Party Magazine - Fall edition 2017

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fall edition 2017




#editoriale L’ARTE DI SAPER ASCOLTARE

©carmine luino

Ascoltare è bello. Ascoltare significa imparare. Concediamoci all’ascolto, concediamo meno parole e solo quando sono necessarie. Che vuol dire “ascoltare”? La definizione che Ken Durham dà nel suo libro Speaking è bellissima. L’ascolto è l’azione attraverso la quale diciamo al nostro interlocutore: “sono qui per te proprio ora. Per nessun altro, solo per te. Voglio sentire e capire ciò che hai da dire.” Ascoltare non significa stare fermi e non interrompere, è il modo attraverso il quale dimostrare di essere in grado di comprendere l’altro. Tutti abbiamo bisogno di essere semplicemente ascoltati. Si tratta di una necessità tanto fisica, quanto psicologica e non sempre è una richiesta di soluzione. Ogni cosa che accade è comunicazione. “Prima di pensare a ciò che possiamo dire o scrivere, l’importante è saper ascoltare e capire spiega Giancarlo Livraghi - chi vuole comunicarci qualcosa e perché? Siamo sicuri di aver capito bene le sue intenzioni e ciò che sta cercando di dirci? Non è una fatica, né uno sforzo, se abbiamo un atteggiamento disposto ad ascoltare. Diventa facilmente un istinto, un modo di essere. Ed è molto più interessante capire, sentire il valore e il senso della comunicazione che limitarci al significato superficiale delle parole”. Comunicare non vuol dire parlare molto, ma sapere quando parlare e quando ascoltare. Uno dei paradossi della nostra società è che mentre aumentano a dismisura i mezzi di comunicazione, i luoghi virtuali d’incontro, i contatti, viviamo una progressiva incapacità all’ascolto. Saper ascoltare è un’arte, è una qualità che arricchisce le relazioni, la vita. Francesco Torralba scrive nel suo libro L’arte di ascoltare: “Ascoltare significa accogliere l’altro nella propria dimensione”. Perché “tutti vogliamo essere ascoltati” e “tutti vogliamo avere una nostra dimensione”. Si pensa sempre che la cosa più importante sia sapersi esprimere. Ma non è così. L’arte più sottile e preziosa è saper ascoltare. Dice Karl Menninger: «Ascoltare è una cosa magnetica e speciale, una forza creativa. Gli amici che ci ascoltano sono quelli cui ci avviciniamo. Essere ascoltati ci crea, ci fa aprire ed espandere». Federica Riccio

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editore Lula Carratelli lulacarratelli@partymagazine.it direttore responsabile Mimmo Carratelli direttore editoriale Federica Riccio federicariccio@partymagazine.it art director Carmine Luino fotografie Romolo Pizi editing e revisione testi Evelina Pessetti redazione Ciro Ardiglione Francesca Cicatelli Paola De Ciuceis Cristiana Giordano Lucia Nicodemo Irene Saggiomo Valeria Valerio segreteria e pubblicitĂ Barbara Riccio segreteria@partymagazine.it hanno collaborato Giuseppe Attanasio Marco Baldassarre Francesco Begonja Valerio Ciaccia Cristiano Chianese Luigi Di Gennaro Valentina Nasso Valeria Prestisimone Silvia Restaino special thanks Luigi Necco stampa Grafica Metelliana spa www.graficametelliana.com finito di stampare settembre 2017

Edito da M.I.A. srl Via Cuoco, 5Napoli - 80121 Napoli www.partymagazine.it info@partymagazine.it reg. trib. di Napoli del 17.03.2016 Del contenuto degli articoli e degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Ăˆ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da M.I.A. srl


Vico II Alabardieri, 27 - Napoli


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86 60 48 #JUKEBOX di Lula Carratelli

24 #BEAUTYANDCARE di Sergio Marlino

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#PARTENOPE

26 #FISCHIOFINALE di Mimmo Carratelli

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#PICOFTHEDAY

28 #PEOPLE di Francesca Cicatelli

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#MIMMOSHOCK di Mimmo Carratelli

34 #CIAK di Valerio Ciaccia

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#PEACEANDLAW di Luigi Di Gennaro

36 #NOTEMENONOTE di Ciro Ardiglione

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SOMMARIO 74 36

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#POKERDASSI di Paola De Ciuceis

di Carmine Luino 52 #COVERTHETOP

74 #BEAUTY di Cristiana Giordano

di Francesca Cicatelli 88 #BONTON

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#LEGGERA di Lucia Nicodemo

58 #SHOPPING

76 #SHOPWINDOW

90 #PRETTYTAIL di Valeria Valerio

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#AMAZING di Francesca Cicatelli

60 #STYLE

78 #FOODTOUR con Partenopeat

93 #THEPARTY di Lula Carratelli

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#MASERIAL di Federica Riccio

66 #ZOOM

84 #CHEZCHEF di Lula Carratelli

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#HASHTAG di Matilde Rocca

68 #LORIDINAPOLI con Lorenzo de Caro

86 #MAMMALEMAMME di Valeria Prestisimone


JUKEBOX pezzi del passato e del momento

mixati e scelti per voi I DIPINTI DI KLIMT HANNO PRESO VITA

DAY

TH Y BIR

HAPP

08/10 11/10 12/10 27/10 28/10 30/17

Matt Damon Luke Perry Luca Carboni Roberto Benigni Eros Ramazzotti Diego Armando Maradona

02/11 04/11 07/11 09/11 11/11 17/11 19/11 26/11

Gigi Proietti Marina Suma Massimo Ciavarro Biagio Antonacci Alessia Marcuzzi Lina Sastri Meg Ryan Tina Turner

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Dal celebre Il Bacio a La donna in oro, la fotografa Inge Prader ha letteralmente dato vita ai meravigliosi dipinti di Gustav Klimt, utilizzando modelli e modelle in carne e ossa per poi fotografarli riuscendo a conservare la decadenza e la bellezza dell'arte del pittore austriaco. La serie di fotografie è stata realizzata per l'evento benefico Life Ball di Vienna, con l'obiettivo di raccogliere fondi a sostegno delle persone affette da AIDS.


FOREVER LOVE PENNY IL MANGIADISCHI Il mitico mangiadischi era rigorosamente rosso, ma c'era anche giallo, arancione e blu. Si chiamava Penny e "mangiava" i 45 giri. Chi non lo ha adorato e grazie a lui ascoltato un mare di sigle e di canzoni? Un antenato del walkman, che rendeva la musica "portatile". Il modello Penny della Musicalsound era il più richiesto dai raggazzini tra il 1975 e gli anni '80. Era compatto, con dei buchi nella parte superiore a fare da altoparlante, in tanti colori, ma il più in voga era il mangiadischi rosso. Il motore del mangiadischi si spegneva automaticamente al termne di ogni canzone e alcuni modelli avevano anche l’autoespulsione. L'ultimo modello è stato realizzato negli anni '90 e modificato esteticamente, con l'aggiunta di una griglia altoparlante più aperta e alcuni fori tappati. Purtroppo una volta tramontato il mercato dei 45 giri, anche il mangiadischi ci ha dovuto lasciare, ma ora è considerato un oggetto di culto e di design.

IN CINA LA FERMATA DELLA METRO ENTRA DENTRO CASA In Cina, a Chongqing, la linea numero 2 del trasporto pubblico locale entra in un grosso condominio abitato, effettuando anche una fermata. Gli architetti che hanno progettato il percorso della metropolitana hanno deciso di non demolire il quartiere, ma di far passare direttamente le rotaie all'interno del condominio, d'accordo con i residenti del palazzo che hanno visto schizzare in alto il valore delle loro abitazioni per la comodità di avere una fermata letteralmente dentro casa. Sembra infatti che il passaggio dei treni non causi un eccessivo rumore.

PER I GOLOSI RUBY CHOCOLATE, IL CIOCCOLATO ROSA

La ricetta è segreta e ci sono voluti 13 anni per realizzarla. Arriva il cioccolato rosa, una nuova varietà, la prima introdotta da 80 anni a questa parte, quanfo fu lanciato il cioccolato bianco. 13 anni di esperimenti fatti dalla Barry Callebaut, azienda di Zurigo specializzata in cacao e derivati. I suoi creatori la descrivono così: meno dolce di quello del cioccolato al latte, con una nota acidula e un sentore delicato di frutti rossi. Rosa naturale. Nessun additivo o colorante è però stato aggiunto, per ottenere aroma e colore della quarta varietà ufficiale di cioccolato (dopo fondente, al latte e bianco): il Ruby Chocolate deve il suo rosa interamente al tipo di fava di cacao da cui è ricavato, che racchiude lo stesso pigmento ed è raccolta in Costa d'Avorio, Brasile ed Ecuador.

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#jukebox

SMART LA BOTTIGLIA CHE CI RICORDA DI BERE Pyrus è la bottiglia intelligente ed ecologica che si prende cura della nostra idratazione.Nella parte inferiore il contenitore è dotato di luci a LED e di un piccolo altoparlante, che avvisa quando è arrivato il momento di bere. Può anche servire come orologio e come sveglia. È possibile impostare le notifiche per l’acqua con otto diverse velocità. Per esempio ogni mezz’ora od ogni ora. In totale, secondo i produttori, si hanno a disposizione otto piccoli bicchieri d’acqua da gestire durante la giornata, a lavoro, all’università, ecc. Ci ricorda di bere al costo di 26 euro.

SPARTITO A mano a mano ti accorgi che il vento Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso La bella stagione che sta per finire Ti soffia sul cuore e ti ruba l'amore A mano a mano si scioglie nel pianto Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo Di quando vivevi con me in una stanza Non c'erano soldi ma tanta speranza E a mano a mano mi perdi e ti perdo E quello che è stato ti sembra più assurdo Di quando la notte eri sempre più vera E non come adesso nei sabato sera... Ma... dammi la mano e torna vicino Può nascere un fiore nel nostro giardino Che neanche l'inverno potrà mai gelare Può crescere un fiore da questo mio amore per te

LE CHIESE PIU STRANE DEL MONDO

EARTH

Rotonde, altissime, "green": sparse per il mondo ci sono delle Chiese davvero curiose. Ma più di tutto sono dei veri capolavori, luoghi di culto, ma soprattutto luoghi di sperimentazione di nuovi e originali stili artistici. la più rotonda – cattedrale di brasilia – brasile dedicata alla vergine maria, è sorretta da 16 piloni che vogliono rappresentare due mani in preghiera.

Rino Gaetano

ELIXIR di Michela Muserra

CHART

la più slanciata – hallgrimskirkja - islanda la chiesa di hallgrímur è un luogo di culto luterano. si trova nella capitale reykjavík, ed è

la più macabra - capela dos ossos – èvora la cappella è interamente coperta e decorata con teschi e ossa umane. è uno dei monumenti più curiosi e visitati dell’algarve, in portogallo.

alta 74,5 metri.

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la più bagnata - chiesa di curon – val venosta il campanile che emerge dalle acque del lago di resia è di epoca trecentesca ed è simbolo stesso della val venosta. fu sommerso negli anni cinquanta dopo la costruzione di una diga.

la più scoperta – abbazia di san galgano – siena sorge a pochi chilometri dalla città toscana ed è completamente priva del tetto, crollato probabilmente alla fine del cinquecento.


STREETART

Napoli, Ponticelli Parco Merola Protection "Protection" è un'altra suggestiva opera, che si aggiunge a quelle del Parco dei Murales a Ponticelli. L'opera è firmata da La Fille Bertha, che ha dipinto donne forti e libere, ma anche leggerissime, per sfidare il degrado, i pregiudizi, le paure. Alessandra Pulixi, in arte La Fille Bertha, è arrivata da Cagliari armata di pennelli, spray e colori e delle sue bellissime principesse e madonne laiche. Il progetto è a cura di Inward. ph. Carmine Luino

I VERI AMORI DE IL TRONO DI SPADE In Game of Thrones, una delle serie più seguite di tutti i tempi, relazioni, tradimenti, amori possibili e non, sono all’ordine del giorno e tutti i fan conoscono a memoria ogni intreccio amoroso dei vari personaggi. Ma proviamo a uscire dalla finzione per scoprire i veri partner del cast della serie HBO. Jon Snow, interpretato dall’attore Kit Harington, è l’unico che ha trovato l’amore sul set: sta infatti con Rose Leslie (Ygritte) dal 2012. Sansa Stark esce con Joe Joans, Daenerys è single (anche se usciva con il creatore dei Griffin, Set MacFarlane), Khal Drogo è sposato con l’ex moglie di Lenny Kravitz, Lisa Bonet.

PARTNER

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#jukebox

PARTENOPE AL BLU DI PRUSSIA OUT OF YOUR OWN DI VALERIO BERRUTI

Inaugura la stagione d’arte de Al Blu Di Prussia l’imponente installazione di Valerio Berruti, composta da 11 grandi arazzi (affreschi su juta) che esplora il tema dell’infanzia, fonte di ispirazione inesauribile per l’artista piemontese e che completa il ciclo Paradise Lost incentrato sull’interazione tra un bambino e la propria ombra. La scoperta della propria proiezione è una delle rivelazioni più sorprendenti per un essere umano. Il piccolo protagonista delle opere di Berruti gioca con la sua ombra, ne scopre il lato misterioso, affronta la paura e la supera con leggerezza: metafora dell’atteggiamento che dovremmo continuare ad assumere con il nostro lato più oscuro. Oltre agli arazzi, eseguiti con la tecnica dell’affresco su juta, il cinema della galleria ospiterà una retrospettiva dedicata ai lavori animati dell’artista sempre molto attento all’aspetto musicale dei suoi video.

HOP STORIE (IM)POSSIBILI Hop è un’associazione no-profit che cerca e racconta storie di salti in tutto il mondo, ideata dalla giornalista Cristina Zagaria. Documenta il coraggio del salto, imprese realizzate contro ogni logica che vede protagonisti eroi quotidiani. Racconta storie che troppo spesso passano come “casi eccezionali” o curiosità. L’obiettivo è creare un sito web che dia voce e dignità a: sognatori realizzati, imprese che innovano eticamente, associazioni che ci credono, istituzioni virtuose, territori di frontiera, disabili che vincono, artisti idealisti, donne e uomini combattivi, docenti e studenti entusiasti, persone socialmente svantaggiate, ma vincenti, piccoli mondi, oggetti fuori tempo, animali che stupiscono, emozioni.

PIZZAIOLI MAGNA’NIMI Trenta pizzaioli “stellati” provenieti da tutta Italia si sono uniti per una bella e gustosa manifestazione di solidarietà nata a Napoli nel Rione Sanità. Attraverso i cartoni della pizza, decorati ad arte dai bambini del Rione si raccolgono fondi da destinare all’associazione Casa dei Cristallini, che sostiene minori e famiglie in difficoltà. Il laboratorio creativo si chima “Magnà” come la pizza contenuta nei cartoni dipinti. L’idea è della Inpact, azienda di cartoni per pizza innovativi e della giornalista enogastronomica Monica Piscitelli. Tremila “box d’arte”, dei bimbi dell’associazione, conterranno altrettante pizze in arrivo nelle case di chi sceglierà la “Pizza Magnà”.

PAROLA D’ORDINE CREATIVITÀ Sono aperte le iscrizioni ai corsi più creativi della città, quelli organizzati dall’Associazione Artemisia, guidata dalla vulcanica Giovanna Cretella e da un gruppo di donne attive nel mondo dell’arte e del sociale. Il loro obiettivo è promuovere forme di espressione artistiche contemporanee e di curare la diffusione della cultura e dell’artigianato: decoupage, pittura su vetro, patchwork, oggetti di cartapesta, uncinetto, maglia, il nuovissimo moosgummi e tanto altro. Tra i fiori all’occhiello la collaborazione con Mirtilla di Paola Anna Gelfi, brand delle esclusive borse realizzate a uncinetto.


Le tue firme preferite dal 35% al 70% in meno Tutte le firme, tutti i giorni

#FashionReimagined mcarthurglen.it/marcianise


4w events

GLI APPUNTAMENTI DA SEGNARE IN AGENDA

what I DITELO VOI Horror Comedy

when dal 19 al 22 ottobre where TEATRO TOTÒ web teatrototo.it

what OPEN DAY NARTÈ ACADEMY

when 14 ottobre 2017 where VIALE FARNESE 49BIS web narte.it

when dal 3 al 26 ottobre 2017 where TEATRO BELLINI web teatrobellini.it

what LA CITTÀ DEGLI ALTRI

when 14/10 ore 21; 15/10 ore 20 where museo dell’archivio storico del banco di napoli

web nartea.it

when dal 13/10/17 al 02/04/18 where MUSEO MADRE web madrenapoli.it

Far riflettere, utilizzando la chiave dell’ironia, sull’importanza della tutela dei beni artistici e ambientali. È questo il messaggio che l’artista Elena Fabris, sociologa, ha voluto trasmettere attraverso la realizzazione di 25 opere che ritraggono monumenti celebri che emergono in città allagate da un magma indefinito, multicolore. Questo il tema visivo che affonda in un mare che potrebbe essere sia il prodotto degli scarichi industriali più irresponsabili sia un liquido simbolico, un fiume d’incoscienza e disinteresse che copre, fa scomparire la bellezza e, nel quale, adulti e bambini sguazzano indifferenti, non curanti della catastrofe che li circonda. La mostra ha l’intento di sollecitare alla cura e al rispetto del bello, sia esso semplice regalo della natura che prodotto dell’ingegno umano e affronta un aspetto estremamente intimo dell’esistenza, mettendo l’accento sulla precarietà e sulle responsabilità nei confronti della vita sul pianeta.

PREMIO PIMP YOUR CUP

what GLOB(E)AL SHAKESPEARE

what MOSTRA DARREN BADER

GREETINGS FROM, LA MOSTRA DI ELENA FABRIS

Francesco Izzo è il vincitore del Concorso Pimp Your Cup Caffè Kenon 2017. L’espresso napoletano e la street art sono stati il binomio creativo dell’undicesima edizione del concorso per l’ideazione dei decori della collezione di tazzine e piattini. La gara tra disegnatori ha avuto una forte connotazione social, i partecipanti infatti hanno visto i loro progetti postati su Facebook, valutati e votati da migliaia di followers.

