Parrocchia di Bovolone www.parrocchiabovolone.it
ita V n°254
DICEMBRE 2021 // // DICEMBRE 2021
PARROCCHIALE
// Editoriale
a cura di Don Cristiano
PER UN PRANZO DI NATALE Non lasciamo che il pranzo di Natale sia come qualsiasi altro pranzo, ma lasciamo che diventi occasione per celebrare la Luce del mondo che viene in mezzo a noi
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i cosa si parlerà a Natale quando saremo seduti a tavola? Probabilmente il tema del Covid, con tutti gli argomenti annessi, sarà il centro delle nostre condivisioni. Sono ormai due anni che l’informazione ci martella con numeri, percentuali, immagini, interviste, trasmissioni. Ma così facendo rischiamo di vivere quel momento come fosse un pranzo qualsiasi e ancora una volta ci lasceremo portare via il Natale. Perché non pensare che è possibile un’alternativa? Forse dovremmo cominciare dalla preparazione della tavola, mettendo a centrotavola Gesù con vicino una candela perché Lui è la “Luce del mondo”. E potremmo mettere dei segnaposti con una frase del Vangelo del tipo “Io sono venuto per...” (Gesù dice questa frase tante volte: una ricerca in internet e si trova tutto). Oggi il motivo che ci vede riuniti insieme è il Mistero dell’Incarnazione: Dio ha lasciato che il suo Figlio uscisse dall’abbraccio divino ed entrasse nella nostra storia pericolosa, infìda, inospitale. Questo è l’avvenimento che tiene in piedi tutta la storia umana: alcuni non lo sanno, altri non ci credono, ma noi sappiamo che questa è la verità. E proprio perché lo sappiamo abbiamo una grande responsabilità davanti a Dio e davanti all’umanità. Allora diamo spazio alla
creatività perché tutti possano vivere il Natale, anche seduti a tavola. Credo che sia opportuno preparare una preghiera di inizio pranzo. Sarebbe bello che questa fosse fatta dai genitori insieme ai figli, ma si potrebbe anche pensare di spezzettare la preghiera per ogni portata del pranzo, accompagnata da un piccolo segno. Per esempio, portando l’antipasto si potrebbe dire: “Per antipasto serviamo …” e vogliamo dire: “Grazie Gesù che sei venuto in mezzo a noi e ci fai essere famiglia nella gioia” e quindi mettere vicino a Gesù un piccolo fiore. Portando il primo: “Come primo piatto serviamo il risotto alla veneta (di solito non manca mai) e diciamo: “Grazie Gesù che sei venuto in mezzo a noi per dare speranza alla nostra vita” E poniamo un altro fiore vicino a Gesù. Portando il secondo piatto (forse lesso con la pearà??) potremmo dire: “Grazie Gesù che sei venuto in mezzo a noi per vincere le nostre solitudini”. E portando il dolce (quelli che le nonne o le mamme sanno fare molto bene) potremmo dire: “Grazie Gesù che sei venuto in mezzo a noi per volerci bene come siamo”. Ma credo che la fantasia possa essere molto più grande. E così facendo possiamo celebrare il Natale anche seduti alle nostre tavole. Perché o il Natale riguarda anche
la nostra vita, oppure non ha senso neppure celebrarlo. Ma ci pensate che Dio è diventato uno di noi, con il nostro corpo, abitante del tempo e dello spazio? Ma se Dio ha fatto questa scelta, quale dignità ha la nostra vita? E allora cogliamo che quelle mamme, quelle nonne o quei papà che con cura hanno preparato il pranzo del Natale lo hanno fatto per celebrare la vita, la vita concreta di quella famiglia che non sarà quella perfetta, ma è la famiglia sulla quale Dio vuole ancora scommettere. Perché si fida di ognuno di noi. Scusate per questa fantasia. È che nel giorno di Natale abbiamo tante cose da dire come cristiani, che non possiamo perdere ancora una volta l’occasione. E attorno ad una tavola possono succedere tante cose.
Buon Natale
2 Vita Parrocchiale 2021
// Anno Giuseppino
ARTICOLI a cura di Micaela Modenese
GIUSEPPE: IL PADRE AMATO L’8 dicembre si è concluso l’anno che papa Francesco ha voluto dedicare a San Giuseppe e al suo Cuore di Padre.
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’anno dedicato a San Giuseppe è ormai volto al termine. Per la nostra comunità, che si è da sempre affidata alla protezione del falegname di Nazareth, questo è stato un anno importante. Guidati infatti dalle riflessioni contenute nella Patris Corde abbiamo avuto la possibilità di approfondire la conoscenza di questo santo e di tutte le sfumature che lo caratterizzano.
