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maggio 2020

PassaParola Mensile italiano in Lussemburgo e Francia

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Anno XVII, XVII, Numero Numero53• •Maggio Marzo 2020 2020

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Raphaël à Rome et Chantilly : deux expositions virtuelles Un imbroglio italo-français

Covid-19, parliamo di: Emergenza virus in Siria Europa: quali aiuti? La pandemia nell’arte Proteggiamo anche i nostri amici animali La ripresa… con ironia! Hotel “per sognare”

12 pages en français


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COLLABORATORI Roberta Alberotanza / Ayele Sandra Amah tchoutchoui Alberto Fabio Ambrosio / Rossella Assanti / Roberta Bignardi Ignazio Binanti / Federico Bolognesi / Maria Luisa Caldognetto Silvia Del Medico / Sara Di Iorio / Gerardo Magaldi Steve M. / Dominga Palmisano / Cinzia Regalbuto Virginia Rossello / Oswald-Santillo CORREZIONE BOZZE Stella Emolo / Gilda Luzzi / Alessandro Torcello REDAZIONE FRANCESE Responsabile: Ornella Piccirillo (tel. +33 612 16 3297) Collaboratori: Anne-Marie Dufour / Caroline Feltin Élisabeth Méhat / Philippe Poivret redazionepplorena@gmail.com INDIRIZZO REDAZIONE FRANCESE 2, b rue du Pont-à-Mousson 57000 Metz (France)

Fondation Fonds Interculturel

Anno XVII - Numero 5 - Maggio 2020 CHIUSO IN REDAZIONE 2 maggio 2020

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10 numer

i l’anno


TESTO Ayele Sandra Amah tchoutchoui

gualtiero boffi/Shutterstock.com

Intervista a Jacques Testart, il “papà” del primo bebé nato in provetta in Francia e a una pediatra italiana, che ci spiegano come la scienza corre in soccorso alla natura

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a circa 30 anni l’infertilità non è più un problema. Come avere un bambino con gli occhi blu oppure una femminuccia piuttosto che un maschietto? come avere un bambino nonostante l’infertilità o evitare che nasca con qualche malattia ereditaria? A tutte queste interrogazioni ci viene in soccorso la scienza, presentandoci non solo risposte, ma fatti. Oggi avere un bambino non è mai stato così facile, basta trovare “il trattamento” migliore secondo ogni caso e il gioco è fatto: banche di sperma, bambini con tre DNA, fecondazione in vitro, madri surrogate ecc… I futuri genitori possono inoltre avere un ruolo determinante sul sesso del bimbo, sul colore dei suoi occhi e/o dei capelli, sull’evitare una possibile malattia ereditaria. Questo fenomeno è diventato una vera e propria “tendenza” negli U.S.A e si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il resto del mondo. Di fronte a questo fenomeno è naturale porsi delle questioni dal punto di vista medico-sanitario, ma anche sul piano etico. Per questo motivo abbiamo intervistato Jacques

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Testart, biologo della procreazione, direttore della ricerca onoraria all’INSERM e “padre’’ del primo bambino in vitro nato in Francia nel 1982. Che impatto pensa che la fecondazione in vitro avrà sulla nostra società e crede che ci saranno delle conseguenze? Nel futuro si potrebbe prevedere meno infertilità maschile perché gli uomini “sterili” potranno fare ricorso alle ICSI (sigla inglese della definizione Microiniezione Introcitoplasmatica di Spermatozoi, ndr) e avere dei figli. Ci saranno sempre più persone che faranno ricorso a FIV (Fecondazione In Vitro, ndr) e DPI (Diagnosi Pre Impianto, ndr) e ciò porterà a delle modificazioni nella frequenza dei geni “indesiderabili’’. Qual è secondo lei il confine della scienza, ovvero tra quello che possiamo considerare normale e anormale? Secondo me qui non si parla di scienza, ma soltanto di tecnologia; tutto ciò che è fattibile sarà fatto dal momento in cui esiste una richiesta.


La fecondazione assistita è un fenomeno in crescita solo all’estero o l’Italia sta facendo dei passi avanti in questa direzione? Gli ultimi dati italiani sono quelli del 2017, anno in cui sono state trattate 78 366 coppie e sono nati 13 973 bambini (12 236 senza donazione di gameti, 1 737 con donazione di gameti), ovvero il 3% del totale dei bambini nati nello stesso anno. Risulta un fenomeno in continua crescita, in particolar modo per quanto riguarda le tecniche di II e III livello e quelle che prevedono la donazione di gameti. In alcune regioni tuttavia è difficile accedere a questi percorsi all’interno del sistema sanitario nazionale e molte coppie si trovano a doversi rivolgere a cliniche private o estere. In Italia, inoltre, scarseggiano i donatori di gameti, che vengono quindi importati dall’estero, quasi nella totalità dei casi per quanto riguarda le cellule uovo.

o ICSI). L’accesso è riservato alle coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugati o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi. La possibilità di una diagnosi genetica preimpianto è prevista dalla legge, sebbene non sia attualmente inclusa nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza, ndr), pertanto con costi a carico della coppia. La legislazione in materia di PMA ha subìto dei cambiamenti nel corso degli anni: soltanto dal 2014 sono consentite le tecniche di PMA eterologa e dal 2015 possono accedere alla PMA anche coppie fertili portatrici di malattie genetiche trasmissibili. Altro tema importante riguarda la tutela della fertilità dei pazienti oncologici mediante tecniche di criopreservazione dei gameti. Restano ancora illegittime la maternità surrogata e il ricorso a queste tecniche per le coppie omosessuali.

Cosa succede in Italia dal punto di vista sanitario e legislativo? La PMA (Procreazione Medicalmente Assistita, ndr) in Italia è regolata dalla legge 19 febbraio 2004, n. 40: Norme in materia di procreazione medicalmente assistita, che consente il ricorso ad essa per ovviare a problemi di sterilità o di infertilità solo qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per risolvere le cause di tali problemi. Le tecniche attualmente ammesse dalla legislazione italiana prevedono sia l’utilizzo di gameti appartenenti alla coppia (PMA omologa) che provenienti da donatori (PMA eterologa) e sono distinte in: tecniche PMA di I livello (inseminazione intrauterina semplice o IUI), di II-III livello (fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione, o FIVET, iniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo

Secondo lei come sono accolte sul piano medicomorale la fecondazione assistita, le madri surrogate e interventi di questo genere? La visione del ricorso alle tecniche di PMA è nettamente cambiata nel tempo e attualmente la PMA è quasi diventata parte “naturale” del percorso che porta a essere genitori. L’Italia si divide invece quando si parla di rendere queste tecniche accessibili a single, coppie omosessuali o con età presumibilmente non fertile. Altre questioni molto dibattute riguardano l’utilizzo di embrioni a scopo di ricerca e i rimborsi economici a chi scelga di effettuare l’ovodonazione; siamo infatti l’unico Paese in cui non sono previsti rimborsi e questo ha come conseguenza l’assenza di donatori e quindi la necessità di utilizzare materiale biologico importato o addirittura il “turismo procreativo”. (AAT)

IL BAMBINO PERFETTO È UN MITO, NESSUNO PUÒ CONCEPIRLO, MA LA FIV (LA FECONDAZIONE IN VITRO, NDR) TERRÀ SEMPRE PIÙ CONTO DELLA QUALITÀ GENETICA Oggi è già possibile scegliere il sesso del bimbo, il colore degli occhi, il clonaggio; ci sono bimbi nati

geneticamente da tre genitori e stanno studiando il fattore che determina il colore della pelle. Fin dove si potrebbe arrivare? si potrebbe “creare il bambino perfetto”? Il bambino perfetto è un mito, nessuno può concepirlo, ma la FIV terrà sempre più conto della qualità genetica: non il colore degli occhi, ma i parametri medici, grazie alla selezione degli embrioni.

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TESTO Gerardo Magaldi

EUROBOND:

SOLUZIONE TANTO ATTESA?

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n questi ultimi mesi abbiamo tanto sentito parlare di Eurobond, considerati da molti come la soluzione più congrua per far fronte all’emergenza economica derivante dall’attuale pandemia COVID-19. Gli Eurobond, nell’accezione più pura del termine, a oggi non esistono e, con l’attuale governance europea, tantomeno potrebbero esistere. Vediamo perché e cerchiamo di fare chiarezza. Gli Eurobond dovrebbero essere titoli di debito pubblico (obbli-

Quella che tanti invocano come la salvezza alla crisi economica scatenata dalla pandemia per ora è impossibile e vi spieghiamo perché gazioni) europei, emessi da un potenziale Ministero del Tesoro dell’area euro. Come tutti i titoli di debito dovrebbero contenere la promessa per chi li acquista di veder restituito, alla scadenza, il capitale investito più un interesse su tale somma e dovrebbero servire a sostenere la spesa pubblica europea. Il vantaggio di

questo strumento sarebbe la possibilità per gli Stati membri di finanziarsi con tassi di interesse molto bassi, poiché i titoli sarebbero garantiti in solido dalle economie dell’area euro, quindi economie altamente solvibili, ossia capaci di onorare i loro debiti. Per intenderci: tutte le economie dell’area euro

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EUROPARLIAMONE

(sia le economie forti che hanno rating più alti sia quelle più deboli con rating più bassi) garantirebbero in solido l’emissione di questi titoli, facendo in modo che il costo per interessi su questo debito sia più basso perché le economie che li garantiscono sono così solide che non avrebbero alcun problema a ripagare i loro debiti. A oggi gli Eurobond non esistono perché, come sappiamo, l’Unione europea, per via dell’architettura istituzionale attuale, non è nelle condizioni di poterli emettere: non esiste, infatti, un Ministero del Tesoro europeo, l’Ue non riceve alcuna entrata tributaria e non detiene patrimonio pubblico che potrebbe essere messo a garanzia. In conclusione, nella situazione attuale, gli Eurobond, nell’accezione pura del termine, non potrebbero esistere perché prima di tutto sarebbe necessario cedere ulteriore sovranità all’Ue, cosa che gli Stati nazionali non sono ancora pronti a fare. Tuttavia, nell’ultimo consiglio europeo del 23 aprile, è stato deciso di creare

A OGGI GLI EUROBOND NON ESISTONO PERCHÉ, COME SAPPIAMO, L’UNIONE EUROPEA, PER VIA DELL’ARCHITETTURA ISTITUZIONALE ATTUALE, NON È NELLE CONDIZIONI DI POTERLI EMETTERE: NON ESISTE, INFATTI, UN MINISTERO DEL TESORO EUROPEO, L’UE NON RICEVE ALCUNA ENTRATA TRIBUTARIA E NON DETIENE PATRIMONIO PUBBLICO CHE POTREBBE ESSERE MESSO A GARANZIA un Recovery Fund, un fondo per la ripresa europea, che consentirà di emettere dei titoli di debito europeo, garantiti dal bilancio europeo, per un ammontare di circa 1 000 miliardi. Proprio questo Recovery Fund potrebbe essere lo strumento precursore dei tanto attesi Eurobond. Tra gli strumenti di cui l’Ue già dispone, vi sono, invece, il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) e la Banca Europea degli Investimenti (BEI), due istituzioni finanziarie che hanno sede proprio qui in Lussemburgo. Esse sono organismi sovrannazionali in cui tutti gli Stati membri hanno versato un capitale inziale e in virtù di questo sono autorizzati

a emettere titoli di debito. Il capitale iniziale versato nel MES è di circa 80 miliardi, mentre per la BEI è di circa 250 miliardi, quindi questo capitale è la garanzia per l’emissione di debito pubblico. Queste istituzioni sono attive da tempo e da tempo emettono titoli di debito che finanziano progetti o iniziative a livello europeo. Tuttavia, l’utilizzo delle risorse finanziarie emesse da queste istituzioni è legato a delle condizioni, ossia che gli Stati membri, per poterle utilizzare, devono rispettare determinati vincoli e restrizioni, motivi per cui molti di essi sono riluttanti perché vedrebbero limitato il loro raggio di azione e la loro politica economica.