AVEP ONLUS PARTY PER LA VITA Il 20 ottobre nel foyer dell’Arena flegrea l’evento benefico “Un Party per la vita”, organizzato dall’Avep ONLUS, nata con lo scopo di supportare l’attività del Reparto di Ematologia dell’Istituto Pascale di Napoli. L’obiettivo è finanziare l’assistenza domiciliare gratuita svolta in regime di convenzione con l’Istituto, grazie al sostegno di medici e infermieri del Reparto. Per acquistare i biglietti basta chiamare lo 081406414 oppure scrivere all’indirizzo info@aveponlus.it. Sono inoltre disponibili in prevendita presso Barbarulo Gemelli da Polso – Piazza Amedeo, Passeggiata Colonna, 16/i Napoli. Cena, musica e danze a partire dalle ore 20 con Raoul and the Swing Orchestra, Marco Zurzolo, Serena Amabile e altri ospiti.



#picoftheday


Byron Bay, Australia. Una lingua di sabbia lunga chilometri sulle coste del New South Wales, lì dove l’estate sembra non dover mai finire. Non un ombrellone, non una sdraio, uno stabilimento o un “chiringuito”. Solo anime solitarie. E tavole da surf. La natura, in quel lontano, lontanissimo continente, è di tutti e da tutti va tutelata. L’oceano, le onde, la sabbia, il vento, non possono appartenere a nessuno, tranne alla nostra voglia di libertà. Foto di Fabrizio Rippa


#mimmoshock

UN CORNO GELATO di Mimmo Carratelli

Tutto in sospeso per la struttura di Natale alla Rotonda Diaz dopo N’Albero. Polemiche in città. Intellettuali in rivolta. Lite nella famiglia del sindaco. L’intervento del Soprintendente. Negatori come il filosofo Masullo e Donatone, possibilisti come l’antropologo Marino Niola. Dalla Prima municipalità, una voce come quella di Tommasino in casa Cupiello geme: “Non mi piace”. Corno o non corno. Il dilemma, ovviamente, è cornuto. Da quattro mesi, in città e dintorni, impazza, si gonfia, vola, intriga, avvolge e divide la polemica apotropaica e fallica sul Corno dell’Italstage che, dopo il trionfo popolar-pop di N’Albero, riproporrebbe per Natale alla Rotonda Diaz un nuovo manufatto ispirato, secondo l’immancabile Partito del No, all’orrore, all’osceno, al manierismo, al folclore, all’obbrobrio e alla pacchianeria sotto gli occhi, la spada e il cavallo del generale della Vittoria Armando Diaz, napoletano del Cavone. Un Corno! In una città in cui la polemica è come la pizza, cibo quotidiano di menti individualiste ed opposte e unico segno di vitalità, scontro, rivendicazioni, storia, ammuina e sfoggio cerebrale, la polemica sul Corno riempie i giorni e le intelligenze improvvisamente svegliatesi, sollecite e sollecitate a dare una voce, un parere, un consiglio, un battibecco per schierarsi, approvare e negare, cioè la solita ridda del vasto condominio napoletano di panni stesi e voci spiegate che si è acquetato una sola volta, unificato e in adorazione di Diego Armando Maradona. Direbbe Ennio Flaiano che la situazione è grave ma non è seria. Appiattiti sulla condizione stagnante di una città coricata sulle attese deluse, sui sogni 18

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morti prima dell’alba, sulle promesse non mantenute dopo le richieste inevase, i napoletani, finite le polemiche sul 4-3-3 di Sarri, si vanno dilettando, dividendo e cianciando sul Corno aspettando un autobus che non passa e se passa è rotto, scendendo nella metropolitana che si allaga, inciampando nelle centomila buche stradali, bloccati in via Marina dei lavori secula seculorum, attraversando la Galleria a rischio di pezzi della stessa in caduta libera. Non ci resta che piangere se non temessimo che una risata ci seppellirà. Ma veramente il Corno è un tema così appassionante mentre si inneggia al N’Uovo che avanza e, contemporaneamente, si teme l’offesa al paesaggio, lo sfregio al Golfo, il ludibrio costiero in un diverbio da razzismo architettonico? Eppure, ventitré intellettuali a vario titolo accademico o professionale, dal filosofo Aldo Masullo al presidente di Italia Nostra Napoli Guido Donatone, si sono uniti compatti per insorgere contro il Corno invocando vincoli, richiamando regolamenti, sventolando codici “per l’utilizzo selvaggio della Rotonda Diaz”. Perentorio è stato l’appello al Mibact, sintesi sbrigativa del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali, del Turismo, faraonico organismo ridotto a una sigla che sembra l’etichetta di un medicinale. Infelici e scontenti.


Da quattro mesi, in città e dintorni, impazza, si gonfia, vola, intriga, avvolge e divide la polemica apotropaica e fallica sul Corno Però mai un appello, una tavola rotonda, una cena a lume di protesta, un comitato di agitazione, una sommossa verbale per la Funicolare centrale che, a scadenza fissa, chiude, apre, richiude, riapre, minata da un virus imbattibile. Mai una mobilitazione di neuroni, epitalami e lobi frontali per lo sfregio alla Riviera di Chiaia, il Palazzo Guevara crollato da quattro anni. Mai una presa di posizione, uno strepito di disgusto, un’opposizione sentimentale per l’orrenda copertura del Centro commerciale sotterraneo di Piazza Garibaldi. Mai un consesso di intellettuali e affini preoccupato, insorgente, rampognante e vindice per un Comune in dissesto. Solo il Corno fa insorgere, discutere, battagliare la folla dei negatori, dei possibilisti, degli ammiratori, dei va bene ma mettiamolo da un’altra parte, no da nessuna parte, il Corno no, il Corno sì, il Corno forse. Si litiga persino nella famiglia de Magistris dal giorno in cui non si sono fatti i conti con la matematica Paola Lattaro, che di numeri indubbiamente si intende, moglie del fratello del sindaco, che ha esclamato: “Il Corno? Un orrore allo stato puro”. Ma de Magistris ha precisato: “Non è il Corno del sindaco”. È il Corno dell’Italstage che, dovendo investire un milione di euro nell’impresa di innalzare per 60 metri il Corno, venti metri più alto di N’Albero, proclama: “Il Corno è mio e lo gestisco io”. Assediato dagli intellettuali, il Soprintendente all’archeologia, alle belle arti e al paesaggio Luciano Garella ha proclamato: “La collocazione del Corno non va bene, ha un effetto troppo evidente e un po’ particolare”. Prendendo a prestito la famosa canzone delle Sorelle Bandiera, ha intimato al Corno: “Fatti più in là”. Dalla Stazione marittima, il presidente 19

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Non ci resta che piangere se non temessimo che una risata ci seppellirà dell’Autorità portuale Pietro Spirito, casertano di Maddaloni, ovviamente spiritoso, avrebbe annunciato la sua disponibilità ad ospitare il Corno nel Porto di Napoli. L’Italstage non ci stage. A placare gli animi è intervenuto l’antropologo Marino Niola che ha detto perché no?, non ci sono ragioni per non fare una cosa effimera, però l’ha detto in inglese, why not?, che è la sigla di un procedimento giudiziario che ha dato fastidio al sindaco de Magistris benché risolto senza danni. Ha detto Niola: “La città avverte l’esigenza di essere in movimento, sono fenomeni figli della modernità e la modernità è pop”. Il Corno è pop. Poi, anche Niola non ha rinunciato alla polemica e ha definito “censori rompiballe” gli intellettuali contrari al Corno e “isterie di prime donne” le loro proteste. Ai suoi

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tempi, il sindaco Rosa Iervolino li avrebbe definiti piripacchi. A questo punto si è sciolto il sangue di San Gennaro e l’Italstage l’ha preso come un assenso all’opera pensata dal suo manager, Pasquale Aumenta, inventore di alberi e corni. Ma restano un mormorio di fondo, un dissapore diffuso, un attrito intellettuale, una divergenza accorata. Sul Corno, dalla Prima municipalità, il presidente Francesco de Giovanni ha sospirato “non mi piace” imitando la voce di Tommasino che diceva proprio così, “non mi piace”, al padre Luca Cupiello che gli chiedeva “ti piace il presepe?” e glielo chiedeva insistentemente per averne una risposta positiva. Qualcuno ha voluto ricordare il Corno dello scultore Lello Esposito che lo issò quattro anni fa davanti alla Reggia di Caserta provocando l’ira del ministro Massimo Bray che ne intimò la rimozione. Cose di questo mondo. Intanto, il Napoli va e Dries Mertens segna gol da applausi. Sono graditi corni per lo scudetto, mentre il Corno dell’Italstage rimane sospeso. Un Corno gelato.



#peaceandlaw

VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO: BASTA L’UNIONE A FARE IL BRANCO

Luigi Di Gennaro Avvocato penalista

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La sconvolgente cronaca delle ultime settimane mi induce a pensare sempre di più che la ferocia umana non conosca limiti. Converrete, infatti, che lo stupro sia uno degli atti più crudeli e rivoltanti tra quelli contemplati nel nostro codice penale, specie se consumato da un gruppo ai danni di una donna indifesa. È facile comprendere il motivo per cui nel 1996 il legislatore decise di affiancare al reato di violenza sessuale (art. 609-bis codice penale), l’ipotesi aggravata della violenza sessuale di gruppo (art. 609-octies). L’unione di più soggetti costituisce elemento ulteriore rispetto al reato di violenza sessuale e la ragione è da ravvisarsi nella maggiore gravità dell’offesa arrecata da più “persone” (se così possiamo definirle!) alla vittima, verso la quale si concentrano condotte abusive, sia fisiche che psicologiche, dalle quali quest’ultima difficilmente o con grande sforzo potrà riprendersi. Ci sono però, casi particolari, in cui le condotte e le energie dispiegate dai vari componenti del gruppo, li rendono diversamente responsabili, ma di certo non meno colpevoli. Poco tempo fa, infatti, in un quartiere della cosiddetta “Napoli bene”, una giovane adolescente di soli 16 anni, denunciava tre coetanei che con una scusa l’avevano condotta in una zona isolata, dove veniva poi stuprata da uno solo dei tre giovani. Sebbene fossero stati identificati soltanto tre responsabili della brutale azione, la vittima riferiva che del gruppo avrebbero fatto parte anche altre persone, che pur non avendo partecipato attivamente allo stupro, non si erano adoperate per impedirlo. A questo punto è sorta una spontanea riflessione giuridica sulle responsabilità di questi ultimi soggetti, ovvero di coloro che ad esempio hanno soltanto partecipato

con l’assenso di uno sguardo complice. Una recentissima sentenza della Suprema Corte di Cassazione (III sez.pen., 38933/2017) ha fatto chiarezza sulla questione, condannando l’imputato insieme ad altri due soggetti, per aver partecipato ad una violenza sessuale di gruppo ai danni di una minore, dopo averla adescata, condotta in un casolare abbandonato e indotta in stato di ebbrezza. Sebbene l’imputato si fosse difeso ponendo come elemento essenziale, la neutra presenza sul posto, i giudici della Cassazione hanno specificato che, ai fini della configurabilità di questo reato in capo al soggetto, oltre all’accordo delle volontà dei compartecipi e alla simultanea presenza sul luogo di consumazione dell’illecito, non è necessario che ciascuno ponga in essere l’attività tipica di violenza sessuale, o l’atto sessuale in sé, essendo sufficiente realizzare anche solo una frazione del suddetto delitto. Non è necessaria dunque l’effettiva partecipazione all’abuso: è sufficiente trovarsi sul posto e agevolare la condotta del branco, ad esempio, partecipando all’adescamento o allo stordimento della vittima. In tali casi è pienamente provata la partecipazione dell’imputato alla condotta, poiché a prescindere dall’abuso sessuale in sé considerato, avrebbe contribuito in tutti i momenti fondamentali che sono poi sfociati nell’illecito di violenza sessuale di gruppo. In queste ipotesi quindi non basta, per sentirsi incolpevoli, partecipare solo fino ad un certo punto. Chi fa parte del branco è egualmente responsabile, pur non avendo oltrepassato quel punto.

luigidigennaro@avvocatinapoli.legalmail.it



#beautyandcare

CHIRURGIA, BELLEZZA E MONDO SOCIAL

Sergio Marlino Chirurgo plastico ricostruttivo ed estetico

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La ricerca sui social network è sicuramente un modo conveniente, pratico e veloce per conoscere più da vicino come lavorano i chirurghi e le procedure che eseguono. La cosa importante è cercare le notizie giuste, controllando titoli e qualifiche, perché non basta tenere conto solo di belle immagini. Bisogna soprattutto guardare con attenzione le foto dei “pre e post” degli interventi di chirurgia plastica, così da poter seguire con attenzione il lavoro del medico e magari interagire e scrivergli sulle sue pagine social. Sui miei account Instagram e Facebook, rispondo alle domande dei pazienti e ho messo anche a disposizione un numero whatsapp: 3470368645, per chi volesse inviare una foto e ricevere consigli online. L’universo social mette in stretto contatto anche noi medici. Quest’estate sono stato ospite con la mia famiglia a Kiev del Dottor Edgar Kaminnsky, famoso per la sua attività operatoria, quanto per quella social, come le dirette dei suoi interventi. Ero rimasto molto colpito dai suoi lavori, che seguivo sui social network e in particolare su Instagram, dove noi chirurghi plastici siamo molto presenti, e così, dovendo andare in Ucraina, ho pensato di contattarlo per incontrarlo. La risposta è stata immediata e propositiva. Siamo stati suoi ospiti, ho partecipato come giurato a un concorso di bellezza che organizza da anni e l’ho assistito durante un intervento di rinoplastica. La chirurgia plastica è uno degli argomenti medici di maggior interesse trattati sui social, in particolare Instagram e Facebook. Uno studio realizzato dalla Northwestern Medicine e pubblicato sulla rivista scientifica Aesthetic Surgery Journal, che ha analizzato la provenienza dei post

pubblicati sul tema chirurgia plastica su Instagram, ha calcolato 21 hashtag legati all’argomento, per un totale di 1.8 milioni di post pubblicati in una giornata. E tra i giovani è scoppiato il cosiddetto “effetto Instagram”: sempre più ragazzi si rivolgono al chirurgo estetico per effettuare dei ritocchi che consentano di postare selfie perfetti. Lo ha rivelato il rapporto annuale della più grande associazione di chirurghi plastici del mondo, l’Accademia americana di chirurgia ricostruttiva e plastica facciale (AAFPRS). I cosiddetti Millennians, gli under-30 nati a partire dagli anni Ottanta cresciuti a pane e Internet vogliono fermare il tempo. Il 42% dei chirurghi estetici statunitensi afferma di aver ricevuto giovani pazienti che chiedevano di poter migliorare la propria immagine nei selfie pubblicati sui social contro il 49% che invece chiedeva di poter apparire più giovane e vitale per motivi professionali. Tra i più colpiti dall’effetto Instagram ci sono appunto i Millennians. Sono tante le richieste di interventi miniinvasivi tra i pazienti under-30, che preferiscono trattamenti con filler e botox. Il monito resta sempre quello di non esagerare, di affidarsi a medici specializzati e ai loro consigli. Novità anche dall’universo maschile. Gli uomini sono sempre più attenti alla loro immagine. In passato richiedevano solo rinoplastica e trapianto di capelli, oggi anche la chirurgia estetica: liposuzione per addome, braccia e collo, lifting facciali, blefaroplastiche.

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#fischiofinale

DI MIMMOCARRATELLI

ECCO IL PRIMO CAMPIONATO MILIARDARIO DEL NUOVO SECOLO, MA I BOOKMAKER NON CAMBIANO LE PREVISIONI: JUVENTUS FAVORITA PER LO SCUDETTO E IL PRIMO SFIDANTE È IL NAPOLI. LA RIVOLUZIONE CINESE DI MILANO.

