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Piazza Giulio Rodinò 15, Napoli - 081 400316 - www.lamaoptical.it
Partyti bene Il successo del primo numero è stato totale. Sono piaciuti la grafica accattivante, le foto, gli articoli, le interviste, le curiosità, gli eventi, le esclusive, il giro tra gli store più qualificati e nelle feste più in. È piaciuto il viaggio nella città meno esplorata e svelata nei suoi aspetti migliori e nelle immagini più originali. Hanno suscitato grande attenzione le rubriche, quelle tradizionali e quelle innovative. Siamo stati segnalati ovunque, dal battesimo all’Ordine dei giornalisti, sensibile e incoraggiante per la nostra avventura editoriale, all’eco riscossa nei media, una iniezione di fiducia in un momento di crisi dell’editoria. Sono stati premiati il nostro slancio, il coraggio, la squadra che abbiamo messo su, la linfa giovanile che nutre la nostra iniziativa ed è un collante speciale tra noi e quanti hanno voluto accoglierci con simpatia. Valeva la pena. Ed eccoci di nuovo tra voi, sorridenti e positivi, testimoni attenti e accurati di tutto quanto è Napoli, i suoi colori, la sua passione, la sua vita, le professioni e i mestieri, la sua creatività nell’arte, nel cinema, nel teatro, ovunque, nello spettacolo quotidiano di una città viva e sorprendente. Ci siamo concessi questo autoelogio perché l’accoglienza riservataci è stata grande, al di là delle nostre stesse aspettative. L’impegno è di essere sempre all’altezza dell’attenzione e della curiosità, dell’amicizia, della simpatia, dell’incoraggiamento che hanno accompagnato la nostra prima uscita. Lula Carratelli
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party magazine
BS&S - ph. V. Magnani
©carmine luino
editore Lula Carratelli lulacarratelli@partymagazine.it direttore responsabile Mimmo Carratelli direttore editoriale Federica Riccio federicariccio@partymagazine.it art director Carmine Luino fotografie Romolo Pizi editing e revisione testi Matilde Rocca
I 40 ANNI SONO I NUOVI 30 ANNI? Ho compiuti quarant'anni il 7 aprile e parafrasando una celebre frase di Coco Chanel, me li merito tutti questi anni. Quarant'anni non sono poi tanti e soprattutto in Italia, se pensiamo quanto manca alla pensione. Anche se averli nel nostro Paese è abbastanza difficile, considerando il numero spropositato di “ragazzi” di quaranta e cinquanta. Ragazze non lo siamo più, ma è probabilmente l’età in cui abbiamo imparato che la vita è proprio qui, in questo momento. Facile a dirlo, più difficile interiorizzarlo. Fa una certa impressione, non si può negare, anche se le quarantenni di oggi sono sicuramente più in forma e hanno un aspetto più giovanile di quelle del 1976. E cominci a usare più spesso, ma col sorriso, l’espressione: “Quando ero ragazza”. Quando ero ragazza e calcolavo con le amiche la nostra età nel futuro, sapevo esattamente che nel 2000 avremmo compiuto ventiquattro anni, ma ai quaranta e al 2016 non si arrivava assolutamente. Il futuro era quello raccontato in 1997: Fuga da New York e 2001 Odissea nello spazio, tutto il resto era lontanissimo per noi, pura fantascienza. Poi, mentre ci siamo rese conto che i quarant'anni si stavano avvicinando, è arrivato il 21 ottobre 2015, la data di viaggio verso il futuro di Marty e “Doc” in Ritorno al Futuro 2. E di nuovo “Quando ero ragazza” e scopri che Top Gun ha compiuto trent'anni, che Tom Cruise i quaranta li ha superati da un pezzo e ne ha ben cinquantatre, ma portati benissimo, che i Duran Duran suonano ancora, ma con qualche ruga in più come le tue. I quarant'anni non sono l’età del bilancio, ma quella per cominciare nuove avventure: lavori, viaggi, corsi, con quell’indipendenza economica che ti permette anche di viziarti un po’. L’età per perdonarti gli errori del passato. Spero a quarant'anni di essere saggia abbastanza per guardare gli altri con il sorriso sornione di “chi sa” eppure ha davanti ancora buona parte della vita. Stupendo! Federica Riccio
redazione Ciro Ardiglione Francesca Cicatelli Paola De Ciuceis Cristiana Giordano Lucia Nicodemo Irene Saggiomo Valeria Valerio segreteria e pubblicità Barbara Riccio hanno collaborato Giuseppe Attanasio Marco Baldassarre Pippo By Capri Valerio Ciaccia Adriano Cisternino Luigi Di Gennaro Beatrice Iervolino Mario Iovinella Evelina Pessetti Valeria Prestisimone special thanks Luigi Necco stampa Grafica Metelliana spa www.graficametelliana.com finito di stampare maggio 2016
Edito da M.I.A. srl Via San Domenico 45 Napoli - 80127 Napoli telefono 081.19363094 www.partymagazine.it info@partymagazine.it reg. trib. di Napoli del 17.03.2016 Del contenuto degli articoli e degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da M.I.A. srl
NAPOLI
MILANO #ombelicoboutique
62 20
32
84
68
98 8 #JUKEBOX di Lula Carratelli
22 22 #PEOPLE di Federica Riccio
12 #GIGICHICMIMMOSHOCK 30 #FISCHIOFINALE di Mimmo Carratelli e Gigi Necco di Mimmo Carratelli numero UNO SUMMER EDITION duemilasedici
16 #PEACEANDLAW di Luigi Di Gennaro
32 #RIO2016 di Adriano Cisternino
18 #NAPOLIINBICI di Beatrice Iervolino
34 #BONTON di Francesca Cicatelli
20 #PICOFTHEDAY
36 #CIAK di Valerio Ciaccia
SOMMARIO
42 82
40
56 76
all the best around you a cura di Lula Carratelli
artwork carmine luino
36 90
105
40 #NOTEMENONOTE di Ciro Ardiglione
56 #WEDDING di Irene Saggiomo
con Lorenzo de Caro 82 #LORIDINAPOLI
42 #AMAZING di Francesca Cicatelli
62 #COVERTHETOP di Carmine Luino
84 #SWAG
100 #PRETTYTAIL di Valeria Valerio
50 #LEGGERA di Lucia Nicodemo
68 #STYLE
88 #SHOPWINDOW
102 #ZOOM
52 #HASHTAG di Matilde Rocca
74 #BEAUTY di Cristiana Giordano
con Le Cuoche in Giro 90 #FOODTOUR
105 #THEPARTY di Lula Carratelli
54 #POKERDASSI di Paola De Ciuceis
76 #MASERIAL di Federica Riccio
di Lula Carratelli 96 #CHEZCHEF
98 #MAMMALEMAMME di Valeria Prestisimone
JUKEBOX pezzi del passato e del momento
mixati e scelti per voi
DAY
TH Y BIR
HAPP
01/06 06/06 18/06 26/06
Morgan Freeman Bjon Borg Raffaella Carrà Paolo Cannavaro
03/07 09/07 11/07 27/07
Tom Cruise Tom Hanks Giorgio Armani Maria Grazia Cucinotta
07/08 14/08 16/08 31/08
Charlize Theron Magic Johnson Madonna Pepe Reina
02/09 04/09 13/09 29/09
Keanu Reeves Carmen Consoli Fabio Cannavaro Brigitte Bardot
SUBBUTEO ART: LA ROVESCIATA DEL PIPITA DIVENTA UN PEZZO DA COLLEZIONE Subbuteo-Art ha realizzato una miniatura della rovesciata di Higuain contro il Frosinone, quella del 4-0 che è entrata nella storia. Il 36° gol che gli ha permesso di superare il record di Nordahl di segnature in Serie A, è diventato un pezzo da collezione.
STOP ALLE FOTO BANALI Philipp Schmitt ha progettatto la macchina fotografica "Camera Restricta", che impedisce di fare foto banali. Un rilevatore Gps vede segnala se il posto da fotografare è inflazionato e in caso positivo chiude otturatore e blocca ogni funzione emettendo un suono di alert.
LA FILOSOFIA DEL VINO
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Vino e filosofia, un connubio che ripercorre la storia dell'uomo dal Simposio di Platone a Hegel che lo amava, mentre Kierkegaard ne tesseva le lodi nel suo "In vino veritas". Nell'ambito del Festival della filosofia in Magna Grecia il filosofo, musicista e pittore veneziano Massimo Donà enfatizza questo dualismo nel libro La filosofia del vino, raccontando i territori del Cilento, oggi terra di vini e di chef.
FOREVER LOVE TRE PIANI DI FELICITÀ Il sogno proibito delle bambine cresciute negli anni ’80: la casa di Barbie e per quelle più viziate anche la casa di campagna. Tutte rigorosamente rosa e il dettaglio preferito l’ascensore. Barbie è la bambola più venduta al mondo e prodotto di punta della Mattel. Ha avuto 38 animali: gatti, cani, cavalli, un panda, un cucciolo di leone e persino una zebra e un'orca. Ha guidato decappottabili rosa, camper, la vespa e molti altri veicoli. Ha inoltre un brevetto di volo per aerei commerciali, sui quali ha lavorato anche come hostess. Non è mancata una Barbie in versione astronauta, con ottimi riscontri di vendite. Il 12 agosto 2004 Barbie ha annunciato la sua campagna elettorale per diventare presidente degli Stati Uniti, rappresentando il Partito delle Ragazze, con un programma messo per iscritto da Mattel.
L'ARTE AI PIEDI La Monnalisa di Leonardo, Monet, Matisse, Frida, Botticelli, L’Urlo di Munch. Ci sono proprio tutti i quadri più famosi, nei calzini più artistici che si potessero creare. Si tratta della nuova linea di calze proposta dall’High Museum di Atlanta (Georgia) che rende omaggio ad alcuni dei capolavori più iconici della storia dell’arte. Un peccato davvero nasconderli.
O
R
C
PIN S O
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I L DR AC UL A
P
Segni particolari: denti da vampiro. Il porcospino più famoso del web si chiama Sir Hodge Huffington the Cricket Slayer, per gli amici semplicemente Huff. È originario dell'Africa e la sua padrona, la studentessa Carolyn Parker, l'ha adottato in un ricovero per porcospini dello Utah, il Quilberry Hedgehogs. Carolyn dice: «Huff piace perchè è come molti di noi: corrucciato e chiuso all'apparenza, in realtà tenerissimo e socievole».
SMART
#jukebox
SPARTITO I never meant to cause you any sorrow I never meant to cause you any pain I only wanted to one time to see you laughing I only wanted to see you Laughing in the purple rain Purple rain, purple rain Purple rain, purple rain Purple rain, purple rain I only wanted to see you Bathing in the purple rain
©caracò editore le favole dell'attesa | carmine luino
CHART
SUCCESSO CLAMOROSO PER LA "SIMPATICA OPERA D'ARTE": UN PAIO DI OCCHIALI Una provocazione che ha fatto il giro del mondo. Ha poggiato scherzosamente gli occhiali a terra al Moma di San Francisco e ha creato arte. Un ragazzo di 17 anni, TJ Khayatan, ha documentato con grande successo uno scherzo non poi tanto nuovo, ma che gli è riuscito davvero bene. Ha messo sul pavimento gli occhiali da vista, per vedere la reazione dei visitatori, e molti si sono fermati ad osservare “l’opera”, altri persino a fotografare. Di questo caso così divertente ne ha parlato tutta la stampa internazionale.
EARTH
LE CITTÀ PIÙ COLORATE DEL MONDO
Un viaggio fotografico tra i luoghi più allegri e vivaci del pianeta, dove edifici e strade sono stati ridipinti per esigenze specifiche e per la gioia degli occhi. Ecco le città più colorate del mondo: Burano, Bo-Kaap a Città del Capo in Sudafrica, Guanajuato Messico, L’Avana Cuba, Wroclaw Polonia e ovviamente la nostra Procida.
BURANO
GUANAJUATO
BO-KAAP
WROCLAW
L'AVANA
PROCIDA
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IL VICHINGO DI INSTAGRAM Criniera da leone, occhi azzurri e fisico da togliere il fiato. Lasse Matberg è il vichingo più famoso di Instagram. Ufficiale della marina norvegese ha fatto impazzire le follower con le sue immagini: muscoli in vista e barba incolta. Tra i commenti più divertenti delle sue igers:"Ma da quale pianeta vieni?"
STREETART
PARTNER
Il murale di Blu sulla facciata dell'ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli in via Imbriani
PARTENOPE CARO, LUCREZIO CARO
Davide Auriemma, ex studente del Settimo racconta in un libro amori, delusioni, feste, compiti in classe, scioperi e colpi di scena di un gruppo di amici che frequenta il liceo scientifico di Via Manzoni. Protagonista Claudio, professore di italiano alla sua prima cattedra come insegnante di ruolo al Tito Lucrezio Caro VII liceo scientifico 1989-1994.
IL PROGETTO EASY BED ATTERRA A CAPODICHINO
Addio stress! In Italia è atterrato, è proprio il caso di dire, “Easy bed”, il nuovo format di ospitalità rapido ed economico, già presente nei migliori scali aeroportuali europei e mondiali. Capofila l’Aeroporto Internazionale di Capodichino. Uno spazio comune sarà dotato di tutti i comfort e servizi necessari: 52 moduli abitativi delle dimensioni di 4 mq e 4 moduli di 5,40 mq. per persone disabili. Il servizio sarà attivo 7 giorni su 7 e 24 ore su 24.
