Party Magazine - Spring Edition 2017

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spring edition 2017

#pop #primavera #photo



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#editoriale DI CHE SEGNO DI PUNTEGGIATURA SEI?

©carmine luino

«Ormai non scriviamo più in italiano, ma in e-taliano», afferma il linguista Giuseppe Antonelli: dai cyberpionieri al salto con l’hashtag, passando per le leggende metropolitane sugli effetti del computer e sulla lingua degli sms. E la cara vecchia punteggiatura che fine ha fatto? Negli ultimi anni, dai messaggini ai programmi di messaggistica istantanea, ci si trova sempre più spesso nella situazione di dover comunicare il maggior numero di cose nel minore spazio possibile e senza la benchè minima voglia di sforzarsi. Ed ecco che la cara vecchia punteggiatura ne fa le spese. Inventata nell'antica Grecia, ha svolto principalmente due funzioni: una sintattica, ovvero la divisione dei vari elementi della frase e una emotiva-intonativa, che suggerisce con che enfasi o intonazione interpretare la parte di frase precedente o successiva. E proprio quest’ultima funzione si è espansa a dismisura. Ben Zimmer, linguista e direttore del sito Vocabulary.com ha spiegato: «La punteggiatura “digitale” trasmette più informazioni di quella che usiamo in altri testi scritti perché deve comunicare tono, ritmo ed emozione, piuttosto che indicare la struttura grammaticale di un testo. Persino un periodo poco complesso può essere arricchito di un significato speciale». Insomma, l'uso della punteggiatura finisce per affidarsi ai sentimenti personali, sempre più lontano dalla grammatica, sempre più creativo, ma che alle volte crea confusione. Capita a tutti ogni giorno di non comprendere bene il significato di una frase o di interpretarla nel modo sbagliato. Perchè ha messo tre punti esclamativi? Per non parlare dell'influsso che hanno le emoticon. Finirà che ci chiederanno invece del segno zodiacale, il segno di punteggiatura: sei del segno della virgola, punto e virgola, punto interrrogativo o punto esclamatvo? Come ha detto Ben Crair: «Cercare i significati nascosti nell’utilizzo altrui della punteggiatura può farti diventare pazzo. Arrivati a questo punto, io ho semplicemente sospeso il mio giudizio a riguardo». Intanto una virgola ha fatto vincere una causa a un gruppo di camionisti. Una corte d’appello del Maine ha deciso di dare ragione ai lavoratori per l’assenza di una virgola nella legge che regolava il pagamento dei loro straordinari. Federica Riccio

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Napoli - Piazza Santa Caterina a Chiaia 12 - Via Luca Giordano 78 - www.albano.it


editore Lula Carratelli lulacarratelli@partymagazine.it direttore responsabile Mimmo Carratelli direttore editoriale Federica Riccio federicariccio@partymagazine.it art director Carmine Luino fotografie Romolo Pizi editing e revisione testi Evelina Pessetti redazione Ciro Ardiglione Francesca Cicatelli Paola De Ciuceis Cristiana Giordano Lucia Nicodemo Irene Saggiomo Valeria Valerio segreteria e pubblicitĂ Barbara Riccio segreteria@partymagazine.it commerciale@partymagazine.it amministrazione Enrica Fiordiliso amministrazione@partymagazine.it hanno collaborato Giuseppe Attanasio Marco Baldassarre Valerio Ciaccia Cristiano Chianese Luigi Di Gennaro Valentina Nasso Silvia Pepe Valeria Prestisimone Silvia Restaino Matilde Rocca special thanks Luigi Necco stampa Grafica Metelliana spa www.graficametelliana.com finito di stampare marzo 2017

Edito da M.I.A. srl Via Cuoco, 5 - 80121 Napoli www.partymagazine.it info@partymagazine.it reg. trib. di Napoli del 17.03.2016 Del contenuto degli articoli e degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. Ăˆ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da M.I.A. srl



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party maga spring 2017 ro 2

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spring edition 2017

#pop #primavera #photo

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#JUKEBOX di Lula Carratelli

28 #FISCHIOFINALE di Mimmo Carratelli

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#PICOFTHEDAY

30 #PEOPLE di Federica Riccio

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#GIGICHICMIMMOSHOCK di Mimmo Carratelli e Gigi Necco

38 #CIAK di Valerio Ciaccia

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#PEACEANDLAW di Luigi Di Gennaro

44 #LEGGERA di Lucia Nicodemo

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#BEAUTYANDCARE di Sergio Marlino

46 #POKERDASSI di Paola De Ciuceis


SOMMARIO 76

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#AMAZING di Francesca Cicatelli

66 #STYLE

Alessandro Ferrante SartoriAle 82 #ZOOM

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#MASERIAL di Federica Riccio

di Cristiana Giordano 74 #BEAUTY

84 #FOODTOUR al Caracòl

100 #PRETTYTAIL di Valeria Valerio

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#HASHTAG di Valentina Nasso

76 #LORIDINAPOLI con Lorenzo de Caro

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#FACETOFACE Grano Chirico - Casa Infante

102 #ZOOM Nabilah

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#COVERTHETOP di Carmine Luino

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#CHEZCHEF di Lula Carratelli

105 #THEPARTY di Lula Carratelli

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#ZOOM La reggia Outlet Designer

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#BONTON di Francesca Cicatelli

#SWAG di Romolo Pizi

di Valeria Prestisimone 98 #MAMMALEMAMME


JUKEBOX pezzi del passato e del momento

mixati e scelti per voi DON BOSCO GO: A CACCIA DI SANTI

DAY

TH Y BIR

HAPP

01/04 02/04 03/04 09/04 22/04 24/04 25/04 29/04

Arrigo Sacchi Giuliana de Sio Miguel Bosè Dannis Quaid Jack Nicholson Barbra Straisand Al Pacino Andrè Agassi

01/05 06/05 08/05 10/05 16/05 17/05 18/05 24/05

Ricky Tognazzi Dries Mertens Vittorio Sgarbi Linda Evangelista Rosario Fiorello Debra Winger Giampiero Galeazzi Bob Dylan

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Pokemon Go ha avuto così successo da far sì che anche la Chiesa ideasse il suo gioco. E così, l'Istituto dei Salesiani argentino Maria Ausiliatrice di Berna ha dato la risposta religiosa ai piccoli mostri della Nintendo: Don Bosco Go. Se catturare una serie di mostricciattoli ha interessato con così tanto entusiasmo i giovani, perché non provarci con i santi? Qui al posto di Pikachu, Meowth e simili, si va a caccia di Maria Ausiliatrice, Domenico Savio, Zeferino Namuncurà e molti altri santi. Ovviamente i santi non combattano tra di loro, ma rispondono a domande e curiosità di ogni tipo. Poiché le risorse del collegio sono ristrette, non è stata creata una app, ma una più semplice caccia al tesoro all’interno del cortile dell’istituto. L’esperienza è stata poi ripetuta anche in altri istituti salesiani in Brasile e in Uruguay e a questo punto non è escluso che si riesca davvero a trovare fondi per creare anche un’app per giocare a “Don Bosco Go” direttamente con lo smartphone.

LA "F" DI FACEBOOK HA UN ANTENATO PUTEOLANO L'iconica "f" di facebook ha un antenato campano originario di Pozzuoli. Una trentina di anni fa il fotografo Enzo Buono utilizzava come logo del suo studio fotografico una effe bianca su sfondo blu molto simile a quella di Mark Zuckerberg e un biglietto da visita postato sui social prova questa antica coincidenza. Del resto il wordmark creato dal quarantenne Eric Olson, ideatore del font Klavika nel 2004, è effettivamente identico a quello utilizzato dal fotografo 30 anni fa. Chissà che il papà di facebook non passasse dalle parte dei campi Flegrei prima di lanciare facebook.


FOREVER LOVE CUBO DI RUBIK IL ROMPICAPO PIÙ FAMOSO DEL MONDO Un successo senza fine: tornei, imitazioni e oltre 350 milioni di pezzi venduti. Il cubo di Rubik, il rompicapo più famoso del mondo, è ideato in Ungheria nel 1974 da Erno Rubik, professore d'architettura e scultore. La popolarità arriva nel 1980 quando il gioco è esportato all'estero dall'Ideal Toys Company, che acquistati i diritti decide di rinominarlo Rubik's Cube, ovvero "Cubo di Rubik". Nel 1982 se ne vendono oltre 100 milioni di pezzi e Rubik diventa il cittadino più ricco del suo paese e nello stesso anno iniziano anche le competizioni. Nel 1995 per celebrare il 15º anniversario del cubo magico, la Diamond Cutters International realizza un cubo di 185 carati in oro e gioielli colorati. Nel 2005 per il 25º anniversario viene messa in vendita una speciale e limitata confezione per il cubo di Rubik. Il 5 febbraio 2009 è stato presentato a una fiera in Germania il Cubo 360. C'è chi è grado di risolverlo in 4 secondi e 74 come lo speedcuber olandese Mats Valk, detentore del record mondiale, mentre a qualcun altro, come al muratore inglese Graham Parker occorrono 26 anni.

FASTFOOD DELLA LEGO CON PANINI A FORMA DI MATTONCINI La Lego-mania è inarrestabile. I mattoncini danesi hanno conquistato le Filippine con il primo Brick Burger, ristorante dedicato interamente al tema dei Lego colorati, dagli arredamenti agli hamburger. E non basta, a tutti i fan di Star Wars è servito un particolare hamburger, ovviamente in versione Lego: il Darth Burger.


SMART #jukebox

SPARTITO

Balla balla ballerino tutta la notte e al mattino non fermarti. Balla su una tavola tra due montagne e se balli sulle onde dei mare io ti vengo a guardare. Prendi il cielo con le mani vola in alto più degli aeroplani non fermarti. Sono pochi gli anni forse sono solo giorni e stan finendo tutti in fretta e in fila non ce n'è uno che ritorni. Balla non aver paura se la notte è fredda e scura non pensare alla pistola che hai puntato contro. Balla alla luce di mille sigarette e di una luna che ti illumina a giorno Lucio Dallla

TOTÒ POP di Carmine Luino

CHART

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L'ARABO RACCONTATO CON POETICHE ILLUSTRAZIONI Con la serie "Arabic Letters", il graphic designer egiziano Mahmoud Tammam ha creato delle illustrazioni poetiche per aiutare a capire l’arabo. Un progetto pieno di suggestioni che trasforma le parole in animali, frutta od oggetti.

EARTH LE MONTAGNE CINESI CHE SEMBRANO DIPINTE DA VAN GOGH Quando si attraversa il parco Zhangye Danxia, in Cina, sembra di entrare in un quadro di Vincent Van Gogh. Le montagne che si estendono per oltre 300 kilometri sembrano un paesaggio d'artista, dipinto con tutti i colori che la natura ha da offrire. Un'immagine da screensaver, che si può percorrere attraverso speciali passerelle e strade panoramiche, per esplorare queste incredibili formazioni rocciose.


STREETART

Napoli, San Giovanni a Teduccio via Taverna del ferro Il murale di Maradona L'omaggio dello street artist Jorit a El pibe de oro. Un'opera reliazzata nel "Bronx" di San Giovanni a Teduccio, con l'aiuto di tutti, anche con le collette fatte dagli abitanti del quartiere e da associazioni che operano sul territorio come la Inward. Anche il capitano azzurro Marek Hamsik ha contribuito di tasca sua per quest'opera. ph. Carmine Luino

COSA NON SI FA PER AMORE

PARTNER

In piedi sul bordo di una vasca idromassaggio oppure sdraiati in mezzo alla strada o addirittura arrampicati tra le rocce, ecco il dietro le quinte delle foto scattate da eroici fidanzati alle loro compagne. Tutto questo è ora su Instagram nel profilo "Boys of Instagram", che raccoglie le immagini di poveri ragazzi costretti a immortalare nella posa perfetta le loro fidanzate.

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#jukebox

PARTENOPE BUON COMPLEANNO NARTEA

LETTERE A MIA FIGLIA

L’Associazione Nartea festeggia 10 anni di attività ricche di arte, teatro, itinerari Culturali. I numeri parlano chiaro: trenta format tra visite, itinerari, cene teatralizzate, spettacoli itineranti e cacce al tesoro culturale nei maggiori siti storici di Napoli, coinvolgendo oltre 40 mila spettatori. Dopo 10 anni di peregrinazioni artistiche, tra i luoghi più suggestivi della città, Nartea ha trovato una sede nel Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, Il Cartastorie, con il quale ha avviato una collaborazione stabile.

TOTÓ SBANCA

Dopo Los Angeles e Reggio Calabria, Napoli ha ospitato la terza tappa del tour internazionale di Studio Universal, il Canale del grande cinema classico americano distribuito da Mediaset Premium. Al Cinema Posillipo, con la collaborazione di Alessandro e Andrea Cannavale, è stato proiettato il cortometraggio Lettere a mia figlia di Giuseppe Alessio Nuzzo con Leo Gullotta. Girato in Campania tra Napoli e provincia e prodotto da Pulcinella Film, Lettere a mia figlia racconta la storia di un uomo che ha vissuto una vita gioiosa in famiglia con la moglie e la bambina finchè lo aggredisce l’Alzheimer che porterà lui e i suoi familiari ad attraversare un dolore quasi “cosciente”.

Per i 50 anni dalla sua scomparsa, la primavera napoletana celebra il principe Antonio De Curtis, in arte Totò. Tra le iniziative, la presentazione al Teatro Diana di Napoli del libro Totò sbanca edito da Iuppiter, scritto dal giornalista Gianni Ambrosino e da Aldo De Francesco. La giornalista Titta Fiore ha moderato l’incontro a cui hanno partecipato il Sindaco De Magistris, gli attori Sergio Assisi e Patrizio Rispo, lo scrittore Maurizio De Giovanni. Un’antologia che raccoglie tantissime testimonianze, dalla figlia Liliana De Curtis fino a Sophia Loren e a tanti registi. “Un omaggio a un gigante dello spettacolo - hanno spiegato gli autori - che compensa l’immenso debito di riconoscenza e gratitudine dovuto a un maestro dello spettacolo”. Gli autori proseguono il viaggio itinerante per presentare Totò sbanca, con il sostegno della Banca di Credito Cooperativo presieduta da Amedeo Manzo.

TARÌ BIJOUX

Gioielli e glamour le parole d’ordine del Tarì Bijoux, che ha visto la partecipazione di 14mila operatori in 4 giorni, con un incremento delle presenze nel Centro di Marcianise del 30%. La fiera del gioiello fashion che si è svolta nel polo orafo, ha confermato il trend positivo, con un aumento del 15% del numero di espositori. Per creare un ponte con la tradizionale manifestazione di maggio dedicata al gioiello prezioso, è stata allestita un’area dedicata alla preview di “Mondo Prezioso”, con una selezione di espositori di gioielleria provenienti da tutti i distretti.



4w events

GLI APPUNTAMENTI DA SEGNARE IN AGENDA

what Wine&TheciTy

when 5-26 maggio where NAPOLI web wineandthecity.it

what UN AMOUR EXEMPLAIRE Daniel Pennac

when 29 e 30 aprile where TEATRO BELLINI web teatrobellini.it

what GIORNI FELICI

when 22 e 23 aprile where NEST web napoliestteatro.com

what DUE con Raoul Bova e Chiara Francini

when dal 19 al 30 aprile where TEATRO DIANA web teatrodiana.it

what Fotografie di HELMUT NEWTON

when fino al 18 giugno where PAN Palazzo delle arti di Napoli web www.comune.napoli.it/pan

che

ci aiuti

di Silvia Pepe Da ormai molti anni medici e ricercatori ci ripetono come un mantra di mangiare sano per vivere più a lungo. In particolare frutta e verdura dovrebbero essere la base dell’alimentazione. Un recente studio sostiene che dieci porzioni di vegetali siano la quantità perfetta per tutelare la salute. E poi noci, germogli, soia, pane e pasta integrale in abbondanza, ma non basta. È la qualità degli alimenti a fare la differenza e gli Italiani lo hanno capito. Complici i temi dell’inquinamento ambientale e una maggiore consapevolezza, i consumatori hanno incrementato, negli ultimi venti anni, la domanda di prodotti provenienti da agricoltura e allevamento biologico, ovvero un tipo di produzione che rispetta l’ambiente e le colture, non utilizza pesticidi, rispetta la biodiversità e la terra preservandola per il futuro. Si è disposti a pagare di più, per riscoprire alimenti dimenticati, che rispettano i cicli di produzione stagionale, cercando prodotti a km zero fatti dalle mani sapienti di contadini e allevatori. La cultura del bio o come viene chiamato in altri paesi “organic”, ha contagiato trasversalmente la popolazione alimentando un mercato in continua crescita. Catene di negozi, piccoli punti di raccolta e vendita, ristoranti, agriturismi e aziende agricole si sono organizzate insieme ad associazioni del settore per rispondere a questa richiesta con un successo clamoroso. In Italia il consumo di alimenti biologici è aumentato del 20% nel 2015, con punte del 38% in alcuni settori come la frutta e la verdura, con un fatturato annuale superiore a 2,5 miliardi di Euro, il record di sempre secondo la Coldiretti. Durante la grave crisi economica degli anni scorsi il mercato del biologico e del naturale è stato in continua crescita, anche in Campania. Ora molti potrebbero obiettare che il biologico è una farsa, cibo per i ricchi, i costi sono raddoppiati senza motivo, i consumatori si comportano come una setta alla ricerca della cicerchia, cresciuta a letame e acqua di rugiada e mangiano solo polli allevati su crine di cavallo, macellati solo di martedì alle 5 del mattino. Vero e falso. Vero che il cibo può essere più caro, ma è anche vero che l’agricoltura intensiva con l’utilizzo della chimica ha, spesso, bisogno di meno cura; il processo biologico attualmente si fa in produzioni ridotte, con più perdite e in aziende piccole. Ci sono contadini che seguono le tradizioni di una volta ancora oggi senza alcuna certificazione fanno agricoltura naturale, e poi c’è il “genuino clandestino”. Fa un po’ setta dei “contadini estinti”, ma in realtà combatte contro la sofisticazione alimentare e la grande industria facendo rete con i territori, organizzando mercatini in varie città. Genuino clandestino, nato nel 2010, è una “comunità in lotta per l’autodeterminazione alimentare”, un gruppo di persone che sostiene e diffonde le agricolture contadine, tutela la salute della terra, dell’ambiente. Esclude fertilizzanti, pesticidi di sintesi, diserbanti e organismi geneticamente modificati. Mangiare biologico, insomma, non sembra essere una moda come un’altra, ma una filosofia che affianca amore per se stessi e per la terra. Anche nel biologico ci sono luci e ombre. La domanda sempre crescente attira anche truffatori che imbrogliano sulle certificazioni. Il consiglio: trovare un negozio, un fornitore, un agricoltore fidato.


