Party Magazine - Summer edition 2018

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#editoriale LA NOSTRA ESTATE SUI SOCIAL

©carmine luino

Li amiamo, li odiamo, li critichiamo, ma non possiamo fare a meno di esserci e ammettiamolo, loro, i Social Network ci hanno salvato dalle vecchie, pallosissime serate trascorse a guardare foto e filmini delle vacanze. Ma come sarà la nostra estate sui Social? Selfie e scatti sempre uguali sono lì pronti a invadere le nostre bacheche e allora cerchiamo di evitare foto noiose e identiche l’una all’altra e proviamo a raccontarla la nostra vacanza, mostrando e scrivendo qualcosa in più di come abbiamo fatto sinora. Partiamo dalle immagini che vanno assolutamente bandite. Prima di tutto, basta all’immagine “cosce wurstel” davanti al mare. Vi assicuro non va più di moda e soprattutto non fa più invidia a nessuno. Provocateci esibendo in modo divertente un nuovo punto di vista. E basta allo scatto dal finestrino dell’aereo. Non si vede niente, se non un pezzettino di ala stagliata nel cielo e forse, ma proprio forse, un lembo di terra. Ma non ci fate capire nulla! Raccontateci da dove partite e dove arrivate, magari descrivendo gli aspetti curiosi del viaggio, le tappe, i ristoranti, gli alberghi. Dateci consigli utili, vi seguiranno in tanti. E basta ai selfie a figura intera. Mostrateci anche lo sfondo, i luoghi in cui vi trovate, cosa attira maggiormente la vostra attenzione. Questo potrebbe essere un modo ancora più divertente di condividere i momenti più belli della vostra estate. E basta patatine fritte. Le foto del cibo piacciono a tutti, ma proviamo a postare nuovi piatti, a parlare degli ingredienti, delle ricette più strane scoperte durante il viaggio. E basta agli outfit. Se non siete Chiara Ferragni, la proposta dei vostri look estivi anche no. E infine cambiamo posa. Lo confesso, anche io mostro sempre il miglior profilo, che poi è il sinistro. Rivoluzione! Immagini più naturali e foto meno impostate. Immortaliamo gli amici quando magari sono distratti, quando ridono, quando ci parlano, quando sono felici, ma anche tristi. Ovviamente evitiamo occhi chiusi, occhi allucinati, pancette e sguardi alcolici. E se proprio dovete pubblicare qualcosa, ma siete a corto di idee, cuccioli, “Le più belle frasi di Osho” e i post di Gianni Morandi li sosteniamo sempre. Federica Riccio

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editore Lula Carratelli lulacarratelli@partymagazine.it direttore responsabile Mimmo Carratelli direttore editoriale Federica Riccio federicariccio@partymagazine.it art director Carmine Luino fotografie Romolo Pizi editing e revisione testi Evelina Pessetti redazione Paola De Ciuceis Cristiana Giordano Lucia Nicodemo Irene Saggiomo segreteria e pubblicitĂ Barbara Riccio segreteria@partymagazine.it hanno collaborato Giuseppe Attanasio Valerio Ciaccia Adriano Cisternino Luigi Di Gennaro Antonia Fiorenzano Valeria Prestisimone Silvia Restaino special thanks Manlio Santanelli stampa Grafica Metelliana spa www.graficametelliana.com finito di stampare giugno 2018

Edito da M.I.A. srl Via Cuoco, 5Napoli - 80121 Napoli www.partymagazine.it info@partymagazine.it reg. trib. di Napoli del 17.03.2016 Del contenuto degli articoli e degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Ăˆ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da M.I.A. srl



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64 22 #JUKEBOX di Lula Carratelli

26 #FISCHIOFINALE di Mimmo Carratelli

#PARTENOPE

30 #JAZZ di Adriano Cisternino

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#SAVETHEDATE di Irene Saggiomo

32 #SCHEGGEDISAGGEZZA di Manlio Santanelli

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#PICOFTHEDAY

34 #PEOPLE di Federica Riccio

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#PEACEANDLAW di Luigi Di Gennaro

42 #CIAK di Valerio Ciaccia

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SOMMARIO 30 80

103 46 26 100 44

#AMAZING di Antonia Fiorenzano

64 #STYLE

Pagoda Hotel 86 #ZOOM

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#MASERIAL di Valerio Ciaccia

72 #ZOOM Alessandro Legora

90 #HASHTAG di Irene Saggiomo

52 #LEGGERA di Lucia Nicodemo

76 #SHOPWINDOW

92 #FOODTOUR con MUU

54 #POKERDASSI di Paola De Ciuceis

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#BEAUTY di Cristiana Giordano

100 #MAMMALEMAMME di Valeria Prestisimone

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#VIAGGI di Adriano Cisternino

103 #THEPARTY di Lula Carratelli

#COVERTHETOP di Carmine Luino


JUKEBOX pezzi del passato e del momento

mixati e scelti per voi STAR SEPARATE ALLA NASCITA

OF T H S I W ER LIS M SUM Non ti dico no Boomdabash (featuring Loredana Bertè)

In America la chiamano "celebrity-look-alikes", ovvero la caccia alle coppie di celebrities che si somigliano come gocce d’acqua. Dal colore dei capelli ai lineamenti, al make per le donne. Ecco quelle che amiamo di più: Javier Bardem - Jeffry Dean Morgan Natalie Portman - Keira Knightly Johnny Depp - Skeet Ulrich Isla Fisher - Amy Adams Rachel Bilson - Selena Gomez Ian Somerhalder - Rob Lowe Jennifer Garner e Hilary Swank Jessica Biel e Christy Turlington

Crazy Lost Frequencies & Zonderling Flames David Guetta & Sia Fotografia Carl Brave (ft. Francesca Michielin e Fabri Fibra) Astronauta I Giocattoli One Kiss Calvin Harris & Dua Lipa Cara Italia Ghali Post Concerto Coma Cose Who you are Mihail

FLUTTO [flùt-to]

One kiss Dua Lipa

Significato: Onda del mare; mare; moto dell'onda vicino alla costa voce dotta recuperata dal latino [fluctus], derivato di [flùere] 'scorrere'. Il flutto va capito. Si riferisce etimologicamente a uno scorrere, e in effetti in latino fluctus significava la corrente, l'ondata, il moto sconvolto, come anche l'effluvio, la vampata, lo zampillo, e perfino la chioma ondulata. Ma tutti questi bei significati si sono spenti nel flutto, che recuperato dal latino intorno al millequattrocento si attesta essenzialmente sull'onda del mare; peraltro va notato che

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ARO DJENN


FOREVER LOVE HELLO KITTY & CO. ll primo novembre 2014 ha compiuto 40 anni e in quello stesso anno il Japanese American National Museum di Los Angeles le ha dedicato una grande retrospettiva, anticipando una rivelazione sconcertante: Hello Kitty, il personaggio della giapponese Sanrio, in realtà è una bambina inglese che frequenta la terza elementare. A capo di un tenero esercito, la prima apparizione di Hello Kitty, il cui nome per intero è Kitty White, risale al 1974 su un portamonete giapponese. Per chi è stata bambina negli Anni '80 Hello Kitty era un vero oggetto del desiderio insieme a tutta la serie di personaggi che le ruotavano intorno: My Melody, un coniglietto con le orecchie rosa, i due gemellini-angioletti Little Twin Stars, la rana Keroppi Keroppi, il pinguino modaiolo Tuxedo Sam e molti altri, nati con gli anni, ma la regina indiscussa di tutta la banda è sempre rimasta lei. Tanto che il suo impero è stimato sui sette miliardi di dollari.

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PAROLARTE invece l'allotropo popolare fiotto (attestato nel Duecento e risultato usurato di un uso continuo) ha mantenuto una maggiore versatilità di significato. Al moto delle onde del mare riconduciamo diversi modi di scorrere. Sotto costa il flutto è un movimento d'acqua visibile, un'onda che si infrange e che sposta materia, flutto diretto se diretto alla spiaggia, flutto inverso se riflesso indietro, flutto di fondo che muove i grani del fondale, flutto neutralizzato da eleganti tetrapodi in cemento frangiflutti. Un gran vai e vieni. Ma si sente parlare della nave che, ormai perduta, s'inabissa fra i flutti, del

cetaceo che emerge dai flutti, delle boe ben visibili fra i flutti: in questi casi, più che significare qualcosa che scorre, più che un vai e vieni, il flutto ci si mostra come una mera perturbazione dell'acqua (cosa che in effetti è l'onda, spostamento di energia, non di materia). Tant'è che i flutti in poesia diventano volentieri, per sineddoche, il mare stesso - di cui in effetti la perpetua perturbazione è un tratto distintivo.

WWW.UNAPAROLAALGIORNO.IT


SPARTITO Tu stive 'nzieme a n'ato je te guardaje primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie pe' s'annammura' già s'era fatt' annanze 'o core. A me, a me 'o ssaje comme fa 'o core a me, a me quann' s'è annamurato.

Tu stive 'nzieme a me je te guardavo comm'è succiesso, ammore ca è fernuto ma je nun m'arrenn' ce voglio pruva'. Je no, je no 'o ssaje comme fa 'o core je no, je no quann s'è sbagliato. Pino Daniele

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SMART

#jukebox

IL GELATO DELL'ESTATE: GHIACCIOLI AL PROSECCO, CHAMPAGNE E MARTINI Arriva a rinfrescare l'estate 2 0 1 8 il ghiacciolo alcolico ai a i gusti Prosecco, Bellini e Moscow Mule. Li ha inventati e lanciati sul mercato una piccola società inglese chiamata POPS, che dopo il successo iniziale ha creato anche i gusti Champagne, Rosé & Raspberry e Watermelon Martini. Ci sono anche due versioni non alcoliche: Apple & Elderflower, and Chilly Mango.

PEOPLE

EARTH

Una sola parola per un universo tutto da scoprire: People, le persone protagoniste delle fotografie, uomini, donne e bambini ritratti in primo piano a mezzo busto o a figura intera, a volte ignari della presenza del fotografo, altre consapevoli e con lo sguardo dritto in macchina, in ogni caso intenti alle loro attività giornaliere dalle quali si distraggono. Questa è la grande personale in mostra da Mangiafoglia a Napoli del fotografo napoletano Mimmo Ramires. Un corpus di 25 fotografie a colori a tiratura limitata di 5 esemplari. Immagini di vario formato su pellicola positiva 24x36 mm, scattate in giro per il mondo quando il digitale neanche si sapeva cosa fosse e l’analogico con i suoi tempi di esposizione, i cambi di ottica, le pellicole da sviluppare in laboratori specializzati era la regola unica.


STREETART

Napoli, Materdei La donna del giardino Francisco Bosoletti Un meraviglioso murale realizzato in città nel 2015, nel cosiddetto Giardino Liberato di Materdei a Salita San Raffaele, su invito del Comitato Materdei R-esiste, con le associazioni 56k e il Fazzoletto di Perle. Ecco come si trasforma il lavoro di uno dei più importanti street artist del mondo: Francisco Bosoletti. Il passaggio da pennellate grosse e gocciolanti a una più ampia e densa campitura del colore. La sua sensibilità resta grandiosa e immutata accanto alla capacità di nascondersi dentro i contesti in cui i lavori vengono eseguiti.

CHART

PARTNER IL MATRIMONIO DI MEGAN E HARRY VISTO DAI SOCIAL In occasione del royal wedding tra Harry e Meghan, l’ironia sul matrimonio che si è scatenata sui social è stata davvero orginale e ha davvero divertito tutti. Dagli sfottò sulla ricchezza/ povertà ai post lanciati dalla famosa pagina facebook "Baby George ti disprezza", che ha persino seguito in diretta l'evento, fino alla geniale pubblcità di Ikea con la sedia "Harry".

di Silvia Restaino

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PARTENOPE SOCIAL WORLD FILM FESTIVAL DEDICATO Sarà tutta dedicata a Sophia Loren l’ottava edizione del Social World Film Festival 2018, Mostra Internazionale del cinema sociale che si svolge dal 29 luglio al 5 agosto a Vico Equense. Una retrospettiva, incontri e una mostra fotografica per ricordare la diva che ha girato in Penisola Sorrentina uno dei suoi primi lavori, Pane, amore e… di Dino Risi al fianco di Vittorio De Sica. Ad annunciare l’omaggio all’attrice: Giuseppe Alessio Nuzzo, direttore generale del Social World Film Festival all’Italian Pavilion del Festival de Cannes 2018. «Siamo lieti di dedicare l’edizione 2018 alla diva internazionale Sophia Loren – così il regista e produttore Nuzzo – il cui nome è indissolubilmente legato ai luoghi dove si svolge il nostro festival che come tema di quest’anno avrà la passione. Sarebbe un sogno averla come ospite d’onore».

PREMIO GIORNALISTICO ENZO ROSSI Con l’obiettivo di valorizzare i servizi giornalistici “dedicati alle condizione dei più poveri e delle culture altre, agli equilibri geopolitici globali, alla tutela dell’ambiente e dei beni comuni e caratterizzati da un forte radicamento locale, che fornisca un’informazione chiara e corretta e libera da vincoli ideologici”, è stato indetto il bando di partecipazione alla seconda edizione del Premio Giornalistico Enzo Rossi, organizzato dalla cooperativa sociale editrice della storica rivista L’Altra Pagina. Possono partecipare tutti i giornalisti e i pubblicisti e, in una sezione a parte, gli allievi delle Scuole di Giornalismo. Sul sito altrapagina.it è possibile scaricare il bando.

TATTO MANIA A NAPOLI Trecento tra i migliori tatuatori del mondo si sono riuniti a Napoli in occasione dell’International Tattoo Fest che si è svolto alla Mostra d’Oltremare. Tatuaggi in tutte le lingue del mondo: Brasile, Australia, Stati Uniti e ancora Russia, e Argentina. Migliaia di persone hanno partecipato a questa grande manifestazione organizzata da Costattoo, alias Costantino Sasso. Gli artisti a colpi di inchiostro si sono sfidati in un live contest. Tra gli stand più visitati quello dell’australiano Kasala Sanele, che tatua con l’antica tecnica delle bacchette. 12

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VOLA IN LIBRERIA L’AVVOLTOIO DI GIUSEPPE PETRARCA Appassionati di gialli unitevi, è uscito in libreria L’avvoltoio, il nuovo medical thriller di Giuseppe Petrarca, edito dalla Homo Scrivens di Napoli nella Collana Dieci. Stavolta il Commissario Lombardo si trova in Sicilia per riposare ma, ben presto, la sua attenzione e le sue energie si rivolgono all’indagine su un traffico di organi gestito da un’organizzazione criminale che si muove su scala internazionale, mietendo vittime anche tra i bambini e, al tempo stesso, su un’inaspettata epidemia scoppiata in un campo di accoglienza, dove mafiosi e politici collusi cercano di lucrare sulle vite degli immigrati, spostandoli in strutture da loro controllate. Lo scrittore napoletano, infatti, si è servito in questa come nelle sue prime opere di una sorta di osservatorio privilegiato, professionale e umano, costituito dalle sue attività nel campo assicurativo e umanitario, collaborando con l’organizzazione Medici senza frontiere.



PARTENOPE COOK-T: A LEZIONE DI RAGU

Dalla genovese al ragù, passando per la pasta e patate, il casatiello e la trippa con il tarallo. I turisti vanno a lezione di cucina napoletana, quella che cuoce lentamente, per ore e ore, con Cook-t il progetto dei ristoratori Gianluca Amoroso e Carmine Di Lorenzo, che insegna a preparare i piatti della tradizione. La presentazione, con il lancio del nuovo menù, è avvenuta a Napoli, nell’Osteria Signora Bettola di Chiaia. Si fa lezione, si cucina tutti insieme, si mangia il piatto finito e si va via con la ricetta e qualche segreto, con la speranza che il piatto sia poi ripetuto a casa propria e magari si invii una foto che verrà pubblicata sui social.

A TUTTO RIPIENO

Dodici ripieni per tutti i gusti e per tutti i palati. Francesco Gallifuoco, patron – pizzaiolo della pizzeria Franco di Napoli ha dedicato un’intera sezione del nuovo menu ai “calzoni” al forno. Un classico della pizza napoletana che viene valorizzato ed esaltato e che consente di testare in modo particolare la bravura del fornaio. I ripieni sono stati ribattezzati scherzosamente le “Grotte di Franco” , per la tenuta e l’ampiezza dell’arco realizzato con la cottura dell’impasto. Nel menù, oltre ai classici ripieni con ricotta e cicoli o con scarole e alici, delle assolute novità come il ripieno con polpetta al ragù, provola di Agerola e salsa al basilico, quello con stracciata di bufala, crema e granella di pistacchio e un po’ di carne macinata.

LA MACELLEGRIA DI FUORIGROTTA FESTEGGIA 5 ANNI

MacelleGria, la braceria più amata e frequentata dai calciatori del Napoli festeggia i cinque anni. Qui la carne si compra, si fa cucinare e si mangia. Un bel progetto tutto al femminile, realizzato a Fuorigrotta dall’imprenditrice Donatella Bova, che ha aperto in assoluto la prima macelleria/braceria della città. Nel menù: “bombette” pugliesi, siciliane e campane con i friarielli. La “appanata”, la cotoletta palermitana, gli spiedini, la cipollata e il soffritto rivisitato. Le battute di carne al coltello “mediterranee” di podolica, gli hamburger regionali, la “Signora” fiorentina. La Macellegria è aperta anche a pranzo il giovedì, venerdì e sabato, e accanto alla carne, alle vellutate, alle minestre, alle verdure di stagione, alle chips preparate con patate di Avezzano, serve i primi piatti, come il bucatino con il soffritto rivisitato, la genovese, lo “scarpariello” e diverse specialità 14della cucina napoletana. party magazine

PROGETTO SPESA I prodotti della terra direttamente a casa: frutta, verdura, ma anche latticini e carni rigorosamente campani. L’idea dell’ingegnere Giacinto Martone sbarca sul web con il lancio del sito progettospesa.com, che ha riunito una ventina di produttori locali dal beneventano all’avellinese, dal casertano al salernitano, realizzando una vetrina con 250 prodotti tra freschi e secchi. Tra quelli più ricercati spiccano i formaggi di pezzata rossa, la caciotta stracchinata e le carni marchigiane IGP del Sannio, che provengono dall’azienda Cillo. Progetto Spesa segue alcune produzioni direttamente sul campo come quella dei pomodori, trasformandoli in conserve con procedimenti classici.


IL PROVOLONE DEL MONACO ARRIVA IN AZERBAIGIAN Dal Museo del Provolone del Monaco Dop alla scuola di Baku per formare i giovani azèri. E precisamente da Pacognano, frazione di Vico Equense per insegnare l’arte casearia. La bella avventura di Tommaso De Gennaro è cominciata, con un interessante progetto, che intende esportare l’artigianalità e la tradizione dei prodotti che hanno reso celebri i Monti Lattari e la Penisola Sorrentina nel mondo. Quello di De Gennaro è uno dei cognomi importanti nella storia ultracentenaria della produzione di Provolone del Monaco. La struttura moderna è a pochi metri dalle antiche grotte di stagionatura e dall’altrettanto vecchio caseificio di famiglia oggi trasformato in un vero e proprio museo dell’arte casearia.