Dio con la parola “abba” e non ci è difficile immaginare che la usasse anche per rivolgersi a Giuseppe, d’altro canto, dopo Maria, Giuseppe è la prima persona che ha potuto godere dei gesti semplici e affezionati che di solito i bimbi riservano ai loro genitori. “Se egli amava il Figlio di Miriam, come se fosse stato suo vero figlio - ecco che Gesù lo contraccambiava con amore davvero filiale, anche Passo dopo passo, lo abbiamo ri- se per Lui non era un segreto chi scoperto sia nelle sue caratteristi- fosse Giuseppe. Mai un figlio sache più note, come la sua pater- rebbe stato più devoto, ubbidiente nità e il suo lavoro, ma anche in e amorevole” (L’ombra del Padre). alcuni dei suoi tratti più inediti e forse più nascosti. Giuseppe è pa- Giuseppe muore più volte, e lo fa dre nella tenerezza, per accoglie- per amore. Per usare le parole di re la debolezza e le paure, perché San Giovanni Crisostomo, egli “si consapevole che il Signore può pose al servizio dell’intero diserealizzare il suo piano anche attra- gno salvifico” e per questo è un verso le fragilità umane. Come pa- padre che è stato profondamente dre ci ha insegnato l’obbedienza amato da tutto il popolo cristiano e l’importanza di affidarci a Dio in e dalle persone semplici. È una fiogni circostanza della vita, fiducio- gura che tocca l’esistenza concreta, si, come Giuseppe, che il Signore quotidiana, ma è proprio in questa ci donerà la fortezza di affrontare sua ordinarietà che ognuno di noi e anche ciò che non abbiamo scel- riesce a ritrovarsi. La narrazione to, e l’accoglienza per fare spazio dei Vangeli non evita di raccona ciò che accade, assumendosene tarci anche le sue fragilità, i suoi la responsabilità. Infine ci siamo dubbi, ma egli è tutto tranne che lasciati ispirare dal suo coraggio una figura debole: è il simbolo creativo, per non lasciarci fermare dell’autorità nel senso migliore del dalle difficoltà, ma affidandosi alla termine perché si fa carico, custoProvvidenza, mettere in campo disce, decide e dirige la famiglia. tutte le nostre risorse per superarli. Moltissimi santi nel corso della E alla conclusione di questo per- storia hanno espresso la loro decorso, torniamo alla caratteristica vozione a San Giuseppe, eleggencon cui papa Francesco ha aperto dolo come padre e intercessore, la sua lettera apostolica. San Giu- tra gli altri Santa Teresa di Lisieux, seppe è un padre amato. Dio è il San Francesco di Sales, San Gioprimo che ama San Giuseppe in vanni Bosco e Santa Bernadette modo speciale: per preparare un Soubirous. Santa Teresa d’Avila padre terreno a suo figlio, sceglie ne Il libro della mia vita scrive “Io un uomo speciale, giusto, la cui invece presi per mio avvocato e santità sia attraente e piena di patrono il glorioso San Giuseppe, pace per chi gli sta vicino. E come e mi raccomandai a lui con fervopadre terreno è stato indubbia- re. Questo mio Padre e Protettore mente amato da Gesù. Dai Vangeli, mi aiutò nelle necessità in cui mi sappiamo che Gesù di rivolgeva a trovavo e in molte altre più gravi
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in cui era in gioco il mio onore e la salute della mia anima. Ho visto chiaramente che il suo aiuto mi fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare. Non mi ricordo finora di averlo mai pregato di una grazia senza averla subito ottenuta. Ed è una cosa che fa meraviglia ricordare i grandi favori che il Signore mi ha fatto e i pericoli di anima e di corpo da cui mi ha liberata per l’intercessione di questo Santo benedetto.” Insieme con i santi, molti fedeli in tutto il mondo si rivolgono con fiducia al falegname di Nazareth. Nel 1870 il beato Pio IX lo ha dichiarato Patrono della Chiesa Universale, lui che fu il custode della Santa Famiglia e anche oggi continua a vegliare sulla Chiesa e a rinnovarle la sua protezione e al suo patrocinio sono affidate innumerevoli cause e moltissime comunità e gruppi ecclesiali. Anche la nostra comunità lo ha eletto a suo patrono e a lui rinnova costantemente il suo affidamento, come padre, come lavoratore, come modello che ci insegna ad accogliere le situazioni di fragilità e di precarietà che vediamo in noi e attorno a noi, con fiducia, delicatezza e attenzione. E allora continuiamo a rivolgerci a lui e a pregarlo, perché ci aiuti con la sua protezione a continuare a “svolgere la missione che il suo figlio ci ha affidato”.
Vita Parrocchiale 2021
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//Sinodo 2021-2023
a cura di don Marco
PER UNA CHIESA SINODALE: COMUNIONE-PARTECIPAZIONE-MISSIONE La Chiesa di Dio è convocata in Sinodo. Si è aperto il 10 ottobre un tempo importante, che coinvolgerà tutta la Chiesa Cattolica nel mondo, fino al 2023, per poi approdare nel Giubileo del 2025. Sinodo significa “camminare insieme”. Si tratta quindi di un tempo di ascolto dello Spirito Santo.