BEI - Banca Europea degli Investimenti

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microvector/Shutterstock


FINANZA & ECONOMIA TESTO Gerardo Magaldi

La Chiesa cattolica scende in campo per ripensare il nostro modello economico di riferimento con un evento che si terrà ad Assisi il prossimo novembre, The Economy of Francesco. Abbiamo intervistato il professor Luigino Bruni, direttore scientifico dell’iniziativa

https://francescoeconomy.org

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a dove nasce oggi l’esigenza di ripensare l’economia per un’istituzione come la Chiesa cattolica? La Chiesa cattolica ha da sempre attribuito grande attenzione alla politica o alla famiglia. Meno all’economia in quanto scienza economica e in quanto impresa. Anche perché la Chiesa ha in gran parte subìto il capitalismo moderno, nato soprattutto da un’etica protestante e da uno spirito individualista. Papa Francesco invece ha capito che senza una stagione di pensiero economico nuovo non si va da nessuna parte, perché oggi l’economia è la grammatica del linguaggio sociale. La convocazione (10 maggio 2019) che Papa Francesco ha rivolto ai giovani economisti e imprenditori per

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un evento globale ad Assisi è una concretizzazione e uno sviluppo di qualcosa che accompagna costantemente la sua azione e il suo pensiero. Quale sarà il modello economico proposto in The Economy of Francesco? The Economy of Francesco è prima di tutto un processo che, ad oggi, ha coinvolto oltre 3 000 giovani economisti e imprenditori di tutto il mondo e che ha ispirato più di 200 incontri preparatori. L’iniziativa dunque fa chiaro riferimento a Papa Francesco, che, fin dall’Evangelii Gaudium e poi nella Laudato sii, ha scritto e detto molto sul capitalismo, sottolineando la necessità di un’economia sostenibile ed ecologica, che si prenda cura della casa comune e che non porti allo scarto dei più fragili e poveri. Ma The Economy of Francesco rimanda anche a Francesco d’Assisi,


FINANZA & ECONOMIA

esempio per eccellenza della cura degli ultimi della terra e di un’ecologia integrale. Il gesto di San Francesco di spogliarsi dei beni terreni fu l’atto di nascita di una oikos-nomos (organizzazione beni di famiglia in soccorso alla collettività, ndr) diversa, fu la genesi di un regno dove la moneta è la charis: la gratuità. Quella prima gratuità fece nascere un’economia e una civiltà del gratuito (pensiamo ai Monti di Pietà, proto-banche civili, i primi istituti di microfinanza senza scopo di lucro), che ha liberato e continua a liberare milioni di poveri. Nessuna economia funziona se prima delle merci non sappiamo vedere i beni, cioè quelle realtà che hanno valore non solo perché hanno un prezzo. Il principio economico funziona se poggia sul principio di gratuità, perché possiamo vendere e comprare, scambiare e fare profitti solo se prima riconosciamo una legge di gratuità che fonda la vita di tutti e se sappiamo vedere il valore delle cose infinitamente più grande del loro prezzo.

Economista e storico del pensiero economico, con interessi in filosofia e teologia, è personaggio di rilievo delle cosiddette “economia di comunione” e “economia civile” (i cui principi, basati su gratuità e reciprocità, vogliono essere una valida alternativa alla filosofia capitalistica). Editorialista di Avvenire, è ordinario di economia politica alla LUMSA, dopo aver ricoperto fino al 2012 il ruolo di professore associato all’Università Milano-Bicocca. (MGG)

NESSUNA ECONOMIA FUNZIONA SE PRIMA DELLE MERCI NON SAPPIAMO VEDERE I BENI, CIOÈ QUELLE REALTÀ CHE HANNO VALORE NON SOLO PERCHÉ HANNO UN PREZZO Quali sono gli economisti di riferimento? Oltre a un ampio e internazionale comitato scientifico che sta lavorando, hanno confermato la loro presenza i premi Nobel Muhammad Yunus e Amartya Sen e ancora, tra gli altri, economisti e studiosi quali Kate Raworth, Jeffrey Sachs, Vandana Shiva, Stefano Zamagni, Bruno Frey, Mauro Magatti, Juan Camilo Cardenas, Jennifer Nedelsky, Sr. Cécile Renouard, Sr. Helen Alford, oltre a numerosi imprenditori di consolidata esperienza come Carlo Petrini, John Frank, Brunello Cucinelli. Il premio Nobel Yunus mi ha det-

to: “Verrò per ascoltare perché voglio sentire cosa c’è di nuovo nel mondo dell’economia e dei giovani”. Per l’intervista integrale si rimanda al sito web www.passaparola.info

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TESTO Rossella Assanti

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«Una donna può essere leader, madre e soldato» Rojava, Nord Est della Siria, epicentro dell’inferno della guerra. Qui il mondo si è reso complice di crimini contro l’umanità perpetrati dallo Stato Islamico e dalla Turchia. Una delle rare donna medico ci racconta dal fronte dove la guerra comincia e dove la vita diventa resistenza

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ALL’OCCIDENTE VOGLIO DIRE CHE ANCHE NOI SIAMO ESSERI UMANI, ABBIAMO LE NOSTRE VITE, ABBIAMO I NOSTRI PROGETTI, ABBIAMO LE NOSTRE FAMIGLIE E LE NOSTRE TRADIZIONI. VIVIAMO IN PACE!

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osa ti ha portato a fare il medico proprio al centro della guerra? È il mio lavoro quello di salvare vite. Questa è la mia terra, la mia casa e loro sono il mio popolo e non posso restare ferma e guardare i terroristi venire qui a uccidere i nostri bambini. Hanno ammazzato la nostra esistenza, questa è una guerra etnica settaria che non va solo contro i curdi, ma contro la stessa società che si sta costruendo nel Rojava. Abbiamo pagato con la vita di 11 mila martiri per poter avere un po’ di pace. Non mi ritengo migliore di quei ragazzi e di quelle ragazze che prendono le armi e vanno in prima fila a combattere. Essi amano la vita, cer-


to, ma amano di più la loro terra... come me. Cosa vedi sotto i tuoi occhi ogni giorno? vuoi parlarci di questa terribile guerra? Vedo una tragedia ogni giorno davanti ai miei occhi. Vedo bambini assassinati. Vedo donne stuprate. Vedo molti combattenti i cui corpi sono stati mutilati. Vedo gli occhi delle madri che piangono sulle tombe dei loro figli. Vedo persone che hanno perso gli arti, giovani o vecchi. Ci sono crimini di guerra che stanno tuttora accadendo. Come medico tratto le ustioni e ho visto che l’esercito turco ha usato armi proibite a livello internazionale. Ho visto fosforo bianco sui corpi dei feriti, anche bambini. Qual è stato l’evento che più ti ha colpito mentre lavoravi? Ho visto un bambino di età inferiore ai nove anni che ha perso entrambe le gambe a causa del bombardamento di artiglieria di un carro armato turco. Quando lo hanno evacuato e lo hanno portato da noi stava piangendo, urlando e guardando il cielo dicendo: «Perché Dio, perché hai portato tutti i criminali del mondo sulla nostra terra, perché dovremmo combattere tutto questo terrorismo, oh Dio, chi mi riporterà le gambe? Voglio giocare a calcio. Come farò a giocare ora? come?». E suo fratello maggiore, che non aveva più di undici anni, ha risposto: «Fratello, io sono il tuo sostegno. Sono qui, ti aiuterò e anche mamma e papà sono sempre presenti e presto verranno in ospedale, anche loro ti aiuteranno». Ma non erano consapevoli che i loro genitori erano morti. Sì ecco, non posso mai dimenticare questa scena davanti ai miei occhi.

Al mondo, in Occidente, alle donne, cosa vorresti dire? Voglio dire che anche noi siamo esseri umani proprio come voi, abbiamo le nostre vite, abbiamo i nostri progetti, abbiamo le nostre famiglie e le nostre tradizioni, abbiamo i nostri sentimenti, amiamo e odiamo, condividiamo rabbia e tristezza. Abbiamo anche un’anima come te, non siamo contenitori di olio nero attorno ai quali litighi e lanci tutta la tua guerra contro di noi. La Terra è abbastanza grande e può ospitare tutti. Viviamo in pace. E quello che invece voglio dire a tutte le donne del mondo è che il movimento femminista è iniziato in Rojava per dimostrare al mondo che una donna può essere una leader, una madre e un soldato, per dire al mondo che le donne sono forti e che coloro che attaccano la loro terra saranno condannati a morte. Per quanto riguarda il COVID-19, com’è attualmente la situazione? La situazione è drammatica, stia-

mo cercando di capire come ricevere i tamponi che rilevano la presenza del nuovo Coronavirus nei pazienti. Il nostro è un territorio fragile, esposto a epidemie e dove il contagio è estremamente facile. Nei campi profughi Heyva sor a Kurd (La Mezzaluna Rossa Curda, ndr) si lavora molto nell’ambito informativo al fine di fare prevenzione e vengono distribuiti opuscoli. Sono state chiuse le scuole all’interno dei campi, non ci sono più riunioni amministrative, le aree sono state “chiuse” chiedendo agli sfollati di stare in casa. Sono state applicate le direttive diramate dall’OMS. Il problema è che qui mancano tutte le attrezzature necessarie per far fronte a questa pandemia. Due cliniche di terapia intensiva al momento sono in costruzione per poter ospitare le persone infette. Ma abbiamo solo 30 respiratori su 200 000 persone che questa zona accoglie. Abbiamo lanciato degli appelli alla comunità internazionale affinché si agisca per evitare una catastrofe umanitaria.

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ONDE SONORE TESTO Paolo Travelli

La musica pugliese rivisitata a suon di jazz Intervista a uno dei pianisti più originali del jazz italiano, che ha fatto varcare i confini alla musica tradizionale pugliese rendendola internazionale

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ai creato uno stile molto originale che coniuga la cultura tradizionale legata alla tua terra, la Puglia, e il jazz. Come hai avuto questa idea? È una curiosità che avevo da 30 anni, da quando ho cominciato a fare le mie prime esperienze nel mondo della musica e del jazz. Il jazz pone le sue basi nella musica popolare, se guardiamo a quanto la sua matrice africana abbia influito soprattutto all’inizio della sua storia. Quando ho cominciato la mia avventura di musicista mi sono chiesto cosa sarebbe potuto succedere se avessi cercato di

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fare anche io questo percorso, accostando le musiche delle mie radici di Puglia agli stilemi jazz. Ci ho messo almeno 20 anni prima di decidermi a fare il passo in quella direzione. Volevo acquisire esperienza e anche un pizzico di sfrontatezza. Spesso e volentieri ti esibisci con la formula del trio che unisce al tuo piano il contrabbasso e la SE L’ARTE SIGNIFICA ANCHE PARLARE DI SE STESSI, LA RISPOSTA DI UN ARTISTA DEV’ESSERE QUELLA DI ANDARE A CERCARE NELLE PROPRIE ORIGINI LA FONTE DELLA PROPRIA ISPIRAZIONE


ONDE SONORE

batteria. Perché il trio? quali sono i suoi vantaggi? La formula del trio piano-basso-batteria è, per ogni pianista jazz, quella più congeniale, perché la più fluida (visto l’esiguo numero di musicisti che lo compongono) e rappresenta la storia del piano-jazz. È molto eccitante suonare in trio, perché ci si confronta con artisti come Bill Evans, Oscar Peterson, Keith Jarrett; artisti che hanno approfondito e reso immortale questo tipo di ensemble musicale. Per un pianista, inoltre, è la formula perfetta per dirigere la musica in tempo reale. Nessun ensemble è migliore di questo per farlo. È anche una grande scommessa. Da tantissimi anni vivi a Parigi. Cosa ti ha portato a questo trasferimento e come vivi la musica nella capitale francese? Il trasferimento è avvenuto per caso a seguito di un invito, del tutto fortuito, ricevuto dal mio amico trombettista jazz Flavio Boltro, di tenere un concerto con lui nella capitale francese nel 1998. Vivere in una metropoli come Parigi mi ha dato quel che mi mancava: scambi con musicisti che provengono da tutto il mondo, conoscenza del business musicale, possibilità di suonare in tanti gruppi di musiche diverse e non solo jazz, imparare una lingua, rapportarmi con un ambiente musicale più internazionale: “aprire” la mia testa di musicista e di essere umano.