NOISY NAPLES FEST ALL’ARENA FLEGREA Un’estate di musica all’Arena Flegra con la prima edizione del Noisy Naples Fest, un hub di concerti dall’11 giugno al 30 luglio con il gran finale di Sting. Ecco le date delle esibizioni: 11 giugno 2018: Enzo Avitabile & Bottari, James Senese & Napoli Centrale e Luchè 12 giugno 2018: Bonobo 21 giugno 2018: Noel Gallagher 29 giugno 2018: Coez 30 giugno 2018: Paul Kalkbrenner 7 luglio 2018: Benji e Fede 15 luglio 2018: Kasabian 30 luglio 2018: Sting e Shaggy

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LUGLIO

A NOLA APRE HABITUÉ: SALOTTO PARIGINO CON CUCINA RAFFINATA E VINI PREGIATI

Nel centro storico di Nola, in un palazzo settecentesco vicino Piazza Duomo, ha aperto un elegante locale dove il design e la cucina raffinata aspirano a farlo diventare un nuovo punto di riferimento cittadino e non solo: Habitué. Il progetto ispirato ai salotti parigini, è stato ideato da Fabio Coppola, Giuseppe Vetrano e Vincenzo Cangemi. Lo Chef Raffaele Dell’Aria, Raffaele Dell’Aria riconosciuto fuoriclasse foto Carmine Luino a soli trent’anni, è il consulente in cucina, che ha ideato piatti dalla grande tecnica e dalla grande ricerca. Sotto il suo occhio vigile ci sono tre promesse della cucina italiana: Francesco Angri, Giuseppe Gargiulo, Antonio Pedana. La trasformazione architettonica è stata realizzata da Studio Archo.

ONE MORE PACK: V EDIZIONE DEL PREMIO IDEATO DA GRAFICA METELLIANA Successo di critica e di pubblico per la manifestazione One more pack ideata dall’azienda Grafica Metelliana. A Napoli, nel Museo Diocesano, sono stati assegnati gli ambiti premi di packaging e design a professionisti e studenti. “Il pack non è il vestito del prodotto, ma qualcosa di molto vicino alla sua anima”, così l’art director e opsite d’onore Lorenzo Marini. All’evento hanno partecipato più di trecento persone, accorse per applaudire i vincitori del premio nazionale di packaging design. Una visita guidata al Complesso ha accolto gli ospiti: un suggestivo itinerario tra gotico e barocco, percorrendo la chiesa trecentesca di Donnaregina Vecchia, rara testimonianza dello stile gotico napoletano e la nuova Chiesa, di gusto barocco opera di Giovan Giacomo di Conforto.

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PIZZA VILLAGE

PARTENOPE ROLEX CAPRI SAILING WEEK 2018 Un ponte tra la vela e la città di Napoli e una bellissima vetrina sul lungomare. Grande successo per la 64a Regata dei Tre Golfi e per tutte le regate della Rolex Capri Sailing Week 2018 organizzata dallo Yacht Club Italiano, dal Circolo “Italia” e dallo Yacht Club Capri, alla quale erano iscritte 117 imbarcazioni e coinvolti oltre 1000 velisti, con la spettacolare e unica partenza notturna di una delle regate più antiche e longeve del Mediterraneo. Un evento sì di grande sport, ma cnhe ricco di monanità e divertimeno, che da anni affascina turisti, napoletani e grandi appassionati

LA DANZA DELL’ESTATE Dal 9 al 13 luglio nell’Anfiteatro romano di Avella, si svolge la IV edizione di “L’Abella Danza”. In programma spettacoli serali, lezioni negli stili più diversi, dalla classica alla moderna all’hip-hop con importanti Maestri di danza. Grande novità, il workshop di danza contemporanea della durata di 5 giorni, che sarà tenuto dai Maestri Sasha Riva e Simone Repele. La manifestazione è organizzata dalla Fondazione Avella Città d’Arte con la presidenza di Antonio Larizza e la Direzione artistica di Francesco Imperatore e Rosa Varriale, in onore del Maestro Ricardo Nunez.

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Gustosa, colorata, piena appassionati e vip. Ecco Napoli Pizza Village, la festa popolare tra le più grandi d’Europa, che cresce anno dopo anno e aspira a rappresentare un efficace momento di promozione globale del territorio attraverso uno dei simboli per eccellenza dell’italianità in tutto il mondo: la pizza. Numeri da capogiro per la VIII edizione che si è svolta sul Lungomare Caracciolo. Migliaia di visitatori, un imponente villaggio di 30.000 mq, 50 rinomate pizzerie e centinaia di personaggi di spicco nel mondo della pizza hanno incontrato il pubblico. Tanti gli artisti sul palco come Fabrizio Moro, Ultimo, Noemi, Dear Jack, Mario Biondi e Nesli, Le Vibrazioni. Il collegamneto in diretta con lo Stadio per il tributo a Pino Daniele, Annalisa venerdì e Lo Stato Sociale.

IQOS ARTIME CON LIVE TALK DI OLIVERO RAINALDI L’IQOS Embassy di Napoli in via Filangieri 68 - concept store dedicato ad IQOS, il dispositivo smoke free ha ospitato un live talk con Oliviero Rainaldi. L’appuntamento rientra nel più ampio progetto IQOS ARTIME, il ciclo di eventi dedicati all’arte contemporanea, ideato e condotto da Guido Talarico. Presnetato in anteprima un evento eccezionale per la città di Napoli, l’iniziativa artistica del 18 luglio che vede protagonista Oliviero Rainaldi al Pio Monte della Misericordia.



PARTENOPE

DOTTOR SELFIE, CHIRURGIA PLASTICA SEMPRE PIÙ SOCIAL

Alla ricerca dell’autoscatto perfetto, ma senza eccedere. Sergio Marlino, noto medico napoletano, chirurgo plastico, ricostruttivo ed estetico è il primo “Dottor Selfie”, che ricercando la naturalezza e l’eleganza dei risultati, migliora l’immagine dei pazienti anche sui social media. C’è una tendenza, che è stata ribattezzata anche “effetto Instagram”, che si riflette nel boom di richieste di interventi mini-invasivi tra i Millennials, pazienti under30, che vogliono punturine con filler e botox. L’obiettivo di Sergio Marlino come Dottor Selfie, che ogni giorno riceve parecchie richieste dai suoi pazienti, è di seguirli con cura andando incontro alle loro esigenze di bellezza, con i trattamenti e gli interventi più adatti alle loro esigenze, ma facendo attenzione che i selfie non riproducano un’immagine distorta.

È uscito in libreria I segreti di Matilde, il nuovo romanzo di Aldo di Mauro edito da “Homo Scrivens”, presentato a Napoli al Pan dall’autore con il giornalista Giuseppe Giorgio. Matilde, governante della famiglia De Blasis, è considerata da tutti un punto di riferimento cui poter confidare i propri momenti di fragilità e dolore. Conosce il segreto di ciascun membro della famiglia, che è sconosciuto agli altri e allo stesso tempo rappresenta il suo patrimonio esistenziale, che le procurano sofferenza, amplificata dalla solitudine. Suicidio, tradimento, violenza, perfino un omicidio, ma anche tanto amore, sono gli ingredienti di questo romanzo. La prefazione è di Pasquale Giustiniani cui si aggiunge un saggio breve di Paola Villani.

L’ESTATE A NAPOLI PER I PICCOLI

VIAGGIAPICCOLI

“Un’estate per giocare e crescere insieme”, questo lo slogan dell’Assessorato al Welfare guidato da Roberta Gaeta che ha dato il via alle attività in città per i bambini. Tra le strutture: il centro polifunzionale S. Francesco a Marechiaro che apre le porte ai ragazzi della città. Ogni settimana, circa 50 ragazzi dai 6 ai 16 anni potranno usufruire dei soggiorni estivi gratuiti nella struttura, accolti su richiesta diretta delle famiglie ai Servizi Sociali Municipali o su segnalazione diretta degli stessi, con un calendario di attività ludiche, sportive e ricreative suddivise in base all’età. Saranno favorite le fasce più fragili della cittadinanza. Completano il quadro le attività sociali nelle scuole che saranno garantite per i ragazzi disabili e non, con gli operatori della Napoli Servizi che garantiranno il trasporto anche per i campi estivi e i centri di riabilitazione. Altri operatori, inoltre, supporteranno le attività estive dell’Istituto Martuscelli dedicate a persone con diversi gradi di disabilità.

Spopola su Instagram ViaggiaPiccoli e precisemanete la splendida Family Travel Blogger composta da papà Francesco (dad), mamma Cristina (mum) e i gemelli Enrico e Giulia (twins). Viaggiano in tutto il mondo e raccontano ogni esperienza attraverso foto e gli occhi dei loro bimbi, da cui non si separano mai. Ristoranti, alberghi, musei, parchi in cui sono stati bene e in cui si sono sentiti accolti e coccolati: i luoghi del cuore di ViaggiaPiccoli. Dall’Italia all’Africa, dalla Thailandia al Giappone, portano migliaia di follower in luoghi tutti da scoprire e amare con i propri figli. Per partire insieme a loro basta un click sulle loro pagine social oppure sul sito viaggiapiccoli.com.

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AL PAN LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO ROMANZO DI ALDO DI MAURO


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#savethedate

What Why

Tour in kayak a Posillipo: Napoli e le sue ville; sunset e aperitivo in kayak; full moon kayak

When

Tutta l’estate

Where

Baia delle Rocce Verdi (via Posillipo 68) e Bagno Sirena (via Posillipo 357)

Scoprire Napoli dal suo punto di vista migliore: quello del mare. Grazie ai ragazzi di Kayak Napoli sarà bello e facile visitare Posillipo e le sue ville a picco sul mare, la riserva marina protetta della Gaiola, la baia di Trentaremi, approdare su spiagge altrimenti inaccessibili, fare il bagno nelle piscine naturali di tufo scavato; uscire al tramonto con aperitivo in spiaggia, e la notte con bagni di luna piena a largo della costa. Informazioni e prenotazioni al +39.3319874271,

What Why

Domeniche gratis Le “Domeniche gratis al mual museo seo”: un’iniziativa che preveWhen de l’apertura gratuita dei muTutte le prime domeniche del mese sei statali la prima domenica Where di ogni mese, un modo veraDal Mann alla Reggia di mente efficace per avvicinare Caserta, dagli Scavi di tutti alla scoperta dell’immenPompei all’area so patrimonio culturale di cui Archeologica di Paestum, l’Italia dispone: monumenti, dalla Grotta Azzurra di Capri al Parco Sommerso musei, gallerie, scavi archeodi Baia a Bacoli... logici, parchi e giardini monumentali. www.ecampania.it/napoli/ eventi/domenichealmuseo

+39.3476140635.

www.kayaknapoli.it

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Napoli Teatro 11° edizione organizzata dalFestival Italia la Fondazione Campania dei When Festival. Nei 34 giorni di pro8 giugno - 10 luglio Where grammazione effettiva ben 85 Teatri, piazze, arene, compagnie, tra nazionali ed ville, palazzi, luoghi internazionali, impegnate per sacri, strade di Napoli e 160 recite complessive. Undici della Campania sezioni in scena: prosa, osservatorio, teatro internazionale, sezione italiana contemporanea, danza, musica, sportopera, cinema, letteratura, sezione laboratori, progetti speciali, a cui si aggiungono le serate “dopofestival”. www.napoliteatrofestival.it

What Why

Concerti di Primavera I Concerti di Primavera 2018 della Nuova Scarlatti: della Nuova Scarlatti si chiuDomenico Orlando e la Scarlatti Young dono il 7 luglio a San MarcelWhen lino e Festo, alle ore 19.30, 7 luglio con un ultimo grande protaWhere gonista: l’oboista salernitano Complesso Monumentale Domenico Orlando, primo SS. Marcellino e Festo oboe della prestigiosa Gewandhausorchester di Lipsia, in un concerto diretto da Marco Attura con l’Orchestra Scarlatti Young. Il concerto coronerà una masterclass del Maestro Orlando (5 e 6 luglio a San Marcellino) rivolto a tutti gli oboisti interessati. www.nuovaorchestrascarlatti.it 20

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Ravello Festival Sipario sul Ravello Festival When 2018. 26 appuntamenti per 30 giugno – 25 agosto celebrare le 66° edizione, con Where il meglio della scena mondiale: Auditorium Oscar grandi orchestre internazionali Niemeyer, Chiesa di Santa e acclamati direttori, nomi stoMaria a Gradillo, Villa Ruf- rici e autori di ricerca del jazz, folo, Chiesa di San Giovan- compagnie ammiraglie di balni del Toro, Ravello letto, coreografi contemporanei e icone intramontabili della danza, contaminazione tra generi diversi, pagine inedite e produzioni speciali. www.ravellofestival.com

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Bufala Fest “Bufala Fest - non solo mozWhen zarella”. Sarà il territorio con 7-15 luglio le sue tipicità e le sue potenWhere zialità il tema della IV edizioLungomare Caracciolo ne di “Bufala Fest”. Un fitto cartellone di eventi e iniziative che punta a fare network tra aziende e realtà che operano nel settore gastronomico, che vuole offrire “sempre di più”, soprattutto in termini di qualità ed eccellenza ai visitatori e agli espositori. www.bufalafest.com


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Santarosa Conca Festival Il giorno della sfogliatella SanWhen tarosa (progenitrice della sfo2 agosto gliatella napoletana, copiata da Where Pintauro e portata in via Toledo) Piazza Olmo e Piazzetta di San Antonio, si celebra il 2 agosto e rappreConca dei Marini, senta il momento clou del SanCostiera Amalfitana tarosa Conca Festival, la festa in programma fino a settembre con una serie di eventi tra musica e gastronomia. Musica fino all’alba e spettacoli sotto le stelle, una rassegna letteraria, degustazioni di prodotti tipici della Costiera Amalfitana e una gara nazionale che premierà il miglior pasticciere 2018.

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Fuochi di Ferragosto a Ogni anno il 15 agosto il cielo Positano di Positano si illumina di fuochi When d’artificio. Una delle tradizioni 15 agosto a mezzanotte radicate in Costiera AmalWhere più fitana sono i fuochi a mare che Positano vengono sparati la notte di ferragosto in onore di Santa Maria Assunta. Lo spettacolo inizia in tarda serata e lo si può ammirare dalla spiaggia, dalle terrazze di Positano o in barca: diverse compagnie di navigazione organizzano gite in barca per vedere i fuochi. www.positano.com

www.santarosaconcafestival.com

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Sagra del Mare Flegrea XXX edizione della Sagra del When Mare Flegrea, la rassegna 3 – 6 agosto gastronomica di Monte di ProWhere cida dedicata alle eccellenze Marina di Acquamorta, del territorio. L’appuntamento Monte di Procida serale nella Marina della baia di Acquamorta, prevede con un unico ticket, piatti d’impepata di cozze, fritture di pesce, spadellate di pasta e molto altro, il tutto direttamente cucinato dai ristoratori sul posto. Spettacoli ed eventi, per ognuna delle quattro serate, con musica popolare e tammorre. www.sagradelmareflegrea.com

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Fior di latte – Fiordifesta Fiordifesta è l’evento con cui When Agerola celebra le eccellenze 5-7 agosto gastronomiche del proprio terWhere ritorio, raccontandole attraverFrazione di Pianillo, so un ricco percorso dedicato Agerola al gusto e alla tradizione di una terra sospesa tra cielo e mare. Dal 6 all’ 8 agosto la frazione Pianillo ospiterà come di consueto, la sagra del fiordilatte, il simbolo per eccellenza del comune arroccato sui Monti Lattari. Protagonista indiscusso dell’evento sarà un ricco menù, pensato e modellato proprio in funzione del prelibato fiordilatte. www.fiordilattefiordifesta.it

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Gusta Forio Anche quest’anno Forio divenWhen ta un “ristorante sotto le stel21 – 24 agosto le”. L’ associazione Actus TragiWhere cus dal 21 al 24 agosto in Piazza Forio, Ischia Municipio a Forio, accenderà i fuochi per far assaporare tante specialità. Un evento che aiuta l’associazione a raccogliere fondi per realizzare la manifestazione del venerdì Santo “La Passione di Cristo”. Una sagra in piena regola all’insegna degli antichi, ma anche dei nuovi, sapori ischitani; oltre a tanta musica e divertimento. www.ischia.campania.it

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Settembrata Anacaprese Sagra e tradizioni ad Anacapri: When Antica festa dell’uva. La Set27 agosto – 2 settembre tembrata Anacaprese ha luogo Where ogni anno alla fine dell’estate. Centro Storico Le quattro contrade del paese: di Anacapri, Capri Le Boffe, Le Stalle, La Porta, e Le Pietre si sfidano dimostrando le loro abilità in ambito gastronomico, nel realizzare costumi tipici e nel produrre tipicità artigianali, nel modo più creativo e organizzato possibile. Sfilata di carri, degustazione di prodotti tipici, competizioni sportive, mercatino dell’artigianato, mostre, caccia al tesoro, concerti e spettacoli. www.capritourism.com 21

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#picoftheday


Enzo Gragnaniello, Mia Martini e Roberto Murolo. Hotel Santa Lucia 1992 Foto di Sergio Siano


#peaceandlaw

SELFIE, VIDEO E SOCIAL NETWORK, COME EVITARE DI VIOLARE LA LEGGE

Luigi Di Gennaro Avvocato penalista

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“Oggi tutto esiste per finire in una fotografia” scriveva negli anni ’80 l’autrice statunitense Susan Sontag. Probabilmente neanche lei, però, immaginava quello che sarebbe realmente accaduto nel ventunesimo secolo con lo sviluppo delle tecnologie di ultima generazione. Certamente non poteva sapere che con l’avvento degli smartphone e la conseguente possibilità di scattare fotografie o video con un semplice click la nostra vita potesse trasformarsi in un vero e proprio documentario live. Tuttavia questa smania di immortalare immagini sul telefono per poi pubblicarle sul web, non di rado mi ha portato -e sempre con successo- a sostenere la difesa di chi aveva commesso una violazione dell’altrui privacy. Spesso, infatti, dietro ad un semplice “selfie” o ad un video scattati in un luogo pubblico si può celare il pericolo di commettere un reato. Mi riferisco in particolare all’art. 615 bis del codice penale, che mira a punire le condotte di interferenze illecite nella vita privata. Ma in quali casi una foto o un video possono violare la legge? La risposta a questa domanda ce la fornisce direttamente il Legislatore nel testo dell’articolo del codice penale appena citato, che delimita appunto il suo ambito applicativo a quei casi in cui taluno, mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procuri indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita che si svolge nei luoghi di privata dimora o le pubblichi mediante qualsiasi mezzo d’informazione. Il caso più classico è quello delle riprese effettuate per tutelare un proprio diritto o per provare la commissione di un illecito: ad esempio, il nostro vicino sta edificando una tettoia che ostacola la visuale del nostro balcone, senza che sia stata rilasciata alcuna autorizzazione amministrativa. In una simile ipotesi bisogna tener presente che le fotografie o le riprese video realizzate verso la proprietà del vicino “abusivista” di cui sopra, quando non si insinuino all’interno delle mura domestiche e, quindi, non invadano la vita privata di quest’ultimo, sono da conside-

rarsi legali a tutti gli effetti, a maggior ragione se finalizzate a dimostrare un illecito. Diversa, invece, è l’ipotesi dei cd. “scatti rubati”. Ad esempio, quando ci si trova di fronte ad un bel panorama oppure in una piazza, accade sempre con maggior frequenza che si venga rapiti dalla tentazione di immortalare l’immagine con una fotografia o con un video per poi pubblicarla su un social network. E, trattandosi di luoghi pubblici, è ben possibile che nella foto/video-ricordo possano essere inquadrati i volti dei passanti. Per quanto nella prassi questa ormai sia diventata una moda diffusa, la legge vieta la divulgazione di immagini che non sia autorizzata dal diretto interessato. Pertanto, in mancanza del consenso del soggetto ripreso, quando il video o la foto comprendono anche persone sconosciute, il relativo contenuto non potrà essere pubblicato e/o diffuso, ma soltanto conservato per uso meramente personale. Non mancano, tuttavia, le eccezioni. La prima riguarda quelle ipotesi in cui con il video pubblicato venga effettuata una rapida panoramica sulla folla circostante, che non consenta quindi di indugiare sui volti e renderne così possibile un riconoscimento (in questo caso, infatti, non occorrerebbe la liberatoria scritta). La seconda eccezione riguarda i casi in cui si riprenda il viso di una persona ma l’immagine di quest’ultima venga modificata (ad esempio mediante il ricorso alle cd. “emoticon”), oppure resa irriconoscibile. Ad ogni buon conto, bisogna prestare molta attenzione quando si utilizza la videocamera con finalità di pubblicazione, perché, senza le accortezze appena evidenziate, diffondere una foto o un video in cui ci si soffermi, ad esempio, sul viso di qualcuno che non intende farsi riprendere, può costituire una grave violazione della privacy.

luigidigennaro@avvocatinapoli.legalmail.it


Kiss Kiss Bang Bang Best Japanase Experience

VIA CAPPELLA VECCHIA 9/10 - NAPOLI

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#fischiofinale

Foto di Stefano Renna


UN CITTADINO DEL MONDO CHE MASTICA CHEWING-GUM HA PRESO CASA A POSILLIPO CHI È CARLO ANCELOTTI, EMILIANO DI REGGIOLO, 59 ANNI, COETANEO DI SARRI CHE HA SOSTITUITO ALLA GUIDA DEL NAPOLI. ECCO UN SUO PROFILO ORIGINALE CON LINGUAGGIO BIBLICO, CURIOSITÀ, INTERVISTE, GOSSIP E VITTORIE. UN ALLENATORE AFFERMATOSI NEL MILAN E POI RE SULLE PANCHINE D’EUROPA. MALAUGURATAMENTE, NEL SETTIMO GIORNO, ANZICHÉ RIPOSARSI, IL SIGNORE CREÒ GLI ALLENATORI. NACQUE LO STADIO DI BABELE E LA DISCENDENZA DEI PATRIARCHI NEREO ROCCO E GIPO VIANI.