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#picoftheday


Fez, Marocco. Le vasche di pietra delle concerie dove gli operai tingono le pelli. Il trattamento di tintura dura 20 giorni ed è rimasto pressoché invariato dal Medioevo. Le pelli vengono immerse nell’urina degli animali e negli escrementi dei piccioni per ammorbidirle e successivamente in vasche con colori naturali: per il giallo, ad esempio, utilizzano lo zafferano, per l’azzurro l’indaco e per il rosso i papaveri. Foto Carmine Luino


A spasso con Luigi Necco parlando di Monica Bellucci

#gigichicmimmoshock

di Gigi Necco e Mimmo Carratelli

É l’attrice della maggiore fantasia erotica del popolare giornalista televisivo. Ecco con chi andare su un’isola deserta. La for mazione ideale del Napoli e i salottini televisivi napoletani sul calcio. Una visita a Massimo Lopez. Presidente di una squadra di pallone al Museo. A spasso guardando il mare di Mergellina. Luigi Necco, con la sua mole e l’andatura a dondolo, riceve saluti affettuosi da tutti quelli che incontriamo. “Uì, Necco” e giù l’applauso del cuore e degli occhi. Ai suoi fan gli occhi gli si illuminano. Ha fatto tante cose importanti, Luigi, ma la gente di Napoli lo ricorda sempre per le sue originali e divertenti apparizioni televisive a “90° Minuto”. Luigi risponde con garbo ai saluti. Poi, l’inevitabile battuta: “Sono contenti di vedermi forse perché mi credevano morto”. Come morto? gli dico. “Quando smettiamo di lavorare, e di apparire come me in televisione, tutti ti credono morto, non sei più nessuno”. Dalla tv manca dalle ultime puntate de “L’emigrante”, la sua rubrica di successo su una emittente napoletana. Agile davanti alle telecamere, caustico rispondendo alle lettere dei teleascoltatori, puntuale nel beccare le malefatte del potere. La 20

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telecamera lo ringiovanisce, lo diverte, ne scuote l’apparente indolenza. Passeggiamo da uomini del secolo scorso, un po’ scettici, un po’ divertiti. Negli anni molto andati, sull’arenile di Mergellina c’era un capanno di pescatori che preparavano spaghetti fumanti alle vongole anche per chi voleva unirsi ai loro piccoli tavoli di legno sulla sabbia. Di notte vivevamo molto ai tempi del nostro giornalismo bohemienne dopo la chiusura delle ultime edizioni dei giornali. Alla Rai di Napoli fioccavano personaggi notevoli: Samy Fayad, Baldo Fiorentino, Mimì Rea, Luigi Compagnone. Tra di loro si muoveva Luigi Necco con la soavità della sua persona sempre pronta alla battuta e allo scherzo. Il giornalismo è cambiato perché, fra crisi dei giornali, prepensionamenti, rivoluzione tecnologica, esuberi e contratti a termine, c’è stata una interruzione nel passaggio generazionale. Sono finiti i maestri di un tempo che vessavano ma insegnavano il mestiere, ma


“No, non c’ero. Ma ci sarò per la festa dei cento anni di Bassolino”.

mancano anche “alunni” disposti a soffrire, subire, ad avere pazienza e, intanto, rubare il mestiere. Luigi e io non abbiamo né nostalgia, né malinconia. Il tempo è andato, ma è stato un bel tempo. Tutto è cambiato e Napoli è cambiata. Il mondo è cambiato. Oggi siamo indecisi se raggiungere Nando Pennino, l’inventore del “Sarago” in piazza Sannazaro, ora nel ristorante del figlio Massimiliano in piazza Vittoria, “palle di riso” a volontà, oppure andare da Salvatore Liguori che ha la trattoria in via Piedigrotta, “Vini e cucina”, cibo genuino preparato sul momento da mamma Luisa e dalla paziente Elisa. Scartiamo “da Mimì alla ferrovia” dove i fornelli sempre vivi della più genuina cucina napoletana di Michele Giugliano attenterebbero oltre misura alle nostre rotondità. Intanto, diamo il là alla serie dei nostri dialoghi, poco platonici, ma così, per ingannare il tempo. È primavera, svegliatevi bambine. Che ne dici, Luigi? “Che dovrei svegliarmi io”. Col caldo siamo in difficoltà. Le donne si spogliano, gli uomini no. Dov’è la parità dei sessi? “Tanti anni fa a ‘Maremoda Capri’, bella gente belle feste, begli spettacoli, sfilate, crocierine, aperitivi, splendide dame e altrettanto splendide indossatrici, tipo Veruska e Donyale Luna. Altro scippo dell’industria del nord contro le miopi prospettive del sud. Rudy Crespi e sua moglie Consuelo lanciarono la moda ‘unisex’. Se ne fece portatore anche il viveur nostrano Sasà Magri. A certuni calzava a pennello”. Che cosa ti attrae di più in una donna? “Tutto. Soprattutto quello...”

Quali sono i libri che hai letto con più piacere? “Quelli che hai scritto tu. Quelli che ho scritto io. ‘Civiltà sepolte’ di Ceram. ‘Fiesta Mobile’ di Hemingway. ‘Il Tamburo di latta’ di Gunther Grass. ‘On the Road’ di Kerouac. ‘Ritratto di maggio’ di Rea (Domenico). ‘Il mare non bagna Napoli’ di Annamaria Ortese. E quelli di tutto il gruppo di Monte di Dio, Fayad, Compagnone, eccetera. ‘Docka capitanskaja’ di Pushkin (la figlia del capitano), ‘I Sette Pilastri della Saggezza’ (Lawrence d’Arabia), Cristoforo Colombo (Diari di viaggio), tutti gli americani fino a dieci anni fa”. E i film che ricordi di più? “Lawrence d’Arabia, ‘La signora delle camelie’ con Greta Garbo (in braccio a mia madre), ‘Robin Hood’ con Errol Flynn, tutti i film di Totò, ‘Sentieri selvaggi’ con John Wayne, ‘Apocalypse now’, ‘L’Oro di Napoli’, ‘2001 Odissea nello spazio’, ‘I Dieci Comandamenti’, ‘Don Camillo’, ‘La strana Guerra del caporale Asch’, ‘Il Cacciatore’, ‘Il giorno più lungo’, ‘Balla coi Lupi’, ‘Il Capitano Hornblower’, ‘Zulu’, ‘Mediterraneo’, ‘Andrej Rublev’, ‘Da qui all’Eternità’ e altri quattro-cinquecento”. Lo so che non siamo su ‘Novella 2000’ però dimmi qual è oggi la donna che ti affascina. “Monica Bellucci”. E l’attrice che ti ha lasciato senza fiato? “Troppe. Sofia Loren, Monica Bellucci, Candice Bergen, Ingrid Bergman, Laura Antonelli, Angela Luce, Michèle Morgan, Arletty”. Con chi scapperesti su un’isola deserta? “Con una piacentissima e generosa badante...” E qual è l’isola che ti ha conquistato? “Prima Capri, poi Creta”. Ma tu sei un conquistatore o sei un conquistato? “Presi lezioni da conquistatore, bocciato, passai all’altra categoria, peggio che andar di notte”. E de Magistris ti affascina, ti stuzzica, ti annoia? “Un sindaco dovrebbe solo amministrare, tutt’al

Buttiamola in politica: cos’è oggi la politica a Napoli? “Acqua sporca con la quale è meglio buttare anche il bambino”. Un pensiero poetico sul Pd napoletano. “C’eravamo tanto amati”. L’unico evento politico è stata la festa per i settanta anni di Bassolino. Tu c’eri? 21

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più riscuotere il plauso e di nuovo il voto. Ma invece continuiamo a misurare le buche tra i sanpietrini e nell’asfalto, la folle anarchia del traffico al Vomero, alla Stazione e dintorni, le strade più larghe ridotte a stretti, disagevoli sentieri da chi se ne fotte di visibilità, angoli ciechi, traversamenti pedonali. E da promesse (Via Marina) mai capite (Linea 6, Bagnoli) mai mantenute”. C’è sempre Renzi all’orizzonte? “Sì, ma quello è un problema italiano”. Quando torna l’Emigrante? Mi mancano la tua mimica, l’urlo polemico, la rampogna secca della tua trasmissione televisiva. “Ti ringrazio per l’assist. Mi auguro quanto prima. Mi dicono che stanno lavorando per questo”. La televisione logora chi non la fa? “Certo. Pensa a tutti i conduttori, presentatori e presentatrici, insomma quelli che abbiamo dimenticato e che non erano proprio da rottamare. E che avevano talvolta molto ancora da dire”. Mi sono accorto che Pippo Baudo è ancora in tv alla domenica. Ne parliamo? “Certo! Se uno ha un bagaglio così enorme, interessante, umano, divertente, artistico come quello di Pippo Baudo perché cancellarlo? L’errore è l’eccesso, far fare tutto a lui o a qualcun altro. Su tutte quelle reti c’è spazio per tutti. Magari non c’è abbastanza pubblicità a sostegno di certi spazi, ma questo è un prezzo pagato duramente soprattutto dalle ‘locali’, dopo la digitalizzazione”. Cosa segui in televisione? “Tutto quel che è ‘nuovo’ o interessante. Montalbano, giovane e vecchio, il pallone, i film, la Storia. Mi mancano Marchesini, Lopez e Solenghi. Sono andato a trovare Massimo Lopez, colpito da un infarto ad Andria e salvato dalla prontezza e dalle cure dei cittadini e dai sanitari di Trani e Andria. Solenghi si è complimentato per i miei … centododici anni. Gli ho chiesto uno sconto”. Che cosa pensi dei ‘salottini’ televisivi napoletani sul calcio? “Non li conosco tutti. Ma qualcuno mi sta simpatico. Ci vado anch’io, ma mi dispiace che la Napoli calcio li snobbi. Uno degli elementi che lega un pubblico così appassionato (e numeroso) alla sua squadra, è la contiguità, la visibilità del campione. Questo rapporto dovrebbero coltivarlo anche a confettini. Ma forse i contratti di De Laurentis... Certo che in questo modo i calciatori restano fuori portata da certi insulsi pettegolezzi, da certe stupide, gratuite polemiche, per non dire peggio...” 22

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La tua formazione ideale del Napoli di tutti i tempi. “Il gioco di Vinicio e Sarri. Clerici e La Palma di Vinicio e gli altri di Sarri, con Altafini, Bruscolotti e Sivori titolari. Non pensare al Fenomeno, con quello tutti sarebbero capaci di sognare”. Definisci Hamsik con tre aggettivi. “Ne basta uno. Insostituibile”. Ti piacerebbe fare il presidente del Napoli. “Sì, perché avrei a che fare anche con le attrici”. Ti ha eccitato il ritorno alla vittoria della Ferrari? “Mi è piaciuta. Ho rimpianto Poltronieri. Ma dov’è che vanno, oggi, le automobili?” Lo sport che più ti piace? “Quello che fanno gli altri”. E lo sport che hai praticato? “Fondammo una squadra di calcio, la Sparta, zona Museo-Santa Teresa. Mantovani, oggi gioiellieri, Settembre, Cecere, Esposito, facemmo la Coppa Musollino (calma, fu un presidente del Napoli e poi ne hai parlato anche tu caro Mimmo Carratelli, e ben più d’una volta). Forse arrivammo ultimi. Avevo il ginocchio valgo: facevo il presidente”. Sei molto telegenico. Chi vorresti essere in un film? Orson Welles o Bud Spencer? “Orson Welles, l’adipe al servizio del male, l’infernale Ispettore Quinlan, non il grasso forzuto e simpatico. L’ho conosciuto, a Napoli, Welles, in un albergo che ora non c’è più, ne è rimasto il nome, il Continental. Un genio gigantesco della scena e dello schermo. Mangiava una quantità incredibile di arance, amava intensamente la vita e intensamente la viveva, guardando quel che gli succedeva intorno con grande lucidità e cercando di dare un senso a tutto quel che raccontava. Aveva girato un film con Totò, ‘L’uomo la Bestia e la Virtù’, tratto da Pirandello e si chiedeva ‘Ma che ci faccio io in questo film!’. Ma gli servivano continuamente soldi”. Fammi tu una domanda e datti una risposta. “Se siamo ridotti a imitare Gigi Marzullo abbiamo toccato il fondo”. Mah! “Allora è il caso che leviamo mano. O chiediamo un aiutino. A De Mita”.



#peaceandlaw

MALTRATTAMENTI AL DIPENDENTE: QUANDO IL CAPO OLTREPASSA IL LIMITE

Luigi Di Gennaro Avvocato penalista

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L’azienda in cui si lavora a volte può diventare un po’ come una grande famiglia. E proprio come in una famiglia i rapporti e le relazioni con il capo possono diventare complessi, soprattutto davanti ad atteggiamenti sopraffattivi. Sappiamo che nell’ambito lavorativo possono verificarsi reiterati comportamenti violenti, persecutori e discriminatori nei confronti del dipendente: in questi casi siamo soliti definire il fenomeno come mobbing, sebbene esso non abbia ancora trovato autonoma collocazione nel nostro codice penale, tant’è che le condotte vessatorie e dequalificanti ai danni del dipendente, in molti casi vengono fatte rientrare in diverse fattispecie di reato quali la diffamazione, la violenza privata, l’abuso d’ufficio o anche la molestia. Il dipendente sottoposto alle angherie del suo datore di lavoro perde dignità e autostima, subendo un forte carico di stress, che ben presto si riversa e influisce sulla sua sfera privata. Sul punto, di recente, è intervenuta la Suprema Corte di Cassazione, che ha specificato come le illecite vessazioni subite sul luogo lavorativo possano essere inquadrate nell’ipotesi prevista dall’art. 572 del codice penale, ossia dei cd. maltrattamenti in famiglia. Questo reato punisce infatti chiunque maltratti un familiare, un convivente o una persona che si trovi in un determinato rapporto col primo, qualificato da uno stato di subordinazione e/o soggezione. I giudici della Cassazione sostengono che sebbene la norma sia di regola applicata all’interno del contesto familiare, nel tempo sia stata estesa anche ad altri tipi di relazioni, tra cui i rapporti di educazione, istruzione e cura, così come ai rapporti professionali e di prestazione d’opera, non potendosi escludere neanche le relazioni intercorrenti tra professionisti di elevata qualificazione. Gli elementi

che ci consentono di determinare se un rapporto lavorativo vessatorio possa rientrare nell’alveo del reato di maltrattamenti in famiglia sono facili da individuare: anzitutto il rapporto lavorativo deve essere caratterizzato da relazioni stabili e abituali (cd. rapporto di parafamilarietà); il lavoratore poi deve essere sottoposto all’autorità del suo datore in un contesto di prossimità permanente e di abitudini di vita, così intendendo che quest’ultimo rivesta un ruolo di supremazia, che gli consenta di fatto di esercitare un potere direttivo e disciplinare che può giungere fino al licenziamento. Tale potere consentirà di mantenere un controllo sulla vittima anche di tipo psicologico, oltre che materiale. Per poter sporgere denuncia è necessario che i maltrattamenti abbiano i caratteri dell’abitualità, della sistematicità e dell’intenzionalità persecutoria. Le pronunce più recenti hanno altresì stabilito che il numero dei dipendenti facenti parte della realtà aziendale è ininfluente ai fini della configurazione di tale reato, potendosi rinvenire il rapporto di para-familarietà nelle aziende di modeste dimensioni come in quelle più grandi. Come sempre dunque, sarà onere del giudice verificare se le condizioni mobbizzanti integrino altre figure di reato (come quello di minaccia) o se il risarcimento per il dipendente andrà valutato sulla scorta del complesso di azioni integranti -per sussunzione- i maltrattamenti in famiglia, proprio come può avvenire per quei datori di lavoro che nell’esercitare il loro potere gerarchico si spingano troppo in là, provocando danni psicologici e materiali al dipendente vessato.

luigidigennaro@avvocatinapoli.legalmail.it



#beautyandcare

LE NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA ESTETICA: ALLERGAN JUVEDERM VOLITE

Sergio Marlino Chirurgo plastico ricostruttivo ed estetico

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Bioristrutturazione, botulino, filler: trattamenti di ultima generazione in grado di offrire a milioni di pazienti interventi mirati, indolori, senza effetti collaterali e soprattutto efficaci. Medicina estetica, bellezza e salute vanno di pari passo. L’ultimo ritrovato, che si inserisce a pieno titolo tra i prodotti che migliorano la skin quality è stato lanciato da Allergan: Juvederm Volite. Rughe addio con l’innovativo trattamento iniettivo che non esisteva ancora sul mercato, formulato per migliorare la qualità della pelle fino a 9 mesi con un unico intervento. Si tratta di un bioristrutturante che ha rivoluzionato il protocollo della rivitalizzazione cutanea che tratta viso, collo, décolleté e mani. Juvederm Volite è un concentrato di acido ialuronico, che dona elasticità, idratazione e compattezza alla pelle e i risultati sono già visibili dopo alcuni giorni. Le sue peculiarità lo rendono un prodotto adatto anche a correggere piccole imperfezioni come segni di acne e rugosità superficiali. Di conseguenza, è indicato anche per un target ancora più giovane rispetto a quello dei trattamenti tradizionali. Il botulino è il re incontrastato dei trattamenti estetici, che si è persino guadagnato la copertina del settimanale Time. Nel 2015 sono stati eseguiti nel mondo 9 milioni 641mila interventi di chirurgia estetica e 21 milioni 696mila trattamenti di medicina per un totale di 31 milioni 610mila, un milione in più rispetto al 2014. Il trattamento più eseguito in assoluto è appunto quello con il botulino, che regna incontrastato sia tra gli uomini che tra le donne, con oltre 4,6 milioni di interventi. Altrettanto popolare è l’acido ialuronico, che con 2 milioni 800 mila interventi ha registrato una crescita del 6,5% dal 2014 al 2015. Distende le rughe mimiche del volto grazie alla capacità di rilassare la muscolatura. Con l’avvento del botulino si è potuta curare in maniera molto semplice e rapida

l’iperidrosi, ovvero l’ecessiva sudorazione, causa di forti disagi fisici e mentali. Chi ne soffre si isola e sente compromessa la sua sicurezza negli ambiti sociali e lavorativi. Il paziente adatto al trattamento con il botulino presenta eccessiva sudorazione a: mani, piedi, ascelle, testa. I filler sono delle sostanze riempitive che una volta infiltrate nel volto danno volume. I filler a base di acido ialuronico consentono di intervenire sulle labbra per correggere asimmetrie e difetti, per ridefinirne i lineamenti, per rimpolparle, per aumentarne il volume. Tra le più richieste quelle di Angelina Jolie e Scarlett Johansson. E poi i filler antirughe su zigomi, con una sola applicazione è possibile restituire volume ed elasticità al viso e mantenere il risultato per oltre un anno. I filler antirughe su corpo si utilizzano per il riempimento e la risospensione dei glutei, per il rimodellamento dei polpacci e delle braccia, per la correzione di cicatrici. I filler a base di acido ialuronico, sostanza già presente nel corpo umano, sono quelli più diffusi ed impiegati in Europa. L’acido ialuronico è una sostanza totalmente riassorbibile che ha la capacità di idratare la pelle richiamando acqua. La durata del filler varia dai 6 agli 8 mesi ed è un trattamento ripetibile nel tempo. L’Italia è considerata un punto di riferimento mondiale nella chirurgia estetica e lo dimostrano i pazienti che arrivano anche da lontano per farsi operare. La medicina e la chirurgia estetica sono entrate a pieno titolo nel quotidiano della vita di donne e uomini. Qualcosa di cui oggi, probabilmente sempre di più non si può fare a meno, perché tutti ricercano la bellezza e spesso l’intervento del chirurgo plastico-estetico aiuta a vivere meglio, prima con sé stessi e poi con gli altri. Del resto che “la bellezza salverà il mondo” ne era sicuro lo scrittore russo Fedor Dostoevskij. www.sergiomarlino.it info@sergiomarlino.it



#fischiofinale

DI MIMMOCARRATELLI

LA GRANDE SFIDA FRA IL CALCIO ITALIANO E QUELLO SPAGNOLO.DAI QUARTI DI CHAMPIONS IN APRILE FRA JUVENTUS E BARCELLONA AL MATCH DECISIVO IN SETTEMBRE FRA SPAGNA E ITALIA PER LE QUALIFICAZIONI MONDIALI