L’ARTE DEV’ESSERE L’ESPRESSIONE DI UN QUALCOSA CHE VA OLTRE IL MERO DIVERTIMENTO E QUANDO RIESCE A LEGARSI A UN POPOLO, A UN LINGUAGGIO, A UNA STORIA, IN QUEL MOMENTO DIVENTA CULTURA E VA MOLTO PIÙ LONTANO Fra le composizioni a tuo nome ci sono i due capitoli di UnFOLKettable che esplorano da molto vicino, attraverso la collaborazione di valenti etnomusicologi, la vera tradizione pugliese. Quanto è importante per te rendere omaggio alla vera cultura della tua terra? Penso che oggi viviamo immersi in tante correnti musicali che si toccano, si influenzano o si ignorano. Alcune sono nuove, alcune il frutto delle nuove tendenze legate alla società e ai suoi movimenti socioculturali. Altre invece sono musiche antiche, oppure antiche e riviste con i suoni di oggi. Insomma, c’è di tutto e questo è bellissimo. Il rischio per un musici-

Il concerto, che doveva tenersi il 24 maggio alla Abbazia di Neimenster, nel quadro della rassegna Apero Jazz, è posticipato al 23 agosto alle ore 11, con il trio francese che sostituirà quello americano.

www.neimenster.lu

sta, per un artista, per un creatore è però quello di perdersi in questa sconfinata “offerta” creativa e perdere la capacità di capire quale sia la strada giusta da seguire. Se l’arte significa anche parlare di se stessi, la risposta di un artista dev’essere quella di andare a cercare nelle proprie origini la fonte della propria ispirazione. Non ha senso per me fare la rivisitazione della musica di altre culture quando ho a portata di mano il materiale primordiale che serve ai miei scopi creativi. Da questo punto di vista, anche suonare jazz per un europeo, per un italiano, potrebbe non avere senso… A meno che l’unico senso sia quello del divertirsi suonandolo. È già un bel senso. Ma se vogliamo approfondire, la musica non si fa “solo” per divertirsi o per imitare quanto meglio possibile la musica di altri. L’arte dev’essere l’espressione di un qualcosa che va oltre il mero divertimento e quando riesce a legarsi a un popolo, a un linguaggio, a una storia, in quel momento diventa cultura e va molto più lontano. A Lussemburgo ci presenterai (in agosto, ndr) il tuo progetto American Trio: con lo statunitense Hilliard Greene al contrabbasso e il canadese Karl Jannuska, alla batteria. Come sono nate queste collaborazioni e che repertorio suonerete? Con Karl ho lavorato in maniera alternata negli anni poiché anche lui abita a Parigi. Hilliard l’ho conosciuto a New York tre anni fa, suonando insieme nel Festival Jazz di New Rochelle ed è subito nato un grande feeling. La cosa bella è che con loro suoneremo proprio il repertorio folk pugliese, rivisitato chiaramente in chiave jazzistica. Per me è estremamente emozionante condividere la musica pugliese facendola suonare e assimilare a musicisti che non la conoscono e che sono abituati a suonare altro. È come esportarla e renderla internazionale, immortale… Farle varcare i confini territoriali e restituirle un valore di musica universale. Così come è successo per il flamenco, il tango e tutte le musiche del mondo.

https://nicomorelli.com MAGGIO 2020 - PassaParola Magazine - 15


FRANCE-ITALIE (aller / retour) TEXTE Anne-Marie Dufour, Philippe Poivret

?!

PAROLE... PAROLES

CES MOTS QUI VOYAGENT ENTRE LES LANGUES Depuis tous les pays en confinement pour Covid-19, nous parviennent des images étonnantes d’animaux sauvages -selvatici- qui se promènent innocemment dans les rues de nos villes ou encore d’herbes sauvages -selvatiche- qui en verdissent les pavés. Ainsi l’urbanisation sauvage -selvaggia- qui grignote peu à peu l’espace sauvage -selvatico- entraîne une promiscuité de l’humain avec le monde sauvage -selvatico- qui nous expose de plus en plus à de sauvages -selvaggi- virus.

Le mot italien selvatico dérive du mot latin classique silvaticus, de silva, la forêt, symbole du monde sauvage. Mais c’est le bas latin salvaticus qui donne salvatge en provençal et salvage, d’où sauvage en français. Puis le provençal salvatge retraverse les Alpes pour donner selvaggio. L’étymologie du mot imbroglio est sûrement d’origine vénitienne mais bien des hypothèses ont été proposées. Elles ne manquent pas de sel ! En voici quelques-unes. La piazzetta, cette petite place située devant le palais des Doges à Venise, à droite de la place Saint-Marc quand on regarde la basilique, était un brolo, ce qui veut dire jardin en dialecte vénitien. Ce brolo était l’endroit où les nobles se réunissaient pour discuter et pour comploter. Ils se réunissaient donc in-brolo. Le brolo est devenu broglio en italien et les discussions secrètes qui avaient lieu dans le brolo sont devenues synonymes d’imbroglio. D’autres hypothèses font remonter imbroglio au vieux français broillier ou même au provençal brohlar qui a donné brouiller et embrouille en français. En somme, quelle embrouille, c’est un véritable imbroglio !



FRANCE-ITALIE (aller / retour) TEXTE Cinzia Regalbuto TRADUCTION Élisabeth Méhat

Ce sont des hôtels conçus dans un véritable respect de l’environnement et au service de notre santé. En attendant la possibilité de repartir bientôt en vacances, profitons virtuellement de ces hôtels à part. En effet, même le choix d’un hôtel peut améliorer votre humeur !

Photo : www. biohotelhermitage.it

L www.biohotels.info

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a dernière tendance dans le secteur du design a pour appellation projet synergique. Les hôtels bio en sont un bel exemple : le concept de régénération y va de pair avec le développement durable et le respect de l’environnement. Ces établissements sont de plus en plus nombreux et implantés dans le monde entier. Chaque détail est étudié pour satisfaire les clients. Non seulement la cuisine et le SPA sont éco-compatibles, mais l’architecture et l’ameublement sont conçus spécialement pour offrir aux clients harmonie, confort et sérénité. Les matériaux d’origine naturelle et végétale, qui créent un lien direct entre client et environnement, ont été soigneusement sélectionnés, et génèrent des propriétés bénéfiques et des


Photo : www.biohotels.info

FRANCE-ITALIE (aller / retour)

vous éviter des douleurs dorsales ou musculaires. Le choix des couleurs joue aussi sur votre humeur et peut aider à la relaxation ; pas uniquement dans le SPA mais aussi dans votre chambre. Certains établissements offrent la possibilité de choisir une chambre avec votre couleur préférée et des éclairages spéciaux, en se basant sur l’idée que chaque couleur apporte ses bienfaits. Des exemples ? Une chambre violette est parfaite pour la méditation et stimule le système lymphatique. Le rouge favorise la passion et l’intimité. Les peintures utilisées sont toutes à l’eau et antiallergiques. Il y a plus de 90 hôtels de ce type qui ont ce même souci de l’environnement, allant de produits bio pour le petit déjeuner au chauffage écologique. Un grand nombre se trouvent à la montagne ou au milieu de la nature.

Photo : www.biohotels.info

effets positifs sur notre humeur. Un exemple : le parfum du bois des conifères réduit le stress grâce à ses propriétés apaisantes et relaxantes. Tandis que le bois de pin cembro, s’il est utilisé dans les chambres ou dans les espaces communs, a un effet antibactérien, ralentit le rythme cardiaque et aide au sommeil. S’il est mélangé à de l’ardoise, il protège des ondes. Pour un véritable sommeil réparateur, vous pouvez faire du cocooning dans des draps en coton égyptien (tissage 400 fils). Et dans un « menu oreillers » vous pouvez choisir le plus conforme à vos exigences. Ou bien en communiquant au moment de la réservation sur la position dans laquelle vous dormez habituellement dans votre lit, l’hôtel pourra mettre dans votre chambre le matelas le plus conforme pour

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FRANCE-ITALIE (aller / retour) TEXTE Philippe Poivret

LIRE ET RELIRE Ay, Paloma Rosetta Loy (Trad. Françoise Brun) Éd. Payot et Rivages, 2009 - 72 pages À acheter d’occasion

Vies des artistes Giorgio Vasari (Trad. révisée par Véronique Gerard Powell) Éd. Grasset, 2007 - 518 pages - 13 euros

Voilà un petit livre qui raconte l’histoire d’une bande de jeunes à la fin de la Deuxième Guerre mondiale. Le tennis, la séduction et les parents sont au cœur des petits soucis de ces adolescents qui vont voir leurs vies basculer le 8 septembre 1943 quand le royaume d’Italie signe un armistice avec les forces alliées, date de début d’une vraie guerre civile. Trahir ou non les alliés allemands : c’est la question à laquelle ils vont devoir répondre. Certains choisiront un camp et d’autres le camp adverse. Avec pudeur et réalisme, Rosetta Loy nous fait vivre cette page d’histoire avec ces enfants qui plongent dans la guerre.

Giorgio Vasari, peintre et architecte, est aussi le premier historien et critique d’art, avec sa Vie des artistes (Le Vite). Il y raconte la vie des peintres, sculpteurs et architectes de son temps, le seizième siècle, et des siècles précédents. De Cimabue à Léonard, Raphaël ou Michel-Ange, c’est son regard, toujours d’actualité et toujours cité dans les ouvrages actuels, qui explique ces tableaux. II est également le premier, dans Les Vies, à utiliser le terme « Renaissance » pour qualifier son époque.

Lamborghini Livre officiel

Les bonnes mères boivent du Spritz

Antonio Ghini Éd. E.T.A.I, 2019 - 224 pages - 85 euros

Armelle Gréhan Éd. Balland, 2020 - 167 pages - 16 euros

Lamborghini c’est, depuis 1963, un constructeur mythique de voitures. Ce livre nous offre une description, des photos, des explications sur toutes ces voitures qui montrent cette excellence italienne qui fascine toujours, le tout dans une collection qui va de la Fiat 5OO à Ferrari en passant par Alfa Romeo. Toutes ces voitures fascinantes défilent devant nous. C’est un livre à lire avant d’acheter ou de louer… une Lamborghini pour faire un tour sur les routes ou sur un circuit de la péninsule ou encore simplement pour en rêver !

Quand une Française se retrouve à Vérone, pour y vivre et y travailler, elle se retrouve au milieu d’Italiennes dont certaines vont devenir des copines et d’autres de véritables cauchemars, des femmes incompréhensibles pour une Française. Elle ira quand même souvent boire des spritz, piazza delle erbe, à deux pas de la casa di Giulietta, avec toute cette tribu qui ne parle que de famille et d’enfants. Assez vachard et critique, ce roman n’en demeure pas moins une déclaration d’amour à un mode de vie, à la cuisine et à l’élégance innée des Italiennes et des Italiens.

20 - PassaParola Magazine - MAI 2020



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FRANCE-ITALIE (aller / retour) TEXTE Roberta Bignardi

1 2 3

4 5

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ORIZZONTALI 7 9

1. Il sottoscritto 10

2. Finestroni circolari delle chiese gotiche 3. Angosciosa sofferenza 5. Proporre di partecipare ad una festa 8. La Patrona di Palermo 11. Introdusse il termometro centigrado

VERTICALI 11

1. Andare via per il poeta 2. Terreno privo di alberi 4. Rovesciato, capovolto 6. Participio passato di correre 7. Trieste sulle targhe 9. Il nome di Camilleri 10. Farmaco che inibisce il dolore

SOLUZIONE VERTICALI 1. Ita - 2. Radura - 4. Rivoltato - 6. Corso - 7. Ts - 9. Andrea - 10. Anestetico ORIZZONTALI 1. Io - 2. Rosoni - 3. Patema - 5. Invitare - 8. Santa Rosalia - 11. Celsius

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FRANCE-ITALIE (aller / retour) TEXTE Philippe Poivret

Rome et Chantilly ont, en ce moment, quelque chose en commun ! Que peuvent avoir en commun la capitale de l’Italie et une petite ville de 37 000 habitants, située dans l’Oise au nord de Paris ? Une exposition consacrée à Raffaello, ce peintre de la Renaissance italienne dont on fête cette année le cinquième centenaire de la mort.