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È iniziato, in Italia, il primo campionato miliardario del nuovo secolo. Dopo anni di austerity per il prosciugamento delle risorse di illustri proprietari storici delle società con cambi di gestione improntati alla prudenza, è scoppiato il benessere del pallone nazionale non solo con l’arrivo di proprietari e capitali cinesi. Al calciomercato 2017, i venti club di serie A hanno sfondato il muro del miliardo di euro di spesa con l’ingaggio di 234 giocatori. La spesa è stata di 1.033 milioni di euro, la seconda in Europa dopo la Premier League (1.760 milioni), il doppio del campionato spagnolo (553 milioni). Il saldo negativo tra acquisti e cessioni nel campionato italiano (-140,6 milioni) è al terzo posto in Europa dopo la Premier (-727) e la Francia (-257). In attivo la Spagna (+94 milioni). Tra i club europei, il Paris Saint Germain è in testa alla spesa con 383 milioni investiti in acquisti (222 per Neymar, 145 per Mbappé), al secondo posto il Milan (228 milioni). Hanno speso di meno Manchester City (209,9 milioni) e Chelsea (204,5), il Barcellona (192) e il Bayern (103). Dopo Neymar, passato dal Barcellona al Paris Saint Germain, e Mbappé dal Monaco allo steso Psg, i giocatori più costosi sono stati Dembélé per 105 milioni dal Borussia Dortmund al Barcellona, Lukaku 83 milioni dall’Everton al Manchester United, Morata 66,5 dal Real Madrid al Chelsea. In Italia, due giocatori sono costati 40 milioni: Bonucci dalla Juventus al Milan e Bernardeschi dalla Fiorentina alla Juventus. Il brasiliano Douglas Costa, passato dal Bayern alla Juve, è stato valutato 46 milioni: sei per il prestito (sul bilancio bianconero di quest’anno), più 40 milioni per il riscatto. Ritocchi e rinnovi di contratti più i nuovi ingaggi hanno portato a poco più di un miliardo di euro (1013 milioni) il monte degli stipendi delle venti squadre di serie A, in testa la Juventus con 164 milioni, davanti a Milan (117), Roma (91) e Inter (82). Il Napoli si è adeguato e il suo tetto-stipendi è salito a 81 milioni. Higuain e Bonucci hanno il contratto più ricco (7,5 milioni l’anno, Dybala 7). Icardi e Dzeko guadagnano 4,5 milioni. Lorenzo Insigne 3,5. Contratti milionari anche per gli allenatori: 7 milioni per Allegri, 4 per Spalletti, 3 per Montella (1,4 Sarri). Però neanche paragonabili ai contrattoni dei tecnici all’estero: 18 milioni per Guardiola al Manchester City, 16 per Mourinho al Manchester United, 12 per Ancelotti al Bayern. L’investimento massiccio in Italia non ha mutato le previsioni sulla lotta per lo scudetto, la Juve sempre favorita dai bookmaker (1,87), sfidante il Napoli (3,75). La novità è l’arretramento della Roma (quotata a 19), superata


dall’Inter (10,75) e dal Milan (14). Il Napoli è l’unica squadra che ha lasciato invariata la formazione dello scorso anno, confermando tutta la “rosa” e aggiungendo l’esterno algerino Adam Ounas (10 milioni dal Bordeaux) e il difensore portoghese Mario Rui (3,75 in prestito dalla Roma, riscatto fissato a 5,5). Al contrario, il Milan ha interamente rivoluzionato la formazione inserendo nello schieramento-base otto dei dodici acquisti (Bonucci, Conti, Rodriguez, Kessie, Biglia, Calhanoglu, Kalinic, André Silva). La Juventus, otto acquisti, ne prevede tre nella squadra titolare (De Sciglio, Matuidi, Douglas Costa), in panchina il secondo portiere Szczesny, Bernardeschi, il centrocampista uruguayano Bentancur (20 anni) e il difensore tedesco Howedes. L’Inter, frenata dal fair play finanziario, ha messo a segno cinque acquisti rinnovando l’intera difesa (Cancelo, Skriniar, Dalbert con Miranda) e il centrocampo a due (Vecino e Borja Valero). La Roma ha rinforzato il lato sinistro della difesa con Moreno e Kolarov aggiungendo Schick all’attacco. La Lazio ha sostituito il centrocampista Biglia, ceduto al Milan, con il brasiliano Lucas Leiva. Le indicazioni delle prime giornate di campionato e le prestazioni nei tornei europei confermano le quotazioni dei bookmaker. La Juventus ha problemi in difesa, dopo la partenza di Bonucci e Dani Alves e l’anno in più dei trentenni (Barzagli e Chiellini), ma ha un formidabile arsenale offensivo attorno a Dybala. Può ancora vincere in Italia. Per il Napoli, in una stagione con tre competizioni in gioco, sarà un problema di resistenza e di abitudine alle grandi sfide. È il terzo anno di Sarri e c’è la convinzione nei giocatori che sia l’anno buono per lo scudetto dopo avere “firmato” il “patto d’entusiasmo” nel riti-

ro di Dimaro. L’impressione è che i protagonisti azzurri daranno tutto per il campionato mettendo in secondo piano la Champions. I giocatori di spicco che più si sono legati al Napoli (Hamsik, Mertens, Callejon) sono ormai trentenni, il tempo fugge e la grande occasione va presa al volo. Delle due squadre milanesi, l’Inter con la conduzione di Spalletti e alcune individualità decisive (Handanovic, Boria Valero, Icardi, Perisic) potrebbe far meglio del Milan troppo rinnovato per fare colpo subito. L’obiettivo delle due società cinesi di Milano è entrare l’anno prossimo in Champions, traguardo possibile classificandosi nei primi quattro posti. L’Inter manca in Champions da cinque anni (2011-12 eliminata agli ottavi dal Marsiglia con Claudio Ranieri allenatore), il Milan da tre (2013-14 eliminato agli ottavi dall’Atletico Madrid, allenatore Clarence Seedorf subentrato ad Allegri). La Roma, passata da Spalletti a Di Francesco, è tutta da scoprire. Ha perso pezzi importanti nel primo anno senza Totti e la squadra sembra fare fatica ad assimilare le idee di gioco del nuovo allenatore. Tre volte seconda e una volta terza negli ultimi quattro campionati, non è andata molto lontana in Champions, eliminata agli ottavi l’anno scorso dal Real Madrid e, l’anno precedente, naufragando nei gironi col devastante 1-7 casalingo contro il Bayern. La Champions non dà solo prestigio, ma anche soldi. Se Di Francesco dovesse fallire i primi quattro posti, mancando il maggiore torneo europeo, sarebbe un flop clamoroso. Attesa con curiosità la Lazio di Simone Inzaghi, al secondo anno sulla panchina biancoceleste dopo sei stagioni alla guida delle giovanili. Il secondo dei fratelli Inzaghi è anche il più giovane (41 anni) dei tecnici che guidano le squadre più forti (Sarri e Spalletti 58 anni, Allegri 50, Di Francesco 48, Montella 45). Conosce molto bene l’ambiente laziale e ha una squadra che sembra solida in difesa, ha in Ciro Immobile un grande cannoniere (più di 120 gol in carriera) e molti talenti come il gigantesco centrocampista serbo Milinkovic-Savic, lo spagnolo Luis Alberto in pieno rilancio, il brasiliano Felipe Anderson da recuperare. Dopo le cessioni dell’argentino Biglia al Milan (20 milioni) e del senegalese Keita al Monaco (30 milioni), sono arrivati per il centrocampo il montenegrino Marusic (24 anni), il brasiliano Lucas Leiva dal Liverpool e il portoghese Nani dal Valencia, trentenni. La Lazio potrebbe essere la sorpresa del campionato, lanciata in grande dai successi sulla Juventus nella Supercoppa italiana in agosto e dal 4-1 inflitto al Milan nella prima sfida di vertice.

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#people

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di Francesca Cicatelli Foto Claudio Iannone

Quando passa tra la gente è tutto un vociare di congratulazioni e invocazioni. Renato Carpentieri, protagonista del pluripremiato film di Gianni Amelio La Tenerezza in cui interpreta un burbero e arido settantenne con due figli assenti, è per tutti “il Maestro”. Lui che incarna l’essenza del teatro e che si scaglia contro un sistema di monopolizzazione della cultura e della gestione dei fondi destinati alla settima arte, rivela a noi il suo volto umano.

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Sui figli ha le idee chiare Se i figli si allontanano anche un padre si ritrae. Oggi occorre stare attenti, essere cool, freddi, distaccati dagli altri. La figura paterna è entrata in crisi da un secolo perché i padri sono assenti. A colmare questa carenza d’affetto spesso si insinuano le badanti, è una condizione diffusa quella che espone gli over a questa carenza di affetto? È così. Le badanti servono perché non c’è più questo rapporto ma addirittura Lorenzo, il protagonista del film in cui recito, è ancora più estremo, ha maturato una solitudine e un isolamento profondo e odia persino le badanti.

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La ruvidità di Lorenzo, il personaggio che ha interpretato ne La Tenerezza e con il quale ha vinto un nastro d’argento è un po’ la sua. Anche Carpentieri non è accondiscendente con i figli? Il figlio deve essere autonomo, andare per la propria strada e accettare di essere amato, nel tempo, in modo diverso dal padre, che invece di accarezzarlo, lo sostiene nel percorso di autonomia. È cambiato oggi il rapporto padre-figlio, è più complicato? Il padre è andato in crisi un secolo fa. Si avverte proprio l’assenza fisica del padre che va a lavorare e i figli non sanno neppure che mestiere svolge. Ma ora è tutto ancora più deteriorato: ognuno cerca una tana. Si è diffusa l’idea che bisogna difendersi dagli altri per cui la cosa è ancora più complicata. Se non si riesce a sperimentare il giusto rapporto, dalla cortesia all’ amore passando per la tenerezza, la vita è infelice. Il figlio deve meritarsi il bene del padre oppure deve essere innato? Pensa sia fisiologico il distacco dal genitore a un certo punto della vita? Non proprio. C’è questa tendenza ad abbandonare i genitori più che ad allontanarsi. È una deriva che non fa bene e che induce il padre a regolarsi di conseguenza. Veniamo al teatro. In Campania è diventato difficilissimo lavorare, perché? Perché c’è un monopolio sfacciato anche a teatro. I contributi europei sono gestiti da un piccolo gruppo di persone e agli altri non resta nulla. Tra l’altro la gestione degli spazi teatrali dovrebbe essere basata su competizione e bandi pubblici, ma puntualmente restiamo delusi. Quale destino vorrebbe per la sua arte? Dignità e spazio. Ora ci sono spettacoli di puro divertimento e sempre più difficoltà per le compagnie che interpretano altri generi diversi dalla commedia. E purtroppo un sistema del genere è destinato a perdurare”.

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#ciak

Cosa restera degli eroi anni ‘80? di Valerio Ciaccia

Martin Riggs, John McClain, Axel Foley, Alex Murphy, Mick Dundee, John Rambo. Sono alcuni degli eroi che durante i mitici anni ‘80 hanno permesso a noi tutti di restare incollati alle poltrone in attesa della esplosione di turno, della macchina prossima al ribaltamento nei pressi di un cavalcavia, del colpo di pistola accompagnato dalla proverbiale frase ad effetto. Rallenty, riprese in multi angolo, fiamme e battute al vetriolo, veri must dell’action che si rispetti. Una carrellata di film rampa di lancio per alcuni degli attori più noti di Hollywood: Bruce Willis, Arnold Shwarzenegger, Mel Gibson, Kurt Russell, Eddie Murphy, Sylvester Stallone, Dennis Quaid, sono un esempio dei protagonisti di un periodo d’oro che ha generato fantastiliardi, avviato la produzione di sequel, pratica che nei decenni precedenti nessuno conosceva, dando vita agli eroi dei film di azione tutti muniti di alcuni elementi immancabili: cinismo, battuta pronta, un bel caratterino da mettere al servizio della comunità, poca voglia di adeguarsi alle regole. Le icone non mancano. Come dimenticare Snake (da noi Jena) Plisken e il suo “1997: Fuga da New York”, Rambo, Commando, Robocop, Arma Letale, 48 ore, Trappola di Cristallo e tutti gli innumerevoli action movie generati negli anni seguenti che hanno poi fornito la amara possibilità di vedere quei poliziotti, ex militari, fuggitivi di turno, i loro muscoli spropositati e i lunghi capelli iniziare a svanire, sostituiti da qualche chilo di troppo, stempiature sempre più marcate e rughe nascoste da interventi chirurgici non sempre riusciti. Ma il tempo passa per tutti e non 34

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resta che adeguarci. E gli eroi? Beh, gli eroi invecchiano con i loro interpreti, ma le loro risorse sono infinite e qualche buona avventura si riesce a scovare. Qualcuno si è perso per strada, ma molti dei nomi citati continuano a comparire in superproduzioni, a volte generando più di un semplice imbarazzo. Il buon Sly, dopo aver ripreso i ruoli di Rambo e di Rocky Balboa, per mandarlo meritatamente in pensione, con capello tinto e qualche ritocco al viso, si è rivisto, al fianco di Kurt Russell, in Guardiani della Galassia Vol. 2 aprendo le porte a nuove apparizioni nel moderno Marvel Cinematic Universe. Russell, dal canto suo, ringrazia Quentin Tarantino, che periodicamente lo riporta alla ribalta con il capolavoro di turno, come nel caso di The Hatefull Eight. Bruce Willis, dopo aver ripreso più volte il ruolo John McClain, dal 2011 ha ricoperto ruoli secondari, anche in film di serie B, ma lo rivedremo presto in produzioni di rilievo, come Glass di M. Night Shyamalan.


Mel Gibson, a seguito delle note vicende personali, ha perso un po’ di smalto, ma Hollywood è in grado di perdonare e se riesci a ottenere un buon successo come regista, vedi La battaglia di Hacksaw Ridge, ecco riaprirsi i cancelli dorati delle produzioni che contano. Il caro vecchio Shwarzy, fresco settantenne, terminata la attività di Super Governatore della California ha ricominciato lì dove aveva smesso: Terminator. Certo, Genesys non ha rilanciato l’immagine del cyborg per antonomasia, ma quando James Cameron decide di tornare al timone del francise allora incroci le dita e aspetti impaziente di capire che ruolo avrà Arnold nella nuova serie di film che dovrà rilanciare le avventure del T-800. E poi c’è Eddie. Beh, Eddie Murphy viene da oltre un decennio di insoddisfazioni, molte battute, poche risate e, a eccezione dei risultati ottenuti doppiando il Ciuchino di Shrek, buchi neri al box office. Si vocifera di un sequel di Beverly Hills Cop e de Il Principe cerca moglie, ma per il momento non ci resta che attendere impazienti e sperare in sceneggiatori degni della opportunità che viene offerta. Infine, un capitolo a parte meriterebbe Tom Cruise, così come l’ormai settantacinquenne Harrison Ford, ma vogliamo evidenziare che tra tutti gli attori menzionati Tom è l’unico che, salvo pochi passaggi a vuoto e un raro momento di pausa, dagli anni ottanta in poi ha infilato solo successi. Particolarmente attento alla forma fisica, alla possibilità di interpretare in prima persona anche le scene più dinamiche e rischiose, si tratta di una garanzia vivente che ha permesso a Ethan Hunt e alle sue Mission Impossible di attraversare oltre venti anni di esplosioni senza perdere un colpo, consentendo, per il 2019, addirittura il ritorno di Pete Maverick Mitchell, non sappiamo ancora in quale veste, e delle mirabolanti evoluzioni tra le nuvole di Top Gun, per la gioia di tutte le fanciulle i cui cuori hanno palpitato nel 1986. Per Harrison, dopo il ritorno nelle vesti di Han Solo, si parla sempre più insistentemente di una nuova avventura di Indiana Jones, con uscita prevista per luglio 2020. Tutto da verificare, un po’ come i movimenti di frusta di un archeologo alla soglia degli ottanta anni.

TOP FIVE HEROES ARMA LETALE RAMBO TERMINATOR 48 ORE SOTTO IL SEGNO DEL PERICOLO 35

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#notemenonote

di Ciro Ardiglione LA METRALLI, LANIMANTE Composizioni che mescolano generi musicali, spartiti che attraversano il tempo con continui crocevia di epoche, anche con qualche sperimentazione. A proposito di ricerca, vale la pena ricordare del tubo lungo venticinque metri che rende sofferente le voci, a tratti rabbiose, che si lamentano e gridano per tutti i sette minuti negli andirivieni di ritmo di quel mix di folk e psichedelia qual è Meridies, un brano del precedente disco, Qualche grammo di verità. Meike Clarelli, Marcella Menozzi, Davide Fasulo, Cesare Martinelli e Christian Pepe compongono i La Metralli, da Modena, nati nel 2010 e che nel 2012 godevano già di riconoscimenti: il brano Piovevo si aggiudica il Premio Ciampi per i testi e la musica. Ma veniamo a Lanimante il disco uscito da qualche giorno che “a differenza dei nostri lavori precedenti, porta in sé una voce decisamente meno intimista ma più sociale, universale. Le sonorità elettriche ed elettroniche si accentuano”. Partita con un’intrigante introduzione quasi techno, poi ripresa, Il posto della rabbia presenta un andamento brillante, coretti e voci che sottolineano i testi, molto ben arrangiati e Marcella Menozzi che canta e canzona brillantemente.

Un altro brano importante che per il suo spartito e le modalità di esecuzione strumentale e vocale arpiona l’attenzione senza lasciarti è Urlando ai muri; cupa, basso pesante, subitanei passaggi di mitraglie elettroniche, chitarre slabbrate, momenti di pausa pop. Quale sapere ti fa così certo Di chi è la guerra a cui ti sei aperto Se cadi a terra ti sporchi anche tu Ci vuoi punire ma non sai soffrire

Metti la rabbia a posto China la testa E vieni qui tra noi Rimani qui Stai buoni lì foto Maco Cattaneo

Su altri piani il sofisticato ondeggiare di Terrestre e L’onda bianca che si muovono ricche di melodie e con una cifra stilistica che guarda al jazz o movimenti sonori latino americani, in particolare nella prima. Lanimante è un bel disco impreziosito dalla voce, duttile ricercata, di Marcella Menozzi. ALTERIA, LA VERTIGINE PRIMA DI SALTARE Siamo dalle par ti del cantautorato rock con La vertigine prima di saltare, il nuovo disco, in uscita ad ottobre (MasterMusic), della cantautrice trentatreenne Stefania Bianchi, in arte Alteria. Una storia fatta di vecchi gruppi (NoMoreSpeech con album omonimo 2012), precedente esperienza solista (Encore, 2013), esperienze tra programmi televisivi (Rock TV, su RAI4 e RAI5), radiofonici (Radio Freccia) oltre a centinaia di concerti. Signorina buonasera lei ha una faccia che fa male Non mi dica che è sveglia a cercar di rimediare

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Da lontano arriva la sofisticata e molto ben arrangiata In Controluce, un brano dal sapore di pop elettronico, scandito comunque da una batteria che gira con buone frequenze mentre tutto intorno si inseriscono chitarre anche distorte, battimani digitali, innesti computerizzati. E senza che le liriche in italiano ne facciano perdere il carattere Da oltreoceano sembra arrivare anche la ballata Diventare chi sei, chitarra e voce, «certamente la canzone più intima dell’album, non solo per sonorità ma anche per il testo, dedicato a mia figlia». Hai tutto il tempo per diventare chi sei E sarà bellissimo sentirti vicino anche dal punto più distante che c’è FAST ANIMALS AND SLOW KIDS, FORSE NON È LA FELICITÀ Il loro rock respira, con ampie boccate, di suoni internazionali ma cantano bellamente in italiano, e non è così semplice da accordare. Arrivano da Perugia e lo scorso febbraio sono usciti con gli undici brani di Forse non è la felicità e, a cominciare dalla durata (oltre quarantasette minuti), non si sono tirati indietro nel comporre ciò che la loro esigenza espressiva evidentemente richiedeva. È dal 2008 che Aimone Romizi, Alessandro Guercini, Alessio Mingoli e Jacopo Gigliotti suonano insieme macinando concerti affollati e chilometri per la penisola. L’anno dell’esordio

ASCOLTA I CONSIGLI a cura di www.mentinfuga.com

Brand New / SCIENZE FICTION N/A / agosto 2017 Mogwai / EVERY COUNTRY’S SUN Temporary Residence / settembre 2017 Unreal City / FRAMMENTI NOTTURNI AMS Records / settembre 2017 Gogol Bordello / SEEKERS AND FINDERS Cooking Vinyl / Edel / agosto 2017 Orelle / ARGO Black Candy Records / aprile 2017

foto Alessio Albi

Canta nel secondo brano del disco, Peccato condotto con un ritmo possente, rock di ottima fattura con batteria e basso a spadroneggiare che pure si apre a note più delicate e si chiude con un attraente finale che si allarga dissotterrando i suoni e la sua voce che ampia gli spazi. In tutto La vertigine prima di saltare è proprio la capacità l’intensità e l’ampiezza della sua voce, mai compiaciuta, ad esserne l’aspetto pregevole. Come accade anche nella sofisticata Sacro e Profano, un mix di elettronica, bassi incalzanti, deviazioni psichedeliche ma anche momenti pop senza che questi spostamenti facciano perdere il palcoscenico alla potenza e all’armonia del suo cantato. Interruzioni repentine con cambi di tono e andature le troviamo anche nella velocità ascensionale del punk di Insieme e Soli e anche qui Alteria si trova a suo agio con naturalezza fino all’interessante sospensione prodotta da brevi sventagliate di chitarra.