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Il tiki-taka spagnolo contro il sistema difensivo italiano, il migliore d’Europa. Ecco la sfida dell’anno che vedremo tra aprile e settembre. Detto in maniera semplicistica è il succo del grande confronto fra il calcio iberico e quello tricolore che deciderà i quarti di finale di Champions League fra Juventus e Barcellona (martedì 11 aprile a Torino, mercoledì 19 aprile in Spagna) e l’ammissione ai Mondiali 2018 a Mosca fra Italia e Spagna che saranno di fronte il 2 settembre per il match-clou del girone G di qualificazione. All’andata, 1-1 a Torino. Si rigiocherà in Spagna. Tocca alla Juventus aprire il solco. La migliore difesa dei più prestigiosi campionati in Europa (Juventus 19 gol subiti in 29 partite) contro il secondo migliore attacco (Barcellona 81 gol segnati in 28 partite). La sfida è apertissima. La difesa tutta italiana con Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini contro il super-attacco catalano dell’argentino Messi, dell’uruguayano Suarez e del brasiliano Neymar. Scottano due precedenti. Il morso di Luis Suarez a Giorgio Chiellini e la finale Champions 2015 a Berlino vinta dal Barcellona sulla Juventus (3-1). A Natal, nel corso del Mondiale brasiliano 2014, prima che il gol di Godin decidesse la sfida tra Italia e Uruguay (0-1), estromettendo gli azzurri dalla competizione nella fase a gironi, Luis Suarez addentò la spalla sinistra di Chiellini. L’aggressione sfuggì all’arbitro messicano Rodriguez. Suarez s’era appena trasferito dal Liverpool al Barcellona per 75 milioni di sterline. A Berlino, due anni fa, la Juventus di Pirlo, Pogba e Vidal, con Buffon in porta, Morata e Tevez in attacco, non ebbe fortuna. Sull’1-1, l’arbitro turco Cakir ignorò un fallo in area di Dani Alves (oggi alla Juve) su Pogba. Il Barcellona era andato in fulmineo vantaggio con Rakitic (4’), la Juve aveva pareggiato con Morata (55’). Il mancato rigore spianò la strada ai catalani a segno con Suarez (68’) e Neymar (97’). Barcellona campione d’Europa. Stavolta, la sfida è ai quarti di finale. Dopo due anni, la Juventus è profondamente cambiata senza più Pirlo, Pogba, Vidal, Tevez e Morata. Il Barcellona conserva quasi per intero la squadra campione d’Europa 2015. Nella Juve, difesa immutata col solo inserimento di Dani Alves, 34 anni, giunto in questa stagione dal Barcellona, e squadra tutta nuova dal centrocampo in su col tedesco Khedira (30 anni, giunto dal Real Madrid), il croato Pjanic (27 anni, dalla Roma per 32 milioni), il brasiliano Alex Sandro (26 anni, dal Porto per 26 milio-


ni) che assicura una grande spinta sulla fascia sinistra; in attacco il talento argentino Dybala (24 anni, 32 milioni dal Palermo), il fantasista colombiano Cuadrado, l’argentino Higuain sottratto al Napoli per 90 milioni, il croato Mandzukic (31 anni, 19 milioni dall’Atletico Madrid) attaccante di sfondamento, ma utilissimo su tutto il lato mancino coprendo anche in difesa. Prima della finale Champions di Berlino, Juventus e Barcellona si sono affrontati altre sei volte in Europa. Il bilancio complessivo in sette confronti è di 3 vittorie del Barcellona, 2 pareggi, 2 vittorie della Juve. La prima sfida fu in Coppa dei campioni 1985-86. Nei quarti, il Barcellona eliminò la Juventus battendola in casa 1-0 e pareggiando a Torino (1-1). Secondo confronto in Coppa delle coppe 1990-91: il Barcellona ebbe ancora la meglio eliminando la Juve in semifinale (vinse in casa 3-1 e perse a Torino 0-1). Di nuovo nei quarti per la Champions 2002-03: stavolta ebbe la meglio la Juventus che pareggiò in casa (1-1) ma andò a vincere a Barcellona (2-1) con i gol di Nedved e Zalayeta. Nella sua storia, il Barcellona ha partecipato 50 volte ad un torneo europeo (7 Coppe dei campioni, 19 Champions League, 13 Coppe delle coppe, 11 Coppe Uefa). La Juventus è stata presente in Europa 48 volte (14 Coppe dei campioni, 16 Champions League, 4 Coppe delle coppe, 11 Coppe Uefa, 3 Europa League).

Sono otto le finali giocate dal Barcellona nel maggiore torneo europeo (4 in Coppa dei campioni, 4 in Champions) vincendone cinque. Nel 1992 contro la Samp (10 dopo i supplementari), contro l’Arsenal 2-0 nel 2006, contro il Manchester United 2-0 nel 2009 e 3-1 nel 2011, contro la Juve 3-1 nel 2015. Anche otto finali per la Juventus. Due vittorie: contro il Liverpool 1-0 nel 1985 con un rigore di Platini all’Heysel di Bruxelles, contro l’Ajax a Roma nel 1996 ai calci di rigore. Il Barcellona è secondo nel campionato spagnolo con 63 punti in 28 partite. La Juve stradomina da capolista il campionato italiano con 73 punti. Il Barça ha perduto una partita meno della Juve, ma ha pareggiato sei volte (un solo pareggio per i bianconeri). Messi (25 gol) e Luis Suarez (22) sono al comando della classifica cannonieri nella Liga. Nella Juve, Higuain (19 reti) è quinto tra i goleador italiani; 8 gol per Dybala, 5 per Mandzukic. Sono 13 i giocatori stranieri nella “rosa” del Barcellona, 15 in quella della Juventus. In questa Champions, il Barcellona ha vinto il suo girone con 15 punti e 20 gol, il doppio della Juve che ha chiuso il girone da imbattuta, con due soli gol al passivo e 14 punti. Negli ottavi di finale, il Barcellona è stato protagonista della spettacolare rimonta sul Paris Saint Germain: 0-4 a Parigi, 6-1 al Camp Nou. Più agevole la qualificazione della Juventus vittoriosa fuoricasa sul Porto 2-0 (Pjaca e Dani Alves), 1-0 a Torino con rigore di Dybala. Lionel Messi domina in Europa con 11 gol (4 Neymar, 3 Suarez). Il cannoniere europeo della Juve è Higuain (3 gol) seguito da Dybala e Dani Alves due reti a testa. Più che mai, nei quarti, sarà la capacità offensiva del Barça contro la difesa ferrea della Juve. In settembre, la sfida tra Italia e Spagna proseguirà con l’incontro fra le due nazionali valevole per la qualificazione al Mondiale 2018 a Mosca. Italia e Spagna sono inserite nel gruppo G delle qualificazioni europee. Dai gironi passerà solo la prima classificata. A pari punti, varrà la migliore differenza-reti. Le migliori seconde andranno ai play-off. Appaiate in testa (13 punti), la Spagna ha però un notevole vantaggio sull’Italia nella differenza-reti (+17 contro +9). Questo significa che, a settembre, se le due nazionali saranno ancora a pari punti, alla Spagna basterà anche il pareggio per restare prima e andare direttamente al Mondiale mentre l’Italia dovrà impegnarsi nei play-off tra le migliori seconde per conquistare il posto per Mosca 2018.

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#people

Patrizio,

il pensAttore di Federica Riccio. Foto Carmine Luino

Pozzuoli, sole, tepore primaverile, terrazza sul mare, orchidee, Pepita il cagnolino che ci accoglie scodinzolando e dietro di lei il sorriso di Patrizio Rispo. Prima di tutto il caffè, da gustare lentamente in tazzine con le immagini della televisione degli anni ’70, prima di cominciare l’intervista, che si rivelerà una bellissima e lunghissima chiacchierata da Un posto al sole al Teatro Mercadante passando per libri, arte, cinema e serie tv. Tra le prime cose che noto nella casa di Patrizio, calda, accogliente e di design, le orchidee. “Mi sento Nero Wolf, sono le mie bambine, così come sono miei bambini gli ortaggi e le erbe che coltivo e curo con tanto amore”. Cura è una delle parole che mi tornano in mente in continuazione mentre scrivo, ripercorrendo la bella giornata trascorsa con 30

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In realtà sono il Ministro degli Esteri di Un posto al sole. Sono quello che rappresenta la soap, è invitato agli eventi, ha una sorta anche di ruolo decisionale”. Del resto Raffaele e Patrizio hanno visto nascere e crescere le storie, ma anche gli attori, gli autori stessi Patrizio. Cura nel parlare, nel raccontare di sé e dei suoi cari, cura mentre ti guarda e ti mostra libri, fotografie, premi, quadri. L’arte ci riporta immediatamente alla sua giovinezza, quando ragazzo frequentava le botteghe, con la sete di imparare dai Maestri. “Ascoltavo le conversazioni di Guttuso e della Mafai, quelli erano i veri salotti culturali”. Alle pareti tanti pezzi importanti, come La perdita dell’adolescenza di Alberto Sughi, tra i suoi artisti preferiti. In salotto foto di famiglia e premi: la Grolla d’oro vinta a furor di popolo. “Si alzarono tutti in piedi, una standing ovation da brividi, si alzarono dalle poltroncine persino i colleghi di Mediaset, non lo dimenticherò mai”. E poi il premio Pirandello, forse il più amato; caso più unico che raro, ben due Premi Totò, il premio Napoli film festival e tanti altri. Attore tanto amato dal pubblico, anche per lo storico ruolo di Raffaele Giordano in Un posto al sole. “In realtà sono il Ministro degli Esteri di Un posto al sole. Sono quello che rappresenta la soap, è invitato agli eventi, ha una sorta anche di ruolo decisionale”. Del resto Raffaele e Patrizio hanno visto nascere e crescere le storie, ma anche gli attori, gli autori stessi. “Sì, la partitura tiene conto della mia vita, del resto davvero non so come sarebbe stata senza Raffaele. È un po’ come se fossi un essere in provetta nato sul set. E chi, come me, lavora sullo stesso set da oltre 20 anni, vive un approfondimento del personaggio che supera il cinema”. Il cinema è stato il suo primo vero grande amore. Patrizio voleva fare cinema prima di tutto. Viveva a Roma e nei periodi in cui non si guadagnava tanto faceva lo stuntman. “Allenavo i cavalli per il set, cavalcavo anche nel parco del Vesuvio, vicino casa mia c’era un campo dove si allenavano gli stuntman americani e mi misi subito a lavorare con loro. Ho fatto la controfigura in tanti film e b-movies”. 32

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Patrizio sorprende con i suoi racconti, con alte riflessioni, ha fatto il teatro shakespeariano e brecktiano, ha fatto il teatro vero e oggi è nel cda del Teatro Mercadante. Scrive, ma visto che secondo lui la parola ha perso di significato, ha scritto uno spettacolo di danza che s’intitola Cleonosi. “Quest’opera è per le donne, sono un loro grandissimo estimatore. In scena ballerini professionisti e bambini, luci e musica tra il pop e un allegretto”. A proposito di donne, Checca? E gli occhi di Patrizio brillano. “Checca lavora in tribunale, è una donna forte, un’attivista, difende l’ambiente e i deboli, adora andare in bicicletta e semina il terrore nel quartiere, tra chi in realtà non ha cura di Bagnoli. E allora quando incontro gli abitanti, i postini, ecc. mi dicono: Mi raccomando ditelo a vostra moglie che teniamo tutto in ordine”. Hanno due figli e per loro hanno fatto costruire la “pat caverna”, dove possono stare con gli amici, giocare, guardare la tv, sotto l’occhio vigile dei genitori. Una famiglia molto unita, dove tutto è condivisione, anche le serie tv con tanto di rito a seconda del serial che guarderanno. “Ad esempio, se guardiamo Downton Abbey (serie tv in costume anglo americana ambientata all’inzio dell’età giorgiana, ndr), io preparo il tè, parlo come un lord inglese e i miei figli si mettono la giacca. Se invece guardiamo Gomorra, ci trasformiamo e parliamo come Ciro l’Immortale e Genny Savastano”. Serie preferite: This is Us, Narcos, The Young Pope. Ti piace Sorrentino? “Sì, in questo momento è il più grande regista italiano, perché ha cambiato i codici narrativi. Ha aperto una porta attraverso la quale tutti dovranno prima o poi passare.” E Madonna? “Cara Veronica Louise Ciccone. Ho girato con lei e Adriano Giannini un film che poi è stato un flop, il remake di Travolti dal destino, diretti dall’allora marito Guy Ritchie e l’episodio più divertente è stato quando siamo approdati in Sardegna. Un gruppo di fan scatenati prima ha gridato il

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Se guardiamo Downton Abbey, io preparo il tè, parlo come un lord inglese e i miei figli si mettono la giacca. Se invece guardiamo Gomorra, ci trasformiamo e parliamo come Ciro l’Immortale e Genny Savastano. suo nome e poi il mio, ma così a squaciagola, che lei si è girata verso di me e ha esclamato: Why?” Durante il nostro incontro scopro che Patrizio correva in macchina ed era anche bravo, nella “pat caverna” conserva un sacco di coppe vinte nelle gare su pista. E sui muri le foto delle locandine dei film e il ricordo di Ricomincio da tre di Troisi in cui ha recitato, degli storici amici e colleghi Giobbe Covatta e Francesco Paolantoni. “Loro sono i veri attori comici. C’è una netta differenza tra battutari e comici. Trosi è l’attore comico per eccellenza, colui che anticipa un essere umano che fa l’attore di professione”. Nella vita di Patrizio ha un ruolo fondamentale la beneficenza. Probabilmente è questo il suo vero posto al sole. “Mi raccomando, scrivi di questo progetto stupendo per i bambini malati oncologici del Santobono: Doppio sorriso-Meridionare: una raccolta fondi che deve raggiungere l’obiettivo dei 4mila euro per permettere loro di giocare doppiando i cartoni animati preferiti”. Siamo a casa sua da ore, non vorrei più andarmene perché ogni parola, ogni oggetto della casa è un racconto nuovo. Ma devo tornare in redazione e Patrizio ha i suoi appuntamenti istituzionali e così ci salutiamo con la promessa di continuare questa bella chiacchierata e soprattutto di un pranzo a casa Rispo perché è anche uno Chef coi fiocchi.

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#ciak

LA FANTASCIENZA AL CINEMA ABBIAMO VISTO COSE CHE VOI UMANI NON POTRESTE IMMAGINARVI di Valerio Ciaccia

Il genere cinematografico che vanta il maggior numero di incassi, tra pensieri filosofici, effetti speciali e prodotti commerciali. Battere il ferro finché è caldo, non c’è espressione più corretta per esporre la filosofia che sta alla base del pensiero dei produttori cinematografici. E così, una volta individuato il genere più apprezzato dal pubblico in quel dato momento storico, ecco sfornare decine e decine di film che si ispirano alla pellicola di maggior successo, complice o colpevole del nuovo filone da spremere fino alla nausea, che finisce per sfiancare anche lo spettatore più accanito. A tale filosofia per l’appunto, non si sottraggono i produttori di uno dei generi che maggiormente rimpingua le loro tasche: la fantascienza, che affonda le sue radici sino ai tempi degli esordi del cinema e che pare non stancare mai gli appassionati del genere. Spesso sfruttata come pretesto per affrontare temi estremamente delicati, come pacifismo, xenofobia, inquinamen38

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to, senza trascurare le riflessioni di natura filosofica o politica, la fantascienza oggi come oggi resta il prodotto apparentemente più commerciale, che ha permesso a molti autori di esprimere idee più o meno condivisibili. Caposaldo del genere è certamente Metropolis (1927) di Fritz Lang, pellicola che dietro le immagini di una città all’avanguardia del 2026, narra della lotta di classe in un momento caratterizzato da cambiamenti radicali. Tecniche avanzate, trucchi di scena, budget spropositato per l’epoca, permettono oggi di considerare Metropolis un’opera d’arte non solo del genere fantascientifico, ma propriamente cinematografica. La fantascienza, in realtà, ha ottenuto un vero riconoscimento come filone cinematografico solo a partire dagli anni ’50 quando, negli Stati Uniti, i produttori hollywoodiani hanno inizia-


to a sfornare film per il grande pubblico. La corsa allo spazio, la guerra fredda, lo sviluppo tecnologico hanno contribuito alla genesi di questa vena d’oro. Ultimatum alla Terra del 1951 è considerato tutt’oggi uno dei film di fantascienza per adulti di maggior pregio e La Guerra dei Mondi del 1953 ha trascinato il pubblico nella disperazione generale causata dall’invasione degli alieni, dando vita a reazioni di isterismi di massa. Negli anni ’60 godiamo di un ulteriore sviluppo, con l’arrivo di film destinati a dar lustro a un genere considerato ancora popolare. Stavolta però siamo dalle parti di Barbarella (1968) con l’iconica Jane Fonda, commedia fantascientifica che, nonostante gli scarsi risultati al botteghino, ha ispirato musica e moda. Il cinema italiano, proprio sul finire degli anni ’60, ha fornito un discreto apporto,

addirittura influenzando pellicole che ancora oggi attirano l’attenzione del grande pubblico. Mario Bava, con il suo Terrore nello spazio (1965) ha influenzato la saga di Alien, portata al cinema dal genio di Ridley Scott nel 1979. La fine di quel decennio ha poi spalancato le porte a film dal fascino intramontabile come Il pianeta delle scimmie e capolavori indiscussi come 2001: Odissea nello spazio, entrambi del 1968. Negli anni ’70 la fantascienza si affianca a visioni distopiche del futuro permettendo la produzione di film come Il mondo dei robot (in lingua originale Westworld) di Michael Crichton (1973), che nel 2016 ha dato vita alla omonima serie televisiva con Anthony Hopkins. E poi nascono grandi saghe, che tutt’oggi continuiamo a seguire con indomabile interesse. Guerre Stellari di George Lucas (1977), il citato >

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LA FANTASCIENZA AL CINEMA TOP FIVE

1. Inception 2010 2. L’impero colpisce ancora 1980 3. Metropolis 1927 4. Blade Runner 1982 5. Solaris 1972

Alien, Superman di Richard Donner (1978), Mad Max di George Miller (1979) e Star Trek: The Motion Picture di Robert Wise (1979), con le note digressioni filosofiche. Tutti capolavori che hanno ridefinito il genere, attirando ondate di spettatori che poi sono diventati fan, grazie ad effetti speciali strabilianti e a sceneggiature di rilievo. In questo periodo gli autori, oltre ad offrire script di grande spessore artistico, sono riusciti a sfruttare le loro costose creature per trasmettere messaggi di varia natura. Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg (1977), ad esempio, lanciava un messaggio di pace. Negli anni ’80, la fantascienza diventa il genere più proficuo, grazie a opere ormai di culto. Proseguono senza intoppi i successi di Guerre Stellari e di Alien, ora seguite da veri devoti e vedono la luce nuovi film e nuovi protagonisti da adorare: Terminator di James Cameron (1984) appartenente al sottogenere del cyberpunk, Ritorno al futuro di Robert Zemeckis (1985), Robocop, Predator e forso il più noto e amato dal grande pubblico E.T. l’extraterrestre ancora di Steven Spielberg (1982). Ricordiamo poi Tron (1982), primo film sulla realtà virtuale e Blade Runner (1982) opera di grande rilievo artistico, non solo di natura tecnica. Negli anni ’90 l’evoluzione degli effetti speciali prende il sopravvento, la produzione aumenta e la qualità delle sceneggiature ne risente, ma siamo anche al cospetto di film come Matrix (1999), L’esercito delle 12 scimmie (1995), Terminator 2 (1991). Gli anni duemila permettono al cinema di fantascienza di raggiungere incassi mai immaginati, divenendo il genere che garantisce il 90% degli introiti delle case di produzione. Avatar (2009), pur non basandosi su una sceneggiatura particolarmente complessa, munito di 40

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un solido messaggio ecologista, è il film che detiene il record per il maggior incasso nel mondo, oltre 2.700 milioni di dollari. Di pregio, poi, pellicole come Gravity (2013) e Interstellar (2014), dotate di raffinatezza tecnica e caratterizzate da un notevole sforzo visionario. Tra la fine del 2016 e questo scoppiettante 2017 assistiamo alla proiezione di film che permettono alla fantascienza di continuare a godere di un glorioso futuro, ma senza abbandonare le origini. Passenger, Arrival, Rogue One, Alien Covenant, Life, Blade Runner 2049, Ghost in the shell, Star Wars Episodio VIII The last Jedi, sono tutte pellicole che, con profondo sguardo rivolto verso il passato, spalancano le porte al futuro, permettendo a noi tutti di immaginare strani, nuovi modi che, in realtà, iniziano ad avvicinarsi al nostro pianeta, così come la NASA ha recentemente confermato.




