#editoriale 20 ANNI DI GOOGLE: DUE STUDENTI CI HANNO CAMBIATO LA VITA
©carmine luino
Fino al 15 settembre 1997, per conoscere qualcosa, per approfondire un argomento, utilizzavamo esclusivamente le enciclopedie, i libri oppure andavamo a consultare schedari in biblioteca. Poi veniva registrato il dominio “Google.com” e il 4 settembre 1998 nasceva la società Google. Era l’inizio di una grande avventura intrapresa da due studenti del dottorato di Stanford, Larry Page e Sergey Brin, che lanciavano un nuovo motore di ricerca con l'ambizioso obiettivo di organizzare l'informazione mondiale e renderla accessibile universalmente. Quell’avventura era destinata a rivoluzionare il mondo di internet e la vita di tutti noi. I due programmatori 20enni avevano creato un motore di ricerca in grado di indicizzare le 25 milioni di pagine di cui era costituito al tempo il web, l’equivalente dei libri di una piccola biblioteca. Ma da diversi anni hanno scelto di festeggiare la sua fondazione il 27 settembre. Ma vi siete mai chiesti da dove derivi il nome “Google”? Inizialmente Page e Brin volevano chiamare la loro “creatura” The Whatbox, il cui suono, però, assomigliava troppo a “wetbox”, termine slang con cui sono indicati talvolta i genitali femminili. E allora puntarono su Google che è la traslitterazione (errata) di “googol”, che identifica il numero 1 seguito da 100 zeri. Un numero enorme, che doveva rappresentare l'immensa quantità di indirizzi web che il loro motore sarebbe stato in grado di analizzare e classificare, in ordine di importanza. Partivano con appena 100mila dollari, oggi Google vale ben 132,1 miliardi di dollari. Oggi Google include gli strumenti più utilizzati da tutti noi quotidianamente: posta elettronica, i video di Youtube, i cellulari Android, con Google Maps e Google Earth si può viaggiare restando seduti al computer. Non sappiamo qualcosa? La cerchiamo su Google, che è ormai diventato la nostra memoria. Lo spiega bene uno studio effettuato dalle Università di Harvard, Colombia e Wisconsin-Madison: gli effetti di Google sulle nostre vite sono stati di una portata così grande, da modificare letteralmente il modo in cui pensiamo e ricordiamo. Gli sforzi per cercare quello di cui abbiamo bisogno non servono più: su Google possiamo «trovare i nostri vecchi compagni di classe, degli articoli, ma anche il nome di quell’autore che avevamo sulla punta della lingua». Secondo la ricerca tutto questo avrebbe anche un’influenza sulle nostre capacità di ricordare. Si verifica quel fenomeno che in psicologia viene chiamato “memoria transattiva”: il modo con cui ci affidiamo agli altri per ricordare alcune informazioni. Prima, per ricordare, facevamo affidamento sulla famiglia o sugli amici più intimi. Oggi chiediamo inconsciamente a Google di ricordare per noi. Google è diventato una grande memoria esterna a cui ricorriamo ogni giorno. Federica Riccio
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editore Lula Carratelli lulacarratelli@partymagazine.it direttore responsabile Mimmo Carratelli direttore editoriale Federica Riccio federicariccio@partymagazine.it art director Carmine Luino fotografie Romolo Pizi editing e revisione testi Evelina Pessetti redazione Paola De Ciuceis Cristiana Giordano Lucia Nicodemo Irene Saggiomo segreteria e pubblicitĂ Barbara Riccio segreteria@partymagazine.it hanno collaborato Giuseppe Attanasio Valerio Ciaccia Luigi Di Gennaro Antonia Fiorenzano Valeria Prestisimone Silvia Restaino special thanks Manlio Santanelli stampa Grafica Metelliana spa www.graficametelliana.com finito di stampare ottobre 2018
Edito da M.I.A. srl Via Cuoco, 5Napoli - 80121 Napoli www.partymagazine.it info@partymagazine.it reg. trib. di Napoli del 17.03.2016 Del contenuto degli articoli e degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Ăˆ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da M.I.A. srl
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#JUKEBOX di Lula Carratelli
26 #FISCHIOFINALE di Mimmo Carratelli
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#PARTENOPE di Lula Carratelli
28 #SCHEGGEDISAGGEZZA di Manlio Santanelli
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#SAVETHEDATE di Irene Saggiomo
30 #PEOPLE di Federica Riccio e
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#PICOFTHEDAY
40 #CIAK di Valerio Ciaccia
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#PEACEANDLAW di Luigi Di Gennaro
42 #AMAZING di Antonia Fiorenzano
Irene Saggiomo
SOMMARIO
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#POKERDASSI di Paola De Ciuceis
72 #MAMMALEMAMME di Valeria Prestisimone
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#LEGGERA di Lucia Nicodemo
74 #STYLE
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#COVERTHETOP di Carmine Luino
82 #SHOPWINDOW
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#FOODTOUR conOtoro81
84 #ZOOM EDM Informatica
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#CHEZCHEF di Federica Riccio
87 #THEPARTY di Lula Carratelli
JUKEBOX pezzi del passato e del momento
mixati e scelti per voi HOLLYWOOD IN REAL LIFE Ecco il profilo Instagram che mette a confronto scene di film e serie tv cult con i luoghi reali dove sono state girate. L'idea è di Steve Peterson, che sul suo account Instagram Hollywood in real life condivide gli scatti di questi luoghi affiancandoli ai fotogrammi delle pellicole più famose del mondo. Una raccolta di oltre 200 location, disseminate prevalentemente nel Nord America e riferita a produzioni Hollywoodiane.
IAN ITALMUSIC E INDI Pesto Calcutta Anche se oggi piove Zibba
hollywood_irl
Cristina Donà Universo Tutta la vita Gazzelle Ultra Pharum Samuel + Mannarino Anima Lattina Coma_Cose Canzone contro la paura Brunori Sas Paracetamolo Calcutta Superman Belize
SCONFINFERARE [ scon-fin-fe rà-re (io scon-fìn-fe-ro) ]
Orgasmo Calcutta
Significato: O[scon-fin-fe rà-re (io scon-fìn-fe-ro)] Significato: Piacere, andare a genio etimo sconosciuto. Ci potremmo impuntare e dire "No, voglio avere un'idea di da dove diamine può saltar fuori questo verbo" e allora si potrebbe dire "Forse, magari si tratta di un'alterazione di 'confarsi', magari attraverso un 'confinferare', come dicono alcuni" ma difficilmente si può affermare qualcosa di certo. Peraltro non si tratta di una parola la cui nascita si perde nella notte dei tempi: è attestata nel 1990. Diciamo che in merito non sono state diffuse ricerche etimologiche
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ARO DJENN
FOREVER LOVE SÌ LO VOGLIO!
Oggetto del desiderio degli adolescenti napoletani, tutti volevano il Piaggio Sì. Le ragazze apprezzavano moltissimo la facilità di guida e il fatto che, essendo monomarcia, non ci fosse bisogno di usare il cambio; i ragazzi impazzivano dietro i tanti kit di elaborazione, che permettevano di trasformare questo leggerissimo scooter in una sorta di “bolide”. La storia del Piaggio Sì inizia nel 1978, quando a Pontedera gli inventori della Vespa decidono che è giunta l’ora di svecchiare un po’ la gamma dei derivati dal “Ciao”. In quegli anni la versione migliorata del Ciao è il Boxer, che monta ammortizzatori anteriori a forcella telescopica, una comoda sospensione posteriore, e a richiesta un sellino allungato. Tutto quello che occorre è un nuovo telaio dallo stile più moderno e leggermente più aggressivo: arrivano gli anni ’80, e saranno gli anni del Sì. Grazie al suo blocco motore in bella vista, ai cerchi in lega leggera e alla migliore tenuta di strada. Il Piaggio Sì resterà in produzione ancora per un decennio, fino ad essere definitivamente sostituito nelle preferenze dei quattordicenni dagli scooter carenati a ruota bassa. Nel 2001 la produzione si interrompe, con gli ultimi modelli dotati di miscelatore automatico: il Sì esce dai concessionari per entrare nel mito. Questa simpatica “moto a pedali” continua ad appassionare vaste schiere di collezionisti, alla ricerca del sapore perduto dei tempi andati, di un giocattolo per divertirsi con elaborazioni sempre più estreme o, più semplicemente, di un motorino leggero come una
PAROLARTE determinanti, e così ci ritroviamo nel lessico quotidiano un parvenu molto amichevole di cui non si sanno i trascorsi.
la tua nuova tipa mi sconfinfera proprio, non vedo l'ora di conoscerla meglio.
Ora, se stavolta eccezionalmente rinunciamo a domandare alla parola il suo albero genealogico (il che è anche un po' liberatorio, siediti accanto a me, che cosa conta il sangue?) troviamo nello sconfinferare un modo gustoso (e bizzarro, a ben vedere) per significare il piacere, l'andare a genio specie, dicono alcune fonti ma senza che sia decisivo, in senso negativo: 'non mi sconfinfera'. Non mi sconfinfera questo tuo comportamento supponente, per quanto il sarcasmo mi diverta; il tempo stringe, cucino un'aglio e olio, ti sconfinfera?;
Il tono è popolare, colloquiale: nel suo tempo buffo e insieme largo trasforma quella che potrebbe essere una banale notazione di gradimento in un apprezzamento carezzato e schietto - compassatissimo quando volto al negativo. Insomma, il 'mi sconfinfera' è genuino, il 'non mi sconfinfera' è ruspante, e davvero delicato.
WWW.UNAPAROLAALGIORNO.IT
SPARTITO THINK You better think (think) Think about what you're trying to do to me Think (think, think) Let your mind go, let yourself be free Let's go back, let's go back Let's go way on, way back when I didn't even know you You couldn't have been too much more than ten (just a child) I ain't no psychiatrist, I ain't no doctor with degrees But, it don't take too much high IQ's To see what you're doing to me You better think (think) Think about what you're trying to do to me Yeah, think (think, think) Let your mind go, let yourself be free Oh, freedom (freedom), freedom (freedom) Oh, freedom, yeah, freedom Freedom (freedom), oh oh freedom (freedom) Freedom, oh freedom Hey, think about it, think about it There ain't nothing you could ask I could answer you but I won't (I won't) But I was gonna change, but I'm not If you keep doing things I don't You better think (think) Think about what you're trying to do to me Think (think) Let your mind go, let yourself be free People walking around everyday Playing games, taking scores Trying to make other people lose their minds Ah, be careful you don't lose yours, oh ... Aretha Franklin 10
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SMART
#jukebox
GLI OCCHIALI “DIETETICI” Al meeting della IEEE Engineering in Medicine and Biology Society sono stati presentati gli occhiali "intelligenti" che ti controllano mentre sei a dieta, tenendo traccia di tutto ciò che si mangia. Li ha inventati Edward Sazonov, ricercatore dell’Universita’ dell’Alabama. Gli occhiali sono dotati di sensori e accelerometri che captano movimenti della bocca quando una persona sta mangiando e con che velocità, e di una microfotocamera che scatta una fotografia ogni 3-4 secondi per tenere una traccia visuale del cibo. Chissà che questi occhiai un po’ invasivi, non siano la soluzione per non sgarrare.
EARTH LO STAGNO DI MONET È lo stagno più suggestivo del mondo ed è stato ribattezzato “Lo stagno di Monet”, per la somiglianza incredibile con le celebri “Le Nifee” del pittore impressionista. Diventato metà di viaggiatori e dcuruosi, il piccolo stagno colorato è pieno di gigli e ninfee che galleggiano su acqua cristallina. Si trova in Giappone, nella prefettura di Gifu circondato dalle montagne Seki.
STREETART
Cisgiordania Ahed Tamini Jorit Agoch Lo streetartist napoletano di origine olandese Jorit Agoch ha dipinto un murale dedicato ad Ahed Tamini, la 17enne attivista palestinese incarcerata per otto mesi per aver schiaffeggiato due soldati israeliani. Jorit era stato a sua volta arrestato per il disegno, ma dopo un giorno è stato rilasciato dalle autorità israeliane. Era stato fermato a Betlemme con un italiano e un palestinese.
CHART
PARTNER
THE FERRAGNEZ:
IL MATRIMONIO SOCIAL DELL'ANNO 9 milioni di utenti sui social media, 36 mila contenuti condivisi. Sono alcuni dei dati del matrimonio social dell'anno: "The Ferragnez" raccolti da Franz Russo in collaborazione con con Talwalker, divenuto un case study di digital marketing. "Unica differenza - spiega nel suo blog la tweet star Insopportabile, è che l’esclusiva la gestiscono loro, i diritti li gestiscono loro, i contratti e gli introiti li gestiscono loro. Un modello di business applicato da manuale”. Oltre 3 milioni di visualizzazioni, rispetto a quelli che sono i dati Auditel dei principali canali televisivi. Volo Alitalia brandizzato, dagli sportelli di accettazione degli aeroporti da cui sono partiti gli ospiti del matrimonio, ai biglietti, coprisedili fino alla camicia dello stesso Fedez.
di Silvia Restaino
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PARTENOPE FACEFOOD A CENA SU FACEBOOK CON LINO D’ANGIÒ L’attore e conduttore Lino D’Angiò ha ideato un nuovo format a metà strada tra il virtuale e il reale, che lo porterà nei ristoranti e nei luoghi d’eccellenza della Campania e soprattutto in diretta su Facebook. Grazie alle tecnologie molto in uso da anni negli Stati Uniti, come le scenografie digitali, sperimentate nell’ultimo periodo dallo stesso D’Angiò, nei luoghi prescelti verrà portato uno studio televisivo virtuale, dove raccontare e gustare i piatti degli Chef. Non mancheranno i collegamenti con alcuni dei suoi personaggi, che daranno “pareri autorevoli” sui piatti: da De Laurentiis ad Ancelotti, da De Luca a Costanzo con la rubrica di cucina dal titolo Leccatevi i baffi. Fiore all’occhiello, la parodia di Chef Cannavacciuolo e del suo programma Cucine da incubo che diventano “Caccavacciuolo” e Cucino da incubo. Ad accompagnare D’Angiò c’è l’esperta di food Laura Gambacorta. FaceFood è stato presentato a Napoli ne La Locanda del Profeta.
L’ORO DI NAPOLI SU PIZZE, SFOGLIATELLE E BABÀ Un anello sulla pizza, una collana sulla sfogliatella, gioielli su taralli e babà. Questo l’omaggio alla città e alle sue antiche tradizioni, del giovane maestro orafo Flavio Toro, che ha realizzato una collezione tra arte e cucina dal titolo L’oro di Napoli. Anelli, orecchini, collane fatte a mano forgiando argento e bronzo e che prendono la forma dei “must” della cucina napoletana. Per l’occasione dell’evento nella piccola officina di gioielli al Vomero, verranno esposti i quadri di Fabrizia Cesarano Inartebizia, un’esplosione di colori tra le forme di una Napoli onirica e simbolica. L’oro di Napoli è una collezione che omaggerà anche un altro lato della città, quella più misteriosa, esoterica, le cui creazioni verranno svelate soltanto a dicembre.
A TAVOLA CON I MONSÙ Ha aperto a Napoli il ristorante della tradizione tra maccheroni e sartù: A Tavola con i Monsù. Nella cucina di tradizione l’espressione “Monsù” o anche “Monzù” indicava il cuoco in grado di riuscire a creare piatti d’eccellenza anche utilizzando ingredienti poveri. Quei cuochi nati sotto il segno di Ferdinando IV “Re lazzarone” e la sua consorte Maria Carolina, diedero vita a quella che oggi rappresenta la grande cucina di tradizione napoletana e siciliana. A questa grande cultura del cibo è dedicato, in pieno centro storico, in via San Domenico questo nuovo ristorante, raccontato anche dall’esperto di cose napoletane Amedeo Colella. L’incontro con la cucina francese, da queste parti, ha dato vita al ragù, ai patè, ai soufflé, ai maccheroni in crosta, al gateau, al sartù e tante altre delizie che quando arrivano in tavola, regalano tutta la loro solennità prima di essere degustate. Tanti altri succulenti piatti, assicurano Marco Funeroli e Ferdinando Vesi, saranno presenti nel ricco menu. Sono previsti interventi a sorpresa di ospiti musicali.