L’

année 2019 a été consacrée à Léonard de Vinci, 2020 devait être l’année Raphaël, son contemporain, il ne manque que Michel-Ange au trio le plus célèbre de l’histoire de la peinture. Malheureusement, ces deux expositions sont actuellement fermées pour cause de coronavirus. On ne sait pas si « Raffaello 1520-1483 » à Rome, qui devait fermer le 2 juin sera rouverte au public. L’exposition de Chantilly sera prolongée jusqu’à fin août. À Rome, environ 100 œuvres du maître d’Urbino sont exposées dans les prestigieuses Scuderie del Quirinale, tandis qu’à Chantilly l’exposition se tient dans le magnifique château que, faute d’héritier, son dernier propriétaire Henri d’Orléans, duc d’Aumale, a légué à l’Institut de France. Deux endroits magnifiques pour présenter les chefs d’œuvres d’un génie de la Renaissance. Et pourquoi faut-il deux endroits pour présenter tous ces chefs d’œuvres et ne pas les avoir réunis en un même lieu à Rome ? La réponse est simple : Henri d’Orléans, dans son testament, a interdit de prêter la collection qu’il avait réunie et aucune œuvre ne doit sortir du château qui est l’un des joyaux du patrimoine de la France... « Raphaël à Chantilly. Le maître et ses élèves »

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FRANCE-ITALIE (aller / retour)

www.domainedechantilly.com

est le titre de l’exposition qui présente des dessins préparatoires et trois tableaux du maître suivis des œuvres de ses élèves et collaborateurs. Le musée Condé qui rassemble l’héritage du duc d’Aumale dans le château de Chantilly, possède une remarquable collection de dessins de Raphaël. Ces dessins sont des esquisses ou des études réalisées avant la fresque ou le tableau final. C’est donc à une visite de son atelier et à une compréhension du cheminement de la pensée et de l’art de Raphaël que le visiteur est convié. Un moment unique pour aborder les dessins et les trois tableaux qui sont présentés. Le premier, les Trois Grâces, est

aussi le plus célèbre. Les trois jeunes filles représentent l’abondance, l’allégresse et la splendeur. Sa composition équilibrée est caractéristique du style de Raphaël. Cet équilibre, qui n’exclut pas le mouvement et qui, au contraire, magnifie la vie, entraîne (je dirais plutôt « induit » ou « provoque ») la fascination que l’on peut ressentir devant ces trois tableaux. Les deux autres, la Madone de Lorette et la Vierge de la maison d’Orléans reprennent le thème de la Vierge à l’enfant. Dans le

premier tableau, on peut retrouver une influence flamande avec la pomme du décor, qui est une référence à Van Eyck et dans le second, le voile que soulève Marie au-dessus de Jésus préfigure la passion et le linceul. Toutes les périodes de Raphaël, depuis ses débuts à Urbino jusqu’à sa période romaine, en passant par sa période florentine, sont présentes à Chantilly et il serait dommage de ne pas profiter de cette occasion pour le découvrir ou le redécouvrir.

Pour une visite virtuelle de l’exposition de Rome, sa mise en place et de multiples commentaires :

www.scuderiequirinale.it MAI 2020 - PassaParola Magazine - 25


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Du dimanche 4 octobre au dimanche 11 octobre

NOTRE VOYAGE DANS LE

Cilento (Campanie)

Vol direct Luxembourg-Naples A/R Visites guidées en français Autobus privé avec chauffeur pour la semaine Hôtel 4 étoiles Séjour en demi-pension Visite guidée de Naples Un dîner avec cours de cuisine régionale Excursion à Capri (une journée) Deux excursions en bateau (Palinuro et Licosa) Visite du site archéologique de Paestum

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FRANCE-ITALIE (aller / retour)

Lire l’article à page 32

Recette de Giacomina Danelutti, arrivée au Luxembourg le 2 mai 1963

INGRÉDIENTS pour 4 personnes 1 kg de pommes de terre, 250 gr de farine, 2 jaunes d’œufs, sel, 1 petit oignon, 1 carotte, ½ branche de cèleri, 500 gr de bœuf haché, 150 gr de bacon, ½ verre de vin blanc, 1 verre de lait, 400 gr de sauce tomate, 1 cuillère à soupe de concentré de tomate, huile d’olive, beurre, sel et poivre

Préparation de la sauce Hacher les légumes en petits dés, les faire revenir dans une poêle avec de l’huile et du beurre pendant quelques minutes puis ajouter la pancetta. Après 5 minutes ajouter aussi la viande hachée et après quelques minutes, le vin blanc. Laisser cuire jusqu’à évaporation de tout le liquide. Ajouter enfin le coulis et le concentré de tomates, baisser le feu et faire cuire 2h. Saler et poivrer, seulement en fin de cuisson ajouter le verre de lait.

Photo : www.ilclubdellericette.it

Préparation des gnocchi Après avoir fait bouillir les pommes de terre, les écraser encore chaudes, jusqu’à ce qu’elles deviennent une purée. Ajouter la farine, les 2 jaunes d’œufs et le sel. Pétrir à la main jusqu’à l’obtention d’une pâte homogène. Fariner un plan de travail et former à la main des rouleaux de pâte. Couper des petits morceaux d’environ 1 cm de long et les façonner avec une fourchette. Faire bouillir une grande quantité d’eau salée, mettre les gnocchi dans l’eau jusqu’à ce qu’ils remontent à la surface. Les égoutter et les assaisonner avec la sauce ragù.

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DESTINAZIONE ITALIA TESTO Cinzia Regalbuto

Sono concepiti nell’assoluto rispetto dell’ambiente e al servizio della nostra salute. In attesa di poter ripartire presto per le vacanze, godiamoci virtualmente questi alberghi esemplari. Perché anche un hotel può cambiarti l’umore!

Foto: www. biohotelhermitage.it

L’ mete/italia/

www.biohotels.info/it/le-nostre-

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ultima tendenza nel campo del design si chiama progettazione sinergica e ne sono un esempio i bio hotel, dove il concetto di rigenerazione va di pari passo con la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente. Sempre più numerosi e dislocati in tutto il mondo, sono strutture dove ogni dettaglio è curato per far stare bene il cliente, dove non solo la cucina e la SPA sono eco friendly, ma anche l’architettura e la scelta degli arredi sono studiati ad hoc per regalare all’ospite armonia, comfort e serenità. Un’accurata selezione di materiali naturali e di origine vegetale che creano una connessione diretta tra l’ospite e l’ambiente, sviluppando effetti positivi sull’umore. Ad esempio: la fragranza del legno delle co-


nifere che riduce lo stress grazie alle sue proprietà balsamiche e rilassanti; il legno di cembro (albero resinoso della famiglia dei pini, ndr) che, se utilizzato nelle camere da letto o negli spazi comuni, ha un effetto antibatterico, abbassa la frequenza cardiaca e concilia il sonno. Se mescolato all’ardesia protegge, invece, dalle radiazioni. Per un sonno ristoratore e di qualità si può optare di dormire avvolti in un bozzolo di lenzuola di cotone egiziano a 400 fili consultando un “menù” di cuscini per scegliere quello che più si adatta alle proprie esigenze; oppure comunicando in anticipo, all’atto della prenotazione, la posizione in cui si dorme abitualmente: si troverà, così, nella propria camera, il materasso adatto al tipo di posizione, evitando fastidi alla schiena o dolori muscolari. Anche la scelta dei

colori influisce sull’umore e può favorire il relax, e non solo nel centro benessere, ma anche in stanza. Alcune strutture offrono la possibilità di scegliere la camera del proprio colore preferito e con speciali giochi di luce, in base al principio che ogni colore dona particolari benefici. Qualche esempio? Una stanza viola ben si presta per momenti di meditazione e stimola il sistema linfatico, mentre rossa favorisce la passione e l’intimità. Le vernici delle pareti utilizzate sono rigorosamente ad acqua e anallergiche. Sono più di 90 gli alberghi che si possono prenotare e sono tutti accomunati da una attitudine “green”. Dall’utilizzo di prodotti biologici per la colazione al sistema di riscaldamento ecologico. Gran parte sono dislocati in montagna o immersi nella natura. Tutti i dettagli nel web. MAGGIO 2020 - PassaParola Magazine - 29

Foto: www.biohotels.info

Foto: www.biohotels.info

DESTINAZIONE ITALIA


PASSA...PAROLE TESTO Maria Luisa Caldognetto

Con questo suo primo romanzo, Il respiro dell’Isola, Giovanna Pandolfelli, romana di origine, che da anni risiede in Lussemburgo, si focalizza sull’esperienza di chi, nell’incontro/scontro con la diversità, si confronta con i propri limiti per ritrovare se stesso

S

ullo sfondo, ma di fatto imprescindibile, c’è l’Isola, innominata anche se riconoscibile, col suo appellativo essenziale e paradigmatico. Isola che trascende interpretazioni univoche aprendosi a una visione poliedrica che scava nel vissuto individuale e lo declina nella polifonia di un insieme, segnato da contraddizioni,

IL LIBRO

Giovanna Pandolfelli Il respiro dell’Isola Kalós, Palermo 2020, 15 euro

30 - PassaParola Magazine - MAGGIO 2020

ma anche da sfide inattese; inducendo nuovi significati, alimentando un respiro “altro’’, più autentico, libero, umano. La natura vi prorompe in un caleidoscopio di colori, odori, sapori (cui fanno eco i titoli delle tre parti in cui la narrazione è suddivisa: Origano, Capperi, Peperoncino), mentre la cultura arcaica che evolve faticosamente è costretta a misurarsi con una modernità dal volto bifronte: emancipazione e progresso, ma anche rischio di deturpazione e perdita di identità. Luci e ombre che non intaccano la forza magnetica dell’Isola, sospesa tra cielo e mare, nido per chi vi è nato e speranza per chi vi cerca un approdo. Un “altrove’’ in cui tutto può accadere, sotto la spinta di eventi epocali che inducono salutari metamorfosi, dove il maturare di una presa di coscienza vede la protagonista del romanzo affrontare (e non subire) il proprio destino. Nonostante le modeste origini isolane e malgrado l’handicap fisico che l’affligge, proseguirà gli studi, sarà medico e proprio la sua esperienza di accoglienza e cura dei migranti le offrirà il dono più bello che le riempirà la vita. Altre figure si affiancano nel corso della narrazione, complementari e diversificate nei loro ruoli, contribuendo all’affresco di un mondo dove il vecchio e il nuovo, il tradizionale e l’inconsueto si alternano, si incrociano, si sovrappongono. La struttura dell’intreccio, in cui le immagini del presente precedono l’evocazione del passato, si gioca su una variazione di registri dove alla vicenda narrata si intercala il racconto fiabesco intitolato La fabbricante di stelle, una sorta di apologo dove l’apparente ingenuità dell’infanzia si


PASSA...PAROLE

#leggiconnoi A CURA DI Silvia Del Medico (per la Libreria Italiana)

Come nasce nasce questo romanzo? questo romanzo? L’idea del romanzo è inizialmente ispirata alla figura del medico lampedusano Pietro Bartolo. Tuttavia, ne ho voluto ribaltare il punto di vista: la mia protagonista è una donna, isolana e medico e deve conciliare la sua vita professionale con quella familiare. Allo stesso modo ho voluto mostrare la migrazione dalla parte di chi accoglie e di chi la vive quotidianamente: gli isolani. Con un salto retrospettivo si getta poi uno sguardo sulla vita sull’isola prima degli sbarchi, durante l’infanzia della protagonista, per poi tornare con un movimento circolare ai giorni nostri. L’Isola assume una valenza metaforica, uno spazio che rappresenta l’altrove: Lampedusa infatti non è mai nominata espressamente sebbene tutto ci porti a lei. Ritieni vi si possano individuare elementi di continuità rispetto ai tuoi precedenti libri? A me interessa indagare l’alterità sotto varie forme. Ho cominciato con racconti sul bilinguismo e sul biculturalismo per sfatarne miti e pregiudizi. Sono poi passata a narrare la migrazione, mettendo a confronto quella di ieri e di oggi, per poi arrivare a Il respiro dell’Isola che affronta tematiche legate al mondo femminile, la diversità di genere, ma anche il colore della pelle, la disabilità. Posso anche anticiparvi che il mio prossimo romanzo seguirà questo filo conduttore andando a scandagliare l’alterità e l’emarginazione della malattia mentale. (MLC)

riflette sul mondo speculare degli adulti. La gestione del testo, sapientemente costruito nel suo insieme, si avvale di una scrittura curata, scorrevole, coinvolgente, in cui la presenza del dialetto contribuisce a riprodurre le voci isolane nella loro autenticità e immediatezza. Non mancano riferimenti letterari colti e significativi, diretti e indiretti, tra cui Elsa Morante, Virginia Woolf, Ludovico Ariosto. Il libro ci invita a scoprire luoghi, atmosfere e personaggi inseriti in una realtà che ci interpella con i suoi drammi e con le sue speranze, ma soprattutto a saper guardare con lucidità dentro di noi, dove, come le isole, “ognuno ha il proprio mare”.