DI MIMMOCARRATELLI

Era l’anno del Signore 1995 e il popolo si chiese: “Chi è Carlo Ancelotti?”. Salirono su una collina emiliana e trovarono una donna. Era una collina di vigne e fieno, c’erano due cavalli, una cucciola di un pastore tedesco e un cane lupo, molte galline e una grande casa con uno stemma araldico. La donna disse: “Sono la moglie di Carlo Ancelotti, questa casa è dei miei avi, io sono contessa e piloto elicotteri”. Il popolo rimase sorpreso e lei aggiunse: “Ho anche una barca. Io sono il nostromo e Carlo è il mozzo”. Il popolo guardò la donna e lei disse: “Mio marito è un uomo vero che non si piange mai addosso. Se non l’avesse preso il calcio, farebbe il contadino. Ama tagliare l’erba, lavorare in campagna e guida il trattore. L’animale che ama di più è il maiale. Non si è offeso quando a Torino l’hanno raffigurato così, il maiale Ancelotti. Il suo sogno segreto è una salumeria. Si appassiona ai salumi, ai prosciutti e alle mortadelle. Ma fa l’allenatore di calcio”. Allora il popolo disse: “È un bel mestiere, si guadagnano tanti soldi ed è meglio che fare il contadino”. E la donna rispose: “Carlo Ancelotti fa quello che gli piace e mangia quello che gli piace. È di bocca buona e mangia ancora di più quando è nervoso”. Il popolo disse: “Ha qualche chilo in più e si vede”. La donna rispose: “Non chiamatelo Faccione, non gli piace. È la televisione che gli fa il viso grosso. E in televisione non mi piace, ha proprio un viso enorme e poi gli scappa spesso di mangiarsi le unghie. Quando l’ho sposato era liscio e magro”. Carlo Ancelotti era stato un prodigioso giocatore di calcio e, a 36 anni, nell’anno del Signore 1995, s’era messo a fare l’allenatore. Per saperne di più, il popolo si recò a Reggiolo e incontrò il padre e la madre di Carlo Ancelotti. Il padre disse: “Mio figlio è stato sempre buono e riflessivo. Non l’ho mai sentito controbattere, polemizzare, protestare. Sa essere umile. Qualche volta avrei voluto picchiarlo, ma lasciavo che lo facesse mia moglie”. E la madre disse: “Ha le spalle grosse, ha preso da me. Gli piacciono i cappelletti in brodo e lo stracotto che gli preparo io”.

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Non tutti capirono ancora chi fosse Ancelotti e andarono a Reggio Emilia e sentirono questo racconto: “Carlo Ancelotti ha cominciato ad allenare qui. Ci ha portati in serie A. Poi volle andare a Parma dai Tanzi. Quelli di Parma sono abituati al Teatro Regio, alla lirica, hanno il palato fino. Carlo Ancelotti è un uomo concreto, un contadino. Cercò i risultati, non lo spettacolo. E poiché non lo capirono, lui disse che per lo spettacolo andassero pure al Regio”. Carlo Ancelotti nacque col destino dell’eterno secondo. E questa fu la sua vita per un certo tempo. Col Parma arrivò secondo a due punti dalla Juve. Era un gran risultato a Parma. Non lo fu a Torino quando la Juventus di Carlo Ancelotti arrivò due volte seconda, la prima volta a un punto dalla Lazio, la seconda volta a due punti dalla Roma. Il perfido Agroppi disse: “Ancelotti è passato dalla cantina al salotto buono. Dovrà darsi una sistematina e buttare via la gomma masticante. Non può masticare davanti alla panchina degli Agnelli. E non è bello com’era bello Lippi”. Ma non fu questa la differenza con l’estetico Lippi che l’aveva preceduto alla Juventus e aveva vinto tre scudetti. La differenza fu che gli si ruppe qualche giocatore, e altri invecchiarono, e Carlo Ancelotti perse uno scudetto perché il Signore inventò a Perugia una domenica da diluvio universale. Era una domenica di maggio e il diluvio parve inappropriato, ma sono infinite le vie e infiniti sono i diluvi del Signore. Già a quel tempo si aggirava nelle stanze della Juventus un uomo preponderante con voce minacciosa, morbidamente greve, suadente, un senese di origini ferroviarie e il Signore disse: “Codesto mi garba poco benché si professi seguace di Padre Pio”. E gli mandò il diluvio perché si mondasse dei suoi peccati. E allora l’arbitro Collina aprì l’ombrello, aspettò, annusò, valutò e, alla fine, affogò nel diluvio con tutta la Juve. In quel giorno che non si doveva giocare, il vecchio

giocatore trentaquattrenne Alessandro Calori di Arezzo, perciò detto l’aretino, cavò dall’acqua, dalle pozzanghere e dal fango il gol del Perugia che condannò la Juve e diede lo scudetto alla Lazio. Fu una ignominia, ma quella Juve di Carlo Ancelotti e del ferroviere sospetto dimostrò al mondo incredulo che gli arbitri non aiutano la Juve e la Juve vinse la Coppa Intertoto. Carlo Ancelotti rimase al suo posto perché era grande e grosso, e sapeva sopportare le tempeste. E male che gli fosse andata sapeva dove andare: su una collina emiliana, nella casa con lo stemma araldico e dalla moglie contessa e pilota di elicotteri. L’anno dopo arrivò ancora secondo e la Juve se ne liberò a tradimento richiamando l’allenatore bello. Quando Lippi tornò, Carlo Ancelotti andò al Milan. E allora il Signore d’ogni terra, cielo, mare e di tutti gli allenatori decretò che bisognava dare soddisfazione a quel mancato contadino che la Juve aveva cacciato in malo modo. Fu così che Carlo Ancelotti masticò vittorie e chewing-gum entrando nel Milan dove succedevano cose turche con l’allenatore turco Fatih Terim. Discusso e platealmente osteggiato dai tifosi della Juventus nei due anni sulla panchina bianconera, Carlo Ancelotti si prese una immediata rivincita battendo la Juve di Lippi all’Old Trafford di Manchester, finale di Champions risolta ai rigori nel 2003. Il Signore non volle che insuperbisse e, in otto anni al Milan, gli lasciò vincere un solo scudetto condannandolo alle diatribe continue col sovrano di Arcore Silvio Berlusconi dal quale fu irrimediabilmente diviso sulla lavagna tattica. Al Sire piacevano le due punte, ad Ancelotti il rombo e il branzino. Volendogli fornire un aplomb internazionale, benché non fosse aiutato dal fisico troppo emiliano e provinciale, il Signore concesse ad Ancelotti, durante il suo soggiorno milanese, due Champions e vittorie svariate in coppe e supercoppe dandogli in dono Shevchenko e Rui Costa, Pippo Inzaghi e Kakà, Seedorf e Nesta, Pirlo e Gattuso. Dopo di che il Signore volle metterlo alla prova e gli intimò di dirigersi alla volta di Londra, terra della peccaminosa Mary Quant, che sollevò le gonne alle ragazze di Carnaby Strett, e dell’avvocato di New York Bruce Buck che aveva comprato il Chelsea per 140 milioni di sterline. L’isola britannica trattenne il fiato e, prima di sbuffare, si accorse che Carlo Ancelotti aveva vinto la Premier con un Chelsea di assi tra cui il famoso John Terry che tradì la moglie per appropriarsi di Vanessa Perroncel, moglie di un suo compagno di squadra e suo migliore amico. Risuonarono in cielo le trombe del giudizio universale.


Il Signore si turbò ulteriormente quando scoprì le scappatelle notturne e londinesi di Carlo Ancelotti con la giornalista rumena Marina Cretu mentre, a Reggiolo, Luisa Gibellini, per 25 anni moglie di Ancelotti, faceva sempre la contessa e pilotava elicotteri. Le fornicazioni rumene di Ancelotti furono solo il prologo dello scandalo superiore che irritò definitivamente il Signore che molti allenatori ha creato e molti tra di loro sono stati celebri fornicatori. Il Signore vide e provvide l’esonero del peccatore Carlo Ancelotti che lasciò il Chelsea dopo due anni facendosene una ragione. L’uomo fu udito cantare: “Londra è fuggita e io non muoio disperato”. E, in effetti, il contadino di Reggiolo, faccia grossa e cervello fino, era nell’estasi assoluta, invaghito e perdutamente catturato dalle arti amatorie canadesi con venature spagnole di Mariann Barrema McClay, donna d’affari di Vancouver, definita dai londinesi “la bionda del mistero”. Non ci sono misteri per il Signore che ebbe tuonanti reazioni di raccapriccio quando intervenne il Serpente demoniaco che gli sottrasse il contadino di Reggiolo consegnando ad Ancelotti la mela canadese. Divorziato lui, divorziata lei, di dieci anni più giovane, Carlo e Mariann furono condannati al matrimonio celebrato a Vancouver nell’anno 2014 del Signore. Il Signore non amava vite irregolari. Nel frattempo, le sopracciglia di Carlo Ancelotti si disunirono a Parigi, una più bassa, l’altra più alta, urlando dietro ai calciatori del Paris Saint Germain che condusse alla vittoria del campionato francese potendo contare sui tentacoli di Ibrahimovic, le serpentine di Lavezzi, la geometria abruzzese di Verratti, l’ascetica padronanza del gioco di Javier Pastore e l’eleganza sublime di David Beckham. Il Signore guardò con stupore l’uomo emiliano di due mogli, due figli, otto squadre, quattro difensori, il rombo, la pretattica e le sopracciglia assolutamente ingovernabili e decisamente indipendenti l’una dall’altra. E allora il Signore decise di metterlo ancora alla prova e lo portò a Madrid. E qui c’era un giardino di campioni irresistibili e uno si chiamava Cristiano Ronaldo, il più bello di tutti, l’ultimo angelo del Signore, sesto figlio della cristianissima Maria Dolores dos Santos Aveiro di Funchal nell’isola di Madera, in mezzo all’Atlantico. E c’erano il filiforme argentino Angel Di Maria e Gareth Bale, il più veloce gallese di tutti i tempi, e il brasiliano Kakà che a trent’anni stava sfiorendo ma era sempre un bel figliolo, e Iker Casillas che stava bene in porta e ancora meglio con l’affascinante Sara Carbonero, giornalista di Mediaset España.

E il Signore disse ad Ancelotti: “Onora Florentino Perez e sua madre, non uccidere il contadino che è in te, non pronunciare invano il nome di Messi, non commettere adulteri tattici, non desiderare la moglie di Casillas”. E il Signore aggiunse: “Vai e trionferai a Lisbona il 24 di maggio”. E il 24 maggio 2014 Carlo Ancelotti, appena terzo nella Liga, trionfò a Lisbona sull’Atletico Madrid e vinse la Champions che fu una Champions molto particolare per i galacticos che non la vincevano da dodici anni. E quella fu la decima Champions del Real Madrid e la festa fu grande e Carlo Ancelotti fu issato, palpeggiato, rimbalzato, strapazzato, e su e giù. E il Signore disse a Carlo Ancelotti: “Beati i poveri di spirito perché di essi sarà il regno di Castiglia e Leòn”. E il popolo di Castiglia e Leòn disse: “Carlo Ancelotti è il più povero di spirito che abbiamo conosciuto”. E, alla fine, il Signore tracciò l’ultimo tragitto di Carlo Ancelotti dal Manzanarre al Reno, come aveva provveduto per Napoleone, risparmiando le Piramidi. E Carlo Ancelotti giunse a Monaco di Baviera e vinse la Bundesliga e altro non poté fare alla soglia dei sessant’anni. Trapattoni, in tempi non sospetti, aveva ammonito che nel Bayern ci sono gli Strunz, e uno era Thomas Strunz di Duisburg, centrocampista difensivo. Anche Carlo Ancelotti incontrò i suoi Strunz e venne esonerato il 28 settembre 2017 con la luna al primo quarto. Ed è stato otto mesi dopo che il Signore mandò lo Spirito Santo ad Aurelio De Laurentiis e lo Spirito Santo consegnò ad Aurelio De Laurentiis il pizzino del Signore su quale c’era scritto: “La Grande Bellezza è finita, prendi Carlo Ancelotti”. E il 23 maggio 2018 Carlo Ancelotti cenò e si intrattenne con De Laurentiis per un giorno e mezzo e firmò per il Napoli. San Gennaro, che non dice mai di no, disse sì. Anche Andrea Chiavelli, il misterioso romano che ha delle casseforti di Aurelio ambo le chiavi, disse sì. E disse ya Jacqueline Marie Baudit, la mamma svizzera del Napoli che ad Aurelio De Laurentiis disse ya quando lei aveva 19 anni e lui 24 e si incontrarono nel collegio di Bath nel sud-ovest dell’Inghilterra. E hanno detto si Luigi ed Edoardo, i figli di Aurelio. E così le cose si compiono e così vuole il Signore che ha voluto Carlo Ancelotti al Napoli con casa a Posillipo. E il futuro ha sempre un cuore antico e Carlo Ancelotti è un monumento dell’antichità e a Napoli ci metterà il faccione che piace molto al Signore continuando a masticare i suoi inesauribili chewing-gum.


#jazz

SesèMamà LE QUATTRO SCUGNIZZE DEL PENTAGRAMMA di ADRIANOCISTERNINO

Tre voci ed un pianoforte, tutto al femminile. È un quartetto di musiciste che ha deciso di compiere un viaggio insieme fra jazz, etno, samba e sonorità mediterranee. Il tutto condito con un pizzico di ironia e, perché no?, di autoreferenzialità. Sono le SesèMamà, gruppo nato qualche anno fa, quasi per germinazione spontanea, dall’incontro di quattro musiciste napoletane, ciascuna con un proprio percorso artistico già consolidato alle spalle, ma con tanta voglia di far confluire le proprie, diverse esperienze e culture per tirarne fuori qualcosa di nuovo, di diverso. Sono Elisabetta Serio (pianista), Brunella Selo, Annalisa Madonna e Fabiana Martone (voci), tutte e quattro anche compositrici e arrangiatrici. Si frequentavano più o meno sporadicamente in occasionali circostanze di lavoro. Finché una sera d’estate di due anni fa capitò che si trovassero tutte e quattro in un concerto nel chiostro della chiesa di San Paolo Maggiore, pieno centro storico di Napoli, una delle tante location che la musica s’inventa quando il clima è complice benevolo. “Il primo pezzo che abbiamo fatto insieme – piega la Martone – è stato Roda Viva, arrangiamento di un brano di Chico Barque del Hollanda. Riscosse subito larghi consensi e il produttore Bruno Savino della SoundFly decise di investire su di noi, insomma ci spinse a continuare”. 30

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E ne è già scaturito un album, pubblicato solo qualche mese fa, intitolato, appunto, SesèMamà, titolo che mette insieme le sillabe iniziali dei quattro cognomi, ma che ha anche il sapore di una sfida, un suono onomatopeico proprio di una sfida al femminile: ”Abbiamo voluto promuovere il nome del gruppo – precisa la Selo – perché ciascuna di noi viene da percorsi diversi, world, jazz, etno, gospel, ma abbiamo anche territori comuni nei quali ci siamo incontrate per sviluppare temi condivisi”. Brani originali, cover rivisitate, ma anche pezzi elaborati insieme come Les entrailles, incipit dell’album, scritto, composto e arrangiato a otto mani, una favoletta ironica e divertente tra parole in francese e napoletano arcaico che letteralmente trae titolo da Le interiora, scarti alimentari della macellazione animale un tempo offerti alla plebe che non poteva permettersi di più. “Ma il brano che più ci rappresenta – ammette la Martone – è Senza Paura, una cover di Vinicius de Moraes e Toquinho, che esprime in pieno la nostra voglia di vivere, appunto, senza paura, un invito a sorridere. E poi ci accomuna l’ironia. Siamo tutte fans di Totò che ricorre spesso nei nostri incontri”. E proprio senza paura le “four-girls” cantano e ballano, ridono e scherzano, singolarmente e in gruppo, coinvolgendo il pubblico nel loro ottimismo e con la loro musica allegra e scanzonata. Il disco si avvale anche di preziose collaborazioni, da Maria Pia de Vito ad Antonello Paliotti, Michele Signore, Dario Franco, Arcangelo Caso e Robertinho Bastos. Ed ora è in arrivo un fitto calendario estivo di concerti. Sono in tanti che vogliono ascoltare (e vedere) dal vivo le SesèMamà, quattro ragazze terribili che hanno lanciato la loro sfida armate semplicemente di un pianoforte e tre voci. Mai visto niente di simile nel mondo della musica. Almeno in Italia. Ma siamo a Napoli, culla della musica da secoli. E allora qual è la sorpresa se quattro “scugnizze” del pentagramma ne hanno combinata una nuova? 31

