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NEXT LIFE Spa info@next-life.it - www.next-life.it PRESIDENTE Paolo Fimiani DIRETTORE GENERALE Loredana Bruscia DIRETTORE FINANZIARIO Carlo Pinna ________________________________ N.L.D srl DIRETTORE RESPONSABILE Riccardo Palmieri r.palmieri@nextfamily.it SEGRETERIA DI REDAZIONE Angela Girardelli ART DIRECTION IMPAGINAZIONE E GRAFICA Fabio Passi IN REDAZIONE Ilaria Dioguardi - Maria Nicoletta Tulli redazione@nextfamily.it HANNO COLLABORATO Giacomo Andreazzi - Ambra Blasi Enzo Giannelli - Vincenzo Prizzi Paola Guarnieri - Anna Sofia Viola Letizia Terra - Carmelo Schininà Luciano Tirinnanzi - Virginia Di Marno FOTOGRAFIE Ufficio Stampa Cartoon Network Boomerang, Boing FOTO DI COPERTINA Passyfax ________________________________ STAMPA E FOTOLITO Edicomprint - Roma

Editoriale

C’

Un sogno lungo un click

era una volta un uomo che correva, sudava, si fermava di tanto in tanto a bere. Vedeva sfilare con la coda dell’occhio campi, alberi, case, gli sembrava di stare in treno ma era a piedi. Non aveva le scarpe. Dopo aver corso per parecchi minuti, poi ore, quindi giorni e infine mesi, si fermò stremato. Aveva raggiunto un posto molto lontano rispetto a casa sua, da dove era partito. Solo che non era Forrest Gump e inoltre, guardandosi intorno, si accorse che era ancora a casa sua, non aveva percorso neanche un centimetro lontano dal suo letto. Aveva solo sognato di correre e di vedere tutto quello che aveva visto. Decise così di accendere il computer, entrò nella Rete e lì, finalmente, si sentì davvero a casa. Lì, davanti allo schermo, era ovunque, desiderava terreni e città, inventava amici, cose, abitazioni, oggetti e infine li trovava davvero, che lo aspettavano on-line anche per correre. Per fare un po’ di footing, andare a ballare, a bere un cocktail, inventato insieme agli amici, non solo scambiandosi la ricetta ma preparandolo insieme in quel mondo parallelo, caldo e confortevole, che non è il letto in cui aveva sognato, sudato, corso fino allo sfinimento ma il mondo virtuale, uno dei tanti, infiniti modi di ricreare se stessi attraverso nuove identità. È sempre più tempo di nuovi mondi, e la copertina di questo mese ve ne dà un assaggio, senza dimenticare, naturalmente, il mondo che le nuove famiglie stanno costruendo, definitivamente rivoluzionato dall’era del web e perennemente in cerca di una direzione.

Riccardo Palmieri

DISTRIBUZIONE e ABBONAMENTI abbonamenti@nextleveldistribuzione.it PUBBLICITÀ adv@nextfamily.it ________________________________ INTERNATIONAL PUBLISHING ACTIVIRTUAL Corporation 500, Main Street North Little Rock - AR 72114 United State of America DIRECTOR Matthew Charles Stokes MARKETING MANAGER Peter Grevs PRODUCT MANAGER Sally Abbruscato

Reg. Tribunale di Roma Tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria della rivista sono legalmente riservati. Ad eccezione di casi espressamente autorizzati dalla redazione, l’utilizzo da parte di terzi di materiale letterario o artistico contenuto nella rivista è severamente vietato e legalmente perseguibile. La redazione non assume responsabilità per prezzi, indirizzi e numeri telefonici pubblicati all’interno della rivista.

mondo virtuale, il

uno dei tanti, infiniti

ricreare se stessi

modi di

NUOVE IDENTITÀ

attraverso



sommario MONDI PARALLELI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 La carica dei 100 mega di Ilaria Dioguardi ALTRE FAMIGLIE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Mica per fiction di Carmelo Schininà TOTEM&TABU’. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Ma la ricerca è libera? di Paola Guarnieri

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FUTURAMA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 Il Kyoto fisso di Carmelo Schininà CONTRASTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 Silenzio, parla il corpo di Maria Nicoletta Tulli COVER STORY . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 The Next World di Riccardo Palmieri SPECIALE MODA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 Click d’Autunno di Ambra Blasi CRAZY NEWS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 Questo pazzo pazzo mondo SOTTOTIRO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79 Sandra Bullock Evan Rachel Wood Esperanza Spalding Jasmine Trinca

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sommario PILLOLE PER LA FAMIGLIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85 Scuola Beauty Web Scienze Animali Psiche Salute Ambiente MENU . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91 Scienze Superiori ma non troppo Web vedo Sito ricco...

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Web ascolto Musica da condividere Web leggo Abbracci on-line Fenomeni Aglio, olio e web Tv poltrona Vecchiette alla riscossa Est(etica) La bellezza non si crea ITINERARI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106 Back to school di Luciano Tirinnanzi EVENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110 Da non perdere COLPO DI CODA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112 Breaking the news di Enzo Giannelli

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LA CARICA DEI 100 MEGA Stretta sulla banda larga. Entro qualche anno la fibra potrebbe prendere il posto della vecchia Rete in rame. Ma per “cablare” un intero Paese la strada da fare non è breve… di Ilaria Dioguardi


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arebbe probabilmente la più grande rivoluzione della Rete. Il capo di Cisco John Chambers, che è stato in questi anni tra i principali artefici del successo di Internet e che non ha mai sbagliato una previsione, ha affermato che nei prossimi cinque anni si passerà ai 100 mega di banda. In America la chiamano Superfast broadband e permetterà di navigare da dieci a venti volte più veloci. Questa grande rivoluzione non sarà fatta solo per navigare un po’ più veloci in Rete, ma soprattutto per le nuove potenzialità del computer: video-conferenze, telemedicina, telelavoro, tv a ologrammi potrebbero essere alla portata di tutti. L’Italia è in forte ritardo in termini di diffusione e di sviluppo della banda larga. La penetrazione è molto bassa: figura al 22° posto tra i Paesi OCSE, tra gli ultimi in Europa. Il tasso di crescita è tra i più bassi d’Europa, al 20° gradino tra i Paesi OCSE. Il livello di copertura è di circa l’85%, mentre la media dell’OCSE è del 90%. Oggi non c’è nessuno che vada oltre i 10 mega, la maggior parte sta molto al di sotto dei 5 mega e si sta ancora cercando di avere una buona diffusione dell’Adsl. Ma un po’ tutti gli operatori stanno pensando di salire almeno a 20 mega. Non sono molti i Paesi in cui ci si può collegare in Rete a 100 mega: Giappone, Corea e un po’ d’America. Il nuovo standard esige l’uso di cavi in fibra ottica, sui quali può passare una banda, in teoria, infinita. Questi anni potrebbero essere gli ultimi della vecchia Rete in rame. Certo, non è semplice: passare ai 100 mega significa “cablare” tutto il Paese, scendere sottoterra in tutte le città e mettere i nuovi cavi. In Italia non

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L’obiettivo è portare alla leadership europea nella

l’Italia

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costerebbe neanche troppo: 10-12 miliardi di euro. Non sono pochi, ma prima o poi andranno spesi. E bisogna sbrigarsi se l’obiettivo è portare il nostro Paese verso la leadership europea in materia di banda larga. L’ambizioso progetto è stato presentato al Parlamento, a giugno 2009, dal Viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani, insieme al consulente del governo Francesco Caio. “Investendo 1.471 milioni di euro entro la fine del 2012 sarebbe coperto il ritardo del Paese, cancellato il digital divide, e garantito a tutti gli italiani l'accesso a Internet ad una velocità tra 2 e 20 megabit entro il 2012”, ha dichiarato Romani. Tra il 2005 ed il 2008 l’Italia ha notevolmente rallentato i suoi investimenti sulla fibra, mentre gli altri Paesi europei hanno accelerato. L’obiettivo è il raggiungimento, in 2-3 anni, del 99-100% della popolazione italiana da un servizio in banda larga con caratteristiche adeguate per i principali servizi. In 5-6 anni si prevede di portare una percentuale delle connessioni in tecnologia NGA (Next Generation Access) che collochi l’Italia al livello dei leader mondiali (40-50%), con una banda a 50-100 mega/simmetrica. Per iniziare, nel 2012 Roma sarà la prima capitale d’Europa cablata con un investimento di 600 milioni: 4mila cavi sotterranei in fibra ottica percorreranno la Città Eterna per navigare alla velocità di 100 megabit al secondo. “La banda larga, nata all’inizio di questo decennio come tecnologia per consentire un accesso più veloce ad Internet, si è trasformata in un’infrastruttura portante del sistema economico e sociale, portando alla nascita di nuovi modelli di business e nuove modalità di fruizione e di servizi”, si legge nel Rapporto Caio. Internet oggi è usato frequentemente in Italia da oltre 20 milioni di persone e più di 10 utilizzano una connessione a banda larga. Negli ultimi due anni la crescita della domanda (vedi tab. 1) ha rallentato all’avvicinarsi della “saturazione” delle famiglie con pc, che raggiungono il 49%, mentre nel 2006 le famiglie italiane con accesso ad Internet con linea fissa erano il 39% e nel 2008 si era passati al 41%. Si è avuto lo NEXTFAMILY

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stesso aumento percentuale anche per il numero delle famiglie con accesso alla Rete a banda larga: nel 2006 erano il 47%, due anni dopo si è registrato il 49%. Le dotazioni tecnologiche sono sensibilmente legate a fattori socio-demografici (vedi tab. 2). Il 74% delle famiglie con almeno un figlio minorenne possiede un pc, rispetto al 57% delle altre famiglie, e navigano di più in Internet con una connessione a banda larga (41%) rispetto alle altre tipologie di nuclei familiari (31%). Il possesso di un pc dipende anche dall’occupazione del capo famiglia: se è dirigente, professionista o imprenditore si trova nell’83% delle case, se è operaio nel 56% e se non ha occupazione nel 29%. Mettendo a confronto le indagini eseguite dal Censis nel 2007 e dall’Istat nel 2009, si deduce che la penetrazione del dispositivo è alta nei giovani: il 67,2% ha utilizzato un pc ed il 63,7% ha usato Internet nell’arco di 3 mesi, mentre gli adulti che hanno usato un pc sono stati il 43,9% e quelli che hanno navigato in Rete sono stati il 39,6% (vedi tab. 3). L’incremento della domanda è anche trainato dalla crescente diffusione di apparecchi digitali come tv e cellulare, in grado di collegarsi alla banda larga. Come dice Ben Macklin, senior analyst di eMarketer: “Una sempre maggiore disponibilità di banda non rappresenta solamente un’opportunità in termini di tecnologia e di infrastruttura, ma apre un vasto campo di opportunità anche per il marketing on-line e per la distribuzione dei contenuti. Una volta che i consumatori ricevono di più, pretendono anche di più e questa domanda rappresenta proprio uno degli elementi fondamentali che guiderà l’ulteriore espansione della banda larga nei prossimi anni”.

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Intel, the Intel logo, Centrino and Centrino Inside are trademarks of Intel Corporation in the U.S. and other countries. For more information about the Intel processor feature rating, please refer to www.intel.com/go/rating.


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Dall’ultimo Roma Fiction Fest ecco i prodotti più “family oriented” per un autunno ancora caldo di Carmelo Schininà


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amiglia allargata, famiglia fortunata? La società contemporanea scatta una nuova fotografia del concetto evoluto di “nucleo familiare”, sempre più immerso nella psicopatologia della vita quotidiana, sempre più in corsa col ritmo frenetico della giornata lavorativa, sempre più imbevuto di sogni adolescenziali e fatiche “plurigenitoriali”. Fortunata, già, perché se da una parte la nuova rappresentazione familiare segna una rottura col passato, laddove i genitori crescevano i figli all’interno di un unico contenitore, in quella sorta di campana di vetro che sociologi e specialisti si ostinano a chiamare “sacra” per la trasmissione dei valori, dall’altra il nuovo habitat spezzettato e ricostruito con persone nuove (nonni, compagni di un genitore separato e chi più ne ha più ne metta) potrebbe permettere una crescita sicuramente più sofferta ma, non per questo, meno profonda. Nella famiglia allargata l'educazione è mista, sia autoritaria

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che permissiva. I nonni fungono spesso da baby-sitter perché ancora abbastanza giovani. Il lavoro è individuale e lavorano molte donne. Due genitori che si lasciano e si innamorano una seconda volta fanno figli che in qualche modo dovranno imparare a convivere con quelli già nati. I termini “fratellastro” e “sorellastra” vengono comunque rinnovati e con essi anche qualche retaggio mentale, qualche pregiudizio di troppo. E questa nuova fotografia della famiglia, così perfettamente a fuoco ma anche così “mossa”, approda anche sul grande e piccolo schermo. Lungometraggi e fiction sono sempre più interessati alle affascinanti “irregolarità familiari”, stereotipi mancati e riferimenti scomparsi rispetto ad una tradizione passata. Next Family ha seguito la terza, recente edizione del Roma Fiction Fest, durante la quale la nuova famiglia ha fatto da padrona di casa in quasi tutte le fiction che vedremo a partire dall’autunno. Eccovene un’anticipazione.


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TALENT SITE Presentato ufficialmente al Roma Fiction Fest , Youcasting è il primo portale di casting gratuito online. Un grande database contenente gli showreel , le foto e i curricula di attrici, attori e registi, consultabili gratuitamente e individuabili attraverso molteplici chiavi di ricerca. Pare proprio che Youcasting rivoluzionerà il lavoro di molti professionisti del settore, facendo risparmiare tempo, risorse e denaro. Tutto è on-line, immediatamente consultabile, gratuito, veloce, ecosostenibile, scaricabile: un enorme archivio di dati, foto e immagini per poter confrontare i profili e scegliere il professionista più utile al proprio progetto. Tanto per fare un esempio, nei giorni del festival Youcasting ha cercato la nuova protagonista per la quarta stagione de I Cesaroni , ovvero una ragazza di età compresa tra i 22 e i 28 anni.

In apertura, Carolina Crescentini, una delle protagoniste del numeroso cast di Boris, giunto dalla prossima stagione alla terza edizione. Qui sopra, ancora una fase della lavorazione di Boris, fiore all’occhiello tutto italiano di Fox Channel Italia. Nell’edizione dell’anno precedente Corrado Guzzanti e Francesco Pannofino, mitico “regista” della soap all’interno della fiction. In basso, Lino Banfi e Giulio Scarpati, ovvero Nonno Libero e il dottor Lele de Un medico in famiglia, che è arrivato alla sesta stagione, ma che sarà anche l’ultima per Banfi, che lascia al redivivo Scarpati il centro di una scena sempre molto affollata.

Porte aperte, nell’autunno in arrivo, a molti tipi di nonni

famiglia: giovanissimi e genitori scoppiati in cerca di NUOVI

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DA NONNO LIBERO A NONNO LELE La sesta serie di Un Medico in Famiglia sarà una sorta di reunion celebrativa: torneranno sul piccolo schermo tutti i personaggi della fiction, ad eccezione di Claudia Pandolfi (Alice) che ha rifiutato di ricomparire nel ruolo della seconda moglie di Lele Martini, ovvero Giulio Scarpati. Per il resto ci saranno tutti, da Margot Sikabonyi (Maria) a Paolo Sassanelli, da Milena Vukotic (Enrica) a Lunetta Savino (Cettina), da Anita Zagaria a Ugo Dighero (Giulio), fino a Pietro Sermonti, che ha ereditato il ruolo di “protagonista’” alla partenza di Scarpati diventando poi il marito di Maria. Tra le new entry Gabriele Cirilli, oltre alle due donne che faranno girare la testa a Lele, di nuovo single dopo l’addio della moglie che lo ha lasciato con due gemellini di otto anni. Lino Banfi ha confermato che sarà la sua ultima partecipazione alla serie. “Non è una cosa triste”, ha dichiarato l’attore, “è una cosa degna che io sia arrivato a girare anche la sesta serie a 73 anni. Sono diventato famoso anche in Germania. Ho girato un film recitando in tedesco senza capire niente. Mi vogliono ancora lì e mi hanno detto di trovare casa. Ora che finalmente questo disgrazieto di mio figlio è tornato, me ne posso andare. Adesso tocca a nonno Lele”. Giulio Scarpati, dal suo canto, ha affermato: “Ho ritrovato tutti, un po’ cresciuti, e immediatamente si è ricreata la sintonia. Il primo ciak andava subito bene”. E Margot Sikabonyi: “Io con Un medico in famiglia ci sono cresciuta: avevo 14 anni e ora ne ho 26. È stata un’esperienza crescere sul set, una specie di Truman Show. E diventerò perfino mamma!”.

dichiarato Lorenzo Mieli “è che nella terza serie non ci sarà più Gli occhi del cuore, ma qualcosa di nuovo”. E alla domanda su quanto ancora durerà la vita di questa serie ha risposto: “La vita di Boris sarà ancora lunga, molto lunga”.

PRIMA COMMESSE, POI SEGRETARIE Una commedia sulle donne di oggi, sulle loro storie, tra privato e mondo del lavoro. Si tratta de Le segretarie del sesto, una miniserie in due puntate realizzata da Immagine e Cinema di Edwige Fenech per Rai Fiction, che andrà in onda su Raiuno. “È la storia” spiega la Fenech “di donne che affrontano la vita quotidiana e anche il lavoro nel mondo di oggi, con tutte le difficoltà che questo comporta”. La miniserie vede tra le protagoniste Claudia Gerini, Tosca D'Aquino, Micaela Ramazzotti, Antonia Liskova. Tra gli uomini, Fabio Troiano e Franco Castellano, che interpreta Romeo, uno dei personaggi di Commesse, oggi in cerca di lavoro, che pensa di rilanciarsi nel settore delle assicurazioni ''perché quelle vanno sempre''. La fiction tocca inevitabilmente i problemi legati alla crisi economica di oggi: ''Racconta un malessere diffuso” osserva il regista Angelo Longoni “di persone che si trovano in difficoltà per il lavoro, che vivono una situazione precaria, come il personaggio di Micaela Ramazzotti, a cui viene rinnovato il contratto ogni sei mesi''.