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#leggèra

a caccia di libri. letteratura, romanzi, gialli, testi zen, fantasy, letture per ogni appassionato di Lucia Nicodemo Siete dei serie tv dipendenti in crisi di astinenza? La vostra serie preferita è terminata o la nuova stagione tarda ad arrivare? Nulla nel palinsesto televisivo o in quello di Netflix vi appassiona veramente? Concedetevi allora una pausa editoriale. Chi l’ha detto infatti che la parola serie può fare rima solo con tv? Certo, negli ultimi anni il binomio è diventato inscindibile, ma il genere seriale appartiene in primis alla letteratura. Balzac, Hugo ma anche Dumas pubblicarono i primi capitoli dei loro romanzi più famosi (I Miserabili, I tre moschettieri) prima a puntate sui quotidiani dell’epoca. E con loro molti altri, fino a Il Profumo di Suskind pubblicato a capitoli dal Corriere della Sera prima che uscisse in libreria. Questa buona abitudine si è persa ma non i romanzi seriali. Tenete d’occhio, allora, dal 20 aprile, il nuovo capitolo – appunto- della saga dei Cazalet di cui è autrice Elizabeth Jane Howard. Allontanarsi è il quarto volume di questa serie dedicata alla storia di una grande famiglia dell’alta borghesia britannica: quattro fratelli e la loro servitù, i loro cuochi, giardinieri e quanti gravitano loro intorno. Una vita fatta di vacanze al mare, cene, teatri ma che si trasformerà con la seconda guerra mondiale. Siete avvertiti: crea dipendenza. Un suggerimento? Avete tempo fino a metà aprile per leggere i precedenti tre (Gli anni delle leggerezza, Il tempo dell’attesa, Confusione) e poi, terminato anche Allontanarsi, non vi resterà che augurarvi che Fazi (illuminato editore che ha portato la Howard in Italia), pubblichi quanto prima il quinto e ultimo capitolo di questa saga. Non fa per voi? È l’elemento thriller che vi tiene avvinti? Recuperate allora la trilogia Millennium del compianto Stieg Larsson: 80 milioni di copie vendute in tutto il mondo per una saga uscita postuma, cioè dopo l’improvvisa morte per infarto, a soli 50 anni, del suo autore. Le avventure del giornalista Mikael Blomkvist e della giovane ricercatrice Lisbeth Salander hanno inoltre avuto il merito di inaugurare il filone del giallo scandinavo che 44

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oggi appassiona milioni di lettori, italiani compresi. Basti pensare ai moltissimi gruppi di lettura e community che si trovano in rete e al lavoro eccellente di alcune case editrici. Ne citiamo due: Iperborea che – ben prima che la letteratura scandinava diventasse un fenomeno di tendenza – dal lontano 1987 si è specializzata nella pubblicazione di scrittori nord-europei; e Marsilio a cui si deve la pubblicazione proprio di Larsson e di molti altri giallisti scandinavi riuniti nel sito GialloSvezia. Non è certo un caso che i tre titoli di Millennium – Uomini

5 ... di quelle piccanti top 1

E.L.James Le cinquanta sfumature (3 volumi) 2

Sylvia Day The Crossfire Series (5 volumi)


che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta – sono diventatati appunto una serie tv e poi film per il cinema. Una curiosità: esiste un quarto libro della saga Millennium, Quello che non uccide, uscito solo due anni fa e scritto non da un redivivo Larsson ma da David Lagercrantz e per volere degli eredi di Larsson. Il sottotitolo potrebbe essere: difficile abbandonare una gallina dalle uova d’oro. Troppo impegnativo anche il thriller? Volete pura evasione a puntate? Il fantasy è il vostro mondo, un mondo ormai che è non è più sinonimo di nerd e avrete solo l’imbarazzo della scelta. Da Frodo e Gandalf che animano la saga di Tolkien (la cui capacità narrativa va oltre anche la definizione di fantasy); a le Cronache del ghiaccio e del fuoco di George Martin che dal 1996 – al pari di una soap opera – tengono con il fiato sospeso milioni di lettori e, in anni recenti, anche moltissimi spettatori perché sono alla base della fortunata serie tv Il trono di spade. Secondo voi un caso anche questo? E non pensiate che siamo di fronte a opere dal basso spessore letterario: il quarto e il quinto volume della serie (Martin ha dichiarato che ce ne saranno almeno altri due) hanno entrambi raggiunto la vetta della classifica dei best seller del New York Times. Ancora non siete convinti? Vi piacerebbe uno sguardo femminile? Nel 2010 Time ha nominato Suzanne Collins tra le 100 più influenti personalità di quell’anno e la Collins è l’autrice della trilogia di Hunger Games, quasi 90 milioni di copie vendute nel mondo e altrettanti film tratti dai 3 volumi.

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Indigo Bloom Incontri Proibiti (3 volumi) 4

Sara Bilotti L’oltraggio; La colpa; Il perdono (3 volumi) 5

Irene Cao Io ti voglio; Io ti sento; Io ti guardo (3 volumi)

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#pokerdassi

Quattro domande uguali per tutti, quattro risposte diverse che raccontano le passioni, i gusti, la vita di quattro personaggi che conoscono bene Napoli e la amano intensamente. Il poker d’assi è servito.

di Paola De Ciuceis

MARIA IDA AVALLONE Produttrice di vino, Azienda Villa Matilde

GILDA COBELLIS produttrice di vino, Tenuta Cobellis

Il vino è donna? Sicuramente sempre di più donna. Sono lontani i tempi in cui ci era vietato bere, pena la vita. Oggi significa il 33% delle cantine in Campania, una quantità enorme di produttrici, sommelier, enologhe, ristoratrici. Siamo diverse dagli uomini, abbiamo più capacità olfattive nel riconoscere aromi e nuance nel naso e nel gusto, predisposizione a valorizzare le piccole cose che fanno grandi i prodotti, voglia di raccontare le particolarità del territorio. Abbiamo arricchito il settore, ma sempre in un’armonia di genere. Il colore della seduzione: rosso, bianco o rosé? Il colore della seduzione è quello del vino giusto al momento giusto. Il vino è trasversale e ogni varietà ha la sua occasione. Anche i bianchi possono essere perfetti complici di momenti affascinanti e seducenti. Il mio vino per eccellenza è il rosso ma tutti hanno lo stesso afflato se proposti nel contesto adeguato: il mare e le stelle d’estate, vogliono un flûte di champagne. Un vino, una canzone Per Gino Veronelli “il vino è il canto della terra verso il cielo”. Armonia, equilibrio, musicalità assoluta, vino e musica hanno assonanze importanti. Dunque penso alla “Vie en rose” di Edith Piaf, piena di ottimismo e fiducia invita a credere nel futuro; mi piace molto, “Oro” di Mango, incarna qualcosa di mediterraneo e l’essenza della terra; e, l’aria della Traviata di Verdi “Libiam ne lieti calici” che rappresenta qualcosa al di sopra delle righe. Giro di cantine. In viaggio per…? Per tutte le terre vocate alla viticoltura e alla produzione. D’estate, in Francia; d’inverno alla scoperta di nuovi terroir e cantine. La nostra Campania è ricca di luoghi ancora sconosciuti, ben si presta a gite fuori porta della durata di un week-end. Si spazia dalle altitudini elevatissime delle terre d’Irpinia, rigide e austere, alle terre più dolci del Falerno e del Cilento, poi c’è Ischia e i Campi Flegrei. A volte si conosce a menadito quel che è fuori e siamo perplessi e ignari di quel che c’è sotto casa. Lasciarsi condurre dal bicchiere è davvero un bel modo di viaggiare.

Il vino è donna? Il vino è tante cose insieme, dipende da come lo si vuole raccontare. Se proviamo ad aggettivare, direi sì che il vino è donna: fresco, amabile, giovane, morbido, effervescente, elegante, ricercato, impegnativo, inebriante e dolce, ma anche acidulo. Tutto richiama la donna. In passato è stato sicuramente declinato solo al maschile, l’uomo lo produceva e lo consumava. Oggi, la presenza femminile come consumatrice, imprenditrice, comunicatrice, professionista è sempre più evidente. È una cultura fatta di gusto, impegno, armonia, ricercatezza il vero valore aggiunto rispetto al passato. Il colore della seduzione: rosso, bianco o rosé? Per me il vino è rosso. Ha una capacità di fascinazione intrinseca. Ma è questione anche di caratteristiche. Il vino che ha corpo, struttura, profumi, va assaporato con tempi lunghi, quello rosso più degli altri; per sua natura dilata i tempi che si rallentano lasciando spazio al racconto e alla conoscenza, alle emozioni e ai sensi, quindi alla seduzione. Anche se si beve distrattamente, richiama sempre attenzione. E per questo acquista potere di seduzione. Un vino, una canzone Tra quelle che trattano i temi del vino, “Lilac wine” di Nina Simone rifatta pure da Jeff Buckley ”il vino è dolce e dà alla testa, mi fa vedere quello che voglio vedere, quello che voglio essere”. Ancora, assocerei un Aglianico corposo, maturo e ricco di profumi intensi alla voce calda, suadente e intensa di Mario Biondi, trovo ne ricordi il tannico; del resto, palato e musica sposano magnificamente, si esaltano a vicenda. Giro di cantine. In viaggio per…? Un luogo si scopre attraverso ciò che lo racconta e il vino permette di stabilire una relazione con territori e tradizioni. Non andrei né in Francia né in Spagna, piuttosto, preferirei il Sud Africa o quei paesi che ancora danno nuovi apporti; giocando in casa, il Cilento è una realtà nuova dove si sta tornando alle radici, riscoprendo l’antica vocazione agricola ma con un approccio decisamente imprenditoriale e dal taglio fortemente innovativo.

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LORELLA DI PORZIO Sommelier, Delegata regionale Associazione Nazionale Donne del Vino Campania – Ristorante Umberto Il vino è donna? Decisamente sì. Perché le donne stanno diventando sempre più presenti e sempre più brave nell’interpretare con sensibilità quello che la vigna sa dare. Grazie a questo sono riuscite ad affermare le proprie aziende ritagliandosi spazi in un mondo prettamente maschile. Del resto, oggi, le cose sono molto cambiate rispetto al passato. Ne sono esempio donne come Donatella Cinelli Colombini che anima l’azienda toscana Casato Prime Donne a Montalcino con un’équipe tutta al femminile. Il colore della seduzione: rosso, bianco o rosé? Rosso, il colore della passione. Ma dipende dalle occasioni: il rosé rimanda al colore dell’infanzia, in particolare per le bambine. Il bianco è il vino dei primi approcci. La seduzione si può intendere nei modi più diversi e il vino fa sempre la sua parte, a cominciare dal resveratolo, sostanza presente in parecchie piante e in particolare nella buccia degli acini d’uva, tra le sue proprietà c’è quella di favorire la fluidità del sangue, di qui la leggera euforiache dona. Un vino, una canzone Ce ne sono tante, tutte belle, tutte significative. La prima, Peppino di Capri, “Champagne”: chi non l’ha amata e, almeno una volta, cantata. Oppure, “Barbera e Champagne”, l’album di Giorgio Gaber che rimanda alla capacità del vino di abbattere le barriere e accomunare le persone più diverse. Ancora, “L’Avvelenata” di Francesco Guccini che protesta contro il mondo della discografia canta “mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino”. Giro di cantine. In viaggio per…? Ne ho visitate tante, non solo in Italia, tutte interessanti perché ciascuna ha le sue caratteristiche. Mi affascinano molto quelle in stile coloniale. Il mio sogno è quello di andare in Sud Africa, perché è un mondo un po’ diverso dal nostro dove la viticoltura importata dagli olandesi prima si è radicata e poi profondamente innovata e differenziata. Vorrei esplorare non solo quelle che lavorano al meglio ma anche quelle più lontane da noi.

FOSCA TORTORELLI architetto, sommelier Master Alma–Ais Il vino è donna? “Dietro un grande Vino c’è, sempre più spesso, una grande Donna!” e, oggi, il vino è sempre più Donna con la “D” maiuscola. L’apporto femminile è sempre più visibile in un mondo da sempre legato alla sfera maschile. Sono tanti gli esempi che hanno davvero fatto la differenza. Mi piace ricordare la figura audace e perseverante di Barbe Nicole Possandin (sposata Clicquot) cui si deve la prima cuvée millesimata nota in Champagne o Camilla Lunelli, che in oltre cento anni di storia delle Cantine Ferrari è stata la prima donna in posizione di vertice in azienda. L’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, poi, ha numeri che parlano da soli quanto a rappresentanza femminile in ogni categoria della filiera. Il colore della seduzione: rosso, bianco o rosé? Tutti i colori del vino incarnano la seduzione! La perfetta idea di seduzione è incarnata dal fascino e dalla profondità del colore rosso. Penso alle parole di Ovidio: “Il vino dispone l’uomo all’amore e lo rende pronto alla passione” e il richiamo non può che essere rivolto alle sfumature dei rossi, che rievocano il calore di un intenso abbraccio. Se dico rosso mi viene facile pensare all’avvolgenza del Brunello di Gianfranco Soldera o alla luminosità e alla brillantezza del rubino, emblema di felicità, di energia e vitalità. Un vino, una canzone Non una ma mille, come infiniti sono i volti del vino. Penso a “Il Pane, Il Vino e La Visione” di Sergio Cammariere, dove il vino aiuta ad abbandonarsi all’estasi e al piacere, ma anche alla riflessione e all’introspezione; oppure al brano di Baustelle “Le rane” che rimanda all’idea di come chi si abbandona con entusiasmo al vino, non beve soltanto il nettare fermentato della vite, ma assume in sé entusiasmo e disinibizione. Giro di cantine. In viaggio per…? Direi in giro per il mondo, vino e viaggio vanno a braccetto. Penso ai tanti luoghi e paesaggi che ho scoperto trainata dalla mia passione del vino e viceversa. Ogni luogo è una scoperta, ogni cantina un racconto, una storia, un sapore. Non smetterei mai, è il modo più bello e più semplice per aprire la mente e comunicare. 47

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#amazing

di Francesca Cicatelli

g e r G & o l l Li

giochi di parole & tormentoni la risata intelligente

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ph. Carlotta Dominici De Luca Niente tv o almeno dalla prospettiva del divano: Pasquale Petrolo e Claudio Gregori, in arte Lillo & Greg, la fanno, ma non la vedono. Sarà per questo che riscontrano una certa difficoltà ad individuare “l’assassino e i misteri” (parafrasando il loro spettacolo in scena al teatro Cilea a Napoli) della tv italiana, anche se ammettono che sia inspiegabile la sopravvivenza “da oltre trent’anni di un pessimo intrattenimento musicale e non, sullo schermo”, mentre salvano Gigi D’Alessio, che “non è da condannare e anzi è forse migliore di tanti altri musicanti”. Stanno portando in giro per l’Italia il loro meta-teatro dell’assurdo in uno spettacolo intitolato “Il mistero dell’assassino misterioso” per la regia di Mauro Mandolini con Dora Romano, Danilo De Santis e Vania Della Bidia. Un giallo dai toni brillanti, che si intreccia audacemente con le dinamiche di una compagnia di attori pronti a tutto pur di farsi notare dal produttore televisivo presente in platea. Nato da un’idea di Greg e scritto a quattro mani con Lillo, “Il mistero dell’assassino misterioso” svela con un pizzico di perfidia il delicato equilibrio su cui vivono alcune compagnie di teatro, ma su cui si fondano anche la maggior parte dei rapporti umani: gelosie, meschinità, invidie, rancori e falsità.


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si conoscono nel 1986 in una casa editrice di fumetti, che fa la loro fortuna quando fallisce. Perché allora devono inventarsi un altro lavoro. Un “mistero” e un “assassino” della Televisione italiana? “Non abbiamo la tv, o meglio Lillo la ha per modo di dire: vede solo documentari. Il mistero della Tv italiana sono i programmi di intrattenimento musicale e non, pessimi da trent’anni e più”. Prima sensazione e reazione alla chiusura di “Sei uno zero” su Radio Rai (ora riaperto)? “Accettazione. Se Radio Rai vuol fare altro e non è interessata al nostro tipo di intrattenimento allora ciao, grazie. Ma poi il web è insorto e ne siamo felici, più che altro perché questo ci fa capire che siamo in un’epoca in cui la gente ha una voce. Insomma, siamo stati richiamati alla conduzione proprio perché la gente ha manifestato disappunto e ha scelto, ha voluto esserci”. Sì, allora, al potere salvifico dei social? “Certo, i social hanno potere ed è bello, abbiamo vissuto sulla nostra pelle, in prima persona, questo nuovo status. Eravamo già pronti comunque ad approdare ad altre radio”. Accettate la gerarchia, anche se abbronzata (Carlo Conti nuovo direttore artistico di Radio Rai)? “Non crediamo che sia stata opera di Carlo la chiusura del nostro programma. È una persona intelligente. Sarà stato piuttosto un concatenarsi di idee. Può darsi anche che Conti abbia voluto fare un’altra radio e abbia chiesto un po’ di spazio in più. Ma non crediamo che abbia detto “togli questo o quello” puntando il dito contro di noi o contro altri. Non è vera la storia dell’epurazione a Radio Rai con l’arrivo di Conti”. Per chi abdichereste? “Massimo Bagnato, che potrebbe fare ottime cose in radio se non fosse troppo naif ed è anche molto più surreale di noi. Oppure Antonio Rezza e Alessandro Benvenuti”. Quindi sempre uomini? “Ora che ci pensiamo, ci viene in mente anche Tina Cenci, ma forse non accetterebbe”.

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iL llo & Greg



Con chi non lavorereste mai? “Con i musicisti italiani, con gruppi o cantanti italiani. Tutti. Salvando Paolo Conti”. E a Napoli c’è qualcuno con cui non lavorereste mai? Gigi D’Alessio ad esempio? “Non si può usare Gigi D’Alessio come parametro della brutta musica italiana. Lui è diplomato al conservatorio in composizione e pianoforte e si sente nelle sue canzoni: c’è una struttura armonica di un certo spessore e anche i testi sono costruiti bene. La musica brutta che si fa in Italia è da rintracciare in altri cantanti. Gigi D’Alessio è più in alto rispetto a quasi tutta la musica italiana che si sente a Sanremo”. Avrebbe dovuto vincere? “Non abbiamo visto Sanremo”. Uno di voi si è mai sentito gregario dell’altro, a parte la radice del nome (Greg) ? “No. Abbiamo un continuo alternarsi dei ruoli, spesso siamo la spalla dell’altro o siamo la stessa spalla, quindi non facciamo ridere”. Come mantenete l’equilibrio di coppia? “Ci meniamo ogni tanto, ci fa sfogare, poi torna tutto tranquillo. A parte gli scherzi, facciamo proprio come dovrebbero fare le coppie: ci concediamo le nostre libertà”. Ossia vi tradite professionalmente? “Sì, entrambi abbiamo altre esperienze lavorative. Questo ci permette di non sentirci ingabbiati”.

tra i calciatori del Napoli, non hanno segnato neanche un gol, e a un certo punto Milik è stato costretto a suggerire: "Basta calcio ragazzi, meglio il teatro" 52

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g e r G & Lillo Tra le vostre esperienze c’è anche quella con il Calcio Napoli a scopi promozionali, anche se con risultati sportivi non proprio gratificanti. Il calcio è un gioco da bambini per adulti o un gioco preso troppo sul serio dagli adulti? “Ha qualcosa di ancestrale, il calcio ricorda le tribù. Ma è preso troppo sul serio. Alla fine sono sempre undici persone in mutande che tirano il pallone. Ogni volta che esce fuori lo spirito bellico, l’agone, non è positivo. È piuttosto un gioco da bambini. Il fatto che piaccia a così tante persone, però, è preoccupante”. La vostra rappresentazione di Napoli? “Siamo innamorati di Totò e Peppino mentre all’estremo nord di Cochi e Renato”.

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#maserial

NUOVI EROI:

DALLE SBARRE ALLE SERIE TV

di Federica Riccio

I nuovi eroi o forse anti eroi dovremmo dire delle serie tv statunitensi sono gli ex detenuti. Medici, avvocati, vampiri, zombie, poliziotti, marines non mancano, ma oggi è un’altra divisa che fa salire gli ascolti, quella gialla/arancione dei detenuti. Innocenti o colpevoli che siano poco importa, i nuovi beniamini dei serial americani sono eroi dietro le sbarre. Il motivo è semplice, negli Stati Uniti il popolo carcerario è vastissimo: 737 persone ogni 100 mila abitanti, tanto da risultare il paese col maggior numero di prigionieri al mondo, ben 2,4 milioni, seguiti dalla Cina con 1,5 milioni e dalla Russia con 870 mila. Gli USA hanno il 25% di popolazione carceraria, a fronte del 5% di quella mondiale. Il successo di questi personaggi è stato tale, da far resuscitare letteralmente i morti e precisamente Michael di Prison Break. La grande attesa è tutta rivolta al ritorno in tv dei fratelli Scofield. Dieci episodi in cui per “risvegliare” Michael interpretato dall’attore Wentworth Miller, morto alla fine dell’ultima stagione nel 2009, gli autori hanno passato parecchie notti insonni. Saul Goodman (Bob Odenkirk) di Better Call Saul, spin off prequel di Breacking Bad, è il nuovo eroe della tv a stelle e strisce. Ex detenuto redento, è diventato difensore d’ufficio schierandosi dalla parte dei deboli. Ma Better Call Saul è molto diversa da Breaking Bad. Qui non ci sono colpi di scena, non esplosioni; droga e cartelli sono (ancora) due puntini lontani all’orizzonte. I protagonisti sono Jimmy (Bob Odenkirk) e Mike (Jonathan Banks), ognuno con la loro storia, ognuno sulla strada per diventare quello che, poi, sarà in Breaking Bad. Good Behavior è la serie che ha “liberato” Michelle Doherty da Downton Abbey. Tratta dai racconti di Blake Crouch (Wayward Pines) narra della difficoltà di reinserimento dopo l’uscita dal carcere e il complicato rapporto tra genitori e figli.