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#scheggedisaggezza

IL PERTUSO di Manlio Santanelli

illustrazioni di Carmine Luino

“Ma che è successo?” domandò madre Maria del Carmelo, suora di clausura, sporgendosi dal parapetto della terrazza del convento e fermandosi appena in tempo per non capasottare. “Si può sapere che è successo?” bidomandò la clausurata. Ma la gente del vicolo che sottostava era troppo cucita a filo doppio all’accaduto, ci aveva gli occhi talmente da fuori della testa, da non farsi passare neanche per la fantasia di darle audienza, di ammetterla nel circuito auricolare dalla sua attenzione. “Si può sapere che cristoforocolombo è successo?” tridomandò madre Maria, suora di clausura, ma sotto lo sguardo di tutto il vicinato, tanto a Napoli le suore di clausura sono tali per modo di dire, e non è raro incontrarle al mercatino mentre fanno la spesa, per loro e per tutte le altre sorelle conventuali. Che era successo di tanto clamoroso, da attirare l’attenzione di tutto il quartiere, per quella di madre Maria non occorreva niente di speciale, bastava che un motorino passasse sgasando e attossicchiando chicche e sia, o che un femminello facesse lo strascino a un ricchione e basta perché gli aveva sosciato via l’uomo suo, per la zi’ monaca, si diceva, ogni occasione era buona per sfrennesiare un poco, di stare tra quattro mura e due cancellate proprio non le andava a genio. E invece quella volta c’era di che appizzare l’intendimento, in quanto nel basolato del vicolo si era aperto un pertuso, e Cenzina ci era finita liscia liscia dentro, qualmente la schiuma di sapone sciulia via nel tubo del lavandino. L’accadimento, e che ne parliamo a fare!, s’era allargato a macchia d’olio e aveva inzuppato tutto il rione, tanto da arrivare all’orecchio del caporione che, mentre stava facendo colazione con la pasta e patane della sera prima, fu allertato da un suo cacciottiello, che gli disse: “Don Saverio, Cenzina la zarallara è finita dritta dritta in un cuniculo stradale”. Ma il boss non si trammiò affatto, conservò il suo proverbiale possesso di sé, si limitò a dire: “Se l’è meritato, chi sa che andava cercando in quel cunuculo, e c’è finita con tutto il culo, avvertite i pompieri, che ci pensassero loro”. I pompieri, allertati dal più zelante del capannello, che per tramente era diventato un capannone, dissero: “Corriamo

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subito con scale e pompe”. “Guardate che non si tratta di un incendio, quella è finita in un pertuso”. “Noi scale e pompe teniamo, lasciateci fare gli speziali”. E accorsero con la lentezza che consentiva la marmellata di traffico di quella mattina, per cui sarebbe più giusto dire che di corsa non si trattò bensì di una gimkana tra motorette e autosuv, che è come dire tra Scilla e Cariddi, o meglio tra uno scanzati che io mi scanzo, o meglio ancora tra un vaffammocca e un vaffanculo. E, una volta sul posto, fecero sfolla sfolla della gente che stava intorno al pertuso come se stesse al San Carlo, e cercava di consolare Cenzina, e il capitano dei pompieri provò a contattare la donna: “Qui alfa uno a Cenzina, mi sentite?”. E Cenzina che stava dieci metri più sotto: “Cagnate pellicola, non stiamo al cinematografo”. Al che il valoroso servo dello Stato le chiese di cosa aveva bisogno. E Cenzina: “M’è venuto il volio di un panino con la mortadella”. Poi si ricordò che l’ironia non era materia d’esame per allievi pompieri, e aggiunse: “Di che cosa posso avere bisogno?, che mi tirate da qua sotto, di questo ho bisogno, e si nunn’è mestiere vostro chiammate uno del Comune, quelli sì che se ne intendono di pertusi, dal momento che ogni quattro e cinque, ne devono appilare uno”. “Vuole essere appilata!”, gridò la folla. “È uscita pazza, vuole essere atterrata viva!”. Ma il farmacista che si trovava a passare e si era fermato pure lui, sentenziò: “Cupio dissolvi, tipico di chi non ne può più della vita che conduce, è probabile che nel pertuso si è gettata di sua volontà”. Mai riflessione più lontana dalla verità, Cenzina era una capa a tre assi ma non fino al punto da uscire di casa in cerca di un pertuso nel quale gettarsi a cofaniello, se voleva dire alla vita punto e basta poteva sempre usare la finestra, abitava al terzo piano, quanto sufficit per schiattarsi al suolo come si schiattavano i sacchetti della monnezza quando la sera li menava abbasso per lo scialapopolo delle zoccole del quartiere. No, lei era uscita per fare due spesucce al mercatino tuttodare del vicolo appresso, e all’intrasatta s’era sentita mancare la terra sotto i piedi, un vuoto d’aria come a volte quando si vola, ma lei in aeroplano non ci era mai stata, un vuoto di marciapiede piuttosto, e un attimo dopo s’era ritrovata dieci metri più sotto, insasicciata in un budello nero e fetecchioso di umidità mescidata a spurghi provenienti dal chiavicone per quel cetrulo di principio della capillarità. Di gridare si era sfastidiata, la sola cosa che ora le cellichiava la cerevella, guardate un poco, era il pensiero corto e malincavato se aveva chiuso la chiave del gas prima di inserrarsi la porta dietro i reni, ma guardate un poco uno che va a pensare mentre dovrebbe stare col pensiero da tutta un’altra parte, vero è che la cerevella è uccello di passo, mo sta qua e mo sta da un’altra parte, niente di più facile che mentre state facendo l’amore, e il piacere sta in punta in punta per scapparvi dal fattapposta, la


vostra donna vi domanda, Hai dato la corda alla pendola?, e voi giustamente bestemmiate come un turco, e vi esce che neanche una sfelenza di spozzoliata uno si può fare in pace con la vita, che già vi manda in bestia ogni giorno che è uno. Intanto sul posto già si erano appresentati giornalisti e operatori televisivi, intenzionati a trasmettere il pertuso minuto per minuto e, mentre la povera Cenzina sparpetiava nello sprofondo, quelli intervistavano i presenti, e chiedevano come l’avevano saputo, da quanto tempo stavano sul posto, se conoscevano bene la sprofondata, e un altro poco gli chiedevano pure che avrebbero preparato per l’ora di pranzo, se spaghetti o vermicelli. Perché mo in televisione se non si parla di mangiare dicono che cala l’ascolto, e calano pure le pubblicità, che uno si domanda come sarebbe più bella la vita senza tante auto nuove da desiderare e tanti dentifrici di cui non poter fare a meno. Ma, ritornando a Cenzina e al pertuso, che ti va a scavare dal suo pensiero il capo dei pompieri? niente, girava intorno al pertuso dicendo. “E mo che si fa, e mo che si fa?…”, perché non si poteva calare nessuno in quel budello per aggranfare la donna giacché, sciuliosa com’era diventata nel mentre, facile che quella gli scappava da dentro le mani e se ne scendeva ancora una inticchia, allora lui si grattava in capa, si guardava le unghie, e ripeteva: “E mo che si fa, e mo che si fa?...” Finché non si fece avanti un apprendista pompiere, che non gli avevano mai messo in mano cinque centesimi, e lo consideravano lo scemo della caserma, ma questi scemo e buono se ne uscì con una soluzione; scavare un secondo pertuso verticale a un metro dal primo, scavarne un terzo orizzontale dal fondo secondo fino ai piedi di Cenzina, e poi con un idrante pompare nel secondo tanta acqua da fare uscire la donna dal primo pertuso con un effetto-tappo, vale a dire come quando si stappa una bottiglia di sciampagna, che il contenuto, opportunamente scotoliato, si libera da per sé del tappo che lo inserra. Sul principio fu spernacchiato buono e meglio, e chi gli diceva questo, e chi gli diceva quello, e non c’era nessuno che non gll appizzava i coppetielli dietro. Ma il capo dei pompieri, che poi era figlio di un negoziante di ferramenta, che aveva avuto due femmine e un maschio, ma le femmine avevano fatto una brutta riuscita, perché la prima si era sposata già con la pancia davanti, un matrimonio forzato dalla necessità di avere prima il sacramento del matrimonio e poi quello del battesimo, e la seconda, la seconda no, non ne voleva sapere di uomini, diceva che tenevano tutti la capa sciacqua, e pensavano soltanto a bere e al pallone, e dunque lei si era impiegata presso le poste, faceva operazioni di sportello, e ogni giorno le passavano davanti agli occhi un salasso di persone, tra cui ogni mese un vecchio pensionato che le diceva: “Signorina, che begli occhi che tenete!” E a lei

quel complimento addolciva tutta la settimana, e non vedeva l’ora che… ma dove sto andando con il racconto, la capa sciacqua la tengo io, che ho lasciato il capo dei pompieri, che contro il parere di tutti i presenti volle accreditare la proposta dell’apprendista, e dopo un: “Eppure dici buono, guglio’!”, chiese ai suoi di mettere in azione quella pensata. Predisposto che fu l’idrante alla bocca del secondo pertuso, quando tutto è pronto il capo dei pompieri comanda di aprire la bocchetta al massimo della pressione. Un istante in cui non succede niente, poi di botto una violenta e corposa sputazza d’acqua si infila nel canale, percorre anche quello orizzontale, arriva ai piedi di Cenzina, e spinge spinge spinge, finché quella non esce alla luce. Ma la meschina non si ferma al livello stradale, no, parte come un obice del quindicidiciotto, supera le case del vicolo e va ad atterrare dolcemente sul terrazzo delle monache clausurate. E che dovette succedere quando la stappata si levò da terra con le ossa ammaccate ma con niente di seriamente rotto, come se avesse pigliato una semplice sciuliata su un pavimento passato a cera! Dalla strada la folla fece un vottavotta del diavolo per salire sul terrazzo ed abbracciare e baciare e maniare Cenzina in tutte le maniere. Ma il più festeggiato di tutti fu il Capo Pompiere, che aveva dato ascolto all’apprendista, che a sua volta aveva avuto la brillante idea di trattare l’attappata a guisa di un tappo di bottiglia di spumante. Le monacelle se lo passavano come una palla, e questa lo baciava, quella lo allisciava, quell’altra ne approfittava per infruscinarsi con lui… E poi la troupe televisiva, che nella persona della telecronista indugiava a chiedere a Cenzina le cose più streveze, da come si sentiva a quello che avrebbe cucinato per pranzo. Per non tirarla troppo a lungo, fu una mattinata senza precedenti, con le monacelle che offrirono vermut e pastarelle fatte con le proprie mani, e la folla che su quel terrazzo fece baldoria manco fosse l’ultimo dell’anno. Ma il mondo non è buono come sembra, o come vuole apparire. Secondo voi non ci fu chi, senza farsi sentire troppo, trovò da ridire dicendo tra i denti e con la lingua di pezza che un convento di clausura mal si concilia con tanto casino? Epilogo: da quel giorno i due pertusi non sono stati appilati, sono rimasti così com’erano, a memento dell’avventura vissuta da Cenzina e dell’ingegno mostrato dal Capo Pompiere nell’ascoltare il parere dell’ultimo arrivato. E ci hanno schiaffato davanti pure tanto di targa, con sopra scritto a lettere d’oro, ossia dorate: “La vita è fatta a scale, c’è chi scende e c’è chi sale, e c’è pure chi scende e sale”.

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#people

ISA DANIELI una vita sul palcoscenico É LA PIÙ GRANDE DI TUTTE, MA SI MERAVIGLIA ANCORA DELLE TANTE COSE CHE HA FATTO IN CARRIERA: PIÙ DI SESSANT’ANNI VISSUTI INTENSAMENTE DENTRO E FUORI DAL PALCOSCENICO di FEDERICARICCIO foto di CARMINELUINO 34

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Isa Danieli ha recitato con i più grandi, è un punto di riferimento dell’arte italiana e quando parla del suo lavoro le brillano gli occhi, lo sguardo si illumina e inevitabilmente resti abbracciato ai suoi racconti. Isa Danieli vive a Napoli, nei Quartieri Spagnoli, nello stesso antico palazzo in cui abitava da piccola. La casa è calda e accogliente e tutto parla della sua vita meravigliosa, tra locandine, ritratti, premi e fotografie. E ancora più strabiliante è il racconto per immagini, dipinti e libri illustrati che ne fa il medico Francesco Scotto, autore ed esperto di teatro, nonché fan numero uno di Isa, che la segue ovunque e che al termine di ogni esibizione le regala un disegno che la ritrae in un momento particolare.

Scianel Official Book Gomorra Ufficio stampa Sky Atlantic

Una donna che anche nella vita è sempre stata un passo avanti. Il suo grande amore è il direttore di scena Gigi Esposito, più giovane di lei di ventidue anni, stanno insieme da trentacinque. Il suo amore com’è? Il mio è sicuramente un amore da guinness dei primati, senza il quale non avrei vissuto tante vittorie. La sua più grande passione? Ho fatto cinema, televisione, ma il teatro è la mia più grande passione e devo confessare che sono stata un’attrice molto fortunata, perchè sul mio cammino ho incontrato due mostri sacri: Eduardo De Filippo e Roberto De Simone, due geni eterni che mi hanno portato a fare cose straordinarie. Perché prima di tutto viene il teatro? Per questo tipo di emozione: per fare teatro ci vuole poco, basta una botte e ci sali sopra, con un salto se si è giovani, con una scaletta se si è vecchi. Semplice no? E tutto ti travolge, ma se è fatto con cura”. Perdiamoci tra Eduardo e De Simone Due Maestri con la “m” maiuscola. Con Eduardo si studiava, anche la virgola, il

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una vita


punto. Il copione era la Bibbia e tutto doveva essere perfetto dal più piccolo particolare. Con De Simone era tutto una sorpresa. Recitavo mentre ancora scriveva La Gatta Cenerentola e così il personaggio si sviluppa mano a mano: un’avventura meravigliosa. Pensa, in un anno, 365 repliche.

E non poteva chiederli a me [i soldi]? Eh, io gliel’ho pure suggerito. “Mai, mai!” mi ha gridato. E io gli ho detto: “Ma allora l’amicizia a che serve?”. E lui mi ha risposto: “A non rompere i coglioni agli amici”.

E la nuova drammaturgia? Lei ha recitato con la triade: Santanelli, Moscato, Ruccello Mi hanno sempre affascinato le cose nuove. Ancora adesso voglio fare quello che non è stato ancora fatto e trovo che non ci sia cosa più bella del dialogare con un autore ancora vivente. Manlio Santanelli, un genio della parola e dell’ironia, l’ho conosciuto tanti anni fa in Rai durante una trasmissione dedicata a Di Giacomo. In realtà quando ho recitato per la prima volta una sua commedia, Regina Madre, è successo perché la protagonista Regina Bianchi non stava bene e l’ho sostituita. Solo che il personaggio aveva vent’anni più di me. E il resto è storia.

nel tempo. Soprattutto per la lingua di cui purtroppo si sta perdendo l’uso o almeno quello corretto: un importante documento del napoletano arcaico, dolce e musicale.

Annibale Ruccello è stato come un fratello e lo sarà per sempre. Ho in casa le sue foto, i ricordi. Era parte della mia famiglia. Ferdinando è una commedia che è diventata un classico e che sarà sempre riproposta

Enzo Moscato, grandissimo e generoso autore, i suoi spettacoli sono percorsi fantastici legati alla storia della città, come il drammatico affresco di Luparella che mi ha affidato negli anni ’80 e che ancora porto in scena.

sul palcoscenico

dal film Maccheroni (1985) Carmelina, la moglie di Antonio

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“Ma V oi avete mai assaggiato la droga?â€? “I o non mi mangio i peperoni la sera perchè non li digerisco, fi riamoci la dro a

dal film o arl ella i a (198 ) Maria la mo lie di ella i a

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una vita sul palcoscenico


Va a cinema e a teatro come spettatrice? Altroché, mi piace tantissimo. Il cinema lo adoro, più vederlo che farlo. Ho fatto cose meravigliose come Nuovo Cinema Paradiso e Maccheroni e film amati da tutti come Così parlò Bellavista e Io speriamo che me la cavo. Confesso che quando guardo i miei film mi appassiono più alle vicende che alla mia recitazione. E quando invece vado a teatro, non partecipo quasi mai alle prime, perché so cosa si prova. Vorresti non ci fosse nessuno e credo che tutti dovrebbero fare così, trovo che sia un’importante forma di rispetto per tutti gli attori e le persone coinvolte in uno spettacolo teatrale. E la televisione? Mi sono divertita tantissimo nella fiction Capri e lo rivedo sempre con piacere, attori eccezionali, dialoghi brillanti e devo dire che non ero per niente male (una risata argentina accompagna la battuta, ndr). E poi sono stata invitata a recitare come special guest star nella puntata n° 5mila di Un posto al sole. In Un posto al sole ci sono anche i suoi nipoti Sì e sono davvero orgogliosa di loro. C’è Luisa Amatucci, che mi si chiama proprio come me, lo sapete

sono un’Amatucci. Bravissima attrice, storica protagonista della soap. E poi c’è Stefano, già regista televisivo di Un Posto al sole e de La squadra, che ha diretto il suo primo lungometraggio Caina, da poco uscito nelle sale e che aveva già riscosso all’estero il plauso della critica. E nei panni della protagonista c’è proprio Luisa.

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Lei segue anche le serie tv americane Seguo? Esco letteralmente pazza. Se comincio non mi fermo più. Sono super tecnologica e non mi stacco dal mio IPad. Netflix, Sky, Tim Vision. Trovo che le serie tv realizzate nei paesi anglosassoni in particolare, siano davvero eccezionali. Sono avvincenti, veloci, diventano una droga, cominci con una puntata e vuoi arrivare assolutamente alla fine della stagione, per poi vedere le successive. La sua classifica delle serie tv? House of Cards Homeland The Blacklist The Handmaid’s Tale La mafia uccide solo d’estate, ne metto anche una italiana. Prima di salutare Isa e anche Gigi, che ci ha accompagnato e aiutato con i suoi ricordi durante l’intervista, una di quelle che davvero vorresti non finisse mai, noto tra i mille premi e riconoscimenti un bel David di Donatello, che incredibile, ma vero, Isa non si è mai aggiudicata. Il David è di Gigi, gliel’ha regalato un immenso Gianmaria Volonté.