LUNGA VITA A BORIS Ad un anno esatto dal grande successo che ha decretato la serie trasmessa da Fox, registi, produttori e cast hanno presentato Boris 3. Il primo regalo per gli appassionati delle serie-cult è stato un lungo ed esilarante backstage delle prime due stagioni, ricco di curiosità e divertenti fuori onda rubati ad attori e troupe durante la lavorazione. Dopo la proiezione, tra gli applausi del pubblico, sono intervenuti per primi i produttori Sara D'Amico e Lorenzo Mieli. “Credo che il successo di Boris dipenda semplicemente dall'altissima qualità del prodotto” ha detto la D'Amico “e che per proteggere una serie così dall'omologazione lo sforzo sia quello di sperimentare e innovare sempre. Il nostro pubblico viene dalle serie americane, ed è abituato bene. Per questa ragione abbiamo chiesto agli autori, per questa terza stagione, di guardare anche al mondo della fiction Usa”. “Un'altra grande novità” ha Non solo Cesaroni (nella foto a lato Paola Tiziana Cruciani, Elena Sofia Ricci e Claudio Amendola). Da seguire c’è un ideale seguito, in realtà è tutta un’altra storia, di Commesse. Si tratta de Le segretarie del sesto (nella foto in alto Franco Castellano con Micaela Ramazzotti, Claudia Gerini, Tosca D’Aquino e Antonia Liskova). 26

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ALTRI PADRI, ALTRI FIGLI Presentata nella sezione Concorso Internazionale lunga serie, è in arrivo anche Io e Mio Figlio. Nuove storie per il Commissario Vivaldi con Lando Buzzanca, Caterina Vertova, Giovanni Scifoni e Sergio Sivori. Sequel della mini serie tv Mio figlio, andata in onda nel 2005 su Raiuno con grande successo di pubblico e di critica, la storia promette ancora una volta azione, mistero e sentimenti. Le indagini diventano un terreno di confronto umano e personale nel quale il Commissario Vivaldi, che convive con i propri timori e pregiudizi nei confronti dell’omosessualità del figlio, troverà la chiave per una reciproca conoscenza e comprensione.


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Una scuola da Formula 1 Avanti tutta con Colored Pencil Ferrari Store n pista sfrecciano a trecento all’ora, ai bambini naturalmente consigliamo di andare più piano, ma soprattutto di godersi il tempo del ritorno a scuola con la classe e l’eleganza del mitico “rosso Ferrari”. La storica “rossa di Maranello”, infatti, a settembre si trasferisce dai box della Formula 1 alla cartella dei più piccoli. Le vacanze estive sono terminate, siamo tornati a scuola, si può dire di corsa! E per l’occasione Ferrari ha proposto un classico senza tempo: l’astuccio con le matite colorate dedicato agli studenti più piccoli e grintosi, quelli dell’asilo. Di alta qualità, e quindi adatte ai bambini, le matite colorate Ferrari hanno il fusto esagonale e si presentano in legno e grafite. Sono disponibili in 24 colori e alloggiano all’interno di un astuccio in cotone arrotolabile, dotato di chiusura a bottone. Il colore? Rosso Ferrari naturalmente. Il prezzo al pubblico è di 28 euro (in vendita in esclusiva presso i Ferrari Store e sul sito www.ferraristore.it).

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MA LA RICERCA E’ LIBERA? La lunga strada della Legge 40, quella sulla fecondazione assistita, sembrava in dirittura e invece resta una norma letteralmente gravida di conseguenze frenanti e pregiudizi irrisolti di Paola Guarnieri


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stata approvata cinque anni fa, nel 2005, è stata oggetto di un referendum abrogativo fallito per il mancato raggiungimento del quorum. Sembrerebbe una questione chiusa e invece la legge 40 sulla procreazione assistita fa ancora discutere. Partiamo dalla legge. Il testo approvato nel 2004 consente il ricorso alla procreazione medica assistita solo “qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità”. Vieta la fecondazione eterologa, cioè da un donatore esterno alla coppia, e la clonazione umana. Vieta, inoltre, qualsiasi sperimentazione sull’embrione umano ed ogni altra forma di selezione “a scopo eugenetico”. Ne deriva il divieto per la diagnosi preimpianto e per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Insomma, una norma, è il caso di dirlo, gravida di conseguenze (e di divieti), oggetto per questo di continui dibattiti in Italia come all’estero. Chi difende la legge 40 si appella al diritto alla vita del nascituro, mentre gli oppositori della legge cercano di proteggere, innanzitutto, la libertà di scelta della donna e, più in generale, la libertà della ricerca scientifica. Una spinta in quest’ultima direzione è arrivata dagli Stati Uniti dove, lo scorso marzo, Barack Obama ha annullato le limitazioni allo studio e all’impiego delle cellule staminali imposte dall’amministrazione Bush. “Non possiamo garantire che scopriremo i trattamenti e le cure che cerchiamo” ha dichiarato in quell’occasione Obama “ma possiamo promettere che le cer-

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cheremo”. Un provvedimento che tutto il mondo ha interpretato come una difesa incondizionata della libertà di ricerca, sempre più spesso vittima dei condizionamenti della politica o delle ideologie. Nella stessa direzione, ma al di qua dell’Oceano, si muovono gli appelli della comunità scientifica per convincere i politici italiani a modificare la normativa vigente. “In questo momento la biomedicina mondiale crede moltissimo nei possibili risultati della ricerca sulle cellule staminali embrionali”, ha detto il prof. Umberto Veronesi, “sono cellule che dispongono del massimo di capacità generativa e possiedono la caratteristica unica di potersi trasformare in qualsiasi altro tipo di cellula. Va anche precisato che nessuno ha mai pensato di produrre embrioni per la ricerca scientifica. Ciò che noi medici chiediamo è che siano utilizzati per la ricerca proprio le migliaia di embrioni congelati che giacciono nei frigoriferi dei centri per la fecondazione assistita e che sono destinati comunque a morire”. È chiaro dunque quale sia l’importanza che le cellule staminali ricoprono nella cura delle più gravi malattie degenerative dell’uomo come l’Alzheimer o il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla e la distrofia muscolare. Ipotesi di questo tipo preoccupano non poco cattolici e difensori della vita perché toccano da vicino il principio dell’inizio Umberto Veronesi

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SUPERMAN - SUPER OBAMA

NOI E GLI ALTRI

Quando lo scorso marzo il Presidente Barack Obama ha firmato l’ordine esecutivo che cancella le limitazioni alla ricerca sulle cellule embrionali imposte dall’amministrazione Bush, il primo pensiero è andato a lui, il più super dei Supereroi, l’attore Christopher Reeve morto nel 2004 dopo quasi 10 anni vissuti attaccato ad una macchina. È iniziata così la “nuova frontiera” della scienza americana che, secondo le parole di Obama “guiderà il mondo verso le scoperte che questo tipo di ricerca potrà un giorno offrire”. Con due direttive e un memorandum Obama ha ribadito di voler promuovere la ricerca innanzitutto rendendola libera da interferenze di carattere politico e ideologico. Per questo ha rimosso i limiti al finanziamento federale alla ricerca sulle staminali embrionali imposti da Bush il 9 agosto del 2001 e ha incaricato il direttore del National Institute of Health (Nih) di presentare le linee guida per la ricerca scientifica. Alla base del provvedimento c’è la convinzione, avallata dall’intera comunità scientifica, che le cellule staminali embrionali sono “totipotenti” ossia “neutre” fino al 14mo giorno di gestazione e capaci, perciò, di generare cellule di ogni parte dell’organismo. Al di là di questa storica apertura, però, Obama ha anche ribadito di non tollerare abusi in materia di riproduzione tramite clonazione umana, considerandola “pericolosa e profondamente sbagliata”.

Come l’Italia anche la Germania, l’Austria, la Lituania e la Polonia vietano la sperimentazione sull’embrione umano, la riproduzione, la clonazione e ogni forma di selezione “a scopo eugenetico”. Al contrario in Gran Bretagna, Belgio, Svezia, Canada e Nuova Zelanda ci sono precise leggi che incoraggiano la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Proprio dall’Inghilterra è arrivata, a luglio, l’ultima notizia per combattere l’infertilità maschile. Le cellule staminali, che hanno permesso ai ricercatori britannici di creare spermatozoi artificiali, sono naturalmente l’uovo di colombo. Eppure c’è chi ha provato ad aggirare la cieca (e ideologica) cautela dei governi. Arriva, infatti, dal Giappone la scoperta del ricercatore Shinya Yamanaka che, nel tentativo di trovare un’alternativa alle staminali embrionali, ha dimostrato che le cellule staminali umane possono essere “riprogrammate” per far tornare le cellule adulte ad uno stato iniziale. “La mia tecnica ha un enorme vantaggio”, ha dichiarato Yamanaka, “quello di non distruggere embrioni. Sto dimostrando ciò di cui sono sempre stato convinto: che i limiti sono ostacoli che possono trasformarsi in risorse”. Le vie della scienza sono davvero infinite…

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dell’esistenza e quello per cui debba essere Dio e non l’uomo a disporne. Secondo l’ultimo rapporto del Movimento per la vita (Mpv), dal 2005 al 2007 la legge 40 ha evitato la morte di 120 mila embrioni. “Si tratta” ha spiegato il presidente del Mpv Carlo Casini “di vite umane che avrebbero potuto essere soppresse o per distruzione diretta o per congelamento, morti che invece la legge 40 ha evitato”. Nonostante le due posizioni appaiano inconciliabili, la cronaca anche più recente dimostra quanto sia necessario un aggiornamento periodico della legge in rapporto all’avanzare dei tempi e all’evoluzione della scienza. Negli ultimi mesi ha fatto molto discutere la sentenza della Consulta che ha dichiarato la parziale illegittimità della legge 40 annullando il limite di tre embrioni da impiantare nel corpo della donna. Una decisione epocale accolta con entusiasmo dalla comunità scientifica e dall’opposizione politica. Ed è proprio appellandosi a questa sentenza che lo scorso luglio il tribunale di Bologna ha dato ragione ad una coppia che chiedeva la diagnosi preimpianto dell’embrione perché la donna era portatrice di distrofia muscolare. Fatti come questi hanno convinto il governo dell’urgenza di fissare entro la fine dell’anno nuove linee guida per evitare ulteriori correzioni in sede giudiziaria. Correzioni o aggiornamenti rivolti a tutte quelle coppie che ogni anno sono costrette a rivolgersi a centri esteri di procreazione assistita e che la Società Italiana di Studi di Medicina ha calcolato essere più di 10mila. “Proprio per questo” ha spiegato il chirurgo e senatore Ignazio Marino “dovremmo aprire una riflessione serena sull’inizio della vita, così come in passato si è fatto sulla fine della vita. La questione non va limitata alla legge 40, sul tavolo ci sono temi delicatissimi che non possiamo più ignorare perché sono il progresso e la scienza stessa che ci incalzano”.

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Carlo Casini

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IL KYOTO FISSO Global Warming: pericolo reale o virtuale diatriba? Dopo l’ultimo G8 la filosofia è anche una necessità. Con buona “pace” della Cina di Carmelo Schininà


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mmaginiamo tra cent’anni uno scenario apocalittico da terza guerra mondiale, col pianeta diviso in tante fazioni e le mire su un unico obiettivo. Pensiamo ad una causa talmente “globale”, in un’epoca post-moderna come la nostra, da interessare ogni singola parte del mondo. La scarsità delle scorte di petrolio? Forse, ma tra cent’anni l’America avrà già trovato la sua energia alternativa. La districata fruizione del gas russo? Non reggerebbe: Onu ed Ue hanno dato prova di grande mediazione politica l’anno scorso sulla guerra caucasica e la storia ha insegnato alla Russia a non strafare in politica estera. Ma l’effetto del Global Warming, ossia le continue emissioni di CO2 (anidride carbonica), che secondo alcuni potrebbero provocare un devastante surriscaldamento del pianeta, forse sarebbe la causa più accreditata. Ci siamo mai fermati a riflettere sul fatto che un giorno la natura, stufa d’essere continuamente vessata dall’uomo, potrebbe dichiarare guerra al mondo intero mettendoci gli uni contro gli altri? Proviamo a immaginare una parte del pianeta (per esempio il nostro attuale Sud) inabitabile come il Sahara: allora sì che il fenomeno dell’emigrazione si trasformerebbe in una vera e propria guerra fino all’ultimo pezzo di terra. Apocalisse a parte, il fenomeno del Global Warming da anni è oggetto di interesse mondiale, tanto che all’ultimo G8 de L’Aquila i grandi della Terra, Paesi industrializzati in testa, nonostante il freno a mano della Cina, hanno deciso di ridurre le emissioni di gas serra dell'80% al 2050. Con questi presupposti si sono gettate le basi per raggiungere un accordo globale attraverso i negoziati che condurranno alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici prevista a Copenaghen a dicembre prossimo. Sulla strada che porta all'accordo, i temi che i governi mondiali dovranno affrontare devono anzitutto prevedere il superamento del protocollo di Kyoto con l'assicurazione di regole comuni per il “dopo 2012”. I valori stabiliti sono tuttavia oggetto di diatribe, non solo tra gli Stati, ma anche tra climatologi, studiosi e appassionati. Una riduzione delle sostanze inquinanti offrirebbe agli abitanti del nostro Pianeta un risanamento morale, economico e della salute pubblica. Morale perché inquineremmo meno e avremmo un Pianeta più pulito. Economico perché sarebbero incentivate nuove tecnologie e nuovi prodotti. E qui va aperta una parentesi: mentre negli USA il presidente Obama sta già lavorando a un piano che lega investimenti e sovvenzioni ad una precisa visione del futuro (5 milioni di posti di lavoro), investendo 150 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni per costruire un futuro energetico pulito e limitare la dipendenza energetica dall'estero, in Italia si procede ancora una volta alla "donazione-incentivo" per l'acquisto di nuove auto, senza standard adeguati né obiettivi precisi. Un ingente sperpero di risorse pubbliche che dà una boccata

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Sono in corso negoziazioni internazionali per firmare un accordo, per il periodo successivo al 2012, alla delle

Conferenza Nazioni Unite

sul cambiamento climatico, che si terrà a dicembre a

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d'ossigeno al settore automobilistico, perennemente in crisi, ma che, senza una reale strategia sugli investimenti e sull'ambiente, non avrà nessuna possibilità di sviluppo reale. Infine, dicevamo, di salute pubblica perché verrebbero gradualmente abbandonati gli idrocarburi che inquinano pesantemente l'aria delle città, e che sono anche causa di malattie. Quel che più alimenta le polemiche, tuttavia, è il fatto che la teoria del Global Warming non sia ancora stata scientificamente accreditata al 100%. E che il protocollo di Kyoto potrebbe solo essere un “Kyoto Fisso” di abili menti politico-economiche. Se da una parte, sempre più spesso, ci vengono infatti mostrati ghiacciai che si sciolgono, tempeste sempre più violente, devastazioni naturali e animali in difficoltà, e ci viene spiegato che tutto questo è colpa nostra o, per meglio dire, dell'industria, che con le sue emissioni di CO2 nell'atmosfera sta portando al surriscaldamento globale, dall’altra non è ancora stato scientificamente provato che con l'aumento di tali emissioni da parte delle attività umane aumenti di conseguenza la temperatura del pianeta. Secondo alcuni scienziati l'emissione di un elevato livello dei cosiddetti gas serra ha avuto inizio negli anni Quaranta, con il boom industriale successivo alla guerra: ma da quel periodo fino alla metà degli anni Settanta il pianeta è andato incontro a un raffreddamento della temperatura, e non a un aumento, mentre, fino a trent'anni fa, vigeva l'allarme opposto, cioè che si rischiasse una nuova glaciazione, sempre per colpa dell'attività umana. Per la cronaca, il problema del surriscaldamento della Terra fu posto per la prima volta all'attenzione dei media negli anni Ottanta dal primo ministro inglese Margaret Thatcher. E anche qui, alcuni studiosi (storici e scienziati) sostengono che, essendo quello il periodo della crisi energetica e degli scioperi dei minatori, alla signora Thatcher serviva un forte pretesto per spingere sul nucleare. Quale motivazione migliore per puntare sulla nuova, costosa risorsa energetica della presunta pericolosità di carbone e petrolio per l'ecosistema terrestre? Ai posteri l’ardua sentenza. Fatto è che da allora la dottrina del surriscaldamento è stata adottata da tutti i movimenti di pensiero ideologicamente contrari all'attuale sistema capitalistico: ambientalisti, post-comunisti, no global. Qualcuno addita un vero e proprio business legato a questa teoria. E mentre restiamo seduti a riflettere se davvero l'umanità dovrebbe sentirsi in colpa per lo sviluppo che ha avuto da sessant'anni a questa parte o se sia giusto o sbagliato uno stile di vita che semplifica di molto l'esistenza, rendendola però anche più sicura, insieme alla CO2 “galleggia” nell’aria una certezza: se gli accordi sul clima dell’ultimo G8 non saranno mantenuti alla conferenza di dicembre faremo un ennesimo buco nell’acqua, anzi nell’aria.

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2500 SCIENZIATI POSSON BASTARE? L'ONU ha formato un organismo apposito, denominato ICPP e incaricato di studiare attentamente il problema del presente-futuro del clima; in teoria vi prendono parte i 2500 scienziati più importanti del pianeta. L'ICPP emette periodicamente rapporti che confermano l'allarme sul surriscaldamento. C’è chi sostiene che molte delle autorità scientifiche che vengono incluse come firmatarie, in realtà, non siano d'accordo con tali documenti e che, anzi, un ipotetico surriscaldamento della crosta terrestre sia dovuto, casomai, all’azione del Sole e non dell’uomo.