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o stile sinodale si è recuperato a partire dal Concilio Vaticano II, ed è stato messo in pratica in varie forme. Molti ricorderanno il sinodo diocesano di Verona, conclusosi nel 2004. È stato un tempo di riflessione e condivisione importante per la nostra chiesa territoriale. Periodicamente poi abbiamo assistito ai Sinodi dei Vescovi, occasioni in cui la riflessione dei nostri pastori ha messo a tema alcune sfide del mondo e della Chiesa del nostro tempo (la famiglia, i giovani, il creato ecc.) partendo sempre dalla verità del Vangelo. Papa Francesco invita tutti ad interrogarsi come questo stile oggi sia parte della Chiesa. Il “camminare insieme” infatti, è ciò che più attua e manifesta la natura della Chiesa come Popolo di Dio pellegrino e missionario. La domanda che guida questo tempo è: Come la Chiesa oggi vive la sinodalità? È capace di camminare insieme? Questo interrogativo chiede di mettersi in ascolto dello Spirito Santo, che come il vento «soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va» (Gv 3, 8). L’obiettivo è di ascoltare, insieme all’intero Popolo di Dio, ciò che lo Spirito Santo sta dicendo alla Chiesa. L’intero processo sinodale
mira a promuovere un’esperienza vissuta di discernimento, partecipazione e corresponsabilità. In un’epoca in cui l’umanità appare sempre più scossa da processi di massificazione e di frammentazione, la Chiesa è chiamata a rinnovarsi sotto l’azione dello Spirito Santo e grazie all’ascolto della Parola. Il documento preparatorio al Sinodo dice che «per camminare insieme è necessario che ci lasciamo educare dallo Spirito a una mentalità veramente sindoale». Mettersi in ascolto dello Spirito comporta inevitabilmente l’ascolto dell’intero Popolo di Dio. Questa è la novità più importante. Non saranno solo i Vescovi ad essere coinvolti nell’ascolto, o una particolare realtà ecclesiale. Tutti saremo coinvolti. Lo Spirito infatti parla in tutto il Popolo di Dio. Non si tratta di attivare un processo di partecipazione sul principio di maggioranza. La Chiesa non fa questo. Non vuole essere un momento per urlare la propria opinione, ma una grande occasione di mettersi in ascolto gli uni gli altri. La prima fase del sinodo coinvolgerà tutte le diocesi del mondo. Anche la nostra diocesi ha aperto il cammino sinodale domenica 17 ottobre, con una solenne celebrazione in Cattedrale presieduta dal nostro vescovo mons. Giuseppe Zenti. Il logo che Verona ha scelto per richiamare questo sinodo è una croce che richiama una tela da tessere. Siamo infatti in un cambiamento d’epoca, in cui la realtà ecclesiale è come una tela sfilacciata, che non può essere rattoppata, ma ha bisogno di essere ritessu-
ta. Dal mese di gennaio, in ogni unità pastorale, nasceranno dei piccoli gruppi di preghiera e di ascolto, per iniziare un discernimento, che porterà poi ad una sintesi diocesana. Questa sintesi diventerà parte del lavoro preparatorio che sarà oggetto di condivisione nella Chiesa italiana e poi nell’assemblea dei vescovi. Non sappiamo bene dove questo percorso ci porterà, ma fin d’ora tutti siamo chiamati a pregare perché sia un’occasione importante per riscoprirci Popolo di Dio che cammina nel tempo, guidato dallo Spirito. Il documento preparatorio dice ancora: «Ricordiamo che lo scopo di questo Sinodo non è di produrre altri documenti. Piuttosto, intende ispirare le persone a sognare la Chiesa che siamo chiamati a essere, a far fiorire le speranze, a stimolare la fiducia, a fasciare le ferite, a tessere relazioni nuove e più profonde, a imparare gli uni dagli altri, a costruire ponti, a illuminare le menti, a riscaldare i cuori e a rinvigorire le nostre mani per la nostra missione comune». Buon cammino a tutti!
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4 Vita Parrocchiale 2021
// Friends
a cura di Francesca
IL MANDATO FRIENDS: INTERVISTA A FRANCESCA Anche quest’anno è iniziato il cammino dei Friends per i ragazzi della terza media. Ogni giovedì pomeriggio i ragazzi si trovano per vivere insieme un’oretta di condivisione, attività e preghiera accompagnati dai giovani della quinta superiore, che iniziano così l’esperienza di animatori. Abbiamo intervistato una di loro di raccontarci questa nuova avventura da animatrice.
Che te
C
cosa vuol dire per essere animatrice?
omincio col dire che ognuno di noi può diventare animatore, l’importante è mettere a disposizione le proprie capacità per organizzare attività per i ragazzi. Un buon animatore non può non essere che un attento osservatore e ascoltatore, non può non mettersi al fianco dei suoi ragazzi per valorizzarli e condurli ad una crescita. Fare l’animatore non mi è stato imposto, ma l’ho scelto. Si può decidere di fare l’animatore per tanti motivi e il mio in primis è quello di cercare di far arrivare ai ragazzi quelle che sono state le mie esperienze, sia a livello cristiano che non, come fanno a loro volta quelli che sono i miei animatori, e perché stare a contatto con i ragazzi credo che faccia crescere anche me.
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Come è iniziato il cammino con i ragazzi di terza media?
Q
uest'anno è il mio primo anno da animatrice dei ragazzi di terza media con gli incontri degli F3 pomeridiani. Il cammino è iniziato e non me ne sono accorta, ma è iniziato nel migliore dei modi! I ragazzi sono tanti e, seppur con le mascherine, grazie alle loro risate e chiacchierate mi mettono ogni giovedì di buon umore anche se l’inizio di quella giornata magari era partita col piede sbagliato. Non mi aspettavo tutto questo, anzi, all'inizio ero un po’ timorosa, preoccupata di non riuscire ad arrivare ai ragazzini e talvolta di sbagliare il modo di fare. Ma sbagliavo a preoccuparmi, perché già dal primo giorno mi sono divertita e ho iniziato a conoscere i miei “pupilli” che non mi hanno mai fatta sentire non in grado di quel compito e questo naturalmente è an-
che grazie a tutti gli altri animatori.
Cosa ti auguri per il percorso tuo e dei ragazzi? Quali desideri hai nel cuore per quest’anno?
M
i auguro di crescere e lo auguro anche a loro, di godersi questo magnifico “VIAGGIO” assieme, di essere noi stessi, senza filtri, senza pensieri perché questo è il giusto modo di approcciarsi. Spero di essere un modello per i ragazzi che mi seguono, riuscendo a coinvolgerli nelle più svariate iniziative. Spero di instaurare un legame profondo con tutti. Spero di riuscire a captare tutti gli insegnamenti di vita, ma anche di migliorare le mie doti organizzative e di focalizzarmi sui miei punti di forza. Sicuramente si tratta di un'opportunità da non perdere.
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// Adolescenti
a cura di alcuni adolescenti
CAMMINARE, AMARE E CONDIVIDERE Sappiamo che in questi ormai due anni di emergenza sanitaria una delle fasce che ha più subito il distanziamento sociale è stata quella degli adolescenti. Proprio per questo la nostra comunità ha cercato di creare più occasioni possibili per favorire l’incontro dal vivo e, allo stesso tempo, garantire il rispetto delle normative vigenti. Dopo un’estate dove abbiamo avuto un lungo tempo di condivisione tra il grest e tutti i campi scuola, con l’autunno abbiamo ripreso il cammino ADO. Ci incontriamo tutti i venerdì alle 20.45 e, accanto a questo appuntamento classico, inseriamo uscite ed esperienze prolungate di condivisione. Il tema che ci accompagna in quest’anno è contrassegnato da un verbo che rischia spesso di essere un po’ frainteso o un po’ lasciato in superficie: AMARE. Il desiderio è intuire quale portata infinita custodisca questa parola che non può che essere evento ed esperienza nelle nostre vite.