MASTUNICOLA: IL RISTORANTE ISPIRATO ALLA PIZZA PIÙ ANTICA DEL MONDO Prende il nome da quella che è considerata la prima pizza, la più antica in assoluto: Mastunicola. A Napoli è nato un nuovo ristorante, bello e gustoso come la prima pizza che risalirebbe al ‘500, soffice soffice e chiamata alla “mastunicola”, ossia preparata con foglie di basilico, strutto, formaggio e pepe. Alcune fonti raccontano che questo nome derivi appunto dalla “vasnicola”, ossia il basilico, presente e indispensabile anche oggi in tutte le pizze e in primis nella margherita, tra i cavalli di battaglia del locale. Ed ecco servita una cucina tipicamente napoletana, che si impegna a mantenere sempre viva la tradizione, ma allo stesso tempo anche a esplorare quei sapori anche in una chiave più moderna. 12
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Kiss Kiss Bang Bang Best Japanase Experience
VIA CAPPELLA VECCHIA 9/10 - NAPOLI
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PARTENOPE IL NUOVO TEATRO SANNAZARO A cominciare dall’ex sartoria che è stato trasformato in piccolo teatro da 50 posti alle residenze per artisti e incontri, si presenta ricca e interessante la stagione teatrale 2018-2019 del Sannazaro. Nuova sala, nuove proposte e nuovi incontri. Il teatro di via Chiaia, che da quest’anno è per il MIBACT, Centro di produzione teatrale, apre le porte a nuove esperienze. Si comincia il 16 ottobre con Masaniello di Elvio Porta e Armando Pugliese per la regia di Lara Sansone. E poi ci saranno Leopoldo Mastelloni, Anna Bonaiuto, Benedetto Casillo, Marina Confalone e tantissimi altri grandi nomi. Il 5 dicembre inoltre è in programma la manifestazione benefica L’Arcobaleno Napoletano ideata dall’attrice e cantante Anna Capasso, organizzata in collaborazione con la Fondazione Melanoma e con la direzione artistica di Diego Paura. www.teatrosannazaro.it
FEDERICO BUFFA E ANDREA ZORZI IN SCENA CON GUAPANAPOLI Sport e teatro nella programmazione 2018/19 dell’associazione Guapanapoli che si trova in via Tino di Camaino al Vomero. Spettacoli, concerti, laboratori, passeggiate ed escursioni, showcase esclusivi, corsi di chitarra, yoga, ginnastica posturale, mostre di arti figurative, seminari, presentazioni di libri e tanto altro. In cartellone il 9 marzo per la prima volta a Napoli il nuovo spettacolo di Federico Buffa e poi quello di Andrea Zorzi, ma anche un concerto con Daniele Sepe e Amleto de Silva, un recital che vedrà protagonista Graziano Galàtone, protagonista del Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante e la mostra del fumettista Luca Carnevale. Il via l’ha dato lo showcase per voce e chitarra di Michelangelo Iossa: il giornalista musicista nel suo Love and Beatles percorrerà la storia della band inglese. A novembre è in programma la presentazione del libro Come le storie che cominciano, di Christian Capriello e Armando Grassitelli, edito da La bottega delle parole.
BOLIVAR LAB, JAZZ, SPETTACOLI NEL TEATRO DIRETTO DA FEDE IL TEATRO CERCA CASA ATTO SETTIMO “Questa crediamo sia la stagione teatrale che ci somiglia di più”. Così il direttore artistico Manlio Santanelli alla presentazione della settima stagione de Il Teatro Cerca casa, la rassegna di spettacoli itineranti negli appartamenti privati, organizzata da Livia Coletta in collaborazione con Milena Cozzolino e Ileana Bonadies. Sul sito teatrocercasa.it si prenota lo spettacolo prescelto e a quel punto viene comunicato l’indirizzo del salotto che l’ospiterà. In programma: il 14 ottobre (ore 18) ne La Fabbrica del divertimento di Ercolano con Alessio Arena (voce e chitarre) e Arcangelo Michele Caso (violoncello) con La sirena di New York – Vita e mito di Gilda Mignonette. Il 28 ottobre (ore 18), nel salotto di casa Zoppoli a Bagnoli, in scena Eco di Megaride con Gianfranco Coppola (contrabbasso) e Zena Rotundi (arpa). Il 5 novembre al Vomero (ore 18) in programma La solitudine si deve fuggire, scritto e diretto da Manlio Santanelli, con Federica Aiello. 14
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Arte, musica, jazz, concerti, spettacoli al Teatro Bolivar con il nuovo progetto Bolivar Lab, che ospiterà presentazioni di libri, matinée, mostre, corsi di danza e laboratori teatrali. «Napoli è un grande spettacolo – ha commentato il direttore artistico Emilio Fede – dove non cadrà mai il sipario». La stagione si apre il 6 ottobre con Incontro a Teplitz di Gianluca Blasio e Pier Carmine Garzillo, il primo appuntamento della rassegna musicale Note d’autunno – ottobre in musica. Si prosegue il 13 ottobre con lo spettacolo Profumo di Picolit, con Bruno Persico e Luca Signorini. Tra le novità della stagione 2018 /19, il corso di comicità.
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PARTENOPE INSIEME PER LO SPORT 1500 i partecipanti con 72 centri coinvolti. Migliaia di studenti, appassionati, tifosi sugli spalti. Grande successo per l’Olimpiade campana dello sport per disabili organizzata dal Coni Regionale con la collaborazione del CIP Campania. La grande festa di solidarietà intitolata Insieme per lo sport, giunta alla 16^ edizione si è svolta nel Centro Federale Caravita di Cercola. Con l’Adesione del Presidente della Repubblica è stata anche inserita negli eventi collaterali delle Universiadi. Tantissime le discipline sportive: dal calcio all’atletica leggera, tiro con l’arco, tennistavolo, sport equestri, pallavolo, palla tamburello, braccio di ferro, bowling, pesi, circuito animato, judo, danza, pallatamburello, showdown (tennistavolo per non vedenti), e goalball (calcio per non vedenti).
IL FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI Torna anche quest’anno il Festival dei Diritti Umani di Napoli, con una formula itinerante di “Festival diffuso”. Dal 5 al 25 novembre si susseguono in giro per la città eventi e proiezioni in anteprima, che coinvolgono anche i bambini, in associazioni e luoghi di aggregazione. Dal 27 novembre, invece, il Festival nella sua versione consueta sarà ospitato a Piazza Forcella (via Vicaria Vecchia). E in attesa del Festival, grande interesse ha suscitato l’incontro dal titolo Riace, Catania, Roma. L’Italia che lotta per accogliere organizzato in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del comune di Napoli. Manifestazione dedicata anche al Sindaco di Riace Mimmo Lucano. Ospite speciale Gino Strada. (Foto Cesare Abbate)
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VIAGGIAPICCOLI É VOLATO IN CINA Viaggiapiccoli, la prima Travel Family Blogger italiana con due gemelli è volata in Cina. Ecco un assaggio del viaggio di Papà Francesco, Mamma Cristina e i loro piccoli Enrico e Giulia. “Quando siamo partiti per il nostro viaggio per la Cina, tutti ci hanno detto: “Vi innamorerete di Shanghai!”. E, quindi, nel nostro itinerario di tre settimane abbiamo previsto di fermarci sette giorni, di cui due – rullo di tamburi – al nuovissimo parco Disneyland. Le prime impressioni: città favolosa, sembra di sbarcare nel futuro. Grattacieli altissimi, luci, grandi strade attraversate da migliaia di persone di ogni colore. La mattina gruppi di anziani fanno Tai Chi lungo Nanjing Lu (Nanjing Road), la via dello shopping. Ma, passata l’ubriacatura del primo incontro, in verità la città è piaciuta più ai bambini che a noi. Shanghai è la porta dell’occidente in Cina, città di droghe e prostituzione ai primi del ‘900 e di grattacieli e movida oggi. A noi (che non facciamo molta vita notturna) è sembrata una copia di New York senza una vera anima”.
POMODORO CANNELLINO FLEGREO CHE PASSIONE Per promuoverne la coltivazione e il consumo è nata a Pozzuoli l’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo. Altro obiettivo: la valorizzazione del territorio e della cultura rurale, ma anche la tutela dell’ambiente, l’educazione alimentare e dell’impresa multifunzionale. A far parte della associazione nove rappresentanti di altrettante aziende agricole sparse sul territorio flegreo compreso tra i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli e Quarto e nelle aree strettamente contigue di Giugliano in Campania e del comune di Napoli. Il pomodoro cannellino, annoverato dalla Regione Campania tra i prodotti tradizionali, è coltivato nell’area flegrea sin dall’Ottocento, prevalentemente per consumo fresco e per conserve fatte in casa. Al sapore si riscontra un giusto equilibrio tra dolcezza, acidità e sapidità e per questo estremamente versatile in cucina.
miacommunication.it
www.eiel.it
EI.EL Jewels
PARTENOPE MONDI PERDUTI AL PLART: IL DESIGN RISCOPRE L’ARTIGIANATO
Il primo Museo della Plastica d’Europa fondato dall’imprenditrice Maria Pia Incutti ha inaugurato la stagione di appuntamenti culturali con l’evento Mondi Perduti dedicato al rilancio dell’artigianato attraverso l’arte contemporanea: Terre blu ha esposto una collezione di ceramiche ironiche e concettuali dei più noti artisti e designer del panorama italiano e internazionale. La serata è stata divisa in due momenti: l’inaugurazione della mostra Icone e la presentazione di Tepui, il libro d’artista di Felix Policastro. “Tutto ruota intorno alla riscoperta delle arti manuali e in particolar modo della lavorazione della ceramica – spiega Maria Pia Incutti – di qui l’idea di organizzare un evento in linea con la mission del Plart: conservare, studiare e promuovere il nostro patrimonio culturale, proiettandolo con grande energia innovativa sulla contemporaneità.
TANTI AUGURI LUCIANO
In occasione del 90° compleanno di Luciano De Crescenzo e ricordando Riccardo Pazzaglia è andato in scena al Teatro di San Carlo lo spettacolo teatrale Così parlò Bellavista, tratto dal film e dal romanzo di De Crescenzo, diretto e adattato da Geppy Gleijeses, prodotto da Alessandro Siani e Sonia Mormone (Best Live) e Geppy Gleijeses (Gitiesse Artisti Riuniti), con Geppy - che nel film interpretava il ruolo di Giorgio - nella parte di Bellavista e un gruppo straordinario di attori napoletani: Marisa Laurito, la migliore amica di Luciano ed eterna Miss Simpatia, sarà la moglie di Bellavista, Benedetto Casillo, l’unico nel ruolo che interpretò nel film, Nunzia Schiano, grande caratterista napoletana, e ancora Salvatore Misticone, Vittorio Ciorcalo e tanti altri, con la partecipazione di Gianluca Ferrato nel Ruolo di Cazzaniga, il direttore dell’Alfasud. La scenografia di Roberto Crea riprodurrà la facciata del grande palazzo di via Foria dove fu girato il film. Le musiche saranno quelle originali di Claudio Mattone e verrà dato grande rilievo allo storico coautore di quel film: Riccardo Pazzaglia.
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SICUT SAGITTAE 2018: MUSICA BAROCCA ALLA DOMUS ARS Al via la terza edizione di Sicut Sagittae, la rassegna di musica barocca che apre la stagione concertistica del Centro di cultura Domus Ars di Carlo Faiello. In programma il 28 novembre alle ore 20,30 il concerto di Franziska Fleischander accompagnata dall’arciliuto di Vinicius Perez; il 30 novembre, alle ore 20,30 il ritorno del cantante-attore Pino De Vittorio con il supporto della chitarra battente di Marcello Vitale; il 1 dicembre alle ore 12 presso la Sala Gesualdo del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, la lezione – concerto di Catalina Vicens “Cembalo di Partenope” in collaborazione col Conservatorio di Napoli e alle ore 20,30 alla Domus Ars il gruppo Porte-de-Voix, diretto da Angelo Trancone, che si cimenta con un inedito oratorio del compositore Donato Ricchezza; il 2 dicembre, alle ore 20,30 Patrizia Bovi con Crawford Young - al liuto e alla cetra - presenta i primi risultati della sua ricerca sugli improvvisatori di poesia per musica tra Umanesimo e Rinascimento.
COLOUR INSIDE PARTY SULLA TERRAZZA Il mondo dell’arte esplode nella special one-night Colour Inside, format ideato da Simona Tagliaferri e Marcello Niespolo. Un evento che ha unito musica, moda, enogastronomia, ballo. Sound, drink e tanto divertimento. Volti noti dello spettacolo e della movida partenopea si sono scatenati sino a notte tarda sulla Terrazza Flgrea di Coroglio. Tanti gli artisti protagonsiti della serata: l’attrice Anna Capasso, il coreografo ballerino Gennymatt Prodancers, il musicista Giovanni Imparato già percussionista di Renzo Arbore, i Dj Marcello Niespolo, Massimo Annunziata e Stefano Scarselli. Gennaro Regina ha realizzato dal vivo l’opera The Breath of the Earth. (Foto Marek Poggiante)
#savethedate
What Why
DiVin Castagne - food & DiVin Castagne 2018, festival wine festival 2018 del buon cibo e del buon vino When nel centro storico di Sant’AnSabato 6, domenica 7 e lunedì 8 ottobre tonio Abate. Where Giunto all’ottava edizione, Largo Sandro Pertini, sempre con l’obiettivo di proSant’Antonio Abate, muovere i prodotti enogastroScafati - Salerno nomici di eccellenza di tutta la Campania, 3 giorni di eventi, fra percorsi degustativi, cantine ed eccellenze gastronomiche campane; più di 100 chef e piatti gourmet, show cooking, jazz music, seminari, laboratori, contest, estemporanee d’arte. www.divincastagne.it
what Why
XXI edizione Disco Torna al Palapartenope Disco Days, fiera del disco e Days, la fiera dedicata al mondella musica When do della musica. Una consue13 ottobre ore 16/22 ta occasione per conoscere e 14 ottobre ore 10/21 le novità e le tendenze, ma Where anche per incontrare chi alla Palapartenope musica dedica la propria vita, via Barbagallo 115, creando suoni e melodie ogni volta diverse. All’interno del Palapartenope saranno allestiti spazi in cui comprare e conoscere strumenti musicali, vinili, aree per workshop e concerti live. Un’occasione da non perdere per tutti gli appassionati di musica. www.discodays.it.
What Why
14esima stagione Super cartellone al Duel Beat: Duel Beat. Juan Atkins, Andrew WeatheWhen rall, The Black Madonna, Vaal, Ogni giovedì, venerdì Palms Trax, Moodymann, Raffae sabato fino ad aprile ele Attanasio, D. Carbone, Jeff 2019 Mills, Jack Master, Wajeed e Where Apollonia. Giovedì dedicato ai Duel Beat live e dj-set indie-rock, con quel via Antiniana 2/a Pozzuoli pop che sa mettere tutti d’accordo. Venerdì: “Zapping” tra virtuale e reale, per il pubblico social con giochi in diretta streaming. Il sabato è per gli amanti del clubbing e trasuderà arte da tutte le parti: Dogma, Mutate, Woo! e Deependence. www.duelbeat.com. 20
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What Why
Fiera del Libro di Napoli - Ricomincio dai Libri è la prima Ricomincio dai Libri fiera del libro a Napoli dopo When Galassia Gutenberg, nasce Venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 ottobre nel 2014 dalla sinergia di tre Where associazioni: La Bottega delle Galleria Principe Umberto parole, Librincircolo e Arenae Museo Archeologico diana in collaborazione con Nazionale di Napoli il Forum delle Associazioni e (MANN) il Comune di San Giorgio a Cremano. La fiera vuole essere un anello tra chi fa cultura e chi ama fruirne, con lo scopo di giungere a rappresentare, anno dopo anno, un appuntamento fisso per gli amanti delle lettere e delle arti. www.ricominciodailibri.it.