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SILENZIO, PARLA IL CORPO La Danza Movimento Terapia cura senza l’uso della parola. E fra tanta tecnologia il fattore umano, vince la non verbal communication di Maria Nicoletta Tulli


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n percorso guidato, attraverso l’esperienza del movimento, laddove regnano espressione del corpo e libertà. Una disciplina terapeutica che apre le persone alla comprensione delle proprie emozioni e dei propri conflitti interni. Stiamo parlando di danza terapia e ne parliamo con Roberta Bassani, una giovane e brillante “danzamovimento-terapeuta” che da 10 anni opera nel settore. Quando è avvenuto il suo incontro con la Danza Movimento Terapia? Ballo da quando avevo 12 anni. Ho sperimentato diversi tipi di danza: dal classico al jazz, dall’afro al contemporaneo. Da sempre sono attratta dalle qualità che ogni diversa disciplina mi regala. Mi piace esplorare ogni tipo di movimento. Ho lavorato in molte compagnie di teatro danza sia in Italia che all’estero. A un certo punto della mia vita, però, ho sentito che la danza, oltre a insegnarmi la tecnica, mi offriva qualcosa di ancora più prezioso. Ho cominciato a notare come nelle mie improvvisazioni la qualità dei gesti cambiava in base al mio stato d’animo. Davo forma attraverso il movimento ad un dialogo interiore tra me e le emozioni. Parti profonde e invisibili alla mia volontà si rivelavano con modalità espressive del tutto nuove ed autentiche. E così sono andata alla ricerca dell’espressione del corpo, della qualità del movimento e di come questo corrisponda alle emozioni. Avevo 28 anni. Ecco come sono arrivata alla Danza Movimento Terapia (DMT). Non è stato, quindi, un incontro casuale. Era già dentro di me, dovevo solo scoprirla e capire quali erano gli strumenti giusti per accedervi. La danza mi ha aiutato nei momenti più difficili della mia vita, ha sostenuto trasformazioni molto importanti. È stata da sempre una terapia. Quando ho incontrato Teresa Escobar, ai tempi vicepresidente di Art Therapy Italiana, docente e supervisore, ho avuto lo stimolo concreto ad intraprendere il percorso di formazione in DMT, che con il tempo ha consolidato alcune mie intuizioni sul potenziale creativo del gesto e sul collegamento che questo ha con parti antiche e profonde di noi stessi. Il movimento crea la possibilità all’inconscio di esprimersi e prendere forme tangibili. Oggi faccio parte del Comitato direttivo di Art Therapy Italiana, sezione Lazio, indubbiamente per me una grande soddisfazione. Come definirebbe, secondo la sua esperienza, la DMT? Katya Bloom nel libro Il Sé nel corpo - Movimento e psicanalisi parla di Danza Movimento Terapia come psicoterapia del movimento. Questa è la definizione che mi piace di più. Per me la DMT è un percorso di psicoterapia che utilizza il corpo e il movimento come strumenti per esprimere ciò che non si riesce a comunicare con le parole. La Bloom spiega che “esplorando più a fondo il corpo costruiamo ponti fra modalità diverse dell’esperienza: cognitiva, sensoriale e affettiva. (…) Si possono istituire tra corpo, mente ed emozioni dei collegamenti utili a prendere coscienza delle parti di sé che sono state abbandonate, degli schemi che si sono radicati”. Questo tipo di terapia può essere utilizzata in vari ambiti, tra cui quello educativo e preventivo (nelle scuole) e quello clinico. Lo scopo è di migliorare la comunicazione con se stessi, con gli altri, con l’ambiente, aumentando l’armonia tra lo spa-

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La è psicoterapia , del un’analisi di sé attraverso l’esperienza

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zio esterno e la sua rappresentazione interiore. Ai miei pazienti desidero far capire quanto sia importante sciogliere le tensioni, aprirsi e conoscere se stessi, nel rispetto delle proprie possibilità. Di cosa si occupa lei in particolare? Attualmente lavoro nelle scuole con i disabili. Oltre a seguirli individualmente intervengo in alcuni progetti di espressione corporea che hanno scopo educativo e integrativo. Lavoro anche privatamente. Ho uno studio a Roma, il Ce.T.A.P. (Centro Terapia Alla Persona), in cui opero sia con i bambini che con gli adulti, nei quali si manifestano le difficoltà di apprendimento e comportamento o i disturbi del sonno e dell’alimentazione. Collaboro anche con una Cooperativa nella quale organizzo formazioni agli operatori sociali. Per il lavoro che svolgono è fondamentale acquisire una consapevolezza corporea da trasmettere a loro volta alle persone di cui si occupano. Hanno bisogno di tantissima energia e la DMT li riporta all’interno di uno spazio in cui possono nutrire e rigenerare la loro creatività e la loro motivazione al lavoro. Ho avviato da poco tempo anche un progetto di sostegno che studia la relazione tra madre e figlio dalla nascita fino al primo anno di vita: un modo per offrire nuovi strumenti ai genitori durante il primo e delicato sviluppo del bambino. Per il resto continuo costantemente a studiare ed aggiornarmi con seminari e corsi in tutta Italia. Osserva concretamente dei miglioramenti nei suoi pazienti? Certo, anche se ovviamente i risultati dipendono da persona a persona. In generale ti posso dire che sicuramente il percorso più difficile e lungo è quello con i disabili. Ma è indubbiamente anche quello più soddisfacente. Quando dopo tanti mesi di lavoro mi accorgo dei loro miglioramenti sono felicissima. Adoro anche lavorare con i bambini, molto impegnativi ma davvero stimolanti e collaborativi. La Danza Movimento Terapia sarà sua compagna anche nel futuro? Da quando l’ho scoperta non riesco più a farne a meno. Ormai fa parte della mia vita e del mio modo di essere. Non riuscirei ad immaginare un futuro senza Danza Movimento Terapia. Spero di scoprire anche degli aspetti nuovi di questa forma di terapia. E poi vorrei aiutare a diffonderla perché purtroppo ancora oggi è sconosciuta a molte persone. Mi piacerebbe, per esempio, approfondirla nelle scuole. Quando sto in classe mi accorgo che molti insegnanti non riescono a comunicare e a relazionarsi con i bambini. Sono sicura che il movimento risolverebbe tantissimo questa distanza che si crea. Vorrei proporre dei corsi di formazione per far capire ai docenti che nella crescita e nell’apprendimento non è importante usare solo la testa ma anche il corpo e l’esperienza. Sono dimensioni che non devono essere scisse, ma al contrario devono convivere e operare insieme.


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TERAPIE DELL’ANIMA

di Riccardo Palmieri

uest’anno è stato il 19° per Invito alla Danza, la manifestazione di arte coreutica che ogni estate allieta e intrattiene un pubblico sempre numeroso e sempre più motivato nel Teatro Villa Pamphilj, all’interno dei meravigliosi possedimenti romani dei Doria-Pamphilj. Tra gli eventi dell’estate spiccava questa rassegna di danza e balletto, in realtà nata ancor prima ma con un altro nome, che ha offerto più di uno spunto per riflettere sulla forma di quella che è la più antica e purtroppo ancora la più bistrattata delle arti. “Presso le nostre Istituzioni il cinema, la lirica, vengono sempre per primi, poi la musica, il teatro e, per ultima, la danza, un vero peccato. E ogni anno si accende una battaglia di carte bollate, visti, permessi, autorizzazioni, tagli al FUS (il Fondo Unico per lo Spettacolo, ndr) che ci fanno sempre tribolare” racconta Marina Michetti, infaticabile direttore artistico della manifestazione, che quest’anno ha portato sul palcoscenico compagnie importanti e inedite. Scopriamo che le emozioni non sono mancate, e non ci riferiamo solo alla riunione della Commissione Danza sul FUS, prevista a inizio estate e invece rimandata, sembra, a settembre. Ma come si riesce a comporre un cartellone tanto ricco e con tali premesse? “La logica è sempre la stessa e l’obiettivo è sempre uno: in teatro si va su, come si dice in gergo, lo spettacolo deve continuare. Più si è in periodo di “vacche magre” più devi produrre eccellenza. E il pubblico ti segue. Non è detto, ovviamente, che con questa filosofia riesci a fare un cartellone di livello sempre altissimo, ma devo dire che quest’anno siamo riusciti a proporre un cartellone di rara importanza. Mi muovo per ambiti, per esempio abbiamo presentato una serie di spettacoli raccolti sotto il titolo e il tema di Gentes, dove abbiamo voluto trattare l’incontro con l’altro. In un momento storico caratterizzato sempre da aspri scontri e disperanti individualità, mi sembrava opportuno lavorare sulle varie possibilità di dialogo. Un primo seme bisogna pur metterlo per approdare ad una migliore conoscenza di chi, purtroppo, è straniero, indifeso, perseguitato”. Marina Michetti sorride, poi, quando ripensa ai primi giorni della rassegna. “Piovosa... Scherzo, però la Carmen che abbiamo allestito ed è stata rappresentata negli unici due giorni di nubifragio non è stato poco. Avevamo presentato un inedito, affrontandone una rilettura coreutica su opera originale di Merimée. Poi con Codice India la grande e variegata famiglia del pubblico ha incontrato una felice contaminazione di danze etniche e tecnica contemporanea, su una miscellanea altrettanto contaminata di musiche. E con Africa the Last Beat abbiamo messo l’accento sulla tragedia, di cui si è parlato poco, a suo tempo e sembra che quasi nessuno ricordi, del genocidio Ruanda-Burundi. Per la rassegna abbiamo deciso di invitare a suonare dal vivo un ensemble di tamburi ruandesi, che si sono raffrontati con un importante documento video, a sua volta

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integrato con la performance dei danzatori. Poi è stata la volta di Orizzonte Terra e dell’Aterballetto che, sulla scia del 60° anniversario della fondazione dello Stato di Israele, l’anno scorso, ha presentato una coreografia, dopo la prima parte firmata da Mauro Bigonzetti, di Ohad Naharim, grande coreografo della Batsheva Dance Company, israeliana, difficile da avere in una rassegna. Ha presentato una delle sue innumerevoli variazioni di Minus (a Invito alla Danza si è trattato di Minus 7, ndr)”. L’ha fortemente voluto, il direttore artistico, questo pezzo “dopo averne ammirata anche una eccezionale versione interpretata dal Grand Ballet Canadienne” spiega. “È un delizioso approccio al mondo ebraico, vestito alla maniera ortodossa ma ricco di spunti ironici, anche sorprendentemente dissacranti di una cultura che, in genere, viene vista un po’ oscura, cupa, e invece nutre un gran bisogno di sorridere e amare”. Ogni anno Invito alla Danza fa una sua produzione e, se l’anno


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L’arte del movimento può “curare” iniziando anche solo da una sua visione. L’esempio di Invito alla Danza e alcuni pensieri del suo direttore artistico Marina Michetti Da sinistra a destra: Eleonora Abbagnato, la Compagnia Aterballetto, la Hubbard Street Dance Dance Chicago

scorso era la volta di Sahara, una serie di eventi legati ai mitici Uomini blu del deserto “quest’anno abbiamo dedicato un gala, in forma di compleanno per la nostra ventennale amicizia, al coreografo Luciano Cannito, con Carla Fracci madrina, le voci di Niki Nicolais e Rossana Casale e la conduzione di Pino Strabioli” prosegue Marina Michetti nel suo circostanziato consuntivo. “Tra le prime assolute voglio ricordare la Hubbard Street di Chicago, mai venuta prima in Italia, un lavoro organizzativo non indifferente, con 35 persone tra danzatori e cast tecnico: era un progetto che inseguivo da tempo e devo ringraziare per la collaborazione l’Ambasciata americana a Roma. Au Café, poi, è stato un altro bell’omaggio all’amico Micha van Hoecke, che ha festeggiato il suo repertorio su famose canzoni belghe degli anni ’60, con un protagonista in scena che incontra personaggi probabili e improbabili. Abbiamo terminato con Finalmente Anbeta, un altro gala anomalo, protagonisti Anbeta Tromani e Josè Perez, che ha

visto la partecipazione di ballerini presi in prestito dalle più prestigiose compagnie internazionali, dall’Aterballetto alla Boston e alla Royal Company. Una media di 450-500 spettatori a serata è stato un ottimo segnale, per la danza”. Non male in Italia e con una “piazza” difficile e affollata come Roma. Ma perché è sempre così difficile? “Perché in Italia, nonostante tutto, ancora non c’è una vera cultura della danza. Anzi peggio, c’è troppa danza brutta che non fa bene a nessuno”. Sarebbe, ad ogni modo, una vera terapia, oltre che la danza terapia, anche solo la visione di un bello spettacolo. “Vero. Sia in ambito amatoriale sia professionale, quando c’è qualità la danza è una terapia soprattutto per l’anima. Poi i livelli di lettura sono molteplici, ma non esistono mezzi termini se una danza è buona o no. Durante uno spettacolo, per un’ora e mezza, dovremmo tutti poter appendere, come si dice, il cappello con i nostri pensieri fuori dal teatro”.

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THE NEXT WORLD FACILE, CREATIVO, ITALIANO L’evoluzione definitiva del mondo virtuale di Riccardo Palmieri


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a tecnologia, si sa, fa sempre passi da gigante. È nella sua natura. Negli ultimi anni ha reso possibile un cambiamento di comportamenti e abitudini umane a dir poco radicale. Nello specifico, la tecnologia di cui vogliamo parlare è quella digitale, una vera e propria epopea che sta facendo la sua rivoluzione, come nel XV secolo la stampa e, nel XIX, quella industriale. L’epoca digitale ha trasformato perfino il nostro modo di pensare, da analogico a virtuale. Da meccanico a sintetico. Tuttavia, virtuale e sintetico non sono concetti da recepire in modo negativo o riduttivo, ma produttori di possibilità, di ulteriori scambi di intelligenze, di conoscenze comuni e competenze diverse da mettere, virtuosamente, in condivisione. La comunità virtuale nata con Internet, all’inizio con i blog e i forum, poi sviluppatasi in forme sempre più specifiche di relazione sociale via web, è un’entità in continuo mutamento. Le sue basi costituiscono il suo stesso processo di crescita, teso a “riformattare” sempre e ancora il rapporto con quello che, all’inizio, era stato considerato “soltanto” un gioco, un passatempo. Il mondo virtuale è un organismo in realtà vivente, pulsante attraverso miliardi di cuori e quasi altrettante postazioni di computer. La globalizzazione e la piattaforma digitale possono quasi essere considerate sinonimi, ammesso che il gioco sia adulto, responsabile, democratico. Le statistiche parlano spesso di quanto, in un mondo sempre più vecchio, il web sia sorprendentemente l’anello di congiunzione tra le generazioni più distanti. Così giovani nonni entrano in Rete, e in contatto, oltre che con i coetanei, anche con i propri e altrui nipoti. La comunicazione virtuale è di fatto reale, è un comune bagaglio di esperienze che circola e attrae risorse (i lati negativi li conosciamo, ma la società civile sta elaborando anche i mezzi per combatterli). In un mondo così allargato il futuro è un continuo presente, esattamente quello in cui viviamo giorno dopo giorno. E il mondo virtuale, sempre più rispecchiante la silohuette di un mondo nuovo, si configura come un luogo in cui l’immaginazione non ha più confini, uno

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spazio dove puoi decidere chi essere, dove, con chi, come e perché. È un alter ego della vita ma non si sostituisce ad essa, tranne quando siamo collegati. In uno spazio concreto della fantasia, la fantasia stessa cresce e arricchisce le competenze di ogni persona che ha deciso e scelto di vivere una propria nuova esistenza, in un luogo dove poter essere coinvolti in ogni settore della creatività, in ogni forma di intrattenimento, quel luogo chiamato social network, che ci permette di essere connessi con famiglia, amici, conoscenti, estranei. Un mondo nel quale individui che non si sono mai incontrati prima possono condividere abitudini, passioni, interessi. Questo tipo di tecnologia sembra cancellare quella linea che separa l’immaginazione dalla realtà e al dibattito, oltre che alla fruizione, del mondo virtuale, partecipano ormai tutti i rappresentanti della società dallo studente al primo anno di università ai gruppi autorevoli, dai cattedratici ai ricercatori, dai fondatori dei maggiori browser o motori di ricerca ai liberi utenti singoli. Mescolandone la natura e l’utilizzo, ci riferiamo a G o o g l e , Wikipedia, Facebook, T w i t t e r , MySpace … Per non parlare del fenomeno Second Life. Anzi, parliamone, per superarlo. Second Life è quel mondo interamente virtuale che, però, ad oggi, non ha soddisfatto totalmente le esigenze degli internauti. Per tre semplici motivi. Intanto perché già il nome di battesimo, Second, propone uno scarto rispetto alla vita vera, mentre sarebbe molto più appropriato parlare di una “parallel life” (ciò che desideriamo è semmai un gioco che ci fa immaginare di poter gestire il nostro alter ego, o doppio e non “secondo” o posto “in secondo piano”, al pari delle nostre reali identità e personalità. Che vorremmo ogni tanto diversa, alternativa, magari opposta). Inoltre, Second Life è vissuto da un gruppo esteso, ma non globale, di utenti, data la complessità del sistema operativo con cui è costruito. Infine, è in inglese, fattore che in Italia, volenti o nolenti, agisce ancora parzialmente da deterrente. Ma superando terminologie ed eventuali frustrazioni, quello di cui probabilmente si sentiva bisogno era, piuttosto, un


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GENTE CHE VA, GENTE CHE VIENE… Anche in Habbo Hotel, come in Kaneva e in tutti i mondi virtuali, ci si incontra. In questo caso si tratta di una community all’interno della quale ognuno può dar vita ad un proprio personaggio. È una chat bidimensionale MMORPG gratuita, creata dalla Sulake nel 2000. La chat è ambientata in un hotel virtuale, simpatica idea che riprende uno dei luoghi comuni per eccellenza, l’albergo, lo snodo sociale aperto e condiviso (chi ricorda il film Grand Hotel? Con l’incipit “gente che va, gente che viene…”) dove si può creare il proprio alter ego e interagire con utenti della nazionalità dell'hotel selezionato. In Habbo infatti non esiste un solo edificio, ma numerosi hotel, circa venti, divisi per nazione. Nelle stanze pubbliche predefinite si interagisce con gli altri e si accede alla sfera ludica: le stanze possono essere predefinite oppure degli ospiti, create ed arredate a pagamento, che si possono arredare scegliendo in una vasta gamma di oggetti, chiamati “furni” (dall'inglese furniture, arredamento). La creazione di un personaggio Habbo e l'utilizzo dell'Hotel sono gratuiti, ma per giocare ai vari giochi organizzati dallo staff di Habbo tramite l'utilizzo di biglietti, comprare “furni” ed entrare nell'Habbo Club, occorre possedere i crediti (a pagamento). Sono comunque disponibili anche giochi gratuiti. È assai frequente che in Habbo vengano introdotte novità, come mixare musica al “furni” TRAX, oppure realizzare piccoli film digitali con HabboMovieMaker.