“Amare non è guardarsi a vicenda ma guardare nella stessa direzione” Antoine De Saint Exupéry
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6 Vita Parrocchiale 2021
// GXG
ARTICOLI
PRANZO GXG
Dopo due anni di pausa siamo finalmente riusciti a ritrovarci per un momento di convivialità. Siamo stati ospitati dal centro sportivo delle Crosare per scambiarci gli auguri di Natale, nella speranza di poter continuare il nostro cammino!
// Adolescenti
USCITA ADOLESCENTI A MANTOVA Oltre al cammino del venerdì sera quest'anno abbiamo pensato di proporre ai nostri ADO anche alcuni momenti di uscita per poter trascorrere del tempo insieme ed essere provocati su alcuni temi di fede e attualità. La prima uscita è stata vissuta a Mantova il 5 dicembre! Dopo Natale scoprirete la prossima mèta...
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La corona d'Avvento Creatività
La creatività è dare ascolto ai propri sogni e seguirli nella più grande opera creativa che noi stessi potremmo realizzare: la nostra unicità! Solo essendo noi stessi possiamo distinguerci dalla folla che ci circonda… perché forse, essere creativi significa proprio questo: dare una vita a qualcosa che nessun altro potrebbe immaginare al posto nostro.
Bellezza “È apparsa la grazia (bellezza) di Dio” (Tito 2,11), così l’apostolo Paolo racconta la nascita di Gesù. Cristo viene nel mondo per diffondere la bellezza di Dio e per invitare tutti noi a scoprirla. Vivere la bellezza di Dio significa vivere l’esperienza del suo amore e del suo perdono; significa essere chiamati a compiere “opere belle”, cioè azioni concrete di fratellanza e solidarietà verso il prossimo.
Coraggio La forza d’animo che permette di affrontare le situazioni della vita è il coraggio. Il coraggio non è la mancanza di paura, ma la vittoria sulla paura. Nelle sacre scritture si incontrano uomini e donne con tanto coraggio che hanno dato la propria vita testimoniando la parola di Dio. Con questa virtù Maria e Giuseppe si sono fidati e affidati a Dio. Nella nostra semplice vita quotidiana troviamo il coraggio nell’ascoltare l’altro, nel servizio, nello sbagliare e chiedere perdono, nell’amare ed essere amati, nell’essere felici, nel mettersi in gioco…
Tenerezza A Natale ci fermiamo davanti a Gesù Bambino steso sulla paglia e lo guardiamo con quella tenerezza che ci spinge ad accarezzarlo. Ma il Natale non si ferma qui, ci porta a meditare sull’azione di Dio, sul suo amore che, venendo al mondo, si fa vicino e concreto trasmettendoci quella tenerezza che lui ha per le sue creature e che sentiamo dentro di noi guardandolo piccolo, indifeso, fragile, steso in una mangiatoia dentro una grotta che non offre nulla di confortevole. Allora la tenerezza che proviamo ci fa inginocchiare ad adorare quel Dio che non è lontano, staccato da tutto e da tutti, ma che è sceso tra noi offrendoci il suo amore di Padre, desideroso di stare vicino a noi con la sua tenerezza, la sua discrezione e il suo aiuto per farci uscire dalla nostra miseria www.parrocchiabovolone.it
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// Sacerdoti
a cura di don Riccardo
CONOSCIAMO DON NILANGA Ciao don Nilanga, siamo felici che tu sia arrivato qui da noi a Bovolone. Abbiamo piacere di farti alcune domande per iniziare a conoscerti un po’ di più sapendo che ci saranno molte occasioni per approfondire l’amicizia con te. Rowel e la mamma Maria. Inoltre ho Dal 2014 ad oggi quaanche un fratello Antonio e una so- li incarichi hai ricoperto? rella Anna. Grazie a loro ho anche il primi due anni sono stato al Sandono di essere zio di quattro nipoti. tuario di Sant’Antonio a Colombo come assistente in aiuto del parroQuando sei entrato in seminario? co. Nel 2016 sono stato trasferito Cosa ti ha portato a questa scelta? per tre anni al collegio di San Giuono entrato nel 2000 all’età di seppe a Wattala dove sono stato vi14 anni in seminario con il gran- cepreside della scuola che ospitava de desiderio di diventare sacerdote. ragazzi dai 5 ai 19 anni. Dal 2019, Credo che il perché di questa scelta per due anni, ho vissuto all’istitusia infondo un mistero. Da piccolo to Benedetto XVI dove insegnavo ero chierichetto e ho sempre am- inglese. Nel 2021 il vescovo card. mirato il mio parroco, don Callisto, Malcolm mi ha inviato qui in Itaun sacerdote devoto che amava lia per approfondire lo studio delle profondamente i poveri e aiutava scienze pedagogiche ed educative. quotidianamente i tanti bambini bisognosi presenti nella mia città. Come ti sei sentito accolto qui in Italia? Come ti senti dopo queQuando sei diventato prete? sto primo mese qui a Bovolone? E cosa ricordi di quel giorno? ono molto felice di essere qui ono stato ordinato sacerdote il con voi. Sono contento dell’ac10 maggio 2014 con altri 15 con- coglienza che mi hanno riservato in fratelli. Ero molto felice e sentivo canonica i preti e tutti voi qui a Boche questo passo era un dono gran- volone. In questo momento sto stude, senza alcun merito da parte mia. diando e imparando meglio l’italiaRicordo anche la gioia dei miei fa- no, così da poter dialogare con voi miliari, in particolare della mamma. al più presto e con maggior fluidità.