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L’unico incontro dignitoso che fa è con un sicario con cui formerà una bella coppia alla Bonnie e Clyde, per mettere alla prova tutte le nostre certezze su ciò che è giusto e sbagliato. Questi i motivi del grande successo di critica. Sneaky Pete è la prima serie su cui punta Amazon per approdare tra i giganti dello streaming. Protagonista il bravo Giovanni Ribisi nei panni di un truffatore Marius/Pete, che assume l’identità del suo compagno di cella e si “riunisce” con la famiglia di Pete che non ha motivo di sospettare che non sia la persona cara da tempo persa. Tutta al femminile la serie di Netflix Orange is the new black, che racconta le storie di un gruppo di donne finite in prigione con una fortissima critica al sistema carcerario privatizzato americano. La protagonista è Piper, una donna che deve scontare 15 mesi, e viene catapultata in questa nuova realtà a cui non è pronta. Wentworth, è una serie australiana iniziata nel 2013 e remake di Prisoner: Cell Block H, fortunato serial degli anni ‘70. Si parla sempre di donne in carcere, ma è un thriller pieno di colpi di scena che tiene incollati allo schermo fino alla fine. Misfits, letteralmente disadattati è una serie britannica che utilizza uno spunto fantascientifico (dei superpoteri arrivati per caso durante un temporale) per raccontare le vicende di un gruppo di ragazzi condannati ai servizi sociali per saldare il conto con la giustizia. Le loro vicende personali più o meno gravi determinano il tono della serie, che si alterna tra commedia e drammatico. In generale le serie carcerarie hanno spesso scatenato polemiche, giudicate provocatorie se non addirittura scandalose e poco realistiche. 20 anni fa si realizzava Oz, il capolavoro di Tom Fontana per HBO, sicuramente il titolo più contestato, ma anche il più rappresentativo di un filone narrativo ereditato da cinema e

letteratura. Definirlo coraggioso è poco, crudo, violento e realistico, ha rappresentato la vita carceraria senza censure. La serie ha conquistato la programmazione italiana con colpevole ritardo. Nato infatti nel 1997, è andato in onda su Italia1 solo nel 2005.

Top Five

BELLI E DANNATI Michael Scolfield - Prison Break Christian Troy – Nip/Tuck James Sawier - Ford Lost Warrick Brown - CSI

Damon Salvatore - The Vampire Diaries

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#hashtag

IL NUOVO ATLANTE DEI SOCIAL NETWORK

Tutto si è poi trasformato in una vera rivoluzione con l’avvento di Facebook e dello smartphone, che tra notifiche, richieste di amicizia, post, applicazioni e poi tweet, instatags, ecc., non smette mai di trillare. Un virtuale diventato reale sempre in evoluzione. Signori e signore i Social Network continuano ad essere serviti.

di Valentina Nasso

Benvenuti nell’era dei Social Network, il nuovo attore protagonista delle nostre vite, che ha cambiato totalmente il modo di relazionarci e di essere in contatto continuo con il resto del mondo. Già prima dell’avvento di Zuckerberg, nel 2001 nasceva il Blog di MSN Messenger e poi nel 2003 My Space, che si presentavano come piattaforme dove radunarsi per intraprendere discussioni virtuali su diversi argomenti dando la possibilità agli utenti di creare pagine personalizzabili con foto profilo contenuti e colori a propria scelta. La necessità comune: parlare con tutti in tempi brevissimi, attraverso la lista di contatti o di amici.

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Un terreno sempre fertile, sempre nuovo, un irrinunciabile luogo di esposizione per tutti, sia utenti comuni che aziendi piccole e medie, che grandi multinazionali. In passerella, Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin, Snapchat, Pinterest, Google+ e chi più ne ha più ne metta. I social sono diventati a torto o a ragione la nostra vita, i commenti, i like i tweet, per non parlare dei whatsapp, hanno reso spesso una telefonata obsoleta, restiamo con più facilità in contatto con persone a noi distanti, riallacciamo vecchie amicizie, troviamo lavoro o creiamo il nostro impiego del futuro. Le grandi aziende effettuano la ricerca del personale tramite social come Linkedin, pubblicizzano la loro attività con budget attraverso le sponsorizzazioni, assumono social media manager, si affidano ad agenzie di comunicazione che gestisce i loro social. La parola d’ordine è condivisione. Condividiamo messaggi di testo, video, selfie, stati emozionali, pensieri, fotografie. Condividiamo tutto, a scapito anche della nostra e altrui privacy. In princi-


pio era Facemash, creato in una notte dell’ottobre del 2003, quando uno studente di Harvard, di ritorno da un appuntamento andato male si siede davanti al pc e guardando l’annuario universitario pensa a un sito dove poter caricare tutte le foto degli studenti del college. Era, lo sappiamo tutti, il giovanissimo Mark Zuckerbarg, che il 4 febbraio del 2004 registra il dominio thefacebook.com, dedicato al mondo universitario statunitense e che di lì a poco conquisterà il mondo e cambierà per sempre le nostre vite. La crescita dei Social Network è inarrestabile e si differenzia da paese a paese. Gli utenti che utilizzano Internet sono aumentati del 10% rispetto al 2016 e soprattutto è aumentato l’accesso al web da un dispositivo mobile. Ben il 40% degli utenti a livello globale oggi vi accede da smartphone. In tutto il mondo 2,3 miliardi di utenti utilizzano i Social Media. I tassi di penetrazione più alti sono in Nord America, Europa, Sud America e Asia, anche se i singoli Paesi dove sono più utilizzati i social sono Corea del Sud, Emirati Arabi Stati Uniti e Hong Kong. Le piattaforme social più utilizzate a livello globale sono Facebook, che ha toccato soglia 1,9 miliardi di utenti, piattaforma preferita in 119 dei 149 paesi analizzati. Qzone è il più popolare social network cinese. Non solo social: la crescita più forte proviene dalle app di messaggistica istantanea, in Italia ad esempio la penetrazione dei social, è del 47%, il dato maggiormente in crescita riguarda l’utilizzo dei canali social dai dispositivi mobile. 28 milioni gli utenti attivi sui Social Media in Italia, le

piattaforme social più utilizzate dagli utenti sono quelle dell’ecosistema di Mark Zuckerberg: Facebook, Whatsapp e Facebook Messenger a seguire vi sono Google Plus, Twitter, e Instagram. Quasi la metà degli utenti è attivi su Facebook, circa il 49% nella fascia 29-39 anni, mentre in altri paesi come gli Stati Uniti ad essere preferite sonole piattaforme più giovani come Snapchat. Nel Bel Paese il 52% della popolazione accede mensilmente alle piattaforme social, rispetto a una media totale del 37%. Gli Emirati Arabi hanno una penetrazione pari all’incredibile dato del 99%. Le abitudini dell’uomo medio del 2.0 vedono Facebook sempre al primo posto. Più della metà della popolazione mondiale ha accesso a Internet e il pesniero va alle parole di Albert Einstein: “Temo quel giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità”.

Top five

I social più utilizzati nel mondo facebook / 1 miliardo e 871 milioni QQ (Il facebook cinese) / 877 milioni Instagram / 600 milioni twitter / 317 milioni snapchat / 300 milioni

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Cassa armonica in rosa - 2011


#coverthetop

NAPOLI

MULTICOLOR di Carmine Luino

Fabrizio Scala e la sua Napoli a tinte Pop. Tra navicelle extraterrestri, squali e un mare giallo Le vie dell’arte sono infinite? Sì, le strade per arrivare all’arte sono infinite, perché infinite sono le possibilità che ci rappresentano e in cui ci rappresentiamo al mondo esterno, fino a trovare le nostra vera identità. Il mio percorso artistico è iniziato contestualmente a quello universitario, quando studiavo giurisprudenza. Pur volendo accontentare le aspettative dei miei genitori e la parte che definisco più concreta di me, ho sempre sentito, nel profondo, che non appartenevo al mondo del diritto e che la mia indole era di altra natura. Ho finito gli studi, sono diventato avvocato, ho frequentato un master in comunicazione, solo perché nel frattempo ho coltivato la mia vera passione: l’arte, che a un certo punto mi è esplosa in faccia e ha preso il sopravvento. Quali sono i tuoi riferimenti nell’arte visiva? E queli letterari? Sono sempre stato affascinato e impressionato dai lavori di Gauguin, Van Gogh, Cezanne. Adoro Pollock, e giudico Haring geniale sopra tutti gli altri. Quello che mi trasmettono le loro opere e che mi scatenano dentro sono emozioni che altri artisti non danno, emozioni che metabolizzo, rielaboro e trasformo in ispirazione. Per quanto riguarda la letteratura classica, confesso che a scuola avevo altri pensieri, si può dire che non sia mai stata una materia a me congeniale. Mi sono avvicinato alla lettura in età adulta, quando era forse tardi per i grandi classici (che pur mi af-

fascinano, ma da lontano) e quindi mi sono dedicato a letture più accessibili: il mio preferito al momento è Vargas Llosa, ha la stessa mia passionalità, è impetuoso nel modo di comunicare. Mi ci ritrovo molto nei suoi libri e oggi a mi piace leggere le biografie di vari artisti. 59

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Cesto incompleto di frutta - 2009

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LE STRADE PER ARRIVARE ALL’ARTE SONO INFINITE, PERCHE' INFINITE SONO LE POSSIBILITA' CHE CI RAPPRESENTANO

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Chiostro in giallo con squali, 3 ufo, e Vesuvio con latte per Lolo su cielo verde acido - 2016


I tuoi lavori hanno una forte componente comunicativa. Qual è il rapporto con il potenziale pubblico delle tue opere? I miei lavori si rivolgono a un pubblico ironico, che vuole divertirsi e non si prende troppo sul serio. Io stravolgo la realtà, se chi osserva una mia opera non si mette in discussione e non prova a uscire dagli schemi classici, non potrà mai capirmi e apprezzarmi. Non è facile accettare il mare del golfo di Napoli giallo, una navicella spaziale con extraterrestri, squali, scale e così ricordo anche il mio cognome. Insomma, per amarmi bisogna aver voglia di giocare e di guardare le cose da prospettive diverse. La mia galleria-studio-rifugio è un punto di ritrovo per me stesso e per tutti quelli che gravitano intorno alla mia arte. È proprio questo il bello di avere uno spazio proprio, senza confini ben definiti. Passo giornate intere chiuso nel mio laboratorio a disegnare, ma ce ne sono altre in cui il confronto con gli altri diventa prioritario su tutto il resto e accolgo chiunque voglia scambiare con me frammenti di vita.

Barattolo di grano Chirico su fondo giallo, 2017. Realizzato per “racconti di grano” concorso indetto da grano Chirico

Cosa stai per realizzare? Ho diversi progetti futuri, ma le mie idee corrono più veloce di me e per metterle in ordine, ho bisogno di tempo. Sono un estemporaneo, non riesco a fare programmi a lungo termine, ma per fortuna, non resto mai indietro. Ho diversi progetti per l’anno in corso, ma non voglio anticipare niente. Saranno tante sorprese.

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#zoom

I LOVE SHOPPING

lo g

o N N S ppi N o ho S

I brand più importanti, le firme preferite, lo shopping di qualità, bellezza e benessere. La Reggia Designer Outlet è il luogo ideale dove fare acquisti, trascorrere il tempo libero, passeggiare con gli amici e con i bambini tra concept store, beauty center, bar e ristoranti, area baby. Ideato per chi ama fare shopping con stile, La Reggia di Marcianise è il primo Designer Outlet della Campania dove trovare tutto l’anno capi, accessori, giochi, make up, profumi, creazioni per la casa delle migliori marche a prezzi ridotti dal 35% al 70%. Rendono ancora più speciale l’Outlet e lo shopping le tipiche architetture, i luoghi di ristoro, i negozi dal design accattivante, l’area giochi per i più piccini, l’ampio parcheggio gratuito e gli oltre 140 negozi. Facile da raggiungere, anche con uno speciale servizio shuttle bus in partenza da Napoli (Maschio Angioino), atmosfera rilassante condita da tocchi glamour, efficiente ed ecosostenibile, La Reggia Designer Outlet offre a tutti i suoi visitatori sempre qualcosa di speciale. Un luogo dove liberare la passione per la moda e realizzare i propri sogni. ◆

THE GIFT OF FASHION

Il regalo perfetto per chi ama la moda e lo shopping è la Gift Card McArthurGlen. Cosa c’è di più bello di regalare la possibilità di scegliere e acquistare il capo o l’accessorio o la creazione del brand preferito? Le Gift Card de La Reggia Designer Outlet possono essere acquistate presso il Guest Services oppure navigando il sito lareggiadesigneroutlet.it. Basta un attimo e un click per caricare l’importo desiderato da 5€ a 500€ ed ecco pronto il regalo da sogno: la Gift Card da utilizzare in tutti i negozi del Centro, scegliendo comodamente uno o più store e la cifra che si vuole spendere. ◆

DIAMO I NUMERI 150 tra negozi, bar, ristoranti, beauty center, area baby, ufficio informazioni

28 i km di distanza dal centro di Napoli e dall’aeroporto di Capodichino; da Caserta e dalla reggia vanvitelliana

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PASQUA E PASQUETTA TRA SHOPPING E MODA

la percentuale di sconto massimo dal prezzo retail

10 orario di apertura

Tutto pronto a La Reggia Designer Outlet per accogliere visitatori, turisti, grandi e piccini durante le giornate di Pasqua e Pasquetta. Tanti sorrisi e store aperti per chi vuole trascorrere le feste tra shopping, moda, quattro chiacchiere a pranzo, un aperitivo e una bella passeggiata.

21 FRIENDS&FAMILY: UN MERCOLEDÌ DA PRIVILEGIATI

Apre le esclusive porte il Privilege Club de La Reggia Designer Outlet. Per cinque settimane, dal 22 marzo al 19 aprile, ogni mercoledì, tutti coloro che si iscrivono al Privilege Club possono usufruire di ulteriori sconti sui prezzi outlet: una riduzione aggiuntiva del 30%. Un’occasione in più per entrare a far parte dell’universo de La Reggia Designer Outlet, ricco di offerte, di prodotti delle migliori marche e godersi, perché no, un mercoledì da “privilegiati”. ◆

orario di chiusura dal lunedì alla domenica


#FASHIONREIMAGINED Fresca, giovane, social, divertente, avvolge tutti con le sue novità e con esperienze shopping davvero indimenticabili: #fashionreimagined ovvero la moda reinventata da La Reggia Designer Outlet. Un motivo in più per seguire l’Outlet sui social network, interagire ogni giorno, partecipare alle campagne, creare video, raccontare e reinventare attraverso La Reggia lo stile e le nuove tendenze. ◆

STEFANO VACCARO Centre Manager

Qual è la mission de La Reggia Designer Outlet? Creare la migliore shopping experience in Europa.

BABY SPACE La Reggia Designer Outlet è a misura di bambino. Colori, giochi, playground, divertimento assicurato per tutti i piccini, ma anche per mamma e per papà. C’è un mondo da scoprire nell’attrezzatissima area giochi per i bimbi dai tre anni in su, che possono divertirsi tra scivoli e tunnel. Inoltre, in ogni blocco ci sono locali per baby nursery con fasciatoi e altri servizi dedicati alle mamme e presso l’Ufficio Informazioni sono disponibili anche passeggini per girare il centro in tutta tranquillità. E non finisce qui, si organizzano tanti eventi per grandi e piccoli e anche feste di compleanno nel bellissimo playground, con micromagia, giocoleria, bibite, snack e tanti altri servizi su richiesta. Info e prenotazioni: 0823 510244. ◆

La Reggia Designer Outlet AUTOSTRADA A1. Uscita Caserta Sud/Marcianise S.P. 336 Sannitica 81025 Marcianise (CE) Telefono: +39 0823 510244 info.lareggia@mcarthurglen.com

Caserta e Napoli sempre più vicine. In che modo La Reggia Outlet diventa collante tra i due territori? Al di là della navetta che è un dato oggettivo, oggi più del 70% dei nostri clienti arriva da Napoli. Alberghi, B&B, teatri, musei, aeroporto, porto e stazione di Napoli sono nostri partner commerciali consolidati. Qualità e offerta le parole d’ordine. Quella de La Reggia Designer Outlet è una nuova esperienza di shopping La nuova esperienza di shopping è sì qualità e offerta, ma anche relax, gioia, svago, intrattenimento e attesa. Credo che la qualità stia nel saper suscitare emozioni contrastanti positive, che fungano da volano per fare ritornare tutti i nostri clienti. Numeri in netta crescita sottolineano che La Reggia Outlet piace ai visitatori e tanto anche ai turisti stranieri. Da quali paesi vengono e La Reggia Outlet come intercetta questo bacino di utenza? Russia, Cina, Korea del Sud innanzitutto. Il motivo principale per cui i turisti sono intercettabili risiede nella varietà di offerta e nel prestigio dei marchi internazionali all’interno del centro. Poi esiste un fitto network di rapporti con questi paesi gestiti sia da Londra che localmente. Infine la relazione che l’ufficio turismo de La Reggia ha con le strutture alberghiere e con quei partner commerciali consolidati citati poc’anzi, sia a Napoli che in tutta la regione Campania.