SCOPRI IL TUO DIGITALE È con il motto “scopri la tua parte digitale” che il mondo virtuale www.kaneva.com accoglie l’utente nella home del sito. Kaneva è un mondo virtuale in cui vivere la propria vita con un proprio personaggio, naturalmente interagendo con altri utenti. Vi si trovano ambienti 3D e avatar personalizzabili, comunicazione con chat di testo ed altre opzioni di gioco. Sia che siate una piccola software house, oppure una persona che vuole fabbricarsi un piccolo gioco online persistente, questo è un NEXTFAMILY

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nuovo mondo di fantasia e creatività, come pure di operatività e progettualità. Un mondo in cui il futuro sia praticabile, vivibile oggi, in forme e modalità ancora più libere. Un mondo che, naturalmente, è un laboratorio. Ecco dunque nato un mondo, anzi, un mondo del futuro, che è rappresentazione, per definizione, di quel mondo reale che non esiste eppure viene sempre più curiosato, attraversato. Può essere usato per creare effetti speciali e location strabilianti per il cinema, per la visione in HD (alta definizione), oppure per giocare o simulare esperimenti e test di laboratori della ricerca scientifica. Ma può essere impiegato anche per produrre nuove realtà editoriali (vedi il “self publishing”), musicali (formare band e fare dischi liberi dalle regole del mercato principale), accademiche (corsi di formazione universitaria in zone culturalmente svantaggiate o difficilmente raggiungibili da strutture adeguate), ludiche (il mondo dei videogame e delle console di vario indirizzo). Chi non avesse ancora visitato il mondo virtuale, potrebbe rimanere molto sorpreso da ciò che potrebbe trovarvi. Le persone, si chiamino esse “utenti” o “viaggiatori” o in ogni altra maniera, non corrispondono ad un profilo univoco ma si differenziano per età, estrazione sociale, cultura… Sono tuttavia accomunate dal desiderio di esplo-

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rare e visitare ciò che non conoscono, così come in genere siamo sempre curiosi, chi più chi meno, di scoprire nuovi aspetti della vita stessa. Talvolta opacizzati nel mondo reale ma riattualizzabili e vivificabili in quello virtuale. L’idea, ora realtà, è perciò quella di un Next World , l’ultima rivoluzione per il popolo di Internet. È nato infatti da poco e si chiama proprio www.thenextworld.it . Qualcosa di molto più accessibile, in Italia, di Second Life . I motivi sono tre: è più semplice la procedura di scaricamento del client, è in italiano e, ultimo ma non meno importante, in grado di favorire la creatività invece di intrappolarla negli schemi un po’ fissi di certi mondi paralleli. Nella dimensione di Next World si può avere, per esempio, la casa dei propri sogni, una proprietà virtuale da far rendere come un terreno reale, un luogo dove recarsi in discoteca e socializzare o, ancora, dove trovare il più accessoriato e piacevole centro commerciale da esplorare. L’elemento conservato e ineliminabile è l’Avatar, figura dell’alter ego, letteralmente “altro io”, che in The Next World ci prende per mano e ci guida nel futuro. Ma seguiteci ora.


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mondo libero dove fare amicizia e divertirsi, praticamente una metropoli digitale all’interno della quale l’esperienza della terza dimensione si riflette soprattutto nel gioco, nello shopping, nel poter incontrare persone con gusti affini, ballare, partecipare ad eventi comuni e dare corpo alla casa dei propri sogni.

ALTRI MONDI ANCORA DAoC, sorta di acronimo di Dark Age of Camelot, è un tipico gioco di ruolo basato su personaggi di razze e classi differenti ma complementari, che intraprendono avventure combattendo mostri e superando prove. La principale innovazione introdotta da questo MMORPG è stata la competizione fra gruppi di giocatori, che sono divisi fra tre regni/nazione (Hibernia, Albion e Midgard) con razze, classi e abilità diverse le une dalle altre: queste tre nazioni sono in stato di guerra permanente fra loro, e i giocatori sono incentivati a formare eserciti e a organizzare battaglie per il controllo dei territori di frontiera dei regni. Nell'economia complessiva di gioco il fattore è la socialità, favorita sia da un sistema di chat "multiple" piuttosto sofisticato, che facilita il ritrovarsi e il formare dei gruppi, sia dal sistema delle “gilde”, organizzazioni permanenti di giocatori che si consorziano dotandosi di un nome comune, di una gerarchia interna e di uno stemma identificativo. Tra i mondi e i giochi virtuali c’è anche, per esempio, di diverso interesse e raggio d’azione, goSupermodel, un gioco on-line più orientato ad un pubblico d’utenza femminile e teen, per aspiranti modelle ma, soprattutto, per immaginarsi e darsi un corpo da modella nella virtualità di un gioco molto colorato e creativo. Spazio, dunque, alla fantasia!

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THE NEXT WORLD. L’EVOLUZIONE Dimmi il tuo avatar e immaginerò chi sei

opo aver percorso e riflettuto su una breve storia dei mondi paralleli, cerchiamo di descrivere l’identità e il tipo di avventura che potremo fare in The Next World. Si tratta di un mondo virtuale o, meglio, un mondo digitale online in 3D. Per iscriversi ed entrare a far parte del mondo di The Next World si clicca sul pulsante “registrati ora” situato nella Home Page del sito www.thenextworld.it e si segue la procedura. Si scarica il client e si entra, ma come ci si sposta all’interno di questo mondo nuovo di zecca? Occorre dare vita, innanzitutto, al personaggio principale, il protagonista del nuovo mondo, l’avatar, il nostro alter ego virtuale. Per spostarsi all'interno di una mappa basta cliccare su un punto qualsiasi del suo pavimento e l’avatar inizierà a muoversi. Per vedere il nome degli utenti connessi è sufficiente posizionare il cursore direttamente sull’avatar e in automatico apparirà il nome del personaggio. Con un click l’avatar si muove verso la locazione del cursore. Cliccando su questa icona si può passare da un ambiente all’altro. L’utente, una volta registratosi ed entrato, ha la possibilità di inventare un altro se stesso disponendo di un intero guardaroba per scegliere il busto, i pantaloni o la gonna, le scarpe, aggiungendo, togliendo, modificando tutta una serie di accessori che definiscono la sua identità, dagli orecchini agli anelli al cappello, agli occhiali. Si possono desiderare e applicare perfino un paio di ali, per conferirgli un aspetto più… aereo e creativo. In The Next World ci si può dedicare a cambiare il look del proprio avatar anche sotto il profilo somatico, connotandone quindi la personalità, oltre che i principali tratti come il naso, le sopracciglia, i nei e altri segni particolari. Per stabilire la corporatura del proprio avatar l’utente ha a disposizione tre livelli e si possono attribuire anche caratteri etnici diversi. Molto dinamica è la capacità di movimento dell’avatar, che può contare su sei tipi di azioni quali annuire o dissentire, anche gestualmente (nel saluto l’uomo fa il saluto militare, la

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donna lancia un bacio), saltare dalla felicità, ballare (per esempio in area disco); mentre il suo modo di comunicare si articola in forma di chat (pubblica o privata), oppure di invio di emoticon, ed è inoltre previsto che il suo pensiero possa viaggiare attraverso simpatici e immediati balloon. All’inizio, quando l’utente si è registrato e ha creato il proprio avatar, approda nella piazza, dove incontra oltre agli altri possibili avatar, tre personaggi fissi, abituées del mondo virtuale: sono Gigen, Margot e Goemon, sono i “bot” (da robot), entità dall’intelligenza artificale che accolgono il nuovo arrivato e gli forniscono tutte le informazioni su come muoversi. Attraverso l’avatar di The Next World si prevede che egli possa chattare, come detto, pubblicamente e privatamente, posizionando il cursore sull’avatar e aprendo un box che mostra il profilo dell’utente coinvolto, dove appare la doppia opzione di richiesta di amicizia o di apertura di una chat, anche via webcam. Se il nostro mondo reale è composto da cinque continenti, The Next World è un mondo immaginario che si presenta formato da cinque arcipelaghi, terreni chiamati Place, ogni Place è a sua volta costituito da 50 isolotti, ciascuno dei quali è sezionato in 25 terreni abitativi. Ogni isola, che corrisponde nel mondo a una chat room, si divide in zone libere (dove l’utente troverà, per esempio, un’agenzia immobiliare, una banca, il porto navale, il night club, lo shopping center e una zona residenziale) e zone ad accesso riservato (è qui che si trovano i terreni edificabili e vi si accede solo su invito). Le cinque isole hanno ognuna una connotazione: nella prima, per esempio, troviamo un comitato di accoglienza, si tratta di un arcipelago dedicato alle relazioni e allo spazio pubblico condiviso; nella seconda risiedono solo i Vip, è una zona extralusso ricca di ville e grandi terreni; la terza è invece il paradiso del gioco e dell’intrattenimento (in The Next World sono previsti giochi come Poker, Uno, Tetris, Pac-Man…), il mercatino dell’usato e un angolo del collezio-


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UNA FESTA MOLTO NEXT Oltre seicento persone, una sala convegni dell’Hotel Ergife di Roma gremita e una festa altamente multimediale hanno segnato il lancio in grande stile di The Next World, il nuovissimo mondo virtuale che sta per cambiare il nostro modo di pensare, agire, condividere, creare e lavorare nel web. Durante il dinamico e grintoso evento organizzato dalla Next Life, la società che ha ideato e programmato il nuovo mondo virtuale, il presidente Paolo Fimiani (nella foto centrale), sulle immagini evocative e suggestive della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo o delle conquiste che hanno segnato l’avvento del nuovo mondo conosciuto, come raccontato e mostrato nei film Alexander di Oliver Stone e Cuori ribelli con Tom Cruise, ha presentato l’identità e le infinite possibilità di The Next World, premiando anche i migliori AG-AV, ovvero gli Agenti Avatar dell’azienda, pionieri di un nuovo modo di esplorare, insieme agli utenti, questa esperienza nuovissima parallela. The Next World, come abbiamo visto, ha una sua moneta di scambio, dunque una reale (anche se virtuale) economia, fondata, come quella reale, su una legge della domanda e dell’offerta e su uno scambio che permette di acquistare beni virtuali, dai mobili agli immobili, dagli appezzamenti terrieri agli oggetti più disparati, dalle case alle macchine ai vestiti, fino ai gadget. Esattamente come nel mondo reale, all’aumento della domanda aumenta di conse-

guenza il valore del bene commerciale oggetto di quella domanda. Basti pensare ai terreni dove sorgono i più grandi centri commerciali, un tempo marginalizzati dal mercato e oggi centro propulsore dell’economia di mercato. Un fenomeno analogo si è verificato in merito al destino dei mondi virtuali americani, da sempre pionieri in diversi ambiti della conoscenza e dello sviluppo. Così anche in The Next World, mondo virtuale che vanta un primato esclusivamente italiano, i pionieri di oggi saranno i proprietari, i titolari delle rendite di domani. Alla fine della presentazione di The Next World a Roma, il pubblico ha potuto divertirsi ad avviare il grande gioco della creatività. Moltissime fra le persone della platea hanno infatti avvicinato le postazioni pc per creare, ognuno, il proprio avatar. Un’esperienza virtuale, sì, ma molto reale, che ha coinvolto adulti (anche i meni esperti nell’utilizzo del web) e ragazzi (veloci e abituati a cercare gli strumenti creativi, probabilmente i più pratici con mouse e tastiera, più abili dei loro genitori). Facendo comunque tutti una multiforme e stimolante esperienza parallela, su una piazza virtuale che ha iniziato a pulsare di vita propria.

nismo; nella quarta, che è a media densità, ci sono le zone residenziali e nella quinta, ad alta densità, si trovano terreni e abitazioni più piccole ed economiche. Prima di procedere all’acquisto di una casa, l’utente ha naturalmente la possibilità di vederla in anteprima, in modo da progettare anche il suo eventuale arredamento. Questo ambito esplorativo e costruttivo è quindi anche una grande vetrina adatta a rivelare i gusti, lo stile e lo status dell’utente. La casa, che potrà essere anche affittata, può essere un ritrovo privato dove ospitare gli amici e allora li si inviterà prima a visitare la propria abitazione, all’interno della quale possono anche essere caricati i giochi più disparati e se volete organizzare grandi feste sulla spaggia, per esempio, dovete acquistare una casa vicina al mare. Una casa o un terreno possono essere opzionati oppure ceduti, così come le loro rendite, sempre attraverso la moneta virtuale di scambio, chiamata Unit. Tra gli ambienti più interessanti, l’avatar di The Next World avrà la possibilità di vivere un suo corso universitario, per esempio, fre-

quentando una sala di studio e consultazione; mentre un’altra piattaforma di grande interesse è la discoteca, un accogliente e rutilante “mondo nel mondo” animato da un dj scatenato dall’eccentrica capigliatura verde elettrico a cresta e da tre – altrettanto scatenati – cubisti: un ragazzo, Anthony, che si esibisce all’interno di una gabbia sopraelevata e due ragazze, la provocante Cindy con stivali, perizoma e tatuaggi e la non meno aggressiva Deborah. Completano l’atmosfera e il servizio due baristi dietro due ampi banconi, per consumare sfiziosi cocktail. Un’altra piattaforma è quella del centro commerciale, fulcro degli acquisti per gli accessori aggiuntivi del nostro avatar, che si divertirà a scegliere tra scarpe, abiti, prodotti per il viso. L’utente, una volta iscritto, viene dotato di un corredo base gratuito, mentre il resto degli accessori viene proposto a prezzi molto vantaggiosi, acquistabili sempre, come ogni elemento all’interno di The Next World , con le Unit della moneta virtuale.


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A SCUOLA CON GUSTO In occasione del ritorno sui banchi, per il secondo anno consecutivo torna un’iniziativa McDonald’s molto apprezzata dalle mamme e dai bambini: cinque giorni per promuovere il consumo di frutta fresca, soprattutto tra i più piccoli n’iniziativa che già lo scorso anno aveva coinvolto oltre 60.000 bambini e che si propone quest’anno con un format ancora più ricco e accattivante, grazie alla collaborazione con Giunti Progetti Educativi. Tra il 21 e il 25 settembre, nei ristoranti McDonald’s aderenti di tutta Italia, ad ogni bambino che sceglierà un menu Happy Meal sarà consegnata una confezione omaggio della nuova proposta stagionale firmata Le Frescallegre: la mela 100% italiana, già pronta a spicchi e comoda da gustare a fine pasto o come merenda. Insieme al frutto di stagione, i bambini riceveranno un simpatico leaflet, ideato da Giunti Progetti Educativi per McDonald’s con una consulenza scientifica in ambito nutrizionale. Il leaflet vuole informare le mamme sull’importanza del consumo quotidiano di frutta e verdura e far giocare i piccoli con simpatici giochi da tavolo “a tema” che in modo divertente e accattivante raccontano le proprietà e l’importanza del consumo di frutta e verdura all’interno di una dieta equilibrata. Per completare i giochi verranno regalate cinque bellissime matite colorate personalizzate McDonald’s; cinque come i colori del benessere di frutta e verdura raccomandati dagli esperti: bianco, blu-viola, giallo-arancio, rosso e verde.

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L’impegno di McDonald’s In linea con le raccomandazioni dei nutrizionisti e sensibile alle tematiche legate alla corretta nutrizione dei bambini, McDonald’s negli ultimi anni ha rivisto le combinazioni di abbinamento dei suoi Happy Meal, dando la possibilità alle mamme di scegliere alimenti freschi e di comporre un menu equilibrato per i propri bambini. Il 53% delle combinazioni degli Happy Meal fornisce meno del 30% delle GDA (Guideline Daily Amount) per un bambino, per garantire un apporto calorico ridotto. Inoltre, è possibile includere alimenti freschi nella composizione del pasto dei bambini, scegliendo ad esempio tra le diverse proposte Le Frescallegre, il brand McDonald’s che racchiude l’offerta di frutta e verdura fresca, stagionale, confezionata in pratiche bustine monoporzione


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pronta all’uso e comoda da gustare in ogni momento della giornata. Per quanto riguarda le bevande, è possibile scegliere l’acqua naturale o il succo d’arancia Tropicana: 100% puro succo di arancia senza conservanti né additivi. Le informazioni nutrizionali dei prodotti che possono comporre il menu Happy Meal sono disponibili sul sito www.mcdonalds.it e, per i prodotti più venduti, anche sul retro delle tovagliette e sui leaflet che si trovano all’interno dei ristoranti. Le GDA sono calcolate per i bambini compresi nella fascia di età 4-7 anni. Infine, il nuovo sito internet www.persapernedipiu.info permette di avere tutte le informazioni che riguardano la qualità e l’origine degli ingredienti utilizzati nei ristoranti McDonald’s. Accanto ad un’alimentazione equilibrata, McDonald’s sostiene l’importanza di uno stile di vita attivo, con un occhio particolare ai bambini. Un impegno che passa attraverso il sostegno a grandi eventi sportivi come i Giochi Olimpici e i Campionati Europei di Calcio con attivazioni specifiche per i bambini che consentano loro di vivere in prima persona l’esperienza dei più grandi momenti sportivi, ma soprattutto attraverso iniziative locali che incentivano concretamente le famiglie e i bambini a muoversi in prima persona. In questo contesto si colloca l’Happy Meal Sport Land, un’area sportiva multi sport tutta dedicata ai bambini e al loro movimento che in pochi mesi è stata già protagonista in diversi eventi sportivi in più città italiane, da Udine a Jesolo; presso l’Happy Meal Sport Land i bambini, dopo essersi sottoposti ad un test attitudinale, possono inoltre ritirare il loro passaporto sportivo, dove verranno indicate le proprie attitudini sportive.

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Raccomandate da chi ha in tes ta Le mele migliori nascono solo in Südtirol su migliaia di alberi fatti proprio come me. E per farti scoprire la tua preferita tra le mie 7 succose varietà, certificate IGP, ogni giorno arrivo fino in città per portarti tutta la loro freschezza e bontà. Ecco perché se scegli Marlene® sai sempre di trovare la qualità come appena colta. Cosa aspetti? Le mie mele sono già nel tuo negozio di fiducia.

www.marlene.it


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es ta solo le mele.

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Speciale Moda - Autunno

Alta

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o PRÊT-À-PORTER? di Ambra Blasi foto di Luciano Usai www.lucianousai.com

leganza, contemporaneità, disinvoltura e soprattutto appeal sono la chiave di volta del magico mondo della moda per la stagione in arrivo. Il suo lessico è particolare ed affascinante. Le collezioni autunno inverno 2009–2010 sono all’insegna di un’eleganza “altermoderna”. Sulle passerelle abbiamo visto un ritorno al passato, dagli anni ’30 agli anni ’90, molto “en vogue” soprattutto gli anni ’80, ovviamente re-interpretati in chiave moderna e contemporanea. Volumi costruiti e importanti si associano a silhouette smilze e vaporose, con giacchine e redingote che accarezzano la vita. Lo stile è femminile e chic, domina il colore, ma gli irrinunciabili grigi offrono una gamma di nuance e un mix di fantasie ai quali sarà difficile resistere. Interessante la presenza del denim, leggero e trattato, che dona un aspetto inconsueto ai completi, provvisti anche di gilet, possibilmente in pelliccia per donare più appeal. Per la sera è di rigore il bon ton, lasciando alle gambe il potere della seduzione. La palette cromatica vira al nero, la seta gioca con il tulle, sugli abiti non mancano ricami ricercati che vanno ad impreziosire tessuti trasparenti, creando motivi floreali e minimal metallici, il tutto dedicato ad una donna giovane e giovanile che sa interpretare mise mai scontate. Per concludere optate su materiali di qualità e forme straordinarie per ottenere un “outfit ultrachic”.