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S Da quale parte dello Sri Lanka provieni? Come si chiama la tua città? rovengo da Colombo, città che avete avuto modo di conoscere in questi anni grazie ai miei confratelli che sono stati ospitati qui da voi. Nello specifico la mia famiglia vive in una piccola cittadina di nome Ja-Ela, vicina al mare.
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Hai accennato alla tua famiglia, da chi è composta? o il dono di aver al mio fianco i miei genitori: il papà Condrad
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// Donare per Ricominciare
a cura di Carlo
FARE DEL MONDO UNA CASA DOVE NESSUNO SIA SOLO INAUGURATO IL NUOVO CENTRO D’ASCOLTO CARITAS SAN GIUSEPPE
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omenica 14 novembre, al n. 1 di piazza Pozza, il parroco don Cristiano ha benedetto e inaugurato, insieme al sindaco Orfeo Pozzani, il nuovo centro d’ascolto Caritas “San Giuseppe”. I volontari e simpatizzanti per qualche minuto hanno riempito con gioia i due locali: una segreteria e una stanza per i colloqui. Il nostro centro d’ascolto si va così ufficialmente ad aggiungere ai 48 già presenti in diocesi di Verona e agli oltre 2.600 presenti nel territorio nazionale. Durante gli orari di apertura la segreteria è a disposizione per organizzare i colloqui con i volontari. Per formarsi adeguatamente, tutti i volontari hanno seguito un corso organizzato dalla Caritas diocesana, formando un’ equipe di circa 30 persone, che si ritrova settimanalmente, con entusiasmo e costanza. Il centro collabora costantemente con la Piccola Fraternità e con i servizi sociali del comune. Abbiamo iniziato molto semplicemente nel maggio 2020, con il gruppo “Donare per ricominciare”. L’idea era di mettere in relazione la disponibilità e la generosità di chi era stato meno colpito dalla pandemia e dai lockdown con le necessità dei più fragili. Ma ci si è resi conto dopo poco tempo che questa iniziativa meritava una struttura più formale e uno spazio riservato per gli ascolti. Infatti, in questo primo anno e mezzo abbiamo fatto più di 120 colloqui e contattato più di 50 famiglie, distribuendo circa 19.000 € di aiuti, in varie forme, pagando bollette arretrate, donando tessere per la spesa, prestando computer per la didattica a distanza. Con la disponibilità concreta e professionale del Susan's Pub (che ringraziamo), abbiamo inoltre attivato un’iniziativa speciale, la “Cena con Noi”, distribuendo a domicilio finora circa 170 pasti gratuiti. E abbiamo tante altre idee in cantiere per il prossimo futuro! Ci immaginiamo davvero che il nuo-
vo centro d’ascolto possa diventare un luogo importante per la nostra comunità, fermento e lievito di una chiesa che sa accogliere, ascoltare e accompagnare tutti, in particolare chi è più in difficoltà. Sogniamo anche noi, assieme a papa Francesco, di “fare del mondo una casa dove
nessuno sia solo, nessuno sia non voluto, nessuno sia escluso” (udienza generale del 29 agosto 2018). Per questo ci stiamo impegnando concretamente, non solo preoccupandoci dei bisogni materiali, ma anche e soprattutto ponendo attenzione alle persone, creando relazioni che si alimentano nel tempo attraverso l’ascolto, la condivisione di esperienze, l’approfondimento della conoscenza, l’accompagnamento. La crisi della pandemia ha messo in evidenza le fragilità della nostra società. I dati dell’ultimo rapporto Caritas dicono che ormai sono più di 5,6 milioni le persone che vivono in povertà assoluta (quasi il 10% della popolazione nazionale!), con un incremento di circa 1 milione di persone solo nel 2020. Nella nostra diocesi più di 2400 persone hanno chiesto
aiuto alla Caritas durante la pandemia. Sono numeri che non possono lasciarci indifferenti, che richiedono una presa di coscienza da parte della nostra comunità e di ciascuno di noi. E’ importante ricordare infatti che la pratica della carità cristiana deve essere sempre intesa come espressione di un’azione comunitaria, non come prerogativa esclusiva di un gruppo di operatori o di volontari esperti. Ognuno di noi, inserito nella propria comunità, dovrebbe contribuire ad accompagnare chi si trova in situazione di fragilità. Siamo tutti chiamati a farlo, mettendo in gioco i nostri talenti, creando rete, inventando nuove relazioni, spalancando le porte delle nostre case, trovando nuove modalità per incontrare e accompagnare le fragilità, partendo dalle nostre famiglie, dai nostri luoghi di lavoro, dalle nostre conoscenze più vicine. Così si creano quelle reti di sostegno e di solidarietà che permettono di affrontare e superare le situazioni difficili. Proprio di questo si discuteva durante l’ultimo incontro di aggiornamento: “Si riparte ritornando nei territori: crediamo si possa sintetizzare così la lezione del Covid. Il lavoro sociale, educativo, di cura, deve fare ritorno nei territori, forte della consapevolezza guadagnata: che il territorio (inteso non come spazio geografico, ma come fascio di relazioni e risorse) è il vero, grande fattore protettivo. Senza territorio i servizi implodono, senza territorio tante situazioni di fragilità esplodono. Per questo il grande investimento va oggi fatto nella cura dei territori.” (Animazione sociale 338/2020 p. 18)
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10 Vita Parrocchiale 2021
// Accolitato
a cura di Francesco
IL CAMMINO DEL SEMINARIO Mercoledì 8 dicembre, nella Chiesa di san Tomaso Cantuariense, vicina al Seminario Maggiore, il vescovo di Verona ha istituito accoliti me e i miei 5 compagni di classe.