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Feste del Cioccolato Ideate dall’Associazione CHONazionali CO AMORE, le “Feste del When Cioccolato Nazionali” diffon26, 27 e 28 ottobre dono la cultura del cioccolato Where artigianale. Fulcro della manifePiazza Cota stazione è il Cioccolato valorizPiano di Sorrento, Napoli. zato come prodotto artigianale. Non mancheranno i laboratori Choco Play e gli intrattenimenti per grandi e piccini. www.festedelcioccolato.it. E per chi non fosse ancora sazio di dolcezza, dal 30/10 al 4/11, torna al Vomero l’appuntamento autunnale con Chocoland La Terra dei Golosi. Fan page Chocoland – la terra dei golosi.
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Visita al Giardino delle Nel Giardino delle Zucche the Zucche - Pumpkin Patch Pumpkin Patch, si passeggia When nell’orto delle zucche. Se ne Tutti i fine settimana di sceglie una, la si carica in carrioottobre la, la si porta nel laboratorio per Where decorarla e intagliarla seconVia Giancarlo Siani 2, do la tradizione americana. Un Pignataro Maggiore, modo per far conoscere una Caserta. festa che si svolge soprattutto negli stati del New England durante l’autunno: dal 1/10 fino alla giornata del Ringraziamento. Gli americani sono soliti addobbare le case con elementi tipici dell’autunno foglie, fiori e soprattutto zucche. ilgiardinodellezucchepp.it.
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Mostra immersiva Modigliani Opera è una mo“Modigliani Opera” stra dedicata al pittore e sculWhen tore livornese. Una rassegna Tutti i giorni, escluso il martedì, “immersiva”, che guida il visifino al 31 ottobre. tatore attraverso suggestioni Where multisensoriali, visive e sonore. Reggia di Caserta, Organizzata dalla FondazioViale Douhet, 2/a, Caserta ne Modigliani, si sviluppa in 4 sale: un laboratorio didattico, una sala con visori VR, una con ologrammi in 4k e una con un’arena con schermo a 360°, su cui sarà proiettato un docufilm che ripercorre la vita e le opere di Amedeo Modigliani, uno dei più importanti artisti del ‘900.
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L’Inferno di Dante Dopo aver incantato oltre nel museo del Sottosuolo 700.000 spettatori nelle edidi Napoli realizzate nelle grotte di When zioni Pertosa e di Castelcivita, L’In27 ottobre, ferno di Dante approda nel 15, 24 e 28 novembre del Sottosuolo di NaWhere museo poli. Basato sulla prima cantica Museo del Sottosuolo dell’opera di Dante, racconta il di Napoli, viaggio del sommo poeta tra piazza Cavour 140, Napoli i dieci cerchi dell’Inferno alla ricerca dell’amore. Un susseguirsi di incontri con i personaggi straordinari del regno delle anime dannate, in una cornice suggestiva e indimenticabile. www.iltappetovolante.org.
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Sagra della Castagna Appuntamento con la tradizioIGP di Montella ne a Montella, in provincia di When Avellino, per la trentaseiesima Dal 2 al 4 novembre della Sagra della CaWhere edizione stagna IGP, evento che vede Borgo Irpino di Montella le caldarroste protagoniste asAlto Calore, Avellino solute, ma che prevede anche la presenza di stand enogastronomici che offriranno i prodotti della terra irpina, come il caciocavallo impiccato, salumi, miele e dolci.
www.montella.gov.it.
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Fiabe d’Autunno Fiabe d’Autunno all’Orto Bospettacoli all’Orto Botanico tanico di Napoli per la 23a edidi Napoli Ecco le rappresentazioni When zione. teatrali per tutta la famiglia Tutti i sabati e domeniche di ottobre e novembre realizzate dall’associazione I Where Teatrini e dall’Università degli Orto Botanico Studi Federico II. La programvia Foria 223, Napoli. mazione diretta da Giovanna Facciolo presenta titoli selezionati tra i più noti della letteratura per l’infanzia. Gli allestimenti itineranti daranno vita a: Gli alberi di Pinocchio, Un brutto anatroccolo, L’albero del sole, Nello specchio di Biancaneve, Il magico pifferaio, Il popolo del bosco. www.iteatrini.it.
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La Grande Retrospettiva La Grande Retrospettiva Escher Escher, che negli ultimi anni When ha battuto ogni record di visiDal 1 novembre al 22 aprile 2019 tatori, sarà ospitata nelle sale Where del PAN - Palazzo delle Arti PAN Napoli. La mostra presenterà via dei Mille 60, Napoli. oltre alle opere del visionario genio, un’ampia sezione dedicata all’influenza che il suo lavoro esercitarono sulle generazioni successive, dai dischi ai fumetti, dalla pubblicità al cinema: un percorso di 200 opere che parte da Escher per arrivare ai giorni nostri. www.mostraescher.it.
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Riccardo Muti torna al San Così fan tutte di Mozart è il tiCarlo con “Cosi fan tutte” tolo inaugurale della stagione When 2018/2019 del Teatro di San da domenica 25 novembre fino a martedì 4 dicem- Carlo che vedrà sul podio RicbreWhere cardo Muti alla guida di OrTeatro San Carlo, chestra e Coro del Massimo via San Carlo 98, Napoli Napoletano. La regia dello spettacolo - in coproduzione con la Wiener Staatsoper - è di Chiara Muti, le scene sono affidate a Leila Fteita, firma i costumi Alessandro Lai. L’acquisto dei biglietti è possibile solo ed esclusivamente presso la biglietteria del Teatro di San Carlo. www.riccardomuti.com www.teatrosancarlo.it. 21
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#picoftheday
Miradas. Foto di Rosaria Piscopo. La Habana Vieja - Cuba 2018 Fino a quando il colore della pelle non sarĂ considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare. Ernesto Che Guevara
#peaceandlaw
USATO SICURO. COME EVITARE DI AAA.BBOCCARE
Luigi Di Gennaro Avvocato penalista
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Nei mercatini dell’usato possiamo trovare qualsiasi cosa, a volte anche oggetti rari e preziosi magari venduti a prezzi stracciati. Grazie a Internet, qualche sito specializzato e alcuni Social, la possibilità di vendere o acquistare un bene di seconda mano si è decuplicata. Ma attenzione, perché le insidie che si nascondono dietro al mercato virtuale dell’usato sono tantissime. Dall’abbigliamento agli elettrodomestici, dall’arredamento alle automobili e così via, nei siti di vendita online è possibile ormai comprare di tutto. È proprio la sovrabbondante accessibilità che spesso ci impedisce di riflettere sulle conseguenze anche penali di un click affrettato. Finanche il banale acquisto di un televisore usato, senza le opportune garanzie di provenienza lecita del bene, potrebbe costituire motivo d’iscrizione del nostro nome nel registro degli indagati. Potrebbe accadere, infatti, che il bene oggetto di desiderio sia il frutto di un reato realizzato precedentemente. Classico esempio l’acquisto online di un orologio oggetto di furto o rapina, poi rivenduto. Le violazioni di cui si potrebbe rispondere sono quelle previste dall’art. 712 del codice penale (“acquisto di cose di sospetta provenienza”) o, nel peggiore dei casi, dall’art. 648 del codice penale, disciplinante il più grave delitto di ricettazione. Si tratta di due ipotesi criminose la cui linea di confine è determinata dal diverso atteggiamento psicologico dell’acquirente. Per chiarirci, se si compera la merce ignorandone colposamente la provenienza illecita, s’incorrerà nella sanzione prevista dal reato del cd. “incauto acquisto” (art. 712 c.p. appunto), se invece il bene è stato acquistato nella piena consapevolezza della sua illecita
provenienza, ad esempio perché si è venuto a sapere che trattasi di provento di furto o rapina, allora si risponderà del reato di ricettazione. In questo secondo caso, si badi, non è richiesto che l’acquirente conosca nel dettaglio gli autori e le modalità del reato presupposto. È sufficiente la sola consapevolezza della provenienza delittuosa del bene. Naturalmente le conseguenze penali della condotta mutano a seconda che sia violata l’una o l’altra norma. Il reato contravvenzionale dell’incauto acquisto è punito con una pena blanda (l’arresto fino a 6 mesi o l’ammenda non inferiore a 10 euro). Il reato di ricettazione, invece, è sanzionato con una pena ben più grave, ovvero quella della reclusione da 2 a 8 anni e la multa da 516 a 10.329 euro. Tuttavia, qualora il fatto risulti di particolare tenuità, il capoverso dell’art. 648 prevede la pena della reclusione fino a 6 anni e la multa fino a 516 euro. Al contrario, le pene sono aumentate se i beni provengono dai reati di rapina aggravata, estorsione aggravata o furto aggravato. Come evitare tutto questo? Basta solo prestare particolare attenzione al momento dell’acquisto, chiedendo ove possibile il titolo di provenienza (ad esempio una fattura o uno scontrino), ovvero rivolgendo molte domande al venditore per ottenere quante più informazioni possibili, desistendo in caso di un minimo dubbio: meglio un acquisto mancato che un processo sicuro!
luigidigennaro@avvocatinapoli.legalmail.it
ph Romolo Pizi
#stilepartenopeo
via Bisignano, 11 Napoli
#fischiofinale
L’OTTAVO ANNO DI NAPOLI-JUVENTUS Sette anni di predominio della Juventus, sette scudetti consecutivi, due con Antonio Conte, cinque con Massimiliano Allegri. Il Napoli passando da Walter Mazzarri a Rafael Benitez, a Maurizio Sarri e, quest’anno, a Carlo Ancelotti è stata la squadra più tenace nel tentativo di opporsi alla schiacciante supremazia della Juventus.
DI MIMMOCARRATELLI
NEI SETTE CAMPIONATI DI PREDOMINIO BIANCONERO, LA SOCIETÀ AZZURRA HA COMPRATO 49 GIOCATORI PER 491,5 MILIONI, 45 GLI ACQUISTI DELLA JUVE CHE HA SPESO 997,6 MILIONI. I TOP: 38 MILIONI PER GONZALO HIGUAIN, 100 MILIONI PER CRISTIANO RONALDO.
In questi sette anni, in cui la Juventus ha totalizzato 637 punti, è il Napoli sulla sua scia (539 punti), seguito dalla Roma (517), dal Milan (445), dalla Lazio (444) e dall’Inter (428). Nel campionato scorso, il Napoli si è avvicinato alla Juventus (-4 punti), come il Milan nel campionato 20112012 e la Roma nel 2016-2017. Walter Mazzarri (2012-2013) arrivò a 9 punti dalla Juventus e Benitez a -24 in entrambe le stagioni sulla panchina azzurra. Sarri cominciò a -9, poi -5 e, al terzo anno, -4. In questi sette anni, Mazzarri in quattro confronti con la Juventus ne ha pareggiati due in casa, due volte sconfitto fuori. Per Benitez, una vittoria al San Paolo e tre sconfitte. I migliori risultati sono stati di Sarri (sei partite: due vittorie, un pareggio, tre sconfitte). Nei sette anni juventini, il Napoli ha vinto tre volte e tre volte ha pareggiato, otto volte è uscito sconfitto nei 14 confronti con la squadra torinese. In casa, due vittorie azzurre, tre pareggi, due sconfitte. A Torino, una vittoria e sei sconfitte. In questo periodo tutto bianconero, il Napoli ha speso 491,5 milioni acquistando 49 nuovi giocatori, la Juventus ne ha spesi 997,6 per 45 giocatori. Cento milioni per Cristiano Ronaldo e 38 milioni il Napoli per Higuain gli acquisti più costosi. Nei sette anni della Juventus, il Napoli è stato tre volte secondo (una con Mazzarri, due con Sarri), due volte terzo (Benitez e Sarri), due volte quinto (Mazzarri e Benitez). Il gap con la Juventus sembra incolmabile e l’acquistoboom di Cristiano Ronaldo ha accentuato il distacco del club bianconero dagli altri concorrenti.
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Ecco, anno per anno, nei campionati dei sette scudetti della Juventus, le “cifre” di Napoli e Juve. 2011-2012 – È l’anno del primo dei sette scudetti consecutivi della Juventus. Aurelio De Laurentiis è al quinto anno della presidenza azzurra, Andrea Agnelli al secondo della presidenza bianconera. È il primo anno di Antonio Conte sulla panchina juventina. Walter Mazzarri è per il terzo anno allenatore del Napoli. Il Napoli acquista 6 giocatori spendendo 41,5 milioni di euro. Il giocatore più costoso è Gokhan Inler (16 milioni). La Juventus acquista 10 giocatori spendendo 62,4 milioni (15 milioni per Mirko Vucinic). Andrea Pirlo diventa bianconero a parametro zero. La Juventus prima in classifica conquista 84 punti. Il Napoli si piazza quinto a 23 punti dalla formazione torinese. A Napoli la sfida finisce 3-3, a Torino vince la Juventus 3-0. 2012-2013 – La Juventus compra 10 giocatori che costano 68,1 milioni (18 milioni Kwadwo Asamoah). Paul Pogba arriva a parametro zero (800mila euro di rimborsi). Il Napoli acquista 3 giocatori spendendo 16,7 milioni (7,5 milioni Goran Pandev). La Juventus conquista 87 punti, il Napoli è secondo a 9 punti dalla squadra bianconera.È l’ultimo anno di Mazzarri e il secondo di Conte. A Torino, il Napoli perde 0-2, al San Paolo pareggia 1-1. 2013-2014 – È il primo anno di Rafael Benitez sulla panchina del Napoli, il terzo e ultimo di Conte sulla panchina della Juventus. Il Napoli acquista 12 giocatori
spendendo 95,7 milioni (38 milioni Gonzalo Higuain). La Juventus ne acquista 8 spendendo 52,7 milioni (18 milioni Simone Zaza, mentre Fernando Llorente arriva a parametro zero). La Juventus è prima con 102 punti, il Napoli terzo a 24 punti dalla Juve. A Torino vince la Juve 3-0, a Napoli vincono gli azzurri 2-0. 2014-2015 – Secondo anno di Benitez al Napoli, primo di Massimiliano Allegri alla Juventus. Il Napoli acquista 5 giocatori spendendo 33,7 milioni (12,5 milioni Manolo Gabbiadini), 5 anche la Juve che spende 42,7 milioni (20 Alvaro Morata). La Juventus vince il campionato con 87 punti, il Napoli è quinto a 24 punti dalla Juve. Al San Paolo e a Torino il Napoli perde 1-3. 2015-2016 – Maurizio Sarri sulla panchina del Napoli, secondo anno di Allegri. Il Napoli compra 5 giocatori spendendo 41 milioni (15,4 Allan). La Juventus acquista 11 giocatori investendo 136,3 milioni (40 Paulo Dybala). La Juve vince lo scudetto con 91 punti, il Napoli è secondo a 9 punti dalla squadra bianconera. Il Napoli batte in casa la Juve 2-1, perde a Torino 0-1. 2016-2017 – Panchine immutate. Il Napoli spende 135,7 milioni acquistando 7 nuovi giocatori (32 milioni Arkadiusz Milik), la Juve ne spende 211 per 8 giocatori (90 milioni Higuain). La Juve campione totalizza 91 punti, il Napoli è terzo a 5 punti dalla Juve. Al San Paolo, il Napoli pareggia (1-1), a Torino perde 1-2. 2017-2018 – Terzo e ultimo anno di Sarri, è il campionato in cui il Napoli si avvicina di più alla Juventus guidata per il quarto anno da Allegri. Il Napoli compra 3 giocatori spendendo 24,2 milioni (10 Adam Ounas). La Juve acquista 6 giocatori spendendo 159,5 milioni (46 Douglas Costa). Juventus campione con 95 punti, Napoli secondo a 4 punti. Al San Paolo vince la Juve 1-0, a Torino vince il Napoli 1-0. 2018-2019 – Primo anno di Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli, quinto per Allegri. Il Napoli compra 8 giocatori spendendo 103 milioni (30 Fabian Ruiz), la Juventus 7 giocatori spendendo 264,9 milioni (100 Cristiano Ronaldo).
