#editoriale UN MESE SU TINDER, MA SENZA INCONTRARE DI CAPRIO
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su Tinder ce ne sono una marea. Sbagliato. Vero che a Tinder sono iscritti un sacco di uomini, ma in moltissimi casi sono fidanzati o sposati. Non rivelerò neanche sotto tortura i nomi, ma su Tinder purtroppo ci sono anche i vostri mariti. Altro consiglio utile. Non vi imbarazzate di chiedere se sono impegnati o meno, perché non dovete darlo per scontato. Io l’ho fatto ed ecco cosa è successo. Da poco iscritta, me n’è capitato uno di Torino, che si trovava a Napoli per lavoro. Carino, 45 anni, perbene (o almeno all’apparenza), spesso in città per lavoro. Torino è una città in cui ho vissuto e a cui sono molto legata, per cui mi sono detta, ma sì, che costa stare un po’ in chat, sembra un tipo interessante, vediamo che succede, un caffè alla Feltrinelli di Piazza Dei Martiri glielo posso concedere. Dopo i primi messaggi su Tinder, siamo passati a chattare su Facebook. Il numero non me l’ha chiesto e questo avrebbe dovuto farmi pensare, ma non ci ho fatto più di tanto caso e alla fine la cosa in realtà è durata pochi giorni. Vuoi la distanza, vuoi che sui Social diventa abbastanza noioso chattare, vuoi che c’erano le feste di Natale, vuoi che dovevo partire per l’Egitto, insomma me ne sono poi dimenticata. Bè, sapete come è andata a finire? L’ho beccato l’ultimo giorno con tutta la famiglia (moglie più due figli) nello stesso albergo in cui alloggiavo a Sharm. Hai capito il presunto single? In conclusione ho avuti pochi match, perché ho messo pochi cuoricini. Con i pochi “rimorchiati” qualche chiacchiera, ma nulla di più, alcuni erano appunto impegnati, altri abitavano troppo lontano. Dopo un mese su Tinder posso concludere scrivendo che uno dei pochi che credo mi sarebbe potuto piacere è di Bari. Dopo il match, una notte c’è stata una lunga chiacchierata in chat, perché entrambi non riuscivamo a dormire ed è stato molto piacevole. Probabilmente ci avrei chiacchierato con piacere anche se lo avessi conosciuto a casa di amici. E anche a casa degli amici come su Tinder non sarei stata in grado di dire a un primo sguardo se mi avrebbe potuto interessare davvero. Insomma per andare avanti ci si dovrebbe incontrare no? Noi da Tinder siamo semplicemente passati a seguirci su Instagram ed è finita lì. Si può considerare Tinder un vero luogo d’incontro? Anche se la mia cara amica si è fidanzata per ora metto una “x" e e non perché tra i volti che scorrevano come delle figurine non mi è comparso Leonardo Di Caprio. Federica Riccio
©carmine luino
Ebbene sì, l’ho fatto. Mi sono iscritta a Tinder. Dopo essere stata pregata da amici e parenti di fare almeno un tentativo, ho ceduto. Mal che vada, ho pensato, ci faccio un pezzo. Detto, fatto. E poi, pare la utilizzi anche Di Caprio per cercare l’anima gemella. L’ha fatto lui, dai lo faccio anch’io. Sappiate innanzitutto che sarete i benvenuti nel girone dei traditori. Qualcuno direbbe lussuriosi, perché Tinder è nata come chat di incontri sessuali, ma in realtà negli ultimi anni è stata ampiamente sdoganata. Una mia cara amica si è persino fidanzata con un uomo conosciuto lì. Ma cos’è Tinder? È un’app per il dating, si chiamano così gli incontri online, utilizzata in 140 paesi e con 50 milioni di utenti attivi. Propone una serie di potenziali partner scegliendoli in base alla distanza grazie al GPS del cellulare. Ci si iscrive tramite Facebook, si imposta chi si vuoi incontrare (uomini, donne o entrambi), il range d'età e la distanza massima da sè in km e poi si mette una foto. Nel mio caso dato l’imbarazzo, ho scelto una vecchia immagine in bianco e nero in cui ho il volto coperto da un cappello e mostro solo gli occhi. Eccoci pronti per l’acchiappo. Si fa per dire. Terminata l'iscrizione, Tinder fa comparire una sfilza di immagini, che dovrebbero essere in linea con le proprie scelte. Se il tipo ti piace metti un cuoricino, se non ti piace, cosa che a me è capitata nella maggioranza dei casi, metti una bella “x”. Poi, se anche la persona che ti ha colpito mette il cuoricino c’è il “match” e appare una pagina con l'invito a mandare un messaggio privato. Tenetevi forte, perché su Tinder trovi chiunque: il marito dell’amica, il figo, il nerd, il palestrato, il traditore dichiarato, c’è che si presenta come “Extraconiugal”, gli ex delle amiche, i miei non li ho trovati, l’esibizionista che mostra dal tatuaggio agli addominali scolpiti passando per parti intime bel infiocchettate. Un’umanità varia ed eventuali. Le foto dei profili hanno dell’incredibile. Tantissimi hanno un’immagine di dieci anni fa se non oltre e poi quando inviano quella attuale sono un’altra persona. Gettonatissimo quel gran fusto di Pepe Reina e ovviamente i giocatori del Napoli. Modelli famosi, attori, cantanti sempre presenti. Tenetevi forte, c’è quello con moglie e figli. In alcuni casi la moglie è cancellata, in altri c’è tutto il quadretto famigliare, non si degnano neanche di tagliare la povera cornuta. Non mancano quelli che si fanno il selfie davanti lo specchio del bagno o dell’ascensore. Gli esibizionisti dei motori mostrano la macchina o la motocicletta. Gli sportivi abbondano: si tuffano, giocano sul campetto di calcio, sciano, fanno kite e windsurf. Immancabili gli sport estremi, primi fra tutti paracadutismo e arrampicata. Degli scatti in palestra non ne parliamo. C’è chi imposta invece come foto profilo quella del cane o del gatto e non dimentichiamo la chitarra, meglio se la suona ché fa ancora più figo. Consiglio utile, anzi utilissimo. Sperate sempre che il tipo che vi piace e su cui state per mettere il like abbia messo più foto e poi guardatele attentamente. La prima non fa quasi mai testo. Sembra un bono pazzesco, poi scorri le altre e alla fine ti compare il mostro di Lochness. All’inizio ti dirai che è una leggenda metropolitana che non ci sono uomini in giro,
editore Lula Carratelli lulacarratelli@partymagazine.it direttore responsabile Mimmo Carratelli direttore editoriale Federica Riccio federicariccio@partymagazine.it art director Carmine Luino fotografie Romolo Pizi editing e revisione testi Evelina Pessetti redazione Paola De Ciuceis Cristiana Giordano Lucia Nicodemo Irene Saggiomo segreteria e pubblicitĂ Barbara Riccio segreteria@partymagazine.it hanno collaborato Valerio Ciaccia Luigi Di Gennaro Antonia Fiorenzano Valeria Prestisimone special thanks Manlio Santanelli stampa Grafica Metelliana spa www.graficametelliana.com finito di stampare febbraio 2019
Edito da M.I.A. srl Via Cuoco, 5Napoli - 80121 Napoli www.partymagazine.it info@partymagazine.it reg. trib. di Napoli del 17.03.2016 Del contenuto degli articoli e degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Ăˆ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da M.I.A. srl
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#JUKEBOX di Lula Carratelli
22 #PEACEANDLAW di Luigi Di Gennaro
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#PARTENOPE di Federica Riccio
24 #FISCHIOFINALE di Mimmo Carratelli
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#SAVETHEDATE di Irene Saggiomo
26 #SCHEGGEDISAGGEZZA di Manlio Santanelli
#PICOFTHEDAY
30 #PEOPLE di Antonia Fiorenzano
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#CIAK di Valerio Ciaccia
di Carmine Luino 52 #COVERTHETOP
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#AMAZING di Antonia Fiorenzano
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#CHEZCHEF di Federica Riccio
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#LEGGERA di Lucia Nicodemo
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#MAMMALEMAMME di Valeria Prestisimone
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#POKERDASSI di Paola De Ciuceis
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67 #THEPARTY di Lula Carratelli
JUKEBOX pezzi del passato e del momento
mixati e scelti per voi LA MOSSA DEL COMANDANTE
TEN P O O T REM N A S Io confesso La Crus Cambiare Alex Baroni Lasciarsi un giorno a Roma Niccolò Fabi Come saprei Giorgia Tutto quello che un uomo Sergio Cammariere Sono solo parole Noemi Vacanze romane Matia Bazar Piazza Grande Lucio Dalla Una storia importante Eros Ramazzotti Almeno tu nell'universo Mia Martini
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ARO DJENN
Ha lasciato un ricordo così forte nel cuore degli azzurri e non solo, che gli hanno dedicato un gioco da tavolo. Ispirato all'ex allenatore del Napol, Maurizio Sarri, ora in forze al Chelsea, è in vendita La mossa del capitano. Inventato da Claudio Masuli e Francesco Ferrara, è in vendita online e costa 25 euro (www.facebook.com/LaMossadelComandante); il ricavato sarà interamente devoluto all'Ospedale pediatrico Santobono Pausilipon. Le regole sono molto semplici, simili a quelle del Gioco dell'Oca, colori bellissimi e si vince arrivando a 91, i punti conquistati dal Napoli (record per il club) nello scorso campionato vinto però dalla Juve. Le carte del gioco sono dedicate ai campioni azzurri che hanno giocato negli anni di Sarri, con le pedine a forma di pallone; si gioca in 2 e fino a 5 concorrenti. Bellissima l'idea delle carte Bonus, dedicate al tecnico toscano, e le carte Malus che presentano alcune frasi legate alla rivalità con la Juventus. Che un solo allenatore di calcio riuscisse a ispirare un gioco da tavolo davvero non era mai capitato.
Autoironia [au-to-i-ro-nì-a] L'ironizzare su sé stessi composto di auto- e ironia. Si può credere che i nomi delle grandi virtù e delle attitudini retoriche, che portano in parte massima nomi greci, siano quanto i Greci antichi. Non è sempre così. Certi dizionari riportano come data di attestazione della parola "autoironia"l'anno 1983; e anche se facendo una rapida ricerca si può spostare indietro nel tempo questa data, non sembra si arrivi a prima del '70. Certo non sono altrettanto recenti i due elementi che la compongono, ma è strano rilevare che l'intera nostra letteratura, a parte le opere degli ultimi cinquant'anni, ha dovuto farne a meno. Ovviamente l'autoironia esisteva anche prima, anche se non era sintetizzata nel termine specifico che conosciamo: è l'ironia rivolta su sé stessi. Sappiamo che la finzione ironica, il ribaltamento compiuto dall'ironia, consiste essenzialmente nel dire il contrario di ciò che si
FOREVER LOVE IL CORNETTO ALGIDA HA COMPIUTO 60 ANNI Lo sapevate che il cornetto Algida è nato a Napoli? Ebbene sì, 60 anni fa nasceva il gelato artigianale più amato. Infatti è dal 1959, che quella cialda croccante ripiena di gelato alla crema di latte, coperto da una granella di nocciole e cacao, è diventata l'icona del gelato industriale e il marchio principe del gelato da passeggio, in Italia e nei quattro angoli del pianeta. Per celebrare i primi 60 anni, a Salerno si è tenuto l'Ice Cream Party più grande del mondo, degustazione collettiva organizzata per cercare di entrare nel Guinness dei Primati, in collaborazione con il Guinness World Records. L'Algida fu fondata a Roma, nella zona del Prenestino, nel 1945, da tre ingegneri slavi che avevano acquistato dagli Stati Uniti il brevetto per la produzione del gelato industriale. In seguito, la produzione è stata trasferita a Napoli. Da quando, con la nascita della catena del freddo, è diventato un prodotto industriale, della Unilever dal 1964, il ''cuore di panna'', come recita un fortunato claim, è prodotto a Caivano, in provincia di Napoli, nelle sue diverse varianti, comprese quelle salutistiche, gluten free e vegan. Questo stabilimento campano è la più grande fabbrica europea di gelati e, precisa Unilever, la seconda al mondo dopo quella degli Stati Uniti, in cui vengono prodotti ogni giorno oltre due milioni di esemplari, dei quali il 60% resta in Italia, e gli altri sono destinati all'export.
FINALMENTE LA REUNION DEL FILM "IL MATRIMONIO DEL MIO MIGLIORE AMICO" È stata una delle commedie romantiche più amate degli Anni' 90 con uno strepitoso successo al box-office, quasi 300 milioni di dollari. A distanza di 22 anni dall'uscita al cinema del film «Il matrimonio del mio migliore amico», i 4 protagonisti si sono incontrati per una reunion. A organizzarla la rivista americana Entertainment Weekly, che ha messo in copertina una foto aggiornata del cast. No solo, a raccontare la fantastica giornalta anche il selfie postato su Instagram da Cameron Diaz che la ritrae insieme a Julia Roberts, Dermot Mulroney e Rupert Everett: «Finalmente è successo» recita la didascalia che accompagna la foto e che ha entusiasmato i fan. Il selfie ha ricevuto oltre 850 mila like e tanti commenti nostalgici.
pensa - e in questa veste l'ironia è una figura retorica - ma più in generale possiamo dire che si fa ironia quando si adombra un concetto esprimendolo con significati diversi dal consueto, se non proprio opposti. Si tratta di uno strumento potente, l'agilità di pensiero a cui costringe permette di illuminare l'insolito, il sottile e l'occulto, divertendo, criticando - roba da comici, roba da filosofi. Ebbene, quando volgiamo questo mezzo su noi stessi il gioco si fa in un certo senso più semplice, perché non tiriamo in ballo altri o altro che possano patire offesa, ma anche più difficile, perché prendersi in giro è un affare impegnativo anche per i più saggi. Con l'autoironia rigiriamo come tartarughe i nostri caratteri, le nostre tendenze, i nostri comportamenti, li rendiamo esposti, e perciò affrontabili, se non innocui; l'autoironia non ce ne libera, ma permette di giocarci - una prospettiva perfino migliore. Il collega che esercita una
PAROLARTE
studiosa autoironia riesce a presentare nella giusta luce il suo successo e il suo fallimento, parlare della malattia con autoironia alleggerisce e trasforma il dramma, l'orazione che non trascura note di autoironia suscita un'empatia rilassata, una partecipazione ridente. Quando si parla di parole difficili, forse, dovremmo pensare a parole come questa: dirla e capirla è facile, ma il premio è promesso solo a chi la esercita.
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L'APPLE WATCH GLI SALVA LA VITA I dirigenti di Cupertino lo dicevano da tempo: l'Apple Watch ha salvato più vite "diagnosticando" in anticipo un probabile infarto. Ed è successo anche in Italia. Un uomo di 65 anni, Vincenzo Bottigliero mentre faceva giardinaggio ha avvertito un dolore alle braccia: Apple Watch ha vibrato e visualizzato un messaggio per informare che qualcosa non andava nel battito cardiaco. Pensando a un dolore muscolare, Vincenzo ha preso un antinfiammatorio. Poi nel bel mezzo della notte è stato svegliato dal suo Apple Watch con una notifica che lo ha avvisato in anticipo di un possibile infarto. "Un orologio mi ha salvato prendendomi per i capelli. Non avrei mai pensato che la tecnologia potesse fare certe cose" ha dichiarato Vincenzo intervistato dal Messaggero.
EARTH
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L’ISTITUTO D’ARTE DI CHICAGO METTE A DISPOSIZIONE 44.000 OPERE IN DOWNLOAD GRATUITO Da Van Gogh a Andy Warhol passando per Hopper e migliaia di altri grandissimi artisti. L’Istituto d'Arte di Chicago ha proposto in accesso totalmente libero 44312 opere d’arte di grande qualità, scannerizzate in alta definizione. Possiamo d'ora in poi zoommare su tutti i dettagli delle texture di statue e quadri antichi oppure osservare la finezza di American Gothic di Grant Wood e di Night Hawks di Edward Hopper solo per citarne due. Ogni immagine è accompagnata da una minuziosa didascalia, che contiene tantissime informazioni come descrizione, indicazioni sulla provenienza, storia dell’opera, elementi audiovisivi e tanto altro. www.artic.edu/collection
STREETART
Ponticelli. L'uomo ragno tra i murales di Ponticelli Spider Man l'Uomo Ragno, per gli amici di Napoli Spidemmè, è sbucato in una bella giornata di sole nel Parco dei Murales di Ponticelli, per raccontare ai bambini e agli abitanti del quartiere le sue storie. Da tempo il super eroe partenopeo, di cui ovviamente non si conosce l'identità, gira le periferie per incontrare i bambini, stupire grandi e piccini, giocare e sorridere in luoghi dove afferma, c'è bel poco da ridere. ph. Carmine Luino
PARTNER
SELFIE A MALIBU CON GENNY SAVASTANO E MEREDITH GREY
Gomorra incontra Grey's Anatomy e il selfie postato su Instagram da Ellen Pompeo alias Meredith Grey in compagnia di Salvatore Esposito alias Genny Savastano riceve quasi un milione di "like". Fan in visibilio e grande pubblicità per la serie tv italiana che sbarca su Netflix. I due attori si sono incontrati a Malibu e pensare che è stata Ellen a chiedere un selfie a Salvatore. Il post di Meredith recitava: «Napoletani a Malibu. Uno dei miei attori italiani preferiti» e invitata i suoi follower a guardare il serial che in inglese si scrive con l'h: Gomorrah. L'attrice ha ricordato le sue origini campane. Ovviamente anche il post e il repost di Salvatore Esposito non si è fatto attendere.