Il cammino del Seminario è strutturato a passaggi, a step, attraverso i quali, gradino per gradino, si arriva all’ordinazione presbiterale. Il primo passaggio è il Rito di Ammissione, che ho vissuto il 25 aprile dell’anno scorso: una celebrazione durante la quale si esplicita pubblicamente la consapevolezza di essere chiamati al ministero presbiterale, e nella quale anche la Chiesa, attraverso il vescovo, riconosce questa chiamata e si impegna nella formazione perché questa chiamata giunga a compimento. Un mese dopo è stato il momento del primo ministero, quello del lettore, figura ministeriale a cui è affidata la meditazione quotidiana della Parola di Dio, il suo annuncio e la sua proclamazione nelle liturgie. Il rito di ammissione e il lettorato sono passi che non hanno un risvolto pratico immediatamente visibile; eppure sono passaggi molto importanti nel cammino vocazionale, perché danno una consapevolezza nuova in tutto ciò che si vive. Quella intuizione vocazionale percepita nel cuore anni fa, infatti, viene riconosciuta pubblicamente dalla Chiesa che inizia anche ad affidarti il primo ministero. Ti accorgi giorno per giorno che quella chiamata del Signore prende carne in te, e diventa non più una cosa solo tua, ma un dono a servizio della Chiesa. www.parrocchiabovolone.it
L’8 dicembre è stato il momento di vivere la tappa successiva, quella dell’accolitato: un ministero importante, che inizia a plasmare anche esteriormente la tua vita. Il ministero di accolito personalmente mi chiama ad una grande responsabilità: servire all’altare e in particolar modo il Corpo di Cristo, da distribuire ai fedeli in Chiesa e a coloro che sono impossibilitati a venire. È una grande responsabilità ma è anche un grande dono, che mi muove allo stupore: il mistero inesauribile dell’Amore di Dio si fa Pane e sceglie anche le mie mani per arrivare a colmare la fame e la sete di vita eterna che abitano i nostri cuori. È un ministero dunque che mi chiede di fare qualcosa, di avere un ruolo “attivo”; eppure credo anche che ci sia un ruolo “passivo” da vivere: il ministero ricevuto infatti non è solo un servizio per gli altri, ma anche una via scelta dal Signore per farmi crescere nella fede e nella carità. Il contatto con il Pane Eucaristico è chiamato continuamente ad essere, per me, occasione per contemplare come si è fatto carne quell’Amore di Dio, attraverso lo stile di servizio di Gesù, di dono totale e gratuito, che non tiene niente per sé. Questa vicinanza con
Gesù Cristo mi chiede dunque disponibilità a lasciarmi plasmare da Lui, giorno per giorno, nella consapevolezza che il Signore non sceglie chi è degno, ma rende degno chi sceglie. Posso imparare tanto a vivere questo ministero anche da questa comunità: l’adorazione Eucaristica quotidiana e le tante figure ministeriali che vivono il servizio al Corpo di Cristo (diaconi, accoliti, ministri straordinari) mi ricordano l’importanza dell'Eucaristia nella vita di una comunità e di ogni cristiano. Concludo riportando una preghiera presa dal rito di Istituzione degli accoliti, perché sia augurio per me e per tutti coloro che svolgono questo ministero nella comunità: “Fa’ che, assidui nel servizio dell’altare, distribuiscano fedelmente il Pane della Vita ai loro fratelli e crescano continuamente nella fede e nella carità per l’edificazione del tuo Regno”.
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// Cammino Pastorale
IO SONO LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA La nostra comunità anche quest’anno continua il suo cammino di sequela del Signore Risorto. Sono molte le proposte spirituali che sono state riprese dopo i primi mesi di lockdown e, al tempo stesso, ci sono novità che possono aiutarci in questo tempo ancora di emergenza sanitaria. . Le parole che ci accompagnano sono ricche di speranza e sbilanciamento: IO SONO la via, la verità e la vita. Cristo non ha la pretesa di risolvere i problemi della storia, ma di attraversarli con ciascuno di noi. Possiamo dire che il nostro Dio è davvero presente e si fa compagno di viaggio! Questa è la Parola
che il Signore Gesù tiene in mano nell’abside del nostro presbiterio. In questo tempo di smarrimento Gesù ci dice: IO SONO. La sua presenza nella nostra vita è una certezza. Non ci sono condizioni, ma solo la sua Parola che ci invita a credere. Non siamo noi che dobbiamo fare qualcosa per Dio, ma è la sua Parola che
ci viene incontro e che ci attira a sé. Lasciamoci raggiungere e afferrare da questa Parola nella nostra quotidianità: è su questa via che Gesù cammina con noi. Essa desidera farci uscire dal nostro io per diventare come Dio ci vuole. Solo in Lui c’è garanzia di Vita e di Verità.
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12 Vita Parrocchiale 2021
// Rubrica
a cura di Francesco
ABBA POIMEN E LA «SAPIENZA DELL’OGGI» Inizia con questo numero una piccola rubrica che vuole approfondire di volta in volta una tematica partendo da alcuni detti dei padri del deserto. Ma chi sono i padri del deserto?