è il 2011 con Cavalli prodotto da Andrea Appino (Zen Circus), nel 2013 pubblicano Hýbris (pronunciato “Iubris”) e dopo vari premi accumulati nel 2014 arriva Alaska. Continuano a riscuotere successi nella scena indipendente italiana e con Forse non è la felicità si candidando tra i migliori album di quest’anno. Per riprendere il discorso internazionale, ma anche degli esordi, ascoltando Capire un errore l’urgenza del punk inglese è predominante fino allo stacco che introduce qualche movimento pop compresi leggeri tocchi di campanellini prima di tornare al galoppo di batterie e chitarre per la chiusura. A voler un po’ esagerare, ma ci sta per rendere l’idea, l’incipit di Asteoride ha il sapore di qualche ballata dei Pearl Jam e poi si alzano i toni e i ritmi che costantemente si cesellano con lievi divagazioni come la chiusura con un leggiadro arpeggio di chitarra. Che tanto arriverà Stai pronto ad accettare Il fondo del bicchiere Gli avanzi di natale Che tanto arriverà Forte che fa male Come un asteroide Ma senza far rumore Succederà Sulla sponda del rock alternativo italiano troviamo Annabelle, anche qui una chiusura strumentale impreziosita da limpide chitarre in un’ambientazione quasi sinfonica, chitarre che fanno da tema conduttore in tutti gli andirivieni di ritmo e potenze. Io provo tutto Perché fisso la gente da anni E quando colpisci So già cosa provavano gli altri Un bacio più intenso La gonna che si sfila lenta Le mani sul viso Provo ancora di tutto qui al buio E gli Zen Circus fanno la loro comparsa in un’altra bella canzone, Forse non è la felicità. Un rock robusto, energico, che non scende di tono, ancora una volta ben arrangiato e un cantato che assale le chitarre e non dà tregua. Forse non è la felicità ciò che voglio ma un percorso per raggiungerla 37

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#pokerdassi

Quattro domande uguali per tutti, quattro risposte diverse che raccontano le passioni, i gusti, la vita di quattro personaggi che conoscono bene Napoli e la amano intensamente. Il poker d’assi è servito.

di Paola De Ciuceis

ANGELA AMALFITANO architetto e designer

Lo spazio vuoto come la tela bianca Non direi, per me è diverso. Lo spazio non è mai come una tela bianca, anzi, è in strettissima connessione con l’uomo e il tempo. L’architettura è composta da vari elementi - la luce, lo spazio, il tempo, chi la abita - e non è altro che un gioco delle parti, una danza che combina tra loro, armonicamente, i vari fattori. Tutt’è il modo come si combinano e stanno insieme, nell’architettura è come nella danza e nella musica che hanno un sistema di strutture che permettono all’essenza delle singole parti di venire alla luce. Antico, moderno o contemporaneo? È solo una questione di prospettiva. La dinamica è il modo in cui ci si relaziona alla materia, di fatto, le architetture come l’arte esprimono la condizione dell’uomo, quindi dell’epoca in cui sono prodotte: nel Rinascimento si pone l’uomo al centro e tutto è molto equilibrato, nel Medio Evo, epoca in cui ci si concentra sulla religione e si tende a Dio, invece, c’è un vertiginoso sviluppo verso l’alto, l’atmosfera classica della Grecia antica esprimeva la contemplazione dello spazio rispetto al tempo. Leggendo il nostro tempo si evidenzierà l’attenzione che la nostra società ha per l’immediatezza, quindi alla superficialità. Cinema, teatro o libri? Tutti e tre, ma anche nessuno dei tre. La mia passione è la danza, in particolare il tango argentino; ci trovo una grande assonanza con l’architettura per la quale la trovo una forma di nutrimento. L’ideale è un viaggio in loco. L’ autunno, la stagione del… È la stagione della mia nascita ma, soprattutto, per me è il momento del ricominciare. Dopo la festosa e colorata estate espressione di gioia e di vita, con l’autunno inizia il nuovo anno ed è il momento della concentrazione, del programmare per fare. I marroni, i gialli, i bordeaux, sono colori intensi che raccontano della terra che si addormenta e va in riposo.. 38

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SERGIO ATTANASIO architetto, presidente del Premio Fanzago e dell’associazione Palazzi Napoletani

Lo spazio vuoto come la tela bianca Ogni spazio ha la sua dimensione anche se vuoto. Se è un interno, parto dalla funzione che deve avere, se è un esterno mi pongo rispetto al luogo in cui si colloca. Legarsi al sito è fondamentale, altrimenti è come stare di fronte a un oggetto di design che può andare bene ovunque. Un’architettura dialoga sempre con il suo contorno, non esiste se isolata dal contesto: Villa Malaparte potrebbe sembrare una scatoletta, invece, con quella terrazza che si staglia sul mare senza nessun limite trova il suo giusto perché. Antico, moderno o contemporaneo? Ho una naturale propensione verso il ‘700, in particolare, ma non faccio differenze, mi piace tutto, la scelta che faccio è sulla qualità, le forme e le proporzioni, lo stile. Nell’arte come nell’architettura la mia preferenza non dipende dall’epoca, sono trasversale. Cinema, teatro o libri? Sono i libri che mi piacciono più di ogni altra cosa. Racconto, saggio, testo tecnico per quel che narra, ma anche come oggetto in sé, direi proprio che sono un bibliofilo. Premesso che un bel libro di Le Corbusier ha sempre la precedenza su tutto, quanto al genere di lettura preferito, tutto dipende dallo stato d’animo del momento; tra i miei preferiti, sicuramente La Pelle di Curzio Malaparte. Cinema e teatro, mi piacciono, sono segmenti complementari a quello dei libri a prescindere dall’eventuale delusione di fronte alla trasposizione. Volendo scegliere mi orienterei tra un film di Quentin Tarantino e le commedie di Eduardo De Filippo. L’ autunno, la stagione del… È il momento dei colori caldi, di quelle belle tonalità dai gialli ai marroni che attraverso gli alberi animano la natura in città come in campagna. Non solo. È pure la stagione che alimenta argomenti enogastronomici, è il tempo delle prelibatezze a base di funghi e castagne, non vedo l’ora di gustare un delizioso Mont Blanc.


CARLA CELESTINO architetto, libero professionista, tra i fondatori del 137A

Lo spazio vuoto come la tela bianca Lo spazio vuoto come tela bianca mette un po' di ansia, perché nella progettazione parto sempre dai vincoli o dalla preesistenza, dal contesto, da elementi da mettere in risalto o da esigenze funzionali. Antico, moderno o contemporaneo? Amo le differenze. Credo che le diverse epoche possano dialogare e convivere nell'architettura, nell'arredamento come nell'arte e nella moda. Senza il passato non si può costruire il futuro. Difficile preferire un'epoca. Mi piace la ricerca, essere sempre aggiornata sul "contemporaneo" nel senso di nuove costruzioni nel mondo, nuovi materiali, nuovi pezzi di design e nuovi progettisti. Trovo intrigante un arredamento moderno o tecnico inserito in un contesto antico. Poi ci sono pezzi di design che possono considerarsi sempre attuali. Come le poltrone di Mies van der Rohe. Cinema, teatro o libri? Cinema primo amore. Cinema sempre e comunque. A qualsiasi ora. Di qualsiasi genere. Senza cinema non vivo. Adoro Parigi e il privilegio che ti dà di poter vedere i film del passato sul grande schermo. La quantità di cinema che ci sono a Parigi non c'è in nessun’altra città. Libri di vario genere sul comodino secondo il mood del momento. Amore per i libri illustrati, che presentano rilegature e carte particolari. Il teatro mi piace, ma il cinema è la mia vera passione. L’ autunno, la stagione del… Della nostalgia, della malinconia; forse perché precede il Natale, l'inverno. La fine dell'estate, le giornate che si accorciano, la luce che diminuisce. Se penso all'autunno ho in mente New York, gli alberi che diventano rossicci, le foglie gialle dei ginkgo biloba, i film di Woody Allen (non gli ultimi ovviamente), voglia di indossare il cardigan blu caldo e stare sul divano a casa con un bel the e la musica del cuore. Sì, l'autunno è la stagione dello stare a casa; osservare dall'interno il paesaggio che cambia.

ANTONIO GIUSEPPE MARTINIELLO architetto, KellerArchitettura

Lo spazio vuoto come la tela bianca Per me lo spazio è vuoto solo apparentemente. Anche quando lo sembra, magari mancano di oggetti, ma è sempre pieno di storie di chi lo ha abitato perché è l’essere umano che lo impronta. Per agire bisogna purificarlo, poi si può intervenire per reinterpretarlo così che chi lo abiterà possa lasciare la propria traccia. Due sono gli elementi fondamentali per renderlo pronto: lo spazio, la luce. Antico, moderno o contemporaneo? Non faccio molta distinzione. Se guardo il Guggenheim di Bilbao vedo il Castel dell’Ovo, non scherzo, pare che Frank O. Gehry si sia ispirato proprio al nostro maniero tufaceo. Non è strano che antico e contemporaneo si scambino ruoli, anzi, a volte ci sono architetture antiche molto, molto contemporanee. Il moderno è una linea d’ombra che li unisce senza soluzione di continuità anche nell’arte, basti guardare il Cardinale urlante di Francis Bacon ispirato al Ritratto di Papa Innocenzo X (1650) di Diego Velázquez. Cinema, teatro o libri? Sono per la contaminazione, sono una spugna e mi piace. Da Pinocchio a Il Rosso e il Nero di Stendhal tutto può essere sempre riconducibile alla processione di San Felice a Cimitile, ho una mente visiva, per me tutto è intrecciabile. Non è nemmeno questione di momenti e stati d’animo, scelgo l’uno o l’altro indistintamente, è tutto occasione di crescita, alimento per le mie conoscenze. Più che un bisogno direi è voglia di sapere. E le esperienze degli altri sono preziose. L’ autunno, la stagione del… Amo tutte le stagioni e non è qualunquismo. L’autunno è quella che maggiormente mi concilia, dopo i volumi estivi dà inizio alla fase del silenzio con la quale inizio a gustarmi l’inverno. Mi sento più concentrato, sono più propenso alla riflessione prima del letargo invernale. È il momento giusto per pensare, leggere e scrivere. Poi ci sono le castagne, che amo. 39

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#leggèra

a caccia di libri. letteratura, romanzi, gialli, testi zen, fantasy, letture per ogni appassionato di Lucia Nicodemo

Sembra proprio che l’autunno 2017 sarà caratterizzato dal ritorno in libreria di alcuni dei maggiori pesi massimi della letteratura internazionale contemporanea. Ken Follet, Dan Brown e la saga Millennium di Larsson tornano alla ribalta letteraria per la gioia di milioni di appassionati lettori sparsi per il mondo. Ad aprire le danze sarà Ken Follet con il suo La Colonna di Fuoco ovvero il terzo romanzo della Saga di Kingsbridge che comprende due fra i suoi più grandi best seller: I Pilastri della Terra e Mondo senza Fine. Saga atipica, a dire il vero, dal momento che i tre libri in questione hanno in comune solo l’ambientazione - la città fittizia di Kingsbridge – nonché la cornice storica ricca di intrighi, amori, misteri, assassinii e lotte per il potere. Il nuovo La Colonna di Fuoco, in particolare, è un vero e proprio romanzo di spionaggio cinquecentesco. Ambientato, infatti, nel 1558 quando l’anglica-

TOP FIVE

Emma Cline LE RAGAZZE Einaudi

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na Elisabetta I sale al trono inglese e l’Europa cattolica si coalizza per ucciderla, racconta – tra l’altro – di come la regina decidesse di creare un sistema di spionaggio per difendersi appunto dai complotti. Ed è in questi servizi segreti ante litteram che entra anche il protagonista del romanzo, Ned Willard di Kingsbridge. Un agente Bond del Rinascimento rigorosamente con licenza di uccidere. Del resto la carriera di Follet cambiò marcia proprio con uno dei migliori libri di spionaggio di tutti i tempi: La cruna dell’ago, suo primo successo internazionale, ambientato durante il secondo conflitto mondiale, a pochi giorni dal D-Day. Per non essere di meno, a circa un mese di distanza dall’uscita italiana di Follet, ritroveremo Dan Brown e il suo professore

DONNE ALL’ARREMBAGGIO

Camilla Lackberg IL DOMATORE DI LEONI Marsilio

Anna Todd NOTHING MORE Sperling & Kupfer

Deborah Install L’INCREDIBILE VIAGGIO DI UN PICCOLO ROBOT Piemme

O. D’Anna e A.Virgili DANZE ORIENTALI DALL’INTERNO DEL CARCERE. cinque anni nell’harem di pozzuoli


Cristina Zagaria

I Piccoli principi del rione sanità

di simbologia Robert Langdon, nuovamente protagonista di Origin dove si intrecceranno – come sempre - scienza, religione, storia, arte e architettura. La vicenda, infatti, comincia a Bilbao, nella sede del Museo Guggenheim, dove Langdon dovrà confrontarsi con una rivoluzionaria scoperta scientifica. E la scelta di Brown di ambientare questo suo nuovo romanzo tutto in Spagna (dopo Bilbao il protagonista si muoverà tra Madrid, Barcellona e Siviglia) ha decisamente un sapore autobiografico. Fu proprio nella biblioteca dell’Università di Siviglia, infatti, che un giovane Dan Brown iniziò ad avvicinarsi allo studio della crittografia e a quella che riguarda soprattutto i testi di Leonardo da Vinci. Chissà se allora, anche solo lontanamente, immaginava che il suo Il Codice Da Vinci nel 2003 sarebbe diventato un successo planetario con 80 milioni di copie vendute e un film diretto ed interpretato da due Premi Oscar: rispettivamente Ron Howard e Tom Hanks nei panni di mister Langdon. Eppure Brown non è l’unico Signor 80 milioni di copie: tante infatti ne ha vendute la Millennium Trilogy di Stieg Larsson, diventando così uno dei più importanti fenomeni editoriali del nostro tempo. Peccato che il povero Larsson sia morto prematuramente nel 2004 ignorando del tutto l’enorme successo che avrebbero avuto i suoi romanzi con al centro le avventure del giornalista Mikael Blomkvist e della giovane ricercatrice Lisbeth Salander. A goderne i benefici, i suoi familiari che – nonostante le critiche di molti – hanno deciso di continuare a nutrire la gallina dalle uova d’oro. Come? Affidando Blomkvist e Salander alle abili mani di David Lagercrantz che nel 2015 ha pubblicato Millennium 4, Quello che non uccide e – forte del successo e dei riconoscimenti a lui tributati dai fan della prima ora di Larsson - ora si appresta a lanciare il nuovo Millennium 5, L’uomo che inseguiva la sua ombra. Rimane però di Larsson il grande merito di aver contribuito a far scoprire al grande pubblico la scuola scandinava del thriller: da Camilla Lackberg a Jo Nesbo fino a Henning Mankell. Un’ultima curiosità: la versione audio italiana dei libri di Larsson è letta da un meraviglioso Claudio Santamaria. Ascoltare per credere.

Cosa accadrebbe se l’aviatore del Piccolo Principe, invece che nel deserto, atterrasse a Napoli, nel Rione Sanità?

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Paola Turci pop, indie e rock di Francesca Cicatelli ph. GMM Production

Si coccola in un golfino bianco mentre aumenta l’aria condizionata. Anche così si manifesta l’inquietudine creativa e contraddittoria di Paola Turci, scortata ovunque dal suo barboncino nero. Il dolore l’ha portata su una roccaforte che le permette di avere una visione aerea e distaccata di ciò che l’aspetta ed è riuscita a coronare tutti i sogni nel cassetto come la recitazione interrotta a causa dell’incidente. È dalla sciagura che è iniziata la devozione per la musica. Sta scrivendo un nuovo singolo sui «battibecchi in amore» ma non le basta perché «la libertà è al di là delle note e della metrica». Così è approdata nuovamente al romanzo, dopo il primo del 2009 intitolato «Con te accanto», ne usce un altro a breve. La scrittura le ha aperto le porte di un nuovo mondo senza argini, senza confini. Sta scrivendo di una storia vera a cui ha assistito, di droghe e perdizione ambientata negli anni ‘80.