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Plebiscitum, olio su tela di Giovanni guigen51
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PARTENOPE
AL RIONE LUZZATTI TOUR TRA «I LUOGHI DELL’AMICA GENIALE»
CHIACCHIERE DI SOLIDARIETÀ Dolce solidarietà con hashtag #accompagniamoli nello storico Chalet Ciro, che ha ospitato l’iniziativa Ha bisogno di te a favore della casa famiglia Oikos, con in tavola chiacchiere, sanguinaccio e la mitica graffa. Il centro si trova in periferia e dal 1998 ospita bambini di età compresa tra i 4 e i 13 anni, che provengono da contesti e situazioni difficili per offrire loro un tetto, il riparo e le cure necessarie per ritrovare il sorriso. In poche parole: una famiglia. Per sostenerla basta un clik: su www.meridonare.it/ progetto/accompagniamoli, piattaforma di crowdfunding sociale per l’acquisto di un minivan per il trasporto a scuola. «Ringraziamo Antonio De Martino per l’ospitalità e per la sensibilità che mostra nei confronti delle nostre istanze – ha commentato Michela Peluso, coordinatrice di Oikos comunità familiare – dopo un mese di raccolta fondi siamo stati invasi dall’amore di tantissimi napoletani e abbiamo già raggiunto buoni risultati. Ma c’è ancora tanto da fare e attraverso quest’occasione vogliamo dare nuovo vigore all’appello».
IL COLORATO CAPODANNO CINESE DI NAPOLI Tutti pazzi per il Capodanno cinese. A Napoli nel centro storico grande festa per accogliere “L’anno del maiale” con i suoi auspici: stabilità, generosità e altruismo. Si tratta della più importante festività in Cina ed è paragonabile al Natale dei Paesi Occidentali. Durante le celebrazioni le famiglie si riuniscono e fanno offerte alle loro divinità e ai loro antenati. La data cambia ogni anno e rispetto al calendario gregoriano inizia il primo giorno del secondo novilunio dopo il solstizio d’inverno. L’interesse sempre più forte del popolo cinese verso la città è dimostrato dall’aumento di turisti cinesi che visitano Napoli. La grande festa è stata organizzata da “Ciao Cina”, associazione culturale creata con lo scopo di promuovere gli scambi culturali tra Cina e Italia.
A PALAZZO SAN TEODORO IL CARNEVALE BENEFICO DELL’AVEP
Festa di solidarietà e di Carnevale a Palazzo San Teodoro giovedì 28 febbraio promossa da A.V.E.P. Onlus, associazione benefica che da anni raccoglie fondi in favore del Reparto di Ematologia dell’Ospedale Pascale di Napoli. Per tutti gli ospiti: lasagne, chiacchiere, maschere, giochi, musica dal vivo. E poi speciale degustazione dei dolci dello Chef stellato Angelo Carannante del Ristorante Caracol di Bacoli e Vini della Cantina Fattoria La Rivolta. Dalle 21.30 alle 23.30 Musica Live della band Imprenditori per Caso e Duets Production “Se potessi avere mille lire al mese”; a seguire fino alle 1.00 DJ set. A presentare la serata Serena Amabile e a fare gli onori di casa: Francesco Orefice, presidente della AVEP Onlus, insieme ad Antonello Pinto, direttore del dipartimento di ematologia del Pascale. Info e prenotazioni: segreteria organizzativa 081.4238010. info@aveponlus.it 12
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Continuano i tour al Rione Luzzatti di Napoli tra i luoghi de L’amica geniale. L’associazione culturale Noi Professionisti, in collaborazione con la IV Municipalità e grazie alla disponibilità della Biblioteca comunale Andreoli, organizza dei percorsi culturali sulle tracce di Elena Ferrante. Non una semplice visita guidata, ma un dettagliato percorso nei luoghi che hanno reso celebre il Rione in tutto il mondo grazie ai libri della misteriosa scrittrice e che, per la prima volta, è a cura di Maurizio Pagano e Francesco Russo, autori del libro I luoghi dell’amica geniale, nati e cresciuti nel quartiere. Info e prenotazioni 3662568690. Fondamentale nell’iniziativa il sostegno della IV Municipalità, come spiega il presidente Giampiero Perrella: «L’idea di un tour guidato per le strade del Rione Luzzatti, luogo da cui prende le mosse anche la serie televisiva L’amica geniale, rappresenta un’eccellente iniziativa per far conoscere posti spesso poco conosciuti della nostra città».
les-filles.it
PARTENOPE L’OSTERIA SIGNORA BETTOLA APRE ANCHE LA PIZZERIA A Napoli, in via Medina ha aperto la seconda Osteria Signora Bettola che è anche una squisita pizzeria. Ad accogliere i clienti c’è sempre l’imprenditore Gianluca Amoroso, ristoratore che ha consolidato la sua esperienza in giro per il mondo, ma che ha lasciato le sue radici qui, a Napoli. Anche qui con i suoi soci, come nel locale di vico Satriano ci sono panni stesi come nei vicoli, tamburelli, pentole di rame, cornetti rossi. In menù le classiche pizze e i piatti più amati della cucina napoletana: ragù e genovese cotti rigorosamente per 10 ore, pasta e patate, parmigiana di melanzane, “pizzelle” fritte con pomodorini del piennolo. I dessert: il tiramisù servito nella moka e accompagnato da una tazzina di caffè, la zuppetta e il babà.
#NAPOLIPERME: BLOGGER E INSTAGRAMMER DA TUTTA ITALIA RACCONTANO LA CITTÀ Si sono immersi tra le bellezze, la cucina e la cultura partenopea per raccontarle live sui loro seguitissimi social network. Sei blogger e instagrammer per la città in occasione dell’’iniziativa #Napoliperme. Provengono da Genova, Roma, Modena, Padova, Alessandria. Si tratta di viaggiatori solitari, in coppia, in famiglia. Gireranno la città e la racconteranno a colpi di post e storie sui social network coinvolgendo i loro oltre 100mila followers e al rientro si dedicheranno ad un articolo sui loro blog. “Abbiamo voluto fare un esperimento – dichiarano gli organizzatori che curano il blog Viaggiapiccoli - e gli abbiamo chiesto cosa pensano di Napoli”. Il risultato: un gran successo. C’è Monica, genovese, con oltre 23mila seguaci su Instagram grazie al suo Inviaggioconmonica. Ci sono Yuri e Alessio, che contano più di 30 mila follower su Instagram con “Condividiamoilviaggio”, Anna, Stefano, Patrick e Thomas che fanno base a Padova e viaggiano per il mondo raccontandosi sul blog panannablogdiviaggi.com. Claudia e Mattia, invece sono una romantica coppia in viaggio da 5mila followers su Instagram con 2_cuori_in_viaggio. Roberta Isceri è originaria di Roma e conta più 7mila fan su Instagram con il suo l’attivissimo Blog www.italiaterapia.com. Infine, Ale e Kiki, viaggiatori di Modena che si raccontano su www.untrolleyperdue.it.
A CURTI FUTURE PIZZA LANCIA LA PIZZA CARAMELLATA DA CIRO SAVARESE LA NOBILE PIZZA AI QUATTRO FORMAGGI Ciro Savarese, pizzaiolo-patron dell’omonima pizzeria di Arzano fresca di restyling, ha presentato una nuova pizza ai quattro formaggi, più nobile e particolare, perché si utilizzano quattro prodotti caseari campani d’eccellenza ottenuti da specie diverse. A ricoprire il leggerissimo disco di pasta ci sono infatti: fior di latte di Agerola, blu di bufala, cacioricotta del Cilento e conciato romano, rispettivamente ottenuti con latte di vacca, bufala, capra e pecora. La Quattro formaggi campana è la protagonista del nuovo menu di Savarese, interamente caratterizzato dall’impiego di prodotti altamente selezionati. Savarese proviene da una delle famiglie di pizzaioli più antiche di Napoli: gli Oliva. Si è avvicinato al mondo dell’arte bianca sin da bambino seguendo le orme del nonno Ciro e del padre Giuseppe, che gli hanno trasmesso la passione per la pizza napoletana.
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Alla ricerca dell’abbinamento perfetto, quello che fa perdere la testa: questa la caratteristica delle pizze sfornate a Curti, nel casertano, da Future Pizza, che festeggia un anno di attività con la pizza caramellata ideata dal Maestro pizzaiolo Pietro Zito. Gli ingredienti: cipolle rosse di Tropea, gorgonzola dolce, fiordilatte, provola, salsiccia di maiale e oro di Caiazzo rigorosamente a crudo. Protagonista anche la pizza dolce con crema e amarene. E poi la pizza nel ruoto dedicata giocosamente alle Tre Grazie: “Grazia, Graziella e Grazie assaje”. La prima è la classica casertana con San Marzano, origano e olio evo, la seconda è con l’aggiunta di pomodorino del piennolo e nella terza ci sono anche le melanzane, la provola e il parmigiano. Quarta variante: “a’ cafona” con mozzarella, salsiccia, peperoni e patate al forno. Il progetto è di Massimo e Mimmo Monaco, imprenditori nel campo della telefonia, della tecnologia e dei videogames e della loro socia in questa avventura culinaria, Michela Califano. Ecco perché il nome Future Pizza, la pizza del futuro.
IL CARACOL DI BACOLI ELETTO RISTORANTE PIÙ ROMANTICO D’ITALIA DA TRIP ADVISOR “Non potevamo scegliere posto migliore per festeggiare il nostro anniversario. Location spettacolare, a picco sul mare, con una vista meravigliosa. Il personale è cordialissimo, discreto ed attento. I piatti, a partire dall’aperitivo, sono tutti eccellenti, con una qualità, una scelta e una composizione delle materie prime che fanno la differenza” scrive un utente di TripAdvisor. E tra tante recensioni eccellenti, la stella Michelin da poco assegnata, un panorama mozzafiato il ristorante gourmet del Cala Moresca Caracol è statto eletto il locale più romantico d’Italia. Al secondo posto Terrazza Bosquet a Sorrento e al terzo Il Flauto di Pan di Ravello. Il Caracol riapre ufficialmente il 13 marzo con grande soddisfazione dei proprietari Roberto Laringe e Alfredo Gisonno e dello Chef stellato Angelo Carannante.
THE OWL, TRA GLAMOUR E OTTIMO CIBO Continua a riscuotere grandi consensi il progetto del locale The Owl con il ricercato ristorante Il Nido. Locale di tendenza di Ercolano guidato da Daniela Riccardi e Luigi Maione, è diventato in poco tempo un punto di riferimento della movida, che propone ottima cucina, cocktail esclusivi, musica, alta gastronomia. Daniela e Luigi sono sempre pronti a supervisionare al meglio tutte le attività con un asso nella manica: il pregiato Champagne Lanson. Qui parlano i grandi numeri: 600 coperti, ampi spazi all’aperto e suggestivi angoli riservati, che si integrano alla perfezione con una struttura moderna e ben congegnata, arricchita dal top della cucina territoriale, dalle pregiate carni alla brace, long drink, birre artigianali, grandi vini e tante bollicine delle migliori maison.
NAUTIC SUD: TORNA LA PASSIONE PER LA BARCA Migliaia di persone hanno visitato Nauticsud 2019, lo storico salone nautico partenopeo che si è svolto alla Mostra d’Oltremare. La fiera, infatti, ha registrato una crescita delle presenze pari al +20% rispetto all’edizione dell’anno precedente. Positivo anche il bilancio delle vendite, con numerosi espositori che hanno effettuato ordini. Alta anche la presenza di buyers italiani e stranieri, che ha lanciato il Nauticsud quale piazza ideale per accordi internazionali. “Non si poteva iniziare meglio in termini di tempo, qualità di pubblico e vendite – ha commentato il presidente dell’ANRC, Gennaro Amato che, in collaborazione con MdO ha organizzato il salone - e in particolare l’’identificazione di un segmento della nautica, quello reale dai 5 ai 15 metri, ha donato al Salone una sua identità. Non sono quindi un caso le numerose transazioni di acquisto definite e la presenza di compratori esteri che sono giunti a Napoli”.
AL BAROQ ART BISTROT I BOZZETTI DEL BAROCCO NAPOLETANO L’arte arriva nei bistrot di Napoli. I bozzetti di grandi opere firmate da Massimo Stanzione, Luca Giordano, Francesco Solimena, Giacinto Diano e Giovanni Lanfranco sono in mostra al Baroq Art di Piazza Vittoria. Si tratta di un’interssante mostra di bozzetti autografi dei cinque pittori napoletani. Nove studi preparatori di rilevante e differente significato per altrettante opere pubbliche che conservano la freschezza e la bellezza della prima idea dell’artista. Con questa seconda mostra allestita fino alla prossima primavera Baroq porta avanti il proprio progetto culturale, inaugurato con l’esposizione dedicata alla pittura di Micco Spadaro, che combina arte classica e cucina della tradizione: le pareti del bistrotgalleria diventano scena per una diversa esperienza cultural gastronomica e per un più disinvolto approccio con la grande pittura del passato. 15
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PARTENOPE BIRDY’S BAKERY. UN SOGNO AMERICANO, IL DOLCE LIBRO DI RENATA SERGIO Un dolcissimo viaggio tra i grattacieli e i sapori di New York è proprio il caso di dire, quello raccontato nel libro Birdy’s Bakery. Un sogno americano edito da Rogiosi, scritto da Renata Sergio, che con Salvatore Lettiero ha creato la celebre Birdy’s Bakery a Napoli. Qui si possono anche trovare preziose ricette di dolci made in USA assolutamente da provare. Il libro è stato presentato a la Feltrinelli Libri e Musica di Piazza dei Martiri. Birdy’s Bakery. Un sogno americano è un racconto che unisce la realtà alla fantasia, accompagnando per mano il lettore in una storia straordinaria, fatta di amore e passione, di delusioni e dolcezza e di colpi di scena. Una sequenza di fotogrammi che restituisce la percezione concreta dei giorni vissuti tra New York e Napoli. A rendere tutto magico e leggero, il profumo delle american cake.
IL TEATRO TOTÒ RICORDA DON PEPPE DIANA Dal 21 febbraio al 3 marzo va in scena al Teatro Totò di Napoli lo spettacolo in memoria di don Peppe Diana. Venticinque anni fa, il 19 Marzo 1994, nel giorno di San Giuseppe, veniva ucciso un “eroe per caso”: il trentaseienne don Peppe Diana. Il Teatro Totò, da sempre impegnato per difendere i grandi valori dell’esistenza umana e vicino alla società civile, per narrare un’importante assenza ha realizzato in collaborazione con il “Comitato don Peppe Diana” lo spettacolo Peppe Diana - Il coraggio di avere paura. Scritto da Gaetano Liguori (che ne cura anche la regia) insieme a Ciro Villano, il lavoro con venti attori in scena tra cui Ciro Liucci e Ciro Esposito, vanta il patrocinio, di Libera, del Comune di Napoli, dell’Università degli studi di Napoli “Parthenope” e del Comune di Casal di Principe.
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CORTOCIRCUITO, IL LIBRO SCRITTO DA MARCELLO AFFUSO Cortocircuito è il nuovo libro edito da Guida scritto dall’insegnante e giornalista Marcello Affuso. Una galleria d’arte in cui sono esposti quadri vuoti, frammenti, deliri e illusioni. Mostra più testo fanno appunto Cortocircuito, spin-off necessario quanto naturale di questo interessante testo. Un lavoro corale che racconta con delicatezza e coraggio le devastanti conseguenze dell’amore. Una raccolta di poesie, disegni e fotografie a raffigurare fragilità, conati e orgasmi, nei quali la parola e le arti visive si fondono. Hanno collaborato le disegnatrici Mara Auricchio e Sara Melis, la reporter di Eroica Fenice Giorgia Bisanti, i corsisti del corso di fotografia del CMA capitanati dal loro insegnante Daniele Lepore, la fotografa Maddalena Mone e lo stesso autore.