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#scheggedisaggezza
IL LUMACODROMO di Manlio Santanelli
È possibile che una tranquilla coppia di pensionati - nella fattispecie i coniugi Abbate - per una serie di traversie (che amiamo definire incidenti di percorso) finisca nelle maglie delle intercettazioni giudiziarie, per poi divenire oggetto di quei provvedimenti restrittivi della libertà che si applicano nei casi configuranti il gioco d’azzardo? Sì, ci affrettiamo a rispondere, consapevoli che la dimensione delle possibilità si presenta insondabile. E poi, noi che scriviamo ci facciamo forti del fatto che ci esprimiamo con cognizione di causa, e non soltanto per mero diletto o per azzardo retorico. E quanto segue ci darà ragione. Tutto prese le mosse da un cespo di insalata. Forse l’inizio non è dei più esaltanti, non ha niente di mitico, ma quante vicende umane precipitano nel dirupo delle vicissitudini pur partendo da trascurabili eventi?! E poi quel cespo presentava una sua specialità: alla terza foglia faceva la sua imprevista apparizione una lumaca, una lumaca con tanto di casa sul groppone. Ersilia – questo il nome della signora Abbate – nel vederla ebbe una festosa reazione, al culmine della quale chiamò a gran voce il marito Tiberio. Pochi istanti dopo entrambi erano curvi sul tavolo della cucina, ad esaminare quella creatura, ebbri di ammirazione per le infinite forme attraverso le quali l’universo dantescamente si “squaderna”. Ma la loro ammirazione raggiunse l’apice quando il signor Tiberio, più per istinto che per esperienza, sventolò una foglia di quell’insalata davanti alla faccina della lumaca e la vide accelerare l’andatura di quel tanto che le consentiva la sua natura. Una volta soddisfatto il suo primo appetito, l’animaletto girò attorno le cornicelle in cerca di un’altra foglia da mettere sotto le piccole mascelle. A questo punto soltanto un atto di fede può fare accettare il comportamento del signor Tiberio, che fece ricorso ad un’altra foglia, sollecitando la lumaca a raggiungerla, ma al contempo badando a lasciare inalterata la distanza fra la mangiatrice e il suo pasto, il tutto sotto lo sguardo estasiato della signora Ersilia, dal canto suo incurante della scia bavosa che
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Illustrato da Carmine Luino
l’animale lasciava dietro di sé. Qui sentiamo il bisogno di aprire una parentesi per esprimere un parere personale. Non nutriamo nessun sentimento di ostilità verso le lumache. E tuttavia nel costume di lasciare una traccia al loro passaggio non riusciamo a non vedere una sorta di presunzione, un atteggiamento di esaltazione della propria “persona”. Visto e provato che quelle tracce non servono, come i sassolini di Hansel e Gretel, a ritrovare la strada per tornare sui propri passi, non si scappa: quel segno sta a dire: “Badate, uomini, da qui è passata una signora lumaca!” Noi a malapena tolleriamo le lapidi che segnalano dove ha passato la notte Napoleone, figuriamoci se può suscitare il nostro interesse un elemento che segnali il passaggio di uno di quelle bestiole! I coniugi Tiberio ed Ersilia Abbate no, per loro tutto quanto proveniva dalla lumachina era oggetto di sperticata meraviglia. Ma anche la meraviglia è soggetta ad una fine, che quasi sempre coincide con l’inizio di un nuovo motivo di meraviglia. E tale motivo fu rappresentato dall’arrivo, attraverso un altro cespo di insalata, di una seconda lumaca. Alla “new entry” i coniugi Abbate riservarono le stesse attenzioni che avevano prodigato alla prima. Ma quando tra le due bestiole, una volta messe fianco a fianco, iniziò una gara a chi raggiungesse la prima la foglia sventolata davanti a loro, il destino degli Abbate era fatalmente compiuto. Ormai possedevano la formula magica grazie alla quale animare le loro uggiose serate. Mancava soltanto una pista lungo la quale sguinzagliare (si fa per dire) i loro corridori. A detta mancanza provvide il signor Tiberio, che nella sua professione aveva acquisito una preziosa esperienza nel campo della modellistica. Dopo qualche giorno di solerte lavoro, ecco bell’e pronto un lumacodromo, con tanto di partenza, di gallerie, di ponticelli e di traguardo! Ora i nostri coniugi non avvertivano più quella sorta di languore che fino ad allora senza meno li aveva colti dopo pranzo, quando davanti a loro si spalancava il vuoto spinto dei pomeriggi e delle sere, quel Mar dei Sargassi esistenziale a malapena smosso dai venticelli di qualche mediocre programma televisivo. Ora li attendeva il lumacodromo con tutto il campionario delle sue emozioni. Non c’era che da sperare che i loro “purosangue”’ fossero in forma, e ad onor del vero questo accadeva puntualmente, anche perché durante il giorno venivano nutriti a base di freschissime foglie di lattuga, ma non tanto da renderle poi
inappetenti, nel qual caso sarebbe risultata compromessa seriamente la loro spinta agonistica. Ma una bella sera la signora Ersilia sospirò. Quel sospiro non sfuggì al signor Tiberio, il quale trovò del tutto naturale chiederne ragione alla moglie. Come naturale gli parve la risposta: un impianto come quello loro era sprecato per il godimento di due soli spettatori, si avvertiva l’assenza di un certo tifo che ravvivasse quelle competizioni. Ma come ovviare a tale assenza? Ce n’era di che riflettere, ma ben presto la soluzione si presentò sotto le vesti dei coniugi Motta, che occupavano l’appartamento sulla loro testa, e le rare volte che si erano intrattenuti a chiacchierare non avevano nascosto un uguale disagio per quelle maledette serate sempre uguali. Con l’arrivo dei nuovi compagni di gioco, per evitare che si ingenerassero equivoci si rese necessario dare un nome ai due “corridori”. Dopo qualche esitazione, dovuta alla molteplicità delle proposte, la doppia coppia si fermò su due nomi: Ciclone e Tornado. E via, a giocare fino a tarda notte! All’inizio di ogni corsa i due campioni venivano allineati alla partenza, un trasversale stecco preso a prestito da una scatola di Shangai. Con una certa fantasia si sarebbe portati a dire che i corridori scalpitavano come i cavalli al Palio di Siena, ma in tal caso di fantasia ce ne vorrebbe molta. Quel che importa è l’entusiasmo per quel gioco, una sorta di frenesia che i padroni di casa ben presto riuscirono a comunicare ai loro ospiti. I quali, alla sollevazione dello stecco e allo sventolio della foglia di lattuga, ben presto superarono gli Abbate nell’incitamento del campione su cui avevano puntato. Ma quelle puntate che, a vittoria avvenuta, si traducevano in un semplice evviva finirono presto per risultare prive di sapore come una pietanza senza sale. Il denaro, che fino ad allora aveva latitato, si presentò di prepotenza: prima di ogni corsa il Signor Tiberio raccoglieva le poste, riservandosi in qualità di padrone di casa il diritto di puntare per ultimo. È come dire che, oltre a giocare di persona, faceva anche il croupier. L’introduzione di questo nuovo elemento dette un possente giro di manovella alla già pronunciata passione per tale gioco. Al punto che, per calmierare quella consuetudine che cominciava a creare una sorta di dipendenza, si rese necessario limitare le sfide ai pomeriggi dei giorni pari della settimana. Ma, come dice De Andrè nella canzone “Boccadirosa”, una notizia un po’ originale / non ha bisogno di alcun giornale. / Come una freccia dall’arco scocca, / corre veloce di bocca in bocca. In poco e niente la casa degli Abbate fu meta di pellegrinaggio di tutti i condomini del parco, che nelle sere stabilite si ritrovavano attorno al lumacodromo, pronti a giocarsi anche la camicia. Il demone del gioco lasciò le pagine del romanzo di Dostojewskij (“Il Giocatore”), per venire ad abitare presso il lumacodromo di casa Abbate, dove ogni seduta vedeva fortune nascere dal nulla come al nulla ritornare, nella totale indifferenza dei campioni erbivori, che era prevedibile si limitassero a non porsi altro obiettivo se non quello di guadagnarsi la loro porzione di lattuga serale. Ben presto il fenomeno raggiunse proporzioni tali, da entrare nel giro di interessi della malavita organizzata. Una mattina, che sarebbe stato meglio non fosse mai arrivata, alla porta degli Abbate si presentò un individuo in doppio petto dall’aria del rappresentante di commercio, e di questo mestiere non aveva soltanto l’aria, anche se il suo commercio di lì a poco si sarebbe rivelato del tutto speciale. L’individuo esordì mostrando un sensibile interesse per la salute di Ciclone e Tornado, interesse che per un po’
insufflò negli Abbate il sospetto che fosse un esponente della Protezione Animali. Niente di tutto questo, essendo il tipo un solerte esecutore di raccomandazioni da parte del Boss del quartiere. La visita si concluse, ahimè, con una minaccia che aveva molto poco del consiglio: se non avessero pagato un pizzo, in proporzione del giro di denari che circolavano in quella casa da gioco, i loro gareggiatori avrebbero fatto una brutta fine, e non conveniva loro la fuga giacché sarebbero stati raggiunti comunque. Il periodo che seguì non vergò la parola fine per l’attività della casa da gioco Abbate, ma con un certo acume, durante le serate di gara, si sarebbe potuto leggere sul volto dei padron di casa un velo di disagio, non avendo mai avuto nella loro vita niente da spartire con questo aspetto deviato della società. Per buona sorte sia Tiberio che Ersilia riuscivano a mascherare il loro disappunto in modo da non rovinare la festa ai tanti che affollavano il loro impianto. Ma all’orizzonte si addensavano nubi cumuliformi che di lì a poco avrebbero oscurato i cieli tanto a lungo tersi del lumacodromo. Preceduta da un ben occultato periodo di intercettazioni telefoniche, di microspie installate chissà come nei vari ambienti della casa, magari con la collaborazione di qualche giocatore che aveva reagito alla sua rovina con un senso di rabbia nei confronti di chi se l’era sempre cavata senza grosse emorragie economiche, l’azione delle forze dell’ordine non si fece attendere. Mentre una sera il lumacodromo poteva vantare il pieno di giocatori e interessati vari, che magari non si esponevano di persona ma affidavano le loro puntate a giocatori meno timidi, uno dei nuovi frequentatori della casa gettò giù la maschera e si dichiarò un agente dei Ros, dette il via all’ingresso dei suoi colleghi e procedette all’arresto dei padroni di casa. I poveri coniugi Abbate vennero portati via ancora immersi in un bagno di incredulità, la loro unica reazione fu quella di raccomandare alla sensibilità dell’arma la sorte delle due lumachine. Diverso fu il trattamento riservato ai frequentatori della casa, che vennero soltanto schedati come incalliti giocatori d’azzardo, un provvedimento. Va detto, non restrittivo della libertà, ma che comunque li associava ai soggetti socialmente pericolosi. A questo punto qualcuno potrebbe pretendere di sapere che fine fu riservata a Ciclone e Tornado, in particolar modo qualcuno cha abbia a cuore la sorte degli animali, di qualunque specie si tratti. Siamo animalisti anche noi che scriviamo, e di conseguenza ci premuriamo di riferire che essi vennero accolti nel giardino zoologico cittadino. L’accoglienza non poteva essere migliore: furono sistemati in una gabbia di lusso, che riproduceva con notevole approssimazione l’ambiente in cui si erano espressi nei loro giorni di gloria. In essa ora gareggiano per un pubblico di scolari, che si scalmanano nell’assistere alle loro esibizioni, costringendo i professori che li accompagnano a moderare il loro entusiasmo con interventi da caporale di giornata. Ma ad un osservatore più attento e sensibile non potrebbe sfuggire la vista delle loro cornicelle a mezz’asta, inequivocabile segno di un umore non certo alle stelle. I due animaletti di certo non disdegnano le gratificazioni riservate loro da quel pubblico di scolari, ma non possono evitare di confrontarlo con la febbrile reazione che provocavano nei giocatori dei giorni che furono, e dantescamente pensare qualcosa come: nessun maggior dolore / che ricordarsi del tempo felice / nella miseria. 2929
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#people
tre x guè di FEDERICARICCIO e IRENESAGGIOMO foto d ROMOLOPIZI Sono tre attori giovani, bravi e brillanti: Vincenzo Antonucci, Simone Borelli, Emanuele Vicorito. Hanno lavorato insieme a un grande progetto che vede protagonista il rapper Guè Pequeno, dando il meglio di sè. L’occasione è l’uscita del nuovo cd Sinatra, considerato da molti il disco della vita de “Il Guercio”. Il rapper - all’anagrafe Cosimo Fortini – ha deciso di mettersi in gioco e cambiare le regole della musica hip-hop italiana. E presto lo vedremo protagonista con a fianco Antonucci, Borrelli e Vicorito. Tre personalità forti con una passione sfrenata per il teatro e per il cinema. Sui social hanno postato un video stile Gomorra con #TheRealGuè.
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La nuova e bella generazione di attori partenopei che si è fatta le ossa con i grandi e continua con successo a lavorare con loro. Antonucci lavora con Il Nuovo Teatro Sanità di Napoli e ha partecipato a numerosi laboratori come quello sulla creazione del personaggio a cura di Mario Gelardi e quello sul clown interiore a cura di Carlo Caracciolo. A cinema ha partecipato al film Happy Prince per la regia di Rupert Everett, in televisione a Un posto al sole e nel Booktrailer per il libro Perchè no della giornalista e scrittrice Cristina Zagaria. A teatro è stato protagonista in Do not Disturb, il teatro in albergo, scritto da Claudio Finelli, regia di Mario Gelardi e tanti altre messinscene. Simone Borrelli è stato protagonista del cortometraggio La Paura delle Ombre. Ha vinto il Premio Miglior Attore protagonista per due anni consecutivi al festival “Dialetti Insieme”, teatro Quirino. Parla il dialetto romanesco, siciliano, milanese, veneto, napoletano e il calabrese.Tanto, tanto teatro: Mostri di Gabor Zsambeki, I Messaggeri di Andrea De Rosa, Lungs di Massimilano Farau, Purificati di Francesca Caprioli, 1789 con il grande Nello Mascia e tanti altri interessanti lavori. Vicorito inizia la sua carriera nel 2005 come protagonista del film francese All the Invisible Children, diretto da vari registi del cinema mondiale. Ritorna sullo schermo dopo 9 anni dal suo debutto, interpretando un ruolo principale nel film televisivo L’oro di Scampia diretto da Marco Pontecorvo. Nel 2014 è stato tra i protagonisti della serie tv Gomora diretto da Stefano Sollima. Nel 2015 è stato protagonista di “Bellissima” con la regia di Alessandro Capitani, vincitore del David di Donatello 2016 come Miglior Cortometraggio. 33
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vincenzoantonucci
Nome Vincenzo Cognome Antonucci Film preferito The Truman Show Libro preferito L’Alchimista Spettacolo teatrale preferito Slava Snow Show Regista del cuore Non ho un regista del cuore Attore/Attrice del cuore Leonardo Di Caprio Primo ruolo da attore Non ricordo bene il primo, però il più importante è Drone, né “La paranza dei bambini” Ruolo che vorresti interpretare Protagonista di “The Departed” (Billy) Serie tv preferita Sense8 Hobby Fotografia Colore preferito Nero Animale preferito Cane Canzone del cuore A periodi, adesso “No man no cry” di Jimmy Sax, ma la colonna sonora della mia vita è “ je so pazzo” La tua parolaccia E mo nun ce scassat o ...!