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L’ispirazione dove la sta portando? L’ispirazione c’è, sto scrivendo nuove canzoni. L’altro giorno ne ho scritto una nuova, una specie di battibecco amoroso. È utile il battibecco amoroso? Sì lo è, mostra caratteristiche maschili e femminili. C’è la donna che un po’ si inventa il litigio per fare pace. E il nuovo libro? È una storia ambientata negli anni ‘80 a Roma con elementi di disagio e inquietudini tipici di quell’epoca, in uno scenario politico senza riferimento. Quello che ho vissuto è stato un po’ un periodo di perdizione. 44

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Ci sono cenni autobiografici? È una storia vera, ma non autobiografica. E prenderà altre strade e forme rispetto a quel che è stato. Mi piace quando mi metto a scrivere e a cambiare il punto di partenza. Perché riversare in un romanzo e non in una canzone queste storie? Perché la letteratura mi dà questo senso di infinito, di spazio illimitato davanti a me. Ho la possibilità di non fermarmi, mentre la musica, con la metrica e la sintesi, mi crea qualche difficoltà. Oggi sento di soffrire questi limiti. Mi sento più libera quando scrivo e mi piace lasciarmi andare e battere le lettere senza sapere dove arriverò.



Avrebbe voluto fare l’attrice. Ha sostenuto un provino con Ettore Scola tra gli altri. Com’è andata? Un provino indimenticabile. Parliamo di 25 anni fa e da lì a poco avrei interrotto questo sogno di recitare perché ci sarebbe stato l’incidente. Il ‘93 è stato un anno produttivo: Sanremo, stavo preparando il disco, davo uno spettacolo in teatro. Ero in uno stato di calma apparente. Ha dichiarato che il lavoro l’ha fatta rinascere. Ma la vita può coincidere sempre con il lavoro? Nel mio caso sì, perché parliamo di musica: il mio sogno è vivere per la musica, come ho scritto in una canzone. Sono stata tenace e determinata non sentivo altro, né vedevo altro. Il lavoro è quindi l’unico modo per trovare la libertà ed esprimersi? Sì, il lavoro rende le persone realizzate. Ha dichiarato di non essere una persona felice. Ha superato questa infelicità e se sì come si fa? Non ero felice, ero molto inquieta. Oggi mi sento centrata. Il mio problema è che non mi ero messa a fuoco e pian piano ho iniziato a capire il mio limite. Non mi volevo bene. Non avevo stima di me stessa e avevo difficoltà a convincermi di essere una persona giusta. Ogni volta cadevo. Così ho iniziato a lavorare e a capire quale doveva essere il meccanisco per uscirne fuori. La sua canzone preferita è “Dio come ti amo” come mai? È la canzone che mi ha fatto scoprire la bellezza delle canzoni d’amore e quindi la considero tra i pezzi più potenti o almeno ha avuto questo effetto su di me. Come esercita la fede e la gioia? Esercito la gioia praticandola e condividendola, applicandola alle cose che faccio. La gioia è entusiasmo, voglia di vivere e stato vitale alto. E la fede è un fatto privato perciò si condivide con chi magari vede le tue stesse luci e le tue stesse ombre. È un’artista completa, ha ancora sogni nel cassetto? «Sì, e ho capito che si possono realizzare». 46

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Mi sento più libera quando scrivo e mi piace lasciarmi andare


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#maserial

SE VUOI SAPERE LA VERITÀ BASTA PREMERE PLAY

di Federica Riccio

La prima stagione già molto discussa è stata diretta dal regista p re m i o O s c a r To m M c C a r t h y (Spotlight) e scritta dal Premio Tony e Pulitzer Brian Yorkey, la seconda è pronta per andare in onda a marzo su Netflix. Tredici è la serie tv che affronta temi delicati e attualissimi tra i Millennials: suicidio, stupro, bullismo, depressione, isolamento sociale. Un teen drama sul suicidio che gira intorno alla storia di Hannah Baker, ragazza liceale che si è tolta la vita. Il suo lascito: sette audiocassette per i compagni di scuola che spiegano i tredici motivi del gesto. “Tredici” o “13 Reasons Why” è basato sul romanzo thriller-psicologico di Jay Asher, pubblicato nel 2007. Hannah Baker è la voce narrante sia nel libro che nella serie. Il suo racconto comincia così: “Sto per raccontarvi la storia della mia vita. Più in particolare, perché la mia vita è finita”. Clay Jensen è il personaggio centrale della storia ed è il ragazzo che riceve la scatola contenente le 7 audio cassette registrate da Hannah. Clay quasi non sa come si ascolta un’audiocassetta, tanto da chiedere al padre: “Dov’è il tuo aggeggio per la musica?”. Ogni lato è indirizzato a uno studente diverso. A ognuno Hannah, di cui Clay è sempre stato innamorato, spiega come abbia partecipato alla sua morte, compreso il ragazzo e dà i tredici motivi per cui ha deciso di suicidarsi. “Se vuoi sapere la verità, basta premere play”. I protagonisti sono l’esordiente Katherine 48

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Langford nel ruolo di Hannah e Dylan Minnette in quello di Clay. Nel cast anche Kate Walsh, Brian D’Arcy James, Derek Luke, Brandon Flynn, Justin Prentice, Alisha Boe, Christian Navarro e Tommy Dorfman. La serie ha riscosso grande successo di pubblico e critica, ma è stata accusata di “glorificare il suicidio”. Netflix ha così scelto di aggiungere un avviso allo spettatore in apertura dell’ultima puntata, la più forte delle 13, insieme ad altre. E sono state prese nuove misure per allertare il pubblico prima della visione in vista dell’uscita della seconda stagione. C’è chi accomuna i compagni di Hannah ai fauni cattivi di Twin Peaks, tutti nascondono un segreto e twittano foto del suo armadietto coperto di biglietti di addio. E a proposito di hashtag, solo per l’episodio pilota si sono contati oltre 11 milioni di tweet. Secondo una nota riportata da Hollywood Reporter, Netflix ha comunicato che “mentre molti dei nostri membri interni reputano lo show un elemento prezioso per iniziare un dialogo con i familiari, abbiamo anche raccolto una crescente preoccupazione da parte di chi ritiene che la serie tv debba offrire dei consigli”. Lo showrunner Yorkey ha preso una posizione netta sull’ipotesi di censurare le sequenze non adatte ai minori spiegando: “Per quanto siano difficili da guardare, dovrebbero rimanere difficili da guardare. Farla facile, vorrebbe dire vendere bene qualcosa che non volevamo vendere”. A lui si sono aggiunti anche gli attori Alisha Boe, Brandon Flynn e Miles Heize, che hanno dichiarato: “Se spazzate via la scena del suicidio, il pubblico penserà che, per la protagonista, è stato un gioco da ragazzi togliersi la vita”.

TOP FIVE TEEN DRAMA Beverly Hills 90210 Una mamma per amica Dawson's Creek Gossip Girl The Vampire Diaries 49

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#hashtag

ALWAYS ON GENERATION

RappResentano l’ultima geneRazione del XX secolo peRché nati tRa il 1980 e il 2000, sono i millennials o geneRazione Y. paRtecipano ai flashmob, aspettano l’happY houR, acquistano low cost. sono YoutubeR, web influenceR o fashion bloggeR, instagRammeR. Consumatori iper attivi, comprano online, sempre e ovunque. Ecco perché vengono definiti i consumatori 2.0 o la prima generazione digitale. Sono importantissimi per il marketing. È stimato infatti che spenderanno tanto: nel 2020 il totale della spesa annuale da parte dei Millennials in USA sarà di 1,4 trilioni di dollari. Sono nati in piena rivoluzione digitale, ma come scrivono gli studiosi, vivono durante la più grande crisi economica dalla Depressione degli anni ’30. I Millennials hanno grande familiarità con i mezzi di comunicazione, con le tecnologie, con i social. Sono partiti con gli sms, Internet, le mail fino a Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat, YouTube e così via. Il termine Millennials è stato coniato da Marc Prensky nel 2001, per identificare i giovani dai 13 ai 24 anni che impiegavano il tempo costantemente nell’utilizzo di Internet e poi degli smartphone. Per Simon Sinek, l’autore del celebro video sui Millennians, la Generazione Y cresce «in un mondo di Facebook e Instagram, dove per tutto c’è un filtro». Insomma «siamo bravi a mostrare alla gente che la vita è magnifica, anche se siamo depressi». Esperto di marketing e autore di libri motivazionali spiega: «Vogliono un lavoro che abbia uno scopo. Giusto. Vogliono lasciare il segno, qualsiasi cosa significhi. Per qualche ragione però, i Millennials non sono comunque felici. Troppi sono cresciuti con strategie fallimentari di educazione familiare: è sempre stato detto loro che erano speciali. Che potevano avere tutto quello che volevano dalla vita. Abbiamo dato loro medaglie, anche per arrivare ultimi. E così quando entrano nel mondo reale, l’immagine che hanno di se stessi si sgretola».

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TOP FIVE BRAND PREFERITI DAI MILLENNIALS APPLE TARGET NIKE SONY COCA-COLA Sinek li ha definiti egoisti, narcisisti, pigri, cresciuti con la convinzione di essere speciali, impazienti, con bassi livelli di autostima e grande incapacità nella gestione dell’ansia e dei rapporti sociali. Poi, peró, concludeva che niente di tutto ciò che sono è colpa loro. La colpa è dell’educazione ricevuta, di internet e del tutto subito, dell’ambiente lavorativo abituato a trattare le persone come numeri della svalutazione del tempo, della fatica e delle relazioni.


S TAG I O N E T E AT R A L E 2 0 1 7 - 1 8 1

da Giovedì 12 Ottobre Gino

11 SPETTACOLI IN ABBONAMENTO 7

da Mercoledì 7 Febbraio Pe p p e

RIVIECCIO

“CAVALLI DI RITORNO”

“DON CHISCIOTTE”

di R. Cassini, G. Verde, G. Rivieccio, G. Puca regia di Gino Rivieccio

2

da Martedì 31 Ottobre Massimo

adattamento di Maurizio De Giovanni regia di Alessandro Maggi

8

RANIERI

regia di Massimo Ghini

da Mercoledì 6 Dicembre

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MORANTE

da Mercoledì 4 Aprile Fr a n c e s c o

CICCHELLA

“LA LOCANDIERA B&B”

“MILLEVOCI TONIGHT SHOW”

di Edoardo Erba regia di Roberto Andò

regia di Gigi Proietti

da Martedì 19 Dicembre

4

Biagio

da Mercoledì 25 Aprile

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Umberto

IZZO

commedia scritta da Lucio Aiello con la partecipazione di

Peppe E Toni

e

“COPENAGHEN”

di Michael Frayn regia di Mauro Avogadro

Rocìo Munoz Morales da Martedì 9 Gennaio

Massimo

ORSINI POPOLIZIO Giuliana LOJODICE

“DÌ CHE TI MANDA PICONE…”

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GHINI

“OPERAZIONE SAN GENNARO LA LEGGENDA”

concerto regia di Massimo Ranieri

La u r a

da Mercoledì 14 Marzo Massimo

“MALÌA NAPOLETANA NAPOLI 1950-1960”

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Nando

BARRA PAONE

da Mercoledì 9 Maggio

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Lorella

SERVILLO

CUCCARINI INGRASSIA

Giampiero

e i Solis String Quartet

“NON MI HAI PIÙ DETTO TI AMO”

“LA PAROLA CANTA”

scritto e diretto da G. Pignotta

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FUORI ABBONAMENTO

da Mercoledì 24 Gennaio Lina

da Mercoledì 15 Novembre

SASTRI

SALEMME

“APPUNTI DI VIAGGIO BIOGRAFIA IN MUSICA”

Vincenzo

scritto e diretto da Lina Sastri

scritto, diretto e interpretato da Vincenzo Salemme

081.556.75.27

338.5496142

“UNA FESTA ESAGERATA!”

www.teatrodiana.it

Via Luca Giordano, 64 - Napoli

diana@teatrodiana.it


Succede che mi stanco d'essere uomo


#coverthetop

Gas, Persone e altre Storie

di Carmine Luino

Alessandra Oricchio, in arte Gas, è una giovane artista napoletana. Tratto essenziale e una predisposizione nel raccontare le persone e le storie che possono donare. Laureata all’Accademia di Belle Arti al corso di New Media Art. Ci racconti il tuo personale intreccio arte/tecnologia? Riesco con più facilità a parlare di tecnologia e scienza. Ho sempre visto la tecnologia come uno strumento, la tecnica con il quale poter fare arte senza restrizioni di campo. La fusione tra le due cose avviene in maniera molto naturale. Chi sono i tuoi “guru” nel campo delle arti visive? Ci sono altre discipline artistiche, ad esempio la musica, da cui trai ispirazione? Nutro profonda stima per molti dei miei colleghi illustratori. Con molti di loro, conosciuti ai vari festival dell’illustrazione, ho ottimi rapporti. Il vero motore che spinge la mia produzione sono le persone, indipendentemente dal ruolo che esse ricoprono. Mi piace ascoltare le loro storie e riportarle su carta. L’input può essere il testo di una canzone o, ad esempio, l’odore del pane caldo. Momenti e storie dietro le quali si nasconde sempre un uomo.

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Come i frangiflutti


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Libero 56

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Disorder Molti dei tuoi lavori sono autoprodotti. Necessità o scelta? Credo che l’atto creativo abbia come obiettivo la necessità di soddisfare un bisogno. Ad esempio, noi esseri umani abbiamo costruito le sedie per una necessità, ma successivamente gli abbiamo dato un valore estetico. Quello che disegno parte da un processo di analisi, passa per un tempo di sedimentazione ed infine sfocia nell’elaborazione vera e propria. Quest’ultima fase comprende anche l’autoproduzione. È la parte che più mi fa sentire “madre” delle mie creazioni.

Da dove arriva lo pseudonimo Gas? A dire il vero è da così tanto che mi chiamano così che neppure lo ricordo. Sono Gas, e nessuno mi chiama più col mio nome. Quali i progetti futuri? Continuerò a fare ricerca e a diffondere le illustrazioni. Mi troverete in viaggio a raccogliere storie, che riporterò su carta per segnare il cammino.

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#shopping

LA REGGIA DESIGNER OUTLET

SHOPPING ALLA SCOPERTA DEI TREND AUTUNNO/INVERNO

Care appassionate di moda è arrivato il momento di curiosare tra i viali de La Reggia Designer Outlet alla ricerca dei Must Have autunno/inverno. Nel centro McArthurGlen di Marcianise, troverete tante idee e tendenze che saranno d’ispirazione per i vostri outfit, con riduzioni dal 30% al 70% in meno. Per questo autunno/inverno, la contaminazione tra arte e artigianato ha ispirato i designer che hanno deciso di abbracciare il passato per creare il futuro, sottolineando il potere e la forza delle donne. Il messaggio lanciato invece all’uomo è chiaro: partire dal background sartoriale arricchito con forti accenti sportivi per un futuro più casual. Tra i trend cui prestare particolare attenzione c’è il Rich Fabric, dove il velluto continua la sua escalation, ma questa volta in tantissimi colori e versioni. Velluti lisci e a coste in straordinari toni invernali appaiono come preziose alternative per un look casual, adatto alla vita di tutti i giorni o per l’ufficio. Da impattanti gradazioni di rosso a tinte più vivaci, i colori e i tessuti contaminano gli stili per creare sofisticati accostamenti. • Cosa cercare. Cappotti morbidi, blazer oversize, combinazioni ardite, velluti normali e a coste. • Colori trendy. Tutte le tonalità autunnali sono le benvenute! Sempre elegante ma capace di diventare anche glam rock e casual, nel nostro armadio non può mancare il total look in black. Capi di questo colore senza tempo, arricchiti di materiali pregiati come il cuoio o il raso per dare un tocco contemporaneo anche agli stili più classici. Maglioni a maglia grossa, abbinati a un pantalone a sigaretta e scarpe flat o con tacco e una maxi borsa a completare il look. • Cosa cercare. Giacche, pantaloni e cappotti su misura. Pelle verniciata, dettagli satinati e cinture oversize. • Colori. Nero anche in abbinamento con bianchi caldi e freddi, blu profondo, grigio. Il nostro viaggio tra stili e tendenze ci proietta fino al Checkered Feature. Le fantasie a quadri sono tornate e saranno un must di tantissimi look autunno/

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inverno. D’ispirazione anni ’70, con una forte spinta contemporanea, nelle calde tonalità o dai forti contrasti, il quadrato è declinato in modi nuovi e sempre affascinanti. Come va indossato? Stile e creatività sono le parole d’ordine! Tinta unita per chi non vuole osare troppo, con altre fantasie o abbinato alle righe per i più audaci. Elegante e trendy, lasciati ispirare dai giochi geometrici sia di giorno che di sera! • Cosa cercare. Camicie artigianali, cappotti morbidi, dettagli sartoriali, ricami e stampe oversize. • Colori. Dai blu ai marroni fino alle nuance più neutre con riflessi gialli, rossi, lavanda e verde. E dopo questa rapida carrellata tra i trend di stagione, non resta che augurare buono shopping a tutte voi a La Reggia Designer Outlet!

SHOPPING A LA REGGIA OUTLET CON PARTY MAGAZINE In occasione della chiusura Friends & Family, Party Magazine invita le sue lettrici e i suoi lettori a una giornata di shopping a La Reggia Designer Outlet di Marcianise (CE). Mercoledì 18 ottobre, un’occasione per cercare e trovare i must have autunno/ inverno con un ulteriore sconto: -30% sul prezzo outlet. Passa al Guest Services a ritirare la card Friends & Family. Tutti i negozi aderenti all’iniziativa qui: www.mcarthurglen.com.