IL TEATRO CERCA CASA DI MANLIO SANTANELLI Avete mai provato l’emozione di assistere a uno spettacolo teatrale senza quarta parete? Con grandi attori, cantanti, muscisti che recitano nei salotti privati, magari proprio a casa vostra? Quasi li puoi toccare i protagonisti ed tutto è inebriante. Questo succede nella consolidata rassegna Il Teatro Cerca Casa ideata dal drammaturgo Manlio Santanelli e organizzato da Livia Coletta, Milena Cozzolino, Ileana Bonadies. Il calendario di marzo: Sabato 9 marzo, ore 20:30 Napoli (zona Vomero) Totò, che padre! con Roberto Giordano, Federica Aiello. Sabato 16 marzo, ore 20:30 - Eboli. Piccoli crimini coniugali con Antonio D’Avino e Gioia Miale. Venerdì 22 marzo, ore 20:30 - Portici e sabato 23 marzo, ore 20:30 - Napoli (zona centro storico). Magnificat. Un incontro con Maria di Alda Merini, con Caternina Pontrandolfo. Per prenotare basta andare sul sito ilteatrocercasa.it.
LUCI PUNTATE SUI GIOVANI A CHIAIA Il progetto di luci e immagini “Illumina la vita, guida sicuro” nasce da un’idea della Consulta Unitaria Interprofessionale di Napoli e Campania “Maurizio de Tilla” in collaborazione con la Unicoenergia e il Comitato Baretti di Chiaia e prevede un percorso d’illuminazione della zona di Chiaia compresa tra piazza dei Martiri, piazza Rodinò, via Ferrigni, vico Satriano, via Belledonne, via Carlo Poerio e via Cavallerizza. Non solo, la proiezione sulle pareti della Scuola Poerio di immagini contribuirà allo scopo del progetto di sensibilizzazione nei confronti dei danni derivanti dall’abuso di alcool e droghe e da comportamenti scorretti alla guida. Hanno promosso il progetto, per la Consulta delle Professioni Rossella Fasulo e Riccardo Izzo, rispettivamente Vicepresidente e consigliere Segretario.
IN RICORDO DI NINO TARANTO A 33 anni dalla scomparsa, Napoli ricorda il grande Nino Taranto. Una serata evento, promossa insieme al quotidiano Il Mattino, grazie all’impegno della Regione Campania, a cura della Fondazione Nino Taranto in collaborazione con la Scabec e il teatro del popolo Trianon Viviani. Attori, registi, scrittori, giornalisti, amici e familiari del grande artista scomparso si sono avvicendati sul palco del Trianon Viviani – nel cuore di Forcella, quartiere che gli ha dato i natali – raccontando i loro ricordi e le esperienze professionali e umane. A presentare la serata ci sarà l’attrice Lara Sansone. Tra gli ospiti con il nipote Corrado Taranto, ci saranno Ciro Capano, Valerio Caprara, Massimo Masiello, Pietra Montecorvino, Ingrid Sansone, Miranda Martino, Antonio Merone, Giorgio Pinto, Giacomo Rizzo, Gustavo Verde.
NAPOLI TRIONFA CON DANESI AD ALTAROMA FASHION HUB Elegance in bloom è la collezione haute couture di Danesi, stilista napoletana alla sua seconda partecipazione ad Altaroma International Couture. Sulla catwalk della fashion hub romana, ha raccontato un viaggio nella storia della moda femminile: l’ispirazione parte dai favolosi anni 50 ai nostri giorni, le cui linee sontuose hanno regalato alle donne un’ineguagliata eleganza alla quale Daniela Danesi ha voluto rendere omaggio, con abiti che rammentano la haute couture di un tempo fino a quelli di oggi modernamente eleganti, con stampe che diventando più aggressive, più geometriche e più colorate. I tagli e la sartorialità esaltano la femminilità e la gioia di indossare abiti modernamente eleganti in serate estive a Capri, Positano o MonteCarlo. In passerella leggerissimi tessuti in tulle ricamati con fiori a merletto, dai colori grigi porcellanati e argenti ed esaltati da paillette o ramage di fiori nei colori delle porcellane limoges, appaiono come broccati e ricordano il Re Sole.
SABATO DELLE IDEE CON ROMANO PRODI L’Europa è in pericolo? Il Sabato delle Idee, iniziativa ideata nel 2009 dalla Fondazione SDN e dall’Università Suor Orsola s’interroga su questo tema ricorrendo alla testimonianza e alla competenza di un assoluto protagonista della storia europea: Romano Prodi, prima in qualità di premier italiano e poi di presidente della Commissione UE. L’intervista, condotta da Alessandro Barbano, tocca punti cruciali della vicenda comunitaria, quali la nascita dell’Euro, le modalità di ingresso dell’Italia nella sua area e il maxi-allargamento rivolto soprattutto agli Stati dell’Europa centro-orientale e post-sovietica. Temi, questi, vissuti da Romano Prodi in qualità di protagonista principale.
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#savethedate Tornano le segnalazioni per il tempo libero, le Save the Date di Party Magazine, e questa volta sono così entusiasmanti da “smuovere” dal divano anche i più pigri e freddolosi. I mesi che chiudono l’inverno offrono iniziative urbane per tutti i gusti, le proposte vanno dal ludico al culturale, passando persino per una ciaspolata sulla neve al chiaro di luna. Questo ci dice tanto circa il fermento cittadino di Napoli (appendice roccolana a parte) che aumenta sempre di più, perché qui si ha voglia di divertirsi, di sperimentare e soprattutto di essere felici. Vedendo la cosa dal lato non del visitatore, ma dell’organizzatore, una bella storia da raccontare è quella del Comicon, l’importantissima fiera del fumetto che si svolge a Napoli ogni primavera da ventun’anni, dal 1998. Personalmente ho conosciuto gli organizzatori, Claudio e Alessandro, dieci anni dopo, quando per lavoro “giocavo” con le sponsorizzazioni e con gli eventi della Mini, la macchina. Venne da me in ufficio Alessandro, mi presentò il Comicon che si sarebbe tenuto quell’anno, il 2008, al Castel Sant’Elmo, mi disse che la Mini sarebbe stata vista da migliaia di persone, provenienti da tutt’Italia e anche oltre. Io, da ignorante del settore comics, mi fidai della sua promessa, e così posizionammo la Mini in cima al ponticello quattrocentesco del castello, che sembrava messa lì a guardare il panorama mozzafiato di Napoli Est e del Vesuvio. Non potevo credere ai miei occhi quando, alle luci dell’alba della giornata inaugurativa del Comicon, fuori al botteghino del castello, c’erano migliaia di ragazzi, travestiti da tutti i supereroi dei fumetti, che già erano in fila per partecipare alla mostra, che non è mai stata solo una mostra, ma una specie di festa celebrativa di tutto il fantasy cartaceo. Questa è una storia di successo enorme, partita dall’idea di un ragazzo napoletano, Claudio Curcio, che oggi rappresenta, nel mondo del fumetto nazionale e internazionale, l’appuntamento annuale più importante del sud Italia: chapeaux! Irene Saggiomo
4w events GLI APPUNTAMENTI DA SEGNARE IN AGENDA
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What Why
CirCuba Il Circo nazionale cubano passa When per Napoli con uno spettacolo dal 14 febbraio mozzafiato al parco divertimenti al 24 marzo, dal giovedì al sabato in Edenladia. Spettacoli di danza due turni: ore 17.30 e ore e arti circensi al ritmo di rumba, 21; domenica e festivi tre merengue, cha cha cha e salsa, turni d’orario, 16, il tutto senza lo sfruttamento di 18:30 e 21 animali. Un repertorio unico che Where vede la musica cubana unirsi Edenlandia, viale J.F.Kennedy, 75 all’arte circense, dando vita a Napoli performance di acrobatica con trapezi ed evoluzioni mortali, oltre ad esibizioni di contorsionismo e l’intervento di comici che renderanno l’atmosfera ancora più allegra. Prevendite e informazioni sul web www.circuba.it.
What Why
Vesuvio 79 d.C. Video Lab L’eruzione che distrusse Pompei When rivissuta “dal vivo” grazie a ripreAppuntamenti variabili. se video di eruzioni vulcaniche Portale dei Parchi pliniane, in giro per il mondo. 0815542006 Un’attività video-narrata arricchiinfo@ilportaledeiparchi.it ta sia con la possibilità di maniWhere polazione dei prodotti vulcanici Parco archeologico che si abbatterono su Pompei, di Pompei e Museo Arche- sia con la possibilità di ricreare e ologico Nazionale MANN, osservare i meccanismi chimicoNapoli fisici alla base dell’eruzione. Grazie alle clip video sarà possibile “vedere” anche la sorte di alcuni abitanti di Pompei, ripresi in contesti talvolta tragici, talvolta ironici e sdrammatizzanti, pur nel corso del cataclisma in corso. www.ilportaledeiparchi.it
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Ciaspolata a Roccaraso Una ciaspolata di due ore, illuWhen minati dalla luce della luna, con ogni mercoledì e sabato, un livello di difficoltà molto bascon partenza alle 17.30 so (quindi accessibile a tutti) che Where si concluderà con una deguda Pizzalto a Monte Pratel- stazione in baita di prodotti lo, Roccaraso - Abruzzo enogastronomici del territorio. Ogni mercoledì e sabato, i tecnici dell’associazione Mountain Lab, accompagneranno turisti ed appassionati della montagna in questa passeggiata emozionante che parte da Pizzalto, costeggia Lago d’Avoli e si conclude al Monte Pratello. Info e prenotazioni telefonando al 3291885811, o scrivendo a info@mountainlab.it.
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Sogno d’amore di Chagall Nella basilica di Santa Maria When Maggiore alla Pietrasanta, arridal 15 febbraio 2019 al 30 va il mondo elegante e utopigiugno 2019; tutti i giorni dalle ore 10 alle 20 stico di Marc Chagall: con oltre Where 150 opere, un percorso esposibasilica di Santa Maria tivo diviso in 4 sezioni. La moMaggiore alla Pietrasanta, stra racconta il mondo intriso di piazzetta Pietrasanta 17, stupore e meraviglia dell’artista, Napoli le opere nelle quali coesistono ricordi d’infanzia, fiabe, poesia, religione e guerra; un universo di sogni dai colori vivaci, di sfumature intense che danno vita a paesaggi popolati da personaggi, reali o immaginari, che si affollano nella fantasia dell’artista. infoline 081.1865941
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Teatro Tram TRAM è l’acronimo di Teatro, When Ricerca, Arte e Musica, un tea16 - 17 febbraio e tro indipendente che ospita spettacoli di drammaturgia 21 – 24 marzo 2019 contemporanea, innovativi e Where sperimentali, selezionati tra via Port’Alba 30 Napoli le proposte più interessanti del panorama nazionale e napoletano. Attivo dal 2016, il Tram è gestito dall’associazione Teatro dell’Osso, che produce gli spettacoli della compagnia residente. A febbraio, in scena This is not what it is, tratto da Otello di William Shakespere; a marzo invece Run Baby Run, drammaturgia e regia di Mirko Martino con Titti Nuzzolese. Infoline 081.18752126, web www.teatrotram.it.
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un tuffo in un Carnevale Gran ballo di Carnevale in cod’altri tempi con il “Gran stume, per immergersi compleballo settecentesco” nella magica atmosfeWhen tamente ra settecentesca, epoca in cui sabato 2 marzo, il Carnevale era considerato una dalle ore 20.15 per chi prenota la cena; delle feste maggiormente sentite dalle 23, per chi dall’aristocrazia napoletana. partecipa al ballo Il Teatro Posillipo sarà allestito con Where ambientazioni dell’epoca, e farà Teatro Posillipo, da salotto alla cerimonia in abiti via Posillipo 66 Napoli settecenteschi tra performers, live show, spettacoli interattivi, attori teatrali, artisti burlesque, e non mancheranno i colpi di scena. Infoline evento e prenotazioni al 3406706262; per informazioni sul noleggio abiti d’epoca, si potrà telefonare al 3334379305. www.brikmania.it
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BowLand in concerto Arrivano a Napoli i BowLand, When la band che ha riscosso grande venerdì 22 marzo, ore successo nell’edizione 2018 del 21.30 XFactor Italia. BowLand Where talent è un progetto musicale nato da Casa della Musica Federico II tre amici che si sono incontrati via Barbagallo 115, Napoli a Teheran, ma che trova le sue radici in uno spazio dove atmosfere fluttuanti e suoni insoliti si fondono con voci eteree e ritmi groovy: tracce musicali le cui parole sono diretta conseguenza della musica come origine primaria, pezzi che portano dentro un’innata radice mediorientale, ma che di stereotipo o di definizioni forzate non hanno parvenza.
What Why
Napoli Città del Libro Ritorna a Napoli, dopo il suc2019: salone del libro cesso del 2018 che ha ospitaWhen to oltre 20.000 visitatori, 110 dal 4 al 7 aprile stand da tutta Italia e 300 eWhere venti con reading, incontri con Castel Sant’Elmo, via Tito Angelini 22, l’autore, letture teatralizzate, Napoli esibizioni artistiche e canore, laboratori per bambini e tanto altro, il Salone del libro e dell’editoria al Castel Sant’Elmo, polo museale della Campania e del Mibact. Un grande evento organizzato anche quest’anno dagli editori, tra cui Alessandro Polidoro, Diego Guida e Rosario Bianco, riuniti nell’associazione Liberarte. Info www.napolicittalibro.it
What Why
Comicon Il Comicon è il salone internaXXI edizione Napoli. zionale del fumetto, un evento Salone Internazionale del Fumetto tutto napoletano iniziato nel When 1998 dall’idea di Claudio Cur25-28 aprile cio, allora 25 enne. Giunto alla Where ventunesima edizione, il ComiMostra D’Oltremare di con offrirà 4 giorni in area expo Napoli, ingresso dal fumetti, mostre, premiazioni, Piazzale Tecchio giochi, videogiochi, musica dal vivo. Tutte le informazioni sulle edizioni passate e sull’evento di quest’anno, su www.comicon.it, dove si scopriranno le ospitalità e le novità 2019.