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CLICK D’A


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Abito jersey in microfibra con drappeggio centrale SINEQUANONE

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Tailleur con bottoncini perla CHANEL Camicia volant viscosa SINEQUANONE Accessori AB


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Cappotto redingote viola Top chiffon di seta fantasia con ruches SINEQUANONE Accessori AB (idem nella pagina seguente)

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Leggings in pelle nera SINEQUANONE Top VALENTINO Accessori e scarpe AB (idem nella pagina seguente)

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Camicia chiffon fantasia Gilet in pelliccia mongolia SINEQUANONE

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Abito in pizzo ricamato con giacchino in pelliccia SINEQUANONE


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Si ringrazia lo showroom ZMD di Roma per la disponibilitĂ degli abiti La modella SARA Un ringraziamento particolare a: Luciano Usai Winnie (il cagnolino maltese) AB - Via Bevagna, 10 Roma


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QUESTO PAZZO

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REGGISENO PER ZITELLE Si chiama "Konkatsu Bra", noto come NON "Husband Hunting Bra", ed è stato lanciaPAGHI? to dalla marca di lingerie Triumph. Ideato TI STRAPPO per chi è alla ricerca di un marito, permette di LA DENTIERA impostare su un timer la data del termine ultimo per sposarsi e di In Germania un dentista tedefar partire un countdown che sco ha perso la testa a causa finisce all’arrivo dell'anello di di una morosità di circa fidanzamento: quando è 700 euro. Il medico aveva LA LAVATRICE PER CANI inserito nel meccanismo, il sollecitato per mesi un conto alla rovescia si pagamento, senza nesSi chiama Dog-o-Matic, è una lavatrice ed asciugatriferma e parte la marcia sun risultato. Alla fine ce per i migliori amici dell’uomo. Progettata dal francenuziale. È inoltre possibiha deciso di usare le se Romain Jarry, è formata da una cabina dove il cane è le usare il reggiseno maniere forti: è andato investito da getti d’acqua e sapone ed asciugato, tutto in come juke-box e ascola casa della sua pazienmezz’ora. Sono già nate lavanderie, ad esempio a Nancy, tare i brani preferiti. te e le ha strappato la dove mettere i cani in lavatrice, introdurre il gettone e seledentiera dalla bocca. zionare il programma adatto alla taglia. La macchina, un Per questa vicenda, il VENTITRÈ grosso cubo con chiusura a stagno, dovrebbe essere lanciadentista, 57 anni, che MATRIMONI, ta per il commercio al dettaglio nel prossimo anno con ha chiesto scusa in UNA SPOSA debutto in Inghilterra. Il prezzo varia a seconda della aula per la sua reaziodimensione dell’animale, il massimo è sui 50 dollari. DA GUINNESS ne esagerata, è stato Ovviamente, non ha la funzione centrifuga. Ma come Linda Wolfe, 68 anni, condannato dal tribusi può immaginare, gli animalisti non hanno ha conquistato il titolo nale municipale di Neuaccolto con favore la nuova invenzione… di "most-married perUlm a pagare una multa son in the world". La di seimila euro. donna americana si è sposata per la prima volta a 16 anni ed ha avuto sette figli. L’unione più lunga è durata sette anni, la più breve 36 ore. L’ultimo matrimonio è stato un evento mediatico, con il reverendo Glynn "Scotty" Wolfe, che con i suoi 29 “sì” era “l'uomo più sposato del mondo". La signora non è ancora soddisfatta: aspetta di andare all’altare per la ventiquattresima volta. Fosse la volta buona…

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LUOGHI DI RITROVO PER MASTICARE IL CHEWING GUM Si chiamano Chewing Bar e sono stati inaugurati in Cina, all’interno dei campus universitari. Sono posti in cui gli studenti possono rilassarsi masticando gomme americane mentre si dedicano ad altre attività rilassanti, come leggere, dare pugni a sacchi da pugilato, scrivere i propri pensieri su lavagne con matite giganti. E’ innegabile che masticare chewing gum rilassi. La conferma arriva da una ricerca effettuata dal Dipartimento di Psicologia dell’Università Zhongshan di Guangzhou, secondo la quale masticare gomma americana diminuisce lo stress del sedici per cento, aumenta la vigilanza del diciotto ed è un grande aiuto nel multitasking, ovvero quando si fanno più attività contemporaneamente.

UN GATTO VIVO NEL DIVANO A Spokane, a Washington, una coppia ha acquistato un sofa usato. Dopo alcuni giorni, l'uomo ha sentito dei rumori: aprendo il divano, si è scoperto che l’ex proprietario aveva venduto, insieme al sofa, il suo micio, che si era nascosto all’interno. Il gatto è stato poi riconsegnato alla sua famiglia.

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CHIAMA LA POLIZIA: NON È UN LADRO, È L’AMANTE DELLA MOGLIE A Pavia un docente universitario, rientrato in casa per aver dimenticato le chiavi, ha intravisto un’ombra nel corridoio e, allarmato, ha chiamato la polizia pensando fosse un ladro. All’arrivo degli agenti, l’uomo ha avuto una bella sorpresa: invece del ladro, la persona che si aggirava furtiva nella sua casa era l’amante della moglie. Il marito conosceva bene l’uomo: era l’assistente universitario che lavorava con lui e con la sua consorte, entrambi docenti. Nell’imbarazzo generale, il marito si è scusato con i poliziotti, che nel verbale hanno scritto che si è trattato di un equivoco. Un falso allarme di cui forse la donna ha dovuto dare spiegazioni al marito…

VA IN BANCA COI SOLDI DEL MONOPOLI E RIESCE A FARSELI CAMBIARE Ad Oslo una signora di 61 anni si è recata in una banca e si è fatta cambiare 190 euro in corone norvegesi. Il cassiere, senza il minimo dubbio, ha cambiato il denaro. La signora, non soddisfatta, il giorno successivo è andata di nuovo nella stessa banca chiedendo di farsi cambiare circa 750 euro. Questa volta non ha trovato lo stesso cassiere: non è riuscito a farla franca ed è scattata la denuncia. La banca norvegese si è giustificata dicendo: “Sbagliare è umano”.

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seicomesei di Virginia Di Marno

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Alla salute!... E il vino si ossigena, i bicchieri tintinnano, la mente si rilassa.

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Dopo aver brindato alla nuova storia di Elena, alla promozione di Flavio e al prossimo viaggio di Lavinia, non resta che una sola cosa da dire alle labbra color vinaccia: cin cin! Cin cin e il problema delle perorazioni è risolto.

Una soluzione importata, anni or sono, da valorosi lupi di mare che, ascoltando i loro colleghi cinesi scambiarsi cordiali saluti (“ch’ing ch’ing” significava “prego prego”), decisero di portarsi dietro questo suono e di colorarlo ogni volta con un po’ di vino.

Ma dietro “cin cin” forse si nasconde dell’altro. Una diversa voce vuole che il gesto abbia radici nel Medioevo, periodo in cui brindare poteva anche essere cosa pericolosa.

Poteva succedere, infatti, che qualche goccia di veleno cadesse inspiegabilmente dentro il calice del più scomodo dei commensali. Così, per evitare sorprese durante il banchetto, con un “cin” qualche gocciolina schizzava nel bicchiere dell’amico e con l’altro “cin” si restituiva la cortesia, per sicurezza, nulla di personale.

Tra l’avventura e l’intrigo, però, resta salda la teoria dei poeti instancabili sognatori. Un bicchiere dopo l’altro e l’arcano si svela. Il vino, compagno di tutte le sere, soddisfa l’olfatto col suo profumo, la vista col suo colore, il gusto con il sapore e il tatto con la consistenza. Solo un senso rimane orfano: l’udito. E allora cin cin! Per regalare un suono all’imperfetto nettare degli dei.


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iglia di una cantante lirica tedesca e di un professore di dizione e canto, Sandra Bullock debutta sul palcoscenico da piccola esibendosi nei cori degli spettacoli della madre. Dopo i numerosi spostamenti tra l’Europa e l'America al seguito dei genitori, la giovane e brillante Sandra decide di trasferirsi a New York per studiare recitazione con Sanford Meisner. Arriverà al cinema nel 1993 con Demolition Man al fianco di Sylvester Stallone. Il suo talento viene notato dal produttore del film che immediatamente la segnala al regista Jan De Bont per il ruolo femminile di Speed (1994), accanto a Keanu Reeves. Sarà protagonista ancora di tanti film di successo, insieme a grandi attori, come Amori e incantesimi (1998) con Nicole Kidman, Two Weeks Notice (2002) con Hugh Grant, Loverboy (2005) con Kevin Bacon e Matt Dillon. Nel 2005 la vediamo in Crash - contatto fisico, vincitore nel 2006 di ben tre premi Oscar, tra cui quello come miglior film dell’anno. Qualche anno prima, nel

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di Maria Nicoletta Tulli

2000, Donald Petrie la sceglie per il suo film Miss detective accanto a Michael Caine, mettendo in risalto tutta la sua femminilità. “Io non ho mai partecipato ai concorsi di bellezza - dice l’attrice in un’intervista a Roma di qualche anno fa - anche perché non mi piace la competizione in genere; sono comunque un pò gelosa di chi vi partecipa. È terribile stare davanti alla televisione ingozzandosi di porcherie, preoccupate del proprio aspetto fisico, mentre queste donne perfette sfilano davanti a milioni di persone. Decisamente frustrante”. Spontanea e carina nella vita reale, è stato quindi molto difficile per lei mettersi nei panni di Margaret, la potente dirigente editoriale, protagonista della nuova commedia Ricatto d’amore, firmata Anne Fletcher. Primo posto trionfante al box office americano, la divertente pellicola non ha difficoltà a portare grandi incassi anche qui in Italia. Del resto, difficile resistere al fascino e alla sottile ironia della Bullock.

Il mio nuovo ricatto

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Rachel Wood

hissà dove sarebbe se l’avesse scelta Neil Jordan per Intervista col vampiro? E invece Evan Rachel Wood lasciò il posto ad un’altra bambina, oggi diva acclamata, Kirsten Dunst, per la parte della piccola Claudia, la bambina vampira che apparve insieme a Brad Pitt e Antonio Banderas. Aveva sette anni quando si trasferì a Los Angeles e, figlia d’arte, entrò in contatto con agenti e produttori che le fecero interpretare alcuni ruoli per la televisione. Forse pochi se la ricordano, ma Evan era la piccola figlia di Sandra Bullock in Amori & incantesimi e l’abbiamo vista ancora in uno dei primi film che parlavano di realtà virtuale, S1m0ne. Si affermò in tv, partecipando ad alcuni episodi della serie Profiler, ma il successo arrivò dal cinema, con il film adolescenziale di Catherine Hardwicke Thirteen. Il suo volto e la sua attitudine rockettara la fecero entrare nel film musicale vintage sugli anni Sessanta Across the Universe, di Julie Taymor, e subito dopo la giovane Evan si rivelò perfetta per incarnare la protagonista del videoclip del brano Wake Me Up

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When September Ends dei Green Day, interpretato insieme all’attore Jamie Bell (il ragazzino ribelle di Billy Elliot), con il quale poi si fidanzò. Più burrascosa fu la sua relazione con Marilyn Manson, con una affaire che sembra troncarsi nel 2008, nonostante le ripetute smentite. Nello stesso anno Evan partecipò a Davanti agli occhi con Uma Thurman e al film indipendente The Wrestler, che segnò il ritorno di Mickey Rourke. Venne inoltre scritturata per la versione musicale di Spiderman, a Broadway, con musiche di Bono e The Edge degli U2. Sempre in bilico tra gotico e burlesque, con buona pace di Dita Von Teese (“ex” di Manson), la ventenne Evan è sui grandi schermi con Down in the Valley, dove interpreta Tobe, una diciassettenne che simpatizza con il cowboy Edward Norton ed è nel nuovo film di Woody Allen, proiettato nelle sale italiane dal 18 settembre. Basta che funzioni. Per Evan Rachel Wood funziona decisamente bene, in questo periodo.

Non sono più una di Anna Sofia Viola

BAMBINA NEXTFAMILY

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Esperanza

Spalding

onsiderata la più grande promessa del jazz mondiale, Esperanza Spalding ha in effetti tutte le carte in regola per entusiasmare il pubblico difficile e attento dei jazzofili, ma anche l’orecchio musicale meno sofisticato. Un po’ come Norah Jones e il suo pianoforte, la piccola ma grintosa Esperanza ha chiuso in un tripudio, per esempio, il recente Musicamdo Jazz, la rassegna musicale che porta grandi artisti italiani e internazionali a suonare tra le bellezze del territorio maceratese, a Jesolo, mentre all’inizio di agosto si è esibita ancora in Italia nel Chiostro San Domenico di Camerino. Vincitrice del Grammy jazz award 2009, la Spalding è una contrabbassista, cantante e compositrice e insieme al suo quartetto si presenta minuta e apparentemente fragile con uno strumento certo insolito per lei. Eppure quante note, quante vibrazioni, quante pulsazioni da quei due “corpi sonori” che si muovono all’unisono sul palco. In realtà

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di Luigi Bonelli

Esperanza era stata già definita un prodigio del contrabbasso all’età di quindici anni, e a soli vent’anni è diventata perfino insegnante del suo ingombrante strumento, anzi la più giovane insegnante della prestigiosa università di Barklee, lavorando a fianco di Pat Metheny, Joe Lovano e Patti Austin. Negli ultimi mesi si è esibita alla corte di Obama, a Washington, insieme a Stevie Wonder. Esperanza Spalding nasce nel 1984 e cresce nel quartiere multilingue di Portland, in Oregon. A cinque anni entra come violinista nella sua prima orchestra, a 16 si diploma in musica, poi approda al Berklee College. Il suo talento, a detta di molti esperti, le permette di esprimersi attraverso una tecnica straordinaria, cui aggiunge una voce da sirena che esplora il canto in tre lingue differenti. Questo connubio lo possiamo già notare nel suo primo disco, Esperanza (2008), frutto di un intenso lavoro con un gruppo di affermati musicisti.

Due “corpi” una sola

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Jasmine orriso dolce e grandi occhi scuri. Una rivelazione del cinema italiano di nome Jasmine Trinca. A soli 28 anni può vantare già un ottimo curriculum, ricco di film, numerose candidature e tanti riconoscimenti da parte del pubblico e della critica. Entra nel mondo del cinema “per caso”, confessa la giovane attrice romana. “Prima di incontrare Moretti non mi interessava fare l’attrice, ad essere sincera nemmeno ci pensavo. Poi è capitato che nel liceo dove studiavo, a Roma, sono venuti a visionare gli studenti per la parte di Irene, la figlia di Moretti ne La Stanza del Figlio. Io mi sono presentata - continua Jasmine - perchè ero affascinata da Nanni, dalla sua intelligenza, dalla sua integrità e dal suo modo di fare cinema, quindi alla fine mi sono buttata. Ancora oggi vivo questo mestiere con molta tranquillità, consapevole di avere ancora molto da vedere e da imparare: è importante farlo con l’esperienza ma sarebbe interessante affrontarlo in maniera teorica e tec-

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Trinca nica, cosa che finora non ho fatto”. Dopo Nanni Moretti un altro importante regista la vuole nel suo cast. Parliamo di Marco Tullio Giordana che la sceglie nel 2003 per la parte di Giorgia ne La meglio gioventù. Un grande successo per il quale riceve il Nastro d'Argento 2004 come migliore attrice protagonista e che le apre le porte anche con Giovanni Veronesi che nella primavera del 2005 la vuole sul set della commedia corale Manuale d'amore, e Michele Placido che la chiama nel suo Romanzo criminale. Nel 2006 torna a lavorare con Nanni Moretti per Il caimano, nel ruolo di una giovane regista. Poco tempo dopo, nel settembre 2007, la ritroviamo nel film Piano, solo, in compagnia, ancora una volta dopo Romanzo criminale, di Kim Rossi Stuart e Michele Placido. Da settembre il grande schermo ci fa incrociare di nuovo il suo sguardo ne Il grande sogno. Michele Placido, alla regia, anche questa volta non può fare a meno di lei.