IL CLUB DEL LIBRO E DELLA TORTA DI BUCCE DI PATATA DI GUERNSEY Mary Ann Shaffer & Annie Borrows Editore Astoria - 17 euro Un romanzo epistolare che mostra il grande amore che gli abitanti dell’isola di Guernsey provano per la lettura. Ambientata nel 1946, la vicenda è raccontata attraverso la corrispondenza tra Juliet Ashton, giovane giornalista londinese di successo, e gli abitanti dell’isola di Guernsey, che si trova nel Canale della Manica. Tutto nasce dalla lettera che Dawsey, uno degli abitanti dell’isola, scrive a Juliet dopo aver letto un libro (acquistato di seconda mano) che la giornalista aveva venduto e sul quale appariva un appunto con il proprio nome. Da qui iniziano a scriversi, scoprendo di avere molti interessi in comune, e Juliet scopre così l’esistenza di questo bizzarro gruppo di lettura che diventa subito fonte di ispirazione per lei. Inizierà uno scambio epistolare con tutti i componenti del club, che racconteranno la loro vita, i loro rapporti e i loro sentimenti: il tutto ambientato alla fine dell’occupazione tedesca. Inizialmente la struttura epistolare un po’ spaventa e destabilizza, ma, una volta focalizzati i protagonisti, ci si affeziona a loro e ci si sente parte di questo gruppo che manifesta amore per i libri, affetto e lealtà, “conditi” da qualche invidia, gelosia e pettegolezzo. Un libro per chi vuole emozionarsi, sorridere e sentirsi parte di questo folle gruppo.

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ITALIA A TAVOLA

Angyalosi Beata/Shutterstock.com

TESTO Roberta Alberotanza

S

ono ormai più di 10 anni che la Maison des Associations ha lanciato uno straordinario progetto che ha ambiziosi obiettivi. Cuisine du monde è sostenuto da OLAI (Office Luxembourgeois de l’Accueil et de l’Intégration) e dal Ministero della Famiglia, dell’Integrazione e della Grande Région. Non si tratta di corsi di cucina, ma della possibilità di imparare usi, tradizioni e vita quotidiana dei numerosi Paesi che sono rappresentati a Lussemburgo, preparando piatti insieme alle perso-

Ricette, ma soprattutto storie, culture, tradizioni. Provenienti dai tanti Paesi che troviamo nel Lussemburgo. Da gustare tutti seduti, virtualmente, alla stessa tavola ne, tutte volontarie, che da quei Paesi provengono. Incontrare persone di origini diverse vuol dire stabilire con loro un vero dialogo interculturale e il mangiare insieme, dopo aver “fatto insieme”,

GLOSSAIRE (ordre alphabétique)

par Élisabeth Méhat

cottura (la) (du verbe cuocere, pp cotto) : la cuisson ; galla (venire a) : remonter à la surface ; grattugiato : râpé ; impasto (l’) : la pâte ; insieme a : avec (insieme : ensemble) ; motto (il) : la devise, le mot d’ordre ; ormai : désormais ; potremmo : nous pourrions (potremo : nous pourrons) ; pregiudizio (il) : le préjugé ; processo (il) : le processus (autre sens : le procès) ; qb (abrév. de quanto basta) : ce qu’il faut (donc selon le goût) ; raccogliere : cueillir, rassembler ; ragù (il) : la sauce à la viande ; rotolino (il) : le petit rouleau ; sedano (il) : le céleri ; soffriggere : faire revenir ; trattarsi : s’agir ; tritato ou macinato : haché ; tuorlo (il) (ou rosso) : le jaune d’oeuf.

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ITALIA A TAVOLA

LA CUCINA CI AIUTERÀ A LIBERARCI DAI PREGIUDIZI CHE POTREMMO AVERE VERSO QUELLO CHE NON CONOSCIAMO; CI AIUTERÀ A COSTRUIRE UNA SOCIETÀ PIÙ APERTA, ACCOGLIENTE E DINAMICA E A DIVENTARE ATTORI DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE che è il motto del progetto, ci fa sentire vicini ed aperti verso la ricchezza della diversità, una delle caratteristiche del Lussemburgo. Non importa se siamo uomini o donne o che età abbiamo o da quale Paese noi proveniamo: la cucina ci aiuterà a liberarci dai pregiudizi che potremmo avere verso quello che non conosciamo; ci aiuterà a costruire una società più aperta, accogliente e dinamica e a diventare attori del processo di integrazione. La cucina resta quindi il luogo ideale per incontrarsi, bevendo un buon bicchiere di vino, cucinando insieme e scoprendo l’altro. Sono state circa 2 000 le persone che ad oggi hanno partecipato a 60 serate. Per facilitare questa importantissima esperienza è stato pubblicato un libro, recentemente presentato al Festival des migrations, che raccoglie le ricette di 21 Paesi, ma sono state più di 50 le cucine presentate nel corso di questi 10 anni. Il libro è organizzato in antipasti, piatti principali e dessert. Per ogni ricetta si trova, oltre agli ingredienti e a come si realizza, la storia del piatto e anche una piccola biografia della persona che lo ha realizzato. Per l’Italia, Giacomina Danelutti, che abita a Lussemburgo dal 1963 ed è originaria del Friuli Venezia Giulia, ci presenta la sua ricetta di gnocchi al ragù. Non solo propone gli ingredienti, ma anche i suoi segreti per la realizzazione di questo gustosissimo piatto che non manca mai sulle tavole italiane.

GNOCCHI AL RAGÙ (ricetta per 4 persone) INGREDIENTI (per il ragù) 1 cipolla, 1 carota, 1 costa di sedano, 500 gr di macinato di bue, 150 gr di pancetta, ½ bicchiere di vino bianco, 1 bicchiere di latte, 400 gr di passata di pomodoro, 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, olio di oliva, burro sale e pepe nero qb

INGREDIENTI (per gli gnocchi) 1 kg di patate, 250 gr di farina, 2 tuorli d’uovo, sale qb

Foto: www.ilclubdellericette.it

PREPARAZIONE (della salsa) Dopo aver tagliato le verdure, le si fanno soffriggere con olio e burro per qualche minuto e poi si aggiunge la pancetta. In seguito anche la carne tritata e, dopo qualche minuto, il vino bianco, che si lascia evaporare. Per ultimo la passata di pomodoro e il concentrato. Al termine della cottura (almeno 1 ora a fuoco lento), si aggiungono sale, pepe e il bicchiere di latte.

PREPARAZIONE (degli gnocchi)

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Dopo aver fatto bollire le patate, ancora calde si passano allo schiacciapatate, si lasciano raffreddare, si aggiunge la farina, i 2 rossi d’uovo e il sale. Si lavora l’impasto con le mani e si fanno dei rotolini. Si tagliano in pezzetti lunghi circa 1 cm e vi si passa sopra una forchetta per dar loro la forma. Si cuociono in acqua bollente salata e sono pronti quando vengono a galla. Si aggiunge la salsa e il formaggio grattugiato prima di servirli.

www.maisondesassociations.lu MAGGIO 2020 - PassaParola Magazine - 33


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ITALIA GIOVANE

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TESTO Mariagrazia Ciliberto

Sono l’incubo di tutti i bimbi, ma qualche trucco simpatico per impararle più in fretta e più facilmente c’è. Scopriamolo insieme LA RIPETIZIONE Leggi la prima tavola pitagorica, pronunciala ad alta voce e ripetila finché riesci a farlo senza guardare il foglio. Poi potrai leggere la tabellina del 2 e del 3; una volta arrivato a quella del 10, ripetile tutte di seguito. Se non riesci a farlo, ricomincia da capo. Fai una pausa per tenere la mente fresca; una passeggiata è l’ideale per rilassare il cervello e per poter fissare quello che hai imparato nella memoria a lungo termine. Per studiare bene: niente TV, niente cellulare e nessuna distrazione. DIVIDIAMO GLI SFORZI Chiedi la collaborazione di un compagno di studio e alternate i ruoli: lui sarà il maestro e tu l’allievo e viceversa. FAI DA TE Cosa serve: barattolo di vetro, foglietti di carta, penna, forbici. Taglia dei foglietti di 4x4 cm ciascuno, scrivi su ogni foglietto una moltiplicazione, su alcuni biglietti scrivi bonus e su altri penalty, piega i biglietti e mettili nel barattolo e mescola. Ogni giocatore pesca un bigliettino, lo apre e deve dire il

risultato. Chi risponde esattamente si tiene il biglietto, chi sbaglia o non sa rispondere deve ripiegare il biglietto e rimetterlo nel barattolo. Se nel biglietto c’è scritto bonus il giocatore può ripescare un altro foglietto e tenerlo per sé senza comunicare il risultato. Se invece trova penalty deve recitare per intero tutta la tabellina scelta dal suo avversario. Alla fine, vince chi ha guadagnato più bigliettini. COLLAGE Bastano 10 fogli di carta e una stampante per creare un bel collage con le tabelline. Le appenderai al muro e avendole sempre sott’occhio le memorizzerai senza accorgertene. NUMERI IN RIMA Inventa le rime che possano dare musica alle tabelline e far sorridere chi ti ascolta. Le parole fanno rima quando le parti finali e il loro suono sono uguali. 3x3 = 9: niente si muove 3x9 = 27: mi mangio le pizzette 4x6 = 24: ho le pulci e mi gratto 4x7= 28: mi mangio un bel biscotto 6x6 = 36: che asino che sei. MAGGIO 2020 - PassaParola Magazine - 35


GRANDE SCHERMO TESTO Elisa Cutullè

Attore, regista, sceneggiatore: Grieco vanta una lunga esperienza nei media. Lo abbiamo incontrato all’edizione 2019 del Festival del Cinema Italiano di Villerupt (Francia), dove ha presentato il suo film Notarangelo-Ladro di Anime

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VIAGGI… IN PELLICOLA! Domenico Notarangelo era ufficialmente un politico e un giornalista, ma nutriva una grandissima passione per la fotografia, pur non avendo mai viaggiato per il mondo. Le sue oltre 100 000 fotografie si concentrano sulla terra a cui apparteneva: Puglia e Basilicata.

IL REGISTA David Grieco, regista, sceneggiatore, attore e giornalista italiano, ha mosso i primi passi nel mondo del cinema come assistente di Bernardo Bertolucci e Pier Paolo Pasolini. In seguito, ha lavorato come giornalista per L’Unità oltre che come produttore esecutivo e sceneggiatore.

36 - PassaParola Magazine - MAGGIO 2020

erché è così importante questo documentario? Ci tengo tanto perché io sono andato a Matera, per la prima volta in vita mia, circa 4 anni fa, quando feci un’anteprima del film sulla morte di Pasolini (La macchinazione). In quell’occasione conobbi Beppe Notarangelo, il figlio di Domenico Notarangelo (collaboratore de L’Unità, nonché fotografo del set de Il vangelo secondo Matteo di Pasolini). Il figlio mi disse che il padre stava poco bene, ma che avrebbe avuto piacere di incontrarmi. In quell’occasione, a causa degli impegni, non riuscii a vederlo, ma lo feci due mesi dopo. A quel punto Domenico Notarangelo era già in ospedale, cosa che però non lo trattenne dal ricevermi. E fu proprio in quell’occasione che lui mi chiese aiuto per il progetto di mettere ordine nel lavoro di una vita. Fu questo l’inizio del mio documentario che mi portò, per tre anni, ad andare e venire da Matera finché il lavoro non fu pronto. Qual è stata la tua sfida più grande con questo film? È stata, forse, la sfida più difficile della mia vita. Notarangelo è morto poco dopo la conversazione in ospedale. Io ho detto ai figli che avremmo provato a fare il documentario, ma che avrei avuto bisogno dell’aiuto di tutti quanti. Anche due dei miei figli (tra cui Manuel, montatore straordinario) mi hanno dato una mano. Ho sempre ripetuto ai figli di Notarangelo che non dovevamo sbagliare, perché il padre aveva fatto un lavoro incredibile. Nei tre anni di lavoro abbiamo fatto errori diverse volte, ma ce ne siamo sempre resi conto in tempo. Alla fine il documentario è diventato quasi un film, perché contiene la drammaturgia della vita di Notarangelo.