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ei primi secoli del cristianesimo, circa fino al V secolo, alcuni uomini, desiderosi di dedicare tutta la vita all’incontro con Dio e alla lotta spirituale, iniziarono alcune esperienze di vita monastica e ascetica nel deserto, in particolare in nord Africa, nella zona dell’Egitto. La meditazione della parola di Dio, il silenzio e l’attenzione ai pensieri e ai movimenti del cuore permisero a questi monaci (detti «abba») di acquisire una profonda sapienza della vita spirituale tanto da spingere numerosi fedeli a recarsi da loro per avere una parola di verità per la loro vita. Col tempo si è iniziato a raccogliere i racconti e le parole di questi abba, fino a stampare intere collezioni di libri, che sono diventati miniere di sapienza spirituale, studiate e tramandate dai credenti fino ad oggi. Abba Poimen disse: «C’è una voce che grida all’uomo fino all’ultimo respiro: ‘Oggi convertitevi’ » Abba Poimen disse di abba Pior che ogni giorno cominciava. Abba Poimen è uno dei più famosi tra i padri del deserto: della sua vita sappiamo poco, se non che fu tutta dedicata all’ascesi e alla preghiera. Se si prova ad immaginare come doveva essere la vita di questo monaco, si viene subito colpiti da una www.parrocchiabovolone.it
certa repulsione. Abba Poimen ha vissuto l’intera esistenza nel III-IV secolo nel deserto egiziano, in una vita di digiuni e preghiere, privo di ogni comodità e con la mente e il cuore interamente dedicati a Dio, nel silenzio di una terra arida e penitenziale. Di lui inoltre si dice che poco gradiva le visite esterne, perché turbavano la sua quiete. Come si può vivere una vita così? Come si fa a rimanere anche quando arriva il desiderio di lasciare tutto questo per tornare ad una vita «normale»? Si può pensare: «Quella è la sua vocazione, il Signore l’ha chiamato a quella vita». Vero, ma forse non basta a spiegarsi una vita vissuta così. Provando ad interpretare i due detti citati in precedenza, si potrebbe dire che abba Poimen ha imparato col tempo a maturare una «sapienza dell’oggi»: uno sguardo capace di dare importanza assoluta al presente, all’oggi. Perché con Lui non ci si può sedere su ciò che si è imparato, o pensare di essere arrivati. Anche un monaco che si allena tutta la vita alla lotta spirituale, non può mai dirsi arrivato, ma la «sapienza dell’oggi» lo spinge a ricordarsi che nella vita di ogni giorno è chiamato a convertirsi, a cominciare. Ecco che allora anche una vita da abba nel deserto diventa incredibilmente viva ed entusiasmante: perché ogni giorno c’è un nuovo che inizia, c’è la presenza del Risorto che fa nuove
tutte le cose. Non si tratta primariamente di imparare a sbagliare il meno possibile, ma di affidarsi a Lui e di cominciare, di nuovo, sempre. Così allora si protrae il miracolo della vita: stupirsi ogni giorno che siamo vivi, che abbiamo una vita che è dono di Dio. Ci può essere la tentazione di abituarsi alla vita, di dare per scontato la nostra esistenza e di preoccuparsi solamente di ciò che dobbiamo fare. Ma la vita chiede anzitutto questo: stupirsi ogni momento di essere vivi, perché quando c’è vita c’è cambiamento, c’è speranza, c’è la possibilità sempre di convertirsi, di ricominciare. La vita è abitata da Dio e per questo è più forte del deserto, delle fatiche, della solitudine. Il 23 novembre 1937 così annotava Cesare Pavese nel suo «Il mestiere di vivere»: «L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere, perché vivere è cominciare sempre, ad ogni istante». Che bello poter pensare che oggi, adesso, possiamo cominciare: non importa a quanti anni, non importa con che storie di fatiche, di delusioni, di fragilità. Oggi siamo vivi, oggi possiamo convertirci, oggi possiamo cominciare a vivere. Certi che, come scrive il libro delle Lamentazioni (cap. 3, versetti 22-23), «Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà».
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CERCA LE PAROLE ADESTE FIDELIS ALBERO DI NATALE ANGELO ASINELLO AVVENTO BETLEMME BUE CANDELE CENSIMENTO DECORAZIONI
TROVA NELLO SCHEMA LE PAROLE ELENCATE, TENENDO CONTO CHE POSSONO ESSERE DISPOSTE IN VERTICALE, IN ORIZZONTALE E IN DIAGONALE DICEMBRE DONI ELISABETTA ERODE GIUSEPPE GROTTA MAGI MAGNIFICAT MANGIATOIA MARIA
NATALE PASTORI PRESEPE SANTO STEFANO STELLA COMETA TU SCENDI DALLE STELLE
ARTICOLI
14 Vita Parrocchiale 2021
// Rubrica
a cura di Angiolina Pasini
la voce di papa francesco Cari giovani, vi saluto con affetto. Dall’apparizione di questo virus, le nostre comunità hanno sofferto il grande aumento della disoccupazione, della povertà, delle disuguaglianze, della fame e dell’esclusione dall’assistenza sanitaria necessaria.
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utte queste sofferenze ricadono in maniera sproporzionata sui nostri fratelli e sorelle più poveri. La Terra ci precede e ci è stata data, ma noi siamo amministratori dei beni, non padroni. La pandemia ci ricorda che siamo stati chiamati a custodire i beni e che il creato regala a tutti; ci ricorda il nostro dovere di lavorare e di distribuire questi beni in modo che nessuno venga escluso. Questo è un tempo favorevole per sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo. La qualità dello sviluppo dei popoli e della Terra dipende soprattutto dai beni comuni. Abbiamo bisogno di produrre e non sprecare le risorse della nostra Terra, modi più equi per vendere e distribuire i beni e comportamenti più responsabili quando consumiamo. Oggi la nostra madre Terra geme e ci avverte che ci stiamo avvicinando a soglie pericolose. Voi siete forse l’ultima generazione che ci
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può salvare. La vostra creatività e la vostra resilienza implicano una grande responsabilità. Spero che possiate usare quei vostri doni per sistemare gli errori del passato e dirigerci verso una nuova economia più solidale, sostenibile ed inclusiva. A voi, giovani, rinnovo il compito di rimettere la fraternità al centro dell’economia. Non scoraggiatevi: lasciatevi guidare dall’amore del Vangelo, lasciatevi lanciare con creatività nella costruzione di tempi nuovi, sensibili alla voce dei poveri
e impegnatevi a includerli nella costruzione del nostro futuro comune. Cari giovani, fate emergere le vostre idee, i vostri sogni e ricordate che voi non siete il futuro, voi siete il presente. Un altro presente. Il mondo ha bisogno del vostro coraggio, ora. Grazie!