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#ciak

Un horror

è per sempre di VALERIOCIACCIA

Ognuno di noi, anche il meno appassionato, ricorda i turbamenti provocati da un film horror. Quella scena raccapricciante, quel rumore sinistro, la colonna sonora angosciante. Ansia e notti insonni trascorse con una piccola luce accesa, frutto della immedesimazione derivante da quella visione rimasta così fortemente impressa nella nostra mente. A distanza di anni magari ricordiamo il mostro che ancora non riusciamo a rimuovere dalla memoria. I grandi maestri dell’horror sono proprio gli autori che, grazie a una immaginazione senza confini, sono riusciti a rendere memorabili pellicole destinate a un pubblico ristretto, magari con budget limitati. Il genere horror è stato spesso associato a b-movie, criticati e snobbati, ma spesso dimentichiamo come gli stessi abbiano poi influenzato le nostre battute, le serate con amici, le notti in maschera. Il precursore del genere è probabilmente il cinema muto tedesco degli anni Venti e Trenta. Film come Il gabinetto del Dottor Caligari (Wiene) e Nosferatu il Vampiro (Murnau) hanno condizionato innegabilmente le sorti del genere influenzando, poi, il cinema horror di Hollywood. Tra quelli da non perdere assolutamente vi sono film legati ad autori che, nel tempo, sono rimasti indissolubilmente associati a singole pellicole o al genere horror. John Carpenter, tra la fine degli anni ’70 e durante gli anni ’80, ha sfornato pietre miliari del genere che, grazie al successo ottenuto, hanno a loro volta contribuito alla nascita di vere e proprie saghe, remake o sono stati fonte di ispirazione per successive pellicole. Halloween – la notte delle streghe (1978), girato in soli 20 giorni, con un budget di appena 300.000,00 $, è diventato uno dei film indipendenti di maggior successo. Durante la notte di Halloween del 1963, Michael Meyers, di appena sei anni, uccide brutalmente la sorella Judith, diciassettenne. Michael 42

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viene quindi messo in carcere per quindici anni, ma il 30 ottobre 1978, mentre viene trasferito a causa di un’udienza, l’ormai ventunenne Meyers ruba un’auto e fugge per far ritorno nella città natale alla ricerca delle prossime vittime. Nel 1982 giunge nelle sale La cosa, quello che lo stesso Carpenter considera il suo film preferito. La vita dei componenti di una spedizione scientifica in antartide viene sconvolta da una creatura aliena che minerà la fiducia degli scienziati. Nello stesso periodo un altro autore giunge alla ribalta. Si tratta di Sam Raimi, autore di La Casa (1981). Ashely Williams, la fidanzata e tre amici si recano in una casa nella foresta per una notte. Troveranno un libro che, se letto ad alta voce, risveglia i morti. Scopriranno di aver risvegliato il Male e di dover lottare per le proprie vite. Primo film di una trilogia di grande successo. Nel 1982 Poltergeist è stato un successo di botteghino mondiale. Il film ha guadagnato $76,606,280 solo negli Stati Uniti, diventando l’ottava distribuzione di sempre e il film horror dal più elevato guadagno dell’anno. Nella tranquilla cittadina di Cuesta Verde la famiglia Freelings, composta da Steve e Diane, con i loro tre figli, Dana, Robbie e la piccola Carol Anne viene turbata da una oscura presenza demoniaca. Nel 1985 fa il suo debutto uno dei più famosi serial killer dell’horror, Freddy Krueger. In Nightmare – dal profondo della notte alcuni adolescenti sono vittime di un assassino dal viso sfigurato che li perseguita nei sogni. Tutto quel che accade nei sogni, però, si ripercuote nella vita reale, finanche la morte. Anche alcuni maestri di cinema, che non hanno legato il loro successo al genere horror, si sono cimentati con questo filone. Stanley Kubrick, nel 1980, ha diretto Jack Nicholson in Shining, opera di valore


TOP FIVE HORROR MOVIE NIGHTMARE /DAL PROFONDO DELLA NOTTE NON APRITE QUELLA PORTA 28 GIORNI DOPO ALIEN PROFONDO ROSSO

assoluto dove la trasposizione cinematografica supera il testo da cui è tratta, circostanza decisamente rara. Uno scrittore, per superare il proprio blocco creativo, decide di trasferirsi in un isolato Hotel montano per diventarne il guardiano. Porterà con sé la moglie e al figlio Danny. Alcune premonizioni diventeranno l’origine di una follia omicida dello stesso Jack ormai trasformatosi in un maniaco assetato di morte. Già nel 1968, in Rosemary’s Baby, Roman Polansky aveva narrato delle vicende di Rosemary Woodhouse e del marito, una coppia che decide di trasferirsi in un edificio di New York con una reputazione sinistra. Quando Rosemary rimane incinta e una diabolica verità verrà rivelata dopo il parto. Vanno necessariamente menzionate numerose altre pellicole tra cui L’esorcista (1973), La notte dei

morti viventi (1968), La mosca (1986), solo alcuni dei titoli che meritano una visione nella vita, così da assaporare il brivido del raccapricciante. A partire dagli anni ’90 la produzione di film horror è aumentata, il periodo estivo coincide ormai con l’uscita in sala di numerose pellicole la cui qualità è decisamente peggiorata. Alcuni dei titoli citati sono stati spremuti sino a far diventare ridicoli o grotteschi quei villain all’epoca tragicamente affascinanti. Meritano una menzione, tuttavia, alcuni titoli degni del sussulto che devono trasmettere. The Descent (2005), film crudo divenuto un piccolo cult. The Blair Witch Project (1999), a metà strada tra il genere documentaristico e l’horror. The ring (2002), remake del film del 1998 Ring diretto da Hideo Nakata. Insomma, di materiale per trascorrere una stupefacente notte insonne ne abbiamo, per un brivido da ricordare.

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#amazing

Il discreto fascino dell’ironia:

Alessandro Baricco INCONTRO CON UNO DEGLI SCRITTORI ITALIANI PIÙ CELEBRATI ALL’ESTERO CHE CON SARCASMO GLISSA SULL’ITALIA DI OGGI, LANCIA STOCCATE CONTRO LA PSICOANALISI E RACCONTA DELLA SUA SQUADRA DEL CUORE, IL TORINO. di ANTONIAFIORENZANO

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Si può davvero intuire la vera indole di uno scrittore attraverso i personaggi e l’universo che crea nelle sue pagine? È la domanda che mi sono fatta dopo aver parlato con Alessandro Baricco, autore di libri come City, Seta, Oceano Mare e, naturalmente, Novecento, romanzi che hanno contribuito a renderlo tra i personaggi della letteratura italiana più rappresentativi del mondo. La nostra chiacchierata avviene al telefono in occasione delle sue Mantova Lectures, riproposte il 10 e 11 marzo scorso a Napoli al Teatro di San Carlo e che, di tanto in tanto, in questo periodo si diverte a riprendere e a portare in giro per i teatri italiani, in attesa che a ottobre esca The Game, il nuovo saggio edito da Einaudi, una sorta di seguito della raccolta Barbari, vero e proprio aggiornamento sulla rivoluzione digitale e sul suo impatto nell’Occidente che ha scritto durante il pellegrinare nella Silicon Valley che, pur non essendo per lui un granché, è un luogo fondamentale perché sono nati o passati coloro che hanno dato il via all’insurrezione digitale. Via via che parliamo emerge sempre di più un’ironia sorniona che non ho mai afferrato leggendolo. È un’ironia sottile, dosata, che si nota ascoltando quei percorsi della mente delle amate Lectures, sbirciando il sito della Scuola Holden che ha cofondato e della quale è anche preside, quando ha annunciato sulla sua pagina Facebook che Angelina Jolie ha acquistato i diritti del suo romanzo Senza Sangue per realizzarne l’adattamento cinematografico oppure quel modo di nicchiare, con un sorriso, alla domanda se avrà mai voglia di fotografare l’Italia di questo particolare momento storico e come lo farebbe: “Trovo più importante scrivere sulla civiltà digitale in The Game al quale sto lavorando da due anni, divertendomi pure, che raccontare dell’Italia di oggi.” Alessandro, ha detto più volte che come italiano ha l’opera nel sangue. Una fortuita coincidenza che ha por-

tato le Mantova Lectures sia al Teatro dell’Opera di Roma che al Teatro di San Carlo. “Portare le Lectures nei teatri d’opera è stato un privilegio, perché per me sono luoghi dell’emozione. Non avrei mai potuto perdere l’occasione di venire al Teatro di San Carlo per proporre questo ciclo: dal Sogno di Alessandro Magno alla Deposizione di Van der Weyden, passando per La mappa della metropolitana di Londra, i tre percorsi della mente che si basano sulle idee di narrazione, verità e felicità. Si entra in teatri che sono i cuori delle città, poi è un modo per dare un nuovo significato a questi meravigliosi teatri nelle nostra epoca che non vanno tenuti aperti solo per l’opera e la musica classica. Sarebbero sprecati. Facendo anche altro, intendiamoci, sempre di alta qualità, è un bel gesto. Eventi in cui possono portare le persone in un teatro dove non sono mai entrate, prendendo così dimestichezza, magari poi ritornano per vedere l’opera. O, al contrario, gli amanti dell’opera vengono a sentire le mie Lectures che non conoscono perché innamorati del posto. Sono dei terminali di forme d’arte e di spettacolo che fanno incrociare e incontrare spettatori che scoprono cose diverse.” Essendo un amante della buona musica, quanto incide nel suo lavoro? “Molto. Ci sono alcune forme e strutture dell’opera che sono venute fuori nei miei libri. Ci sono frammenti dei miei libri che sono come il concerto finale del primo atto di un’opera del ‘700. Ci sono capitoli che hanno una struttura simile alla struttura delle arie… E suonano.”

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Lectures al Teatro San Carlo

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«.. Sono un po’ delle macchine di emozioni, un viaggio, un’avventura della mente lungo un’emozione prolungata».

The Game l’ha scritto buona parte nella Silicon Valley, mentre Barbari l’ha ultimato in Cina trovandosi di fronte la Muraglia Cinese. Quanto contano i viaggi, le suggestioni e gli odori delle città nella fase di scrittura? “Posso scrivere ovunque e in qualsiasi momento. Durante i viaggi scrivo tanto. Ci sono poi città che hanno una magia particolare per me, in cui voglio sempre tornare: Parigi, Cartagena e Torino, che è la mia città. Per esempio, un luogo che è sempre nel mio cuore è Procida. Trovo fantastico che sia un’isola non molto affollata, ancora poco turistica.” E l’ispirazione che ruolo gioca? “L’ispirazione è una parola romantica che non dovrebbe essere nel dizionario contemporaneo. Ci sono momenti di particolare lucidità. Ci sono momenti per capire la visione che si vuole dare alle cose. E c’è un momento in cui molti punti sciolti si inseriscono in una figura: tendono a essere istantanei e arrivano nel bel mezzo di una fase di grande lavoro. Quindi ci sono tempi e lavoro: ma né l’uno né l’altro sono legati all’idea di ispirazione dei romantici.” A coloro che pensano che la scrittura sia uno strumento per esorcizzare dei momenti della vita cosa risponde? “Spesso mi hanno chiesto se la scrittura mi consente di conoscermi meglio, pormi domande e trovare risposte trascendentali. Mi hanno anche chiesto se per me scrivere sia un esercizio di psicoanalisi e confesso di odiare

la psicoanalisi. Lo trovo infantile e in ogni caso non penso che le cose possano essere così semplici.” Ha dichiarato che “Scrivere è come correre: tutti corrono, tutti scrivono”. Ossia? “Le persone lo fanno naturalmente. Non hai bisogno di qualcuno che ti insegni. Ma se vuoi correre per competere o per andare alle Olimpiadi, hai bisogno di un allenatore. L’allenatore ti mostra come correre. Con la scrittura accade la stessa cosa. Alla Scuola Holden facciamo molti corsi per persone che non vogliono necessariamente scrivere professionalmente. Lo fanno per piacere, per passione e per avere con chi condividere questa passione. Ma se vogliono scrivere per professione hanno bisogno di un allenatore.” Una curiosità calcistica. Lei è torinese ma non tifa Juve, bensì, Torino… “Torino tutta la vita! Sono un abbonato e vado sempre allo stadio. Il rituale di solito inizia molte ore prima, con un pranzo veloce o una cena. Poi c’è la passeggiata allo stadio, una vera sfilata. Oggi molte donne amano il calcio, ma mi piace pensarlo ancora come un momento in cui si riuniscono gli uomini della famiglia. Un impegno settimanale tutto al maschile: niente fidanzate, niente insegnanti, niente sorelle, niente mogli...solo uomini. Per molto tempo sono andato allo stadio con mio padre e mio figlio: tre generazioni unite dal Torino. E la cosa più eccitante è che anche ora che abbiamo vite un po’ separate il calcio resta il pretesto per riunirci ogni settimana.” 49

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#maserial

Addio serie TV, è tempo di voltare pagina di VALERIOCIACCIA

“Tutto ciò che ha un inizio ha una fine”. Questa l’ultima frase pronunciata dall’Oracolo, attraverso l’agente Smith, a un perplesso Neo in Matrix Revolutions. Ebbene questa verità vale anche per le Serie Tv. I principali network hanno ormai comunicato i nomi degli show televisivi che non saranno parte del palinsesto televisivo per la prossima stagione. Alcune indicazioni potranno sorprendere altre sono la naturale conseguenza di stroncature da parte di pubblico e critica. Nessun rinnovo per Marvel’s Inhumans. Ambientata all’interno del Marvel Cinematic Universe, in continuità quindi con i film e le altre serie televisive del franchise, la serie è stata prodotta da Marvel Television. Incentrata sul personaggio di Freccia Nera, interpretato da Anson Mount, e sui membri della famiglia reale inumana. Gli Inumani sono stati introdotti nel MCU durante la seconda stagione della serie televisiva Agents of S.H.I.E.L.D. Stroncata dalla critica e dai bassi ascolti, dopo una sola stagione la serie lascia i nostri schermi. Ci lascia dopo una sola stagione anche Here and Now – Una famiglia americana, serie incentrata sulle vicende di una famiglia multirazziale contemporanea. Nonostante il cast comprendesse attori del calibro di Holly Hunter e Tim Robbins, gli ascolti hanno soffocato il prosieguo delle avventure dai nostri protagonisti. Lascia ogni speranza di rinnovo anche The Exorcist, con Geena Davis e Alfonso Herrera, il remake tv del film cult del 1973 di William Friedkin. Appena due stagioni e, dopo i giudizi positivi della critica, la chiusura annunciata l’11 maggio 2018. Chiude, dopo la terza stagione, Lucifer, con protagonista Tom Ellis in una versione alternativa e sexy di Satana. Il signore degli inferi, ormai annoiato, decide di abbandonare il suo regno per trasferirsi a Los Angeles e aprire un locale alla moda. Il pubblico, contrariato dalla scelta operata dalla Fox, ha 50

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lanciato una petizione e una campagna con l’hashtag #SaveLucifer, ma al momento i produttori appaiono irremovibili. L’emittente ABC, dopo appena due stagioni, cancella anche Designated Survivor. Kiefer Sutherland, nei panni di un membro di scarso rilievo del Gabinetto del Presidente degli Stati Uniti d’America, viene chiamato ad assumere le funzioni di Presidente dopo l’uccisione del comandante in capo e di tutti gli altri componenti della linea di successione presidenziale. Menzione particolare per Michael J. Fox, guest star nei panni dell’avv. Ethan West. Dopo l’annuncio dell’11 maggio da parte di ABC, Netflix si è messa a lavoro per produrre e distribuire una terza stagione. Non si salva dal taglio operato da ABC neanche Quantico. Alcune reclute dell’FBI avviano la propria formazione presso la base di Quantico. Il gruppo è composto da giovani brillanti e nessuno immagina che uno di loro abbia in mente di progettare un attacco terroristico. Dopo tre stagioni neanche lo spy thriller vedrà la messa in onda il prossimo autunno. Otto stagioni, invece, e chiude la serie di successo Homeland – Caccia alla spia. La serie ha per protagonista un agente della CIA con un disturbo bipolare che lo rende un pericolo per la nazione. Lodata dalla critica e ben accolta dal pubblico, al momento lo show non sembra destinato ad andare oltre la stagione numero 8. Una menzione a parte meritano due serie Tv che, nonostante l’enorme successo, non saranno rinnovate per motivi totalmente slegati dalla critica e dallo share. House of Cards segue le vicende di Frank Underwood (Kevin Spacey), eletto nel distretto congressuale della Carolina del Sud. Dopo aver puntato


il posto da Segretario di Stato che il presidente gli aveva promesso, inizia un giro di intrighi per giungere ai vertici del potere americano. La serie è stata rinnovata per una sesta e conclusiva stagione a seguito dello scandalo sessuale che ha coinvolto, tra le diverse personalità di spicco hollywoodiane, anche Kevin Spacey. Il 28 aprile 2017 ABC e Netflix annunciano l’interesse a rilanciare una delle serie di maggior successo degli anni ‘80/’90, Pappa e Ciccia noto negli States come Roseanne. Trattando temi delicati come la povertà, l’obesità e il femminismo attraverso dramma e comicità, lo show è andato avanti per nove stagioni seguendo le avventure della famiglia Conner dal 1988 al 1997. Il 27 marzo 2018 viene presentato il revival, con una decima stagione nuova di zecca e i vecchi

protagonisti ancora in gran forma. Successo di critica e pubblico non sono bastati per convincere l’emittente a non cancellare la serie, nonostante un iniziale rinnovo. Il 29 maggio 2018, Roseanne Barr, protagonista dello show, ha pubblicato un messaggio su Twitter dai forti connotati razzisti. A seguito del post i produttori hanno annunciato l’allontanamento della Barr dalla serie e, successivamente, la ABC ha disposto la cancellazione del programma. Al momento le scuse della protagonista non sono bastate per convincere i produttori a tornare sui propri passi. Nonostante questi addii, più o meno dolorosi, non disperate perché l’enorme successo delle piattaforme on demand vi permetterà di rivivere infinite volte le vostre serie tv preferite, nonostante la inevitabile conclusione.

Top Five serie TV Sherlock Sense 8 Mozart in the jungle Gotham Brooklyn Nine-Nine

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#leggèra

A CACCIA DI LIBRI. LETTERATURA, ROMANZI, GIALLI, TESTI ZEN, FANTASY, LETTURE PER OGNI APPASSIONATO di Lucia Nicodemo

Il 2018 per la letteratura sarà sicuramente ricordato come annus horribilis: per la prima volta dal 1943 – cioè dal secondo conflitto mondiale – il Premio Nobel per la Letteratura non è stato assegnato. E il motivo non è stato una nuova guerra, bensì anche il mondo letterario ha avuto il suo scandalo Weinstein. Il fotografo Jean-Claude Arnault, marito di una giurata dell’Accademia di Svezia che assegna il premio, è stato accusato di molestie sessuali da ben 18 donne, tra cui la stessa principessa Vittoria di Svezia. Inoltre sono saltati fuori finanziamenti poco chiari da parte dell’Accademia ad un club culturale di proprietà dello stesso Arnault - il Forum, un locale nel centro di Stoccolma - chiuso dopo le tristi vicende. Tentiamo allora una sorta di piccola riabilitazione del Nobel segnalandovi – per le vostre letture estive – alcuni autori e relativi romanzi insigniti del prestigioso premio in tempi piuttosto recenti. Del resto i mesi estivi dovrebbero servire, almeno a nostro avviso, a leggere quei classici (anche moderni) che, durante l’inverno, non si ha nemmeno il tempo di prendere dal-

lo scaffale. Cominciamo da uno dei premiati più recenti cioè Kazuo Ishiguro che nel 2017 ha visto coronata la sua carriera di scrittore e sceneggiatore. Dell’autore nippo-britannico assolutamente da non perdere è il suo Quel che resta del giorno da cui James Ivory ha tratto l’omonimo bellissimo film con, tra gli altri, Anthony Hopkins ed Emma Thompson. Il romanzo ha la forma di un diario: quello di Stevens, un anziano maggiordomo inglese che per gran parte della sua vita ha lavorato a Darlington Hall, nella campagna inglese, prima al servizio di Lord Darlington e poi dell’americano Farraday. Sul finire dell’estate del 1956 Stevens, su proposta del suo nuovo datore di lavoro, intraprende un viaggio di una settimana nella campagna inglese con l’intento di far visita a miss Kenton, che negli anni Venti e Trenta era stata governante a Darlington Hall. E sono proprio i fatti – anche quelli storici - risalenti agli anni venti e trenta, il cuore del romanzo.

IN VETRINA

Blandine Rinkel NESSUNA PRETESA Enrico Damiani Editore

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Miriam Candurro Massimo Cacciapuoti VORREI CHE FOSSE GIÀ DOMANI Garzanti

Alfio Fichera Serena Venditto A PROPOSITO DEI ARIA DI NEVE QUEL DISEDUCATORE Mondadori DI CHARLES PERRAULT Youcanprint

Francesca Saverio Cimmino e Carolina Feniza ESTRATTI DI ANIME FEMMINILI Homo Scrivens


Ma se il genere storico non è nelle vostre corde e men che mai i romanzi fiume, allora Alice Munro – vincitrice del Nobel nel 2013 – potrà soddisfare maggiormente le vostre attese. L’autrice canadese scrive soprattutto racconti. Scritti brevi - ambientati per lo più nella sua regione natale, il Southwestern Ontario – focalizzati sulle relazioni umane nello svolgersi della vita quotidiana. Se volete scoprirla ed imparare ad amarla, tra le 15 raccolte di racconti tutte tradotte in italiano, non potete prescindere da Il sogno di mia madre; Lune di Giove; Nemico, amico, amante… e Chi ti credi di essere? A lei è dedicato anche uno dei Meridiani della Mondadori. E infine, per la letteratura latino-americana, scegliamo Mario Vargas Llosa (padre di Alvaro, a sua volta scrittore ed editore) a cui il Nobel fu consegnato nel 2010. Scrittore, drammaturgo e politico peruviano naturalizzato spagnolo, è considerato tra i principali esponenti della rinascita della letteratura del continente sudamericano insieme a Gabriel García Márquez, Julio Cortázar, Carlos Fuentes, Jorge Luis Borges e Octavio Paz. È un autore prolifico e c’è solo l’imbarazzo della scelta tra le sue opere, ma sicuramente val la pena cominciare dai suoi primi romanzi ovvero La città e i cani e La casa verde. Scritti entrambi negli anni ’60 e ambientati in Perù, gli valsero da subito premi e riconoscimenti: la sua scrittura cinematografica è sicuramente affilata e le tematiche forti, ma non riuscirà mai a lasciarvi indifferenti. E gli italiani? Carducci, Quasimodo e Montale non sono proprio da ombrellone e crema solare (tutti e tre hanno vinto il Nobel), così come Grazia Deledda, tra le prime donne a ricevere tale onoreficenza. Ma se volete rendere onore al Bel Paese potete farlo riprendendo in mano Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello (a cui gli svedesi concessero il Nobel nel lontano 1934) o una delle opere iperboliche del nostro Dario Fo, a cui gli accademici svedesi nel 1997 diedero questo grande onore. “Perché – scrissero nella motivazione - seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Oggi come allora.