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#gigichicmimmoshock
Oi vita, oi vita mia di Gigi Necco e Mimmo Carratelli
Secondo appuntamento a menù libero fra Luigi Necco e Mimmo Carratelli, giornalisti napoletani a l o r o m o d o fa m o s i , s p e s s o c o i n vo l t i entrambi e a vario titolo nelle vicende del pallone azzurro, con taccuini, microfoni, telecamere, biro e compagnia varia, ma soprattutto sintonizzati sulla medesima lunghezza d’onda di facezie, quisquilie, putipù, ossimori, sciarade, calembour e remember in piena libertà d’intendere e di volere. Stavolta è Gigi che intervista Mimmo d av a n t i a u n r i s o t t o p r e p a r a t o espressamente da Nando Pennino nel ristorante “Victoria” di piazza Vittoria con libagione contenuta per la migliore riuscita del tête-à-tête parolaio evitando parole rosolate a frasi al forno. Messer Domenico dalla penna rapida, foste vissuto al tempo d’un Cyrano, avreste maneggiato quell’arnese proprio come la spada, e certamente, di parola o stocco, avreste steso sui ciottoli di Napoli almeno un morto al mese. Le tue parole nate nel piombo di ieri o sul PC di oggi appagano gli occhi e anche il palato, cucinate per evocare un mondo. La frase fatta, il motto, il calembour, il non sense, il luogo comune tu li arruffi, li stravolgi e capovolgi fino a provocare nuove emozioni. Hai un debole, però: arrivar primo. Magari perché sei caduto su questo pianeta venti giorni prima di me, magari perché mi hai preceduto nel Mestiere di vent’anni, arrivi sempre primo, come quella mattina dalle parti di via Orazio. “Mattina infausta, però... Presi da Maria la pastiera che gli piaceva tanto e bussai alla porta di Diego Armando Maradona. Aprì Diego, abbassò il naso sul dolce che adorava, alzò gli occhi che tornarono a brillare, ridiventati quelli del ragazzo di Buenos Aires che voleva mangiarsi tutte le pastiere del mondo. Squillò il telefono, era il fratello, tornò ma gli occhi ora erano pieni di lacrime. Anche lui aveva saputo della squalifica. Il ragazzino di Buenos Aires era tornato l’uomo, il campione che aveva battuto tutti meno che il suo vizio.” Ma perché Diego piacque così tanto ai napoletani? “Era uno di noi, sentiva, reagiva, pensava come noi. La conferma venne a Verona, sotto i 12
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Ma perchè Diego piacque così tanto ai napoletani? Era uno di noi, sentiva, reagiva, pensava come noi. fischi e gli insulti dei nordisti. Da quel momento si sentì sudista, era un ribelle, gli piacevano i masanielli, l’allegria, le sbrasate e parlava sempre male del nord. Grande peccatore, come tutti noi di ogni sud del mondo, calienti e smarriti, fedeli-infedeli, allegritristi, felici e dannati, timorati di Dio e in combutta con il Demonio per addentare la vita prima che la vita ci mangi. Lui l’ha pagata per tutti.” Caro, carissimo Domenico Carratelli, Mimmo per tutti e ‘o russo per i tifosi, oggi mentre il Mestiere muore per inedia, sul Mattino torni a farci sentire i brividi della notizia, torni a stringere il vento che gonfia curve, spogliatoi e tribune, quasi che ogni giorno qualunque lettore sia in grado di vincere il suo scudetto. Niun meglio di te merita il titolo di giornalista per bene, niun meglio di te respira ossigeno solo attraverso la carta stampata, e lo hai fatto senza risparmio da Sud a Nord: il Roma, il Mattino, la Gazzetta dello Sport, Guerin Sportivo, Corriere dello Sport-Stadio, il Napoletano, inviato, direttore, capo redattore, e poi libri, libri, libri, preziosi come La Grande Storia del Napoli, da bere, quelli di Pironti, ‘Monaco 72’ (premio USSI) o i sette ‘elogi’: al Pibe, De Laurentis, Mourinho, Le primarie, Ali-Cassius Clay, Valentino. Ritratti mirabili di invidiati compagni di viaggio: li incontri, ti confronti coi loro sogni, coi loro desideri, coi loro meriti, spesso in un freudiano gioco di immedesimazione per esempio con Ronaldo. “Peccati di gioventù. Per amore dei posteri mi ripeterò: vorrei essere Cristiano Ronaldo per muovere i primi passi nell’Andorinha nel quartiere Sant’Antonio di Funchal anziché prendere i primi calci sul campo delle Fontanelle, bocciato irrimediabilmente dal mister Nicola D’Alessio, detto Nick lo Sceriffo, e deriso dall’indimenticabile Gennarino Rambone che ebbe fortuna e andò a giocare col Cral Cirio di San Giovanni a Teduccio... Vorrei essere Ronaldo, e chi altri sennò, perché non ho mai avuto 31 fidanzate, al massimo tre, e una alla volta, e nemmeno una Bugatti o una Bentley... Vorrei essere Cristiano Ronaldo per vedere la faccia che farebbe Equitalia mentre riscuoto 23 milioni di euro all’anno di stipendio e 21 dagli sponsor...” Troppo piombo per un’intervista sola. Le prime firme nella redazione di tuo padre, Orazio (sto ancora cercando quella mia foto con lui) al Giornale d’Italia. Ti fu compagno Italo Ormanni, che poi preferì scrivere sentenze. Raccolta la laurea, nella Napoli divisa tra Roma e Mattino, con debuttanti come Pacileo, Acampora, Cassero, Degni, Maisto e Barbuto entrasti al Roma, dove Ludovico Greco (allora all’origine di un giornalista non c’erano un paio di ministri) ti impose la gavetta. “Mi mandò agli ospedali, dove il monopolio era di Cesare 13
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Lo chiamavano “coniglio”, Altafini, perché se poteva tirava indietro la gamba. Diciamo che evitava incontri pericolosi Marcucci. Dividemmo. A lui i Pellegrini, a me gli Incurabili. A fine giornata io riferivo ‘Mi sono combinato a carte il brigadiere del drappello, niente di nuovo’. Marcucci, implacabile, ribatteva ‘Ti ha fatto fesso c’è un morto accoltellato’, ed era vero.” Ma anche sui morti e accoltellati la tua penna vola. Se ne accorge ‘il barone’ Tony Scotti di Uccio, capo dello sport. Amatissimo dal Comandante-proprietario, Achille Lauro. Uscito dagli ospedali cadesti finalmente nel tuo brodo esistenziale, la sfera pedatoria come diceva il tuo grande amico Peppone Pacileo. Scrivi, ridi, irridi, racconti. Nacque un duello ma anche un’amicizia indistruttibile. Tonino Scotti si ammala e comanda ‘tocca a te’: andasti in Inghilterra per Burnley-Napoli e scopristi il ‘Bingo’, la tombola americana. Ma com’era, questo padre-padrone chiamato Lauro? “Ci ho avuto a che fare anche come rappresentante dei colleghi. Di fronte a un problema che non voleva affrontare, il Comandante giocherellava col telefono, la matita (non scriveva mai assegni, ma usava pezzi di carta, pacchetti di sigarette e matita), si guardava distrattamente in giro. Seccato, sbottai ‘Quand’è così, mandateci lo stipendio a casa e non se ne parli più’. Puntò il dito e mi disse ‘Giovanotto, è un’idea!’ me ne andai.” Gino Palumbo capo sport al Mattino salì a Milano e ti chiamò alla Gazzetta, ma la compassata organizzazione del Nord non ti appagò... e poi Palumbo un po’ geloso era... tornasti quaggiù. “Fu solo nostalgia del sud, dell’aria di casa... e poi c’era il Napoli.” Impossibile ricostruire le deviazioni e i mutamenti di una vita intensissima per accadimenti, anche sentimentali. Sempre sotto l’irresistibile curiosità del giornalista. Venne la XX Olimpiade, Monaco ‘72. I terroristi palestinesi di Settembre Nero fecero prigionieri gli atleti israeliani, i giornalisti erano bloccati, solo tu capisti come stava andando a finire. “Il portavoce delle autorità tedesche fece una 14
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conferenza spiegando il piano di contrattacco. Al minuto tot i terroristi sarebbero arrivati all’aeroporto con gli atleti prigionieri, al minuto tot sarebbero scesi dai mezzi, al minuto tot sarebbero entrati sulla pista, al minuto tot sarebbero entrate in azione le forze che dovevano liberare i prigionieri e così via. Io ebbi legittimi dubbi. Attesi l’arrivo del minuto tot, mi piazzai dinanzi al televisore, ma non sapevo il tedesco. Decisi di giocare alla napoletana: se avessero sorriso voleva dire che era andato tutto bene, se fossero stati seri, no... beh, quando apparve il commentatore aveva un volto tragico, allora non esitai. Così il Roma fu l’unico giornale a uscire in prima edizione col titolo ‘SONO TUTTI MORTI’. Non fu uno scoop fu una tragedia.” Il lettore ti cercava, ti cercavano i direttori. Perché sei rimasto a lungo al Roma? “Ero amicissimo, fratello di Peppe Pacileo che era al Mattino. Per seguire gli avvenimenti, nazionali
e internazionali viaggiavamo sempre insieme con la sua R o v e r, e r a u n o s p a s s o , un’avventura, una sfida. Partite, campioni, bevute, ragazze. Fossimo stati nello stesso giornale uno sarebbe rimasto a casa. Peppone non amava Lauro. In Germania, appena dopo aver incontrato un certo collega sardo da tutti evitato per una certa fama, la Rover si fermò. Ci voleva una barca di soldi e non li avevamo, allora non c’erano bancomat, ma noi soldi proprio non ne avevamo. Telefonai a Tonino Scotti che mi fece concedere dalla Flotta uno stipendio di anticipo. Telefonarono alla Flotta Lauro di Amburgo che ci diede soldi e meccanico. Peppone dovette ringraziare Lauro. Riparammo l’auto e ci spendemmo il resto.” Ma il Nord lascia sempre un segno. La tua grande capacità organizzativa nasce lassù? “Una cosa che certo mi ha lasciato il segno è uno stipendio intero che persi con Tosatti a poker. Pace all’anima sua.” I giornalisti o portano le bretelle o fumano il sigaro. Tu fumi il sigaro, come il mai dimenticato Gianni Brera. “All’estero si trovò senza un soldo. Gli prestai, mi pare, mille lire. Preciso come un ragioniere lombardo me le restituì a mezzo vaglia.” Ti sono passati tra le mani il Napoli di Altafini e di Pesaola, di Vinicio, di Kroll, Maradona, Fonseca, di Higuain. Della tua propensione al gioco, all’irrisione fece per primo le spese Altafini. “Reggeva lo scherzo. Mi accorsi che al telefono di Barison, allora al Napoli, rispondeva sempre José Altafini... in visita più che sospetta alla moglie del collega. Continuai a chiamarlo a quel numero, fingendo sempre sorpresa di trovarlo lì. Agli Europei, ormai i due vivevano insieme, convinsi una cameriera d’albergo a una sceneggiata: allo stadio, si inginocchiò dinanzi alla signora ex Barison (ormai Altafini) e si disperò: ‘Ho un bambino che è figlio
di José, fateglielo riconoscere!’. Ma la signora ex Barison capisce da quale angolo viene lo scherzo: ‘Ti manda Carratelli, vero?’”. Lo chiamavano ‘coniglio’, Altafini, perché se poteva tirava indietro la gamba. “Diciamo che evitava incontri pericolosi. Una volta gli arriva un pallone a distanza utile. Ma un massiccio e feroce terzino svizzero gli si precipitò addosso a valanga. Con una piroetta da toreador José riuscì ad allontanare di poco la palla, girandosi con eleganza per evitare il tremendo impatto col gigante che, non trovando il suo corpo, franò rovinosamente per le terre mentre José terminava la veronica gridando Olé!” Passato alla Juve, proprio José con un suo goal malandrino tolse lo scudetto al Napoli di Vinicio. La Vecchia Signora quest’anno ha fatto bis. “Il primo scudetto è la felicità, il trantaduesimo è un’abitudine. Ma il bellissimo Napoli di Vinicio ha un altro record. 1975, a Roma contro la Lazio, segna Gigi Boccolini. I trentamila napoletani all’Olimpico cantarono per la prima volta “Oi vita, oi vita miaaaaaa...’, cioé ‘o surdato ‘nnammurato.” Non ti chiederò nulla del Napoli di quest’anno. Hai già detto tutto sul Mattino. “La storia, quella grande, è irripetibile. La Juve senza Milan e Inter si è inventato il Sud. Ma ci vorrebbero grandi narratori, e invece siamo piccoli descrittori di cronaca spicciola e prevedibile.” Sei grande amico di Zoff. Anche lui è stato Juve, eccome! “Mi ha invitato a cena, c’era spigola con olive nere. Non mi sono potuto trattenere ‘Dino c’hai la Juve pure nel piatto!’, finalmente ho visto Zoff che rideva!” Nel libretto di Pironti fingi di essere De Laurentiis. “...il Napoli è il mio film più bello ...Napoli ha solo il Napoli ...datemi la Mostra d’Oltremare e io ci faccio la Cittadella del Napoli e lascio Castelvolturno. Faccio il Napoli modello Barcellona, modello Manchester. Faccio la Scugnizzeria ...sono Aurelio De Laurentiis e sono un vulcano di idee. È fantastico essere Aurelio de Laurentiis ...ma se mi rompo i coglioni me ne torno in America.” Mimmo, la palabra de oro si gira fuori della vetrina del Vittoria e il fumo del sigaro in via di estinzione fuso con quello del risotto ai frutti di mare annebbia la collina di Posillipo.
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#peaceandlaw
“FARE LA POSTA” NON È PIÙ COSÌ ROMANTICO
Luigi Di Gennaro Avvocato penalista
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Con circa trent’anni di ritardo rispetto al legislatore americano, il nostro ordinamento ha finalmente riconosciuto e istituito con la legge n. 38 del 2009 il reato di “atti persecutori”, più comunemente denominato stalking (dall’inglese to stalk, “fare la posta”), contemplato nel nostro codice penale dall’art. 612 bis. L’esperienza maturata sul campo mi ha portato a considerare lo stalking come un delitto complesso, in cui in molti casi la stessa vittima non è in grado di riconoscerne i segnali. Basti pensare all’articolata definizione che viene data dal nostro legislatore che lo descrive come la reiterazione di condotte idonee alternativamente a cagionare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia o paura, ovvero a ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria, di un prossimo congiunto o di persona legata al medesimo da relazione affettiva, così costringendola ad alterare le proprie abitudini di vita. Affinché dunque possa parlarsi di stalking, come sottolineato dalla Cassazione, sono sufficienti anche due sole condotte di minaccia o molestia, il cui contenuto può essere di varia natura (come l’invio di lettere, sms, e-mail e messaggi tramite internet, fino ad arrivare al pedinamento, nonché al danneggiamento di beni personali, alle aggressioni verbali e alle iniziative diffamatorie) e che le stesse abbiano provocato nella vittima un perdurante stato di ansia e timore per la propria incolumità, producendo così una sorta di destabilizzazione oggettivamente percepibile. Le pene previste per gli atti persecutori sono molto severe (da 6 mesi a 5 anni) e possono aggravarsi fino a un terzo o addirittura fino alla metà, nei casi in cui il fatto sia commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da una relazione af-
fettiva alla vittima, ovvero attraverso strumenti informatici e telematici, nonché, infine, quando lo stesso venga perpetrato ai danni di soggetti più deboli (come minori, donne incinta, persone disabili). Il termine per proporre querela è stato eccezionalmente ampliato a sei mesi, a partire dal momento in cui si produce l’evento dannoso. A questo punto però, è importante sapere che una volta depositata la denuncia per stalking, sarà sì possibile ritirarla, ma soltanto dinanzi al giudice procedente e a patto che le minacce non siano gravi e che il fatto non sia stato commesso ai danni di un minore o di una persona con disabilità. Non tutti sanno però che il legislatore ha previsto uno strumento utilissimo che può essere applicato prima della presentazione della querela, ovvero il cosiddetto “ammonimento al questore”, mediante il quale le autorità di pubblica sicurezza rivolgono un invito ufficiale allo stalker nel desistere dal perpetrare le attività persecutorie. E devo dire che un richiamo da parte della Polizia molto spesso sortisce l’effetto sperato, quantomeno nel 60% dei casi che ho trattato: la resa dello stalker. Purtroppo non c’è più fiore, lettera o regalo che tenga, quando le attenzioni si trasformano in invadenti e intollerabili intromissioni nella vita di una persona, fino a sfociare in comportamenti ossessivi, in barba a ogni tipo di romanticismo, si diventa veri e propri persecutori (o stalkers che dir si voglia) e come tali passibili di una severa condanna.
luigidigennaro@avvocatinapoli.legalmail.it
眀眀眀⸀欀漀爀愀攀瘀攀渀琀猀⸀椀琀
眀攀搀搀椀渀最
昀漀漀搀
搀攀猀椀最渀
#napoliinbici
PASSEGGIANDO IN BICICLETTA di Beatrice Iervolino Il lungomare di Napoli è tinto di rosso vermiglio e sono felice perché ho una nuova amica: la mia bicicletta. È lei che mi accompagna la sera verso casa dopo il lavoro. Sono le diciotto e venti di una primaverile sera di maggio e ho deciso di andare a trovare la mia migliore amica a Piazza Sannazzaro. Sono con mia figlia, due anni e dieci mesi. Codini neri e occhi grandi come fari. Un’avventura su due ruote mi sembra una buona idea. Nell’ordine metto in atto le prime misure di sicurezza; sono pur sempre una madre affetta da perenne ansia. Casco da bici, luci posteriori e anteriori accese, campanello ben posizionato, specchietto retrovisore, seggiolino posteriore omologato poggia-testa e poggia-piedi. Borsa porta acqua, borsa per catenaccio piccolo, medio e grande e contachilometri acceso. Praticamente sono il Furio della ciclabile. Dopo i primi dieci metri di pedalata, partendo da borgo Santa Lucia, già sorrido. Mi lascio accarezzare da una leggera brezza che profuma di mare e che rinfresca le idee. Pochi metri e una vocina angelica mi dice “Mamma voglio l’acqua!”. Il tempismo dei bambini a volte è perfido. Ne approfitto per controllare che sia ben allacciato il suo casco delle principesse Disney, perché la sicurezza sì ma con stile. Le chiedo: “Sei felice, va tutto bene?”. Mi risponde con un “Sì” forte e deciso, come per dire “Ok, ora muoviti e andiamo”. Tutti in sella, si riparte. Da quissù riesco a osservare meglio quello che mi circonda. C’è un mondo. C’è vita. Due giapponesi con il naso all’insù guardano la Fontana del Gigante dell’Immacolatella come fosse, appunto, un gigante; un venditore cingalese fa ruotare una fluorescente girandola cinese che riesco a schivare abilmente; tre deliziose adolescenti in carne, abbracciate, sorridono ammiccando al telefonino e attraversano incuranti la pista ciclabile. Flotte di risciò rosso fiammante occupate 18
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da famiglie intere gareggiano in velocità. Piccoli gnomi pattinano e sfidano con coraggio il senso dell’equilibrio. C’è una coppia di signori anziani che si tiene per mano, ci hanno creduto e sono ancora felici. E poi c’è lei, la sposa meringata. Come una star hollywoodiana posa per i suoi fan. Le damigelle, amiche di una vita, sono lì a fomentarla per lo scatto decisivo. Ci sono due signore americane che aspettano l’arrivo dell’aliscafo e si tengono per mano. Per loro un ragazzo, che espone calzini e accendini, balla e rivisita intonando New York, New York. Durante questo colorato e suggestivo percorso c’è Capri all’orizzonte. In verità col mio nostalgico campanello di metallo riesco solo ad attirare l’attenzione di una mosca. Per questo, a volte, sguaino il classico e intramontabile “Pistaaaa”. I colleghi di bici, invece, non sono tutti così naif. Incrocio lo sguardo dei ciclisti, quelli seri, pronti a gareggiare per il Tour de France. I loro completini di licra sono neri come la pece e stretti come un guanto. I loro occhiali da sole sono spaziali e avvolgenti. C’è chi pedala veloce e chi meno. Ma c’è una cosa che ci accomuna: la solidarietà per due ruote leggere nel ritmo frenetico della città. Siamo arrivate a destinazione. La mia amica ci aspetta nei giardinetti di Piazza Sannazzaro. Ci saluta da lontano. Guardo la mia piccola e silenziosa compagna di viaggio. In questa passeggiata ognuno di noi si è persa nel suo mondo e nei suoi pensieri. Ma in fondo, come due amiche del cuore, non abbiamo avuto bisogno di parlare per capirci. Una sensazione di assoluta libertà, perché la bicicletta è silenziosa, leggiadra, ci inebria. E quando arrivi a destinazione sai di aver sudato, fatto sport, attivato il circolo delle care vecchie endorfine. Puoi spingere fino al massimo, perché sai che puoi rallentare e riprendere a spingere, perché sai che puoi fermarti e ammirare quello che è lo spettacolo che la nostra Napoli ci offre, passeggiando in bicicletta.
#picoftheday
Coccodrillo (India Nuova Delhi) Fotografo Andrea De Franciscis In antepima uno scatto di Officina Reporter, progetto di Luciano Ferrara, che vede protagonisti 12 fotografi.
#people
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Cristina's World di Federica Riccio. Foto Carmine Luino
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Scianel Official Book Gomorra Ufficio stampa Sky Atlantic
Sei la nuova Lady Gomorra, personaggio border line Scianel. Sì, è spietata e diffidente di tutto e di tutti. Scianel è una iena di potere. C’è una parte in cui dice “Na pantera è bella assai ma nun conta nu cazz’, invece miezz’ ‘e iene a cummannà song ‘e femmene”. E quando recito questo personaggio così feroce faccio paura alla gente, al regista e alla troupe, che dopo aver girato mi guardano sbigottiti e faccio paura persino a me stessa. Si chiama Annalisa, ma tutti la conoscono come Scianel, perché la madre aveva una bancarella di profumi. Pensa e agisce come un boss, ma usa strategie femminili. Il look è pazzesco: di giorno indossa tute di ciniglia, la sera per giocare a poker si veste da pantera, anzi da iena. Come è stato fare il passo da attrice degli intellettuali napoletani a Scianel? È stato incredibile ed emozionante. Per il teatro, che per me è vita e passione, ho perso molti treni. Ho voluto fare il salto in televisione. Anni fa mi ero anche presentata al provino per Donna Imma, di cui sono fan scatenata. Ci tengo a dirlo non vado a rimpiazzarla. Una vita dedicata al teatro. Quanto ti ha dato? Il teatro mi ha dato tutto e io al teatro. Ho cominciato prestissimo. Per fortuna la mia famiglia era pro-
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Il teatro mi ha dato tutto e io al teatro. Ho cominciato prestissimo. Per fortuna la mia famiglia era progressista per quei tempi
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gressista per quei tempi. Quando ho detto a mio padre che volevo recitare ha risposto: “Per me sarai un’attrice quando vincerai l’Oscar”. Voleva dirmi di volare sempre alto ed è quello che faccio. A 16 anni ho avuto un figlio, a 18 mi sono sposata e ho subito divorziato. Ho debuttato con Geppy Gleijeses e il teatro è diventato la mia vita: Nino Taranto, Aldo Giuffré, Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice. Poi il successo al cinema con Libera di Pappi Corsicato e ovviamente Enzo Moscato che mi accompagna da tutta la vita. Giovanissima hai poi conosciuto Stefano Tosi Sì, attore bellissimo e bravissimo, l’ho sposato e abbiamo fondato “Il sole e la luna”. Sono stati anni bellissimi. Purtroppo però, la vita mi ha riservato un grande dolore, Stefano è morto con Annibale Ruccello in un incidente stradale. So che non staremo mai più insieme, ma resta tutto scritto sulla mia pelle al di là del dolore. Per questo hai scritto lo spettacolo Da questo tempo e da questo luogo: 25 rose dopo Sì, è stato un modo per fare pace con i miei morti. Da quella tragedia, ogni anno il 12 settembre tutti ricordavano Ruccello e Stefano era messo da parte. Ho sentito il
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Non posso fare a meno di Napoli, del mare, dei suoi profumi e della mia casa. Non posso fare a meno della luce di Posillipo bisogno di ritrovarli entrambi e così ho scritto questo testo. Confesso che non pensavo che sarebbe stato tanto difficile mettere in scena se stessi. Com’è la tua famiglia? In una sola parola: meravigliosa. Sono nata e cresciuta a Posillipo, dove vivo tutt’ora. Nella palazzina Donadio c’è un clan tutto al femminile, siamo cinque sorelle molto unite con Cecilia detta Cicci, Rossana, Marcella e Laura. E poi Ugo, carissimo fratello che mi ha trasmesso l’amore viscerale per la musica, scomparso alcuni anni fa. Mio padre era uomo raffinato e amante dell’arte. Mamma Maria è una donna dolcissima, che ha macinato km e km per i cari nipoti. Siamo tutti cresciuti con le sue filastrocche e gliele abbiamo persino fatte incidere su cd. Poi c’è Chicco, il regalo che ho avuto a 16 anni. Mio figlio è il mio migliore amico. Sono anche una nonna di 3 bellissimi nipoti.