LA REGGIA DESIGNER OUTLET AUTOSTRADA A1. Uscita Caserta Sud/ Marcianise S.P. 336 Sannitica 81025 Marcianise (CE) telefono: +39 0823 510244 info.lareggia@mcarthurglen.com


#style

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ph.Armando Borrelli

FERDINAND TOTAL LOOK San Sebastiano al Vesuvio, ridente cittadina alle falde del vulcano simbolo di Napoli, zona borghese definita dai più “la piccola Svizzera” della provincia. Sul corso principale, rinomata via dello shopping, in via Plinio il Vecchio, impossibile non essere attratti dal luccichio di una vetrina… cristalli, pizzi, merletti: abiti di alta moda sistemati tra oggetti vintage di arredamento. Un salotto contraddistinto da un capo che sovrasta la scena: un abito da sposa. Siamo al Ferdinand Concept: lo show room di Ferdinando Borrelli. A tutti noto come Ferdinand Total Look. Accolti da un sorriso smagliante, serviti al coffee bar del negozio, ci accomodiamo nell’ampio salone. Qui dove tutto ha inizio…

Cosa succede in questo spazio Ferdinand? Creo. Ovvero: qui succede tutto. Qui incontro le mie clienti, qui accolgo ogni donna che varca quella porta con un desiderio: essere bellissima. Il mio compito è questo: renderle felici. Qui le incontro, le conosco, ne studio i tratti del volto, la fisicità, ne interpreto i desideri per trasformarli in abito, in acconciatura, in make up. Quando arriva una cliente la osservo, capisco come parla, da dove viene e che educazione ha. Trovo un codice adatto di comunicazione, parlo la loro stessa lingua adeguandomi al mio interlocutore per entrare nel cuore di quelle persone affinchè arrivino a fidarsi di me. Bisogna creare una connessione con la donna. Solitamente una futura sposa non arriva mai da sola qui da me, ma accompagnata da un gruppo. Un branco che ha un leader ovvero qualcuno di cui si fida. Mio compito è interagire anche con questo leader. 66

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Chi veste Ferdinand? Non solo la sposa. Noi, e dico noi perché Ferdinand non è solo lo stilista ma una squadra, vestiamo la cerimonia, l’haute couture. Ma il mio segno distintivo è il “su misura” per cui creo non solo wedding e abiti da sera ma anche il pret à porter. Tessuti: la tua materia prima. Che scegli rigorosamente e personalmente. Hai toccato un argomento a me molto caro. Io ho un mio tessutaio. Scelgo i miei “futuri vestiti” attraverso la multisensorialità: tocco, guardo. Immagino quale possa essere la destinazione di quel pezzo di stoffa. Spesso porto in atelier tessuti che sono stati lasciati in deposito e che molti altri hanno scartato. Ho la capacità di dare vita e lustro a capi e tessuti che a prima vista possono sembrare poco trasformabili. Il vintage è parte delle tue creazioni. Crei guardando al futuro ma non tralasci il passato. Ho realizzato una collezione interamente dedicata al vintage. Il vintage va trattato con rispetto, ma va altresì valorizzato, in punta di piedi do una nota di freschezza a qualcosa che altrimenti potrebbe sembrare “vecchio”. La moda è questo: novità ma anche tradizione. Curi l’immagine della donna nella sua totalità. Quando hai iniziato? Ancor prima di disegnare abiti, sin da ragazzo, mi sono formato come truccatore, e poi ho studiato da hair stylist. Ero adolescente quando usavo come cavia le mie amiche che volevo truccare. Poi unitamente ai miei studi d’arte per il disegno di moda, ho fatto in modo che tutti questi aspetti potessero camminare insieme. Quando una donna si rivolge a me, poterle dare risposte sulla interezza della sua immagine è fondamentale. Perché un abito di per sé bellissimo, non sarà mai quello giusto se indossato senza un adeguato look. Nel mio background c’è la danza, ho lavorato per dodici anni nelle sartorie di abiti da ballo, e vestire ballerine che necessitavano di essere belle pur avendo “poco” indosso, mi


ha permesso di formarmi andando sempre alla ricerca della perfezione. Le tue creazioni spesso hanno manifestato questo sapore un po’ teatrale. Il luccichio degli abiti di scena del ballo ha caratterizzato molte mie creazioni. Paillettes, strascichi, trasparenze, pietre preziose, mi hanno permesso di disegnare una donna principessa in passerella. Nella nuova fase di Ferdinand le linee sono più semplici e pulite. Trai ispirazione da ciò che ti circonda, o sei un visionario. Sono un artista. L’artista vive di visioni, ma i grandi visionari non esistono più: Valentino, Ferrè creavano abiti unici e irripetibili. Oggi fare lo stilista vuol dire fare ricerca. Un tempo il pubblico aveva fame di vedere cose nuove, oggi invece che è già stato inventato e visto tutto, il compito di uno stilista è studiare e rispondere alle esigenze del pubblico, ma con un tocco di originalità che appunto è il frutto di una visione che sposa la realtà. Il 30 settembre a Villa Campolieto, nell’ambito di Ti Sposo, con una replica il 7 ottobre, ci sarà la presentazione della tua nuova collezione. Cosa vedremo. Dynamic collection è il titolo del mio wedding fashion show, nonché della mia nuova collezione sposa. Tornando al discorso della “ricerca” di cui sopra… ecco dal mio osservare la realtà e studiare le spose, è emerso che oggi, la sposa nel giorno del matrimonio non voglia più essere solo la principessa che va all’altare, ma anche una donna che ha voglia di divertirsi nel giorno più bello della sua vita. Da qui il titolo della linea: Dynamic. Per una donna dinamica che ha voglia di muoversi ed essere attiva. Abiti che si trasformano, che si smontano in modo veloce e semplice. Abiti camaleontici adatti ai diversi momenti dell’evento. Gonnelloni per la chiesa, code che caratterizzano la prima parte della cerimonia e poi “il cambio outfit” che non è un vero e proprio cambio bensì una modifica per snellire il capo rendendolo più pratico, senza strascichi, e arricchendolo con qualche accessorio che dia un tocco di stravaganza per il party

dove la sposa può vivere in comodità il momento della festa. Young Collection è invece il titolo della linea cerimonia. Abiti in total white, dove il bianco che è anche un po’ un osare del mio estro, rappresenta per la cliente una sorta di tela.. che lei secondo il proprio gusto personale può trasformare nel colore che più le se addice. Le linee sono morbide, le maniche a campana, protagonista è il pantalone. Ho spogliato i miei capi di tutte quelle incrostazioni preziose che avevano nelle precedenti collezioni, e ho ripulito le forme. Mi sono ispirato al Giappone e alla tradizione del kimono. Sarai anche ad Hera? Si alla fiera al Museo di Pietrarsa, dall’8 ottobre. Sarò in veste di Ferdinand Total Look, realizzerò dei live show per la cura di trucco e parrucco delle signore, unitamente agli outfit in abbinamento. Nel tuo futuro prossimo c’è un progetto di internazionalizzazione del brand. Sì.. (sorride emozionato) quando un mio abito esce da qui sono felice e commosso. Ogni capo è un mio figlio. Sapere che saranno ben presto altrove, in vetrine di tutto il mondo mi inorgoglisce. Ed in effetti dopo numerose richieste pervenute da ogni dove, ho deciso di produrre capi in serie, firmati Ferdinand. Il tuo motto? Come dico sempre alle mie clienti non è importante cercare un abito bellissimo ed esclusivo ma un abito che stia bene a noi. È solo in questo modo che indossandolo riusciremo a valorizzarlo e quest’ultimo renderà speciali noi!


#loridinapoli

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Dress Isaia La Reggia Designer Outlet

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Dress Harmont&Blaine La Reggia Designer Outlet

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Dress Desirèe Shoes & Watch Cesare Paciotti La Reggia Designer Outlet

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#beauty

di Cristiana Giordano

L’autunno è La stagione in cui è più frequente perdere i capeLLi già messi a dura prova dai danni causati daL soLe deLL’estate e in cui L’appuntamento con iL parrucchiere non si può più rimandare. prima nozione (ehm no, non Lozione) da fissare bene in testa: resettare tutto e affidarsi con costanza ad una adeguata e corretta hair beauty routine.

IN CADUTA LIBERA! La linea di prodotti Anti-Caduta di Pantene, shampoo (€3,49), balsamo (€3,49), balsamo Intensivo (€3,49) e tonico Rinforzante (€6,99), aiuta a prevenire il loro indebolimento e riduce la caduta dei capelli. Ogni prodotto contiene ingredienti che rinforzano la capigliatura, la idratano e la proteggono dai danni esterni. Inoltre prevengono l’indebolimento interno del capello, oltre a contrastare i danni in superficie.

READY TO SHINE! Con i nuovi trattamenti Karitè Hydra, René Furterer si prende cura dei bisogni dei capelli secchi assetati di bellezza. Le loro formule idratanti associano Olio di Karité e Cimentrio per rinforzare il film idrolipidico, assicurare una migliore protezione dalle aggressioni e mantenere un’idratazione ottimale in assoluta leggerezza. Applicata dopo lo shampoo, la Maschera Idratante Brillantezza avvolge i capelli con la sua formula cremosa e fondente all’olio di karité e Cimentrio, che liscia la fibra del capello idratandola intensamente (200 ml, € 38) 74

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UNDER CONSTRUCTION Spray trasparente multifunzione che esalta e completa il trattamento ricostruttivo, sigillando le squame della cuticola per trattenere all’interno i principi attivi delle fasi precedenti. Oltre a questo, riequilibra il pH dei capelli, li avvolge in un impalpabile film che li rende più corposi e luminosi e facilita lo styling. Va vaporizzato in modo uniforme, ciocca per ciocca, su tutta la lunghezza, prima di procedere con l’asciugatura e lo styling. Collistar, flacone 100 ml - € 18,00

COLOR COLOR... Giorno dopo giorno, lavaggio dopo lavaggio, mantenere un colore luminoso non è più un problema. Basta rivolgersi ad un trattamento innovativo che preserva l’intensità del colore. Questo nuovo gesto di detersione ultradelicato si propone come un’alternativa allo shampoo. Nuova esperienza sensoriale, deterge i capelli in tutta delicatezza, apportando alla fibra una dose di trattamento in più. Phyto (tubo75 ml, €17,90)

FOR MEN ONLY La linea Grooming Solutions offre a tutti gli uomini gli alleati per realizzare il look desiderato, da quello più raffinato e impeccabile a quello volutamente più “selvaggio”. Nourishing shampoo + conditioner: in un solo prodotto, shampoo e balsamo nutrienti (19€ formato 250ml); Clean Styling Gel: un gel a tenuta forte, per un look naturale e uno styling deciso (19,50€ formato 150ml). Per chi vuol prendersi egualmente cura della barba c’è il Nourishing Beard Grooming Oil che la ammorbidisce e ne idrata la pelle, Kiehl’s (30€ formato 30ml) LISCIA O… GASATA? Shampoo Lisci e Setosi e Shampoo Lisci e Setosi 2 in 1: Per capelli da normali a secchi, anche colorati o trattati. La sua formula tripla azione è perfetta per il rientro dalle vacanze perché agisce sui capelli secchi e crespi, riparandoli e idratandoli fino alle punte. Inoltre contribuisce ad ammorbidirli e a donar loro un aspetto liscio e setoso. Grazie al controllo del crespo per 24 ore si otterrà un trattamento idratante e lisciante a lunga durata. Head & Shoulders (€ 3,49)

hair trend autunno-inverno 17/18 L’ELEGANZA DEL RICCIO Dopo lo shampoo lascia penetrare in profondità il balsamo per capelli ricci in modo da evitare l’effetto crespo così da consentirne la giusta idratazione. Dopo aver distribuito il prodotto indossa un asciugamano o una cuffia e metti in pausa dieci o quindici minuti prima di sciacquarli. Poi pettinali con un pettine a denti larghi per non spezzarli.

VA ORA IN ONDA…. Definite anche in gergo “flat waves” si tratta di onde sulle ciocche che danno un effetto assolutamente naturale. Fondamentale per ottenerle è una buona hair routine. Nemica n. 1: l’umidità, quindi dopo la messa in piega è bene applicare uno spray anti-crespo che magari aggiunga anche lucentezza così da enfatizzare il movimento e mascherare eventuali doppie punte.

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#shopwindow

BRINKMANN Orologio Zenith Piazza Municipio, 21- Napoli www.brinkmann.it

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LE ZIRRE NAPOLI Linea Pop - Collezione “I colori di Napoli” STORE via Bisignano 68 - Napoli CONCEPT STORE via Crispi 66 - Napoli www.lezirrenapoli.it

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BIENVENUE EN MILES GRIS IL VILLAGGIO DEGLI OCCULTATORI di Stefania Serrapica Eiffel Edizioni www.edizionieiffel.com

MILLEGRADI Oggetti d’arte quotidiana personalizzati e fatti a mano via Fiorelli 12a, Napoli www.millegradi.it

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#shopwindow

INTRECCI PREZIOSI Anello Filo della vita Via V. Colonna 2 www.intreccipreziosi.com

LAVI’E Collane OKTA fili di nuvole, disponibili in vari colori info 334.2640777

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ALESSANDRA LIBONATI JEWELS Vico 2° Alabardieri, 27 - Napoli www.libonatijewels.com

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STUDIO MORELLI Anello Linea Napoli www.studiomorelli.it

ZENGA Stivaletto via Bisignano, 34 - Napoli

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#foodtour

Continua il #foodtour, che fa tappa in tutte le cittĂ del mondo, fra gustose ricette, trucchi dello Chef, consigli in cucina. Si pedala di gran lena per acquistare prodotti di prima eccellenza, realizzare piatti elaborati e raffinati, ma anche per rispolverare le antiche ricette della nonna. Deliziosi menĂš per tutti i palati con il meglio della cucina italiana e internazionale. Un giro a tavola tra piatti gourmet raccontato e fotografato.

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brunch d’autunno

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per ★ ★ ★ ★ ★

4 persone

500 gr zucca butternut già pulita 1 scalogno 6 pugnetti di riso carnaroli 1 cucchiaino di cannella 1 mazzetto di salvia

★ ★ ★ ★

brodo vegetale sale q.b. olio evo parmigiano reggiano

In una pentola ampia fate stufare con un filo d’olio e poca acqua lo scalogno tritato finemente. Aggiungete un pizzico di sale e fatelo “sudare”. Appena lo scalogno risulta morbido, unite la zucca tagliata a cubetti, salatela e fatela rosolare per un paio di minuti. Aggiungete poco alla volta un po’ di brodo vegetale (quello vero, vi prego) e fate cuocere la zucca lentamente a fiamma moderata. La butternut cuoce abbastanza velocemente, in circa 15 minuti sarà morbida Appena la zucca è pronta, non deve disfarsi, unite il riso, fatelo insaporire per bene con la zucca e aggiungete il brodo fino a coprire del tutto il riso. Fate cuocere per circa 20 minuti, aggiungendo il brodo ogni volta che il riso tende ad asciugarsi. Appena il riso è pronto, unite il cucchiaino di cannella (potete aumentarlo secondo i vostri gusti, oppure se non amate la cannella potete anche ometterla) e la salvia tritata finemente. Mantecate a fiamma spenta con due cucchiai abbondanti di parmigiano e servite subito. 80

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per ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★

2 persone

500 gr spezzatino di vitellino 300 gr patate pasta gialla 150 gr piselli surgelati 1 limone non trattato 1 foglia di alloro 1 scalogno 1/2 carota 1 pezzettino di sedano 1 cucchiaino di farina sale e pepe q.b. olio evo q.b.

Per prima cosa pulite le patate, sbucciatele e tagliatele a dadini. Mettete sul fuoco due pentolini con l’acqua e appena bolle calate in una le patate e nell’altra i piselli. Sbianchite le verdure per circa 3/4 minuti. Scolatele e passatele sotto l’acqua fredda per bloccare la cottura. Lasciatele da parte. Sciacquate la carne e asciugatela con cura con un po di carta. Dai pezzetti di spezzatino di vitello ricavate dei bocconcini grandi un paio di centimetri avendo cura di eliminare gli eventuali nervetti. Prendete una padella antiaderente e mettetela sul fuoco a fiamma viva. Fate sigillare la carne, poco alla volta, su tutti i lati. Ripetete l’operazione fino a che non sarà finita la carne. Tritate lo scalogno, la carota e il sedano e fateli stufare in una casseruola con dell’olio d’oliva e un pizzico di sale. Appena le verdure saranno stufate, aggiungete le patate, fatele rosolare per qualche minuto e poi aggiungete la carne. Mescolate, aggiungete una presa di pepe nero, i piselli, la foglia di alloro e coprite con acqua calda. Fate prendere il bollore, abbassate la fiamma al minimo e coprite con un coperchio oppure con un foglio di alluminio. Fate cuocere a fiamma bassa per circa 25 minuti. Trascorso questo tempo, scoprite la casseruola, aumentate la fiamma e fate asciugare il liquido. Nel frattempo grattugiate la scorza del limone e spremetene il succo. Unite tutto alla carne con un cucchiaino di farina e mescolate. Si formerà una deliziosa crema che avvolgerà la carne e le verdure. Servite caldo con un’insalata mista. 81

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brunch d’autunno

per ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★

2 persone

• 200 gr misticanza • 1 radicchio tondo • 2 zucchine grandi o 4 piccole con fiore • 10 gamberoni rossi • 1 cm di zenzero • 1 bustina the verde sencha • 1 arancia • olio q.b. • sale q.b.

INSALATA CRUDA E COTTA CON GAMBERI AL THE VERDE Nell’ acqua della vaporiera mettete in infusione la scorza di un’arancia e l’interno di una bustina di the verde sencha, coprite con un coperchio e fate raggiungere il pieno bollore. In un pentolino portate a bollore dell’acqua con un pizzico di sale, pulite le zucchine e tagliatele a bastoncini, (se sono quelle grandi eliminate la pate bianca interna). Sbollentate le zucchine per 3 minuti, dopodiché scolatele e passatele sotto acqua fredda per bloccare la cottura e tenere il colore vivo. Sgusciate i gamberoni e metteteli nella vaporiera con coperchio chiuso per 5 minuti. In un’insalatiera unite la misticanza, il radicchio tagliato a julienne, le zucchine, i gamberoni e grattugiate lo zenzero. Condite con un filo d’olio extra vergine, un pizzico di sale e una macinata di pepe. Ottima con del pane tostato.