GRANDE SCHERMO

A CURA DI Sara Di Iorio

Dall’incontro magico tra due personaggi eclettici e brillanti del panorama italiano nasce un documentario che ci porta in viaggio tra i Sassi di Matera, le tradizioni ancestrali della nostra cultura e i volti delle “anime” catturati dagli scatti di Domenico Notarangelo, giornalista, dirigente politico e fotografo del calibro di Henri Cartier-Bresson e Sebastião Salgado, il quale ha scelto, a differenza loro, di restare nella sua terra per dare voce alle sue origini e alle persone che ne costituiscono l’identità. Personaggio poliedrico, pugliese di nascita e lucano d’adozione, ha fatto di Matera, dei suoi Sassi e della sua gente l’oggetto della propria missione di vita; quella, cioè, di immortalare la società che lui stesso stava vedendo evolvere e sparire, cancellata dalla vergogna della povertà e dalla nuova ideologia di benessere che si stava sviluppando.

“LA CULTURA È L’ANIMA DI UN POPOLO, SENZA SAREMMO DELLE RADICI SECCHE” (DOMENICO NOTARANGELO) La pensava come lui anche Pier Paolo Pasolini che, folgorato dalla forza espressiva di quelle immagini e di quei luoghi, decise di collaborare con Domenico, Mimì per gli amici, e di girare proprio lì il suo Vangelo secondo Matteo. Il regista David Grieco capisce il valore di questo prezioso archivio dal taglio politico e sociale raccolto da Notarangelo in più di mezzo secolo di attività, ne eredita il fine ultimo e si impegna a proteggerne e diffonderne la testimonianza. Uno sguardo sulla civiltà contadina e il ruolo fondamentale della solidarietà,

Notarangelo mostra la macchina fotografica con la quale scattò le foto a Pasolini durante le riprese del film “Il Vangelo secondo Matteo”, 1964

un profondo attaccamento alla cultura della paesanità e la consapevolezza che la memoria è una conquista umana, patrimonio da tutelare. Ecco il risultato di una vita impregnata di arte e di un’arte impregnata di vita. Tanti ricordi tratti da brani della biografia di Mimì ed emozioni: il tutto raccontato da una voce speciale, la cui identità ci viene rivelata solo alla fine.


ARTE TESTO Dominga Palmisano (*)

LA PANDEMIA NELL’ARTE Una carrellata dal Medioevo ai giorni nostri, dalle pestilenze del passato al Covid-19. Per capire come l’arte ha risposto in maniera iconografica al dramma sanitario

C

ronache dell’anno 2020: il mondo piomba inaspettatamente in un’esperienza che molti definiscono ai confini della realtà. Un viaggio nella storia dell’arte ci riporta alla realtà dei fatti: pandemie, epidemie, pestilenze hanno sempre fatto parte della vita dell’uomo e a raccontarcelo sono i pittori del passato. Le rappresentazioni della pandemia seguono due grandi filoni tematici: le immagini devozionali e scaramantiche e le immagini documentali. Tra le opere afferenti alla prima area tematica vi sono le innumerevoli rappresentazioni di

Il trionfo della morte, Autore sconosciuto Palazzo regionale Abatellis, Palermo

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san Rocco, il santo protettore che guarisce dalla peste e allontana le epidemie. Fu contagiato (e “confinato”) nel 1371. La sua sopravvivenza fu garantita da un cane che rubava il pane alla mensa del suo padrone per sfamare il santo e che leccava le sue ferite per guarirlo. La devozione per san Rocco è vivissima e la sua effigie è portata in processione in numerosi centri italiani, che lo hanno scelto come santo protettore. Ma la rappresentazione delle epidemie ha avuto anche mirabili esempi di indugio da parte del pittore sulle crude immagini del dolore, della disperazione, con un forte senso documentale. Già a partire dal 1300 la rappresentazione di scene denominate “il trionfo della morte’’ diventano comuni nelle chiese con uno scopo devozionale, ma anche documentaristico delle pestilenze e delle epidemie; un sorta di racconto per immagini degli effetti della peste. Uno fra tutti è l’affresco conservato nel palazzo regionale Abatellis di Palermo, dove nulla è nascosto della potenza della malattia. I cadaveri sono in primo piano mentre su tutto troneggia “la morte’’ a cavallo. Anche il Tintoretto nel 1549 riprende il tema della peste del 1300 nel grandissimo olio su tela nella Chiesa di San Rocco a Venezia. L’opera gigantesca descrive il momento in cui san Rocco fa visita agli appestati. Artisti di grande calibro hanno rappresentanto anche la peste nel XVII secolo, come, ad esempio, Luca Giordano che nell’opera intitolata Largo di Mercatello durante la peste del 1656 si sofferma su un episodio di pestilenza nella Napoli secentesca. Giordano aveva visto i cadaveri per strada e si era ricordato di questi


ARTE

L’amore ai tempi del Covid-19 TvBoy, Milano

Milo Manara

Dilagante, Vanni Cuoghi

ultimi quando gli fu commissionata l’opera. Si arriva così ai nostri giorni, con questa epidemia che c’è, ma non si vede, è onnipresente, visivamente, grazie anche alla moltiplicazione dei mezzi artistici e divulgativi. La sua rappresentazione non è postuma come nel passato, ma è contemporanea al suo sviluppo. E ancora una volta l’arte risponde a questo richiamo, non più col suo vaJacopo Tintoretto, San Rocco risana gli appestati, 1549 lore documentale, ma con alVenezia, Chiesa di San Rocco tri significati: l’ironia, come nel murales L’amore ai tempi del Covid-19, in cui il bacio di Hayez viene traformato l’attualità e lanciando un monito chiaro: il virus si in un bacio con mascherina e amuchina dal sarcastico sconfigge solo se tutti i Paesi prenderanno su di sé TvBoy; un omaggio, come quello di Milo Manara, con una parte di responsabilità. l’immagine di un’infermiera che è pronta alla lotta di Lo fa, ad esempio, con Dilagante, l’immagine in cui fronte al gigantesco virus. Lei non arretra, non lascia utilizza il simbolo della superstizione, il gatto nero. spazio al contagio. Un immenso tributo a chi lotta per Il suo messaggio è forte e chiaro: questa epidemia è tutti contro il virus, ma anche alla forza delle donne, pericolosa, dilagante appunto, nata dalla Cina, ma arsoggetto preferito del grande fumettista. L’arte oggi rivata ovunque, come la pittura rossa fuoriuscita dal si mette anche al servizio della campagna Io resto a barattolo. Ma questo non significa che essa è cinese, casa, come testimonia il collage Sweet Home di Nello né italiana, ma appartiene a tutti e solo insieme potrà Petrucci, che invita a restare a casa usando l’iconica essere sconfitta. famiglia Simpson. Concludiamo con il messaggio socio-politico di Vanni Cuoghi, che pubblica sui social i (*) Storica dell’arte, specializzata in storia dell’arte contemporanea e storia del cinema suoi acquerelli in formato cartolina, documentando MAGGIO 2020 - PassaParola Magazine - 39


ARCHITETTURA TESTO Virginia Rossello (*)

ARTE

ARCHITETTURA

Insieme per la riqualificazione urbana Il veloce mutare delle città, dal punto di vista fisico, economico e sociale, fa emergere l’esigenza di dotarsi di strumenti diversi. Che possano rispondere alle esigenze di maggiore vivibilità degli spazi pubblici, di riqualificazione e trasformazione urbana

L’

arte, così come la città, è in continuo mutamento e l’artista è invitato a leggere e interpretare il contesto, entrando in piazze, strade e luoghi pubblici, per collaborare al fianco di progettisti con l’obiettivo di neutralizzare i vuoti urbani e di sostituirli con luoghi di conoscenza, servizio e tempo libero. Molteplici i casi che dimostrano che l’arte diventa una vera e propria strategia urbana con l’obiettivo di aumentare la qualità di vita dei cittadini e creare relazioni con realtà pubbliche e istituzionali. In Italia un esempio di riuscita è l’ex quartiere malfamato di Librino, a Catania, dove è stata realizzata la

IN ITALIA UN ESEMPIO DI RIUSCITA È L’EX QUARTIERE MALFAMATO DI LIBRINO, A CATANIA, DOVE È STATA REALIZZATA LA PIÙ GRANDE SCULTURA IN TERRACOTTA AL MONDO

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più grande scultura in terracotta al mondo, formata da 9 000 formelle in argilla per un totale di 12 opere monumentali. La Porta della Bellezza, titolo dell’opera, diviene la coscienza dell’identità di un luogo e dei suoi abitanti, con il coinvolgimento di 9 scuole del quartiere e oltre diecimila allievi. I 20 artisti internazionali coinvolti hanno lavorato per più di 2 anni con i ragazzi, divenuti i “giovani autori”, con lo scopo di renderli protagonisti di un percorso artistico-etico di cambiamento della storia del quartiere. Un altro dei tanti begli esempi di intervento a scala urbana è in Messico, nella comunità di Palmitas, nella poverissima città di Pachuca, dove il consiglio comuna-


ARCHITETTURA

MONUMENTO AD ARCHIMEDE Un altro esempio di opera vivibile è il progetto vincitore del concorso europeo per celebrare il genio siracusano. In una zona urbana, prima inutilizzata, un nuovo punto di incontro con i cittadini fa conoscere Archimede attraverso uno Stomachion gigante (lo stomachion è il puzzle più antico al mondo, attribuito appunto al celebre architetto dell’antichità, ndr), con volumi che fungono da sedute contenenti i simboli del Corpus Archimedeo. Il risultato è un luogo di convivenza tra architettura e scultura, dove i visitatori possono incontrare l’illustre concittadino, rappresentato dallo scultore Pietro Marchese, lo stesso artista che ha partecipato alla Porta della Bellezza e che è spesso coinvolto in opere pubbliche a carattere sociale. (VR)

le e gli abitanti hanno dato vita al progetto Pachuca Se Pinta, attivando e integrando socialmente la comunità per la realizzazione del più grande murales del Messico, che ha caratterizzato e reso nota così l’intera cittadina. Gli artisti vengono chiamati oggi a trasformare l’ambiente urbano per contribuire a far emergere i desideri e le problematiche de-

gli abitanti con interventi che rendono l’arte fruibile finalmente da tutti e non, come in passato, quando era il privilegio di pochi. (*) Matching Architecture architect.virginiarossello@gmail.com www.virginiarossello.com

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TECNOLOGIA TESTO Ignazio Binanti (*)

Arduino

COSTI CONTENUTI E GRANDI PRESTAZIONI

Un piccolo (grande) miracolo della tecnologia moderna prende il nome da un nobile italiano del Medioevo ed è utilissimo per i giovani d’oggi

A

rduino è stato marchese d’Ivrea dal 990 al 999 e poi re d’Italia dal 1002 al 1014. L’Interaction Design Institute di Ivrea, per consentire agli studenti la costruzione di prototipi a basso costo, ha promosso nel 2005 un progetto per la creazione di una piattaforma di sperimentazione elettronica open-source. Il risultato è un piccolo computer chiamato Arduino (in omaggio al nobile personaggio che la città piemontese vanta, ndr). Tutto il mondo usa “Arduino” per consentire ai ragazzi un

IL PREZZO DEL PROTOTIPO VARIA DA 5 A 20 EURO primo facile ed economico passo verso l’elettronica. Stime recenti danno per certo più di 50 milioni di Arduino venduti nel mondo, contando anche la miriade di cloni facilmente costruibili grazie al fatto che tutto il progetto è disponibile open source. Per “facile” si intende utilizzabile da tutti. Nessuna conoscenza di elettronica né di programmazione è richiesta per cominciare, in poche ore, a creare semplici applicazioni. Ad esempio: leggere la pressione di un tasto, la temperatura di un ambiente, accendere un LED, inviare un messaggio su Telegram, scrivere su un display alfanumerico o effettuare una combi-

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nazione di tutte queste funzioni. Con un po’ più di esperienza possiamo costruirci una stampante 3D, aggiungere effetti speciali ai nostri abiti (version wearable) o controllare la nostra abitazione (IoT, domotica). “Economico” vuol dire circa 5 euro nella versione meno cara e “nano” (comprese le spese di spedizione!) e 20 euro nella versione più costosa. Il miracolo di un prezzo così basso è stato possibile grazie alla comparsa di microcontrollori di basso costo, come l’ATMEL 328, utilizzati letteralmente ovunque o prodotti su vasta scala. Il prezzo si è ridotto così tanto da aver permesso la creazione di una piattaforma come l’Arduino a prezzi popolari. Negli ultimi 15 anni Arduino è stato utilizzato da studenti, hobbisti, programmatori, artisti. (*) Ingegnere elettronico, membro di Level2.lu ignazio.binanti@gmail.com


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Veneto Treviso

CASA RESPIRO Accoglie e coinvolge nella cura dell’orto persone con disagi psichici.