Hai scelto di restare nella tua città Non posso fare a meno di Napoli, del mare, dei suoi profumi e della mia casa. Non posso fare a meno della luce di Posillipo. Ho una stanza del pensiero dove penso e non penso, dove mi faccio trasportare a seconda delle stagioni e della luce che filtra dalla finestra. Faccio da anni la stessa foto al panorama e ogni volta mi commuovo. La cosa divertente è che se lavoro per Gomorra torno a casa e vedo l’alba, se lavoro in teatro vedo i tramonti. Sei una nota collezionista d’arte Sì, amo circondarmi di quadri, disegni e oggetti di design. Mi piace la commistione tra antico e moderno e i giochi cromatici. Ho dei Lippi, un disegno Gemito, illustrazioni di Oreste Zevola, scatti di Luciano D’Alessandro, Anna Sorgente, opere di Ernesto Tatafiore.
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#fischiofinale
DI MIMMOCARRATELLI
E avendo superato l’entusiasmo sfiorito della sfida-scudetto con la Juventus e respinto l’attacco della Roma al secondo posto, uscimmo a riveder le stelle della Champions come racconterebbero Dante e Virgilio. E, così, ecco che risuona per le nostre orecchie quel motivetto che ci piace tanto, l’inno Champions composto dall’inglese Tony Britten scopiazzando le note dell’imparruccato settecentesco Friedrich Handel dedicate, in un’epoca senza pallone, a re Giorgio II di Gran Bretagna. Secondo il gossip dei suoi tempi, avendo problemi in famiglia il sovrano britannico si dilettò fuori talamo con la contessa di Suffolk con tutti i dubbi degli storici che assomigliasse a Belen Rodriguez. Bene. Il Napoli del presidente De Laurentiis, esecrato dal popolo tifoso perché non prende e non prenderà mai il piccolo Messi e l’irresistibile Cristiano Ronaldo, sbarca in Europa per la nona volta, la quarta volta in Champions, paradiso degli dei, dopo avere giocato sei volte nell’Europa League, il limbo degli angeli senza ali. Sono soddisfazioni che il Napoli, in passato, ha elargito con parsimonia ricordando con nostalgia il tempo della Coppa delle Fiere con Altafini e Panzanato, la Coppa Uefa di più onorevole impegno sino al trionfo della squadra di Maradona nella notte indimenticabile di Stoccarda e quella prima Coppa dei campioni conclusa a prima botta dal Napoli di Diego nello strazio dell’immediato confronto col Real Madrid di Michel e Butragueno, el buitre, l’avvoltoio. Senza escludere due partecipazioni alla defunta Coppa delle coppe, la Coppa delle Alpi vinta una volta con una furbata di Bruno Pesaola e lo scomparso torneo anglo-italiano. Dunque, questo De Laurentiis, che avrebbe voluto essere chiamato papà dagli incontentabili tifosi azzurri, se la sta cavando mica male dopo avere racimolato il Napoli dal fallimento. Tiene i conti in ordine, ha azzeccato quattro allenatori su sei, ha acquistato un paio di topplayer, da Cavani a Higuain, e, in dodici anni, superate le trasferte paesane della serie C, va presentando in serie A un Napoli da primi posti, escluso purtroppo il primo, ma due volte secondo e due volte terzo. Col magnifico dettaglio che assegna al Napoli il ruolo di migliore sfidante della Juventus dei cannibali di Conte e Allegri, cioè un distacco non disonorevole di punti dai bianconeri che la Roma smargiassa di Garcia e Spalletti se l’è sognato. Quest’anno è andata come è andata col rimorso di un mercato di gennaio che non ha sostenuto convenien-
temente l’impegno della sfida alla Juve, ma il secondo posto è un traguardo che il Napoli ha centrato solo sei volte nei suoi novant’anni di storia e perciò va apprezzato (con i soldi che porterà la qualificazione diretta in Champions per attrezzare ancora meglio la squadra). Fra i tanti record della storia azzurra, tra cui l’eccezionale sventagliata di gol del Pipita, c’è anche il gran merito di Maurizio Sarri, vituperato al suo arrivo a Napoli, unico allenatore a centrare il secondo posto al debutto sulla panchina del Napoli come non riuscì a Garbutt (quinto), Vinicio (terzo), Marchesi (terzo), Bianchi (terzo), Ranieri (quarto), Lippi (sesto) con l’eccezione di Albertino Bigon che arrivò, trovò la pappa pronta, anche se Diego era al declino, e vinse addirittura lo scudetto. Rilanciato da Sarri, che in agosto veniva accreditato di un quinto-sesto posto, il Napoli meraviglia dopo un inizio incerto (due punti nelle prime tre partite), sfoderando un bel gioco, geometrie, possesso-palla, pressing alto, difesa riorganizzata, e balza al primo posto alla quattordicesima giornata infilando tredici risultati positivi (9 vittorie, 4 pareggi). Sembra di sognare. Koulibaly è fra i migliori difensori del campionato, Albiol e Callejon sono rinati, Reina completa la ritrovata sicurezza difensiva, s’impone Jorginho e Hamsik ritrova l’estro smarrito, e, quando Marek va, la squadra brilla di luce intensa, Insigne si sa-
crifica tatticamente e sfodera a sprazzi i lampi della sua classe, Higuain completa l’opera, e proprio il Pipita è il miglior risultato di Sarri dopo la malinconica conclusione del campionato precedente. Tra i nuovi, danno un gran contributo Allan soprattutto e Hysaj. Gabbiadini resta nell’ombra, escluso dal 4-3-3. Il Napoli perde male a Bologna, una delle poche partite sbagliate, ma torna primo con un’altra serie positiva (otto vittorie, un pareggio). In testa fino alla quinta giornata del girone di ritorno, nel golfo si sogna lo scudetto. Ma la Juventus macina vittorie su vittorie, recupera lo svantaggio iniziale, non molla mai ed è duro batterla. Ha sempre gli occhi di tigre, vince anche le cosiddette partite “sporche”. Il Napoli si specchia nel suo bel gioco e gli manca la grinta nelle giornate opache. Il confronto diretto di Torino segna la svolta. La Juve si chiude a riccio temendo gli azzurri, il Napoli non osa perché la Juve può punirlo in contropiede. L’equilibrio viene rotto alla fine dal tiro di Zaza deviato da Albiol: fuori dai pali, Reina non riesce a smanacciare il pallone che gli ricade alle spalle. Il Napoli, che era in vantaggio di due punti sui bianconeri, cede il primato al sorpasso della Juve che va avanti di un punto. Non è ancora finita. Il vento soffia nelle vele della squadra di Allegri e gli azzurri si bloccano su due pareggi (col Milan e a Firenze). La Juve prende il largo. Il Napoli resiste al secondo posto pressato dalla Roma di Spalletti e delle prodezze di Totti. Il finale è col cuore in gola a difesa della munifica piazza d’onore che vale la Champions senza inghippi di preliminari. In trasferta, il Napoli non vince più. A Udine (1-3) è un tonfo inspiegabile. Sul campo dell’Inter, un gol in fuorigioco di Icardi spiana il 2-0 dei nerazzurri. A Roma, un gol di Callejon in fuorigioco millimetrico, paragonabile alla rete concessa a Icardi, viene invece annullato. La Roma trova il gol di Nainggolan negli ultimi minuti, stessa beffa che a Torino, ma all’Olimpico si batte uno splendido Napoli che riacquista sicurezza. La vittoria sul campo del Torino (Higuain e Callejon a segno sui mirabili assist di Hamsik) rafforza il secondo posto degli azzurri e il campionato si conclude con la più legittima delle classifiche. Juve campione d’Italia, Napoli secondo, Roma terza. In alto i calici l’1 agosto. Nato sotto il segno del leone, il Napoli fa novant’anni da quel giorno che il primo grande presidente, Giorgio Ascarelli, dette alla squadra il nome della città.
Che Rio vi benedica
#Rio2016
di Adriano Cisternino
I Giochi olimpici di Rio de Janeiro cominceranno il 5 agosto e la corsa per le qualificazioni nelle varie discipline è ancora in pieno svolgimento, ma Napoli ha già un bel primato in tasca È un primato rosa, un primato gentile... ma non troppo. Perché lo ha conquistato a suon di pugni Irma Testa, diciottenne poliziotta di Torre Annunziata, cresciuta nella storica palestra di Lucio e Biagio Zurlo, la Boxe Vesuviana, 50 anni di vita festeggiati un anno fa. È lì che è cresciuta Irma, prima donna italiana della storia ammessa alle olimpiadi del ring.
Storia fresca quella delle donne in guantoni ai Giochi. Hanno debuttato a Londra 2012 e l’Italia non c’era, non ce la fece a centrare il primo gettone di presenza. Ora ce l’ha fatta lei, la ragazzina dalla faccia dolce e pulita di Torre Annunziata, centosettanta centimetri per sessanta chili, diciott’anni compiuti a dicembre scorso, ma già un curriculum internazionale da far paura, ricco di medaglie europee e mondiali e un argento alle Olimpiadi giovanili 2014. La chiamano la farfalla del ring, per la farfalla che porta tatuata sulla spalla, ma il richiamo al grandissimo Muhammad Ali è inevitabile, perché anche lei, con quelle gambe da fenicottero e le braccia come stantuffi, “svolazza come una farfalla e punge come un’ape”. Faccia dolce e pulita, ma grinta da tigre, perché guai a dirle che la boxe non è sport per signorine: “La boxe è sport anche per gli uomini – lei sostiene indurendo il tono della voce e spiega – perché la tenacia e la capacità di sacrificio sono qualità soprattutto femminili”. E tanto può bastare per 32
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#ciak
Ph. Augusto Bizzi
capire che tempra di donna si nasconde dietro quella faccia dolce e pulita. Da un primato all’altro, ancora di un atleta napoletano. Sul ring, a Rio, ci sarà anche Valentino Manfredonia, primo pugile italiano a qualificarsi per le olimpiadi brasiliane. Napoletano di Pianura, classe ‘89, categoria mediomassimi, allievo di Guido De Novellis, Manfredonia aveva fretta di staccare il pass per il Brasile, e sapete perché? Perché lui in Brasile c’è nato, a Recife per la precisione, prima di essere adottato da una famiglia napoletana: “Torno a casa mia” è stata la sua prima dichiarazione all’indomani della qualificazione.
Diego Occhiuzzi, vittoria oro sciabola a squadre Campionati del Mondo Mosca 2015
Dal ring alla pedana, dalla boxe alla scherma. Duello fratricida fra due sciabolatori napoletani, durato un’intera stagione e risoltosi all’ultima stoccata. Alla fine il pass per Rio è stato arpionato da Diego Occhiuzzi, classe ‘81, aviere, cresciuto sulle pedane del Posillipo, e passato di recente sotto la guida di Gigi Tarantino, suo compagno di squadra in azzurro fino a Londra 2012 dove ottenne un clamoroso argento. Occhiuzzi l’ha spuntata sul filo di lana su Luca Curatoli, classe ‘94, poliziotto, posillipino d’origine anche lui, allevato da Leo Caserta, astro emergente, anzi emerso della sciabola napoletana e nazionale, oro a squadre a Mosca 2015 in compagnia dello stesso Occhiuzzi. Fra due grandi amici-nemici, insomma, alla fine l’ha spuntata l’esperienza di Diego sulla esuberanza giovanile di Luca che, con i suoi 22 anni, avrà tutto il tempo per rifarsi. E Napoli, città di mare, non poteva mancare negli sport dell’acqua: nuoto, pallanuoto e canottaggio hanno arricchito da sempre il medagliere olimpico partenopeo. Stefania Pirozzi, 22enne beneventana cresciuta alla Canottieri Napoli sotto la guida di Lello Avagnano, punta sui 400 misti per migliorare a Rio la mezza delusione di Londra 2012. Un po’ in affanno la pallanuoto napoletana in questo periodo nonostante il glorioso passato. Sarà il giallorosso Alessandro Velotto a tenere su la bandiera che ebbe in Arena, Bulgarelli e Buonocore a Londra ‘48 il primo tris d’oro napoletano nella storia della pallanuoto olimpica. Alla seconda olimpiade sarà Giuseppe Giordano, dell’Esercito, che a Londra 2012 fu quinto nella pistola libera. Passato da glorioso 2-con dei ”fratelloni” di Pompei al comando dell’intera nave della Federcanottaggio, Peppe Abbagnale ha dato una svolta all’intero movimento. Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo, Giuseppe Vicino e Livio La Padula sono i primi napoletani che hanno centrato la qualificazione con il 4-senza (i primi tre) e l’omologo equipaggio pesi leggeri (il quarto), ma altri sicuramente ce ne saranno prima che si chiudano definitivamente i conti delle carte d’imbarco. E altri napoletani sono ancora in gioco nelle qualificazioni anche in altre discipline, con buone chances di staccare il “pass”, come nella pallavolo femminile e nel judo. Il volo per Rio, insomma, è ancora aperto allo sport napoletano. 33
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#bonton
micasa di Francesca Cicatelli
Mi casa es tu casa. Il mood della condivisione e del “vogliamoci bene” mette in crisi il concetto di home tradizionale per aprire le porte delle dimore a perfetti estranei. Quando il divano condiviso o dato in prestito del couchsurfing non basta, ecco che i globetrotter, da cittadini liquidi del mondo, mettono in circolo proprio tutto. Così assistiamo alla declinazione delle forme della sharing economy. Vietato possedere beni. Tutto è per tutti: house sharing, car pooling, car sharing, bookcrossing, LE BUONE coworking, crowdfunding, crowdsourcing, livestreaming, fino a chi si organizza coniando persino una moneta complementare o programmando MANIERE un’istruzione scolastica parallela. E spuntano pure House concerts autogeDELL’ECONOMIA stiti con tanto di località segreta. Prestare il divano piuttosto che un’auto, libro o un’informazione non fa di voi però dei buoni padroni di casa o CONDIVISA: DAL un comunque degli sharer doc. Così come per essere un ospite, o un viewer DIVANO ALLA all’altezza, occorre seguire le regole della condivisione. Il primo passo del che vale anche per altri beni condivisi, è “patti chiari, amicizia MACCHINA AL couchsurfing, lunga”, ossia prestabilire i termini dell’accoglienza e della convivenza e la CONCERTO NEL gestione delle chiavi, fornire una mappa del luogo, informazioni turistiche numeri di emergenza, disciplinare la divisione di compiti, tempi e spazi SALOTTO DI CASA enonché il rispetto degli orari di lavoro e del riposo altrui. Si raccomanda di non approfittare mai delle derrate alimentari e di non dimenticare in bagno oggetti e indumenti personali. Lo stile community impone alloggi alternativi che mettono in relazione i viaggiatori, ma anche mezzi di spostamento in condivisione. Ciò significa che un couchsurfer non deve anelare a servizi simili a quelli di un albergo. Anche se è buona educazione garantire una casa pulita e in ordine agli ospiti per farli sentire come a casa propria. Rivela una cura particolare ritagliarsi almeno un po’ di tempo per stare insieme e conoscere i compagni di viaggio accogliendoli all’arrivo magari con beni di conforto e
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TOP 5 DEI SITI PER INIZIARE
A CONDIVIDERE ANGELSFORTRAVELLERS Per viaggiatori solitari redenti OILPROJECT E WATTPAD Il primo per istruzione alternativa e lezioni gratuite. Il secondo è la community di condivisione ebook su smartphone TRIPNTALE Portale che consente di consultare e condividere foto, video e recensioni delle proprie vacanze in modo gratuito e illimitato COWORKINGFOR Il primo motore di ricerca italiano di spazi in coworking, punto di incontro tra domanda e offerta HOSPITALITYCLUB Per globetrotter da divano. Degli altri
es tucasa ristoro come una tazza di tè, una doccia e un posto per riposare. Essere ospitali è sempre possibile con piccoli gesti, come approntare una mensola riservata o un mazzetto di fiori accanto al divano, o come imparare qualche parola nella lingua altrui. Occorre essere consapevole delle differenze culturali, delle abitudini differenti e dell’etichetta dei saluti. Un consiglio per chi viene ospitato: se all’arrivo non ci si sente a proprio agio, non si è obbligati a rimanere. È bene informare sempre qualcuno, amici o parenti, di dove ci si trova, fino a quando e del modo in cui si può essere contattati. E poi non bisogna dimenticare i cari precetti della nonna, sempre utili e attuali: non si accettano passaggi, o meglio divani da sconosciuti, ossia è saggio controllare il profilo della persona con cui si deve entrare in contatto, imparare a ringraziare e citare le fonti se si trova qualcosa di interessante on line. Il tutto per condividere responsabilmente, anche se si tratta solo degli appunti di scuola, costruendo una credibile immagine social che arricchisca la rete. Se ci si appresta a condividere un link Facebook, non ci si dovrebbe limitare a ricopiarlo sulla bacheca: è sempre meglio aggiungere un contenuto extra, o una propria riflessione. Per chi viaggia in economia, invece, mettersi in contatto non è difficile con i servizi on line che incrociano i membri della comunità virtuale superando il pregiudizio delle “horror stories”. D’altronde la modernità non si è inventata nulla. Il rito di ospitare ed essere ospitati ci riporta infatti alle vicende dei forestieri in viaggio. Qualsiasi cosa condividiate, comunque, non dimenticate mai di mettere in circolo l’allegria.