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Com'è stato lavorare con Guè Pequeno? È stata un’esperienza nuova perché è un cantante, non un attore. Quando vedi Cosimo ti aspetti una persona chiusa, invece conoscendolo si rivela una persona fantastica, accetta i consigli e ne da di buoni. Una persona con l’umiltà dei grandi, ha una competenza musicale che stupisce, si vede che ha studiato tanto e continua a farlo.
A breve ti vedremo nella serie girata a Napoli con Guè Pequeno, cosa ti ha dato questa esperienza? Mi ha dato qualcosa in più che non avevo, vivere il set è una cosa fantastica, l’equipe è stata fantastica. Non conoscevo né Simone né Emanuele, ma ci siamo trovati subito in sintonia, anche perché sono stati dei giorni di riprese no stop. Con Simone ho cominciato anche un nuovo percorso teatrale.
In che momento della tua carriera giunge questa collaborazione? In questo momento ho cominciato a lavorare di più, vengo dal teatro, torno adesso dalla tournè della “Paranza dei Bambini”. Il fatto di essere chiamato nel cast con Guè per me è stato incoraggiante, mi ha spinto a fare meglio, dal teatro al cinema è stata una novità molto stimolante.
Il tuo personaggio nella serie di Guè Pequeno, in qualche modo ti assomiglia? Mi può somigliare sì, nella misura in cui il mio è un personaggio molto riservato, silenzioso e sulle sue, come me; questo si mi accomuna, per il resto è un po' troppo pazzo per essere come me!
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imoneborrell
Nome Simone Cognome Borrelli Film preferito Shutter Island, di Martin Scorsese. Libro preferito Colla di Irvine Welsh Spettacolo teatrale preferito Lehman Trilogy, di Luca Ronconi Regista del cuore Guy Ritchie Attore/Attrice del cuore Borghi, Matthew McConaughey Primo ruolo da attore Vecchietto napoletano Ruolo che vorresti interpretare Un prete vendicativo Serie tv preferita Breaking Bad Hobby Cantare, suonare la batteria, leggere Colore preferito Nero Animale preferito Cane Canzone del cuore Shotgun Blues, di The Blues Brothers La tua parolaccia Cazzo, porco tutto
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Com’è stato lavorare con Guè Pequeno? È stata un’esperienza molto importante, perché ho avuto a che fare con un “big” della musica italiana. Il fatto che Guè non fosse un attore ha reso la storia diversa da quello a cui ero abituato, è stato molto bello, si è mostrato da subito una persona molto umile, aperto al confronto e allo scambio, il rapporto con lui continuerà sicuramente. In che momento della tua carriera giunge questa collaborazione? In un momento florido, perché quello che ho seminato fino ad oggi lo sto raccogliendo. Non è ancora il livello di successo a cui aspiro, ma vedo che mi sto affermando; altre soddisfazioni pure stanno arrivando, ho avuto un ruolo dietro alla regia di Gomorra, ho curato i dialoghi di alcuni personaggi, sono contento. A breve ti vedremo nella serie girata a Napoli con Guè Pequeno, cosa ti ha dato questa esperienza? Anche se vengo dal teatro questa non è la mia prima
esperienza su un set, so come funziona la recitazione cinematografica; ma la mia esperienza con Guè è stata molto positiva, perché i registi erano con noi, condividevano le scene, ci mostravano in macchina le cose che potevamo migliorare, e questo solitamente lo si fa quando si lavora con protagonisti affermati, quindi ho imparato molto. È stata un’esperienza che ha accresciuto il mio lato creativo, anche per la diversità dei personaggi a cui solitamente sono collaudato. Il tuo personaggio nella serie di Guè Pequeno, in qualche modo ti assomiglia? Non mi assomiglia perché io sono l’opposto, però mi capita sia in teatro, che nel cinema o in televisione, che io vengo sempre identificato come “il pazzo”; a me piace tanto fare questa roba perché è lontana da come sono io, quindi da un lato è uno sforzo, anche fisico, ma dall’altro è molto gratificante diventare qualcuno che non sei. Io forse ho iniziato questo mestiere anche per questo, mi piace tanto allontanarmi da me e vedermi sotto un’altra luce, una forma diversa.
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Quando il bambino di quattro anni, in quell’autunno 1943, finì di suonare al pianoforte, seduto su una cassetta di birre al Morgano Tiberio di Capri, il generale applaudì e disse “very, very good”. C’erano gli americani a Capri e il generale Clark, prima di applaudire quel pianista magrolino dell’isola che sarebbe diventato Peppino di Capri, era sbarcato a Salerno con 624 navi da guerra e 170mila soldati, il doppio della popolazione di Salerno. Si era poi sistemato a Capri col quartier generale americano. Very good. Very, very good. Si può dire che il piccolissimo Peppino, strimpellando ad orecchio motivetti americani per il generale di New York, quella sera conquistò l’America mentre l’America conquistava l’Italia
e Nome Emanuele Cognome Vicorito Film preferito Leon, di Luc Besson Libro preferito Dieci, di Andrej Longo Spettacolo teatrale preferito Madame Pink, di Alfredo Arias Regista del cuore Alessandro Capitani Attore/Attrice del cuore Jhonny Depp Primo ruolo da attore Bertusciello, uno scugnizzo napoletano Ruolo che vorresti interpretare Ragazzo autistico Serie tv preferita Prision Break Hobby Cantare, cucinare, fare il giocoliere Colore preferito Rosso Animale preferito Cavallo Canzone del cuore Malafemmena La tua parolaccia Chitemmuort
Com’è stato lavorare con Guè Pequeno? Un mondo sconosciuto, una bella proposta in tema “mondo rap”, che racconta la nostra quotidianità; quindi per me è stato un arricchimento, è bello lavorare con Guè, è un bene che uno tragga insegnamento da queste cose. Lavorare con lui è stato una scoperta di tante novità per me, e il fatto che lui non sia un attore è stato molto stimolante. In che momento della tua carriera giunge questa collaborazione? La mia carriera fino ad ora è a pari passo con il sacrificio, faccio questo dando tutto me stesso, perché la vita di un attore è così; in questo momento sono molto concentrato, nonostante non sia facile, incontro tante difficoltà, ma lo faccio perché questo è quello che voglio.
A breve ti vedremo nella serie girata a Napoli con Guè Pequeno, cosa ti ha dato questa esperienza? È stata per me un’opportunità, perché sono riuscito a lavorare con delle persone con cui desideravo farlo, professionisti con cui ho consolidato un’amicizia, si perché ci siamo dati una mano un po’ tutti. Dal cast alla regia, erano tutte persone che ammiravo da prima e che ammiro ancora di più adesso, anche il fatto di entrare a far parte di un “prodotto diverso” rispetto al mio percorso, è sicuramente un’opportunità in più per farmi conoscere. Il tuo personaggio in qualche modo ti assomiglia? Direi di si, su alcune cose si, anche se non c’è stato molto spazio per un mio contributo personale; ma il mio personaggio è un socialista, una testa dura che cerca di cambiare il pensiero degli altri, in questo mi assomiglia; è uno determinato, forte, pronto a rischiare la vita per la coerenza del suo pensiero.
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#ciak
SPORT MOVIES
di VALERIOCIACCIA
Esistono vicende sportive incredibili al punto da sembrare il frutto della immaginazione di un appassionato giornalista. Esistono storie così commoventi da suscitare incredulità. Esistono competizioni così appassionanti da rimanere impresse nelle menti dei tifosi, come se gli stessi le avessero vissute da protagonisti. Raccontare sul grande schermo delle sfide sportive è cosa ardua. Alcuni sport si prestano particolarmente (football, baseball, boxe) altri meno (calcio, F1). Il successo di una storia dipende dall’evento che ha attirato l’attenzione degli sceneggiatori, dalla passione del pubblico verso quello sport, dall’abilità di registi e attori nel trasmettere le forti sensazioni che si dovrebbero percepire durante un incontro, una partita, una gara. Sul tema, gli americani sono maestri e, ovviamente, le pellicole di maggior successo riguardano avvenimenti che da noi risultano spesso poco seguiti. Ciò che oltreoceano ha meno successo in ambito sportivo, poi, difficilmente trova sbocco in pellicole degne di nota, ma esistono le eccezioni. Non dimentichiamo inoltre che alcuni film sono il frutto di pura invenzione, ma di forte impatto, altri invece sono scaturiti proprio da eventi realmente accaduti. In Ogni maledetta domenica del 1999, sceneggiato e diretto da Oliver Stone, il football viene rappresentato con aggressiva spettacolarità permettendo di entrare in quel mondo attraversato dalla violenza sul campo, passando per le ambizioni e le crisi dei giocatori, fino ad arrivare agli intrighi societari. Comparse di atleti della NFL, riprese sul campo, l’occhio di un regista particolarmente ispirato e un Al Pacino in gran forma ci regalano un esempio di grande rappresentazione dello sport al cinema. Million dollar baby del 2004 è un altro esempio di pellicola profondamente impattante. Tratto da racconto della raccolta Rope Burns di F.X. Toole, il film di Clint Eastwood, vincitore di ben quattro 40
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premi oscar, tra cui miglior film, attrice protagonista e regia, pur avendo tratto ispirazione dalla storia della boxer professionista Juli Crockett, è frutto della penna di Paul Haggis ed è certamente una delle migliori pellicole ambientate nel mondo della boxe. Le avventure/disavventure del personaggio interpretato da Hilary Swank, giovane boxer allenata proprio da Clint Eastwood, hanno lasciato nello spettatore numerosi argomenti di riflessione, non ultimo il delicato tema della morte assistita. Rimanendo in tema boxe, come non citare “Toro scatenato”, del 1980. Il Jake La Motta di Robert De Niro è ancora oggi un punto di riferimento, non solo per il genere, ma per ogni attore. La trasformazione fisica a cui si è sottoposto De Niro ha imposto un nuovo canone per ogni artista. Parole di Brad Pitt, De Niro ha “fottuto” tutti, obbligando i colleghi a estenuanti prove fisiche per essere sempre più credibili sul set in ragione del personaggio da interpretare. E così è stato per Russel Crowe in Cinderella Man del 2005, e Hurricane con Danzel Washington del 1999. Volendo scoprire le performance di altri atleti, certamente degne di nota sono le gesta dei tre ragazzi californiani che, alla vigilia della guerra in Vietnam, affrontano le onde oceaniche con la loro tavola da surf in Un mercoledì da leoni, del 1978. John Millius, dedica al mondo del surf una pellicola cult esaltando una disciplina sportiva al servizio della crescita umana e spirituale di tre giovani ragazzi. La realtà, come detto, offre sfide appassionanti, spesso sviluppatesi nell’arco di più stagioni sportive. Così è per il recente Borg/McEnroe, pellicola scandinava del 2017, con un Shia LeBeuf “in palla”, che tratta della celebre rivalità tra i due tennisti, assoluti protagonisti tra il 1978 e il 1981. Nonostante non vi siano molti film degni di nota, la F1 è una disciplina che ha dato vita a numerosi scontri entrati nella storia. Rush, del 2013, narra del
controverso rapporto tra i piloti Niki Lauda e James Hunt, la loro ossessionante rivalità che, come conferma la locandina, li rese leggenda. Non dimentichiamo i Giochi Olimpici e le sfide che, su pellicola, hanno reso celebri anche le colonne sonore. Chariots of fire (Momenti di Gloria) del 1981, è la vera storia degli atleti Eric Liddell e Harold Abrahams vincitori dei Giochi nel 1924. Uomini e animali hanno combattuto, lottato e le loro avventure sportive hanno permesso l’uscita in sala di pellicole toccanti come Seabiscuit, del 2003. Negli Stati Uniti, 1935, i destini del magnate Charles Howard, dell’allenatore di cavalli Tom Smithe e del fantino Johnny ‘Red’ Pollard si incrociano per dare vita alla leggenda del cavallo Seabiscuit, vero protagonista. E in Italia? Beh da noi lo sport non viene trascurato e il calcio è religione, ma a modo nostro rendiamo omaggio alla disciplina più diffusa al mondo. Ringrazieremo per sempre Lino Banfi e il suo L’allenatore nel pallone, di cui recitiamo a memoria le battute sin dal 1984. Tra i cammei di grandi giocatori, tra cui Carlo Ancelotti, Zico, Roberto Pruzzo, Giancarlo De Sisti, Ciccio Graziani, e i grandi insegnamenti tecnici non esiste allenatore che si rispetti che non abbia immaginato di poter attuare lo schema tattico 5-5-5. A modo suo anche Nanni Moretti si è prestato al gioco, rielaborando le difficoltà ideologiche della sinistra italiana attraverso una partita di pallanuoto in Palombella Rossa (1989). A quante battaglie, di diversa natura, abbiamo assistito sui campi da gioco, a quante continueremo ad assistere, ma stiamo pur certi che la magia del cinema sarà sempre lì, pronta a cogliere la sfida più affascinante.
TOP FIVE Rocky Invictus L’arte di vincere L’uomo dei sogni Lo spaccone 41
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#amazing
LINO GUANCIALE
IL TEATRO il mio primo ed eterno amore
A TU PER TU CON IL TRENTANOVENNE ATTORE ABRUZZESE AMATO DA MILIONI DI FAN. DOPO IL SUCCESSO AL CINEMA E IN TV GUANCIALE SARÀ IN GIRO PER L’ITALIA CON TRE SPETTACOLI, DUE DEI QUALI SARANNO IN PRIMAVERA A NAPOLI
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La classe operaia va in paradiso - photo Giuseppe Distefano
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di ANTONIAFIORENZANO
Che è bello si sa, non c’è bisogno di aggiungere altro. Che sia un uomo affabile lo si intuisce dall’approccio che ha sia quando incontra i giornalisti che i fan anche quando non ci sono le telecamere e i microfoni sono spenti. La cosa che però colpisce quando si incontra Lino Guanciale è la sua travolgente risata, una risata simpatica, lunga, che accoglie e che immediatamente mette a proprio agio.
Nell’ultimo anno, in pochi mesi di distanza, mi è capitato di intervistarlo molte volte in occasione delle commedie uscite al cinema: I Peggiori, La Casa di Famiglia e Arrivano i Prof., e la cosa che accomuna queste interviste è la sensazione di parlare con un vecchio amico conosciuto ai tempi dell’università con cui si cucinavano i piatti di sopravvivenza come l’amatriciana che garantisce: "L’amatriciana la so fare bene. Sono forte su tutti i primi piatti da cucina elementare e semplice". Con quella garbata scanzonatezza parliamo di argomenti seri che gli stanno a cuore come l’istruzione e il suo primo grande amore, il teatro: infatti quest’anno sarà in teatro con tre spettacoli tra cui La Classe Operaia Va in Paradiso, adattamento teatrale del film di Elio Petri che ad aprile andrà in scena anche al Teatro Bellini di Napoli. Tra una data e l’altra delle sue tournée teatrali è anche riuscito a trovare il tempo per ultimare la sua tesi in Storia del Teatro per laurearsi in Lettere. 44
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Ma non finisce qui. Lino Guanciale si sta dividendo anche sui set dei seguiti de L’allieva 2 e de La Porta Rossa 2, mentre dal 13 settembre è stato in vetta agli ascolti con Vanessa Incontrada nella seconda serie di Non Dirlo al Mio Capo 2 in onda su Raiuno. Lino, il tuo personaggio in Non Dirlo al Mio Capo 2, l’avvocato Enrico Vinci, è tornato più affascinante e più perfido che mai. Enrico ha sempre delle frecce al suo arco, tanto che è riuscito a districarsi nella situazione più infame che un uomo deve affrontare: il ritorno della moglie e il sentimento forte, anche se complicato, che nutre per Lisa (ndr interpretata da Vanessa Incontrada). Rispetto alla prima stagione si evolve, diventa più umano. Lo troviamo a dover scegliere tra due legami importanti, uno del passato e uno del futuro, rischiando anche di restare completamente solo. È una condizione nella quale è facilissimo riconoscersi. Chiariamoci, è sempre insopportabile. Davanti a uno così odioso la prima cosa che pensi è: “Lo menerei!”. Però il fatto di vederlo in difficoltà, contribuisce a umanizzarlo e, in qualche modo, ad affezionarcisi.
