resurrezione, a sinistra, caratterizzato dalla presenza di due angeli seduti sul sepolcro ormai vuoto e di alcuni soldati, distesi in primo piano, che dormono tranquillamente ignari dell’avvenuto miracolo. Nel secondo episodio, a destra, la Maddalena è inginocchiata davanti all'apparizione di Cristo trionfante sulla morte, con tanto di vessillo crociato, e il gesto del Salvatore che le dice di non toccarlo pronunciando la frase Noli me tangere. Le rocce dello sfondo declinano verso sinistra, dove avviene il nucleo centrale dell'episodio. L'atmosfera creata dall’artista è rarefatta e sospesa.
L
a Resurrezione di Cristo di Pieter Paul Rubens è un dipinto a olio su tavola, realizzato tra il 1611 e il 1612 e custodito nella Cattedrale di Nostra Signora di Anversa. Nell’opera Cristo è raffigurato nell’atto d’uscire dal sepolcro con lo sguardo rivolto verso l’alto, la gamba destra che avanza e la mano sinistra che sorregge il vessillo, segno di vittoria e di trionfo sulla morte. La sua apparizione è caratterizzata da una forte irradiazione luminosa i cui raggi abbagliano fin quasi ad accecare i soldati incaricati di sorvegliare l’ingresso al sepolcro e si fanno schermo con le mani, dimostrando il loro stupore e la loro incredulità.
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9 Vita Parrocchiale 2020 // Benedizione "URBI ET ORBI"
ARTICOLI Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia
LA VOCE DI PAPA FRANCESCO Sagrato della Basilica di San Pietro Venerdì, 27 marzo 2020 Fonte: vatican.va
«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» ( . 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme. v
È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40). Cerchiamo di comprendere. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38). Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati. La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli. «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti. In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”. «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di www.parrocchiabovolone.it
10 Vita Parrocchiale 2020
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Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti. «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai. Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza. Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza. «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7).
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11 Vita Parrocchiale 2020
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a cura dei Giovani per la Comunicazione
Cosa guardiamo stasera?
In questi giorni in cui il nostro mondo si è ridotto alle mura della nostra casa, senza possibilità di ritrovarsi con amici o familiari, senza la possibilità di fare una passeggiata fuori la domenica o di cenare in compagnia, in molti si ritrovano davanti ad uno schermo lasciando che sia un film, un documentario, una serie tv ad intrattenerli. Fuggendo un po' i telegiornali che oltre ad informarci sul mondo possono alimentare anche le nostre preoccupazioni, ci fa bene dedicare un po'; di tempo ad una storia che sappia colpirci, interrogarci, affascinarci. Ecco per voi alcuni consigli, non solo film con temi spirituali, ma qualcosa di vario per genere e per pubblico.
IL RAGAZZO CHE CATTURÒ IL VENTO (storico biografico) // Film La storia vera di un ragazzo che per vincere la fame del suo villaggio in africa tenta di realizzare un mulino da cui deriverà il futuro della sua gente. La persona che non crederà a questa opera però sarà proprio suo padre. Un film sulla difficile relazione tra padri e figli, in cui la speranza sboccia là dove entrambi credono che il mondo può essere migliore. Disponibile su Netflix L’UNICA (drammatico romantico)
// Film
La loro storia d’amore arriva ad un bivio nel momento in cui lei scopre una malattia terminale che fa prendere alla loro vita una direzione nuova. Un film semplice e non particolarmente originale, ma delicato e commovente che sa regalare anche momenti di grande ironia tra una lacrima e l’altra. Disponibile su Netflix
// Serie Tv
THIS IS US (drammatico familiare)
La storia di due genitori e dei loro figli attraverso gli anni e le vicende che li hanno resi quelli che sono. Un inno alla famiglia, alla tenerezza e alle piccole cose quotidiane che danno spessore alla vita. Disponibile su Prime Video.
// Serie Tv
CHIAMATEMI FRANCESCO (storico biografico)
La mini serie che racconta parte della storia e della vocazione di George Bergoglio, da quando decide di entrare nell’ordine dei Gesuiti, durante le persecuzioni della dittatura in Argentina, fino alla nomina di Papa con il nome Francesco. Disponibile su Netflix.
// Serie Tv
HILL HOUSE (Horror drammatico)
Per i più temerari una serie da brivido in stile classico che vede una splendida famiglia segnata da un lutto in una casa con oscure presenze. Con il passare degli episodi però, emergono le vicende di ogni singolo membro di questa famiglia, con i loro legami profondi e le loro paure nascoste, in una trama ricca di tensione, costruita alla perfezione. Disponibile su Netflix.
// Rubrica
a cura di Rita Rossato
Rita Ti consiglia un libro // Titolo:
Se tu fossi qui
N
egli U.S.A.,in una campagna paludosa e povera forse nella prima parte del Novecento ,è ambientata la storia di questo romanzo vincitore del prestigioso premio di letteratura Andersen nel 2015. Il romanzo che si divide in tre parti: Best,L'uomo del faro e Il viaggio,racconta la storia e le vicende di un piccolo ragazzo alla ricerca di quegli affetti che a lui sono così lontani..Incontra tante persone non proprio perfette,ma che hanno conosciuto il padre e che gliene parlano e che egli così ama sempre di più. Un giorno Best si avventura nella grande palude e raggiunge il luogo tante volte immagiato e può riabbracciare il padre.. La vicenda è davvero bella e frutto di una penna veramente dai tocchi poetici.
È un condensato di sentimenti che rende il libro una lettura veramente consigliabile. RR www.parrocchiabovolone.it
Autore: Davide Rondoni Casa editrice: S.Paolo
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Come abbiamo riportato in questo giornalino su internet e sui social sono presenti molte fake news, vi invitiamo a prestare attenzione solo alle fonti ufficiali e a non condividere notizie e articoli di fonti non attendibili
đ&#x;”— Conferenza Episcopale Italiana đ&#x;”— sito della Regione Veneto đ&#x;”— sito del Governo đ&#x;”— Ministero della salute đ&#x;”— Istituto superiore di SanitĂ
Buon 95° compleanno Salvoro Dosolina
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Canale Telegram Parrocchiale https://t.me/parrocchiabovolone
Da qualche tempo la nostra parrocchia ha introdotto un nuovo strumento per essere ancora piĂš vicino alla comunitĂ , scopriamolo insieme.
1) Cos’è un canale Telegram e cosa ci posso trovare?
I canali di Telegram sono uno strumento per diffondere messaggi ad un ampio pubblico, in particolare sul canale della Parrocchia di Bovolone vengono pubblicate le comunicazioni e gli avvisi importanti per la nostra comunitĂ , ma non solo! Periodicamente sono proposti anche spunti di riflessione, proposte e altri contenuti interessanti per accompagnare il cammino della nostra comunitĂ .
2) Come faccio ad iscrivermi al canale?
đ&#x;‘‰đ&#x;?ť Se giĂ usi telegram tocca qui: https://t.me/parrocchiabovolone đ&#x;‘‰đ&#x;?ź In alternativa, una volta installato Telegram sul proprio smartphone, basterĂ cliccare sulla lentina in alto a destra e cercare “Parrocchia di Bovoloneâ€? đ&#x;‘‰đ&#x;?ź Selezionare quindi il canale e cliccare su UNISCITI per completare l’iscrizione. 3) Come faccio a rimanere aggiornato?
Niente di piĂš semplice! Ogni volta che viene aggiunto un nuovo contenuto si viene avvisati con una notifica, cosĂŹ come succede, per esempio, quando qualcuno ci scrive un messaggio su WhatsApp.
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