Videomessaggio di Papa Francesco per il secondo evento mondiale “The economy of Francesco” Assisi 2/10/2021
a cura di Rita Rossato
Rita Ti consiglia un libro
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Il grande albero
Questo è un libro scritto per i ragazzi, ma che farà riflettere anche i grandi. Questa è la storia di un albero e della sua vita lunga centinaia di anni e insieme la storia di pochi giorni, quelli prima di Natale. Ambientata in un bosco, prima, e in Piazza San Pietro a Roma, poi. È il mondo visto dalle radici e vissuto tra i rami. È un viaggio nel tempo e nello spazio,ma soprattutto di amore e di speranza perché, come dice il piccolo protagonista, l'amore vince ogni cosa. Il libro di cui abbiamo bisogno adesso, scritto da un'autrice capace di parlare al nostro cuore e alla nostra testa, con un tono leggero, allegro e pieno di grazia. Buona lettura come sempre! RR
www.parrocchiabovolone.it
Disponibile presso la libreria parrocchiale
Vita Parrocchiale 2021
INFORMAZIONI 15 Sante Messe Vespertina del Sabato sera:
18:30
Festive:
7:30-9:00-10:15-11:30 - 18:30
Feriali:
7:30 - 19:00
Libreria parrocchiale Lunedì: 9:30 - 11:30; Martedì: 9:30 - 11:30; 15:30 - 18:00 Mercoledì: 9:30 - 11:30; 16;00-18:00 Giovedì: 9:30 - 11:30; 15:30 - 18:00 Venerdì: 9:30 - 11:30; Sabato: 9:30 - 11:30; Domenica: 9:00 - 11:30;
Battesimi 5 dicembre 2021
Confessioni I nostri sacerdoti sono presenti nei seguenti giorni: Martedì: dalle 16:00 alle 19:00 Mercoledì: dalle 16:00 alle 19:00 Giovedì: dalle 16:00 alle 19.00 Venerdì: dalle 10:00 alle 12:30 Sabato: dalle 16:00 alle 18:30
Redazione
Buon 50° anniversario di matrimonio Lauretta Zanchettin e Sandro Barbirato
Giovani per la Comunicazione: Andrea Castellini, Chiara Merlin, Edoardo Ghidetti, Sirio Bedoni, Elena Segala, Enrico Vincenzi, Federico Bertoni, Francesca Padoanello, Micaela Modenese Grafica e impaginazione: Bordoni Edoardo (edoardo.bor@gmail.com) Merlin Chiara (chiaramerlin98@gmail.com) Collaboratori: Rita Rossato, Angiolina Pasini.
Contatti Telefono:
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Defunti
Matrimoni
Battesimi
Defunti
foto
Battesimi
TOAIARI NELLA di anni 83 PEROBELLI ALBERTO ROMANO di anni 83 ESPOSITO DOMENICO di anni 73 CROSARA MARIA di anni 85 SOAVE MARIO di anni 89 CANTIERO GERMANA ANTONIETTA di anni 75 ZAMPIERI ALBERTO di anni 87 DONÀ MONICA di anni 57 FINOTTO ADOLFO di anni 76 DE VECCHI GIULIO di anni 83 SBAMPATO DINO di anni 87 VACCARI ANNITA OLIVA di anni 87 TOMIOLO CORRADO di anni 91 VERTUAN GIORGIO di anni 86 MORIGGI ANTONIA di anni 90 ANDREOLI MAURIZIO di anni 62 OLIVIERI GIORGIO di anni 84 ZORZI MARIA ROSA di anni 90 ROSSETTI REMO di anni 82 PERAZZANI BRUNETTO di anni 67 MINOZZI TERESA MARIA di anni 77 BIANCHINI MARIA di anni 101 MANZINI LUIGINA di anni 95 LIUNI MARIA GIUSEPPE di anni 91 BOSCARIOL PAOLA di anni 76 TORRESANI CLAUDIO di anni 68 STECCANELLA GIAN ANTONIO di anni 95 LORENZONI GIULIETTA di anni 92 LOVATO ENZO di anni 87
CHIAVENATO GIULIA di Luca e Manzone Gisella FAVALLI EMMA di Manuel e Boldrini Laura FAVALLI IRIS LUNA di Enrico e Bazzani Emanuela GABRIELI NOAH di Nicholas e Haxhiu Elona
ISALBERTI GIOIA di Nicola e Marangoni Silvia ISALBERTI GIUDITTA di Nicola e Marangoni Silvia MANTOVANELLI VITTORIA di Manuel e De Grazi Vanessa PRENCIPE AURORA di Pietro e Magagnotti Irene BISSOLI NOAH di Andrea e Bressan Valentina
Buon 55° anniversario di matrimonio Buglioli Fernanda e Scarpolini Giuseppe
Matrimoni MINGON Giacomo
MALANGRÉ Franzi-
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Anagrafe parrocchiale Aggiornata al 30 novembre 2021
Buon 63° anniversario di matrimonio Fazioni Agnese e Soave Arrigo Sede Amministrativa: Via Roma, 2 - Bovolone (Vr) Sito Web: www.bancaveronese.it Telefono: 045 6992211 Fax: 045 6901023 Email: info@bancaveronese.it