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#picoftheday
Scuola Elementare di Port Barton Isola Palawan, Filippine, Gennaio 2019 Foto di Rosaria Piscopo I bambini s’incontrano con grida e danze sulla spiaggia di mondi sconfinati. I bambini giocano sulla spiaggia dei mondi, non sanno nuotare nÊ sanno gettare le reti. Rabindranath Tagore
#peaceandlaw
NUOVI ORIENTAMENTI SULLA COMMERCIALIZZAZIONE AL DETTAGLIO DELLA “CANNABIS LIGHT”
Luigi Di Gennaro Avvocato penalista
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Il 29 novembre 2018 la Sesta sezione penale della Corte di Cassazione - con una sentenza storica - ha ritenuto legittima la commercializzazione al dettaglio della c.d. cannabis light, proveniente dalle coltivazioni contemplate dalla legge n. 242/2016 (emanata per promuovere e diffondere, nel sistema produttivo italiano, l’uso della canapa) e recante un quantitativo di tetraidrocannabinolo (THC) inferiore alla soglia dello 0,6%. Per permettere ciò, la citata legge stabilisce che particolari varietà di tale pianta possono essere coltivate liberamente, senza necessità di autorizzazione, a condizione che le stesse non superino lo 0,6% di THC. Diversa questione è invece la commercializzazione delle sostanze oggetto di tale coltivazione lecita. La legge n. 242/2016, infatti, pur indicando le finalità per le quali tale coltivazione è consentita, non tratta esplicitamente del diverso profilo della loro commercializzazione. Ciononostante, dopo l’entrata in vigore di tale legge, sono andati diffondendosi su tutto il territorio nazionale i c.d. Cannabis Shop: negozi che rivendono al dettaglio le infiorescenze della cannabis e altri preparati a base di cannabis con un contenuto di THC inferiore al valore massimo consentito dalla legge (appunto, lo 0,6%). Nel caso in esame la Cassazione si era trovata proprio a decidere della legittimità di un sequestro preventivo di infiorescenze di cannabis che erano state messe in commercio al dettaglio da un esercente. Gli ermellini si interrogavano dunque sulla liceità della messa in commercio delle infiorescenze ricavate dalla coltivazione della cannabis di cui alla legge n. 242/2016 nel particolare caso in cui queste fossero state rivendute al dettaglio per fini connessi all’uso che l’acquirente avesse ritenuto di farne e che avrebbero potuto riguardare l’alimentazione (infusi, the, birre), la realizzazione di prodotti cosmetici e financo il fumo. La sentenza in esame ac-
coglie dunque l’orientamento secondo cui è nella natura dell’attività economica che i prodotti della “filiera agroindustriale della canapa” siano commercializzati e che - in assenza di specifici dati normativi - non emergono particolari ragioni per assumere che il loro commercio al dettaglio debba incontrare limiti che non risultano posti al commercio all’ingrosso. La sentenza in esame afferma quindi il principio secondo cui “la commercializzazione di un bene che non presenta intrinseche caratteristiche di illiceità deve, in assenza di specifici divieti, ritenersi consentita nell’ambito del generale potere delle persone di agire per il soddisfacimento dei loro interessi”. La fissazione del limite dello 0,6% di THC, entro il quale l’uso delle infiorescenze di cannabis provenienti dalle coltivazioni considerate dalla legge n. 242/2016 è lecito, rappresenta allora l’esito di quello che il legislatore ha considerato un ragionevole equilibrio fra le esigenze precauzionali relative alla tutela della salute e dell’ordine pubblico e le inevitabili conseguenze della commercializzazione dei prodotti delle coltivazioni. Da queste considerazioni discendono una serie di conseguenze che la sentenza in esame sottolinea, tra queste la più interessante è certamente rappresentata dal caso in cui un soggetto sia trovato dagli organi di polizia in possesso di sostanza che risulti provenire dalla commercializzazione di prodotti delle coltivazioni previste dalla legge n. 242/2016; la posizione di quest’ultimo è quella di un soggetto che fruisce liberamente di un bene lecito. Questo comporta che la percentuale dello 0,6% di THC costituisce un limite minimo al di sotto del quale i possibili effetti della cannabis non devono considerarsi psicotropi o stupefacenti, e quindi penalmente rilevanti. luigidigennaro@avvocatinapoli.legalmail.it
#fischiofinale
MAREKIARO PER SEMPRE DI MIMMOCARRATELLI
HAMSIK, NAPOLI E IL NAPOLI. I MIGLIORI ANNI DELLA SUA VITA IN AZZURRO, 520 PARTITE E 123 GOL. DODICI STAGIONI D’AMORE E DI UNA FEDELTÀ ASSOLUTA. EDUCATO, GENTILE, MAI UN GESTO DI INSOFFERENZA: SOSTITUITO 227 VOLTE. UN CONGEDO SERENO VOLANDO ALLA VOLTA DELLA CINA.
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Se ne è andato lasciando negli almanacchi del Napoli le cifre dei suoi record azzurri, 520 partite come nessun altro (Bruscolotti 511, Juliano 505) e 123 gol (più di Maradona 115 e di Sallustro 108), negli occhi dei tifosi le immagini del suo calcio da campione delizioso, nel cuore di tutti il ricordo di una bella persona e quell’appellativo di Marekiaro come lo chiamò Paolo Cannavaro. È partito, destinazione Cina. Marek Hamsik (“non sono napoletano, ma ho il sangue azzurro”) lascia Napoli dopo dodici anni. Un congedo tranquillo, nella natura del ragazzo di Banskà Bystrica, e una pacata “lettera d’amore” ai tifosi con la frase della sua fedeltà assoluta, “Il Napoli ce l’ho tatuato sulla pelle”, ma anche l’affetto per la città che lo ha accolto e amato, “qui sono nati i miei tre figli, napoletani a tutti gli effetti”, e la promessa che un giorno farà un giro di campo al San Paolo perché “vi amo e amerò questa città per sempre”. Un ciclo calcistico si è compiuto. Marek arrivò a Napoli che aveva vent’anni. È andato via a trentadue per capitalizzare in Cina la sua splendida carriera. Il Napoli di De Laurentiis e Ancelotti sta cambiando. La squadra giovane di Benitez è diventata “vecchia”. Sono le curve inesorabili della vita. E Marek c’era prima che arrivassero i campioni di Rafa. Hamsik ha dato tanto, tutto al Napoli. È stato la luce della squadra. Nessuno aveva la visione di gioco, la cor-
ph.Sergio Siano_ 2008 Napoli-Palermo
sa leggera, il passo rapido, il passaggio illuminante che erano le stimmate del suo essere un campione. Di carattere sereno, semplice, concreto gli è mancata l’ambizione di diventare un fuoriclasse. Gli bastava Napoli perché Napoli era l’affetto e l’entusiasmo di una città. Non ha cercato altro. Ha resistito al richiamo di grossi club per restare fedele alla sua vita napoletana fatta di una appartenenza cresciuta negli anni, sempre più profonda. Un giorno disse: “Napoli è la mia seconda casa e la cosa più importante che mi trattiene a Napoli sono i tifosi”. Paolo Cannavaro, che gli consegnò la fascia di capitano e lo chiamò Marekiaro, ha scritto: “Il tuo nome rimarrà in eterno tra i vicoli della nostra città”. Antonio Juliano ne ha sintetizzato le qualità di giocatore: “C’è tanto di istintivo nel modo di giocare di Hamsik, ma ha un grande pregio: una freddezza incredibile negli ultimi quindici metri, come nessuno”. Un centrocampista con tanti gol come pochi in Europa, rivaleggiando con Frank Lampard e Steven Gerrard. Ha detto Pavel Nedved: “All’età giovane di Hamsik non ero così bravo. Avremmo volto prenderlo alla Juventus, ma non fu possibile. A lui piace stare a Napoli perché a Napoli si sente felice”. Ha un fiore caratteristico la Slovacchia? Forse, il fiore di tiglio. Un fiore è sembrato Marek Hamsik. Un fiore di giocatore. Uno stelo azzurro. Adorava la palla Hamsik? Non proprio. Non era un Narciso. La riceveva e la passava. Con delicatezza. Mai un tocco sopra le righe. Mai solista. Non era un egoista in campo. Quando aveva la palla, aveva già negli occhi la posizione dei compagni e pronto il messaggio del passaggio. Aveva il senso della manovra, l’avanzamento delle linee, la verticalizzazione necessaria. Un tocco e via, una corsa leggera e via, un inserimento agile in area e via, l’assist per il compagno e via, la conclusione rapida e stop. In campo era un signorino che non calpestava l’erba, l’accarezzava. Aveva una invisibile lampada di Aladino e, quando la strofinava, tirava fuori il suo genio. Il gol, e ne ha fatti tanti, non era la sua ossessione, ma un appuntamento preciso, la meta finale di un percorso mai affannoso, l’incontro galante con la palla da consegnare al tremito della rete. Ci siamo chiesti che cos’è Marek Hamsik? Un centrocampista, un attaccante, un rifinitore, un goleador? Ai tempi romantici si sarebbe detto una mezz’ala, e basta. Ai tempi romantici tutto era molto chiaro, i ruoli in campo ben definiti. Marek ha resistito a tutti i cambiamenti e anche a 227 sostituzioni (34 con Reja, una con Donadoni, 61 con Mazzarri, 42 con Benitez, 81 con Sarri, 8 con Ancelotti). Mai ribelle, mai una insofferenza, un
gesto sbagliato. Accettava tutto con educazione. Un giorno disse a Sarri: “Mister, non mi fa piacere uscire sempre”. E Sarri disse: “Non solo a te, fa incazzare tutti”. Hamsik confessò: “Quando mi toglieva dal campo, preso dall’adrenalina, avevo la tentazione di urlargli che non era giusto che fossi sempre io a uscire, ma mi rendevo conto che le sostituzioni erano per il bene della squadra”. Educato, gentile, disponibile, Marek Hamsik, con la sua faccia pulita, gli occhialini da studente, la cresta, naturalmente, che non stonava sul suo capo perché non la portava in giro come un trofeo, una sfida, un segnale smargiasso per attirare l’attenzione. Se la dipinse di azzurro, nel 2014, quando il Napoli vinse la Coppa Italia. “Sto bene a Napoli” diceva. “Mi sento importante, la società mi fa sentire importante, i tifosi mi fanno sentire importante”. Ha scritto nella sua autobiografia: “Mi sono innamorato di Napoli e la fedeltà assoluta alla società azzurra è il valore cui mi sono aggrappato in questi dodici anni”. Ha confessato: “Conquistare Napoli e farmi conquistare da Napoli è stata una sfida vinta di cui sono molto orgoglioso”. Lascia la scia di un sorriso gentile e il ricordo dei suoi gol. Il gol a Torino nella sera della memorabile rimonta alla Juventus, il più importante (ne fece due). Il più bello al Milan, settanta metri palla al piede, una serie di finte a far ballare l’intera difesa rossonera, debuttante in serie A. Il gol alla Steau Bucarest in Romania, un tiro da fuori area dopo essere entrato al posto di Zuniga. Il primo gol in campionato contro la Sampdoria. E il gol in rovesciata a Roma dopo avere colpito la traversa di testa. Comparendo la prima volta a Castelvolturno, lui e Lavezzi, i nuovi acquisti sconosciuti, rimase coinvolto dalla contestazione dei tifosi che pretendevano dal Napoli l’ingaggio di giocatori famosi, di nome, e non ragazzi da scoprire. Marek si presentò con gli infradito ai piedi, in tenuta marina. Non afferrò il senso della contestazione, non capiva le parole dei tifosi e ringraziò tutti per l’accoglienza ritenendo che le urla fossero solo di benvenuto. Era l’estate del 2007, il Napoli tornava in serie A dopo le vicissitudini del fallimento. Il tempo è volato via. “As time goes by” canta Shirley Bassey. “As time goes by moonlight an’ love songs never out of date”. Mentre il tempo passa, chiari di luna e canzoni d’amore sono sempre attuali. Resta una canzone d‘amore per Marek. Buona fortuna, caro ragazzo.
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#scheggedisaggezza
DAMMI IL BRACCIO, MIA PICCINA di Manlio Santanelli
Quando per la via si cammina accoppiati, capita spesso che uno dei due si separi dall’altro (anche per meglio sgusciare tra la folla), salvo poi a ritornare sotto quel braccio appena possibile. Meno spesso invece capita che, una volta superato l’intralcio di detta folla, chi si è appena separato, credendo di tornare al suo posto, inforchi il braccio di una persona diversa da quella con cui faceva coppia. A quel punto la buona educazione esige che ci si scusi e si proceda in cerca della persona giusta. Questo – ahimè o per fortuna, chi può asserirlo? - non successe ad Arsenio Vitelli che, lasciato per qualche istante il braccio di sua moglie Emilia per osservare una vetrina, nel tornare da lei si infilò sbadatamente sotto il braccio di una donna mai conosciuta prima. E’ frutto di invenzione quello che stiamo dicendo? E’ la realtà o soltanto la nostra interpretazione fantastica della realtà? Tutti interrogativi legittimi, questi, ma a nostro avviso viziati dal fatto che non tengono conto del limite tra realtà e fantasia, che a volte si propone in una forma labilissima, e dunque è un terreno favorevole all’innesco di ogni equivoco possibile. L’equivoco, il qui pro quo, la distrazione, o come lo si vuole definire, avrebbe agito in maniera innocua, senza incidere – come poi avvenne - sulla vita di ben quattro persone, se uno dei due componenti la recentissima coppia avesse manifestato una qualche reazione, di scuse, di rincrescimento, di ‘maguardaunpo’, e via dicendo. Tutto questo non fu possibile perché, va detto, la nuova donna, appena ‘sottobracciata’ senza volere da quello che sarebbe dovuto risultarle un estraneo a tutti gli effetti, era stata anche lei momentaneamente lasciata da suo marito attratto anch’egli da una vetrina, e dunque pensò ad un suo ritorno; e invece costui, una volta soddisfatta la curiosità, si era infilato sotto il braccio della moglie di Arsenio, la quale lo aveva accolto senza battere ciglio in virtù di una inveterata abitudine alle momentanee fughe di lui. A questo punto chi scrive si ritrova nell’incresciosa situazione di doversi dividere in due, tale essendo il numero delle situazioni bizzarre determinate dal caso, clown triste nel circo della vita. 26
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Illustrato da Carmine Luino
Per nostra buona sorte nell’impervia impresa ci viene incontro una tendenza connaturata con il genere umano, vale a dire l’abitudine, quella sorta di assuefazione che il pensatore e romanziere tedesco Novalis considerava un velo disteso sulla realtà, tanto da finire per renderla invisibile. Ma noi che, sebbene in maniera amabilmente autoritaria, esercitando il diritto di narratori saremmo più onesti se dicessimo che quel velo, più che essere disteso sulla realtà, lo è sugli occhi di chi la osserva. Ci sorregge in questo assunto l’adagio latino ab assuetis non fit passio, che pressappoco vuol dire: da chi è assuefatto non attenderti una reazione. Tant’è che come Arsenio, nel seguire fino a destinazione la sua nuova metà, non trovò affatto estraneo l’appartamento nel quale ella lo introdusse. lo stesso può dirsi della donna, tale Virginia, che nell’invitare l’uomo a pazientare qualche minuto prima della cena, non evidenziò nel destinatario del suo invito niente di nuovo rispetto a quello che era stato fino ad allora il compagno della sua vita. E costui? Che ne era stato di costui nonché della legittima consorte di Arsenio? Lo chiediamo al signor Caso, deus ex machina di ogni evento umano, e il signor Caso ci fa sapere che era avvenuta più o meno la stessa cosa anche per gli altri due elementi della doppia coppia, dal momento che l’uomo, di nome Filippo, si era comportato alla stessa maniera di Arsenio: staccatosi, come si è detto, dal braccio della moglie per curiosare davanti ad una vetrina, si era poi riaccostato a quella che sott’occhi gli era parsa la sua Virginia (e invece era Emilia, la consorte di Arsenio) e, senza che nessuno dei due badasse allo scambio di persona, insieme erano rientrati a casa, dove la donna si era comportata alla stessa maniera della sua omologa, aveva cioè pregato l’uomo di pazientare qualche minuto, il tempo di riscaldare la cena. Da questo punto in poi la narrazione dovrà di necessità procedere secondo una tecnica cara al cinema, ossia il montaggio parallelo, facilitata in questo da una occasionale geometria delle due famiglie in predicato, presentando ambedue oltre i suddetti coniugi due figli per ciascuna famiglia, un maschio e una femmina, guarda caso coetanei fra loro. Il Caso, sempre lui, aveva disposto che due famiglie identiche nella loro composizione si incrociassero in omaggio ad una geometria che aveva la parvenza del miracoloso, ma che più modestamente rispondeva alla legge dei grandi numeri, che poi a nostro avviso anch’essa ha del miracoloso. Una volta accettate come ordinarie le straordinarie
circostanze di cui sopra, non dovremo stupirci se sia la vita di Arsenio e Virginia che quella di Filippo ed Emilia procedettero senza sensibili scossoni che ne potessero evidenziare l’estrema incongruità. Il lettore è padronissimo di non crederci, ma noi siamo altrettanto padronissimi di non tener conto della sua credenza, e seguitare il nostro percorso su questo piano, che per onestà riconosciamo inclinato, ma tuttavia rientra nella dimensione del possibile che, come si è premesso, contempla anche casi esistenziali da respingere a lume di ragione. Di conseguenza, avvenne che i figli di Emilia non fecero alcun caso al mutamento di persona del loro genitore, come del resto quelli di Virginia, ai quali Arsenio andò bene come era andato bene Filippo. Del resto ai figli occorrono due genitori da cui pretendere o, nel migliore dei casi, a cui chiedere; se poi sono magri o grassi, alti o bassi, chiomati o calvi, sarà pure cinismo il nostro ma queste inezie ai loro occhi non hanno nessun rilievo. Ci sono gli amici, è vero. Ma, tra gli amici della nuova coppia (costituita da Arsenio e Virginia), il più attento di loro si limitò a notare che Filippo, a cui era subentrato Arsenio, pareva un tantino cambiato, nell’aspetto come nel modo di fare. Ma la vita gli aveva insegnato di non meravigliarsi di niente, e la forza dell’abitudine aveva fatto il resto. Quell’uomo ricopriva il ruolo di marito di Virginia, perché arrovellarsi sul suo mutamento, ancorché sensibile? La stessa cosa accadde ad una amica di Emilia, nota per il suo acuto senso dell’attenzione, una donna a cui, ad esempio, non sfuggiva il minimo cambiamento nella pettinatura delle altre donne. Ebbene, anche costei la prima volta che si trovò di fronte a Filippo non poté fare a meno di soffermarsi a considerare quanto fosse mutato Arsenio, ma la sorpresa durò pochi istanti, per dissiparsi del tutto quando Emilia se lo mise sotto il braccio dicendo, “Mio marito eccetera eccetera”. Anche in questo caso il ruolo ebbe la meglio sull’identità, e tutto filò liscio come l’olio. Queste due vite parallele, che per un capriccio del caso avevano preso la forma geometrica del chiasmo, procedettero senza ostacoli di sorta. In principio, i due mariti si sorpresero entrambi nel registrare un accresciuto interesse da parte delle loro rispettive mogli, soprattutto per quel che riguardava la cucina. Ora ambedue le donne avevano preso a mostrarsi più partecipi dei gusti dei loro (nuovi) uomini. Se prima cucinavano perché così era stabilito che andassero le cose, e i pasti erano consacrati dall’acquiescenza dei compagni, i quali dal canto loro avevano rinunziato a pretendere delle varianti al menù consueto, ora le due donne si spingevano a chiedere cosa i loro mariti volessero per pranzo o cena, e se avessero dei desideri particolari che esulassero dai pasti convenzionali. Ma noi faremmo un torto alla verità se non anteponessimo a questa variazione comportamentale, all’interno delle due coppie, quella che connotò in 27
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maniera più sensibile il cambiamento a cui esse coppie erano andate incontro. E tale variazione fu evidenziata in modo speciale dai due uomini, che, ciascuno per suo conto, si trovarono entrambi a registrare un rinnovato slancio nell’eros delle loro donne. Non ci discostiamo granché dal vero se qui riportiamo il pensiero che elaborarono entrambi, e che può agilmente riassumersi nelle seguenti parole: “Valle a capire le donne! Come se niente fosse. da un assopito trasporto passano ad una sfrenata concupiscenza!” Non riteniamo opportuno dilungarci oltremodo su queste due vite parallele, o più esattamente chiasmatiche, se non per dire che scivolarono via all’insegna dell’ovvietà, tutto scontato, piaceri come dispiaceri, stati di salute come malattie. Di insolito va piuttosto evidenziato ciò che accadde ad ambedue le coppie in capo a dieci anni, e a questo punto la meraviglia sfonda lo steccato in cui l’abbiamo costretta, per dilagare lungo i declivi dell’incredibile che si fa credibile. Un bel giorno – erano le ore del pomeriggio - Arsenio e Virginia procedendo sottobraccio l’uno dell’altra, passeggiavano lungo il corso principale della loro città, senza escludere la possibilità di concedersi qualche acquisto. Alla stessa ora, per la stessa strada e con lo stesso proposito passeggiavano Emilia e Filippo. A questo punto le somme potreste tirarle anche voi, cortesi lettori. Ma tale delega ci parrebbe poco professionale, al pari di un cuoco che prepara tutti gli ingredienti per un pasto, lo manipola quanto occorre, lo inforna e poi lascia ai commensali il compito di impiattarlo. E così ci assumiamo di buon grado noi l’onere di concludere. Anche questa volta come dieci anni prima, ad un certo punto della passeggiata Arsenio lasciò il braccio di Virginia per dare un occhio ad una
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vetrina. In quell’istante, a qualche metro di distanza, Filippo si comportò alla stessa maniera. Al caso o, se si preferisce, alla legge dei grandi numeri affidiamo l’epilogo di tutta quanta la vicenda, con Arsenio che si andò ad infilare sotto il braccio di Emilia, e Filippo sotto quello di Virginia. Ma una volta a casa? Una volta a casa la vita ritornò sul binario di un tempo, che comunque in quei dieci anni non era granché mutato. Non ci resta altro da dire. O, meglio, sì: se diamo per possibile che la vita di noi uomini si sviluppi lungo orbite non dissimili da quelle che governano i corpi celesti, ma, a differenza da questi, come può accadere di uscire da quelle orbite così può accadere di farvi ritorno, prima o poi è relativo. A contare è il fatto che tutto ciò sia possibile.