#style

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#beauty

di Cristiana Giordano

COLORI CANDY, PROFUMAZIONI INEBRIANTI, TEXTURES VITAMINICHE ED ENERGIZZANTI. È LA PRIMAVERA, BABY! VISO E CORPO ESCONO DAL LETARGO E RIASSAPORANO I PIACERI DELLA PRIMAVERA

g n i r Sp r i a e h t n i is 74

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SPRAY YOUR HAIR! I graffiti? Roba superata. La stagione PE2017 propone un’arte decisamente più cool e a portér. Basta avere lo spray giusto e voglia di mettersi in gioco con i colori! Si chiama COLORISTA Spray e dona un risultato immediato e visibile su tutti i colori dei capelli, grazie alla sua formula con micro pigmenti. Si asciuga rapidamente, non appesantisce i capelli e va via con 1 shampoo. Gli spray permettono di realizzare in modo molto semplice e veloce delle trecce #mermaid o #unicorn o #fate. Basta colorare singole ciocche con nuance diverse e poi intrecciarle tra loro. Agitare bene e applicare lo spray ad una distanza di 15 cm dai capelli. Spruzzare più a lungo per un colore più intenso. 7 NUANCE Hot Pink, Pink, Lavender, Grey, Pastel Blue, Mint, Turquoise l’Oréal Hair Colorist Paris € 9,99


PEELING TIME Peeling notte Idealia, dà energia alla pelle e svela una nuova luminosità. 100 ml, Vichy € 35,50

IN LOVE We are in love… è la nuova collezione primavera estate 2017 lancia messaggi d’amore alla primavera con lo smalto nail polish (€2,49), il blush viso multicolor (€4,19) e l’eau de toilette (€3,79). Essence

SOS IMPERFEZIONI Sebologie Solution interviene in maniera mirata sui 3 tipi di imperfezioni: pelle lucida, pori dilatati, segni ed esiti cicatriziali. Arricchito di acido glicolico e lattico, elimina le cellule morte che si accumulano sulla superficie cutanea, purificando intensamente la pelle, grazie alla sua azione peeling Lierac, €24,00

ROLL ON H48 Deodorante anti-traspirante con ingredienti di origine naturale, preziose essenze distillate e aloe vera. Agli estratti di fico, albicocca, fiori d’arancio e melograno Sanoflore, €12,00

FIT 4U Crema snellente rassodante Alta Definizione realizzata in collaborazione con l’Università di Siena, nell’ambito del Progetto Ti Amo Italia, che valorizza ingredienti, talento ed eccellenza italiani 400 ml Collistar, € 50,90

LIQUID LIPSTICK Vice Liquid Lipstick, una formula waterproof che permette una lunga tenuta con ZERO transfer. Risultato: una resa di colore intensa e pigmentata. Da scegliere tra un’ampia gamma di 30 tonalità e due finish – comfort matte e metallized. Urban Decay, € 19,00

TATUAGGI NE ABBIAMO? La pelle si scopre e da micro shirt, pants, dress ecc. spuntano disegni tribali, colori vivaci e forme stilizzate… di che si parla? Di tattoo ovviamente, ma anche per le tipe più strong è in arrivo un prodotto beauty del quale non si può proprio fare a meno. Per la prima volta infatti è stata creata una crema lenitiva specificamente studiata per la cura della pelle appena tatuata, il suo nome è AFTER INK e la sua funzione principale è quella di aiutare la rapida guarigione del tattoo, dimezzandone i tempi normalmente richiesti. AFTER INK classic Tattoo Defender €19,90

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#loridinapoli

LA MODA

M.Cilento e F.llo Napoli (papillon e cravatta) per il Museo Gaetano Filangieri principe di Satriano, limited Edition Foto: Lorenzo Cabib Location: Museo Civico Gaetano Filangieri Web Influencer: Lorenzo de Caro

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lorenzodecaro.com

unArte


#swag

lbano scarpe A e e i in b b r giu ornocuo gioielli C lo Pizi o foto Rom Sanseverino Giorgia o&co modella Pac grooming mmina Ma location

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Albano piazza Santa Caterina a Chiaia 12 ▪ via Luca Giordano 12 ▪ www.albano.it Cornocuore di Barbara Casola ▪ 347.7244794 Paco&co via Alabardieri 13 ▪ via Manzoni 154a/b ▪ via Caravita27/28 ▪ via Merliani 136a Mammina via Partenope 15/18 ▪ www.mammina.com

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#shopwindow

OTTICA D’ABUNDO via Nisco 10 - telefono 081.414608 piazza Amedeo 22a - telefono 081.4104502

MARZIO D’ANGELO Via Luca Giordano 95, Napoli telefono 081.5584882 www.marziodangelo.com

BRINKMANN Orologio impermeabile con cassa in acciaio Piazza Municipio 21 www.brinkmann.it

L’UOMO NERO di Simona Giacomelli, Elena Mearini, Cira Santoro, Anna Scardovelli, Monica Stefinlongo, Cristina Zagaria con Elisabetta Bucciarelli. www.caraco.it

BELSIRE costume father and son www.belsire.com

STUDIO MORELLI orecchini della collezione Hook via Morelli 7 telefono 081.7644083

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LENEZ monokini in lycra stampata “lemons” www.lenez.it

CIKOREFICE Anello filo casa via Filangieri 19 www.cikorefice.it

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#shopwindow

LENEZ monokini in lycra stampata “tribal essence” www.lenez.it

WONDER JEWELS POSITANO anelli in argento e bronzo www.wonderjewels.it wonderjewels@gentilepositano.it

LE ZIRRE Paint collection STORE via Bisignano 68 - Napoli CONCEPT STORE via Crispi 66 - Napoli

FEEL via Cimarosa 64 telefono 339.1021748

NADA FOR NADA anello linea Exa via Crispi 65 www.nadafornada.it

OTTICA D’ABUNDO via Nisco 10 - telefono 081.414608 piazza Amedeo 22a - telefono 081.4104502

MIBI CREAZIONI di Sonia La Manna Orecchini handmade in rame telefono 3335868913

MIRTILLA Le borse di Artemisia C/O Artemisia Creazioni Via Cavallerizza 46

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ALESSANDRO FERRANTE E

L'ELEGANZA SARTORIALE CUCITA A MISURA DI PERSONALITÀ Alessandro Ferrante, giovane e già affermato couturier napoletano racconta della sua impresa nata “su misura” intorno al concetto di sartoria. Se dovessi dare una versione di te "cucita su misura" cosa diresti? Sono uno che ama la vita e il suo lavoro. Il mio lavoro è una parte importantissima della mia vita, della mia persona, di come sono cresciuto e dell’uomo che sono diventato. Perché hai scelto questa professione? Circa 12 anni fa il vento mi ha portato a Milano, figlio di architetto ho deciso di intraprendere gli studi in Interior design. Ho praticato la professione per circa 3 anni. Poi, ho avuto la fortuna di essere stato reclutato dalla maison capostipite delle sartorie napoletane ed è così che ho capito che questa era la mia strada. Rientrato a Napoli due anni fa ho scelto di intraprendere questa avventura. Mi raccontano che già da piccolissimo sceglievo da solo come vestirmi e mi ricordo che quando all'età di 7 - 8 anni, mi è capitato di fare il modello per un’amica di famiglia a una sfilata di abbi-

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di Cristiana Giordano foto Romolo Pizi

gliamento per bambini, mi sono divertito tantissimo. Insomma, credo che la moda maschile mi sia sempre piaciuta e penso che la scelta della sartoria su misura rappresenti la sintesi tra la mia passione per l’abbigliamento e i miei studi, che mi hanno portato a coltivare la vena creativa. Cosa hanno di particolare le creazioni che portano il tuo nome rispetto alle altre? La sartoria maschile è "povera", nel senso che i tagli sono più o meno sempre gli stessi, non c'è molta varietà. Quello che fa la differenza sono i dettagli, giocare sulle forme del capo ed è questo quello che faccio: gioco sulle forme, ma senza mai stravolgerle e senza mai scadere nel volgare. Le mie creazioni oltre ad essere su misura del corpo, sono anche su misura della persona, anzi della personalità del cliente. Dove si possono acquistare? Sartoria è anche sinonimo di salotto, ecco perché ho scelto di prendere uno spazio all'interno di un cortile in un meraviglioso palazzo nel cuore della Napoli storica (in via Bisignano, 11) dove posso


"è l’uomo che deve essere elegante, non l’abito" ricevere preferibilmente su appuntamento, in modo da potermi dedicare al cliente. Ultimamente, considerando che molti dei miei clienti sono uomini molto impegnati nel lavoro e che hanno poco tempo, sono io ad andare da loro, sia a Napoli, che in altre città. Mi capita di viaggiare spesso tra Roma, Firenze, Milano, Lugano. Qual è il target della tua sartoria? Molto vario, non miro a un target particolare, credo che a chiunque, almeno in certe occasioni, serva un abito fatto su misura, su misura nel senso che dicevo prima, un abito personalizzato, rispondente alla propria identità. Modello di uomo a cui t'ispiri? Sicuramente mio padre. Che valore ha per te la sartoria a Napoli? La sartoria napoletana ha un valore immenso, lo aveva ieri e lo ha oggi. Questo è un mondo in cui la velocità dei cambiamenti spesso ci fa perdere di vista chi siamo e ci fa dimenticare da dove veniamo, le nostre origini e la nostra cultura. In questo contesto mantenere alte le tradizioni è una cosa importante. L’antica sartoria napoletana oggi prosegue la tradizione, ma in maniera intelligente. La tradizione se è immutabile scompare, la tradizione per conservarsi si deve innovare e la sartoria napoletana lo sa fare, è un mix di tradizione (nel modo in cui si lavora, nella precisione, nella passione che i sarti esprimono nel loro lavoro) e innovazione (perché si è adeguata alle esigenze del mondo di oggi). In che modo è cambiata la tua attività? Forse è cambiato il modo in cui organizzo il mio lavoro, perché sto crescendo e ormai ho più esperienza, ma io non sono cambiato, non è cambiato il mio approccio al lavoro, non è cambiato il modo in cui mi relaziono al cliente. Forse dipende anche dal mio carattere, dalla mia natura, ma io non vedo mai nel cliente solo un cliente, ma una persona che sono interessato a conoscere. Solo se ti sforzi di conoscere chi hai di fronte puoi creare un abito a sua misura. Non è raro che da un rapporto professionale sia nato un rapporto di amicizia, o almeno di conoscenza più profonda, insomma che si sia creato dell’affetto. E questo per me è bellissimo, io metto le relazioni umane al primo posto, e non solo nel lavoro. Qual è il vestito più bello mai cucito? Ogni volta che consegno un abito mi sembra il più bello e allora posso dirti che il più bello è quello che non ho ancora realizzato. E la persona che sei orgoglioso di aver vestito? Per discrezione non farei mai il nome di un mio cliente, ma posso dirti che mi sono sentito molto orgoglioso quando ho realizzato il primo abito per mio padre. In che direzione sta andando la tua impresa? Certamente in una direzione di crescita e di ampliamento, ma quel che è certo è che manterrò la dimensione artigianale. Quello che più mi piace del mio lavoro è il momento del contatto col cliente, quel momento di creazione condivisa in cui insieme si decidono i dettagli

adatti a creare un abito a misura d’uomo, anzi di quell’uomo. Progetti per il futuro? Ho molte idee, qualche ambizione e qualche progetto in caldo, ma per scaramanzia non ne parlo ancora. Hai un motto, un credo, un portafortuna per il tuo business? Si, è questo: è l’uomo che deve essere elegante, non l’abito. Questo vuol dire che non esiste un abito elegante per definizione, ma che l’abito elegante è quello che fa emergere l’eleganza di chi lo indossa. Lo stesso abito su una persona può risultare elegante, su un altro volgare, se è finto, non rispondente alla identità di quella persona. Il segreto dell’eleganza sta nel metter l’abito giusto sulla persona giusta. C'è qualcosa che vorresti dire ai tuoi prossimi potenziali clienti che ti leggono qui? Ovviamente che li aspetto nel mio atelier per vestirli di eleganza.

ALESSANDRO FERRANTE SARTORIALE via Bisignano 11 - 80121 Napoli telefono 339.6954238 www.alessandroferrantesartoriale.com info@alessandroferrantesatoriale.com #stilepartenopeo 83

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#foodtour

Continua il #foodtour, che fa tappa in tutte le cittĂ del mondo, fra gustose ricette, trucchi dello Chef, consigli in cucina. Si pedala di gran lena per acquistare prodotti di prima eccellenza, realizzare piatti elaborati e raffinati, ma anche per rispolverare le antiche ricette della nonna. Deliziosi menĂš per tutti i palati con il meglio della cucina italiana e internazionale. Un giro a tavola tra piatti gourmet raccontato e fotografato.

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L'

DEI CAMPI FLEGREI Ci si abbandona alla piacevolezza del mare e alla bellezza del design in uno dei migliori e più esclusivi ristoranti gourmet della Campania, dove si gustano piatti di straordinaria fattura: Caracòl. La sua terrazza è la più bella ed elegante dei Campi Flegrei. A picco sul mare, circondata dalla scogliera con la torre moresca e le isole del Golfo Capri, Ischia e Procida. Si trova in un angolo di paradiso immerso nel verde, nel noto complesso alberghiero Cala Moresca di Bacoli, accanto al faro di Capo Miseno.

ph. Romolo Pizi

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Gli ideatori e titolari sono i noti imprenditori Roberto Laringe e Alfredo Gisonno, che dopo tante e importanti esperienze nel settore alberghiero e ristorativo, uniti da una solida amicizia che dura da oltre trent’anni, hanno deciso di aprire il loro ristorante gourmet: venti coperti o poco più, un’atmosfera unica, magica e accogliente e la cucina d’eccellenza dello Chef Angelo Carannante, esaltata anche dai prodotti e dai sapori del territorio e con un carta di vini che, anche se abbraccia tutte le regioni d’Italia, ha un occhio di riguardo per alcuni eccellenti vitigni dei Campi Flegrei. Ma quando è nato il Caracòl? L’idea c’è sempre stata, ma si è concretizzata un giorno in cui Roberto e Alfredo sono andati a Sorbo Serpico a trovare l’amico Chef stellato Paolo Barrale nel suo Marennà. Cercavano uno Chef gourmet per la seconda cucina del Cala Moresca, quella dedicata alla sala che ospita, non eventi, ma clientela avventizia; ed invece oltre allo Chef, suggerito senza indugi da Barrale, hanno individuato, discorrendo con Paolo, una nuova location: Caracól, nei locali dell’ex Andreas, un tempo destinati alla ristorazione leggera al servizio della clientela del Cala Moresca, che utilizzava la discesa a mare. Locali mini, piccoli numeri, ma grandissimo appeal in uno scenario da sogno per il primo vero gourmet dei Campi Flegrei. “Il Caracòl è il conseguimento di un obiettivo - spiega Roberto - è ricercatezza e ricerca, eleganza ed esclusività, innovazione e tradizione, il naturale completamento dell’offerta alberghiera del Cala Moresca e un plus che eleva in maniera esponenziale il livello del brand e ci consente di intercettare nuovi segmenti di mercato. Caracól è anche un atto d’amore nei confronti di un territorio in cui sono nato e cresciuto sia come uomo che professionalmente, un territorio che amo e che meriterebbe solo iniziative

Alfredo Gisonno, chef Angelo Carannante e Roberto Laringe 86

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Aperitivo

Battuto di manzo con puntarelle, burrata, caviale mujol e nocciole

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Astice con chutney di pomodoro, melanzane affumicate e mozzarella. Agnello partico Ricciola in brodo di mare e ortaggi e scarole

di livello eccelso. CaracĂłl è anche riconoscenza, un modo per rendere al territorio quanto lo stesso ci ha dato in termini di incomparabili bellezze naturali, paesaggistiche e storiche, che hanno contribuito, non poco, al successo delle nostre aziende. Ritengo, infine, che tale accuratezza, ricerca e raffinatezza che troviamo nel luogo e nei piatti dello Chef Angelo e anche dello Chef Di Giovanni al Cala Moresca, diverranno la regola in meno di un decennio e tra qualche anno, forse, ci indurranno a guardare ancora oltreâ€?.

Ho dei gusti semplicissimi: mi accontento sempre del meglio. (Oscar Wilde)

linguine con vongole veraci pomodorini confit agrumi e polvere di plancton marino 88

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Ravioli all’acqua pazza “Ho abbracciato immediatamente e con entusiasmo il sogno di Roberto, facendolo diventare anche il mio - spiega Alfredo - con l’idea di creare un luogo esclusivo e unico nel suo genere, dove sentirsi bene come a casa propria. Ci piace l’eccellenza, l’eccezionalità e l’esclusività e pensiamo di aver contribuito in maniera significativa a migliorare l’offerta alberghiera dei Campi Flegrei. Abbiamo risposto alla richiesta di un luogo d’elite, ricercato e riservato, ma di grande appeal. Per questo abbiamo optato per un locale che non potesse contenere più di venti coperti o poco più”. “Sono onorato di far parte della famiglia Caracòl e della stima e della fiducia che Roberto e Alfredo hanno riposto in me - dice Chef Carannate - sono cultori del cibo, moderni nelle scelte ed è come se mi avessero dato le chiavi del ristorante. Inoltre mi hanno consentito di tornare a casa, sono per metà puteolano e per metà napoletano. E queste mie origini le trasferisco anche nei piatti che cucino, insieme a una grande sperimentazione”. Dalla rivisitazione di queste tradizioni in chiave moderna è nato il piatto di punta del Caracòl, particolarmente apprezzato dai critici gastronomici italiani: le candele alla genovese, con tonno crudo, limone, cacao e fondo d’arrosto.

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Il Caracòl è alta cucina, luogo raffinato tra acqua e cielo progettato dall’architetto Francesca Maione. Pareti di legno, poltrone di velluto blu, complementi di design, finiture in mogano e wengè, specchi ambra, volta-scultura lignea a forma conchiglia che in spagnolo si dice Caracòl, con lucernario dritto sul cielo stellato.

dessert: L’autunno è la stagione più dolce Come una torta al cioccolato Tiramisù espresso

CARACÓL Via Faro, 44 - 80070 Bacoli Telefono: 081.523 3052 www.caracolgourmet.it info@caracolgourmet.it 90

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CANDELE SPEZZATE ALLA GENOVESE CON CRUDO DI TONNO, LIMONE CACAO E SUGO D’ARROSTO Pelare le cipolle, tagliarle a julienne sottile, cuocerle in una casseruola con un fondo d’olio. Farle appassire, aggiungere il concentrato ed il fumetto di pesce, coprire con un coperchio e lasciar cuocere fino a che le cipolle abbiano un bel colore caramello. Quando le cipolle sono colorate aggiustare con sale e pepe. In una pentola d’acqua bollente, salata adeguatamente, cuocere le candele spezzate. Mentre la pasta è in cottura, tagliare il tonno a cubettini della dimensione di mezzo centimetro. Riporlo in una boule di plastica, e condirlo con olio, pepe, un pizzico di zeste di limone e solo alla fine con un pizzico di sale. Quando la pasta sarà quasi al dente, termineremo la cottura nella genovese, aggiungendo pochissima acqua della pasta, un cucchiaino di fondo d’arrosto, colatura di alici ed un filo d’olio. Il sugo dovrà essere tirato, in modo tale che non rilasci acqua sul piatto. Disporre le candele in un piatto piano da portata, coprire con il sugo, aggiugere il tonno a cubetti, un filo di fondo di arrosto, e spolverare leggermente con il cacao. Angelo Carannante, classe 1979, napoletano di nascita, puteolano d’adozione. A Pozzuoli infatti frequenta l’Istituto alberghiero per poi spostarsi nelle grandi cucine d’Italia. Prima a Roma dove lavora con lo Chef stellato Antonello Colonna e poi al Ristorante del RADISSON BLU ES ROME – Design & SPA Hotel 5*. Ha perfezionato la sua tecnica frequentando corsi di cucina creativa con i Fratelli Cerea (2 stelle Michelin) e Vincenzo Camerucci (1 stella Michelin). Tornato in Campania, collabora con Giuseppe D’Addio della scuola “Dolce e Salato”. Nel 2011 approda al Ristorante Marennà (1 stella Michelin) lavorando come souschef sotto la direzione di Paolo Barrale. Dai profumi ai prodotti, dall’aria della Costiera Sorrentina trae la giusta ispirazione per la definizione dell’identità mediterranea della sua attuale cucina. Ricopre infatti il ruolo di Executive souchef del Ristorante Terrazza Bosquet del Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrento, acquisendo nel 2013 con Luigi Tramontano 1 stella Michelin. Nel 2016 torna nei Campi Flegrei, sua terra di origine, per dirigere la cucina del Caracòl. 91

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Face to Face tra due giovani imprenditori del food, che hanno saputo innovare la loro attività, pur mantenendo salde le radici nella tradizione: Mario Palma, proprietario dell’azienda Chirico e Marco Infante proprietario delle gelaterie Casa Infante. Dalla loro unione è nato il gustoso cremoso Chirigrano.