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www.partenopeat.it


per uno stampo di 26 cm/8-10 porzioni ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★

250 gr farina 00 50 gr cacao amaro in polvere 400 gr zucchero 250 gr burro 150 gr cioccolato fondente 70% 250 gr latte 2 uova 1 bustina di lievito

PER LA GANACHE ESTERNA ★ 300 gr cioccolato fondente ★ 250 gr panna liquida PER IL DECORO ★ 1 confezione di lamponi ★ 1 confezione di more ★ 1 confezione du mirtillli

TORTA AL CIOCCOLATO CON GANACHE FONDENTE E LAMPONI TORTA Fate fondere a bagno maria il cioccolato tagliato a pezzettini, con il burro lo zucchero e il latte. Quando sarà tutto omogeneo, togliete il pentolino dal fuoco e lasciate raffreddare a temperatura ambiente per circa 10 minuti. In una ciotola capiente setacciate insieme la farina, il cacao e il lievito Quando il cioccolato sarà tiepido iniziate ad aggiungerlo, poco alla volta, alle farine, alternando con un uovo alla volta. Mescolate bene ogni volta che aggiungete il cioccolato e l’uovo per evitare la formazioni di grumi. Questo passaggio potete farlo con una frusta manualmente oppure con la planetaria. Quando tutti gli ingredienti si saranno mescolati e avrete un composto omogeneo versatelo in un ruoto imburrato ed infarinato. Infornate a 180 gradi per 40/50 minuti. LA GANACHE Tritate il cioccolato a pezzettini e mettetelo in una ciotola. Portate la panna liquida a sfiorare il bollore, spegnete il fuoco e a poco a poco versatela sul cioccolato tritato, mescolate bene fino a sciogliere del tutto il cioccolato. Ponete la ciotola con il cioccolato fuso in frigo e lasciate riposare un paio d’ore, se potete anche un anotte intera. ASSEMBLAGGIO Sfornate la torta quando sarà completamente fredda e togliete la ganache dal frigorifero. Ponete la torta su un piatto da portata, con l’aiuto di una spatola ricoprite interamente la torta di ganache al cioccolato, non preoccupatevi se non dovesse risultare perfetta, un po’ rustica risulterà più bella e “casalinga”! Decorate con i frutti di bosco e tenetela in frigo fino a 10 minuti prima di servirla.

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#chezchef

in cucina con... marta mattei Dinamica, bella, mondana e modaiola. Maga dei fornelli, Marta è specializzata in piatti che strizzano l’occhio all’Oriente. Quarant’anni e non sentirli, simpatica e sbarazzina, a Napoli è tra le più note agenti di commercio nel settore moda. Si definisce fashion victim, ma quel tanto che basta per chi come lei ama vestire bene e lavorare nel campo della moda. Fashion sì, ma sempre con un pizzico di personalità. Le sue grandi passioni sono la cucina e l’arte. Prepara deliziosi piatti orientali, dalla cucina cinese, alla thai, alla vietnamita e chi più ne ha più ne metta. Passione che condivide con il compagno Fabrizio, che invece preferisce la cucina della tradizione partenopea, cavalli di battaglia: pasta e patate e pasta e fagioli. E poi l’arte, nel tempo libero gira per musei, mostre, eventi culturali. Artista preferito: Lello Esposito. Pittore del cuore: Caravaggio.

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riso alla cantonese 280 g. riso basmati 560 ml acqua 100 g. prosciutto cotto 2 uova 150 g. Piselli 1 cucchiaio salsa di soia 4 cucchiai olio di semi di sesamo un pizzico di zucchero

Sciacquare il riso sotto l’acqua corrente più volte fino a che l’acqua sarà trasparente. Mettete il riso in una casseruola con l’acqua che dovrà essere una volta e mezzo il peso del riso. Quando avrà raggiunto il bollore cuocete per circa 10 minuti. Scolate, e mettete il riso a raffreddare. Sbattere le uova e scaldare 2 cucchiai di olio di sesamo in un wok, aggiungete l’uovo e fatelo strapazzare in padella. Aggiungere il prosciutto cotto tagliato a dadini, piselli già sbollentati con un pizzico di zucchero, rosolare per un paio di minuti, poi sollevate dal wok e mettete da parte. Mettete 2 cucchiai di olio di sesamo nel wok e quando sarà caldo aggiungete il riso. Fate sfrigolare un minuto circa e salate. Unite il condimento di piselli, uovo e prosciutto e saltate per circa 30 secondi. Servite in una ciotola e ovviamente mangiate con le bacchette.

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I N G O IS

#mammalemamme

SON

I R E D DESI di Valeria Prestisimone

Crediamo ancora nei sogni? I bambini sì per fortuna, credono nei sogni e vogliono vederli realizzati a tutti i costi. I bambini, come ha scritto l’autore napoletano Lorenzo Marone nel libro Magari domani resto sono insieme ai cani il meglio che c’è in giro, credono ancora e anche nei piccoli sogni, in quelli di tutti i giorni. Mi sono dilettata, così, a parlare con loro e a chiedergli della loro giornata dei sogni. Si svegliano la mattina e cosa vorrebbero fare, come vorrebbero trascorrere le loro ore. Siamo sempre più presi, e anche i bambini, dagli impegni quotidiani che si dividono tra la scuola, lo sport, il corso di musica e tante altre cose, ma loro appena aprono gli occhi come vorrebbero impiegare il tempo? Ovviamente i bambini sono diversi e c’è chi nei suoi sogni vede l’insieme di tante piccole cose e di tanti piccole abitudini; c’è anche chi poi pensa in grande, ma qualunque sia il sogno di un bambino, piccolo o grande, coltiviamolo, perché è bello sognare!

In questo viaggio onirico ho incontrato Giulia Pandolfi di 7 anni, Laura Violante Giglio di 6 anni e Lorenzo Lo Russo, 7 anni.

LAURA VIOLANTE GIGLIO La mia giornata dei sogni comincia svegliandomi nella casa al mare, facendo colazione con una montagna di cioccolato insieme alla mia sorellina, la mia cuginetta e le mie amiche del cuore. Poi ci prepariamo e corriamo al mare per fare milioni di tuffi e pescare pesciolini con il barattolo con la farina, poi andiamo a raccogliere tante pietre e le dipingiamo così possiamo venderle ai passanti. La mia giornata da sogno finisce con una cena con i miei genitori (vorrei sempre uscire la sera e spero che almeno nei sogni sia concesso), i loro amici e la mia amica Benedetta a Ischia in questo posto che si chiama la riva destra.

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LORENZO LO RUSSO Vorrei svegliarmi e andare subito all’Acquapark e fare tantissimi scivoli, tra questi il Kamikaze che è uno scivolo ripidissimo, poi vorrei continuare a fare tutti i giochi possibili e sognerei di trascorrere così tutta la giornata. Vorrei che ci fosse sempre il sole e facesse sempre caldo, perché nei miei sogni sono sempre al mare a fare i tuffi, a fare windsurf e a giocare in acqua. Del resto cosa c’è di più bello?

GIULIA PANDOLFI La mattina quando mi sveglio e apro la finestra vorrei vedere sempre l’arcobaleno. Per colazione mi piacerebbe mangiare le mie cose preferite, caramelle, gelato e meringhe colorate! Sarebbe fantastico avere una bacchetta magica per potermi preparare, vestire e soprattutto lavare i denti in maniera super veloce! Anziché andare a scuola, vorrei andare a lavoro con papà per poterlo aiutare a vendere tutti i prodotti del suo negozio così da guadagnare tanti soldi e potermi comprare un bel cagnolino da far dormire nel mio letto. Il pomeriggio mi piacerebbe andare al parco a giocare insieme alle mie amiche oppure invitarle a casa mia e fare merenda insieme, ballare e inventare spettacoli. Giocare con i miei genitori e mia sorella al Monopoli. Vorrei essere una brava cuoca per preparare una cena buonissima per i miei genitori e una torta al cioccolato per mia sorella Flavia che è molto golosa. 87

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#bonton

primo appuntamento cose da fare, non fare, sapere, durante un romantico tête-à-tête. il galateo del primo appuntamento di Francesca Cicatelli

Si dice che in amore non ci sia una regola. Fatto sta che alcune è bene osservarle per assicurarsi che tutto vada a buon fine e per non sembrare poco accorti all’altra persona. Così anche se la modernità ha codici più spontanei e rilassati, un perfetto corteggiatore ha degli step da seguire. Al bando i tenebrosi e i giullari per esibizionismo: voler a tutti i costi attirare l’attenzione di qualcuno non farà altro che farvi apparire finti e antipatici. Siate voi stessi con semplicità. Gli argomenti da affrontare in occasione di un primo approccio vanno scelti con cura, ma senza dare l’impressione che si stia recitando un copione. Basta seguire alcuni accorgimenti per non avere problemi: non essere ossequiosi e non coprire l’altro di lusinghe e complimenti, non parlare iniziando ogni frase con l’io della coscienza, se non esplicitamente richiesto dall’interlocutore e non toccare argomenti troppo impegnati, che potrebbero generare prese di posizione. Per il bene della serata e della tranquillità reciproca, conviene tenere a mente una lista di argomenti in e out. Valgono le norme generiche di buona conversazione: no a politica, religione e sesso. Se scatterà la scintilla, avrete modo di approfondire queste temati-

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che e litigare con cura. I contatti, soprattutto all’inizio, non devono essere forzati. Il corteggiatore, che sia uomo o donna, dovrà aver cura di stabilire ora, data e luogo dell’incontro senza lasciare troppo spazio all’incertezza. Per un serale è da preferire un aperitivo, meno impegnativo. Il pagamento spetta, con estrema discrezione, a chi ha promosso l’invito. Negli incontri successivi in base alla situazione socioeconomica delle parti si deciderà come comportarsi ma, certo, ci si aspetta generosità maschile. Più che il primo, delicato è il secondo appuntamento. Se la “first time” è stata piacevole, l’invitato avrà premura di chiamare l’altro e ringraziare per la bella serata. Da evitare messaggini e chiamate insistenti anche se si pensa di aver incontrato l’anima gemella. I doni del primo incontro vanno restituiti in caso di no, tranne i fiori: quelli, anche se caduchi, sono per sempre. Il bonton del corteggiamento parte dagli sguardi. La seduzione deve avvenire con eleganza e un pizzico di ironia e magari facendo sentire la donna una dama esclusiva, anche se non si è più nell’800. La signorilità è sempre benefica pur nell’epoca dei social network e del “ti cerco su Fb”. Comunque corteggiare non è


una pratica riservata agli uomini: il galateo prevede che anche le donne possano fare il primo passo. Importante è poi la puntualità, per non creare nell’altra persona dubbi o aspettative e programmare l’evento: incontrarsi per decidere la serata vi renderà poco piacevoli. L’uomo deve sempre andare a prendere a casa la donna invitata, anche se a parecchi chilometri di distanza. Di cattivo gusto fare lo squillo al cellulare quando si è sotto casa invitando la donna a scendere. È da preferire l’apertura della portiera anche se resta per pochi inguaribili galantuomini. Al ristorante, tradizionalmente, entra sempre prima l’uomo, per controllare. Negli altri luoghi apre la porta e aspetta che entri la donna. La donna dal canto suo deve evitare di monopolizzare la discussione e permettere all’uomo di servirla versando l’acqua e il vino o porgendo le pietanze. Non esibitevi in siparietti del tipo “facciamo a metà” in nome della parità tra sessi. Ringraziate e sorridete. E se al momento del conto dice: dividiamo? Beh, pagate la vostra parte e poi cancellate il suo numero. A meno che la tensione emotiva e le affinità elettive non siano tali da risultare incontenibili, meglio limitarsi ai saluti classici e poi se vi è piaciuto, cedere nei giorni a seguire al valzer del corteggiamento.

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#prettytail

Cani, gatti, iguana, pappagalli e pesciolini a confronto con i loro padroni. Il proprietario racconta pregi e difetti del suo animale, ma non solo, immagina cosa potrebbe dire su di lui se potesse parlare. Scrivete a prettytail@partymagazine.it per un’intervista doppia con il vostro fedele amico. lillo, greg e i loro gatti lillo parla di alan,dafne e alvin

alan, dafne e alvin parlano di lillo:

Ho non uno, non due, ma tre gatti. Alan ha 7 anni ed è un gatto europeo trovatello, poi c’è Dafne che è una Norvegese delle Foreste che ho preso in allevamento e ha 9 anni e poi c’è Alvin che è un Maine Coon, quella razza gigantesca delle foreste nord americane che ha 4 anni. Sono tre gatti completamente diversi per carattere e aspetto. Abito a un piano terra, due di loro escono dal giardino ogni tanto e girano nel parchetto condominiale, quindi sono diventati un po’ di tutti. O meglio, tutti sanno che sono nostri, ma ogni tanto vanno a dormire anche a casa di altri. Hanno almeno altre tre o quattro famiglie. Certo non gli ho mai detto questa casa non è un albergo. Invece il Maine Coon, rimane sempre a casa, è il gatto più pigro del mondo, non gli va proprio di scavalcare e fare un minimo di strada, quello dorme 13 ore al giorno e pesa tipo 10 kg. Obiettivamente non è agilissimo, mentre gli altri scavalcano il recintino e se vanno in giro. Prima di sposarmi ho sempre avuto animali, ho avuto cani e gatti. Poi mi sono sposato e abbiamo sempre saputo di condurre una vita non adatta a tenere un cane. Poi a un certo punto, mia moglie stava attraversando un periodo triste per la scomparsa del padre e io mi sono deciso. Gli animali sono terapeutici e ho pensato che nonostante lei fosse allergica al pelo del gatto ne ho portato uno a casa, era un norvegese delle foreste che però ora poverino è morto. Il risultato ha poi confermato le mie speranze, effettivamente è impazzita per quel gatto. Avendo poi un piccolo giardinetto l’animale viveva gran parte della sua giornata fuori ed entrando poche volte a casa, mia moglie è riuscita anche a superare la sua allergia. Le abitudini alimentari si basano esclusivamente sui croccantini. Non amano proprio nè il pesce, nè la carne, ma solo il mangime di qualità molto buona, consigliato dal nostro veterinario. Solo l’europeo è goloso: infatti, è grasso. Invece, Dafne è quella più giusta, lei mangia il giusto. Ed infine il Maine Coon, lui, per esempio, non mangia per niente. Mangia quel poco che gli basta, non è per niente goloso nonostante sia il più grosso.

Ha 54 anni, è un padrone saggio e di cuore. Il suo miglior pregio è il rispetto che ha verso gli altri e soprattutto verso gli animali. Non si sognerebbe mai di farci vivere come in una prigione. Quando miagoliamo perché vogliamo uscire lui, ci accontenta subito e non perché ce la dà vinta, ma perché è convinto che sia giusto renderci liberi. Va detto però che purtroppo non ci segue nei giochi. Un suo difetto è la pigrizia. Magari sta leggendo un libro o fa altro e non ci sta dietro quanto vorremmo. Specialmente con me (parla Alan) che amo giocare, non gioca quanto vorrei, si stufa facilmente. E lo sa che la pigrizia ci porta ad essere mal disposti verso di lui. In realtà poi tendiamo a cercarlo perché ci piace stare con lui, abbiamo un buon rapporto. Ovviamente lui è consapevole della situazione “giochiamo in tempi minimi”, specialmente Dafne accusa la limitazione, lei vorrebbe giocare molto di più e infatti poi preferiamo sua moglie. Del resto poi il suo essere pigro non è solo legato a noi, ma lo è anche con gli amici. Se il suo programma è di restare a casa a vedere un film e un amico lo chiama per una uscita al volo, lui declina per non tradire il suo progetto originario. Per il resto è una persona accomodante e rispettosa degli altri. Certo va detto che anche sulla puntualità non è proprio il massimo, ma più o meno è nella norma. Greg, il suo amico e collega, invece, è veramente ritardatario. Per quanto riguarda il cibo la sua passione sono i dolci. Gli piace mangiare in generale, ma se parliamo di gola va matto per i dessert, li mangerebbe anche a stomaco pieno, senza il minimo appetito. In generale non li mangia per ovvi motivi, non solo perché i dolci fanno ingrassare, ma perché come dice Lillo fanno proprio male e però diciamo che ogni tanto se ne concede uno perché sennò non sarebbe vita. Sono tre quelli che ama: il babà, il cannolo siciliano e tutto ciò che ruota intorno al cioccolato.