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LA GUERRA DEI
upereroi
LE MAJOR ALLA CONQUISTA DEL MONDO di Valerio Ciaccia
Dc Comics/Warner contro Marvel: a colpi di super poteri è scoppiata la guerra tra le Major. I due colossi della cinematografia hanno affrontato in modi diversi l’evoluzione su pellicola delle avventure di Batman, Iron Man, Hulk, Flash & Co. La DC Comics (appartenente al Gruppo Time Warner) ha tra i suoi personaggi simbolo: Batman, Superman, Wonder Woman, Flash e Lanterna Verde. Negli anni ha reso leggendarie sul grande schermo le avventure del Superman di Richard Donner, con il cattivo per eccellenza Lex Luthor/Gene Hackman, l’indimenticabile colonna sonora di John Williams e gli sbalorditivi effetti speciali di fine anni ’70. Poi è arrivato il Batman di Tim Burton, con i primi combattimenti del Cavaliere Oscuro ispirati ai fumetti di Frank Miller e la febbre dei fan di fine anni ’80 con oltre 400 milioni di dollari al botteghino. Film cult, perché frutto di investimenti attenti, sceneggiature curate, look da cinema d’autore con un meritato Oscar per la migliore scenografia e le musiche dell’ormai compianto Prince. I singoli eroi della Dc Comics/Warner hanno ottenuto ottimi risultati tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80, poi alcuni flop: Batman Forever, Batman & Robin, Superman Returns, infine l’apoteosi con la trilogia de Il Cavaliere Oscuro firmata da Nolan e una la rilettura del personaggio in chiave realistica. Incassi globali sbalorditivi superiori ai 2 miliardi di dollari, candidature a premi e Oscar. Nel frattempo la Marvel ha studiato le mosse per dare in pasto ai fan: Spiderman, Thor, Ant-Man, Vedova Nera, Occhio di Falco e gli X-Men. 37
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La Marvel ha distribuito i diritti di alcuni personaggi tra diverse major. La Universal si è accaparrata L’Incredibile Hulk, la Sony ha acquistato Spiderman, la 20th Century Fox ha fatto suoi gli X-Men, I Fantastici 4 e Deadpool. Le fortune di questi super eroi, al botteghino, sono state immense. Poi è comparsa la Disney che, acquisendo la Marvel per 4,2 miliardi di dollari, ha permesso grandi investimenti e progetti a lungo termine. Iron Man è stato il capostipite di un nuovo filone. A partire dal 2008 la Marvel ha sfornato tanti film dedicati ai suoi super eroi, quasi come se fossero serie tv, alternando uscite ogni sei mesi. Ad esempio: il primo Iron Man, poi L’incredibile Hulk, poi il primo Thor, il primo Captain America, poi The Avengers, il primo film “cross over”, con più supereroi protagonisti in un solo film, che ha ottenuto oltre 1 miliardo di dollari al botteghino. Nel 2013, a distanza di 5 anni, la Dc Comics/ Warner ha avviato un percorso analogo con un universo esteso di super eroi, che potesse competere con la macchina da guerra della Marvel. Il primo film è stato L’uomo d’acciaio, che non ha ottenuto il successo sperato, così come per il
seguito Batman vs Superman – Dawn of Justice. Ora l’attesa è tutta per Suicide Squad, in uscita ad agosto, con Will Smith nei panni del cattivo e Jared Letho in quelli di Jocker. La Marvel è andata al contrattacco: è uscito nelle sale il terzo capitolo di Captain America, che con Civil War prosegue la battaglia al botteghino in attesa del ritorno degli Avengers e si è accordata con la Sony per i diritti di Spiderman. Dopo il successo dei primi tre film targati Sony/Columbia diretti da Sam Raimi e i reebot di Marc Webb, uscirà Spiderman al fianco degli Avengers. Tra i due contendenti si è inserita la 20th Century Fox con X-Men – Apocalisse. Chi ha messo tutti d’accordo, pubblico e critica, è stata la Marvel, grazie a un vero marchio di fabbrica, che ha mescolato tra gli ingredienti il lato umano dei personaggi, le loro debolezze, le paure e le risorse a un’ironia brillante, offuscando però chi c’è dietro la macchina da presa. Di contro alla Dc Comics/Warner sono sembrate mancare queste emozioni e la capacità di sfruttare a pieno il potenziale dei suoi super eroi, tuttavia i personaggi mantengono un fascino iconico. A colpi di super poteri la guerra prosegue.
TOP FIVE - I SUPERPOTERI AL CINEMA INVISIBILITÀ / Donna Invisibile dei Fantastici 4 AUTORIGENERAZIONE / Wolverine TELEPATIA / Professor Havier di X Men ULTRAFORZA / Hulk e La Cosa TELETRASPORTO / in Star Treck e in Harry Potter 38
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#notemenonote
di Ciro Ardiglione
Una giovane cantautrice, un giovane cantautore e una band costruita sulla diversità delle esperienze musicali. Tutti accomunati da momenti di freschezza autentica e di originale creatività
La cantautrice campana - fiorentina d’adozione - Giorgia Del Mese mette in bella mostra una capacità non comune: cantare storie, emozioni, fatti con un’inclinazione intellettuale che coglie nel segno e le fa suonare in uno spartito che ne consente un ascolto immediato, semplice che può spingerci ad andarle dietro. Come usciremo da sta fine di merda / Come usciremo da una brutta stanza / Come si esce da questo Ottocento / Col cappello in petto a svendere paletto /…/ Io non ho fede però ho la costanza / Io non ho fede però ho resistenza
Tutto il disco ha un quadro sonoro ben congegnato dove ci si muove anche nel punk tagliato dall’elettronica come in Caro umanesimo, E c’è tutto da prendere / E c’è tutto da stendere / In quest’aria desolata / Vorrei essere pietra senza essere statua … Come siamo buoni ci portano fuori con il guinzaglio dei cani / Gli aquiloni volano / Gli industriali partono / I confini si spostano. Il rock con le chitarre scintillanti di Senza più scuse, un vero inno alla propria libertà. Il possente e, intriso di elementi post-rock, assalto di Strane abitudini. E su tutto la voce di Giorgia del Mese.
Così si apre il nuovo disco: Nuova Visione, un elettro-pop ben ritmato e arioso. Per la cantautrice con Nuove emozioni post-ideologiche siamo al terzo album dopo Sto Bene (2011) e Di Cosa Parliamo (2013) e dopo svariati riconoscimenti per il suo percorso artistico. Undici tracce tutte originali e una cover Lacreme (2008) dei 24 Grana e qui cantata in duetto con lo stesso Francesco di Bella con un’andatura più veloce e con una forte spinta percussiva che ben regge il confronto con l’originale.
Trent’anni, livornese trapiantato a Roma all’età di cinque anni e un padre comunista a cui dedica una canzone. Motta è all’esordio solista con La fine dei vent’anni dopo aver lasciato i Criminal Jokers dove ne era il cantante. Diciamolo subito: è un disco che resterà nella storia di questo 2016 e anche dopo. E lo sarà a maggior ragione perché, come ha lui stesso dichiarato: «Tutte le canzoni sono politiche anche quelle che sembrano parlare d’amore». Il simbolo della bellezza del disco è proprio la title track con quei suoi passaggi chi rimandano a So-
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Il Muro del Canto / FIORE DE NIENTE Goodfellas / marzo 2016 PJ Harvey / THE HOPE SIX DEMOLITION PROJECT Island / aprile 2016 Låpsley / LONG WAY HOME XL / marzo 2016 Tortoise / THE CATASTROPHIST Thrill Jockey / gennaio 2016 Urali / PERSONA To Lose La Track / Fallo Dischi / gennaio 2016
mething Good degli Alt-J soprattutto per quel aprire le sonorità degli strumenti con la coralità del canto e dopo avergli dato un ritmo coinvolgente. Insomma un’attitudine pop che si fa elegante per l’andare oltre lo stesso pop. E poi Motta con la sua calda voce e le liriche fanno il resto. Amico mio sono anni che ti dico andiamo via / ma abbiamo sempre qualcuno da salvare Un’attitudine che ritroviamo in Prima o poi passerà quando verso la chiusura il suono delle campane, almeno così mi sono sembrate, cresce dopo il ritornello reiterato su un tappeto sonoro e poi su un basso potente e quanto mai centrato. Ascoltate l’incalzante Se continuiamo a correre dove un tappetto orientaleggiante è assaltato da percussioni e chitarre sferzanti fino alla chiusura noise perché non trovo la mia faccia / gli occhi sono strade che riportano al presente / quello che ho sbagliato / non è servito a niente. Un ruolo importante in questo album lo svolge, produttore e co-autore di alcuni brani, Riccardo Sinigallia oltre al contributo dato da Giorgio Canali, Andrea Pesce, Cesare Petulicchio (Bud Spencer Blues Explosion), Andrea Ruggiero (Operaja Criminale) e Alessandro Alosi (Il pan del diavolo).
si muove lentamente, una ballata di dialoganti chitarre acustiche e elettriche che lentamente cresce mentre si resta agganciati alla profonda e calda voce che ci traghetta negli oltre cinque minuti del brano. Altra bella atmosfera la ritroviamo in Before You Get Sucked che sembra rimandare ai Grant Lee Buffalo. La trasognata ballata Things Some People See invece ripercorre momenti tra Mark Lanegan e Wilco, un po’ il tema di tutto il disco. E scusate se è poco. Non vi curate di noi e ascoltate.
La loro eterogeneità musicale e le di verse esperienze hanno consentito agli Sky Of Birds di pubblicare un ottimo esordio: Blank Love, a due anni dall’Ep River Flows Free, Lakes Just Agree. M. Loro sono: Mario Martufi (voce, chitarra), Alberto Capoccitti (chitarra), Sandro Traversi (chitarra), Luca Verrelli (tastiere), Simone Podagrosi (basso e voce), Strueia (percussioni). E non dimenticateli perché le loro note in alcuni casi restano impresse per la loro fruibilità associata ad un sostrato compositivo che ne consente altre letture. Basso e batteria tambureggianti, chitarre che passano da brevi raffiche ad aperture che anticipano e sostengono battimani in Deceivers. Un mix di forza espressiva - messa in vetrina dalle chitarre – e scorrevolezza per il tempo battuto in Lifted. Mentre Every Vampire 41
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#amazing
Carla Fracci
Ho portato la danza a tutti di Francesca Cicatelli
Dopo anni il suo passo è ancora in punta di piedi dalla grazia innata, con l’umiltà e la genuinità da bambina proveniente dalle campagne padane. Le prime scarpette a punta non sapeva neppure cosa fossero, né aveva idea delle fattezze del teatro. La danza è stata un puro caso. Proprio per lei, la signora dell’allongèes. Decisivo l’incontro folgorante con Margot Fonteyn che, dopo il primo atto di un’esibizione, si avvicinò al maestro, che le corresse il dito mignolo della mano. In quel momento scattò nella Fracci il “sentore dell’importanza della volontà e della dedizione, dell’essere coinvolta fino in fondo”.
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E, vedendomi piccola di statura e aggraziata, mi suggerì di iscrivermi alla scuola di ballo del teatro Signora Fracci, lei è stata la prima a danzare in famiglia. Ha scelto lei questa disciplina o è la disciplina ad averla cercata? Sono stati gli amici dei miei genitori ad incentivarmi. Un’amica di mia madre era figlia di un orchestrale della Scala di Milano. E, vedendomi piccola di statura e aggraziata, mi suggerì di iscrivermi alla scuola di ballo del teatro. Diceva che avevo musicalità nel corpo. Fu un puro caso. I miei non avrebbero mai pensato di iscrivermi a danza. Mio padre era appena tornato dalla guerra in Russia e aveva trovato lavoro a Milano come tranviere. Io non conoscevo l’esistenza né di un teatro né del ballo. Pensavo che sarebbe stato come ballare il tango o il valzer, come facevo con mio padre.” Foto di Simone Cecchetti
Che periodo è stato? È stato un periodo delicato. Non capivo che cosa fossero gli esercizi alla sbarra. Mi annoiavo e avevo nostalgia della campagna dove ero cresciuta con i nonni in un paesino chiamato Bolongo, in provincia di Cremona, dove mi sono anche sposata. È stata poi una mia scoperta il mondo della danza. Una curiosità che mi è cresciuta pian piano. Rimasi affascinata da Margot Fonteyn, ospite alla Scala. Mi incantai dopo il primo atto, mi soffermai a guardarla durante gli applausi e le si avvicinò al Maestro, che le corresse un dito mignolo della mano. Così capii cosa vuol dire la volontà e la dedizione. E qualcosa mi scattò dentro. Per me è stato sempre un lavoro danzare”. Si può crescere e formarsi senza maestri e regole? Oggi si sottovalutano i maestri. Non si dà valore a queste figure. Ma i giovani devono capire che è importante avere maestri e devono saperli rispettare. Io ho iniziato a 10 anni. Sono grata ai maestri che ho incontrato nella mia carriera. Ricordo persino le insegnanti dei primi corsi che erano prime ballerine del teatro alla Scala, la signora Martignoni ma anche la signora Mazzucchelli, che mi scelse nel terzo gruppo da rivedere. Non fui selezionata subito. C’erano il gruppo idonei, il gruppo eliminati e il gruppo da rivedere e lei mi disse: hai un bel faccino però sei magrolina, vediamo. Superato il primo mese di prova ho continuato.
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Ci sono tanti talenti e bisognerebbe fare molto di più per la danza. Aiutarla, darle un sostegno vero Lo specchio è uno strumento fondamentale per la formazione di un ballerino. Ma per formarsi una donna deve sapersi guardare allo specchio? La mia vita è la danza e il teatro, ma non bisogna dimenticare i valori fondamentali: ho un figlio e due nipoti. E mio marito, Beppe Menegatti, che mi è sempre stato accanto. Carla Fracci è una donna straordinaria. Inimitabile, avrebbe detto qualcuno. Finché non è arrivata Virginia Raffaele. Lei ha dichiarato che è stata bravissima e che le è piaciuta la sua imitazione. Ma non ha provato un po’ di fastidio nel non sentirsi inimitabile? E non si è sentita un po’ presa in giro? Sì, simpatica. Ma mi ha rappresentato un po’ troppo rigida... Nascerà mai un’altra Carla Fracci o sta già succedendo? Ha individuato la sua erede? Non lo posso dire. Ci sono tanti talenti e bisognerebbe fare molto di più per la danza. Aiutarla, darle un sostegno vero. Oltre all’opera delle fondazioni, è necessario anche l’appoggio del governo, delle istituzioni. I giovani sono costretti a emigrare, non c’è abbastanza lavoro. Le scuole private sono fiorite in modo incredibile. Ai miei tempi c’erano poche scuole ed erano gratuite. I miei non avrebbero mai potuto affrontare la spesa di una scuola. Adesso c’è questo coraggio dei genitori che aiutano i ragazzi a realizzare i loro sogni. E allora è bene che ci siano le scuole private, l’importante è trovare bravi insegnanti.
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Carla Fracci ospite speciale del centro commerciale Campania
A Napoli sono in famiglia. Il San Carlo mi ha ospitato per diverse produzioni e sono grata alla cittĂ . Adoro il calore e l'umanitĂ che esprimono i napoletani.
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Oggi si sperimenta con i talent. Il talento è innato o si deve costruire? E c’è spazio per tutti i ballerini che si diplomano ogni anno tra tv e accademie? Perché no. Bene così. Difficile che in sei mesi si riesca ad acquisire la tecnica, una preparazione per affrontare gli spettacoli di tre atti. Però è bene che ci siano i talent. Maria De Filippi è una donna in gamba. La danza classica è scoperta, richiede tanto impegno. Ora i giovani vogliono divertirsi, ma la danza è sacrificio e il contemporaneo deve avere una base classica. Ha diretto il corpo di ballo del Teatro San Carlo: qual è la sua Napoli? A Napoli sono in famiglia. Il San Carlo mi ha ospitato per diverse produzioni e sono grata alla città. Adoro il calore e l’umanità che esprimono i napoletani. Un teatro, il San Carlo, che mi ha dato tante occasioni. Quel che mi inorgoglisce non è solo ciò che ho fatto all’estero, ma anche il mio lavoro in Italia e a Napoli. Promuovendo la danza, dando lavoro ai ragazzi e riuscendo a non essere egoista portando solo me stessa. Ho portato la danza a tutti.
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#leggèra
a caccia di libri. letteratura, romanzi, gialli, testi zen, fantasy, letture per ogni appassionato di Lucia Nicodemo Se pensate al primo sole, al primo caldo, all’estate, a quale colore associate questa ritrovata sensazione di benessere? Io al giallo e giallo è soprattutto sinonimo di noir, di thriller e in estate non c’è che l’imbarazzo della scelta: Stephen King, Anne Holt, Carlo Lucarelli, Andrea Camilleri sono solo alcune delle novità che gli editori mandano in libreria per iniziare a solleticare la nostra voglia di letture estive. In primis, a turbare i nostri sogni, ritorna il re dell’horror Stephen King con il suo Joyland. Dal suo primo romanzo Carrie, che superò il milione di copie vendute, sono passati più di 40 anni, durante i quali il prolifico King ha sfornato ben 50 romanzi, 400 racconti e ha venduto oltre 350 milioni di copie in tutto il mondo. Del resto titoli come Shining, L’ombra dello scorpione, It e Cose preziose sono riconosciuti come capolavori non solo dai suoi innumerevoli fan, ma anche dalla critica letteraria e non è un caso che molti di essi siano diventati delle altrettanto note trasposizioni cinematografiche. Ma se il vostro stomaco non è a prova di Mr King, potete scegliere il noir scandinavo di Anne Holt, che con il suo La ricetta dell’assassino, ha scelto questa volta come vittima un notissimo chef norvegese. Cracco e company sono avvisati. Spostandoci, invece, sulle nostre sponde tornano a farci compagnia due grandi maestri del genere: Carlo Lucarellli e Andrea Camilleri. L’autore bologne50
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se in Il sogno di volare ci regala un’altra storia con protagonista Grazia Negro e ancora una volta decide di intrecciare la storia a un filo musicale. In questo caso, sceglie la canzone Il sogno di volare di Andrea Buffa, pezzo cult che racconta di extracomunitari e di morti sul lavoro. Ascoltandolo, il killer, decide di agire in preda a una rabbia cieca. Di tutt’altra ambientazione il nuovo episodio della saga del Commissario Montalbano narrata da Camilleri. Ne L’altro capo del filo, attorno al dramma dei migranti, Camilleri racconta, tentando di scuotere le nostre coscienze assopite, i personaggi che conosciamo da sempre, ma anche nuove e straordinarie figure: il medico Osman e la solerte Meriam, anche loro migrati un giorno dalle coste dell’Africa, il vecchio sarto Nicola e il picciotto Lillo. E da storie di ordinaria realtà attinge anche Francesco Recami, che nel suo Morte di un ex tappezziere narra la difficile passione tra il suo 66enne Amedeo Consonni, vedovo, da sempre appassionato di cronache giudiziarie e la 26enne Svetka dal passato e presente burrascoso. Al di là, però, delle molte novità librarie, l’estate è anche il momento propizio per affrontare quei grandi classici che avremmo sempre voluto leggere. Un appassionato del genere giallo non può dirsi tale se non è passato attraverso Agatha Christie, sir Arthur Conan Doyle e Raymond Chandler. Per quanto riguarda la scrittrice
britannica, Dieci piccoli indiani è considerato un capolavoro che va oltre anche le definizioni di genere ed è sicuramente il modo migliore per iniziare a conoscere la Signora del Giallo. Uscito nel 1939 (ma arrivato in Italia solo nel ’46), viene considerato il più alto esempio di racconto di un delitto perfetto e non a caso ha venduto 110 milioni di copie diventando il libro giallo più venduto in assoluto. Ne esiste una trasposizione teatrale adattata dalla stessa Christie e innumerevoli versioni cinematografiche di cui forse la più nota è quella del 1974 con protagonista anche il nostro Adolfo Celi. Sempre in ambito anglosassone non si può prescindere da Il mastino di Baskerville di Arthur Conan Doyle, uno dei romanzi della serie di Sherlock Holmes. L’annotazione particolare è che in realtà Conan Doyle aveva fatto morire il suo eroe in alcuni racconti apparsi su una nota rivista degli inizi del ‘900, ma pressato dal suo pubblico lo aveva fatto resuscitare per quella che è poi diventata la sua opera più nota. Passando, invece, sull’altra sponda dell’Oceano, guardate alla produzione di Raymond Chandler, magari cominciando da Il grande sonno, dove per la prima volta compare il suo detective privato Philip Marlowe. Pensate che anche la trama del film Il grande Lebowski, dei fratelli Coen, è parzialmente ispirata al romanzo di Chandler.
