Marzo 2011

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Parrocchia di Bovolone Tel. 045 7100063 vitaparrocchiale@virgilio.it www.parrocchiabovolone.it n°167 - Marzo 2011

COMPORTATEVI COME FIGLI DELLA LUCE” Ef 5,8 di Don Paolo

Carissimi parrocchiani, il nostro Vescovo, con le parole del titolo di questo articolo, prese dalla lettera di S. Paolo agli Efesini, ci indica il cammino per la Quaresima 2011. L’Apostolo le rivolge ai cristiani di Efeso affinché siano capaci di vivere con coerenza e gioia la vita nuova in Cristo, vita vissuta nel Suo amore, con la Sua forza, sul Suo esempio. La Luce di cui si parla, è l’Amore di Dio di cui il cristiano è inondato, pervaso, illuminato. Ciò gli permette di essere luminoso, ad una condizione: che compia azioni che non coprano, fino a spegnere, la Luce divina in lui. Credo che, ognuno di noi sia capace di classificare buona parte dei propri comportamenti e valutare se sono da figlio della luce o da figlio delle tenebre. Di questi secondi ne metto in evidenza uno che “contagia” ognuno di noi: il cattivo uso della parola. Nella stessa lettera agli Efesini, S. Paolo ci dice: “Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che servano alla necessaria edificazione di quelli che ascoltano.” Ef .4, 29. Usare male della parola è un antico problema della persona. Già i nostri antenati, Adamo ed Eva, con facilità manipolarono la parola, ribaltandola fino a farla diventare seminatrice di sospetto, che genera falsità e menzogna divisorie. A distanza di 2000 anni riconosciamo l’attualità e la benefica necessità dell’esortazione di S. Paolo. Anche noi viviamo la fatica di usare bene la parola. Sempre siamo chiamati a vigilare affinché la nostra parola sia secondo verità e secondo carità. Talvolta si sente dire: “Io dico ciò che penso, ciò che porto nel cuore”. È una cosa molto buona, ma mi devo anche chiedere: “Ma, quanto, ciò che dico e che porto nel cuore, corrisponde al vero oppure è solo una mia ipotesi

che devo verificare?” Si tratta quindi di fare in modo che corrisponda sempre più al vero e sia pronunciata con amore e per amore della persona. Altra domanda da porci è questa: “Nel riportare un discorso di un’altra persona, quanto vi aggiungo di mio? Quanto metto sulla bocca di un altro ciò che penso io o ciò che mi fa comodo?” Siamo consapevoli che, riportando il discorso di un altro ed esprimendolo con parole nostre, lo si può parzialmente “tradire”, ma siamo chiamati a riportarlo con la maggiore fedeltà possibile, poi, eventualmente, aggiungere la nostra interpretazione. Un ultimo esempio: quanto facilmente, parlando di qualcuno con altre persone ci vien da dire, con un beffardo sorrisetto: “Poverino, non capisce, non ci arriva!” Quanta è la carica di mortificazione di tali parole! Speriamo solo che non siano intenzionali, altrimenti saremmo da compatire noi e non gli altri. Per concludere, mi viene quasi spontaneo suggerirvi una penitenza quaresimale, un particolare digiuno: digiunare dalle parole cattive, false, menzognere, calunniatrici, impure, maliziose, offensive, disgregatrici, divisorie, maledicenti, mortificanti, disprezzanti…. e da tutte le altre che ognuno di noi pronuncia e di cui ne conosce la mancanza di verità e di carità. Proviamo colmare tutto questo negativo riconoscendo quanto di positivo esiste attorno a noi e sforzandoci di parlare con le persone più del bene che del male. Unito a tutti voi in questo particolare digiuno e con l’augurio di giungere alla Pasqua più ricchi di atteggiamenti positivi tipici del Risorto, vi auguro, nella forza che viene dal Signore, buona quaresima.

Orari SS. Messe: Vespertina del sabato sera: ore 19.00 Festive: ore 7.30 - 9.00 - 10.15 - 11.30 - 18.30 - Feriale: ore 7.30 - 19.00


Vita Parrocchiale

I Vizi Capitali

L’Ira L’Ira

a cura di Francesco

Ci sono molti motivi che possono far esplodere una reazione che ci fa “incavolare” ma senza esagerare. “Sdegnarci” per delle ingiustizie o per violenze contro degli innocenti o per la falsità e l’ipocrisia di tanti comportamenti privati e pubblici è giusto e anche doveroso, per chi ha una coscienza morale attenta. Altro invece è quando per delle cose futili si reagisce sproporzionatamente scatenando il finimondo. L’ira. “Nulla è più orribile di un uomo adirato, niente è più deforme del suo viso rabbioso, e più ancora della sua anima”. Così scriveva San Giovanni Crisostomo e S. Agostino diceva che ogni peccato è grave, ma è tanto più grave quanto più è nocivo. L’ira nuoce più d’ogni sentimento perché toglie all’uomo la ragione mediante la quale egli è padrone di se stesso. L’ira è violenta ed è suscitata generalmente da offese altrui che esplodono in acre malevolenza, furore e sdegno. E’ un vizio estremamente negativo ed ha in se qualcosa di diabolico perché si oppone direttamente al Signore, che é Dio dell’amore e della pace. E’ incompatibile con la carità che è la sostanza della vita cristiana. L’ira deforma e distrugge l’opera di Dio che ha impresso nell’animo umano la ragione e l’intelligenza. Quando si scatena la tempesta dell’ira, l’uomo è accecato, non è più un essere intelligente e ragionevole, ma, un bruto, un animale, quasi un demonio. L’ira è una collera repressa, chiusa nell’animo ribolle e può esplodere in pura e semplice vendetta, così violenta da arrivare all’omicidio. Il primo omicidio, seconda la Bibbia, nasce proprio da una collera, da un odio represso, taciuto: “Caino fu molto irritato...Caino bruciò molto...Caino si innalzò contro Abele, suo fratello, e lo uccise”. Nelle Scritture Bibliche troviamo un vasto repertorio di personaggi che per diritti di primogenitura, per violenze, per tradimenti e stupri o per invidie, hanno acceso la loro ira innescando vendette che come cicloni si sono abbattute su intere tribù distruggendole.