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#pokerdassi

Quattro domande uguali per tutti, quattro risposte diverse che raccontano le passioni, i gusti, la vita di quattro personaggi che conoscono bene Napoli e la amano intensamente. Il poker d’assi è servito. di Paola De Ciuceis

MARIANO BELLOPEDE pianista e compositore

Una canzone per l’estate A questa domanda potrò rispondere meglio tra un po’. Aspettiamo il nostro secondo figlio e non sappiamo ancora il sesso. Se è femmina si chiamerà “Futura”e, anche se è una canzone di 38 anni fa, potrebbe essere questa la mia canzone dell’estate. Due cuori tra le note Da tempo portiamo in giro uno spettacolo dedicato a Lucio Dalla, uno dei cantautori che più amiamo assieme a Pino. Come marito e moglie potremmo cantare e suonare insieme molto di più ma per gli impegni, la vita quotidiana e tanto altro … non sempre riusciamo a realizzare insieme tutte le idee artistiche che abbiamo in mente. La speranza è farne almeno una parte. Alcune meritano davvero tanto! X Factor, The Voice of Italy…bene o male? Una domanda di riserva? È un sistema che fa vittime più che celebrare artisti. Trovo deprimente ascoltare i giudizi su concorrenti che, a volte, hanno più esperienza, gavetta e talento dei giudici. Sono trasmissioni che hanno lo stesso valore di L’eredità, I soliti ignoti, Affari tuoi: intrattenimento puro, altro che musica. Non vi parteciperei mai, ma non biasimo gli amici che lo hanno fatto. Che nessuno si illuda con i talent, al massimo cerchi di portarsi a casa quanti più soldi possibile. Proprio come chi va a L’eredità. Napoli in musica Penso a Lello Arena che in No grazie il caffè mi rende nervoso vuole fare fuori tutti i “nuovi artisti” che la Napoli degli anni ’70-‘80 proponeva a discapito della tradizione. Io sono uno appassionato ma, a differenza di Arena/“Funiculi funiculà” non disdegno il nuovo. Mi sono formato col Napoli Power di James Senese e Pino Daniele, ma negli ultimi anni è mancato il potere produttivo e distributivo. Ci ha provato la Polosud, con iniziative interessanti, compresi i miei dischi, ma non c’è stata la diffusione meritata. Napoli, però, è l’unica città al mondo ad avere una scala musicale. È musica con una personalità enorme perché si fonda su note ben precise, organizzate in una scala che non è quella convenzionale. 54

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FRANCESCA COLAPIETRO cantante e attrice

Una canzone per l’estate Chissà, chissà domani su che cosa metteremo le mani... aspettiamo che ritorni la luce…di sentire una voce...aspettiamo senza avere paura...Se è una femmina si chiamerà Futura… Due cuori tra le note Mia nonna suonava il pianoforte, mi piaceva ascoltarla e farmi accompagnare da lei cantando le canzoni classiche napoletane. Crescendo, la frase che mi aleggiava in mente era “da grande sposerò un pianista”; quando ho incontrato Mariano, non pensai sarebbe stato mio marito; dal primo istante, però, fui affascinata dalle sue mani sul pianoforte; guardarlo mi faceva sentire “a casa”, una sensazione che sento ancora oggi che siamo sposati da anni, tutte le volte che mi accompagna al pianoforte. È una sensazione che provo solo quando canto con lui. Per questo che credo si crei una magia, una sinergia dei nostri cuori tra le note. X Factor, The Voice of Italy…bene o male? Preferirei non rispondere per non cadere in noiosi discorsi già sentiti troppe volte. Posso solo dire che non biasimo e giudico chi decide di percorrere questa strada ma, personalmente, ho fatto scelte diverse; credo che questi format si concentrino su altro che ha poco a che fare col talento. Se non hai un grande equilibrio interiore, queste trasmissioni possono creare grossi danni alla personalità in termini di autostima. Napoli in musica “Napul è tutte nu’ suonn. E a sape tutto ‘o munno. Ma nun sann’ a verità” ...devo molto alla mia città, alle sue tradizioni, alle sue contraddizioni e ai suoi colori. Sono napoletana e fiera di esserlo, la sua musica fa parte del mio DNA. Canto perché sono napoletana o sono napoletana perché canto? Le due cose sono imprescindibili. Ho lavorato in grandi compagnie teatrali nazionali, ma ho sempre portato con me la mia “napoletanità” e la cosa ha sempre fatto la differenza. Tra le varie esperienze, ricordo il grande Riz Ortolani che, una volta, dopo la registrazione “Buona la prima”, mi disse: “Evviva Napoli”. Perciò, grazie Napoli sempre e per sempre!


MARCO DE TILLA contrabbassista jazz

Una canzone per l’estate a nascita di anuel stata una s olta o creato per lui una playlist scegliendo qualcosa che facesse da cornice al suo mondo. Voci e canzoni per insegnargli la bellezza dell’armonia, le orchestre, la musica fatta col cuore, senza for arlo ideale sare e lo ecc ino d oro ma pro o gi con Jobim, Frank Sinatra, Shirley Horn, Gal Costa e pure Chopin ma, forse, impegnati o a nostra estate sar a suon di bossanova, crooners, Volevo un gatto nero e Il coccodrillo come fa... Due cuori tra le note a orare con la musica ellissimo, ancora di pi a ere una compagna di vita con cui condividere idee e passioni. Insieme abbiamo imparato tanto. Io provenivo da Joe Henderson, Joe Lovano, Miles, lei da Ella Fitzgerald, Barbra Streisand, Sarah Vaughan. Di note in comune non ce n’erano tante. Nel tempo ho iniziato a conoscere e apprezzare i suoi ascolti e viceversa. Abbiami trovato artisti e dischi che ci fanno vibrare insieme: uno per tutti, Across the Crystal Sea di Danilo Perez con la voce di Cassandra Wilson in alcuni brani. X Factor, The Voice of Italy…bene o male? on mi piace parlare male per sono perplesso a musica in talia non fa pi parte delle arti, ma del commercio talent creano solo giro di soldi giudici per lo pi non hanno adeguata formazione, tra loro non troveremo mai Maurizio Pollini, Enrico Pieranunzi o Ennio Morricone. I ragazzi sono affascinati dalla tv. Napoli in musica Il padre di Mozart, scriveva: “solo a Napoli ci sono sicuramente 300 Maestri. [...] a Parigi circa due o tre persone scrivono per il teatro e gli altri compositori si possono contare sulle punte delle dita”. Napoli è la città della musica. Come in ogni cosa qui c’è incongruenza e passiamo dal posto dove avrebbe voluto vivere Mozart ed è nata la canzone napoletana, alla culla di neomelodici e rapper. Non voglio disprezzare, ma per diventare famoso o lavorare come turnista è meglio fare le valigie. Pino Daniele se n’è andato. C’è solo Gigi D’Alessio.

VIRGINIA SORRENTINO cantante e vocal coach

Una canzone per l’estate Impossibile sceglierne una, ne canto circa 700, ne conosco il quadruplo! Dovendo, mi piacerebbe un brano semplice ma intenso, orecchiabile ma sfrontato, che parli di salvaguardia del Pianeta Terra e Ambiente, di bellezza, educazione, emozioni, rispetto. Oggi, si parla quasi solo di amore tra due persone. Elementari. Col numero di divorzi che c’è… Due cuori tra le note ifficile da spiegare a parole a musica perfe ione della natura, vibrazione sublime, carezza viva che avvicina a Dio. Ma non è la stessa cosa quando canto senza Marco. Prima di lui ero felice nella musica ma molto sola. Un legame affettivo profondo con un uomo che non viva e senta la musica come noi, sarebbe impossibile. Siamo due note diverse ma complementari, se non gemelle molto molto affini X Factor, The Voice of Italy…bene o male? Assolutamente a favore dei talent, checché se ne dica. erto, i contro sono molti a uona musica dei tempi di Mina, Luttazzi, Modugno è morta, perciò meglio queste briciole che il nulla. Impediscono che l’orecchio medio si abbassi e si basi solo sulle radio pagate dalle etichette o peggio sui neomelodici. Da questi talent sono usciti mostri come Mengoni e Annalisa (rispettivamente il Prince/ Anastacia italiano e la nuova Giorgia). Certo, brani miseri e tante meteore, polemiche sterili, troppa volgarità, poca cultura, eccesso di tatuaggi. Soprattutto, sogni infranti. Napoli in musica Adoro Napoli e la sua cultura musicale caleidoscopica e multiforme, i suoi talenti. Esiste Dante Alighieri e poi la musica classica napoletana! Ma soffro per l’eccessiva diffusione della musica neomelodica di bassa lega; fatte rare eccezioni, il livello culturale generale dei napoletani medi resta orgogliosamente congelato in una sub-cultura nutrita di bruttezza e cafonaggine. Personalmente, quando qualcuno mi impone ad alto volume questa pseudo-musica, alzo il mio con Le quattro stagioni di Vivaldi: urgono contraltari! 55

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abbandono


#coverthetop

C'è sempre bisogno di bellezza... di CARMINELUINO

Claudia Fuina, ci racconta la sua arte. Da Van Gogh agli Anime giapponesi. Alla continua ricerca di bellezza. La passione per il disegno, le botteghe d’arte e l’accademia. Ci racconti dei tuoi esordi? La mia infanzia è costellata di disegni: è sempre stata questa la mia passione. Da piccola speravo sempre di trovare fogli bianchi in giro per casa, per poter realizzare qualcosa con la biro e le matite. La mia prima pazzia (inconsapevole) fu addirittura a 3 anni, quando disegnai con la penna un pupazzetto in fasce sul muro di casa della nonna, una parete appena imbiancata dai muratori. Ho sempre avvertito un istinto fortissimo di esprimermi con le arti figurative. A scuola facevo fumetti, vignette, disegni raffiguranti compagni e professori. Ho sempre ammirato i creativi, non solo in pittura: l’atto della creazione di per sé, in ogni forma, ha sempre suscitato su di me un forte fascino. Dell’Accademia, sinceramente, ho ben poco da dire, se non altro perché sotto l’aspetto pittorico non mi è stata di grande aiuto, se non per aspetti di contorno, come la fotografia e il costume, oltre alle basi teoriche di storia. Per la pratica piuttosto devo tutto ai miei maestri di “bottega”. In età di liceo ho conosciuto le prime basi della pittura con il maestro Antonio Morgese, con il quale ho appreso i fondamenti del disegno, del chiaroscuro e dell’impasto pittorico. Successivamente, con la guida della pittrice Rita Bianchi ho eseguito innumerevoli esercizi su anatomia e paesaggio, e molte copie di auto-

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hechizo


paranoid


conchiglia

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ippocampo

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cappuccetto rosso


Sono alla continua ricerca di “muse”. Qualunque cosa, osservata al momento giusto, può suggerirmi qualcosa di nuovo.

ri famosi. Insomma, la grammatica del pittore. Puoi scegliere qualunque genere contemporaneo, ma non si può prescindere dallo studio dei classici. Hai esposto in molte mostre collettive. Quanto è importante collaborare e condividere esperienze per un artista? Le mostre collettive mi sembrano il modo migliore per confrontarsi, per esibirsi insieme e creare una specie di “coro” polifonico. Più sono variegate le tendenze presenti in mostra, più ci si arricchisce di idee e di spunti. Spesso sono tornata a casa con una nuova ispirazione proveniente proprio da ciò che avevo visto in esposizione. Sono alla continua ricerca di “muse”. Qualunque cosa, osservata al momento giusto, può suggerirmi qualcosa di nuovo. Non sono e non sarò mai gelosa del mio lavoro. Lo porgerò sempre come spunto di idee agli altri artisti, perché è esattamente ciò che vorrei che facessero loro con me. La mia arte si nutre necessariamente di esperienza e di scambio.

definizione, la leggerezza e la sintesi, elementi di grande eleganza che ammiro. Progetti futuri? Tra i miei principali progetti c’è quello di propormi alla Children’s Book Fair di Bologna, la fiera dedicata alle illustrazioni per ragazzi, e altri eventi dedicati all’illustrazione. Attualmente sto prendendo parte ad un interessante progetto di “musica pittorica”, ovvero pittura estemporanea realizzata sulle note di brani eseguiti dal vivo, con la talentuosa pianista Valentina Ambrosanio. Abbiamo presentato lo spettacolo in occasione di Piano City e Maggio Monumenti, e l’idea è quella di approfondire la tematica e diffondere la performance. C’è sempre bisogno di bellezza!

Storyboard per uno spot H&M

Hope

Quali sono le tue fonti di ispirazione? Hai dei maestri di riferimento? Tra le principali influenze pittoriche degli esordi ci sono gli impressionisti e, ovviamente, Van Gogh. Come si può restare indifferenti alla sua vena geniale? Più avanti ho apprezzato Klimt per la straordinaria fantasia con cui raffigurava le donne, un soggetto da me spesso preferito. Il surrealismo ha poi invaso il mio stile con una sorta di ombra “noir” che non ho mai perso, nemmeno quando mi sono avvicinata all’illustrazione per ragazzi. Quest’ultima anzi, credo sia un settore dove l’aspetto inquietante deve restare tra le note fondamentali. Lo stile “caramelloso” e censurato , senza antagonisti - che attualmente va di moda e pervade anche i cartoon e i libri per bambini - non è mai stato di mio gradimento, perché la paura esiste, incuriosisce e va rappresentata. Tra le mie influenze maggiori c’è anche l’arte giapponese, da quella classica al contemporaneo mondo degli anime: in tutta la cultura nipponica prevalgono la linea, la


#style









LA MODA CHE VERRÀ BY

ALESSANDRO LEGORA GIOVANE, BRILLANTE, NAPOLETANO. LO STILISTA ALESSANDRO LEGORA RACCONTA LA SUA MODA, DOPO LA PRESENTAZIONE DELLA COLLEZIONE SPRING/ SUMMER 19 NEL MUSEO NAZIONALE FERROVIARIO DI PIETRARSA.

di CRISTIANAGIORDANO foto di ROMOLOPIZI Intervista a tu per tu con lo stilista che ha incantato i cittadini di Napoli in questi giorni con la sua nuovissima collezione Spring Summer 2019 presentata il 14 giugno al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa. Qui sono stati ufficializzati i diktat dello stile secondo Alessandro Legora, un nome affermato della moda made in Italy anche all’estero. Ci descrivi le tue emozioni dopo la suggestiva sfilata tra le locomotive di Pietrarsa? Nonostante fossimo ormai alla terza edizione del Legora Party, l’emozione è sempre molto alta. La grande partecipazione del pubblico, tra cui imprenditori, giornalisti, addetti ai lavori e influencer mi gratifica e ripaga di tanto lavoro e dedizione. Infine il Museo di Pietrarsa e l’immersione in un’atmosfera di altri tempi tra locomotive d’epoca e padiglioni ottocenteschi, hanno reso la sfilata ancora più suggestiva. Una sfilata che ha segnato un punto di svolta nella sua carriera con il lancio di un importante progetto. La collezione Primavera Estate 2019 ha presentato nuove linee, che partono dal quotidiano declinato in urban stre-

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et style e arrivano alle mise eleganti da sera con la linea Alta Moda, fino al giorno più importante della vita con la linea Bridal. Sono felice di aver scelto questa circostanza per il debutto ufficiale dell’etichetta ATELIER LEGORA - Made in Italy. Sia la collezione Bridal che quella Alta Moda sono frutto di una produzione sartoriale concepita su misura. Quali sono le caratteristiche principali di questa nuova produzione? Ogni abito è concepito sotto il segno della modernità; sono ormai superati i modelli ridondanti, eccessivamente romantici o super strutturati. Il Legora Bridal vuol dire eleganza senza ostentazioni, ricercatezza dei dettagli, abiti da sera declinati in abiti da sposa. Lo stesso vale per tutta la collezione Primavera Estate 2019 dove sono comparse in passerella fantasie esclusive, come la classica riga sui toni black & white, ma anche tanto colorate ormai un must delle collezioni Alessandro Legora, fino alle fantasie jungle chic. La donna Legora indossa linee sinuose e femminili, dallo stile impero al più fasciante modello a sirena. In passerella anche abiti che avevano passaporti per destinazioni diverse e affascinanti. Abbiamo diversificato molto, dai capi urban street style con jeans e strappi grintosi, a panorami jungle dove predominano fantasie forti e colorate, fino a ricami eleganti e piume su abiti total white ideali per isole più chic, e ancora capi con applicazioni gioiello


per mete mondane e preziose. Cosa distingue Alessandro Legora? Riserviamo a ciascun abito una cura del dettaglio fin nei minimi particolari, che porta l’impronta del made in Italy: dai tessuti alla lavorazione. E si è ben visto durante la sfilata. Mi vengono in mente i vaporosi gonnelloni in tulle, ricamati con perle e cristalli. Alla sfilata erano presenti molti volti noti dello spettacolo. Al mio evento hanno partecipato tanti amici e amiche vip. Ogni ospite era in abito Legora. Sono stato molto felice di notare tutti seduti in prima fila ad applaudire la mia collezione. Ringrazio Francesco Testi, Miriam Candurro, Nina Soldano, Rosalia Porcaro, Marina Tagliaferri, Samanta Piccinetti e Michelangelo Tommaso, Luca Turco e Giorgia Gianetiempo, Lorenzo Sarcinelli, Ludovica Bizzaglia, Massimo Gallo e Shalana Santana, Marco Esposito, Ludovica Coscione, Monica Sarnelli. Vi svelo un segreto: Pamela Prati, che ho salutato pubblicamente a fine sfilata, era in abito total black con applicazioni di cristalli, che sfilerĂ nella prossima collezione Legora.


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e l o S di

di CRISTIANAGIORDANO Le vacanze si avvicinano e il sole ha già fatto capolino in città lasciando i primi segni sulla pelle. Per chi parte e per chi resta la formula non cambia: è tempo di proteggere viso e corpo dai danni; giochiamo d’anticipo e prepariamo al meglio la pelle all’esposizione. La nostra cute, infatti, non va protetta solo nel momento in cui ci sottoponiamo all’azione diretta dei raggi, ma occorre predisporla per tempo, in modo che sia perfettamente pronta a fronteggiare la prima tintarella e soprattutto per evitare il rischio di incorrere in eritemi o scottature indesiderate. Don’t stress your skin!