Lazio Ladispoli CENTRO “SANTI MARIO, MARTA E FIGLI”

Sostiene i più poveri con mensa e cure mediche.

Sicilia Agrigento

RESTAURO CATTEDRALE Ha restituito il Duomo, un gioiello di architettura risalente all’XI secolo, alla sua comunità.

Ripartizione 8xmille 2019 (mln Euro) ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE OPERE DI CARITÀ IN ITALIA E NEL TERZO MONDO SOSTENTAMENTO DEL CLERO

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FEDE & DINTORNI TESTO Alberto Fabio Ambrosio

MARIA come donna del CRISTIANESIMO Ritratto e considerazioni intorno a una figura che, ingiustamente, la Chiesa ha spesso relegato a un ruolo secondario, discriminandone soprattutto l’accezione umana e femminile

M

ese di maggio, mese di Maria, cioè della Madonna, cioè della Madre di Dio. Maria è detta dai Cristiani Madre di Dio perché è stata madre di Cristo, Figlio di Dio. Forse è per questo motivo che il modello della madre ha avuto così tanta importanza nel Cristianesimo e forse è una delle ragioni per cui il modello di donna perfetto, rappresentato, è quello della mamma. Ed è per questo che, volendo riformare il proprio pensiero sulla donna come madre (ispirato al femminismo), alcuni hanno tralasciato completamente la devozione a Maria e al ruolo che ha assunto nel Mistero cristiano. Certo non si può non far riferimento all’importanza del movimento femminista che ha rimesso molto in questione numerosi presupposti dati per scontati nella società “patriarcale”, dando più risalto all’essere donna senza includere necessariamente l’idea della maternità. Semplificando, da un lato il Cristianesimo non ha favorito il ruolo della donna al di fuori di un quadro puramente familiare, dall’altro, sempre una nuova visione del Cristianesimo, dopo il Concilio Vaticano II, modellato sul femminismo, ha voluto in qualche modo tralasciare Maria, in quanto identificata al modello esclusivo di madre e donna nella Chiesa. Tra le due posizioni un po’ estreme vi è la realtà: Maria è Madre del Cristo e quindi di Dio, quindi una madre tutta particolare e degna di una devozione speciale. Ricordo anche che a Maria si deve una “super-devozione”, chiamata con la terminologia che viene dal greco: iper-dulia (la dulia rivolta ai santi è la semplice devozione). Ecco quindi che alla Madonna si può dedicare un culto speciale perché Madre di Dio, eppure Maria è prima di tutto donna, una donna con tutto quel che può significare questo termine. Il Vangelo, se lo si studia con lucidità, lo lascia trasparire. Anche pren-

Annunciazione di Recanati - Lorenzo Lotto, 1534

MARIA, DICE IL VANGELO, EBBE PAURA dendo solo l’evento dell’Annunciazione (cioè quando l’Angelo Gabriele apparve alla Madonna per annunciarle che lei avrebbe accolto in grembo suo l’Emmanuele), Maria, dice il Vangelo, ebbe paura. Non che le donne abbiano paura, ma Maria è un essere umano, che ha percepito tutte le sfumature dei sentimenti, della fatica e delle gioie e magari anche dei limiti degli uomini (maschi), con la propria intelligenza. E che dire della situazione che, come promessa sposa di Giuseppe, ha dovuto vivere, lei che ha accolto la volontà di Dio di diventare la Madre del Cristo?! E tutte le peripezie che ha dovuto vivere per compiere quella volontà, non le ha forse vissute prima di tutto e semplicemente nel suo essere donna?! Forse lo si dimentica troppo spesso, o meglio forse lo dimentica una Chiesa che è più espressione di una parola maschile che di quella femminile. Guarda caso, chi scrive questo articolo è un uomo. Se questo serve però a indicare che Maria è prima di tutto donna, allora non importa da chi è scritto. Però preferirei, sinceramente, leggere molti più testi di teologia, e di teologia di Maria, scritti da donne. MAGGIO 2020 - PassaParola Magazine - 45


INTERESSANT! TESTO Remo Ceccarelli

TATA Photo © Cathy Giorgetti

2°° PUN

D

opo i ruspanti Éisleker, analizziamo gli abitanti della capitale o Stater. Ebbene sì, il cliché del capitolino è applicabile anche al Granducato. Come il parigino, indossa con innata arroganza, che non si cura minimamente di celare, un bel vestitino cucito con

Seconda tappa del nostro viaggio fra curiosità e stereotipi del Granducato. Questa volta parliamo della capitale spocchia e superiorità. Gli Stater si autoproclamano l’ombelico del Paese (de Nuebel vum Land) e la rete delle autostrade dà ragione a loro, dato che portano tutte a Rom... ehm, a Lussemburgo, scusate l’italico lapsus! È vero, gli in-

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troiti statali frutto del PIB nazionale sono sempre finiti alla città di Lussemburgo, lasciando briciole al resto del territorio, anche quando nascevano nel sottosuolo del Minett. Tanto lì vivono solo quei rozzi del


INTERESSANT!

bacino minerario, i Minettsdäpp, termine che spiegherò nella puntata che li (e mi) riguarda. Anzi, ormai è l’ex bacino minerario, pieno di assistiti, appena meno peggio degli abitanti della Lorena, gli Heckefransousen, che letteralmente significa “i francesi d’oltresiepe’’, termine dispregiativo che risale, pare, ai tempi dell’assedio di Thionville, durante la Guerra dei Trent’anni. Sono indispensabili per l’economia e il sistema sanitario, come ben sappiamo ora?! “Fregazero’’ al capitolino, anche se il suo modo di parlare è farcito

COME IL PARIGINO, INDOSSA CON INNATA ARROGANZA, CHE NON SI CURA MINIMAMENTE DI CELARE, UN BEL VESTITINO CUCITO CON SPOCCHIA E SUPERIORITÀ di francesismi per addolcire artificiosamente i suoni gutturali delle versioni più germanofone della lingua del resto del Paese. D’altronde, lui abita l’unica città della nazione, chiamata solo Stad, “città” appunto! Sopra Mersch inizia l’Éislek, pieno di paesini di campagna pieni di letame (nëmme Baurendierfer voller Mëscht), ma talmente tanto da doverlo dire due volte (vedi cartina, ndr). Quelli della punta estrema abitano, poi, dem Hond hannen, metafora colorita, traducibile (scusandomi) con “culandia”. Del Nord si salva la nota Sprangprëssessioun, il castello di Vianden (Vei-

ner Schlass, Victor Hugo oblige, n’est-ce pas?), il lago artificiale di Esch-sur-Sûre (Stausee) e so-

IL SUO MODO DI PARLARE È FARCITO DI FRANCESISMI PER ADDOLCIRE ARTIFICIOSAMENTE I SUONI GUTTURALI DELLE VERSIONI PIÙ GERMANOFONE DELLA LINGUA DEL RESTO DEL PAESE

prattutto L’Inouï di Redange, un café-théâtre e “bluesbar’’ molto in voga dal 2000 al 2013 negli ambienti bourgeois-bohème (i famosi bobo) della capitale, tipici elettori facoltosi in Birkenstock e bicicletta dei Verdi. E poi c’è l’Est, che fornisce Champagne e gite fluviali sulla Marie-Astrid ai bobo e, al popolino, i mobili a basso prezzo di Möbel Martin nei pressi di Trier, città che per la sua storia gode di un certo rispetto.

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OROSCOPO TESTO Federico Bolognesi

Sotto un cielo dominato dagli elementi Aria e Terra, maggio sarà sospeso fra la necessità di progettare e il desiderio di evadere, mai come ora, un po’, lasciando da parte le preoccupazioni della vita quotidiana

22 maggio 21 giugno

22 giugno 22 luglio

23 luglio 23 agosto

24 agosto 22 settembre

Un cielo che si sta schiarendo, parecchio interessante soprattutto nei primi e negli ultimi giorni del mese. Focalizzarsi sulla sfera pratica e lavorativa potrebbe essere una buona idea, poiché saranno ambiti molto stimolati dagli aspetti planetari. Nonostante piccoli contrattempi di natura pratica, se saprete organizzarvi e restare lucidi, maggio potrebbe essere un mese molto stimolante. Mettete da parte la pigrizia nella seconda parte del mese.

La prima parte di maggio si prospetta alquanto stancante e, per i nati in luglio, ancor più opaca, messi sotto torchio da un Saturno ostico. Per il resto, però, già dalla parte centrale del mese il cielo si fa molto più interessante e stimolante, con una Venere stupenda che vi infonde fascino e carisma e degli ottimi aspetti che rinvigoriranno la vostra motivazione in ambito professionale. Un mese, quindi, che vi offre orizzonti interessanti.

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VERGINE

Si respira aria frizzante e sbarazzina dalle vostre parti, soprattutto nella seconda parte del mese. Sarete abbastanza presi dalla sfera affettiva, circondati da mille stimoli e situazioni interessanti. Anche l’ambito lavorativo, nei giorni centrali del mese, è dalla vostra. È il momento di costruire qualcosa, iniziare un progetto e focalizzarsi sull’essenziale, specie per i nati in maggio. Dal 14 in poi un po’ di stanchezza, ma molta vitalità.

LEONE

La prima parte del mese si rivela molto stimolante, soprattutto dal punto di vista intellettuale e pratico, anche se una certa stanchezza fisica e il calo energetico potrebbero spingervi a cadere nella vostra tentazione principale: la pigrizia latente. È invece un buon momento per essere propositivi, poiché Saturno ostile rallenta il raggiungimento degli obiettivi, soprattutto ai nati in aprile: agire è quindi più che mai necessario.

CANCRO

Con Saturno dalla vostra e un cielo finalmente quasi sgombro di nubi, maggio è il mese giusto per scrivere un “nuovo inizio’’. Più estroversi e affascinanti del solito, saprete tessere una rete sociale che potrebbe portarvi dei benefici a medio termine. I nati a fine segno sentono un po’ di più la stanchezza e il vostro inconscio potrebbe inviare dei segnali che non potrete più ignorare. Aria frizzante sotto le lenzuola.

Maggio conferma la vostra primavera sottotono: oltre a Venere nervosa tutto il mese, infatti, la seconda parte di maggio si prospetta un po’ più in salita della prima, soprattutto a causa di una scarsa vitalità e alla tendenza di chiudervi in voi stessi. E la vostra mente, sempre organizzata, sarà talvolta in balia di piccole preoccupazioni. In un contesto come questo, quindi, tanto vale concentrarsi sull’essenziale e rimandare le decisioni importanti.