Nella letteratura possiamo trovare molti altri esempi in cui la furia, l’odio e la voglia di vendetta hanno condotto l’uomo all’irrefrenabile sfogo esplosivo dell’ira. La mitologia Greca ci ricorda “l’ira funesta di Achille”, una vendetta così iraconda da suscitare persino l’indignazione degli dei. O la macabra vicenda di Atreo e Tieste durante la quale lo stesso dio Sole indietreggiò nella sua corsa quasi ad impedire che quel giorno terminasse la sua corsa. Ed anche la sfida tra Eteocle e Polinice, figli di Edipo, re di Tebe per la corsa al trono e al potere che li vedrà uccidersi a vicenda. Molti altri potrebbero essere gli esempi, anche al giorno d’oggi, nei quali l’ira va a braccetto con l’orgoglio del potere. Qualcuno penserà che anche Gesù, come ci è riportato dagli Evangelisti, si è adirato spesso, Lui che si è presentato come “mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Lo troviamo, infatti, in Gv 2,15 mentre scaccia i mercanti dal tempio; in Mc 10,14 mentre si adira con i discepoli; in Mt 23,13 quando si rivolge agli scribi e ai farisei ipocriti. In questi casi però, l’indignazione “santa” di Gesù era un attacco a viso aperto alla corruzione e alla commistione tra affari e fede (Mt 21,12-13), e per esserne ancora più convinti basti ascoltare le parole che Gesù pronunzia nel Discorso della montagna. In queste parole non c’é dubbio alcuno nelle espressioni di non violenza, di opposizione ad ogni eccesso d’ira, di vendetta, di alterco, di rissa, e tutto viene riposizionato nell’ambito positivo del “perdono e dell’amore”. La morale cristiana continua ad interpellare e ad esortare i fedeli con le parole di San Paolo: “Nell’ira non peccate. Non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasioni al diavolo...Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno. ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo”. (Ef 4,26.31-32)

Campo Giazza 1^ e 2^ media Il campo invernale 1ª e 2ª media, si è svolto a Giazza dal 28 al 31 di Gennaio. Lo scopo del campo era quello di far ragionare i ragazzi sui valori del mondo, della società moderna e della propria vita. La società moderna fa credere alle persone che il valore dei soldi, della ricchezza e della materialità sia il mezzo assoluto per arrivare alla felicità, il quale è l’obiettivo dell’esistenza umana. In questa esperienza di campo è stato proposto di credere in se stessi, nella ricerca della vera felicità non legata alla materialità del mondo, ma alla relazione con Cristo, unico capace di dare valore alle nostre vite e alle cose che facciamo. Il percorso è partito dando ad ogni partecipante dei soldi falsi, facendogli pagare qualsiasi cosa facessero. Nel giro di neanche 24 ore sono restati senza soldi buona parte dei ragazzi e tutti si lamentavano e litigavano per questo. Don Cristian ha spiegato loro che i soldi li avevano resi dipendenti e gli ha fatto notare le difficoltà che c’erano state fino a quel momento e la conseguente perdita di serenità. Dopo averli fatti ragionare abbiamo detto loro che il campo cominciava in quell’istante eliminando i soldi; il tesoro che dovevano cercare era un altro e dovevano trovarlo in un altro modo. Nei giorni successivi, attraverso altre dinamiche abbiamo portato i ragazzi a capire che ci sono valori più importanti che ci vengono donati dal Signore, i quali sono maggiormente capaci di dare valore alla nostra esistenza. I ragazzi hanno vissuto bene questo campo e ci siamo divertiti tutti a stare insieme giocando, scherzando e imparando. Ed è stato ancor più bello vedere che sono riusciti comprendere il messaggio che volevamo portare loro. 2