Quell’incontro di Maria Nicoletta Tulli

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Pillole per la famiglia

scuola beauty web scienze animali psiche salute ambiente

pilloleper la famiglia

a cura di Maria Nicoletta Tulli


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BULLISMO: UN AIUTO DAL WEB Riaprono le scuole e i giovani tornano ad affrontare un nuovo anno scolastico. Speriamo che l’estate abbia tranquillizzato gli animi degli studenti più agguerriti. In ogni caso, segnaliamo un sito che può aiutare chi teme il ritorno tra i banchi di scuola e che dà sostegno alle vittime e alle loro famiglie: www.bullismo.com. Gli atti di bullismo, purtroppo, negli ultimi anni sono aumentati, ma capita spesso che la vittima che subisce la violenza e la sua famiglia non trovano il coraggio di denunciare. Troppe sono le vittime e troppo è il silenzio. Come cita il sito nell’home page “bisogna sempre tenere presente che più sono le sentenze di bullismo (“mobbing in età evolutiva”), più sarà possibile avvicinarci ad un riconoscimento giuridico della violenza tra ragazzi in particolari ambienti e modalità. Bisogna denunciare per arrivare ad un riconoscimento di questo tipo”. Cliccando sulle pagine web si possono trovare consigli e raccomandazioni da seguire: “cogliete il bullismo come un grave veleno dal quale bisogna difendersi… che bisogna fermare! Ma vedetelo anche come una risorsa per comprenderne la cura che avrà poi, nel vostro futuro, mille altre applicazioni. Come una malattia va affrontata con le opportune cure e come questa stessa ci aiuta a comprenderla e a migliorare il nostro organismo dobbiamo capire che il bullismo ci insegna qualcosa per affrontare la nostra vita!”. www.bullismo.com

scuola 86

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beauty

A OGNI ETÀ IL SUO SPORT Per chi vuole ottenere una forma prestante l’ideale è avvicinarsi con un approccio soft all’attività atletica. La prima cosa da fare è usare la testa: non è necessaria un’attività incessante ma un programma graduale, che conduca all’obiettivo prefissato. Dobbiamo ricordarci che pochi di noi sono degli atleti professionisti e che il mancato raggiungimento dell’utopica meta prestabilita da persone “comuni” può condurre a scompensi psicologici difficili da recuperare e riabilitare in breve tempo. Il fisico gode di maggiori benefici se la mente è priva di nevrosi da bellezza o ansie da prestazione. Tutto va eseguito con la massima razionalità e serenità. “Per ogni età c’è lo sport giusto”, spiega il Dott. Roberto Hermann Bertrand, specialista in Psicologia dello sport. “Dai 20 ai 30 anni sono consigliati tennis, nuoto, surf, kitesurf, sport estremi, calcio, pallavolo, ginnastica di riscaldamento e di rilassamento. Nella fascia tra i 30 e i 40 ancora tennis, golf, pallavolo, surf e in più molte camminate e ginnastica. Salendo ai 40 fino ai 50 sono consigliabili nuoto, barca a vela, golf, camminate, corsa leggera. Infine per gli over 50 è bene sempre continuare a praticare attività fisica ma sotto il controllo di un personal trainer e poi ancora golf, nuoto leggero e camminate. Al termine di ogni attività è bene rilassarsi con tecniche di scioglimento dei muscoli (stretching o ginnastica rilassante). Il tutto aiuta le mente a liberarsi. www.beauty.it


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GLI UTENTI CHIEDONO L’ARTE Tina Brown, ex-direttrice del New Yorker e di Vanity Fair, lo scorso giugno ha inaugurato nel suo sito DailyBeast una nuova sessione interamente dedicata alla scena artistica internazionale. Vernissage in musei e gallerie private di tutto il mondo, recensioni, interviste con pittori, scultori e fotografi, ultimi trend artistici e caccia ai nuovi talenti attraverso la collaborazione col sito specializzato http://artkrush.com/current . “La maggior parte dei giornali cartacei americani ha chiuso o ridotto drasticamente le sue sezioni artistiche”, spiega la Brown, “eppure le nostre pagine più trafficate sono proprio quelle sulle arti visive e la cultura in generale. La dimostrazione dell’esistenza di un enorme serbatoio di gente colta, da Roma a Londra e da Mosca a Pechino, la cosiddetta èlite globale, tutta da conquistare”. L’art section Art Beast del suo sito web www.thedailybeast.com sta, infatti, avendo già grandissimo successo. Tantissime visite al giorno che confermano la voglia degli utenti di informarsi, aggiornarsi e scoprire in ogni momento nuove forme di arte e di cultura visiva.

web

scienze

ALTO E BELLOCCIO? NO, GRAZIE I maschi migliori - quelli che presentano un'alta qualità genetica - non hanno molto successo quando si tratta di riprodursi. Una triste delusione che arriva da uno studio congiunto tra l'Università di Uppsala in Svezia e quella di Aarhus in Danimarca. L'esperimento è stato condotto sugli scarafaggi, ma sembra che le conclusioni a cui sono giunti i due scienziati possano valere anche per l'uomo. Arnqvist, che vanta diverse pubblicazioni sul tema della selezione sessuale tra gli insetti, e Bilde, studiosa della socializzazione animale, hanno monitorato diversi accoppiamenti tra questi insetti e i risultati non permettono repliche: gli esemplari con una bassa qualità genetica hanno totalizzato il maggior successo nella riproduzione. Non solo. Se contrariamente alle previsioni i maschi con un basso profilo sono i migliori nel compito di fertilizzare le uova, sarebbero anche più bravi nell’occuparsi dei piccoli una volta venuti al mondo: vincenti nell’inseminazione, padri attenti e premurosi. Inoltre, sembra che, almeno negli scarafaggi, gli accoppiamenti multipli non premino le femmine con benefici genetici. Bando alla promiscuità, quindi. In quasi tutti gli animali le femmine si accoppiano con diversi maschi, nonostante un singolo incontro sia spesso sufficiente per la riproduzione. Inutili i rapporti multipli, ma soprattutto dannosi, perché espongono le potenziali madri a malattie sessualmente trasmissibili. Finora si riteneva che quest’approccio “di fiore in fiore” permettesse alle femmine di scegliere il seme del maschio con la migliore qualità genetica, per fertilizzare i suoi ovuli e ottenere una prole più forte. Tutto sbagliato.

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LA PERSONALITÀ DEL CANE Chi lo dice che gli uomini e gli animali sono diversi? Samuel Gosling, uno psicologo dell’Università di Austin, in Texas, ha voluto analizzare se nel cane possono esserci alcuni tratti tipici della personalità umana. La psicologia classica descrive l’uomo attraverso il cosiddetto “Five Factor Model”, anche definito con l’acronimo “OCEAN”: Openness to Experience (apertura a nuove esperienze), Conscientiousness (disciplina e senso del sociale), Extraversion (estroversione), Agreeableness (adattabilità sociale) e Neuroticism (instabilità emotiva). Le categorie usate per valutare la personalità canina sono state livelli di energia, affettuosità-aggressività, ansia-calma, intelligenza-stupidità. “Nel procedere al test”, ha spiegato il ricercatore, “ho chiesto di valutare gli animali secondo i quattro tipi di personalità prima ai loro padroni e poi ad estranei. L’ansietà e la calma sono state analizzate studiando le reazioni del cane nel vedere il proprio padrone camminare con un altro cane, mentre l'intelligenza è stata misurata con l’abilità dell’animale nel recuperare un biscotto da sotto una tazza”. Dopo un’attenta analisi e diverse interviste ai padroni degli animali è emerso che i nostri amici a quattro zampe condividono con noi alcuni di questi tratti fondamentali: la curiosità verso nuove esperienze, l’estroversione, l’adattabilità sociale e l’instabilità emotiva. Solo la Conscientousness appartiene specificatamente al genere umano.

animali 88

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psiche

L’AMORE CURA LO STRESS Una buona vita di coppia è il migliore rimedio contro lo stress, anche lavorativo. È quanto rivela uno studio svedese dell'Università di Göteborg condotto dalla dottoressa Ann-Christine Andersson Arntén, che ha studiato oltre 900 persone per arrivare alle conclusioni presentate nella sua tesi di dottorato in psicologia. Secondo la studiosa “una buona relazione con il proprio partner riduce gli effetti negativi dello stress sulla nostra salute. Una relazione insoddisfacente, invece, li amplifica”. Se la maggior parte degli italiani confessava lo scorso anno di cercare nella scappatella un rifugio antistress, per la ricercatrice sarebbe meglio concentrarsi su chi ci sta accanto quotidianamente, a patto che ci si stia bene. Fra i partecipanti allo studio, infatti, chi si è dichiarato contento del proprio rapporto di coppia ha dichiarato anche di avere una salute migliore rispetto a chi non è soddisfatto di come vanno le cose con il proprio partner. Per le donne, le conseguenze di un rapporto infelice si fanno sentire soprattutto in termini di ansia e di difficoltà a dormire. Negli uomini, invece, si affacciano depressione e reazioni psicosomatiche da stress. “Forse perché”, commenta la studiosa, “chi vive un rapporto problematico si impegna di più per cercare di migliorarlo, mentre chi lo dà perso in partenza, spende meno energie e si logora di meno”.


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IL SONNO AIUTA A STARE IN FORMA Ridurre le ore di sonno fa guadagnare chili di troppo. Lo dimostrano alcuni studi presentati nel corso di “Sleep 2009”, il convegno delle Società di Medicina del Sonno che si è svolto a Westchester, negli Stati Uniti. Una prima ricerca condotta su una novantina di volontari da ricercatori dell’Università della Pennsylvania dimostra che bastano 5 giorni di restrizione del sonno per guadagnare in media un chilo e 300 grammi di peso, questo nonostante il 70 per cento dei volontari abbia dichiarato di avere meno fame rispetto al solito. I partecipanti non avevano restrizioni dietetiche durante il periodo dello studio: mangiavano regolarmente 3 volte al giorno. “Crediamo che abbia “pesato” la sedentarietà e soprattutto la maggiore probabilità di cedere agli spuntini durante il tempo trascorso da svegli”, ipotizza Siobhan Banks, coordinatore della ricerca. Una teoria che va d'accordo con i dati emersi negli anni scorsi: qualche tempo fa, ad esempio, il nesso fra perdita del sonno e aumento di peso fu dimostrato da studi dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno secondo cui dormire 4, 5 ore per notte riduce fino al 30 per cento la leptina in circolo, un ormone che tiene sotto controllo l'appetito, mentre aumenta la grelina, ormone che stimola la fame. Risultato: la voglia di piluccare qualcosa nelle ore passate da svegli diventa irresistibile. A quanto pare, però, c'è anche il rovescio della medaglia: secondo Nathaniel Watson, direttore dell'Istituto di Medicina del Sonno dell'Università di Washington, anche dormire troppo potrebbe mettere in pericolo la linea. Né troppo, né troppo poco insomma: per chi vuole restare in forma sono consigliate 7-8 ore di sonno per notte. www.corriere.it

ambiente

COSTE ITALIANE ASSEDIATE DAL CEMENTO Tornati in città dopo le vacanze, non bisogna dimenticare che il mare continua, anche senza di noi, a vivere. È necessario, quindi, tenere sempre sott’occhio il suo peggior nemico: il cemento. Tra villette per le vacanze, grandi alberghi, porti turistici con ristoranti e shopping center sono davvero migliaia i nuovi edifici che ogni estate spuntano lungo le coste italiane. Solo nel 2009 intorno al ciclo del mattone selvaggio si sono registrate esattamente 3.674 infrazioni, sono scattati 1.569 sequestri e 4.697 denunce. “Abbattere diviene la parola d’ordine per vincere la guerra contro il cemento abusivo che devasta le nostre coste e che nelle regioni del sud è diventato, negli ultimi decenni, una vera e propria piaga”, ha spiegato Sebastiano Venneri, vicepresidente e responsabile mare di Legambiente alla presentazione del dossier a Roma. Ma non solo. Il mare italiano è afflitto anche da tanti altri guai: scarichi illegali, cattiva depurazione, pesca di frodo. Crescono, quindi, le infrazioni accertate che passano da 14.315 nel 2007 a 14.544 (+1,6%), quasi 2 reati a chilometro lungo i 7.400 di costa. Cifre assurde che continuano a salire e a danneggiare senza sosta i nostri litorali. www.repubblica.it

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hi conosce la storia di quell’ineguagliabile oggetto del desiderio chiamato BlackBerry? Forse non tutti sanno che il primo esemplare nasceva in Canada oltre dieci anni fa e da allora ha solcato molti, molti mari. I “numeri” sono davvero impressionanti: attualmente nel mondo oltre 28 milioni sono utenti gli iscritti ai servizi BlackBerry (quasi 4.000.000 solo negli ultimi tre mesi) e continuano a crescere. Basti anche pensare a quanto la web revolution abbia cambiato il nostro modo di rapportarci alla quotidianità (inviare una mail, organizzare rapidamente una vacanza, scattare foto dei nostri momenti speciali ed inviarli con un click a parenti e amici, aggiornare in tempo reale e in movimento le nostre pagine su Facebook, Myspace, Twitter…), così come ascoltare musica e vedere filmati in movimento, tutte cose impensabili solo qualche anno fa e, adesso, tutto a portata di mano e in un solo strumento, grazie agli smartphone BlackBerry. Ma non è solo la tecnologia a dominare la scena. Gli ultimi modelli BlackBerry sono diventati infatti veri e propri status symbol, oggetti di culto dal design ricercato ad apprezzato da tutta la famiglia come da ogni singolo componente, natu-

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ralmente diverso per età, sesso ed esigenze. Il prodotto perfetto per il papà, per esempio, è il Bold, smartphone business elegante, potente e funzionale, mentre per la mamma e le figlie femmine segnaliamo il BlackBerry Pearl Flip 8220, sempre molto elegante ma prettamente femminile, con la sua aggraziata forma a conchiglia. Per i maschietti si addice, invece, il BlackBerry Storm, il primo touchscreen di casa RIM, con l’innovativa tecnologia SurePress e le complete funzionalità multimediali e di social networking. Ma se pensate a un prodotto per la famiglia al completo, allora il BlackBerry Curve 8900, strumento di puro design, è probabilmente l’apparecchio più appropriato. Si tratta di uno smartphone sottile e maneggevole, multimediale ma anche adatto al business. Un numero sempre crescente di persone si avvicina al mondo BlackBerry e molti ormai utilizzano i famosi smartphone della canadese Research In Motion sia per le attività lavorative che del tempo libero. Non solo, dunque, strumento di lavoro per manager indaffarati, ma anche per tutte quelle persone che non si accontentano più di avere un “normale” telefonino, ma vogliono uno strumento multifunzione che li tenga linkati al mondo che li circonda e sia facile da usare.

A ciascuno il suo BlackBerry Uno strumento davvero “family”, così mamma, papà e figli trovano il giusto “touch”


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scienze web vedo web ascolto web leggo fenomeni tv poltrona est(etica)


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Scienze

Superiori ma non troppo

di Luciano Tirinnanzi

Le differenze sostanziali tra uomo e animale si assottigliano nel momento in cui

L’

etologo Konrad Lorenz, negli anni Settanta, sosteneva: “Mi rattrista sempre sentire quella frase malvagia e totalmente falsa: Le bestie sono migliori degli uomini . Non lo sono affatto […]. Anche il cane più fedele è amorale, secondo il significato umano della responsabilità”. Per poi proseguire: “La comparazione scientifica fra l'animale e l'uomo, su cui si basa tanta parte del nostro metodo di ricerca, non implica affatto - come del resto l'accettazione della teoria sull'origine della specie - una diminuzione della dignità umana”. Dunque Lorenz, colui al quale si deve anche l’invenzione della parola mobbing, riteneva che se è pur vero che ancora oggi nell'uomo c'è tutto l'animale, non certo tutto l'uomo è nell'animale. La nostra superiorità, a suo dire, è dunque salva. Se ci soffermassimo, però, a pensare all’habitat naturale in cui vive e di cui si nutre l’uomo, potremmo dire altrettanto? Potremmo affermare che egli è in armonia con ciò che lo circonda e che tende a salvaguardare l’ecosistema in cui è inserito? In tal senso, alcune teorie arrivano a descrivere la razza umana addirittura come un virus poiché il comportamento “sociale” è simile per entrambi: a differenza degli animali, il moltiplicarsi della specie umana infetta l’ambiente in cui vive fino a distruggerlo e a minare, così, la propria esistenza. Un comportamento irrazionale che non trova paragoni tra gli animali ma, appunto, soltanto tra i germi. In ciò, si dice, l’uomo è meno evoluto e intelligente delle bestie. A rincarare la dose vale la celeberrima frase hobbesiana Homo homini lupus che, se da un lato ci equipara alle bestie (non a un agnello o un gattino, bensì al più feroce dei canidi), dall’altro descrive l’uomo come un pericolo per sé e per i suoi simili: un animale che non fa branco, non è solidale e ha insita nel proprio dna la malvagità. In effetti, la brutalità umana si è espressa in tutte le sue forme sin da quando egli ha assunto la posizione eretta e, se pure negli animali la brutalità è parte del percorso vitale, essa viene da loro applicata per spirito di sopravvivenza, dun92

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il primo sceglie di regredire al livello del secondo. Cosa che, rispetto alla evidente superiorità, accade

TROPPO SPESSO


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que per puro istinto. Mentre l’uomo è spinto da meccanismi altri rispetto al bisogno. Egli uccide per fattori sconosciuti al mondo animale: lucro, invidia, gelosia, rabbia, insoddisfazione, potere. Aspetti certo non funzionali alla sopravvivenza, ma piuttosto frutto della ragione (o irragionevolezza, si capisce). In comune, invece, vi sono innumerevoli aspetti: dai comportamenti sociali alla prosecuzione della specie, persino la capacità di imparare dai propri errori. Ma vi è una differenza sostanziale: noi conosciamo il fine delle nostre azioni e scegliamo o meno di compierle, mentre l’animale è governato dal solo istinto che lo porta ad agire senza possibilità di affrancarsi da questo schema. Il problema è che spesso l’uomo sceglie freddamente il male ed è facile che regredisca in comportamenti ben peggiori di quelli che governano il regno animale. In questo senso l’uomo ha una colpa in più, poiché vanta l’intelletto, che lo porta a giudicare, e il logos , la parola detta e pensata. Dunque non vi sono scuse da addurre ai suoi talvolta sciagurati errori. Egli possiede, inoltre, il libero arbitrio e si pone domande sulla propria origine fino a contemplare l’esistenza del creato e di Dio. È cosciente di se stesso e di ciò che lo circonda, pertanto ha un dovere in più e una morale da poter seguire. Il fatto è che l’uomo spesso è dimentico del proprio io. Altrettanto non si può dire per le bestie. L’animale deve, l’uomo può. Noi abbiamo la percezione del tempo e del mutare della storia, evolviamo e studiamo la nostra evoluzione, mentre l’animale, se progredisce, è soltanto perché minacciato dall’esterno e, solo se spronato, affina una tecnica che lo porta a garantirsi la stessa condizione di sempre. Cosa desidera una bestia? Se essa ha un desiderio, certo questo è quello di sopravvivere. Che cosa desidera l’uomo? Non vi è una risposta univoca, ma di certo all’uomo sopravvivere non basta, egli non si accontenta mai. E questo, tutto sommato, se è il suo peggior difetto, è anche il suo maggior pregio.