#people
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Le formedidell’amore
IVAN COTRONEO Incontro con il regista napoletano, autore di serie di successo come Tutti pazzi per amore e La Compagnia del Cigno, la fiction con un cast corale in onda su Rai 1 che ha appassionato milioni di spettatori in cui musica e fantasia sono salvifiche.
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Se si pensa a come raccontare l’amore in tutte le sue declinazioni non può che venire in mente Ivan Cotroneo. I più lo conoscono come lo sceneggiatore di film come Mine Vaganti, Piano, solo e Viaggio sola e, soprattutto, la fiction Tutti pazzi per amore con il suo universo colorato fatto di musica, storie d’amore surreali e personaggi così ben caratterizzati, che in un modo o nell’altro non abbiamo potuto fare a meno di identificarci nonostante la loro vena stravagante. Con l’originalissima Tutti pazzi per amore ha portato una ventata di freschezza nel panorama televisivo italiano, un percorso continuato anche con serie di genere diverso come Una grande famiglia, È arrivata la felicità, Sorelle e Sirene. Cotroneo ci ha abituato a un linguaggio innovativo in cui la contemporaneità è sempre in prima linea sia nei dialoghi che nei dettagli nel costruire i personaggi, ritrovando queste caratteristiche anche nei 5 romanzi scritti e nei film che dirige, basti pensare alla web serie Una mamma imperfetta, in cui molte madri di oggi si saranno riconosciute e La kryptonite nella borsa, il suo esordio alla regia, in cui ci sono tracce della sua infanzia nella Napoli degli anni ’70 dove è cresciuto prima che a 20 anni si trasferisse a Roma per studiare. Ne La kryptonite nella borsa ci sono alcuni temi e caratteristiche a lui cari: la famiglia da quelle allargate come in Tutti pazzi per amore ed È arrivata la felicità a quella, appunto, più tradizionale e numerosa ma non meno variegata della famiglia di imprenditori di Una grande famiglia; uno spruzzo di napoletanità sempre presente con dei personaggi; la musica e i ragazzi sia che siano personaggi secondari che principali sono sempre raccontati nel bel mezzo del loro cammino per crescere. E musica e ragazzi sono proprio al centro in quel gioiellino che è La compagnia del Cigno che ha spopolato su Rai1 facendo incollare milioni di spettatori alla tv. Un romanzo di formazione All Star in cui musica, amicizia e primi innamoramenti sono legati al concetto più totalizzante dell’amore, strumento per raccontare le vicende di 7 adolescenti allievi al conservatorio di Milano e delle loro famiglie.
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Ivan, la musica come sempre resta la forma artistica che abbatte le differenze, unendo e diventando un luogo di rifugio come le storie narrate ne La Compagnia del Cigno dimostrano ampiamente. Per me la musica ha sempre assolto diverse funzioni e l’ho spesso utilizzata anche nei miei lavori precedenti come in Tutti pazzi per amore per esprimere degli stati narrativi. Ne La Compagnia del Cigno regna sovrana, i 7 ragazzi protagonisti sono davvero dei musicisti selezionati tra i conservatori italiani. Suonano realmente i
loro strumenti. È il loro modo di comunicare le tensioni, i momenti di gioia, per liberarsi dalla sofferenza. La musica è un’altra protagonista, sempre diversa: a volte è classica o con brani pop rivisitati in chiave sinfonica e poi c’è il contributo di molti musicisti che hanno partecipato come guest come Mika che ha anche composto la canzone dei titoli di testa “Sound of Orchestra”, immaginando un parallelo tra l’innamoramento di due persone e quello per la musica.
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Con Mika contribuisce il sodalizio. Lei è stato tra gli autori dello show Stasera CasaMika in onda su Rai2 e Mika ha collaborato alla colonna sonora del suo secondo lungometraggio Un Bacio, anche lì i protagonisti sono stati gli adolescenti alle prese con le problematiche anche gravi di questi tempi. Mika è diventato un carissimo amico. Ha seguito le riprese della serie, visitando il set ed è anche vicino per esperienza personale alle tematiche della serie. Si è appassionato a questo progetto così come per Un Bacio, il mio film che affrontava i temi del bullismo e dell’omofobia. Entrambi sentiamo la necessità di parlare con i ragazzi di oggi. Sia per Un Bacio che per La Compagnia del Cigno ho avuto l’opportunità di relazionarmi con moltissimi adolescenti, rimanendo conquistato da loro e dalla loro idea di libertà e dalla loro curiosità. Secondo me hanno molto da insegnarci. Non sono affatto una generazione abulica e non è vero che sono privi di determinazione.
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Anche se fortemente radicate nell’attualità le sue storie hanno sempre una chiave surreale, quasi onirica. Sì è un po’ un mio marchio di fabbrica. C’è ne La Compagnia del Cigno come nella Napoli fiabesca di Sirene. Credo molto nel potere della fantasia, ha aiutato la mia vita, ma penso che aiuti quella di tutti. Fin da bambino ho sempre immaginato altri scenari possibili in cui l’ironia è sempre stata un’alleata per stare dentro una situazione e allo stesso tempo osservarla dal di fuori. Il pubblico la premia e l’ha sempre premiata. Contribuisce l’empatia che scatta tra gli spettatori e i suoi personaggi. È raro che non ci si identifichi. È un obiettivo che si spera sempre di raggiungere. Io ho sempre scritto su tematiche che mi stavano a cuore raccontare nei modi in cui sono capace di farlo. Per esempio per Un Bacio avevo la personale urgenza di raccontare la storia di quei tre ragazzi come tanti, alle prese con i problemi che, in qualche modo, riflettono una realtà ben più ampia di quella adolescenziale. Sono gay e ho ben presente, attraverso storie che mi sono state raccontate e che conosco, cosa sia il bullismo omofobico. Così come per La Compagnia del Cigno sono voluto andare ad Amatrice per girare un momento cruciale del terremoto del 24 agosto 2016 legata al personaggio del violinista Matteo traumatizzato dal disastro in cui ha perso la madre. Avrei potuto girare quella scena in un teatro di posa ma ho scelto di an-
dare lì con la mia troupe e di interagire con i cittadini. In molti hanno lavorato nella fiction come comparse. Immancabile è anche il piacere del cibo che non manca mai in tutti i suoi copioni. Amo mangiare. Ho un rapporto continuativo e fedele con la cucina. Mi piace cucinare, soprattutto, per i miei amici. Inoltre, in molti film che ho scritto da Io sono l’amore di Luca Guadagnino a Mine Vaganti di Ferzan Özpetek o nella serie Una grande famiglia, mi è capitato di ambientare le scene clou mentre i personaggi sono riuniti a tavola. Senza contare che in Tutti pazzi per amore il personaggio di Michele, interpretato da Neri Marcoré, seduceva le donne a colpi di cucina, considerata da lui una religione da idolatrare tanto da spingerlo anche ad aprire un ristorante chiamato “A gusto mio”, tempio della sua storia d’amicizia, d’odio e d’amore con la mangiona Monica, interpretata da Carlotta Natoli.
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#ciak
Un classico Disney è per sempre di Valerio Ciaccia
La Walt Disney Company, multinazionale statuintense, durante la fase di rinnovamento societario che l’ha portata ad acquisire anche i diritti dei cataloghi Baby Einstein, Muppets, Jetix, Pixar, Marvel, Lucasfilm e, nel luglio 2018, 20th Century Fox, per la ragguardevole cifra di 66 miliardi di dollari, ha immesso sul mercato cinematografico numerose pellicole remake dei grandi classici prodotti sin dal 1937 (Biancaneve e i sette nani). L’operazione è esplosa con Alice in Wonderland del 2010 (di Tim Burton), generando un nuovo inaspettato filone, quello della versione live action dei Classici, che potrebbe risultare potenzialmente infinito, dipendendo sempre dai risultati al botteghino. Già nel 1997, durante la fase del cosiddetto rinascimento Disney, venne lanciata la versione con attori in carne e ossa de La Carica dei 101 (1996) con una Glen Close perfettamente calata nella parte di Crudelia. Il risultato fu considerevole (oltre 320 milioni di dollari), vista l’epoca e generò anche un sequel tuttavia mediocre. L’operazione nostalgia forse non fu abbastanza forte per dare il via ad una vera moda e solo nel 2010, proprio con Alice in Wonderland, il risultato fu talmente evidente da convincere i produttori ad avviare un progetto a lungo, lunghissimo termine, con al centro la riproposizione e in alcuni casi la parziale rivisitazione dei Classici. Oltre 1 miliardo di incasso, per una spesa di circa 200 milioni di dollari, hanno generato Maleficent, Cenerentola, L’apprendista stregone, Il libro della giungla, Alice attraverso lo specchio, La Bella e la Bestia. La rivisitazione della fiaba La bella addormentata nel bosco con Angelina Jolie nei panni della strega Malefica, ha portato grande soddisfazione tra il pubblico e gli amministratori delegati aprendo la strada al sequel di prossima uscita. Minor fortuna per Cenerentola di Kennet Branagh (anche se relativa, 95 milioni di budget per 543 di incasso) senza che ciò potesse far naufragare il progetto. Diciamo che L’apprendista stregone (2010) fu un 38
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incidente di percorso (trattandosi anche di un esperimento differente da ciò di cui stiamo trattando) e comunque non rallentò la corsa all’oro dei produttori. Tale processo ha però indotto la casa cinematografica a osare di più. Con Il libro della giungla (2016) di Jon Fraveau sono stati miscelati gli elementi del classico di animazione con il romanzo di Kipling a cui si ispira, raggiungendo risultati decisamente apprezzabili sia in termini di narrazione che in termini di tecnica cinematografica. Probabilmente si tratta dell’operazione migliore effettuata da Disney. A ogni modo pubblico e critica hanno apprezzato grazie alla grafica, alla fedeltà all’opera di Kipling e alla performance del cast vocale (Bill Murray, Idris Elba, Chris tofer Walken, Scarlett Johansson, Ben Kingsley).
Due le battute d’arresto successive, seppur con perdite “limitate”. Alice attraverso lo specchio (2016) e Il drago invisibile (2016) non hanno entusiasmato e gli incassi ne hanno risentito. Ma lo stop delle due pellicole non ha condizionato l’acuto risultato raggiunto nel 2017 con La Bella e la Bestia. Solo con il lancio del trailer in rete venne provocato un maremoto. Tra il 16 marzo 2017 ed il 12 aprile 2017 la pellicola ha superato il miliardo di incasso divenendo il trentesimo film a superare tale soglia. Pur scatenando alcune critiche per la presenza del primo personaggio omosessuale all’interno di un film Disney, il lungometraggio fu accolto positivamente dalla critica e dal pubblico nonché candidato agli Oscar per scenografia e costumi. Adesso la grande attesa è tutta rivolta a Dumbo,
sempre di Tim Burton, Aladdin e Il re leone. Se per il primo incuriosisce particolarmente il tocco affidato all’importante firma di Tim Burton, per il secondo ed il terzo vale il medesimo discorso affrontato per La Bella e la Bestia. Si tratta di due Classici di massima rappresentazione del rinascimento Disney anni ‘90. In particolare Il re leone suscita interesse per ciò che rappresenta e ha rappresentato. Film di animazione in 2D di maggior successo negli Stati Uniti, 2 Oscar in bacheca, due seguiti in Home Video e un adattamento per il palcoscenico di Broadway, nel 2016 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso. Per luglio 2019 attendiamo il remake affidato ancora una volta a Jon Fraveau e, per il momento, le immagini del trailer diffuso colpiscono per la tecnica grafica a dir poco impressionante. Ma la casa dalle grandi orecchie non si ferma qui. In cantiere ci sono numerose sorprese. La trasposizione live action attende Cruella, con la giovane Crudelia De Mon interpretata da Emma Stone, Tink, lungometraggio dedicato a Trilli/Campanellino, Pinocchio, La spada nella roccia, James e la pesca gigante, ma soprattutto The Chronicles of Prydain che, tuttavia, non dovrebbe essere un pedissequo remake di Taron e la pentola magica. Colpisce, in quest’ultimo caso, la volontà dello studio di affrontare nuovamente le vicende narrate nei libri Lloyd Alexander, ma evidentemente, al di là del mero tornaconto economico, c’è la volontà di rendere giustizia al classico che ha incassato meno tra tutti nonostante sia stato, poi, fonte di ispirazione per altre pellicole di successo e trampolino di lancio per grandi autori, tra cui proprio Tim Burton che vi lavorò come art director.