Vita Parrocchiale

I nostri

Santi e Beati

Santa Maria Elena MacKillop “Che Dio mi dia la forza per quello che è necessario"

a cura di Francesco

Il 17 ottobre 2010, papa Benedetto XVI° ha indicato, Mary MacKillop, come modello di santità a tutta la Chiesa sparsa nel mondo. Anche il continente Australiano ha così potuto godere della sua prima Santa. Maria Elena nacque a Fitzoroy in Australia il 15 gennaio 1842, in una famiglia di immigrati scozzesi povera e numerosa, fu la prima di altri otto figli. Fin da giovanissima sentì forte la chiamata di Dio, ma pur desiderandolo fortemente, dovette aiutare la famiglia e attendere i 25 anni per intraprendere la vita religiosa. A quei tempi le scuole, insieme all’assistenza medica, erano insufficienti e il sogno della giovane Maria era quello di poter contribuire all’istruzione gratuita per i bambini. Nel 1860, divenuta religiosa fondò la congregazione delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, aiutata in questo da padre Tenison Woods, suo Padre spirituale che l’aiutò a scrivere la prima regola della Congregazione. Nel 1866 nella città di Penola aprì la prima scuola cattolica per ragazzi poveri coadiuvata in questo da un primo gruppo di ragazze che aderirono alla sua opera di carità. L’anno successivo ad Adelaide aprì una seconda scuola, nel frattempo le suore aumentavano di numero e anche le attività si allargarono all’assistenza agli orfani, ai poveri, agli anziani. Le sorelle imparavano da lei non solo ad istruire i bambini ma ad aiutare le famiglie ad “essere famiglia”. Tra le loro attività c’era anche l’aiuto ai detenuti di cui nessuno si occupava. Suor Maria era solita entrare da sola nella cella del condannato a morte, gli parlava e soprattutto lo ascoltava come nessuno aveva mai fatto, riuscendo a farlo sorridere anche davanti alla morte. Nel 1873 suor Maria si recò a Roma per incontrare papa Pio IX che la incoraggiò a proseguire nella sua opera. Nel frattempo circostanze particolari fecero allontanare padre Woods che non era più d’accordo con le modifiche alla regola della Congregazione che suor Maria aveva apportato. Si trovò sola, ad affrontare calunnie, accuse di ribellismo e sovversione, tante furono le sofferenze, dure lotte e sacrifici. Lei fu comunque instancabile nella sua missione e nel soccorrere i bisognosi diceva: “Non guardare mai ad un bisogno senza fare qualcosa”. Nel suo cuore era grande la devozione per San Giuseppe e da lui imparava soprattutto l’obbedienza alla volontà di Dio. Infatti diceva: “La volontà di Dio è un libro cui io tengo molto e non mi stanco mai di leggerlo”. All’età di sessanta anni, visitando le sue case religiose sparse nell’immenso continente Australiano, ebbe un infarto e rimase paralizzata nella parte destra. Imparò a scrivere con la sinistra e continuò ad esercitare la sua missione. Nel 1888 papa Leone XIII approvò l’istituzione della sua Congregazione.

Debilitata nel fisico ma non nello spirito, Suor Maria salì al cielo l’8 agosto 1909 a Sydney. Attualmente le suore di S. Giuseppe del Sacro Cuore di Gesù sono il gruppo più numeroso di religiose femminili presenti in Australia, Nuova Zelanda e Perù. Papa Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 19 gennaio 1995 durante il suo viaggio apostolico in Oceania. A Roma, il 17 ottobre 2010 è stata canonizzata da papa Benedetto XVI.

Capodanno Giovani Medjugorje 2010 Ho vissuto Medjugorje due volte: quest’estate e a capodanno. La differenza dal pellegrinaggio dell’estate 2010 è stato senza dubbio il modo in cui ho vissuto questa esperienza. Mentre il primo l’ho vissuto in modo personale, vuoi per la curiosità, vuoi perché era la prima volta che ci andavo, vuoi perché non conoscevo molte persone che condividevano l’esperienza con me. Stavolta invece è stato diverso. L’ho vissuto davvero condividendo tutto: la fede, la gioia, le croci. A parte la preoccupazione dell’organizzazione che avevo in qualità di responsabile la bellezza è stata nell’affidare completamente tutto a Maria e Gesù. Infatti senza aspettative, senza un programma dettagliato e con scadenze definite ci siamo trovati accompagnati e cullati dalla provvidenza. E’ stata la dimostrazione, credo la più concreta e la più palese che avessi mai visto da vicino o toccato con mano. Tutto è stato all’insegna dell’amicizia, della condivisione, dell’attenzione verso chi mi stava intorno. Ed è così che ho ricevuto tanto. Ed è stato così che ho aperto il cuore a Medjugorje. Non c’è sufficiente spazio per descrivere tutti i doni ricevuti da questo pellegrinaggio, ne tanto meno è possibile dare forma o colore alle emozioni che abbiamo vissuto e fatto nostre. Voglio però dire che vale davvero la pena affidarsi alla provvidenza, vale davvero la pena anche lasciare tutto per trovare il Signore. Un buon rapporto con Dio senza dubbio a Medjugorje lo fortifichi. Così è stato: se apri il tuo cuore e metti al centro della tua vita Gesù, puoi scoprire quanto il suo amore può colmare la nostra “umanità”. Adele 3