TOP FIVE GIALLI IM
PERDIBILI
ymond Chandler 1. Il grande sonno – Ra Agatha Christie 2. Dieci piccoli indiani – Arthur Conan Doyle – ille rv ke as B di o tin as 3. Il m shiell Hammett 4. Il falco maltese - Da l freddo 5. La spia che venne da
– John Le Carrè
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#hashtag
CLICK TO CLICK, PAROLA DI WEB INFLUENCER Prima si chiamavano blogger. Ora sono le star di Internet con migliaia di follower sparsi sui vari social network di Matilde Rocca Sanno usare la rete meglio degli altri, non appena condividono un post, un selfie o un video, ricevono tantissimi like e visualizzazioni dai loro seguaci. Sono i web influencer, condizionano scelte e mode, ed esserlo è diventato un lavoro. Prima si chiamavano blogger e la differenza con il passato è che oggi gli strumenti utilizzati online sono aumentati a dismisura, non ci sono più solo i blog, ma numerosi e specifici social entrati di diritto a far parte delle nostre vite, del marketing e della comunicazione. Il passa-parola, che non è mai finito è diventato “click to click” e quando un argomento è di tendenza se ne parla su facebook, twitter e primi fra tutti ne discutono i web influencer. Sono loro i nuovi testimonial, che sostituiscono personaggi famosi e vengono intercettati dalle aziende per promuovere i brand. Persone normali diventate star del web, che influenzano nelle scelte e nei gusti un’ampia cerchia di follower e quindi un’ampia fetta di mercato. Per l’utente medio l’influencer è diventato una persona di fiducia, che col tempo ha saputo guadagnarsi il rispetto dei suoi seguaci. Ecco perché il loro parere è diventato così importante. I canali di queste moderne star del web sono i social media: primo fra tutti Instagram, che ha 52
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Per l’utente medio l’influencer è diventato una persona di fiducia, che col tempo ha saputo guadagnarsi il rispetto dei suoi seguaci. un engagement sui post 60 volte più ampio rispetto a Facebook e 120 rispetto a Twitter. È un social in forte crescita, che coinvolge una fascia di popolazione giovane e ricettiva e l’uso di immagini e video lo rendono di immediata fruizione. Ed ecco perché aumenta il coinvolgimento dei web influencer in campagne promozionali e si investe sempre di più in influencer marketing. Le modalità sono varie: invito ad eventi, post sponsorizzati con annessi product placement, paid shouts e così via. Inoltre gli influencer hanno un rapporto reale con i loro follower, che sono molto interessati a quello che postano sui social e seguono i loro consigli. La discussione che poi si è scatenata è stata la stessa che ha riguardato i primi internauti che hanno aperto un blog riscuotendo molto successo e che ricevevano prodotti dalle aziende, in regalo oppure in prova, in cambio di una recensione. E se fosse giusto e se lo sia tutt’ora utilizzare la presenza sul web per trarne profitto, da un capo d’abbigliamento firmato, al biglietto di un concerto a una conferenza retribuita, fino a cifre che vanno dai cinque ai dieci mila euro per post sponsorizzato fino a centinaia di migliaia di euro per campagne più strutturate. Per Lorenzo De Caro, web influencer e pubblicista: “Il punto è come si agisce e si lavora, come si raccontano i fatti, gli oggetti, oppure un viaggio o un volto noto. Ad esempio, scrivo con il massimo impegno e il piglio giornalistico, cercando il valore delle cose di cui parlo”. I web influencer sono arrivati con Internet e sono anche quelli che lo utilizzano meglio degli altri, visto che sono diventati degli idoli, influenzano i gusti, danno vita a nuove tendenze e guadagnano molti soldi.
TOP FIVE TWEETSTAR #1 @Iddio
Signore Iddio Onnipotente, fondatore e Ceo dell’Universo
#2 @Microsatira Alberto, scrittore di micro cazzate
#3 @Martola
Sono quella a cui hanno fischiato tre muratori, ma resta umile
#4 @Insopportabile Ne ho le scatole piene, ma con eleganza
#5 @Franaltomare
Lavoro in televisione, non escludo in futuro di lavorare in altri piccoli elettrodomestici
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#pokerdassi
Quattro domande uguali per tutti, quattro risposte diverse che raccontano le passioni, i gusti, la vita di quattro personaggi che conoscono bene Napoli e la amano intensamente. Il poker d’assi è servito. di Paola De Ciuceis
CECILIA DONADIO
Giornalista e conduttrice TGR Rai Campania Estate, voglia di...? Positano. Come sempre da trent’anni a questa parte. Luogo del cuore e dell’anima dove ancora si vive un profondo senso di libertà. Piedi nudi, garze e lini, zuppa di cozze da Adolfo a Laurito, partite di tressette all’ultimo sangue e ogni tanto un tuffo nella bolgia del Music on the Rocks, in pista fino all’alba, tanto per non perdere l’abitudine. Classico, sportivo, stile libero, qual è il look preferito? Pop. Mi sono sempre sentita così. Mixare la seta con il jeans, la griffe con la bancarella, il gioiello con la chincaglieria. In estrema libertà e senza pensare troppo alle mode. Gli anni ‘70 dei figli dei fiori restano però l’immagine nella quale mi riconosco di più. Per il lavoro, se non sono in onda al Tg, ‘nu jeans e ‘na maglietta vanno benissimo. Aperitivo al tramonto, ostriche e champagne oppure? Champagne, tutta la vita. Mio marito Tonino Colangelo, storico night man della Mela e dello Chez Moi, mi ha abituato molto bene. Krug o Riunart rosè i miei preferiti, con o senza ostriche, magari con un coppetiello di baccalà fritto. Mi piace nel bicchiere da vino, con un cubetto di ghiaccio e una fogliolina di menta. Il tuo rapporto con Napoli, empatia o sopportazione? Amo incondizionatamente la mia città, da Posillipo, dove sono nata e vivo, a Fuorigrotta, dove vado a lavorare tutti i giorni e dove c’è il San Paolo, tempio della mia amatissima squadra. Amo la vita che si respira nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, l’arte che ti travolge e ti stordisce camminando lungo i Decumani, i suoni e gli odori della Pignasecca. Ma non sopporto i napoletani quando tifano Juventus. 54
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ANNA PAOLA MERONE
Responsabile redazione Moda e Costume Corriere del Mezzogiorno-Corriere della Sera Estate, voglia di...? Estate voglia di mare. Ho provato con variazioni sul tema della montagna, ma non provo lo stesso brivido di piacere. Mare per me è il Mediterraneo: ho visto posti bellissimi in giro per il mondo, ma nessuno mi ha stregato davvero come certe calette, alcuni fondali e scorci nostrani. Per inciso, per me ad aprile è già estate e si va già in spiaggia. Classico, sportivo, stile libero, qual è il look preferito? Detesto la sciattezza. In assoluto. E non amo certi look sportivi esibiti al lavoro. Il mio stile è estroso, poco allineato. Una base classica con variazioni sul tema degli eccessi e tacchi altissimi. Guanti e ventagli sono accessori che prediligo e colleziono. Aperitivo al tramonto, ostriche e champagne oppure? Ostriche, champagne, pesce crudo. Ma anche un buon vino bianco con soda e una scorzetta di limone e mandorle. L’aperitivo insegue uno stato d’animo e ci sono tramonti che chiedono un Moscow mule, o anche due, da appoggiare su vassoi di finger food dall’aria irresistibile. Il tuo rapporto con Napoli, empatia o sopportazione? Assoluta empatia. Un po’ di rabbia mi viene per le potenzialità sprecate e per una certa borghesia che si tura il naso, guarda altrove e non riesce ad avere un ruolo propositivo.
ROSSANA RUSSO
Giornalista corrispondente tg La 7 da Napoli e dalla Campania. Direttore Agenzia videogiornalistica Sud Comunicazioni Estate, voglia di...? Evasione, mare, libri, serate in compagnia di amici ben selezionati. Ancorata ai miei ricordi di bambina, l’estate per me è vacanza: via dalla quotidianità, stacco la spina, rilasso mente e corpo. Ed è il mare che mi regala momenti così. Non vedo l’ora di un bel tuffo a Nerano. Classico, sportivo, stile libero, qual è il look preferito? Adoro la moda. Curo gli accessori, borse e scarpe. Amo il look sportivo, ma con una giacca sempre pronta perché nella mia vita da cronista non si sa mai dove possa essere catapultata. Per la sera, minigonna o tailleur pantalone, abitino nero e l’intramontabile giubbino di pelle. Nel tempo libero leggins e scarpe da ginnastica per portare a spasso Ciak, il mio cane. Aperitivo al tramonto, ostriche e champagne oppure? Niente ostriche e champagne, preferisco le cose semplici e a dirla tutta sono astemia e le ostriche non mi piacciono. Opto, di solito, per un aperitivo meno chic: il bitter bianco o la coca zero, tante noccioline e patatine, più due ingredienti fondamentali: panorama mozzafiato e buona compagnia. Così a Praiano, a Castellabate nel Cilento, al porticciolo di Massalubrense in penisola sorrentina. Il tuo rapporto con Napoli, empatia o sopportazione? Domanda difficile. Empatia, certo, ma direi meglio un rapporto di amore e rabbia. Rabbia perché la parte buona della città sta a guardare. Ci vorrebbe lo scatto d’orgoglio di tutti i napoletani perbene che sono la stragrande maggioranza.
CRISTINA ZAGARIA
Giornalista La Repubblica, scrittrice Estate, voglia di...? Estate vuol dire lavoro, ma anche Procida, isola amata dai miei bambini e che frequento con amore da anni. Soprattutto vuol dire viaggiare, perché le vacanze per me non sono mai riposo, ma sempre viaggio e “fatica”. Scoperta e lunghe camminate. Classico, sportivo, stile libero qual è il look preferito? In genere indosso scarpe comode per correre tra i mille impegni della giornata: lavoro, casa e bambini. E proprio con un paio di calzature confortevoli ai piedi spazio tra tutti i look, a seconda di cosa devo fare o chi devo vedere. Aperitivo al tramonto, ostriche e champagne oppure? Direi un bel pic-nic all’aria aperta con gli amici, le persone che amo e tanti bambini. Il tuo rapporto con Napoli, empatia o sopportazione? Adoro Napoli e cerco sempre i suoi lati positivi, rimanendo ogni volta sorpresa dalla grande energia positiva di questa instancabile città. Però, è anche una città faticosa che mal sopporta le regole e nella quotidianità questa mancanza di punti fermi e reciproco rispetto mi fa molto arrabbiare. 55
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#wedding
VINTAGE E BOHEMIENNE CON QUALCHE TOCCO HIPPIE di Irene Saggiomo Quando accetta la fatidica proposta di matrimonio, la donna ha idea a cosa va incontro? Da quel momento in poi si entra in un turbine di impegni, decisioni, indecisioni, imprevisti, problemi, che si aggiungono alla vita di ogni giorno. Allora, proviamo a fare ordine e organizziamo il “matrimonio dei sogni”. Il primo passo, in assoluto, è la scelta del periodo in cui sposarsi, tra la primavera e l’inverno cambiano i luoghi per il ricevimento, gli orari, addirittura cambia il menù. Fatto questo sarà possibile programmare lo stile dell’abito e di tutto il resto. E ora comincia il bello. Ci siamo chiesti per il 2017 quali sono le tendenze più in voga in fatto di moda wedding e, per organizzare il matrimonio al top abbiamo chiesto consiglio al guru del marriage Enzo Miccio. Quali sono le tendenze per un matrimonio glamour? La tendenza colori è tutta orientata verso le tinte pastello, per abbinamenti delicati e romantici. Lo stile shabby chic è di gran moda, ma allo stesso tempo si affermano anche le attitudini più sofisticate e regali. Un matrimonio glam deve stupire e per questo si deve puntare sulle decorazioni floreali. I fiori sono tra i protagonisti della scenografia di un matrimonio, attirano l’attenzione e resteranno fissi nei ricordi di sposi e invitati. Con gli anni ho imparato a capire quali sono le tipologie di fiori preferite dalle spose: peonie, orchidee e rose per le più romantiche, tulipani colorati, calle e mughetti per le più creative, lysianthus e gypsophila per le più esperte. Come sempre le tendenze, in fatto di decorazioni, ogni anno sono varie: si passa dal design contemporaneo più minimal, al must dei centrotavola alti, che oltre ad essere bellissimi, facilitano il passaggio delle pietanze e la vivibilità del tavolo per i commensali. Un altro trend è quello delle decorazioni sospese: lampade retrò, piccole gabbie dal sapore rustico e chic, cascate di fiori, barattoli di vetro con piccole candele e rami. Si continua-
Enzo Miccio:
<<Consiglio sempre di realizzare il matrimonio così come gli sposi hanno sempre desiderato>>
no ad affermare anche gli archi e le grandi decorazioni floreali in generale, come quelle delle scalinate interne ed esterne, tutto volto a dare un’impronta più romantica e sognante all’intera atmosfera delle nozze. Parola d’ordine Boho-chic. È la nuova tendenza, in fatto di matrimonio e ne sentiremo parlare molto. Questo tipo di cerimonia sta andando per la maggiore e definisce uno stile di nozze ricercate e informali allo stesso tempo. Boho-chic è l’evoluzione del classico matrimonio country, arricchito da un tocco di romanticismo e non rinuncia all’ecosostenibilità. Il look della sposa è semplice e raffinato. L’abito dovrà essere bianco o crema e dalle linee morbide, di tulle o tessuto leggero e preferibilmente lungo. I capelli ricadranno morbidi sulle spalle o raccolti con treccine e fiori. La location ideale per il matrimonio Boho-chic è all’aperto. Un grande giardino, una tenuta immersa nel verde. La Toscana, ad esempio è la cornice italiana ideale per questo tipo di cerimonie. Non devono mancare gli addobbi floreali e i colori tenui tipici del country, fiori di stagione ed erbe aromatiche. Il matrimonio Boho-chic non può rinunciare a un tocco vintage: gli allestimenti avranno un sapore romanticamente retrò. Il menu e le bomboniere di un matrimonio sono ecologiche e pensate nel rispetto della natura. Il cibo servito sarà 58
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a km zero con verdure e frutti di stagione. Cosa rende indimenticabile la cerimonia? L’atmosfera e l’attenzione per i piccoli particolari fanno sì che il matrimonio sia memorabile. In genere per la cerimonia consiglio sempre di rispettare le tradizioni, che contribuiscono a rendere tutto un pò magico, avvolto in una patina di eleganza classica. Le damigelle che accompagnano la sposa, il corteo di paggetti e flower girl che riempiono lo spazio di tenerezza, il bouquet e il velo che trasformano la sposa in una vera principessa, il quartetto di archi. Sono questi gli elementi preziosi che fanno di una cerimonia un momento magico e pieno di calore. Le emozioni vere sono gli ingredienti essenziali. Cosa invece rende unico il ricevimento? Il set del ricevimento è fondamentale. Gli sposi immaginano il loro matrimonio come un momento da sogno e consiglio sempre di realizzarlo come hanno sempre desiderato. Questo è un ottimo modo per rendere indimenticabile il giorno del sì, magari con un tramonto sulla spiaggia, un’antica dimora nobiliare, una cena vista lago. Sono davvero tanti i luoghi meravigliosi in cui ambientare il matrimonio, l’importante è scegliere ciò che rispecchia i propri gusti senza lasciarsi travolgere da fretta e stress. Una delle richieste che amo di più è
quando si desidera trasformare la cerimonia in un party, perché è bellissimo quando alla fine della giornata tutti si lasciando andare all’atmosfera di festa, seguendo il ritmo della musica di un dj, con le luci colorate e tanta allegria. In questo modo i ricordi saranno sempre legati alla gioia e all’amicizia che trionfano in un giorno così speciale. Cosa non deve mai mancare? Sono un sostenitore della tradizionale wedding cake. È un simbolo del matrimonio e ha una storia affascinante. Le prime torte ricoperte di glassa a più strati risalgono all’800.
smo tradizionale e all’eleganza della natura. Credo sia importante non perdere questa bella consuetudine. Un gradito cadeaux per gli ospiti, per omaggiarli e ringraziarli per la partecipazione e per l’affetto. Svelaci un segreto per rendere unico un matrimonio Ognuno dei matrimoni che organizzo è speciale per qualche ragione e ogni volta sono soddisfatto, ma penso anche che ci sia sempre qualcosa da migliorare. Sono un perfezionista e credo che questo aspetto nel mio lavoro sia fondamentale. Sin dal primo appuntamento con gli sposi instauro con loro un rapporto di empatia per interpretare i desideri al meglio, per questo ogni matrimonio è un progetto esclusivo e unico. Professionalità, esperienza, buon gusto e conoscenza del settore sono i miei segreti. Quella del wedding planner è certamente una professione di tendenza, molto diffusa, ma non bisogna improvvisarsi. In questo campo l’esperienza è tutto e affidarsi a chi non conosce a fondo questo mondo è un rischio, e poi non si deve sottovalutare la ricerca continua delle nuove tendenze. Amo viaggiare proprio per questo motivo, perché osservando tanti luoghi diversi mi lascio ispirare e poi cerco di portare nuovi dettagli e idee per i miei progetti.