TOP 5 CLASSICI DISNEY IL RE LEONE BAMBI PINOCCHIO LA SIRENETTA LA SPADA NELLA ROCCIA
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#amazing
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CLAUDIA CARDINALE
BELLISSIMA ANTIDIVA L’attrice racconta la sua vita straordinaria. Il grande amore con il regista Pasquale Squitieri. I film che l’hanno fatta entrare nelle storia del cinema. Il suo essere elegantemente antidiva dalla forte personalità. di Antonia Fiorenzano 41
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di Federica Riccio foto di Ilaria Rucco
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CLAUDIA CARDINALE
BELLISSIMA ANTIDIVA
Con oltre 175 film all’attivo Claudia Cardinale è la Prime Dame del cinema italiano, attrice di fama mondiale. Quando si è faccia a faccia con lei si materializzano rapidi frame di tutti i film in cui ha preso parte. Non c’è regista con cui non abbia lavorato regalandole ruoli iconici, ormai impressi nella storia del cinema. La sua è ed è stata una vita intensamente straordinaria che potrebbe essere degna di un romanzo: la bellissima ragazza nata il 15 aprile del 1938 a Tunisi da genitori di origine siciliana che non sognava di fare l’attrice bensì l’esploratrice, ma che il destino ha portato alla Mostra del Cinema di Venezia – premio del concorso “La più bella italiana di Tunisi’’- dove declinò tante offerte di lavoro prima della sua decisione di frequentare il Centro Sperimentale, dove fu selezionata più per la sua personalità. Lei è mito e antidiva allo stesso tempo. Capricci e autoreferenzialità non possono coincidere con il suo modo di essere. È stata su set con vere leggende, ma lei tende a minimizzare non per falsa modestia, perché nonostante i premi e la fama mondiale, c’è ancora quella sua indole schiva unita a quel forte temperamento che la rende unica. Ci incontriamo per un caffè nel suo albergo di Napoli, la città in cui ad aprile ha festeggiato i suoi 80 anni mentre era in teatro con La Strana Coppia di Neil Simon uno spettacolo voluto e pensato dal regista Pasquale Squitieri, suo grande amore, suo compagno per quasi 30 anni da cui è nata la loro figlia Claudia. 43
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“Pasquale ha voluto chiamare la nostra bambina come me, Claudia. Non volevo sposarmi, quindi non avrei mai acquisito il suo cognome, sarebbe stata la figlia Claudia a chiamarsi Squitieri, come se mi fossi sposata io.”, racconta dopo aver superato la timidezza iniziale dei primi minuti della nostra intervista, da quel momento non si segue più la logica ordinata come questo genere di articolo giornalistico di solito impone. Diventa quasi un racconto, narrato dalla sua voce inconfondibile, pieno di aneddoti legati alla sua straordinaria carriera, in cui vengono fuori la sua energia da rigorosa stakanovista e la sua grazia, alcuni degli elementi che l’hanno resa la grande e leggendaria Claudia Cardinale. Soprattutto, emerge la sua visione su come vivere e sentire la vita. Signora Cardinale, ci incontriamo a Napoli, una città in cui è legata indissolubilmente. Ed è proprio qui che ha compiuto 80 anni ad aprile in occasione della tappa napoletana della tournée di La Strana Coppia, lo spettacolo che è nato da un’idea registica di Pasquale Squitieri. Tra l’altro Napoli era la città di Squitieri, essendo anche set di alcuni dei dieci film in cui lei è stata diretta da lui. Posso dire che Pasquale è stato l’unico amore della mia vita. Abbiamo sempre continuato a essere amici, uniti, ci sentivamo spesso anche qualche giorno prima che morisse (ndr Squitieri è scomparso nel febbraio del 2017). Avevo appena girato, diretta da lui per la prima volta, I guappi. All’inizio non è che tra noi ci fosse una grande simpatia. Era ruvido, mi urtava e mi attraeva fortemente, mi prendeva dentro. Lui si trovava a New York per lavoro ed era circondato da tante belle donne, per me le ha abbandonate tutte. Presi l’aereo e lo
raggiunsi. Pasquale mi venne a prendere all’aeroporto e, accogliendomi, esclamò “Sei venuta a cercarmi!”. Sono stata io a sceglierlo come uomo della mia vita. Siamo stati insieme per 27 anni. L’ho sostenuto in tutte le battaglie e prese di posizione, talvolta scomode. Portare in scena me e sua moglie Ottavia Fusco per l’allestimento al femminile de La Strana Coppia era il suo desiderio e noi abbiamo scelto di rispettarlo e di portare avanti questo progetto artistico. Infatti abbiamo portato questo spettacolo in giro per i teatri italiani, rispettando fedelmente tutti gli appunti e le idee che aveva Pasquale sullo spettacolo con la preziosa regia di Antonio Mastellone che è stato suo assistente. Una lunga tournée che l’ha portata lontana dalla sua Parigi, città che ha fatto sua quando ha deciso di lasciare definitivamente l’Italia. I paparazzi in Italia non mi davano tregua. Era diventato impossibile. A Parigi posso passeggiare serenamente con il mio quotidiano, sedermi a un Cafè e fumare una sigaretta senza che ci siano invadenze e agguati dei fotografi. Parigi è stata la ragione principale per la quale Pasquale e io ci siamo lasciati. Io volevo vivere a Parigi, per me rappresenta la tranquillità essendo una solitaria. Lui ha vissuto lì per un po’, ma poi ha vissuto definitivamente a Roma. A Parigi sono sempre stata a mio agio. Per esempio in Francia il cinema è molto sostenuto rispetto all’Italia, aiutando soprattutto i giovani cineasti, cosa che apprezzo tanto, visto che sono io per prima a sostenerli partecipando a molte opere prime. Mi sono battuta con i Ministri della Cultura italiana e francese per far rinascere le coproduzioni.
Il 26 novembre a Parigi è stata anche nominata Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana. Senza contare che 10 anni fa ha ricevuto La Legion d’Onore, la massima onorificenza della Repubblica di Francia. Sono un comandeur! (ride). Sì, è stata un’emozione anche la nomina che ho ricevuto lo scorso novembre dall’ambasciatrice d’Italia in Francia, Teresa Castaldo, nella sede diplomatica italiana a Parigi in rue de Varenne dell’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. E sa una coincidenza buffa? Poco prima, lo stesso giorno proprio a Parigi c’è stata l’inaugurazione di una mostra a me dedicata all’Istituto italiano di Cultura Claudia e la letteratura, una collezione di manifesti originali dei miei film tratti da opere letterarie. A volte stento a credere che ho fatto tutte quelle cose lì. Non mi sono mai identificata con la “me” sullo schermo. Ho sempre provato a essere autentica a costo di essere ruvida. Ho detto anche tanti “No” ma sostengo la filosofia che “se non lo fai, vuol dire che non dovevi farlo.” Il destino, come la libertà, sono stati essenziali nella mia esistenza. D’altronde proprio per la mia libertà di scegliere ho lottato da quando ho 16 anni decidendo di non abortire e di avere il mio adora-
to figlio Patrick. Anche sua figlia Claudia è nell’arte. Sì, si occupa di storia dell’arte. Le avevano proposto il ruolo di Giovanna d’Arco a Hollywood ma ha rifiutato preferendo un’altra strada. Mia figlia ha un bel carattere, proprio come Pasquale. Fin da piccola le ha fatto leggere dei libri molto difficili, diceva che era molto più colta di lui. Forse verrà a Napoli per un progetto artistico di cui si sta occupando. Al di là della sua storia cinematografica, lei è anche la testimonianza di un tempo di garbo e gentilezza che di questi tempi tendono a vacillare. A me non piace la gente che si monta la testa. Io ho cercato di vivere la mia vita con normalità. Il periodo in cui ho vissuto in America per alcuni film che stavo girando circolavo senza bodyguards. E poi ho sempre approcciato al mio lavoro con estremo rigore, essendo anche rigida. In alcune circostanze tanto che ero concentrata ho dimenticato persino di mangiare. Le donne che lei ha interpretato sono figure iconiche. Basta vedere anche solo delle brevi sequenze 45
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Che Dio conservi gli ironici, quelli che amano la vita piĂš del lavoro
che subito si riconoscono i suoi film. Oggi, però, a parte qualche rarissima eccezione, pur avendo delle bravissime attrici sembra non essere più così. Secondo lei da cosa dipende? Vede, io ho avuto la fortuna di incontrare e di lavorare con artisti che hanno fatto la storia del cinema. Con Luchino Visconti ho fatto quattro film, stessa cosa con Mauro Bolognini, con loro come con tanti altri. Da giovanissima ero nel cast di Un Maledetto Imbroglio di Pietro Germi. È stato eccezionale. Probabilmente un periodo irripetibile. Una volta incontrai casualmente Anna Magnani per strada. Non ci conoscevamo e subito mi invitò a pranzo con lei. Al tempo le cose andavano così. Del resto registi come Martin Scorsese e Woody Allen mi hanno detto che hanno riferimento il cinema italiano degli anni ’60. A pensare che io non volevo fare l’attrice ma l’esploratrice. In qualche modo l’ha fatto… Ha ragione! Grazie anche al cinema in qualche modo ci sono riuscita. Ho girato per il mondo andando in America per La Pantera Rosa e arrivando anche in Australia con Alberto Sordi per il film di Luigi Zampa Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata. Pensare che quando da ragazzina vivevo a Tunisi mentre ero a scuola mi avvicinò un regista e io da bizzarra selvaggia che ero scappai via. Lui chiese alla direttrice chi fossi e lei “Chi la Cardinale? È un maschiaccio. Fa a botte con tutti i ragazzi”. Ero irrequieta molto silenziosa. Non parlavo quasi mai da piccola ed è per questo la mia
voce è così roca, non allenavo le corde vocali. Infatti nei primi film ero doppiata per la dizione non zoppicante finché Federico Fellini per 8 e ½ decise di usare la mia vera voce. C’è un’immagine della sua carriera e dei suoi incontri che vorrebbe condividere con i lettori?
Sicuramente Il Gattopardo di Luchino Visconti e 8 e ½ di Fellini mi hanno cambiato la vita. Tra l’altro essendo stati realizzati nello stesso periodo mi dividevo tra i due set. Avevo i capelli lunghi e, ovviamente, Visconti mi voleva bruna, mentre Federico bionda. Dovevo cambiare il colore di capelli ogni due settimane. Con Federico non c’era copione tutto basato sull’improvvisazione con Luchino, invece, era come recitare in teatro. Con Luchino poi siamo stati molto amici. Quando andavo a pranzo da lui nascondeva regali per me, erano gioielli di Cartier. Mi voleva bene. Ma tanti sono stati i miei amici come Mastroianni così semplice e simpatico, Delon e con Belmondo quanti scherzi folli. Con loro e con altri non ho mai avuto nessun flirt. Sul set è meglio l’amicizia che l’amore. Non si mescolano mai le cose.
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#leggèra
RITORNI
Grandi ritorni in libreria tra febbraio e marzo. Mister Stephen King ancora una volta riesce a sorprenderci uscendo dai suoi soliti canoni. Elevation, infatti, è un romanzo breve (ben lontano dalle 600 pagine del precedente The Outsider) e – soprattutto – per quanto sia ambientato nella maledetta Castel Rock, è un racconto dai toni malinconici e dagli importanti temi politici e sociali. A detta del biografo ufficiale di King, pare che Elevation sia il racconto più ottimista che il re dell’horror abbia mai scritto, un racconto dove il maestro americano prova a riaffermare il potere della parola sull’ottusità del pregiudizio. Sull’altra sponda dell’oceano ritroviamo, invece, Irvine Welsh con il suo Morto che cammina e gli indimenticabili personaggi di Trainspotting: Renton, Begbie, Sick Boy e Spud, questa volta coinvolti nell’oscuro mondo del traffico di organi. Ovviamente le cose prenderanno rapidamente una brutta piega per tutto il gruppo e ognuno – in balia delle proprie dipendenze - sarà costretto alla resa dei conti con il passato in un susseguirsi continuo di assurdi imprevisti. E febbraio sarà anche il mese in cui finalmente troveranno pace i moltissimi lettori di Haruki Murakami perché arriva la seconda e conclusiva parte di L’assassinio del Commendatore, Metafore che si trasformano. Ci ritroveremo, dunque, nuovamente nella casa nel bosco del pittore Amada Masahiko. E – last but not least - a distanza di quattro anni dal suo ultimo romanzo, l’autore di Fight Club torna con un’opera spiazzante, ingegnosa, politicamente scorretta, in cui mette alla berlina le assurdità della società contemporanea e smaschera le teorie complottiste che appartengono a molti americani. In Il libro di Talbott di Chuck Palahniuk tutto comincia da un misterioso libro nero-blu, un pamphlet profetico che la gente fa circolare dopo averne memorizzato le direttive rivoluzionarie. Il popolo non sarà più sacrificato alla nazione ma a cadere saranno le teste
in vetrina
Marcello Affuso CORTOCIRCUITO Guida Editori Marco Napolitano LA CHIAVE TITANICA Turisa Editrice Gianluca Spera IL MASSACRO DI SAN SILVESTRO Ad est dell’equatore Carmine Romano IL PRESEPE NAPOLETANO La collezione Accardi Edizione Grimaldi & C. Marco Perillo 101 PERCHÉ DI NAPOLI CHE NON PUOI NON SAPERE Newton Compton
a caccia di libri. letteratura, romanzi, gialli, testi zen, fantasy, letture per ogni appassionato di LUCIA NICODEMO di politici e giornalisti, professori e notabili. Anzi a cadere saranno le loro orecchie sinistre. Non di meno il versante degli autori nostrani. Chiara Gamberale in L’isola dell’abbandono ci consegna una nuova protagonista in cui riconoscere le nostre fragilità e un romanzo appassionato che ci mette di fronte alla responsabilità delle nostre scelte e all’inesorabilità del destino. Una riflessione sui figli che avremmo potuto avere, su quelli che abbiamo avuto e quelli che non avremo mai. Sulle occasioni perse e quelle che, magari senza accorgercene, abbiamo colto. Altro binomio al femminile quello di Cristina Comencini e della protagonista del suo Voi non la conoscete: è Nadia e sta scontando in carcere la pena a lei assegnata per una rapina. Una donna dura, ostile eppure desiderosa di trovare un varco attraverso il quale finalmente farsi ascoltare. Concludiamo con due pesi massimi della narrativa italiana noir: Andrea Vitali e Maurizio De Giovanni. Il napoletano per la prima volta pubblica con Sellerio – garanzia di gialli d’autore e da sempre editore dell’amatissimo Montalbano – e il suo Dodici rose a settembre già promette di regalarci una nuova eroina di cui non perdere nemmeno un’avventura. È Mina Settembre, nota ai fan più attenti di De Giovanni per essere apparsa in due raccolte di racconti a tema edite sempre da Sellerio. Mina non ha l’ombrosità del commissario Ricciardi o del bel Cinese dei Bastardi di Pizzofalcone: la simpatia è la sua cifra. Anche nel suo lavoro di assistente sociale in un territorio difficile come quello napoletano, dove chi ricopre il suo ruolo spesso non è ben visto ed è sicuramente in minoranza rispetto alle urgenze da coprire. In uno strano mese di settembre, in una Napoli luminosa e disperata, Mina è alle prese con una penosa situazione di degrado sociale mentre l’ex marito magistrato porta avanti con assoluta riservatezza un’indagine sull’Assassino delle Rose, un pazzo che ammazza gente senza un criterio dopo avergli fatto trovare in casa o sul posto di lavoro una rosa. Quello che Claudio non sa è che anche Mina riceve ogni giorno una rosa. Rossa, come il sangue. Anche il professore Andrea Vitali con Certe fortune, decide di riportare sulla scena letteraria un suo vecchio personaggio: il maresciallo Ernesto Maccadò. Già alle prese con gli strani svenimenti della moglie Maristella, che fatica ad ambientarsi nel paese lacustre, il maresciallo deve anche occuparsi del subbuglio che agita Bellano. Da sud a nord e da est ad ovest, ad ognuno il suo libro.