Vita Parrocchiale

Liturgia in chiesa e in casa: Cresima di Luisa e Matteo

La Cresima (o Confermazione) è il Sacramento che ”porta a compimento” quanto è avvenuto nel Battesimo: esso unisce il battezzato in modo ancor più forte a Cristo rendendolo idoneo a dare la vita per amore (come Gesù). Proprio per questo è Sacramento “necessario” ai fidanzati per sapersi donare l’uno all’altra. Gli sposi e la loro confermazione Nella Confermazione si imprime nel cristiano il sigillo dello Spirito Santo perché diventi testimone di Cristo. Col Sacramento del Matrimonio, lo Spirito, è impresso nella relazione degli sposi perché insieme Lo rendano vivo e siano testimoni di Cristo con la loro vita coniugale. Infatti con la Confermazione si riceve una piena effusione dello Spirito Santo e una Sua speciale forza per diffondere e difendere con parole e gesti il nome di Cristo senza vergogna. La Confermazione specificata dal dono dello Spirito Santo nella celebrazione del Sacramento del matrimonio serve quindi agli sposi per testimoniare Cristo in modo proprio e originale. Gli sposi vivono: - un amore indissolubile, 24 ore su 24, che porta ad una alta unione pur mantenendo la distinzione; - un amore che non può fare a meno della relazione; - un amore fecondo che dalla fertilità fisica si apre alla fecondità spirituale del “fare la famiglia dei figli di Dio”; - un amore trinitario. La coppia, essendo a immagine e somiglianza di Dio, è un modellino della Trinità e, nella sua relazione, può vivere dello stesso amore Trinitario. Gli sposi vivono ancora un amore che esprime e manifesta l’amore di Cristo per la sua sposa Chiesa. Ciascuno è un dono per la Chiesa e per il mondo La Confermazione, come già detto, lega più profondamente a Cristo e aumenta i doni dello Spirito Santo di ogni singolo battezzato senza però rendere tutti

uguali, anzi, ogni cristiano sviluppa una sua originalità spirituale diventando dono specifico per la Chiesa e occupando in essa il proprio posto. Per far questo il battezzato deve vivere una liturgia domestica che lo aiuti e lo educhi nella sua identità spirituale; liturgia domestica feriale che passa dal far conoscere Dio Padre (col Padre Nostro, col ringraziamento,…) allo sviluppare nel figlio certe caratteristiche spirituali (che ha già dentro) con la pazienza, col tempo, con le piccole cose quotidiane. Il bimbo impara a comunicare con il suo corpo e, nei primi anni, gode nel ricevere amore. Alla fine dell’infanzia prende coscienza che oltre a ricevere può anche dare amore (siamo fatti a sua immagine e somiglianza quindi siamo fatti per la circolarità del dare e ricevere amore). L’età adolescenziale, poi, porta il ragazzo a maturare che il corpo è fatto per amare, per amare tutti. E qui cominciano le varie modalità dell’amore, positive o negative, che portano il ragazzo a decidere a chi fare il dono totale di sé; è il momento vocazionale dove insorge il bisogno di dare risposta alla domanda: come essere con Gesù totalmente donato? Nel matrimonio, donandosi totalmente al coniuge come Gesù alla Chiesa; nella verginità, donandosi totalmente a Gesù e con Lui alla Chiesa. È proprio la liturgia domestica feriale che porta alla maturazione della vocazione spirituale. Celebrare in casa l’unità nello Spirito e la singolarità delle persone In famiglia sia genitori che figli godono della presenza/effusione dello Spirito Santo e sono quindi da Lui elevati a una unità che va molto oltre quella sanguigna. Per gustare e vivere questa unità si dovrebbero trovare momenti per “celebrarla”: piccole preghiere, brevi lodi per qualcosa che è accaduto, dialoghi di condivisione profonda… Accanto a questo la famiglia dovrebbe mettere in evidenza quello che lo Spirito Santo sta facendo con ognuno di loro in modo da far uscire quale dono ciascuno è per gli altri e vivere così la distinzione nell’unità.

19 marzo...grazie papà! Questi pochi versi sono tratti da una composizione di Daniel Varujan, poeta Armeno, sono dedicati a tutti i papà ma diretti ai figli perché aspirino sempre alla benedizione dei loro padri.

Padre, io vado per quella strada che ai bianchi capelli tuoi mi conduce: alle tue ossa affaticate, al tuo vecchio cuore... il mio sangue è generato dal tuo sudore, io sono il germoglio della tua fatica...

Padre mio, benedici, è giunta l’ora: devo andare. Una nuova vita mi aspetta, ho lasciato l’adolescenza: un sangue nuovo mi scorre nelle vene...

Padre mio, benedici: metti sulla mia testa le tue mani tremanti: lascia che dalle tue dita goccioli giù la tua preghiera, venuta dal fulgido altare della tua anima...Benedicimi, padre.