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CONTRO LE ALLERGIE La linea Piz Buin Allergy garantisce protezione per le pelli più sensibili; formulata con i dermatologi per proteggere la pelle sensibile al sole e lenire la pelle. Formula arricchita con CalmanelleTM: un complesso originale PIZ BUIN®, che associa un potente anti-ossidante capace di rafforzare la resistenza della pelle al sole (Feverfew PFETM), e un potente lenitivo che riduce prurito ed irritazioni (SymCalminTM). Piz Buin, € 21,90 EFFETTO SETA SULLA PELLE La linea Coconut Beauty dona un’abbronzatura luminosa e dorata dal leggero “effetto seta”: le preziose microperle di Jojoba rendono la tintarella sublime e l’essenza di Cocco regala un profumo irresistibile. La texture leggera garantisce un rapido assorbimento sposando bellezza e sensorialità alla giusta protezione. Bilboa Coconut Beauty Latte Solare SPF 30 €13,99

SUNDEFENSE DOPOSOLE Gel viso e corpo idratante rinfrescante con burro di cupuacu, frutto della passione, fissatore dell’abbronzatura, complesso rinfrescante. Questa ricercata formulazione nutre e idrata la pelle senza ungerla. Ripristina il film idrolipidico, lenisce e rinfresca, aiutando a ridurre la comparsa di rossori e sensibilità. Rivela e prolunga l’abbronzatura rendendola luminosa e duratura. Indicato per tutti i tipi di pelle dopo ogni esposizione solare per donare sollievo e benessere e per mantenere la pelle morbida e vellutata. Bioline Jatò

LA FORZA DI INGREDIENTI NATURALI I prodotti per il corpo e per il viso Avivah, grazie alla loro funzione idratante, sono l’alleato perfetto in grado di reintegrare l’acqua persa a causa degli sbalzi di temperatura tipici della stagione estiva. Per una pelle del corpo fresca ed idratata, Avivah propone: Crema Corpo Idratazione Intensa (€9,90) e Olio Multifunzione (€10).

CREMA VISO IDRATANTE ANTIAGE H2+O è la crema idratante viso anti età che agisce sia a livello superficiale sia a livello profondo, insegnando alla pelle a mantenere un’idratazione ottimale e rendendola luminosa e levigata. Una corretta idratazione è fondamentale per combattere l’invecchiamento cutaneo e per proteggere la pelle dalle frequenti aggressioni esterne. Skinius, € 28 ANTI MACCHIE OLAZ Regenerist Luminous Crema Illuminante con SPF 20. La sua texture ultraleggera penetra in profondità donando idratazione a tutti i 10 strati della cute e stimolando contemporaneamente la rigenerazione cellulare. È ideale per prevenire la formazione di macchie solari e, grazie al suo SPF20, protegge la pelle dai danni dei raggi UV. Olaz, Ð 24,99 – 50ml

Preparare la pelle al sole significa agire in anticipo, fornendo le sostanze necessarie per innescare la produzione di melanina e attivare i naturali meccanismi di difesa cutanei. In questo modo si verificherà una riduzione sensibile di arrossamenti ed eritemi e si otterrà un’abbronzatura più rapida, intensa ed uniforme. Nel periodo dell’esposizione solare è importante proteggere viso e corpo dagli effetti nocivi del sole, sia dai danni cutanei visibili nell’immediato sia da quelli che compromettono l’aspetto e la salute della pelle nel lungo periodo. Dopo ogni esposizione solare, invece, la parola d’ordine è riequilibrare. Anche la pelle protetta, infatti, soffre dell’azione aggressiva dei raggi solari: per questo è essenziale lenirla e idratarla in profondità per ripristinarne le normali funzionalità.

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#vacanze

ISOLA

di ghiaccio APPUNTI E SPUNTI, SENSAZIONI ED EMOZIONI DAL PROFONDO DEL NORD EUROPA, L'ISLANDA. di ADRIANOCISTERNINO

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Appunti e spunti, sensazioni ed emozioni dal profondo nord dell'Europa, l'Islanda, grande isola a nordovest del vecchio continente, in cima all'Atlantico, proiettata verso il Nordamerica, ai confini col Circolo Polare Artico. Una posizione geografica che in alcuni mesi dell'anno le consente di vedere il sole di mezzanotte ed in altri fenomeni straordinari come le aurore boreali. Islanda, paese geologicamente giovane, regno di gelo e di ghiacciai immensi, ricco di cascate spettacolari, ma anche di vulcani dai crateri tondi tondi, distinguibili ad occhio nudo, di grandi faglie nella roccia che si perdono a vista d'occhio, di geyser e fumarole, di sorgenti geotermiche, risorsa energetica preziosissima e bene sfruttata (acqua calda dovunque e a basso costo). Islanda, paese giovane, con una media di tre abitanti per chilometro quadrato (in Italia oltre 200!), perchĂŠ su una superficie di centomila chilometri quadrati vivono poco piĂš di trecentomila abitanti.

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ISOLA di ghiaccio

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Ma quasi la metà è concentrata nella capitale Reykjavik, dove vi aspettereste un gelo siberiano ed invece fa meno freddo di quanto lascerebbe intendere la latitudine perché la zona è lambita dalla calda corrente del Golfo. Il resto della popolazione è insediato prevalentemente sul perimetro costiero dove si pescano aringhe, salmone, merluzzo ed altro ancora, cozze comprese. Insomma, dovunque si mangia del buon pesce . Islanda, dove gli uomini sono alti da 1,90 in su (l'uomo più alto della sua storia era 234 centimetri e gli hanno dedicato un monumento), mentre le donne raramente scendono sotto il metro e settanta. Islanda, dove la lingua più diffusa non è l'islandese dalle frequenti doppie kappa e dalle rare vocali, ma l'inglese perché gli immigrati, in gran parte dall'est europeo (e i turisti), fanno prima ad esprimersi ed intendersi nella lingua più diffusa al mondo.


Ma perché visitare l'Islanda? Perché lasciare “o' paese d'o sole” per andare a trascorrere una vacanza a “o' paese d'o gelo”? Perché, insomma, un napoletano abituato al sole, al mare, al cielo azzurro dovrebbe andare in questo paese con i lunghi inverni bui e il freddo che a stento ti abbandona un paio di mesi all'anno? Semplice: perché ti regala emozioni e sensazioni straordinarie, introvabili altrove, con i suoi profondi contrasti, dal sole di mezzanotte alle aurore boreali, e le grotte di ghiaccio, e i tanti vulcani attivi, e i fiordi, e le piscine termali con l'acqua a 40 gradi mentre fuori la temperatura è sottozero. Però devi scegliere, perché il sole che non tramonta lo trovi nei periodi estivi, mentre per le aurore serve il buio e allora, se vuoi vederle, non puoi andare oltre marzo, quando le giornate cominciano ad allungarsi e il clima è più sopportabile. Certo, devi avere anche un po' di fortuna. Per le aurore boreali, se la serata è limpida e le luci cittadine non sono intense, puoi ammirare un cielo solcato da lunghe scie di luce che cambiano forma in continuazione e talora anche colore. E non fai in tempo a seguire una scia a destra che già a sinistra ne spunta un'altra di forma e colore diversi. E così rimani col naso all'insù anche per mezz'ora o un'ora a sorprenderti in continuazione per lo spettacolo che la natura si diverte ad offrirti, finché non ti senti troppo congelato lì fuori, immobile con lo sguardo perso nel cielo. Sono i fuochi d'artificio all'islandese. E può succedere che mentre sei qui a tentare di scattare foto, ben coperto dalla testa ai piedi, con pile, sciarpe,

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ISOLA

di ghiaccio

guanti, copricapo di pura lana vergine, calzamaglie e doposci, e quindi ben al riparo da un freddo asciutto (se non piove), da Napoli arrivino notizie di un Vesuvio incappucciato di bianco, di pioggia, freddo e umidità, di amici e parenti a letto con l'influenza di turno. Insomma, quasi quasi si sta meglio qua... Vieni a visitare l'Islanda anche perché a Napoli le piscine funzionano come possono, mentre qui trovi splendide piscine di acqua termale (38 gradi) rigorosamente all'aperto dove l'unico vero dramma è l'attraversamento in costume di quei pochi metri dallo spogliatoio climatizzato all'immersione e viceversa in emersione. Ma poi vedi che lo fanno tutti con disinvoltura e allora pensi che forse non dev'essere proprio letale, ti fai coraggio e via di corsa nei 38 gradi dell'acqua che ti avvolge completamente come una coperta termica, magari con un bel tramonto sull'orizzonte bianco di neve. Calore e spettacolo si fondono in una sensazione irripetibile altrove. E quando esci dall'acqua (ma non usciresti mai!...), ben riscaldato, ti accorgi che il freddo esterno è meno feroce di quando sei entrato.

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In questo paese, chiaramente, non hanno problemi di spazio. Attraversi distese infinite coperte di neve e vedi montagne sulle quali la neve stessa, riempendo gli anfratti, disegna figure imprevedibili. Ogni tanto qualche casetta dai colori vivaci rompe la monotonia del paesaggio, cavalli islandesi (dal pelo lungo) pascolano dappertutto, e puoi trovare alloggio (previa prenotazione via internet) in qualche guest-house sperduta dove trovi la porta aperta, un telefono ed il numero da chiamare per contattare il proprietario (così funziona!). Le camere sono per lo più ampie e comode, c'è anche una cucina perfettamente attrezzata e funzionante, completa di frigo, talvolta anche di lavastoviglie, bagni e docce in numero soddisfacente in rapporto alle camere. Una sola cosa strana ed inconcepibile: i lavandini dappertutto sono grandi (piccoli...) poco più di un palmo! Nelle guest-house come negli alberghi pluristellati, o nei bagni delle stazioni di servizio, in questi attrezzi così minuscoli riesce complicato anche lavarsi le mani. Insomma, ti devi arrangiare. Ma con tanto spazio disponibile, dovevano risparmiare proprio sui lavandini!



LIBERTÀ, BREZZA E RELAX A POCHI PASSI DAL CENTRO DI ISCHIA, IN UNA PICCOLA BAIA TRANQUILLA E RISERVATA: IL PAGODA HOTEL. MARE CRISTALLINO, ROCCE VULCANICHE, JACUZZI IN TERRAZZA, NUOVO RISTORANTE GOURMET.

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Solo dieci scalini separano dal paradiso. Il Pagoda Hotel di Ischia sorge su una piccola baia immersa nel verde, tranquilla e riservata, a pochi passi dal centro dell’isola. Solo dieci scalini e ci si tuffa in un mare cristallino, circondati dalla rigogliosa vegetazione vulcanica e da una vista mozzafiato. Libertà, brezza, relax, le parole d’ordine. Due discese a mare, jacuzzi sulle terrazze, piscina con cascata defaticante, i fiori all’occhiello. Al faro è l’ottimo ristorante guidato dallo Chef Michele Castagna aperto a tutti e che punta sulla cucina della tradizione isolana. Una prua in mezzo al mare che guarda proprio al Faro di Ischia, da cui prende il nome. L’ideale ritrovo per i clienti dell’albergo, per i turisti dell’isola verde e per gli stessi Ischitani. E poi un aperitivo in spiaggia a “bordo scoglio”: ecco la pace dei sensi.

Il Pagoda è stato costruito dall’ingegnere e imprenditore napoletano Francesco Mazzarella ventidue anni fa. Oggi a gestire uno degli alberghi più importanti di Ischia troviamo le figlie Gianna e Marina, che ripropongono le atmosfere e lo stile di un tempo d’ispirazione borbonica, ma con uno sguardo sempre rivolto alla modernità. La Pagoda, era luogo di festa e di grandi spaghettate che Ferdinando di Borbone offriva agli amici ed ai grandi ufficiali dell’esercito nelle calde sere estive. Si narra che: "C’era una volta un lago, tra il quinto e il quarto secolo avanti Cristo. Plinio scrisse che un giorno sull’isola allora chiamata Aenaria si aprì la terra e inghiottì una cittadina; in seguito a questa catastrofe si formò un lago. Il 17 settembre 1854 per volontà di re Ferdinando II

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di Borbone, il lago divenne il porto d’Ischia, accogliente abbraccio per chi vi approdava grazie alla sua forma perfettamente circolare. Per l’inaugurazione del porto, venne così organizzata una grande festa con un corteo di circa duecento barche che entrarono in solenne sfilata guidate dalla Lancia Reale, cui seguirono piroscafi militari e una miriade di battelli, gozzi a vela, barche a remi, tutte cariche di persone festeggianti con il Re, che assistette nel punto più alto della piccola collina che si trovava all’imboccatura del porto, sul lato ovest e su cui poi costruì un villino in stile orientaleggiante, detto La Pagoda". Le camere del grande albergo sono state ristrutturate secondo un importante e grande progetto. Il design è confortevole ed elegante: dalle suite, collocate al piano più alto, alle camere Classic o Vista Mare, fino alle uniche e suggesti-

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ve stanze con sbocco tra le rocce, dove è possibile godere di una meravigliosa vista sulla scogliera, sul porto di Ischia e osservare il lento e piacevole ondeggiare delle barche. Leggermente nascosto, il Pagoda Hotel può essere un’ottima scelta per evitare la folla e i rumori durante le parti più intense dell’estate. Il centro è a pochi passi, quando ci si vuole immergere nella movida e nel divertimento ischitano.

Via delle Fornaci 7 80077 Ischia (NA) Tel. 081.5074311 www.pagodahotel.it info@pagodahotel.it


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#hashtag

app world di IRENESAGGIOMO

Si chiede spesso al proprio smartphone, tablet o portatile che sia, di funzionare come un computer, questo non è possibile perché di base, per essere “mobile”, il dispositivo ha risorse hardware limitate rispetto ai pc o Mac casalinghi. Con una semplice e piccola app ecco che però il telefono diventa più intelligente. Così è stato che una decina di anni fa, il progenitore di cotanta evoluzione tecnologica, l’intramontabile Steve Jobs, ha dedicato fiducia e lavoro al progetto App Store, dando un input di vita a un mercato in cui tutti quelli che posseggono un dispositivo mobile sono fruitori, a volte anche senza rendersene conto. Ecco aprirsi lo smisurato mondo delle app, il cui nome potrebbe trarre in facile confusione con l’abbreviativo del colosso Apple, che in qualche modo ha spianato la strada degli applicativi software di Google Lab e ad ogni altro sviluppatore, ma non è così, le app sono diminuivo di “applicazioni” software che servono a fruire di un servizio facilmente e velocemente. Tutti i cellulari di ultima generazione hanno un sistema operativo che fa da “motore”, al cui fianco vengono incluse le app di base; a questo punto, come qualsiasi “oggetto nativo intelligente”, viene personalizzato con l’app giusta per semplificare la propria fruizione, a patto di essere sempre connessi al web. Oggi c’è una app per tutti e per tutto: scambiare informazioni con gli altri tramite i social network, giocare, fotografare, modificare le foto con effetti grafici, dipingere, leggere libri, ascoltare la radio, seguire una cartina, ma anche telefonare gratis; tradurre una parola straniera, consultare un quotidiano, trovare il nord come se si stesse usando la bussola, ottenere informazioni su un certo museo che si sta per visitare. E poi anche consultare le ricette, le Pagine Gialle, trovare un indirizzo, vedere il meteo, seguire la 90

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mappa del posto che si va a esplorare, contare le calorie che si consumano al giorno. Impossibile stabilire quante app sono scaricabili, si parla di oltre 300mila solo per l’Apple Store, perché ogni giorno l’evoluzione continua a crescere. Ma come si distingue un’app che merita di essere scaricata sul telefonino, o sul tablet, da un’altra di scarsa di qualità? I bravi sviluppatori sanno che un’app deve essere essenziale ma completa, semplice all’uso, possibilmente deve contenere un minimo di animazione e di audio per essere accattivante, ma soprattutto l’idea per cui nasce deve essere geniale; è buona norma leggere i commenti degli altri utenti che l’hanno già usata, prima di scaricarla. Curiosando fra i dati disponibili dello store di app più forte del mercato, iTunes di Apple, scopriamo che a oggi il traguardo raggiunto è a 25 miliardi di download scaricati dall’inizio della sua attività, e le app (gratuite) di maggiore interesse sono Facebook (per collegarsi al social network più famoso del mondo), Skype (per parlare con gli amici), Bump (per condividere i contenuti con un amico facendo “scontrare” fisicamente i due telefoni), Shazam (che riconosce una canzone ascoltandone le note), Viber (per chiamare gratis persone che hanno la stessa applicazione). Mentre le app a pagamento più gettonate sono, in primo luogo WhatsApp Messenger e una serie di giochi, come Fruit Ninja, Angry Birds, Il test del tontolone, Monopoly.


Un’app può aiutare a risparmiare, permettendo al proprio conto corrente di mettere da parte pochi euro al giorno, un’app, se usata secondo studiati criteri di marketing, può essere un’ottima soluzione pubblicitaria e promozionale, può favorire l’e-commerce della propria azienda o anche di un negozio, adattando il mercato ai tempi moderni. Insomma, se un tempo le innovazioni tecnologiche servivano a rendere più semplice la vita di tutti, oggi c’è meno spazio per le grandi invenzioni, che sembrano già essere tutte risolte; ma al loro posto si fanno spazio i “servizi web”, che semplificano, o anche solo divertono, la vita di tutti, o quasi.

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#foodtour

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Maialino CBT Filetto magro di maialino cotto a bassa temperatura, riduzione d’arancia, salsa di zucchine e dressing di mozzarella di bufala Dop


MuuY buena! DA MUU, LA MOZZARELLA, LA VERA E UNICA INCONTRASTATA REGINA, ABBINANATA CON GRAN GUSTO E ORIGINALITÀ ALLA CARNE, AL PESCE E ALLE VERDURE. 93

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Lo stile è fresco, innovativo e rock. Tutto nasce da un prodotto primario, meraviglioso, unico, bianco e delizioso. Da tre amici imprenditori, Salvatore Maresca, Dario Moxedano e Roberto Bianco, che hanno unito forze e competenze e hanno dato vita alla prima catena di ristorazione dedicata esclusivamente a sua maestà la Mozzarella di Bufala Campana. Signori e signore ecco a voi: “Muu Muuzzarella, lattedamordere, mozzarelladabere”. Qui i piatti sono unici e accuratamente selezionati, perchè la mozzarella è al centro della costruzione dell’esperienza del gusto, abbinata a carne, pesce, verdure, salumi, fritture, vini e dessert preparati dallo Chef e in cui la qualità e l’arte della presentazione sono curati fino al minimo dettaglio. Muushi. Rivisitazione del sushi con alga nori sfoglia di mozzarella e tartare di salmone, riso e pesto di basilico

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Battuto di manzo con puntarelle, burrata, caviale mujol e nocciole

Bocconcini di bufala dop con peperoncini verdi di fiume croccanti

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Riso carnaroli con ricotta di bufala dop e fiore di zucca essiccato Il brand MUU è appetitoso per giovani e ambito dagli adulti. Le creazioni Muu Muuzzarella spaziano nel moderno e si incrociano con la tradizione. Le versioni attuali di locali presenti a Napoli sono tre: MUU Lounge, il Flag Store, il più piccolo e glamour che si trova a Chiaja nel salotto buono della città. MUU Seaside, il “Rappresentative Store” sul lungomare di via Caracciolo, che offre spazi più ampi anche per i turisti. MUU Bistrot, lo Standard Store, situato al Vomero, in una zona di grande passaggio residenziale e commerciale. “Questo concept è nato proprio per essere un concept internazionale, non è nato per rimanere qui a Napoli - spiegano gli imprenditori - e abbiamo scelto di utilizzare la mozzarella come ingrediente, perché dopo aver visto che a Napoli e soprattutto in Italia la ristorazione è fatta di pizzerie e pub con canoni ancora un po’ vecchi, abbiamo voluto puntare su un prodotto che fosse riconosciuto nel mondo a pari merito della pizza o degli spaghetti. Napoli è la patria della mozzarella e per questo motivo abbiamo voluto strutturare un format e far girare intorno ad essa tutto ciò che è food, dalla carne, al pesce, alle verdure, alla frutta e ovviamente ai dolci, come la ricotta di bufala che noi abbiamo valorizzato facendo la nostra Cheesecake, giudicata tra le migliori della città”.