#pokerdassi
Quattro domande uguali per tutti, quattro risposte diverse che raccontano le passioni, i gusti, la vita di quattro personaggi che conoscono bene Napoli e la amano intensamente. Il poker d’assi è servito. di Paola De Ciuceis
MICOL FERRARA jewelry designer titolare Mic Design
Il momento della creazione, alla scrivania o dappertutto? Le idee vengono ovunque, nei momenti più inaspettati, mentre cammino, prendo un caffè al bar o aspetto il mio turno in fila. In borsa c’è sempre con me il kit della memoria, appena ho una intuizione, osservo un dettaglio che mi ha colpito, una forma, tiro fuori il taccuino e butto giù qualcosa; a volte bastano poche linee per farmi ricordare dopo cosa avevo visualizzato in quell’istante. C’è pure il momento della scrivania, una pausa ambitissima dove si ferma il tempo, si cerca la concentrazione e si fa ordine tra le idee che affollano la mente, tra gli schizzi sul taccuino. Ci si prende il giusto tempo per disegnare, provare e fare modelli. Artigiano del gioiello per caso o per vocazione? Entrambi. Sin da piccola mi divertivo a creare gioielli, a recuperare materiali da ricomporre e rielaborare. Con la ceramica in passato mi sono avvicinata alla manipolazione e alla scultura e tra un vaso e una ciotola nascevano anche dei ciondoli. Sono sempre stata attratta dalla capacità di realizzare oggetti tridimensionali, dai lavori creativi e manuali, dalla conoscenza dei materiali. Non mi è stato chiaro subito che sarebbe diventato il mio lavoro. Terminati gli studi in architettura, per seguire la mia passione mi sono rimessa in gioco seguendo dei corsi a Milano e a Napoli e un master in Digital Manufacturing. Ho iniziato a frequentare un laboratorio nel Borgo Orefici, a creare la mia linea dall’idea alla realizzazione. Guardo al gioiello con grande libertà e senza preconcetti, sperimentando come il pensiero e la tecnologia digitale possono intrecciarsi con le tecniche e gli approcci tradizionali per darsi forza a vicenda. A tavola, gamberi e calamari o frittura di paranza? Direi gamberi e calamari, ottimi e senza spine! Al cinema, film d’azione o commedia? Al cinema preferisco un bel film d’azione che mi tiene sveglia anche se negli ultimi anni con due bimbi piccoli ho visto soprattutto cartoni animati. 50
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SARA LUBRANO designer gioielli artigianali
Il momento della creazione, alla scrivania o dappertutto? Ovunque tranne che al tavolo. In ogni caso prettamente in viaggio. Sì, le mie ispirazioni nascono dal viaggiare e dalle esperienze che vivo. Il movimento e l’esperienza sensoriale per me sono fondamentali, fosse pure una passeggiata al centro storico della mia città. Marrakech, poi, è stata una fonte straordinaria. Anche la musica ha il suo ruolo, come gli odori dei luoghi. Vado contro la convinzione che l’artista crea nei momenti no, per me vale il contrario: i migliori sono quelli in cui sono contenta. Il problema, poi, non è l’idea ma il tempo per realizzarle tutte. Sono perennemente ispirata. Artigiano del gioiello per caso o per vocazione? Vocazione pura. Sin da bambina raccoglievo fiori e qualsiasi cosa utile per infilare collane. Sono sempre stata attratta da ciò che luccica. In famiglia si faceva altro, alla fine si sono convinti che la mia strada era diversa. A New York l’incontro decisivo: mi imbattei in un negozio dove accanto ad ogni gioiello c’era la ricetta e tutto l’occorrente per farlo, fu una folgorazione, feci incetta e diedi inizio alla mia avventura professionale abbandonando la laura specialistica in Economia Aziendale per intraprendere i miei studi all’Accademia di Arte Orafa. Adoro il gioiello su misura ed è in questo senso che mi oriento sempre più. La mia passione è la microfusione a cera persa, tecnica scultorea che uso molto nella mia produzione. A tavola, gamberi e calamari o frittura di paranza? Benché vada pazza per i gamberi rossi di Mazara, i cosiddetti “puparuoli”, la paranza vince su tutto; tra l’altro, accanto ai gamberetti mi offre pure alici e calamari. In barba alla dieta, sono quel che si dice una buona forchetta. Al cinema, film d’azione o commedia? Con tutte le ansie del vivere quotidiano, preferisco sempre una bella risata. E una bella commedia comica è quel che ci vuole per un po’ di relax al cinema. Il mio eroe è Totò, tra i contemporanei preferisco Massimiliano Gallo.
MARIO MORELLI jewelry designer e master goldsmith
Il momento della creazione, alla scrivania o dappertutto? Letteralmente ovunque. Sono ispirato da quel che mi circonda, prevalentemente dalla natura con tutte le sue forme: foglie cresciute in un certo modo, radici, rami che si intersecano creando giochi di linee, sono uno spunto per la realizzazione di un’idea. Mi capita spesso di fotografare cose che mi stimolano, per poi segnarle con calma su carta, e di lì sviluppare i termini della realizzazione del gioiello. Artigiano del gioiello per caso o per vocazione? La seconda. Sin da piccolo, nei miei primi disegnini delle elementari prestavo attenzione agli accessori con cui adornare le figure femminili. Furono le maestre a notare la cosa poi confermata dal professore di educazione artistica delle medie che mi orientò all’istituto d’Arte con indirizzo metalli ed oreficeria. Così fu. La mattina a scuola, nel pomeriggio a bottega al Borgo Orefici di Napoli. Di qui, dopo il diploma, un susseguirsi di corsi specialistici in varie branche tra Napoli e Firenze. Sono un artigiano di tradizione, preparo le leghe da me, lavoro direttamente sul metallo, modellandolo e realizzando il gioiello in ogni sua fase, dalla fusione, alla finitura e lucidatura. Oggi si adoperano tante cose anche molta tecnologia ma per me, che sono animato dal sacro fuoco della lavorazione artigianale, forgiare oro e argento, in qualche modo, è un donarsi sensazioni ed emozioni. A tavola, gamberi e calamari o frittura di paranza? Questa domanda mi piace molto. Tra le mie passioni c’è anche la cucina, adoro stare ai fornelli. Già che si fa con il pescato del giorno, scelgo la frittura di paranza per la certezza della freschezza del pesce. Al cinema, film d’azione o commedia? Adoro il cinema, lo considero un bel momento di svago, per questo tra i due generi propendo per la commedia, l’ideale per una bella serata serena. Se, poi, dopo il film, c’è anche una fumante paranza che mi aspetta, allora direi che siamo proprio in carrozza.
FRANCESCO TRAMONTANO artigiano del gioiello
Il momento della creazione, alla scrivania o dappertutto? Il momento dell’ideazione avviene nella testa, il mio ufficio immaginario aperto 24 ore su 24. Penso sempre ai modelli da creare e tutto m’ispira: i miei viaggi, le mie passioni, la natura, l’arte e tutto il bello della vita; tutto questo nutre me e la mia fantasia e così nascono le idee per le creazioni che progetto. La realizzazione vera e propria si svolge poi al mio banchetto da orafo, dove passo quanto più tempo possibile trasformando le idee in gioielli. Artigiano del gioiello per caso o per vocazione? Provengo da una dinastia di creativi, la mia vocazione è nata respirando l’aria del nostro storico negozio di famiglia ed è maturata grazie all’incoraggiamento di mia nonna. È lei che, finito il liceo, mi ha indicato la via spingendomi verso questa strada e a portare avanti, seppure in un diverso ambito, la tradizione familiare. C’e da dire, poi, che sono stato fortunato ad incontrare amici orafi che mi hanno dato la possibilità di sedere sin da subito al banchetto, cosa che mi ha consentito di farmi fare molta pratica e poca teoria, che non ho mai preferito particolarmente. È per questo che amo definirmi un artigiano del gioiello piuttosto che un orafo. A tavola, gamberi e calamari o frittura di paranza? Al ristorante, possibilmente con sole e mare per contorno, sicuramente chiamo al tavolo birra e frittura che mi danno la ricarica giusta. A casa, già che mi piace stare tra i fornelli, mangio gamberi e calamari innaffiati con un bel bicchiere di vino e rigorosamente cucinati da me, ogni volta in una preparazione diversa, se possibile in buona compagnia. Al cinema, film d’azione o commedia? Il mio tempo libero lo divido tra viaggi e letture, un po’ meno al cinema perché in genere ci vado la sera, sono stanco, e crollo. Quindi meglio un film d’azione durante i miei viaggi tra le nuvole, perché mi da la giusta carica di adrenalina per trascorrere il tempo. 51
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essere come sei
Ilaria e i suoi hios
#coverthetop
di Carmine Luino
Ilaria Ciancio, nel suo laboratorio al centro storico di Napoli, ci racconta passioni, ispirazioni e progetti, tra carta, colla e poesia. Da studentessa di psicologia ad artigiana/designer. E in mezzo? In mezzo un pezzo della mia vita. La passione per il lavoro con le mani mi è stato trasferito dai miei genitori. Mio padre, ex ferroviere, da sempre falegname provetto e mia madre sarta. A casa, i ferri di lavoro e il banchetto di mio padre mi hanno dato sicuramente dato un forte imprinting. Nel 2003, a vent’anni, ho deciso di abbandonare gli studi in psicologia che avevo iniziato a Roma e mi sono dedicata interamente al mio laboratorio, aperto per 6 anni a Boscoreale, in provincia di Napoli. Sono stati anche anni di formazione artistica e artigiana, con la frequenza di corsi di scultura, ceramica e arte orafa. Poi il mio trasferimento a Napoli, al centro storico, dove attualmente vivo e dove è nato il progetto che attualmente mi assorbe e mi rappresenta di più, quello degli hios. Hios. Raccontaci come sono nati Gli hios nascono da un sogno, quasi da un delirio di onnipotenza (lo dice ridendo, NdR). Ho sognato di creare un piccolo popolo dal nulla, manco fossi una divinità. E quando ho dovuto dargli un nome non ho avuto dubbi. Questi omini mi somigliano, sono delle riproduzioni del mio IO. Ma sono tanti, quindi IOS. La H è un vezzo che mi sono concessa. Quando ho inziato a crearli per davvero, con carta, colla e amore, hanno avuto subito un discreto successo. Alcuni nascono da mie ispirazioni, altri sono creati on demand e cercano di somigliare 53
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astronomo
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mi fanno male le ali
Cerco continuamente intuizioni, nei libri per bambini, nel cinema d’animazione, nella poesia ma soprattutto nella musica
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pensieri circolari
esploratori
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volo
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Gli hios nascono da un sogno (...) Quando ho inziato a crearli per davvero, con carta, colla e amore, hanno avuto subito un discreto successo
a chi me li commissiona. Provare a individuare sogni e aspettative negli altri è un bell’esercizio. Per la realizzazione di ogni hios utilizzo tanti materiali diversi: fildiferro, carta, legno, colle. Sperimento molto e questo mi appaga sia tecnicamente che emotivamente. Alcuni hios sono al Museo Madre di Napoli. Raccontaci quest’altra piccola avventura Durante una fiera, a Piazza Dante, la responsabile delle esposizioni del Madre notò gli hios nel mio stand e mi chiese se mi interessava creare una produzione limitata, ispirata agli artisti residenti nel museo. Accostare le mie piccole creature alla poetica di artisti come Mimmo Paladino, Francesco Clemente o Jannis Kounellis, per ricordarne alcuni, è stata una sfida bella e complessa. Ho avuto la sensazione che gli hios potessero arrivare in posti inaspettati, che vivessero una vita propria. Ed è una cosa che mi rende felice. Il tuo rapporto con la città? Profondo. Vivo in uno dei palazzi più belli del centro storico di Napoli, Palazzo Carafa, quello con la testa di cavallo, e la potenza della città si fa sentire tutta. Suggestioni e collaborazioni con tanti artisti influiscono sulla mia creatività. Napoli è una città “impegnativa”. Quali altre discipline artistiche influenzano il tuo lavoro? Tutte! Cerco continuamente intuizioni, nei libri per bambini, nel cinema d’animazione, nella poesia ma soprattutto nella musica. Lavoro sempre scegliendola con cura. Amo i cantautori, più di tutti Francesco De Gregori. Molti hios sono stati ispirati dai suoi testi. La sua Pezzi di vetro è citata nel biglietto che accompagna ogni hios. Progetti futuri? Vorrei aprire la mia bottega al pubblico, qui al centro storico, per mostrare cosa faccio e come. instagram.com/360gradi.art
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#chezchef
in cucina con... chiara di martino Da bambina amava fare due cose: scrivere e preparare dolci con sua nonna, venerata da tutta la famiglia anche per le sue “dolcezze” (ancor più, a onor del vero, per la sua dolcezza, al singolare). Da adulta, Chiara Di Martino non è cambiata granché: continua a scrivere (fa la giornalista) e a fare dolci, che prepara per sé e per le feste degli amici mescolando ingredienti e facendo viaggiare il forno a ogni ora del giorno e della notte, soprattutto la notte. Tra le sue specialità pare ci siano una cheesecake “alternativa” a base di yogurt e nutella, e la caprese, a detta di molti l’unica versione casereccia che non abbia mai ucciso nessuno bloccandosi senza rimedio all’altezza della laringe. Ogni settimana, generalmente il venerdì, si piazza nella sua mini-cucina e prepara due dolci: un pezzo forte del suo quaderno di ricette scritte a mano e una novità, che di solito trova sul web ma alla quale prova ad aggiungere il proprio tocco. Per Party Magazine ha preparato una Oreo Cake, omaggio alla pasticceria americana.
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OREO CAKE PER UNO STAMPO DA 22 CM: circa 40 biscotti Oreo classici 300 gr di formaggio da spalmare (tipo Philadelphia) 300 ml di panna da montare 50 gr di zucchero a velo 8 gr di colla di pesce/gelatina 2 cucchiai di latte 1 cucchiaio di essenza di vaniglia Prendere circa 24 dei 40 biscotti e separare i biscotti dalla farcitura, che va fatta sciogliere in un pentolino a fiamma bassa fino a ottenere una crema (volendo, si può anche semplicemente stemperare con una forchetta). Tritare finemente i biscotti in un mixer e dividerli in 2 ciotole. In una delle 2 versare la farcitura dei biscotti e mescolare fino a far amalgamare. Intanto, lasciare l’altra ciotola da parte. Versare il composto ottenuto in uno stampo a cerniera e compattare fino a formare una base da mettere a raffreddare in frigo per almeno mezz’ora. Lavorare il formaggio con lo zucchero a velo e un cucchiaio di essenza di vaniglia (a mano o in un mixer) e mescolare fino ad ottenere una crema omogenea. Mettere i fogli di gelatina a bagno in una ciotola con acqua fredda; una volta ammorbiditi, strizzarli e farli sciogliere in una ciotola insieme a 2 cucchiai di latte caldo mescolando continuamente. Aggiungere la gelatina alla crema di formaggio e mescolare. Montare la panna (fredda di frigo) in una ciotola fredda e aggiungerla alla crema di formaggio insieme a 12-13 biscotti Oreo spezzati in 4 parti. Mescolare delicatamente e versare sullo strato di biscotti nello stampo livellando la superficie. Ricoprire la torta con i restanti Oreo sbriciolati (quelli messi da parte all’inizio) e mettere in frigo a raffreddare per almeno 6 ore.Togliere la torta Oreo dallo stampo a cerniera e decorare con i biscotti rimasti. Come molti dolci, si può preparare anche la sera prima, per darle il tempo di assestarsi meglio. Buon appetito!
#mammalemamme
UN CANE PER di Valeria Prestisimone
In quasi tutte le famiglie, prima o poi, arriva questa richiesta: mi prendete il cane? È quasi un passaggio obbligato, lo abbiamo chiesto noi da piccoli e ora lo chiedono i nostri figli. All’inizio si prende tempo con risposte che vanno da: lo spazio è poco, i cani devono stare all’aperto, ok prendiamo un pesce rosso, ma non il cane. C’è una vasta gamma di risposte che servono ai genitori per prendere tempo. Ma per molti bambini avere il cane davvero è un desiderio che va oltre ogni capriccio e ogni richiesta e quindi diventano sempre più insistenti e molti genitori, vuoi anche perché sono i primi a volerlo, cedono. Io ho intervistato alcuni bambini che sono riusciti ad avere un cane e che ce l’hanno fatta. Vediamo allora, insieme a loro, una volta arrivato a casa il cucciolo a 4 zampe come viene gestito e da chi.
CAMILLA CHIRCHIETTI e DIEGO
Da quanto tempo hai il cane? Da 6 mesi. L’hai voluto tu? Sia io che mia sorella.
Hai dovuto insistere per averlo? Sì, ho insistito circa due anni, è stata lunga! Chi lo porta a passeggio? Lo porta a passeggio mamma, perché io tra scuola e impegni vari, difficilmente esco con lui. Però il sabato e la domenica passeggiamo insieme. Viene in vacanza con te? Sì, parte sempre con noi. Perché hai voluto il cane? Perché amo troppo i cani, anche quelli degli altri.
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SABRINA FEMIANO E SPIKE Da quanto tempo hai il cane? Da 6 anni.