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Vita Parrocchiale

LA VOCE VOCE DEL DEL PAPA PAPA LA Cari fratelli e sorelle! In questa domenica ricorre la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che ogni anno ci invita a riflettere sull’esperienza di tanti uomini e donne, e tante famiglie, che lasciano il proprio Paese in cerca di migliori condizioni di vita. Questa migrazione a volte è volontaria, altre volte, purtroppo, è forzata da guerre o persecuzioni, e avviene spesso - come sappiamo - in condizioni drammatiche. Nella festa della Santa Famiglia, abbiamo ricordato che anche i genitori di Gesù dovettero fuggire dalla propria terra e rifugiarsi in Egitto, per salvare la vita del loro bambino: il Messia, il Figlio di Dio è stato un rifugiato. “Una sola famiglia umana”: questo è il tema del Messaggio che ho inviato per l’odierna Giornata..... naturalmente con tutte le differenze che la arricchiscono, ma senza barriere, riconoscendoci tutti fratelli. Così afferma il Concilio Vaticano II: “Tutti i popoli costituiscono una sola comunità. Essi hanno una sola origine, poiché Dio ha fatto abitare l’intero genere umano su tutta la faccia della terra” (Dich. Nostra aetate, 1). La Chiesa - dice ancora il Concilio - “è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Cost. Lumen gentium, 1) Nel rivolgerci alla Vergine Maria, con la preghiera dell’Angelus, affidiamo alla sua protezione tutti i migranti e quanti si impegnano in un lavoro pastorale in mezzo a loro. Maria, Madre della Chiesa, ci ottenga inoltre di progredire nel cammino verso la piena comunione di tutti i discepoli di Cristo. Angelus di Benedetto XVI 16 gennaio 2011

Bovolone e Stadecken Elsheim Lo scorso 22 ottobre e il 4-5 dicembre 2010 si sono svolti due importanti incontri nell’ambito del Gemellaggio Tedesco tra Bovolone e Stadecken Elsheim: il primo nell’Oratorio San Biagio, mentre il secondo è avvenuto a Stadecken Elsheim. Per quanto riguarda il primo incontro, esso era una serata celebrativa che mirava a far rivivere e ricordare i 10 anni di gemellaggio con gli amici tedeschi. Durante la serata, a cui hanno preso parte molti bovolonesi, sono intervenuti tre relatori: Francesco Vecchiato, Professore di Storia Contemporanea presso l’Università di Verona, Francesco Cavallaro, giornalista del Sole 24ore Nord-est e Anna Kapka, presidente dell’Associazione Gemellaggi Veronesi. Sono altresì intervenuti l’Assessore alla Cultura in Veneto Marco Ambrosini, e una rappresentanza dei membri del comitato tedesco insieme con il Sindaco, Herman Müller.

La serata si è aperta con l’intervento del sindaco Mü'fcller che ha affermato che il gemellaggio è un legame d’amicizia permanente che ha una grande validità in ambito europeo. Per quanto riguarda i relatori, il professor Vecchiato ha ribadito l’importanza storica dei gemellaggi ed il loro valore evangelico e cristiano visto come riconciliazione tra popoli un tempo nemici. Cavallaro ha invece focalizzato l’attenzione sulla peculiarità economica-imprenditoriale che deriva da questi tipi di scambi culturali. Infine Anna Kapka ha ricordato come i gemellaggi rappresentino una forte esperienza culturale per i giovani. L’Assessore provinciale Marco Ambrosini ha ringraziato i comitati dei due paesi per la perpetuazione di questo legame allo scopo di costruire una realtà sempre più europea. La serata si è conclusa con la premiazione delle famiglie fondatrici del gemellaggio. Considerando invece l’incontro a Stadecken, esso ha visto coinvolti alcuni Bovolonesi, incluso l’ex presidente Fidas Bovolone, Carlo Venturi. In questa occasione è stato consegnato un quadro in vetro rappresentante un presepio, come simbolo di unione tra le famiglie della due cittadine. Con questo articolo, il comitato di gemellaggio vuole far conoscere sempre di più la realtà del gemellaggio con gli amici tedeschi, invitando, per chi crede nei nostri valori, ad aiutarci a preparare il prossimo incontro con gli amici tedeschi, previsto per il prossimo settembre, magari partecipando alle nostre attività o rendendosi disponibile ad ospitare un amico di Stadecken Elsheim. Comitato Gemellaggio Bovolone-Stadecken Elsheim

Rita ti consiglia un libro TITOLO: Impero. Viaggio nell'Impero di Roma seguendo una moneta AUTORE: Alberto Angela EDITORE: Mondadori Come si viveva nell'Impero Romano? Che persone si potevano incontrare nelle sue città? Come facevano a convivere popoli così diversi tra loro per razza e religione? Alberto Angela ce ne dà un esempio immaginando il viaggio di un sesterzio. E' un'avventura affascinante quella raccontata con un linguaggio alla portata di tutti i lettori, del figlio di Piero. I personaggi che si incontrano in questo viaggio sono veramente esistiti e facevano proprio il mestiere raccontato e parlavano così. Tutto il libro è infatti il frutto di una ricerca accurata effettuata su iscrizioni tombali e testi antichi a noi sconosciuti o libri di autori studiati a scuola in un tempo ormai lontano. Tappa dopo tappa, ci accorgeremo di quanto il mondo dei Romani, la prima grande globalizzazione della storia, fosse, in fondo, molto simile al nostro. Buona lettura! RR

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Vita Parrocchiale

L’angolo dei bambini

Onora il padre e la madre...