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greg parla di willy e peggy Il maschio si chiama Willy e ha 5 anni ed è un gatto che ho trovato sul set quando abbiamo girato il primo film in Trentino. Era piccolo, dovevamo girare uno spot per un lungometraggio che aveva un gatto nero come comparsa. Willy all’epoca aveva 5 mesi ed era il sostituto del gatto protagonista. Mi sono invaghito all’instante, mi ha messo le zampette sul naso ed è stato subito amore. Willy, è il “diminutivo” di Sir Willian Lennon Mcwels Gregori, ha una stranissima caratteristica, il suo pelo si chiama smoke perché è nero, ma quando lo accarezzi contro pelo è bianco. Poi c’è Peggy, che è proprio bianca e ha 2 anni e mezzo. Non li ho mai portati con me in tournée, si stressano. Basti pensare che una volta li ho portati nella cantina che ho attrezzato sotto casa per fare degli esercizi ginnici e quando siamo entrati, nemmeno il tempo di lasciarli liberi di girare che si sono terrorizzati. Quindi ho capito che devono stare esclusivamente a casa. I loro piatti preferiti? Lui è molto schizzinoso, ho provato nel tempo a cucinargli tacchino, pollo, vitello o pesce, ma niente da fare, anzi. Mangiano qualche volta il prosciutto ma lui è fissato con i croccantini di una marca specifica. Lei fondamentalmente è succube, mangia solo quello che mangia lui. Il pregio di Willy è che è uno di quei gatti che sogni di avere, perché parla. Dialoghiamo molto, è un gatto che parla quasi in continuazione. È molto di compagnia, di lui non mi stufo mai. Il pregio di Peggy è che è una grandissima compagnia per Willy. Dopo 2 anni e mezzo ha capito, ma non ancora del tutto, che non siamo intenzionati a farla fuori. Anche se le resta sempre il sospetto e raramente si rilassa e le volte che lo fa lo capiamo, perché viene a dormire sul divano, ma appena uno di noi si alza è come se esclamasse: “Eccallà, mi stanno facendo fuori, è arrivato il momento!”. Quindi vive perennemente con le crisi di abbandono. Non giocano mai con le cose che gli compro, ma giocano con qualsiasi cosa possano trovare in casa, dai tappi di sughero al più classico infilarsi nelle scatole, dove amano anche dormire, hai voglia a comprargli cucce.

willy e peggy parlano di greg Ha 53 anni, è nato nel ’63 nel mese di novembre e quindi dice di averne ancora appunto 53. Quando ci siamo visti per la prima volta (parla Willy) è stato amore a prima zampa. Ero sul set come sostituto del gatto protagonista e dopo questo primo incontro mi sono ritrovato su di un treno, nel mio nuovo trasportino, che da Rovereto iniziavo una nuova vita insieme a un nuovo amico. Io e Greg abbiamo un ottimo rapporto, soprattutto parliamo molto. E ce la intendiamo sempre. Ci guardiamo, mugugniamo qualcosa e parte il botta e risposta. Il suo piatto preferito? Un tempo avrebbe risposto, quando mangiava molta pasta, le penne all’arrabbiata, che comunque per lui rimangono un caposaldo, ma ora non ne ha più uno ben preciso, passa dal brasato al barolo al risotto al radicchio a piatti di cucina indiana. Diciamo che gli piacciono i piatti ben cucinati. A parte le verdure, che sono le uniche cose che riesce a mangiare crude o anche soltanto bollite senza neanche il condimento, la carne o il pesce invece devono avere necessariamente un intingolo. La carne o il pesce sulla brace non gli danno soddisfazione, dice. Il suo pregio è la vulcanicità, se così posso definirla, non ha mai il cervello a riposo o comunque si riposa escogitando sempre cose nuove, avendo idee. Il suo difetto, ben noto a molti, è la scarsissima puntualità, è un ritardatario cronico. Ed è anche uno che si stufa facilmente delle cose. Quando scrive una commedia si diverte nel momento in cui ha l’idea, la trascrive, comincia a pensare ai costumi, alla scenografia, incontra il costumista e lo scenografo, c’è l’allestimento e finalmente la porta in scena. Alle prove, vede che cresce, vede che si forma, poi le letture a tavolino, poi in piedi, le altre prove, poi si va in scena e dopo tre giorni dice basta e vuole una cosa nuova. È fatto così. 91

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Piccoli, grandi, pelosi, pennuti o branchiati, i nostri fedeli amici: un amore puro e incondizionato. Diamo voce loro per conoscerli fino in fondo. Dall’alimentazione alla toilette, dalla moda allo street food, dai locali pet friendly al fitness, tutto il mondo dei nostri cari animaletti

AGOPUNTURA CANINa L’agopuntura veterinaria è una tecnica terapeutica efficace per ogni sorta di patologia, anche se classicamente viene utilizzata per patologie psicosomatiche, osteomuscolari, neurologiche, patologie comportamentali, ecc.. La dottoressa Giuliana Galassi è la responsabile del centro S.A.V.E., la struttura di via Martucci a Napoli, interamente dedicata all’agopuntura veterinaria. “Gli aghi – assicura - sono assolutamente indolori”. Alla prima visita è necessario portare la documentazione medica e l’anamnesi di tutta la vita dell’animale. Contestualmente viene effettuata una visita completa ed una prima terapia e per tutta la procedura il tempo necessario è di circa un paio d’ore. Le sedute, dalla seconda in poi, durano un’ora. Il numero minimo di sedute per avere una risposta va di solito da 5 a 10.

I CAVALLI FANNO LE TERME La giostra acquatica e la piscina danno benefici fisici e terapeutici ai cavalli. Tali strutture nascono per la sgambatura, il rassodamento muscolare e per la riabilitazione. L’acqua tonifica la muscolatura rilassando l‘animale. Nella giostra il cavallo non nuota, bensì cammina immerso in un certo quantitativo d’acqua. Nella piscina che può essere un corridoio circolare od ovale, il cavallo è immerso fino al collo. Previsti anche in alcune strutture, una postazione di idromassaggio a 24 getti, un dispositivo per la marcia contro corrente, che produce una superiore resistenza all’avanzamento in acqua con la conseguente maggiore tonificazione della muscolatura e un impianto di riscaldamento e raffrescamento dell’acqua affinché possa essere utilizzata tutto l’anno. In Italia sono pochi i centri con la piscina per la idroterapia equina, ma uno tra tutti va Nominato: il Centro Ippico “Il Palazzetto” di San Giuliano Terme, gestito dalla famiglia Bardini, che da più di venti anni opera in questo settore. L’acqua della piscina da loro costruita proviene da una sorgente termale.

CENTRI DI BENESSERE E RIABILITATIVI PER GLI AMICI A 4 Come negli States, anche in Italia sono nati centri spa per cani: dalla preparazione atletica al dimagrimento, fino alle cure di bellezza con programmi specifici a seconda della razza e dell’età e finanche massaggi anti-stress. A Pessano con Bornago ci sono le Terme di Fido e a Roma è possibile rivolgersi a La Vecchia Fattoria, una beauty farm per animali domestici con palestre, piscine, parrucchieri ed estetiste e per i più intraprendenti sedute di yoga con uno psicoanalista veterinario. A Brescia è nata la Dog’s Sporting Academy, centro con piscina, area ludica e area benessere e la vasca per trattamenti all’ozono e idromassaggio. A San Casciano dei Bagni la struttura Fonteverde Natural Spa è un centro che ospita cane e padrone con rispettive piscine termali e, come ogni spa che si rispetti, all’arrivo viene offerto ai clienti cani il kit di benvenuto: copertina, ciotola e asciugamano. 92

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COCKTAIL PREZIOSO Un salotto total white ospita la nuova sede della gioielleria Intrecci Preziosi inaugurata a Chiaja con un lussuoso cocktail party. A fare gli onori di casa l’imprenditrice Giulia De Luca, circondata da tanti amici e clienti, che hanno festeggiato e brindato al nuovo inizio. Durante la festa sono stati presentati i diversi brand, tra finger food, cocktail a tema, sulle note del dj set. ph. Romolo Pizi

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SFILATA SOTTO LE STELLE Un’atmosfera anni ‘70 ha avvolto la seconda edizione del Legora Party, che si è svolto sotto un cielo stellato al Gabbiano di Marechiaro, che per l’occasione si è trasformato in una passerella di moda. Ha sfilato una collezione elegante, versatile e colorata, ispirata a uno stile ben definito nei tagli e nelle linee. Tanti gli ospiti che hanno partecipato all’evento. E dopo la sfilata tutti sulla terrazza a picco sul mare, a ballare e a divertirsi con Marco Piccolo dj. ph. Romolo Pizi

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MONDANITÀ E MOTORI Una serata esclusiva tra mondanità e motori è stata organizzata per la presentazione della nuova nata in casa Rover: Velar, svelata, è il caso di dire, al Museo Ferroviario di Pietrarsa. Definita “the avant-garde Range Rover”, rappresenta la massima espressione dell’innovazione e del design, grazie a proporzioni mozzafiato, linee pulite ed eleganti e alla tecnologia avanzatissima. All’evento promosso da Autorally e dalle altre concessionarie campane Land Rover, hanno partecipato gli ospiti di Fabio Ummarino della PL Management, deliziati dallo chef Pietro Parisi che ha presentato una varietà di squisiti “boccaccielli”. ph. Marco Rossi

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ROMANTICO APERITIVO IN TERRAZZA In un’atmosfera magica, tra i colori del crepuscolo e le luci della città, centinaia di invitati hanno partecipato al primo Sunset Music sulla terrazza del Renaissance Hotel Mediterraneo, organizzato dalla PL Management di Fabio Ummarino. Vista mozzafiato su Napoli, drink, special food, risate, dj set e due brand d’eccezione, BIRAPHAEL borse di Fabrizia Fabozzi e PUNTOEACCAPO costumi di Barbara Aprile e Annapaola Costabile, gli ingrediti della bella serata. ph. Marco e Gianluca Baldassarre

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HOLLYWOOD E LA DOLCE VITA AL GALÀ DEL RANGIO FELLONE

Al Rangio Fellone di Ischia, storico locale che si affaccia sulla baia Punta Molino, attori internazionali, ospiti vip, giornalisti, imprenditori e tanti amici, hanno partecipato al Galà “Dolce vita ischitana” organizzato da Eugenio e Patrizia Ossani. Un party glamour ed elegante durante l’Ischia Global Film Festival, che ha fatto scatenare Antonio Banderas, il premio Oscar Mira Sorvino, Armand Assante, Lola Ponce, Serena Rossi e Davide Devenuto, Raf e Gabriella Labate, Lina Sastri, tanti artisti e volti noti. Un omaggio agli anni ‘50 e ‘60 e a quella dolce vita che ancora oggi si respira a O’ Rangio Fellone. E sulla mitica rotonda sul mare cantata da Fred Bongusto gli ospiti hanno cantato e ballato con Clementino, che ha fatto rappare anche Banderas. ph. Romolo Pizi

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HAPPY HOUR AL FREAK Versatile e divertente, si è presentato ai napoletani “Freak”, nuovo locale della movida. A Chiaja è nato un moderno “Dottor Jekyll e Mr.Hyde”, che di giorno è una caffetteria e di notte si trasforma in un luogo stravagante. Cocktail e musica per festeggiare l’inizio di una nuova avventura tra amici e tanti curiosi, che hanno partecipato all’happening. New concept fresco e giovanile pronto per fare tendenza. ph.Romolo Pizi

LIFESTYLE

EVENTS

PUBLIC RELATIONS

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APERITIVO IN TERRAZZA Due eventi esclusivi per il welcome a Napoli di Iqos, tecnologia all’avanguardia di Philip Morris International per la nuova sigaretta elettronica. Tra champagne e sofisticati finger food sulla terrazza del Sancta Sanctorum tantissimi gli ospiti invitati dalla PL Management di Fabio Ummarino. Eccezionale performance artistica della musicista jazz Roberta. ph. Costantino Nanino e Gianluca Baldassarre

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PARTY GOAL! Partita a calcio con gli amici e poi mega party al Virgilio. Ha festeggiato cosĂŹ i quartanti anni Gianclaudio Alinei, celebrando le sue tre grandi passioni: pallone, amici e ovviamente la famiglia. Cin cin a mezzanotte con champagne e una torta a forma di campo da calcio. Centinaia di ospiti si sono divertiti tra musica, balli e tante risate in compagnia. ph. Romolo Pizi

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BOLLICINE IN RIVA AL MARE Tutti a fare festa per i primi quarant’anni di Fabiana Gianfani sulla spiaggia del Singha di Bagnoli. Il nuovo locale per gli appassionati del by night partenopeo ha ospitato centinaia di invitati, che al tramonto hanno brindato alla neo quartantenne. Balli e divertimento fino a notte tarda con spettacoli acrobatici dal vivo e giochi di fuoco. Il momento clou della torta si è svolto tra fuochi d’artificio, luci e colori. I balli scatenati sono stati scanditi dalle note del dj Marco Piccolo, accompagnato per l’occasione dal violino elettronico di Simona Sorrentino. ph. Francesco Begonja

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GRANDE FESTA AL LUNA PARK PER PETRA Flamingo & Luna Park: un mondo di fiabe, fanciulli, giostrine ed estate. Quello che ama e desidera Bamba Di Costanzo, mamma, nonna e geniale allestitrice. Ecco perchè l’ha ricreato al Panda Park di Posillipo per i 40 anni di sua figlia Petra Buondonno. Un vero pink-party tra Cirque du Soleil e USA style: qua le macchinine autoscontro (anzi «tozza-tozza»), qua un mega buffet di sushi e delicatezze in punta di dita, qua i fenicotteri rosa (simbolo dell’estate 2017) in versione suaglass, cannuccia o segnaposto, qua il free bar acrobatico. Toy boys in versione “naso rosso”, pistole e fiori da clown caricati a gin-tonic por todos, una live band di musica seventy e per finire una sontuosa design cake ispirata al Circo. Augurissimi, baby Petra! Ph. Marco e Gianluca Baldassarre

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PARTY TIME È l’ora della festa! Metti una terrazza sul mare, gli amici di sempre, buon vino, musica, un’atmosfera brillante, mescola bene, ecco servito il party di Uberto Di Gennaro, che ha festeggiato quarant’anni all’Ondina. Con la frizzante moglie Giovanna, fasciata in un elegante abito dorato firmato Ombelico, ha accolto centinaia di invitati nel locale di Posillipo. Per tutti un braccialetto, drink e tanto divertimento. Torta, champagne e poi via alle danze scatenate con dj set di Roberto Gagliardi. ph. Romolo Pizi

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MARINA CHIC PARTY PER CAPITAN CARPISA

Sessanta anni e non sentirli per Lello Carlino, patron di Carpisa, che ha festeggiato all’Arenile di Bagnoli. Tema “marinar” per il mega party a cui hanno partecipato più di mille persone. Sul palco la cantante newyorkese Barbara Tucker, star dei più importanti locali di Ibiza, che ha fatto scatenari gli ospiti con la disco anni Ottanta. A brindare con l’imprenditore napoletano la famiglia, tanti amici, vip e testimonial del suo brand. ph. Pippo By Capri

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GLAMOUR PARTY IN TERRAZZA PER IL PROF Festa grande per il Professor Lello Cercola sulla mitica terrazza della sua casa di Posillipo, che ha persino l’hashtag dedicato e una pagina su facebook: “lelloraf terrace”. Il guru partenopeo della comunicazione ha organizzato un party in grande stile per festeggiare il compleanno. Balli, risate, cibo raffinato, tanto divertimento per le centinaia di ospiti. Intellettuali, giornalisti, ex studendi diventati suoi amici e tanti nomi noti della città si sono scatenati con il Prof. ph. Rosario e Mena @ Caramiello Studio

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CH O

LOW F YEL

A TOU

PARTY

Un tocco di giallo per gli amici di Fabrizio Forzati che ha festaggiato i suoi primi quarant’anni a Ischia nel parco Mezza Torre. Villa Palma è stata trasformata con “a touch of yellow”. Long aperitif dal tramonto a all’alba sulle note di Marco Piccolo e del sax di Vincent Albi, che mixate con i drink a cura di Bar In Movimento hanno coinvolto i tantissimi amici accorsi da tutte le parti del mondo. Un party fresco e mondano, organizzato dalla Van Ideas di Nanni Resi e Verena Celardo, con la grande collaborazione e partecipazione del festeggiato insieme alla fidanzata Laura D’Anella, i fratelli Antonio e Francesco, la cugina Giulia, i genitori Maurizio e Marina. ph. Lorenzo Franco

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IL MATRIMONIO DEL DIVO Maratea come Fantasilandia: un fine settimana d’amore con tante emozioni e tante sorprese. Welcome cocktail allo Yumara, cerimonia nella Chiesa dell’Annunziata nel centro storico, party romantico e scatenato nella Villa La Matrella per il matrimonio di Riccardo Pascucci e Antonella Capuano. Tanti i momenti memorabili, dai discorsi degli sposi al ballo stile “grande bellezza” di Fabrizio Grasso e Roberto Porcelli. Gran finale con bagno in piscina e saluti romantici sulle note di “Infinito” di Raf. ph Francesco Begonja

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LEGORA’S WEDDING Una giornata straordinaria nel segno dell’amore: messa celebrata presso la basilica Santa Maria a Piedigrotta con la solenne benedizione del cardinale di Napoli Crescenzo Sepe e ricevimento a Villa Favorita per il matrimonio di Alessandro Legora e Diana Iammarino. Un’atmosfera unica, resa ancor più magica dall’accompagnamento musicale della Raoul & Swing Orchestra, che ha deliziato gli ospiti con un repertorio swing fino ai classici napoletani rivisitati.

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MATRIMONIO DA FAVOLA Matrimonio da sogno per Stefano Uva e Lucrezia Orlando che, nel primo sabato di settembre, hanno pronunciato la fatidica formula che li ha uniti insieme per sempre. E quando si è belli e felici come loro, si hanno tutte le fortune, compresa quella del raggiante sole uscito un’ora prima della celebrazione, dopo una giornata di pioggia incessante. Così la splendida sposa, nel suo abito in pizzo firmato Maison Magic, è sbarcata sul molo dello Strand Hotel Delfini di Carta Romana a Ischia, dove era allestito il romantico altare. Ad accompagnare la sposa il papà Antonio e la celestiale Alleluia cantata della sua compagna Lina Carcuro. Inizia così il matrimonio all’insegna dell’allegria, a cominciare dai due celebranti e amici di una vita, Piero Lenhardy e Martina Castaldo. Dopo la cerimonia e l’ottimo cibo, un party danzante scatenato con tuffo in piscina finale. Auguri agli sposi! ph. Luciana Latte



THE GRADUATE PARTY Festa di laurea a Villa Murolo a Marechiaro di Luca Ottiero. Un momento importante condiviso con la famiglia e tanti amici. Il party è stato condito anche un po’ d’America: a sorpresa dagli States, infatti, è arrivato il fratello Chicco. Marco Morelli in consolle ha fatto ballare per tutta la notte gli invitati. Auguri al Dottor Ottieri per la sua laurea in giurisprudenza. ph. Marco Baldassarre

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HAPPY BIRTHDAY FABRIZIA

Party glamour, colorato e chic quello di Fabrizia Grillone, che ha festeggiato i 18 anni a Le Arcate di Via Aniello Falcone. Ad abbraciare la “woman in red” i familiari, tanti amici e i compagni di scuola del Liceo Pansini, che hanno brindato con tanto affetto a lei e al suo futuro stellare. Musica, sorrisi e tanti auguri alla neo maggiorenne fasciata per l’occasione in uno splendido abito rosso. ph. Luigi Orlando

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