L'INVENZIONE GOLOSA DI CHIRICO E CASA INFANTE: IL CHIRIGRANO Come vi siete avvicinati all'universo food? mario:"Sono il figlio della Signora Chirico, considerata la "Regina del Grano Cotto". Il cibo di qualità e la tradizione culinaria sono nel mio DNA. A casa Chirico ogni discussione si affronta a tavola, iniziando da una pastiera napoletana o da una pastiera rustica e finendo sempre ogni dialogo in pace". marco:"Sono praticamente nato tra i sacchi di farina del laboratorio in cui mio padre e mio nonno lavoravano e ho sempre sentito che il mio destino era indissolubilmente legato a questo mondo". Il grano per Mario e gli ingredienti dolci per Marco come li percepite con tutti i 5 sensi? mario: "Giallo per il colore, esplosivo per il suo sapore, corposo per la sua consistenza, estivo per il suo odore, educato per la sua presenza nelle ricette". marco:"Un arcobaleno di colori per l'insieme delle materie prime, un odore intenso che spazia dal salato al dolce, una consistenza friabile e corposa al tempo stesso, un turbinio di sapori, che lascia un segno indelebile prima nel cuore e poi nella memoria". Che significa innovare nella tradizione? mario: "La storia, la tradizione, le radici sono i pioli di una scala che ci aiutano a guardare oltre, non sono le siepi che ci bloccano. Sulla base del nostro passato si costruisce il futuro". marco: "Sono la quarta generazione di una famiglia che ha sempre innovato passando dal forno dei taralli alla pasticceria per arrivare alla gelateria. Senza la mia storia non avrei mai potuto neanche pensare di inventare prodotti come i "buccaccielli", che sono solo un piccolo esempio di come la tradizione e l'innovazione si incontrano". In che modo lo hai fatto nella tua attività? mario: "Spiegando che il grano cotto Chirico è l’elemento fondamentale per la migliore pastiera napoletana, grazie al processo di cottura che riesce a gelificare l’amido e se rappresenta l’elemento strutturale della nostra pastiera e resiste da 50 anni, lo può essere per

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qualsiasi altra ricetta. Oggi il grano Chirico è usato al posto dei grassi e dà al piatto gusto e leggerezza, adeguando una pietanza antica ai palati che assaporano la modernità. marco:"Quando insieme a mio fratello Fabio abbiamo deciso di entrare a far parte del mondo del gelato avevamo ben chiaro il percorso della nostra famiglia e in continuità abbiamo deciso di trasferire il know how acquisito creando delle gelaterie. Il nostro "buccacciello" inoltre, è un modo per innovare nella tradizione, inserendo nel tipico vasetto napoletano un dolce con tutto l'amore e le conoscenze maturate in 70 anni di storia. Dalla vostra collaborazione è nato il CHIRIGRANO. Di che si tratta? mario:"Oserei dire che si tratta di una «marcata» ovvero di una grande invenzione di Marco, che considero un macinatore di idee vincenti. Ci siamo innamorati di ogni intuizione dell’altro. marco: "Un cremoso di grano Chirico al profumo dei limoni della costiera con una sbriciolata ricavata dal nostro dolce "cartuccia" (pasta madeleine) inzuppata al rhum. L'esempio concreto di come elementi tradizionali quali il grano e le cartucce sono rivisitati in maniera innovativa per la creazione di un prodotto moderno. Quali sono i prossimi passi verso il futuro? mario: "Costruisco il futuro giorno per giorno guardandomi spesso indietro. La Chirico continuerà a guardare alla alimentazione sana e tradizionale, senza correre. La tradizione è tutto per noi e se abbiamo tempo per stare 2 ore al giorno su Facebook, abbiamo anche tempo per cucinare sano in casa. marco:"La nostra azienda è caratterizzata da una forte propensione per l'area retail, abbiamo infatti a oggi tredici punti vendita nell'area di Napoli e siamo in procinto di aprire un nuovo negozio a Milano, primo step di una nuova avventura a dimensione nazionale".



#chezchef

in cucina con... maria cava Giornalista, sociologa, mamma, moglie, cuoca sopraffina. Maria Cava, 42 anni, ha tre grandi amori più uno: il marito Gianluca Vigliotti e i figli Gianmarco di 11 anni e Mariagiulia di 6 e la cucina. L’ingrediente segreto di tutti i suoi piatti è la passione, perché cucinare è il suo modo di coccolare la famiglia e gli amici, ma soprattutto i suoi bambini. Con loro si diverte a stare ai fornelli e a sperimentare nuove ricette, ma soprattutto a giocare alla versione casalinga di Masterchef. I pargoli, imitando i giudici Barbieri, Bastianich, Cracco e Cannavacciuolo, si divertono ad assaggiare come se la mamma fosse in gara, i piatti e metterle i voti. Ecco uno degli effetti sui piccini, delle serate trascorse amorevolmente a guardare il noto programma culinario. Maria ama cucinare soprattutto piatti salati: primi, secondi di pesce e contorni, anche se la sua passione del mondo culinario è esplosa a 18 anni con la preparazione di dolci. Questa passione le è stata trasmessa da nonna Maria, che l’ha viziata con le sue prelibatezze, in particolare con le melenzane al cioccolato. Tra i suoi prossimi progetti, seguire un corso per la conoscenza professionale dei vini. Intanto, da brava mamma chef, con i suoi bambini, frequenta periodicamente corsi di cucina, chissà che tra qualche anno non li vedremo in tv con Cannavacciuolo e compagni.

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ceviche di gamberi per 4 persone 8 Gamberoni rossi (12 se buona forchetta) 1 Mela Granny Smith (o comunque verde, acida e croccante) 1 Avocado maturo 8 Pomodorini verdi 2 Lime Alcune gocce di salsa di soia 1 vasetto yogurt greco Peperoncino Olio e sale qb

Tagliare a dadini piccolissimi la mela e metterci subito sopra il lime (sennò diventa nera), aprire i pomodorini e togliere i semi, tagliare a pezzettini piccolissimi, sbucciare l’avocado e tagliarlo in pezzi, non troppo piccoli perché girando si trasformi in crema. Pulire i gamberi (togliendo anche l’intestino), la grandezza dei pezzi varierà in base al gusto personale, se si lasciano interi saranno più crudi. Mischiare tutto e aggiungere il resto del lime, l’olio, il sale, qualche goccia di salsa di soia e il peperoncino senza semi tagliato piccolo. Mettere in frigo per almeno 1 ora, meglio se con la pellicola sopra, toglierlo almeno mezz’ora prima di servirlo, preferibilmente a bicchiere, aggiungendo sopra ogni porzione un cucchiaio di yogurt greco e accompagnando con qualcosa di croccante (es. grissini al sesamo).

Pescatrice con Tagliare a metà le melanzane, lasciando la buccia in basso (quindi la polpa in su!) asciugarle in forno a 170° per un quarto d’ora/ 20 minuti. Spolpare le melanzane e mettere la polpa in un frullatore, aggiungendo il succo del limone, l’aglio (si può evitare), l’olio, il sale ed il pepe; aggiungere qualche goccia di salsa worcestershire. Spellare la coda di rospo, eliminare la spina centrale e ricavare i due filetti. Prendere una teglia o una padella che possa andare in forno, rosolare con un po’ d’olio i due filetti da tutti i lati, poi mettere in forno preriscaldato a 180 gradi per 25 minuti: ritirare la teglia, bucherellare gli involtini e lasciarli riposare 5 minuti, poi toglierli dal recipiente e tenerli al caldo. Deglassare il fondo di cottura con mezzo bicchiere di vino bianco. Aggiungere poi un mestolino di bisque di gamberi e fare ritirare la salsa, prima della fine aggiungere un paio di cucchiaini di aceto balsamico, aggiustare di sale e pepe. Per concludere l’insalata così preparata: tagliare i pomodori a cubetti, aggiungere le olive snocciolate e spezzettate, mezzo mazzetto di rucola tritata (ma potrebbe andar bene anche il sondino o lattughino) Servire con alla base il caviale, sopra la coda di rospo a rondelle spesse, l’insalata e coprire il tutto con la salsa calda. Questa è la rielaborazione di una ricetta di Sadler.

caviale di melanzane per 4 persone: PER IL CAVIALE DI MELANZANE 400gr melanzane 6 - 7 cucchiai olio evo 1 spicchio aglio 1/2 limone (solo il succo) sale, pepe PER LA PESCATRICE 1800 g coda di rospo (rana pescatrice) ½ bicchiere vino bianco secco 50 g olive nere ½ mazzetto rucola 150 g pomodori ramati 1 spicchio aglio Qualche goccia di aceto balsamico Olio, Sale, Pepe

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#bonton

IL GALATEO DEL PEDONE di Francesca Cicatelli

La passione per le imprese difficili vi condurrà in strada. È lì che la giungla mette radici. Nei gomiti e negli spintoni. È lì che si compiono le performance della prepotenza: il punto d’onore per la precedenza nel passaggio su un marciapiede come nei Promessi Sposi, le marce dei tacchi, le punte di ombrello sul ciglio degli occhi, coppie che si tengono per la mano, signori che si accampano agli angoli delle strade, amiche che camminando si arrestano di botto. Insomma l’”homo camminiens” non può procedere a corpo libero solo perché non indossa targhe ma dovrebbe seguire un preciso codice di comportamento, con tanto di rispetto delle precedenze, indispensabili non solo nei cerimoniali di Stato o di corte ma anche nella vita quotidiana. Già solo il buonsenso ci imporrebbe all’ingresso o in uscita da un portone, un negozio, dalla metro di lasciar uscire prima quelli che sono all’interno, per poi entrare. Con queste eccezioni: se piove a dirotto, se a entrare è una signora (e chi deve uscire è un uomo); se è un anziano (e l’altro è giovane);

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se chi deve entrare ha un bimbo in braccio o un impedimento serio. Sull’uscio di un bar o di un ristorante, se si tratta di una coppia, entra prima l’uomo, tiene aperta la porta e fa entrare la donna. Se ad aprire l’uscio è un cameriere entra prima la donna seguita dall’uomo. Quando il giramento di testa non è dettato dall’amore bensì solo da una porta girevole: l’uomo tiene ferma la porta, fa entrare la signora e la segue, nel vano successivo. Se è facile entrare, uscire dà pensieri. Se siete sulla soglia di un bar o di un ristorante: esce prima la signora (l’uomo o un cameriere avrà aperto la porta), seguita dal suo accompagnatore. Il principio del ristorante si applica anche in luoghi privati come la casa: se c’è un ospite entra prima il padrone di casa. In questo modo, se la stanza in cui si entra è vuota o, peggio, se ci sono già altri invitati, si evitano all’ospite alcuni secondi di imbarazzo. Se è il cameriere ad aprire la porta, lascerà il passo all’ospite. Alla signora sarà lasciato sempre il lato protetto, cioè verso il muro, e l’uomo camminerà sul lato


esterno del marciapiedi. Comunque, quando è possibile, la signora starà alla destra del suo accompagnatore, sia uomo o persona più giovane. Il minuetto di passare dalla sinistra alla destra della signora (da compiere alle spalle della signora, mai davanti) per consentirle il lato migliore, deve essere eseguito con naturalezza, senza precipitazione. Con due uomini, la signora camminerà in mezzo. Camminando su un marciapiede stretto, incontrando qualcuno che viene dal lato opposto, lasciate il passo a chi è sul lato esterno. Se piove, l’uomo tiene l’ombrello aperto e ripara la signora: in questo caso è sconsigliabile cambiare lato a ogni cambio di marciapiedi. Si cammina a braccetto tra coniugi e parenti stretti, quando se ne ha l’abitudine. Questo significa che non succede tra estranei (a meno che uno dei due non sia così anziano da aver bisogno di un aiuto). Il gesto è confidenziale e deve essere accettato da entrambi. Allungare la mano verso l’altro per aiutarlo a scendere uno scalino, ad attraversare una strada, a schivare

una pozzanghera non è un gesto premuroso, è un’invadenza non richiesta e quasi sempre mal sopportata. Per camminare occorre pazienza. Non solo perché si è in tanti, ma perché alcuni ritengono che il marciapiede sia loro esclusiva. Poi ci sono quelli che si assemblano sugli angoli blindando il passaggio in due direzioni e quelli che devono inframmezzare le chiacchiere con soste a effetto. Insomma, arrivano al momento clou, chessò, del racconto delle liti con il vicino e di colpo si fermano. Sembra facile parlare e camminare ma a molti vien difficile, prendono la residenza sul marciapiede. In mancanza di una corsia a scorrimento veloce dovrete chiedere permesso per camminare in uno spazio pubblico. Poi c’è l’incubo dei pedoni, il ciclista senza regole, insieme con l’automobilista. Ecco, quando si parcheggia la bici non è corretto lasciare le due ruote dove si vuole. I ciclopedoni a cavallo del sellino si comportano spesso come se fossero a piedi. In questo caso possiamo invocare l’anima di qualche vigile urbano.

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#mammalemamme

baby ’s party

...le feste dei grandi!

di Valeria Prestisimone Quando penso alle feste dei bambini si aprono milioni di files con le immagini di tutte quelle alle quali, nel corso di questi anni, ho partecipato senza perdermene una. Sono andata insieme a mia figlia a tutte le feste possibili e immaginabili, fino ad arrivare al punto di costringerla, a soli 7 anni, a scegliere a quali baby party partecipare. Ne abbiamo viste davvero di tutti i colori, dai personaggi agli allestimenti a tema: clown, maghi, animatori più o meno performanti, artisti delle bolle di sapone per restare nel consuetudinario, ma anche artisti di strada sui trampoli, mangiafuoco, teatrini con animali viventi, giro sul pony. E poi le famigerate feste a tema con una cura nei dettagli che ha dell’incredibile: bicchieri personalizzati, bottiglie e bottigliette, cannucce, tavola, palloncini, torta, american cake e chi più ne ha più ne metta. L’industria delle feste per i bambini ha subìto una grande evoluzione negli ultimi anni. Se penso alla nostre feste, quelle di chi oggi ha intorno ai quaranta anni, ricordo genitori che organizzavano i giochi nella stanza da letto del festeggiato e come torta un bel pan di Spagna con il cioccolato che fuoriusciva dai bordi. Oggi è tutto costruito a tavolino, se non addirittura organizzato da un professionista. E parliamo di feste per bambini dai zero anni in su. Sono dunque ancora feste dei bambini oppure sono diventate i party dei genitori? Sembra che si sia aperta un’incredibile competizione tra feste di compleanno, tra l’essere impeccabili degli adulti che si giocano il tutto per tutto. Ma a due anni un bambino non ha minimamente idea dell’allestimento della sua festa, dell’impegno forsennato dei genitori, insomma non sa nemmeno che è la sua di festa e quindi che la cannuccia e i bicchieri portino il suo nome non penso abbia grande significato. Stesso discorso per le location: dai lidi balneari, alle ludoteche, alle discoteche, ai maneggi, etc. Ultimamente peró ho riscontrato un ritorno alle origini, hanno invitato mia figlia a una festa in un parco, con tanto di pranzo al sacco e giochi sui prati. Che meraviglia e mi è piaciuto leggere inviti fatti a mano dai bambini, partecipare a una festa dove si fa la corsa nei sacchi, la caccia al tesoro, il tiro alla fune, dove la torta è un po’ meno dolce americano e più dolce fatto in casa e per gran finale matite colorate come regalini per tutti i bambini. Mi piace pensare che sia il bambino a scegliere come organizzare la sua festa di compleanno.



#prettytail

Cani, gatti, iguana, pappagalli e pesciolini a confronto con i loro padroni. Il proprietario racconta pregi e difetti del suo animale, ma non solo, immagina cosa potrebbe dire su di lui se potesse parlare. Scrivete a prettytail@partymagazine.it per un’intervista doppia con il vostro fedele amico. di Valeria Valerio

serena bernardo e striscia & scorza serena parla di striscia e scorza

Sono due gatte di circa 6 anni, abitano con noi da quando avevano poco più di un mese e sono due trovatelle. Dopo aver avuto la gatta Micia per ben 20 anni, avevamo deciso di aspettare un po’ prima di iniziare una nuova avventura felina, poi però ho cominciato a desiderare un altro gatto, possibilmente nero, maschio e con gli occhi azzurri. E così un giorno sono tornata a casa con due gatte con gli occhi gialli. Adoro le mie bambine, specialmente quando le chiamo così ad alta voce e subito corrono da me. Striscia è una super dormigliona, ma è anche quella che se le tiri una pallina di carta fa delle capriole che manco la Comaneci nel massimo della sua carriera. Scorza, la gatta nera, è un po’ prepotente. Si infila dovunque pur di stare “vicini vicini”. Straordinario è il fatto che quando torno a casa dopo una giornata di lavoro, mi vengono incontro come di solito farebbe un cane. A volte però, se lo ricordano bene di essere due gatte, come quando, nei mesi estivi, approfittando di poter stare in giardino, vanno a caccia, portano dentro casa lucertole, gechi e altre “prelibatezze”. Siamo molto felici di averle e anche il loro legame è fortissimo.

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striscia e scorza parlano di serena

Ha 56 anni e non ha alcun problema a dirlo. Quando è venuta a prenderci nella casa del cane c’erano anche i suoi figli. Lei avrebbe voluto solo un gatto, quello nero, ma nella gabbietta eravamo in due e una volta aperta la porticina, io (quella a strisce) mica potevo restare sola? E così mi sono fiondata in braccio al figlio. Serena a quel punto non ha potuto far altro che portare anche me a casa con loro. È una persona molto dinamica, giornalista, va sempre di fretta, corre su e giù anche per la casa e noi divertite la inseguiamo. Un difetto? È sempre in ritardo. Ama farci i grattini e io (Striscia) le faccio le fusa cercando di farmi ben sentire, miagolo a più non posso perché a volte ho l’impressione che sia un po’ sorda. E lei che fa? Canta a squarciagola. Ma è stonata come una campana. E io (Scorza) che le dovrei dire? E poi che nome mi ha messo? Non le bastava che fossi un gatto nero. Pure un nome da sfigata mi ha appioppato. Però, lei, è la mia mamma e io l’ adoro. Mi prepara dei pranzetti squisiti. Come apre e versa nel piatto per la pappa le scatolette, nemmeno quelli delle pubblicità in TV. Ecco a proposito di TV: a me piacciono tanto i cartoni animati, li guardo con interesse, un po’ come se andassi a caccia. L’unica cosa che davvero non ci va giù di Serena è quando deve partire. E allora ci nascondiamo in valigia sperando di mimetizzarci e di viaggiare con lei.


Piccoli, grandi, pelosi, pennuti o branchiati, i nostri fedeli amici: un amore puro e incondizionato. Diamo voce loro per conoscerli fino in fondo. Dall’alimentazione alla toilette, dalla moda allo street food, dai locali pet friendly al fitness, tutto il mondo dei nostri cari animaletti

la fattoria dello zoo

il patentino per i proprietari di cani! Si tratta di un percorso formativo dedicato ai proprietari di cani, o futuri proprietari, che dopo aver ricevuto corrette informazioni potranno evitare errori comuni e migliorare la convivenza tra i propri simili a 4 zampe e le persone. Negli ultimi anni l’attenzione sui rapporti tra cane e padrone e società tutta è molto sentita. Tant’è vero che ci sono regole certe per i padroni dei cani, e a chiarirle è stata ulteriormente un’ordinanza dello scorso 13 luglio che tenta di fare ordine sulla questione relativa alle responsabilità di chi ha un animale domestico. Tra i vari aspetti che si rivelano essere importanti sono quelli che riguardano le norme relative agli obblighi di pulizia e custodia, oltre al kit completo del guinzaglio bloccato. Le informazioni rilasciate nell’arco di questi corsi servono a evitare errori, a non cadere più in false credenze e a migliorare le convivenze. Infatti è da non dimenticare che già esiste una normativa vigente che riguarda i proprietari di cani riferenti a responsabilità civili e penali. Inoltre grazie agli studi fatti si dispone di maggiori conoscenze circa il comportamento del cane e le tecniche per la sua educazione, che possono facilitare la gestione. Un proprietario informato e un cane educato sono una squadra vincente. Ora bisogna solo frequentare il corso e superare l’eventuale test per ricevere il proprio patentino e scorrazzare liberamente con il proprio amico a quattro zampe.

“Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale. Vengo anch’io? No tu no. Per vedere come stanno le bestie feroci e gridare “Aiuto aiuto è scappato il leone” e vedere di nascosto l’effetto che fa”. Quello che un tempo a Napoli era lo zoo, luogo dove poter vedere gli animali attraverso le gabbie, ora è diventato un luogo ulteriormente piacevole dove poter passare belle giornate all’aria aperta, per grandi e per piccini. Un posto dove ci si intrattiene, ma si impara anche a conoscere il mondo animale. Tra le attrazioni, infatti, c’è “La fattoria”, un’area di circa 7200 mq suddivisa in 15 recinti, che ospitano: conigli d’angora, l’asino dell’Asinara, i cavalli Falabella (particolare specie in miniatura), il toro nano Dahomey del centro Africa, i fagiani dorati e argentati, i gallinacei (come la spagnola faccia bianca, l’arricciata o la belga), maialini nani, l’ariete gigante, caprette d’angora, i deliziosi alpaca e le carpe e pesci rossi (visti dall’alto tramite un ponticello). La particolarità di questo spazio è la possibilità di passeggiare tra gli animali tanto vicino da poterli accarezzare e in alcuni casi addirittura entrare nei recinti, per un’esperienza ludico-educativa. Il tutto è arricchito dagli operatori didattici che spiegano caratteristiche e curiosità di ogni specie su gli ospiti de “ La Fattoria”.

il cane artista Per qualche mese è stato sotto i riflettori di tutto il mondo canino, e non solo, il labrador nero di nome Dagger che ha lasciato tutti a bocca aperta. A scoprire il suo talento, assolutamente inaspettato e alquanto insolito, è stata la sua padrona Yvonne che è riuscita a coinvolgere il giovane cane alla conquista di pennelli e tavolozza. La carriera artistica di Dagger ha il via nella città dove davvero tutto è possibile: la Grande Mela. Ora le tele del pittore a quattro zampe sono state messe in vendita e “ stimate” tra 50 e i 200 dollari. Il guadagno ricavato da tali opere è stato poi devoluto all’associazione Canine Companions for Independence che si occupa dell’ addestramento dei cani per l’assistenza agli anziani e ai disabili. Chissà che non scopriamo anche noi in Italia di avere “talenti” del genere.