Carnevale: scherzi e bugie

Siamo Monica e Patrizia e vogliamo comunicarvi quante cose il Signore ha voluto dirci durante il primo ritiro dei 10 comandamenti, che si è svolto a Giazza. Il tema affrontato nel ritiro era il IV comandamento che dice: "Onora tua padre e tua madre come il Signore tuo Dio ti ha comandato, perchè la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti da" (Dt 5,16). A me (Monica) il Signore ha fatto scoprire che in alcuni momenti della mia vita, sono stata come Cam il figlio di Noè che ha disprezzato la "nudità del Padre". Per nudità s'intende l'umiliazione morale dove una persona anche con piccoli gesti o parole ferisce l'altra persona. per quanto riguarda il riferimento di Cam è quando ha giudicato e sparlato il padre in un momento di sua fragilità così facendo lo ha mortificato agli occhi degli altri. Rinnegando i miei genitori per quello che non ho ricevuto, li ho umiliati proprio nella loro fragilità e debolezze. Questo atteggiamento per me era un'autodifesa e ciò mi consolava. Fino ad ora non mi ero accorta di questo, e ciò si è ripercorso nella mia vita matrimoniale, e di conseguenza con le mie figlie che si sono viste umiliare l'autorità del padre. Il Signore mi ha fatto capire che la paternità non riguarda solo quella biologica, ma è vivere e condividere insieme un'unica grande gioia, l'unità del Padre Celeste. Per quanto riguarda me (Patrizia), è proprio vero quello che il Signore vuole dirmi, se disprezzo i miei genitori non posso essere felice! Questo rifiuto mi segna e non mi dà la possibilità di essere felice della mia vita, con la mia famiglia, con i miei figli. Quante volte ci imbestialire e ci fa cambiare umore quando veniamo paragonati ai nostri genitori?...oppure non vogliamo fare qualcosa dinegativo, che ci è stato fatto a noi dai nostri genitori, e invece, ci si ricade dentro e questo risentimento ci logora. Basta pensare, a quante volte pensiamo "perchè sono capitati proprio a me questi genitori?" Il fatto è che questi sono i nostri genitori che ci piacciano o no, e che possono averci ferito nell'animo o di peggio. Noi dobbiamo farcene una ragione, e perdonare, anche se sarà difficile perchè non si può dimenticare. Solo con la preghiera e l'aiuto dello Spirito Santo e mettendo davanti a tutto e tutti il Signore, possiamo avere quella serenità e felicità che cerchiamo da tanto tempo. Il ritiro a Giazza mi ha fatto capire che non devo sempre piangermi addosso, cercando conforto su altre persone. Se decido di guardare avanti, non devo voltarmi in dietro, ma correre con fede e ascoltare tutti i messaggi che il Signore mi darà in questo lungo cammino. Io ad oggi mi sento serena, in pace, diversa. Gesù ci dice: "Vuoi la vera gioia?...ok! Lascia le reti e seguimi. Vuoi essere libera?... ok! Non essere vittima dei tuoi errori, delle tue insicurezze... Non voltarti indietro ma vieni con me perchè solo se mi segui ti puoi accorgere nel vittimismo in cui ti eri cacciata." Monica & Patrizia

di nonno Francesco

Un abbraccio a tutti da nonno Francesco. Siamo in carnevale e in questo periodo dell’anno ci si diverte con coriandoli, stelle filanti e naturalmente mascherandosi con il costume del nostro personaggio preferito. Ma caratteristica del carnevale è anche quella di fare scherzi ai nostri compagni, scherzi innocui, senza provocare danni o fare del male. Naturalmente lo scherzo nasconde quasi sempre qualcosa che non corrisponde alla verità cioè, una bugia, detta con intenzioni scherzose, ma sempre una bugia. Allora voglio raccontarvi la storia di un re che, proprio con le bugie voleva divertirsi con i suoi sudditi, ma con una bugia è stato giocato. C'era una volta in un lontano paese un re molto ma molto ricco. Naturalmente non aveva nessuna occupazione, ed essendo re, tutti si adoperavano per non fargli alzare neanche un dito. Tutto questo però lo annoiava molto e un giorno pensò di divertirsi con i suoi sudditi. Dettò ai suoi scrivani un proclama e lo fece annunciare a tutti e in tutto il suo regno. Sul proclama era scritto che chi gli avrebbe detto la bugia più grossa sarebbe stato premiato con un grande scrigno pieno di mele d’oro. Dal regno quasi tutti partirono verso il palazzo reale per raccontare al re la propria bugia, con la speranza di diventare ricchi. Ogni giorno il re ascoltava molti suoi sudditi ma continuava a scuotere la testa e a tutti continuava a rispondere: “Si, va bene, ma la tua bugia potrebbe essere anche vera”. E così tutti ritornavano a casa propria tristi e delusi. Ma un giorno, quando il re cominciava ad annoiarsi nuovamente, si presentò davanti a lui un giovane ragazzo con una cassetta sotto il braccio. “Grande e potente re, disse il ragazzo, sono venuto per quelle mille monete d’oro”. Il re fu molto sorpreso e rispose al ragazzo: “Ma di quali monete d’oro stai parlando ragazzo?” E il ragazzo gli rispose: “Ma potente re, parlo delle mille monete d’oro che le ho prestato all’inizio del mese”. Il re, quasi infuriato, si alzò dal trono: “Ma cosa stai dicendo, all’inizio del mese nessuno mi ha prestato monete d’oro, perché io non ho bisogno di prestiti, e quello che tu stai dicendo è la più grossa bugia che io abbia mai sentito!” Appena pronunciate queste parole il re si rese conto di essere stato giocato da quel giovane e fu costretto a consegnargli lo scrigno pieno di mele d’oro. Quindi attenti agli scherzi e alle bugie. Vi abbraccio tutti, il prossimo appuntamento è in primavera. 6