Yury Bobryk /Shutterstock.com

GEMELLI

21 aprile 21 maggio

TORO

ARIETE

21 marzo 20 aprile


22 dicembre 20 gennaio

Dopo un aprile variabile maggio scorre più tranquillo, soprattutto nella prima parte del mese, ideale per risolvere una questione in ambito lavorativo. Col passare dei giorni anche la vostra vitalità aumenta, con un bel Marte che vi spinge a riattivarvi per l’arrivo della bella stagione. I nati negli ultimi giorni del segno saranno spinti a una maggiore introspezione per trarre il meglio dagli ultimi mesi trascorsi. Finanze salde e bella Luna Piena il 7.

Maggio non è certo il vostro mese preferito e la prima metà del mese sembra confermare la regola, mostrandosi alquanto faticosa, irritante e in salita. Con lo scorrere dei giorni, però, l’atmosfera si fa più leggera, soprattutto se punterete sul recupero delle energie e se incanalerete il vostro innato intuito verso qualcosa che possa farvi stare bene, soprattutto a livello fisico. Per evitare tensioni in famiglia cercate di fare buon viso a cattivo gioco.

SAGITTARIO

23 ottobre 22 novembre

23 novembre 21 dicembre

Nubi all’orizzonte e mancanza di terra sotto i piedi: così vi sentirete, nonostante maggio non sia all’insegna di un cielo troppo negativo. Qualche aspetto planetario dissonante, soprattutto Venere opposta, creano in voi un senso di spaesamento e qualche vostra marachella potrebbe riaffiorare dal passato. Dopo una prima parte del mese buona a livello energetico, la seconda si fa più stancante e demotivante, anche a livello intellettuale.

21 gennaio 19 febbraio

20 febbraio 20 marzo

PESCI

Tranne Giove e Plutone, da tempo ostili, il cielo di maggio è decisamente interessante e stimolante sotto molti punti di vista: a una sferzata di vitalità nella prima parte del mese, infatti, si aggiunge un ritrovato equilibrio via via che il mese scorre; il tutto contornato da una Venere leggera che vi affianca e sostiene tutto il mese, insistendo sul vostro senso estetico e aiutandovi nella ricerca del bello. Favoriti i chiarimenti in famiglia.

SCORPIONE

23 settembre 22 ottobre

ACQUARIO

BILANCIA

I PIANETI

SOLE Positivo: energia, propositività, espressione del sé. Negativo: blocco energetico, difficoltà a esprimersi. LUNA Positiva: sensibilità, intuito, romanticismo. Negativa: illusioni, umoralità, instabilità. MERCURIO Positivo: comunicatività, intuito, lucidità. Negativo: ambivalenza, rallentamento, perdersi nei dettagli. VENERE Positiva: fascino, fortuna, benessere. Negativa: tentazione, volubilità, pigrizia. MARTE Positivo: energia, vitalità, audacia. Negativo: aggressività, impulsività, rabbia. GIOVE Positivo: fortuna, ottimismo, occasioni. Negativo: ingenuità, inesperienza, superbia. SATURNO Positivo: costruzione, tenacia, ambizione. Negativo: blocco, rallentamento, dovere. URANO Positivo: cambiamenti, originalità, creatività. Negativo: polemica, distruzione, disfare. NETTUNO Positivo: spiritualità, creatività, sensibilità. Negativo: illusioni, perdersi, inconcludenza. PLUTONE Positivo: Profondità, analisi, energia psichica. Negativo: vendetta, ambivalenza, rallentamento.

CAPRICORNO

Katja Gerasimova / Shutterstock.com

OROSCOPO

Nonostante i soliti pianeti ostili che arrivano ogni mese di maggio, il cielo è davvero dalla vostra. I nati in gennaio, con un bel Saturno costruttivo, sentiranno una nuova iniezione di razionalità ed efficienza mentale. Venere, splendida per tutto il mese, vi scalda il cuore e sarete irresistibilmente affascinanti e brillanti. Nella prima parte del mese sfruttate Marte nel segno per rimettervi in forma, per poi dedicarvi al lavoro dall’11 in poi.

Nonostante Venere e Mercurio vi “disturbino”, avrete qualche carta da giocare nel vostro cielo e potrete vivere un maggio interessante seppur non privo di piccole difficoltà. La seconda parte del mese, specie fra il 14 e il 21, è un buon momento per sfruttare l’ondata di energia che sentirete arrivare. Attenzione a umore e cuore, che faranno un po’ i capricci e anche la sfera lavorativa sarà costellata da una scarsa concentrazione, soprattutto nella seconda parte del mese.

MAGGIO 2020 - PassaParola Magazine - 49


AGENDA

SIAMO SU

LA MEMORIA È TESORO E CUSTODE DI TUTTE LE COSE (CICERONE)

A CURA DI Paola Cairo Erano (e sono) sei meraviglie. Sei città italiane candidate a Capitale della Cultura per il 2019. Sappiamo tutti che ha vinto Matera, la città dei Sassi. Ma vale la pena ricordare le altre finaliste italiane. Soprattutto in un momento come questo, in cui è forte la voglia di rientrare nel nostro Paese per riabbracciare i nostri cari e fermarsi a scoprire o riscoprire le bellezze infinite della nostra Italia. Cagliari, dalle oasi naturalistiche e le lagune uniche in Europa. Ravenna, la capitale bizantina del mosaico, luogo d’arte e di cultura, già Patrimonio Unesco. Perugia, dove, oltre ai luoghi di San Francesco d’Assisi, sono celebri anche il Festival del Jazz, quello del giornalismo ed Eurochocolate. Lecce e Brindisi, “città-ponti” sul Mediterraneo e di dialogo con i Balcani, l’Oriente e il Sud del Mondo. E, non ultima, Siena, circondata dagli ulivi e dai vigneti del Chianti. Le sei meraviglie ce le avevano raccontate le nostre collaboratrici Federica Matalone ed Emira Boasi sul numero di PassaParola Magazine del novembre 2014. Per ora chiudiamo gli occhi e sogniamo. Ma siamo pronti a ripartire!

Per rileggere l’articolo:

https://issuu.com/passaparolaluxembourg/docs/pp_nov2014 50 - PassaParola Magazine - MAGGIO 2020

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AGENDA r.it

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CHIOCCIOLINA A CURA DI Cinzia Regalbuto

A SCUOLA... DIMMI COME MANGI! Nato nel 2015 come movimento spontaneo di genitori, il sito Foodinsider.it è diventato oggi un network internazionale che esporta in tutta Europa le migliori pratiche in campo alimentare. L’Osservatorio nasce dall’idea di pubblicare e diffondere il “questionariomenù a punti’’ sviluppato da due assistenti sanitarie dell’ASL2 di Milano e elaborato per valutare la qualità e l’esatto equilibrio nutrizionale dei pasti nelle mense scolastiche nell’hinterland Milanese. Prevede una serie di domande con relative opzioni di risposta, ognuna di esse corrispondente a un punteggio. La totalità dei punti ottenuti determina la qualità del menù (insufficiente, sufficiente, buono). Un lavoro di sinergia fra genitori, amministrazioni locali e commissari di mensa. Quest’ultimi sono figure riconosciute all’interno delle Linee d’indirizzo nazionale della ristorazione scolastica, in-

serite fra gli “attori” del servizio, insieme al Comune e al fornitore del servizio stesso, in qualità di organi di rappresentanza. Un sito per conoscere da vicino il “TripAdvisor delle mense scolastiche”, con i pregi e i difetti dei menù, per sapere quali sono i Comuni più virtuosi e non solo.


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Una pandemia senza cura, che si perde nella notte dei tempi. E che molti aspettano già dalla “fase 2’’…

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l Coronavirus ha temporaneamente arginato l’altra pandemia del nostro tempo, il “Corna-Virus’’, che con la fine della clausura vivrà un nuovo picco. Chiariamo subito che in questo caso la quarantena, per sé e il partner, non è una soluzione bensì un reato che si chiama sequestro di persona. In più non è stato trovato né vaccino né test per questo virus, che quindi produce una grande quantità di individui asintomatici. La condizione di asintomatico comporta vantaggi e svantaggi: i vantaggi risiedono principalmente nel fatto che il cornuto senza sintomi vive beatamente nell’inconsapevolezza e continua la sua vita di coppia come se nulla fosse. Lo svantaggio sta soprattutto nel cadere nel ridicolo non cogliendo i segnali della sua positività al Corna-Virus. Si va da Luigi/calcetto,

NON È STATO TROVATO NÉ VACCINO NÉ TEST PER QUESTO “VIRUS”, CHE QUINDI PRODUCE UNA GRANDE QUANTITÀ DI INDIVIDUI ASINTOMATICI che scrive “Tesoro ieri è stato bellissimo”, alla tua metà che ti associa alla suoneria con la canzone di Cocciante Cervo a primavera quando la chiami, fino a situazioni ben più eloquenti, come trovare il proprio “lui” sopra un’altra e accettare scuse del tipo: «Scusa amore, volevo fare le flessioni e non mi ero accorto che sul tappetino c’era già la tua amica». Se l’asintomatico è romantico e fa tenerezza, il positivo è triste: ha infatti scelto, per insicurezza o per cal-

colo, di far finta di niente anche sapendo di avere il “Corna-Virus’’. In pratica, pur di non rimanere solo o perdere la casa al mare, accetta di portare in testa due protuberanze adatte a un’antenna 5G. In questi casi, il positivo non va assolutamente isolato in casa: l’incontrollata crescita pilifera che ne deriva o lo sfoggio di pigiami in pile o con elastico ascellare alla Fantozzi non fanno che peggiorare la condizione di cornuto. E il negativo? Il negativo è una condizione temporanea, che si spera di mantenere il più a lungo possibile. Tutti, almeno una volta nella vita abbiamo contratto il “Corna-Virus’’ e la bella notizia è che di corna si soffre, ma non si muore! Chi invece pensa di essere immune o di non essersi mai ammalato, ha una patologia ben peggiore: è cretino! MAGGIO 2020 - PassaParola Magazine - 53


QUA LA ZAMPA

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A CURA DI Silvere Oswald-Santillo (Medico veterinario) vetopolis@gmail.com / 661 123 100

La principale via di trasmissione del COVID-19 pare essere tra uomo e uomo, ma è normale essere preoccupati anche per i nostri amici a quattro zampe. Possono veicolare il virus o essere contagiati da noi?

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oggi non ci sono sufficienti prove scientifiche che permettano di identificare l’origine del virus COVID-19 e di spiegare la via di trasmissione fino all’uomo, perfino l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avanzato più di una ipotesi. Quella più accreditata dal punto scientifico è quella della zoonosi, ossia dell’origine animale (verosimilmente pipistrelli, serpenti, pangolini). Si ipotizza però che la trasmissione non sia avvenuta direttamente dai pipistrelli all’uomo, ma che vi sia un altro animale, ancora da identificare, che ha agito come una specie di trampolino di lancio per trasmettere il virus all’uomo. L’attuale pandemia di COVID-19 è comunque il risultato di una trasmissione da uomo a uomo. Non vi è alcuna prova a conferma che i nostri animali domestici possano essere vettori del Coronavirus. Essi risultano piutto54 - PassaParola Magazine - MAGGIO 2020

sto essere “vittime” del contagio da parte di esseri umani infetti (magari attraverso baci o condividendo il cibo). Dunque, se ci si ammala di COVID-19 è meglio prendere le dovute precauzioni e mantenere le distanze dal nostro animale per quanto possibile, proprio come si farebbe con un essere umano, senza allontanarlo da casa. Il sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale raccomanda di non prendere misure “ingiustificate” che potrebbero compromettere il benessere degli animali e dice che non esistono prove a sostegno di restrizioni alla circolazione degli animali da compagnia. È però cruciale fare ancora più attenzione all’igiene, onde evitare che gli animali da compagnia possano fungere da veicolo passivo delle particelle virali, proprio come si fa con tutto ciò che è potenzialmente entrato in contatto con il virus dall’esterno. Evitate dunque il contatto degli animali con altre persone durante le uscite per bisogni fisiologici e lavate con acqua e sapone neutro le zampe degli animali prima del loro rientro in ambito domestico. Una volta a casa lavatevi le mani prima e dopo averli maneggiati o accarezzati e dopo aver pulito le loro deiezioni. E naturalmente evitate il più possibile di farvi leccare e di condividere con loro il vostro cibo.


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