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HAVING FUN ALL DAY LONG NABILAH

Il Nabilah, a 20 minuti da Napoli, sorge ai piedi di un antico promontorio romano, custode dei resti della villa dell’imperatore Servilio Vatia, perla del patrimonio storico e archeologico dei Campi Flegrei. Qui, complice straordinario è il tramonto, con colori fantastici e mai uguali tra loro, cangianti in tutte le tonalità dell’azzurro, del rosa e dell’arancio. Ai doni della natura si unisce la cura degli spazi tra prato, legno e ceramica che ospitano elementi di arredo e design, uniti in uno stile che fa del Nabilah una location davvero esclusiva.

BEACH CLUB. UN’OASI DI RELAX E PIACERE

Ampio solarium con due piscine, spiaggia, aree verdi non sintetiche, bar e ristorantino sul mare. Un servizio accoglienza. La creazione di un circuito card. In area “pool”, gli ospiti saranno coccolati con colazione servita al lettino, insieme a una copia di Party Magazine. Ecco il Nabilah 2017 che, nella sua versione Beach Club, è una vera oasi di relax e piacere.

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EVENTS. WEDDING & PARTY DA SOGNO

Esperto del divertimento, lo staff del Nabilah riesce a mettere insieme tutti gli elementi per il party perfetto. Qui la fantasia non conosce limiti e, seguendo i desideri di chi sceglie questo luogo, sarà realizzato un evento “sartoriale”. Dalla creatività dell’invito alla torta, nulla viene lasciato al caso. I flower e interior designer progetteranno ogni singolo elemento per un allestimento unico. Se tra i sogni della sposa c’è il rito civile celebrato al tramonto, ad accoglierla ci sarà un tappeto che la condurrà, tra gli ospiti, fino all’altare, accompagnata dal suono dei violini. I tavoli sono elegantemente arricchiti da tovagliati preziosi. Possono essere sistemati, secondo desiderio, per banchetti/buffet e nello stile classico della ristorazione. I piatti seguono l’ultimissimo trend dell’alta ristorazione e i bicchieri sul tavolo sono in maggioranza da degustazione per far assaporare appieno il meraviglioso gusto dei vini delle nostre nobili carte. Dal Welcome Cocktail fino al Wedding Party in Piscina con gli amici, gli ospiti si ritroveranno in un’atmosfera fantastica, passeggiando tra gli angoli di piacere creati per l’occasione. Nell’allestimento della confettata è intervenuta la natura. Un grande tronco donato dal mare che, con un top di cristallo, diventa il palcoscenico di un trionfo di stile, profumi e sapori.

DAL BRUNCH ALL’APERITIVO: DIVERTIMENTO ALL DAY LONG

NABILAH via Romana Spiaggia 15 Bacoli telefono 339.6931169 www.nabilah.it info@nabilah.it

Il Nabilah apre la sua stagione con un calendario di brunch che, tra musica, colori e sapori genuini, accompagnerà i suoi ospiti fino a mezzanotte, passando per l’aperitivo al tramonto. Una task force di dj selezionerà musica dalle 10 del mattino a mezzanotte. In consolle e sul palco non mancheranno guest nazionali e internazionali. Il nuovo design con cui il Nabilah si presenta per l’estate 2017 contempla, per l’intera stagione, anche la Drink Experience: la realizzazione di bar tematici (Tiki, Premium Bar e Gin Corner) che ogni settimana ospiteranno una guest bartending.




RACCONTI DI GRANO CHIRICO: #NONSOLOPASTIERA Chef, imprenditori, giornalisti e vip hanno partecipato all’evento “Racconti di grano Chirico” organizzato da Mila Gambardella. Grande protagonista il grano cotto dell’azienda guidata da Mario Palma, cucinato in modi nuovi e del tutto originali con l’immancabile pastiera. Durante il party è stato servito uno speciale menù studiato dagli Chef Giuseppe Daddio in sinergia con lo chef di Palazzo Petrucci Lino Scarallo. Il grano cotto è stato inoltre l’ingrediente d’eccellenza del concorso “Vinci con i tuoi racconti di Grano Chirico”, a cui hanno partecipato abili cuochi e appassionati di cucina, cimentandosi in golose ricette dai primi piatti ai dolci. Vincitore: Francesco Zagarola. Durante la festa è stato lanciato l’hashtag #nonsolopastiera, un simpatico invito a sperimentare le ricette che hanno gareggiato e magari a inventarne di proprie. ph. Nando Cirella

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COLLARE D’ORO PER IL TENNIS CLUB NAPOLI Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha consegnato al Tennis Club Napoli il Collare d’oro, massima onorificenza sportiva italiana. Durante la cerimonia che si è svolta al circolo in Villa comunale, il presidente del club Luca Serra ha ricevuto “a casa” l’importante riconoscimento, dopo la consegna istituzionale avvenuta a Roma al Foro italico. Alla festa hanno partecipato i soci del club, gli amici di Ninni Serra, i rappresentanti delle Istituzioni, tanti sportivi ed ex campioni. Il TC Napoli è l’unico circolo tennistico della Campania ad essere stato insignito della prestigiosa onoreficenza. In passato aveva già ricevuto la Stella d’oro al merito sportivo. ph. Edoardo de Campora e Alessandro Garofalo

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MOSCATO, MARTONE E DONADIO ALLA FELTRINELLI Lacarmèn, opera scritta da Enzo Moscato per lo spettacolo di Mario Martone andato in scena nei maggiori teatri italiani, è ora un testo edito da Kairòs con dialoghi e personaggi ispirati, oltre che all’opera di Bizet, alla novella di Mérimée. Alla Feltrinelli di Piazza Dei Martiri la presentazione, con Moscato, Martone, il critico teatrale Stefano De Stefano e le letture di Cristina Donadio. Al centro dell’incontro la storia bella e drammatica di Carmen, reinterpretata secondo i modelli del teatro musicale popolare, che vanno da Raffaele Viviani alla sceneggiata. Un dialogo sulla Napoli di Moscato, da quarant’anni intenso oggetto del suo sguardo e delle sue narrazioni. Napoli, come metafora del mondo, dove emerge il parallelismo con Carmen che muore in difesa di un bisogno esistenziale di essere libera, proprio come la città di Napoli. ph. Romolo Pizi

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TANTI AUGURI JAPONE Il primo ristorante giapponese della città ha spento 15 candeline. JapOne apriva nel marzo 2002, quando nella mente di Roberto Goretti balenava un’idea pazzesca per quegli anni, rivelatasi poi vincente: portare a Napoli la cucina nipponica. La scintilla scoccava al rientro da un viaggio a Cabo San Lucas, dopo la sua prima volta in un sushi bar. E così, dopo tre lustri, Roberto ha riunito a Cappella Vecchia amici e giornalisti per un brindisi speciale. Al suo fianco lo chef Ignacio Ito e il direttore Rap Sagara detto Sagra, da dodici anni al suo fianco nella conduzione del primo sushi bar della città. ph. Lorenzo Franco

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SPRING IS IN THE AIR DA BLUNAUTA Addio freddo, benvenuta primavera e da Blunauta sbocciano i fiori. Party colorato nello store di via Carducci, dove hanno sfilato capi ispirati alle passeggiate all’aria aperta, a un picnic in campagna o in riva al mare. Per tutti gli ospiti accolti da Claudia Catapano, pane firmato 16 Libbre, declinato in mille forme, farcito e avvolto in sacchettini di carta ecosostenibile, pronto per una gita fuori porta, in linea con l’aria di libertà della nuova collezione. Una sfilata a piedi nudi, in cui modelle figlie dei fiori hanno indossato abiti, chemise, pantaloni, completi, maglie e accessori ricchi di nuove tinte e fantasie. ph. Romolo Pizi

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MODARTE TRA GLI DEI DELL’OLIMPO AL MANN Il Museo archeologico di Napoli si è trasformato in una passerella, dove moda e arte si sono fuse per la salvaguardia e il recupero di memorie storiche e culturali. L’evento Modarte 2017 organizzato dall’Officina delle idee ha visto sfilare tra l’Ercole e il Toro farnese gli abiti di Gianni Molaro, che ha disegnato una collezione dedicata all’archeologia greca e agli dei dell’Olimpo. Madrina dell’evento Anna Falchi. In passerella anche le creazioni di Hany El Behairy, Danayse e De Nobili Gioielli. Modarte sostiene il progetto dell‘associazione I sedili di Napoli Onlus “Sembrano pietre, ma sono radici”, per il restauro conservativo di elementi architettonici provenienti da templi ed edifici di epoca greco-romana.

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L’ARTE DEGLI ANNI ‘60 Finissage dell’antologica dedicata a Lucio Del Pezzo dall’Andrea Ingenito Contemporary Art e curata da Andrea Ingenito e Piero Mascitti in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano. Venti opere tra collage, acrilici, tempere su tavola e una monumentale scultura in legno tutte risalenti agli anni Sessanta hanno affascinato gli habitué degli appuntamenti dedicati all’arte moderna e contemporanea che si sono ritrovati nella galleria di Cappella Vecchia.


CORNOCUORE PARTY Tutte pazze per il Cornocuore. Il ciondolo disegnato da Barbara Casola ha fatto il suo ingresso in società ed è già diventato un must have per questa primavera estate. La presentazione ufficiale si è svolta da Pinko a via Filangieri con un divertente e colorato cocktail party. E via tutti a indossare il pendente per metà cuore e per metà corno portafortuna, appeso a lacci di seta o di caucciù. Gli orecchini, i braccialetti e i gemelli. Di Cornocuore ce n’è per tutti i gusti: oro, argento, rosato e nero e di tutte le misure. Divertente, chic, imperdibile. ph. Romolo Pizi

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APERICAKE NEL CONCEPT STORE GALLERIA 66 È scoppiata la primavera nella Galleria 66 di via Crispi. Con un delizioso “apericake” realizzato da Cake appeal, è stata presentata la nuova collezione spring summer 2017: capi chic, originali e colorati e l’immancabile capresino, quest’anno in tessuto e pizzo, ideato da Paola Greco. Il blu e l’azzurro trionfano nella bella stagione. Abiti cocktail, cappelli e accessori alla moda. Ad accogliere con garbo e con un bel sorriso le amiche e le clienti il giovane imprenditore Pierluigi Frezza. Per tutte le ospiti una colorata pochette in neoprene. ph. Cristiano Chianese ed Emanuele Esposito

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LORO DI NAPOLI Nelle viscere di Napoli, immersi nella storia della città ha vibrato Loro di Napoli, per la nona edizione di Arte e moda prendono forma alla Galleria Borbonica, evento ideato da Ludovico Lieto e organizzato da Visivo Comunicazione. Una mostra d’arte a cura di Valeria Viscione, con moda, tableaux vivants di modelle ed esibizioni di danza. La cultura partenopea ha trovato un palcoscenico su cui esibirsi: danza, sartoria, design e persino la pizza hanno preso vita. Luci, ombre e un tocco gold il leitmotiv dell’evento, che ha unito tutti gli artisti.

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UN UOVO PER LA RICERCA Le uova A.I.R.C. tra gioielli e cioccolata. A Casa Ascione si è svolta la tradizionale festa a sostegno dell’associazione italiana per la ricerca sul cancro. Come ogni anno Roberta Costa Buccino ha organizzato l’evento benefico con la vendita delle uova pasquali di Gay Odin. Più di 500 persone hanno accettato l’invito e acquistato il dolce di cacao. I più fortunati hanno anche vinto un gioiello messo in palio dalla storica azienda di corallo. La maratona benefica è arrivata a quota dieci anni.

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GUARDA CHE LUNA, GUARDA CHE PARTY Più di duecento persone hanno partecipato all’evento esclusivo organizzato da Fabio Ummarino all’Ondina Club. Una cena gourmet ha riunito i giovani protagonisti della movida partenopea. Nel menù del dinner event di Posillipo: risotto alla belvedere, trofie ai frutti di mare, gnocchi alla sorrentina. Brindisi e balli scanditi dalle note della musica selezionata dal dj Alex Romeo. ph. Lorenzo Franco

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PARTY CON GLI OCCHIALI Dimmi che montatura indossi e ti dirò chi sei. Bollicine e musica con dj set per il 40º anniversario dello store Ottica Tullino di Piazza Medaglie d’oro, che ha festeggiato con un evento speciale. Ospite speciale la speaker radiofonica Rosanna Iannacone. Amici e clienti si sono divertiti a indossare occhiali all’ultima moda e a farsi fotografare. Negli ultimi anni l’azienda ha deciso di rivoluzionare la sua idea di “ottica” facendo un salto dalla tradizione all’innovazione, offrendo ai napoletani una selezione di brand esclusivi.

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PARTY STILOSO Festeggiamenti in perfetto stile glamour per il compleanno di Mariaflora Clemenza. 40 anni e non sentirli per il party organizzato all’HBTOO di Coroglio. In una forma smagliante la neo quarantenne ha ballato e fatto festa con gli amici, tra special drink, musica e tante risate. ph. Cristiano Chianese

LIFESTYLE

EVENTS

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IL BALLO IN MASCHERA In un’antica dimora nobiliare di Napoli, Gianna Mazzarella ha festeggiato il compleanno con un ballo in maschera. Amici e imprenditori hanno partecipato all’elegante Carnevale veneziano organizzato da Van Ideas, con la regia e il coordinamento di Nanni Resi e Verena Celardo. Tutti gli ospiti indossavano maschere e abiti ispirati a Venezia e in un virtual set a cura della GMM Production si sono anche divertiti ad essere ripresi e fotografati. Musica, bollicine e balli per tutta la notte. In consolle Alessandro Marinacci che ha mixato canzoni revaival anni ‘90. Le percussioni di Davide Ruberto arrivato direttamente da Ibiza e le vibrazioni del violoncello elettrico di Marco Pescosolido hanno dato alla serata una sferzata underground. Vocalist Melanie Estella di Radio Montecarlo. ph. Federica Napolitano

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SUPER PARTY ALLO SNOB Invasione di super eroi e personaggi delle favole al Carnival Party organizzato da Mary De Pompeis allo Snob di Chiaja. Ed ecco sfilare Superman e Spiderman a braccetto con Wonder Woman e Alice nel paese delle meraviglie. Il premio per la maschera piÚ bella è stato vinto dal Cappellaio Matto alias Luciano Canale con un abito disegnato e realizzato dalla moglie Anna Ponzo travestita da una singolare Capitan America al femminile. Secondo classificato, il gigante verde Hulk reinterpretato da Stella Gianicola. ph Mario Luise

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40’S BDAY ANGELA Colorato, grafico, frizzante: signori e signore il party di Angela Albano è servito. La nota imprenditrice ha celebrato i suoi primi 40 anni ai baretti di Chiaja. Grande festa alle Cantine Sociali di piazzetta Rodinò. Gli ospiti hanno indossato divertenti mascherine a forma di numero quaranta immersi in una scenografia tinta di nero con delicato tulle e romantiche candele bianche. Torta “psichedelica” a tre piani e tanta voglia di divertirsi con la famiglia e gli amici di una vita. Risate, cocktail speciali, colori e musica per Angela e i suoi ospiti. Ph. Marco Rossi

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HAPPY BIRTHDAY MILA! Con un party chic, Mila Gambardella ha festeggiato il compleanno a Posillipo nella villa di famiglia a Marechiaro. Con un outfit sofisticato, nel suo abito verde bosco, ha accolto gli amici. Tante bollicine e una cena davvero notevole per i protagonisti di una mondanità propositiva e gaudente. E poi tutti in posa con mascherine colorate davanti l’obiettivo di Romolo Pizi, fotografo della serata. Torta, brindisi e cin cin. ph. Romolo Pizi

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EXCLUSIVE PARTY AL CIRCOLO DELLA VELA Si fà festa al Borgo Marinari. Sulla terrazza del Club Nautico La Vela con un Party esclusivo è stato dato il benvenuto alla primavera. 200 ospiti hanno partecipato all’evento organizzato dall’agenzia PL di Fabio Ummarino. In consolle dj Alex Romeo e tra gli ospiti speciali Caterina Balivo e i campioni di scherma Diego Occhiuzzi e Massimiliano Murolo. ph Lorenzo Franco

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prenotazioni presso il Jemming o presso la Scuola Ferrière

Costo: €140 a settimana. È previsto uno sconto per coloro che prenotano più settimane. Trasporto da e verso casa con quote extra.

Scuola Adolphe Ferrière: Via A. Manzoni, 24 • Tel. 081.644703 Via A. Vaccaro, 25/27 • Tel. 081.5782476

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MOËT&CHANDON PARTY Bollicine, black&gold, glamour, le parole d’ordine del Party Moët&Chandon all’HBTOO, con il fashion format: “Live the Now”, vivi il momento. Una festa esclusiva illuminata da lustrini, paillettes e lampadari di cristallo, con uno special set per il photo boots con ballerine in vetrina. Musica con Davide Ruberto alle percussioni, Marco Pescosolido al violoncello elettronico e dj set di Marco Piccolo e Gabriele Del Prete. Ecco Napoli come ha celebrato le bollicine di una delle più grandi case produttrici di champagne al mondo. ph. Mario Iovinella

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PARTY FROM IBIZA In pieno stile de La Isla Allegra Conte ha festeggiato 18 anni nella villa di famiglia a Marechiaro. Su un palco da concerto si sono esibiti ballerini ed esotici artisti, che hanno fatto divertire centinaia di amici e parenti che hanno brindato alla bella Allegra. Luci e colori per una festa resa esclusiva dal tocco speciale di tutta la famiglia, che si è impegnata nell’organizzazione del party. Il sorriso di Allegra ha illuminato la serata; esuberanti e felici gli invitati pronti a cantare e a ballare a ritmi scatenati. ph. Francesco Begonja

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PARTY IN CASA KITON Mega festa al Teatro Posillipo per i diciotto anni di Ulderico Klain, la nuova generazione della maison Kiton. Mille amici l’hanno abbracciato e festeggiato per tutta la notte tra colori, luci e splendide ballerine. Party in stile casinó di Las Vegas con torta finale ricoperta di dollari. In consolle dj Peppe Blasio e sul palco la Raoul Swing Orchestra. ph. Marco Baldassarre

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ADRYRIDER PARTY

Rombi di motori e acciaio cromato alla Casa della Musica per il Party di Adriana Papoff. Harleysti con giubbotto di pelle e motociclette pronte a sgommare per i 500 invitati che hanno partecipato alla festa, tutti rigorosamente in tema easy rider. E per il dj una singolare consolle: un maggiolino del 68’. Tra giochi di luce, coriandoli ed effetti speciali, il risultato è stato una serata scintillante, organizzata da Agostino Di Franco e Stefania Di Rosa. ph. Marco Rambaldi e Alessandro Mucciò

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30 ANNI DI MOVIDA Dal Casablanca di via Petrarca allo Snob di Chiaja ha fatto ballare generazioni di napoletani. Il by night partenopeo si è riunito per festeggiare i 30 anni di carriera di Enzo De Pompeis, storico protagonista e animatore della movida di Napoli. E proprio allo Snob ha fatto festa con amici e parenti per brindare e divertirsi fino all’alba. In consolle dj Dario Guida, che ha allestito un set d’eccezione e poi la one night con le hit del momento. Il party si è concluso con il taglio della torta e bollicine finali. ph. Mario Luise

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