Anche la seconda serie ha avuto molto successo. Le vicende di Lisa ed Enrico, accompagnati dai loro strambi colleghi e amici, hanno continuato ad accanire i telespettatori. Probabilmente tra gli ingredienti che hanno contribuito e consolidato il successo di questa stagione c'è l’alchimia che si è instaurata tra te e Vanessa Incontrada Sì, è vero! Con Vanessa, c'è un'amicizia fortissima. Siamo così diversi che siamo complementari. Per merito di Vanessa, è stata una cosa venuta da sé. Io sono timido, molto chiuso e silenzioso mentre invece lei ti mette a suo agio nei primi venti secondi in cui la conosci. Dove non arrivano le forze dell'uno, arrivano quelle dell'altro. Tutto ciò ha reso la lavorazione sempre piacevolissima dal punto di vista umano. E poi ormai a Napoli giochi in casa. Sì, sono sempre stato bene qui a lavorare, anche da un punto di vista gastronomico. Sono curioso e appassionato di cibo e cucina meridionale. Sono abruzzese, quindi questi sono i sapori che mi sono più vicini, soprattutto quelli napoletani.
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Stai rappresentando pregi e difetti dei trentenni di oggi. Al cinema sei un po’ l'eroe e l’antieroe buffo alle prese coi problemi di oggi. In televisione incarni la loro nemesi, il classico maschio alfa Mi diverte molto interpretare queste figure di antieroi perché mi piace poter utilizzare alcune immagini per sdrammatizzare su alcuni stereotipi. Negli ultimi due anni sia al cinema che in teatro ho interpretato ruoli opposti a quelli che in genere faccio in tv. È innegabile che Enrico di Non Dirlo al mio Capo e il dottor Claudio Conforti de L’Allieva abbiano molti punti di contatto nell’essere dei maschi alfa, simpatici nel loro essere antipatici. Come dico spesso sono "cugini di cattiveria". Ciò che sto cercando di fare è dimostrare a chi mi segue e a me stesso la maggiore poliedricità possibile. Solo così si cresce anche perché questo è un mestieraccio, se ci si ferma un po’ a fare quello che sai che funziona si fanno passi indietro invece che avanti. Un attore deve cambiare continuamente, dare prova di versatilità continua. Questo lo dimostri anche ne La Porta Rossa di cui è prevista la seconda stagione, un genere di fiction non comune nella serialità italiana. C’è un filo conduttore innovativo che evidenzia un cambiamento. È vero, da questo punto di vista è stata una serie importante. Qualcosa produttivamente si muove e io da attore provo a entrare il più possibile in progetti che spaziano su generi insoliti e che puntano sull’originalità nel panorama italiano. Speriamo che questa onda travolga tutti.
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Il teatro, però, resta in cima ai tuoi pensieri. Stai portando in giro per l’Italia con After Miss Julie, La Classe Operaia Va in Paradiso e Ragazzi di Vita di Pasolini. Con questi ultimi due sarai al Teatro Bellini di Napoli a marzo e ad aprile 2019. Mi piace godermi il tempo libero (ride). Non l’ho mai abbandonato. In teatro c’è tutto il mio desiderio, il mio bisogno. Ho la necessità di stare sul palcoscenico davanti al pubblico, sento che lì ogni volta faccio un po’ il punto di dove sono arrivato, in cosa devo migliorare e ancora crescere. Mi ricarico. È una dipendenza che fun-
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ziona molto bene. Tu hai contribuito ad avvicinare molto i giovani al teatro. Non tutti sanno che tu insegni teatro ai ragazzi, cosa a cui tieni molto. Com’è Lino Guanciale come insegnante? Cerco di far capire ai ragazzi con cui lavoro che sono dalla loro parte. Anche quando sono severo e chiedo cose che possono sembrare distanti dalla loro realtà tento di far comprendere che sono essenziali e utili. Una delle forze della didattica sono gli esempi. Se si portano gli esempi concreti sull’utilità di studiare cose che apparentemente non ce l’hanno, i ragazzi, ovviamente, guardando noi che insegniamo intuiscono che imparare quella roba lì potrebbe fargli bene. Anche se è sempre più difficile farlo bene, insegnare è tra i lavori più belli del mondo. In fondo è un atto d’amore, perché ti deve piacere stare con i ragazzi in quanto senti che standoci, loro insegnano a te più di quanto tu insegni a loro.
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#pokerdassi
Quattro domande uguali per tutti, quattro risposte diverse che raccontano le passioni, i gusti, la vita di quattro personaggi che conoscono bene Napoli e la amano intensamente. Il poker d’assi è servito. di Paola De Ciuceis
ALBACHIARA AMMENDOLA CACCAVALE Titolare del Teatro Augusteo di Napoli
Napoli città teatro… Napoli è teatrale per natura, a cominciare dalla scenografia, tra la collina e il mare, che toglie il fiato persino a chi la abita. Dai pezzenti di Viviani che esprimono un’umanità oggi un po’ appannata dall’individualismo, ai borghesi di Eduardo analizzati nelle piccinerie e nell’altruismo, ai protagonisti di Roberto De Simone, surreali e straordinari, tutto è Napoli, disorganizzata, vivace, drammatica. Il teatro è vita o la vita è teatro? Per chi abita a Napoli è la vita a essere teatro, a mostrare attraverso gli spettacoli tutti i sentimenti di un popolo che per natura interpreta amori, dolori, gioie e sogni nei quali ciascuno si riconosce. Ogni evento è una scena improvvisata, ogni persona è un personaggio, ogni parola è una battuta. Sembra che qui il teatro sia nato per narrare sentimenti universali. Gli spettatori napoletani: critici teatrali o amateur? È un pubblico colto e viziato che vuole riconoscersi in storie e personaggi, che si abbandona a ciò che è accade sul palcoscenico, che assiste alle rappresentazioni con passione, partecipa, ricorda battute e personaggi. Diventa critico di fronte alla mancanza di qualità che considera un tradimento; dalle farse di Scarpetta alle commedie e ai drammi di Eduardo, dalla sofferenza dei personaggi di Viviani alle battute di grandi comici, solo chi riesce a prendere il cuore degli spettatori è amato appassionatamente. Dietro le quinte: quale la più memorabile delle frenesie? Le memorie sono davvero molte: cominciammo con una fila di un chilometro per i biglietti di Arbore, abbiamo conosciuto Luca De Filippo, Gaber, Barra, Albertazzi, Gassman, Bramieri, Garinei, Springsteen e non dimentichiamo le gag di Vittorio Marsiglia, le operette di Sandro Massimini, la straordinaria Melato e altri, tanti, che hanno riempito anni felici! Ricordo la simpatia di Rostropovic, la malattia di Carmelo Bene, la bravura della Sastri, le esternazioni di Grillo, il surreale straordinario Gianfelice Imparato, la scossa del musical Scugnizzi. 50
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IGINA DI NAPOLI direttore artistico con Enzo Moscato e Giovanni Petrone di Casa del Contemporaneo
Napoli città teatro… Da noi il teatro è elemento identitario, è un punto di vista, un panorama carico di evocazioni, un modo di stare al mondo, un bisogno di racconto collettivo.... non esiste una metropoli contemporanea che abbia tanti luoghi dove si esercita la creatività: al momento ve ne sono ben 41 tra grandi e piccoli. E, già che nei momenti più bui i teatri chiudono e gli artisti emigrano, è sicuramente un segno di vitalità e positività. Il teatro è vita o la vita è teatro? Il teatro è un “gioco” dove si può riflettere la vita; uno specchio che può distorcere, imbruttire, abbellire, accorciare, allungare, ingrandire, dimagrire. Aiutarci a far emergere difetti e virtù, guidarci nelle profondità dei sentimenti e in antri poetici. È un gioco rivelatore di aspetti “immortali” delle sensibilità di noi cosiddetti umani. Non a caso, vi sono autori che resistono da secoli. Poi, banalmente, per chi lo fa, si confonde con la vita; ma per le più svariate ragioni pratiche. Gli spettatori napoletani: critici teatrali o amateur? Entrambi, amatori e critici.... è un pubblico tra i più temuti e allo stesso tempo apprezzato da attori e registi italiani e non; per la sua generosa capacità di partecipazione e di trasmettere calore... è un pubblico “vulcanico”, siamo vesuviani in fin dei conti... e per quanto mi riguarda, dopo 40 anni, credo che molto sia cresciuto insieme a noi diventando anche sapiente, di quelli che da soddisfazione. Dietro le quinte: quale la più memorabile delle frenesie? Le più immemorabili frenesie dietro le quinte si consumano nei 10 minuti prima dell’inizio e subito dopo il finale, un attimo prima degli applausi...suppongo sia proprio la medesima adrenalina che assale i pokeristi negli attimi prima di calare le carte e mostrare il punto... Una per tutte, quando Leo de Berardinis, nelle vesti di Charlie Parker, ripartì ben tre volte dall’inizio ad ogni colpo di tosse di uno spettatore; o volle percorrere una trave sospesa in alto senza protezione alcuna.
CLAUDIA MIRRA titolare del Teatro Diana
Napoli città teatro… È città teatrale per eccellenza, il fermento è ovunque. Non a caso, di recente, Gigi Proietti ha commentato che è la più vivace che c’è in Italia. E da tempo si conferma la prima città italiana quanto a fruizione; ciò significa che c’è grande interesse e partecipazione. Abbiamo anche la fortuna che ogni teatro ha un proprio profilo e gli spettatori possono scegliere il cartellone con il genere più adatto. Il teatro è vita o la vita è teatro? Per quel che mi riguarda è praticamente la stessa cosa, non so mai bene dove finisca la mia vita personale e inizi quella teatrale. Sono nata in una famiglia attiva nel settore e sin da piccola ‘ho mangiato pane e teatro’; i miei genitori avevano questa passione che hanno condiviso per tutta la vita, io l’ho ereditata da loro. Per me non c’è una separazione, resta tutt’uno. Gli spettatori napoletani: critici teatrali o amateur? È risaputo, la nostra è una piazza difficile e gli attori, quando vengono a Napoli, hanno timore. Abituato a vedere buon teatro, il pubblico è esigente, difficilmente puoi farlo scemo; i napoletani hanno visto tanto e di qualità, sono di palato fino perché colti e preparati; uno spettacolo può piacere o no, è questione di gusto personale ma l’importante è che sia di livello, che l’attore sia bravo, il testo buono, il regista di valore, l’allestimento di pregio. Dietro le quinte: quale la più memorabile delle frenesie? In teatro la scaramanzia regna sovrana e ciascuno ha i propri riti e fissazioni come considerare un chiodo storto per terra di buon auspicio o il viola di malaugurio. Di ricordi ne ho parecchi sin dall’infanzia; più che alle intemperanze sono legati a certe ritualità introdotte da mia madre Mariolina nell’accogliere i nostri ospiti facendoli sentire a casa. Gli attori sono girovaghi e amano ritrovare piccole familiarità. Così, nel camerino di Pupella Maggio non mancava mai un babà, per Patroni Griffi c’era sempre un gateau di patate, per Christian De Sica è immancabile la scatola dei suoi cioccolatini preferiti.
LARA SANSONE direttore artistico Teatro Sannazaro
Napoli città teatro… La nostra è una città che offre mille spunti. Per gli autori come per gli attori, i repertori di riferimento sono infiniti non solo grazie all’impegno di quanto prodotto da chi ci ha preceduto, ma anche perché basta guardarsi intorno. Napoli è una città avanti in tutto a cominciare dall’ironia che la connota e che è il motore di tutto; ci consente di trovare sempre la soluzione e non certo per la capacità di arrangiarsi, direi piuttosto che Napoli è molto dignitosa. Il teatro è vita o la vita è teatro? Sicuramente la prima. Il teatro è vita nel senso che restituisce una visione della vita e, dunque, spesso aiuta a vivere. Anche perché a volte è la vita stessa a superare il teatro quando ci propone situazioni paradossali che nemmeno il più fervida immaginazione del più esperto degli autori potrebbe partorire. Gli spettatori napoletani: critici teatrali o amateur? Penso che siano dei grandissimi appassionati e in quanto tali, abituati ad andare a teatro, sono ben competenti. Ma i napoletani, proprio perché abituati e avvezzi ad un teatro di qualità con l’esperienza di straordinari autori e interpreti, oltre l’entusiasmo, sono anche critici. Dietro le quinte: quale la più memorabile delle frenesie? Le ansie possono essere tante, specie di fronte all’imprevisto. In teatro ho iniziato, di ricordi ne ho tanti. Uno di questi mi rimanda a quando ero davvero piccola, ero in compagnia con mia nonna Luisa Conte, avevamo spettacolo e stavamo andando in teatro quando ci trovammo di fronte ad una città letteralmente impazzita: c’era stata una mareggiata, a Mergellina era tutto bloccato e non c’era luce da nessuna parte ma il teatro pieno, con un pubblico impaziente che voleva a tutti i costi lo spettacolo: fu impossibile accontentarlo, Napoli era completamente in tilt. Blackout totale di 30 minuti anche durante una replica del Cafè Chantant ma lì riuscimmo a continuare andando a braccio, giocando con gli spettatori sino al ritorno della corrente. 51
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#leggèra
a caccia di libri. letteratura, romanzi, gialli, testi zen, fantasy, letture per ogni appassionato di Lucia Nicodemo
Se dovessimo utilizzare un solo aggettivo per descrivere l’autunno letterario 2018, questo sarebbe: variegato. Varietà di autori, con penne esordienti affiancate da autori amati, premiati e molto venduti. E varietà di generi con saghe familiari, romanzi dal sapore autobiografico e saggistica di stampo narrativo. Unico comune denominatore in molti casi, l’attenzione all’Oriente. Sul fronte pesi massimi, scendono in campo Dave Eggers, Jeffery Eugenides, Annie Proulx, Julian Barnes, Murakami e un inedito Roth. Ad altre latitudini ritroveremo anche Tahar Ben Jelloun e l’egiziano Ala al Aswani. Quest’ultimo con Sono corso verso il Nilo, ha deciso di ambientare il suo romanzo durante il primo giorno della rivoluzione di piazza Tahrir del 2011; e lo scrittore marocchino, di casa a Napoli, si muove nello stesso mood sociale e politico. In La punizione, Ben Jelloun racconta – infatti – una storia di ingiustizia cioè la detenzione di novantaquattro studenti, puniti per aver manifestato pacificamente nelle strade delle
grandi città del Marocco nel marzo del 1965. Fra questi ragazzi c’è anche Tahar Ben Jelloun, uscito vivo da tutto questo quasi per miracolo, salvato indirettamente dal colpo di stato del 1971. Completamente diversi i nuovi racconti di Eugenides, dove ritroveremo molti tra i personaggi più emblematici dei nostri anni nel suo Una cosa sull’amore. Molta attesa registra anche la Proulx. Saprà Pelle di corteccia scaldarci il cuore come Gente del Wyoming? Libro conosciuto ai più solo dopo la visione del meraviglioso film I segreti di Brokeback Mountain, da cui appunto era tratto. Ora la scrittrice americana – vincitrice di un Pulitzer e di un National Book Award - si cimenta con un avventuroso XVII secolo. Se invece per voi non esiste altro se non Roth, i suoi saggi letterari – alcuni inediti – di Perché scrivere saranno un nuovo modo di approcciarsi a lui.