Vita Parrocchiale

CALENDARIO ATTIVITÀ MARZO 2011 Martedì 15 Mercoledì 16

Ore 19,00 Incontro Friends 3 • Ore 20,30 Corso formazione "CATECHISTE" Ore 21,00 Adorazione Eucaristica comunitaria

Giovedì 17

Ore 20,30 Catechiste 2^ e 5^ elem. e 1^ - 2^ media Ore 19,30 Inc. Giovani per la comunicazione

Venerdì 18

Ore 19,00 Incontro Adolescenti • Ore 21,00 Catechesi sposi - sala blu Ore 21,00 Animatori Giovani per giovani

Sabato 19

Ore 7,30 Giovani primo annuncio Ore 15,00 Celeb. riconciliazione 1^ media Ore 15,30 prove Cresimandi e confessioni Ore 19,00 Giovani Medjugorje • Ore 21,00 Confessioni genitori Cresimandi

APRILE 2011 Venerdì 1

Comunione ammalati - nelle loro case • Ore 19,00 Incontro Adolescenti Ore 21,00 Genitori Battesimi, sala blu • Per un SI da Dio - fidanzati

Sabato 2

Per un SI da Dio - fidanzati

Domenica 3

4^ sett.di Quaresima A Ore 16,00 BATTESIMI • Ore 11,30 Corso di Spiritualità persone singole Ore 16,00 Corso fidanzati - conviventi • Ore 18,30 I 10 comandamenti - in Teatro Per un SI da Dio - fidanzati

Lunedì 4 Martedì 5 Mercoledì 6

Domenica 20 Ore 15,30 CRESIME Ore 18,30 I 10 comandamenti - in Teatro 2^ sett.di Quaresima A

Ore 18,30 Incontro Giovani x la missione Ore 20,30 Corso formazione "CATECHISTE" Ore 21,00 Animatori Giovani per giovani

Giovedì 7

Ore 20,30 Catechiste 3^ e 4^ elementare Ore 20,45 Inc. Adolescenti per gli adolescenti

Lunedì 21

Ore 21,00 Incontro Giovani x la missione

Venerdì 8

Ore 22,00 Via Crucis - Giovani Talità Kum

Mercoledì 23

Ore 20,30 Corso formazione "CATECHISTE"

Sabato 9

Giovedì 24

Ore 20,30 Catechiste 3^ e 4^ elementare

Venerdì 25

Ore 21,00 Veglia del mandato Friends Ore 15,30 Laboratori uniti 3^ media in Parrocchia

Ore 7,30 Giovani primo annuncio Ore 15,00 Celebrazione 2^ elementare • Ore 19,00 Giovani Medjugorje Talità Kum

Sabato 26

Ore 15,00 Formazione Giovani

Martedì 22

Domenica 27 3^ sett.di Quaresima A Ore 09,30 Genitori bambini della prima Comunione Ore 18,30 I 10 comandamenti - in Teatro Uscita Giovani x giovani EFFATA' = preghiera per i malati del corpo e dello Spirito Lunedì 28

Ore 19,00 Incontro Friends 2 • Ore 21,00 Consiglio pastorale parrocchiale

Martedì 29

Ore 20,30 Gruppo Missionario, sala verde

Mercoledì 30

Ore 20,30 Corso formazione "CATECHISTE"

Giovedì 31

Ore 20,30 Catechiste 2^ e 5^ elem. e 1^ media

Domenica 10 5^ sett.di Quaresima A Ore 18,30 I 10 comandamenti - in Teatro Talità Kum Lunedì 11

Ore 18,30 Genitori figli in cielo, Rosario e S.Messa Ore 19,00 Incontro Friends 2

Martedì 12 Mercoledì 13

Ore 19,00 Incontro Friends 3 • Ore 20,30 Corso formazione "CATECHISTE" Ore 21,00 Adorazione Eucaristica comunitaria

Giovedì 14

Ore 18,00 Gruppo "Buon Samaritano" • Ore 19,30 Inc. Giovani per la comunicazione Ore 20,30 Catechiste 2^ e 5^ elem. e 1^ media

Venerdì 15

Ore 15,00 Cel. Penitenziale 3^ media Ore 20,45 Cel. Penitenz. Adolescenti e Giovani

Il Vangelo della domenica

Domenica 20 marzo Vangelo secondo Matteo 17, 1-9 Domenica 27 marzo Vangelo secondo Giovanni 4, 5-42 Domenica 3 aprile Vangelo secondo Giovanni 9, 1-41 Domenica 10 aprile Vangelo secondo Giovanni 11, 1-45