TOP 5 PER IL MAT RIMONIO GLAM
Il nome “royal icing” (ghiaccia reale) deriva proprio dalla bianca torta nuziale della regina Vittoria, che recandosi all’altare vestita solo di bianco lanciò anche la tradizione del classico abito da sposa. È invece nel 1882, dalla torta offerta durante il matrimonio di suo figlio, il principe Leopoldo, Duca D’Albany, che ha origine la torta a più piani come la conosciamo oggi. Inoltre, sono anche a favore delle bomboniere, ne disegno anche una linea tutta mia, ispirata al romantici60
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dinner gourmet: il banc hetto affidato a uno chef ste di nozze llato. gadget di lusso: regali “conforta come una paschm ina coble” per la serata, pri sp o dei comodi sandali alle photo booth: angolo ap posit con sfondi, fumetti e traamente allestito e un fotografo che immo vestimenti rtale gli invitati lista di nozze con opera d’arte fa tendenza è inserire : l’idea originale e che oggetti preziosi, rari e da collezione sweet-table: confetta l’angolo allestito in stileta addio, ora fa tendenza cioccolatini, dolcetti go candy, ricco di caramelle, cupcake e macarons. Nolosi e scenografici, come n manche coppe di confetti multi ranno comunque gusto
Summer. Livia Pastore in esclusiva per Party magazine
#coverthetop
LIVIA, MISS ILLUSTRATOR
di Carmine Luino
Livia Pastore, autrice della nostra copertina d’autore si racconta. I grandi del fumetto internazionale, l’ukulele, il cinema e Napoli Foto di Filomena Crivella
Qual è la tua formazione artistica e quali i tuoi Maestri? Ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli e contemporaneamente un corso di fumetto alla Scuola Italiana di Comix. Il mio obiettivo era diventare una disegnatrice di fumetti. Sino ad allora, la mia cultura sui comics si limitava ai manga e ai Topolino. Stentavo a credere quante cose fossero collegate all’apprendimento del racconto per immagini. Ho imparato tutto dai grandi professionisti del fumetto: Fabrizio Fiorentino, Lorenzo Ruggiero, Pako Massimo, Vincenzo Cucca, Alessandro Nespolino, Raul e Gianluca Cestaro, Steve Boraley e Italo Mattone. Alcuni hanno uno stile più “americano”, altri più “bonelliano”, alcuni sono maestri dello stile “euromanga”, altri ancora hanno invece un approccio più autoriale e non si identificano in nessun genere. Dopo essermi laureata all’Accademia e aver svolto un apprendistato presso GG Studio, piccolo publisher napoletano, ho pubblicato in Italia, Germania e Stati Uniti. Nel 2013 ho iniziato a lavorare per la Big Dog Ink, un’editrice americana affiliata della Aspen, realizzando 6 volumi per la testata Knightingail: Dawn of Destiny. Ma è stato dopo, sulle pagine di Blades of Hope, che ho capito che il mio stile di disegno si sta ancora evolvendo. Qual è il tuo rapporto con Napoli? Ho un sentimento di amore e odio verso la mia città. Non passa giorno senza che desideri andare ad abitare altrove, ma poi, puntualmente, mi basta uno scorcio del golfo per ricordarmi di quanto sono fortunata a vivere qui. Nonostante i tanti difetti di noi napoletani, penso che chi cresca qui abbia un savoir-faire, una certa intraprendenza, uno spirito d’iniziativa unici al mondo. Sono quella che a Napoli viene definita ‘nzallanuta, ovvero una persona un po’ distratta. Quando poi provo a parlare il dialetto scateno grosse risate. 63
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Tributo a DEMONâ&#x20AC;&#x2122;S DAUGHTER di Claudio Avella 64
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Tributo a STORIE â&#x20AC;&#x2DC;E MERD! di Ruben Curto 65
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Da ragazzina amavo i manga e lo stile Disney, ma la scuola mi ha allargato gli orizzonti facendomi scoprire anche lo stile americano Il tuo tratto è molto internazionale, ben orientato verso la scuola americana. È quello che capita a leggere Brian Michael Bendis, Warren Ellis, Frank Miller e ad ammirare artisti come Stuart Immonen, Kenneth Rocafort, e Dylan Teague. Se si leggono solo manga, inevitabilmente si disegnerà in stile giapponese, se si leggono solo fumetti italiani si disegnerà in stile Bonelli, se si leggono solo fumetti americani, si disegneranno supereroi. Da ragazzina amavo i manga e lo stile Disney, ma la scuola mi ha allargato gli orizzonti facendomi scoprire anche lo stile americano. Dopotutto ho studiato su disegnatori come J.Scott Campbell, Marc Silvestri, Jim Lee. Sono felice di aver imparato a disegnare in questo stile e in effetti quasi tutte le mie pubblicazioni sono in inglese. Ma esiste anche molto altro oltre alla scuola USA. Ho riscoperto le bandes dessinées e il fumetto italiano e d’autore. Sono rimasta affascinata da Jazz Maynard di Roger Ibanez, da Orfani di Emiliano Mammucari e dalle autoproduzioni di prestigio come Lumina di Linda Cavallini ed Emanuele Tenderini.
Quali sono i riferimenti, fuori dal mondo dell’illustrazione, che influenzano il tuo lavoro? Innanzitutto il cinema. Un bel film, recitato bene, girato bene, con una bella fotografia e una trama avvincente ti insegna molto. Sono una grande fan di Christopher Nolan. Sceglie soggetti particolari, alle volte anche scomodi da trattare, ma che mi affascinano molto, come amnesia, sogno, viaggi nello spazio-tempo. Mi piacciono i film d’animazione giapponesi, quelli contorti di Satoshi Kon, ma vengo influenzata più dallo stile morbido di Miyazaki e dello studio Ghibli. Amo leggere, ora sono alle prese con Chuck Palahniuk. Per divertimento strimpello l’ukulele e pattino. Ora a cosa stai lavorando? Oltre alla serie Blades of Hope per cui ho già confermato la partecipazione al secondo volume, sto scrivendo una storia insieme a un mio amico sceneggiatore, Vincenzo Beretta, che ci piacerebbe presentare in Francia. Sono impegnata su nuove serie anche per l’Italia e una per gli Stati Uniti. Posso svelare poco, ma spero di poter presentare qualcosa di innovativo al prossimo Festival Internazionale del Fumetto che si tiene ad Angoulême in Francia.
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#style
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#beauty
Sun
FACTOR
al riparo dai
“colpi di sole”
di Cristiana Giordano 3, 2, 1. Operazione abbronzatura modalità ON. Sì, ma per ottenere l’effetto desiderato, cioè una pelle ambrata e uniforme, è necessario non prendere abbagli. Bruciature & co: se le conosci le eviti. Per questo sfatiamo un po’ di miti sulle protezioni solari. Protezione alta = no abbronzatura. Falso. L’importante è scegliere una protezione con l’SPF idoneo per il nostro fototipo, più basso per le pelli più scure (fototipo V/VI), più alto per quelle più chiare (fototipo I/II). Una volta che la pelle si è dorata si può anche optare per una protezione più bassa, ma è importante farlo gradualmente. Water resistant sì, ma non per sempre. I prodotti resistenti all’acqua, anche detti waterproof, è vero che proteggono dai raggi ultravioletti anche quando facciamo il bagno, ma nel tempo il loro effetto svanisce (anche la pelle sfregata con il telo per asciugarci contribuisce). Sarebbe preferibile applicarla nuovamente. No alla protezione se il cielo è coperto o sotto l’ombrellone. Falso (e qualcuno forse lo ha già sperimentato). Sia le nuvole che l’ombrellone lasciano filtrare una minima parte di raggi ultravioletti, quanto basta per mettere a rischio la pelle. Proteggersi solo a mare. Falso. I raggi ultravioletti “vivono e operano” anche in città. Schermo totale. L’agenzia europea dei medicinali EMEA ha vietato sulle etichette la dicitura protezione totale o schermo totale perché a oggi non esiste una vera protezione totale dai raggi ultravioletti. Creme solari vintage. Occhio alla data di apertura di una crema solare, perché in genere superato l’anno “di vita” la sua efficacia si riduce considerevolmente. Inoltre, è bene conservare le protezioni al riparo dal sole e possibilmente evitare di farle entrare in contatto con sabbia e acqua di mare. Verificare sempre che la consistenza e il profumo della crema non risultino alterati. Spf 20 + spf 10 = spf 30. Falso. Sommando i fattori di protezione il risultato protettivo non si ottiene. Applicare di prima mattina una crema con il fattore protettivo 20 e poi stendere sulla pelle più tardi una protezione 10 non fa ottenere un SPF 30.
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Crema SPF 20 “senza effetto bianco” Eau thermale Avène, € 19,00
Moisturising Lipstick SPF30 arricchito con glicerina e vitamina E protegge e idrata intensamente le labbra. Piz Buin € 5,40
Idéal Soleil anti-macchie 3 in 1 offre una risposta completa: corregge il difetto grazie alla presenza di Phe-Resorcinolo, uniforma le discromie grazie alla texture arricchita in pigmenti minerali, protegge dai raggi solari grazie ai filtri UV (SPF 50+) al suo interno. Vichy, € 22,50.
Photoderm Max Spray SPF 50+ La texture fluida non lascia tracce bianche, non unge ed è piacevole sulla pelle. È resistente all’acqua. Disponibile in doppio formato: 200 ml e il pratico formato maxi da 400 ml, ideale per la protezione massima per tutta la famiglia. Bioderma, € 22,90 da 200 ml.
Olio latte per capelli protettivo idratante: grazie all’associazione di tre filtri solari e di un estratto di Proteina di riso, protegge i capelli e il cuoio capelluto dagli effetti negativi del sole, del sale e del cloro. La sua formula protegge anche dalla disidratazione grazie all’oleattivo di giacinto acquatico. L’olio di cocco, noto per la sua capacità di penetrare nel cuore della fibra, nutre liscia e ripara il capello. Nuxe, € 14,90
Daily Light Guard Defence Fluid SPF 30 per difendere la pelle ogni giorno dall’impatto dei raggi solari, da utilizzare come ultimo step nella beauty routine. Aveda, € 44,50.
Il nuovo SPRAY VISO INVISIBILE SPF50 offre la protezione solare ANTHELIOS sotto forma di una leggera e piacevole nebulizzazione, che si può applicare anche sopra il make-up. Rimane invisibile sulla pelle. Una tecnologia innovativa, che permette la diffusione della formula in modo uniforme, donando un piacevole effetto rinfrescante. La Roche-Posay, € 23,00
Maschera nutri-riparatrice dopo sole René Furterer, € 22,00
Fluide Solaire Wet or Dry Skin. Grazie a una formulazione innovativa adatta all’applicazione sulla pelle bagnata, questa emulsione fluida si applica velocemente, offre una protezione uniforme, senza lasciare traccia, anche quando la pelle è bagnata. Biotherm ,€ 29,50
Ambre Solaire SPF 50+ La linea di protezione solare per bambini, ideata appositamente per le loro necessità e attività all’aria aperta. La gamma è composta da una protezione che si applica direttamente sulla pelle bagnata e una con azione anti-sabbia. Garnier, €14,50
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#maserial
GOMORRA LA RISPOSTA ITALIANA A BREAKING BAD di Federica Riccio
Il male l’unico punta di vista. Hollywood Reporter l’ha definita la risposta italiana a Breaking Bad. Con il miglior debutto di sempre, Gomorra, la serie scritta da Roberto Saviano è ricominciata. Ci sono voluti quasi due anni per girare la seconda stagione della serie evento, che tratta le vicende del clan camorrista della famiglia Savastano. Gli ascolti sono stati da record già dalla prima puntata, quasi un milione di persone è stata incollata alla tv, per scoprire come fosse finito il duello tra Genny Savastano e Ciro di Marzio che ha chiuso la prima stagione, lasciando Gennaro in fin di vita. Dove fossero finiti Don Pietro fuggito dal carcere e Salvatore Conte alleato di Ciro. L’attesa e il clamore nei mesi precedenti hanno fatto sembrare quasi che Gomorra-La serie fosse andata in onda ininterrottamente.
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L’esordio della nuova stagione su Sky Atlantic ha superato anche gli ascolti di serie prestigiose come Il Trono di Spade (+402% rispetto alla sesta stagione) e House of Cards (+547% rispetto alla quarta stagione). Record anche per gli streaming su Sky Online, che hanno generato un volume 5 volte superiore a quello di The Walking Dead, risultando il più alto di sempre per una serie tv. Nuove alleanze, nuove sfide e nuovi personaggi, che si muovono tra elementi punk come sangue e pistole e poi l’ambizione, il potere e la religione. A combattere quattro boss: Genny (Salvatore Esposito) Ciro (Marco D’Amore) don Pietro (Fortunato Cerlino), Conte (Marco Palvetti). In questo contesto, arrivano due nuovi
personaggi femminili: Scianel-Donna Annalisa (Cristina Donadio), che gestisce la piazza di spaccio che apparteneva a suo fratello Zecchinetta ucciso per ordine di Genny. Dura, spietata e appariscente, si paragona a una iena e punta al potere, da condividere con il figlio Raffaele (Vincenzo Pirozzi), ora in carcere, e per conto suo si occupa della moglie Marinella (Denise Capezza). Patrizia Santoro (Cristiana Dell’Anna), nipote di Malammore e commessa in un negozio di abbigliamento. Leale e coraggiosa diventa l’ambasciatore di Don Pietro. Ha cresciuto da sola i suoi fratelli, diventando una donna forte e indipendente che decide di aiutare il boss. La serie si ispira a fatti realmente accaduti: la faida dei Girati, che nel 2012 ha insanguinato le strade di Napoli Nord e la strage contro la cellula ‘ndranghetista di Duisburg. L’universo narrativo di Gomorra si amplia e la storia si snoda tra Germania e Costa Rica, Roma, Trieste. Le alleanze si continuano a siglare tra le vele di Secondigliano e Scampia. Crimini e latitanze passano per Colonia. Dopo aver conquistato la critica e il pubblico in Italia e all’estero, Gomorra debutta in estate negli USA, con i 12 episodi della prima stagione, sulla prestigiosa rete via cavo Sundance TV, che ha acquistato anche i diritti
Foto dell’articolo tratte dall’Official Book Gomorra Ufficio stampa Sky Atlantic
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della seconda. Dal suo esordio a oggi Gomorra-La Serie è stata venduta in oltre 130 paesi, generando un fandom crescente e diventando un fenomeno di culto Gomorra-La Serie è nata da un’idea di Roberto Saviano, la supervisione artistica è di Stefano Sollima, il coordinamento editoriale di Stefano Bises e Leonardo Fasoli, che firmano la sceneggiatura della seconda stagione insieme a Ludovica Rampoldi e Maddalena Ravagli. Regia: Stefano Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini, Claudio Gioivannesi. Per Saviano: “Tutte le polemiche sul racconto del male che andrebbe ad esaltarlo cadono di fronte al lavoro svolto dagli autori. La narrazione è già di per sé una forma d’arte, e che una forma d’arte si realizzi sul territorio è un bene. Gli attentati di camorra degli ultimi mesi superano non solo il racconto di Gomorra ma anche l’ipocrisia che in tutti questi anni ha travolto il progetto. Raccontare significa conoscere, conoscere significa trasformare. Possono esistere soltanto racconti fatti male e racconti fatti bene”. Per i fan di Gomorra la certezza è che la guerra continua. Sono già in scrittura infatti le stagioni 3 e 4 e le nuove riprese cominceranno a ottobre.
GOMORRA FAMOUS FANS FRANCESCO TOTTI calciatore
RICKY GERVAIS autore e interprete della serie tv The Office LORENZO JOVANOTTI cantante GABRIELE MUCCINO regista VALENTINO ROSSI motociclista
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#loridinapoli
Moda uomo parola dâ&#x20AC;&#x2122;ordine: libertĂ . LibertĂ di scegliere cosa e come indossarlo. Lorenzo De Caro web influencer
sense of
freedom ph. Romolo Pizi
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lorenzodecaro.com
Wardrobe Marzio Dâ&#x20AC;&#x2122;Angelo via Luca Giordano, 95 Napoli 83
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#swag
MARE! Per le più sbarazzine costumi da bagno bikini di microfibra stampata. Creativi e divertenti gli accessori, come la borsa “comic” artigianale con carta riciclata e plastificata e tra gli intrecci i fumetti di Topolino e Paperino. I modelli di occhiali da sole sono di tendenza e rigorosamente colorati: specchiati oppure con motivi a righe blu serenity. Super chic la collana, gli orecchini e l’anello in agata bianca, con ciondolo in argento che raffigura un ramo di corallo. E per il party in piscina: pantalone a zampa d’elefante di microfibra stampata in abbinamento fashion con il bikini oppure il capresino laminato.
foto Romolo Pizi modella Francesca Nugnes illustrazioni Michela Muserra artwork Carmine Luino 84
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#swag
TERRA! Delicatezza e sex appeale nella tuta total white. Le scarpe di tendenza sono i sandali glitterati con tacchi vertiginosi, disegnati e prodotti con materiali anche preziosi. L’accessorio che non può mancare è la borsa intrecciata black and white Etno chic la collana e il bracciale con l’elefante in argento diamantato in oro.
Abito Ombelico Moda vico Belledonne 24 Napoli Sandali Albano piazza S.Caterina a Chiaia 12 via L. Giordano 78 Napoli albano.it Borsa Liana’s bag lianaborse.blogspot.it 339.6668782 Gioielli Intrecci Preziosi Via C. Poerio 89 Napoli intreccipreziosi.com
foto Romolo Pizi modella Tania Kreshchuk 86 artwork carmine luino
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#shopwindow
IL DOLCE FARNIENTE
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#shopwindow
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#foodtour
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le cuoche in giro
Continua il tour delle Cuoche in Giro, che fa tappa in tutte le cittĂ del mondo, fra gustose ricette, trucchi dello Chef, consigli in cucina. Si pedala di gran lena per acquistare prodotti di prima eccellenza, realizzare piatti elaborati e raffinati, ma anche per rispolverare le antiche ricette della nonna. Deliziosi menĂš per tutti i palati con il meglio della cucina italiana e internazionale. Un giro a tavola tra piatti gourmet raccontato e fotografato. Seconda tappa: cena in terrazza. www.cuocheingiro.it
ph Romolo Pizi
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TORTINO DI ALICI ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★
500 g. alici spinate e aperte 100 g. pomodori secchi 200 g. provola scorza di 1/2 limone 2 patate bollite olio evo pan grattato pecorino
Imburrare degli stampi monoporzione e cospargerli di pan grattato quindi rivestire con le alici. Farcire l’interno con pomodori secchi patate provola e la scorza di limone tagliati a pezzetti e una spolverata di pecorino. Richiudere con le alici e cospargere con un filo d’olio; infornare a 180° per 10 minuti.
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SABATO 2 LUGLIO
CARBONARA DI MARE CON ZUCCHINE E GAMBERI Sbollentare i gamberi in acqua bollente per 5 minuti, quindi sgusciarli e saltarli in padella con un filo d’olio e maggiorana fresca. Tagliare finemente la cipolla e farla appassire in olio evo, quindi aggiungere le zucchine precedentemente lavate e tagliate a rondelle. Regolare di sale e lasciare cuocere per un quarto d’ora. Nel frattempo preparare la crema con le uova che vanno ben sbattute con aggiunta di latte, pecorino e pepe. Sul fuoco mettere una pentola d’acqua e quando avrà raggiunto il bollore calare gli spaghetti. Tirarli su con la schiumarola almeno 3 minuti prima del tempo previsto e aggiungerli direttamente nella padella con le zucchine e un mestolo di acqua di cottura della pasta che deve essere sempre a bollore. Aggiungere i gamberi. Mantecare un paio di minuti e solo a fuoco spento aggiungere la crema di uova. Spolverizzare con pepe, aggiungere il basilico e servire.