€ 15
IN VETRINA
Leandro Del Gaudio TI CHIAMO TRA UN MINUTO Rogiosi Editore
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Autori vari CANAPA Ad Est dell’Equatore
Christian Capriello e Felix Policastro Armando Grassitelli TEPUI COME LE STORIE Terre Blu CHE COMINCIANO La bottega delle parole
Lello Marangio ANCHE MARANGIO NEL SUO PICCOLA S’INCAZZA Ailas
Leggete solo italiani? Anche qui non avrete che l’imbarazzo della scelta tra un ritrovato Baricco che in The Game ci da la sua visione della rivoluzione tecnologica; fino al nuovo Wu Ming. Dal prolifico Andrea Vitali al Leone di Paola Mastrocola che – i bene informati – dicono non tradirà le aspettative dei suoi molti fan. Un posto al sole anche per due napoletani, agli antipodi tra loro ma altrettanto amati dai propri lettori. Raffaele La Capria porta a spasso i suoi 95 anni nel racconto di importanti incontri letterari novecenteschi narrati in Il fallimento della consapevolezza. E Maurizio De Giovanni addirittura raddoppia: accanto ad un nuovo episodio dei Bastardi di Pizzofalcone, ci sarà anche la sua prima creatura sotto il marchio Sellerio, Dodici rose a settembre. E infine sarà caldissimo il prossimo autunno per quel che riguarda il mondo noir e thriller. Storia e spionaggio con Arturo Perez-Reverte e con Wilbur Smith. Malavita e adrenalina con Jeffery Deaver e Michael Connelly che ci presenta la sua nuova detective. Mentre a Valerio Evangelisti dobbiamo il nuovo capitolo della saga fantasy dedicata all’inquisitore Nicolas Eymerich: arriva Il fantasma di Eymerich. Tutto questo è troppo per voi? Non reggete il peso delle novità? Non temete: c’è sempre un buon vecchio classico in cui rifugiarsi. Adelphi porta in libreria la nuova raccolta di Georges Simenon, Il morto piovuto dal cielo e Il signore delle anime di Irene Nemirovsky. Libro scritto nel 1939 ma estremamente moderno per la tematica affrontata ovvero le difficoltà di un emigrato a mettere radici in una terra che gli è ostile. In questo caso la Francia nei confronti di un medico di origini sovietiche. E infine una chicca: Fazi, che ha portato in Italia la saga dei Cazalet e con essa il talento di Elizabeth Jane Howard, della stessa autrice ha tradotto e pubblicato Cambio di rotta. All’uscita, nel 1959, questo romanzo fu incluso insieme a Lolita di Nabokov fra i migliori libri dell’anno da The Sunday Times ed è attualmente in fase di lavorazione un film tratto da questo romanzo, con regista e protagonista l’attrice inglese Kristin Scott Thomas.
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Il fascismo si cura leggendo, il razzismo viaggiando
ILARIA,
#coverthetop
E LE SUE IDEE CON DELLE LINEE INTORNO di CARMINELUINO
Ilaria Grimaldi, illustratrice, nata a Napoli. Possiede due cani, un tunnel carpale e una laurea in lettere moderne nuova, mai usata. Laureata in lettere moderne con una tesi sull’illustrazione. Per descrivere i tuoi esordi lavorativi sceglieresti un’immagine o mille parole? Dopo una laurea in lettere e una tesi in iconografia, ho studiato grafica e illustrazione e ho iniziato a lavorare in agenzia. Ma da sempre, per deformazione, nonostante i miei studi umanistici, anzi forse proprio grazie a quelli, sono convinta che una immagine possa riassumere molte parole. Nei tuoi lavori si colgono molti omaggi agli affichistes del passato. Quali sono i tuoi maestri di riferimento? Sono da sempre un’appassionata del manifesto pubblicitario, dai manifesti dei magazzini Mele a Napoli di fine ottocento a quelli futuristi, a tutta la cartellonistica degli anni 50 fino al segno di Saul Bass. Ho studiato tanto e di tutto in questo senso ma sono innamorata di alcuni autori da anni, come Milton Glaser e Saul Steimberg, fino a Tullio Pericoli e Bruno Bozzetto. Faccio mia la sua citazione che dice che il disegno non è altro che un’idea con una linea intorno.
Ilaria, autoritratto fumante
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San Gennaro
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Always on my mind
The blue week
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Il talento
Siamo fatti del 90% di ansia
La musica e il cinema, altra tua passione. Entrano di prepotenza nei tuoi lavori. Come per tutti i nerd degli anni ‘80, tutti i miei lavori nascono da queste mie fissazioni cinematografiche e musicali e trasudano citazioni non necessariamente coltissime. Cult ma non coltissime. Negli anni ho avuto la fortuna di unire queste passioni quando mi hanno dato l’opportunità di curare i poster per alcuni festival di cinema e di animazione come il Rabbit Fest a Perugia e O’curt a Napoli. Adesso ci sono le serie tv che sono la mia ultima mania, come credo un po’ per tutti, e se potessi creerei un poster per ogni serie di cui mi innamoro.
damente meridionale nel mio modo di essere e ho potuto viaggiare tanto negli anni, abbastanza per non sopportare quelli che ci vivono continuando a lamentarsi ogni minuto. O quelli che se ne sono andati ma continuano a vivere da esiliati, o ancora quelli che se ne sono andati e rinnegano anche il loro accento. Progetti futuri? Continuare a fare quello che faccio, lavorare nella comunicazione e nella pubblicità, ma mi piacerebbe disegnare un libro. E non è detto che non ne abbia già uno nelle cartelle del mio computer a cui lavorare.
Che rapporto hai con la nostra terra? Il classico odio/amore? Sono napoletana e pur avendo la fortuna di poter lavorare con realtà diverse a livello nazionale e internazionale, non me ne sono mai andata. Ci sono molte cose che mi irritano di questa città e del nostro modo di viverla, ma sono profon61
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#foodtour
gusto
Ravioli62 di Waygu magazine (ravioliparty ripieni di carne waygu, tzuma di zucchine e purea di zucca)
fusion giapponese foto di ROMOLOPIZI
IL GIAPPONE È LONTANO, IL GIAPPONE È VICINO. VIA NISCO, A NAPOLI, TRA VIA DEI MILLE E IL LARGO FERRANDINA, RISERVA, TRA LE SCINTILLANTI VETRINE DI GIOIELLI E LE MORBIDE ESPOSIZIONI DELLA SARTORIA NAPOLETANA, LA SORPRESA DI UN FIORE D’ORIENTE SBOCCIATO PER INIZIATIVA DELLE SORELLE LUIGIA ALBERTA E FABIANA CHIACCHIO, UN FIORE DAL NOME FASCINOSO, OTORO81, UN FIORE DI LOCALE DOVE L’ELEGANZA, IL GARBO, LE PARETI DI VEGETAZIONE STABILIZZATA, GLI ARREDI DI DESIGN, LE OPERE D’ARTE, IL BANCONE, I TAVOLI, LE LUCI CREANO UN’ATMOSFERA RAFFINATA, PROPRIA DELLA DELICATA CULTURA GIAPPONESE.
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Crispy rice roll
Entrando da Otoro81 si è rapiti in un mondo particolare, leggero, chiaro, orientale, una suggestione immediata. Ed è qui che Diyan Weerapura dello Sri Lanka, bel viso bruno e baffetti leggeri, in reazione alla madre che non sapeva cucinare, racconta come sia diventato in un lungo soggiorno in Giappone un sushi-chef prima di stabilirsi a Napoli per preparare, nella cucina a vista di Otoro81, i suoi piatti magici con la leggiadria e la delicatezza di un pittore naif. Ringrazia in particolare lo chef Yohei Yamada e l’esperienza fatta con Roberto Okabe al Finger’s Garden e con Antonio D’angelo all’Armani Nobu di Milano, e spiega che Otoro è la parte ventresca più vicina alla testa dei tonni, prelibatezza unica di colore rosa, e che il numero
Tempura Mix Tartare di tonno (wakame croccante, teriyaki balsamica) 64
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Tartare di salmone (salsa teriyaki, avocado, olio al tartufo)
65 Saccottino. Sfoglia di pasta Leonessa ripiena di crudo di Parma party di magazine in centrifuga di mela verde, carpaccio di cernia e spuma mozzarella
Orata Kombujime (filetto di orata saltato, salsa alle vongole, wakame, asparagi) 81 è il prefisso telefonico di Napoli e il prefisso per chiamare il Giappone, e così dirada il “segreto” di un nome e di un numero misteriosi e suggestivi. Ed ecco che, con la leggerezza e l’eleganza tipicamente orientali, il ristorante giapponese di via Nisco, che non è un ristorante ma il salotto del buon gusto e del cibo squisito, il cotto e il crudo di pesce, di carne, di verdure, diventa una giostra silenziosa di portate dai profumi delicati e colori tenui. E il piatto sovrano può essere l’orata kombujime, filetto d’orata saltato, salsa alle vongole , wakame e asparagi, o il merluzzo nero d’Alaska oshitashi di friarielli, merluzzo marinato in salsa miso con oshitashi di friarielli. La semplice descrizione, decisamente maliarda per l’originalità dei componenti, sottrae immediatamente i frequentatori al caos della vita di fuori per attrarli in una dimensione fiabesca. I ravioli di wagyu, il sashimi di ricciola in salsa piccante, i granchi morbidi, i rolls, il maialino hatcho miso, il tataki di tonno, la tempura, e tanto altro sino alla frutta a gusci e ai dolci di Federico di Persio, gli irresistibili cilindri di nocciola, sono solo una piccola varietà del menù di Otoro81, che viene rielaborato mese per mese. Una cantina di vini pregiati e delle eccellenze di piccoli produttori è pronta per accompagnare il cibo, e dello champagne da Selosse a Krug. 66
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New style sashimi
Carpaccio di ricciola Tonno shiso croccante (tonno, foglie di shiso,tempurako, salsa peruviana) Branzino Gambero rosso roll
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Millefoglie scomposta con stracciata di bufala, frutti di bosco, crumble alle mandorle
Provare per credere, si suol dire. Si può fare un’affacciata e gustare i coktail speciali, l’Otoro Mule 81, il Sake Mojito, il Ninki, che sono l’invito a restare e a rimanere stupiti e soddisfatti, rimborsati dalla cordiale e calda accoglienza del personale. Il Giappone è lontano. Il Giappone è vicino, in via Nisco.
Salmone Aburi (salmone, maionese piccante, pistacchio, salsa teriaki)
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OTORO81 Via Nisco 21 Napoli Tel 081.426570 reservation@otoro81.com www.otoro81.com
Namelaka con cioccolata al latte su sbriciolata di pan di spagna al cioccolato fondente e gelato
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#chezchef
in cucina con... gianluca balestrieri Giovane food blogger napoletano, è amante della buona cucina, soprattutto quella tradizionale. Iperattivo sui social, vanta oltre 15mila follower su Instagram e Facebook. Assaggia prodotti, gira per locali, recensisce piatti e posta foto “in maniera poetica”, che vengono commentate dai suoi seguaci. Inoltre, si diverte a intervistare ristoratori e chef stellati, che poi posta nelle sue storie intitolandole: “Gli episodi di #giabalintour”. Laureato in Scienze della Comunicazione con percorso specializzato in comunicazione enogastronomica, è stato più volte intervistato da ilmattino.it e l’agenzia di stampa Omnia Napoli e collabora con diverse testate giornalistiche. Opera come Kay account Manager di una nota società di consulenza nel campo della sicurezza e della formazione dei lavoratori. Si tiene in forma attraverso palestra e sport e pratica nuoto, così da potersi permettere anche il “lusso” della buona cucina, conservando la liena. Appassionato delle due ruote possiede una moto d’epoca trasformata a Café racer che definisce la sua “baby”. La cucina resta però il suo grande amore, a cui non rinuncia mai. Si cimenta spesso ai fornelli, e organizza pranzi e cene a casa con gli amici, sbizzarrendosi sempre con nuove ricette.
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NERO DI SEPPIA 2.0 per 4 persone
• Tonnarelli al Nero di Seppia (pasta fresca) 400g • Pomodorini Gialli Datterino 250g • Stracciata di Bufala Campana 300g • Olio extravergine d’oliva q.b. • Sale q.b. • Pepe nero q.b. • Basilico
Prendete una pentola, riempitela d’acqua e portatela a ebollizione. Nel frattempo sciacquate i pomodorini gialli qualità datterino e tagliateli a metà. Prendete una padella, mettete un ottimo olio extravergine d’oliva, aspettate che sia abbastanza caldo e saltate i pomodorini con un goccio d’acqua e del basilico. Abbassate la fiamma e coprite. Prendete la stracciata di Bufala Campana, eliminate l’acqua in eccesso e mettetela in un recipiente. Salate l’acqua una volta raggiunta l’ebollizione e buttate i tonnarelli al Nero di seppia. Aspettate 3/4 minuti, scolate la pasta al dente e conditela direttamente nella padella dei pomodorini, aiutandovi con un mestolo. Spadellate, aggiungendo un po’ di pepe e basilico fresco. Spegnete il fuoco, aggiungete la stracciata di Bufala un po’ alla volta e amalgamate il tutto. Impiattate con creatività e buon appetito.
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#mammalemamme
di VALERIAPRESTISIMONE
Ormai il ritorno tra i banchi di scuola sembra quasi un ricordo lontano ma dopo i lunghi mesi della pausa estiva mi sembra doveroso accennare alle sensazioni che provano bambini e genitori. Con le nuove cartelle, con la mente e il cuore colmi di ricordi estivi, con la pelle ancora abbronzata e la voglia, almeno per il primo giorno, di rincontrare gli amici e le maestre diciamo pure che il ritorno a scuola, ancor di più per i bambini che frequentano la scuola primaria ha ancora quel sapore e quel gusto, forse un po’ perso con il tempo, di riscoperta e di piacere verso gli amici che si ritrovano. Poi, ovviamente, si diventa più grandi e l’uso dei telefoni annulla questo desiderio perché i contatti restano continui anche nei mesi estivi. Per i genitori si ritorna a organizzarsi tra impegni vari, compiti e voglia di tempo libero. I compiti? Questi odiati compiti. C’è la maestra severa che ritiene che i bambini debbano studiare molto, quella più giovane che concede più tempo libero il pomeriggio, quella che non assegna (WOW, dicono in coro i bambini), quella che assegna il giusto… ecco diciamo pure che quest’ultima ipotesi è quella che fa bene a tutti: ai genitori, ai bambini e anche alla maestre. Sempre che il
lavoro sia in tandem, tra scuola e famiglia, perché se a scuola i compiti vengono spiegati bene e i bambini sono attenti, a casa il lavoro è più facile. Ma ridiamoci sù e pensiamo a tutto quello che di divertente è girato sui social alla vigilia del fatidico primo giorno. Ci sono post per tutti i gusti, dalla foto del bambino con la cartella e il post della mamma “ora inizia la mia di vacanza”, a foto divertenti che ritraggono genitori con bottiglie di champagne pronti a brindare. E invece io una nota di romanticismo la provo ed è stato molto bello sentire mia figlia, Benedetta, che il primo giorno di scuola alla sua quarta elementare mi dice mentre arrivavamo al cancello: - “Mamma, mi batte fortissimo il cuore”. Io auguro a tutti i bambini che stanno diventando grandi, di conservare l’emozione del primo giorno di scuola verso tutto quello che di nuovo intraprendono nella vita e proprio su questo tema ho chiesto a tre bambini, Giorgia Di Gennaro, Chiara Gaudino e Filippo Manna di 7 anni, cosa si aspettano dal nuovo anno scolastico e come vivono il loro ritorno tra i banchi.