Battesimi gennaio 7


Vita Parrocchiale

Testimonianza Seminario Rinascita di Coppia Eccoci arrivati! Finalmente, dopo più di un anno che ci siamo promessi di partecipare a questo seminario, eccoci arrivati...per partire! Per vari motivi abbiamo sempre posticipato l'evento ma questa volta non potevamo più ritardare: l'entusiasmo di alcuni nostri amici, che avevano già vissuto questa esperienza, era tale da non lasciarci tregua! Finalmente a Giazza! Certo non pensavamo ad una cosa così grande. Abbiamo fatto qualche altro seminario e pensavamo di conoscere Gesù e di sapere cosa centra con noi sposi... pensavamo di conoscerci abbastanza, di non aver niente da scoprire e niente da perdonare, di saper condividere, dialogare, di bastare solo a noi stessi, di essere in grado di cavarcela da soli… non ci siamo mai accorti di cibarci ancora con i frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male. Quanto attuali sono ancora Adamo ed Eva, quanto essi rispecchiano ogni coppia quando questa si “nasconde” da Dio… E’ qui che si scopre quanto Gesù desidera con ardore amarci per portarci alla salvezza, il Figlio di Dio, fatto uomo per riscattarci dalla morte, la morte dei desideri, la morte di ognuno, la morte di ogni immagine dell’Amore Trinitario che vive dentro ogni coppia consacrata a Lui. E’ proprio Gesù che attraverso la Parola ci fa capire come si ama… “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”(Gv 15,13). Quale gioia sentirci amati SEMPRE… ma che gioia sarebbe se non la condividiamo… Come Lui si fa pane e si dona totalmente attraverso l’Eucaristia, anche noi sposi siamo chiamati a condividere con chiunque questa esperienza d’Amore infinito. Siamo chiamati a far risplendere il Suo Santo Volto attraverso i piccoli gesti: come i discepoli di Emmaus Lo riconobbero nel modo in cui spezzò il pane, così la quotidianità diventa il luogo ed il momento in cui si fa trasparire la Sua Grandezza! E’ così che la coppia unita in Gesù diventa “veicolo” di Amore Divino. E’ un po’ come se la coppia fosse un’auto e, con il matrimonio in chiesa, quest’auto viene equipaggiata con un motore di potenza infinita: lo Spirito Santo! Ci sembra allora di correre, di andare alla grande ma è solo se lasciamo guidare a Gesù che questa macchina compie meraviglie! Solo Lui può portare la potenza del motore alla “coppia massima”. Questa è stata la nostra grande scoperta e vogliamo augurare ad ogni coppia di sfrecciare per le strade del mondo per arrivare al traguardo finale: il Paradiso. Buon Gesù a tutti! Gesù, Silvia e Paolo

La redazione è coordinata da: Francesco Di Lauro Collaboratori: Matteo e Luisa Crema, Rita Rossato Francesco Bordoni, Paolo Santinato Grafica ed impaginazione a cura di: Barbara Quattrin Vita parrocchiale: Periodico mensile della Parrocchia "San Giuseppe" Bovolone, via Carlo Alberto, 2 Stampa: Tipografia-Litografia Isalberti Fabio, Via 1° Maggio, 12 - Bovolone.

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Anagrafe parrocchiale

Battesimi Faccio Emma Da Como Alessandro Salvoro Noemi Picinato Giovanni Prati Francesco Quiurinali Matilde Ferrarese Laura Bissoli Luca Ogbeide Leo Osaze Spigarolo Rayan

di Andrea e Padoanello Sara Maria di Riccardo e Lachina Federica di Emanuele e Ottoboni Roberta di Alessandro e Galiotto Elena di Simone e Veronese Isabella di Giampaolo e Galbero Mariangela di Emanuele e Sambugaro Erica di Devis e Pizzoli Federica di Iyore e Enblele Linda di Ugo e Vidale Serena

Defunti Chiaramonte Nello Ferrari Arnaldo Cherubini Aroldo Conte Giuseppe Giarola Adalmina Piccolboni Francesco Paladini Mario Rossini Esterina

di anni 80 di anni 74 di anni 91 di anni 83 di anni 88 di anni 82 di anni 78 di anni 78

SOSTENIAMO “ VITA PARROCCHIALE”

il giornalino della nostra parrocchia Dal prossimo numero, il giornalino cercherà di rinnovarsi nel numero di pagine, nel carattere e nell’impaginazione, continuando a dare voce alla nostra comunità parrocchiale, con lo scopo di contenere i costi che questa pubblicazione comporta, e per acquisire una autonomia finanziaria. Certamente, senza il vostro sostegno, senza la vostra offerta, il giornalino non potrebbe arrivare in tutte le famiglie di Bovolone. Ci è stato chiesto di agevolare chi, per vari motivi, non può recarsi in posta, con il bollettino, per fare la propria offerta, allora di seguito vi indichiamo varie modalità di scelta. Ogni famiglia offra liberamente ciò che sente di poter dare per questo servizio che ci fa sentire ancora più uniti come comunità cristiana. Potete fare la vostra offerta nei modi seguenti: • in chiesa negli appositi contenitori • in canonica • direttamente a uno dei 4 sacerdoti della parrocchia in canonica • con il bollettino ricevuto con il giornalino • mediante bonifico bancario: Parrocchia S. Giuseppe in Bovolone (VR) IT 88X0832259290 000000236013 specificando sempre la causale. Grazie del vostro sostegno, qualsiasi esso sia! I vostri sacerdoti


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