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★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★
6 uova freschissime 1 bicchiere di latte 100 g. pecorino 1 kg zucchine paesane piccole olio evo 1 cipolla 500 g. di gamberi 380 g spaghetti sale e pepe basilico
TIRAMISÙ ALLE FRAGOLE ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★
175 g. tuorli 340 g. zucchero + 225 g. zucchero 100 ml. acqua + 50 ml. acqua 500 g. mascarpone 300 g. panna 1kg. fragole Pavesini/savoiardi
Pulire preliminarmente 3/4 delle fragole, tagliarle a pezzetti e dopo aver aggiunto 225g di zucchero e 50 ml di acqua inserirle nel microonde per 5 minuti a potenza massima. Dopo rovesciarle su un colino a maglie fini e far colare il liquido senza mescolare o premere la frutta per almeno 3-4 ore: così si ottiene l’acqua di fragole che verrà adoperata per bagnare i biscotti. Portare l’acqua e lo zucchero a 121° e versare a filo sui tuorli precedentemente montati ben fermi e continuare a montare finché non raggiungerà di nuovo la temperatura ambiente (questo procedimento consente di sterilizzare le uova evitando i rischi del consumo delle uova crude). Versare quindi la crema così ottenuta sul mascarpone e incorporare anche la panna semimontata, mischiare molto delicatamente e tenere in frigo per un paio d’ore affinché si solidifichi. A questo punto con le fragole rimaste sulla superficie del colino si può ottenere una purea setacciandole delicatamente. Per la composizione imbibire i biscotti nell’acqua di fragole e adagiarli sul fondo della pirofila formando uno strato, sopra il quale va messa abbondante crema e qualche goccia di purea di fragole. Ripetere l’operazione almeno altre 2 volte e terminare quindi con uno strato di sola crema sul quale posizionare le restanti fragole a pezzetti. Lasciar riposare in frigorifero almeno un paio d’ore prima di servire.
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#chezchef
in cucina con... brunella rispo Brunella, arancini e padella. Discendente, membro e autorevole rappresentante di una autentica dinastia di gourmet, Brunella Rispo dei Rispo cuochi e fiamme, è in cucina la più amata dagli italiani. Il suo motto rivaleggia col Biancosarti: assaggiatemi e diverremo amici. E chi non l’assaggia, non sa che cosa si perde. Le sue cene sono come il presepe: indimenticabili. La sua cucina napoletana tocca vertici assoluti. La sua casa, nelle feste comandate dal calendario e nelle altre comandate da lei stessa, non è una casa, è un ristorante, un bistrot, una tana di delizie, un caveau di sapori. Ha cresciuto i figli a pane e friarelli che fanno sempre i figli belli e ha fatto del marito, il popolare Ciccio Candela, l’assaggiatore personale. La sua numerosa cerchia di amici la corteggia e ne ambisce gli inviti. Sono tutti accetti tranne quelli nati sotto il segno della Bilancia. Brunella, con un fuoco e una padella, sbaraglierebbe ogni concorrente di Italia’s Got Talent e darebbe dei punti ai sopracciò di ogni MasterChef. Di recente, il nipote Patrizio Rispo l’ha inserita in un cameo culinario di Un posto al sole. La trasmissione ha preso subito sapore e si è trasformata in un posto al sale.
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ph Romolo Pizi
ArAncini di riso 500 gr di riso per 12 arancini rossi o bianchi • In un litro di acqua salata versare il riso appena bolle e quando l’acqua sarà tutta asciugata aggiungere 150 gr di burro, parmigiano a volontà, 4 uova intere e 2 tuorli (le 2 chiare tenerle da parte per l’impanatura). • A cottura ultimata togliere dal fuoco e fare raffreddare in un piatto di portata. ARANCINI ROSSI: • Preparare un ragù leggero con 500 gr di polpa di manzo, 1 cipolla grande intera, olio, sale, 6 scatolette di concentrato (Reale) e acqua fino a coprire la carne e far cuocere per 4 ore (controllare la cottura della carne e quindi sollevarla dal sugo e fare raffreddare). • Tritare col coltello la carne e insaporire con abbondante sugo. • Farcire gli arancini con il ripieno, passarli nel bianco d’uovo e poi nel pane grattugiato. • Friggere gli arancini in abbondante olio a fuoco vivo. ARANCINI BIANCHI: • Preparare una besciamella molto solida (1/2 lit. di latte, 6 cucchiai di farina, 100 gr. di burro, sale); fare raffreddare e aggiungere 250 gr. di fiordilatte e 150 gr. di prosciutto cotto tagliato a pezzetti, 200 gr. di piselli (Bonduelle) insaporiti con 50 gr. di burro e sale. • Preparare l’impasto e farcire gli arancini; passarli nelle chiare d’uovo e poi nel pane grattugiato. • Friggere gli arancini in abbondante olio a fuoco vivo.
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#mammalemamme
mamma
che ansia UNO SGUARDO AUTOIRONICO SULLE MAMME DI OGGI. TRA MILLE DOMANDE, RICORDI, ANSIE DI TUTTI I GIORNI di Valeria Prestisimone
Da quando sono mamma, ormai da 6 anni e qualche mese, mi chiedo spesso se anche io ho subito quella che oggi oserei definire un’educazione ansiosa e che vedo in giro contagiare tante madri. Mi soffermo coi pensieri, cerco di scavare nella memoria dei ricordi passati, degli aneddoti di bambina, per capire se è anche per me sia stato così e se in caso affermativo non me ne sia resa conto. Ma scavando e rovistando negli anfratti della memoria, alla fine mi sono data una risposta: “no”. Nonostante mia madre fosse una donna ansiosa, non ho subito questo stress e come me, forse, tante donne della mia generazione: quella delle trentottenni, chi più e chi meno. In ordine sparso, le ansie delle mamme di cui mi accorgo e non oso immaginare quelle di cui non mi rendo conto: cibo, scuola, sport, salute, stato d’animo generale e particolare. Sempre in ordine sparso le domande che si rivolgono ai pargoli: Hai mangiato? Tutto? Hai lasciato qualcosa? I compiti tutto bene? Preciso che la faccenda dei compiti meriterà un pezzo a parte. In classe bene? Hai segnato a calcio? No? Come mai? Hai sudato? Sei stanco? Vuoi riposare? Sei felice? E sulla domanda sulla felicità mi sento di soffermarmi un attimo. Da piccola ero felice e basta. Mia madre non si sarebbe mai sognata di domandarmi se fossi felice. Era uno stato naturale quello di essere felici. E oggi? Le ansie e le domande sono frutto di inesorabili sensi di colpa o di una generazione di genitori che si confronta, storicamente, con una nuova situazione? Siamo la prima generazione forse, a parte dei rari casi, che vede le mamme impegnate a lavoro tutta la giornata, a pieno ritmo? Negli anni ’60 e ’70, le donne che lavoravano per lo più erano insegnanti e il loro orario di lavoro coincideva con quello dei figli. Oggi non è più così. Certo, ci sono ancora le mamme insegnanti, ma ci sono anche tante donne in carriera che portano avanti aziende, che lavorano esattamente come o più di un uomo. Non è più fantascienza vedere un papà ai giardinetti con i figli, men-
tre la moglie è al lavoro. E allora forse prima era tutto un pochino diverso; le mamme stando sempre con i figli, non si ponevano tante domande, li lasciavano crescere secondo le inclinazioni caratteriali, li facevano vivere. Oggi dai bambini si pretende tanto, troppo. E il dubbio è anche quello che forse stiamo alzando la famosa asticella delle aspettative per loro e per noi stesse. E se vorranno sempre di più? E se penseranno che sia normale poter raggiungere qualsiasi risultato? E se non lo potranno ottenere? Le mamme oggi sono lontane fisicamente, ma troppo vicine mentalmente? Ad esempio, la mattina, se si va fuori scuola se ne vedono delle belle: mamme che prima di lasciare i figli li baciano ripetutamente e poi mentre restano lì impalate a vedere se entrano, li salutano ancora e ancora, come se stessero partendo per una missione, poi di nuovo un ultimo bacio da lontano. Tutto questo però, ti fa anche un pochino mettere in discussione. Sarò una mamma degenere? Non sarò all’altezza? Andavo a scuola con il pulmino, non ho quasi nessun ricordo dei miei genitori che mi accompagnavano e baciavano fuori la scuola ripetutamente, nessuno. Che figli stiamo crescendo? I famosi bamboccioni o uomini e donne estremamente sensibili e attenti? Ci rivedremo tra circa vent’anni e ne riparleremo, per ora non lo so, ma propenderei per la prima ipotesi.
la top five della mamma ansiosa 98
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Capriccio n°3 animazione baby chef party feste a tema giochi ● tornei ● caccia al tesoro gonfiabili maghi ● giocolieri baloon art cup cake party
info 328.4942954
#prettytail
PICCOLI, GRANDI, PELOSI, PENNUTI O BRANCHIATI, I NOSTRI FEDELI AMICI: UN AMORE PURO E INCONDIZIONATO. DIAMO VOCE LORO PER CONOSCERLI FINO IN FONDO. DALL’ALIMENTAZIONE ALLA TOILETTE, DALLA MODA ALLO STREET FOOD, DAI LOCALI PET FRIENDLY AL FITNESS, TUTTO IL MONDO DEI NOSTRI CARI ANIMALETTI di Valeria Valerio
LA TECNOLOGIA A PORTATA DI CANE: STAZIONI DI COMUNICAZIONI, APP E VIDEOGAME Collari intelligenti, telefoni, tablet, lettiere autopulenti, lancia palline automatico, videocamere Quando la tecnologia non porta novità solo per noi, ma anche per i nostri fedeli amici a quattro zampe. Il mondo hightech è entrato prepotentemente nelle nostre vite, coinvolgendo e cadenzando le nostre attività, da quelle lavorative a quelle ludiche. Se è successo così per gli essere umani, perché non sarebbe dovuto accadere anche per le abitudini dei nostri cani? Ed ecco che aiutati e istruiti, possono arrivare, attraverso una tecnologia ideata apposta per loro, addirittura a inviare una telefonata per “comunicare” con noi. Se un tempo ai cuccioli si cercava di insegnare a dare la zampa, tra poco ci ritroveremo a renderli capaci di schiacciare un bottone per mettersi in contatto con il padrone, oppure a posizionarsi davanti a un apparecchio per videochiamare o, ancora, giocare a un videogame che segna i suoi progressi. Buona parte delle novità tecnologiche per i cani sono state presentate alla mostra dell’innovazione e tecnologia di Las Vegas di quest’anno. Quelle che hanno maggiormente colpito il pubblico: la “stazione di comunicazione” con schermo da appendere al muro, dotato di microfono, altoparlante e videocamera. L’apparecchio permette,
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quando si è fuori casa, di vedere, controllare e magari fischiettare simpaticamente al proprio animale domestico per non farlo sentire troppo solo, oppure di programmare la messa in onda di video messaggi pre-registrati, che lo distraggano dal compiere eventuali marachelle. E se il cane volesse farti una telefonata mentre sei in ufficio? Detto fatto, basta insegnargli a usare un pulsante che attiva una notifica sul cellulare, il tutto semplicemente grazie a un’app. Un’altra novità tecnologica è la microcamera nel collare, che permette di vedere il mondo ad altezza fido, ovvero con i suoi occhi. Capire cosa osservano, serve anche per informarsi meglio sulle eventuali necessità dei nostri amici a quattro zampe. Un noto gestore di telefonia mobile ha creato un dispositivo che unisce un localizzatore gps attraverso una rete satellitare (per un raggio d’azione illimitato) al monitoraggio dell’attività motoria dell’animale. Il
progetto dell’app Kippy si attacca al collare, si attiva facilmente mettendo in contatto il codice del dispositivo con il numero di telefono del padrone (ovviamente legato al gestore che ha ideato il dispositivo) e a questo punto il gioco è fatto: il tuo cane sarà libero di scorrazzare e tu saprai sempre esattamente dove si trova. Inoltre, Kippy permette di monitorare da computer, tablet o smartphone ogni singola attività dell’animale durante la giornata: quanto ha giocato, corso, camminato, dormito e quante calorie ha bruciato. Insomma si dice che la tecnologia aiuti l’essere umano ad avere una vita più “smart”, ma la comodità di una video chiamata certamente non potrà mai sostituirsi alla bellezza o all’emozione di tornare anche per un secondo a casa ed essere travolti da un turbine di affetto scodinzolante. W le code al vento.
arriva il “bonus cane” in molti comuni italiani Sconti sulle tasse comunali a chi adotta un cane. Negli ultimi mesi diversi Comuni si sono mossi in questa direzione, con un doppio obiettivo: da un lato dare un padrone e un tetto a un animale che non ce l’ha e dall’altro far risparmiare un po’ di denaro a cittadini e municipi. L’idea di strappare un cane da un canile dandogli la possibilità di vivere in una casa, amato e coccolato e accudito più di sempre, fa sì che questo progetto parta con tutte le migliori intenzioni, in più il Comune ti premia anche due volte. Infatti, se si accetta di prendere in casa due animali, lo sgravio vale doppio e va diviso su due immobili. Attenzione però ai furbetti. I Comuni hanno pensato anche a questo: controlli da parte dei vigili per sincerarsi che il cane viva sempre in una casa sicura e amato. Non vi resta che andare a controllare se il vostro comune ha aderito a questa iniziativa.
Cani, gatti, iguana, pappagalli e pesciolini a confronto con i loro padroni. Il proprietario racconta pregi e difetti del suo animale, ma non solo, immagina cosa potrebbe dire su di lui se potesse parlare. Scrivete a prettytail@partymagazine.it per un’intervista doppia con il vostro fedele amico. Vi presentiamo: Totò e Barbara Karwowska
totò e barbara karwowska
totò
È un pinscher nano di 4 anni e 7 mesi. Ha un carattere molto affettuoso. Mi ama follemente. Mi segue dappertutto, come se fosse la mia ombra, non facendomi mai sentire sola. Quando ci siamo incontrati è stato amore a prima vista. Sono entrata in un negozio di animali, c’era una gabbia di 5 cuccioli, ho infilato la mano tra i cagnolini e lui mi ha scelto, guardandomi e leccandomi la mano. È educatissimo benché non gli abbia mai insegnato nulla. Sa sempre come comportarsi, in qualsiasi occasione, da quando andiamo in galleria o al ristorante. Direi che è un cane nato nobile. Pensare che possa avere difetti proprio no, ma quando dobbiamo uscire non vuole indossare la pettorina.
barbara
Mi ama follemente. Mi dà tutto il suo affetto, non mi lascia mai, mi porta sempre con lei, anche in lunghi viaggi. Non sopporto quando dipinge ( Barbara è una brava artista). Quando è immersa nella pittura si dimentica di tutto il mondo. E allora per me ha deciso di fare delle pausa ogni venti minuti. Comunque ci provo sempre a distrarla portandole e mettendole tutti i miei giochi sotto i piedi. Poi quando siamo per strada e si ferma troppo tempo a parlare con le persone, inizio ad essere insofferente e sbadiglio. È una persona molto tranquilla ed equilibrata, non urla mai e non è nevrotica. Mi piace molto il suo carattere perché mi coccola e l’adoro soprattutto perché come me e con me ama dormire fino a tardi. 101
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ph Romolo Pizi
SERGIO MARLINO missione bellezza
La generazione dei più esperti e innovativi chirurghi plastici napoletani Sergio Marlino, noto chirurgo plastico napoletano, si è laureato a pieni voti all’Università degli Studi Federico II, specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica. In Brasile, Gran Bretagna, Francia, Germania, Corea del Sud ha perfezionato le sue già ottime tecniche chirurgiche, continuando a frequentare i reparti di ultra specializzazione più importanti del mondo. Considerato uno dei migliori chirurghi della sua generazione, è attento all’armonia delle forme e ai dettagli, “per dare vita - spiega - ai sogni e ai desideri di donne e uomini che vogliono ritrovare oppure migliorare i loro tratti e la loro bellezza”.
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Vanta spiccate doti manageriali e gestionali nel campo medico-scientifico, ha conseguito un dottorato di ricerca in Economia e Management delle Aziende e delle Organizzazioni Sanitarie. Sveglia presto la mattina, la giornata comincia con un po' di allenamenti al Circolo Posillipo di cui è socio da anni, tra palestra, nuoto e pallanuoto, poi in sala operatoria, dove effettua interventi di chirurgia plastica, chirurgia estetica, medicina estetica. "La chirurgia plastica non è più un tabù – commenta – in ambito medico aumenta sempre di più il numero di uomini e donne che si sottopone a diversi interventi – ma è bene anche sottolineare le differenze tra chirurgia plastica e ricostruttiva, chirurgia estetica e medicina estetica. La prima riguarda la correzione di malformazioni congenite o i postumi di traumi, incidenti o malattie. La seconda corregge e migliora l’aspetto fisico di un paziente sano con interventi chirurgici per un desiderio. La terza aiuta a prevenire, correggere o
migliorare gli inestetismi di viso e corpo attraverso una serie di trattamenti poco invasivi. In tutti i casi, ricerco la naturalezza e l’eleganza. Il miglior risultato è quello di una chirurgia che quasi non si vede”. Membro delle più importanti società scientifiche come l’AICPE Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica, l’AITEB Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino, la SIM Società italiana di Microchirurgia, è conosciuto per il notevole senso estetico e la manualità nell’applicazione di nuovissime tecniche chirurgiche in ogni settore: dalla mastoplastica alla rinoplastica, dalla liposuzione all’addominoplastica alla blefaroplastica e tutti gli interventi chirurgici per la ricostruzione e il rimodellamento di viso e corpo, con il consiglio di seguire giusti stili di vita come una dieta sana e fare esercizio fisico. Nei fine settimana vola a Milano, dove lavora e si dedica all’insegnamento, altra sua grande passione. È docente del Master di Medicina Estetica dell’Academy School of Practical Aesthetic Medicine di Milano e del corso teorico pratico "Sutura dal pronto soccorso alla chirurgia estetica". Viaggia spesso in tutto il mondo per visitare i centri di alta specializzazione in chirurgia plastica e per tenere aggiornate le competenze specifiche. Le sue città preferite: Rio, New-York, Nizza, Londra dove ogni anno è invitato a partecipare con dimostrazioni live, come relatore e moderatore dei più importanti congressi sulla chirurgia plastica. Collabora con importanti riviste scientifiche nazionali e internazionali ed è stato rewier per il famoso periodico americano Aesthetic Surgery Journal. Una carriera fulminante e davvero brillante, supportata dal continuo studio e aggiornamento. Sergio Marlino utilizza le tecniche più innovative, la diagnostica e i macchinari di ultima generazione, operando nelle cliniche e nei centri di prima eccellenza Health Park. Collabora inoltre con la Clinica dei Nasi, centro specialistico per la chirurgia estetica e funzionale del naso. Per Marlino il lavoro è passione, sicurezza, professionalità, cura della bellezza. SERGIO MARLINO CHIRURGIA PLASTICA, RICOSTRUTTIVA ED ESTETICA www.sergiomarlino.it - info@sergiomarlino.it Health Park Napoli via Schipa 40 - 081.7616300 Health Park Sorrento Piazza A.Lauro 32 - 800974000
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FILOCHE & BRIOCHE un bistrot nel cuore del Vomero
A Napoli, nel quartiere Vomero, c’è un pezzetto di Parigi: “Filoche & Brioche”, delizioso caffè bistrot dove si cucinano le migliori frittate della città e non solo. I sapori richiamano la tradizione della cucina partenopea, condita con un gusto tutto francese, strizzando l’occhio alle novità che vengono dagli States in fatto di dolci. L’imprenditore Antonello Nappa ha aperto un locale davvero originale, dove a tutte le ore è possibile mangiare saporite frittate (filoche) e succulenti panini (brioche). Uova, ma non solo. I primi, i secondi, i contorni e i dolci sono da leccarsi i baffi. Antonello Nappa ha mandato i suoi architetti in Francia, perché potessero progettare a Napoli un
perfetto bistrot parigino. È nato così Filoche & Brioche, un caffè dai toni del bianco, che ammicca all’eleganza di Parigi senza rinunciare a un tocco di modernità e design, dove si assaggiano piatti ricchi e gustosi in un’atmosfera a tratti rustica, ma molto ricercata. Tutti i dettagli sono curati, l’aria di semplicità si fonde con lo studio dei colori e dei materiali. Sulle pareti enormi lavagne dove scrivere un pensiero e per tutti adesivi con frasi da ricordare. Il modo migliore per iniziare una giornata è sicuramente la squisita colazione: cup cake, muffin, american cake, frittate, omelette, senza rinunciare a cornetto, caffè e cappuccino. A pranzo e a cena "filoche & brioche" per tutti i palati. Con formaggi di prima scelta, parmigiano, gorgonzola, fontina, provola, mozzarella, prosciutto, pancetta, salame, mortadella e con verdure in quantità per chi sta a dieta. E poi, appetitosi panini con hamburger, cotoletta, mozzarella, formaggio cheddar e contorno a scelta. Ecco il modo migliore per assaporare una colazione, un pranzo o una cena rilassata e informale nel cuore del Vomero, avvolti da atmosfere di un bistrot parigino.