Tartare di cernia, anguria e mozzarella

Baccalà in Muu Cottura: filetto di Baccalà cotto al latte su conserva di nespole e polvere di piselli

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Norvegese. Tartare di mozzarella, misticanza, carpaccio di baccalĂ , patata schiacciata, pane croccante e gocce di basilico

97 Saccottino. Sfoglia di pasta Leonessa ripiena di crudo di Parma party di magazine in centrifuga di mela verde, carpaccio di cernia e spuma mozzarella


Tagliata di scamone con mousse di melanzane, crema di patate viola e tartare di mozzarella

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I mini bun artigianali al sapore dell’estate Tris di Tartare in Mini bun artigianali: tonno, cipolla ramata, ricotta e rucola; cernia, avocado, affumicata di bufala e misticanza; salmone, uovo sodo, lattuga e crema di mozzarella di bufaldo

Il format Muu, concepito con un respiro nazionale, quest’anno è diventato anche franchaising, con il core business sempre incentrato sulla mozzarella e tutte le sue declinazioni. Un brand che propone una ristorazione di altissima qualità, con una continua ricerca dell’esaltazione del gusto e anche un punto di vendita di prodotti caseari diretto al pubblico, dove i clienti possono acquistare le stesse materie prime di qualità che sono alla base della nostra ristorazione. Due le nuove prossime aperture che saranno svelate a breve. MUUy curiosi noi!

MUU LOUNGE Vico II Alabardieri,7 MUU BISTRÒ Via Vincenzo d’Annibale, 18 MUU SEASIDE Via Partenope,18 www.muuzzarella.it Salmone 50 gradi. Salmone cotto a bassa temperatura con salsa guacamole e tartara di mozzarella

Hamburger macina muu con pesto di basilico, patate alla paprika e fondente di mozzarella

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viva le VACANZE #mammalemamme

di VALERIAPRESTISIMONE

Chi può sognare delle vacanze fantastiche se non i bambini? Per loro la vacanza è libertà, scoperta, crescita, emozioni; i ricordi più belli che tutti noi ci portiamo dietro nella vita sono quasi sempre legati a un luogo dell’infanzia delle vacanze. Finisce la scuola e finalmente i bambini possono godersi quel “tempo molle” fatto di nuovi amici, di mare o campagna, di montagna o città; l’importante è staccare da tutte quelle abitudini che scandiscono il tempo dei bambini durante l’anno. Cosa è la vacanza per loro e come desiderano veramente viverla, dove sognano andare, con chi. L’ho chiesto ad Alessandro Di Gennaro (9 anni), Martina de Giorgio (8 anni) e Marco Giustino (6 anni). Cosa ne esce fuori? Libertà. W le vacanze!

COSA È PER TE LA VACANZA? Per me la vacanza è essere libero, è non dover andare a scuola e svegliarmi quando voglio, magari facendo un poco più tardi la sera. LA VACANZA DEI TUOI SOGNI? La vacanza dei miei sogni è andare al mare con la mia famiglia ed incontrare tutti gli amici. QUAL È LA COSA PIÙ BELLA CHE FAI IN VACANZA? La cosa più bella da fare in vacanza è tuffarmi nel mare tutti i giorni, usare la bicicletta, organizzare i giochi con tutti gli amici, giocare con le biglie, mangiare tanti gelati.

Alessandro Di Gennaro

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COSA È PER TE LA VACANZA? La vacanza per me è non andare a scuola, a inglese e a cetechismo. La vacanza è giocare con le bamboline LOL tutto il giorno. LA VACANZA DEI TUOI SOGNI? La vacanza dei miei sogni è in quei posti di mare delle fotografie con le palme, con i delfini, le conchiglie e sempre insieme con mamma. QUAL È LA COSA PIÙ BELLA CHE FAI IN VACANZA? La cosa più bella che mi piace fare in vacanza è stare con tutti i miei cugini a fare pigiama party.

Martina de Giorgio

COSA È PER TE LA VACANZA? Per me la vacanza è divertimento, andare a mare e non studiare. LA VACANZA DEI TUOI SOGNI? La vacanza dei miei sogni è andare in un posto lontano, ad esempio alle Hawai. QUAL È LA COSA PIÙ BELLA CHE FAI IN VACANZA? La cosa che mi diverte di più fare quando sono in vacanza è andare con i miei amici a pescare sul pontile di Lacco Ameno a Ischia.

Marco Giustino 101

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Goditi il tuo aperi tivo!

Via Marino Falconi ,1 / San Sebastiano al Vesuvio (Na) / Tel: 081 7716035 • 081 7718954

familyvillage@virgilio.it - www.villagelounge.it -

village lounge aperitif bar



PREMIO CARLO DE GAUDIO Mimmo Carratelli e Marco Tardelli sono stati i grandi protagonisti della prima edizione del “Premio Carlo De Gaudio”, dedicato alla memoria del dirigente sportivo napoletano a capo della spedizione azzurra in Spagna, quando nell ‘82 l’Italia vinceva i Mondiali. La consegna dei riconoscimenti, sculture a forma di onda create dall’artista napoletano Lello Esposito, è avvenuta nel corso di una cerimonia che si è tenuta sulle terrazze delle Arcate in via Aniello Falcone. Il Premio, fortemente voluto da un gruppo di amici di Carlo De Gaudio, è stato consegnato dai li Chantal e Ugo. ph. Stefano Renna

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DAMA MEDICAL CENTER PARTY Eleganza e bellezza le parole d’ordine del Party organizzato per l’inaugurazine del “Dama Medical Center” diretto dal chirurgo estetico e maxillofacciale napoletano Dario Martusciello. Tanti ospiti, rappresentanti delle Istituzioni, volti noti hanno brindato al primo studio medico della città che vanta un approccio olistico: il paziente al centro come principio fondante. Obiettivo centrato per il DAMA: abbattere il muro tra medicina estetica, chirurgia estetica, dermochirurgia laser e altre discipline mediche, realizzando una struttura che le collega e va incontro alle esigenze dei pazienti, grazie a un team formato da esperti e professionisti nelle più diverse discipline. ph. Lorenzo Franco

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THE BEACH WEDDING PARTY AL KORA DI POZZUOLI Aperitivi molecolari, wedding bikini, matrimoni lunghi un intero ee end, attrazioni e fuoc i d arti cio al Kora di Pozzuoli, dove si è svolta la grande festa dedicata alle tendenze wedding 2018/2019: The beach wedding party. L’evento giunto alla sesta edizione è stato ideato dall’imprenditore Alessandro Laringe, che ha presentato i servizi, i prodotti, i colori, il flo er desi n, le tendenze top per il giorno più bello, con ben trenta allestimenti coordinati dalla wedding planner Imma Grimaldi. Special Guest e testimonial “social” della manifestazione Miriam Candurro, Serena di Un Posto al sole e Irene Grasso volto noto di Casa Surace. ph. Romolo Pizi

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LA VOCE DI VICO SCOLPITA DA LELLO ESPOSITO Creazioni in bronzo esprimono lettere e cifre, simboli e fatti per un percorso tra i secoli e la storia. Con un’originale installazione dell’artista Lello Esposito curata dall’intellettuale francese Jean-Noël Schifano, il Renaissance Naples Hotel Mediterraneo ha interpretato i corsi e ricorsi storici di Giambattista Vico, a cui è stato dedicato il Maggio in città per i 350 anni dalla sua nascita. Scrive Jean-Noël Schifano nel suo testo esplicativo della mostra: “Solo un artista napoletano, dalla linfa creativa napoletana – più si è napoletani, più si è universali – poteva tentare di rappresentare, con i segni più profondi e durevoli di Napoli, il turbinio incessante della storia umana che, nell’ammirazione costante degli storici e dei loso , ci a intellettual ente rappresentato Giambattista Vico nella Scienza Nuova, libro scritto e pubblicato sotto il governo più ammirevole c e a ia conosciuto apoli no ai nostri giorni, quello di Carlo III”

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MARADONA NEGLI SCATTI DI SERGIO SIANO Le immagini di Maradona scattate dal fotoreporter Sergio Siano, negli anni Ottanta fotografo a bordo campo allo stadio San Paolo, sono state raccolte in un bellissimo li ro, c e re ala un racconto quasi l ico del calcio del pibe de oro. Il libro è stato presentato a Napoli alla Feltrinelli di Piazza Dei Martiri, davanti a un pubblico di appassionati, giornalisti, amici ed ex campioni dello sport. Troviamo anche incredibili foto della città nei giorni delle vittorie sportive. “Non i soliti stereotipi sul campione argentino e sul folclore di Napoli, ma un semplice, grande ricordo per chi c’era o ne ha soltanto sentito parlare”.

LIFESTYLE

EVENTS

PUBLIC RELATIONS

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PEACE&LOVE PARTY Colori accesi, accessori etno-chic, borse, abiti, fasce, shirt davvero originali. Signori e signore ecco a voi la festa Peace&Love de Le Zirre, l’inconfondibile brand ideato da Pierluigi ed Eleonora Frezza, super visor Paola Greco, che ha illuminato via San Pasquale a Chiaia durante il Wine&TheCity. Vestiti unici e colorati sono andati in passerella sulle note dei Senegal djembÊ, che hanno fatto ballare gli ospiti a ritmo di sound africano mixato a proposte della canzone napoletana. Per tutti una foto polaroid scattata in posa con gli Zirri, simpatici modelli, e una pochette per il mare. ph. Romolo Pizi

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PINK BUBBLE PARTY Bollicine rosè per l’evento “Pink Bubble Party” di Studio Morelli, che ha reso ancora più effervescente il Wine&TheCity di Napoli. Una festa che ha incrociato vino e gioielli, dove tra un brindisi e una foto, le ospiti hanno ammirato la nuova collezione preziosa e di design di Stefania Cilento. Gioielli declinati in un originale abbinamento di pietre naturali mixate ad ar ento e altri etalli er l occasione, out t rigorosamente “pink” come il mood dell’evento, r ati i onna ph. Romolo Pizi

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HAPPY BIRTHDAY BLUNAUTA Arte, moda e un omaggio a Frida Kahlo. Così Blunauta ha festeggiato al Pan, durante la manifestazione Wine&TheCity, 25 anni di attività. Grande successo per lo storico brand di Claudia Catapano, che ha trasformato la corte di Palazzo Roccella in un maico ondo floreale rota onista la donna, simbolo della primavera, vestita con abiti a ori e accessori eco friendl casacc e le gere, kimono contemporanei, mini dress, gonne ampie e lunghe dalle fantasie vivaci. Un trionfo di originalità e colori. Auguri BLUNAUTA! ph. Romolo Pizi


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80 ANNI DI STORIA: MASTROLONARDO Il brand Mastrolonardo, storica catena di negozi di Napoli, ha festeggiato in compagnia di amici e clienti, ottant’anni anni di moda. Un brindisi allo shopping di qualità con l’entertainment musicale a cura della musicista Clelia Romano, che ha intrattenuto gli ospiti sulle note di un violino elettrico in chiave pop moderna. Tanto divertimento per le tante signore accorse alla festa. ph. Romolo Pizi

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STELLE DELLA MODA A PALAZZO CARACCIOLO SPRING/SUMMER EDITION Fashion e gourmet questa edizione “spring-summer� con alta moda in passerella de Le stelle della moda a Palazzo Caracciolo, la grande manifestazione organizzata da Ludovico Lieto di Visivo Comunicazione. Successo per la quarta edizione coadiuvata da Valeria Viscione a testimonianza del grande ritorno del binomio ele anza e stile in citt a s lata stata preceduta da un coc tail party con la degustazione di piatti gourmet a cura degli chef resident di Palazzo Caracciolo.

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(A)SOCIAL DINNER TERZA EDIZIONE Successo per la terza edizione del Party senza smart phone, Social e high-tech ideato da Fabio Ummarino di PL MANAGEMENT. Più di trecento ospiti hanno partecipato all’evento (A) SOCIAL DINNER, che si è svolto sulla terrazza di Villa Mazzarella. Anche in questo terzo appuntamento al bando i telefoni cellulari, per socializzare nel vero senso della parola, parlando, conoscendosi, ballando, rispettando appieno la mission della festa. Special food, bollicine e cin cin a tutti noi. ph. Costantino Nanino

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LEGORA PARTY III EDITION

Al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa Alessandro Legora ha presentato la collezione Spring/Summer 2019. Sullo sfondo le locomotive ottocentesche, in passerella abiti chic e femminili, per una donna pronta a partire per viaggi suggestivi. Dai capi urban street style con jeans e strappi grintosi all’effetto jungle, trend della prossima stagione alle fantasie ra c e con colori forti, c e ricordano le tele dei dipinti astratti. La terza edizione del Legora Party è stata anche l’occasione per il lancio dell’etichetta ATELIER LEGORA - Made in Italy e della collezione Alta Moda e Bridal. Applausi per l’estro di Alessandro Legora che ha anche incontrato buyer, giornalisti e influencer Ph. Romolo Pizi

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PARTY BLACK&WHITE PER L’ATTRICE ANNA CAPASSO Grande festa in stile hollywoodiano e dress code in bianco e nero, per il compleanno dell’artista napoletana Anna Capasso. Musica, champagne, sorrisi e tanto divertimento, il tutto condito da ottimo cibo e un mega ciak per set fotografici. E per rispettare il dress code del party, tutti gli invitati hanno ricevuto un bellissimo Borsalino da indossare: bianco per le donne e nero per gli uomini. Anna ha accolto gli ospiti, che si sono trasformati per una sera in “bulli e pupe”, con il marito e giornalista Diego Paura. Tanti i volti noti dello spettacolo e delle istituzioni che hanno festeggiato Anna. La festa si è conclusa con un videomessaggio di auguri di Gigi D’Alessio.

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MARINAR PARTY PER ANGELA DE’ SANTIS 40 anni e non sentirli, ma soprattutto non dimostrarli. Con un party marinaro Angela de’ Santis ha festeggiato il compleanno al Ra Ristosvago di Pozzuoli. Ad accogliere gli ospiti con l’elegante psicologa napoletana il marito Menotti Bucco. Ottimo cibo, vini pregiati, tanta allegria e la musica live di Mariano Bellopede e Francesca Colapietro gli ingredienti di questo bellissimo party. E poi danze scatenate, torta nale e cin cin alla neo quarantenne Ph. Romolo Pizi

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UN ANNO DI TENDER AL VOMERO Belli, eleganti e in vena di far festa: ecco i protagonisti dell’oriental party organizzato da Mila Gambardella e Cristiana Giordano, per celebrare un anno di Tender a via Luca Giordano, il ristorante giapponese più rinomato del Vomero. Centinaia di invitati hanno partecipato al colorato evento tra geishe, piatti di sushi, sashimi, tempura, teryaki, innaffiati da calici di vino, prosecco e ottimi cocktail nel Tender indoor e outdoor. Il locale con il famoso codice a barre nel logo è ampiamente riuscito nell’impresa ambiziosa di trapiantare il sushi restaurant in una zona nuova senza far rimpiangere la via del sushi, via Cappella Vecchia, dove abitano i cugini Jap One, Kiss Kiss Bang Bang e Yaki Tender. ph. Romolo Pizi

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PLAY IT AGAIN AL “RESTAQMMÈ” Mettere insieme vee-jaying e gourmet con un accento revival: ecco l’ultima vincente trovata di Genny Parlati, che ha fuso insieme per una notte i video più cult della nostra storia musicale dagli anni ‘60 agli ‘80 con una rosa di pietanze della nostra tradizione gastronomica. «Play it again!» ovvero un omaggio alla musica disco e i videoclip più vintage con un gioco di assaggi neo-retrò e un flashback di look e profumi. Tutti riveduti e corretti da due bravi remixer: Franco Scotto, dj appassionato di vecchia scuola e video-story, e la chef Magdalena Buczynska, polacca d’adozione napoletana, esperta di rivisitazioni e cultura culinaria partenopea. Il risultato è stato entusiasmente: Aretha Franklin e James Brown assieme a una caprese al pomodorino giallo, Nancy Sinatra e Stevie Wonder con gnocchi Sorrento e un calice d’aglianico docg, Diana Ross e Michael Jackson con meringa al caramello e agrumi o un mojito liquirizia e zenzero. Finger e passetti coreografati hanno coinvolto tutti gli ospiti che gremivano il Restaqmmè di Santa Lucia sin dall’ora dell’aperitivo in frenetici balli di gruppo fino a tardi davanti ai megaschermi. Special food, bollicine e cin cin a tutti noi.

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SANSET TOUR A NAPOLI CON GLI SHAZAMI

Aperitivo glamour in città con vista sul lungomare a base di SANSET, il cocktail di Sanbittèr da gustare al crepuscolo. Ad animare la tappa napoletana del SANSET Tour gli Shazami, band irriverente e scanzonata, che si è esibita in una performance live dalle sonorità indie rock in cima alla suggestiva Terrazza dell’Hotel Mediterraneo. Socialità, spensieratezza e condivisione, questi i mantra per vivere il momento dell’aperitivo all’insegna “Connecting”, un nuovo stile di vita che mette in sintonia, crea l’atmosfera giusta e permette di godersi un attimo di relax in compagnia degli amici, della famiglia o semplicemente con chi è scattata la giusta empatia. SANSET è il cocktail simbolo del tramonto firmato da Sanbittèr in collaborazione con alcuni dei migliori trainer dell’Ateneo del Bartending di Planet One.

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SUMMER AT 59 ROOM Party colorato, fresco ed estivo da Room 59 a Chiaia. A darsi appuntamento nello show room di Barbara Giovene e Chicca Palombo, i protagonisti della movida partenopea e i fashion addicted. In vetrina i costumi di Bachflowers e i gioielli Marinamajewels di Marina Mandara, parola d’ordine: glamour. E poi riflettori puntati anc e su Pecbeg borse e TramE azienda di lati, parola d ordine ele ance evento è stato organizzato dalla PL Management di Fabio Ummarino, che per l’occasione ha spento le sue prime sette candeline. Bollicine, sorrisi e tanto divertimento, il tutto avvolto dalle note del violino elettronico di Luciano Barbieri. Ph.Costantino Nanino

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A MIDSUMMER NIGHT’S DREAM PARTY Come il solstizio d’estate, che ha qualcosa di onirico e unico, così è stata la festa per i diciotto anni di Fiorenza Serra. Un Party tra i più belli del 2018 ispirato alle atmosfere della commedia shakespeariana Sogno di una notte di mezza estate e organizzato da mamma “wonder woman” Maurizia Moriello. Un’atmosfera magica e classica ha avvolto gli ospiti: ecco rivivere l’antica Atene in cui mondo reale e mondo fantastico si sono intrecciati. E poi scenografie fiabesche, foresta incantata, al bando tacchi e vestiti da sera, via libera alla leggerezza, ai sandali, alla creatività. Centinaia di amici hanno brindato alla bella diciottenne insieme al fratello Carlo Serra. Cin cin, balli, sorrisi per una festa davvero indimenticabile. Ph. Marco Baldassarre

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DICIOTTO ANNI DA FAVOLA Party fiabesco per Daria Mattera, che ha compiuto diciotto anni. La bella napoletana ha festeggiato in un’atmosfera incantata la maggiore età , circondata dai suoi amici e dalla sua famiglia. A Palazzo San Teodoro, insieme a Daria a ballare fino a notte fonda, il fidanzato Mattia Garofalo e centinaia di ospiti. Bollicine, special cocktail, musica e tanto divertimento gli ingredienti di questa grande festa.

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