DARIA e ANDREA DE MAJO e Po Da quanto tempo avete il cane? Da un anno e mezzo, lo abbiamo preso a settembre dello scorso anno. L’avete voluto voi? Daria: si, tanto... tantissimo Andrea: si, ma mia sorella lo chiedeva di più! Avete dovuto insistere per averlo? Daria: tantissimo, lo chiedevo sempre anche a Babbo Natale. Andrea: si, un po’! Chi lo porta a passeggio? Daria: mamma e papà, qualche volta Andrea perché può andare da solo con Po. Andrea: mamma, papà e qualche volta io! Viene in vacanza con voi? Andrea e Daria: Si, quasi sempre, lo lasciamo solo quando partiamo con l’aereo e solo se possono tenerlo i nonni! Perché avete voluto il cane? Andrea: perché volevo un amico! Daria: perché mi piace l’idea di crescere con un cane... come ha fatto mamma!
L’hai voluto tu? Sì, io, mamma e mia sorella lo volevamo tantissimo. Hai dovuto insistere per averlo? Con mio padre un po’ sì. Chi lo porta a passeggio? Adesso chi lo porta più spesso a passeggio è proprio papà. Viene in vacanza con voi? Certo! Fa anche il bagno a mare! Mamma e papà lo portano in spiaggia alle 7 del mattino. Quando facciamo viaggi brevi rimane dai nonni. Perché hai voluto il cane? Perché pensavamo fosse stupendo avere un cagnolino per casa con cui giocare. Infatti Spike sa giocare a nascondino e sa saltare a comando!
LA STORICA SOLOPIZZA DI VIA MEDINA FESTEGGIA BEN 40 ANNI DI PIZZE SFORNATE A NAPOLI E NON SOLO. PER L'OCCASIONE IL MAESTRO PIZZAIOLO CIRO BUONOMO HA CREATO "SOLOPIZZA 40" CON MOZZARELLA DI BUFALA, POMODORINI DEL PIENNOLO ROSSI E GIALLI, PROVOLONE DEL MONACO, BASILICO FRESCO.
I PRIMI 40 ANNI DI
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SOLOPIZZA Via Medina 55 Napoli telefono 0815516942
1979-2019, Solopizza, storico brand e ambasciatore della pizza napoletana, festeggia i suoi primi 40 anni con un nuovo look condito di tradizione. Nuovo locale, nuove pizze firmate dal maestro pizzaiolo Ciro Buonomo, un nuovo menÚ trattoria. La storia dunque si rinnova nella pizzeria di via Medina. Solopizza è un nome e un punto di riferimento per tutti i napoletani, per i turisti che arrivano al porto, per i giovani della movida, per chi lavora nella City, e in particolare per quella generazione che è stata adolescente negli anni '80-'90, che usciva per la prima volta a mangiare la pizza da sola con i compagni di classe. Un pezzo di storia di Napoli fatto di ingredienti genuini, passione, tradizione e accoglienza. E la pizzeria di via Medina 55 per festeggiare il traguardo dei 40 anni di successi si rifà il look: nuovo logo e nuovi colori: blu e giallo. E soprat-
SOLOPIZZA
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tutto nuove pizze, accanto a quelle della tradizione e un servizio di trattoria e friggitoria. Alla fine degli anni ’70 c’erano 11 locali Solopizza sparsi in tutta Italia: quattro a Napoli (in corso Vittorio Emanuele, via Manzoni, via Luca Giordano e via Medina), tre a Milano, uno a Ischia, uno a Cagliari, uno a Roma e uno a Sorrento. Il primo maestro pizzaiolo del marchio Solopizza è stato Mario Abate, a cui sono seguiti: Francesco Uccello ('0 re), Massimo Esposito (Puffetto), Andrea Castiglione, Alfredo Capoccelli, Claudio Santella, Carmine Magistri (Cammello), Salvatore De Angelis (Zombino) e Gaetano Genovesi. Nomi che hanno fatto la storia della pizza napoletana e che hanno contribuito a creare l’arte del pizzaiolo, diventata patrimonio Unesco. Oggi l’erede di questi grandi nella
sede storica di via Medina è Ciro Buonomo. “Scelgo gli ingredienti uno a uno - spiega Buonomo, 52 anni, che ha iniziato a 13 anni accanto al padre a impastare e infornare – e gioco tutto sul bilanciamento di sapori semplici: mozzarella di bufala, pomodoro fresco, olio e basilico. Una delle mie pizze preferite è infatti la Marinara, con la passata di pomodoro fatta in casa e l’origano fresco. Più è semplice una pizza e più ci vuole maestria per renderla unica. La nostra pizza è quella tradizionale a "ruota di carro", come la chiamava mio padre, una pizza sottile e friabile, con una lievitazione di 48 ore”. Tradizione e innovazione. Sfogliando il menù ecco che fanno capolino anche pizze complesse e corpose, come la 12 gusti, che il cliente può scegliere uno a uno o “La profumata”, una margherita con rucola cotta, specialità della casa o ancora la “Merenna napoletana” ripiena di provolone del Monaco, mozzarella e speck. Tra le pizze più gettonate la “Don Alfonso” con pomodoro, provola, chiodini e salsiccia, dedicata ad Alfonso Focaccio, anima del locale da 40 anni. “Una delle pizze intramontabili è anche la pizza a farfalla – 66
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spiega il direttore di sala Rocco Petrone – una pizza ripiena, che nei quattro angoli nasconde un cuore dolce-amaro di friarielli e uno piccante di salsiccia e ricotta, al centro pomodorini e mozzarella, con una fetta di prosciutto per dare sapore ad ogni morso”. Ad affiancare Buonomo nella nuova Solopizza, ai fornelli c’è il cuoco Francesco Sarnelli, 50 anni, che propone una cucina napoletata come quella fatta a casa: gnocchi alla sorrentina, paccheri con il ragù, rigatoni alla siciliana. Imperdibile il cuoppo di frittura all’italiana bollente, croccante e profumatissimo.
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DREAMING NAPOLI GALA CHARITY NIGHT Terza edizione per «Dreaming Napoli Gala Charity Night», l’asta di beneficenza organizzata dalla Fondazione Ferrara-Cannavaro. Questa volta a fare da sfondo alla serata il suggestivo Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa. La Fondazione, sostenuta dai due ex campioni del Napoli e diretta da Vincenzo Ferrara, ha organizzato l’evento in favore dell’apertura di una nuova residenza per la “Casa di Matteo”, struttura della «Onlus a ruota libera» che si occupa di bambini abbandonati alla nascita e colpiti da gravi malformazioni. Gigi e Ross a condurre la serata, e tanti i volti noti del mondo dello spettacolo, della musica e dello sport, che hanno animato il red carpet. Ph. Romolo Pizi
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PARTY ECO SOLIDALE CON SORPRESE BY LARINGE Bollicine, finger food stellati, gratta e vinci natalizi per tutti gli invitati e presentazione dell’e-bike sharing, le biciclette eco-friendly e condivise per girare i Campi Flegrei con tanto di app. Ricco, colorato, gustoso e pieno di regali il Christmas Party del Gruppo Laringe, che ha fatto festa al Cala Moresca di Bacoli con più di trecento invitati. Per l’occasione, in cucina con la neo Stella Michelin Angelo Carannante ai fornelli c’erano tutti gli Chef delle strutture: Vincenzo Di Giovanni, Ciro Russo, Camillo Pandolfi, Giovanni Marotta, Luciano Coppola, che anno preparato un delizioso menù di Natale. Ospiti speciali: l’attrice di Un posto al sole Samanta Piccinetti, la fidanzata di Casa Surace Irene Grasso, il regista e attore di Gomorra Carlo Caracciolo. Brindisi tra stelle e vip al progetto green, che permetterà a turisti e cittadini di visitare in bicicletta i sentieri, gli scavi, i luoghi più suggestivi dei Campi Flegrei. Ph. Romolo Pizi
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LEGORA: LA DONNA GUERRIERA DI ALESSANDRO Un brunch in grande stile in un’atmosfera elegante ma spontanea nel quartier generale di Mariglianella aperto per l’occasione ad amici, clienti affezionati, buyers, giornalisti e volti dello spettacolo per la presentazione delle collezioni Alessandro Legora e Atelier Legora Fall/Winter 2019/20. Prelibatezze a cura del catering Galà Eventi, e una colonna sonora che ha spaziato dalla disco al melody rock, curata dal dj Marco Piccolo hanno accompagnato le 25 modelle che hanno sfilato presentando la collezione che vede protagonista una donna guerriera ma sofisticata che si muove tra city e grand soirée con asimmetrie e tessuti ricercati, lana, cachemire, alpaca, pizzi francesi, pellicce con una lavorazione artigianale 100% Made in Italy. Ph. Romolo Pizi
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“30 IN SETTANTA ANNI DI STORIA” IL CALENDARIO DI ILEANA DELLA CORTE
Gran galà all’Hbtoo di Napoli per i trent’anni del calendario tra i più preziosi di Napoli: quello di Ileana Della Corte. E non solo, festa grande anche per i settant’anni di gioielli, persone, e fotografie, che raccontano la storia della maison nata nel 1949 a Santa Lucia. Un nome forte e solido nel panorama partenopeo della grande tradizione orafa. Un successo che porta la firma di Antonio della Corte fondatore appassionato, Ileana della Corte dama elegante e discreta con tenaci doti imprenditoriali e Carla della Corte figlia creativa dalle brillanti idee, ora alla guida dell’azienda. I ricordi che hanno tratteggiato questi anni sono stati raccolti in un libro da Mino Cucciniello, esperto di napoletanità e di eventi mondani. Ph. Romolo Pizi
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NAPOLI PER TELETHON Si è svolta nel Salone delle Armi del Museo Civico Gaetano Filangieri in Via Duomo, la terza edizione del premio “Napoli per Telethon 2018”. L’iniziativa coordinata dal giornalista Massimiliano Bonardi e patrocinata dalla Regione Campania e dal Comune di Napoli, è servita per raccogliere i fondi per la ricerca in favore della Fondazione Telethon, per la lotta alle malattie genetiche rare. Durante la serata presentata dai giornalisti Pasquale de Simone e Lorena Sivo la consegna dei riconoscimenti ad opera dell’artista Iole Monaco ai napoletani illustri che si sono distinti per l’opera morale e sociale in ambito istituzionale, medico scientifico, accademico, imprenditoriale e giornalistico. A tutti un omaggio dell’artista Gennaro Regina. Media partner della manifestazione Party Magazine.
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BLUNAUTA CHRISTMAS PARTY Pupazzi di neve, alberi di Natale, un simpatico carretto delle caldarroste e Babbo Natale col suo sacco ricolmo di regali ad accogliere la folla accorsa in Via Carducci al party natalizio di Claudia Catapano coordinato da Mila Gambardella e Cristiana Giordano in collaborazione con Federica Marchetti Eventi. Lo store era completamente immerso in un’atmosfera natalizia con tocchi glamour, così come la degustazione a cura di 16 Libbre a base di cioccolatini con decorazioni natalizie. E poi champagne! In più Christmas gifts per tutte le tasche e non solo: durante l’evento la sfilata di outfit colorati e caldissimi per affrontare questo lungo e freddo inverno in stile Blunauta. Ph.Romolo Pizi
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EXCLUSIVE PARTY ALL’AEROPORTO Aperitif Party per la riapertura dello storico negozio Camomilla Italia nell’aeroporto di Napoli Capodichino. Un format tutto nuovo così come il layout e l’innovativo spazio dinamico che gioca con design e tecnologia: all’interno è presente uno schermo touch screen che permette alle clienti di acquistare direttamente sullo shop online del brand, grazie al’innovativo processo Click&Collect. 200 e più gli ospiti presenti, Claudia Ruffo come madrina d’eccezione, bollicine, finger food, e la musica della dj Alessandra Argentino a rendere speciale l’evento.
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UN MONDO DI SOLIDARIETÀ Giunge alla XI edizione l’evento charity “Un mondo di solidarietà”, il Gran Galà della Città di Napoli con la direzione artistica di Diego Di Flora che ha avuto una splendida madrina speciale: Maria Grazia Cucinotta. Numerosi i partecipanti accorsi e tanti anche gli ospiti che si sono alternati sul palco del Teatro Mediterraneo della Mostra D’Oltremare. Obiettivo della serata, la raccolta fondi destinata a due progetti solidali: la “Ludoteca” della nuova “Casa di Matteo” a Bacoli che promuove attività pedagogiche e psicologiche per bambini con disabilità, e l’AILR (Associazione Italiana per la Lotta al Retinoblastoma) guidata dai medici pediatrici dell’ospedale Bambin Gesù di Roma.
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L’ARCOBALENO NAPOLETANO Un grande successo per la 7a edizione de L’Arcobaleno Napoletano, la manifestazione benefica che unisce spettacolo, scienza e cultura, ideata dall’attrice e cantante Anna Capasso e diretta da Diego Paura. Durante la serata svoltasi al Teatro Sannazaro e presentata dalla showgirl Fatima Trotta, la consegna di riconoscimenti a personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport, della società civile e dell’imprenditoria che si sono maggiormente contraddistinti anche fuori dalla nostra regione.
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BUON COMPLEANNO ALEYKA! Festa glamour per Aleyka Beauty che ha festeggiato un anno di bellezza in via Cuoco 5 a Chiaia. Un wellness center unico nel suo genere per materiali utilizzati e servizi offerti. Centinaia di clienti e amici hanno brindato ad Alessia Marvaso e al suo luogo chic di cura della bellezza e di totale relax. La giovane imprenditrice ha preso il testimone della mamma Cynthia, tra i nomi più noti in città nel settore dell’estetica, e ha creato un nuovo centro benessere di prima eccellenza. Cin cin a questo beauty center davvero speciale e allo staff ricco d’amore e dedizione verso la clientela. Ph. Romolo Pizi
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LUXURIOUS PARTY PER IL CALENDARIO FIRMATO DA SALVIO PARISI A Palazzo San Teodoro eleganza, lusso e lussuria per festeggiare il fotografo Salvio Parisi e il suo calendario limited edition Fashion&Food. Centinaia di invitati hanno brindato a «Luxurious», il sesto capitolo della saga F&F. Il 2019 è all’insegna di lusso e lussuria, a tinte aggressive condite sempre di originalità. Protagonisti del party la moda e il cibo, la couture e il gourmet, la sensualità e la percezione epicurea del bon vivre.
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#LEMILLEME40 PARTY Un hashtag, uno stile di vita, un tormentone, uno sfottò... un party: #lemilleme, il party di Mila Gambardella. Il benvenuto con il kit di sopravvivenza per le lady per vivere al meglio e fino alla fine una festa unica, foto di rito al backdrop #lemilleme40 dorato, ledwall con le fotografie della festeggiata nelle varie fasi della sua vita e insieme a tutti gli amici invitati, drink personalizzati, musica live e dj set, maschere con impresse i mille volti della neo quarantenne e persino un flashmob a sorpresa. Più di 400 ospiti si sono scatenati nella villa di famiglia a Marechiaro, trasformata in un giardino d’inverno glamour con albero di MILE (sagome cartonate con le sue più belle mise), ballando prima con la musica della band Capa Fresca e poi con dj Marco Piccolo. Le milleeunanotte con uomini in eleganti smoking e donne in ricercati abiti lunghi. Emozionante e di grande effetto anche l’uscita di Mila dalla torta circolare con 40 candeline dorate. Ph. Federica Ariemma
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COMPLEANNO ALLA SPA PER LA DOTTORESSA DELLA BELLEZZA Lina Carcuro, insieme al compagno Antonio Orlando, ha scelto un luogo davvero originale e rilassante per festeggiare i suoi 37 anni: l’esclusivo centro benessere LiteLife a Porta Posillipo. Tra bagno turco, massaggi e centrifugati healthy, Lina ha curato da sola tutti i dettagli necessari a rendere unica la sua giornata trascorsa insieme a tanti ospiti: finger food, vino e la musica di dj Dario Guida. E in piÚ, per tutti un cadeau completo di costume da bagno, accappatoio e necessaire per la giornata in SPA.
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MAURIZIA MORIELLO: 50 ANNI E NON SENTIRLI! Musica, bollicine e tanti amici per festeggiare la spumeggiante Maurizia Moriello che per l’occasione ha trasformato la suggestiva struttura di Chiaia in #agorà Moriello. Abito scuro per i signori e un touch gold per le donne per una one night all’insegna del divertimento e del glamour che ha visto protagonisti in console Salvatore Setino, Marco Romagnoli ed il vocalist Marcello Sellone, animatori della serata. Ph. Marco Baldassarre
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