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Web Vedo

Sito ricco...

di Carmelo Schininà

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l sito è ricco e presenta un festival che, di anno in anno, è cresciuto misurandosi con altri appuntamenti internazionali. Ma è sempre il Festival Internazionale del Film di Roma, quindi deve fare i conti con una città, che la tradizione vuole eterna, che fino a pochi anni fa si era inchinata alla storica Venezia per quanto riguarda la kermesse dei film da offrire in anteprima e dei divi da mettere in vetrina. Alla quarta edizione, il Festival Internazionale del Film di Roma (all’Auditorium Parco della Musica dal 15 al 23 ottobre) cerca spunti e conferme. Il suo nuovo direttore artistico, dopo la parentesi Rondi, è il boss di Ciak Piera Detassis, mentre il presidente della giuria è il regista Milos Forman (Qualcuno volò sul nido del cuculo, Amadeus, Larry Flynt, Goya). Gian Luigi Rondi è diventato presidente del Festival, mentre Forman è affiancato da sei personalità del mondo dello spettacolo e delle arti tra cui, per l'Italia, l'architetto Gae Aulenti e il regista Gabriele Cuccino (alle prese con il suo nuovo… ultimo bacio). Dicevamo del web. Ebbene, la Rete è sempre più presente in ogni grande manifestazione e a Roma deve fare i conti con una struttura anomala, l’Auditorium, e con un media, il cinema, che comunica per immagini, file davvero pesanti da far passare via web. Tuttavia, la gran mole di immagini in circolazione cambia identità e quindi non solo i film, ma i volti, i backstage, le sezioni collaterali saranno protagonisti durante il festival. Che entrerà ancor più nelle nostre case dai nostri pc, pronti a lanciarsi sul red carpet insieme agli spettatori più agguerriti, che ultimamente stanno superando la voglia di partecipazione dei giornalisti specializzati, trasformandosi in quello che ormai è uno dei fenomeni nel campo dei new media: il reporter della porta accanto. E allora ognuno di noi, appassionati di cinema ma anche di Internet, vedremo scorrere sulla sinistra della home del Festival i vincitori di questa quarta edizione, a cominciare dal mito Meryl Streep, che verrà insignita del Marc'Aurelio d'oro alla carriera e incontrerà pubblico e stampa nell'ambito della sezione L'Altro Cinema-Extra, curata da Mario Sesti. E sempre nella stessa sezione ci sarà lo scrittore brasiliano Paulo Coelho, che presenterà in anteprima mondiale il film The experimental witch project, un lungometraggio basato sul suo libro La strega di Portobello (edito da Bompiani). La particolarità interessante per noi amanti della Rete è che questa pellicola è nata da un'idea di Coelho, che ha coinvolto numerosi filmakers indicendo un concorso sul web e ha scelto i migliori filmati, ciascuno dei quali costituisce un capitolo del film. Il risultato è un vero e proprio esperimento narrativo, un'opera plurale che ripercorre, attraverso il montaggio, l'intera trama del romanzo. Last but not least, i premi di Alice nella città diventeranno un Marc’Aurelio di bronzo votato da ragazzi sotto i 12 anni e un secondo votato da ragazzi sopra i 12. 94

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caput cinema, anche

Roma

ON-LINE


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Web ascolto

Musica da CONDIVIDERE

di Ilaria Dioguardi

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numeri parlano da soli: oltre 3.400 artisti, 107 location, 27 nazioni coinvolte, 213 appuntamenti, 3 maratone musicali, 118 collaborazioni con istituti culturali. Sono alcuni dati della manifestazione MITO Settembre Musica, giunta alla terza edizione, che quest’anno si svolge fino al 24 settembre. Artisti di tutto il mondo si esibiscono in concerti di musica classica, rock, pop, jazz, canzone d’autore, avanguardia, etnica, crossover. Il Festival prevede anche tavole rotonde, conferenze, proiezioni, mostre, spettacoli di danza. Oltre 170.000 persone hanno seguito la scorsa edizione: la grande partecipazione di pubblico giovane, dinamico, curioso e non abituato alla musica classica ha incoraggiato gli organizzatori a continuare sulla strada dell’innovazione e della proposta creativa. Ma non manca la tradizione, con i concerti eseguiti dall’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, diretta da Antonio Pappano, e dalla Filarmonica della Scala, guidata da Myung-Whun Chung. MITO pensa sempre ai più piccoli, con concerti-spettacolo pensati per loro e un nuovo progetto educational per le scuole. Il Festival dedica spettacoli ad hoc per i bambini, con la messa in scena de La fattoria dei musicisti, proiezioni di fiabe animate sul grande schermo e racconti di favole al ritmo di musica jazz. Si annuncia un appuntamento all’avanguardia che piace ai giovani la serata Mixed Reality Performance: un concerto eseguito da musicisti collegati in Rete in varie parti del mondo, che dialogano con il pubblico di MITO attraverso la realtà virtuale. Sempre per i ragazzi, in prima italiana sono presentati un progetto che rompe le frontiere tra la techno music e la musica contemporanea, creato dal musicista Carl Craig, e la performance multimediale 13 Most Beautiful... Songs for Andy Warhol’s Screen Tests, realizzata da Dean & Britta. Come ormai in tutti i campi, non è possibile trascurare il rapporto inscindibile che si è creato tra i giovani e la tecnologia. Il sito www.mitosettembremusica.it è stato rinnovato e grazie alla MITO web tv è continuamente aggiornato con interviste, filmati e momenti del programma. Chi si registra al sito può crearsi una pagina personalizzata con i concerti preferiti e la partecipazione a promozioni, sia via sms che e-mail. Il Festival coinvolge sempre di più le città di Milano e Torino con varie iniziative. A Milano un concorso per la migliore vetrina “a tema musicale”, concerti in piazze e strade, musica tutti i giorni in alcune stazioni metropolitane, sorprese musicali nelle aree residenziali. Il MITOcafé accoglie tutte le sere alla Triennale il pubblico del Festival per chiacchierare ed incontrare gli artisti. Anche Torino è animata con musiche a sorpresa itineranti in vari luoghi. 96

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MITO unisce Milano e Torino. È il Festival Internazionale della Musica, con più di 200 eventi,

MOLTI GRATUITI


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Web Leggo

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ON-LINE

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n libro con la copertina rigida e centinaia di pagine da sfogliare, a fianco una scatola bianca con schermo digitale: sono il presente e il futuro dell’editoria che il 26 giugno a Milano sono stati sul banco degli imputati in occasione di Editech 2009-Editorie e innovazione tecnologica, una giornata organizzata dall’Associazione Italiana Editori (Aie), in collaborazione con Siemens, dedicata all’innovazione tecnologica nel settore dell’editoria libraria. All’evento erano presenti, tra gli altri, Michael Smith, direttore dell’International digital publishing forum, e Michael Healy, direttore del Book Industry Study Group. Michael Healy ha tenuto a precisare che nel mercato stanno entrando “nuovi giganti”, ma non si tratta dei “soliti” autori, editori e canali distributivi. Sono Google e Amazon che lanciano una nuova avvincente sfida: mettere a disposizione migliaia di libri, in tutte le lingue, in meno di sessanta secondi. Digitalizzare i libri, con l’obiettivo di diffondere la cultura e la conoscenza. “Si tratta di uno scenario che porta una notevole disintermediazione nella relazione tra autore, editore e lettore”, ha dichiarato Healy, “è un periodo di fortissima sperimentazione sui nuovi modelli di business; gli editori temono che i libri possano diventare gratis. Per mantenere i ricavi, le forme possibili vanno dalla pubblicità all’abbonamento”. Nel corso dell’evento è stata presentata una ricerca dell’International digital publishing, che ha fornito un panorama aggiornato in ambito nazionale e internazionale riguardo all’impatto e alle conseguenze che le tecnologie possono avere sulle case editrici. Dai dati emerge che, negli Stati Uniti, il libro si ferma al 2% del mercato, con 793 milioni di dollari sui 40,3 miliardi complessivi. Mentre l’audio book pesa per il 2,5% con un valore di circa un miliardo. Percentuali minime, ma in forte crescita: il giro d’affari all’ingrosso dell’e-book, solo ad aprile, è cresciuto del 228% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’Italia deve ancora fare molta strada. I dati dell’Aie parlano chiaro: nel Bel Paese l’e-book ha un peso inferiore allo 0,03% sul mercato complessivo del libro. Il presidente stesso, Marco Polillo, intervenuto durante la giornata, ha centrato il “problema”: “L’editoria italiana è consapevole dell’evoluzione tecnologica in atto e delle opportunità che si possono aprire, ma vi è anche la profonda consapevolezza dei problemi che le innovazioni di processo e di prodotto pongono rispetto al tradizionale mercato del libro, in primis per il rispetto e la tutela del diritto d’autore”. 98

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di Letizia Terra


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La carica dei

nuovi

autori, eroi

della rivoluzione

E-BOOK

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Fenomeni

Aglio, olio e WEB

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di Anna Sofia Viola

on è un segreto che noi Italiani amiamo la buona cucina. Ma non tutti siamo ottimi cuochi, spesso non abbiamo il tempo di andare a fare la spesa ogni giorno e raramente possediamo una fervida fantasia per preparare piatti nuovi ed elaborati. I ritmi frenetici della vita quotidiana ci impongono spesso di mangiare a pranzo un panino al volo, e a cena e nei weekend abbiamo voglia di gustarci piatti sani e genuini. Senza per forza andare a cena fuori. E se fino a qualche anno fa ci venivano in aiuto la mamma, che per telefono ci dava consigli culinari, e i libri delle ricette, come il sempreverde Il Talismano della felicità di Ada Boni, oggi basta cercare su Google “ricetta” ed escono 5.350.000 pagine. Per capire l’entità del fenomeno delle ricette on-line, basta leggere l’alto numero di ricerche per ogni parola chiave. Alcuni dati interessanti sono offerti dal libro Fare Soldi Online in 7 giorni. Guida strategica per guadagnare su Internet e creare rendite automatiche di denaro” di Giacomo Bruno (Bruno Editore): in un mese su Internet sono state cercate 449.127 volte la parola “ricetta”, 12.397 volte “ricetta estive”, 7761 volte “ricetta cucina”, 5632 volte “ricetta dolci”. Ci sono siti per tutte le necessità. Se siete single e volete cucinarvi gustosi piatti, o se siete in coppia e volete preparare una cenetta per la vostra dolce metà, potete consultare il sito www.adivi.biz. Se avete dei bambini e volete preparare loro piatti sfiziosi, navigate su www.bambinopoli.it. Se volete sbizzarrirvi con i piatti tipici delle regioni italiane e della cucina internazionale navigate su www.ricettepercucinare.com. Se siete celiaci o invitate a cena qualche persona che soffre di celiachia, il sito www.celiachia.it fa al caso vostro. Molti siti vi permettono di pubblicare una vostra ricetta, come il sito www.granapadano.com, che offre anche la possibilità di scaricare il Ricettario per tutte le stagioni e un’area Educational con varie modalità di approfondimento e di apprendimento sul formaggio Grana Padano, compresa una sezione Gioco dove far divertire i più piccoli. Se non avete voglia di cucinare e non volete badare a spese, grazie a numerosi siti si può prenotare un cuoco a domicilio, che viene e cucina per voi e per gli ospiti piatti gustosi e raffinati, presentandoli come se fossero delle opere d’arte. Le possibilità sono tante: una cenetta romantica, una festa speciale per bambini, dove uno chef insegna loro a cucinare, un “buongiorno” particolare, con un cuoco che viene a casa vostra e prepara una colazione appetitosa.

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La grande

abbuffata delle RICETTE in Rete

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www.granapadano.info

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Tv poltrona

Vecchiette alla riscossa

di Ilaria Dioguardi

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a terra del Sol Levante è un “paese per vecchi”, togliendo il “non” del famoso film dei fratelli Coen. In una nazione in cui il tasso di natalità è molto basso, un quinto della popolazione supera i 70 anni e i centenari hanno raggiunto il numero record di 36.276, non poteva mancare un canale televisivo dedicato alla terza età: Amakusa tv. Il Giappone già da tempo si preoccupa dell’intrattenimento specifico per gli anziani e dopo aver creato videogiochi che allenano il cervello, corsi di ginnastica dolce, cassette porno con attori e attrici over settanta, si è pensato di far nascere programmi dedicati appositamente agli over Settanta, Ottanta e anche Novanta. Il canale trasmette sul satellite e in Rete da un arcipelago di isole nella prefettura di Kumamoto, nel Sud del Giappone, e sta riscuotendo un enorme successo. Le conduttrici più popolari non sono due ragazze che indossando abiti succinti e che con atteggiamenti provocanti ammiccano verso le telecamere, ma due irresistibili nonnine, Shino Mori e Tsurue Kurokawa, rispettivamente di 106 e 91 anni. La prima “soubrette” è una divertente presentatrice che legge le previsioni del tempo, utilizzando un metodo non proprio scientifico: gli acciacchi causati dall’umidità. Ma l’arzilla meteorologa, classe 1903, difficilmente sbaglia ed è molto apprezzata dai telespettatori per l’autoironia con cui scherza sugli immancabili problemi legati alla sua non proprio tenera età. Un’altra beniamina del pubblico è la signora Kurokawa, chiamata Tsuru-chan (in giapponese “chan” è un vezzeggiativo usato con i bambini), che conduce un talk show da un’ambientazione molto particolare: una navicella spaziale che naviga nell’universo. Nel suo programma la nonnina, che ha ben 29 nipoti, si occupa di problemi ambientali della regione del Sud del Giappone. L’augurio è che le due simpatiche star agées possano presentare “ancora cento di queste trasmissioni…”

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Ultime dal Giappone: la soubrette è

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Est(etica)

La bellezza non si crea

di Maria Nicoletta Tulli

Il Prof. Marco Gasparotti Specialista in Chirurgia Plastica Estetica (Clinica Ars Medica Roma) 104

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**Test clinico-strumentale su 20 soggetti.

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he faccio, mi rifaccio? Questo il titolo del libro che, nel 2006, dopo trent’anni che mi facevo la stessa domanda, ho voluto scrivere. Ma che cos’è la Chirurgia Estetica, un delirio collettivo, voglia di star meglio, difficoltà di accettarsi? In ogni caso un mondo intorno al quale ruotano migliaia di informazioni… notizie più o meno vere, e sicuramente molta confusione. Oggi la Chirurgia Estetica è diventata un fenomeno sociale. Con la crisi dei valori la gente cerca sempre più di assomigliare a personaggi televisivi o a divi del cinema, che appaiono belli, di successo, sicuri di sé. Parliamo di qual è, oggi, il bacino di utenza della Chirurgia Estetica. In questo numero prendiamo in considerazione due categorie, nel prossimo altre due. Le giovanissime Tra veline e top model giovanissime, è praticamente impossibile che una ragazzina, purtroppo accompagnata da una madre più convinta di lei, non inizi ad andare dal Chirurgo Plastico… La schiera dei separati E’ facile incontrare donne di 35 anni, bellissime, che entrano in crisi perchè decidono di rifarsi una famiglia, o uomini “over 50” che vogliono “sentirsi giovani” perchè hanno al loro fianco partner di età inferiore alla loro… Concludendo Fino ad alcuni anni fa la persona adulta faceva il lifting, mentre la giovane chiedeva un rimodellamento corporeo. Oggi accade esattamente il contrario. Ma, per piacersi veramente, forse, non bisognerebbe solo accettarsi un po’ di più? Il 99 per cento dei pazienti che si rivolgono alla Chirurgia Estetica ha una depressione latente o manifesta. Se una persona è serena, sicura di sé, la situazione è ben diversa. E poi oggi c’è un altro problema: la difficoltà di scambi con l’altro sesso. La gente non parla: oggi si chatta, si mandano le e-mail, gli sms, un linguaggio virtuale ha preso il posto del dialogo verbale… Lo ritengo piuttosto grave, e a rimetterci sono proprio i rapporti interpersonali. Per finire, non bisogna sottovalutare che, spesso, le persone confondono la bellezza col fascino. Se tutti sapessero quanto è più importante il fascino della bellezza, i chirurghi plastici non lavorerebbero. A definire “bella” una persona concorre solamente il fascino. Il fascino è “intrigo”, è qualcosa di innato, non si crea.

Chi si rifà? Riflessioni di un CHIRURGO

ESTETICO


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Itinerari

Allegro con studio. Ma non troppo. Sky e Digitale lanciano la sfida dell’intrattenimento per chi riprende libri e quaderni, strizzando l’occhio a tutta la famiglia: cartoni animati e film in prima visione per arricchire l’autunno e allietare le pause scolastiche dei ragazzi di Luciano Tirinnanzi


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ettembre, siamo tornati a scuola e abbiamo ripreso le buone sane abitudini. Studiare? No, non stiamo parlando di questo ma delle merende pomeridiane davanti alla tv! Per scacciare il malumore post- vacanza, i canali Boing e Boomerang (su digitale terrestre il primo e su Sky il secondo) hanno programmato un mese ricco di cartoon, nuovi o già affermati. Boing, canale record di ascolti, rilancia sul digitale il ritorno del cartoon cult Mucca e Pollo, la serie che ha come protagonisti due fratelli sempre nei pasticci: l’esuberante e adolescente Pollo è il combinaguai più famoso della Rete mentre sua sorella Mucca è la saggia e premurosa eroina che riesce ogni volta a salvare dai guai il fratellino. Nuova serie in arrivo è invece Titeuf , la storia di un ragazzo vispo e molto turbolento che se ne va in giro, col suo tipico e inconfondibile ciuffo biondo in testa, a cercare amori e avventure insieme al suo migliore amico, l’occhialuto Manu e alla sua banda di strampalati amici. Quasi mai corrisposto dalla sua amata Nadia, Titeuf, che nasce da un celebre fumetto francese, è un compendio di simpatia e irriverenza. Per gli adolescenti torna il telefilm in cui più di una generazione s’identifica: Bayside school, storie e amori di un

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gruppo di liceali americani. Molto ricca, anche quest’anno, la programmazione filmica domenicale di Pop Corn , con immancabili appuntamenti tra cui, in prima visione, la saga di Scooby Doo , raccontata in tre film in live action ricchi di effetti speciali, per festeggiare 40 anni di avventure del danese più famoso del mondo. E, per chi non ne avesse abbastanza, tutti i giorni in prima serata anche le puntate della serie Le Nuove Avventure di Scooby Doo . Per tutto l’autunno, poi, non mancherà la musica: è, infatti, in palinsesto la seconda stagione inedita di Flor 2 , serie sudamericana di una giovane cantante argentina dalla carica travolgente, in onda dal lunedì al venerdì alle 17.30. Il 7 settembre partirà, invece, l’inedita e attesissima serie animata Ben 10 Forza Aliena (tutti i giorni alle 19.35) dove, per la prima volta sullo schermo, l’adolescente Ben Tennyson è pronto a trasformarsi in nuovissimi alieni. Il giovane eroe in cui molti ragazzi s’identificano, regalerà ancora un buon mix di azione e umorismo. Ma non è tutto dal pianeta Cartoon Network: è anche online la versione 2.0 del sito. I giovani cybernauti, oltre ad una nuova veste grafica, potranno sperimentare in Rete una moderna navigazione con tantissimi giochi e una community on-line ancora piú interattiva: MyCN.


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Garfield,

Mucca e Pollo, Titeuf e TANTI

ALTRI

BOOM BOOM Il settembre di Boomerang, trasmesso sul canale 608 di SKY, propone dal canto suo novità per un pubblico variegato, che va dai piú piccoli a tutta la famiglia: si parte col gatto matto Garfield, protagonista di un’inedita serie interamente realizzata in 3D, per poi continuare con le avventure del piccolo dinosauro Piedino e dei suoi amici, nell’affascinante serie animata Alla ricerca della Valle Incantata, che trae ispirazione dalla saga cinematografica partorita dalle sempreverdi menti di Spielberg e Lucas. I più piccoli potranno, poi, intrattenersi con la tenerezza delle avventure di Caillou, di cui a settembre sarà trasmessa la terza stagione inedita. Infine, appuntamento che mette d’accordo tutta la famiglia, è FilmBoom, che proporrá una serie di pellicole d’animazione in onda per la prima volta sul canale, come la piccola Iridella, una favola color arcobaleno e Tom & Jerry: Rotta su Marte, ennesima avventura, stavolta in versione spaziale, dei due inseparabili amici-nemici. Tra Sky e digitale terrestre, le programmazioni dei canali per l’intrattenimento dei ragazzi sono fin troppo ricche. Perciò, cari genitori, un consiglio: non aspettate la fine della stagione per controllare se i vostri figli hanno fatto i compiti, perché con una programmazione così, chi vorrà studiare più?