COSA HAI PROVATO IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA? Sono stata molto contenta perché ho incontrato di nuovo tutti i miei compagni di classe e le mie dolci maestre. SEI EMOZIONATA PER IL NUOVO ANNO? Sono emozionata perché frequenterò la seconda elementare ed imparerò tante cose nuove che mi faranno crescere. COSA TI ASPETTI DI BELLO E DI BRUTTO? Di bello mi aspetto che ci saranno tante cose nuove da imparare, tante feste a cui partecipare e tante mattinate da passare con i miei amici studiando in allegria. Di brutto non mi aspetto nulla in particolare e spero di non dover fare tanti compiti! CHI SEI PIÙ FELICE DI RIVEDERE IN CLASSE? Sono felicissima di rivedere la mia migliore amica Ginevra e la mia maestra preferita di cui non dico il nome per non far dispiacere le altre! 72
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Giorgia Di Gennaro
COSA HAI PROVATO IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA? Sono stata davvero molto felice, mi piace molto, ero emozionatissima. SEI EMOZIONATA PER IL NUOVO ANNO? Sarà divertentissimo anche se credo che devo studiare molto. COSA TI ASPETTI DI BELLO E DI BRUTTO? Di bello ci sono tanti nuovi bambini e mi fa piacere conoscerli, di brutto credo che mi aspetteranno molti compiti. CHI SEI PIÙ FELICE DI RIVEDERE IN CLASSE? Sono felice di aver rivisto Azzurra che è la mia amica del cuore.
Chiara Gaudino COSA HAI PROVATO IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA? Il primo giorno di scuola non ho provato niente di bello ma solo tanta tristezza perché sono finite le vacanze.
Filippo Manna
SEI EMOZIONATO PER IL NUOVO ANNO? Sono molto emozionato perché ho una nuova maestra. COSA TI ASPETTI DI BELLO E DI BRUTTO? Di bello che rivedo tutti i miei amici e di brutto che il pomeriggio dovrò studiare. Di brutto non mi aspetto nulla in particolare e spero di non dover fare tanti compiti! CHI SEI PIÙ FELICE DI RIVEDERE IN CLASSE? Sono felicissimo di rivedere Stefano, Luca, Cesare, Mimì, Jacopo, Paolo, Giuseppe, Riccardo, Manu, Salvio e… un poco anche le maestre!
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#style
ph. Romolo Pizi 74
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PRONTI PER LA FATTURA ELETTRONICA QUATTRO GIOVANI NAPOLETANI LANCIANO LA SFIDA TECNOLOGICA PER LE PMI CON LA LORO SOFTWARE HOUSE. SEMPLIFICARE L'AVVENTO DELLA FATTURA ELETTRONICA CHE DAL 2019 SARÀ OBBLIGATORIA PER TUTTI. CON LATUAFATTURAELETTRONICA.IT TI GUIDANO PASSO PASSO PER AIUTARTI A GESTIRE QUESTO IMPORTANTE CAMBIAMENTO.
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scopri quanto può essere semplice
latuafatturaelettronica.it Il servizio latuafatturaelettronica.it comprende: • Software fatture in cloud • Servizio di Assistenza telefonica • Formazione personalizzata (telefonica o presso la loro sede, nei pressi di piazza Mercato) • Configurazione del software a carico di uno specialist • Gestione completa della fatturazione elettronica (invio, firma, conservazione a norma) • Collegamento software con il proprio Commercialista.
Quando l’obbligo diventa opportunità. Insomma per legge dovremmo tutti fatturare elettronicamente, ma si tratta di una grande opportunità, perchè ci prepariamo a degli importanti cambiamenti: con l’estensione della fatturazione elettronica ai rapporti tra privati, a partire dal 1° gennaio 2019, EDM Informatica offre l’opportunità di un’ulteriore automazione, sia nei processi aziendali che nell’ambito dell’attività professionale, convertendo tempo e risorse su attività più utili e remunerative. L’obbligo dunque, se da un lato spazza via le modalità tradizionali di registrazione, dall’altro apre la via a cambiamenti davvero importanti e fondamentali per l’attività di PMI e professionisti, attraverso la digitalizzazione dei processi di emissione e ricezione
delle fatture elettroniche. EDM Informatica è la software house napoletana da sempre sensibile ai bisogni del mondo imprenditoriale, che ha trovato in TeamSystem un solido partner con cui condividere valori, obiettivi e percorsi di crescita. Da tempo porta avanti la campagna di Digital Transformation per aziende e studi professionali e, grazie ai tanti risultati raggiunti, ha ottenuto per ben 10 volte il riconoscimento di “Partner TeamSystem dell’anno” conseguendo, inoltre, tutte le certificazioni per l’utilizzo dei software ALYANTE e LYNFA. L’obiettivo è l’evoluzione del tessuto economico e imprenditoriale attraverso la trasformazione digitale delle procedure, il miglioramento dei sistemi di interpretazione dei dati e un rinnovato metodo di interazione con il cliente. I numeri parlano chiaro: oltre 1600 utenti clienti, con i quali EDM collabora seguendo i principi del reciproco rispetto, della trasparenza e della professionalità. Migliaia di progetti realizzati e nuovi grandi piani da attuare. Migliaia di consulenze all’attivo e innovativi software realizzati per piccole, medie e grandi aziende. 24 anni di attività, 20mila quesiti evasi nel 2017, 9,3 minuti la durata media per intervento, 68% quesiti risolti entro un’ora.
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GRAN GALÀ CON LE STELLE AL PUNTA MOLINO
Una rotonda sul mare cantava Fred Bongusto. E quella stessa rotonda del ristorante O’ Rangio Fellone nel Grand Hotel Punta Molino ha ospitato il Gran Galà organizzato da Eugenio e Patrizia Ossani. Qui si è svolta la grande festa dell’Ischia Global Fest condotta da Pascal Vicedomini, con premiazione speciale di Andrea Bocelli. Premiato anche Enzo Gragnaniello che ha dedicato la canzone Mare al cantante toscano. Tanti altri nomi noti tra cui: Marcello Fonte, Palma d’Oro a Cannes come migliore attore per il film Dogman, i Manetti Bros, Paolo Genovese, Lily Collins, figlia di Phil conosciuta per la serie Les Miserables. Il menù offerto ai numerosi ospiti era ispirato ai miti holliwoodiani: l’antipasto “Richard Burton” con tartare di gambero rosso marinata all’arancia, arachidi tostate e burrata; il primo piatto “Elizabeth Taylor” con chicche di patate in bouillabaisse di gallinella e fiori di zucca; il secondo “Luchino Visconti” con filetto di branzino in beccafico con rucola in guazzetto mediterraneo e il dolce “Sofia Loren” con capriccio ischitano in croccante sfogliato. Ph. Romolo Pizi
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OMAGGIO AI BEATLES IN TERRAZZA
Napoli prima tappa del concerto “The Beatles forever”, omaggio in chiave jazz – pop – rock a 50 anni dalla prima uscita dell’ormai mitico White Album a cui è ispirato, con Party Magazine media partner dell’evento. Sulla terrazza dell’Hotel San Francesco al Monte, i 45 elementi dell’orchestra ritmo-sinfonica del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento diretta dal Maestro Gianluca Podio hanno presentato in anteprima la rilettura di alcuni brani dei Fab Four con arrangiamenti originali. Podio, ha già lavorato al fianco di Ennio Morricone e di Pino Daniele. “Una visione musicale estesa, ampia ed eterogenea in cui anche diversi stili si incontrano: il jazz, il rock, il pop e anche stilemi classici, lasciando spazio alle improvvisazioni dei solisti di chiara fama internazionale in una dimensione personale in cui ciascun musicista è indipendente e complementare all’armonia dell’ensemble”.
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MY STYLE BAGS PARTY Un altro evento di successo organizzato dalla PL MANAGEMENT di Fabio Ummarino: un cocktail party a cura di Carola Gentile e il suo G Catering per l’inaugurazione della boutique My Style Bags a Napoli in Via Cavallerizza. Oltre 200 gli ospiti accorsi incuriositi dalla nuova collezione P/E che prevede borse e accessori completamente personalizzabili. Moda, glamour, originalità le parole d’ordine di questa collezione di borse già diventate un must have per tutte le addicted napoletane e non solo. ph. Francesco Artistico
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SWING PARTY PER I 5 ANNI DI STAIRS COFFEE A tutto swing! Via Luca Giordano si è trasformata in una pista da ballo anni ’50 per festeggiare i cinque anni di attività di Stairs Coffee. Protagonisti i ballerini professionisti del Cotton Swing. Atmosfera vintage, drink, caffè, aperitivo per tutti. E poi un make-up corner con truccatori e parrucchieri professionisti, un angolo photo boot dove scattare foto per i social network e un ricco buffet rigorosamente anni ’50 curato da Mr Foody e Birra Menabrea.
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LIFESTYLE
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EVENTS
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PUBLIC RELATIONS
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I DRINK PINK
“I Drink Pink”: il rosa protagonista dell’esclusivo evento organizzato da Città del Gusto Gambero Rosso sul Roof Garden del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo. Wine tasting con i sommelier della AIS Campania, tanti interessanti seminari per i numerosi appassionati e un’atmosfera coinvolgente per pubblico e addetti ai lavori. Una serata all’insegna del vino e del gusto che ha visto protagonisti i migliori rosé italiani selezionati da Nord a Sud dagli esperti del Gambero Rosso. L’evento era rivolto a tutti, dai sommelier agli appassionati, dai produttori agli assaggiatori e, naturalmente, anche a tutti i consumatori più curiosi, che hanno assaporato vini freschi, piacevoli e di grande bevibilità.
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LO STILE SENZA TEMPO DI MARINELLA
L’elegante Salone degli Affreschi della Maison Marinella ha ospitato l’evento HEADSCARF SS18 Texture Summer Party promosso da Alessandro Marinella con la collaborazione di PL MANAGEMENT di Fabio Ummarino. La capsule collection che è stata presentata per la stagione estiva si è ispirata agli anni ’60 e alle sue splendide dive, giocando con la seta e unendo modernità e stile senza tempo.
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SUNSET MALANDRINO PARTY Party chic a Posillipo per l’apertura del nuovo lounge bar sul mare di Palazzo Petrucci, inaugurato con l’evento “Sunset Malandrino” organizzato da Visivo Comunicazione. Il Malandrino, il nome davvero frizzante come l’atmosfera che lo avvolge, è il nuovo lounge club del ristorante stellato di Edoardo Trotta e Lino Scarallo. Grandi e luminose vetrate, design contemporaneo e una grande postazione cucina KitchenAid che ha visto lo chef Scarallo cucinare per oltre trecento ospiti accolti da Valeria Viscione e Ludovico Lieto. In più la pizza di Davide Ruotolo di Palazzo Petrucci Pizzeria, degustazione di pizze fritte dell’Antica friggitoria Masardona e le birre artigianali Karma. Colonna sonora dell’esclusivo happening il sound Lunare Project accompagnato dalle esibizioni circensi della compagnia Aerial District.
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AUDI IS MORE!
L’avanguardia e la tradizione per l’opening della nuova concessionaria Audi a Napoli targata A&C Motors, che ha inaugurato con un party affollatissimo di amici e clienti accolti in via Pisciarelli dai titolari Carlo e Alfonso D’Apuzzo, che insieme al direttore vendita di Audi Italia Vincenzo Vavalà hanno presentato a fine serata i nuovi modelli della casa automobilistica con l’immancabile rito dell’unveiling: l’Audi Q8 e le Audi A6 Berlina e Avant. Ad applaudire, tanti imprenditori napoletani e gli immancabili volti noti della movida napoletana, coccolati per l’occasione anche dalle pizze napoletane realizzate in loco da Enzo e Ciro Coccia, che come ben sanno i gourmand occupano il primo posto di una classifica speciale che gli assegna la primogenitura della pizza realizzata con ingredienti di qualità. Ad animare il party ci hanno pensato invece i musicisti di “That’s Napoli“, band di quasi trenta elementi che ha spaziato in un repertorio vastissimo della canzone napoletana classica con le sonorità del linguaggio popdance. Al loro fianco, i professionisti della console di Lunare Project, a loro volta hanno proposto percorsi musicali alternativi frutto di una continua sperimentazione e ricerca che hanno conquistato anche l’organizzatrice dell’happening Valentina Mercurio, responsabile marketing A&C, Vincenzo Moriello di Work in progress, i pr Guglielmo Adrasto e Fabio Ummarino. Ph. Francesco Artistico
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PARTY PER LA VITA All’Arena Flegrea più di 700 persone hanno partecipato al Galà di beneficenza “Party per la Vita” promosso da A.V.E.P. Onlus, associazione benefica che da anni raccoglie fondi in favore del Reparto di Ematologia dell’Ospedale Pascale di Napoli. Musica, danze e buona cucina: questi gli ingredienti della festa animata dalla Raoul and Swing Orchestra e da dj Marcello Niespolo, che hanno fatto scatenare gli ospiti fino a notte fonda. Francesco Orefice, presidente della AVEP Onlus, e Antonello Pinto, direttore del dipartimento di ematologia del Pascale, hanno mostrato i risultati raggiunti fino a ora: 1.883 interventi di assistenza domiciliare gratuiti (comprese trasfusioni) e circa 750 mila euro raccolti dal 2009. Ph. Lorenza Della Volpe
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GOLDEN&WHITE PARTY Tanto bianco, tanto oro e tanti sorrisi per i 60 anni del Professor Antonio Orlando, che ha festeggiato il compleanno in un’atmosfera tropicale sulla spiaggia del Lido Fortuna di Pozzuoli. Ad abbracciare Orlando tanti amici accorsi da tutto lo Stivale, ma soprattutto la compagna Lina Carcuro e i figli Giuseppe, Lucrezia e Grazia. La musica di dj Capocelli e della Easychic Orchestra ha fatto ballare gli ospiti fino a tarda notte. Diverimento, bollicine, tanti sorrisi sotto le stelle e gran finale con i fuochi d’artificio: dettagli curati dalla professionalità di Van Ideas di Nanni Resi e Verena Celardo, che ha reso i festeggiamenti davvero unici. ph. Mario Iovinella
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LELLORAF BIG PARTY Un intero weekend, 500 persone, tre grandi eventi per celebrare il compleanno del mitico Lello Cercola, ex presidente della Mostra d’Oltremare e amatissimo professore universitario. Alla galleria Spazio Nea l’inaugurazione della mostra della sua collezione di artesitario della città contemporanea (“OPEN\1, Esposizione pubblica di una collezione privata”) con sorpresa finale: la genovese di polpo dello chef Mario Avallone, il convegno “Marketing e Territorio“ ospitato dalla Biblioteca BRAU dell’Università Federico II in Piazza Bellini, e last but not least il grande party con la musica di dj Dario Guida. La chicca riservata agli invitati: la visita alla chiesa di Sant’Antoniello a Port’Alba, per la quale Cercola ha chiesto una donazione per il restauro di opere artistiche e il concerto di Pietra Montecorvino e Luca Amitrano seguito dalla performance di videoart di Alessandra Franco. ph. Studio Caramiello e Roberto Della Noce
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GOSSIP NAPLES PER BIANCA Napoli come Manhattan. L’Agorà Morelli trasformato nel lussuoso Upper East Side per festeggiare in grande stile i diciott’anni di Bianca Visocchi che si è ispirata alla nota serie TV Gossip Girl. Dresscode richiesto: glamour and luxury, degno di Serena Van Der Woodsen e Blair Waldorf. Tantissimi ed elegantissimi gli amici intervenuti a ballare e brindare con la splendida Bianca accompagnata dai genitori Simona De Divitiis e Cristiano Visocchi e dalle sorelle Annamaria e Costanza. Una festa di cui si parlerà per tanto tempo ancora… ph. Marco Baldassarre
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PRINCIPESSA IN ROSSO Un abito rosso fuoco creato su misura per lei da Maria Pia Guadagno, una grande festa a Villa Scipione con la cura dei dettagli a cura del noto wedding planner Elio Dellarosa: Palma Festoso ha festeggiato in grande il suo ingresso nella maggiore età . Musica e divertimento le parole d’ordine, e davvero numerosi gli amici che hanno ballato fino a tardi con la musica dei dj set di Carlo Scotti e Gianluca Festivo. Ph. Marco Baldassarre
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miacommunication.it
VILLAGE LOUNGE APERITIF BAR Via Marino Falconi ,1 • San Sebastiano al Vesuvio (Na)