FILOCHE & BRIOCHE CAFFÈ & BISTROT via Vincenzo D'Annibale 18a-18b (piazza Bernini) Napoli telefono 081.5788646
ph Romolo Pizi
all the best around you
artwork carmine luino
a cura di Lula Carratelli
PRONTI SI PARTY! Ci siamo presentati con una conferenza stampa allâ&#x20AC;&#x2122;Ordine dei giornalisti della Campania. A tenerci a battesimo il Presidente Ottavio Lucarelli. Abbiamo spiegato come siamo nati, chi lavora con noi, le rubriche, gli eventi glamour, come amiamo raccontare la nostra cittĂ . ph. Romolo Pizi
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LE TERRAZZE DEL PAN I luoghi d’arte della città diventano più accessibili per le persone disabili. Con una festa molto speciale hanno riaperto al pubblico le terrazze del Pan. Per la prima volta a Napoli, sono state eliminate le barriere architettoniche sulle terrazze di pubbliche istituzioni. All’evento #ContaminArti: sfilata di gioielli, videoproiezioni, desk di interazione performativa ispirato alla grande artista Marina Abramovic.
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CHARITY NIGHT DREAMING SCAMPIA Gran Galà a favore della Fondazione Cannavaro Ferrara - FCF Onlus con più di 500 ospiti. Calciatori, imprenditori, noti personaggi napoletani hanno partecipato alla serata organizzata da Soccerpass Events all’HBTOO e all’asta benefica con cui sono stati raccolti 74000 euro. Speciali e da collezione gli oggetti all’asta acquistati: un calcio balilla da Floro Flores, la maglia di Cristiano Ronaldo autografata da tutti i giocatori del Real Madrid da Simone Barone, un soggiorno per due persone nel Resort Aquapetra da Marcello Lippi, un buono per la creazione di due statuette Ferrigno da Gigi D’Alessio. Maglia, guanti e scarpe autografi di Reina da Doppelganger, un impianto audio personalizzato da Ciro Ferrara, Ray Ban da Clementino, una cena dello Chef Ilario Vinciguerra da Riccardo Monti, la maglia di Suarez da Fabio Cannavaro, quella di Ciro Ferrara da Paolo Cannavaro e la maglia di Fabio Cannavaro da Federico Peluso. ph. Romolo Pizi
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CESARE PACIOTTI INTIMATE COCKTAIL Party esclusivo in piazza Dei Martiri in occasione del restyling dello store monomarca Cesare Paciotti. Intimate Cocktail tra le cornici e i decori barocchi ispirati ai più importanti palazzi nobiliari e l’elegante velluto rosso sulle pareti a quinta. Sfilata di ospiti del jet set partenopeo sul black carpet. Più di 400 invitati hanno preso parte alla serata organizzata dall’agenzia napoletana Van Ideas, accolti da sorprendenti giochi di luce, gustoso catering e raffinato dj set di Marco Piccolo. ph. Mario Iovinella
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EVENTO SAUCONY
Party in perfetto street style nello store Started1 di via Arcoleo, firmato Arakne Communication, dove il re delle sneakers Saucony Originals, ha presentato in anteprima in Italia la nuova preview 2016 in limited edition. Cinquecento ospiti si sono immersi in un mare di coloratissime scarpe da ginnastica e di selfie con la Special guest della festa, Salvatore Esposito, alias Genny Savastano nella serie tv Gomorra.
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INAUGURAZIONE NUOVO STORE LAMA OPTICAL Cocktail Party in piazzetta Rodinò per l’esclusivo atelier dell’eyewear Lama Optical. Aperitivo e Dj Set per presentare il nuovo store, che si estende su una superfice di oltre 200 mq nella zona Chiaia, fino a Vico Alabardieri, tra le strade della moda. Il nuovo punto vendita si sostituisce alla Maison Des Lunettes di via Cavallerizza e punta su prodotti inediti e all’avanguardia: montature dalle forme e dai colori del tutto originali per lui e per lei, silhouette vintage, frontali a goccia in metallo. E gli occhiali a prova d’abito, dai colori e dai motivi che recuperano quelli dei capi indossati, dalle cromie anche insolite.
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NADIA PER SEMPRE Amici, familiari e tantissimi napoletani hanno partecipato alla giornata di solidarietà “Nadia per sempre dona con il cuore”, che si è svolta nel cortile di Largo Ferrandina, negli spazi di Cincini Pellicce. Una festa per ricordare Nadia Damiano, modella affermata e mamma meravigliosa di Domenico, strappata alla vita da un cancro pochi giorni prima di compiere 38 anni. Con uno shopping solidale la famiglia di Nadia, in suo ricordo ha sostenuto l’Associazione Carmine Gallo e il progetto Casa di Alice. Tanti stilisti e atelier hanno donato abiti e accessori venduti per beneficenza. Al termine della giornata sono stati raccolti 8750 euro.
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BOLLICINE, VIP E PIOGGIA DI CONFETTI ALL’INAUGURAZIONE DEL MAXTRIS STORE Big opening in via Calabritto del primo Maxtris Concept Store. Dal design ultra moderno, elegante ed essenziale, ha aperto a Napoli il primo show room di confetti d’Italia. Testimonial della serata il wedding planner Enzo Miccio. A tagliare il nastro, insieme ai fratelli Dario e Nicola Prisco anche il Sindaco Luigi De Magistris. Tanti gli invitati che hanno brindato al noto produttore di confetti, che per l’occasione ha creato una nuova linea davvero speciale, tutta dedicata alle bellezze e ai monumenti di Napoli: “Linea Art”. Un omaggio ai musei e ai tesori paesaggistici come il Real Sito di Capodimonte e i Faraglioni di Capri. La festa, promossa e organizzata dalla GMM Production, è stata preceduta da una conferenza stampa all’Unione Industriale di Napoli. ph. Pippo By Capri
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PACIOTTI L’EBBREZZA DELLE ZIRRE Colori, musica e bollicine per il Wine&TheCity de Le Zirre Napoli Limited edition, le borse “terribili” realizzate a mano con tessuti pregiati. Grande festa a Chiaia organizzata in collaborazione con noi di Party Magazine nello store de Le Zirre in via Bisignano. Accolti da Tania Kreshchuk, la nostra Primavera, gli ospiti si sono divertiti a posare davanti l’obiettivo del fotografo Romolo Pizi, tra fiori e cartelli con su scritto “Le borse sono i nuovi gioielli”. Brindisi con flute di Priezza, lo speciale spumante prodotto dalla Masseria Campito, sulle note del violino elettrico di Caterina Bianco. ph. Romolo Pizi
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EXCLUSIVE PARTY DA OFFICINE DI MARE L’eleganza e la raffinatezza del buon gusto a tavola. Exclusive party al ristorante Officine Di Mare. Il menù di squisito pesce ha deliziato il palato degli invitati, dalle alici all’amalfitana al sushi di gamberi con riso multicolore, dai paccheri con cozze e peperoncini verdi a deliziosi dessert. Una festa ricca ed elegante con centinaia di invitati, organizzato dalla PL MANAGEMENT di Fabio Ummarino con dj set di Marco Bonifacio. ph. Lorenzo Franco
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DA GODOT DINNER HOUSE A CENA CON LA LEFFE Leffe Party al Godot Dinner House di Via Morghen, il nuovo gastro-pub del Vomero dove food, pop e street culture si incontrano. Centinaia di invitati hanno sorseggiato tre diverse tipologie della celebre birra dell’Abazia, guidati da un beer sommelier che ne ha decantato le peculiarità, accompagnando gli ospiti nella degustazione e negli accostamenti. A ogni birra è stato abbinato uno speciale menù, dall’antipasto al dolce, che ne esaltava le caratteristiche. Grande successo per la festa al GDH dedicata alla birra ambrata di stirpe belga. Gli esperti assicurano che la prima coppa di Leffe ha visto la luce nel 1240 d.C. e che la sua ricetta deriva direttamente da quella degli antichi monasteri.
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HIPPIE WEDDING FESTIVAL Party hippie style per il Wine&TheCity di Marchè Mariage, che ha lanciato il matrimonio “Peace and love”. Una festa in piazzetta Ascensione, che per l’occasione è diventata il set perfetto per un matrimonio in stile “figli dei fiori” con prato verde, un Maggiolino del 1969 utilizzato come console e il famoso “bullit” Volkswagen t1. Un girotondo per gli invitati e gli sposi vintage 2.0, che hanno brindato con i vini di Cantine Astroni. Hanno alzato i calici insieme a Stefania de Rosa e Agostino di Franco di Pas27, Francesco Riva make up artist, Nouvelle Idee hairstyle, Sugar Queen, In Great Co.,Basile Apartment Club, L’Auto Sposa Autonoleggio Vergara, RiMani handmade accessories, Artech FX, Ponzo Spose, Flover e Wedding People. ph. Gianni di Natale
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APERITIVO CHIC PER MASERATI Tutti pazzi per il SUV “cattivo ed elegante” di Maserati. Nello storico cortile di Palazzo Caraccialo si è svolto l’evento glamour per presentare “Levante” il primo SUV nella storia del Tridente. Avvolti dalle atmosfere della dimora trecentesca, centinaia di ospiti hanno partecipato alla festa, tra musica, champagne e rombi di motore. Applausi per l’esclusivo mondo Maserati: auto di lusso dal design inconfondibile e per la faccia “cattiva” di Levante con quella griglia a denti di squalo, potente, ma allo stesso tempo non eccessiva. ph. Dario Bruno
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FESTA JAGUAR AL GRAND HOTEL VESUVIO Tanti appassionati delle quattro ruote hanno partecipato al brunch organizzato da Fabio Ummarino e Annalisa De Paola nel salone del Grand Hotel Vesuvio, per la presentazione in anteprima campana del primo Suv Jaguar F – PACE. Applausi per l’auto più versatile prodotta dalla casa inglese, che unisce agilità sportiva, grande raffinatezza, efficienza, praticità. photo: Marco Baldassarre
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FOTOGRAFIA E DESIGN Suggestioni dal Brasile, Napoli e sguardi pop nella personale di Giancarlo Rizzo, allestita nel cantiere destinato all’ampliamento della scuola Voce&Dintorni. In occasione del cocktail party che ha inaugurato la mostra è stato presentato anche il progetto Laboratorio erre, sviluppato insieme a Raffaella Del Giudice, architetto, in cui design e fotografia si incontrano.
LIFESTYLE
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EVENTS
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BAD GIRL T+Art “Bad Girl”Party nello store Dieci Dieci di Alessia, Roberta e Fabio Giancristofaro, che si è trasformato in un palcoscenico con spettacolo live, ballerini, coreografie e Dj set. Special guest Le Donatella e Fabrizio Corona. Atmosfere pink e black hanno avvolto gli invitati e tante giovani “fashion victim”che hanno partecipato alla festa organizzata dall’event planner Francesca Varriale. ph. Francesco Paolo Esposito 128
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GRAN SOIRÈE Musica, tanto divertimento e brindisi finale di rito per i 18 anni di Guglielmo Ferrazzano, festeggiato da amici e parenti nella tenuta di famiglia, l’azienda agricola I Macchioni. Più di 200 invitati hanno partecipato a un party elegante e impeccabile. Guglielmo è stato circondato dall’affetto degli amici di sempre, dalla sorella Gigliola e da bellissime amiche in scintillanti abiti da sera. ph. Marco Baldassarre
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MERCALLI’S PROM POOL PARTY “Maggio! Studente fatti coraggio!” La scuola è quasi finita, inizia il caldo ed è giusto che gli studenti si prendano una bella pausa, anche se non sempre meritata. Stufi delle solite serate scolastiche, per la prima volta gli studenti del liceo scientifico Mercalli hanno deciso di festeggiare la fine dell’anno scolastico con qualcosa di nuovo: niente di meglio quindi di un brunch-party in piscina all’insegna di sole e divertimento all’HyppoKampos Resort. Da mezzogiorno fino al tramonto, in costume e pareo a ballare con la musica coinvolgente dei dj Christian Ciotola, Peppe Blasio, Antonio Manzo coadiuvati dal vocalist Mario Coppola. ph. Marco Baldassarre
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PYJAMA PARTY Glamour e originale il Pyjama party di Giuliana Gargano, che ha festeggiato il compleanno con un dress code che anticipa le tendenze modaiole dellâ&#x20AC;&#x2122;estate. Dunque, rigorosamente abiti sottoveste, baby doll e pigiama per gli amici che si sono scatenati con la musica di Dario Guida. Cocktail e finger food per tirare tardi fino allâ&#x20AC;&#x2122;alba.
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QUEEN CARLA Nero e oro il fil rouge della festa per i 40 anni di Carla Campora all’Agorà Morelli: nero come il vestito indossato dalla festeggiata, oro come la sua corona. La neo quarantenne, regina per una sera. Tanti gli amici e le amiche storiche che hanno partecipato all’evento tanto atteso, divertendosi aindossare i più svariati e orginali cerchietti, cappellini o strambe pettinature come richiesto dalla festeggiata al grido di: “Che cosa ti sei messo in testa!?” In consolle i djs Duccio Bocchetti e Tullio Ciampa, e live show con ballerini sexy. Cascata di palloncini dorati, torta black and gold creata della cake designer Paola Macchieraldo e angolo photo-booth con simpatici gadget. ph. Daniele Buonocore
ph. Pierfrancesco Lanzillo
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40 CANDELINE PER LAURA Musica, champagne e piatti gourmet al party di Laura Zonno, che ha festeggiato i suoi primi quarantâ&#x20AC;&#x2122;anni. A villa Maria, il marito Guido Cerciello ha riunito gli amici di sempre. Allegra e sorridente Laura ha accolto gli ospiti con un cocktail in piscina. Bollicine, piano bar e special cake.
Profumi di Procida
ph. Romolo Pizi
Isola di Procida (Na) Via Vittorio Emanuele, 53/55 Tel,081 896 02 33 - 347 78 41 911 www.acquadilimone.it info.@acquadilimone.it 137
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PERLE & PAPILLON AL PARTY DI RUGGERO Party in stile Il Grande Gatby nella nuova sede a Posillipo del rinomato ristorante Palazzo Petrucci per i quarantâ&#x20AC;&#x2122;anni di Ruggero Profili. Un evento, supervisionato e gestito dalla Van Ideas. Gli invitati hanno rispettato fedelmente il tema: papillon per gli uomini e perle per le donne. Musica di Max Baccano e il suo trio, tra jazz, swing fino al revival e alla dance, luci e coreografie di Andrea Pirozzi, open bar sulla spiaggia. ph. Mario Iovinella
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HIPPIE PARTY Hippie Party nel nuovo locale di Piazza Amedeo “Le Stanze”, per festeggiare il compleanno di Daniela Cioffi, bella protagonista della movida partenopea. La festa di Dany è un appuntamento imperdibile, tema di quest’anno: figli dei fiori. Un tuffo negli Stati Uniti degli anni ‘60: pantaloni a zampa, camicie dai colori psichedelici, coroncine floreali tra i capelli, abiti vintage. Brindisi, torta “peace&love”, musica e videoproiezioni su un maxi schermo delle immagini che hanno fatto la storia dei ribelli capelloni. ph. Romolo Pizi
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BRUNCH IN PISCINA Con un party esclusivo ai Damiani, Elisabetta Siani ha festeggiato il compleanno. 100 invitati hanno partecipato al cocktail in piscina organizzato dai figli Michela e Guido, con lâ&#x20AC;&#x2122;aiuto del marito Aldo. Brunch e bollicine sotto un bel sole e poi gran finale con la torta e le nipotine Elisabeth e Maria Vittoria. ph. Romolo Pizi
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MARLINOSâ&#x20AC;&#x2122; DAY Party a sorpresa al Paradiso Blanco per il chirurgo plastico Sergio Marlino, che ha festeggiato il compleanno nel giorno del battesimo del figlio Matteo. Amici e familiari hanno partecipato alla grande festa sulla terrazza dellâ&#x20AC;&#x2122;Hotel Paradiso, organizzata dalla compagna Katia. Applausi per la torta, una gustosa american cake con speciali decorazioni in pasta di zucchero: tavolo operatorio, paziente e chirurgo con le sembianze di Sergio, alle prese con un intervento al seno.
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WOMAN IN RED Red Passion Party al Virgilio per i 40 anni di Antonella Cerino. Fino a notte fonda più di 200 invitati si sono scatenati sulla pista dello storico locale napoletano. Angolo photo booth e gift rigorosamente rosso per tutti. Un’atmosfera unica ha avvolto amici e parenti che hanno festeggiato Antonella “woman in red”. ph. Romolo Pizi
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