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EventiDa non perdere

UN BEL MUSICAL BESTIALE... Info: www.labellaelabestia.com

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i preannuncia come uno degli eventi teatrali più attesi della stagione. Il musical La Bella e la Bestia debutta in Italia il 2 ottobre ed è stato scelto per l’inaugurazione del nuovo Teatro Nazionale di Milano. Il capolavoro disneyano può contare su un allestimento con orchestra dal vivo e rimane nella città meneghina in pianta stabile: sarà il pubblico a determinarne il successo o meno, proprio come succede a Broadway e nel West End londinese. Rilevato con un contratto di affitto trentennale da Stage Entertainment, multinazionale olandese creata dieci anni fa da Joop van den Ende (il co-fondatore di Endemol), il Teatro Nazionale si appresta a diventare il tempio italiano del musical. È stato completamente ristrutturato, la torre scenica è stata ampliata, ha una capienza di 1.500 posti, acustica e visibilità ottimali, massimo comfort per il pubblico e tecnologia allo stato dell’arte. Per l’apertura è stato scelto il mondo incantato ed appassionante del musical che ha emozionato dal vivo 25 milioni di spettatori in tutto il mondo. La versione è identica all’originale americano, ma è stata tradotta nella lingua italiana da Franco Travaglio ed è interpretata da Arianna e Michel Altieri. Le musiche sono state composte da Alan Menken, che ha firmato la colonna sonora di La Bella e la Bestia sia nella versione musical sia nella versione film, e ha vinto, proprio gra110

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zie a questa produzione Disney del 1991, due degli otto premi Oscar (Migliore Canzone e Migliore Colonna Sonora) della sua brillante carriera. “La Bella e la Bestia è un musical romantico e un paese passionale come l’Italia non potrà non amarlo”, ha dichiarato il pianista e compositore statunitense, per la prima volta in Italia. Menken, che fra le altre statuette ha vinto anche per le musiche de La Sirenetta, di Aladdin e di Pocahontas, è l’artista vivente che ha vinto più premi Oscar al mondo ed è considerato uno dei più grandi compositori di colonne sonore di tutti i tempi. La scelta di mettere insieme il suo talento musicale con le notevoli capacità interpretative e canore dei due protagonisti, Arianna e Michel, tiene fede alla promessa fatta dalla Stage Entertainment Italy di avvicinare Milano a Broadway e Londra, patrie dei migliori musical al mondo. Arianna, eletta a soli 13 anni testimonial italiana della Disney, vestirà i panni della Bella, mentre Michel Altieri, scoperto da Luciano Pavarotti e formatosi tra l’Italia e gli Stati Uniti, interpreterà la Bestia. Il musical ha superato le 5000 repliche solo a New York, dove è stato rappresentato per 13 anni, prima di approdare sui palcoscenici di Londra, Olanda, Belgio, Germania, per arrivare, poi, in Spagna e Russia dove è ancora in scena. Dal 2 ottobre, si prevede un successone italiano per la romantica favola senza tempo…


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NON FARNE DI TUTTI I COLORI... Con la mostra Monocromo. L’utopia del colore Marsala dedica un’esposizione ai protagonisti dell’arte italiana del dopoguerra, che si confrontarono con i materiali ed i procedimenti industriali della ricostruzione. Aperta fino al 18 ottobre, l’esposizione celebra gli artisti italiani che diedero vita alla stagione del Monocromo, uno degli argomenti preferiti di riflessione sui procedimenti ed i linguaggi dell’arte. Dopo sessant’anni, nel Convento del Carmine si ripercorre la stagione con circa 60 opere, provenienti da collezioni pubbliche e private: si spazia dai tagli di Luciano Fontana ai sacchi di Alberto Burri, dagli Achromes di Pietro Canzoni ai cementi di Giuseppe Uncini, dalle sculture in ferro di Pietro Consagra alle pitture di Pino Pinelli.

Info: www.pinacotecamarsala.it

Info: www.vascorossi.net

VASCO “INDOOR” TRA EUROPA E ITALIA Un rocker che ormai unisce fan di tre generazioni torna sul palco (la serie di concerti ha inizio dall’Arena Adriatica di Pesaro e durerà un anno, o forse più, a seconda della voglia di Mister Albachiara). Stiamo parlando di Vasco Rossi, che torna a fare concerti al chiuso dopo quasi 20 anni, con un tour che parte il 6 ottobre. Dal 1990, anno di Fronte del palco, ha inaugurato l’era dello stadio da rock e non ha più abbandonato i bagni di folla all’aperto. Il suo ultimo indoor europeo risale al 1996, anno di Sally, Nessun pericolo per te e Gli Angeli. Il Blasco aveva annunciato il progetto durante il concerto del Primo Maggio a Roma: “Sto pensando a un tour in spazi chiusi e durate che mi diano la possibilità di considerare in divenire la mia produzione musicale”. Ma in quell’occasione, per respingere le voci di una tournée nei palasport, dichiarò anche: “Non so nemmeno cosa farò domani, figurarsi fra tre o sei mesi”. Oltre a Pesaro, alcune delle città dove si potranno seguire le performance live sono Ancona, Caserta, Milano e Torino. In ogni tappa, Vasco si fermerà fino a data da destinarsi. NEXTFAMILY

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Anticoli Corrado, piccolo centro del Lazio in provincia di Roma, sulla Valle dell’Aniene - il cui nome gli deriva da Corrado di Antiochia (tredicesimo secolo), capostipite della famiglia omonima che lo ebbe a lungo in feudo - è famoso per la bellezza delle sue donne che, fra l’ Otto e il Novecento, ispirarono come modelle molti pittori, fenomeno tuttora testimoniato da un museo locale. Tra le fanciulle immortalate sulla tela, si distinse una certa Pasquarosa. Dopo aver posato per artisti quali Corot, Bompiani e Corelli, la ragazza sposò Nino Bertoletti, pregevole pittore del tempo, trasferendosi con lui a Villa Strohl Fern, luogo all’epoca di grandi fermenti artistici. Sebbene digiuna di qualsiasi educazione scolastica, strinse amicizia con scrittori e intellettuali, come Luigi Pirandello, Alberto Savinio, Massimo Bontempelli, Renato Guttuso. Forte di tale esperienza, Pasquarosa ebbe il coraggio di prendere pennelli e tavolozza, rivelandosi pittrice talentuosa e di raffinata sensibilità. Presente alla Secessione del 1915, nel 1918 partecipò alla Mostra d’arte giovanile , cui fecero eco due inviti alla Quadriennale di Roma (1948 e 1959). Pittrice intimista dai colori tenui e riposanti, appena ravvivati qua e là da qualche arancio smagliante, o da piccoli tocchi di rosso o di azzurro, i soggetti di Pasquarosa variano dal paesaggio alla natura morta, dagli oggetti del quotidiano al ritratto, senza cedere mai alle mode, alla mondanità, al capriccio o alla leziosaggine, la cui cifra stilistica risiede soprattutto nell’eleganza del dire e non dire. Le sue quiete figure di donna hanno sguardi dignitosi e sono impregnate di una struggente umanità, intuita da quei vaghi abbandoni, leggeri e misteriosi insieme. La mostra, che l’ha riscoperta dopo mezzo secolo di silenzio, ha avuto luogo nei mesi scorsi nel Casino dei Principi di Villa Torlonia. Promossa dall’Assessorato alle politiche culturali e dalla Soprintendenza comunale, e curata con amore e competenza da Pierpaolo Pancotto, è stata sicuramente uno degli l’avvenimenti artistici più affascinanti dell’intera estate romana.

> di Enzo Giannelli

E TELE DI PASQUAROSA

NERO BIANCO GIALLO Non sono i colori di una bandiera, ma la tavolozza biografica di Michael Jackson. Nato nero, sì è sottoposto per lungo tempo a una straziante serie di mostruosi trattamenti per diventare bianco e somigliare a Elizabeth Taylor. È riuscito sia come viso pallido che come sosia della diva, magari non proprio la Liz di Torna a casa Lassie, ma quella di quando - ormai carica di rughe e di passato, di primavere e di mariti trapassati riposava già sugli allori dei suoi sbiaditi occhi viola. Alla sua morte, è scoppiato, come da prassi giornalistica un po’ cialtrona, il giallo sulle cause che l’ hanno provocata. Ma si tratta del segreto di Pulcinella. Uno che ingoia cinquantamila dollari di medicinali al mese, compreso il Propofol, potentissimo anestetico usato per addormentare i pazienti prima degli interventi chirurgici, non può poi pensare di farla franca. La stampa ha fatto anche sapere che decine di fan, annientati dal dolore (e dall’idiozia, aggiungiamo noi) si sono suicidati. Anche qui, niente di strano, o di nuovo: era già accaduto nel 1927 per la morte di Rodolfo Valentino. Tornando al giallo, che ci ha ammorbati per gran parte dell’estate (e che soltanto Corrado Augias, in previsione del prossimo ciclo di Enigma , si augura resti tale), la soluzione è piuttosto semplice. Durante il periodo in cui la popstar era sotto candeggina, Beppe Grillo disse: “Vorrei che quando Michael Jackson sarà diventato completamente bianco, andassero al potere i neri e gli facessero un culo così”. Niente di più facile che, intimorito dell’avvento del nero Barack Obama alla Casa Bianca (potere dei colori che tornano!), l’indifeso Jacko abbia deciso di emigrare nell’altro mondo.

LASAGNE E COLTELLO Mariastella Gelmini non ha il dono della simpatia. E l’aver tagliato i fondi alla scuola pubblica per favorire quella privata, a gestione prevalentemente cattolica, non ha certo aumentato la benevolenza nei suoi confronti. Ma questo è argomento squisitamente politico da trattarsi in altra sede. Tuttavia, alcune cose del Ministro dell’Istruzione sono più che


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condivisibili. Per esempio, a proposito dell’elevato numero di bocciature verificatosi nell’ultimo anno scolastico, la Gelmini ha detto: “La promozione non è un atto dovuto, ma il giusto premio per gli sforzi e le conoscenze dimostrate”. Come darle torto? Se è vero che la meritocrazia, così poco praticata in Italia, è un dato fondamentale della democrazia, forse una rivalorizzazione e una rimoralizzazione della scuola potrebbero portare ad alcuni non disprezzabili risultati. Magari, tanto per dirne una, con medici e ingegneri più consapevoli e responsabili, potrebbe morire qualche paziente in meno e restare in piedi qualche palazzo in più. Oppure, passando ad argomenti meno importanti ma non proprio trascurabili, la scuola potrebbe evitare certe situazioni comico-imbarazzanti cui mi è capitato di assistere. Ecco il fatto. Partecipando a una colazione, alla quale ero stato invitato al termine di un simposio poetico, mi sono ritrovato gomito a gomito con un docente di Lettere dell’Università di Urbino, simpatica persona che si mostrò più interessata alle canzoni festivaliere dei vecchi Sanremo che alla lirica di Sandro Penna per cui eravamo stati convocati. Trovai la conversazione piacevole e rilassante, senza provare né stupore né sconcerto. Del resto, come sottolinea Cesare Garboli, certi versi di Penna (“L’estate se ne andò senza rumore”) sono cantabili su motivetti musicali tipo Lasciamoci così senza rancor. Quello che destò la mia perplessità, invece, fu vedere il mio vicino di tavola armeggiare con coltello e forchetta nel piatto delle lasagne, e poi portare il cibo alla bocca con la lama del coltello.

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LE CATTIVE NOTIZIE - Il primo posto della classifica dei dischi più venduti è stato occupato per settimane e settimane da Ali e radici , l’ultimo album di Eros Ramazzotti, l’uomo che canta con le vie respiratorie in difficoltà. Dato che gli unici strazi sonori che questo dio dell’amore in chiave di violino riesce a emettere, gli escono esclusivamente dal naso, il disco è stato ribattezzato Ali e narici . - Con decreto-legge, sono tornate di moda le ronde formate da cittadini. Ma un servizio di

sorveglianza affidato a personale non adeguato, estraneo all’ordine costituito, sa di crociata e di ventennio, destando qualche inquietudine. L’investitura può essere fatale, alimentando complessi di superiorità, supremazia indiscriminata, mito nicciano. Può suscitare sensi di rivalsa e di giustizialismo, risvegliare il boia che sonnecchia in qualcuno di noi, spingere alla delazione. Chi controllerà le ronde? Chi ci salverà da qualche loro possibile bravata? Non vorremmo esclamare, parafrasando Madame Roland: “O sicurezza, quanti soprusi si commettono in tuo nome!” - Morta e sepolta dopo quasi trentacinque anni di vita, Domenica in (inaugurata da Corrado nel lontano 1976) non comparirà nel palinsesto della prossima stagione televisiva. E, con essa, scompariranno dal pollaio Monica Setta, Luisa Corna, Rosanna Lambertucci, Katia Noventa e Lorena Bianchetti. Quella che potrebbe sembrare una splendida notizia è, in effetti, pessima. Il pomeriggio domenicale dell’autunno prossimo, infatti, avrà sempre inizio con L’arena di Massimo Giletti e si concluderà con Ieri oggi e domani di Pippo Baudo. Nello spazio delle domenicane scomunicate, verranno riproposti medici in famiglia, cani poliziotti, signore in giallo, ispettori in pensione, commissari in andropausa. È difficile immaginare una domenica in… fausta più di così. - Nozze artistiche a Cologno Monzese fra Paolo Bonolis e Maria De Filippi, che si propongono come la coppia più agguerrita dell’etere. La santa alleanza sta preparando una gara di canzoni a base di vecchi successi, in onda sul nuovo canale del Biscione Italia 2, per contrastare il prossimo Festival di Sanremo. Tremate, telespettatori, tremate, il digitale terrestre comincia già a far male. - Secondo la teoria avanzata da Lillian Schwartz, consulente della School of Visual Arts di New York, l’immagine che appare sulla Sacra Sindone di Torino non sarebbe quella del Cristo, ma l’autoritratto di Leonardo da Vinci, realizzato dall’eclettico genio toscano grazie a una tecnica di impressione fotografica ante litteram . “Pazzesco”, grida Lynn Picknett, esperta del sacro lenzuolo. A dire di Pierluigi Baima Bollone, Professore Ordinario di Medicina


110-114EventiColpo_copia

25-08-2009

17:47

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Legale a Torino, si tratta di una ipotesi già messa in circolazione un quarto di secolo fa dalla studiosa Maria Consolata Corti, concludendo che “bisogna tener presente che la Sindone è comparsa in Europa nel 1353, mentre Leonardo è nato nel 1452”. Fra una supposizione e l’altra, la Chiesa è stata colta dalla sacra sindrome.

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ACIDULA LIQUIDA GIALLULA In anni giovanili e un po’ sventati, coincidenti con stagioni piuttosto straccione e trasandate, in cui l’imperativo era quello di stupire, Dacia Maraini dedicò all’adorato Alberto Moravia un madrigale iperrealista, acidulo nell’essenza, ma fluido nello scorrimento e aureo nell’aspetto. Dicono i versi ormai dimenticati dell’ispirato carme: “La tua bianca dentiera è ancora sul/cuscino. I tuoi capelli grigi mi nuotano/fra le palpebre. Se vieni domani, ti/orinerò sulle mani, mio tanto amico”. Per questa sua esaltazione del liquido ambrato, e a causa dell’incapacità degli organi prensili di raccogliere il prodotto finale della secrezione renale (volgarmente detto orina), la piccola scrivana salaparutena ricevette in omaggio un pitale accompagnato da un biglietto così concepito: “Affinché niente vada perduto”. Anche Sandro Penna ha cantato le “acque sporche del mattino”, muovendosi assai spesso fra “gli orinatoi e le stelle”. E, al sacro rito della minzione fatta arte, non era completamente estraneo Ramon Gomez de la Serna (scrittore spagnolo dotato di vivace umorismo e di ingegno fantastico e paradossale, autore di una copiosa e multiforme opera letteraria) il quale, intorno alla metà degli Anni Venti, stabilitosi per un certo periodo a Napoli (prima di finire i suoi giorni a Buenos Aires), suscitò, come ricorda Giovanni Artieri, scandalo e indignazione presso i lettori del Mezzogiorno, “messi di fronte alla straordinaria necessità di dedurre effetti di poesia lirica” da una analisi delle orine. Ma la poesia, si sa, è cosa intima e segreta, quasi carbonara. E si legge in solitudine, a un passo dalla clandestinità. La televisione, al contrario, è mezzo vociante e chiassoso, altoparlante rozzo e spudorato, che esaspera tutte

le sue messe in scena, affinché l’utente ne venga abbindolato, rincoglionito, fatto vittima, trasformando automaticamente il libero arbitrio in servo arbitrio. Da quando ha perduto ogni inibizione, rivelando tutta la volgarità di chi manca di una cultura e di una tradizione proprie, la televisione, nei suoi spazi pubblicitari, non fa che ammannirci, senza distinzione di orari, stomachevoli water closet incrostati, nauseanti fosse biologiche, disgustose cloache a cielo aperto e tutto un prontuario di turpitudini scatologiche, trasformando il video in un rivoltante ininterrotto trattato di cessologia. Ultimamente, superata qualsiasi barriera della decenza linguistica, la diabolica vetrina catodica manda in onda un ripugnante spot che reclamizza, senza mezzi termini, “un assorbente che arresta le perdite di orina e ne trattiene gli odori”. “Merde!”, esclamerebbe il generale Cambronne. E poco ci manca. Marilyn andava a letto con una goccia di Chanel numero cinque. Il telespettatore italiano si mette davanti a un piatto di spaghetti accompagnato dalla svergognata testimonial che decanta i prodigi delle proprie vie urinarie, con sentore di ben altri effluvi. E sommamente azzardato sarebbe se l’incauto decidesse di pasteggiare a birra: il biondo colore evocativo potrebbe lasciarlo con il bicchiere a mezz’asta e il boccone di traverso. Oggi che i tempi sono più pratici e sbrigativi, meno raffinati e conviviali, a nessuno verrebbe in mente di mangiare con il sottofondo della musique da table , come Teleman aveva abituato i commensali del Settecento. Ma non per questo il malcapitato deve temere di venire investito, fra una cotoletta e una foglia di lattuga, da un’onda acidula e giallula, da ridurlo all’anoressia. Una sera, qualcuno potrebbe addirittura esclamare, come Scarpia: “La povera mia cena fu interrotta!”. E, al pari del bieco personaggio pucciniano, prendere i suoi tragici provvedimenti nei confronti del Mario Cavaradossi di turno.

PENSIERINO CAUDATO Poche persone al mondo pensano al peccato in modo maniacale come gli asceti.




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